La difficoltà: una caratteristica del paziente o del curante?
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La difficoltà: una caratteristica del paziente o del curante?
La difficoltà: una caratteristica del paziente o del curante? Elementi di difficoltà : il versante del paziente (1) • gravità clinica, sintomatologica e prognostica; • gravosità per scarsa autonomia o contenimento complesso; • aspetti particolari: rischio di passaggio all’atto e violenza auto od etero diretta; • tratti di personalità: egoismo, insensibilità, instabilità, bassa tolleranza alle frustrazioni; • problemi e bisogni extraclinici: di carattere socioeconomico, di discontrollo pulsionale, ecc.; Elementi di difficoltà : il versante del paziente (2) • stile relazionale: particolare tendenza alla dipendenza e all’anaclitismo; • scarsa aderenza al trattamento, spesso determinata da un intreccio complesso di fattori biologici, personologici e contestuali; • mancanza di quel senso di malattia che rende disponibili a ricevere aiuto (Perris, 1994). Elementi di difficoltà : il versante del curante (1) • aggressività nel rapporto terapeutico: un atteggiamento frettoloso, indisponibile o addirittura irrispettoso; un errore terapeutico tra i tanti possibili; una frase indelicata; un’insufficiente attenzione agli effetti indesiderati di un farmaco e ai vissuti del paziente ad essi collegati; un uso improprio della contenzione fisica o di altri strumenti afflittivi; ecc.; Elementi di difficoltà : il versante del curante (2) • aggressività nel rapporto terapeutico: è sempre controtranfert? • frammentazione e conflitto nell’équipe: è sempre lecito chiamare in causa l’identificazione proiettiva? • la “pazienza” di molti tra i nostri pazienti Elementi di difficoltà : il versante del curante (3) il curante “impiegato” il curante “corporativo” il curante “distratto” il curante “nostalgico”: a proposito di memoria e anaclitismo • il curante “impaziente” e il paziente “ingrato” • • • • Elementi temporali della difficoltà • il precipitare del tempo nell’urgenza • l’urgenza come elemento negoziale • il perdersi del tempo e il fantasma della cronicità • il tempo dell’ingresso e dell’uscita (reparto, residenze, trattamenti, lavoro ecc.) • l’impossibile idillio: la temporalità imposta e i problemi della razionalizzazione dell’intervento La difficoltà : un’esperienza che paziente e curante condividono • pazienti difficili • curanti, servizi difficili • situazioni, momenti difficili: il tempo e il contesto; • luoghi difficili • incontri, relazioni difficili LA RELAZIONE TERAPEUTICA (1) • SI FONDA SU CONDIZIONI DI PROFONDA DISPARITA’: “diseguale e asimmetrica” (Greenacre); “ìmpari” (Balint) - di bisogni, cultura, conoscenze tecniche, benessere, potere - le peculiarità della malattia psichiatrica: (avere o essere?) - il T.S.O. • E’ DA COSTRUIRE, E’ DA MANTENERE • E’ DIFFICILE E FRAGILE - il PAZIENTE: può non accettarla, quindi può essere unilaterale - NOI : la difficoltà della “giusta distanza” CONSEGUENZE SULLA RELAZIONE TERAPEUTICA NELLA PSICHIATRIA DI COMUNITA’ • RIDUZIONE (molto) relativa del potere * tuttavia: il rischio dell’abbandono • SVILUPPO della nostra consapevolezza della importanza dell’adesione del paziente al trattamento per gli esiti * TSO vs. trattamenti volontari • INCREMENTO delle nostre capacità a costruire relazioni difficili o “impossibili” • AUMENTO dei rischi di usura degli operatori setting pubblico Servizio famiglia operatore ----------------- paziente équipe contesto (cultura, leggi, stigma) VARIABILI INFLUENTI ENORME PESO DI VARIABILI “ESTERNE” ALLA RELAZIONE, “IMPLICITE” E MENO APPARISCENTI: • il tipo di Servizio in cui si realizza la relazione • l’opinione pubblica e la cultura sociale • la famiglia di quel paziente e le nostre strategie (esistenti/non esistenti) al suo supporto • ………… CRITICITA’ E RISCHI VS. Qualità e Garanzie 2. IL POTERE PREVARICAZIONE/ABUSO • Ospedali psichiatrici e violazione dei diritti umani • La limitazione della libertà: il T.S.O. e le evidenze • Le proposte di Riforma : l’assalto ai princìpi (sanitari) del TSO, ai tempi, alle garanzie del paziente • Il silenzio dei pazienti e il molto parlare dei paladini dei loro diritti CONSEGUENZE a livello del singolo operatore (1) 1. NON TUTTI SIAMO ADATTI: • L’importanza delle variabili soggettive: caratteristiche individuali, motivazione, età, etc. • … ciascuno può dare solo ciò che ha, vale a dire ciò che è… LA SELEZIONE DEL PERSONALE ?!? CONSEGUENZE a livello del singolo operatore (2) 2. POSSIAMO APPRENDERE (esperienza ≠ competenza) • il valore del training * nella sede di lavoro * centrato prevalentemente su casi clinici e sulle relazioni che si instaurano (quindi su ciò che facciamo ma anche sulle nostre emozioni e sui nostri “sbandamenti” emotivi) * basato su evidenze sperimentali e sulla valutazione degli esiti • la diversificazione del lavoro • le turnazioni nel Servizio CONSEGUENZE a livello della équipe FATTORI PROTETTIVI • Dimensioni contenute del gruppo (6-15) • Incontri periodici - programmazione - discussione di casi clinici problematici - risoluzione divergenze • Supervisioni sistematiche • Verifica dei risultati e valutazione degli esiti • SOSTEGNO RECIPROCO