investire sulla “tecnologia”
Transcript
investire sulla “tecnologia”
stampato su carta riciclata stampato su carta riciclata stampato su carta riciclata stampato su carta riciclata stampato su carta riciclata www.esi-piscine.com Piscine Virginia in Cemento Armato Piscine Fuoriterra Saune, Spa, Benessere Preventivi Gratuiti Personalizzati www.bertolotto.com numero verde 800.034.392 Luglio 2010 N° 6 Anno XVII - euro 1,03 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB/CN - Iscrizione Trib. di Cuneo -14/6/1989 n. 426 - Edito dal C.S.I. Cuneo - Contiene I.R. Direttore Responsabile: Fabrizio Pepino made in italy nuovi mercati alluvione 1994 agroindustria l’imprenditore I prodotti italiani non sono sempre garanzia di qualità Gran parte della Cina ha bisogno di infrastrutture Il Governo penalizza le aziende della provincia di Cuneo Le aziende cuneesi devono fare rete e investire in ricerca Aldo Balocco nominato Cavaliere del Lavoro Gilberto Manfrin a pag. 4 Beppe Malò a pag. 7 Servizio a pag. 11 Paolo Ragazzo a pag. 12 Fiorenza Barbero Secondo il centro studi regionale é la parola d’ordine per uscire dalla crisi. Ma non ci sarà ripresa prima del 2012 Ilario Bruno C alo della produzione e crisi generalizzata della maggior parte delle imprese, problemi occupazionali, stretta sul credito (oggi in fase di allentamento), tempi non brevi per l’uscita dalle difficoltà con un euro debole che solo in parte aiuta un Piemonte che esporta ancora soprattutto in ambito Ue. Non lasciano spazio a molti dubbi le indicazioni che emergono dalla recente indagine della Banca d’Italia sull’economia della nostra regione. Con una preoccupazione che coinvolge tutti e spinge la Giunta regionale a varare una manovra con un piano di forte impatto nel sostegno alle imprese e all’occupazione. Roberto Cullino è titolare della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale, presso la sede di Torino della Banca d’Italia. Dottor Cullino, dalla recente indagine sull’economia del Piemonte condotta da Banca d’Italia esce un quadro a tinte fosche che pone l’economia reale della nostra regione in una posizione addirittura al di sotto della media nazionale. Quali sono le ragioni principali di questa situazione? “La crisi si è riflessa sull’economia reale in primo luogo tramite una brusca contrazione del commercio internazionale, colpendo quindi il Piemonte in misura rilevante data l’elevata propensione all’esportazione della nostra economia. Alla riduzione degli scambi mondiali si è poi associata una forte diminuzione della spesa di investimento di gran parte delle imprese. Ne è derivato un rilevante calo degli ordini e della produzione di beni di investimento, comparto nel quale il Piemonte ha un’elevata specializzazione”. Chi ha retto meglio l’urto e per quale motivo? “Tutti i settori di specializzazione della regione sono stati fortemente colpiti dalla crisi; solo nell’alimentare il calo dell’attività è stato contenuto, mentre in quello degli autoveicoli l’impatto è stato attenuato lo scorso anno dagli incentivi fiscali. All’interno dei singoli settori, peraltro, l’andamento è stato piuttosto eterogeneo tra le imprese.Le indagini della Banca d’Italia suggeriscono che le aziende che si erano ristrutturate nei primi anni Duemila, adeguandosi maggiormente al nuovo contesto competitivo determinato dall’integrazione dei mercati e dal cambiamento del paradigma tecnologico, avrebbero subito in misura inferiore l’urto della crisi e in prospettiva evidenziano una più diffusa ripresa degli investimenti e una maggiore tenuta dell’occupazione. Interviste esclusive ai due vicepresidenti di Confindustria, Federica Guidi e Aldo Bonomi Aldo Bonomi è intervenuto al convegno sukke “Reti di impresa” organizzato dal Comitato Piccola Industria di Confindustria Cuneo il 17 giugno scorso all’Agenzia di Pollenzo Servizio a pag. 8 Federica Guidi è intervenuta al convegno “Pil: un indicatore attendibile del benessere?” Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo il 30 giugno scorso a Monforte d’Alba organizzato dal Servizio a pag. 9 Segue a pag. 6 Risparmiate e volate sereni affidate la vostra auto a Parkingo Torino IL PRIMO NETWORK DI PARCHEGGI PER GLI AEROPORTI ITALIANI ! Torino Milano Malpensa Milano Linate Bergamo Verona Roma Fiumicino cuneo chiama roma www.parkingo.com tel. 011 9914460 Convenzionato con Confindustria Cuneo 18 riletture l’economia del piemonte - il rapporto della banca d’italia investire sulla “tecnologia” a pag. robin hood e la metafora del perfetto industriale Giorgio Chiarva S iamo spesso attratti dalle dottrine industriali di altisonanti guru, o considerati tali, e invece troppo spesso non ci accorgiamo che storie che noi abbiamo sempre considerato banali sono invece pregne di saggi insegnamenti. Il suggerimento mi è venuto da un articolo su un giornale inglese in occasione dell’uscita del nuovo film su Robin Hood. Su di lui sono stati fatte molte pellicole di grande successo attingendo dalla storia base e condendole con fronzoli vari non sempre accattivanti. Quest’ultimo film, presentato qualche settimana fa al Festival di Cannes, è la riprova che se una storia è valida allora funziona sempre anche quando è più e più volte replicata. Rimaniamo quindi concentrati sulla storia base e cerchiamo di guardare la sua costruzione. Potremo così riconoscere che questa ha una matrice di programmazione industriale nient’affatto banale. Intanto partiamo dalla prima domanda: chi era Robin Hood? Era un ladro/filantropo, ottimo organizzatore e con idee ben chiare che aveva raccolto un gruppo di persone dedite a varie attività per e con lui. Segue a pag. 3 le firme A questo numero hanno collaborato: Franco Adriano, Fiorenza Barbero, Ilario Bruno, Giorgio Chiarva, Fabrizio Gardinali, Paolo Gerbaldo, Beppe Malò, Gilberto Manfrin, Silvia Marra, Paolo Ragazzo, Claudia Stamerra. IRRIGAZIONE PISCINE FONTANE E.S.I. Spa www.irrigazione.biz le firme pre visioni dei tempi Comitato editoriale Giorgio Chiarva (responsabile) Giuliana Cirio (coordinatrice) Michele Ajmone Cuneo Simone Ghiazza Filippo Monge Fabrizio Pepino il caso pomigliano il sindacato e la paura di un precedente Direttore responsabile: Fabrizio Pepino Redazione: Autorivari Corso IV Novembre, 8 12100 - Cuneo Tel. 0171.601962 Fax 0171.436301 [email protected] Franco Adriano Cronista parlamentare “Italia Oggi” Corrispondente Class-CNBC Editrice: C.S.I. Centro servizi per l‘industria Corso Dante, 51 - 12100 - Cuneo Tel. 0171.455455 Stampa: ROTOSERVICE srl Busca - Fraz. Roata Raffo, 63 Tel. 0171.934616 Pubblicità: PARTNERS srl Via Statuto, 6 - 12100 - Cuneo Tel. 0171.697232 Cell. 3356458895 Chiusura: 02/07/2010 Tiratura: 11.000 copie N el bel mezzo della trattativa sindacale sulla Fiat di Pomigliano d’Arco innescata dall’aut aut di Sergio Marchionne confermato dal referendum tra i lavoratori a metà giugno, l’assistente alla comunicazione di Guglielmo Epifani, Carmen Carlucci, mi spiegava che il segretario generale della Cgil stava cercando di salvare il salvabile in una situazione pressoché irrecuperabile. Ma nel suo tentativo per evitare il peggio, ossia che l’atteso no definitivo della Fiom inducesse l’azienda a lasciare la Campania, Epifani non ha centrato il secondo obiettivo confidato dalla stessa Carlucci: fare slittare il referendum tra i lavoratori a data da destinarsi, meglio se mai. Così, il segretario in scadenza, (visto che in autunno, Susanna Camusso, dovrebbe raccogliere il difficile testimone), ha finito per mettere le mani avanti e pronosticare lui stesso la vittoria dei sì: “I lavoratori sono in cassa integrazione da un anno e mezzo e dovranno attendere due anni prima di andare a regime con la Panda. è normale che vogliano tornare a lavorare e ad avere uno stipendio pieno. Che cosa dovrebbero votare?”, ha detto al Corriere della sera. Ed è proprio nei due anni di interregno, da un punto di vista sindacale, che la Cgil confida di riuscire a porre ancora qualche argine. Per Pomigliano? Neanche tanto. Piuttosto perché il caso Pomigliano non dilaghi nel resto d’Italia. L’ex segretario della Cgil, oggi eurodeputato Sergio Cofferati, l’ha già tirato fuori l’uovo di colombo: “In Italia bisogna promuovere una legge sulla rappresentanza sindacale. Fare votare i lavoratori è una pessima scelta. Mentre con una nuova legge sulla rappresentanza sindacale nessuno potrebbe più arrogarsi chi non vuole essere rappresentato”. Il pericolo che tale accordo venga replicato anche in altre grandi aziende è CONSULENTI DI DIREZIONE KMV\ZIOTQWJQM\\Q^Q KWVVWQX]WQ CONSULENZA DIREZIONALE CONSULENZA ORGANIZZATIVA STRUMENTI DI MANAGEMENT: MODELLO EFQM CONTROLLO DI GESTIONE BILANCIO SOCIALE PROGETTAZIONE, IMPLEMENTAZIONE DEI SISTEMI DI GESTIONE, QUALITÀ, AMBIENTE, SICUREZZA, RESPONSABILITÀ SOCIALE STANDARD ALIMENTARI BRC, IFS, EUREPGAP, HACCP FORMAZIONE IN AMBITO: ORGANIZZAZIONE, GESTIONE RISORSE UMANE, QUALITÀ, AMBIENTE, SICUREZZA ¹.ZMM5IVIOMZ[;ZT v KMZ\QÅKI\I XMZ XZWOM\\IbQWVM ZMITQbbIbQWVM M UIV]\MVbQWVM IOOQWZVIUMV\W LQ ;Q[\MUQ LQ /M[\QWVM 9]ITQ\o )UJQMV\M ;QK]ZMbbI 8ZWOM\\IbQWVM ML MZWOIbQWVM LQ [MZ^QbQ KWV[]TMVbQITQ QV IUJQ\W \MKVQKWMLWZOIVQbbI\Q^W 8ZWOM\\IbQWVM ML MZWOIbQWVM LQ [MZ^QbQLQNWZUIbQWVMUIVIOMZQITMº Via Ognissanti, 30/b - 12051 ALBA (CN) - Tel. 0173 287374 - Fax 0173 280875 [email protected] - www.freemanagers.it Luglio 2010 reale e incombente e un nuovo referendum minerebbe ulteriormente la credibilità del sindacato. Del resto, quale imprenditore si sentirebbe di biasimare Marchionne su un accordo così? La produzione della Panda verrà effettuata tenendo aperto l’impianto di Pomigliano per 24 ore al giorno, 6 giorni su 7, per 18 turni totali. Se l’azienda lo dovesse ritenere necessario potrà ricorrere al lavoro straordinario, aggiungendo 80 ore alle 40 già previste, per un massimo di 120 ore annue per lavoratore, senza preventivo accordo sindacale. Sull’assenteismo, poi, uno dei mali della fabbrica di Pomigliano nel testo dell’accordo si legge: “Per contrastare forme anomale di assenteismo che si verifichino in occasione di particolari eventi non riconducibili a forme epidemiologiche, quali in via esemplificativa ma non esaustiva, astensioni collettive dal lavoro, manifestazioni esterne, messa in libertà per cause di forza maggiore o per mancanza di forniture, nel caso in cui la percentuale di assenteismo sia significativamente superiore alla media, viene individuata quale modalità efficace la non copertura retributiva a carico dell’azienda dei periodi di malattia correlati al periodo dell’evento. A tale proposito l’azienda è disponibile a costituire una commissione paritetica, formata da un N° 6 componente della Rsu per ciascuna delle organizzazioni sindacali interessate e da responsabili aziendali, per esaminare i casi di particolare criticità a cui non applicare quanto sopra previsto”. E, infine, a garanzia di tutto ciò se ci sarà una sospetta violazione dell’accordo potrà essere convocata una commissione paritetica che si pronuncerà entro 4 giorni. E se la violazione verrà confermata, l’azienda potrà tagliare contributi e permessi sindacali ai sindacati e decidere provvedimenti disciplinari fino al licenziamento. Cederà terreno Marchionne nei prossimi mesi dopo aver incassato un sì non esaltante al referendum e dopo le pressioni di alcuni ministri? Manco per idea. Qualcuno ha ricordato nei giorni scorsi, quando nel ‘98 Marchionne da amministratore delegato dell’Alusuisse Group, in Svizzera, per ammettere i quadri alti alla dirigenza, aveva introdotto un ben strano processo di selezione, si presume aggiuntivo ad altro tipo di valutazione, il “cader course et leadership module”. Di che si trattava? Semplice: quelli che erano professionalmente pronti per diventare dirigenti dovevano superare una prova di coraggio: il bungee jumping giù da un ponte. Un elastico alla caviglia e via, giù nel vuoto, per dar prova di sangue freddo, determinazione, e acritica adesione alle direttive dell’azienda. le firme N° 6 ri letture sempli ficazione come rendere più facile la vita alle pmi in due mosse Roberto Calderoli Ministro per la Semplificazione Normativa “ Sportello unico per l’impresa”e “Impresa in un giorno” a lungo sono stati solo degli slogan che non si sono mai realizzati. Oggi, finalmente, grazie all’impegno di questo governo e del lavoro svolto dai miei uffici, sono realtà importanti per il mondo imprenditoriale, due volani per lo sviluppo economico, nonché un valido supporto per chi vuole dar vita ad un’azienda senza rimanere intrappolato nella burocrazia. Lo Sportello unico, che doveva essere presente nei diversi Comuni, non solo non è riuscito a dialogare con le altre amministrazioni (Agenzia delle entrate, Inps, Inail, Camere di commercio, Comuni, Asl, Vigili del fuoco), ma neppure al proprio interno. Il primo passaggio della riforma che abbiamo realizzato - d’intesa con il Ministro per lo Sviluppo Economico - è consistito nell’approvazione di un Dpcm che ha dato concreta attuazione alla Comunicazione Unica per la nascita delle imprese la quale, collegandosi al sito www.registroimprese.it, consente di espletare con strumento informatico un’unica pratica per tutte le amministrazioni interessate. Dall’aprile del 2010 al maggio del 2010, con questo metodo sono state elaborate circa 440mila pratiche di costituzione o modifica di impresa. Il secondo passaggio è consistito nella creazione dello sportello unico informatizzato, attraverso il quale, con una sola comunicazione, è possibile costituire in un giorno un’impresa, nonché iniziare l’attività della neonata impresa. Una procedura rivoluzionaria, impossibile da realizzarsi fino ad ora, per di più attraverso meccanismi informatici. Se i Comuni non saranno in grado di dotarsi di uno sportello telematico effettivamente funzionante, sopperirà la locale Camera di commercio tramite il suo sistema informatico, già ampiamente rodato. Attualmente vi sono diversi livelli di complessità di un’impresa: per quelli più semplici si potrà fare tutto lo stesso giorno. Per esempio: il giovane che vuole diventare imprenditore edile senza utilizzo di particolari macchinari, rivolgendosi al sito www.impresainungiorno.gov.it, può far nascere la propria impresa e automaticamente avviare l’attività. Il gelatiere, che fino ad oggi doveva richiedere oltre dieci autorizzazioni, può registrare la propria impresa e quindi aprire i battenti, attraverso una dichiarazione informatica, con il silenzio assenso entro trenta giorni, oppure rivolgendosi a un’agenzia per le imprese può ottenere la registrazione e l’inizio attività in un solo giorno. Infine, solo in casi più complessi, dove ad esempio c’è la necessità di varianti urbanistiche, o sussistono vincoli dei beni culturali o di impatto ambientale, dopo 30 giorni dalla richiesta, il Comune rilascia l’autorizzazione ovvero convoca la conferenza dei servizi che deve esprimersi entro un margine di tempo stabilito. Finalmente “Impresa in un giorno”è una realtà. Il prossimo passo è anch’esso di grande importanza per lo sviluppo dell’attività delle nostre imprese. Dopo aver portato a compimento la riforma del Suap, siamo già al lavoro su di un altro progetto, complementare rispetto allo Sportello Unico: esportarne il modello all’estero, permettendo alle imprese nazionali interessate a commercializzare i propri prodotti in Paesi esteri di interfacciarsi con un unico referente, localizzato nelle più importanti sedi diplomatiche italiane all’estero. L’obiettivo è quello di realizzare lo Sportello Unico delle imprese all’Estero (Sue), concentrando gran parte delle risorse materiali e personali attualmente gestite da più enti pubblici e ministeri (Ministero affari esteri, Ministero sviluppo economico, Ministero turismo, Ministero politiche agricole, ICE, Enit, Camere di commercio, Buonitalia, ecc.). Oggi manca un coordinamento unitario che determina inefficienze e sprechi di risorse. Ciò che noi vogliamo per i nostri imprenditori è un unico punto di riferimento a cui rivolgersi, idoneo a fornire assistenza agli imprenditori nazionali operanti in Paesi stranieri. Il progetto Sue intende ancora una volta tagliare gli sprechi e la burocrazia, ottimizzando le risorse stanziate annualmente a carico del bilancio statale, garantendo alla piccola e media impresa italiana un servizio efficace nell’interesse dell’economia nazionale. robin hood e la metafora del perfetto industriale Segue da pag. 1 Queste persone hanno tutte caratteristiche uguali ed hanno tutte mansioni specifiche. Vediamo qui il primo nucleo di organizzazione industriale: un gruppo di persone guidate da un capo che lavorano tutte per lo stesso fine. Il loro “lavoro” consisteva nel furto, l’accattonaggio, lo spionaggio, lo scippo e varie altre nobili attività tutte perpetrate però con un unico fine: il risultato “aziendale”. Seconda domanda: che cosa fanno? Rubano ai ricchi per dare ai poveri. Secondo punto importante della strategia, definire gli obbiettivi. è importante che gli obbiettivi siano chiari a tutto lo staff per permettere a tutti di impegnarsi sapendo il fine ultimo. Da non dimenticare che il nemico è studiato e valutato in tutte le sue mosse in modo da poter agire di conseguenza. Quest’azione potrebbe essere valutata come spionaggio industriale oppure anche solo come analisi del mercato per programmare di conseguenza la propria azione commerciale. Perché ruba ai ricchi e non ai poveri? Perché i poveri non hanno niente da rubare. Ecco che così si è definito il perimetro di mercato. L’azione deve svolgersi solamente in quell’ambito perché altre aree di intervento non sono di interesse. E con ciò abbiamo concluso con soddisfazione la nostra analisi sui principi base della programmazione industriale: il nostro progetto ha definito le sue direttrici principali. Ora però dobbiamo focalizzarci sulle tecniche operative per il suo sviluppo. Bisogna impostare l’organizzazione interna e l’organigramma inclusi i compiti di ognuno che devono essere chiari e definiti. Anche le regole di comportamento devono essere da tutti conosciute e applicate rigorosamente. Se poi vogliamo scendere ancora nei particolari sappiamo che è indispensabile applicare la R&S per permettere a chi manca di esperienza di accedere a livelli superiori di conoscenza e quindi di maggiore qualità del proprio impegno. A ben vedere tutte queste cose nella storia di Robin Hood sono rigidamente applicate inclusa la crescita per merito. Infatti ogni giorno gli adepti vengono istruiti sui modi di combattere e di rubare e solo quelli che se lo meritano passano poi all’azione. Giorgio Chiarva Protezione attiva 24h per l’impianto fotovoltaico Rps da oltre 30 anni nel settore sicurezza, propone un sistema innovativo esente da falsi allarmi per il controllo dei pannelli fotovoltaici contro il furto e il sabotaggio anche di notte. Ma RPS è anche sinonimo di impianti perimetrali con barriere e sistemi antiscavalcamento, di videocontrollo con telecamere e registrazione gestibile a distanza, di teleassistenza e videosorveglianza 24h. RPS c.so Michele Coppino, 42 Alba (Cn) tel. 0173 363 607 [email protected] www.rps-sicurezza.com Scriba Studio Luglio 2010 export Luglio 2010 N° 6 l’intervista: giorgio sacerdoti la qualità non è solo un affare italiano La nuova legge prevede l’esistenza di prodotti che non hanno diritto al marchio anche se fabbricati e concepiti in larga parte in Italia. D’altra parte non è sufficiente che un prodotto sia italiano perché ne sia garantita la sua qualità made in italy il disegno di legge La norma enterà in vigore il 1° ottobre 2010 La Commissione Attività produttive della Camera in sede legislativa ha approvato, all’unanimità, il disegno di legge Reguzzoni-Versace-Calearo sul “Made in Italy” (Legge 8 aprile 2010, n. 55), per la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri. Le nuove disposizioni saranno in vigore dal 1° ottobre 2010, previa notifica della Ue per il necessario esame di compatibilità. Riassumendo, il disegno di legge, prevede che: la denominazione “Made in Italy” potrà essere utilizzata solamente per i prodotti finiti; il processo di lavorazione dovrà essere svolto nel territorio dello stato italiano per almeno due delle fasi di lavorazione; per le altre fasi sarà comunque necessario verificare la tracciabilità; siano presenti indicazioni di conformità alle normative vigenti in materia di lavoro e sia garantita l’esclusione di impiego di manodopera minorile nella produzione dei prodotti; vi sia una certificazione di igiene e sicurezza dei prodotti; vi sia il rispetto della normativa europea e degli accordi internazioni in materia ambientale. In pratica l’etichetta made in Italy, in base alla nuova legge, è consentita «esclusivamente per prodotti finiti per i quali le fasi di lavorazione», «hanno avuto luogo prevalentemente nel territorio nazionale e, in particolare, se almeno due delle fasi di lavorazione per ciascun settore sono state eseguite nel territorio medesimo e se per le rimanenti fasi è verificabile la tracciabilità». La proposta di legge Reguzzoni-Versace-Calearo sul made in Italy, costituita da 4 articoli, nel corso dell’iter parlamentare ha accolto una serie di modifiche e precisazioni, risultato del lavoro svolto con le associazioni di categoria e i rappresentanti nazionali e locali del Tac (settore tessile, abbigliamento, calzaturieri). Giorgio Sacerdoti, ordinario di Diritto internazionale alla Bocconi e giudice europeo dell’organo di appello del Wto, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio Gilberto Manfrin C on l’approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge Reguzzoni-Versace-Calearo, viene valorizzata la fabbricazione in Italia di prodotti di qualità, esposti alla concorrenza a basso costo dei paesi in via di sviluppo anche a prescindere dalla contraffazione. Il professore Giorgio Sacerdoti, ordinario di Diritto internazionale alla Bocconi e giudice europeo dell’organo di appello del Wto, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio, prova a illustrare meglio i nuovi scenari economico-commerciali che aprirà la nuova normativa: Professor Sacerdoti, la tutela del Made in Italy è di importanza prioritaria quale strumento di valorizzazione della competitività dell’industria italiana, soprattutto nell’attuale contesto di globalizzazione dei mercati e del conseguente inasprirsi della concorrenza internazionale. Su questo tema Confindustria è particolarmente sensibile e da tempo ha posto in atto azioni concrete a sostegno del “Made in Italy”, sia a livello nazionale che comunitario. Che cosa dice la legge approvata? “Da un lato la nuova legge impone un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti nel tessile, pelletteria e calzaturiero che ne evidenzi l’origine quanto a ciascuna fase di lavorazione e assicuri la tracciabilità dei prodotti, secondo modalità che saranno precisate in futuri decreti attuativi. Dall’altro lato, in modo più preciso e innovativo, la legge riserva l’indicazione Made in Italy per i prodotti finiti nel tessile, pelletteria, calzaturiero, i prodotti conciari e i divani, a quei prodotti in cui sono realizzate da noi almeno due fasi qualificanti della lavorazione, precisate nella legge in relazione a ciascun settore. Da notare che la marcatura non è obbligatoria, ma se il produttore vuole utilizzarla queste sono le condizioni”. Lei però in un recente intervento ha affermato che sia per la complessità dello schema (che cozzerebbe tra l’altro con vincoli euro- pei) che per ragioni di mercato, il Made in Italy rischia di tradursi in un effetto boomerang per le nostre imprese: cosa vuole dire? “Voglio dire che per le imprese è possibile che ci siano prodotti che non hanno diritto al marchio, a sensi della legge, ma che pure siano fabbricati e concepiti in larga parte in Italia. Prodotti delle nostre aziende fabbricati o fatti fare in parte all’estero per ragioni di prezzo e concorrenza risulteranno discriminati. D’altra parte potersi fregiare dell’ambito Made in Italy non equivale in alcun modo a garanzia di qualità”. Perché potersi fregiare dell’ambito Made in Italy non equivale a dire che si ha a che fare con un prodotto di qualità? “Non è detto che ciò che è italiano sia anche bello e di qualità. L’obiettivo primo della norma è che il consumatore possa distinguere tra il prodotto nostrano e quello importato, tanto più che le false indicazioni saranno severamente punite. Il presupposto è che al prezzo di regola più alto corrisponda davvero una migliore Luglio 2010 export N° 6 ‘qualità italiana’ tale da poter essere valorizzata nella pubblicità e nel marketing, sia in Italia che all’estero”. Oggi in molti, a ragione o a torto, diffidano a priori del Made in China o del Made in Perù. C’è il rischio che il Made in Italy diventi una sorta di arma protezionistica che alla lunga può penalizzare le nostre imprese? “L’idea che solo il prodotto nostrano sia valido e che il prezzo sia una variabile secondaria è effettivamente indice di una mentalità protezionistica, alla lunga perdente. Proprio quando i nostri produttori delocalizzano e si lamentano a ragione delle barriere che tanti Paesi promettenti in via di forte crescita frappongono alle nostre esportazioni in settori tipici del Made in Italy, non solo quelli dell’elenco di legge”. In provincia di Cuneo, la provincia Granda per eccellenza, la questione del Made in Italy interessa, e molto, numerosi comparti: dall’alimentare (per es. Ferrero), al tessile (Miroglio), alla gomma (Mondo) ci sono prodotti di eccellenza riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Secondo lei, quali possono essere le prospettive di prodotti e progetti legati al made in Granda che possono veramente rappresentare un esempio di Made in Italy da preservare e rafforzare in tutto il mondo? “La provincia di Cuneo è uno dei sistemi economici più solidi e competitivi del nostro Paese. In particolare avete un sistema agroalimentare, trainante rispetto alla parte restante dell’industria e al terziario, che ha permesso alla Granda di sviluppare nel corso degli anni un nuovo filone economico, quello del turismo enogastronomico e dell’economia del gusto; senza dimenticare una forte vocazione all’internazionalizzazione, superiore a quella delle altre province piemontesi, che non potrà far altro che innalzare ancora di più la fama dei tradizionali prodotti del Made in Granda”. london calling l’indagine l’italian food naviga meglio nelle acque della manica Claudia Stamerra News provider Rai a Londra C he la crisi economica internazionale avesse intaccato anche l’Export italiano nel Regno Unito non c’era alcun dubbio, vista la portata della contrazione della domanda globale che nell’intervallo 2008/2009 è scivolata di circa l’11%. Export che segue la tendenza generale nell’arco del 2009 e cede il 21,7%, quello verso la Gran Bretagna in particolare scivola in basso del 20% nel medesimo periodo, per poi riguadagnare 23 punti percentuale all’inzio del 2010 (Dati: Ice). In accordo con il rilievo nazionale si trovano anche le singole economie regionali, con un Italia insulare, meridionale e nordorientale in discesa rispettivamente del 39%, del 23% e del 22% e che inviano, nella fioritura della crisi, segnali negativi almeno rispetto al centro del paese (-15%); il NordOvest, Lombardia in testa, mostra a fine 2009 una flessione del 20% circa; mentre il Piemonte, quarta regione del Belpaese per esportazioni, nel bel mezzo dello stop globale reagisce con una contrazione del 21,8%, per risalire strategicamente nel primo quarto del 2010. La provincia di Cuneo, fa la sua parte e gioca un -14%, al di sopra della media regionale. Nel Regno Unito, dunque, a fine 2009, il Piemonte perde circa un complessivo 25%, ma continua ad annoverare il territorio di Elisabetta II come suo quarto affezionato cliente dopo Francia, Germania e Polonia, in particolare grazie ad un settore agro-alimentare nutrito di prodotti Dop e Doc, che non si fa travolgere pienamente dalla congiuntura e non scende mai al di sotto del 7% nazionale medio (Dati: Ibt), anche questo in linea con il rilievo della Penisola; il mercato premia l’agroalimentare di qualità, che con un fatturato che si aggira intorno ai 330 milioni di pound, riesce a non perdere troppi punti sul mercato britannico anche contro i suoi competitors, in primo luogo la vicina Francia. Se i dati si rivelano significativi, tenuto conto del fatto che i Paesi dell’Unione Europea restano mercato di riferimento per il partner italiano e che la Gran Bretagna, quinta economia mondiale che largamente dipende dal commercio con l’estero, importa più del 50% del suo fabbisogno interno dall’Europa e solo il 27% da gli altri partner internazionali, il profilo del dopo-crisi fa crescere una certa ansia e suscita diversi interrogativi. Malgrado i segnali di vitalità. Primo fra tutti a preoccupare è il panorama macroeconomico futuro. Proprio adesso, infatti, il governo conservatore ha varato la legge finanziaria, l’ “Emergency Budget” più penosamente cruenta della storia d’Inghilterra. A partire dal primo gennaio 2011 l’Iva aumenterà, di ben due punti e mezzo percentuale, che passerà dal 17,5 al 20% sui beni di largo consumo. E a controbilanciare i dolorosi tagli alla spesa pubblica per inziali 17 miliardi di sterline, un’alleggerimento dell’imposta sulle aziende, ridotta di un punto percentuale ogni anno sempre partire dal 2011; dall’attuale 28 al 24% dove arriverà nel 2016, quando la Gran Bretagna conta di aver pareggiato il suo disavanzo dall’attuale 11% del Pil a livelli accettabili. Bene per il manifacturing britannico, che dopo le accettate conservatrici degli anni ’80 non è più stato il cavallo di battaglia del Regno, ma appare chiaro che si vuole spostare sempre di più l’asse della produzione nel Paese; dall’eccellenza dei servizi finanziari, a tutt’oggi il 75% del prodotto interno lordo, alla produzione manifatturiera, nella prospettiva di renderle il perduto vigore visto che ormai rappresenta solo il 25% dell’output complessivo. L’effetto ricaduta della dura manovra di austerity potrebbe causare una nuova crisi dell’interscambio commerciale, Italia in testa. A complicare una questione in merito alla quale gli analisti faticano a dare certezze, l’affaticamento del settore servizi, che in Gran Bretagna forma i tre quarti del Pil: secondo la Cbi, l’Unione degli Industriali, nel primo trimestre 2010 il segmento ha perduto terreno, mettendo a rischio la ripresa. E con essa la propensione al consumo, che sempre nel primo quarto 2010 mostra segni di generale debolezza. A completare un quadro di scambio internazionale che malgrado i sintomi di ripresa si presenta quanto mai incerto, l’ultimo resoconto della Bank of England, che presenta una sterlina apprezzata in termini reali del 2% rispetto all’euro, ma livelli inflazionari da tenere sotto controllo e una bilancia dei pagamenti in rosso. Non stupisce il fatto che, seppur nel mezzo della crisi, l’agroalimentare regionale italiano abbia in qualche modo tenuto a diritta la barra del timone. Come l’olio extra vergine d’oliva di qualità, ormai sulle tavole del 25% dei consumatori britannici a dispetto del prezzo leggemente più caro e della congiuntura, proprio nel biennio 2008/2009, mentre il 46% dei consumatori di olio vegetale è consapevole di voler acquistare il prodotto italiano tipico. (Dato Unaprol). La dieta mediterranea è ormai simbolo di salute e cultura oltreché sapore e la tradizione del prodotto d’eccellenza legata al territorio s’è ormai consolidata; è un bene difficile a cui rinunciare. Così la City, nell’inverno dello scontento della crisi ha continuato, tutto sommato, a mangiare con un certo gusto e ad apprezzare i sapori superiori. Richiamando spettatori, acquirenti e degustastori alle numerose fiere dell’agroalimentare che sul Tamigi sbocciano ormai come fiori e che vedono a raccolta italianissimi cuochi e prodotti nostrani. Si chiamano la “Dolce Vita”, “Identità London”,“Taste of London”, il mastodontico Ife; ma la lista è lunga. Un motivo in più, per le aziende italiane, di continnuare l’opera di sensibilizzazione dei cittadini d’oltremanica su un segmento che da sempre caratterizza il territorio del Belpaese con rigore e creatività. Puntando sulla competività. in cifre Luglio 2010 N° 6 l’intervista: roberto cullino bisogna investire sulla “tecnologia” crisi Segue da pag. 1 Si può ragionevolmente pensare che l’Euro debole possa costituire un elemento sufficiente per il rilancio dell’economia piemontese, caratterizzata da un importante livello di internazionalizzazione? “L’indebolimento del cambio dell’euro può fornire un aiuto in questa fase congiunturale, anche se una parte rilevante dell’interscambio commerciale del Piemonte avviene con i Paesi dell’area dell’euro e quindi il cambio è ininfluente. Più in generale occorre ricordare che la capacità competitiva delle esportazioni piemontesi si basa principalmente e dovrà basarsi sempre più sulla qualità e sul contenuto tecnologico dei prodotti, oltre che sui servizi accessori piuttosto che sul prezzo di vendita”. Le imprese hanno valutato nel passato biennio, come eccessiva la stretta al credito da parte delle banche. è così? Ci sono oggi segnali di inversione di rotta? “Nel 2009 il credito alle imprese è diminuito del 3,1% e il calo si è concentrato nel settore manifatturiero e tra le imprese con almeno venti addetti. Alla base di tale andamento vi sono stati fattori di domanda e di offerta. Da un lato, la riduzione dell’attività, particolarmente marcata nel manifatturiero, e la revisione al ribasso dei piani di investimento hanno determinato un ulteriore indebolimento della domanda di credito; vi si è associato un atteggiamento di perdurante elevata cautela da parte degli intermediari, soprattutto di quelli più grandi. Le informazioni più recenti, basate sull’indagine territoriale della Banca d’Italia sulle banche, indicano che la domanda di credito delle imprese nel primo semestre del Secondo il centro studi la ripresa nella nostra regione non arriverà prima del 2012. Le potenzialità dell’export piemontese sono basate sulla qualità e sul contenuto tecnologico dei prodotti, prima che sul prezzo e sui servizi accessori La presentazione del Rapporto sul 2010 sarebbe tornata a crescere per la prima volta dall’inizio della crisi, mentre il processo di irrigidimento dell’offerta si sarebbe concluso”. La crisi occupazionale, che in Piemonte è stata particolarmente severa, ha colpito soprattutto coloro che non hanno titoli di studio ed i laureati, meno i diplomati. C’è una spiegazione? “Una delle caratteristiche di questa crisi è che nel mercato del lavoro essa ha colpito principalmente i soggetti più deboli. L’occupazione è calata in maggiore misura per le donne, per i precari, per i giovani; il tasso di occupazione degli stranieri è diminuito in misura notevolmente più intensa rispetto alla media. In questo contesto, il calo dell’occupazione giovanile ha riguardato tutte le tipologie di titolo di studio senza distinzioni, come a livello nazionale. Nelle classi di età oltre i 34 anni emerge invece una differen- Piemonte della Banca d’Italia svoltasi il 21 giugno scorso in ziazione in base al titolo di studio: a livello italiano alla diminuzione degli occupati con al massimo la licenza media si è associato un ulteriore aumento di quelli con titoli di studio superiori; la peculiarità del Piemonte è stata rappresentata dal fatto che alla crescita del numero di occupati diplomati non si è associata quella dei laureati e questo appare particolarmente preoccupante in prospettiva”. Com’è cambiata la composizione degli investimenti delle famiglie? “Le famiglie piemontesi hanno aumentato nel 2009 le disponibilità finanziarie investite in conti correnti e in obbligazioni bancarie. Rispetto al 2008 la composizione dei titoli detenuti dai risparmiatori è cambiata con un aumento del peso dei titoli di debito, sia bancari sia non bancari, e delle quote di Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio, Ndr) e una cor- Camera di commercio a Cuneo rispondente diminuzione dell’incidenza dei titoli di Stato italiani e delle azioni”. è possibile ipotizzare i tempi per l’uscita definitiva dalla crisi? “Le previsioni per l’anno in corso formulate dalle imprese piemontesi e raccolte dalla Banca d’Italia prefigurano un quadro di moderato miglioramento della congiuntura nell’industria, trainato principalmente dalla domanda estera, anche se i livelli di attività rimarrebbero quest’anno notevolmente al di sotto di quelli precedenti lo scoppio della crisi. La ripresa peraltro si prospetta lenta: tra le aziende che lo scorso anno hanno registrato un fatturato inferiore al 2007, il 40 per cento esclude di poter recuperare i livelli antecedenti la crisi entro il 2012; per la quota restante il ritorno a tali livelli richiederebbe in media circa due anni”. Ilario Bruno i.r. Ricerca e selezione di personale ,GHH 3HUVRQH 6ROX]LRQL 6($=65/ 3URIHVVLRQLVWLQHOOD5LFHUFDH 6HOH]LRQHGL3HUVRQDOH4XDOL¿FDWR $XW'H¿Q0LQGHO/DYRUR3URWQGHO ZZZVHD]QHW 6RPPLQLVWUD]LRQH/DYRURWUDPLWH S eaz nasce nel 1992, dall’idea di tre professionisti operanti nel campo delle risorse umane; attualmente, l’azienda conta tre sedi in provincia di Cuneo, dislocate a Bra, Alba e Torre San Giorgio. L’aspetto della forte radicalità sul territorio rappresenta il punto di maggior forza della nostra realtà: sono davvero moltissime le aziende che abbiamo avvicinato in questi anni, con cui pensiamo di aver instaurato un rapporto di natura quasi familiare, forse perché sentiamo “nostre” le loro necessità, “nostri” i loro problemi. Al contempo, siamo riusciti ad intessere fruttuosi e solidali legami con un gran numero di professionalità, residenti nella Granda: si tratta di profili differenti e poliedrici tra loro che si muovono all’interno di un tessuto territoriale sempre più dinamico ed in continua mutazione. Adesso come allora, Seaz fa della flessibilità e della qualità i suoi principi cardine: dopo un’accurata analisi del contesto aziendale, procediamo nell’iter selettivo utilizzando tecniche e metodologie all’avanguardia, somministrando diverse tipologie di Test a seconda delle necessità organizzando colloqui di gruppo, colloqui di monitoraggio post- inserimento e supportando la Direzione del Personale fino alla scelta finale. Il nostro core business è rappresentato dalla Ricerca e Selezione di Personale Qualificato ma proprio per soddisfare a pieno ogni esigenza aziendale, nel 2005, abbiamo stipulato una partnership con Etjca Spa, Agenzia del Lavoro che si occupa principalmente di somministrazione di lavoro a tempo determinato. Siamo in grado così, di offrire un servizio completo, studiato su misura, caso per caso. “Last but non Least: Seaz è in grado di offrire un Servizio di Qualità a costi decisamente competitivi: non restiamo così indifferenti alle difficoltà economiche del momento. Grazie alla nostra struttura snella, basata sul forte spirito imprenditoriale delle proprie Risorse, riusciamo a far risparmiare i nostri clienti con tariffe decisamente vantaggiose: aspetto non di poco conto, se si pensa che il costo del personale rappresenta per l’azienda uno dei principali indici di spesa. Siamo a disposizione di chi vorrà darci fiducia. Luglio 2010 N° 6 internazionalizzazione l’inyervista: roberto santero Il paese ha bisogno di infrastrutture Beppe malò L cina ’Ice, la Confindustria e l’Abi, sotto l’egida dei Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri, hanno organizzato la Missione Economica Italia in Cina che si è tenuta dal 30 maggio al 4 giugno scorso toccando le città di Chonqing, Shanghai e Pechino. Alla missione ha preso parte anche l’ingegner Roberto Santero, titolare della Geo-Ecostrutture, azienda albese specializzata nella progettazione e realizzazione di opere infrastrutturali, con particolare riferimento alle barriere antirumore e ai manufatti per ingegneria naturalistica. “Nel corso della Missione - spiega Roberto Santero - abbiamo avuto modo di incontrare le imprese che realizzeranno le tratte ferroviarie ad alta velocità che assicureranno i collegamenti tra le più importanti città della Cina. In questo senso Geo-Ecostrutture ha potuto presentare le proprie soluzioni tecnologiche e progettuali utili per limitare l’inquinamento acustico provocato da convogli ferroviari lanciati ad oltre 300 km/ora”. Della Missione hanno fatto parte 230 piccole e medie imprese e circa 600 persone. La Cina, oltre l’8% di sviluppo anche in questi anni quaresimali, si conferma come uno dei mercati ancora più interessanti per aziende in possesso di tecnologie importanti e soluzioni tecniche coerenti con i progetti che l’amministrazione cinese si propone per far crescere in modo più armonico un Paese enorme e ancora segnato da grandissime contraddizioni. “In questo senso - prosegue Santero - per molte aziende italiane è molto interessante il progetto di sviluppo interno a cui è stato dato il nome di ‘Go West’ad indicare che si tratta di un’iniziativa con la quale il governo vuole promuovere lo sviluppo interno. In questo momento la Cina profonda, il Paese interno, è molto lontano - sul tema dello sviluppo e della produzione di ricchezza - dalla Cina che si affaccia sul mare. Basta pensare a Shanghai ed Hong Kong per comprendere quanto lavoro sarà necessario per bilanciare seppure in modo parziale la situazione. Uno Fatta eccezione per i grandi centri, il resto del sub-continente asiatico ha un forte bisogno di opere di ammodernamento. C’è sicuramente spazio per essere presenti come fornitori o come imprenditori in loco Robrto Santero della Geo-Ecostrutture degli strumenti con i quali il governo cinese lavora a questo progetto è quello dei centri di sviluppo detti ‘province urbane’. Chonqing è uno di questi e ha una popolazione di 31 milioni di abitanti, praticamente come metà Italia: vi sono già insediate aziende italiane e straniere di prima grandezza, come Piaggio e Siemens, potrebbe arrivare la Fiat insieme ad altre multinazionali. Nonostante questo, la regione non ha ancora infrastrutture adeguate e collegamenti veloci con le città affacciate lungo la costa e queste tra loro”. Il mercato cinese è dunque molto interessante? “Come già osservato sono i numeri a costituire il maggiore interesse. La Cina corre per colmare il gap che la separa dall’Europa e dagli Stati Uniti: c’è un Paese immenso che deve essere messo in condizioni di confronto con la Cina che ci ha già superati e di gran carriera. Un dato interessante è quello per cui, anche preso atto che solo una bassa percentuale di cinesi ha una qualità di vita uguale o superiore al modello occidentale, i cinesi benestanti in con Emma Marcegaglia durante la missione di questo momento rappresentano un mercato da 250 milioni di persone. Che equivalgono alla popolazione europea o americana”. Come si è svolta la Missione? “Il nostro riferimento è stato l’ambasciatore italiano Riccardo Sessa e ci hanno accompagnato il presidente dell’Ice Umberto Vattani e Paolo Zegna, delegato di Confindustria alla gestione dei rapporti internazionali. In occasione dell’inaugurazione ufficiale dello spazio italiano all’Expo di Shangai la nostra delegazione si è arricchita dei ministri Urso e Sacconi e della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. A Chonqing, Shanghai e Pechino abbiamo preso parte a seminari organizzati per aree tematiche (infrastrutture, costruzioni, agroalimentare, tecnologia ecc.) nel corso dei quali si sono svolti incontri BtoB (Business to Business) tra le aziende della delegazione e gli imprenditori cinesi interessati alle nostre proposte tecnologiche e commerciali”. Con quali risultati? “Posso definirli molto interessanti e promettenti. Le opportunità sono molte: la Cina continua a produrre Confindustria in Cina ricchezza quasi in doppia cifra nonostante la congiuntura internazionale. Il mercato è molto interessante. Non tanto dove la Cina è già più avanti dell’Occidente, quanto piuttosto nel contesto delle opere di ammodernamento che hanno per oggetto la maggior parte del Paese che, invece, è molto lontano da Pechino, Hong Kong e Shanghai. Qui c’è spazio per essere presenti come fornitori o come imprenditori in loco”. Le condizioni del mercato sono cambiate in senso positivo? “Fare affari con i cinesi resta un’impresa da prendere molto sul serio. Ci sono grandi prospettive, ma non si può sottostimare che i rischi ci sono. Le joint venture restano un’iniziativa con tante incognite, Italia e Cina sono Paesi molto lontani sotto tutti i profili. I cinesi esigono un rispetto molto forte delle formalità, sono molto esigenti e hanno tradizioni e usi che devono essere ben noti a chi vuole mettersi in affari con loro. Il fai da te è assolutamente sconsigliato e, in questo senso, gli enti italiani e le agenzie locali oggi offrono maggiori servizi e consulenze”. comitato piccola industria Luglio 2010 N° 6 l’intervista: aldo bonomi agevolazioni fiscali per le reti d’impresa pmi il convegno L’unica soluzione per riuscire a vincere la crisi è unire le nostre forze Uniti si vince. Questo, in estrema sintesi, il leit motiv del convegno sulle “Reti di impresa” organizzato dal Comitato piccola industria di Confindustria Cuneo svoltosi giovedì 17 giugno a Bra all’Agenzia di Pollenzo. I lavori si sono aperti con i saluti della presidente di Confindustria Cuneo, Nicoletta Miroglio, cui hanno fatto seguito gli interventi di un parterre qualificato. Oltre a Mauro Gola, presidente della Piccola Industria di Confindustria Cuneo, cui è spettato il compito di moderare l’appuntamento, sono intervenuti Domenico Palmieri, presidente di Aip (Associazione italiana politiche industriali); Aldo Bonomi, vice-presidente di Confindustria per le politiche territoriali e i distretti industriali; Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di Commercio di Cuneo e di Unioncamere nazionale; Angelo Di Sapio, notaio; Valeriano D’Urbano, Dg Centrobanca Gruppo Ubi-Banca d’affari del territorio; Giancarlo Girardo, imprenditore e vice-presidente Aip. Domenico Palmieri, presidente Aip: “Le reti di impresa sembrano essere, oggi, l’unica soluzione a valenza sia congiunturale per uscire dalla crisi, sia strutturale per rispondere a un mercato cambiato a livello di sistema mondiale. Siamo di fronte ad una nuova forma di organizzazione produttiva di tipo transterritoriale e transmerceologico che non possiamo lasciarci sfuggire”. Lo stesso concetto, pur con altre sfumature, è stato ribadito dai relatori che si sono alternati nel programma del pomeriggio. Per Valeriano D’Urbano, “le reti di impresa costituiscono un’opportunità per le aziende, che senza rinunciare alla loro autonomia, possono comunque raggiungere una dimensione indispensabile per sopportare i costi legati all’innovazione, diminuendo anche il rischio di insolvenza”. Ferruccio Dardanello, ha ricordato che “c’è un mercato che ha bisogno di reti di relazione per dare assoluto valore alle conoscenze imprenditoriali della Granda. Le reti d’impresa sono un concetto facile da concretizzare. Puntando su internazionalizzazione e innovazione possiamo dar lustro alla nostra capacità di fare impresa”. Conclusioni affidate a Mauro Gola: “Le reti sono una straordinaria occasione di aggregazione per le nostre imprese, oltre ad un’opportunità unica per aggredire e superare definitivamente la crisi”. I lavori del convegno sono stati aperti dal presidente di Confindustria Cuneo Nicoletta Miroglio Il risparmio fiscale va finalizzato a realizzare il progetto della stessa rete. Così si genera un circolo virtuoso che permette di investire in operazioni che altrimenti non sarebbero neppure immaginabili e porta nuove entrate nelle casse dello Stato Aldo Bonomi è vice presidente di Gilberto Manfrin I l vice-presidente di Confindustria per le politiche territoriali e i distretti industriali, Aldo Bonomi, è stato ospite di Confindustria Cuneo lo scorso 17 giugno in occasione del convegno sulle reti d’impresa organizzato dal Comitato Piccolo Industria. Dott. Bonomi, nell’ultima manovra finanziaria è stato inserito il riconoscimento ufficiale delle reti d’impresa, un segnale che prelude ad incentivi per le imprese che intendono fare rete. In concreto che cosa chiedete al Governo per non vanificare quanto di buono realizzato finora? “Le disposizioni dell’art. 42 sulle reti d’impresa rispondono all’istanza avanzata da Confindustria di prevedere facilitazioni amministrative, finanziarie e fiscali per le imprese che sottoscrivono un contratto di rete secondo la legge‘Sviluppo’. Vediamo quindi in modo particolarmente positivo questa disposizione perché la diffusione dei contratti di rete sarà un volano per la competitività e la crescita delle aziende. Le reti di impresa sembrano essere, oggi, lo strumento principale di riorganizzazione del sistema industriale italiano per il futuro. Ma è veramente così?? “È certamente così e si tratta di una strada obbligata. Le imprese sono troppo piccole e i settori troppo frammentati. Questo ostacola la condivisione delle conoscenze e la collaborazione produttiva. La stipula dei contratti di rete può rappresentare la strada da seguire per metterci insieme e per competere, mantenendo però la nostra autonomia di imprenditori ed uscendo nel contempo dal localismo dei tradizionali distretti. Dobbiamo però fare in fretta perché le imprese concorrenti degli altri Paesi non stanno alla finestra”. Confindustria per le politiche territoriali e i distretti industriali Confindustria ha sviluppato interventi sul fronte della promozione delle reti d’impresa, della formazione dei manager e del rapporto con il mondo bancario. Ci illustra brevemente che cosa è stato fatto? “Ci siamo mossi su più fronti ma nell’ambito di un progetto coordinato. In primo luogo abbiamo affrontato il tema della rappresentanza dando vita a RetImpresa, l’agenzia di Confindustria che promuove le reti d’impresa. Vi aderiscono già 53 organizzazioni imprenditoriali (34 Confindustrie provinciali, 9 Confindustrie regionali, 8 Federazioni di settore, Federazioni di categoria), per sviluppare a livello di sistema progetti ad alto valore aggiunto volti a promuovere i contratti di rete. Tra questi ad esempio il primo corso di Alta Formazione per il manager di rete partito il 2 luglio a Feltre e organizzato con Confindustria Belluno Dolomiti, Luiss, Università di Padova. La formazione di oltre 200 ‘facilitatori di rete’attraverso 11 seminari nei quali sono stati coinvolti funzionari e quadri di 83 associazioni industriali. L’avvio di rapporti con il sistema bancario per sensibilizzarlo sul tema delle reti. In particolare con Barclays Italia e l’Associazione Premio Qualità Italia (Apqi) abbiamo messo a punto gli aspetti qualitativi del modello di rating che la banca sta industrializzando e che saranno operativi subito dopo l’estate. Abbiamo poi collaborato con la Piccola Industria di Confindustria nella realizzazione dell’accordo con i notai che prevede la diffusione dei contratti di rete. In ultimo, stiamo sviluppando numerosi seminari come quello svoltosi a Pollenzo, per la sensibilizzazione degli imprenditori sul tema. Abbiamo già sviluppato 30 eventi e incontrato già un migliaio di imprenditori”. Perché la collaborazione tra imprese è considerata oggi una scel- ta prioritaria ed efficace per le Pmi che intendono incrementare la propria competitività? “Le faccio due esempi pratici. Dobbiamo innovare il nostro modo di fare impresa, e quindi i nostri prodotti e i nostri processi. Dobbiamo anche essere più presenti all’estero. Come fa una piccola impresa a fare tutto questo da sola? Non ci riesce e perde competitività. Deve invece imparare a collaborare e con le reti d’impresa può farlo senza bisogno di fondersi e perdere quindi la propria autonomia. Si tratta in sostanza di sviluppare insieme progetti industriali condivisi”. Uno dei punti chiave del confronto con il Governo è costituito dalla fiscalità di vantaggio all’export: perché è così importante? “Perché ci dobbiamo rendere conto tutti, e sottolineo tutti, governo, pubblica amministrazione, banche, sindacati, cittadini comuni, che siamo in primo luogo un Paese manifatturiero ed abbiamo una forte vocazione all’export. È questa caratteristica che ci ha consentito di reggere all’urto della crisi e nonostante le numerose difficoltà di avere oggi la speranza di invertire la rotta e venirne fuori. Non siamo il Paese della finanza creativa, noi siamo il Paese di quelli che sanno fare meglio il nostro lavoro e quindi fare rete ‘conviene a prescindere’. Certo che se anche la leva fiscale potesse aiutarci su questo fronte, sarebbe di utilità per tutti, imprese e lavoratori. Chiediamo di vincolare il risparmio fiscale a investimenti finalizzati a realizzare il progetto della stessa rete. Si realizzerebbe così un circolo virtuoso perché, oltre a conseguire l’aggregazione, la maggiore liquidità permetterebbe operazioni che altrimenti resterebbero nel cassetto. Questi nuovi investimenti alimentano automaticamente nuove entrate nelle casse dello stato e nuova occupazione”. Luglio 2010 gruppo giovani imprenditori N° 6 l’intervista: federica guidi il rigore non deve fermare la crescita ggi il convegno ll pezzo e la foto arrivano domani mattina... x x La manovra correttiva ha fatto bene a tener ferma la barra sui conti pubblici per dare stabilità al Paese, ma bisogna che questo non blocchi il flusso degli investimenti per permettere alle imprese di crescere Federica Guidi è vice presidente di Gilberto Manfrin N on solo Pil, ma anche considerazioni sulle riforme del Governo e sulle scelte che segneranno il prossimo futuro economico dell’Italia. La presidente nazionale dei Giovani Imprenditori, Federica Guidi, parla a tutto campo su alcuni temi correlati al delicato periodo che sta attraversando l’economia italiana. “Senza il rigore siamo un Paese spacciato. Ma senza crescita siamo un Paese morto”. Presidente Guidi, così dal palco del tradizionale convegno del Gruppo Giovani Imprenditori di Santa Margherita Ligure, ha commentato la manovra economica correttiva varata dal Governo. Cosa ne pensa? “È una manovra necessaria, molto rigorosa ma in linea con le necessità del periodo. Va dato atto al ministro Tremonti di aver tenuto ferma la barra sui conti pubblici, perché le politiche di rigore ci hanno consentito oggi di avere una situazione stabile. Ma ora è obbligatorio non fermare il flusso degli investimenti, anzi occorre favorirli. Certamente salutiamo come positivo il taglio della spesa improduttiva con l’auspicio che le risorse recuperate vengano però reinvestite per far crescere le imprese”. Ha lanciato una proposta definita una sorta di “riforma culturale”: un referendum sulle tasse, modificando l’articolo 75 della Costituzione che vieta esplicitamente referendum in materia fiscale. Una provocazione o una strada realmente percorribile? “Di non percorribile al mondo non c’è nulla, ma evidentemente voleva essere una provocazione. Riflettere sulla possibilità di una revisione dell’articolo 75 della Costituzione significherebbe rendere abrogabili, tramite referendum, le leggi tribu- Confindustria e presidente nazionale Gruppo Giovani Imprenditori tarie. La sfida del federalismo fiscale è anzitutto la sfida della responsabilità fiscale e crediamo che vada affrontata fino in fondo. Rendere abrogabili, tramite referendum, le leggi tributarie significherebbe mettere in condizione il popolo di decidere come e in che misura tassarsi, e simmetricamente come e in che misura i proventi del fisco debbano essere spesi. In questo modo, si potrebbe mettere una pressione formidabile sulle politiche di bilancio dei governi, e mirare, finalmente e nuovamente, al pareggio di bilancio”. Sempre durante il congresso ha affermato che sarebbe opportuna una buona riforma delle pensioni, anche per ridare voce ai giovani. Quale la strada da intraprendere in tal senso? “La crisi può costituire l’occasione per riscrivere il patto generazionale, perché la voce dei giovani non continui ad essere pressoché assente dal dibattito sul futuro del Paese. Per questo servirebbe una buona riforma delle pensioni. Oggi la nostra spesa per la protezione sociale è tutta accentrata sul sistema previdenziale. Questo significa che le risorse sono concentrate sulle persone che escono dal mercato del lavoro e non su coloro che vogliono entrare o si affacciano nel mercato del lavoro, cioè i giovani. Le tensioni sociali di cui dobbiamo preoccuparci non sono solo quelle di oggi, ma anche quelle di domani. Quanto all’equiparazione dell’età per le pensioni di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico impiego, credo sia positiva, anzi, andrebbe estesa anche al privato. È opportuno continuare sulla strada aperta dal ministro Sacconi con il suo Libro Bianco: rileggere tutti assieme le istituzioni del nostro welfare, per renderle più sostenibili ed eque nel lungo periodo”. Veniamo al tema del Convegno organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Cuneo. Il Pil: è veramente arrivato il momento di pensare ad un nuovo strumento per misurare il livello di benessere di un Paese o il Pil è ancora un indicatore attendibile? “Il problema non sono gli indicatori economici ma è la loro interpretazione la chiave per puntare a uno sviluppo sostenibile. Di fronte ad un mondo in evoluzione, per continuare a competere, i paradigmi finora usati devono essere ripensati”. Quali potrebbero essere, allora, dei buoni indicatori per misurare il grado di benessere di un popolo? “Il Pil rimane un parametro indispensabile nella politica di bilancio e per tenere sotto controllo i conti, ma forse occorre un’integrazione con indicatori relativi alla qualità ambientale, urbana, territoriale, sociale, e al riconoscimento delle diversità e delle culture. Un orientamento in senso puramente quantitativo dello sviluppo non indica l’effettivo tenore di vita delle persone”. Presidente, lei ha rilanciato l’idea di un “patto sociale” per la crescita e lo sviluppo, proposto già dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Cosa dovrebbe prevedere questo patto? “Prevede la costruzione di una democrazia della responsabilità, che è di tutti. Politici, funzionari, privati cittadini. Gli imprenditori e i giovani sono pronti a fare la loro parte. Noi siamo pronti a fare la nostra. La responsabilità deve essere anche e soprattutto nel settore pubblico. Mai più una spesa pubblica disordinata e continuamente votata ad aumentare, in risposta alle pressioni clientelari che provengono da questa o quella parte del Paese. Solo così potremo puntare ad una vera risalita economica”. costruttori edili 10 Luglio 2010 N° 6 l’intervista: ugo cavallera rivediamo piano casa e legge urbanistica ance il convegno Le risposte della politica alle richieste delle imprese costruttrici della Granda Certezze. Vogliono soprattutto quelle, per il futuro, gli imprenditori edili dell’Ance Cuneo che il 24 giugno si sono riuniti in Confindustria Cuneo per la tradizionale assemblea pubblica annuale. Tema dell’incontro “Il futuro non è più quello di una volta”. Presenti al tavolo dei relatori il presidente di Ance Cuneo, Filippo Monge, con la vice-presidente Marisa Tomatis; insieme a loro l’assessore regionale all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Ugo Cavallera ed il vice-presidente e assessore provinciale ai Lavori pubblici e Viabilità, Giuseppe Rossetto. La richiesta di certezze per un futuro migliore per tutto il comparto è giunta in prima persona dal presidente dell’Ance Filippo Monge, intervenuto soprattutto per protestare contro il cronico ritardo dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche: “Un problema annoso che si ripercuote quotidianamente sulle nostre aziende, che ‘fanno fuoco solo con la propria legna’, senza poter contare sull’aiuto di nessuno. Le attese generano solo altre attese e creano malcontento nelle nostre imprese. Che continuano a soffrire”. Da Monge sono pervenute richieste anche per favorire la presenza di rappresentanti dell’Ance all’interno del consiglio di amministrazione dell’Atc (Agenzia territoriale per la casa) di Cuneo, per un’edilizia scolastica più sicura, per una fedele applicazione dei prezzari negli appalti e, rivolgendosi agli assessori Cavallera e Rossetto, per una quanto più celere partenza del piano di housing sociale sul territorio e del piano casa, oltre ad una definitiva adozione della procedura negoziata a favore delle imprese locali per l’affidamento dei lavori pubblici da parte della Provincia. Sull’edilizia scolastica, così come sul fronte infrastrutture, Giuseppe Rossetto ha annunciato la presenza di progetti esecutivi che stanno andando in appalto, il tutto con l’applicazione del prezzario regionale approvato a marzo. Rassicurazioni anche sull’adozione della procedura negoziata a favore delle imprese del territorio, chiesta a gran voce dagli edili: “I dati in nostro possesso rivelano che il numero delle procedure negoziate è quasi alla pari con le aste pubbliche per appalti sotto i 500 mila euro. Per ora abbiamo applicato sei procedure negoziate e altre ne saranno fatte. Quello che posso dire è che tutti gli affidamenti lavori eseguiti fin qui con procedura negoziata sono finiti in provincia, così come è cresciuto sensibilmente anche il subappalto locale. Certo sarebbe opportuna una norma regionale che vada nella direzione di semplificare la procedura e che punti a favorire le imprese del Cuneese”. Da sinistra: Filippo Monmge, Giuseppe Rossetto e Marisa Tomatis Queste sono le due priorità a cui stiamo lavorando per ridare fiato al settore edile. Ma l’obiettivo resta quello di definire un Testo unico per il governo del territorio fondato sulla semplificazione e sullapartecipazione Ugo Cavallera è assessore regionale all’Urbanistica e programmazione territoriale, beni ambientali, edilizia e legale Gilberto Manfrin U go Cavallera è assessore regionale all’Urbanistica e programmazione territoriale, Beni ambientali, Edilizia e Legale. Assessore, l’Ance ha stimato nel 2009 una riduzione degli investimenti in costruzioni del 9,4% in termini reali rispetto al 2008. Un’ulteriore flessione del 7,1% è prevista per il 2010. In tre anni, dal 2008 al 2010, il settore delle costruzioni avrà perduto il 18% in termini di investimenti. In sostanza, i volumi di produzione del settore sono tornati ai livelli di fine anni ’90. Quale la sua ricetta per invertire la rotta? “Sicuramente la modifica della legge 20/2009, alla quale stiamo attivamente lavorando, darà un buon contributo al rilancio del settore edile. Inoltre, una volta messo ordine nei conti regionali e onorati gli impegni finanziari già assunti in precedenza, sarà senz’altro esaminata l’opportunità di integrare il piano di rilancio dell’occupazione studiato dalla Giunta regionale con un pacchetto straordinario di misure mirate alla realizzazione delle piccole opere pubbliche di interesse locale diffuse sul territorio”. A che punto siamo con la modifica alla recente legge 20/2009 sul piano casa e con la revisione della legge urbanistica 56 del 1977? “Per quanto riguarda la riforma della legge urbanistica stiamo lavorando ad una nuova ipotesi normativa che intendiamo sottoporre ad approvazione entro l’anno. C’è poi l’intenzione di definire un testo unico per il governo del territorio che segua la duplice linea della semplificazione e della partecipazione. Lo snellimento procedurale, con un adeguato livello di verifica che è caratteristico del Piemonte, ha lo scopo di facilitare la definizione di strumenti normativi in tempi certi, evitando che la dilatazione oltre misura degli iter di approvazione rischi di vanificare l’appropriatezza regolatoria e l’attualità dello strumento stesso. Invece, la definizione di strategie partecipate con gli enti locali potrà concretizzarsi nell’estensione della conferenza di pianificazione a tutte le pratiche di competenza regionale, ampliando il campo di applicazione di una procedura attualmente prevista dalla legge regionale 1/2007 per la sola approvazione delle varianti strutturali ai piani regolatori”. Piano casa. Com’è la situazione in Piemonte sulla riconversione e il miglioramento della parte edificata delle nostre città? “Per il momento l’utilizzo del piano casa non è ancora decollato proprio perché è stato attuato a livello regionale in modo troppo restrittivo. La volontà è quella di tornare allo spirito originale dell’accordo, così come era stato stabilito nella Conferenza Stato-Regioni. Tarda in particolare ad affermarsi la strada della demolizione con ricostruzione, l’unica che consenta di ridurre il consumo di suolo libero e di compattare le nostre città, due sfide centrali per il governo del territorio in questa fase storica. Faremo inoltre scomparire dalla legge una serie di piccole vessazioni al cittadino (quale il divieto a creare nuove unità immobiliari), che sono totalmente estranee al nostro modo di intendere la gestione della cosa pubblica”. Saranno costruiti anche a Cuneo alloggi a canone sostenibile previsti dall’accordo fra Stato e Regione che darà attuazione in Piemonte al programma nazionale di riqualificazione urbana. Chi si occuperà degli interventi di recupero e/o costruzione? “Gli interventi saranno svolti da operatori pubblici e privati. A Cuneo, l’area interessata al programma è la zona di Cerialdo, sorto a partire dagli anni ’70 come esito della scelta urbanistica dell’amministrazione comunale di realizzare un insediamento di edilizia economica e popolare. L’intervento pubblico sarà finalizzato alla realizzazione delle opere di urbanizzazione (strade, verde, attrezzature comuni) funzionali all’insediamento residenziale. Il progetto segue percorsi attuativi già definiti dalla precedente amministrazione regionale”. L’ormai cronico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche pagano le aziende pone le stesse di fronte ad una crisi finanziaria in grado di minacciarne la sopravvivenza. Cosa fare? “Sicuramente il riordino del bilancio che la Giunta regionale sta approntando per far emergere in modo trasparente le effettive disponibilità in entrata renderà possibile onorare più coerentemente gli impegni assunti anche a livello di cassa. Sarà poi nostro impegno contrattare con il governo nazionale affinché venga contenuta la riduzione dell’assegnazione di fondi statali e vigileremo perché i fondi assegnati siano effettivamente erogati. In quest’ottica è auspicabile la rapida attuazione del federalismo fiscale che, prevedendo la riscossione di parte del gettito in sede locale, offrirà nuove garanzie di trasparenza circa la destinazione delle risorse stesse”. Cosa pensa della necessità di attuare una modifica strutturale delle regole del Patto di Stabilità? “Si tratta di un fatto nazionale, che riguarda un provvedimento del governo teso a rispondere agli obblighi assunti a livello Ue. Senza dubbio se non vi saranno modifiche i margini discrezionali di spesa per le Regioni saranno limitati. Ci auguriamo, tuttavia, che ci sia consentito di premiare gli enti locali più virtuosi incrementando la loro possibilità di compiere investimenti”. Luglio 2010 calamità naturali N° 6 11 sperequazione tra piemonte e sicilia il governo penalizza la provincia di cuneo La manovra correttiva del Governo toglie alle imprese cuneesi rimaste colpite dal disastro il diritto a vedersi restituire il 90% delle imposte e dei contributi versati tra il 1995 ed il 1997. Ma le agevolazioni restano per le aziende danneggiate dal sisma del 1990 in Irpinia alluvione 1994 la protesta Edili le aziende più colpite dal provvedimento In provincia di Cuneo, il settore più colpito dalla manovra correttiva del governo è sicuramente quello edile. Dall’Ance di Cuneo, per bocca del suo presidente Filippo Monge e del vice presidente Marisa Tomatis, arriva tutto il sostegno all’azione messa in atto da Confindustria. “Siamo pronti a incatenarci davanti a palazzo Chigi se sarà necessario. Questa è una decisione che ci lascia tutti sconcertati”. Non usa mezzi termini Maurilio Verna, titolare della Verna Remo Maurilio & C. di Demonte per criticare l’articolo 12 del decreto legge governativo. Costruttore edile, Verna l’alluvione l’ha vissuta sulla propria pelle: distrutti cantieri a Rocca Cigliè, Verduno, Pollenzo e la sede operativa di Alba, con macchinari finiti completamente sott’acqua. “Siamo usciti dal fango con danni per due miliardi delle vecchie lire - racconta - e fatto mutui. Siamo di fronte ad una forma discriminatoria non accettabile. C’è una disparità enorme tra Sicilia e Piemonte. Speriamo che i politici si rendano conto che non ci sono figli e figliastri. Per non parlare delle rilocalizzazioni dalle zone alluvionate: qualcuno ha ottenuto già i soldi, altri sono ancora in fila ed aspettano”. Amareggiato è anche Giuseppe Rivarossa, della Rivarossa Impresa di Vicoforte: “A Roma ci vogliono vedere in ginocchio - tuona -. Qui non si vuole capire che rischiamo tutti di chiudere i battenti. La Provincia e la Confindustria di Cuneo si sono presi a cuore la questione ma evidentemente non basta. Se occorrerà contatteremo anche le altre associazioni provinciali per una mobilitazione di massa”. Sulla vicenda si è espresso anche Sandro Dardanello, della Saisef di Mondovì: “Io faccio parte di quel gruppo di imprenditori che i contributi li ha pagati e ora li rivoglio indietro. Invece la norma lo impedisce. Se non altro qualcuno quei soldi ce li ha ancora nelle proprie casse. Certo è che per chi li deve restituire sarebbe un ulteriore terribile shock finanziario dopo i tanti dovuti alla crisi in atto in tutto il comparto edile”. La furia del Tanaro in una foto storia dell’alluvione del Gilberto Manfrin L e imprese della Granda sopravvissute all’alluvione del 1994 rischiano un’ulteriore crisi quindici anni dopo. Sul banco degli imputati la manovra correttiva del Governo, che azzera un diritto per le ditte travolte dal disastro di 16 anni fa: vedersi restituire il 90% delle imposte e dei contributi versati dal 1995 al 1997. Una mazzata per i ‘bogianen’ della Granda, che oltre al danno ora vedono pure materializzarsi la beffa. I benefici restano per i danneggiati dal sisma del ‘90 in Sicilia, ma sono limitati, per gli alluvionati del Piemonte, ai tributi, con esclusione dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi. Chi ha già pagato interamente la somma non potrà chiedere il rimborso dei soldi versati in più, mentre chi si è limitato al 10% dovrà integrarla e chi ha già ricevuto indietro il 90% di quanto versato potrebbe essere chiamato a restituirlo. Il significativo lasso temporale trascorso tra gli eventi calamitosi e la formalizzazione della possibilità di aver accesso al pagamento in forma ridotta del 90% ha creato nei fatti una disparità di trattamento evidente tra chi diligentemente aveva assolto tempestivamente agli obblighi di legge pagando per intero gli importi dovuti e chi invece nelle more del pagamento ha potuto sanare la propria posizione con un versamento limitato al 10%. Una decisione che ha portato le aziende all’apertura di numerosi contenziosi giudiziali presso i tribunali piemontesi, volti ad ottenere il riconoscimento del diritto alla ripetizione del 90% di quanto, a quel punto, indebitamente pagato per le suddette tre annualità. Ma, al di là di tutto, resta il danno per le imprese colpite da quei tragici fatti del ’94. “Le conseguenze di carattere economico e patrimoniale sulle imprese interessate sono rilevantissime - afferma la presidente di Confindustria Cuneo, Nicoletta Miroglio -. In un momento di grave crisi economica, una liquidità di questo tipo può indirizzare l’ago della bilancia e influenzare le sorti di un’impresa. Paradossale pensare che imprese sopravvissute ad un’alluvione drammatica come www.edilplastubi.com SERVIZIO IDEE SOLUZIONI PRODOTTI E TECNOLOGIE PER L’EDILIZIA O P P U R G 1994 NOLEGGIO PONTEGGI quella del ’94 rischiano di essere messe in crisi, ora, 15 anni dopo, a causa di una scelta politica miope. Queste imprese hanno superato le difficoltà dell’alluvione e stanno ora facendo i conti con una pesantissima crisi economica. Un provvedimento che colpisce, tra l’altro con una mira infallibile, il tessuto produttivo di una provincia laboriosa ed intraprendente che ha l’abitudine congenita di lamentarsi poco e di guardare sempre avanti. Le imprese sulle somme incassate hanno già pagato le imposte che dovrebbero essere restituite; avrebbero inoltre problemi di liquidità con le banche e molta più probabilità di dover essere costrette ad accedere alla cassa integrazione guadagni”. Sulla questione si è espressa anche la presidente della provincia di Cuneo, Gianna Gancia, esponente della Lega Nord, che quella manovra, l’ha votata: “Intendo raccogliere e rilanciare con forza l’allarme che mi giunge in questi giorni sia dalla presidente di Confindustria Cuneo Nicoletta Miroglio, sia individualmente da numerosi imprenditori della provincia. Ritengo inaccettabile che la manovra finanziaria attualmente al vaglio delle Camere pregiudichi quella che negli ultimi anni, in punta di diritto e in forza di numerose sentenze, era stata affermata come una facoltà per le aziende drammaticamente colpite dall’alluvione del 1994. Sono stati adottati due pesi e due misure inaccettabili”. Della vicenda sono state informate anche la presidente di Confindustria Piemonte, Mariella Enoc e la presidente nazionale degli industriali, Emma Marcegaglia. Sul fronte parlamentare c’è intanto da registrare l’azione del Senatore albese Tomaso Zanoletti, che ha fatto un duro intervento in Commisione di merito eccependo l’inopportunità, l’illogicità e l’incostituzionalità della norma stessa. agroalimentare 12 Luglio 2010 N° 6 l’intervista: franco chittolina investire in ricerca e mettersi in rete agro industria Paolo Ragazzo C he l’agroalimentare sia un settore nevralgico per l’economia cuneese è sotto gli occhi di tutti da sempre, ancora più in questa fase dove i dati confermano che, se la crisi qui nella Granda ha morso meno che altrove, è anche grazie ad una migliore tenuta proprio del- l’industria dei prodotti destinati a finire sulle tavole dei consumatori. A questa valenza più che positiva dell’agroindustria fa tuttavia da contraltare la volontà di non dipendere troppo da questo settore per non finire col chiudersi in una monoeconomia. La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, che attraverso il suo Centro Studi diretto da Fran- AUTO STORICHE VENDITA in da collezione privata 345 6124560 O P E L G T. 1 . 9 t a r g a o r o - c c 1 9 0 0 a n n o 1 9 7 3 FIAT X1/9 128 as Bertone - cc 1300 anno1977 Sono questi i due limiti maggiori delle aziende del settore agroalimentare della provincia di Cuneo, dall’analisi dei dati emersi da due ricerche recentemente promosse e presentate dalla Fondazione Crc Franco Chittolina co Chittolina analizza le dinamiche e gli andamenti dello sviluppo provinciale, tutte queste cose le ha molto ben presenti, tanto da aver avviato due diversi percorsi di ricerca sul settore agroalimentare locale. Entrambi sono stati presentati lo scorso 11 giugno a Cuneo in occasione della “X Giornata nazionale delle Fondazione”. Professor Chittolina, cosa vi ha spinti ad interessarvi così tanto di un settore che in teoria dovremmo conoscere già benissimo? “Anzitutto i settori economici sono in continua evoluzione e, specie in questo non facile periodo, occorre monitorare periodicamente tutti gli sviluppi di ciò che sta accadendo intorno a noi; in secondo luogo l’agroalimentare associa l’agricoltura agli sviluppi industriali, cosa questa che lo rende strategico per il nostro territorio. I due lavori che abbiamo presentato rientrano in un pacchetto di ricerche socio-economiche avviato da qualche anno dalla Fondazione Crc”. Ci può spiegare in sintesi i contenuti di questi due studi? “La prima ricerca, dal titolo ‘Cuneo e il Nord: una ricerca sulle reti imprenditoriali’, è promossa interamente dalla Fondazione Crc e assume come ipotesi che i buoni risultati della filiera agroalimen- è direttore del Centro studi della Fondazione Cassa tare cuneese siano il risultato non solo dei vantaggi della prossimità geografica e del radicamento territoriale, ma anche della sua capacità di estendere le proprie reti al contesto più ampio delle regioni del Nord Italia. Il secondo studio, invece, si intitola ‘Determinanti di crescita delle imprese: finanza, trasporti, capitale umano. I territori di Cuneo, Brescia e Pavia’ed è stato avviato dal comitato scientifico dell’associazione Banca Lombarda e Piemontese, di cui faccio parte in rappresentanza della Fondazione Crc. A differenza della prima, si tratta di una ricerca di tipo macro-economico in cui viene analizzato il ruolo della finanza, dell’accesso alle reti di trasporto e del capitale umano nello sviluppo del settore agroalimentare cuneese”. E dai risultati che cosa emerge? “Nel primo caso la ricerca è ancora in corso, ma le risposte fornite dalle numerose aziende al questionario appositamente redatto e diffuso, consente di avere un primo profilo delle imprese che operano nel settore: commercialmente vivaci, aperte ai mercati internazionali, legate al territorio, ma anche poco propense ad attivare reti con le altre aziende del settore e a investire nel ‘sapere’ in maniera continuativa. Il secondo studio è invece ultimato e le conclusioni di Risparmio di Cuneo indicano come l’agroindustria cuneese sia caratterizzata da imprese a forte controllo familiare, con un buon grado di capitalizzazione e un ridotto peso degli oneri finanziari”. Sembra emergere dunque un quadro con più luci che ombre e questo fa ben sperare per una ripresa economica annunciata già per i prossimi mesi. Tuttavia, a parte pochi e illustri casi, tra i punti critici resta la poca confidenza delle nostre imprese con il mondo accademico e più in generale con il sapere finalizzato all’innovazione. Quali sono le principali cause? “In generale, in periodi di crisi come l’attuale, le aziende mirano a scegliere investimenti che diano un ritorno quanto più possibile immediato e la ricerca, si sa, ha tempi molto lunghi. Conoscenze e sapere sono però presenti in abbondanza sul nostro territorio, basta pensare alla Facoltà di Agraria con sede a Cuneo che, nonostante numeri esigui di iscritti, produce ricerche e studi in grado di restituire un considerevole valore aggiunto al sistema produttivo locale. Sarebbe un errore considerare l’importanza del polo universitario cuneese solo in base ai numeri senza considerare il contributo di conoscenza strategico che fornisce alle imprese per uscire F U LV I A C o u p è 1 3 I I S - c c 1 3 0 0 a n n o 1 9 7 6 6(*1$/(7,&$$=,(1'$/( $17,1)25781,67,&$ 6,67(0,',$17,1&(1',2 9LD 3LDYH &(17$//2 &1 7HO HPDLOVHFXULW\V\VDOORFKLV#OLEHURLW Aprile 2010 agroalimentare N° 3 fuori da situazioni critiche come quella che stiamo attraversando, per potere imporsi con forza sui mercati internazionali”. Mi pare di capire che nonostante i segnali preoccupanti che metterebbero in dubbio la permanenza dell’università in provincia di Cuneo, la Fondazione Crc non intende abbandonare la nave... “Assolutamente no. Il nostro auspicio è che l’università continui a radicarsi sempre più sul nostro territorio e a produrre conoscenza utile allo sviluppo socio-economico del Cuneese. Comprendiamo bene gli sforzi economici che questo investimento comporta, ma siamo sicuri che daranno nel tempo un ritorno fondamentale per la crescita della Granda. In quest’ottica anche l’intervento del presidente di Confindustria Cuneo Nicoletta Miroglio, pronunciato in apertura dell’assemblea pubblica svolta a Cherasco, conteneva importanti passaggi di buon senso riguardo agli insediamenti universitari della Granda. Da parte sua la Fondazione, nella sua veste di attore innovativo, crede fortemente nella ruolo delle ricerca tecnologica tanto da avere portato la percentuale di investimenti su questa voce al 7% nel 2010, compiendo un grande balzo in avanti rispetto ad alcuni anni fa. E la valenza di questi dati assume un rilievo ancora più importante se si considera la cronica difficoltà italiana ad investire in questa direzione”. 13 tecnogranda innovazione e sviluppo per le erbe aromatiche e officinali U n settore capace di alimentare un giro di affari pari a 2,6 miliardi di euro e che vede il Piemonte primeggiare in Italia. Stiamo parlando della lavorazione delle piante aromatiche ed officinali, occupazione che ha un ruolo determinante nell’economia transfrontaliera che ricade su Italia e Francia. È principalmente partendo da queste considerazioni che Tecnogranda, il Parco Scientifico Tecnologico per l’Agro-Industria del Piemonte che ha sede a Dronero, ha deciso di partecipare al progetto europeo Fasst (Filiera Alpina Sentori Sapori Transfrontalieri). L’obiettivo del percorso è quello di arrivare a produrre sinergie positive tra le aziende italiane e francesi che operano nel campo delle piante aromatiche e medicinali per ottenere nella maggior parte dei casi cosmetici e profumi. “Numerose sono le aziende, francesi e italiane, che lavorano in questa filiera - commenta l’amministratore delegato di Tecnogranda, Alessandro Ferrario -, ma sono soprattutto le nostre a trovarsi svantaggiate a causa delle loro piccole dimensioni, faticando così ad affrontare le sfide di un mercato sempre più attento Presentati i primi risultati del progetto europeo Fasst (Filiera alpina sentori e sapori transfrontalieri) rivolto alle aziende italiane e francesi che producono cosmetici e profumi dalla coltivazione di piante medicinali La presentazione del Progetto Fasst al rispetto di rigorose norme di sicurezza alimentare e tracciabilità del prodotto”. Il progetto Fasst, finanziato con fondi europei nell’ambito del programma Alcotra 2007-2013 e al quale partecipano anche l’Università Europea dei Sentori Sapori, l’Ufficio Nazionale Interprofessionale delle Piante da Profumo, Aromatiche e Medicinali, il SiTI - Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione - e il Centro Regionale d’Innovazione e di Trasferimento di Tecnologie agroalimentare PACA, è stato concepito proprio svoltasi a fine maggio a Dronero per sostenere le aziende attraverso il trasferimento di tecnologia e l’elaborazione di nuovi servizi e sistemi che spingeranno le piccole imprese a ideare strategie competitive coinvolgendole in un sistema cooperativo che le metta operativamente in contatto tra loro e con laboratori e centri di ricerca sia italiani sia francesi. Con l’obiettivo di presentare i primi risultati del progetto e illustrare le specifiche soluzioni ricercate attraverso la cooperazione francoitaliana, Tecnogranda ha organizzato a fine maggio una due giorni di approfondimento con convegni, dimostrazioni pratiche e presentazioni di casi concreti. “L’attività di supporto che Tecnogranda rivolge alle imprese del comparto agroalimentare si fonda sull’innovazione, perché l’innovazione è la chiave di volta per sostenere la competitività delle imprese - conclude l’ad Ferrario -; con questo meeting abbiamo voluto illustrare un’iniziativa nella quale crediamo fortemente per accompagnare le aziende agroalimentari nel loro processo di ricerca e implementazione dell’innovazione”. ROCCAVIONE (CN) Via Provinciale Boves, 12 Centralino: 0171/752601 Fax: 0171/752632 economia montana 14 Luglio 2010 N° 6 agroindustria ge ne py dalla pianta al liquore A partire dagli anni ’60 alcuni agricoltori di montagna cominciarono a coltivare il genepy, acquisendo col tempo una vera e propria specializzazione in una coltura difficile, che richiede tempo e impegno pluriennale. La coltivazione venne avviata nelle valli occitane delle provincie di Cuneo e Torino. La specie che meglio si presta ad essere coltivata è l’Artemisia mutellina. La quota ottimale di coltivazione è stata individuata tra i 1500 e i 2000 metri, su terreni con esposizione a sud. A partire dall’anno successivo a quello del trapianto avviene la fioritura a cui segue la raccolta delle infiorescenze. Il ciclo colturale dell’Artemisia dura mediamente tre anni. Durante il primo anno la pianta non produce fiori. Al secondo e al terzo anno da fine giugno ad agosto, in base alla quota altimetrica delle coltivazioni, si effettua la raccolta. Le infiorescenze raccolte devono essere essiccate tradizionalmente in locali arieggiati oppure con l’utilizzo di essicatoi. L’essiccamento tradizionale è di circa 15 giorni, trascorsi i quali il genepy viene conservato in sacchi di juta. Le piante di genepy essiccate vengono poste in contenitori di acciaio inox, riempiti con una soluzione idroalcolica, e lasciate in infusione per circa 30 giorni. Successivamente l’infuso viene torchiato e addizionato di una miscela di acqua e zucchero per completare la preparazione del liquore. In seguito il genepy viene lasciato riposare per ottenere la spontanea sedimentazione delle parti insolubili, poi separate con varie filtrazioni, fino ad ottenere la perfetta brillantezza del prodotto. Il liquore presenta diverse sfumature di colore che varia dal verdolino al giallo ambrato con una gradazione alcolica dai 30 ai 40 gradi. www.rosannatoselli.com arch. R. TOSELLI Corso Giovanni XXIII, 26 Cuneo - tel. 0171 630820 - cell. 338.5000324 Manutenzione elettrica con Termografia immagine infrarosso immagine visibile Termografia, vedere oltre il visibile immagine infrarosso immagine visibile L’indagine termografica per concorrere alla riduzione del premio assicurativo incendio Personale certificato ai sensi Norme UNI EN 473 - Sopralluoghi e preventivi gratuiti - prodotto globale perché tradizionale Per rendere il liquore internazionale l’associazione di tutela e valorizzazione sta lavorando per ottenere le certificazioni Dop Genepy del Piemonte e e quella Igt per il prodotto realizzato sulle Alpi Occidentali francesi e italiane Alcuni partecipanti alla giornata itinerante alla scoperta dell’universo Genepy svoltasi lo scorso Paolo Ragazzo D ifficile non considerare, almeno a parole, le potenzialità del territorio montano in una provincia come quella di Cuneo, dove le zone collinari e pianeggianti non sono altro che un piccolo fazzoletto incastonato nell’arco alpino. Proprio partendo da una tipicità che abita in alta quota, da anni si sta percorrendo una strada che trasformi le dichiarazioni di intenti in fatti concreti. Questa via passa attraverso la valorizzazione della pianta del Genepy e del liquore che si ottiene dalla lavorazione dei suoi fiori. A percorrere con ostinazione questo percorso, l’Associazione per la tutela e la valorizzazione del Genepy delle Valli Occitane Piemontesi, nata qualche anno fa e presieduta dall’ingegnere Piergiovanni Bordiga. Mettendo a disposizione dell’associazione la competenza e l’esperienza ultradecennale nel settore della preparazione di distillati, liquori e sciroppi il titolare dell’omonima azienda con sede a Confreria di Cuneo sta portando avanti un progetto per la promozione di un prodotto che può essere considerato “internazionale”, perché ottenuto sul versante italiano delle Alpi Occidentali, ma anche su quello francese. L’associazione, che raggruppa coltivatori e produttori delle valli Occitane piemontesi, risponde ad una duplice esigenza, come ci racconta il presidente Bordiga: “Da un lato consentire ai valligiani di ricavare una giusta remunerazione per il loro impegno, mettendo a disposizione le competenze ed i mezzi necessari per l’estensione, il miglioramento e la salvaguardia delle coltivazioni, dall’altro stimolare i produttori del liquore Genepy a proseguire nei metodi tradizionali Piergiovanni Bordiga Vogliamo dargli la solidità necessaria per competere alla pari con altri liquori di produzione, sulla base di specifici disciplinari, per tutelarli sul mercato”. Per illustrare i metodi di coltivazione e le tecniche di produzione del pregiato infuso, lunedì 14 giugno si è svolta una giornata itinerante alla scoperta dell’universo Genepy; si è partiti da una visita guidata ai campi dell’alta Valle Maira, dove nasce la “materia prima”, si è proseguito con una tappa alla locanda “Lou Servanot” di Stroppo per un pranzo a base di pietanze all’Artemisia e si è concluso con un tour all’opificio Bordiga, dove da 120 anni l’erba viene trasformata in liquore secondo i metodi tradizionali di infusione e distillazione. Nel cammino di tutela e sviluppo di queste antiche tecniche di lavorazione, l’associazione ha potuto contare sull’apporto di partner istituzionali e partecipare, così, a progetti che hanno aiutato a sviluppare intorno al prodotto un circuito di informazione scientifica. Dopo quasi dieci anni di lavoro, adesso si stanno creando le basi affinché il Genepy possa valicare 14 giugno in alta valle Maira i suoi storici confini ed arrivare nelle dispense e nei locali di tutto il mondo. “Vogliamo dare a questo prodotto la solidità necessaria per competere alla pari con altri liquori - continua l’ingegner Bordiga -, per questo stiamo spingendo perché si arrivi ad ottenere la certificazione Dop ‘Genepy del Piemonte’ e quella Igt, per il prodotto realizzato sulle Alpi Occidentali francesi e italiane”. Un primo progetto, al quale hanno partecipato anche Regione, Università di Torino, Camera di Commercio di Torino e le Province di Cuneo e Torino, è servito a mettere le ali alle ambizioni di crescita del Genepy; ora si prosegue con una seconda serie di interventi all’interno del progetto di cooperazione transfrontaliera “Genealp”per garantire un futuro economico alle imprese agricole che operano stabilmente in montagna. Al momento, la produzione di fiori di Genepy è insufficiente e non risponde ai bisogni del mercato, soprattutto in Francia. Si tratta allora di migliorare tale produzione, sia sul piano qualitativo sia su quello quantitativo, secondo modalità rispettose dell’ambiente. Tra le principali linee d’azione, poi, un ruolo nevralgico è affidato alle attività di comunicazione e promozione del liquore su tutto il territorio transfrontaliero per fare del Genepy un prodotte caratteristico delle valli occitane a livello europeo e alimentare economie di più ampio respiro. Anche dal fiore di una pianta di montagna passa, da un lato, la possibilità di far conoscere la nostra terra a turisti e appassionati della “buona cucina” e, dall’altro, l’opportunità di fornire all’economia montana una freccia in più per centrare lo sviluppo e scacciare le paure derivanti dallo spopolamento delle vallate e da preoccupanti segnali di abbandono. Luglio 2010 agevolazioni N° 6 fondimpresa 15 fondo “ImpresaCongaranzia” la formazione riassicurazione sulle nelle aziende garanzie dei confidi Silvia Marra L Un momento del convegno organizzato dall’Apro il Beppe Malò U giugno a cascina Cucco dimpresa possiede, singolarmente, un peso pari al 40% del totale dei Fondi interprofessionali ed infatti raccoglie ogni anno circa 200 milioni di euro destinati a rendere possibili attività di formazione per le aziende aderenti a Fondimpresa. Il sito www.fondimprese.it permette una facile consultazione degli “Avvisi” nei quali in Fondo aggiorna la disponibilità di risorse finanziarie per le attività di formazione destinate alle aziende aderenti. In questo momento, ad esempio, è possibile aderire a 5 avvisi: 60 milioni di euro per qualsiasi tipo di attività formativa, 10 milioni per lavoratori in cassa integrazione guadagni (scadenza 15 ottobre 2010), 10 milioni per lavoratori delle piccole e medie imprese (scadenza 15 ottobre), 12 milioni di euro per piani formativi destinati ad incrementare la sicurezza sul lavoro (15 ottobre) e 50 milioni di euro per la formazione di lavoratori in mobilità. In questo caso il bando di adesione scade il 18 novembre. Nello specifico, nell’incontro svoltosi a Serralunga in collaborazione con l’ATS Piemonte Sud (Apro Agenzia di Formazione, Casa di Carità Arti e Mestieri, CFP cebano e monregalese, Per.Form – Unione industriale Asti, Immagine e Lavoro, Confindustria di Alessandria e Cuneo) ha voluto porre l’accento su tipologie innovative di formazione che si possono applicare nell’ambito della piccola e media impresa. Ambiti perfetti per promuovere e applicare metodologie didattiche come il “coaching” e il “training on the job”. Nel primo caso si punta al miglioramento singolare o di gruppo attingendo al lavoro di un “coach”: un formatore che lavorerà per ottenere migliori risultati attraverso il lavoro e lo spirito di squadra. Nel secondo caso, invece, sarà il luogo di lavoro ad essere, al tempo stesso, luogo d’apprendimento tramite l’affiancamento, il project-work e il tutoraggio. Ezio Falco e Ferruccio Dardanello scono a nome degli imprenditori. Questo meccanismo ha richiesto risorse finanziarie di rilievo e, per il 2010, ha portato all’assunzione di un impegno per 3 milioni di euro, dei quali 2,2 per favorire gli investimenti finanziati da mutui garantiti dai Confidi delle imprese e 800.000 circa per integrare i fondi di garanzia delle cooperative stesse. Il tutto consentirà di attivare, potenzialmente, più di 55 milioni di investimenti e di portare a 15 milioni di euro i finanziamenti assistiti dalla garanzia Confidi. La cifra messa a disposizione consente di riassicurare sino a 20 milioni di euro di garanzie, rendendo possibili 40 milioni di finanziamenti e l’attenzione è rivolta, soprattutto, alle realtà minori, con particolare riguardo a quelle che si stanno af- g a r d e n i n g alla presentazione del fondo facciando all’orizzonte economico provinciale e quelle al femminile. Il rapporto Camera di commercio Cuneo e Confidi è iniziato nel lontano 1979: ad oggi sono stati stanziati 4.000.000 di euro per i fondi di garanzia dei confidi che hanno generato 40.000.000 di euro di garanzie, e dal 1992 oltre 28.000.000 di euro di contributi in conto interessi e in conto capitale alle imprese che possono aver generato 800.000.000 di euro di investimenti. La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, dal canto suo, ha incrementato negli ultimi anni gli sforzi a sostegno dello sviluppo locale e ha promosso iniziative straordinarie di contrasto alle conseguenze sociali della crisi economica e occupazionale. d a l 1 9 5 5 p r o d u z i o n e e v e n d i ta p i a n t e p r o g e tta z i o n e e r e a l i z z a z i o n e pa r c h i , g i a r d i n i e t e r ra z z e g a r d e n c e n t e r creativa-studio.com na delle maggiori difficoltà che le imprese, ed in modo particolare le piccole e medie imprese, si trovano ad affrontare è quella della formazione del personale. Non solo per coordinare al meglio l’attività d’aggiornamento con quelle proprie di un’azienda produttiva, ma anche nel poter scegliere quali tipologie di intervento “didattico” siano più efficaci in funzione del risultati da ottenere. A questo argomento è stato dedicato, lo scorso 28 giugno, il convegno“PMI: Promuovere Metodologie Innovative nella piccola-media impresa” svoltosi presso la sala multimediale di Cascina Cucco per approfondire il tema dell’innovazione nella formazione aziendale. Diversi gli obiettivi principali del convegno: dare visibilità a metodologie innovative come il “coaching” e il “training on the job”, presentare le esperienze ed i risultati già ottenuti in alcune piccole-medie imprese e, in modo particolare, fare ampiamente conoscere alle aziende la realtà che Fondimpresa rappresenta come partner nel contesto della formazione continua nel mondo delle imprese. Fondimpresa è, dal punto di vista della definizione, un fondo interprofessionale. E’ quindi una risorsa a cui le imprese hanno la possibilità di ricorrere, avendo comunque già alimentato il fondo in prima persona, nel caso intendano mettere in atto percorsi d’aggiornamento o formativi quando nuovi orizzonti tecnologici o produttivi rendano necessario ampliare il bagaglio di conoscenze dei propri addetti. Con maggiore dettaglio, “Fondimpresa” è il fondo interprofessionale creato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil utilizzando un accantonamento compreso nel costo del lavoro. Vi hanno aderito 67mila aziende a cui fanno capo circa 3 milioni di dipendenti. Fon- 28 a Camera di commercio di Cuneo, nell’ambito delle proprie funzioni di supporto e promozione degli interessi generali delle imprese e dello sviluppo economico provinciale, ha costituito, in collaborazione con la Fondazione Crc, un fondo destinato a riassicurare le garanzie concesse dai Confidi alle imprese della provincia di Cuneo. L’iniziativa, che prende il nome di“ImpresaConGaranzia”, è stata presentata nel salone d’onore dell’Ente camerale cuneese lo scorso lunedì 21 giugno. Obiettivo del progetto è agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese operanti in provincia, integrando con un’ulteriore iniziativa gli interventi già in corso. Il nuovo meccanismo quindi esalta il ruolo dei Confidi, le cooperative di garanzia nate nell’ambito delle diverse organizzazioni professionali. Sino ad ora il supporto della Camera di commercio è consistito, da un lato, nella concessione di contributi in conto capitale direttamente alle imprese, a condizione che queste ultime fossero finanziate da mutuo garantito da una delle cooperative e, dall’altro, in contributi versati ai Confidi stessi per implementare i fondi con cui garanti- L a s to r i c a a z i e n d a Ar m a n d o, fo r m at a d a u n’e s p e r i e n z a d i o l t re 5 0 a n n i , s i è r i n n ovat a n e l l o s t i l e, n e l l a s t r u t t u ra e n e i s e r v i z i , p e r ra g gi u n g e re n u ov i s t a n d a rd d i q u a l i t à n e l s o d d i s f a re l e e s i g e n ze d e i s u o i c l i e nt i . Ve n i te a t rova rc i p e r s co p r i re t u t te l e n ov i t à ! via provinciale cuneo, 71 verzuolo (CN) tel 0175.86468 [email protected] confindustria notizie 16 Luglio 2010 N° 6 scuola edile i corsi di formazione di luglio CONTROLLO DI GESTIONE SU FOGLIO ELETTRONICO” 1/8/15 luglio, h. 9-13/14-18 – Sistemi Cuneo Il corso è rivolto a responsabili amministrativi e/o del controllo di gestione, responsabili operativi di altre aree interessati ad approfondire le tematiche del controllo di gestione e si propone di perseguire le seguenti finalità: fornire una panoramica e relativi approfondimenti sui principi fondamentali e le tecniche applicative più diffuse in merito alla contabilità industriale e al controllo del budget; illustrare il funzionamento di un software su foglio elettronico (Microsoft Excel); simulare casi aziendali mediante l’utilizzo dello stesso software al fine di testare la sua efficacia operativa presso le piccole e medie imprese. RSPP MODULO C 2/13/20 luglio, h. 9-13/14-18 - Confindustria Alba Il corso ha la finalità di aggiornare le competenze degli Rspp in attuazione del D.Lgs. del 23 giugno 2003 n. 195 secondo l’Accordo definito in Conferenza Stato-Regioni il 26 gennaio 2006 e dè rivolto agli Rspp che hanno già frequentato il Modulo A o ne sono esonerati. Si rammenta che per coloro che sono stati designati dopo il 14 febbraio 2003 è necessario il possesso del diploma di istruzione secondaria superiore. ADETTI ALLA GUIDA DEI CARRELLI ELEVATORI 14 luglio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Alba I corsi, rivolti agli addetti alla conduzione dei carrelli elevatori (D.Lgs. 81/2008), nascono dall’esigenza di migliorare la qualità dell’offerta formativa in materia di utilizzo in sicurezza del carrello elevatore ed hanno la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base per il corretto impiego dei carrelli elevatori nel rispetto delle specifiche prescrizioni di sicurezza. Il corso usufruisce del contributo erogato dall’Inail. PRONTO SOCCORSO AZIENDE GRUPPO A 15 luglio, h. 9-13/14-16 - Confindustria Fossano I corsi hanno la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base necessarie per l’attuazione degli interventi di primo soccorso in caso di infortunio sul lavoro (art. 3, comma 3, d.m. 388/2003). Il corso è rivolto agli operatori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso (designati ai sensi del D.Lgs. 81/2008 - d.m. 388/2003) in aziende o unità produttive classificate nelle tipologie di gruppo A ai sensi dell’art. 1 del d.m. 388/2003. la sicurezza spiegata ai ragazzi in cantiere S i chiama “Progettare e lavorare in sicurezza” il progetto promosso dalla Scuola Edile di Cuneo che ha visto la premiazione di 21 studenti che si sono distinti per l’attenzione, la sensibilità ed il profitto sui temi legati alla sicurezza nei cantieri. Un’attività di promozione e sensibilizzazione sulla sicurezza che ha interessato in tutto 22 classi (10 quarte e 12 quinte) per 387 studenti (203 di quarta e 184 di quinta) appartenenti agli Istituti per Geometri di Bra, Ceva, Cuneo, Mondovì e Savigliano. La prova del concorso è stata sostenuta dai 184 studenti di quinta, successivamente alle attività di orientamento al settore e di sensibilizzazione e formazione sulla sicurezza proposte ai ragazzi dalla Scuola Edile, che si è articolata con una visita cantiere e con attività formative in aula che hanno avuto come principali argomenti la conoscenza delle norme del Testo Unico sulla Sicurezza, delle fasi di lavoro che si svolgono in un cantiere edile e dei rischi delle lavorazioni, oltre naturalmente alle metodologie da adottare per la elaborazione della valutazione dei rischi. “È stata un’iniziativa di grande interesse ed attualità - affermano il presidente della Scuola Edile Giulio Barberis ed il vice-presidente Alfio Pennisi - che ha anticipato di 10 anni quanto previsto dal D.Lgs. n.81/2008, che prevede di inserire negli istituti scolastici di ogni ordine e grado attività con percorsi formativi legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Un progetto - ha aggiunto il direttore dell’Ente Scuola Edile, Filippo Manti - che si ripete da dodici anni e che è ormai parte integrante del SICUREZZA E SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO 15/16 luglio, h. 9-13/14-18 - Confindustria Cuneo I corsi sono rivolti a tutti coloro che in azienda ricoprono il ruolo di dirigente per la sicurezza ed hanno la finalità di trasmettere ai dirigenti per la sicurezza i principali contenuti inerenti la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro secondo quanto previsto dal D. Lgs 81/08. programma scolastico. È stato voluto dalla Scuola Edile e dagli Istituti per Geometri della provincia, per realizzare l’ambizioso obiettivo di dare ai ragazzi la possibilità di conoscere meglio il settore costruzioni con le sue opportunità di lavoro e per sensibilizzarli sulla sicurezza nei cantieri, in particolare quelli edili”. Alla premiazione hanno partecipato, oltre agli allievi premiati, i docenti ed i presidi degli Istituti per Geometri, il presidente della Scuola Edile Giulio Barberis, il vice-presidente Alfio Pennisi, i rappresentanti delle parti sociali (Sezione Costruttori Edili dell’Unione Industriale, Confartigianato Cuneo, Feneal/ Uil, Filca/Cisl e Fillea/Cgil), i rappresentanti delle Asl, della Direzione Provinciale del lavoro e l’assessore provinciale alla Formazione, Pietro Blengini. /VPWB#.84FSJF XXXCNXJU 1JBDFSFEJHVJEBSF PIATTAFORME DI LAVORO ELEVABILI 16 luglio, h. 9-13/14-18 -Cfrm Merlo Cervasca I corsi sono indirizzati agli operatori di piattaforme di lavoro elevabili, che utilizzano durante il lavoro macchine di tipologie diverse senza distinzione di marche o modelli. Gli obiettivi perseguiti sono: conoscenza delle norme sull’igiene e la sicurezza pertinenti; conoscenza della prevenzione e del controllo degli incidenti; conoscenza delle prescrizioni in materia di protezione personale; conoscenza dei dispositivi di comando, di sicurezza e di emergenza della macchina; capacità di manovrare la macchina con sicurezza ed in maniera tale da posizionarla correttamente e svolgere le operazioni necessarie, all’interno ed all’esterno di edifici. SOVRINTENDENTI ATTIVITà LAVORATIVA (PREPOSTI) 23 luglio, 9-13/14-18 -Confindustria Cuneo Il corso è rivolto a tutti coloro che sovrintendono alla attività lavorativa e garantiscono l’attuazione delle direttive ricevute (preposti). Il corso ha la seguente finalità: fornire ai preposti la necessaria formazione/informazione in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro; fornire una conoscenza sui fattori di rischio e sulla valutazione dei rischi; informare i preposti sulle proprie responsabilità in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, assolvere gli obblighi normativi previsti dal D.lgs. 81/08 (Testo Unico Sicurezza); fornire le basi in tema di comunicazione e relazione con i collaboratori per gestire al meglio il proprio ruolo di “capo”. PREVENZIONE INCENDI RISCHIO MEDIO 28 luglio, h. 9-13/14-18 - Confindustria Alba I corsi hanno la finalità di fornire ai partecipanti le conoscenze di base per lo svolgimento dei compiti previsti a carico dei lavoratori addetti alla prevenzione incendi (attività a rischio di incendio medio), attraverso l’erogazione dei contenuti previsti Artt. 21 e 22 del Dlgs. 81/08 e art. 7 del d.m. 10 marzo 1998. I corsi sono rivolti ai lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione incendi in luoghi di lavoro classificati a livello di rischio di incendio medio. PRONTO SOCCORSO AZIENDE GRUPPO A (BASE) 29/30 luglio, h. 9-13/14-18 - Confindustria Fossano I corsi hanno la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base necessarie per l’attuazione degli interventi di primo soccorso in caso di infortunio sul lavoro (art. 3, comma 3, D.M. 388/2003) e sono rivolti agli operatori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso (designati ai sensi del D.Lgs. 81/2008 - d.m. 388/2003) in aziende. o unità produttive classificate nella tipologie di gruppo A ai sensi dell’art. 1 del d.m. 388/2003. Info: Tel: 0171/455.532/425/424 - [email protected] #&--&;;"%"&41-03"3& 6/&7&/50$)&.&3*5"%*&44&3&$&-"50 4DPQSJSF¨NPMUPEJQJ¹DIFJOWFOUBSFPHHFUUJPOVPWFUFPSJF 6OBTDPQFSUBBWPMUF¨VOWFSPFQSPQSJPFWFOUP $PNFMBOVPWB#.84FSJF5PVSJOHVOQFSGFUUPFRVJMJCSJPUSBQFSGPSNBODF FEFMFHBO[BGSVUUPEFMMBSJDFSDBEFJOPTUSJEFTJHOFS"GꠋODI©QPTTBFTTFSF UFTUJNPOFEFMMѳBGGBTDJOBOUFSJTVMUBUPEJRVFTUBTDPQFSUBMBJOWJUJBNP HJPWFE¬MVHMJPEBMMFQSFTTPJMOPTUSPTIPXSPPN XXXCNXJUTFSJFUPVSJOH 3471UFM $PODFTTJPOBSJB#.8'FSSFSP $PSTP$BOBMF5FM(6"3&/&%ѳ"-#"$/ "J TFOTJ EFMMѳBSU EFM %-HT F TVDDFTTJWF NPEJꠋDIF -F SFOEJBNP OPUP DIF J 4VPJ EBUJ QFSTPOBMJ QPUSBOOP GPSNBSF PHHFUUP EJ USBUUBNFOUP QFS MѳBEFNQJNFOUP EJ PCCMJHIJ EJ MFHHF P DPOUSBUUVBMJ OPODI© QFS ꠋOBMJU QSPNP[JPOBMF QVCCMJDJUBSJB F EJ NBSLFUJOH JM USBUUBNFOUP TBS FGGFUUVBUP DPO TUSVNFOUJ JEPOFJ B HBSBOUJSF MB TJDVSF[[B F MB SJTFSWBUF[[B BODIF BUUSBWFSTP TUSVNFOUJ BVUPNBUJ[[BUJ *M DPOGFSJNFOUP EFJ EBUJ ¨ GBDPMUBUJWP /FM RVBESP EFMMѳBUUJWJU TWPMUB EB 'FSSFSP MB TUFTTB QPUS DPNVOJDBSF UBMJ EBUJ BJ QSPQSJ SFTQPOTBCJMJ F JODBSJDBUJ BQQBSUFOFOUJ BHMJ VGꠋDJ BNNJOJTUSBUJWJ F DPNNFSDJBMJ OPODI© B TPHHFUUJ UFS[J DIF TWPMHBOP MF QSFEFUUF BUUJWJU QFS DPOUP EJ 'FSSFSP *M UJUPMBSF EFM USBUUBNFOUP ¨ 'FSSFSP DPO TFEF JO $PSTP $BOBMF B (VBSFOF Eѳ"MCB $/ -FJ QPUS SJWPMHFSTJ BM SFTQPOTBCJMF EFM USBUUBNFOUP OFMMB QFSTPOB EJ .BSJBDSJTUJOB 'FSSFSPEPNJDJMJBUPQSFTTPMѳJOEJSJ[[PTPQSBSJQPSUBUPQFSGBSFWBMFSFJ4VPJEJSJUUJDPT¬DPNFQSFWJTUPEBMMѳBSUJDPMPEFM%-HTFTVDDFTTJWFNPEJꠋDIFDIFQSFWFEF USB MѳBMUSP DIF JM EFTUJOBUBSJP QPTTB BWFSF BDDFTTP BJ QSPQSJ EBUJ DIJFEFSOF MB NPEJꠋDB P MB DBODFMMB[JPOF PQQVSF PQQPSTJ BM MPSP VUJMJ[[P TDSJWFOEP BMMѳJOEJSJ[[P TPQSB JOEJDBUP Luglio 2010 confindustria notizie N° 6 sportello alimenti servizi specializzati sull’agroalimentare La gestione è affidata all’area Sicurezza e Ambiente U n nuovo servizio, completamente gratuito, è a disposizione di tutti gli associati a Confindustria Cuneo: si tratta dello Sportello Alimenti, attivato per promuovere iniziative volte a sostenere le aziende alimentari, all’interno di percorsi di miglioramento dei propri processi produttivi, finalizzati alla realizzazione di prodotti alimentari sempre più rispettosi della normativa vigente, delle attese dei consumatori e del mercato e sempre più improntati alla tutela della salute pubblica. Sono già molte le imprese che si sono rivolte agli uffici per una consulenza: “Lo Sportello Alimenti - spiega la responsabile Elisabetta Nocera, dell’ufficio Sicurezza e Ambiente - fornisce servizi specializzati in ambito agroalimentare finalizzati alla consulenza, progettazione, installazione, manutenzione e gestione di sistemi di individuazione dei pericoli, quantificazione dei rischi e messa in opera di sistemi di prevenzione basati sull’impiego di standard internazionali riconosciuti (ISO, BRC, IFS ed altri) e del metodo HACCP pubblicato dal Codice Alimentare”. Le imprese interessate a concordare un incontro possono prendere contatto con i funzionari referenti del servizio Sicurezza-Ambiente ([email protected]), anticipando in sintesi la natura della richiesta. Lo Sportello Alimenti è aperto tutti i giorni in Confindustria Cuneo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12.30 e il pomeriggio dalle ore 14.30 alle 18. Per informazioni è possibile rivolgersi al numero 0171/455.408. detto e fatto Giovani Imprenditori a Santa Margherita Ligure Un nutrito gruppo di imprenditori appartenenti al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo ha preso parte al 40esimo convegno nazionale del Gruppo Giovani Imprenditori, svoltosi gli scorsi 11 e 12 giugno a Santa Margherita Ligure. “Responsabilità e riforme: per un nuovo destino del Paese”: questo il titolo del convegno dedicato ad una riflessione sulle riforme necessarie per tornare a dare - come nella grande stagione del boom economico - opportunità reali di miglioramento e di crescita personali e professionali, vincendo le “vecchie” resistenze ed interpretando la velocità del mercato in senso positivo e meritocratico. Hanno preso parte alla due giorni il presidente del Gruppo, Alessandro Battaglia e i vice-presidenti Elena Lovera, Pietro Putetto e Simone Ghiazza. Con loro Enrico Anghilante, Romina Barra, Alessia Bertolotto, Lorenzo Bertolotto, Ilaria Ferrero, Stefano Frandino, Francesca Galleano, Stefano Manassero, Raffaella Marchiaro, Alberto Ribezzo, Giorgio Rolfo, Luisa Sacchetto, Silvia Sacchetto, Sara Tomatis e Cristina Trucco. Durante il convegno, nella giornata di venerdì 11 giugno, è stata inoltre presentata l’avventura imprenditoriale di Alberto Bertone, protagonista al workshop Giovani dal titolo “Le riforme degli imprenditori: reinventarsi con successo”. Seminario su ferie e permessi aziendali Si è svolto giovedì 17 giugno presso la sede di Confindustria Cuneo un seminario in materia di “ferie e permessi” in ambito aziendale. Il programma ha visto una prima presentazione dell’argomento con riferimenti a concreti casi aziendali come congedi matrimoniali, assenze per studio, per lutto, per donazione sangue, ecc... L’incontro, tenuto dai funzionari del Servizio Sindacale Giacomo Bordone e Alessandro Fantino e rivolto ai responsabili e agli addetti all’amministrazione del personale, ha registrato un’ottima presenza di pubblico. Al termine della presentazione si è svolto un approfondito dibattito sulla base di casi aziendali proposti dagli imprenditori presenti in sala. Aggiornamento sulla telematizzazione Si è tenuto martedì 22 giugno in Confindustria Cuneo il convegno dal titolo “Telematizzazione DA e Intrastat Servizi - Aggiornamento sulle recenti novità”, dedicato all’esame delle istruzioni recentemente fornite agli operatori economici per la trasmissione in forma telematica del documento amministrativo di accompagnamento (DA) e delle novità introdotte in materia di compilazione e di trasmissione telematica dei modelli Intrastat/Servizi. All’appuntamento hanno preso parte Adriana Abet, Capo Ufficio Accertamento Tributario - Ufficio delle Dogane di Cuneo con “DA Telematico - fase di sperimentazione - Notifiche EMCS”; Maria Contino, Capo Ufficio Relazioni con gli Utenti - Ufficio delle Dogane di Cuneo con “Intrastat Telematico: novità in materia di Intrastat/Servizi” e Giovanni Battista Mellano, consulente CEIP con “Modelli Intrastat Servizi: compilazione e criticità”. Presenti in sala anche Giuseppe Casaretti, direttore dell’Ufficio delle Dogane di Cuneo e Pietro Alidori, direttore Interregionale delle Dogane per il Piemonte e la Valle d’Aosta. 17 sportello assicurazioni siglata convenzione con la “aon cb srl” È stata firmata il 3 giugno scorso presso la sede di Confindustria, una convenzione tra Aon Cb srl Insurance Brokers e l’Unione industriale della provincia, al fine di favorire e supportare gli imprendaitori nelle attività di valutazione dei rischi aziendali e della loro corretta copertura assicurativa. L’accordo ha una durata quinquennale ed è rivolto esclusivamente alle imprese associate a Confindustria Cuneo. La convenzione prevede, in primo luogo, da parte di Aon Cb srl, un servizio gratuito di consulenza finalizzato alla valutazione complessiva del rischi aziendali e della congruità delle coperture assicurative già in essere (check-up assicurativo) e alla conseguente segnalazione di tutte le misure eventualmente necessarie per una più corretta e completa assicurazione dei rischi aziendali. In secondo luogo, Aon Cb srl si impegna a ricercare e proporre, alle imprese associate a Confindustria Cuneo, prodotti assicurativi a condizioni di particolare favore e a studiare e promuovere strumenti mutualistici e casse di assistenza a favore dei loro dipendenti. Per raggiungere questi obiettivi, inoltre, Aon Cb srl garantisce specifici interlocutori di riferimento, identificati tra le proprie risorse, per tutte le esigenze e le richieste delle imprese associate, la firma della convenzione. Da sinistra: Cesare Gallo, Luigi Asteggiano e ... Vigo che verranno segnalate tramite lo “Sportello Assicurazioni” di Confindustria Cuneo. Infine, Aon Cb srl fornisce un supporto informativo e di consulenza alle imprese che ne faranno richiesta, con incontri presso gli uffici della compagnia assicurativa, di Confindustria Cuneo o, in casi di particolari urgenza, direttamente presso l’azienda. Da parte sua, Confindustria Cuneo si impegna a informare le aziende associate sull’attività, i servizi di consulenza e di brokeraggio assicurativo forniti da Aon Cb srl. Entrambi i soggetti firmatari, si impegnano reciprocamente a promuovere l‘accordo tramite i rispettivi canali di comunicazione e le rispettive reti di associati e clienti e a verificare periodicamente l’indice di gradimento delle aziende che usufruiscono dei servizi e dei pro- dotti derivanti dalla convenzione. “Esprimo tutta la mia soddisfazione - ha commentato Nicoletta Miroglio, presidente di Confindustria Cuneo - per una convenzione che, in ragione del prestigio e della professionalità del nostro partner, porterà sicuri vantaggi agli associati che ne usufruiranno, in quanto potranno godere di servizi di consulenza assicurativa prestati da un partner di indubbia competenza e molto radicato sul territorio”. “Sono orgoglioso di aver siglato questa convenzione con Confindustria Cuneo - ha continuato Cesare Gallo, presidente dell’Aon Cb srl Insurance Brokers di Cuneo -. Metteremo tutto il nostro impegno per contraccambiare la fiducia accordataci dagli industriali della provincia, affinché l’accordo possa portare frutti ad entrambe le parti”. giovani imprenditori edili del piemonte Gianluca malacrino nuovo vicepresidente G iancluca Malacrino, titolare della Cauda Strade srl di Montà e vice-presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Edili - Ance Cuneo è stato eletto vice-presidente del comitato regionale Giovani Imprenditori Edili del Piemonte. L’imprenditore è stato nominato nei giorni scorsi durante la riunione per il rinnovo delle cariche per il triennio 2010-2012, tenutasi a Torino nella sede dell’Ance Piemonte. Del comitato regionale fanno parte anche la presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Edili - Ance Cuneo, Elena Lovera (della Costrade srl di Saluzzo) e Giorgia Olivero (della Somoter srl di Borgo San Dalmazzo), in qualità di componente sostituto. a“La provincia di Cuneo ha portato a casa un ottimo risultato – afferma Elena Lovera, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance Cuneo e vice-presidente uscente in seno al comitato regionale Giovani Imprenditori Edili del Piemonte -. Nell’ottica di un passaggio di consegne che culminerà il prossimo anno con la scadenza del mio mandato alla guida del Gruppo Giovani Imprenditori Edili dell’Ance Cuneo, ho ritenuto opportuno indicare Gianluca Malacrino per sostituirmi alla vice-presidenza del comitato regionale Giovani Imprenditori Edili del Piemonte, nell’ottica anche di assicurare una certa continuità al lavoro fin qui svolto sotto la mia vice-presidenza”. ance piemonte Convegno sulla ripresa del settore edile regionale Venerdì 2 luglio, presso il centro congressi dell’Unione industriale di Torino si è svolto il convegno dal titolo “Uniti per la ripresa del settore edile e dell’economia regionale”, in cui è stato presentato il III rapporto congiunturale sull’industria delle costruzioni in Piemonte. Alla tavola rotonda sul tema “Le condizioni per la ripresa del settore e dell’economia regionale” era presente anche il presidente di Ance Cuneo e del Centro Studi Ance Piemonte, Filippo Monge. La presentazione del rapporto è stata affidata al direttore del Centro Studi Ance, Antonio Gennari e al vice presidente Ance con delega al Centro Studi, Giorgio Gallesio. Le conclusioni sono state affidate al presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. aziende e imprenditori 18 Luglio 2010 N° 6 balocco cogein aldo balocco diventa “cavaliere del lavoro” Fiorenza Barbero N Stand all’Eire-Expo Real Estate di Milano Con un proprio stand ha partecipato anche la Cogein (Costruzioni generali industrializzate) Spa di Savigliano, associata alla Confindustria di Cuneo, all’Eire- Expo Real Estate, il Salone internazionale dedicato al settore immobiliare, tenutosi dall’8 al 10 giugno scorso a Milano presso il polo fieristico. “Non possiamo che dirci soddisfatti - commenta Mario Giletta, titolare dell’azienda e Capogruppo del Comitato del Settore edile di Ance Cuneo -. È la prima volta che partecipiamo a questo evento, che quest’anno ha riservato un’area espositiva di circa 3.000 metri quadri, la Social Housing Exibition, dedicata alla residenza sociale. In questa sede, insieme alla De-Ga di Torino abbiamo presentato, tra l’altro, un progetto di Social Housing (Progetto Share), che ha come caratteristica principale quella di essere autofinanziato. Esso prevede il coinvolgimento di operatori locali per massimizzare le relazioni con il territorio interessato e la partnership con operatori specialistici. Mette in atto una fase di monitoraggio delle esigenze, una di analisi dei dati e di una di gestione finale. Alla presentazione il progetto ha riscosso molto successo ed abbiamo già preso contatti con diverse Amministrazioni comunali che si sono dimostrate interessate”. TUTTO PER L’UFFICIO CARTA PER FOTOCOPIE - CANCELLERIA ARTICOLI DIDATTICI , CARTUCCE , TONER NASTRI PER STAMPANTI, FOTOCOPIATORI E FAX - ARTICOLI PER IL DISEGNO S. ALBANO STURA (CN) Via Cuneo, 31 Tel. (0172) 67.00.12 - Fax (0172) 05.60.81 - [email protected] negozio aperto al pubblico www.tegonline.it LAVORAZIONE ACCIAIO INOX dei Fratelli ROSSO Costanzo e Marco s.n.c CUNEO Via Pollino, 52 - Fraz. Ronchi Tel. e Fax: 0171 43393 e-mail: [email protected] Consorzio artigiano edile di restauro murale e deCorativo di edifiCi di interesse storiCo *<5,6 c =PH 0 4HNNPV c [LS c elle scorse settimane, a Roma, alla presenza del presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, si è tenuta la cerimonia di benvenuto dei venticinque nuovi cavalieri del lavoro per l’anno 2010 (la nomina è stata istituita nel 1901, e attualmente i cavalieri sono 583 in tutta Italia) che saranno ufficialmente insigniti dell’onoreficienza “che premia l’eccellenza dell’imprenditorialità italiana, volta alla crescita e al rilancio dell’economia”il prossimo 5 novembre al Quirinale, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tra gli stellati, due piemontesi, di cui un fossanese: Aldo Balocco presidente della Balocco spa, l’industria dolciaria nota nel mondo per panettoni, colombe e biscotti di qualità. L’abbiamo incontrato nell’azienda di via Santa Lucia a Fossano, e con lui abbiamo avuto una piacevole chiacchierata. Aldo Balocco, classe 1930, ha imparato in fretta a crescere restando orfano di madre poco dopo la nascita. “Purtroppo, non ho conosciuto mamma Lucia Cussino - confessa Balocco - ma le sue quattro sorelle, tutte più giovani di lei, e la nonna si sono prese cura di me fino all’età di otto anni, periodo in cui ho vissuto a Genola; poi, mio padre Francesco Antonio, pur non senza difficoltà, mi ha portato con sé a Fossano”. I Balocco, originari di Narzole, erano una famiglia numerosa: dodici fratelli e sorelle, con svariate attività commerciali e professionali, tra cui papà Francesco Antonio (da tutti chiamato Antonio) e zio Alfredo (che sposerà la sorella del famoso commediografo fossanese Aldo Nicolaj) con la passione per i dolci. Papà Balocco imparerà il mestiere facendo il garzone pasticcere da Converso a Bra e da Giordano a Torino, trasferendosi in un secondo tempo a Fossano per esercitare l’attività, mentre zio Alfredo, dopo qualche tempo nella città dalle quattro torri, aprirà rinomati negozi a Ventimiglia e Sanremo per poi espatriare in Colombia. Va da sé che il commercio è sempre stato nel Dna dei Balocco e la passione per i dolci un inprinting di famiglia. Nel 1927, papà Antonio, proprio sulla piazza antistante il maniero degli Acaja, rileva la pasticceria della famiglia Aghemo, con annessi laboratorio e abitazione, a cui seguirà un secondo negozio nella centrale via Roma sotto i portici di Il noto imprenditore fossanese, aveva preso in mano l’azienda dal padre Antonio negli anni Cinquanta. Oggi continuano l’attività i figli Alberto e Alessandra Aldo Balocco, Cavaliere del Lavoro palazzo Ferrua. “Ho respirato aria di dolci fin da bambino; non sono mai stato un tecnico, ma di certo un intenditore. Con papà - continua Balocco - si andava in laboratorio e in negozio; osservavo e qualche volta provavo a fare qualcosa”. Erano anni difficili, ricorda Aldo, gli anni della guerra in cui lui e il padre furono costretti a trasferirsi da Fossano a Dogliani, a casa di parenti, per sfuggire alle “brigate nere” della Repubblica Sociale che, in seguito, occuparono la casa ed entrambi i negozi smantellandoli. “Ricordo che, in quel periodo avevo 13 anni, non potendo frequentare la scuola, andavo per trifole nel podere attrezzato del presidente Einaudi confinante con Bricco Abbona. Di tartufi, allora, se ne trovavano parecchi ma non erano prodotto di nicchia”. Dopo le scuole medie, la scelta di iscriversi all’istituto per ragionieri Bonelli di Cuneo (a Fossano non esistevano ancora le superiori) e il trasferimento nel capoluogo di provincia, ospite dei numerosi parenti Cussino. Ricordi precisi e netti quelli che Aldo Balocco cita, tra cui date storiche e importanti quali: il 25 luglio ’43 in cui, a Fossano, assiste alla caduta del Fascismo, l’8 settembre dello stesso anno l’Armistizio e il 25 aprile ’45 la Liberazione, vissuta a Cuneo, con la discesa dei partigiani dalle vallate, i bombardamenti tedeschi che mietono le ultime vittime anche in centro città e la figura di Duccio Galimberti che, mesi prima, veniva giustiziato. E poi la ricostruzione, il rientro a Fossano e la tenacia del padre Antonio che, grazie alla sua lungimiranza e alla collaborazione di Aldo, rinnova il laboratorio e i due negozi. “Le materie prime erano poche - afferma Aldo - e si avevano grandi difficoltà nel reperirle”, ma l’idea di produrre marmellate a base di datteri portati dagli alleati dal nord Africa, riscosse grande successo, per poi passare a paste secche, savoiardi, amaretti, biscotti caramelle e wafer. La grande svolta, però, si ha negli anni ’50 con il passaggio dell’azienda da artigianale a industriale, con l’apertura di un nuovo e più grande laboratorio al 9 di via San Bernardo e l’inizio della produzione di panettoni. L’autore di questo cambio di pagina è il giovane Aldo che, dai libri di scuola, deve passare alla pratica lavorativa, con conseguenti responsabilità e timori. Ma i numeri crescono e nasce l’esigenza di un ulteriore espansione: nel settembre 1969, viene inaugurato l’attuale stabilimento di via Santa Lucia, che oggi vanta 44.000 mq di superficie produttiva, 120 milioni di euro di fatturato (+14% rispetto all’anno precedente) e una media di 300 addetti (circa 400 nella campagna natalizia): uno degli stabilimenti più moderni, efficienti e all’avanguardia d’Europa, con in corso la realizzazione di uno dei più grandi impianti fotovoltaici su copertura industriale del Piemonte. La Balocco è una delle aziende leader del settore conquistando le preferenze dolciarie di milioni di consumatori e il suo marchio è sinonimo di Made in Italy in oltre 50 Paesi nel mondo, con un fatturato netto dell’export che, a fine 2009, supera i 15 milioni di euro. Una realtà che non conosce crisi e continua a crescere: un merito all’intraprendenza e capacità imprenditoriale di Aldo Balocco che, ancora oggi, ogni giorno si reca in azienda, e grazie alla collaborazione dei figli Alberto e Alessandra, la terza generazione, il genero Ruggero e la nuora Susy. Parole chiave del loro operare sono: passione, responsabilità, impegno, credibilità, correttezza e responsabilità. Un marchio di famiglia che ha origini dall’iniziale dei loro nomi: dal nonno Antonio, al padre Aldo, ai figli Alberto e Alessandra, alla moglie Anna: casualità o volontà? Di certo un brand di famiglia … di classe A. Un premio alla carriera, quello di Cavaliere del Lavoro, assegnato ad Aldo Balocco self-made man e personalità di spicco del Piemonte e dell’Italia industriale del terzo millennio. Luglio 2010 N° 6 aziende e imprenditori gruppo ferrero presentato a roma il bilancio sociale Beppe Malò I l primo rapporto sulla Corporate Social Responsibility del Gruppo Ferrero è stato presentato a Roma il 22 giugno scorso presso la sede dell’Associazione Stampa Estera. Il documento è stato illustrato dal vice presidente di Ferrero International Francesco Paolo Fulci e dal docente di “Relazioni globali e Comunicazione interculturale” a Roma e New York, Toni Muzi Falconi. L’incontro, moderato dal direttore de “La Stampa” Mario Calabresi, è stato intitolato “Condividere i valori per creare valore” ed ha avuto per obiettivo quello di descrivere la strategia di responsabilità sociale e sostenibilità di cui si è dotata la multinazionale alimentare albese e le iniziative, coerenti in questa direzione, che sono state sviluppate in tutto il mondo. E proprio il ruolo etico e sociale dell’impresa è il pilastro su cui si basa la filosofia del Gruppo Ferrero, l’azienda italiana, con 18 stabilimenti produttivi (10 in Europa e 8 nel resto del mondo) che è stata capace di resistere alla crisi, grazie a solidi valori tramandati di generazione in generazione. “Partiamo dal principio - ha commentato il vicepresidente della Ferrero International, Francesco Paolo Fulci, nel corso della presentazione del bilancio sociale dell’azienda - che nessun business può essere condotto correttamente se prescinde dai valori etici. E su questo la Ferrero ha posto sempre una grandissima attenzione. Valori etici che si possono riassumere nel motto ‘lavorare creare e donare’. Ma questo non a parole ma nei fatti”. In campo sociale, il gruppo è impegnato con la Fondazione Ferrero, la quale si dedica, mediante un ampio ventaglio di attività sociali e culturali, a mantenere vivo e costante il rapporto con gli ex dipendenti Ferrero, consolidando il legame con il territorio. Un’altra importante iniziativa riguarda le “Imprese sociali”, basate su investimenti nelle zone più povere del mondo per migliorarne le condizioni di vita, destinando parte delle risorse che ne derivano ai loro abitanti e in particolare ai bambini. Per il pieno rispetto dell’ambiente, Ferrero mira a sviluppare una capacità di autoproduzione energetica pari al fabbisogno di tutti gli stabilimenti produttivi in Europa e di ridurre di almeno il 15% dei consumi di combustibili fossili e conseguentemente delle La responsabilità sociale rappresenta un impegno assunto dalla multinazionale nei confronti dei consumetaori Pietro Ferrero, Ceo del Gruppo con il fratello Giovanni emissioni di Co2 rispetto al 2007. “La responsabilità sociale - hanno voluto sottolineare Pietro e Giovanni Ferrero, Ceo del Gruppo - rappresenta per noi l’impegno sottoscritto nei confronti dei consumatori a raggiungere e mantenere l’eccellenza nella qualità dei nostri prodotti. Ed anche nel confrontarsi con relazioni sindacali ottime che fanno dei nostri stabilimenti luoghi all’avanguardia con un asilo nido attivo presso lo stabilimento di Alba, una palestra, trasporti comodi e sicuri per i dipendenti che vivono nei piccoli centri delle Langhe, attività culturali per gli ex dipendenti. Il nostro progetto ‘Imprese sociali’ ha lo scopo di migliorare la qualità della vita in alcune delle aree più disagiate al mondo. In questo senso abbiamo già organizzato imprese sociali in India, sud Africa e Camerun. In queste zone, parte del valore prodotto viene reinvestito localmente in progetti inerenti la salute, la sanità e l’istruzione”. Attualmente il gruppo Ferrero si colloca al 4º posto per fatturato fra le industrie dolciarie mondiali, dopo Nestlé, Kraft Foods e Mars. Il fatturato consolidato del gruppo nell’esercizio 2008/2009 è stato di circa 6,35 miliardi di euro, in crescita del 2,1% verso l’anno precedente, mentre l’utile netto si è assestato a 508 milioni di euro, in crescita del 40%. Nel mondo sono occupati oltre 21.600 dipendenti, con 38 compagnie operative per la vendita e 14 stabilimenti per la produzione. Sette di questi stabilimenti sono distribuiti in Europa e i rimanenti sette rispettivamente in Argentina, Australia, Brasile, Ecuador, Porto Rico, Canada e Stati Uniti. 19 fratelli groppo nuovi allestimenti in francia e piemonte Arredi a Montecarlo, Mondovì, Moncalieri e Cuneo D alla Costa Azzurra al Piemonte, tre nuovi allestimenti firmati Fratelli Groppo. Sfonda anche i confini nazionali la creatività della storica azienda di Sommariva Bosco. Prosegue infatti con successo l’attività oltralpe di Fratelli Groppo, come testimonia la recente realizzazione degli arredi della gioielleria Ciaudano a Montecarlo. Ubicata lungo la più importante arteria commerciale della città, la gioielleria è stata oggetto di un progetto di recupero spaziale finalizzato all’allestimento di una ottimale esposizione dei prodotti e di una più confortevole area clienti. Sempre a Montecarlo, Fratelli Groppo ha recentemente allestito il nuovo punto vendita gastronomico Le Petit Marché. L’idea progettuale di base è stata quella di rivisitare il tradizionale negozio di traiteur conferendo al locale un’immagine moderna ed accattivante. L’allestimento firmato per Le Petit Marché è soltanto l’ultimo, in ordine di tempo, realizzato recentemente da Fratelli Groppo Oltralpe. E a distanza di 10 anni dal primo progetto comune, prosegue anche la fruttuosa collaborazione tra Fratelli Groppo e la Cassa di Risparmio di Savigliano, attraverso la realizzazione degli arredi delle nuove filiali di Mondovì, Moncalieri e Cuneo. Tre nuovi progetti che testimoniano come la versatilità si confermi uno dei principali punti di forza che contraddistinguono la Fratelli Groppo. Il nuovo punto vendita gastronomico “Le Petit Marché” allestito a Montecarlo farm & chinetti ;d id Xd e ^ V i g ^ X ^ 9 ^ \ ^ iV a ^ Bjai^[jco^dcZ 8jcZdqBVYdccVYZaaÉDabdqiZa#%&,&)&''++qlll#\hXXc#^i"\hX@\hXXc#^i CUNEO Sede Il nuovo punto vendita gastronomico “Le Petit Marché” allestito a Montecarlo Inaugurata la nuova sede della Cri di Busca Alla presenza del commissario nazionale della Croce Rossa Rocca e del vicecommissario regionale Calvano, del commissario provinciale Peirone e delle autorità civili e militari è stata inuagurata, domenica 30 maggio, nell’ambito dei festeggiamenti per il 25esimo anniversario della sezione locale la nuova sede della Croce Rossa di Busca, presieduta dall’on.Teresio Delfino. L’opera, progettata dagli studii tecnici Bovetti di Centallo e Cervato-Grosso di Cervere, è stata realizzata dalla joint-venture tra le imprese edili Farm (famiglia Monge-Rabbone) di Savigliano e il gruppo imprenditoriale termoidraulico Schinetti (famiglia Berruti-Schinetti) di Torino. I lavori, durati 4 anni, sono costati più di un milione di euro. L’opera è stata finanziata, in parte, anche dalle Fondazioni Cassa di Risparmio di Cuneo e di Torino. Frazione Madonna dell’Olmo Via Torino, 187B Tel. 017167081 / 0171413344 Fax 0171414903 VARAZZE Filiale Liguria Via Parasio, 36/4B Tel./Fax 01996419 www.milanotraslochi.it e-mail: [email protected] aziende e imprenditori 20 Luglio 2010 N° 6 banca alpi marittime la sicurezza nelle attività sportive A Carrù un interessante convegno sulla messa in sicurezza degli impianti e sulla tutela della salute degli operatori coinvolti nella pratica e nell’organizzazione Silvia Marra È stata alta l’attenzione del folto pubblico, composto da responsabili di società sportive e medici, che ha preso parte martedì 22 giugno, presso il palazzetto dello sport di Carrù, al convegno “Sicurezza sul lavoro: applicazione nelle attività sportive”, organizzato dalla Banca Alpi Marittime di Carrù, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il Dipartimento di Traumatologia Ortopedia e Medicina del Lavoro. All’incontro molte le autorità presenti, dal sindaco di Carrù, Stefania Ieriti, al presidente della Provincia, Gianna Gancia, all’assessore allo Sport, alle Politiche giovanili e alle Associazioni di volontariato provinciali Giuseppe Lauria, al consigliere regionale onorevole Raffaele Costa, già ministro alla Sanità e presidente della Provincia, al presidente Scuola dello Sport Coni Piemonte, Paolo Sangrioli, al presidente del Coni della provincia di Cuneo, Attilio Bravi. Per la Banca Alpi Marittime hanno presenziato il in breve A Londra la decima Olimpiade della Mondo È stato siglato a fine maggio l’accordo tra il Locog (Comitato organizzatore dei Giochi olimpici di Londra 2012) e la Mondo di Gallo d’Alba, azienda che produce a livello internazionale pavimentazioni sportive, con il quale diventa fornitore ufficiale delle Olimpiadi e delle Paraolimpiadi del 2012. Mondo non fornirà solo i materiali, ma tutti i servizi di logistica e supporto tecnico sia nelle fasi precedenti, che durante e dopo l’intervento. L’azienda sarà in grado di coprire le esigenze di ben 10 diverse specialità sportive, tra cui alcune delle più rappresentative discipline olimpiche e delle importanti discipline paraolimpiche. Inoltre, per rispettare l’obiettivo di “Olimpiadi ad impatto zero” proposto per Londra 2012, Mondo ha accettato di fornire parte del materiale a noleggio, destinandoli a nuovo uso al termine dell’evento. Le premiazioni del Cfp Cebano Monregalese Folto pubblico al convegno svoltosi lo scorso 22 giugno al Palazzetto dello Sport di Carrù vice presidente, Domenico Massimino e il direttore generale Carlo Ramondetti. Oggetto di discussione i diversi problemi relativi alla gestione e alla messa in sicurezza degli impianti sportivi, frequentati da un numero molto elevato di cittadini di ogni età, nonché la tutela della salute degli operatori interessati all’organizzazione e alla pratica di attività sportive a livello amatoriale e professionistico. Particolare attenzione è stata dedicata al mondo del volontariato, che costituisce la base di molte attività nel nostro Paese. Al tavolo dei relatori, moderati dal giornalista Raffaele Sasso, responsabile dell’Ufficio Stampa della Bam, si sono succeduti Enrico Pira, professore ordinario Medicina del Lavoro Università degli Studi di Torino, il direttore della Spresal dell’Asl Cn 1, Santo Alfonzo, il presidente della Fisi del Piemonte, Piero Marocco, Mauro Crosio, della società Oro Blu, Giorgio Gaetani del Gruppo 2 G Consulting, il sovrintendente medico regionale dell’Inail del Piemonte, Pasquale Malavenda, l’avvocato Giovanni Lageard. Il Cine teatro “Borsi” di Ceva ha fatto da cornice, lo scorso 16 giugno, alla cerimonia di consegna degli attestati di qualifica e specializzazione a oltre 250 allievi dei 23 corsi del Centro di Formazione Professionale Cebano Monregalese, organizzati negli anni formativi 2007-2008 e 2008-2009. Sul palco erano presenti l’amministratore delegato del Cfp, Attilio Ferrero, i sindaci di Ceva, Alfredo Vizio e di Mondovì, Stefano Viglione, il vice presidente della Comunità Montana, Valli Tanaro, Cebano e Monregalese, Gianni Barberis, il direttore del Cfp Mario Barello e la responsabile della sede di Ceva, Simona Giacosa. Presentato il portale www.Montecarlonews.it Fare impresa in Costa azzurra e nel principato di Monaco, un’analisi vissuta attraverso esperienze italiane e monegasche. Queste le tematiche affrontate nella tavola rotonda organizzata ad inizio giugno nella Fnac di Monte Carlo, evento lancio legato ai primi 200 giorni di vita del quotidiano on line Montecarlonews.it. Moderati dall’editore della nuova testata web, Enrico Anghilante, già editore di www.targatocn.it e socio di Confindustria Cuneo, sono intervenuti al dibattito Alessandro Battaglia, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo e Kevin Hin, presidente della Jeune Chambre Economique monegasca. Lo scambio di idee si è soffermato sull’integrazione degli stranieri a Monaco e sulle “barriere” per lavorare in sinergia al di là dei confini. Il dibattito, inoltre, si è acceso sulla burocrazia legata al fare impresa in un confronto tra Francia e Principato di Monaco e sull’indice economico del Pil, percepito a Monaco il valore di più recente introduzione. i.r. classe del vallauri vince a “matematica senza frontiere” S econdo successo consecutivo, il terzo in sette anni, dell’Istituto “Vallauri” di Fossano nel concorso Matematica Senza Frontiere! Questa volta a vincere la classifica nazionale (nella categoria Istituti Tecnici Commerciali e per Geometri) è stata la seconda B IGEA, preparata dalla docente Matilde Aimetta, che nella competizione a squadre, rivolta alle seconde e alle terze superiori, ha ottenuto il miglior risultato con 43 punti. Matematica Senza Frontiere è un concorso che si caratterizza per la notevole varietà dei quesiti proposti, volti a stimolare la creatività personale, la collaborazione fra gli studenti e la capacità di esprimersi nelle lingue straniere: infatti gli studenti delle classi partecipanti, organizzatisi autonomamente in gruppi, hanno affrontato una prova di 10 (13 quesiti per le terze), con il compito di dare una risposta, unica per ciascuna classe, entro 90 minuti; inoltre il primo dei 10 quesiti è stato presentato in una lingua straniera, con obbligo di esporre la soluzione in una lingua a scelta fra Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo. Il concorso, nato in “a scuola di innovazione” Premiati Luca Bruno e Davide Bosio La classe II B Igea dell’Itis Vallauri di Fossano Francia nel 1990, vede attualmente coinvolti America (USA, Canada e Ecuador), Austria, Belgio, Bulgaria, Cina, Egitto, Emirati Arabi, Francia, Germania, Giordania, India, Italia, Lettonia, Libano, Madagascar, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Tunisia e Turchia con una partecipazione complessiva che è passata dai 2.400 iniziali a, nell’edizione 2009, oltre 242.000 studenti provenienti da 9.400 classi. Ventuno le seconde e terze del “Vallauri” partecipanti all’edizione 2010; tra queste, oltre alla seconda B IGEA, si segnalano in particolare le seconde E e G dell’indirizzo Iti, le terze A Elettrotecnica, D Informatica e A IGEA per risultati nettamente superiori alle medie nazionali di categoria. Dopo la correzione degli elaborati pervenuti all’Istituto coordinatore, il “Mosè Bianchi” di Monza, è stato pubblicato l’elenco delle squadre vincitrici: la premiazione si è svolta a fine aprile a Monza, con l’ormai tradizionale giro dell’autodromo (in pullman). Una raccolta dei testi (e delle soluzioni) delle ultime edizioni è reperibile sul sito www.matematicasenzafrontiere.it. Luca Bruno e Davide Bosio, che frequentano la 5ª B informatica del “Vallauri”, hanno ricevuto una menzione speciale nell’ambito del Forum Pubblica Amministrazione, mostra-convegno dell’innovazione che si è svolto a Roma dal 17 al 20 maggio. I due studenti hanno presentato il progetto “Controllo di un browser con puntamento laser via Wii”, un dispositivo che può aiutare un disabile nella navigazione internet. La giuria del concorso “A scuola di innovazione” ha conferito loro lo speciale riconoscimento nella categoria “Oggetti a sostegno della didattica per i diversamente abili”. Luglio 2010 N° 6 impresa e cultura 21 150° provincia secondo dopoguerra nella granda la ripresa fu più lenta rispetto al resto d’italia Fabrizio Gardinali E in un brutto 10 giugno del 1940 fu di nuovo guerra. A Cuneo si capì subito che era una sporca guerra, contro una Francia che era già quasi in ginocchio, contro gente che erano parenti, amici, conoscenti; sovente parlavano la stessa lingua; ancora più spesso avevano lavorato assieme. Poi era a casa. Oltre settemila furono gli sfollati delle alte valli, nelle zone prossime al confine. La misura della impreparazione dell’Italia. Il 17-18 giugno una squadriglia dell’aviazione francese sorvola Cuneo e, indisturbata, bombarda la zona fra corso Nizza e la stazione ferroviaria, per fortuna con pochi danni. La guerra sulle Alpi occidentali costò 600 morti e oltre 2.000 congelati per nulla. Mussolini aveva i suoi caduti da mettere sul tavolo della pace, convinto nella “ineluttabile” vittoria dell’alleato tedesco. Non furono invece che i primi di un disastro. Alla fine del Secondo conflitto mondiale la Granda contò 11.170 caduti e dispersi, il 18,6 per mille della popolazione. Fra i tanti momenti tragici sono rimasti particolarmente vivi alcuni. Uno la drammatica fine della Divisione alpina “Cuneense”, distrutta e mai sconfitta nelle steppe di Russia. Dei 16.500 effettivi 13.000 non tornarono mai più: di essi 5.800 erano cuneesi. L’altro è l’epopea della Resistenza. Mentre il 12 settembre del 1943 il maggiore Joachim Piper occupava Cuneo con la 11° Compagnia del III Battaglione 2° Reggimento Panzerngrandieren della Divisione SS Leibstandarte “Adolf Hitler”, la sera di quello stesso giorno Dante Livio Bianco, Duccio Galimberti e altri dieci compagni raggiungevano la chiesa di Madonna del Colletto, sulla displuviale fra le Valli Gesso e Stura, e costituivano la 1° Brigata“Italia Lo stabilimento della Celdit, alle porte di Cuneo, fu ultimato nel 1939 Libera”, la prima formazione di “Giustizia e Libertà”. Si costituiranno poi gruppi“autonomi”, per lo più filo monarchici, costituiti da ex militari, e i comunisti delle “Brigate Garibaldi”. Alla “Guerra di Liberazione” presero parte circa 12.000 partigiani. Vi furono momenti esaltanti, eccidi efferati, disperazione e infine, il 25 aprile del 1945, il trionfo. Era costato 2.000 caduti, 1.000 assassinati, 1.200 invalidi e 1.400 deportati. Valse tre medaglie d’oro: a Cuneo, Boves e Alba. Però la “primavera di bellezza” durò proprio poco. Al referendum del 2 giugno 1946 la provincia di Cuneo votò massicciamente per la monarchia, specie nelle campagne: il 56,2%. Ovviamente nelle elezioni per l’Assemblea Costituente il primo partito fu la Democrazia cristiana, un ruolo di preminenza che mantenne anche nelle consultazioni successive, almeno fino alla fine della “prima Repubblica”. La Granda si confermò sempre un’area fortemente moderata. Già ad un anno dalla fine del fascismo si era votato per non cambiare nulla o proprio poco. Scrive, con una nota di amarezza, Nuto Revelli: “Spinte dal basso non ne venivano, non potevano venire. Il contadino giudicava la politica un mestiere complicato e difficile, un ‘mestiere sporco’ da lasciare agli altri. Leggeva soltanto il bollettino parrocchiale, e imparava che le cooperative e il comunismo erano la stessa cosa. Considerava la proprietà, il fazzoletto di terra, la casa di pietra a secco, le due vacche magre, un bene da difendere con le unghie e con i denti”. (N. Revelli, “Il mondo dei vinti”, Einaudi, Torino, 1977). Intanto del 1947 la provincia di Cuneo è un po’ meno “granda”: in applicazione dei trattati di pace perde Briga e Tenda. C’è anche fervore per la difficile ricostruzione e un buon clima culturale. Ad Alba, mentre Ferrero e Miroglio gettano le basi delle loro DISTRIBUZIONE AUTOMATICA PERSONALIZZATA [email protected] www.sogeda.net grandi imprese, Beppe Fenoglio scriveva le sue storie che lasceranno il segno nella letteratura italiana e il “langhetto” Cesare Pavese dava alle stampe le sue migliori opere, prima di concludere tragicamente la sua vita in una stanza d’albergo di Torino. Pinot Gallizio iniziava il suo fantasioso percorso artistico che portò la “capitale delle Langhe” ad essere un centro dell’arte figurativa contemporanea. A Cuneo Gino Giordanengo fonda la rivista “Cuneo Provincia Granda” che vede fra gli “editori” l’Amministrazione Provinciale e la Camera di Commercio, e diverrà un importante strumento di diffusione e conoscenza della realtà economica, culturale e storica del Cuneese. Luigi Einaudi nel 1947 fu ministro del Bilancio e vice presidente del Consiglio dei Ministri e dal 1948 al 1955 Presidente della giovane Repubblica Italiana. Comunque la situazione del secondo dopoguerra è dura. Nel 1948 INSEGNE LUMINOSE dal 1952 illuminiamo Cuneo e Provincia LAVORAZIONE PLASTICA, PERSPEX, OGGETISTICA, ILLUMINAZIONE D’INTERNI, LETTERE SCATOLATE IN OTTONE ED ACCIAIO CARTELLONISTICA, TARGHE ANTICHIZZATE, DECORATE E INCISE, SOFFIERIA INTERNA. i disoccupati in provincia sono 20.000. Si avviò un progressivo esodo dalle campagne e dalle valli alpine specialmente verso Torino. Negli anni Cinquanta l’industria ebbe un’evoluzione molto lenta, tanto che si può parlare di decollo industriale solo nel periodo fra gli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo. Settori importanti erano, oltre le già citate Ferrero e Miroglio, nate rispettivamente nel 1946 e 1947, l’industria della carta a Verzuolo, che produceva carta da giornale, ricoprendo da sola oltre la metà del fabbisogno nazionale, e la Celdit di Cuneo, dove si fabbricava pasta di cellulosa. Il comparto metalmeccanico occupava il 25% degli addetti all’industria e di particolare importanza erano le “Officine di Savigliano”, che nel 1970 furono poi cedute alla Fiat. Indubbiamente a rallentare lo sviluppo era anche la cronica carenza di infrastrutture, specie viarie. Cuneo non aveva collegamenti veloci. Solo il 18 aprile 1956 l’Anas autorizza la realizzazione del tratto Ceva-Savona e il tronco sarà inaugurato il 27 gennaio 1960, primo tratto di quella che sarà la Torino-Savona, a tutt’oggi l’unica autostrada della Granda. Nel 1963, quando nel resto d’Italia la spinta del boom economico rallenta, a Cuneo si ha una svolta epocale. In frazione Ronchi installa una sua unità produttiva il colosso francese dei pneumatici Michelin, occupando inizialmente 1.300 lavoratori, destinati a toccare il numero di 4.000 unità. Un altro stabilimento sarà costruito a Fossano. Si avvia un periodo di crescita industriale del Cuneese che trasformerà radicalmente il volto e la vita dell’antica provincia contadina. impresa e cultura 22 libri Paolo Gerbaldo P er quali combinazioni si è originato, in Italia, il “miracolo economico”? è questa la domanda cruciale alla quale risponde la sintesi di Valerio Castronovo, storico contemporaneo attento alle problematiche economiche e d’impresa. Si tratta di un libro breve che, articolato in quattro intensi capitoli, dipana una lucida analisi dei vari snodi posti all’origine, secondo l’efficace definizione data dal britannico “Daily mail”del 25 maggio 1959, del “miracolo economico”. Partendo dal suo spunto iniziale, le trasformazioni in corso nell’Italia della fine degli anni Cinquanta, Castronovo si muove su un terreno di congiunzione tra i meccanismi economici, i mutamenti sociali, gli squilibri territoriali senza tralasciare la lettura data del “miracolo” dalla politica, dalla letteratura, dal cinema ricostruendo così anche lo scenario culturale di quegli anni. La ricerca dei segreti di un successo imprevisto nella rincorsa intrapresa dall’Italia ai Paesi di più antica tradizione industriale porta ad identificarli, prima di tutto, nella disponibilità di un serbatoio di manodopera a basso costo sommata ad attrezzature tecnologicamente avanzate e ad innovazioni di processo introdotte a partire dall’adozione del modello fordista. Economie di scala. Crescita della produttività. Prezzo costante della materie prime. Basso costo del denaro. Attivo della bilancia commerciale. A quest’insieme di fattori positivi si aggiunge la generale congiuntura favorevole e il ruolo del pubblico: “S’era venuta così formando una sorta di simbiosi fra mano pubblica e mano privata. La prima includeva soprattutto i settori di base (come la siderurgia, la cantieristica, i servizi telefonici, le risorse energetiche), mentre l’altra comprendeva per lo più i settori dei beni di consumo durevoli (dalle automobili ai pneumatici, dai motoscooter agli elettrodomestici, dai prodotti tessili alle materie plastiche, alle macchine da scrivere e contabili)” (p. 35). Una parte determinante tocca poi alle piccole imprese manifatturiere che “costituivano un patrimonio di risorse e attitudini di cui potevano avvalersi all’occorrenza grandi e medie imprese per decentrare alcuni segmenti di produzione calmierandone i costi” (p. 43) generando così Luglio 2010 N° 6 storia dell’economia convegno della fondazione elos ALLA SCOPERTA DELLE CAUSE DELL’ORIGINE DEL MIRACOLO ECONOMICO DELL’ITALIA la paura di affrontare il cambiamento Il p V. Castronovo, “L’Italia del miracolo economico”, Laterza, Roma-Bari 2010, pp. 150, euro 10. un indotto nei pressi dei principali stabilimenti. Sotto la lente di Castronovo trovano quindi spazio, con rapide ed efficaci pennellate, gli attori principali della crescita economica: politici, manager pubblici, imprenditori. Un mix vincente tra azione pubblica, funzione della grande industria privata e contributo determinante di tante piccole e piccolissime imprese. Queste ultime nate da imprenditori che, partiti dal nulla, scalano rapidamente posizioni grazie ad una “estrema parsimonia e frugalità nei modi di vita, ma soprattutto una dedizione assoluta al lavoro, concepita e vissuta come una sorta di credo religioso”(p. 83). La formazione di un nuovo ceto imprenditoriale e la diffusione sul territorio di attività produttive, già contenenti in sé l’idea del distretto industriale, risulta tra i tratti salienti della configurazione assunta dalla realtà italiana. Tali progressi, brevemente evocati, consentono perciò di collocare nel biennio 1960-61 il punto culminante del boom destinato ad esaurire la sua fase più acuta nel 1963. idee Fabrizio Gardinali “ Dalla globalizzazione alla centralità dell’uomo” è l’intrigante titolo dato all’incontro-conferenza tenutosi il 23 giugno a Cuneo, organizzata dalla Fondazione Elos, con il patrocinio di Confindustria e Provincia. Non proprio solito il promotore. La Fondazione Elos è in primo luogo un network no profit nato con l’intento di migliorare la qualità della vita e favorire lo sviluppo economico-sociale della comunità territoriale, creando opportunità di crescita personale e, attraverso questa, fornire prospettive di lavoro, amicizia, formazione e cultura per raggiungere una mentalità al passo dei tempi, ma non dimentica delle sue radici. Secondo il direttore di Elos, Raffaella Sella: “L’uomo, la famiglia, il lavoro e il territorio necessitano di risposte concrete, perciò diventa fondamentale provare a darle in un momento economico e finanziario così difficile”. In effetti, l’intervento di apertura della serata, “L’ansia per il futuro e le scelte di vita sulle quali proiettarsi per ricominciare da capo”, dello psicologo-formatore Steve Benedettini, è stato fortemente impostato sui temi della motivazione personale e dei cambiamenti nella socializzazione che si sono vissuti nelle società contemporanee. Gli antichi luoghi di aggregazione, dalla piazza del paese /HJUHQ]L3DROR 1RQRFFRUUHHVVHUHVWXSLGLSHUIDUHVFLRFFKH]]H ,O0XOLQRSDJLQH(XUR 6RVWLHQH3DROR/HJUHQ]LQHOVXRLQWULJDQWHYROXPHWWRFKH ODVWXSLGLWjQRQqDVVHQ]DGLLQWHOOLJHQ]DHSXzFROSLUHFKLXQTXHD GHWHUPLQDWHFRQGL]LRQLDQFKHOHSHUVRQHGRWDWHGLXQTXR]LHQWHGL LQWHOOLJHQ]DVXSHULRUH4XDOLVRQROHWUDSSROHHOHFLUFRVWDQ]HLGXWWLYH ³0DFRPHGLDYRORKRIDWWRD´"(TXDQWRFRQWDLOJLXGL]LRGHJOLDOWUL" /HJUHQ]LUDFFRQWDFRVDKDQQRGDGLUFLLQPHULWROHVFLHQ]HFRJQLWLYH DOODOXFHGLDOFXQLFDVLVWRULFLHGHSLVRGLGLFURQDFDUHFHQWH GD&OLQWRQDLFRUWLOLGLFDVDQRVWUD )DOODFL2ULDQD 6DLJRQHFRVuVLD 5L]]ROL6DJJLLWDOLDQLS(XUR all’osteria, al circolo, all’associazione culturale, sportiva, religiosa, hanno in gran parte lasciato spazio ai social-network che hanno assunto il ruolo di risposta all’esigenza comunicativa della gente. I modelli di vita attuali, uniti ad altri ritmi di lavoro, possono sovente ingenerare solitudine. E in tempi di crisi, quando gli orizzonti paiono ridursi, si cade facilmente nell’autoreferenzialità e nella chiusura mentale, proprio nei momenti nei quali è più necessaria la creatività, la fantasia, perché no, il sogno, che non è detto non possa trasformarsi in realtà. “Investire in novità, aggiornare la mentalità può diventare un must - asserisce Benedettini -. Si deve lottare invece di ingigantire il problema; adattarsi con umiltà al cambiamento fino ad entrare in sintonia con esso”. Concetti in parte ripresi da Gaetano Felli, vice presidente della PKarton. “La globalizzazione ha fornito un numero abnorme di informazioni però ha anche in parte opacizzato il nostro io e ci ha fatto dimenticare la ricchezza delle relazioni umane e i valori etici. La globalizzazione ha fornito in sostanza l’economia però a volte eliminando valori di correttezza. è necessario recuperare i valori morali legati al nostro territorio e che sono stati il collante dei nostri avi”. Paolo Torregrossa ha affrontato il tema del pensiero strategico dell’impresa e della necessità della sua modificazione. Singolare il suo approccio, basato in primo luogo sulla percezione della crisi economica e sui riflessi a carico della gente comune.“è da quindici anni che calano i consumi e il Paese non cresce - afferma -. Dal settembre 2008 gli organi di informazione hanno iniziato a dirci che c’è la crisi e l’effetto mediatico è stato notevole”. Per quanto riguarda l’impatto sulla popolazione, secondo l’economista, è, almeno da noi, sentito in modo minore rispetto ad altre realtà, in quanto è da tre lustri che si sono rivisti al basso, da singoli e famiglie, i livelli di consumo. “Levitt negli anni Sessanta - prosegue - aveva già ipotizzato le cause che potevano mettere in crisi il nostro sistema economico capitalistico: era il Vivere e i miti”. E definisce i miti: la convinzione dell’infinita crescita della domanda; il fatto che molte aziende sono persuase che non esistono alternative a ciò che loro fanno; che la produzione di massa e la riduzione dei costi siano fattori di salvaguardia dell’impresa e che ricerca e lo sviluppo assicurino di per sé la crescita. “Oggi la crisi esiste - dice Torregrossa -. C’è però qualcosa che si può fare per uscire da essa: affrontare il cambiamento. Bisogna tornare a fare cose scomode, appunto cambiare, cioè decidere se ridurre, aumentare, togliere e creare. Operazioni che, se fatte bene, sono a costo zero”. manifesti grafica multipli cornici 1HOGRSRLUHSRUWDJHGDO9LHWQDPGHO6XGSRLUDFFROWLLQ1LHQWHHFRVu VuD2ULDQD)DOODFLYLHQHLQYLWDWDGDOJRYHUQRGL+R&KL0LQKDYLVLWDUHLO 9LHWQDPGHO1RUG&RVuFRPHQHO6XGDYHYDFRQGDQQDWRODSROLWLFDHVWHUD DPHULFDQDTXLVDUjODSULPDDHVSULPHUHSRVL]LRQLFULWLFKHFRQWURXQUHJLPH LPPRELOHFXSR³FKLXVRDFKLDYHLQXQDPXUDJOLDLGHRORJLFD´'DOOD&DPERJLD D3KQRP3HQKUDFFRQWDQGRGHLNKPHUURVVLHGHOO¶DVWXWLVVLPRUH6LKDQRXN ,Q¿QH2ULDQDWRUQDD6DLJRQSHUGRFXPHQWDUHODVFRQ¿WWDDPHULFDQD 5DFFROWLSHUODSULPDYROWDLQXQOLEURLVXRLUHSRUWDJHGDQQRODPLVXUD QRQVRORGHOFRUDJJLRHGHOO¶DFXWH]]DGLXQDJLRUQDOLVWDGLSULPDOLQHD PDDQFKHGHOODVXDLPPHQVDJUDQGH]]DGLVFULWWULFH CUNEO Piazza Europa,3 Tel. 0171 67 331 Corso Nizza,1 Tel. 0171 60 13 13 CUNEO www.ippogrifo.com tel. 0171 690821 Via XX Settembre - angolo C.so Dante Luglio 2010 impresa e cultura N° 6 23 l’industria saccarifera italiana sto ria a savigliano uno dei primi zuccherifici La Maraini & C cessò la sua attività alla vigilia della Prima Guerra mondiale parte dei locali annessi alla locale stazione ferroviaria. Secondo le notizie apparse Sulle condizioni dell’agricoltura e delle classi rurali in Provincia di Cuneo del 1880, sappiamo che “il barone Gregorio Cavalchino, incaricato di provvedere all’esecuzione di tale impianto, ravvisò conveniente prima di sobbarcare la Società delle ingenti spese per” l’acquisto dei macchinari, fare un tentativo con delle apparecchiature più semplici e meno costose. Opportuno “fu il savio consiglio” perché, dopo un breve periodo di attività, la fabbrica dovette chiudere a causa della scarsa qualità delle “barbabietole coltivate nei dintorni di Savigliano, più adatte alla produzione dell’alcool che all’estrazione dello zuccaro”. è importante ricordare che in Italia, almeno fino al 1880, “non si assiste che ad isolati e fallimentari tentativi” di coltivazione della bietola e della produzione saccarifera ad essa collegata. Questi primi tentativi - a prescindere dai risultati non certo esaltanti - servirono però sia a migliorare le fasi della lavorazione sia a sperimentare sementi e colture di piante più ricche di sostanze zuccherine. Negli anni seguenti, grazie ai provvedimenti legislativi protezionistici deliberati dal parlamento e alle capacità manageriali di alcuni imprenditori, vi fu una ripresa che consentì alle industrie di cogliere i primi successi. Sul finire del 1800 il rilancio del settore avvenne soprattutto grazie all’opera dell’industriale Emilio Maraini, nato a Lugano nel 1853, che seppe mettere a frutto la propria competenza tecni- Pierpaolo Bindolo L e caratteristiche assunte dal mercato e dalla produzione dello zucchero in Italia sono il risultato dei progressi raggiunti - abbastanza recentemente - sia nelle tecniche impiegate nella lavorazione sia nella coltivazione della barbabietola. Infatti, almeno fino alla fine del XIX secolo, lo zucchero consumato in Piemonte e in buona parte della Penisola era quello di canna, prodotto nelle colonie portoghesi e nel Centro America. Nella nostra regione il più ricercato e utilizzato era la qualità Madera, che dopo un lungo viaggio per mare veniva lavorato e poi stoccato nei magazzini del porto di Genova, per poi raggiungere i mercati delle città e dei paesi del nord. Molto più grezzo e meno raffinato di quello attuale, era considerato un articolo di lusso e usato anche come medicinale; l’aristocrazia di allora lo proponeva massicciamente nei suoi menù, anche per ostentare la propria potenza e ricchezza. è importante ricordare che in Italia la domanda di zucchero crebbe in maniera costante, soprattutto in seguito alla diffusione di alcuni alimenti come il caffé e il cioccolato. Al pari di altri cibi il saccarosio, almeno fino al XVIII secolo, fu un elemento di distinzione sociale fra la maggior parte della popolazione, che non poteva permettersi certe “creazioni culinarie” e una minoranza, che ostentava la propria potenza anche attraverso il cibo. Negli anni successivi, l’aumento dei consumi fu favorito dal declino del prezzo, determinato dall’incremento delle produzioni nel continente americano e dall’ingresso sui mercati dello zucchero derivato dalla barbabietola europea. Come ha affermato il più illustre storico in materia Sidney W. Mintz, sembra inoltre “che non vi siano dubbi che lo zucchero e i suoi derivati siano stati introdotti tra i gusti delle classi proletarie dal sistema della fabbrica, per l’importanza da esso attribuita al risparmio di tempo”nella preparazione e conservazione delle vivande e per il grande apporto di calorie che tale sostanza poteva offrire per “i lavori spossanti”. In pratica con l’industrializzazione si verificò il passaggio da una cucina costosa in termini di cottura e di tempo, ad una “più conveniente”, dove il dolcificante divenne uno degli ingredienti più utilizzati per dare gusto e forza agli alimenti. In Italia a partire dai primi decenni del 1800, per soddisfare la richiesta interna e calmierare il rialzo prezzi, gli esponenti del mondo politico e produttivo cercarono di introdurre in alcune zone, fra cui il Cuneese, la coltivazione della barbabietola. Ci vollero però diversi anni perché gli agricoltori acquisissero quelle nozioni e l’esperienza necessaria affinché si ottenessero discreti raccolti. Nelle campagne vi era inoltre una diffidenza culturale - poi superata - nei confronti di una coltivazione nuova e imposta dall’alto. Tra le prime esperienze industriali della nascente industria italiana per l’estrazione dello zucchero di barbabietola va ricordato il caso della Società anonima di Savigliano. Tale ente, costituitosi nel 1872, allestì lo stabilimento e le attrezzature in una ca e commerciale maturata in diversi anni passati alle dipendenze di ditte estere. Con l’acquisto di moderni macchinari e la riorganizzazione e riapertura di due vecchi stabilimenti come quello di Rieti nel 1888 e di Savigliano nel 1891, egli in poco tempo divenne il maggior produttore di zucchero di barbabietola in Italia. Nel 1892, i due impianti producevano circa 1.110 tonnellate di zucchero. Secondo le relazioni della Camera di Commercio Industria e Agricoltura “sull’andamento economico della provincia di Cuneo”, risulta che nel 1907 “la Società per l’estrazione dello zucchero di barbabietole in Savigliano dava lavoro a 150 operai”; nel 1906 nella nostra provincia la superficie coltivata a barbabietole era di 500 ettari. è importante ricordare che l’opera dell’industriale Maraini, autore di alcune pubblicazioni scientifiche sulla coltivazione e lavorazione della barbabietola edite anche a Savigliano, sono state oggetto di un recente studio, “L’industria dello Zucchero”, di Elisabetta Tonizzi. Secondo la docente dell’Università di Genova, “gli esiti positivi ottenuti a Rieti e Savigliano si devono all’intelligenza operativa dell’imprenditore elvetico, che riuscì a coniugare adeguate disponibilità finanziarie, da cui derivò la possibilità di avvalersi delle tecnologie più sperimentate, e del personale dirigente più competente, oltre al collegamento e alla collaborazione dei coltivatori”locali. Prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, quando ormai la produzione italiana riusciva a coprire la domanda e la richiesta interna di zucchero, la società Maraini & C di Savigliano - per motivi ancora da chiarire - cessò la propria attività. In questo quadro però è di particolare interesse mettere in evidenza come, fin dal 1872, le alterne vicende legate allo stabilimento saviglianese siano state di fondamentale importanza per consentire quei perfezionamenti e miglioramenti tecnici e scientifici che permisero lo sviluppo e l’affermazione dell’industria saccarifera in Italia. FRSLHGHGLFDWHDL92675,)8785,&/,(17, Imprenditori, professionisti, associati Confindustria, aziende, uffici acquisti e tecnici: ASSL • AZIENDE ASSOCIATE CONFINDUSTRIA CUNEO • BANCHE SPORTELI E FILIALI PRINCIPALI IN PROVINCIA • DI COMMERCIO COMPONENTI SISTEMA CONFEDERALE • FINANZIARI, CONSIGLIO • CLUB DIRIGENTI VENDITA E CONSIGLIERI DEI 250 COMUNI DELLA PROVINCIA • ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA, ECC • GIORNALISTI ISCRITTI MARKETING UIC • CAMERA CONFINDUSTRIA E DISTRETTI SCOLASTICI • ENTI VARI UFFICI ALL’ALBO, GIORNALI SETTIMANALI, PERIODICI, RADIO, TV • INDUSTRIALI E LORO UFFICI ACQUISTI • NOMINATIVI INDOTTO PUBBLICITARIO • ORDINI PROFESSIONALI PERITI • ORDINI PROFESSIONALI COMMERCIALISTI PROFESSIONALI • ARCHITETTI ORDINI SEGRETERIE SUPERIORI, SEDI UNIVERSITARIE • PROFESSIONALI • ORDINI PROFESSIONALI CONSULENTI PARLAMENTARI, POLITICI, DEL AVVOCATI LAVORO PARTITI, • E PROCURATORI ORDINI CONSIGLIERI • PROFESSIONALI REGIONALI E ORDINI PROFESSIONALI INGEGNERI PROVINCIALI, • ORDINI SCUOLE [email protected] 3HUOHLQVHU]LRQLSXEEOLFLWDULH _)D[__SURJJL#SDUWQHUVFQLW