messina - Centonove
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ANNO XX N. 1 11 GENNAIO 2013 EURO 1,50 Francantonio Genovese. Accanto Gianpiero DʼAlia BeppeAlfano De Vita e Navarra si preparano a sostituire Tomasello. Pronto a guidare la Fondazione delle polemiche PAG.18 Franco Tomasello centonove Ateneo di Messina, la grande corsa Beppe Alfano, una verità a metà Si celebra il ventennale dalla morte del giornalista. Ma da Reggio si segue una nuova pista... PAG. 20 Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) ELEZIONI Blindati FRANCANTONIO GENOVESE E GIANPIERO D’ALIA SI RIVELANO I MATTATORI DEI GIOCHI POLITICI REGIONALI. ECCO LA MAPPA TRA CENTRO E SINISTRA. DESTINATA A CAMBIARE IL VOLTO DEL GOVERNO NAZIONALE 11 GENNAIO 2013 il punto centonove EDIT Ricchi e poveri alla Regione LA PATTUGLIA DI deputati Grillini ha restituito il “maltolto” della politica: rispetto ai quasi 15mila euro mensili che toccano a ogni deputato hanno rimesso in un salvadanaio il 70% della somma, destinandola a un fondo per il microcredito. Non sappiamo quanti degli altri 75 inquilini dellʼArs seguiranno lʼesempio. Ma un dato è certo: da oggi ci sono i deputati “ricchi” e quelli “poveri”. I primi passi del presidente dellʼArs Giovanni Ardizzone e del presidente Rosario Crocetta hanno operato per un taglio lineare del 20%. Mai si è registrata una informazione più attenta verso il Palazzo, da quando si è insediato il nuovo format crocettiano e mancano i giornalisti interni a fare da portavoce. Lʼaltro aspetto che emerge prepotente, dopo le visite della Guardia di Finanza allʼArs, è la quantità di fondi a disposizione dei gruppi, dove il concetto di rendicontazione risulta quanto mai atipico. Fa riflettere il fatto che Francesco Scoma, capogruppo Pdl, ha chiesto soldi in anticipo allʼArs per potere pagare i debiti pregressi. E alcuni politici, come Francesco Musotto, che passavano a ritirare cash da 45mila euro, ora siano arrivati alle querele incrociate con Raffaele Lombardo. Spettacolini deliziosi, da fare registrare e trasmettere nelle scuole siciliane, come modus operandi della politica isolana al posto del corso sul dialetto gallo-siculo cui tanto teneva il governatore autonomista, intento ora a scodinzolare tra Berlusconi e Tabacci mentre Crocetta si inebria. Ha preso il suo Megafono e vuole tentare il salto nazionale. Grande errore: non ha dimostrato ancora i primi passi della Revolution e già si monta la testa. Basterebbe non studiare gli storici come Callia che parlò dei tiranni di Gela, ma verificare le sciocchezze strategiche fatte dal suo illustre predecessore. Delle quali le ferite sono ancora aperte. Democrazia in offerta speciale I cittadini hanno necessità di capire quali forze intendono battersi per la giustizia sociale. Ma si ritrovano una miriade di candidati che inseguono solo il sogno di una carriera parlamentare DI GIOVANNI FRAZZICA BERLUSCONI DICE che la recessione ha fatto aumentare la criminalità e lo fa a ragion veduta perché evidentemente i suoi esperti gli avranno fornito dati sufficienti per asserire questa palpabile tesi. Gli indicatori del disagio sono tuttavia molteplici e si percepiscono a vista, i venditori di fazzolettini ai semafori sono più aggressivi e camminando nelle strade si nota come la lobby che controlla lʼaccattonaggio ha introdotto nuovi soggetti capaci di stimolare maggiormente lʼumana pietà: giovani, vittime di orrende mutilazioni, donne inginocchiate per terra che piangono e pregano, per superare lʼindifferenza di una popolazione, un tempo generosa, costretta però a ripiegare sulla cura degli affari propri. Ed il collo dellʼimbuto di questa triste vicenda dellʼeconomia nazionale appare ancora una volta la politica. Portata a scadenza leggermente anticipata la fine naturale della legislatura, il Popolo italiano viene chiamato ad “eleggere” o per meglio dire a ratificare i nuovi parlamentari nominati dalle Segreterie dei partiti. Tenendo ovviamente nella dovuta considerazione sia le misteriose parlamentarie di Grillo che le chiacchierate primarie del Pd, entrambe ben lontane dal costituire un elemento seriamente sostitutivo di una legge elettorale, il porcellum, che il Parlamento, il Governo ed il Presidente della Repubblica hanno ritenuto indecente, senza peraltro riuscire a cambiarla. Eʼ una cosa orribile che proprio la legge elettorale sia uno sfregio alla Democrazia del nostro Paese. Il termine democrazia deriva dal greco démos: popolo e cràtos: potere, ed etimologicamente significa: governo del popolo. Con un pizzico di cinismo Winston Churchill diceva: “Molte forme di governo sono state sperimentate in questo mondo. Nessuno ha la pretesa che Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile la democrazia sia perfetta o onnisciente. Infatti, è stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo ad eccezione di tutte le altre forme che sono state sperimentate di volta in volta”. In effetti il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola versione, ma ha trovato nel tempo diverse espressioni ed applicazioni (democrazia diretta, democrazia rappresentativa etc.), però tutte tendenti alla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare. Ma non a tutti piace il governo del popolo, per questo la democrazia è attaccata dal basso e dallʼalto, dai potentati economici come da quelli criminali perché solo nella democrazia, i cittadini possono far sentire la loro voce e candidarsi a gestire la cosa pubblica e, non a caso, il tradimento delle radici costituzionali della Repubblica coincide con lʼabbandono di una politica di giustizia sociale che in Italia si era costruita in tanti anni a piccoli passi ed al prezzo di lotte e sacrifici. Oggi i cittadini, soprattutto quelli dei ceti medio bassi, avrebbero la necessità di capire con chiarezza quali sono le forze che intendono battersi per la giustizia sociale e per la democrazia, per la libertà e lʼeguaglianza, contro le mafie imperanti ed il neoliberismo che avanza. E invece si ritrovano una selva di partiti ed una miriade di candidati spesso improvvisati che inseguono, molti invano, il sogno di una carriera di parlamentare. Troppi simboli, troppe liste, una apparente abbondanza di offerta di partecipazione alla vita pubblica che in realtà è il punto più alto di una confusione organizzata per impedire al cittadino un orientamento certo. A pensarci bene è lʼultimo ed il più sofisticato attacco che sia mai stato portato avanti contro la Democrazia sostanziale del nostro Paese. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi pagina 2 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 11 GENNAIO 2013 PRIMO PIANO Rinnovamento “blindato” TOP SECRET La composizione delle liste sconfessa il cambio di passo annunciato dai partiti AREA DELLO STRETTO 6/7 A PAGINA Monti, palla al Centro Antonio Samiani nuovo comandante Si definiscono le scelte della grande alleanza con il premier A PAGINA 8 MESSINA. Sarà Antonio Samiani il nuovo comandante della Capitaneria dellʼArea dello Stretto. Prende il posto di Antonio Musolino che, a seguito degli accorpamenti di funzioni sulle capitanerie entrati in funzione con le disposizioni di legge dal primo gennaio, viene trasferito a Roma. Samiani rientra in città dopo un periodo passato a Roma al Ministero. Sofia, La Martino di sinistra Insegnante precaria e di storica famiglia liberale, è numero due di Sel A PAGINA 9 Pdl, l’incognita Formica La riconferma di Garofalo subordinata alla scelta del deputato dellʼArs A PAGINA 10 La Russa e l’uomo... Ragno Il fondatore di Fratelli dʼItalia fa tornare in prima linea lʼex assessore di An. Ma il nuovo partito non piace a Messina Conferenza della Dia a Catania PAG. Alfano, verità a metà La Globalizzazione possibile Le piste legate allʼomicidio del cronista Edito da Laterza “Il diritto di avere diritti” del giurista Stefano Rodotà A PAGINA 41 A PAGINA A PAGINA 11 POLITICA 20/21 Attenzione, caduta palazzi A PAGINA Si sgretola il partito che ha vinto le amministrative del 2008. Ecco perchè A PAGINA 12/13 22 Catania, bufera “Nuova Ionia” Mafia e business dei rifiuti dietro la raccolta affidata dallʼAto A PAGINA 23 Rally, la volata della Sgb Lʼofficina studi medievali riconosciuto dal ministero di “interesse Storico Particolarmente Importante” A PAGINA AllʼOrientale Sicula incisioni e oli del maestro A PAGINA 43 RUBRICHE A PAGINA 24/25 L’asilo dei misteri A Pettineo riprendono le lezioni dopo la sospensione delle maestre A PAGINA 27 ECONOMIA PAG. 29 Riscossione, crollano le Entrate Si stima il 33% in meno per le casse regionali A PAGINA 29 Tutti giù per Terra Un voto (poco) Composto A PAGINA Un volto per Roccalumera 4/5 28 28 34 34 34 34 40 44/45 46/47 46 46 47 47 47 Settegiorni Qui Scuola Istruzioni per l'Uso Consumatori Uomini & Business Notizie dai consulenti Consumatori La Classifica Weekend Lettere & Commenti Messina Drastica/Heritage Ecologia e Ambiente Alfabeto Minimo Eliodoro/150 Parole da Palermo Antibuddaci/Animal House I giovani tornano ai lavori primari A Taormina scoppia il toto-sindco A PAGINA 42 Togo, cuore di Sicilia Da cinque piloti a prima scuderia automobilistica della Sicilia Giuseppe Vita DIMISSIONI Prova a dire Ispi Lo stabile “ballerino” di centro città, in via Giordano Bruno 2013, fuga dal Pdl 23 14 A Roccalumera, il movimento di Walter Marisca potrebbe lanciare Carmelo Stracuzzi A PAGINA 15 Ops, ho perso le determine La verità sugli atti non pubblicati dalla Provincia A PAGINA 16 La tela di Maria 30/31 POSTER Quei reperti di Montalbano Indagine della procura di Messina su allacci abusivi alla rete A PAGINA 17 Nuovi ritrovamenti a poca distanza dallʼaltipiano megalitico dellʼArgimusco A PAGINA 38/39 Rettorato, la grande corsa Com’era rock Palermo LʼUniversità di Messina si prepara a sostituire lʼuscente Tomasello La storia della musica dagli anni Quaranta ai giorni nostri nel capoluogo A PAGINA 18/19 A PAGINA Fondi Ue e fonti energetiche Incarico in vista per Pezzina PALERMO. Sarà Antonello Pezzina, manager con esperienze in Confindustria, il manager incaricato da Rosario Crocetta per seguire i finanziamenti Ue relativi alle fonti energetiche. Pezzina ha già seguito progetti di sviluppo ecosostenibile in società consortili tra Gela e Caltagirone. MESSINA. È ormai certo: lʼesposizione delle icone bizantine nella città di Messina avverrà nel prossimo mese di marzo. Già in questo mese si provvederà, infatti, allʼimballaggio ad Atene e poi al trasporto delle icone. A breve sarà definita pure lʼimpaginazione del catalogo ormai pronto, con le schede tecniche delle immagini e i contributi storici. Pascoli, il perfezionista Metano, Italgas nella rete REGIONE Le icone bizantine a Messina Mostra-evento entro marzo 33 Al convegno di Messina le nuove scoperte di Vincenzo Fera A PAGINA 36/37 SICILIA MESSINA. Il Megafono di Crocetta perde pezzi a Messina. Il coordinatore del movimento, Giuseppe Ardizzone, si è formalmente dimesso dall'incarico di coordinatore "in pectore". A prendere le redini del movimento sarà Lucia Tarro Celi, tra le prime a fondare il circolo Crocetta a Messina. Allʼorigine della decisione, disparità di vedute col presidente sul ruolo del movimento in rapporto al Pd. ACCORDI Tessuti e ricami con i vecchi telai del ʻ700. Il progetto nato a San Marco dʼAlunzio A PAGINA Megafono di Crocetta Lascia Giuseppe Ardizzone 40 pagina 3 Esoscheletri a Taormina PAG. 35 11 GENNAIO 2013 CHI SALE L Roberto Corona MESSINA. Il referente messinese del segretario Popolo delle Libertà Angelino Alfano, è un recordman di “figliocci”: solo a San Marco dʼAlunzio, il paese che gli ha dato i natali, un buontempone gliene ha contati ben novantotto. L Paolo Magaudda MESSINA. Intervistato dagli occupanti del Teatro Pinelli, il sovrintendente del Teatro Vittorio Emanuele è stato schietto e sincero. Parlando di padrini politici, ha detto: «Tutti ne hanno uno, anche io, è inutile dire che non è così. Ma il mio, Antonio Martino, non si è mai ingerito nelle vicende dellʼEnte». LGiovanni Caramazza PALERMO. Già reggente del Coni Sicilia e presidente del Comitato provinciale Palermo, è l'unico candidato a presidente del Coni Sicilia. Dal 23 gennaio, giorno in cui si svolgerà l'Assemblea elettiva, sarà il nuovo presidente. «Sono molto soddisfatto di questo riconoscimento che è una vittoria di tutto il comitato», ha spiegato. L Attilio Bolzoni CATANIA. Il giornalista di Repubblica ha vinto l'edizione 2012 del premio intitolato a Giuseppe Fava, ucciso il 5 gennaio del 1984 dalla mafia a Catania. Il riconoscimento, giunto all'ottava edizione, gli è stato consegnato nel capoluogo etneo durante una manifestazione per commemorare il giornalista ucciso 29 anni fa. L Francesca Gangi CATANIA. Il segretario generale della Provincia di Catania raddoppia. Il commissario straordinario Antonella Liotta, infatti, le ha conferito anche l'incarico di direttore generale, riconoscendo le necessarie qualità professionale e nel rispetto della riduzione dei costi. Il precedente direttore generale Carmen Madonia percepiva circa 200.000 euro l'anno. 7giorni centonove MESSINA. FISSATO PER IL 14 L’INCARICO PER L’AUTOPSIA SOCIETA’ Bimba morta, 12 indagati Nizza di Sicilia, un festival per Simone Neri Laura era nata prematura 10 giorni prima. Difesa boomerang del Policlinico universitario MESSINA. Il sostituto procuratore Federica Rende ha iscritto nel registro degli indagati, per il decesso della bimba di appena 12 giorni, avvenuto la notte di Natale, altri tre medici del Policlinico: due del reparto di Neonatologia e uno del reparto Ostetricia e Ginecologia. Nata prematura il 14 Dicembre, Laura, secondo la denuncia dei genitori, era stata dimessa dallʼospedale velocemente. Tornata a casa, la bambina aveva manifestato, sin da subito, delle difficoltà ad alimentarsi. I genitori allarmati per i sintomi che presentava la neonata (addome rigonfio e perdite di liquido verdastro da bocca e naso) avevano chiesto lʼintervento medico. Per questo motivo era stata trasportata dʼurgenza al Pronto Soccorso pediatrico e ricoverata in Terapia Intensiva al Policlinico, dove è morta nella notte tra il 25 e il 26 Dicembre. I genitori avevano denunciato lʼaccaduto alla Polizia, specificando che la bimba non era mai stata trasferita in unʼincubatrice. Ora, con i nuovi iscritti, sale a 12 il numero dei medici indagati, coinvolti nella vicenda. Sul registro degli indagati sono finiti tra gli altri: Carmela Caruso, Antonina Bonarrigo, Antonina Paolata, Antonella Palamara, Matteo Antonino Centorrino, Maria Signer, Amiel Warm, Giorgio Lamberti, Gianfranco Scalfari, Per il 14 gennaio è fissato il conferimento dellʼincarico ai medici legali, Nicola Bufferli, Manlio Lo Cascio e Mario Materazzo, che devono stabilire le cause della morte e le eventuali responsabilità. Il Policlinico aveva sottolineato che la piccola era arrivata il 25 incondizioni disperate, non facendo menzione che la bambina era nata nellʼazienda universitaria 10 giorni prima. NIZZA DI SICILIA. Si è conclusa la seconda edizione della kermesse canora del “Music Festival Astro Nascente”, rivolta ai talenti siciliani. Una manifestazione dedicata al ricordo di Simone Neri, lʼeroe di Giampilieri, che ha visto la partecipazione di Gabriel Greco, della cantante catanese, Antonella Arancio e Iskra Menarini, vocalist di Lucio Dalla. Una borsa di studio intitolata a Simone Neri è stata consegnata per la categoria junior il trio Claudio, Irene e Luisa Tropea di Giarre. Il secondo e terzo posto è andato ad Ademara di Nuzzo di Roccalumera e Giorgia Morano di Catania. Per la categoria senior al primo posto Devil Monaco di Palazzolo Acreide (SR), al secondo posto Giovanni Saccà di S.Alessio e terzo, Ludovica Caniglia di Ramacca. Infine per la categoria Over primo Giovanni Carbonaro, secondo e terzo a Santino Marino e Marsia Barbera. (g.p.) Orlando sindaco più amato, Buzzanca penultimo MESSINA. Leoluca Orlando a Palermo e Marco Zambuto sono rispettivamente il secondo e il terzo sindaco più amati dagli italiani. Il primo è Vincenzo De Luca alla guida di Salerno. Lo stabilisce il sondaggio annuale Governance Poll, condotto da Ipr Marketing per il quotidiano Il Sole 24 ore. Ma il dato più importante rilevato dal sondaggio è il calo di credibilità della classe politica nazionale che incide anche nel consenso agli amministratori locali. Perde 9 posizioni infatti, il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, sindaco a Catania, che si attesta al terzultimo posto. Peggio di lui, al penultimo posto, il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca. Cabala ebraica, corso a Palermo PALERMO.L'Associazione Culturale "Cabalà Binah Belev - Capire col cuore" ([email protected]) inaugura a Palermo un percorso tradizionale formativo sulla Cabalà ebraicacondotto da Sebastiano Gulli, docente esperto di fama mondiale. Il 20 gennaio, contestualmente all'inizio del primo corso base di mistica ebraica, avrà luogo una presentazione tenuta dal Maestro Sebastiano Gulli, il più grande Cabalista italiano vivente, in Via Leonardo da Vinci 396, alle ore 10. TRIBUNALE DI PALERMO SOCIETA’. PARLA L’ATTRICE MESSINESE MARIA GRAZIA CUCINOTTA “Ho fatto la fecondazione, ma il figlio non arriva" MESSINA. “Sono sette anni che con mio marito cerchiamo di avere il secondo figlio. Abbiamo tentato anche la fecondazione assistita, ci siamo affidati ai migliori professionisti italiani. Purtroppo non siamo stati fortunati”. Lo ha dichiarato lʼattrice e produttrice messinese Maria Grazia Cucinotta. Il sogno di diventare genitori quindi sembra non realizzarsi per lei e il marito Giulio, immobiliarista pagina 4 Lo Forte in corsa come procuratore capo MESSINA. “Il potere logora chi non ce lʼha…”. La massima filosofica di Giulio Andreotti può essere applicata anche alla carriera dei magistrati. Lo dimostrano i “rumor” sui tre giudici che portarono avanti a Palermo il processo contro il “divino” Giulio Andreotti, chiusosi poi con una polemica prescrizione dei reati, e che ora come i tre moschettieri, "tutti per uno, uno per tutti”, sono destinati a ritrovarsi insieme al Tribunale di Palermo. Sono nellʼordine Guido Lo Forte (nella foto), in corsa come procuratore capo, Roberto Scarpinato, in corsa come procuratore generale e Gioacchino Natoli, candidato sia alla presidenza del Tribunale che alla Corte di Appello. con cui la Cucinotta è sposata dal 1995. Certo cʼè Giulia nata nel 2001, ma il desiderio di darle una sorellina o un fratellino da tanto tempo è vivo. Lʼattrice quindi ha deciso di continuare a provarci: “Se la medicina mette a disposizione strumenti per coronare il sogno della maternità, una donna deve tentare”. Da tempo quindi la coppia vorrebbe allargare la famiglia. Maria Grazia Cucinotta che ha 44 anni, non pensa allʼetà, che per lei non è un problema. Già in interviste rilasciate qualche anno fa, la Cucinotta raccontava di come sua mamma lʼabbia avuta a 40 anni, quando già aveva tutti i capelli bianchi e i compagni di scuola la deridevano. No, lʼetà per Maria Grazia non conta. Il desiderio di avere un altro figlio è davvero troppo grande. 7giorni centonove TORTORICI. FESTIVAL UMO EDITORIA. SICILIA&DONNA Addio a Tudorache Tutto su Valentina Dopo la contestazione al concerto dei dipendenti comunali senza stipendio TORTORICI. Romeo Tudorache, musicista romeno ma tedesco d' adozione, lascia la direzione artistica dellʼEmo rassegna annuale musicale oricense che ha lanciato Tortorici nellʼèlite della musica classica europea. La decisione dopo la manifestazione dei dipendenti comunali di Tortorici, da tre mesi senza stipendio e tredicesima, che la sera del concerto di Capodanno della Deutsche Oper Berlin hanno contestato l'amministrazione comunale, guidata da Carmelo Rizzo Nervo. Qualche cartello di protesta puntava l' indice contro Il caso della 19enne uccisa a Biancavilla ad una svolta La protesta dei dipendenti la spesa sostenuta per il concerto. «Non sapevamo delle problematiche che attanagliano la cittadina - ha spiegato Tudorache - sono solidale con coloro che reclamano i loro diritti. La mia collaborazione con il Comune è nata per offrire al paese la possibilità di godere della musica di alto spessore. Se la città è lontana o addirittura assente dalle esibizioni che offriamo non ha senso continuare». LA LETTERA. OSPEDALI E IGIENE Quattro cani al Papardo MESSINA. Una celebre canzone di De Gregori cantava di quattro cani per strada. Oggi si attrezzano per stare un po’ più comodi. Ecco, dalla segnalazione di un lettore, come si presentava l’ospedale, in una foto scattata martedì sera. «Lascio a voi e ai lettori - scrive Giacomo Majorana - ogni commento. Sono un amante degli animali, specie se sono in posti dove possono stare. L'igiene di un ospedale, dove sono presenti persone che hanno le difese immunitarie compromesse, deve essere ineccepibile». DIVI PER CASO. E’ MORTO IL SICILIANO DI UOMINI&DONNE Giuseppe, corteggiatore della vita PALERMO. A molte persone il nome di Giuseppe Grieco, non dirà nulla, ma per i fans del programma di Canale 5 “Uomini e donne” la scomparsa di questo arzillo vecchietto è una notizia triste, tanto più se si pensa che negli anni trascorsi nella trasmissione della De Filippi, Giuseppe non era mai passato inosservato: la sua simpatia, la passione con cui si gettava in ogni nuova storia e i suoi esilaranti balletti strappavano tanti sorrisi. La storia televisiva di Giuseppe Grieco ha inizio qualche anno fa, quando questo vitale ultranovantenne siciliano si presento nella trasmissione “Cʼè posta per te” per incontrare il suo primo amore e continuare con lei quella storia interrotta decenni prima; ma il suo primo amore era morto: al suo posto cʼera una cugina, la simpaticissima Rosetta che tuttʼora è ospite fissa della trasmissione. Le esilaranti gag della coppia convinsero la De Filippi a inaugurare un nuovo trovo: quello degli “over”, gli anziani che cercavano un nuovo compagno. Fissato comʼera con quello che la De Filippi aveva soprannominato “il pallino” (la voglia cioè di avere rapporti carnali con le sue conquiste), Giuseppe in questi anni aveva frequentato molte signore senza però mai incontrare quella giusta. Il giorno della morte, avvenuta poco prima di Natale, il sito ufficiale di “Uomini e donne” ha dato la notizia con un comunicato breve, molto sentito, che esprimeva tutto il cordoglio di Maria e della redazione, molto affezionata a questo strambo vecchietto. CATANIA. La misteriosa morte di Valentina Salamone, 19enne biancavillese ritrovata con una corda al collo in una villetta ad Adrano il 24 luglio 2010, al centro dellʼattenzione della Magistratura etnea, è uno degli argomenti portanti del quarto numero del magazine “Sicilia&donna” (edito da Sicilia New Media, nella foto in basso) nelle edicole dellʼisola. Il caso, adesso in primo piano per la Procura Generale (dopo la richiesta di avocazione avanzata dalla difesa), rischiava di essere archiviato come “suicidio”. La seconda fase delle indagini ha messo in luce, invece, lʼ“ipotesi omicidiaria”. Valentina Salamone” prima di essere uccisa, quella maledetta notte di mezza estate, si trovava in compagnia di un gruppo di “amici” che si era ritrovato nel casolare alla periferia di Adrano per una festa; festa che si è tinta di giallo. Adesso gli investigatori sembrano finalmente vicini alla soluzione di questo “caso”. ROSA E NERO Messina, è morto l’avvocato Moschella MESSINA. Si è spento il 2 gennaio scorso Bernardo Moschella. Noto avvocato messinese, nel 1994 era stato il candidato dei progressisti nel collegio sud alle prime elezioni politiche effettuate con il maggioritario. Nello stesso anno era stato vittima di un attentato: ignoti avevano appiccato il fuoco alla porta del suo studio. Principalmente penalista, Moschella alternava alla professione forense anche una grande passione politica. Addio alla “mamma dei carabinieri” PALERMO. La chiamavano la "mamma dei carabinieri". Mimma Lupo, 96 anni, è morta a Palermo nella casa di riposo dove viveva da qualche tempo. La donna per tanti anni si è presa cura dei carabinieri in servizio di vigilanza ai familiari del giudice Paolo Borsellino, accudendoli come figli, dopo la strage di via D'Amelio del '92. Tra i suoi ''figli" c'era Alessio Puleo, un carabiniere che ha raccontato la storia di Mimma Lupo in un libro scritto assieme a Filippo Vitale. La donna racconta un amore mai consumato per un giovane brigadiere dell'Arma dei carabinieri, un legame fortissimo che l'accompagnerà tutta la vita. Palermo a lutto per Cesare Barbera PALERMO. E' morto a Palermo Cesare Barbera Azzarello, 89 anni, studioso e collezionista a livello internazionale di antiche incisioni e cartografie. Fu anche governatore e presidente del Serra Club che si occupa delle vocazioni sacerdotali. Ingegnere, fu per lunghi anni dirigente dei servizi idrici dell'Eras poi Esa, l'Ente pubblico dell'agricoltura siciliana. Cesare Barbera Azzarello è considerato fra i protagonisti della vita culturale dell'isola soprattutto per i suoi studi su storia, architettura e urbanistica di Palermo. pagina 5 11 GENNAIO 2013 CHI SCENDE M Antonio Saitta MESSINA. Complice lʼadrenalina delle primarie appena trascorse, il costituzionalista si è dato alla guida spericolata. Il 4 gennaio, a bordo del suo Suv, Saitta si è immesso con disinvoltura in via Cesare Battisti, nonostante lo stop per poi accostare in doppia fila in modo da concludere una telefonata al cellulare. M Pietro Iannello MESSINA. Anche lʼusualmente compassatissimo consigliere comunale, ogni tanto, perde le staffe. Durante un dibattito dʼaula, Iannello, che era già intervenuto, ha chiesto nuovamente la parola al presidente del consiglio comunale Pippo Previti. Al diniego di questi, dopo un vivace battibecco, Iannello, tra lo stupore dei presenti ha abbandonato lʼaula. M Giovanni Frazzica MESSINA. Lʼesponente del Pd ama le nuove tecnologie, ma spesso ci litiga. Frazzica, infatti, è lo spauracchio dei suoi “followers” su Twitter, che vedono apparire, nei loro profili, lo stesso “cinguettio” ripetuto una dozzina di volte, ogni volta con minime variazioni grammaticali. M Ivan Tornesi MESSINA. Nel giorno del premio di Meter e Miles attribuito allʼassociazione Ionio Messina Sud, incappa in una svista. Per comunicare a un amico notizie in merito a Villa Pollicino (oggi Geraci) a Santo Stefano Briga, Tornesi ha inviato un link riguardante il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano... di Taormina. M Davide Costa PALERMO. Lʼex assessore regionale Udc è stato condannato a 3 anni e 8 mesi dalla corte dʼappello per concorso in associazione mafiosa. Il politico era stato assolto in I e II grado. La Cassazione aveva poi annullato i verdetti. Costa venne arrestato nel 2005. Dall'inchiesta, emerse che nel 2001 aveva chiesto 'sostegno' alle cosche per conquistare un seggio all'Ars. 11 GENNAIO 2013 primo piano centonove LA TEMPISTICA Le tappe fino a febbraio Un mese e mezzo di scadenze IL GRUPPO MESSINA A sinistra, Francantonio Genovese, risultato primo in assoluto alle ultime primarie. In alto a sinistra, Mariella Gullo, che ha conquistato un posto sicuro. A destra e accanto, Liliana Modica e Lucia Tarro Celi RISVOLTI. La composizione delle liste sconfessa il cambio di passo annunciato dai partiti Rinnovamento “blindato” Se il centrodestra prova a “salvare” gli uscendi scomponendosi in più liste, il Pd impone da Roma i candidati e tradisce le regole delle primarie. Fino a scindersi nella lista Crocetta PALERMO. Il “porcellum” torna a grugnire, e il suo verso di traduce in una comandamento che accomuna quasi tutte le forze: blindare. Blindare gli uscenti, o i preferiti dai vertici romani, in barba a primarie (come nel caso del Pd), codici etici (vedi lʼalleanza Monti-Udc-Fli) o rivoluzioni. Come quella proclamata dal movimento del Megafono del presidente della Regione, Rosario Crocetta, la cui lista al Senato dovrà garantire, in primis, la rielezione di Beppe Lumia, lʼuscente in quota Pd che, così, ha evitato di chiedere la deroga al cumulo dei mandati e si è risparmiato il “declassamento” alla Camera “subito” da Mirello Crisafulli. DIVIDI ET IMPERA. Se Silvio Berlusconi punta su sei liste per fare cassa, trattando anche una possibile alleanza con il Pds di Raffaele Lombardo, il democratici, per vincere, hanno optato per una frattura “strategica”. Mentre il partito si tuffava nelle primarie, credendo che veramente avrebbero costituito una svolta, il governatore del Pd e i suoi si dedicavano allʼelaborazione della lista da presentare al Senato. Una mossa per “blindare” Palazzo Madama, secondo la segreteria nazionale. Che poi, “tradendo” lo stesso regolamento delle primarie, ha deciso non solo di paracadutare esterni ma anche di non rispettare lʼalternanza di genere decisa. I SOLITI NOTI. Tre capilista, tra cui Pierluigi Bersani nella circoscrizione Sicilia Occidentale, e cinque “esterni”, come il giornalista Corradino Mineo (che guiderà la pattuglia dei candidati al Senato). La linea del segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo, che dopo una estenuante trattativa con i vertici nazionali del partito era riuscito ad attenuare linvasione dei nomi imposti da Bersani (per salvare, senza riuscirvi, Sergio DʼAntoni, “maltrattato” alle primarie), è in realtà una vittoria di Pirro. Perché se è vero che gli esterni saranno soltanto undici tra i due collegi per la Camera e quello senatoriale, lo è altrettanto che, G 11 GENNAIO. Dalle 8 e fino alle 16 del 13 gennaio vanno depositati al Viminale i contrassegni delle liste, le dichiarazioni di collegamento in coalizione e del programma elettorale, che deve contenere anche l'indicazione del candidato premier. G 14-15 GENNAIO. Verifica della regolarità dei simboli. G 21 GENNAIO. Dalle 8 e fino alle 20 vanno presentate le liste di candidati nelle cancellerie delle Corti d' Appello, corredate dagli atti di accettazione delle candidature e dalle firme richieste dalla Legge. G 22 GENNAIO. Si chiude la verifica della regolarità delle candidature. G DA 20 GENNAIO Al 22 FEBBRAIO. Possono essere trasmessi i messaggi politici autogestiti secondo le modalità previste dalla Vigilanza Rai e dallʼAgcom. G 25 GENNAIO. Via ai comizi ed alle manifestazioni elettorali. G 22 FEBBRAIO. Scatta il silenzio elettorale. Fino a tale data, è possibile affiggere manifesti e giornali murali, ma la propaganda non può essere fatta con tabelloni luminosi o con il lancio in pubblico di volantini. GDAL 30 GENNAIO al 4 FEBBARIO. Designazione degli scrutatori dei seggi. G 24 FEBBRAIO. I seggi aprono 8 per chiudersi alle 15 del 25 febbraio. non rispettando lʼalternanza di genere, sono state disinnescate le primarie celebrate il 30 dicembre scorso. Capolista della Sicilia Orientale è Flavia Nardelli Piccoli (figlia di Flaminio), direttrice dell'Istituto Sturzo. Bersani e Nardelli, che sono candidati anche in liste di altre Regioni, in base agli accordi in caso di elezione opteranno per il seggio fuori dall'isola, liberando dunque due posti utili. I cinque esterni che saranno inseriti nelle liste di Camera e Senato sono: Amedeo Bianco, presidente nazionale dell'Ordine dei medici; Fausto Raciti, responsabile dei giovani del Pd; Luciana Pedoto, parlamentare uscente in quota Fioroni; LA SCHEDA Quei 77 posti in ballo Ecco come saranno distribuiti i seggi isolani CINQUANTADUE POSTI alla Camera (25 in Sicilia occidentale e 27 nellʼorientale) e 25 a Palazzo Madama. Le coalizioni e le liste che parteciperanno alle politiche del 2013 proveranno a contendersi questo bottino, al netto dei premi di maggioranza. Si voterà, come per le precedenti elezioni politiche del 2006 e 2008, con il sistema proporzionale con soglie di sbarramento e premio di maggioranza, introdotto dalla legge n. 270 del 2005. I principali elementi che caratterizzano il sistema sono: la possibilità delle liste di aderire a coalizioni, indicando previamente il nome del leader della coalizione; la previsione di un articolato sistema di soglie di sbarramento; lʼattribuzione di un premio di maggioranza alla coalizione (o lista) vincente. Per poter accedere allʼassegnazione dei seggi alla Camera, sono previste soglie calcolate sul totale dei voti validi a livello nazionale, pari al 10 per cento per le coalizioni, al 2 per cento per le singole liste che aderiscono ad una coalizione, al 4 per cento per le liste non coalizzate e per quelle le cui coalizioni non hanno raggiunto il 10 per cento. Per il Senato le percentuali di soglia sono più alte: rispettivamente il 20, il 3 e lʼ8 per cento, calcolate su base regionale, anziché a livello nazionale. Il premio di maggioranza è attribuito secondo modalità sensibilmente diverse tra i due rami del Parlamento. Alla Camera, il premio è assegnato alla coalizione di liste (o lista singola) più votata a livello nazionale. Il premio consiste nellʼassegnazione di un certo numero di seggi necessario a raggiungere la quota di 340 deputati su 630. Se la coalizione raggiunge o supera tale soglia, ovviamente il premio non scatta. Al Senato, il premio è attribuito a livello regionale: in ciascuna regione (tranne Molise, Valle dʼAosta e Trentino- pagina 6 Alto Adige, regioni per le quali vigono disposizioni particolari) viene assegnato alla coalizione (o alla lista) più votata in quella regione il numero di seggi necessario a raggiungere il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione. I seggi sono ripartiti tra le regioni in proporzione alla popolazione residente, ma nessuna regione può avere meno di sette senatori, tranne la Valle dʼAosta che ne ha uno e il Molise, che ne ha due. Non è previsto alcun quorum minimo per lʼattribuzione del premio che è assegnato alla coalizione (o alla lista) più votata. Infine, sia alla Camera sia al Senato non è prevista lʼespressione del voto di preferenza, e lʼordine degli eletti è dato dalla successione dei candidati in ciascuna lista. Una diversa disciplina elettorale è prevista per la rappresentanza dei cittadini italiani residenti allʼestero (sei senatori e dodici deputati eletti con metodo proporzionale in una apposita “circoscrizione Estero”). Sono previste poi disposizioni a parte per Molise, Valle dʼAosta e Trentino-Alto Adige. centonove primo piano Presti detta al Megafono le sue “condizioni” Il creatore di Fiumara d’Arte: «Sia chiaro per tutti: non sarò un eletto d’apparato o per inciuci» CASTEL DI TUSA. Dalla «politica costruita sul dono, sullʼunico valore civile della società che sono cultura e conoscenza», a quella delle elezioni e dei palazzi. Il voto del 2013 segna, in Sicilia, un cambio di passo: la candidatura nella lista del Megafono di Antonio Presti, creatore di Fiumara dʼArte, dellʼalbergo Atelier sul Mare e da anni in prima linea per il riscatto di Librino a Catania e di tante altre marginalità. A proporla è stato il presidente della Regione Rosario Crocetta, che non poco ha dovuto insistere con il messinese riduttivamente definito “mecenate”. Perché, per Presti, la politica è stata sempre altro: «Una politica economica che parte dalla conoscenza per restituire valori di libertà. Una politica non di chiacchiere ma di fatti che rimangono attraverso un processo di trasformazione, rivalsa e riscatto di cui si parla molto ma che viene applicato poco. Questa politica della mia esistenza è stata osteggiata sempre da un altro potere, quello di una politica che non riconosceva il valore della differenza, di un cittadino dello Stato che prendeva il suo patrimonio e lo donava». Tanto basta per capire come il “sì” a Crocetta sia stato, per Presti, un vero e proprio travaglio, soprattutto dopo «aver resistito per trentʼanni al solo scopo di consegnare ai cittadini un patriomonio di arte e conoscenza implementato costantemente». Spiega il papabile capolista: «La disponibilità che ho dato inizialmente allʼamico Crocetta, ospitandolo allʼAtelier sul Mare, è nata dal cuore e parla al cuore di una Sicilia che può riconoscere in un nuovo movimento politico la possibilità di ritornare a essere cittadini siciliani e orgogliosi. Questa speranza adesso continua con le elezioni nazionali, dove il movimento, pur non diventando partito, potrebbe testimoniare al Senato un valore di differenza». Presti, però, avverte: «Certamente, se dovessi approdare a Palazzo Madama, lo farò da artista. Quando mi vedranno, non dovranno pensare a uno che si riferisce a una corrente, a una trattativa o a un inciucio, ma come ad un artista pronto a servire lo Stato. Perché la vecchia politica non coniuga il futuro come valore di essere, mentre la mia formazione lo contempla Marco Causi, parlamentare uscente in quota Veltroni; Luigi Taranto, direttore della Confcommercio, Beppe Lauricella (che prende il posto di Angelo Capodicasa, che ha deciso di non scendere in campo nonostante avesse vinto alle primarie). Gli altri posti in lista sono occupati dai vincitori delle primarie. Rimangono fuori dunque l'ex pm ed ex assessore del governo Lombardo, Massimo Russo, e il senatore socialista Carlo Vizzini. Per procedere allʼassegnazione dei posti si è proceduto con una formula aritmetica stabilita dal Regolamento nazionale. Lo stesso regolamento, però, non è stato applicato IN CAMPO. Antonio Presti come sua anima. In trentʼanni, non me ne sono andato dicendo che tutti sono mafiosi e corrotti, e in realtà lo sono, ma sono rimasto per donare intelletto, genio e follia per un futuro di bellezza. Questa è la mia politica e non potrò mai tradirla, pur entrando in un movimento pulito come quello di Rosario». Aggiunge il “mecenate”: «Voglio essere chiaro anche con chi in questo momento sta pensando a un mio cambiamento di rotta: non mi interessa il potere per il potere. Il mio interesse è il bene universale e vado al Senato per restituire, come ho fatto nella mia vita. Ho accettato la candidatura perché il Megafono non corrisponde alla logica di un partito ma allʼanima di un movimento che non dovrà portare con sé comitive di persone che cercano lʼaffare del momento. Lo dico e lo ribadisco sia ai miei compagni di avventura che agli elettori: io non sono e non sarò mai un uomo che medierà. La mediazione non è un mio valore politico, lo testimonia la mia stessa vita». (D.D.J.) per lʼalternanza uomo-donna, circostanza che ha permesso a Francantonio Genovese, lʼex segretario regionale di Messina più votato, di “blindare” la sua Maria Tindara Gullo e lasciare nelle retrovie del Senato le concittadine Liliana Modica (giunta terza alle primarie, ma solo sesta al Senato) o Lucia Tarro Celi (al quindicesimo posto, quattro dopo lʼaltro candidato proposto dallʼarea ex Ds, Antonio Saitta). Tra gli imposti, cʼè chi non ha mai fatto una elezione. Come Raciti, catanese di rigida osservanza bersaniana e presidente nazionale dei Giovani Democratici (posizione conquistata grazie agli accordi con l'area popolare e margheritina del partito democratico, tre anni fa). Cʼè poi chi è stato disinnescato. Come Giuseppe Beretta, deputato catanese uscente e secondo di lista per il Pd Sicilia Orientale che avrebbe dovuto candidarsi a sindaco, nei prossimi mesi. Una poltrona che invece sarà riservata a Enzo Bianco, che ha deciso di non ritornare al Senato. Fuori dai giochi in Sicilia orientale, complici i paracadutati e anche la latitanza di Matteo Renzi (che ha deciso di non far valere le sue quote), Alessandro Russo, il messinese (presidente della V Circoscrizione) più votato della corrente, che finisce al numero 18. 11 GENNAIO 2013 URLA IL MEGAFONO. Per alcuni in bilico al Senato, come ad esempio Liliana Modica, il risultato che conquisterà la lista Crocetta (e non solo) sarà determinante. Il “Megafono”, infatti, potrebbe far lievitare il numero dei senatori eletti. La condizione, però, è superare il fatidico 8% su base regionale, un obiettivo non difficile, considerati gli uomini in campo. Primo fra tutti Beppe Lumia, artefice dellʼappoggio tecnico a Raffaele Lombardo (prima) e a Rosario Crocetta (poi), che, complessivamente, stende la sua longa manus nella stanze dei bottoni da anni. Per la composizione della lista, Crocetta ha avuto dai suoi sostenitori una delega in bianco. Oltre al capolista, che potrebbe essere Antonio Presti (creatore di Fiumara dʼArte e “fiore allʼocchiello” della lista), gli altri nomi certi sono quelli di Lumia, di Sonia Alfano (eurodeputata eletta con Idv che già aveva fatto capolino nellʼalleanza appoggiando Fabrizio Ferrandelli a candidato sindaco di Palermo) e lʼex magistrato Nicolò Marino, designato assessore regionale da Crocetta. E gli altri? Teoricamente, sarà presenta un rappresentante per ogni provincia. Tra i papabili, ad esempio a Enna, cʼè lʼex deputato regionale Elio Galvagno, acerrimo nemico di Mirello Crisafulli. Lʼesito, comunque, sarà deciso nel “position Day” organizzato allʼAtelier sul Mare di Castel di Tusa, sabato 12 febbraio, durante il quale si voteranno candidati e posizioni, ad eccezione di quella del padrone di casa Presti. GLI ALTRI ALLEATI. Insieme al Megafono, per il Pd è fondamentale lʼalleanza al Senato con Sel e soprattutto con il “Centro democratico” di Bruno Tabacci, che potrebbe ospitare Agazio Loiero e Rino Piscitello (anche se Lombardo sta anche trattando con Berlusconi), gli ex Grande Sud Michele Cimino, Titta Bufardeci e Riccardo Savona (con la moglie, Cristina Bertuzzo) e lo stesso Massimo Russo. A rimpolpare la lista, anche lʼex capogruppo del Mpa alla Camera, Carmelo Lo Monte, già candidato allʼArs con Idv. La scelta del politico di Graniti, che a Messina e Provincia (ma anche in Sicilia) ha molti amici e voti, suscita reazioni. Come quella dellʼex assessore messinese Pinuccio Puglisi (Udc), che su Facebook si chiede: “Un parlamentare che è stato nel Ppi, poi in Democrazia europea, poi nell'Udc, poi nell'Mpa, poi in Idv ed infine nella lista Tabacci merita di essere votato?”. (D.D.J.) SCIVOLONI Currò, un deputato a Milazzo Il “grillino” al secondo posto della lista M5S MILAZZO. Dopo decenni di “invasioni straniere” Milazzo potrebbe ritornare ad avere un proprio deputato alla Camera. Si tratta del milazzese Tommaso Currò il cui nome sarà posizionato al secondo posto della lista del “Movimento 5 Stelle” nel collegio della Sicilia orientale. In sostanza Currò, fisico della Stm di Catania, anche se il movimento - che alle passate regionali è risultato il partito più votato con il 18% delle preferenze, dimezzasse i voti, riuscirebbe ad approdare a Montecitorio. Alle "Parlamentarie" del movimento che si sono tenute a dicembre, nella circoscrizione Sicilia Orientale, il milazzese è riuscito a piazzarsi sul podio. Currò è uno storico attivista sia del meet up di Catania che di quello di Milazzo (http://www.meetup.com/Movimento-5-stelle-Milazzo/). Nonostante abbia tenu- to i rapporti continui con Milazzo dove ritorna periodicamente, vive e lavora a Catania dal 2002 come Tecnologo di laboratorio chimico-fisico e di analisi superficiale presso la STMicroelectronics, un'importante società di semiconduttori. «Il mio attivismo nel M5S parte con i referendum del 12 e 13 Giugno 2012 - spiega Currò - continua con la petizione regionale "riduzione costi della politica" e la petizione comunale "io pago, io decido". Sono stato indicato portavoce dal gruppo di Catania e successivamente candidato alle elezioni regionali del 28 Ottobre 2012 (risultato 1477 voti, primo dei non eletti)». Currò durante le festività natalizie ha trascorso qualche giorno a Milazzo dove ha tenuto incontri tra i grillini locali e visitato anche la fondazione Lucifero ritenuto uno dei volani di sviluppo eco sostenibile della città. Nella circoscrizione Sicilia 2, quella che comprende le province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna al primo posto ci sarà Giulia Grillo, 37 anni, medico, una delle prime attiviste grilline nel capoluogo etneo: la sua iscrizione al meetup cittadino risale al 2006. pagina 7 Tommaso Currò primo piano 11 GENNAIO 2013 NUOVE ALLEANZE. Si definiscono le scelte della grande alleanza con il premier Monti, palla al Centro Il sindaco dialoga con il movimento IL SENATORE. Gianpiero D’Alia AL NUMERO 1. Carmelo Briguglio BROLO Messina e l’Agenda Futuro e Libertà punta su Carmelo Briguglio, Fabio Granata, gli deputati all’Ars e Mario Baldassarri. L’Unione di centro rilancia il coordinatore D’Alia e rinuncia all’onorevole messinese Pippo Naro PALERMO. Ad avere già elaborato un quadro di massima nellʼambito dellʼampio schieramento centrista, in vista delle politiche, è sicuramente Futuro e Libertà. Il coordinatore regionale Carmelo Briguglio sarà infatti capolista sicilia orientale, seguito da Fabio Granata, che sarà in vetta anche nella lista per la Camera della Sicilia occidentale insieme ad Alessandro Aricò, Livio Marrocco e Luigi Gentile. Sul versante opposto, invece, nella lista capeggiata da Briguglio ci saranno il penalista Sinuè Curcuraci e Puccio La Rosa (vicepresidente del consiglio comunale di Catania). Per il senato, Fli proporrà Mario Baldassarri. QUI UDC. Dalla provincia di Enna, arriveranno tre indicazioni su quattro per le liste di Camera e Senato. In pista ci sono Giovanni Litteri, Laura Marsala e Paolo Vicari, più, probabilmente, Lorenzo Granata, RenatoMancuso, Marco Di Dio Datola e Giuseppe Aloi. Saranno catanesi, complice lʼinnesto di Lino Leanza, almeno dieci uomini in lista per il collegio orientale e il Senato. si tratta degli uscenti più qualche new entry, come il rettore Antonino Recca, che dovrebbe correre insieme allʼex Mpa e senatore uscente Giovanni Pistorio. Ecco chi sono: Marco Forzese, Giovanni Pezzino, Letterio Daidone, Salvo Di Salvo, Salvo Giuffrida, Raffaele Pippo Nicotra, Antonio Danubio e Filippo Cirolli. A Ragusa, invece, Franco Antoci scalda i motori per un posto in lista alla Camera. In provincia, invece, Acireale vorrebbe un suo candidato, quasi sicuramente nella persona di dell' ex sindaco Nino Nicotra. A Palermo, lʼUnione di Centro schiererà i tre assessori del governo regionale Dario Cartabellotta, Ester Bonafede e Patrizia Valenti. Probabile anche la candidatura di Anthony De Lisi, che è centonove coordinatore provinciale, mentre sono in ribasso le quotazioni del senatore Enzo Galioto. Ad Agrigento, mentre il sindaco Marco Zambuto ha annunciato che resterà primo cittadino, lʼUdc schiererà sei nomi per la Camera e due per il Senato (dove cʼè già in pista, ma per Monti, lʼex senatore Benedetto Adragna). A Siracusa, dove lʼalleato Monti schiera il sindaco dimissionario Roberto Visentin e Fli, invece, Fabio Granata, lʼUdc potrebbe puntare Edy Bandiera. A Messina, infine, corre per la riconferma Gianpiero DʼAlia. Non sarà ricandidato, invece, Pippo Naro, leader di zona insieme al coordinatore regionale e senatorer uscente. La sua corrente sarà però garantita nel listone del Senato con Saro Sidoti, primo dei non eletti allʼArs. BROLO. Il sindaco di Brolo Salvo Messina dialoga con “lʼAgenda Monti” ma rimane nel Pd. Messina, braccio destro del deputato Pippo Laccoto, smentisce le voci di un passaggio con Italia Futura, il movimento che sta contribuendo alla redazione delle liste che sostengono Monti a premier. Anche se ammette qualche contatto. «Eʼ stato più per curiosità - dice - da politico mi sembra giusto capire cosa accade Salvo Messina negli scenari locali e nazionali. Confermo, però, che non intenzione di lasciare il partito». Le indiscrezioni correvano veloci a Brolo. Si fantasticava di una intensa email inviata ai vertici del movimento in cui ipotizzava la possibilità di una candidatura (“se non sapete chi sono cercate su google”, avrebbe scritto). Ma lui smentisce. «Sono critico verso la gestione del partito a livello locale, troppe le decisioni verticistiche, ma non tradirò il Pd». (Gia.C.) I MONTIANI. Un tassello, il premier lo mette a Palermo, intenzionato a inserire in lista Ugo Marchetti, ex assessore al bilancio della giunta Orlando. I due capolista alla Camera dovrebbero essere Ettore Artioli, ex presidente di Confindustria Sicilia e vice presidente nazionale (Sicilia occidentale) e Visentin (Sicilia orientale). Nel capoluogo, mentre il rettore Roberto Lagalla ha declinato la candidatura, ancora cʼè silenzio assoluto sulle scelte, così come nel resto della Sicilia. Per i responsabili, le richieste sono tante e Monti le sta esaminando una per una. A capeggiare il listone per il Senato, invece, dovrebbe essere il costituzionalista messinese (ma non più residente in riva allo Stretto), Michele Ainis. (D.D.J.) AL RUSH FINALE Le fatiche di Artioli Il leader di Italia Futura sfoglia i curricula PALERMO. Il braccio operativo di Mario Monti? Si chiama Italia Futura, il movimento di Luca Cordelo di Montezemolo che vede come coordinatore siciliano Ettore Artioli. Proprio sul suo tavolo, nei giorni scorsi, è arrivata una lettera aperta firmata da oltre duecento professionisti per inserire nella lista per la Camera Adolfo Allegra, ginecologo palermitano. Tra i sostenitori, ci sono i docenti universitari Adelfio Latteri, Eugenio Fiorentino, Marisa Bonsignore, gli avvocati Renato Bocina, Alessandro DʼAvenia, Maurizio Gemelli, i medici Giancarlo Coffaro, Giorgio Fabbri, Antonio Cuttitta, gli imprenditori Nicola Locorotondo, Sandro Morettino e Vittorio Bonsignore, i primari ospedalieri Nicola Cassata e Lui- gi Alio, i ginecologi Aldo Volpes, Pippo Gambino, Giovanni Di Nino, Piero Romano, Pino Calì, Sergio Di Liberto e gli ingegneri Giuseppe DʼAmico, Marco Greco e Thomas Anezakis. Sulla composizione delle liste, però, è ancora tutto top secret. Uno dei primi posti alla Camera, però, secondo rumors potrebbe essere destinato allʼennese Fabio Montesano, neo presidente dell' ordine dei commercialisti. Ad affiancare Artioli, cʼè il portavoce Massimo Plescia. Lʼ8 gennaio, Giacomo Greco, ingegnere e componente del comitato promotore del movimento, ha elaborato alcuni punti dellʼazione politica necessaria per lʼIsola: “Quali dovrebbero essere le principali direttrici di questo sviluppo economico del territorio siciliano che porti nella direzione della qualità della vita? Ne dico dieci: 1) Produzione di energia da fonti alternative agli idrocarburi; 2) Riconversione del territorio (paesaggio, città e coste) violato da decenni di edilizia selvaggia e così orribile alla vista; 3) Produzioni agricole e zootec- pagina 8 niche di qualità che risultino saporite ed anche utili nella prevenzione delle malattie; 4) Promozione di un turismo sostenibile di qualità, ...; 5) Fruizione moderna, con opportuno uso delle tecnologie digitali, dei beni culturali; 6) Promozione della cultura d'impresa, offrendo servizi reali, non soldi a fondo perduto; 7) Promozione di centri di ricerca pura ed applicata, capaci di richiamare i "cervelli"; 8) Protezione dell'ambiente e della vita urbana (ciclo dell'acqua, rifiuti, traffico e polveri); 9) Efficienza della pubblica amministrazione; 10)Circolazione dell'informazione e della conoscenza...”. La proposta si conclude così: “Per il momento fermiamoci qui. Riprenderemo a parlarne dopo le elezioni, perché - scrive Greco - in questo momento non sembra opportuno, ma iniziamo a riflettere perché ne riparleremo. la sicilia merita molto di più con tutto quel che ha! E non si può continuare a stare fermi!!! Mi rivolgo anche ai 60 nuovi eletti, su 90, all'assemblea regionale siciliana, ma anche ai 30 riconfermati”. centonove primo piano A SORPRESA. Insegnante precaria e di storica famiglia liberale, è numero due di Sel Sofia, la Martino di sinistra Con 1831 preferenze conquistate alle primarie, è in corsa per Montecitorio subito dopo Laura Boldrini. «Se dovessi risultare eletta mi batterei per Messina, da anni trascurata dalla politica» MESSINA. Una mamma comunista e un cognome che a Messina rappresenta il marchio di geni liberali che si tramandano di generazione in generazione. Sofia Martino è la nuova e inaspettata speranza di Sel sullo Stretto. La bellezza di 1831 voti conquistati durante le primarie dello scorso 30 dicembre superando di circa un centinaio di voti il coordinatore provinciale Salvatore Chiofalo. Nemmeno il ricalcolo, che l'ha fatta “scendere” intorno alle 1500 preferenze, le ha strappato il titolo di donna più votata della Sicilia. La sua candidatura è nata «un po' così spiega la Martino - anzi, quasi improvvisamente». «Non mi sono proposta - continua - ma quando Stefania Radici ha deciso di rinunciare a partecipare alle primarie per il suo ruolo all'interno della Filcams Cgil io non mi sono tirata indietro». Sofia Martino è una delle prime tesserate messinesi di Sel e, anche se la sua militanza è iniziata appena tre anni fa, nel suo corredo genetico il piglio della politica non manca affatto: è, infatti, figlia di una ex docente di lettere del liceo classico “Maurolico” da sempre abbastanza legata agli ambienti di sinistra e di Francesco Martino, “discendente” di lunga tradizione liberale che ha fatto capo a Gaetano Martino, rettore dell'Ateneo e più volte sindaco di Messina. Seguendo le orme della madre e il suo amore per le lettere classiche ha vissuto un lungo pellegrinaggio da precaria della scuola iniziato nel 1993, qualche anno fa è tornata a Messina, cercando disperatamente stabilità nella città natale, ma si è dovuta accontentare di un contratto co.co.pro. che va avanti da 2008 come docente in un centro privato di formazione. E così, dopo un passato da studentessa universitaria vicina alle lotte della sinistra, un matrimonio e tre figli, negli ultimi tempi si è spesa “anima e corpo” prima durante le regionali, pur non essendo tra i candidati, e poi durante le primarie del centrosinistra, in cui «ho scoperto - ha detto - le enormi potenzialità di internet per guadagnarsi la stima e l'apprezzamento delle persone». Sofia, che fino a qualche tempo fa su Facebook usava a fianco al suo nome l'aggettivo “pasionaria”, ha puntato e punterà sui social network anche per l'avventura che potrebbe portarla a Montecitorio. «Non abbiamo apparati dietro, non abbiamo finanziamenti, abbiamo persino dovuto rinunciare alla sede di Sel, la “CasaMatta della sinistra” perchè non potevamo pagare i costi d'affitto. La mia campagna per le primarie è stata fatta praticamente a costo zero». Ma adesso, se Sel dovesse bissare i risultati dell'ultima tornata regionale, alla Sicilia Orientale toccherebbero due seggi: il primo andrebbe a Laura Boldrini, capolista VERSO IL SENATO. Sofia Martino nelle due circoscrizioni isolane e il secondo proprio alla “sorpresa” messinese Sofia Martino che, non ci mette la mano sul fuoco, ma sa di avere buone chances per agguantare la Camera. E così gettando uno sguardo a Roma la Martino ha già le idee chiare sui suoi primi passi da parlamentare: «Se dovessi approdare a Montecitorio per prima cosa mi batterei per Messina e per i messinesi: sono stati sprecati decenni appresso a una classe politica che imperato senza aver reso alla città il lustro che merita. Abbiamo una costa meravigliosa e nessuno è riuscito a valorizzare le bellezze e i prodotti del nostro territorio, nessuno ha pensato di dare incentivi seri alle micro-imprese che sono il tessuto economico di questa città». E le “mire” e gli obiettivi della Martino non finiscono qui. Tra i suoi “pallini” infatti, qualora dovesse essere eletta, c'è la lotta contro il precariato nel settore scolastico e la possibilità di istituire il reddito minimo garantito. Un'attenzione particolare la Martino vorrebbe riservarla poi al mondo della scuola, settore in cui naviga da anni. «Non ho esperienza parlamentare è vero, ma imparo presto e soprattutto dalla mia ho la determinazione. Certamente chiederò di essere inserita all'interno della commissione dedicata alla formazione perchè si è tentato di distruggere sia il sistema scolastico che la tutela del posto di lavoro nel settore dell'insegnamento». Un accenno la Martino lo fa anche alle polemiche sui collegi “blindati” di Sel: «Se sono queste le personalità blindate, io non posso far altro che approvare le scelte di Vendola». (T.C.) 11 GENNAIO 2013 RIVOLUZIONE CIVILE Ingroia sullo Stretto Santagati e Giunta in pole MESSINA.A piccoli passi, anche a Messina si stanno iniziando a definire i termini dell'apporto da dare alla causa degli “arancioni” del Pm Antonio Ingroia. La coalizione a sostegno del gruppo nato anche per fare da contraltare ai Grillini è composta da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Idv e Verdi. Già ieri (giovedì 10 gennaio) vertici locali di Idv e militanti hanno partecipato riunione operativa per discutere le iniziative da mettere in campo per l'elezione dei rappresentanti di Camera e Senato. Quattro o cinque saranno le personalità che da Messina contribuiranno al progetto degli arancioni. Il gruppo di Rifondazione, oggi (venerdì 11) si riunirà per continuare la raccolta delle firme a sostegno di “Cambiare si può” (circa un centinaio sono state quelle raccolte finora a Messina e provincia) e definire le personalità che entreranno nel listone di Ingroia. In pole sembrano esserci Gaetano Santagati, già candidato alle ultime regionali e Filippo Giunta, ex consigliere comunale di Terme Vigliatore, mentre i rimanenti verranno dalla società civile e dal movimento “No Ponte”. Sabato, a Palazzo dei Leoni, la prima assemblea pubblica di “Rivoluzione Civile”. (T.C.) COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI RELATIVI ALLE ELEZIONI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO DELLA REPUBBLICA FISSATE PER IL 24 E 25 FEBBRAIO 2013 Ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 28 del 22.2.2000 e n.313 del 6 novembre 2003, e della deliberazione n.666/12/CONS dellʼAutorità per le garanzie nelle Comunicazioni, la “Kimon Coop a m.p.”, editrice del settimanale CENTONOVE e del sito www.centonove.it, comunica che intende diffondere messaggi politici elettorali a pagamento secondo le seguenti modalità: - La pubblicazione degli avvisi è consentita fino al 22 febbraio 2013 compreso; - Il codice di autoregolamentazione è disponibile presso la nostra redazione; - Ai candidati e alle forze politiche è garantito l'accesso ai relativi spazi in condizioni di parità fra loro; Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico elettorale previste dalla normativa vigente e dalle deliberazioni dellʼAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; Le richieste di pubblicazione di messaggi politici elettorali devono specificare la data di pubblicazione, del nome del richiedente, e devono pervenire in redazione insieme ai materiali di stampa almeno 5 giorni prima della data di pubblicazione presso gli uffici della propria redazione siti in Via San Camillo 8 - 98122 Messina - tel.090/9430208 fax 090/9430210-11. Il pagamento dovrà avvenire contestualmente all'accettazione dell'ordinativo di pubblicazione. Le inserzioni devono recare la dicitura "messaggio politico elettorale" con l'indicazione del soggetto committente. Le tariffe B/N sono le seguenti per il settimanale Centonove, edizione unica regionale: Modulo (mm 58 x mm 37) Euro 65,00; 1/4 di pagina (cm 12 b x cm 15 h) Euro 450,00; 1/2 di pagina (cm 24,5 b x cm 15) Euro 900,00; Pagina intera (cm 24,5 b x cm 34,4 h) Euro 1.700,00; Ultima di copertina (cm 24,5 b x cm 34,4 h) Euro 2.000,00; Manchettes di prima pagina (cm 3,5 b x cm 3,0 h) Euro 250,00; Finestrella di prima pagina (cm 90 b x cm 6 h) Euro 500,00. I prezzi vanno intesi esclusi d'Iva 20%.L'opzione colore ha un costo aggiuntivo del 30%. 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Anche se i due chiariscono che è ancora prematuro parlare di liste e posti. «Stiamo ancora lavorando alle alleanze - spiega Buzzanca - non c'è niente di definitivo». Sulla stessa scia anche Garofalo, che ammette: «Tutto è ancora in itinere fino all'ultimo sarà difficile parlare di candidature e posti certi». E, al momento, la posizione di Garofalo sembra essere piuttosto compromessa rispetto a quella dell'ex sindaco Buzzanca. I due non mostrano particolari "tensioni" soprattutto Buzzanca che tornato ieri sera (10 gennaio) da Roma mostra serafica tranquillità e chiarisce che «ci sono ancora tanti, troppi elementi da definire nelle coalizioni prima di poter definire con certezza quali saranno i parlamentari messinesi più quotati a Montecitorio». Un'altra incognita potrebbe essere poi rappresentata anche dal fatto che Santi STRATEGIE Isgrò lancia Samorì Un suo passaggio al parlamento nazionale riaprirebbe le porte di Palazzo dei Normanni al diretto concorrente per la Camera, Giuseppe Buzzanca. Cambiando l’ordine della lista MESSINA. È ormai chiaro che la vera partita il Pdl intende giocarla soprattutto in Lombardia e in Sicilia, oltre che in Lazio e in Campania. Anche per questo, oltre che sull'alleanza con Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo, Silvio Berlusconi cercherà di puntare su due liste che siano in grado di garantire i suoi fedelissimi e di far lievitare i consensi senza scontentare i militanti del Pdl ed evitando le “fughe” verso l'area centrista che ruota attorno al presidente del Consiglio Mario Monti. L'area del centro-destra a Messina contava un senatore, Mimmo Nania, la cui posizione a Palazzo Madama dovrebbe essere nuovamente garantita, e ben cinque deputati: Antonio Martino, Enzo Garofalo e Nino Germanà (poi sostituito da Pierpaolo Pizzimbone) e ancora Carmelo Briguglio (ora transitato in Fli e prossimo capolista alla Camera) e infine Francesco Stagno d'Alcontres (oggi Grande Sud). La mappa di chi potrà riagguantare la posizione precedentemente occupata anche alla luce di possibili nuovi innesti in lista diventa a tal punto complicata da comporre che quasi certamente fino al 21 gennaio potrebbero non mancare le sorprese. Ma qualche “novità” inizia già a farsi strada da adesso, come ad esempio la possibile candidatura del sindaco di Sant'Agata Militello Bruno Mancuso all'interno della lista della Sicilia Orientale in virtù dei legami del fratello Salvatore con lo stesso Berlusconi. Con tutta probabilità la lista che verrà presentata per la Camera avrà come “punta di diamante” Giuseppe Castiglione e come suo vice Antonio Martino, a meno che non trovino conferma le voci che voglio quest'ultimo in dirittura d'arrivo nel partito di Miccichè. Il terzo posto all'interno della lista Sicilia 2 dovrebbe poi spettare alla quota rosa Stefania Prestigiacomo, e, a seguire, potrebbero esserci altri due messinesi, Vincenzo Garofalo e centonove MESSINA. Il banchiere Gianpiero Samorì ha trovato sin da subito terreno fertile nella città dello Stretto grazie all'ex assessore comunale Pippo Isgrò, che ha abbracciato il progetto del modenese occupandosi di rintracciare personalità da inserire nella lista a sostegno dei Moderati Italiani in Rivoluzione. Isgrò quasi certamente sarà candidato al Senato, molto probabilmente, al quarto posto. «La mia è una candidatura di servizio - chiarisce - Questa delle politiche per me rappresenta sicuramente una prova utile per testare il consenso soprattutto in vista delle imminenti am- Pippo Isgrò Formica, “compagno” di area dello stesso Buzzanca, ma ultimamente avvicinatosi alle posizioni di Nello Musumeci, non decida di tentare la corsa a Roma, lasciando vacante una poltrona da parlamentare regionale che sarebbe occupata dallo stesso Buzzanca. Intanto a Messina, il groviglio in seno al Pdl si ammassa sempre di più. Non solo nel comparto giovanile ex An, se ad esempio il gruppo dei giovani di Fli che fa capo all'ormai ex fillino Fabrizio Sottile è ormai approdato sotto l'ala del gruppo Garofalo, dall'altra parte uno degli uomini più vicini al presidente della Provincia, Nanni Ricevuto, Michele Bisignano, rimarca la sua natura di “tecnico” non iscritto al Pdl, ma nominato assessore provinciale in virtù del suo contributo al programma stilato per le amministrative del 2008. Gianpiero Samorì ministrative». Intanto, arruolate dallo stesso Isgrò, a Messina altre tre personalità contribuiranno alla causa di Samorì, ma provenienti dalla provincia. Con tutta probabilità si tratterà, infatti, di due sindaci della zona tirrenica, mentre in bilico per una posizione ci sono poi un ex assessore e un ex sindaco della zona ionica. Isgrò ha fatto già partire il “tam-tam” per promuovere il banchiere modenese anche attraverso le affissioni pubblicitarie che campeggiano in città già da una decina di giorni. E, dopo la presentazione delle liste, il prossimo 21, promette una visita dello stesso Samorì. Isgrò, che da qualche mese è in campagna elettorale, cercherà di riunire soprattutto imprenditori e professionisti. (T.C.) Tiziana Caruso IN FERMENTO Grande Sud, Silvio divide Le ripercussioni del ritorno di fiamma con Berlusconi Francesco Stagno d’Alcontres MESSINA. Se il “flashback” Berlusconi-Miccichè all'Ars ha dato vita a una “fronda” guidata dall'agrigentino Michele Cimino, (con le clamorose dimissioni da Grande Sud dellʼex assessore al Turismo, Titti Bufardeci) i riflessi della “nuova” alleanza hanno avuto un “tono” diverso a Messina. A cominciare dalla sindachessa di Capri Leone, Bernadette Grasso, neo-eletta a Sala d'Ercole e da pochissimo vice coordinatrice regionale degli “arancioni”, che giura, infatti, fedeltà a Gianfranco Miccichè. A Messina, c'è poi anche il deputato nazionale uscente Francesco Stagno d'Alcontres, eletto nelle file del Pdl e poi approdato a Grande Sud. Il chirurgo continua a definirsi un “uomo di squadra” e afferma di voler proseguire il percorso intrapreso a fianco del manager di Pubblitalia 80, bacchettando l'ex capogruppo all'Ars Cimino: «In politica a volte si fanno scelte per puro in- pagina 10 teresse personale». La collega di partito Elvira Amata, invece, non biasima categoricamente l'agrigentino: «Non mi sento di condannare Cimino ma, pur credendo ancora nel progetto di Miccichè, capisco che non è facile digerire di correre a braccetto con la Lega alle nazionali». Sulla stessa scia di d'Alcontres si era espresso, invece, qualche giorno fa anche il deputato uscente e coordinatore regionale di Grande Sud, Pippo Fallica. Anche se “rumors” vorrebbero d'Alcontres non particolarmente entusiasta del terzo posto nella lista della Sicilia Orientale, proprio dietro Fallica. Ma il messinese non mostra titubanze sulla sua permanenza in area “arancione”: «E' vero che in politica tutto è possibile ma in questo momento la mia decisione è quella di rimanere in Grande Sud». Per d'Alcontres, a questo punto, l'unica soluzione sarebbe propendere per la candidatura a primo cittadino. «E' necessario tirare Messina fuori dalla melma in cui è finita. Le famiglie storiche quasi non contano più, oggi la città è alla mercè di chi tratta i messinesi come elettori». E, a proposito di famiglie storiche, il siracusano Roberto Centaro ha lanciato la proposta di candidare premier lʼex ministro Antonio Martino. (T.C.) centonove primo piano NEL SEGNO DI IGNAZIO. Luigi Ragno ALL’IKEA PER IL CIRCOLO. Piero Adamo e Ferdinando Croce RIENTRI. Il fondatore di “Fratelli d’Italia” fa tornare in prima linea l’ex assessore di An La Russa e l’uomo... Ragno Sarà ai piani alti del collegio orientale, subito dopo il suo padrino politico di Paternò. Ma in riva allo Stretto la nuova formazione non prende quota, a cominciare dai giovani MESSINA. È il frutto dello “spacchettamento” strategico voluto da Silvio Berlusconi per attutire il colpo delle politiche e cercare di porre un freno al potenziale dilagare del Partito democratico soprattutto alla Camera. C'è chi in riva allo Stretto la chiama la “lista-farsa” e chi la elogia come “alternativa” di centro-destra, ma i tre “Fratelli d'Italia” Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto, comunque sia, hanno “pescato” anche a Messina per la lista del “nodo tricolore”. Ovviamente sullo Stretto si punta molto su Luigi Ragno, vicinissimo all'ex ministro della Difesa di Paternò e candidato a sindaco nel 2005, che sarà quasi certamente inserito nella lista della Sicilia Orientale alla Camera, dove, la soglia di sbarramento per i partiti apparentati è del 2%. Ma non è detto che l'avvocato Ragno possa farcela anche perchè, a quanto pare, il primo nome inserito nella lista Sicilia 2 è proprio quello di Ignazio La Russa che dovrebbe così “blindare” il suo scranno a Montecitorio. Anche se, sempre per la Sicilia orientale, qualche giorno fa era saltato fuori il nome del deputato regionale siracusano Vincenzo Vinciullo. Non sarà ormai certamente della partita Raffaele Stancanelli, che sostiene però il progetto, e con tutta probabilità non si candiderà nemmeno l'altro deputato regionale d'area, Marco Falcone. I posti utili nella lista guidata da La Russa, almeno in Sicilia dovrebbero essercene ben pochi anche se l'ex ministro continua, a livello nazionale, a ribadire di voler puntare almeno al 14%, mentre dagli ultimi sondaggi diffusi la sua percentuale dovrebbe aggirarsi attorno al 4%. Intanto la “matrice” ex An di “Fratelli d'Italia”, almeno a Messina, non ha riscosso il successo sperato, soprattutto tra quelle che, ormai da tempo, sono definite le “nuove leve” del Pdl provenienti dall'ex Msi e ancora di più tra alcune personalità appartenenti ai circoli “Giovane Italia” e “Quo usque tandem” che si pensava dovessero aderire seduta stante ai progetti della neonata costola interna al centro-destra anche in virtù di una più volte declamata comunione di idee con l'ex ministra Giorgia Meloni. E, invece, soprattutto il gruppo che fa capo a Ciccio Rizzo ha deciso di smarcarsi da “Fratelli d'Italia”, nonostante qualche timido corteggiamento da parte dello stesso Luigi Ragno ci sia stato. Ma i "duri e puri" guidati da Rizzo rimarcano di non 11 GENNAIO 2013 volersi "prestare" a portare avanti un'idea nata esclusivamente per garantire i soliti noti. A ribadire con forza la scelta di non appoggiare la lista di La Russa è anche Piero Adamo: «Siamo veramente amareggiati per quello che sta accadendo nel Pdl a livello nazionale e locale, non abbiamo contezza delle personalità che comporranno le liste della Sicilia Orientale perchè le scelte vengono calate dall'alto e sono volte solo ed esclusivamente a garantire l'esistente, senza pensare che la scelta più nobile e coraggiosa che avrebbe potuto far rinascere un vivo interesse e una rinnovata fiducia nel centro-destra sarebbe stata quella di un cambiamento serio e quasi radicale di certe dinamiche». Adamo addirittura afferma: «Siamo spaesati, a volte quasi invidiamo il Pd che pur con tutti i difetti delle primarie, riesce però a dare voce anche a chi non è un politico di lungo corso». Non proprio sulla stessa lunghezza d'onda di Adamo, ma comunque un pizzico critico nei confronti di alcune scelte nazionali del partito anche Francesco Rella, un altro “giovane” di area ex An che qualcuno, negli ultimi tempi, aveva dato come pronto a trasferire armi e bagagli all'interno del partito dello scudo crociato forse anche per la sua “amicizia” con i centristi Carlo Vermiglio e Bruno Cilento. «Non penso che il ritorno di Silvio Berlusconi possa rappresentare la soluzione ai problemi del centro-destra, ma io sono e rimango un esponente del Pdl. È chiaro che attendo l'evolversi degli scenari nazionali e che spero, soprattutto, nella volontà di rilanciare un'azione politica in grado di dare nuova linfa al centro-destra, ma non ci sono dubbi su quella che è la mia strada politica e del mio contributo al partito per le nazionali». Ovviamente l'apporto di Rella & co. sarà senza alcun dubbio a favore dell'ex sindaco Peppino Buzzanca, anche lui proveniente dagli ex An ma entrato da tempo a pieno titolo nelle grazie di Altero Matteoli che nella lista ufficiale del Pdl sta lavorando anche per “tutelare” l'ex sindaco di Messina, creando non poche tensioni tra i forzisti messinesi. E soprattutto tra quelli che potrebbero rimanere fuori da Montecitorio, primo fra tutti il messinese Vincenzo Garofalo. (T.C.) AUTONOMISTI Romano e Andò in corsa I due messinesi pronti a scendere in pista MESSINA. Gli autonomisti dello Stretto attendono gli ultimi sviluppi dei dialoghi intavolati con “tabacciani” e “crocettiani”, ma soprattutto gli esiti della “trattativa” per la ricerca di un'intesa tra l'ex governatore siciliano Raffaele Lombardo e Silvio Berlusconi, con voci che si fanno sempre più insistenti sulla definizione di un rinnovato sodalizio tra le parti che consentirebbe al Pdl, anche dopo l'inciucio con gli uomini di Miccichè, di bilanciare la situazione ed evitare una debacle già verificata durante le ultime regionali. Se il coordinatore del Pds Rino Piscitello sembra ormai più che propenso a chiudere la partita con l'ex premier, da Messina, però, è pronto un secco “no” ad idillio tra Lombardo e il Pdl. Se il politico di Grammichele dovesse, infatti, stringere la mano al centro-destra, l'area autonomista messinese ormai più forte, ovvero quella legata al depu- tato regionale Beppe Picciolo, quasi sicuramente potrebbe “salutare e ringraziare” il fondatore del Mpa e, visti anche i sempre più numerosi apprezzamenti all'operato del nuovo presidente della regione, cercare un parziale riversamento nel “Megafono”, così come già accaduto per alcuni sindaci della provincia legati all'area del deputato Mpa uscente Carmelo Lo Monte, che invece ha trovato asilo nel centro democratico di Bruno Tabacci, con la sponsorizzazione di Massimo Donadi, che però ha messo il veto sui “lombardiani”. Certo è che, visti anche gli illustri “innesti” nelle lista confezionata per il Senato dall'ex sindaco di Gela, la soluzione più “felice” per gli autonomisti messinesi sarebbe quella di inserirsi all'interno della corrente “tabacciana”, dove con tutta probabilità le posizioni in lista, per i messinesi, sarebbero senza dubbio migliori. Intanto pare il gruppo messinese del Pds si sia spaccato. Secondo alcuni “rumors”, infatti, solo l'area Picciolo darà l'addio in caso di accordo con Berlusconi, mentre “dentro” rimarrebbero Fortunato Romano con una candidatura alla Camera e Antonio Andò candidato, invece, al Senato. (T.C.) pagina 11 Fortunato Romano Politica 11 GENNAIO 2013 Salvatore Serra centonove Pietro Iannello PALAZZO ZANCA. Si sgretola il partito che ha vinto le amministrative del 2008. Ecco perchè 2013, fuga dal Pdl Le regionali di ottobre hanno dato il via alla diaspora. Chi si è già riposizionato, chi intende farlo, chi si guarda intorno. Con queste motivazioni. Nel frattempo c’è chi fa il pieno di consiglieri DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Eʼ bastato solo qualche giorno a Salvatore Serra per smaltire il nervosismo e lʼamarezza per la mancata elezione di Giuseppe Buzzanca allʼAssemblea regionale siciliana. Il consigliere comunale, presenza fissa e rumorosa nella segreteria dellʼex sindaco di Messina, si è infatti ripiazzato in meno di un mese, abbandonando il Pdl e passando armi e bagagli sotto le bandiere autonomiste di Giuseppe Picciolo, che invece il seggio allʼArs lʼha conquistato con le insegne del Pds, quel “partito dei siciliani” nato dalle ceneri del Mpa. Quella di Salvatore Serra (che ha iniziato a fare politica con Nuova Sicilia, è stato consigliere nella scorsa amministrazione con la Margherita ed in questa prima con Risorgimento messinese, poi col Pdl e infine con gli autonomisti) non è che lʼultima fuga dal Pdl. E non è lʼunica. Una serie di riposizionamenti che sta rivoluzionando la composizione del consiglio comunale proprio nei suoi ultimi scampoli. FUGA DAL PDL. La mattina dello spoglio delle regionali, nella trafficatissima segreteria di Francantonio Genovese, quartier generale del cognato Franco Rinaldi, oggi deputato regionale del Pd, si aggirava Pietro Iannello, consigliere comunale dellʼala che una volta guardava a Forza Italia e faceva capo allʼex parlamentare a Palermo Nino Beninati (oggi transitato nellʼUdc sotto lʼala protettrice di Lorenzo Cesa). Iannello il passaggio non lo ha ancora ufficializzato, così come la maggior parte dei colleghi che stanno per “saltare il fosso”, ma il Pdl i suoi pezzi li sta perdendo: anche dalla sponda Alleanza Nazionale. Tentati dalle sirene democratiche, infatti, ci sono sia Giovanna Crifò (sostenitrice di Buzzanca fino alle regionali) che lʼattuale capogruppo Giovanni Cocivera (fino ad oggi vicino al plurideputato regionale Santi Formica). Iannello e Cocivera, in particolare, sembra Marcello Capillo Giovanna Crifò Angelo Burrascano si siano avvicinati al deputato Pd Pippo Laccoto, che durante lʼultima legislatura regionale è stato presidente della commissione sanità. Entrambi sono medici, e aspirano al primariato rispettivamente in cardiologia al Papardo ed in ginecologia al Piemonte. DOPO LE REGIONALI. Che le consultazioni di fine ottobre per lʼArs abbiano creato un terremoto è testimoniato anche dal prossimo addio di Carmelo Conti, eletto nella lista civetta del Pdl Forza Azzurri e da sempre in quota dellʼex parlamentare regionale Roberto Corona. Nella tornata di ottobre, Conti ha sostenuto Marcello Greco (poi eletto nella lista del presidente Rosario Crocetta) per, aveva sostenuto, “amicizia personale”. La sua scelta, in realtà, celava un notevole malumore nei confronti del partito. Malumore che oggi lo sta portando alla trasmigrazione verso il centrosinistra, con Crocetta e Greco. I maggiori movimenti, però, si sono concentrati attorno a Giuseppe Picciolo. PICCIOLO, CAMPAGNA DʼINVERNO. Fino alla fine dellʼestate, lʼex braccio destro di Genovese in consiglio comunale, arrivato allʼArs sotto le insegne del Pd e da meno di un anno diventato autonomista, ZOOM Buzzanca, maledetto il 2012 L’annus horribilis dell’ex sindaco. Dal futuro incerto Giuseppe Buzzanca MESSINA. La fine del 2012, per lʼex sindaco Giuseppe Buzzanca, si è rivelata disastrosa quasi fosse una campagna di Russia. Una debacle dopo lʼaltra, iniziando con le contestatissime dimissioni dalla poltrona di sindaco (che aveva difeso con le unghie e con i denti allʼepoca della pronuncia della Corte Costituzionale sullʼimpossibilità di cumulare il doppio incarico da sindaco e parlamentare regionale), continuando con la mancata elezione allʼArs e terminando con il quasi dissesto dal quale il comune di Messina si è salvato per un pelo, e per il quale la sua giunta, che ha governato palazzo Zanca per cinque anni, sarebbe stata additata come in gran parte responsabile. Non bastasse questo, Buzzanca, che fa la spola tra Messina e Roma per sapere cosa ne sarà del suo futuro politico, sta assistendo alla disgregazione pagina 12 del Pdl, partito del quale è segretario provinciale. E che nel giro di qualche anno ha praticamente dimezzato i consensi dallʼoltre il 30% che aveva al 2008, oltre a perdere consecutivamente i comuni di Barcellona, Lipari e Milazzo. E a Messina? Nemmeno la città che ha amministrato gli sorride, relegandolo al penultimo posto nella classifica dei sindaci più apprezzati dʼItalia. Ad aggiungere ulteriore aceto sulle ferite, cʼè lʼincognita delle politiche di fine febbraio. Se nei mesi scorsi, infatti, Buzzanca sembrava aver assicurato un posto al sole sponsorizzato dallʼallora tesoriere del Pdl Rocco Crimi, le dimissioni di questi dalla carica ne hanno offuscato le velleità. Anche perchè, in città, il partito si sta stringendo intorno al deputato uscente Enzo Garofalo, che ha stretto un patto dʼacciaio con Nino Germanà, il deputato regionale che da outsider ha soffiato il posto allʼArs a Buzzanca. Che, dal canto suo, ripone la speranza che Santi Formica, primo degli eletti nel Pdl a Messina a sedere a Palermo, abbia voglia di candidarsi per un seggio a Roma. Che in caso di vittoria consentirebbe alʼex sindaco un ripescaggio a palazzo dei Normanni. (A.C.) centonove Politica 11 GENNAIO 2013 MESSINA. Il ragioniere generale va a Roma. E torna con pessime notizie Dissesto, di nuovo tu In forse l’adesione al “salvacomuni”, spaventano i quindici milioni da restituire ogni anno. Ecco perchè il pericolo non è scongiurato Giovanni Cocivera Giuseppe Chiarella era il riferimento di Nicola Barbalace e Giorgio Caprì. I due, però, hanno preferito non abbandonare la casa madre democratica, abbandonando Picciolo al suo destino. Poco male, perchè il deputato regionale si è “consolato” con una campagna acquisti degna del Real Madrid. Oltre a Salvatore Serra, infatti, è infatti passato sotto la sua influenza anche Nino Carreri, che con Risorgimento Messinese è sempre rimasto in orbita autonomista grazie al posizionamento del suo riferimento Fabio DʼAmore. Lʼha raggiunto presto anche Marcello Capillo, che ha iniziato a fare il consigliere comunale in An, è stato rieletto nel 2008 con la lista civetta del Pd “Con Francantonio per Messina” e sta terminando la consiliatura sotto le bandiere del Partito dei Siciliani. A fargli compagnia ci sarà Tanino Caliò, da due anni col il Pid, eletto cinque anni fa con lʼUdc e prima ancora, nel tardo 2007, salito alla ribalta delle cronache come dimissionario dalla presidenza della partecipata Stu Tirone (caso più unico che raro), a capo della quale era stato piazzato in quota Margherita. CHI SI GUARDA INTORNO. Il Pdl lʼaveva già sostanzialmente abbandonato ad inizio autunno Giuseppe Chiarella, eletto con Forza Azzurri in quota Beninati, senza però, come il suo maggiorente, aderire allʼUdc. E non è detto che lo faccia in futuro. Chiarella ha avuto qualche abboccamento con la lista di Crocetta, ed è in attesa di decisioni che vengono dallʼalto circa il destino politico di Beninati. Che fino a qualche settimana fa era il sicuro candidato dellʼUdc alla Provincia, poltrona minata dallo scarsissimo risultato ottenuto alle regionali dal candidato della corrente, Enrico Bivona. Chi con i rappresentanti di Crocetta ha avuto più di un abboccamento è invece Angelo Burrascano, eletto nel Pdl in quota Nino Germanà, passato sotto lʼala dellʼautonomista Antonio DʼAquino e oggi vicinissimo a Francesco Calanna, “ras” nebroideo del movimento che fa capo al governatore della regione. Il passaggio di Burrascano è stato celebrato con un invito a cena a Tusa, quartier generale di Rosario Crocetta, nei primissimi giorni dellʼanno. Chi non ha nemmeno fatto in tempo a mettere piede in aula consiliare che già ha cambiato casacca è stato Maurizio De Leo, subentrato a Marcello Greco come primo dei non eletti del Pd e di Greco diventato subito “adepto” nella corrente che il neo deputato sta creando a palazzo Zanca. MOVIMENTI Renato Accorinti scende in campo MESSINA. “La mia candidatura nascerà dalla gente. Se mi vorranno mi candiderò”. Eʼ stato di parola Renato Accorinti. Lʼattivista non-violento, raccolte le tremila firme a sostegno della sua candidatura a sindaco, ufficializzerà la discesa in campo venerdi 11 gennaio. A sostenerlo, in un primo momento, ci sarà “solo” una lista civica. Attorno al suo nome, però, ci sono0 stati parecchi movimenti. I primi ad avvicinarlo per sondare il campo in vista di una sua eventuale candidatura sono stati i ragazzi del movimento 5 stelle di Messina, a luglio, in tempi ancora non sospetti. Da quel momento, il tam tam, prima su Facebook e poi con la raccolta delle tremila firme a supportarlo. Nessuno dei partiti, al momento, ha rotto gli indugi annunciando ufficialmente il suo “endorsement”. I più vicini a farlo sono i militanti si Sel messinese, le cui discussioni interne hanno dimostrato ampia convergenza sul suo nome. La candidatura di Accorinti sarà sostenuta da intellettuali, artisti e attivisti non messinesi, che contribuiranno con messaggi video e cartacei. Luigi Croce e Rosario Crocetta MESSINA. Nel frattempo, il dissesto che sembrava essere uscito dalla porta alla vigilia di Capodanno con la votazione del previsionale 2012, potrebbe rientrare dalla finestra. Eʼ un Nando Coglitore scurissimo in volto, quello che giovedi 10 mattina fa nervosamente la spola tra la sua scrivania alla ragioneria generale e lʼufficio del commissario straordinario Luigi Croce. Perchè, di ritorno da una trasferta lampo a Roma, Coglitore non ha portato buone notizie. Intanto perchè pare che i settanta milioni del fondo di rotazione che sarebbero dovuti arrivare a Messina subiranno un ritocco al ribasso, diventando cinquanta, che palazzo Zanca dovrà comunque restituire in dieci anni. Quelli che invece dovrà ridare in cinque anni sono i quaranta milioni di provenienza regionale; provvedimento, questo, fatto “ingoiare” ad una maggioranza riottosa allʼArs dal governatore Rosario Crocetta. In più cʼè la rateizzazione annuale di due milioni e 300mila euro accordata pagina 13 dalla Regione al Comune di Messina per far fronte al debito dellʼAto3, anchʼessa scomputabile in dieci anni. Ciò significa che, per il prossimo quinquennio, dalle casse di palazzo Zanca usciranno quindici milioni e rotti di euro allʼanno solo per il rimborso delle misure che sono servite a “tenere in vita” palazzo Zanca. Un discreto bagno di sangue, messo in piedi per evitare il dissesto finanziario. Che però non solo non è del tutto scongiurato, ma addirittura potrebbe rimaterializzarsi. Perchè lʼindebitamento del Comune sembrerebbe non rispettare le linee guida imposte dalla Corte dei Conti e dal Ministero dellʼEconomia per poter accedere alla legge “Salvacomuni”. Non bastassero le previsioni fosche, palazzo Zanca si è trovato di fronte unʼaltra bella gatta da pelare. I sette milioni e rotti che si sarebbero dovuti pagare quale conseguenza del patto di stabilità del 2011, poi “congelati” dalla sospensiva concessa dal Tar che ad ottobre fermò tutto in attesa che la Corte Costituzionale si pronunciasse sullʼobbligo o meno per la regione Sicilia di rispettare il patto di stabilità, sono tornati col segno meno. Il ministero dellʼEconomia, infatti, ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, sulla base dellʼassunto che a decidere della materia non potesse essere il tribunale amministrativo catanese. La questione sarà dibattuta di fronte ai giudici amministrativi del consiglio di stato il 21 gennaio. Nel frattempo, tra gli adempimenti ineludibili da compiere i consiglieri hanno votato (lʼultimo giorno disponibile) il regolamento sul sistema dei controlli interni. Non lʼavessero fatto, il prefetto Stefano Trotta avrebbe concesso due mesi di tempo per poi avviare le procedure di scioglimento del consiglio comunale. Non era chiaro, secondo lʼinterpretazione della norma fornita dal presidente del consiglio Pippo Previti, se la legge intervenisse anche nelle regioni a statuto speciale. Per il si e per il no, lʼaula ha deciso di votare. E di mettersi al sicuro. (A.C.) Politica 11 GENNAIO 2013 TAORMINA. Una miriade di candidati per la poltrona di sindaco. Il Fli sceglie l’ex presidente Un voto (poco) Composto Tra i pretendenti anche l’ex sindaco Mario Bolognari, il medico Mario D’Agostino, forte del buon riscontro alle Regionali, Elio Giardina e Salvo Cilona. L’uscente Passalacqua sta a guardare DI ENRICO SCANDURRA TAORMINA. Politiche, provinciali e comunali. I prossimi quattro mesi per Taormina si profila un tour de force politico. Mentre il sindaco uscente Mauro Passalacqua è ancora intento a dirimere i vari nodi di questa, che potrebbe essere considerata lʼamministrazione “sfortunata” (debiti pregressi, tagli dei finanziamenti, crisi dei partiti), i protagonisti del futuro prossimo già sono attivi. Primo su tutti Mario Bolognari. Ad appoggiarlo in primis il Partito Democratico del coordinatore Cristian Coslovi. Lʼipotesi che il politico taorminese, già primo cittadino dal 1993 al 2002, possa correre per la sindacatura è cosa nota da tempo. Ma la novità è rappresentata dallʼavvenuta formazione di un gruppo politico ben radicato in città, ovvero “Orizzonte 2020”, attivo già dal 12 novembre. Priorità assoluta i programmi. «Abbiamo già aperto i “cantieri” per lʼelaborazione del programma elettorale – afferma Bolognari – Se ne sono svolti già alcuni, come quello sulle procedure del Programma Operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale e le opportunità della programmazione 20142020 con relatore il prof. Vincenzo Spartà, oppure il “cantiere” Social Housing, relativo alle nuove opportunità dellʼabitare. Ci stiamo muovendo anche sotto il profilo della qualità dellʼofferta formativa nelle scuole». Di questo se ne parlerà il 15 gennaio, quando allʼhotel lʼhotel “Diodoro”, si terrà una tavola rotonda in merito, presieduta dalla dirigente scolastica dellʼIstituto comprensivo 1 di Taormina, Carla Santoro. Ed è propria questʼultima che, secondo alcune voci, potrebbe entrare a far parte dellʼesecutivo, nel caso in cui Bolognari vincesse le amministrative. Ipotesi che molti danno per certa sarà la presenza in Giunta di tecnici e di addetti ai lavori. «Ancora siamo in una fase Giuseppe Composto, candidato del Fli istruttoria – spiega lʼex sindaco - Tutto è congelato. Stiamo cercando di pensare al bene della città. Questa è la prima cosa da fare. Il programma resta la priorità». Sul fronte opposto regna, invece, la confusione. Molti sono i gruppi politici che vorrebbero convergere in unʼunica lista, questa volta civica. Cʼè per esempio il Fli di Giuseppe Composto, lʼUdc del segretario Enzo Scibilia, consigliere comunale uscente con Antonio DʼAveni ed Eligio Giardina, e nelle ultime ore si sta facendo avanti anche Grande Sud con Salvo Cilona, anche lui consigliere di minoranza uscente. «Cʼè un gran fermento intorno a questa possibile coalizione che potrebbe nascere ma che ancora no ha espresso un candidato sindaco”, dichiara Composto. Ma in pole position ci sarebbero questʼultimo, lʼex assessore provinciale alla Cultura, Mario DʼAgostino, (che alle Regionali ha raccolto un grande consenso proprio da parte della stragrande maggioranza dei cittadini taorminesi) ed Eligio Giardina, dimessosi da consigliere qualche mese fa. «Progetti e programmi per il futuro? Non si potranno fare grandi cose. Almeno per i prossimi due anni – spiega Giardina - La città è in pre-dissesto. I primi interventi dovranno essere mirati ad una corretta prevenzione dal punto di vista finanziario. Mi riferisco ai tanti contenziosi sorti negli ultimi tempi, che hanno portato Taormina al baratro». Riguardo a ciò anche Composto è dʼaccordo. «Prima di tutto bisognerà risanare i debiti di Palazzo dei Giurati. Gli errori del passato non dovranno più ripetersi – dichiara il papabile candidato del Fli – Lodo Impregilo, la questione dellʼex pretura, il nodo MessinAmbiente e molte altre dispute dovranno essere risolte nel più breve tempo possibile». Problemi che non sono stati centonove CAPRI LEONE Grande Sud si affida a Bernadette Al sindaco e parlamentare regionale la carica di vice coordinatore regionale CAPRI LEONE. Il sindaco di Capri Leone e parlamentare regionale Bernadette Grasso è il nuovo vice coordinatore regionale di Grande Sud. La nomina è giunta con lʼintesa del segretario regionale Pippo Fallica e del leader nazionale Gianfranco Miccichè. «Il ruolo al Bernadette Grasso quale vengo chiamata mi impegna a una rinnovata responsabilità - dichiara Grasso - Non posso sottacere lʼamarezza del momento. Non condivido la scelta di alcuni amici che hanno deciso di recidere il rapporto con Gianfranco Miccichè. Ho lo stato dʼanimo di chi smarrisce compagni di viaggio. Tuttavia – prosegue – , il cammino continua con passi ancora più spediti consapevoli che la guida è una persona di assoluto spessore e che lʼorizzonte è un Grande Sud in un grande Paese». opportunamente presi in considerazione dallʼattuale amministrazione, tacciata di “inconsistenza” dallo stesso Composto. Mauro Passalacqua, dal canto suo, “minaccia” di candidarsi nuovamente, aspettando le mosse di un suo assessore. Anche Nunzio Corvaia in quota Pdl, infatti, potrebbe proporsi. Per non parlare poi di un altro possibile e agguerrito pretendente, Vittorio Sabato, che rappresenterebbe la popolosa frazione di Trappitello, da sempre “ago della bilancia”. Potrebbe, inoltre, presentarsi anche un nuovo gruppo, formatosi da poco. Si chiama “Tu Protagonista”, ed è composto dal presidente del Consiglio uscente, Eugenio Raneri, da Antonio Lo Monaco, Salvo Brocato, Rocco Cappello, Giancarmelo La Manna e Cettina Rizzo, che a giorni ufficializzeranno una terna di candidati. MISTRETTA Antoci e la giunta che scoppia Doveva essere un esecutivo di salute pubblica ma il rimpasto ha lasciato troppi “delusi” MISTRETTA. Ci sono voluti due mesi per trovare il bandolo della matassa nellʼamministrazione Antoci. Dal 13 novembre scorso quando il sindaco Iano Antoci annunciò la volontà di un rimpasto per formare una nuova amministrazione di salute pubblica per guidare il paese fino al 2014, anno delle nuove elezioni, sono trascorse lunghe settimane fino al 7 gennaio. Il compito non è stato facile, molti cittadini che sono stati contattati hanno declinato lʼinvito del primo cittadino e alla fine la composizione della nuova amministrazione comunale ha anche provocato serie spaccature in seno alla maggioranza che appoggia Iano Antoci. Infatti la giunta è formata da Giuseppe Lo Iacono, architetto scelpatibilità del marzo scorso. Ribaudo richiedeva lʼassessoto dal gruppo guidato dai fratelli Testagrossa a cui è stata rato ai Lavori pubblici e soprattutto la poltrona di vice sindaaffidata la delega ai Lavori pubblici; Giuseppe Salerno, trenco, ma a queste richieste il primo cittadino mistrettese ha ritottenne originario di Castel di Lucio che si è distinto in quesposto negativamente, provocando il disappunto di Manuel sti anni per il lavoro nel sociale e per la sua collaborazione Ribaudo e soprattutto dellʼentourage di Vincenzo Tambunellʼemittente locale TeleMistretta, scelto proprio dal sindarello che, stando a voci che non sembrano così improbabico, Salerno si occuperà di Istruzione e Sport; e infine Enzo li, adesso minaccia di lasciare i banchi della maggioranza Seminara, uomo fidatissimo di Iano Antoci, che in pratica ricon i due consiglieri Nino Saitta, suocero dello stesso Tamtorna dopo aver rassegnato le dimissioni il 31 burello, e il giovane Sebastiano Fonti, altro uodicembre a ricoprire il ruolo di assessore almo di fiducia dellʼex vice sindaco. Quindi la citlʼAmbiente. Proprio la nomina di Seminara è tadinanza aspetta con impazienza il prossimo quella che fa più scalpore negli ambienti politici consiglio comunale, che promette scintille, e se amastratini, poiché è stata fatta per riparare al Saitta e Fonti dovessero abbandonare il gruppo netto rifiuto di Manuel Ribaudo, giovane venti“Uniti per Mistretta”, il sindaco Antoci si vedrebsettenne esperto in fotografia, appoggiato dal be con soli cinque membri ad appoggiarlo, tra gruppo che fa riferimento allʼex vice-sindaco cui il consigliere Salvatore Antoci che per motivi Vincenzo Tamburello, che attende un posto in di lavoro non si trova in Sicilia e spesso non giunta dalle sue famose dimissioni per incom- Manuel Ribaudo può essere presente. (Giuseppe Cuva) pagina 14 centonove Politica 11 GENNAIO 2013 AL VOTO. Il movimento di Walter Marisca potrebbe lanciare Carmelo Stracuzzi SPADAFORA Un volto per Roccalumera Gioie e dolori per Pappalardo A scaldare i motori per la sindacatura anche il capo dell’opposizione Pippo Campagna e il presidente del consiglio Antonio Garufi. Ecco tutti i movimenti in corsa DI GIUSEPPE PISTONE ROCCALUMERA. Sono già diventate un rebus le candidature a sindaco di primavera. Tre, quattro, anzi cinque. Un gioco a rialzo che non risparmia nessuno. A fare discutere in paese è il neo movimento civico “Un volto nuovo per Roccalumera”, corteggiato da più parti, tanto da mettere scompiglio tra i gruppi politici.«Siamo disponibili al confronto, no ai compromessi spiega Walter Marisca - siamo in corsa per salvare il paese dal dissesto economico e non in corsa per la poltrona». In appena una settimana dalla nascita del movimento costituito il 4 gennaio scorso da 15 soci fondatori, tra cui Emanuele Depu, Luigi Carnemolla, Sgroi Gaetano e il decano Villari Antonino, 70 anni sonanti. Presidente è lʼimprenditore Walter Alcuni attivisti del gruppo “Un volto per Roccalumera” Marisca il quale ha già raccolto più di 60 adesioni per lo più giovani, tra sodalizi che nel frattempo potrebbero cui Danilo Di Paola, Attilio Villari, Alessio nascere con altri gruppi». Indiscrezioni, Ciria e Santina Restifo, sparigliando, di però, rivelerebbero anche la presenza dei fatto, tutte le presunte alleanze. Oltre a fedelissimi dellʼonorevole Briguglio, tra cui Marisca ci sarebbe la possibile lʼex assessore allʼistruzione, anchʼessa candidatura a sindaco di Carmelo dimissionaria, Rosetta Nicita e Massimo Stracuzzi, direttore generale dellʼUnione Barbera. Ancora in penombra poiché in dei comuni delle “Terre dei castelli” di trattativa ci sarebbe anche la candidatura Modena, ma originario di Roccalumera. del consigliere provinciale Biagio Altro gruppo ufficiale è “Roccalumera Gugliotta che ha lasciato Fli dimettendosi Viva”, che ha fatto il suo primo esordio a da segretario provinciale. A voler dicembre con dei manifesti augurali: raccogliere la difficile eredità del sindaco “Cambiare si può! Noi ci siamo”. Gruppo Gianni Miasi è anche lʼassessore che vedrebbe la candidatura a sindaco del Francesco Santisi che potrà contare solo presidente del Consiglio, Antonio Garufi, a del sostegno del collega Massimo Puglisi cui converge anche lʼex vice sindaco e dei consiglieri, Rita Corrini e Antonella dimissionario, Rosario Foscolo, e i Totato. Ma allʼultimo momento potrebbe consiglieri comunali Franco Grezzo e uscire anche il nome dellʼavvocato Tino Giuseppe Frontaurea. «Non ho Bellomo, conteso anche dal movimento ufficializzato nessuna candidatura – “Un volto nuovo” di Walter Marasca. Il chiarisce Garufi – sarà una scelta Antonio Garufi futuro del sindaco Miasi è incerto. Se non condivisa e aperta a tutti, magari frutto di L’opposizione attacca sulla chiusura della Posta. Ma arrivano i fondi europei SPADAFORA. Gioia e dolori per l'amministrazione comunale di Spadafora. Se da un lato viene attaccata per la recente chiusura dell'ufficio postale del quartiere di San Martino, dall'altro sono in arrivo nuovi fondi comunitari frutto di programmazione. A distanza di tre anni e mezzo dalle elezioni il centro tirrenico si ritrova combattuto sull'avere un consiglio comunale in cui la minoranza è divenuta maggioranza. Le sferzate sono arrivate dal consigliere di opposizione, Domenico Romano, che ha criticato nella vicenda delle Poste il sindaco Pappalardo ed una “totale assenza di iniziativa da parte dell'amministrazione Pappalardo» . Romano con il collega Barbera ha incontrato a Palermo i vertici di Poste Italiane per ridiscutere la chiusura dell'ufficio postale nel quartiere di S. Martino. A qanto pare le notizie sono positive. Lʼamministrazione, invece, gongola per il finanziamento di 653.300 per il progetto di "allestimenti tecnici per il museo dell'argilla e per il Castello” che offrirebbe nuove opportunità per la creazione di micro-imprese. (a.d.b.) arriverà una nomina regionale (ha sostenuto il presidente Crocetta alle Regionali) potrebbe rivestire il ruolo di vice sindaco o presidente del consiglio con Santisi. Intanto lʼunico candidato certo viene dallʼopposizione. In pole position Giuseppe Campagna, che dopo aver rinviato più volte la conferenza stampa di presentazione, questa volta intende fare sul serio e sabato 12 ufficializzerà la sua candidatura nei locali del comitato elettorale “Roccalumera nel cuore” inaugurato da oltre due anni. Anche se fino allʼultimo potrebbe riservare delle sorprese. Spiacevoli sʼintende. Ancora un altro nome è quello dellʼex sindaco sino al 2003, Gaetano Argiroffi che alla fine potrebbe convergere con Pippo Campagna. Ma a condizione che questʼultimo decida di non candidarsi in prima persona. TERME VIGLIATORE LiberaMente sale sulla Torre A sfidare Bartolino Cipriano potrebbe essere l’ex presidente del consiglio comunale TERME VIGLIATORE. Ormai si gioca quasi a carte scoperte anche se nessuno vuol dire allʼavversario il proprio punto. La campagna elettorale a Terme Vigliatore è in una fase strana perché, a parte lʼattuale sindaco Bartolino Cipriano che si ricandiderà alle amministrative per tentare il bis, i suoi avversari invece ufficialmente, si nascondono, nel senso che nessuno dice chi sarà il proprio candidato a sfidare la leadership “bartoliniana”. Allʼinizio dellʼanno il Movimento “LiberaMente” capitanato dallʼex presidente del consiglio Giovanni Torre, dopo varie riunioni e feste private, si è presentato in pubblico.«Noi - ha detto Daniele Fali- ti, presidente del movimento - vogliamo proporre solo soluzioni pratiche ai problemi». Il direttivo del movimento diretto da Faliti, oltre a Torre, conta molti giovani come Elena Grasso, Veronica Bonomo, Filippo Foti, Angelo Salvo, Francesco Puliafito. Attorno al gruppo ruotano i consiglieri comunali Gianni Lopes e Franco Canduci, altri sono in fase di avvicinamento e sono tutti appartenenti allʼattuale gruppo di opposizione al comune. «Intendiamo fare apparentamenti solo con chi, come noi, vuole costruire una grande squadra che abbia come obiettivo lo sviluppo economico del paese», ha detto Giovanni Torre ed ha escluso che tra gli alleati ci possa essere il Movimento Iride «perché hanno fissato paletti per la costruzione della futura classe dirigente che noi non possiamo accettare». Dovrebbe essere lo stesso Torre il candidato a sindaco del gruppo, anche se gli stessi interessati al momento non confermano. «LʼIride ha cambiato alcune regole del gioco - dicono». LʼIride con lo slogan “lʼalternativa cʼè” coniato la scorsa estate, ha re- pagina 15 so noto il programma dei primi 100 giorni di governo. Ribadito che chi ha ricoperto negli ulti dieci anni incarichi politici di ogni genere e chi ha condanne penali o carichi penali in sospeso o avvisi di garanzia, non potrà mai candidarsi con loro. «Entro il mese di gennaio- hanno stabilito nellʼultima riunione pubblica- chi vorrà far parte ed accetta il nostro programma, deve presentare domanda di adesione e dire pure se intende candidarsi a consigliere. Prima delle fine del mese in corso, verranno vagliate tutte le richieste e tutti quelli che hanno presentato domanda, faranno parte dellʼassemblea che voteranno per i propri candidati. I primi 15 saranno i consiglieri comunali che lʼIride proporrà alle prossime elezioni. La stessa assemblea dovrà scegliere tre di coloro che hanno anche detto di essere disposti a candidarsi a sindaco. Per questa elezione, che non sarà chiusa ma aperta al pubblico, si dovrà attendere forse la fine di febbraio, dopodiché per noi i giochi saranno conclusi”. (Pasqualino Materia) Politica 11 GENNAIO 2013 centonove PROVINCIA. Nino Carbonaro svela il mistero sulla mancata pubblicazione degli atti MILAZZO Ops, ho perso le determine Ore contate per il consiglio A presentare una denuncia era stato il consigliere Pippo Lombardo che non trovava la documentazione. La verità sui fondi per l’ambiente finiti in gioielleria DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Acquisti effettuati tramite determine mai pubblicate, fondi destinati allʼAmbiente utilizzati per acquisti in gioielleria, un consigliere provinciale che invoca la Digos. Gli ingredienti per creare lo scandalo alla Provincia Regionale di Messina, cʼerano tutti. Ma a sgonfiare il caso chiarendo i vari passaggi è Nino Carbonaro, capo di gabinetto della segreteria del presidente Nanni Ricevuto. La polemica fatta esplodere dal consigliere di Sicilia Vera, Pippo Lombardo, riguardava la mancata pubblicazione allʼalbo pretorio di circa cento determine dellʼufficio di gabinetto di Ricevuto a firma di Carbonaro. Sessanta nel 2011 e poco meno di quaranta nel 2012. Una questione venuta fuori quasi per caso quando Lombardo "scopre" che alcune risorse PROVINCIA. Il capo di gabinetto Nino Carbonaro destinate al settore Ambiente verrebbero impegnate per scopi visti di regolarità contabili, e poi in alcuni difformi dall' indirizzo del Consiglio. Nello casi, non sono state pubblicate. Cʼè anche specifico oltre 10 mila euro vengono da dire che solo dal 1 gennaio 2013 cʼè utilizzati dall'ufficio di gabinetto per lʼobbligatorietà alla pubblicazione dellʼatto, comprare piatti, medaglie e coppe di vetro prima si trattava di soddisfare il legittimo sotto forma di premi per alcune principio di conoscenza. Le delibere, manifestazioni. Davanti allʼimpossibilità di infatti, saranno pubblicate e disponibili a ottenere delucitazioni in merito il tutti coloro che le vorranno visionare». consigliere di Sicilia vera si è rivolto alla Carbonaro, poi, entra nel dettaglio. E Digos. «Ho deciso di intervenire sulla spiega lʼequivoco sui fondi dellʼambiente vicenda per fare chiarezza - sottolinea destinati agli acquisti in gioielleria. Carbonaro - non ho alcuna intenzione di «Abbiamo rispettato le disposizioni del fare polemica con il consigliere Pippo consiglio provinciale - sostiene il capo di Lombardo che, anzi, ringrazio gabinetto - Con la delibera di consiglio n. pubblicamente per avere messo in risalto 122 del 30 novembre 2010 che ha come alcune innegabili disfunzioni che abbiamo oggetto “Gettito tributo speciale - Piano immediatamente corretto. In sostanza è triennale 2010 -2012” si pianificava avvenuto che le determine da me firmate lʼimpegno di spesa di un finanziamento (il presidente Ricevuto non cʼentra nulla regionale di 900 mila euro che la Regione perchè si tratta di atti puramente gestionali ci ha girato come quota degli oneri e non politici) sono ritornate ai vari uffici Pippo Lombardo incassati dal deposito dei rifiuti in discarica. competenti, tipo quello di ragioneria per i L’aula non ha votato il dissesto. A breve lo scioglimento dell’organo MILAZZO. Si è insediata a Palazzo dellʼAquila il commissario ad acta nominato dal Prefetto di Messina con la delega di dichiarare lo stato di dissesto finanziario del Comune di Milazzo. Si tratta di Margherita Catalano, dirigente di seconda fascia della Prefettura. Il commissario nel giro di pochi giorni approverà la delibera di dissesto e verrà avviata la procedura che porterà allo scioglimento del consiglio comunale guidato da Saro Pergolizzi, il quale non ha ottemperato alle disposizioni della Corte dei Conti prima, e del prefetto Trotta, successivamente il quale aveva fissato la data ultima il 31 dicembre. Pergolizzi e altri 11 consiglieri avevano scelto la via del “Salva Comuni”, scelta che non poteva essere fatta dal comune di Milazzo. Alla scontata proceduta di scioglimento ci sarà lʼaltrettanto scontato ricorso al Tar nel tentativo di dimostare che non è stato possibile seguire strade alternative al dissesto per lʼopposizione degli uffici e dellʼamministrazione Pino. Parte di queste somme, 15 mila euro, come si legge nellʼatto, erano stati destinati alla “valorizzazione dei “beni culturali, promozione turistica, manifestazioni, festività di interesse locale” e abbiamo acquistato tra le altre cose attrezzature da utilizzare per manifestazioni (quattro coppie di “dividi folla” che si trovano nel salone degli specchi) e 100 coppe, 100 targhe, 500 medaglie e 4 trofei in cristallo che sono stati utilizzati dagli stessi consiglieri o assessori in occasioni di loro interventi a manifestazioni culturali, sportive, turistiche sul territorio. A vincere la gara è stata una gioielleria. A Lombardo forse è sfuggito perchè nella seduta in cui è stata approvata la delibera era assente». Le altre delibere riguardano acquisto di cancelleria, pubblicazione di bandi e bilanci sui quotidiani, vigilanza di mostre al Monte di Pietà. SANTA TERESA DI RIVA Di Ciuccio rompe l’idillio Finisce la pax tra De Luca e l’opposizione. Scontro sul trasferimento dell’aula consiliare SANTA TERESA DI RIVA. Per la serie “cʼeravamo tanto amati “ sembra finito lʼidillio tra lʼamministrazione attiva ed il gruppo di minoranza. Appare lontano il tempo della seduta di insediamento del consiglio comunale quando il sindaco consegnò ad ognuno dei consiglieri comunali, in primis quelli opposizione, un libro ed offrì loro la vicepresidenza dellʼassise a favore del neofita Santino Veri, uomo di fiducia dellʼex sindaco di Messina Peppino Buzzanca. I motivi della divergenza sono emersi con lʼinizio del nuovo anno ed in seguito ad una serie di ulteriori provvedimenti del primo cittadino volti a sistemare i conti delle casse co- munali. Provvedimenti che hanno visto tagli per lʼassistenza domiciliare agli anziani, lʼinasprimento delle tariffe comunali ed in ultimo il trasferimento della sede del comando dei vigili urbani che con determina del capo del settore Tecnico, Franco Cisto, sarà spostata nel palazzo municipale lasciando la sede sita nella zona nord del paese . Precisamente gli uffici della polizia municipale saranno ubicati nellʼaula dove attuamente si svolgono le sedute del consiglio comunale, che a sua volta verrà trasferito a Villa Ragno. La decisione è andata di traverso al capogruppo di minoranza Antonio Di Ciuccio (Udc) che non lʼha presa bene ed ha incalzato la maggioranza «credo che la decisione di trasferire la sede per lo svolgimento delle riunioni di consiglio comunale poteva quanto meno essere condivisa da tutto il consiglio». «Ritengo sia un atto di arroganza ingiustificato – chiosa lʼex primo cittadino di Antillo – dal momento che non veniamo a conoscenza solo attraverso una determina di un dirigente comunale del conferimento di un inca- pagina 16 rico ad una ditta per il trasloco dei mobili dove si svolge il consiglio comunale, senza nessuna traccia di un indirizzo politico o amministrativo, quanto meno un parere della giunta o del sindaco o meglio ancora secondo me prendere la decisione nel corso del consiglio comunale, non vedo quali siano i motivi di tale comportamento anche perché il sindaco ha tutti i numeri per approvare a larga maggioranza tutti provvedimenti che vuole adottare». Il primo cittadino Cateno De Luca ribatte dicendo «che in questa fase è stato necessario fare chiarezza sulla situazione contabile, mettendo alla luce debiti pregressi mai affrontati che prima o poi sarebbero venuti a galla. Di certo non sono stato io ad alimentare controversie che adesso suonano come delle cambiali da pagare, da buon padre di famiglia sto verificando i debiti che dobbiamo azzerare e sto tagliando tutto quello che si può tagliare. Lo so che le mie scelte sono impopolari ma per toppare le falle bisogna aumentare le tasse. Cʼè poco da fare». (Massimo Ferraro) Sicilia centonove 11 GENNAIO 2013 MESSINA. Indagine della procura di Messina su allacci abusivi alla condotta Metano, Italgas nella rete Nel mirino dipendenti della società del gruppo Eni, Sicem di Milazzo e Idro Clima impianti di San Filippo del Mela. Realizzati lavori senza autorizzazioni DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Contatori fantasmi, utenze inesistenti, lavori di ampliamento della rete mai autorizzata. Allʼinterno dellʼItalgas di Messina spirano venti di bufera. Da mesi è in corso una indagine della procura peloritana che sta portando alla luce la presenza di quella che può essere definitiva una rete clandestina del metano che sarebbe stata creata in città da alcuni dipendenti e aziende che lavorano (o hanno lavorato) per lʼex Siciliana Gas. Il Pm della procura di Messina, Adriana Sciglio, sta lavorando da mesi per verificare lʼipotesi di truffa ai danni di Italgas che però rischia di ritrovarsi le “menti” allʼinterno della stessa società. Apparentemente, infatti, la vittima sarebbe lʼazienda che fa parte del colosso Eni, la quale ha inoltrato una denuncia alla procura. Oltre agli ignari utenti che avevano chiesto lʼallaccio alla rete per far funzionare la caldaia di una nuova abitazione. Ma la questione potrebbe fare implodere la stessa sede messinese dellʼazienda, coinvolgendo dipendenti e funzionari. Attualmente sarebbero tre gli indagati. In sostanza, secondo le prime risultanze dellʼindagine, interi palazzi di Messina nelle vie Vignazza Miceli, Madonna del Carmine Mili, San Marco, Sperone, Panoramica dello Stretto, compresa lʼinstallazione di misuratori a utenze nei comuni di Barcellona e Milazzo (principalmente nela Piana), non sarebbero risultate registrate. La vicenda allʼinterno dellʼazienda è venuta alla luce nel 2011, ma gli effetti ancora non si sono manifestati e a rischio ci sarebbero numerosi dipendenti della Italgas che avrebbero agevolato un sistema parallelo di gestione della rete. Da chiarire sarebbe la posizione della Sicem, una società edile di Milazzo a cui venivano appaltati i lavori di ampliamento della rete, e della Idro clima impianti di San Filippo del Mela che avrebbe installato punti gas dietro il pagamento di somme senza la relativa autorizzazione. LʼItalgas chiede di conoscere i responsabili che avrebbero “eluso controlli aziendali, allʼevidente scopo di partecipare ad unʼattività in concorrenza con Italgas finalizzata alla creazione ed alla copertura di un sistema distributivo abusivo”. Ad insospettire la società leader nella distribuzione del metano era la significativa diminuzione di contatori nel deposito del Centro operativo di Messina (30 mila quelli stoccati) senza un conseguenziale aumento della utenza registrata. Ed ecco avviare una indagine interna nella quale ci sarebbero stati operai che avrebbero creato nello stesso giorno anche 30 punti di riconsegna (pdr), tutti nello stesso stabile senza alcuna comunicazione agli uffici competenti, programmazione dellʼesecutività dei lavori, identificazione e tracciabilità del sistema distributivo. Non esisteva nemmeno la richiesta a monte effettuata dal cliente. La cosa risulta ancora più grave agli occhi di Italgas perchè, secondo le informazioni raccolte, lo stabile risultava ancora sprovvisto di un collegamento alla rete di distribuzione del gas, che terminava ad una distanza di 250 metri. Ed ecco lʼennesima anomalia sulla quale sta lavorando la procura. La società ha scoperto con un “sopralluogo specialistico” dellʼesistenza di una rete abusiva del gas (condutture stradale, prese, allacci) che dalla fine del 2010 collegava lo stabile alla tubazione esistente. A realizzarlo potrebbe essere stata una ditta, la Sicem, che si occupava dei lavori di scavo per lʼItalgas, ma secondo le risultanze - senza avere ottenuto ordine di servizio e dunque una stima dei costi. La cosa ancora più grave è che secondo il rapporto stilato dai tecnici sarebbe stato constatato che i contatori sarebbero stati attivati senza gli standard di sicurezza imposti dalle norme tecniche e dalle vigenti procedure aziendali. Oggi i contatori e la rete metanifera risulterebbero perfettamente i regola sanando gli aspetti burocratici e tecnici. Ma i conti allʼinterno dellʼazienda rimangono aperti. Secondo indiscrezioni si sta lavorando per verificare se alcuni lavori venivano effettuati utilizzando le credenziali di personale in quel momento allʼoscuro dellʼattività abusiva, o addirittura in malattia. Un altro punto da chiarire è come mai allʼinterno degli uffici messinesi si consentisse, a tutti i livelli, di creare e assegnare manualmente i punti di riconsegna agli utenti, in sostanza lʼallaccio. A quanto pare a partire dal 2007 per superare un contenzioso con la ditta appaltatrice dei lavori di completamento della rete, diventò una prassi comune. Da verificare i ruoli di personale esterno che avrebbe avuto libero accesso al deposito dei contatori. FIUMEDINISI Sicilia Ionico peloritano, appalto nel limbo Cateno de Luca FIUMEDINISI. Rimangono nel limbo i lavori della rete metanifera del bacino “Sicilia Ionico Peloritano”. La ditta concessionaria Fin-Consorzio di Roma se non ha la certezza dellʼerogazine dei fondi (lʼappalto ammonta a 127 milioni di euro) non ha intenzione di avviare i cantieri. Questa è la sintesi dellʼiter alla luce di una recente riunione convocato dal sindaco di Fiumedinisi, comune capofila, a cui hanno preso parte gli amministratori del comprensorio. Il progetto per la realizzazione e gestione in concessione dellʼimpianto di distribuzione del gas naturale nel bacino “Sicilia Ionico Peloritano” è composto dai Comuni di: Fiumedinisi (Capofila), Alì, Alì Terme, Antillo, Casalvecchio, Furci Siculo, Itala, Mandanici, Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, SantʼAlessio Siculo, Santa Teresa di Riva, Scaletta Zanclea e Savoca. Il progetto, promosso da Cateno De Luca, oggi sindaco di Santa Teresa di Riva, prevede la realizzazione delle condotte di distribuzione in tutti i centri abitati dei Comuni aderenti alla convenzione e consentirà, di fatto, di collegare, senza soluzione di continuità, la rete metanifera di tutta la Sicilia. pagina 17 Sicilia 11 GENNAIO 2013 centonove Adriana Ferlazzo IL FATTO A sinistra il rettore Tomasello che deve lasciare a settembre del 2013. Eʼ a capo dell'ateneo dal 2004. Il suo mandato in scadenza naturale il 31 ottobre del 2011 è stato prolungato grazie ad unʼautoproga sino al 30 settembre del 2013. Tomasello è finito nel mirino di alcuni docenti che gli contestano di avere creato una Fondazione per continuare a influenzare l'Ateneo. I docenti si sono rivolti al ministro Francesco Profumo (nella foto in alto) Franco Tomasello MESSINA. L’Università si prepara a sostituire Tomasello. Lo scacchiere delle alleanze Rettorato, la grande corsa Gli oppositori calano l’asso Cupaiolo. Giuseppe Vita, Pietro Navarra e Antonio Romano candidati nati nell’ex maggioranza di governo. Adriana Ferlazzo, tenace battitore libero DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Per anni in serrata competizione con il docente di Anatomia Puccio Anastasi, a cui nonostante la comune frequentazione del rettorato nemmeno rivolgeva la parola, era tra i suoi fedelissimi, il più accreditato a prendere il posto di Franco Tomasello, potendo contare sul sostegno del rettore uscente. Pietro Navarra, economista, invece, dʼimprovviso, è entrato in rotta di collisione con il Magnifico, pur rimanendo al suo posto come prorettore e delegato per le questioni di Bilancio. E se il rivale Anastasi è stato piazzato nel Consiglio dʼamministrazione della contestata Fondazione universitaria, voluta fortissimamente dal rettore che, alla scadenza del suo mandato, ne è divenuto il presidente, lʼeconomista è sceso autonomamente in campo per la corsa a rettore, le cui elezioni si terranno tra marzo ed aprile, facendo leva sul suo peso. E su quello del fratello, Pippo Navarra, chirurgo generale del Policlinico universitario. Dove, come sempre è stato nel passato, si svolgerà la partita decisiva per la successione al neurochirurgo ed ex preside di Medicina. Eʼ al Policlinico, come docenti della facoltà di Medicina, che lavorano il 30% (423) dei mille e trecento professori che costituiscono lʼ80% del corpo elettorale (a cui va aggiunto infatti il personale tecnico amministrativo e i ricercatori a tempo determinato, il cui voto viene pesato e incide per non oltre il 20% sul corpo elettorale effettivo). Navarra al Policlinico dovrà vedersela, di sicuro al primo turno, in cui per essere eletti bisogna ottenere la maggioranza assoluta degli aventi diritto la voto, con quello che è il candidato più vicino al rettore Tomasello: Giuseppe Vita, primario del reparto di Neurologia del Policlinico Universitario. GLI SCENARI. A seconda dei consensi che riusciranno a coagulare, dopo il primo turno, i due docenti si potranno ritrovare alleati, già a partire dal secondo turno (in cui basta la maggioranza dei votanti), di una colazione a capo della quale si porrà chi con molta probabilità sarà anche il nuovo rettore. Oppure se gli altri candidati non totalizzeranno molti voti se la vedranno al ballottaggio uno contro lʼaltro. Pietro Navarra e Giuseppe Vita dovranno fare i conti con Giovanni Cupaiolo, ex preside della Facoltà di Lettere, espressione del gruppo di docenti che si è opposto negli ultimi 5 anni anche a colpi Giovanni Cupaiuolo IDENTIKIT/1 Scende in pista Navarra Ritratto del consigliere tornato in città dalla London School. E messo da parte Pietro Navarra MESSINA. Dopo la seconda elezione di Tomasello ed il repulisti di uomini a lui vicini ma di cui il rettore non si fidava più, era divenuto il braccio del rettore. Prorettore con Delega al Bilancio, con molta discrezione e toni bassi, Pietro Navarra, era divenuto il più ascoltato dei consiglieri del rettore. A soffrirne era soprattutto Puccio Anastasi, docente di Anatomia e anchʼegli prorettore. Qualcosa si è rotto quando il rettore ha deciso di mettere in cantiere lʼautoproroga del suo mandato (e di tutti gli organi elettivi) affidandosi alla sapienza giuridica di Franco Astone e Mario Caldarera: i due avvocati in breve hanno soppiantato Navarra nel ruolo di consigliere. Allʼeconomista non era piaciuto il balletto del pagina 18 rettore nella gestione del Cus, il Centro universitario sportivo, sullʼorlo del dissesto da anni. Navarra ha proposto come commissario Sergio Cama, persona politicamente a lui vicina, il rettore lo ha nominato, ma poi a detta di Cama e di Navarra non ha mantenuto gli impegni economici necessari per il risanamento dellʼente, esponendo il suo sponsorizzato a grosse difficoltà con fornitori e lavoratori. «Credo di poter mettere al servizio della comunità accademica le mie competenze di studioso di economia del settore pubblico e lʼesperienza maturata come Pro-Rettore con delega al bilancio. La mia candidatura, sebbene io abbia occupato un ruolo di primo piano nel governo uscente dellʼUniversità non ne rappresenta una sua diretta espressione. Risponde alle sollecitazioni di un gruppo di sostenitori che opera nei 21 Dipartimenti. Ciò è per me motivo di grande orgoglio e, al tempo stesso, costituisce una forte leva per sviluppare una progettualità che rappresenti ed accolga, sia le esigenze dei colleghi sia del personale tecnico amministrativo», ha scritto Navarra nella lettera di presentazione della candidatura. (M.S.) centonove Sicilia 11 GENNAIO 2013 IL CASO. Ecco come il rettore uscente si è ritagliato la guida futura dell’ateneo Strategica Fondazione Gestirà i fondi per la ricerca e il patrimonio immobiliare. A poche settimane dalle elezioni Tomasello nominato presidente. Insorgono Flc Cgil e Andu Antonio Saitta di carte bollate alla gestione ritenuta da loro autocratica dellʼateneo da parte del rettore Franco Tomasello. La candidatura di Cupaiolo è maturata dopo le elezioni a direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne che hanno visto lʼelezione del docente allʼunanimità. Sino a qualche giorno prima in pole position sembrava esserci Guido Signorino, economista dellʼex Facoltà di Scienze Politiche. Giovanni Cupaiolo è stato candidato al posto di colui che era apparso a lungo il leader del gruppo di oppositori. Antonio Saitta, docente di diritto costituzionale, oppositore “a viso scoperto” sin dalla prima ora del rettore, invece, ha tolto i colleghi dallʼimbarazzo della scelta candidandosi alle elezioni politiche in programma a fine febbraio. A SORPRESA. A sorpresa è sceso in campo nella corsa allʼermellino il docente di diritto amministrativo Antonio Tassone Romano, avvocato amministrativista molto apprezzato nella comunità accademica. La sua candidatura, interpretata da molti come comunque “vicina al rettore Franco Tomasello”, nasce allʼinterno del Dipartimento di Scienze Giuridiche e promette di pescare consensi in altri ambiti. Antonio Romano, nipote acquisito di Aldo Tigano, avvocato di diritto amministrativo molto noto in città e per anni vicino a Tomasello, in precedenza ha insegnato allʼUniversità di Catanzaro. A Messina è tornato grazie allʼimpegno economico ad hoc dellʼateneo, promosso dal rettore. LA TENACIA... NON PAGA. Ha annunciato al sua candidatura anche Adriana Ferlazzo, docente alla facoltà dellʼex facoltà di Medicina Veterinaria. Era candidata contro Franco Tomasello nel 2004 e poi nel 2007. Nelle due competizioni non cʼè stata storia: la docente è stata battuta di centinaia di voti. MESSINA. Ha prima scelto il manager del Policlinico Universitario e poi gli ha dato dato il suo vincolante parere positivo perchè lo nominasse direttore del reparto di Neurochirurgia. In prossimità della scadenza naturale del mandato di rettore (fissata per il 31 ottobre del 2011) ha proposto (e votato) al Senato accademico e al Consiglio dʼamministrazione la proroga di un anno del suo incarico di rettore, poi divenuti due, nonostante la bocciatura dellʼautoproroga da parte del Tar. Infine, in prossimità dellʼulteriore e non più prorogabile scadenza, Franco Tomasello, ha messo in cantiere la Fondazione universitaria, di cui lʼateneo che guida dal 2004 è unico socio, e vi ha trasferito gran parte delle competenze dellʼateneo (gli avversari dicono “ha svuotato lʼateneo delle competenze”) e a tre mesi dalle elezioni, nonostante le forti e documentate contestazioni che aveva dovuto incassare nel corso di unʼaffollata Conferenza dʼateneo, è andato diritto sulla strada che ha portato alla nomina dei vertici della nuova Istituzione, cui è stato affidato il compito di “esercitare attività strumentali, scientifiche e di supporto alla didattica e alla ricerca in campo neuro oncologico, oncologico agroalimentare attraverso operazioni mobiliari, immobiliari e la promozione e gestione di progetti di ricerca e attività formative”. Il Puccio Anastasi presidente? Franco Tomasello. Che, così, si è costruito e assegnato un ruolo di primo piano nella direzione e gestione futura dellʼUniversità di Messina. «Dopo essersi prorogato lʼincarico ed essere stato bacchettato dai giudici amministrativi che lo hanno tacciato di antidemocraticità, Tomasello ha ancora una volta mostrato che ha una visione autocratica dellʼateneo. Insomma, pur di stare al potere e di continuare a tirare le fila, se la canta e se la suona, incurante della democrazia e della trasparenza», dice Mauro Federico, coordinatore provinciale dellʼAndu, Associazione nazionale docenti universitari. Lʼateneo, o meglio il Consiglio dʼamministrazione dellʼateneo, nella seduta di fine anno ha nominato anche i tre membri del Consiglio dʼamministrazione e i due del Comitato tecnico scientifico. Segni particolari dei 5 prescelti? Essere stati uomini di fiducia di Tomasello. A partire da Puccio Anastasi, Delegato di Tomasello, a lungo in corsa come suo successore; per arrivare a Daniela Baglieri, docente di economia, altra delegata, passando per Pino Carini. Meno vicini e comunque fidati i due del Comitato Scientifico, Giacomo Dugo e Signorino Galvagno. INDIGNATI. Dura è stata anche la reazione di Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, Flc Cgil e RETE29Aprile: «La grave decisione assunta dal Rettore e dal Consiglio di Amministrazione pone una pesante ipoteca sul futuro dellʼUniversità di Messina. La questione Fondazione dovrà essere al centro della prossima campagna per lʼelezione del nuovo Rettore. Decisione grave, ossia “di peso”, perché riguarda la futura Università; scorretta, perché assunta da un organo che rappresenta la “vecchia” Università, la cui scadenza naturale risale a 2 anni addietro, che agisce in regime di prorogatio e che è ormai prossimo ad essere sostituito. I rilievi critici mossi in Conferenza dʼAteneo non hanno trovato risposta, né smentita, né accoglimento (malgrado lʼapprezzamento pubblicamente espresso dallo stesso Tomasello). Si è costruito nel più assoluto silenzio uno statuto che non è coerente con le leggi cui pretende di ispirarsi e che dà luogo a qualcosa di inesistente nel resto dʼItalia: una Fondazione che anziché conferire risorse allʼUniversità, se ne appropria e che, anziché “facilitare” lʼUniversità nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali (dalla ricerca, alla formazione, ai rapporti con il territorio), si sostituisce ad essa». (M.S.) IDENTIKIT/2 Vita, questo (s)conosciuto L’ascesa del neurologo cresciuto all’ombra del maestro Corrado Messina MESSINA. Lʼincontro con la comunità accademica per la presentazione ufficiale della sua candidatura si terrà domenica 13 gennaio al Royal Palace Hotel. Giuseppe Vita, fuori dalla comunità scientifica non è molto noto ma al Policlinico e nellʼex Facoltà di Medicina, ha comunque il suo peso. Allievo ed erede di Corrado Messina, neurologo ci fama nazionale, da qualche anno in pensione, Giuseppe Vita era uomo vicino al rettore Franco Tomasello che lo aveva nominato delegato per lʼattività didattica nelle facoltà scientifiche. Giuseppe Vita è il Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Messina e dellʼ Unità operativa di Neurologia e Malattie Neuromuscolari del Policlinico. Eʼ tra i promotori del nascente centro Nemo dedicato allʼassistenza e alla cura i malati di Sclerosi multipla, in fase di allestimento in uno dei padiglioni del Policlinico. Ha scritto Vita: «Ho deciso di mettermi al servizio della nostra Università, sottoponendo al giudizio della comunità la mia storia scientifica, la mia progettualità organizzativa e le mie relazioni nazionali ed internazionali. Intendo candidarmi alle prossime elezioni per il rinnovo della carica di Rettore, con la speranza di rappresentare in modo unitario la Facoltà di Medicina nel doveroso confronto con le altre aree scientifiche. Voglio riaffermare e difendere l'autonomia universitaria come valore accademico e garantirne lʼestraneità da qualsivoglia influenza esterna. Credo nel gioco di squadra che è parte essenziale della mia formazione e che sarà sempre di più necessario in un momento così difficile per gli Atenei Italiani. Ritengo che si possa e si debba fare ancora molto per la nostra Università, rendendo tutti noi protagonisti». (M.S.) pagina 19 Giuseppe Vita Sicilia 11 GENNAIO 2012 A sinistra, Beppe Alfano Sopra, Olindo Canali. A destra, da sinistra Fabio Repici e Ugo Colonna In basso a sinistra, Sonia Alfano; In basso a destra, Nitto Santapaola. Il CASO. La procura di Reggio Calabria indaga sull’omicidio del giornalista Alfano, verità a metà In carcere da un decennio Gullotti e Merlino, ma a distanza di vent’anni la sentenza di condanna non convince nessuno. Tra nuove denunce e vecchi veleni. Ecco quali.... DI MICHELE SCHINELLA REGGIO CALABRIA. «Eʼ stato ammazzato perchè aveva scoperto che a Barcellona si nascondeva il boss Nitto Santapaola, la cui latitanza era protetta dalle Istituzioni nellʼambito della trattativa tra lo Stato e la mafia. Il mandante è un personaggio collante tra la mafia e i servizi segreti. Le indagini sono state depistate ad arte dal magistrato inquirente, a ci aveva svelato il segreto, e dal legale del collaboratore di giustizia cardine, legato a Santapaola e ai servizi segreti». «Eʼ falso. Eʼ stato ammazzato perchè aveva saputo di una maxi tangente sulla pelle dei disabili a favore dellʼimprenditore di Terme Vigliatore, Mario Imbesi, allʼepoca in grosse difficoltà economiche e protetto dalla mafia locale. I suoi familiari con questo imprenditore hanno negli anni intessuto relazioni di interesse». Sullʼomicidio del giornalista Beppe Alfano, avvenuto a Barcellona Pozzo di Gotto lʼ8 gennaio del 1993, 20 anni fa, cʼè da anni una verità processuale: scolpita in una sentenza passata in giudicato, però, non convince nessuno. Se il magistrato che ha condotto le indagini, Olindo Canali, in un memoriale scritto nel 2006 che doveva rimanere segreto ed invece è finito da subito negli studi legali per poi divenire pubblico nel 2009, ha avanzato dubbi sullʼattendibilità di del collaboratore Maurizio Bonaceto; accuse velenose si sono scambiati Fabio Repici, legale della famiglia del maestro di scuola media e soprattutto di Sonia Alfano dal 2009 deputato al Parlamento europeo, e il legale di Bonaceto, Ugo Colonna. Un tempo colleghi di studio, le denunce contenenti la “vera” verità sul delitto Alfano e le accuse di “aver depistato le indagini o di non volere la verità per biechi interessi” sono finiti sul tavolo dei magistrati di Reggio Calabria, competenti a valutare lʼoperato del magistrato Canali. I sostituti reggini da mesi conducono unʼinchiesta che promette sviluppi clamorosi e si incrocia con quella condotta dalla Procura di Palermo sulla presunta trattativa Stato Mafia, in cui sono coinvolti politici e alti ufficiali dei Ros dei carabinieri: questʼultimi, presenti in forze a Barcellona Pozzo di Gotto subito dopo lʼomicidio di Alfano, hanno collaborato alle indagini sullʼomicidio del giornalista condotte dalla Compagnia provinciale. GLI INTERESSI IN GIOCO. Le denunce incrociate e le “vere verità sullʼomicidio” corrono sul filo di lana di grossi interessi morali ed economici, messi a rischio da una possibile revisione del processo a cui da anni stavano lavorando i legali di coloro che per lʼomicidio di Beppe Alfano, sono stati condannati. I varchi aperti alla revisione del processo dal memoriale e dalla successiva deposizione nel processo Mare nostrum di Olindo Canali, che aveva inferto un duro colpo al precario equilibrio su cui si reggeva la sentenza, sono stati tamponati dalle denunce prodotte da Fabio Repici nei confronti del magistrato brianzolo Canali, trasferito a Milano e condannato in primo grado per falsa testimonianza. Pippo Gullotti, il boss di Barcellona Pozzo di Gotto e Antonino Merlino, il suo luogotenente, sono in carcere da 16 anni, il primo, e da 10 anni, il secondo. Una sentenza passata in giudicato li ha condannati come mandante ed esecutore dellʼomicidio di Beppe Alfano. Lʼomicidio, poichè come ha stabilito la sentenza “è stato commesso avvalendosi delle condizioni di cui allʼassociazione per delinquere di stampo mafioso e per agevolare lʼattività del sodalizio criminoso”, ha consentito ai tre figli del professore di scuola media e alla moglie, riconosciuti vittime della mafia, di ottenere, oltre allʼassunzione alla regione Sicilia (i tre figli) un vitalizio mensile di 500 euro, un risarcimento di un milione di euro centonove a testa. FRAGILI EQUILIBRI. Il movente dellʼomicidio? Non è stato individuato. La pistola usata per ammazzare Alfano? Non è stata mai ritrovata. Secondo lʼimpianto accusatorio, Merlino aveva ammazzato Alfano su ordine di Gullotti per fare un favore ad Antonino Mostaccio, sindaco di Merì allʼepoca presidente dellʼAias di Milazzo, Associazione italiana spastici, indispettito dallʼinteressamento di Alfano alla gestione allegra dellʼente di riabilitazione. La pista fu indicata qualche ora dopo lʼomicidio da Sonia Alfano che puntò lʼindice contro Mostaccio riferendo di minacce che il padre aveva raccontato di aver subito da questi per essersi rifiutato di accettare dei soldi per non occuparsi più dellʼAias. Antonino Mostaccio al termine del lungo processo fatto di sei sentenze è stato assolto: con la sua assoluzione è caduto anche il movente. Merlino e Gullotti sono stati tuttavia condannati sulla scorta della testimonianza di Maurizio Bonaceto: raccolta da Canali, Colonna e il capitano dei carabinieri Nunzio Aliberti a Roma il 12 maggio del 1993, è entrata nel processo come prova, seppure Bonaceto qualche tempo dopo nel corso del primo processo ritrattò e in 12 anni di processi non confermò più la deposizione: «La ritrattazione è frutto delle minacce della mafia», stabilirono i magistrati. Bonaceto a dicembre del 1997 tentò il suicidio. Sopravvisse ma fu giudicato dai periti incapace di intendere e di volere e così le dichiarazioni del 12 maggio del 1993 entrarono nel fascicolo dei vari dibattimenti senza che i legali degli imputati abbiano mai potuto contro interrogarlo. «La sera ZOOM Aspettando... 4 milioni di euro BARCELLONA. Al momento la sentenza di primo grado è parziale. Nel senso che riconosce ai tre figli di Beppe Alfano, Fulvio, Sonia e Chicco e alla moglie quasi un milione di euro a testa. Ma il Tribunale di Barcellona si è pronunciato solo sulla richiesta di risarcimento del danno esistenziale e del danno morale. Deve ancora pronunciarsi sul danno biologico. La causa per i risarcimento danni è stata intentata contro Pippo Gullotti. Ma a pagare sarà il Fondo di solidarietà per le vittime di mafia. I tre figli del giornalista, grazie ad una legge regionale per la tutela delle vittime della mafia, sono stati assunti alla regione Sicilia. A ciascuno di loro e alla moglie è corrisposto un assegno vitalizio mensile di 500 euro. Nel passato avevano avuto 250 milioni di vecchi lire una tantum come indennizzo. (M.S.) pagina 20 centonove Sicilia 11 GENNAIO 2012 DUELLI. Le denunce reciproche al vetriolo dei due legali Avvocati sul ring «Amico di Santapaola, dei servizi e depistatore», accusa Repici. «Ignorate il ruolo dell’imprenditore amico Imbesi », replica Colonna LE TAPPE Altalena ... in processo MESSINA. Alla condanna definitiva di Pippo Gullotti e Antonino Merlino si arrivò al termine di vari processi durati in tutto 12 anni. Il 15 maggio 1996, in primo grado, Pippo Gullotti fu assolto, Antonino Merlino fu condannato. I difensori di questʼultimo e il pm Olindo Canali fecero appello. Il 6 febbraio 1998, anche il boss Pippo Gullotti fu condannato. Il 22 marzo 1999 la corte di Cassazione conferma la condanna per Gullotti, che divenne definitiva, e annullò, invece quella per Merlino ritenendo non sufficenti le sole dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Bonaceto. Il processo dʼappello a carico di Merlino si ricelebrò a Reggio Calabria e Antonino Merlino, il 17 aprile 2002, fu assolto. Due anni dopo, il 17 febbraio 2004, però, la Suprema Corte di Cassazione annullò lʼassoluzione. Il terzo giudizio dʼappello, sempre a Reggio Calabria, si concluse il 19 aprile del 2005 con la condanna di Merlino. La Cassazione il 27 aprile 2006 confermò e la condanna divenne definitiva anche per Merlino. dellʼ8 gennaio 1993 passavo con la macchina in via Guglielmo Marconi. Ho visto la macchina con Alfano seduto dentro che parlava attraverso il finestrino laterale con Antonino Merlino”, disse Bonaceto. Beppe Alfano fu trovato morto al volante della sua Renault 9: tre colpi di pistola sparati a bruciapelo da una calibro 22 colt. Di ritorno dalla stazione ferroviaria dove era andato a prendere la moglie reduce dal lavoro, mentre stava entrando a casa, vide in lontananza un qualcosa. «Chiuditi in casa, tra un pò torno», disse alla moglie. E invece non torno mai. «Eʼ davvero strano che la mafia voleva uccidere Alfano ed è Alfano ad andare incontro al suo killer», osservarono i difensori degli imputati. «Giuseppe Iannello mi aveva detto che Gullotti voleva ammazzare Alfano su richiesta di Mostaccio», raccontò ancora Bonaceto. «Eʼ una strana coincidenza che chi passa dalla piazza in cui viene ucciso Alfano e vede Merlino, è depositario anche del movente dellʼomicidio», osservarono ancora, invano, i difensori dei due imputati. DEPISTAGGI. «Bonaceto nellʼinterrogatorio decisivo è stato imbeccato per depistare le indagini e proteggere Santapaola», ha accusato Repici. Olindo Canali ha scaricato la responsabilità sui carabinieri che curarono la collaborazione di Bonaceto. «Ho capito che Bonaceto non sapesse molto e si sia voluto accreditare. Specie dopo la ritrattazione perchè ha allegato dei fogli con schemi scritti da Piero Campagna e Sebastiano Zingales, gli appuntati dei carabinieri. Sono stati loro a comunicarmi che cʼera una persona disposta a collaborare», ha detto alla Corte dʼassise nel 2009 nel processo Mare nostrum. Piero Campagna è il fratello di Graziella Campagna, la sorella di Piero, ammazzata nel 1985: i familiari sono stati assistiti dallo stesso Repici. LA PISTOLA. Gli accertamenti balistici mostrarono che la pistola usata per lʼomicidio è una calibro 22 colt. Non è stata mai trovata. Tuttavia, a 20 giorni dal delitto, il pm Canali, si accorge che lʼimprenditore Mario Imbesi, molto noto nella zona, possiede una calibro 22, e se la fa consegnare a Tindari, dentro il Santuario della Madonna Nera. ll pm non sequestra lʼarma, ma la prende in consegna. Otto giorni dopo, il 5 febbraio, il revolver viene restituito allʼimprenditore a seguito di unʼaccertamento effettuato dal perito balistico Fatuzzo che esclude si tratti dellʼarma del delitto. «Imbesi mi disse che siccome era sottoposto da estorsione non voleva che la mafia interpretasse la visita in Procura come come se volesse denunciare le estorsioni», si è giustificato Canali. In realtà, come risulta dagli atti del processo Alfano, Mario Imbesi possedeva una collezione di armi. Tra queste cʼerano alcune calibro 22. Una, ha scoperto di recente il legale Repici, risulta essere stata venduta nel 1979 da Imbesi allʼingegnere milanese Franco Carlo Mariani, proprietario della Crm motori, arrestato nel 194 nellʼambito di unʼindagine sulle bische clandestine. Chi finisce in manette con lui? Saro Cattafi, arrestato il 24 luglio del 2012 con lʼaccusa di essere il capo della mafia di Barcellona. Mariani ne denuncia lo smarrimento il 30 settembre 1999. MESSINA. Erano amici e colleghi di studio. Il delitto Alfano li ha fatti diventare acerrimi nemici. Fabio Repici, legale della famiglia Alfano, accusa Colonna di avere imbeccato Maurizio Bonaceto per evitare che indagini sullʼomicidio di Alfano fossero indirizzate sulla latitanza di Santapaola a Barcellona. Ugo Colonna, dal canto suo risponde, che Repici e Sonia Alfano non vogliono la verità sul delitto Alfano, fanno finta di non conoscere le carte del processo e smentiscono loro stessi a distanza di anni. Non solo. Ignorano il vero movente che riconduce ad un imprenditore molto amico di Adolfo Parmaliana (e del fratello di questi Biagio), il docente universitario morto suicida nel 2008 e indicato da Repici e dalla Alfano come esempio di strenua lotta al sistema giudiziario corrotto. COLONNA DI TESI. «Santapaola (nella foto) non si nascondeva a Barcellona nel periodo ricompreso tra la fine del 1992 e gli inizi del 1993. Lo dicono le carte che conoscono anche Sonia Alfano e Fabio Repici. Lʼintercettazione pagina 21 ambientale dei Ros dei carabinieri che accerta che a Barcellona cʼè Santapaola è di aprile del 1993. Alfano, dunque, non fu ucciso perchè confidò al pm Canali che a Barcellona si nascondeva Santapaola, ma per altri motivi: il gruppo mafioso intervenne per tutelare diretti e rilevanti interessi economici dellʼimprenditore di Terme Vigliatore Mario Salvatore Imbesi. Infatti, specie a partire dallʼautunno del 1992, si era determinato uno stallo nei pagamenti relativi ad una grande, già conclusa operazione immobiliare in Barcellona Pozzo di Gotto che doveva fruttare cospicui guadagni per la Terme Appalti s.p.a, società riconducibile ad Imbesi. Questʼultimo, in quel periodo largamente esposto con gli istituti di credito e “protetto” dalla cosca barcellonese che da anni riceveva il pizzo, era gravemente danneggiato in quanto il neo presidente dellʼAias di Milazzo, Santa Genovese, sensibilizzata sul tema da Alfano, si ostinava a non effettuare i pagamenti concordati con la precedente amministrazione, rifiutando perfino il rinnovo delle cambiali scadute e non pagate». Il legale ha sottolineato: «Imbesi ha anche guidato una delle auto (quella che conduceva i genitori del defunto Parmaliana), al funerale del professore celebratosi il 4 ottobre del 2008, cui presenziarono lʼavvocato Repici e lʼonorevole Alfano». LʼAFFONDO. Fabio Repici, in una delle denunce presentate alla Procura reggina, ha tentato di avvalorare il ruolo perverso del suo ex amico: «Ugo Colonna ha rapporti molto stretti con i Servizi segreti. Non solo. A partire dal 2006 collaborando con Colonna, a Catania, durante il processo Orsa Maggiore, ho visto con i miei occhi più volte colloquiare Colonna, che difendeva un collaboratore, con Nitto Santapaola, allora detenuto presente in aula. Poichè a questi conciliaboli presenziava lʼavvocato Francesco Amato, di recente gli ho chiesto la genesi dei rapporti tra i due. Lʼavvocato Amato mi ha raccontato dellʼintervento di Santapaola allʼinizio del processo Orsa Maggiore per sedare lʼanimosità degli imputati nei confronti dei collaboratori e soprattutto dei loro difensori». LʼATTIVITAʼ. I carabinieri della Compagnia di Barcellona al giornale La Sicilia sequestrarono tutte gli articoli firmati da Alfano o, non firmati ma a lui riconducibili. Non ce ne sono che ricostruiscono la presenza di latitanti nella città del Longano o nelle immediate vicinanze. Ce ne sono alcuni sullʼAias: raccontano delle difficoltà a pagare gli stipendi, delle tensioni tra i lavoratori, del clientelismo nelle assunzioni e da ultimi, a partire dal 22 novembre del 1992 uno, non firmato, di alcune righe in cui si parla di avventurose operazioni immobiliari; unʼaltro non firmato, in cui si annuncia lʼintenzione di santa Genovese di recarsi in Procura e unʼaltro ancora, non firmato, e sempre di poche righe, che racconta che la visita in Procura non cʼè stata per un allarme bomba bluff». (M.S.) Sicilia 11 GENNAIO 2013 DISSESTATO. Il palazzo di via Giordano Bruno MESSINA. Lo stabile “ballerino” di centro città, in via Giordano Bruno Attenzione, caduta palazzi Il commissario straordinario Luigi Croce firma un’ordinanza di sgombero. E le perizie dicono: “Fabbricato fortemente dissestato”. Ma l’amministratore si oppone. Una storia che nasce da una soprelevazione. Maldestra DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Nelle more delle succitate attività di messa in sicurezza e fino al ripristino delle necessarie condizioni di sicurezza, si ordina di far sgomberare da tutti gli abitanti ed occupanti a qualsiasi titolo presenti, anche in via temporanea, lʼimmobile in argomento”. Firmato Luigi Croce. Lʼordinanza lʼha emessa il commissario straordinario del comune di Messina, perchè in via Giordano Bruno, in pieno centro, cʼè un palazzo sulla cui stabilità una mezza dozzina di enti hanno seri dubbi. Da qualche anno. ATTENZIONE, CADUTA PALAZZI. Lʼisolato 124, quello che si affaccia tra la via Giordano Bruno ed il viale San Martino, secondo quanto scrive Croce, è una bomba innescata. Lo certificano quindici anni di relazioni, sopralluoghi, cause e lavori mal eseguiti. Una storia che si trascina fino a luglio, quando ai vigili del fuoco arriva una richiesta di intervento di verifica, inoltrata in forma scritta da unʼinquilina, Giovanna Cacciola. Il funzionario che stila la relazione trova una Cambogia: “degrado dei prospetti esterni dellʼedificio, nonchè delle parti condominiali prospettanti allʼinterno”. Non solo. Nellʼappartamento del legale il tecnico dei pompieri trova un “articolato quadro fessurativo, vistose macchie di umidità da infiltrazione nei muri perimetrali e nei tramezzi interni”. Basta? Nientʼaffatto. “Si è constatato inoltre il distacco di gran parte dellʼintonaco dellʼintradosso del solaio, la rottura delle pignatte, lʼossidazione dei ferri dʼarmatura e la conseguente espulsione del copriferro”. Tradotto, vuol dire che lʼappartamento non è più abitabile. Per questo lʼufficio del Genio civile, il 4 dicembre, invita “ad adottare i provvedimenti necessari a tutela della pubblica e privata incolumità”. La casa, Giovanna Cacciola lʼha acquistata allʼasta giudiziaria, quando i problemi si erano già ampiamente manifestati. “E nessuno me ne ha mai messo prima al corrente”, lamenta lʼavvocato. IL FABBRICATO DISSESTATO. La bastonata più forte, però, la tira il dipartimento allʼEdilizia di palazzo Zanca, Soprelevazione coi segni del dissesto centonove a novembre. Che spiega come “appare utile chiarire che, trattandosi di fabbricato fortemente dissestato, come si evidenzia in modo costante ed univoco nelle diverse perizie tecniche dei consulenti, venendo meno la conformità strutturale in quanto parametro insostituibile della conformità urbanistica a sua volta prodromica al conseguimento della licenza di abitabilità, qualunque certificato di abitabilità, qualora rilasciato, sarebbe di fatto invalidato”. Perchè è successo tutto questo? Per una soprelevazione. SOPRELEVAZIONE? AHI AHI. Nel 1998, nel corso di una causa civile, è disposta una perizia, che spiega che “le condizioni dellʼedificio originario, così come realizzato sulla scorta del progetto, pur se strutturalmente adeguate alle prescrizioni della scarna normativa antisismica vigente allʼepoca, non erano tali da consentire lʼodierna soprelevazione. Infatti, alla luce delle norme vigenti alla data del nuovo intervento, risulta conclamata la insufficiente capacità portante - sotto sisma - di gran parte dei pilastri dellʼultimo e penultimo piano della preesistenza, ed anche quelli della soprelevazione mostrano gli stessi effetti”. Una causa civile che si trascina fino al febbraio del 2011, quando la sentenza spiega finalmente “lʼillegittimità della sopraelevazione eseguita dalla Progeco per conto dei signori Costa”, e dispone di “accertare se unico rimedio, al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza dellʼedificio, sia la demolizione della soprelevazione o attraverso opere di consolidamento”. LE OPINIONI CONTRARIE. Contro la nota dei vigili del fuoco è intervenuto lʼamministratore di condominio Antonio Pollino, che contestandola chiede la revoca della diffida spiegando, come si legge nellʼordinanza emanata da Croce che “non risulta essere esistito e neanche esistente il pericolo derivante da intonaci pericolanti”. Una versione che non ha però convinto palazzo Zanca. Perchè sia il direttore di sezione tecnica Domenico Delia che il capo del dipartimento Tutela pubblica e privata incolumità Domenico Signorelli, nellʼordinanza, parlano chiaro e tondo di stato del fabbricato che rappresenta una “condizione di pericolo”, intimando la messa in sicurezza dello stabile e dellʼarea. Tutto questo in pieno centro, a qualche centinaio di metri da piazza Cairoli, nel “salotto buono” della città. Contro il provvedimento firmato da Croce è possibile ricorrere presso il Prefetto, il Tar o addirittura il presidente della Regione in persona. FOCUS La fiera degli orrori edilizi Superfetazioni, chiusure, coperture. Ecco cosa svelano i sopralluoghi per la repressione degli abusi MESSINA. I quattro morti sotto le macerie delle due palazzine crollate a Palermo tra il 18 ed il 19 dicembre, evidentemente, non hanno insegnato nulla. Di certo non a Messina, città dove le baracche prosperano indisturbate e in cui le soprelevazioni e le “superfetazioni” spuntano come funghi. Autorizzate e non. Soprattutto non, stando allʼattività quasi febbrile del dipartimento alle Attività edilizie ed alla repressione dellʼabusivismo. Che ogni mese emette almeno una cinquantina di ordinanze dipartimentali per la demolizione di lavori eseguiti in spregio delle norme antisismiche, del piano regolatore e spesso anche del buonsenso. Di che lavori si tratta? Dei più vari. Nego- pagina 22 zi, locali ed esercizi commerciali hanno il “vizietto” di cingere gli spazi circostanti prima con piante e poi con strutture fisse tipo tende, gazebi o pareti vetrate. Che regolarmente vengono fatte smontare con periodicità allarmante dalla polizia municipale dopo i sopralluoghi di rito. E i privati? Lì la fantasia del messinese si sbizzarrisce. Solo nellʼultima settimana, i vigili hanno scovato, in via Torrente Trapani, una copertura a tegole che ha sostituito lʼoriginaria in eternit, ovviamente senza permessi. In via Gazometro, invece, il proprietario di un appartamento ha realizzato un manufatto di 24 metri quadrati sul lastrico solare: una piccola soprelevazione di tre metri dʼaltezza sulla terrazza, in pratica. Cosa hanno rilevato le ispezioni? “La struttura portante presenta pilastri di modesta sezione ed è ancorata al suolo mediante piastra imbullonata, le travi sono annegate nella muratura costituente la parete nord e la copertura è stata realizzata mediante la collocazione di perline sormontate da tegole”. Alla faccia di norme antisismiche e piani regolatori. E buonsenso. (A.C.) centonove Sicilia 11 GENNAIO 2013 Un momento della conferenza stampa tenuta dalla Dia il 10 gennaio L’OPERAZIONE. Mafia e business dei rifiuti dietro la raccolta affidata dall’Ato Catania, bufera “Nuova Ionia” La Dia ferma 27 persone. Tra queste, esponenti dei clan Cintorino e Cursoti, oltre che tecnici della ditta che aveva avuto l’incarico da Joaniambiente. Coinvolti i sindaci di Mascali e Giarre DI DARIO DE LUCA CATANIA. Ci sono diversi esponenti del clan dei Cintorino, ma anche alcuni dipendenti delle aziende specializzate nella raccolta dei rifiuti tra i 27 uomini arrestati dal personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania nell'ambito dell'operazione “Nuova Ionia”. Le indagini, complesse e articolate, hanno riguardato le infiltrazioni mafiose nel lucroso settore della gestione integrata dei rifiuti solidourbani e differenziati. Ad essere coinvolto tutto l'ambito territoriale competente all'Ato Joniambiente. Un'area vasta che assorbe i Comuni della Provincia di Catania che vanno da Riposto a Bronte. L'INCHIESTA. Si è concentrata in maniera principale nella zona dell'alto jonio etneo nel comprensorio dei Comuni di Fiumefreddo, Giarre, Riposto, Mascali e Calatabiano. Negli altri Enti sono state acquisiti numerosi documenti. Secondo gli inquirenti il clan si era infiltrato con alcuni suoi elementi di spicco nell'attività della Aimeri Ambiente S.rl. società di Rozzano (Mi) incaricata proprio per conto dell'Ambito territoriale ottimale Joniambiente nella raccolta dei rifiuti. Un vero e proprio consorzio inserito nel panorama economico dell'immondizia, dai Cintorino operanti a Calatabiano, passando per i Cursoti Catanesi, entrambi facenti parte del potente gruppo criminale dei Cappello. Gli organi inquirenti ipotizzano come l'infiltrazione mafiosa sia stata agevolata sia da alcuni dirigenti della Aimeri che da alcuni funzionari della stessa Joniambiente. Su tutti l'ex direttore per la Sicilia orientale Alfio Agrifoglio, a cui è contestato il reato di associazione a delinquere semplice e Roberto Russo, responsabile tecnico operativo della società con sede in Lombardia ma nello stesso tempo esponente di spicco del clan mafioso. Sempre riconducibili alla Aimeri Ambiente sono gli altri dipendenti tratti in arresto, Alfio Acquino e Francesco Caruso. Dovranno rispondere di associazione a delinquere anche Roberto Palumbo, responsabile tecnico della discarica di Sicilia Ambiente Enna, e il coordinatore della discarica Gaetano La Spina oltre ad un impiegato del Comune di Fiumefreddo di Sicilia ed ex lavoratore dell'Ato Joniambiente di Giarre. LE IRREGOLARITAʼ. L'organizzazione riusciva secondo gli inquirenti a lucrare rilevanti vantaggi economici. Vittime, indirettamente, i cittadini onesti che sempre più spesso devono convivere con strade sporche e ricolme di rifiuti. In particolare le indagini hanno portato a rilevare come ci sia stata da parte degli arrestati una falsificazione dei formulari sulla raccolta e conferimento in discarica dell'umido e della differenziata. Si simulava un servizio efficiente che in realtà non c'era. Altro aspetto quello dell'eliminazione delle micro discariche e della pulizia dei margini stradali. Attraverso la procedura di somma urgenza, nonostante fosse già previsto nel capitolato d'appalto l'incarico alla ditta appaltatrice, si favorivano alcune ditte riconducibili proprio all'organizzazione mafiosa. Quelle volte invece in cui i lavori venivano eseguito dalla ditta legalmente incaricata, la Alkantara 2001, si utilizzavano mezzi e personali della Aimeri. In questa vicenda, c'è pure l'inerzia di alcune amministrazioni, su tutte quelle di Mascali e Giarre che omettevano i regolari controlli, rivolgendosi, nei casi in cui si riscontravano delle irregolarità, direttamente a Roberto Russo, tecnico dell'Aimeri e come detto esponente di spicco del clan dei Cintorino. GLI ALTRI CAPI D'ACCUSA. Non solo rifiuti ma anche alterazione e detenzione illecita di armi da fuoco e il traffico di sostanze di stupefacenti. Entrambe le attività erano capeggiate dallo stesso Russo e da un altro esponente del clan, Salvatore Tancona. Per conto dei due operava, come gli investigatori hanno documentato nelle intercettazioni, una fitta rete di pusher. A condurre i Carabinieri di Fiumefreddo di Sicilia, al gruppo di spacciatori, l'arresto di Santo Cristaldi, a cui vennero trovate 7100 pasticche di ecstasy destinate al fiorente mercato della movida dell'alto Jonio e di Taormina. PRECEDENTI Il primo blitz dell’8 maggio Dopo venti arresti, 31 mezzi erano andati in fumo CATANIA. Era l'8 maggio 2012, quando la Sezione Criminalità Organizzata della squadra mobile di Catania, arrestava Pippo Garozzo “pippu u maritatu”. Con lui, altre 19 persone tra cui proprio Roberto Russo, ritenuto il vero collettore tra il clan, le aziende e l'Ato Joniambiente. Proprio dopo il blitz, a sole 24 ore, 31 autocompattatori della Aimeri Ambiente andavano in fumo. L'autoparco dove erano parcheggiati rientrava nella diretta competenza di Russo. Tra gli arrestati dell'operazione “Nuova Ionia” ci sono anche diversi “colletti bianchi”. Roberto Palumbo, fratello del vicesindaco di Paternò Carmelo Palumbo ed ex consigliere dei Democratici di Sinistra. Nel vortice sono finiti pure Rosario Tropea, assessore ai lavori pubblici a Mascali, Bruno Cardillo, dirigente comunale e responsabile del servizio lavori pubblici. Con loro la Procura aveva addirittura chiesto l'arresto di Filippo Monforte, sindaco del centrodestra di Mascali. Nel dispositivo si legge come il primo cittadino “avrebbe accettato da Roberto Russo la promessa di assunzione, con varie modalità, di soggetti dai medesimi segnalati, costituente utilità non patrimoniale idonea a consolidare la rispettiva posizione politica”. Nonostante il gip Marina Rizza non abbia accolto la richiesta d'arresto, ha puntato l'attenzione su unʼintercettazione in cui Monforte discuteva con Russo: “E poi ci su ... quattru amici c'hannu a travagghiari, o voi o non voi..”. Il sindaco ha però riferito come “sono stato in giunta poi ho appreso dell'esistenza di un'operazione della Dia sui rifiuti”. “Sino a questo momento non mi è stato notificato alcun atto. Ho sempre agito con la massima correttezza e trasparenza in ogni settore e non ho mai avuto a che fare con il mondo dei rifiuti”. L'Aimeri Ambiente invece ha dichiarato “la più totale estraneità rispetto alla vicenda, considerandosi con tutta evidenza parte lesa ed annunciando la propria costituzione in giudizio come parte civile”. L'azienda precisa che “le persone colpite dai provvedimenti giudiziari sono dipendenti ed ex dipendenti con mansioni di secondo piano”. (D.D.L.) pagina 23 Roberto Russo Sicilia 11 GENNAIO 2013 centonove SAN PIERO PATTI. Da cinque piloti a prima scuderia automobilistica della Sicilia Rally, la volata della Sgb Nata sui Nebrodi, in sette anni ha raccolto130 iscritti provenienti da tutta l’isola. Il direttore sportivo Mauro Gulino: «La buona gestione è il nostro segreto. E ora puntiamo sui giovani» DI ROSSANA FRANZONE SAN PIERO PATTI. «Chi lo avrebbe mai immaginato che una piccola realtà con appena cinque piloti sarebbe diventata nel 2012 una delle più importanti scuderie automobilistiche siciliane». Mauro Gulino sintetizza così la storia della Sgb Rallye. Lui è il direttore sportivo, il padre Giuseppe il presidente. Alternandosi sul palco hanno parlato della loro scuderia il giorno della premiazione del campionato sociale. Il 23 dicembre. Davanti ad una platea di piloti e navigatori siciliani. «La Sgb Rallye non è un team - precisa Giuseppe Gulino - ma una famiglia. Una famiglia un poʼ allargata sì, ma pur sempre una famiglia dove ogni suo componente ha uguale importanza». Eʼ proprio questo Sotto, Giuseppe Di Giorgio e Cono Sinagra. Nella foto in basso, Pietro Mazza e Francesco Picarella durante il Rally Fabaria 2012 (foto Siciliarally.com). Accanto lʼassistenza della Sgb Rallye pagina 24 uno dei motivi che ha portato al successo la Sgb nata il 2 giugno 2005 a San Piero Patti, piccolo comune nebroideo. Nasce come associazione sportiva e nel 2009 diventa Scuderia Automobilistica, ottenendo il riconoscimento da parte della Csai e del Coni. E soprattutto nasce grazie alla passione di cinque piloti: Giuseppe, Agostino, Mauro, Alessandro e Carmelo. Adesso la Sgb Rallye raccoglie 130 iscritti. Piloti e navigatori provenienti da tutta la Sicilia. Tra loro anche due donne pilota: Jessica Biondo e Loredana Lo Dico. E per il 2013 il numero è destinato ad aumentare. Ultimo importante acquisto della scuderia sarà il pilota Eros Doria. Classe 1984, già messosi in evidenza con le moto da cross, dal 2012 ha deciso di cimentarsi anche con le quattro ruote. «La buona gestione - continua Mauro Gulino - è il nostro segreto. Noi siamo in grado di offrire ai nostri sportivi qualsiasi tipo di servizio e assistenza. I fondatori siamo stati tutti piloti e prima di creare la Sgb Rallye abbiamo avuto esperienze negative. Nessuno in Sicilia, e soprattutto nella nostra zona, era in grado di assisterci al meglio durante tutta la stagione agonistica. Cose che noi adesso facciamo». La scuderia è centonove Sicilia 11 GENNAIO 2013 Un momento della premiazione che si è svolta a dicembre (foto A. Denaro) composta da meccanici, carrozzieri, piloti, navigatori e professionisti. Tutti con anni di esperienza alle spalle. Quello che offre va dal supporto tecnico e sportivo al servizio tempi in gara. Lʼequipaggio riceve in tempo reale via sms sul proprio cellulare i tempi dei loro diretti avversari, un servizio che permette una migliore gestione della gara. Ma non solo. Anche agevolazioni su noleggio vetture, gestione immagine e comunicati stampa personalizzati. La Sgb dispone anche di un proprio parco macchine che mette a disposizione a prezzi agevolati. E i numeri conquistati parlano chiaro: 88 podi di categoria, raggiungendo dal 2009 al 2013 il record di centoundici vittorie di categoria e 8 vittorie assolute. Numeri che sono stati elencati nel corso della premiazione svoltasi lo scorso dicembre. Nel corso della manifestazione il trofeo è andato al vincitore della stagione agonistica 2012 Salvatore Bellini di Montalbano Elicona seguito in classifica da Stefano Calleia e Franco Alibrando. Alla fine sono stati premiati i primi tre classificati di ogni categoria. Per quella femminile la vittoria è andata alla navigatrice Valentina Russo mentre per il miglior equipaggio il riconoscimento è andato alla coppia Ivan Germanà e Carmelo Perna. Ampio spazio della manifestazione è stata dedicata alla premiazione del Junior Team, formatosi nel 2010 a conclusione del “Progetto Giovani” della scuderia. Ad essere premiato come miglior giovane è stato Matteo Salpietro seguito da Giovanni Biondo e da Enrico Falsetti. Numero Verde 800 090509 pagina 25 Sono stati consegnati riconoscimenti speciali come il premio “miglior esordiente” a Tindaro Falsetti e il premio “pilota più spettacolare” a Salvatore Calabrò. Premio speciale al giovanissimo Giuseppe Di Giorgio e al suo navigatore Cono Sinagra. Sono stati vincitori del “Trofeo Renault Twingo” e del campionato siciliano di categoria. «I giovani - continua Mauro Gulino - sono il nostro punto di forza. Non a caso abbiamo creato il progetto “Con i giovani per i giovani”. E per il 2013 in cantiere ci sono nuove iniziative rivolte soprattutto ai giovanissimi». Intanto si parte con la prima novità: il sito internet con la sua nuova veste grafica. «Sarà online - conclude Mauro - il 15 gennaio. Con tantissime innovazioni». Prima fra tutte quelle che riguardano i piloti, ognuno di loro avrà una propria pagina. E poi ci saranno le news, la rassegna stampa e tutte le informazione per le iscrizioni e il noleggio auto. Sicilia 11 GENNAIO 2013 pagina 26 centonove centonove Sicilia 11 GENNAIO 2013 PETTINEO. Riprendono le lezioni dopo la sospensione delle maestre L’asilo dei misteri La procura di Mistretta, sulla scorta di video e testimonianze dei genitori, indaga sul personale della struttura scolastica. Le telecamere inserite durante il voto amministrativo DI GIUSEPPE CUVA PETTINEO. Dietro le vetrate dellʼedificio moderno, nel cuore di Pettineo, piccolo borgo medievale di 2 mila abitanti, si intravedono bambini sorridenti. Una musica giunge fino alla strada. Stanno cantando. Nulla di strano se si considera che si tratta di un asilo. Ma secondo lʼindagine della procura di Mistretta dietro quella porta cʼera spazio solo per paura, pianti, percosse. Ha riaperto i battenti dopo la pausa natalizia la struttura scolastica di Pettineo al centro di uno scandalo che ha coinvolto tre maestre e una collaboratrice scolastica. I carabinieri lo scorso 21 dicembre hanno notificato quattro provvedimenti cautelari emessi del Gip del tribunale di Mistretta nei loro confronti in quanto ritenute responsabili a vario titolo di “reiterati maltrattamenti nei confronti degli alunni della scuola materna di Pettineo”. Accuse tutte da confermare. Ma ormai il terremoto ha scosso la comunità nebroidea. Le quattro donne, tutte della zona e di età compresa tra i 59 ed i 62 anni, sono state sospese per due mesi. Lʼattività dʼindagine era iniziata nel maggio 2012, si dice in piena campagna elettorale pettinese, quando una serie di testimonianze raccolte allʼinterno delle mura scolastiche in ordine ad alcuni episodi sospetti, portarono i militari e la Procura della Repubblica, ad installare diverse telecamere, approfittando anche del fatto che lʼistituto era sede di seggi elettorali durante le votazioni, nascoste allʼinterno delle aule dellʼasilo di Pettineo, in modo da monitorare nel dettaglio eventuali abusi commessi dal personale scolastico nei confronti degli alunni, tutti compresi tra i 3 ed i 5 anni di età. Lʼattività investigativa è andata avanti per mesi, anche a cavallo tra il termine dello scorso anno scolastico e lʼinizio di quello in corso, e avrebbe accertato come tutti i docenti allʼepoca in servizio allʼistituto, coadiuvati dallʼunica collaboratrice scolastica presente, «ponessero in atto metodi educativi chiaramente vessatori e talvolta addirittura violenti nei confronti delle vittime in età infantile». A suffragare le accuse sarebbero le videoriprese. Strattoni, schiaffi o calci dati dalle insegnanti al fine di mantenere lʼordine allʼinterno delle classi. I bambini secondo quanto riferito dai carabinieri venivano quotidianamente lasciati soli allʼinterno delle aule didattiche, dove, talvolta, giocando tra loro in assenza di alcun controllo, si procuravano lesioni anche evidenti, mentre il personale scolastico invece si intratteneva nei corridoi dellʼistituto con atteggiamenti chiaramente disinteressati a quanto accadeva nelle aule. Al monitoraggio video, però, i carabinieri di Mistretta e Pettineo hanno raccolto diverse testimonianze da parte di alcuni genitori i cui figli risultavano subire quotidianamente i “discutibili metodi educativi” esercitati allʼinterno dellʼistituto. Secondo i genitori i bambini da tempo manifestavano insofferenza verso la scuola e timore e frequentare le lezioni, «verosimilmente in ragione delle violenze fisiche e psicologiche cui erano sottoposti». Al Gip del Tribunale di Mistretta, dunque, sulla scorta del quadro riportato nei verbali, non gli è rimasto altro da fare che emettere i provvedimenti cautelari nei confronti Pettineo è un comune di 2000 abitanti sui Nebrodi. La notizia ha diviso la comunità tra “giustizialisti” e coloro che difendono a spada tratta le maestre. Nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda. Una delle maestre è vicina alla pensione ed ha cresciuto generazioni di giovani. LA SCHEDA Segnali da non sottovalutare Come si fa a capire se un minore è oggetto di maltrattamenti fisici o abusi? Lʼargomento è delicato e prendere un abbaglio o confondere una robusta sculacciata con unʼaggressione è facile. Gli indicatori di maltrattamento sono però codificati. Gli indicatori fisici sono bruciature, lividi di forme particolari determinati da oggetti contundenti, diffusione sproporzionata di lievi ferite cutanee che appaiono in diverse fasi di guarigione, lussazioni o fratture sotto i due anni di età, segni di schiaffi. Poi ci sono gli indicatori psicologici come la reattività esagerata dei bambino, con improvvise esplosioni d'ira; la presenza di un bambino passivo, sottomesso, scarsamente presente, comportamento assillante, iperattivo con richieste irrealistiche, attaccamento indiscriminato a tutti gli estranei e resistenza a tornare a casa, ma sottomissione immediata per timore della reazione degli adulti. pagina 27 delle maestre e della collaboratrice scolastica (la cui posizione sarebbe più defilata) per il reato di maltrattamenti, con lʼaggravante di «aver commesso il fatto abusando della propria autorità in qualità di insegnanti/collaboratrici scolastiche». Il provvedimento giudiziario è stato notificato anche alla direzione scolastica dellʼistituto comprensivo di Tusa, da cui il personale dipende, per lʼadozione dei provvedimenti di competenza in via amministrativa. Oggi Pettineo si divide tra colpevolisti e chi invece difende a spada tratta le maestre dando piena solidarietà alle stesse, come uomini e donne maturi, che sono passati per lʼasilo di Pettineo e che difendono senza se e senza ma le docenti dicendo chiaramente che sono state delle ottime educatrici, e che le accuse mosse sembrano insensate visto che fino a dicembre nessuno aveva mai ha dubitato della professionalità delle maestre, che in tutti questi anni hanno visto passare dal nido pettinese tutti quei bambini che oggi sono anche padri e madri di famiglia. Intanto al tribunale di Mistretta gli avvocati studiano le carte nellʼattesa della chiusura delle indagini visto che gli atti ancora non sono accessibili, ma un dato è certo: le tre maestre e la collaboratrice scolastica sono state sostituite presso lʼistituto da altre insegnanti e i bambini stanno andando regolarmente a scuola cercando di ritornare alla vita di tutti i giorni come sta cercando di fare tutte Pettineo. Qui Scuola 11 GENNAIO 2013 centonove MESSINA. UN DOCENTE RACCONTA “COME IN UN SOGNO” LA DECISIONE DI FAR LEZIONE ANCHE IL VENERDÌ SANTO PER RECUPERARE I GIORNI DELL’OCCUPAZIONE Un tiranno “illuminato” a scuola DI FELICE IRRERA MESSINA. Da quando sono andato in pensione, sogno spesso la scuola. Lʼaltra notte mi è sembrato di essere allʼinterno di una scuola messinese di recente costruzione e grazie alla mia esperienza ho capito subito che era in corso unʼoccupazione. Mi pareva di scorgere il dispetto di un dirigente scolastico investito anche questʼanno da questo fenomeno nel suo Istituto: era un Liceo (ma ormai lo sono tutti), forse, ma non potrei giurarlo, di Scienze sociali. “Voi - diceva (ma non riuscivo a distinguerne il sesso, anche perché in sogno indossava uno strano grembiule), rivolto/a ai ragazzi che giustamente protestavano di fronte alle nefandezze di una Pubblica Istruzione sempre meno pubblica – state commettendo un reato: interruzione di pubblico servizio. Chiamerò la Digos!”. Guardavo i ragazzi (che non mi vedevano), che dicevano tra loro di sapere che la Digos aveva ordini precisi di non intervenire se non per intrusioni esterne o gravi reati, e perciò non si scomponevano affatto. Poco dopo, infatti, arrivavano due 007, che bofonchiavano di essere stufi per le continue inutili chiamate sol perché il Dirigente voleva esercitare la sua autorità intimidendo gli allievi. Dovendo pur fare qualcosa, se ne andavano dopo essersi limitati ai soliti ammonimenti di prammatica: “Non fate danni, non fate entrare nessuno, non fate troppo fracasso”, ecc. ecc. Ma il delitto era alle porte. Scomparivano misteriosamente dal bar interno della scuola ben quattro pacchi di patatine e il dirigente, cogliendo subito la gravità del fatto, minacciava nuovamente il Comitato degli studenti di denunciare tutti per furto, nonostante il medesimo si dichiarasse subito pronto, con una colletta di qualche euro, a riparare il danno, e lo stesso gestore del bar minimizzasse il fatto. “Insomma, si è commesso un reato. Se non terminate subito lʼoccupazione, vi denuncio tutti!”. Questa volta la minaccia risultava efficace: i ragazzi tornavano a casa. Ma dopo aver un poʼ riflettuto intessendo conciliaboli, a bassa voce tra le pareti della scuola, a voce altissima ed esasperata fuori. Ed ecco convocato un Collegio che doveva prendere misure per il recupero dei giorni di lezione perduti. Partì da un ascaro la proposta di recuperare tre giorni durante le vacanze di Pasqua: il venerdì e il sabato santo e il successivo martedì! Si andò alle votazioni, che avvenivano per appello nominale, in modo che il dirigente potesse cerchiare di rosso i nomi dei contrari. Che persero con un piccolo scarto. Il/la dirigente ora sorrideva, perché la sua scuola sarebbe stata lʼunica in Italia i cui docenti sarebbero andati in aula in quei giorni, festivi per tutti gli altri colleghi. Che importa se lʼavrebbero trovata vuota perché i ragazzi non si sarebbero certo fatti vedere? E riprendendo in mano le “Regole dellʼazione sodale” del Gran Maestro Giuliano Di Bernardo e ripensando al suo punto di riferimento, che era la figura del “Tiranno illuminato”, pensava tra sé alla possibilità, prima o poi, di far indossare anche ai suoi docenti il grembiulino. Quando mi sono svegliato ho pensato che fortunatamente era solo un sogno e che dirigenti così non esistono nella realtà. sullʼazione del/della Capo/a dʼIstituto, decidevano, dopo aver consultato un manuale di diritto, che un ricatto è peggiore di unʼoccupazione e lʼindomani…rioccupavano! Lo smacco era grosso e lʼinflessibile Dirigente non poteva che amaramente abbozzare. Nemmeno la Digos poteva aiutarlo/a, quando al termine dellʼoccupazione, di nuovo chiamata per verificare “i danni” trovava aule pulite e corridoi splendenti ad opera dei ragazzi. Certo, non aveva mancato di denunziarli e certamente la giustizia avrebbe fatto il suo corso, ma intanto… La sua rabbia era tanta e, svanita la possibilità immediata di sfogarsi sugli alunni, trovò più tardi modo di manifestarsi sui docenti che, da sempre, in parte subivano quellʼautoritarismo per paura di ritorsioni, in parte si opponevano LE RAGIONI DELLA PROTESTA Dal Bisazza al Maurolico, tutti contro i tagli MESSINA. I primi ad occupare, negli ultimi giorni di novembre 2012, furono i licei classici “Maurolico” e “La Farina”, seguiti a ruota dalla maggior parte degli istituti scolastici della città, dal “Bisazza” al “Basile”, passando per il Nautico “Carlo Duilio”e per gli scientifici “Archimede” e “Seguenza”. A fomentare il malcontento degli studenti, che hanno “preso possesso” delle scuole per circa due settimane, i tagli governativi nel campo dellʼistruzione e quelli esercitati attraverso la spending review, la condizione strutturale dei plessi cittadini e soprattutto il Ddl “ex-Aprea” (poi bloccato in Senato), che «in un paragrafo - spiegarono i rappresentanti dʼistituto del Liceo Archimede durante i giorni di agitazione - prevede esplicitamente l’inserimento dei privati nella scuola pubblica e la trasformazione di quest’ultima in una fondazione». Gli ultimi a “disoccupare” la propria scuola furono gli studenti del liceo scientifico-linguistico Bisazza, che “liberarono” il plesso di viale Annunziata solo il 13 di dicembre. ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith Cessazioni dal servizio, domanda entro il 25 gennaio PRIMA DELLA fine del 2012, il MIUR ha pubblicato le disposizioni sulle cessazioni dal servizio e sulle iscrizioni degli alunni. Nel rispetto delle scadenze previste, la prima rubrica del 2013 è dedicata alla cessazione dal servizio, oggetto del D.M. 97/12 e della C.M. 98/12. La scadenza per la presentazione della domanda di cessazione e di mantenimento in servizio è stata fissata a venerdì 25 gennaio 2013 (il 28 febbraio per i dirigenti scolastici). La domanda, compresa quella con contestuale richiesta di part-time, deve essere inoltrata via web attraverso “Istanze on line” e deve contenere la dichiarazione della volontà di voler cessare comunque o di permanere in servizio nel caso fosse accertata la mancanza dei requisiti; detta informazione verrà data dagli uffici territoriali o dalle scuole se lʼassunzione in ruolo è avvenuta dopo il 2000. Eʼ opportuno, pertanto, tenersi aggiornati sullo stato dellʼaccertamento dei requisiti affinché si eviti il pensionamento senza diritto allʼaccesso allʼassegno pensionistico. E da questʼanno anche la domanda di accesso al trattamento pensionistico e di liquidazione deve essere prodotta nei confronti dellʼINPS-INPDAP on line, con le seguenti possibili modalità: on line, tramite contact center integrato o attraverso lʼassistenza gratuita di un Patronato. Può andare in pensione chi ha maturato i requisiti al 31/12/2011, prima della riforma Fornero: 36 anni di contributi congiunti ad almeno 60 anni di età anagrafica; 35 di contributi congiunti ad almeno 61 anni di età anagrafica. Per raggiungere la “quota 96” si pagina 28 possono sommare ulteriori frazioni di età e contribuzione (es. 60 anni e 4 mesi di età, 35 anni e 8 mesi di contribuzione). Resta valido il diritto per anzianità per raggiungimento di 40 anni di contributi o per vecchiaia al raggiungimento di 65 anni di età per gli uomini e 61 anni per le donne. Inoltre, per le donne resta in vigore fino al 31/12/2015 la norma che consente lʼaccesso alla pensione con 57 anni di età anagrafica e 35 di anzianità contributiva, requisiti posseduti entro il 31/12/2012, optando per il calcolo contributivo. Diversamente, con le nuove regole si sposta la pensione di vecchiaia a 66 anni e tre mesi compiuti entro il 31 agosto 2013 o, a domanda, entro il 31 dicembre 2013 per coloro che hanno unʼanzianità contributiva di almeno 20 anni. La pensione anticipata si potrà conseguire, a domanda, con 41 anni e 5 mesi di contribuzioni, per le donne, e 42 e 5 mesi per, gli uomini, da possedere al 31 dicembre 2013. Economia 11 GENNAIO 2013 TASSE&TRIBUTI. Si stima il 33% in meno per le casse regionali Riscossione, crollano le Entrate A mordere è soprattutto la crisi che investe famiglie e imprese. La società chiude con una perdita operativa di venti milioni. Che ora bisogna ricapitalizzare PALERMO. Ancora un anno nero per Serit, la società che riscuote i tributi in Sicilia che ha preso il nome di Riscossione spa. Su un montante riscosso che si attesta sui 750 milioni annui, la flessione che registra Riscossione Sicilia spa si aggira secondo le ultime stime attorno al 33%. Un dato provocato dalla crisi che ha investito interi settori produttivi dellʼIsola, ancora allʼesame della società e che si aggiunge a una perdita operativa stimata intorno ai venti milioni di euro. Una situazione a rischio, commentano allʼassessorato al Bilancio , che chiamerà la Regione a ricapitalizzare la società. Partecipata da Agenzie delle Entrate al 10% e dalla Regione al 90%, la società guidata da Benedetta Cannata, funzionaria distaccata dalʼassessorato al Bilancio, 750 dipendenti impegnati nelle nove province, ha finora operato in un regime di quasi monopolio. Ma a rendere nebuloso il futuro ora è lʼentrata in vigore del decreto di liberalizzazione sulla riscossione dei rifiuti, previsto dal Patto di Stabilità. Dal primo luglio 2013 per i comuni sarà infatti obbligatoria la gara di evidenza pubblica per riscuotere i tributi. Alcune città metropolitane, come Catania, hanno però deciso di precorrere i tempi. Per la riscossione delle tasse comunali, la città etnea infatti ha deciso di affidarsi alla Engeeniring, gruppo informatico quotato in borsa: Imu, Ici, occupazione di suolo pubblico, insegne pubblicitarie. Stesso percorso Giovanni Foti centonove ha deciso di seguire la capitale: Palermo ha incaricato la società partecipata Sispi di curare la riscossione delle tasse. Stazionaria invece la situazione a Messina, dove segna il passo la nascita di Zanclea, la società mista pensata per la riscossione dei tributi rimasta in fasce. Il gruppo Maggioli ha infatti rinunciato alle attività dopo cinque anni di gestazione della società. Cʼè grande fermento, invece, sul fronte dei Comuni. Se AnciSicilia ancora si interroga sul tema, se fare tutto da sola o aggregarsi a una società speciliazzata nel settore, Anci nazionale che opera già in regime di network in molti altri servizi, ha allo studio una società operativa con Equitalia e Postetributi, per la gestione del servizio in “house”. Una vera e propria rivoluzione allʼorizzonte, che investe le politiche di Riscossione Sicilia. I “competitor” della società regionale oggi non si mostrano agguerriti: a parte la piccola “Infotirrena” che opera nella Sicilia occidentale, i grandi gruppi come Maggioli si mostrano cauti nelle politiche di espansione e non risultano nuove iscrizioni allʼalbo delle agenzie autorizzate dal ministero delle Finanze alle attività di riscossione dei ruoli. Sono ancora tanti i comuni, come Roccalumera in provincia di Messina, che si leccano le ferite dopo la disastrosa gestione di TributiItlia, la società dichiarata fallita che non girave agli enti locali le tsasse riscosse per loro conto. “Eʼ un momento di grande difficoltà economica-rileva preoccupato il vicepresidente di Riscossione, Giovanni Foti, già sindaco di SantʼAlessio Siculoe i cittadini stanno ricorrendo massicciamente alla rateizzazione delle imposte prevista dalla legge”. Su 750 milioni di somme da riscuotere sono quasi la metà quelle che risultano essere rateizzazte, soprattutto le imposte come lʼIrap, la tassa regionale sulle attività produttive, in capo alle aziende. Per fare fronte alla crisi, Riscossione ha già avviato una politica di esodo per i dipendenti in età pensionabile e uno screening attento sugli sportelli: otto di questi ritenuti improduttivi sono stati chiusi. La perdita di bilancio di venti milioni stimata per il 2012 che si aggiunge ai 20 del 2011, intacca infatti i fondi di riserva straordinaria dellʼimpresa che dovrà chiamare la Regione a ricapitalizzare. R.C. L’INCHIESTA Banca Nuova in famiglia L’indagini sul direttore Maiolini va a Catania. La mappa delle assunzioni CATANIA. Non sarà la Procura di Caltanissetta ma quella di Catania ad occuparsi dell’imbarazzante caso di Francesco Maiolini, 51 anni, presidente dell’Irfis, nominato da Raffaele Lombardo, indagato per usura e riciclaccio in qualità di direttore generale di Banca Nuova, l’istituto di credito di Gianni Zonin, divenuto tesoriere dell’Ars, che ha conosciuto una crescita galoppante negli ultimi dieci anni. Il motivo? Lo ha comunicato da Caltanissetta il procuratore Sergio Lari, dopo avere sentito per cinque ore a verbale il procuratore di Palermo Francesco Messineo, reo di avere passato notizie “riservate” a Maiolini, secondo il dettagliato esposto presentato dal Pm Antonio Ingroia. Caltanissetta, procura delegata ad indagare sui giudici del distretto giudiziario di Palermo, non può occuparsi del caso Maiolini, perché il capo, Sergio Lari, è i n buoni rapporti con il manager di Banca Nuova: anche lui figurava tra gli invitati al matrimonio del manager romano a Salina, con la 37enne palermitana Valeria Aiello, titolare della Key 75, azienda di comunicazione già al centro di alcune indagini. Insieme al procuratore Lari si segnalavano anche l’ex procuratore aggiunto di Palermo Ignazio De Francisci, così come il presidente del Senato Renato Schifani e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, in un imbarazzante valzer tra politica e magistratura, che hanno disegnato la mappa delle assunzioni nell’istituto vicentino, ora al vaglio del procuratore capo di Catania, Salvi. L’elenco al vaglio della Procura è lungo. Tra gli assunti della Banca, secondo una ricostruzione di Panorama, non risulta solo Francesco Messineo, figlio del procuratore capo di Palermo, che prestava servizio a Prestinuova, finanziaria di Banca Nuova, già guidata dal fratello Antonio dell’ex assessore regionale Udc, pagina 29 Andrea Piraneo, ora dimessosi, ma una lunga schiera di “figli, nipoti e mogli di…”. Come Serena Cammarata, figlia dell’ex sindaco di Palermo, Diego; Marika Lo Porto, secondogenita dell’ex presidente dell’Ars, Guido Lo Porto; Annalisa Vizzini, nipote del senatore Carlo Vizzini; Vanessa Grimaldi, figlia dell’onorevole in forza a Grande Sud, Ugo. Tra le promotrici finanziarie della banca risulta in servizio la signora Saveria Grosso, moglie dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, dimessasi il 15 giugno 2012, un mese dopo che il marito nominasse Francesco Maiolini presidente dell’Irfis. Ma l’elenco di parenti eccellenti sul quale spulciano i magistrati etnei risulta molto lungo: incaricata per le pubbliche relazioni risulta Germana Cupido, moglie dell’avvocato generale dello Stato, Ignazio De Francisci; addetta alla direzione crediti, Margherita Milone, nuora di Leonardo Guarnotta, presidente del Tribunale di Palermo. Tra i dipendenti figurano anche Fabio Marino, figlio dell’ex prefetto di Messina poi assessore di Lombardo Giosuè Marino e Gaia Morvillo, figlia di Alfredo Morvillo, in forza al Tribunale di Termini Imerese. Economia 11 GENNAIO 2013 centonove AGRICOLTURA. I giovani tornano ai lavori primari Tutti giù per Terra Chi vende liquori a tutto il mondo, chi fa business raccogliendo lumache. Ecco la Sicilia che cresce, facendo un salto indietro. Da Roccalumera a S. Agata Militello MESSINA. Toto Cotugno ci aveva visto lontano a Sanremo 1995. Perché nellʼera del web 2.0 e della crisi dello spread, i giovani siciliani, istruiti e laureati, stanno tornando ad investire sulla propria terra. Il cambiamento è latente: secondo il 6° Censimento Generale dellʼAgricoltura in Sicilia, presentato lo scorso 17 dicembre a Palermo, tra il 2000 e il 2010 è cresciuta lʼincidenza delle classi dʼetà più giovani tra i conduttori di imprese agricole e zootecniche. In particolare, gli imprenditori agricoli con meno di 34 anni sono passati da 5,4 al 6,6 per cento del totale. Un dato che è già di per sé significativo ad indicare lo “svecchiamento” dellʼagricoltura siciliana, e che va letto insieme ad altri due: la progressiva concentrazione dei terreni in un numero sensibilmente ridotto di aziende (dalle circa 349mila imprese agricole del 2000 si è passati alle 220mila del 2010) e la maggiore percentuale di laureati tra i Giovanni Forte e Calogero Pistone allevano lumache conduttori (dal 3,5% al 6,2%, a livello nazionale). I casi non mancano di giovani contadini ai tempi di facebook. Due giovani santagatesi Giovanni Forti, 32 anni e Calogero Pistone di 29, entrambi ex militari hanno deciso di puntare sulle lumache. In contrada Ligneddu, allʼinterno del Parco dei Nebrodi, i due giovani hanno infatti acquistato un appezzamento di terreno di 5 mila metri quadrati per adibirlo a lʼelicicoltura. «La scelta di avviare questa attività – dichiara Giovanni – nasce dopo due anni di ricerche su cosa sarebbe stato opportuno vendere avendo un limitato budget a disposizione». Percorso lungo ma ragionato quello dei due giovani che in mezzo a tante sfide da affrontare hanno deciso di investire con lʼentusiasmo proprio della loro età: «Dopo essermi diplomato – continua Giovanni - sono stato in marina per due anni e dopo il congedo ho capito che non era quella la mia strada. Poi mi sono iscritto allʼuniversità in Biologia Marina ma ho compreso che volevo fare altro nella vita. Quindi ho capito che NOMINE Calanna all’Esa, Calabrese all’Istituto Vite e Vini PALERMO. Rivoluzioni nel mondo dellʼagricoltura siciliana. AllʼEsa, ente di sviluppo agricolo, Gaetano Cimò è stato sostituito da Francesco Calanna, ex deputato regionale del Partito democratico ed attuale responsabile del Gal Nebrodi Plus. Calanna, di Capo dʼOrlando, non è riuscito a conquistare uno scranno allʼArs ma ha beneficiato della vicinanza al gruppo Lumia che intende sfruttare le sue competenze. Per lʼIstituto Vite e Vino, dove lʼex governatore Lombardo aveva piazzato Marcello Caruso, lʼassessore allʼAgricoltura ha puntato su un volto noto della tv: il dietologo siracusano Giorgio Calabrese. pagina 30 Calanna Calabrese centonove Economia 11 GENNAIO 2013 mi sarei sentito più soddisfatto se fossi riuscito a realizzare unʼattività in proprio. Magari a contatto con la terra». Anche Calogero è un ex militare avendo trascorso tre anni nellʼesercito, a conclusione dei quali ha ripreso a lavorare insieme al padre nella sua officina. Ora i due hanno già molti clienti che cominciano ad apprezzare il loro prodotto. «La scelta di produrre lumache è arrivata dopo unʼattenta ricerca di qualcosa di esclusivo e, allo stesso tempo, apprezzato - dichiara Giovanni Con le nostre indagini, infatti, arrivavamo sempre alla conclusione che solo il settore agricolo avrebbe potuto soddisfare le nostre aspettative e le richieste di una larga fascia di clientela. A distanza di un anno, da quando abbiamo cominciato lʼelicicoltura, ci pervengono richieste di acquisti di chiocciole da parte di clienti che prediligono questo piatto sia perché ha un alto valore nutritivo, essendo molto ricco di proteine, e sia perché, oltre ad essere buoni, sono poveri di grassi. Purtroppo, ancora oggi nei menù dei ristoranti questa pietanza non è prevista, ma spero che presto venga inserita anche perché si tratta di un piatto molto saporito». Stanchi di una vita da precari, dopo anni di studio, quattro giovani laureati di Roccalumera anche deciso, invece, di puntare sui liquori e prodotti agricoli. Si sono uniti in cooperativa e vanno allʼavanscoperta dei prodotti freschi a km zero delle aziende locali per poi rivenderli a domicilio. Unʼattività che in poco tempo arriva a fruttare un bel gruzzoletto, tale da permettere di acquistare un liquorificio artigianale a Roccalumera. E oggi sono riusciti a creare una rete di distribuzione dei prodotti agricoli, diventando punto di riferimento dei sapori autentici e genuini come quelli di una volta. Carmelo Briguglio, laureato in Economia Aziendale, specializzato nellʼexport di prodotti freschi allʼestero; Emanuela Russo, laureata in relazioni internazionali marketing e comunicazione dellʼagro – alimentare; Orazio De Francesco, laureato in Scienze Politiche e Giuseppe Piccolo, studente di Economia aziendale, hanno appena festeggiato il primo anno di vita dalla nascita della piccola azienda, imbottigliando già migliaia di liquori col marchio di qualità: “Nisinatura”. Lʼetichetta dei 4 giovani trentenni in pochi mesi si è ritagliata anche uno spazio in mercati europei e non solo. A testimoniarlo la prima partecipazione allʼ”Artigiano in fiera” di Milano, dove sono state vendute in soli tre giorni oltre 2 mila bottiglie. Quattro amici che da Fiumedinisi prima e Roccalumera dopo, hanno preso per la gola soprattutto la Germania e la Cina, riscuotendo un apprezzabile riconoscimento. La ricetta? Il perfetto equilibrio di gusto, tradizione e genuinità. «Nisinatura è la nostra piccola creatura che custodiamo con tanta passione – spiega Emanuela, sgranando gli occhi – ogni prodotto, ogni aroma, rappresenta lʼidentità di un luogo, ma anche la nostra. Tutto è iniziato un poco per gioco – racconta - dalla volontà di creare una rete di distribuzione dei prodotti agricoli coltivati direttamente da Giuseppe Piccolo nella sua azienda agricola a Fiumedinisi. E il 4 luglio del IN BREVE DISTRIBUZIONE GIORNALI Toscano sas - edicole Incontro sulle tariffe MESSINA. Un incontro tra Toscano Sas, azienda leader nella distribuzione dei giornali in provincia di Messina e un gruppo di edicole “non esclusive”. Eʼ in programma venerdì 11 per definire le modalità di contribuzione da parte del punto vendita. Allʼorigine della vertenza, la richiesta di sei euro al giorno avanzata dalla Toscano, per sopperire ai crescenti costi di “portatura” che in presenza della crisi che ha investito lʼeditoria rendono il conto economico sempre più difficoltoso. VERTENZE Orazio De Francesco prepara liquori IN CIFRE Secondo il 6° Censimento Generale dellʼAgricoltura in Sicilia tra il 2000 e il 2010 è cresciuta lʼincidenza delle classi dʼetà più giovani tra i conduttori di imprese agricole e zootecniche. In particolare, gli imprenditori con meno di 34 anni sono passati da 5,4 al 6,6 per cento del totale. Da registare ancher la maggiore percentuale di laureati tra i conduttori (dal 3,5% al 6,2%, a livello nazionale). A favorire la tendenza i fondi europei messi a disposizione dal Psr Sicilia 2007 2013 che con la misura 112 ha agevolato lʼinserimento nella sola provincia di Messina di 250 giovani con 4 milioni di euro. 2011, istituiamo la Sooc. Coop. Nisinatura, con lo slogan: “La tua spesa quotidiana…direttamente sulla tua tavola”, con consegna a domicilio di ortaggi, frutta di stagione, olio extravergine di oliva, uova, polli ruspanti e conserve varie. Attività che continuiamo a svolgere anche attraverso il web (www.nisinaturadistribuzione.com) con decine di prenotazioni al giorno della spesa». Pochi mesi dopo investono tutti i loro risparmi per acquistare un liquorificio artigianale a Roccalumera, il 18 dicembre del 2011 lʼinaugurazione. E oggi la Nisinatura è diventata il frutto dellʼinnovazione coniugata alla tradizione. Un marchio di qualità e genuinità, 100% siciliano. Un liquorificio che vanta ben 25 gusti diversi tra liquori e creme aromatizzate. Punte di diamante sono il verdicello, prodotto dai limoni verdelli tipici della zona jonica ed il fenicello, creato dai semi e dallo stelo del finocchietto selvatico. Ma non ultimo i babbaini al verdello. «Secondo un primo bilancio - dice con orgoglio Orazio De Francesco - con la “Nisinatura” abbiamo ottenuto diverse soddisfazioni e riconoscimenti nelle varie manifestazioni alle quali abbiamo partecipato e possiamo dire di aver raggiunto un primo obiettivo. Noi ci occupiamo personalmente di tutto. Dalla ricerca dei prodotti freschi, fino al loro imbottigliamento, secondo tradizione, nel rispetto di quei sapori e profumi tipici del territorio. E proprio il territorio è stata la nostra più grande soddisfazione, nessuno ha mai cercato il posto fisso, tuttʼaltro – chiarisce Orazio. La natura, lʼambiente e i prodotti agro alimentari sono il vero futuro delle nuove generazioni. Semplicemente la qualità della vita in tutti i sensi. Basta crederci». Pamela Arena Giuseppe Pistone Triscele, solidarietà in musica dai teatri occupati MESSINA. I lavoratori del Vittorio Emanuele continuano l'occupazione del teatro per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi da circa due mesi. Gli orchestrali si sono esibiti anche gratuitamente in segno di solidarietà con gli ex 41 lavoratori della Triscele che davanti alla sede hanno organizzato una manifestazione. All'iniziativa anche gli attivisti che da sabato 15 dicembre hanno riaperto ed occupato il Teatro in Fiera, ribattezzandolo Pinelli. INCONTRI Tasse e Imprese, al Vittorio Emanuele si parla di “Patto fiscale per Messina” MESSINA. “Patto Fiscale per Messina (di tasse si muore e le imprese chiudono)”. Si parlerà di questo oggi, venerdì 11 gennaio, durante lʼincontro in programma al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Al dibattito, organizzato dal movimento civico “Tutti Pazzi per Messina” interverranno Alessandro Dagnino (avvocato tributarista), Davide Giacalone (giornalista), Giuseppe Midili (assessore del Comune di Milazzo) e Santi Trovato Presidente dellʼordine degli ingegneri. Moderatore Angelo Villari. CLASS ACTION Crisi windjet, 5000 passeggeri chiedono il risarcimento all’Enac ZOOM Tra i campi col businessplan L’assessore provinciale Cusumano avverte: «Amare la natura non basta» “Oggi investire in agricoltura significa lanciarsi in una vera e propria attività imprenditoriale. Eʼ necessario avere qualifiche e specializzazioni, non solo per sapersi piazzare sul mercato, ma anche per affrontare le diverse problematiche di natura fiscale e finanziaria. Da qui la maggiore presenza di giovani preparati”. A parlare è lʼassessore provinciale allʼAgricoltura, Maria Rosaria Cusumano. A favorire la tendenza il Psr Sicilia 20072013, con i suoi incentivi, ha favorito chi non ha paura di “sporcarsi le mani”: in particolare la Misura 112, con i suoi finanziamenti a giovani neo-agricoltori, ha consentito “un reinsediamento di molti ragazzi, che spesso hanno ampliato e modernizzato le vecchie aziende di famiglia”, spiega Salvina Tinghino, funzionaria del Soat di Francavilla di Sicilia. “Soprattutto nella zona dellʼAlcantara, in molti stanno puntando sul turismo rurale, oltre che sulla produzione; diversi poi coloro che tentano la strada del biologico, che, tuttavia, ha costi elevati e non viene ancora premiato dal mercato per come merita”. Lʼoccupazione giovanile nel comparto agricolo, a Messina, mostra un trend decisamente positivo”, continua Maria Rosaria Cusumano. “In provincia, grazie alla Misura 112 del Piano di Sviluppo Rurale, sono stati investiti circa 4 milioni di euro: quasi 250 giovani hanno aperto imprese agricole negli ultimi due anni, investendo soprattutto in serre, agriturismi, impianti di frutteti. Siamo stati secondi soltanto ad Enna”, conclude Cusumano. Valentina Costa pagina 31 Cusumano CATANIA. LʼEnac (ente nazionale per lʼaviazione civile) conosceva le condizioni precarie di Windjet, compagnia aerea catanese che ha chiuso i battenti in estate. Per questo, contro lʼente è stata proposta una “class actione” per un maxirisarcimento civile da cinque milioni e mezzo di euro a causa dei disagi patiti dagli utenti che hanno scelto di volare con Windjet e invece sono rimasti a terra. 5.527 cittadini residenti in tutta Italia si sono infatti rivolti, attraverso l'Associazione dei consumatori, al Tar del Lazio chiedendo il rimborso di mille euro ciascuno. Economia 11 GENNAIO 2013 pagina 32 centonove centonove Economia 11 GENNAIO 2013 IMPRESE AL FEMMINILE. Tessuti e ricami con i vecchi telai del’700 La tela di Maria Il progetto nato a San Marco d’Alunzio si muove nel mercato artigianale del luxury con canali in tutto il mondo, dalla Russia agli Usa. La storia DI MARIA TIZIANA SIDOTI SAN MARCO DʼALUNZIO. “Una nuova economia che corre sul mercato non a colpi di clic del mouse. Ma che, partendo dal passato, sa coniugare il verbo al presente e al futuro. E nel ritmo secco e regolare del pedale del telaio crea come un'armonia in musica tra fili d'ordito e trama. È quello che propone Mariella Cutrì. E lo fa dal 1999. Da quando a San Marco d'Alunzio, nel messinese, ha deciso di reinventarsi, lei insegnante, imprenditrice, con "La Tela di Penelope" per conservare l'antica tradizione della tessitura e del ricamo. Che oggi si muove nel mercato artigianale del luxury con canali in tutto il mondo, dagli U.S.A. alla Russia, ed un export sempre più forte, partendo dal centro nebroideo sul Monte Castro tra il Rosmarino e il Platanà. DA 30 MILIONI DI LIRE. «L'idea è nata, quando mia madre vide un bando ministeriale sull'imprenditoria femminile in collaborazione con Formater, ente della Camera di Commercio di Milano, e gli enti assessoriali siciliani: ebbe 30 milioni di lire in parte a fondo perduto, in parte da rimborsare nel cosiddetto prestito d'onore, la possibilità d'investire con poco capitale», racconta Antonio Arcodia, figlio della Cutrì, per 3 anni amministratore dell'azienda. Per 1 anno la Cutrì frequenta il corso di formazione imprenditoriale del bando, e cattura i segreti della lavorazione nella scuola "L'Antico Telaio", fondata nell'ambito del suo progetto. «All'inizio la scuola era a casa di 2 signore sull'ottantina, lì erano gli antichi telai: ci andarono 12-14 giovani, uomini e donne. Queste ultime sono le nostre tessitrici. Tra i ragazzi Rosario Motta, appassionato di moda: ora è uno stilista e collabora con In alto Mariella Cutrì. A lato, un vecchio telaio. In basso un ricamo noi. È interessante come alcuni, pur non intrapredendo il mestiere di tessitore, hanno utilizzato questa formazione, oltre al fatto che anche uomini si sono avvicinati ad un'attività, tipicamente femminile», riprende il giovane Arcodia. Che ricorda: «Mia madre lasciò l'insegnamento per dedicarsi ai 4 figli. Poi, quando capì che, abbastanza grandi, potevamo crescere, aiutandoci l'un con l'altro, si è reinventata ma non più nel settore pubblico. Aveva visto questa tecnica e decise, lei calabrese ma d'adozione messinese, sposata con un siciliano, di mettere in risalto la cultura del posto». DALLO START UP ALL'EXPORT. Così è seguita da tutor per il suo business plan ma anche nella fase di lancio. Dopo 1 anno lo start up: nasce "La Tela di Penelope", l'azienda. Che produce raffinati complementi d'arredo con pregiati tessuti, dalla tela di lino all'occhiddu, dai pedi i lana alla colorata pezzara, creati a mano nei laboratori della Cutrì ma con telai in legno del XVII secolo, recuperati in vecchie case siciliane, dov'eran inutilizzati. Prodotti di sapiente lavoro di ore secondo le tecniche delle 2 maestre, uniche nel '99 a San Marco d'Alunzio a tessere su quei telai, come Penelope, d'immersione nella liscìa d'acqua e cenere bollita, posa, risciacquo, asciugatura al sole e battitura, rifiniti poi dall'antico ricamo del XIV secolo dello sfilato siciliano o dal pizzo macramè, tombolo ed uncinetto, e trasformati in creazioni eleganti, da lenzuola a paralumi a tappeti. Il tutto, certificato dall'Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani, 100% made in Italy, con materiali e processi naturali tipici. Sopra il laboratorio c'è un b&b, dove i turisti possono provare l'antico telaio. «Poi c'è stata la fase commerciale: farci conoscere con fiere a Milano, in Sudafrica, negli U.S.A., insieme all'Assessorato all'Attività Produttive regionale. Come azienda abbiamo sviluppato nostre mission commerciali con canali di distribuzione anche in Russia. Per i primi anni il mercato era nazionale, negli ultimi 5 c'è stata un'internazionalizzazione ed ora l'export ha un peso maggiore: in quest'ultimo anno la crisi si è sentita, noi siamo nel settore del lusso nell'arredamento e l'immobiliare è in difficoltà in Italia ma teniamo bene, perchè c'è una grande richiesta dell'eccellenza all'estero. Per 1 anno abbiamo aperto uno showroom a Milano in centro: un punto più vicino per i buyer internazionali. Qui abbiamo collaborato ad una sfilata-sposa con Marella Ferrera ed un altro siciliano, Izzo gioielli. La Cutrì fa economia, pur rimanendo nell'ambito della famiglia e della tradizione, aperta a creare crescita, portando ad un respiro nuovo anche con giovani designer», conclude Arcodia. LEGALMENT E CONSORZIO PER LE AUTOSTRADE SICILIANE CONTRADA SCOPPO - 98122 MESSINA (TEL. 090.37111) ESITO DI GARA “Fornitura di biglietti magnetici e scontrini di pedaggio del Consorzio per le Autostrade Siciliane". Importo complessivo a base d'asta: Euro 1.009.710,90 – Cod. CIG 4556482FE1. Bando pubblicato su G.U.R.I. n. 120 del 15.10.2012 e su G.U.U.E. del 4.10.2012. Procedura aperta art.55 D.Lgs 163/2006. Criterio di aggiudicazione:prezzo più basso. Imprese partecipanti:2; esclusa 1. Aggiudicazione definitiva:ETA.RO. S.p.A. di Roma; ribasso: 7,0%. Avviso inviato alla Commissione il 10.12.2012. Organo di ricorso TAR di Catania. IL DIRIGENTE Arch. Letterio Frisone CONSORZI Showroom “Uni.Co” a Palermo SAN MARCO DʼALUNZIO. L'azienda di Mariella Cutrì fa parte di UNI.CO Siculo, consorzio d'artigiani, architetti e designer. Che dal 7 dicembre ha uno showroom a Palermo. «L'idea è nata ad una fiera a Milano ad Ivana Genova, responsabile di Pakà design e direttore del consorzio, per combattere la crisi insieme, perchè l'unione fa la forza: creare piccoli punti vendita in Sicilia non con prodotti mono-marca ma dei brand del consorzio (oltre alla Cutrì e a Pakà, Ceramica Rossa di Gioacchino Autovino, di Terra e di Fuoco di Lavinia Sposito, Pivvicci di Giuseppe Rogato, e Tam di Anna Giglia e Maurizio Crocilla, ndr) per ammortizzare i costi e un rischio minore. Una cosa bella, perchè tutti artigianali, siciliani e fatti a mano», spiega Antonio Arcodia, figlio della Cutrì. (M.T.S.) pagina 33 centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 FAX 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI I PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL Economia 11 GENNAIO 2013 PROTESTE. I cittadini di Pace del Mela insorgono contro i lavori di Terna UOMINI&BUSINESS Sul traliccio contro l’elettrodotto PACE DEL MELA. Cittadini, associazioni e comitati hanno deciso di arrampicarsi su un traliccio dell'alta tensione ormai in disuso nel quartiere di Passo Vela a Pace del Mela come protesta contro la realizzazione dell'elettrodotto di Terna Sorgente Rizziconi che per i residenti potrebbe provocare problemi ambientali e di salute. Il presidente del comitato di cittadini 'Pacesi per la vita' Angela Bianchetti inoltre ha deciso di salire sul traliccio a un'altezza di circa 15 metri. "Ormai non abbiamo più nulla da perdere – dice- siamo stanchi ed esasperati ma decisi e determinati. L'obiettivo della protesta è ottenere la sospensione dei lavori almeno all'interno dell'area ad elevato rischio di crisi ambientale con un decreto ufficiale affinché Terna per 30 giorni abbandoni il nostro territorio". In un territorio ad alta concentrazione industriale, le giunte comunali di San Filippo del Mela, Pace del Mela, San Pier Niceto, Condrò, Torregrotta, Valdina, Spadafora, Rometta e Villafranca Tirrena hanno firmato un protocollo dʼintesa, allʼinizio Il nuovo contratto a tempo determinato a “Acasuale” IL CONTRATTO DI LAVORO a tempo determinato è stato tra quelli più “ritoccati” dalla recente Riforma Fornero (L. 92/2012). Si è trattato per lo più di interventi restrittivi, tuttavia, in controtendenza, è arrivata la liberalizzazione del primo contratto a termine, inteso come una sorta di maxiperiodo di prova del lavoratore finalizzato ad una miglior verifica delle attitudini e delle capacità professionali del lavoratore in relazione allo specifico inserimento nel contesto lavorativo. Dunque ogni volta che le aziende si troveranno a stipulare il primo contratto a tempo determinato con un determinato lavoratore, non è più richiesta lʼindicazione nel contratto della motivazione, tra quelle ammesse ex L. 368/2001. Quando il legislatore parla di “primo” contratto si riferisce allʼintera vita lavorativa del soggetto da assumere, indipendentemente dalla mansione svolta, con riferimento a rapporti di subordinato intercorsi tra le stesse parti, con esclusione soltanto dei rapporti di collaborazione e i rapporti di apprendistato o tirocinio con un lavoratore. Permangono in ogni caso, lʼobbligo della forma scritta e del rispetto dei divieti ex L. 368/2001 (sostituzione di lavoratore in sciopero, licenziamenti collettivi, cig, omessa valutazione rischi). Unʼaltra peculiarità è costituita dalla durata che non può superare i 12 mesi e non è assolutamente prorogabile, nemmeno se di durata inferiore, in quanto il periodo di 12 mesi non costituisce una "franchigia" - o comunque un periodo in qualche modo frazionabile. Resta ferma tuttavia la facoltà di stipulare di un successivo contratto a termine con indicazione delle relative motivazioni. In ogni caso la contrattazione collettiva potrà stabilire potrà decidere che il contratto a tempo determinato, nel limite quantitativo del 6% dei lavoratori in forza, non debba essere sorretto dal “causalone” nei casi in cui l'assunzione avvenga nell'ambito di un processo organizzativo determinato da: - avvio di una nuova attività, lancio di un prodotto o di un servizio innovativo, implementazione di un rilevante cambiamento tecnologico, fase supplementare di un significativo progetto di ricerca e sviluppo, rinnovo o proroga di una commessa consistente. Anche a questi contratti, essendo a termine, verrà applicata dal prossimo mese di gennaio la maggiorazione contributiva del 1,40%. EDILI CGIL Giuseppe Guarcello segretario PALERMO. È stato eletto nel corso del comitato direttivo della Fillea Cgil di Palermo Giuseppe Guarcello, che entra così a far parte della segreteria provinciale del sindacato degli edili della Cgil. Guarcello, 40 anni, già segretario della Cgil di Cefalù, avrà la delega all'organizzazione e alla responsabilità del territorio Termini-Cefalù-Madonie. del 2007, per autorizzare la società Terna, ad aprire il cantiere. In una nota Terna Rete Italia dice che i lavori di realizzazione dell'elettrodotto a 380 kV SorgenteRizziconi "proseguiranno regolarmente secondo quanto previsto dal progetto approvato con decreto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dell'intesa rilasciata dalla Regione Siciliana". Terna Rete Italia, conferma comunque, come già fatto in ogni altra occasione, la propria "disponibilità a garantire, anche con l'impiego di propri mezzi e personale, il pieno accesso ai cantieri e a tutta la documentazione progettuale necessaria alle attività di verifica da parte degli ispettori incaricati dalla Regione Siciliana". La nuova autostrada dellʼenergia tra la Sicilia e la Calabria, lunga in tutto 105 km, in alcuni punti correrà parallela ad un altro tracciato già esistente. I pali monostelo, alti 80 metri, saranno collocati anche a Passo Vela, quartiere di Pace del Mela tristemente ricordato per lʼalto numero di decessi per tumori. Secondo uno studio condotto dal professor Cecconi, dellʼuniversità di Palermo, i campi elettromagnetici sarebbero cancerogeni. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO centonove PARCO DEI SICANI Mariella Busetta nuovo direttore PALERMO. Il Parco dei Sicani ha un nuovo direttore. Non è più Gioacchino Marsala, farmacista di Sciacca e candidato sindaco nelle ultime elezioni, a guidare con il commissario Alberto Pulizzi la quinta riserva naturale della Sicilia. A rivestire la stessa carica è stata chiamata Mariella Busetta, dirigente dell'assessorato al Territorio. COLDIRETTI PALERMO Chiarelli ancora presidente PALERMO. Alessandro Chiarelli è stato confermato presidente della Federazione Coldiretti di Palermo. Chiarelli che è anche presidente regionale è stato eletto all'unanimità dall'assemblea. VERTENZE Sicilia Limoni licenzia ventisei dipendenti MESSINA. L'azienda "Sicilia Limoni" di Messina, che si occupa di trasformazione di agrumi, ha licenziato 26 dipendenti. I lavoratori, che hanno ricevuto la lettera dall'azienda, hanno protestato davanti ai cancelli dello stabilimento. Alla base del drastico provvedimento, la crisi di vendite. "E' vero spiegano i dipendenti che nell'ultimo anno c'é stato un lieve calo: il 2012 si è chiuso con un bilancio in calo di 50 mila euro rispetto al 2011 in meno, ma si tratta di un'azienda che fattura 3,8 milioni di euro l'anno". I dipendenti sospettano che la società voglia smantellare l'impianto messinese per spostare la produzione all'estero. La prossima settimana ci sarà un incontro di sindacati e dipendenti con l'amministratore delegato della "Sicilia Limoni". pagina 34 CONSUMATORI Addio ai debiti LA LEGGE di stabilità, approvata a fine dicembre 2012 , interviene sulla riscossione dei crediti da parte dellʼesattoria introducendo significative novità per i consumatori. Secondo la norma, decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge (01 gennaio 2013), i crediti di importo fino a duemila euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, iscritti in ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre 1999, sono automaticamente annullati. Eʼ stato stabilito anche che il contribuente, entro 90 giorni dalla notifica, da parte del concessionario per la riscossione, del primo atto di riscossione utile o di un atto della procedura cautelare o esecutiva, possa presentare al concessionario per la riscossione una dichiarazione, con la quale venga documentato che gli atti emessi dall'ente creditore prima della formazione del ruolo, ovvero la successiva cartella di pagamento o l'avviso per i quali si procede, sono stati interessati da prescrizione o decadenza del diritto di credito sotteso, intervenuta in data antecedente a quella in cui il ruolo è reso esecutivo, da un provvedimento di sgravio emesso dall'ente creditore, da una sospensione amministrativa comunque concessa dall'ente creditore, da una sospensione giudiziale, da una sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell'ente creditore, da un pagamento effettuato o da qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito sotteso. In presenza di detta dichiarazione lʼagente della riscossione è tenuto a sospendere ogni ulteriore iniziativa finalizzata alla riscossione delle somme iscritte a ruolo limitatamente alle partite relative agli atti indicati dal debitore. Trascorso inutilmente il termine di 220 giorni dalla data di presentazione della dichiarazione del debitore, le posizioni di debito sono annullate di diritto. Francesco Suria Adiconsum Messina centonove GIOVANNI PASCOLI, IL PERFEZIONISTA Al convegno di Messina, le nuove scoperte di Vincenzo Fera PAGINA 36 poster 11 GENNAIO 2013 NEBRODI, NEL SEGNO DELL’ANTICA DEMENNA Un consorzio per valorizzare gli antichi luoghi di fede PAGINA 39 MURALES DI UMANITA VARIA L’INTERVISTA. PARLA IL REGISTA SASÀ NERI DOPO IL FLASHMOD DI TAORMINA «Io, trascinato dagli esoscheletri» A marzo la perfomance che “fagocita” il pubblico. «Non ci dormo più la notte. E’ una avventura che genera idee» In basso Sasà Neri e due momenti del flashmob a Taormina MESSINA. Dei sette iniziali in scena sono rimasti in due: Alessandra Borgosano e Gianluca Minissale. Cʼerano anche loro quando, nel giugno 2011, prendeva il via il format teatrale “esoscheletri”, inventato da Sasà Neri. Oggi i cinque che nel frattempo hanno scelto altre strade, e tra questi anche qualcuno planato nelle accademie nazionali, sono stati sostituiti da unʼaltra ventina di performers. Ognuno in una fase diversa della costruzione del proprio ruolo. E qualcuno, per esempio William Caruso e Alice Ingegneri, già da annoverare a diritto tra i più compiuti. Il fatto è che gli artisti della Luna Obliqua stanno confezionando a mano ognuno il proprio “esoscheletro”. Tanto da inorgoglire e spiazzare lo stesso Neri. Che, confessa, non ci dorme la notte e non sa come andrà a finire questʼavventura, o, meglio, preferisce “non fare programmi rigidi, perché ogni volta che gli ʻesoscheletriʼ danno vita a qualcosa mi suggeriscono nuove idee, nuove possibilità, che mi trascinano con sé”. E infatti, non per spararla grossa, ma gli “esoscheletri” sono diventati adulti e sono diventati maschere vere e proprie. Così come le intendevano gli antichi. Caratteri eterni e definiti, che sanno sempre cosa fare e cosa dire, come muoversi e come commuovere, e, per questo, ogni volta riscrivono il copione sul pentagramma dettato dagli umori del pubblico, un poʼ commedia dellʼarte e un poʼ eroi a fumetti, ma più sfaccettati, più multiformi, più tridimensionali. Più colorati, verrebbe da dire, non fosse che il loro bianco&nero è ormai una sorta di insegna, una cifra stilistica, il refrain dei loro interventi. Come in un branco di animali particolarmente organizzati e sociali, vedi per esempio i lupi o, appunto, gli esseri umani, ci sono infatti relazioni che legano gli “esos” diversamente da quelle che legano i loro interpreti nella vita quotidiana. Non a caso il flashmob a Taormina, il 5 gennaio al calar delle tenebre in piazza belvedere, si intitolava “Il contatto”. E non a caso di tutte le emozioni con cui gli “esoscheletri” hanno plasmato il pomeriggio taorminese rimangono particolarmente impresse le sei figure casuali del finale di coreografia firmata Pucci Romeo: sei figure nate dallʼobbligo per i figuranti di mantenersi lʼuno agganciato allʼaltro, qualunque cosa fosse successa, tenendosi per mano o dandosi spallate, suggerendo un bacio o mimando una lotta; sei figure che chiunque, tra gli spettatori, avrebbe giurato essere frutto di lunghi studi e innumerevoli prove e non, come invece era, pura e semplice improvvisazione. La stagione dellʼEsostheatre, intanto, è già fissata. Anzi, è già iniziata. Oltre alla data di Taormina, prima cʼè stato il flashmob del 18 ottobre 2012 in piazza Duomo a Messina, intitolato “Il distacco”, poi “Il Drago. The black rock comedy” dato al Savio il 12 dicembre, e ancora il 30 novembre una performance di tre ore in mezzo al pubblico del Premio Orione, durante la cerimonia di consegna del premio a Sasà Neri, e addirittura cinque ore di recitazione continua per lʼinaugurazione di Scala Maggiore lʼ8 dicembre. In arrivo le altre due date, sempre al teatro Savio. Quella finale, il 14 giugno, sarà intitolata “Mater Matris” e rappresenta la ripresa di uno spettacolo scritto dallo stesso Neri, cucitura di figure materne atipiche che verrà completamente rivisitata e modificata. Solo che prima, il 15 marzo, sarà la volta de “Il figlio dellʼuomo”, una specie di triplo salto mortale teatrale. Niente illuminazione, niente service, niente scene, nessun copione (ma un mix di brani, dal Vangelo a Capareza). Soprattutto niente platea. Il pubblico sarà completamente fagocitato dallo spettacolo. Si tratta di aspettare la primavera, insomma. Ma nel frattempo lʼaltra faccia della Luna Obliqua sarà in scena. Con il musical “Gli aristomiao” dedicato ai più piccoli (24 gennaio mattina, al Savio, nel cartellone per le scuole). Ma questa è unʼaltra storia. Raccontata però sempre dagli stessi artisti. Che, giusto per non smentire la loro anima camaleontica, qua sono esattamente il contrario degli esoscheletri. Vedere, e ascoltare, per credere. OCCORRE SAPERE Un lampo che cambia lo spettacolo FLASH MOB (dall'inglese flash: lampo, inteso come cosa rapida, improvvisa, e mob: folla) è un termine coniato nel 2003 per indicare una riunione, che si dissolve nel giro di poco tempo, di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, con la finalità comune di mettere in pratica un'azione insolita. Il raduno viene generalmente organizzato via internet (email, social networks) o telefonia cellulare. Le regole dell'azione possono essere illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che questa abbia luogo o possono essere diffuse con un anticipo tale da consentire ai partecipanti di prepararsi adeguatamente.Generalmente la finalità dei flash mob è di intrattenimento o spettacolo; il termine non è usato per eventi e performance organizzate a fini politici, commerciali, di lucro o di protesta. Tuttavia, in alcuni casi la tecnica del flash mob è stata utilizzata per motivazioni pubblicitarie o politiche, ad esempio per organizzare una protesta lampo come nel caso di Firenze in cui si è svolta una lettura collettiva, contro la legge 133, del nono articolo della Costituzione. pagina 35 11 GENNAIO 2013 posteranniversari centonove ANNIVERSARI. Al convegno di Messina le nuove scoperte di Vincenzo Fera Pascoli, il perfezionista Molti Carmina da rivedere dopo il ritrovamento dei nuovi documenti nell’archivio di Haarlem in Olanda. Ecco le acquisizioni che aprono uno squarcio sulla personalità del poeta. Sempre pronto a modificare... DI FELICE IRRERA MESSINA. Molti Carmina da riscrivere e nuovi dettagli sulla personalità di un grande letterato che soggiornò a lungo a Messina. Stiamo parlando di Giovanni Pascoli. Dal 3 al 5 dicembre scorso, al termine dellʼanno del centenario della morte del poeta di San Mauro, il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell'Università di Messina ha promosso un Convegno sul tema “Pascoli e le vie della tradizione”, durante il quale hanno relazionato importanti studiosi della poesia pascoliana, apportando nuove acquisizioni alla conoscenza di un poeta che, comʼè noto, soggiornò alcuni anni a Messina: doveroso, quindi, assieme alla cittadinanza onoraria alla memoria decisa dal Consiglio comunale in settembre, il tributo culturale e scientifico che si è voluto rendere a chi ha onorato la città e lʼUniversità di Messina col suo insegnamento. Per far meglio comprendere lʼimportanza dellʼevento e alcune nuove acquisizioni che ne sono nate abbiamo rivolto alcune domande al prof. Vincenzo Fera, ordinario di Letteratura del Rinascimento e noto filologo, al quale recentemente anche Il Sole-24 ore ha dedicato un articolo dal titolo “Il Certamen ritrovato”. Vincenzo fera Una lettera di Giovanni Pascoli al segretario dellʼHoeufftianum. Nella foto in alto il poeta che soggiornò a lungo a Messina e al quale è stato dedicato il convegno che si è svolto allʼUniversità Come nasce lʼinteressamento per Pascoli, che sembra un poʼ al di fuori dei suoi abituali interessi? Il mio interesse per Pascoli non era mai stato finora di tipo professionale, ma questo poeta è da sempre presente nel mio orizzonte. Quando ero al ginnasio i gesuiti mi proibirono di leggerlo nella biblioteca del seminario, ma naturalmente ciò finì per acuire la mia curiosità e mi spinse a rintracciare in vario modo i volumi delle sue poesie italiane. Mi restò invece sostanzialmente estraneo Pascoli latino, a cui mi accostai solo quando mi iscrissi a Lettere, a Messina, e cominciai a frequentare Giuseppe Morabito. Proprio lʼincontro con Morabito costituisce lʼantefatto di questa ricerca. Mi parlava continuamente di Amsterdam e del Certamen Hoeufftianum, dove anche lui aveva conquistato medaglie dʼoro e moltissime magnae laudes, e mi mostrava gli opuscoli dellʼaccademia olandese con i poemetti del Pascoli premiati. Mi si aprirono scenari nuovi. Vuole indicare qualcuna delle novità emerse dalla ricerca personale e da quella dei suoi collaboratori? In occasione del Convegno che lʼUniversità di Messina ha voluto dedicare al poeta romagnolo, mi si sono riproposti interrogativi che mi portavo dentro da tanti anni. Tutta la ricerca su Pascoli latino si è finora svolta in quel giardino delle meraviglie che è lʼarchivio di casa Pascoli a Castelvecchio, nessuno aveva mai pensato di estendere le indagini direttamente sul territorio olandese, dove Pascoli aveva inviato decine di carmi e instaurato innumerevoli rapporti. Nella fase organizzativa del Convegno avevo proposto a un illustre studioso straniero di occuparsi di ʻPascoli e Amsterdamʼ, ma la risposta fu che ad Amsterdam di Pascoli non era rimasto nulla. Non mi rassegnai e in agosto scrissi a un dottore di ricerca dellʼateneo messinese di nazionalità olandese, Xavier Van Binnebeke, chiedendogli di controllare se negli archivi qualcosa fosse riconducibile a Pascoli. La risposta fu positiva: si accertò che le filze del Certamen sono conservate nellʼarchivio di Haarlem. Col procedere dellʼindagine, dopo un mio soggiorno in Olanda, abbiamo constatato che i ritrovamenti rivoluzionano gli studi su Pascoli latino. Sono venuti alla luce nuovi poemetti, redazioni nuove di carmi già noti: di uno, Leucothoe, ho pubblicato lʼeditio princeps in una plaquette in occasione del Convegno. Abbiamo recuperato molti nuovi autografi di OPUSCOLI Sulla vergine sedotta da Apollo IN OCCASIONE del Convegno “Pascoli e le vie della tradizione”, tenutosi in dicembre a Messina, è stato pubblicato, a cura di Vincenzo Fera, un delizioso opuscolo pascoliano, “Leucothoe” (la vergine sedotta da Apollo), tratto da un manoscritto del Noord Hollands Archief di Haarlem, rinvenuto nel corso di una ricerca delle tracce di Pascoli in Olanda condotta da Fera con uno studioso di paleografia umanistica, Xavier van Binnebeke. Adesso, il fascicoletto pascoliano di Amsterdam, di cui erano prima conosciuti solo alcuni spezzoni presenti a Castelvecchio, non ritenuti pregevoli sul piano tematico e artistico, da Adolfo Gandiglio, ma editi e annotati da Alfonso Traina, si offre allʼattenzione degli studiosi preceduto dai distici dedicatori al poeta di San Mauro dello stesso curatore, che ne dà, a fianco del testo pascoliano, la traduzione. F.I. pagina 36 centonove Pascoli e delle sorelle che spesso trascrivevano per lui, sono riemerse le bustine dove lʼautore scriveva il suo nome perché fossero aperte in caso di vittoria (alcune riconducono a Messina). Ora si tratta di ricostruire con pienezza di documentazione la storia del testo dei molti poemetti presentati al concorso, si tratta di approntare una nuova edizione dopo quella curata da Adolfo Gandiglio nel 1930. Compito di Binnebeke è stato quello di descrivere accuratamente tutto il fondo Hoeufftiano, mentre Daniela Gionta ha provveduto a mettere ordine nella frastagliata varietà di scritture che sia ad Haarlem sia a Castelvecchio crea ostacoli nella ricerca. Paola de Capua e Caterina Malta si sono proiettate in direzione dellʼinterpretazione dei carmi latini, su cui la nuova scoperta inevitabilmente influisce. Quali vie nuove possono aprire queste novità nel campo degli studi pascoliani? Troppo recente è la scoperta per rispondere esaustivamente alla domanda. A parte il recupero di nuove redazioni e di cospicue trafile di varianti dʼautore, è sicuro che i nuovi ritrovamenti consentono di far luce sui documenti conservati a Castelvecchio, per i quali forniscono precise chiavi ermeneutiche. Ad Haarlem si conservano anche diverse lettere di Pascoli ai giudici, che saranno presto edite ed illustrate. Una mette a fuoco un particolare biografico. Dalla città dello stretto il 15 aprile 1900 Pascoli scrive al segretario generale dellʼAccademia: pur avendone avuto comunicazione, la medaglia dʼoro tardava ad arrivare (si doveva trattare del premio ottenuto per Sosii fratres bibliopolae). Cʼè da aggiungere che proprio nellʼambito del Convegno dedicato a Pascoli e le vie della tradizione e sulla spinta di questa nuova globale considerazione dei carmi latini, ha avuto inizio anche unʼopera di revisione di autografi pascoliani finora pubblicati in modo approssimativo: è quanto ha fatto Maria Cannatà con le traduzioni di Pindaro, Simonide e Bacchilide, alcune delle quali del tutto ignote. Da Messina dunque parte la proposta per una nuova sistemazione dei materiali che collegano Pascoli alla tradizione classica. Cʼè anche da dire che nel convegno si sono levate voci innovative per gli studi danteschi e per gli aspetti ideologici dellʼultimo Pascoli. Unʼintera giornata del Convegno si è svolta nel ricordo del grande latinista, calabrese di nascita e messinese dʼadozione, Giuseppe Morabito. Vuole spiegarcene i motivi? La ragione è implicita in quanto dicevo allʼinizio. Ma non credo si tratti di un fatto esclusivamente personale. Morabito aveva nei confronti di Pascoli un atteggiamento controverso, da un lato una grande attrazione, dallʼaltro una cauta diffidenza per il suo latino, giudicato troppo moderno. Questo atteggiamento gli derivava dal suo maestro Alfredo Bartoli, che concorse con Pascoli ad Amsterdam, con minore fortuna. Lʼamore per Pascoli induceva Morabito a far tradurre in classe ogni anno un poemetto latino, avvenimento che avrà contribuito a far avvicinare al poeta romagnolo molte generazioni di giovani messinesi. A quasi quindici anni dalla morte lʼumanista Morabito continua a rappresentare per tutti noi il collegamento più forte e autentico con la tradizione classica. posteranniversari 11 GENNAIO 2013 Il poeta con il cane Gulì in un suo disegno autografo. A sinistra cartolina caricaturale con Giovanni Pascoli e Gabriele DʼAnnunzio. Nella foto in basso la copertina del volumetto di Giovanni Molonia che ha curato anche la mostra dedicata al poeta di San Mauro EVENTI. Una mostra e un volumetto curati da Molonia per chiudere l’anno pascoliano Non solo poesia, ridiamoci sù MESSINA. Parallelamente al Convegno pascoliano, è stata anche approntata in città la mostra dal titolo “Pascoli e Messina”, promossa dallʼAssessorato alle Politiche Culturali, dalla Biblioteca della Provincia Regionale di Messina (recentemente intitolata proprio al poeta) e dalla Biblioteca del Gabinetto di Lettura, che nella prima settimana di dicembre ha offerto, al Palazzo della Provincia, la possibilità ad esperti ed appassionati della sua opera di ammirare il patrimonio letterario (una cinquantina di volumi) messo a disposizione nellʼoccasione dal Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dellʼUniversità, dalla Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” e dalla Biblioteca Comunale “T. Cannizzaro”. Lʼesposizione di rari volumi, lettere ed album fotografici, frutto della sinergia tra diverse Biblioteche ha consentito anche la pubblicazione, a cura di Giovanni Molonia e con il patrocinio della Provincia, di un delizioso volumetto che consentirà di mantenere viva la memoria dellʼevento. In una veste grafica raffinata ed elegante, unʼottantina dʼimmagini di varie dimensioni presentano in ritratti fotografici oltre al poeta, da solo (splendido quello di Ledru Mauro fornito dallʼArchivio e Museo di Casa Pascoli), con la sorella Mariù o con amici sulla spiaggia di Maregrosso, anche lʼamato cagnolino Gulì e il suo probabile amore messinese Giovanna Pia Marcianti; e poi ancora le foto del deputato di Messina Giovanni Noè, di un comizio elettorale di fine secolo a Messina e tante altre, molte delle quali mai viste in città. La certosina pazienza del curatore ha messo insieme poi i frontespizi di tante pagina 37 pubblicazioni del poeta e di critici (come Manara Valgimigli, ritratto anche in una simpatica fotografia con dei gatti) che della sua poesia si sono occupati o gli articoli di chi lo ha ricordato su tanti giornali (come Pietro Longo sul “Gingillino” del 30 dicembre 1935). Non mancano (tutti oggi a Castelvecchio) un disegno autografo di Giovannino con Gulì; un disegno caricaturale dello stesso Pascoli raffigurante Giovanni Sgroi, il portinaio della casa abitata dal poeta e dalla sorella a Messina, da loro chiamato affettuosamente “Polifemo”; e una cartolina (anchʼessa caricaturale) con Pascoli e DʼAnnunzio inviata da Messina nel 1903 da Antonio Restori. Insomma, tutto questo materiale, pazientemente ricomposto dal curatore e accompagnato da brevi ma esaurienti spiegazioni, assieme ad una serie di fotografie sulla Messina del tempo, consente al lettore, anche non specialista, di farsi unʼidea del soggiorno messinese del Pascoli ad un secolo dalla scomparsa. F.I. 11 GENNAIO 2013 posterarcheologia centonove SCOPERTE. Nuovi ritrovamenti a poca distanza dall’altipiano megalitico dell’Argimusco Quei reperti Camuni di Montalbano Simili alle incisioni della Val Grosina e della Val Canonica, i “guerrieri” scolpiti nella roccia sono una ulteriore testimonianza della cultura preistorica del comprensorio. Ricco di altari e megaliti MONTALBANO ELICONA. Si trovano a poca distanza dal sito megalitico dellʼArgimusco, nei pressi di Montalbano Elicona, e rappresentano una importantissima ed inedita testimonianza della cultura preistorica nel comprensorio abaceninotindaritano. Due guerrieri scolpiti nella roccia, simili a quelli “camuni” della Val Grosina e della Val Camonica, la cui recente scoperta potrebbe aprire nuovi scenari sulla cultura e la storia di un territorio ricco di tradizione e leggenda che ha ancora tanti misteri da svelare. INCISIONI RUPESTRI. «Su segnalazione del dottore veterinario Giuseppe Pantano - racconta lo scopritore dei reperti, lo storico locale Giuseppe Todaro - qualche anno addietro ebbi modo di vedere strani segni sulla rupe di contrada San Giuseppe a Montalbano. Fin dal primo momento sospettai di cosa si trattasse, difatti tornai più volte sul sito per farmi unʼidea più precisa. Solo durante lo scorso ottobre, però, con i raggi radenti del tramonto e grazie alla maestria del mio amico Giacomo Toro, vidi ciò che non avrei mai creduto di vedere: delle incisioni, raffiguranti dei guerrieri che duellano, simili a quelle della Val Grosina e della Val Camonica. I Camuni a Montalbano, i Camuni sui Nebrodi. Incredibile, ma vero. Semmai ce ne fosse bisogno, tali ritrovamenti dimostrano che la ricerca sul territorio è ancora agli inizi. Un mondo perduto tende ad affiorare e riserva continuamente piacevoli sorprese». DALLE ALPI AI NEBRODI. Ubicato nelle vicinanze di Montalbano Elicona, il sito di San Giuseppe comprende la rocca omonima dove, secondo la tradizione popolare, il santo lasciò sulla pietra la sua impronta pedata. La rupe si presenta abbastanza istoriata, con croci a Tau e piccole coppelle che raggruppate riproducono le costellazioni celesti e appunto i due guerrieri che duellano. Ma cosa ci fa una forma artistica tipica dellʼarco alpino sui monti Nebrodi? Quan- A sinistra i guerrieri scolpiti nella roccia in contrada San Giuseppe a poca distanza dal sito megalitico dellʼArgimusco. Sopra lʼaltare preistorico di Contrada Vignarazzi. Nella pagina accanto lo storico locale Giuseppe Todaro do è stata incisa? «Tutto il territorio dei Nebrodi, e nello specifico il comprensorio abacenino-tindaritano, - spiega Todaro è ricchissimo di testimonianze preistoriche, protostoriche e classiche. Purtroppo, per ragioni varie, è rimasto fuori dalla ricerca storica ed archeologica. La sua posizione strategica, lungo gli assi viari che collegano il mar Tirreno con le valli dellʼAlcantara e del Simeto, non ha aiutato queste contrade. Eserciti ed orde affamate hanno attraversato da sempre il territorio, distruggendo e depredando quanto lʼuomo nel corso dei secoli aveva costruito con pazienza». MEGALITI, ARE E CULTI. Con migliaia di visitatori che si recano da un ventennio a Montalbano per ammirarne i megaliti, il complesso rupestre dellʼArgimosco è ormai universalmente conosciuto. Ma nel comprensorio abacenino-tindaritano il megalitismo non si ferma solo qui, dato che tutto il territorio circostante è interessato a questo fenomeno, come spiega Todaro: «Pippo Abramo, un carissimo amico, che con me condivide la passione per la ricerca sul territorio, ha ritrovato in contrada Vignarazzi di San Cono un altare preistorico utilizzato come osservatorio lunisolare. Ha riscoperto ripari sotto roccia, coppelle, gocciolatoi, canalette, palmenti, piccole piramidi, nicchie, croci greche e latine. Cosa ancora più importante ha condiviso con me e gli amici Giacomo Toro e Salvatore Squadrito i suoi ritrovamenti. Adesso, grazie alla disponibilità e alla strumentazione di Giacomo stiamo allestendo un archivio fotografico frutto della ricognizione del territorio». SAN CIPIRELLO U Campanaru Pietra del mistero Calendario astronomico preistorico o tomba? Le ipotesi sulla pietra forata dell’Arcivocalotto U Campanaru di monte Arcivocalotto SAN CIPIRELLO. Escursione nelle campagne che circondano il monte Arcivocalotto, dove sorge un megalite forato detto U campanaru. A organizzarlo, il gruppo archeologico Valle dello Jato in collaborazione con il Comune e la rivista Archeologia viva, per assistere al sorgere del sole durante il solstizio d' inverno, pagina 38 quando i raggi attraverseranno il grosso anello del diametro di circa 2 metri scavato nella pietra arenaria. Secondo alcuni studiosi si tratta di un calendario astronomico dell' Età del bronzo. Le finalità rituali sarebbero confermate anche da un' ulteriore scoperta fatta sul monte Arcivocalotto alcuni mesi fa: il ritrovamento di un grosso masso su cui sono incise scene sacre. L' autore dello scoperta, Aberto Scuderi, avanza pure un' altra suggestiva ipotesi: I massi forati erano due. L' altro si trovava su Cozzo Perciata e misurava il solstizio d' estate. Ma non tutta la comunità archeologica è concorde. Per Sebastiano Tusa e Stefano Vassallo il campanaro è una tomba di epoca tardoromana. centonove posterarcheologia 11 GENNAIO 2013 Il monastero di San Filippo di Fragalà, centro spirituale del territorio demennita CONFERENZE. A Longi si fa il punto sulle ricerche alla Rocche del Crasto Nel segno dell’antica Demenna Un consorzio per promuovere gli antichi luoghi di fede patrimonio dell’area dei Mondi Nebrodi che va da San Marco a Frazzanò. Le prospettive DI ANTONIO MATASSO* Lʼara di Vignarazzi consta di una sorta di piramide a gradini, alta tre metri circa, orientata ai quattro punti cardinali e a vista con lʼArgimusco, mentre un altro altare megalitico è stato rinvenuto in contrada Rocca Pizzicata di Roccella Valdemone, sul versante settentrionale dellʼAlcantara, non molto distante dallʼaltipiano megalitico. «Ovunque emerge uno sperone roccioso - prosegue Giuseppe Todaro - possono affiorare ripari, coppelle, incisioni, vaschette cubiche, grotticelle, palmenti, edicole, nicchie, croci greche e latine. Non mancano nemmeno alcune epigrafi dallʼoscuro significato, come quelle di San Cono, di Basicò e di Piano Cella a Montalbano. Tutti questi reperti, inclusi i trapezi incisi sulle rocce di contrada Pagugliermo, o anche i quadrati e i rettangoli, i cilindri e i triangoli equilateri di contrada Losi, non sono forse la testimonianza più vera di un culto preistorico, un chiaro riferimento alla Grande-Madre? Il cerchio non è forse la rappresentazione dellʼuniverso? Il triangolo al suo centro non simboleggia la divinità? Le croci latine e le lettere I. C. - Gesù Cristo - rimandano al periodo greco-bizantino, difatti pare che si usassero già intorno al IV sec. D.C. Le conclusioni - si congeda Todaro - sono ovvie. La cultura dei Nebrodi, secondo studi attendibili, risale a 15.000 anni fa. E il recente ritrovamento dei “guerrieri” non fa che confermare lʼantichissimo, e ancora da esplorare, patrimonio archeologico del circondario». LONGI. Lʼarea dei monti Nebrodi ricompresa nel territorio dellʼantica Demenna, oggi riferibile ai comuni di San Marco dʼAlunzio, Alcara Li Fusi, Longi e Frazzanò, rappresenta uno dei più interessanti circuiti religiosi, storici e artistici della provincia di Messina, ancorché poco valorizzato. Una zona che è stata permeata dalla diuturna presenza del monachesimo bizantino, ispirato alle Regole di San Basilio di Cesarea. La recente conferenza promossa al castello di Longi dal Centro studi “Castrum Longum”, presieduto da Gaetano Zingales, sul tema “Stato dellʼarte della ricerca archeologica e storica, sulle Rocche del Crasto, in riferimento al territorio dei demenniti ed allʼantica città siculo-bizantina di Demenna”, ha avuto il merito, tra i tanti, di porre il problema del lancio di una campagna di scavi archeologici nellʼarea, per valorizzare compiutamente il potenziale dei quattro centri coinvolti. Alla base di questa iniziativa, credo debba essere immaginata unʼesperienza associativa tra i comuni di riferimento, allo scopo di valorizzarne i punti di attrazione e riscoprirne il passato grecobizantino, ma anche di promuoverli presso i mercati turistici (e del turismo religioso, in particolare) nazionali e internazionali. Ciò consentirebbe anche di ottimizzare le eccezionali risorse culturali e naturalistiche dei comuni partecipanti, favorendo lo sviluppo economico, la crescita sociale e culturale delle comunità, attraverso il miglioramento dellʼofferta turistica integrata in un territorio purtroppo marginale. Si tratta di un progetto ambizioso, ma possibile, in cui possono confluire le energie di tanti appassionati della storia, delle tradizioni religiose e dellʼarte di un territorio in cui San Cono Navacita da Naso, San Silvestro da Troina e San Lorenzo da Frazzanò prolungarono unʼillustre tradizione monastica ben oltre le vicissitudini del mondo ad Est di Costantinopoli. La riscoperta di antichi luoghi della fede, come il monastero di San Filippo di Fragalà, centro spirituale del territorio demennita, ci fornisce unʼulteriore riprova di come nei Nebrodi sia possibile trovare un patrimonio bizantino di tutto rispetto, da far invidia alla stessa Grecia, similmente a quanto si può rilevare rispetto alle vestigia elleniche di tutta la Sicilia. Serve dunque unʼiniziativa di associazione promossa dai comuni ed aperta alle formazioni sociali ed alle cooperative operanti nel territorio e nei settori dellʼarte, della cultura, Rocche del Castro ad Alcara Li Fusi pagina 39 dellʼarcheologia, del turismo, dellʼenogastronomia, della musica e della socialità, allo scopo di organizzare vari itinerari religiosi, storici e artistici nel territorio nebroideo, che abbiano come filo conduttore i grandi luoghi del sentire religioso siculo-bizantino e quali punti di attrazione i comuni, da promuovere presso i mercati turistici nazionali e internazionali. Occorre offrire ai Nebrodi uno strumento di scoperta e fruizione del territorio, con riferimento particolare alle sue strutture dʼeccellenza, individuate nellʼambito della valorizzazione religiosa e culturale, della ricettività e della produzione artigianale ed enogastronomica tradizionale. La presenza bizantina ha influito significativamente nellʼarea nebroidea, a partire finanche dal paesaggio: se nel resto della Sicilia lʼinsediamento umano si è concentrato in pochi importanti centri agricoli, nel distretto di Demenna, il cui fulcro era nei Nebrodi e che ricomprendeva lʼintera attuale provincia di Messina, sono presenti invece una miriade di piccoli comuni disseminati sul territorio, secondo il modello della “chora” bizantina a popolazione sparsa, riscontrabile anche nellʼentroterra calabrese. Quellʼepoca, in cui i Nebrodi fiorivano di santi e letterati di lingua greca, merita di essere riscoperta. Come sosteneva il grande storico olandese Johan Huizinga, la storia è la forma della spirito in cui una civiltà si rende conto del suo passato: unʼidea di sviluppo del territorio non può che presupporre una battaglia culturale che consenta ai centri eredi di Demenna di riappropriarsi della propria identità, con le amministrazioni comunali in prima fila. * Fondazione Nuovo Mezzogiorno [email protected] posterlibri 11 GENNAIO 2013 centonove NOVITA’. La storia della musica dagli anni Quaranta ai giorni nostri nel capoluogo APPUNTAMENTI Com’era rock Palermo Piazzese, Costa e Barbieri Re del noir a Spazio Cultura La ricerca del giornalista Daniele Sabatucci regala uno spaccato della vita musicale e culturale degli ultimi sessant’anni. Partendo dal vinile e dalle discoteche DI PIETRO SCAGLIONE PALERMO. La storia del pop e del rock a Palermo, dagli anni Quaranta ai nostri giorni, è raccontata - con passione e dovizia di particolari - dal giornalista Daniele Sabatucci. Il volume “Palermo ai tempi del vinile” (pubblicato dalla casa editrice Dario Flaccovio) offre uno spaccato di vita musicale e culturale degli ultimi 60 anni: dai night alle discoteche, dal pop allʼhardcore, dal rock al punk, dal folk al rap, dai dischi in vinile alla musica elettronica. Il saggio di Sabatucci, invece, non si occupa né della musica classica né delle canzoni neomelodiche né del jazz, salvo nel caso in cui tali generi abbiano avuto commistioni con il pop. Durante la sua ricerca, lʼautore ha intervistato testimoni e protagonisti, ha consultato gli archivi giornalistici e fotografici, si è recato nelle biblioteche, ha visitato i negozi di dischi e i mercati dellʼusato, alla ricerca di notizie, informazioni e curiosità. “Il risultato – scrive il critico musicale Gigi Razete nella prefazione – è un affresco straordinariamente vivido, affascinante e unico. Una storia emozionante e avvincente per chi lʼha vissuta e decisamente preziosa per chi, non essendoci allora, la vuole conoscere oggi”. Sabatucci rievoca personaggi leggendari come Giuni Russo, la celebre cantante palermitana trascinata dal successo di “Unʼestate al mare” e scomparsa prematuramente. In quegli anni A CURA DI CARMELO CELONA altri cantanti siciliani conquistarono la scena nazionale, come ad esempio i componenti del gruppo “Nico e i Gabbiani”, guidati da uno studente di Sciacca residente a Palermo. A distanza di decenni dai successi di Giuni Russo e di “Nico e i Gabbiani”, la Rai ospitò le performance di un gruppo emergente palermitano come i Sei Ottavi, giunti alla ribalta nazionale durante una delle prime edizioni della trasmissione X Factor. Una strada tentata anche dai fratelli Cirrone, divenuti celebri con il nome di Apple Scruff e con il repertorio dei Beatles. Nel libro ampio spazio è dedicato anche ad eventi straordinari della storia musicale italiana, come, ad esempio, il Festival “Palermo Pop 70”, che, LACERTI DI LETTURE Il potere silenzioso QUEL PROFESSIONISMO del sorriso, beffardo, crudele, ricercatore di complicità, che rapina le coscienze. “La prima cosa che colpisce è il sorriso. Il suo anziché essere un sorriso, rassicurante, splendente, radioso, è un sorriso di complicità, ammiccante: decisamente colpevole. Questo sorriso esprimeva anche un altro messaggio, essenziale quasi sacro in Italia: sorridendo furbescamente, voleva far sapere a tutti che egli era furbo. Era anche un sorriso mendico: mendicava compassione alla sua manifesta colpevolezza.” Non sempre ciò che viene dopo è progresso. “Non era offesa al suo buon gusto che gli procurava il miserabile mondo del progresso, del benessere, della libertà sessuale, delle riforme; non era neanche solo nostalgia del passato, era un vero e proprio senso di tragedia.” Il allʼinizio degli anni Settanta, richiamò in città numerosi cantanti e fans provenienti da ogni parte del mondo. Al Festival condotto da Paolo Villaggio e Paolo Pitagora - partecipò, tra gli altri, anche la diva Aretha Franklin. In quellʼoccasione, lʼesibizione del cantastorie catanese Franco Trincale fu interrotta – tra le vibranti proteste del pubblico – dallʼallora vicequestore Allotta, infuriato per le ballate riguardanti lʼanarchico Pinelli, il presidente americano Nixon e la guerra in Vietnam. “Per la scarsa abitudine palermitana ad accogliere grandi star internazionali della musica con relativi atteggiamenti, capricci e provocazioni, la rassegna assunse sin dallʼinizio, nei giornali dellʼepoca, contorni folkloristici, anche per comportamenti ben più innocui – ma inusuali per quei tempi – come il semplice sedersi sullʼerba da parte degli spettatori”, racconta Sabatucci. Parallela allʼevoluzione musicale, si narra anche lʼevoluzione dei costumi e degli stili giovanili, con lʼavvento di gruppi alternativi, dai punk agli hippy, dai metallari ai capelloni. Il volume si conclude con le nuove tendenze in ambito di musica dance e con lʼavvento dei rave party. LA CLASSIFICA PALERMO. Primo appuntamento dellʼanno sabato 12 gennaio alle 17.30 a Spazio Cultura con tre scrittori d'eccezione che animeranno un incontro sul romanzo giallo che ha come "protagonista" Palermo. Il biologo Santo Piasseze, che dopo l'esordio con il suo primo romanzo, "Delitti di via MedinaSidonia" ha continuato con grande successo con la "Doppia vita di M. Laurent" "Il soffio della valanga" tutti mpubblicati da Sellerio Editore; il giornalista Gian Mauro Costa, che con "Yesterday" "Il libro di legno" "Festa di Piazza" editi sempre da Sellerio Editore, ha creato un nuovo stile del giallo; il marketer pentito Carlo Barbieri, che ha pubblicato proprio in questi mesi con Todaro editore "La pietra al collo" riscuotendo un grande consenso di pubblico. Romanzi ambientati a Palermo dove si muovono personaggi ormai come il biologo Lorenzo La Marca, il commissario Vittorio Spotorno, il radiotecnico Enzo Baiamonte e il commissario Francesco Mancuso. L'evento è stato organizzato da Anna e Simonetta Balistreri cultrici del genere letterario e dall'urbanista Marina Marino che modererà l'incontro. Per l'occasione verrà allestita una mostra fotografica di Aldo Belvedere, immagini di Palermo ispirate proprio dai romanzi dei tre scrittori. di Felice Irrera Domenico Cacopardo Agrò e il Maresciallo La Ronda - Marsilio Il sostituto procuratore Italo Agrò, capelli e occhi scuri, fisico asciutto e buona forchetta, in questo libro è ancora studente e residente a Sant' Alessio. Si troverà invischiato nell' indagine di un omicidio ma la narrazione darà ampio sfogo anche un binario parallelo ovvero la sua storia d' amore con la bella Irene Mangiacola. Follett - L' inverno del mondo. The cenE. L. James - Cinquanta sfumature tury trilogy. Vol. 2 - Mondadori di rosso - Mondadori 1Ken 4 E. L. James - Cinquanta sfumature Paolo e Rossella Simoncelli - Il no- Mondadori Sic - Rizzoli 2E.di grigio 5stro L. James - Cinquanta sfumature Carmine Abate - La collina del vento 3di nero - Mondadori 6- Mondadori wuz.it frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore potere si nutre di egoismo, ignoranza, privilegi e ingiustizie; la rivoluzione del bisogno di giustizia, equità, solidarietà e conoscenza. “Il fascismo è lʼideologia dei potenti, la rivoluzione comunista è lʼideologia degli impotenti.” Dei vecchi dovremmo imparare a leggere le loro vite dalle loro facce rassegnate, da quegli sguardi concreti di chi non ha tempo da perdere e ha molto da dare. “I vecchi, la certezza che li aveva attesi nella vita, lʼhanno perduta, ma, seduti ai tavoli delle osterie o sulle panchine dei giardinetti, sanno di avere comunque passato una vita: una vita unica e insostituibile. I loro visi hanno lʼimpenetrabilità delle statue. Nulla di loro è sconsacrato. Vanno verso la fine, ma non svelano il segreto di ciò che sentono. ” Lo scudo critico: unʼarma di difesa dal banale e dal becero, che si acquista dai libri. “La cultura è soprattutto spirito critico e razionalità.” Il pragmatismo: maschera prosaica dellʼegoismo, si afferma sempre sugli ideali dei giusti e degli pagina 40 onesti e conquista il potere. “Il potere è sempre, come si dice in Italia, machiavellico: cioè realistico. Esso esclude dalla sua prassi tutto ciò che possa venir conosciuto attraverso visioni.” Stanno nel grigiore e nella mediocrità pur di vivere evitando i rischi di una marcata identità. “Quella massa di gente senza il minimo prestigio fisico, anzi fisicamente penosa e disgustosa. Erano dei piccoli borghesi senza destino, messi ai margini della storia del mondo, nel momento stesso in cui venivano omologati a tutti gli altri.” Il familismo amorale è un cancro che aggredisce silente la democrazia, invadendo irreparabilmente tutti i tessuti della stato civile. “Lavora ai vertici di uno dei principali Enti dello stato italiano, fa parte del «potere silenzioso» ma non per questo meno potente, anzi!, proviene da una famiglia ricca, perbene, religiosa.” Lacerti tratti da: “Petrolio ” - 1975 Pier Paolo Pasolini posterlibri centonove 11 GENNAIO 2013 SAGGI. Edito da Laterza “Il diritto di avere diritti” del giurista Stefano Rodotà La Globalizzazionepossibile Un saggio sui diritti fondamentali ai tempi di internet, epoca che ha tradito le promesse di eguaglianza. Ma resta l’appello contro ogni forma di totalitarismo DI LUIGI FERLAZZO NATOLI MESSINA. Chi salverà lʼumanità dalla nuova incarnazione del capitalismo nella cosiddetta globalizzazione dellʼeconomia? Lʼavvento di Internet ha fatto decollare rapidamente lʼeconomia finanziaria, marginalizzando lʼeconomia reale basata sulla produzione di beni e servizi, e immergendoci nellʼera della globalizzazione che arricchisce sempre più i Paesi più ricchi rendendo sempre più poveri i Paesi poveri, nonché scatenando nel mondo la più grande crisi economica di tutti i tempi, portando recessione e miseria e talvolta la fame a soggetti prima appartenenti ai ceti medi benestanti. Stefano Rodotà, professore emerito di Diritto civile dellʼUniversità di Roma La Sapienza, affronta questi problemi con il suo saggio davvero attuale intitolato “Il diritto di avere diritti” (Editori Laterza, pp.433, euro 20). Lʼinsigne giurista è uno dei maestri della scienza giuridica civilistica; è stato uno degli autori della Carta dei diritti fondamentali dellʼUnione europea; è stato Garante della Privacy, nonché è tuttora editorialista prestigioso di Repubblica. La sua bibliografia va dagli innumerevoli testi civilistici a quelli di bioetica. Parafrasando nel titolo di questo libro un concetto di Hannah Arendt, la quale ha scritto nel ʼ51 (ne “Le origini del totalitarismo”) che “il diritto di avere diritti, o il diritto di ogni individuo ad appartenere allʼumanità, dovrebbe essere garantito dallʼumanità stessa”, Rodotà risponde allʼinterrogativo che io ho posto allʼinizio alla mia recensione sostenendo che sarà lʼattuazione dei diritti fondamentali degli uomini che scioglierà le generazioni future dalla dittatura dellʼeconomia globalizzata e quindi concretamente del mercato globale senza regole che mira appunto con Stefano Rodotà lʼarbitrio a ridurre in schiavitù i lavoratori. “E allora – afferma Rodotà sin dal Prologo – in un tempo che ha voluto celebrare la fine delle ideologie (e sul quale invece pesa da decenni lʼideologia del mercato come unica salvezza)…in un tempo in cui la promessa novecentesca dellʼeguaglianza si è scomposta nel dilagare delle diseguaglianze…in questo tempo tanto mutato torna forte lʼappello ai diritti fondamentali…e così fa scoprire appunto un mondo nuovo e appare come la vera, grande drammatica narrazione comune del nostro presente. Il «diritto di avere diritti» connota la dimensione stessa dellʼumano e della sua dignità, rimane saldo presidio contro ogni forma di totalitarismo”, derivante – preciserei ulteriormente – dallʼutilizzo della tecno scienza da parte dellʼeconomia globalizzata, in mano a grandi holding bancarie che condizionano il mercato finanziario globale privo di regole e privo o esente della necessaria tassazione. Insomma, per Rodotà ci salveranno le regole giuridiche come “consolidamento di spazi di libertà e di opportunità…e che così diventano pure un riferimento, un fondamento anzi, di cui lʼazione politica si può grandemente giovare”. Non gli economisti ci salveranno, dunque – aggiungerei – dalla crisi economica, figlia della ricerca delle grandi ricchezze, bensì “un nuovo costituzionalismo, che porta in primo piano la materialità delle situazioni e dei bisogni, che individua nuove forme dei legami tra le persone e le proietta su una scala diversa da quelle che abbiamo finora conosciute”. In sintesi Rodotà auspica il rispetto della persona e dei suoi diritti fondamentali e segnatamente la «globalizzazione attraverso i diritti, non attraverso i mercati». E per capire meglio il pensiero viene precisato, infatti, che bisogna strumentalizzare la «rivoluzione di Internet», sottraendola allʼuso attualmente distorto e mirante alla disuguaglianza tra le persone, e seguire le indicazioni verso nuove vie di un «costituzionalismo globale possibile». Per concludere direi che quanto auspicato da Stefano Rodotà può realizzarsi solo attraverso dirigenti politici (Capi di Sato, premier etc.) posti alla guida delle istituzioni pubbliche, ispirati da quei valori che per esempio nel nostro Paese sono stati posti a base della promulgazione della nostra Carta costituzionale. Uomini politici, dunque, che antepongono la tutela del bene comune o, per dirla con Rodotà, dei diritti fondamentali della persona, al perseguimento dei propri interessi economici, miranti alla realizzazione di immense ricchezze a costo di pervenire al default del loro Paese e, comunque, alla mercificazione dei lavoratori. MESSINA I fratelli Grimm e le fiabe secondo Simonelli MESSINA. In occasione del bicentenario dellʼuscita della prima edizione del volume delle fiabe dei fratelli Grimm (1812), lʼAssociazione culturale Terremoti di carta, organizza un incontro con il giornalista Saverio Simonelli, che presenterà il suo lavoro di recente pubblicazione Nel paese delle fiabe. Lʼappuntamento si terrà, venerdì 11 gennaio alle 18.30, nei locali della Beta Academy, in Viale San Martino (alle spalle della cartoleria Prinzi). Il volume di Simonelli è un libro di viaggio simbolico, emozionale, geografico e storico alla riscoperta dei luoghi da cui hanno tratto origine le fiabe dei Grimm. In una mescolanza di storia e fantasia, il giornalista racconta le tradizioni che hanno ispirato i due fratelli e importanti filologi, le evoluzioni e le stratificazioni progressive dei testi che essi hanno consegnato ai lettori, adulti e bambini, di tutto il mondo e di tutti i tempi. Gottinga, Francoforte, Brema, Asfeld o la Foresta nera: questi i luoghi in cui si incontrano storia e mistero regalando allʼuniformante modernità un pizzico di incanto. MESSINA La Perla dei Divi Presentazione del libro di Ninni Panzera ed esposizione al Foyer del Vittorio MESSINA. Eʼ stata il 10 gennaio nel Foyer del Teatro Vittorio Emanuele la mostra di materiali cinematografici originali de “Il cinema sopra Taormina”. Dopo unʼanteprima la scorsa estate a Taormina, sono esposti per la prima volta tutti i rarissimi manifesti e gli altri documenti che compongono la curiosa e inedita esposizione, che consente di vedere come il cinema abbia “utilizzato” la Perla dello Jonio, compresi alcuni manifesti di film stranieri degli anni cinquanta: uno spaccato significativo di come gli stranieri vedessero Taormina e più in generale la Sicilia. Lʼinaugurazione della mostra è stata preceduta dalla presentazione del libro di Ninni Panzera “Il cinema sopra Taormina”, recentemente premiato alla 34° edizione dellʼEfebo dʼOro di Agrigento come “Libro di cinema dellʼanno 2012”. Il curatore ha conversato con Franco Cicero, Mario Bolognari e Nino Genovese, autori di saggi contenuti nel volume. Nel corso della serata anche altri interventi: Claudio Faranda, produttore e interprete del film “Lʼaltro piatto della bilancia”; Antonio Prestifilippo parlerà di “Carne inquieta”, un raro film diretto dal padre Silvestro. In questa occasione sarà anche presentato un emozionante film di montaggio curato da Fabio Schifilliti che racconta per immagini le sequenze più suggestive dei film girati a Taormina. Sarà possibile visitare la mostra fino al 30 gennaio. Nei prossimi mesi il libro sarà presentato in altre città, prima di concludersi, a fine maggio, a Parigi e Strasburgo “Il cinema sopra Taormina”, che nelle librerie sta riscuotendo un buon successo di vendite, è edito da La Zattera dellʼArte ed è pubblicato anche nella versione inglese con il titolo “The Stars of Taormina”. pagina 41 Virna Lisi a Taormina 11 GENNAIO 2013 posterpremi centonove PALERMO. L’ente di ricerca privato riconosciuto dal ministero di “Interesse Storico Particolarmente Importante” Officina studi medievali, prova a dire Ispi Il presidente Sandro Musco festeggia il traguardo mettendo a segno una nuoiva acquisizione: l’archivio personale dello studioso e docente Francesco Giunta intestato alla memoria di Maria Rita Lo Forte DI GIOVANNA PARRINO PALERMO. Per un ente di ricerca privato, non vi è modo migliore di chiudere un anno intenso di lavori, studi e fatiche editoriali, festeggiando un riconoscimento da parte del Ministero per i Beni culturali. Questo avviene alla famiglia dellʼOfficina di Studi Medievali con la cerimonia di presentazione al pubblico, avvenuta lo scorso 21 dicembre, del suo Archivio Documentale, riconosciuto con recente Decreto dal Ministero per i Beni culturali, di Interesse Storico Particolarmente Importante. “Oggi è un giorno di festa – afferma Sandro Musco, presidente dellʼOfficina – particolarmente importante. Festeggiamo un traguardo ricordando due amici e colleghi e lo facciamo nel miglior modo possibile, raccogliendo e salvaguardando le loro carte e le loro fatiche professionali”. Ed è proprio sul filo del ricordo e della memoria che la cerimonia di inaugurazione dellʼArchivio storico si è svolta nellʼaula magna dellʼOfficina, gremita di docenti universitari, giovani ricercatori, studiosi e collaboratori. LʼArchivio accoglie, per donazione degli eredi, lʼArchivio personale del compianto prof. Francesco Giunta, prestigioso studioso e docente di Storia Medievale allʼUniversità di Palermo per quasi un quarantennio ed è intestato alla memoria di Maria Rita Lo Forte Scirpo allieva di Giunta, per decenni preziosa collaboratrice dellʼOfficina di Studi Medievali ed impegnata docente e studiosa di Storia Medievale allʼUniversità di Palermo. La memoria e il ricordo lʼha fatta da protagonista anche nella scelta di conservazione dellʼArchivio. Da oltre un ventennio lʼOfficina si distingue come lʼunico ente presente in tutto il meridione per la formazione nel settore della conservazione, della gestione e della fruizione del patrimonio librario e archivistico. Organizza di concerto con università ed enti di ricerca nazionali ed internazionali corsi di formazione nel settore biblioteconomico e si pone come riconosciuta e attestata sede di master universitari. Nel corso delle lezioni i saperi del libro vengono tutti affrontati e sviscerati, da docenti e professionisti del settore. Si passa dalle nozioni alla pratica, mediante veri e propri laboratori e tirocini nelle aziende più importanti del palermitano e dellʼintera regione siciliana. Si tratta di biblioteche e archivi pubblici e privati, alcuni in stato di abbandono per le scarse risorse e le miopi vedute connesse ad investimenti in cultura da parte della politica, nonostante si pongano come luoghi della memoria e della cultura siciliana di rilevante pregio, importanza e prestigio. I giovani allievi vengono condotti dai docenti Alcuni documenti dell’Officina Studi medievali. In basso Sandro Musco durante la cerimonia di intitolazione dell’Archivio nellʼacquisizione dei metodi digitali e innovativi e dai maestri artigiani del libro nellʼacquisizione delle tecniche di restauro e conservazione tradizionali. In un tempo in cui il digitale prende il sopravvento annullando cumuli di carta, faldoni, odori e saperi legati allʼinchiostro e alla colla, giovani e meno giovani continuano a formarsi e a tramandare la tradizione e la cultura artigianale, in unʼottica di continuità e di reale occasione professionale. Non si tratta di un controsenso o di utopia. DallʼOfficina di Studi Medievali giunge lʼinvito a riappropriarsi di linguaggi e codici tradizionali per riuscire a cogliere le risorse e le tante opportunità dei beni culturali di Sicilia. Proprio per il suo Archivio storico lʼOfficina ha commissionato la costruzione delle scatole per la conservazione delle carte ad una giovane formatasi durante la prima edizione del master universitario sui saperi del libro, le rilegature ad una storica bottega artigiana di Palermo e la realizzazione della targa al maestro Vincenzo Bongiorno, amanuense contemporaneo, che nel suo laboratorio lavora la pergamena, realizza gli inchiostri secondo ricette tradizionali e decora i suoi prodotti con delle vere e proprie miniature. Ecco innescarsi un meccanismo positivo, che potrebbe, nella nostra regione, ripetersi chissà quante volte ed avviare processi di occupazione giovanile estremamente interessanti. I giovani formati ci sono e i luoghi della memoria e della storia come le biblioteche e gli archivi, da salvaguardare, valorizzare, rigenerare, recuperare, rendere fruibili, abbondano e gridano giustizia. “È in questo modo che noi intendiamo promuovere la legalità: attraverso la salvaguardia della cultura e dei luoghi che la esprimono con lʼauspicio di innescare reali meccanismi lavorativi – afferma Sandro Musco”. Un pomeriggio davvero intenso e ricco di emozione e progettualità. Hanno preso la pagina 42 parola, tra gli altri, Maurizio Carta Delegato alle politiche culturali dellʼUniversità degli Studi di Palermo, Salvatore Fodale - Ordinario di Storia Medievale alla Facoltà di Lettere e Filosofia dellʼUniversità di Palermo, Sergio Gelardi - Dirigente Generale dellʼAssessorato Regionale Beni culturali e Identità siciliana, Mario Giacomarra preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dellʼUniversità di Palermo, Aldo Sparti già Soprintendente della Soprintendenza Archivistica per la Sicilia. centonove postermostre 11 GENNAIO 2013 MESSINA. All’Orientale Sicula incisioni e oli del maestro Togo, cuore di Sicilia Tra arance e limoni, naviga con l’animo di un fanciullo nell’azzurro Mar Jonio. Ricomponendo magicamente le varie tonalità di rosso e verde. Delle sue radici DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Anche se nato a Milano ha il cuore nella sua terra di Sicilia, in quel puntale a picco sul mare di Briga Marina che riproduce da sempre nelle sue tele e nelle sue incisioni. Sto parlando di Enzo Migneco, in arte Togo, che ricordo da ragazzino in una protesta, credo per la mancanza di spazi espositivi, assieme ad altri artisti di Messina (Occhipinti, Celi, Samperi, credo pure Santoro, Cannistraci ed altri) in quel pezzo di Via Garibaldi allʼincrocio con Via Cesare Battisti, dove a cavallo degli anni ʼ50 e ʼ60 sorgeva il Bar Nettuno dai colori bianco-celesti, con le sue sedie di tela (tipo quelle dei registi) situate sul marciapiedi – Enzo Migneco, in arte Togo dove adesso cʼè la Salumeria Nucita - e la che questo nostro artista, nato nel 1937, naviga protesta si concretizzava attaccando sugli alberi nellʼazzurro Mar Jonio col cuore dʼun fanciullo, in della strada i propri disegni e le proprie opere. Poi grado ancora di emozionarsi come colui che Togo si è trasferito definitivamente a Milano, zappettando nei campi incolti raccoglie fasci di facendo capolino a Messina e chiaramente nella ginestre o afferra dagli alberi arance, limoni e sua Briga Marina, che riproduce nei suoi dipinti limoncelli o come chi avendo la mente rivolta ad quasi come una coazione a ripetere o in modo una gioia di vivere matissiana ricompone gioiosamente ossessivo, per utilizzare un magicamente le varie tonalità dei rossi e dei verdi, ossimoro a lui caro. La mostra di oli e incisioni segnando armoniose e precise campiture, quasi adesso allʼOrientalesicula (visitabile sino al 19 geometrizzate, come è dato da vedere dallʼalto gennaio) attestano ancora una volta la sua felice nelle nostre campagne siciliane. La mostra in visione pittorica, definita negli anni, realistica alla questione è affascinante e il visitatore è come Guttuso, impressionista alla maniera di Cezanne accolto da uno scoppiettio di colori che abbagliano o espressionistica con riferimento a Nolde. e ipnotizzano e in cui predominano tante Osservazioni che possono starci tutte e che gradazione di gialli, di arancio e di blu-marine. rispecchiano la sua personalità. Aggiungerei solo MESSINA Sassu ancora in mostra Prorogata l’esposizione al Sagittario sui cento anni di un grande artista MESSINA. Cʼè ancora tempo per vedere la mostraevento organizzata dalla Galleria Il Sagittario di via XXIV Maggio a Messina. La mostra, che doveva chiudere il 5 gennaio, è stata prorogata per lʼaffluenza di appassionati. Nel centenario della nascita di Aligi Sassu, la galleria propone infatti un vasto repertorio delle sue opere. Si passano in rassegna i soggetti più esplorati dalla pittura di Sassu: le figure femminili, dalle mitologiche Diana e Leda alle “Amiche” del 1981, ma soprattutto cavalli come nel “Cavaliere e Centauro” del 1988 e “Il Manto Rosso” del 1981. Pastore di cavalli (35x45 olio su tela) pagina 43 CENTENARI Guttuso, il valore delle idee Si chiusono le celebrazioni a Roma DI CARLA SFAMENI ROMA. Si conclude con una grande mostra al Complesso del Vittoriano lʼanno di celebrazioni dedicate al centenario della nascita di Renato Guttuso (“Guttuso. 1912-2012”- fino al 10 febbraio 2013). È un omaggio dovuto e sentito ad uno dei protagonisti della cultura del Novecento da parte della città che il pittore siciliano scelse per trascorrere gran parte della sua vita e della sua esperienza creativa. Più di cento opere provenienti da Musei e collezioni italiane e straniere permettono di seguire un complesso percorso artistico che, con esiti diversi, testimonia sempre un coerente ed ininterrotto impegno sociale: “Se io potessi, per unʼattenzione del Padreterno, scegliere un momento nella storia ed un mestiere, sceglierei questo tempo ed il mestiere di pittore”. Così scriveva infatti lʼartista che ha saputo raccontare nei suoi quadri le lotte sociali, le condizioni dei contadini e degli operai siciliani, la politica, la guerra. Tra i quadri in mostra spicca la famosa Crocifissione (nella foto in alto un particolare), del 1941, condannata dalla Chiesa per aver mostrato il corpo nudo della Maddalena, ma efficace come poche opere al mondo per denunciare lʼorrore di chi viene perseguitato ed ucciso per le proprie idee. Guttuso infatti ha voluto rappresentare essenzialmente “una tragedia di oggi, il giusto perseguitato è cosa che soprattutto oggi ci riguarda”. A testimoniare questo impegno sociale e autenticamente “politico” sono i numerosi quadri legati ai problemi sociali o alla brutalità della guerra e della violenza, come “Occupazione delle terre” o “Fucilazione in campagna”, ispirata a “Le fucilazioni del 3 Maggio” di Francisco Goya. Di grande impatto emotivo sul visitatore, poi, la “Solfatara”, con il suo intreccio di corpi e fatica, e la “Vucciria”, vivace spaccato del famoso mercato di Palermo, per ragioni diverse permeate di intenso realismo. La mostra rivela in maniera efficace gli intensi legami che lʼartista seppe intrecciare con gli intellettuali più importanti della sua epoca, da scrittori come Moravia e Sciascia, ma anche Pasolini e Neruda, a scultori come Moore e Manzù, a registi come Visconti e De Sica, ma anche politici, musicisti e soprattutto pittori. Tra questi spicca indiscutibilmente la figura di Picasso, spesso richiamata nelle sue opere. Lo studio di Guttuso a Roma fa da raccordo fra tante esperienze culturali e diventa un punto di riferimento per molti intellettuali dellʼepoca. Tra le opere dellʼimpegno e della politica, presenti nellʼesposizione, da citare sicuramente “La discussione”, che bene restituisce lʼatmosfera degli anni Sessanta e la grande tela dei “Funerali di Togliatti”. La produzione dellʼartista tocca anche altri temi, primo fra tutti quello dellʼamore. Ma il vero fil rouge che lega tutta lʼopera di Guttuso è la Sicilia, presente quasi ovunque non solo nelle raffigurazioni realistiche di contadini e pescatori, ma soprattutto attraverso lʼuso dei colori, i toni caldi e accesi dellʼinterno, o i tanti blu della costa. posterweekend 11 GENNAIO 2013 come... dove... quando... venerdi' 11 gennaio MESSINA. Sogno di una notte di mezza estate. Con Leo Gullotta e Mimmo Mignemi. Teatro Vittorio Emanuele - ore 21 MESSINA. Duo in Jazz. Con Salvatore Donato al piano e Giovanni Castriciano al contrabbasso. MUSICA Scala Maggiore Jazz Club - ore 22 MESSINA. Les Spritz in concerto. Teatro Pinelli - ore 23 MESSINA. Happy Fuck'n'roll Year. Live dei Silver Bullets 17 Re - Galleria Vittorio Emanuele - ore 22.30 MESSINA. Marco sabato 12 gennaio Parente. Live del cantautore napoletano, per la rassegna Living Room. Bottega Rapa Nui (Via Monsignor Grano 3) ore 22 TORREGROTTA. Live della band messinese Ennefattoriale al Rockerilla Pub - ore 22 Natale: le più cantate NEL PERIODO NATALIZIO è quasi impossibile non ascoltare almeno una volta “Tu scendi dalle stelle” o “Astro del Ciel”. Cʼè poi chi si dedica coscientemente ad abbuffate festivo-musicali, andando a sentire cori polifonici e concerti gospel. Anche dalle nostre parti, in tal senso, le occasioni sono state numerose e alcune anche di qualità. Ma, limitandoci allʼambito pop, quali sono i titoli delle canzoni di Natale più amate e più ascoltate? È la domanda che si sono fatte le due associazioni PRS for Music e PPL, che, in Gran Bretagna, hanno stilato una lista dei primi dieci titoli di canzoni di Natale, sulla base delle vendite nei negozi, airplay in radio, passaggi in televisione, performance e musica dal vivo. Mariah Carey con la canzone “All I Want For Christmas Is You” incisa nel 1994, è stata nominata la canzone più ascoltata di Natale degli ultimi dieci anni. Dopo di lei The Pogues and Kirsty MacColl con la canzone “Fairytale of New York'”. Al terzo posto “Merry Christmas Everybody” di Slade, mentre “Stop The Cavalry”, cantata da Jona Lewie, è al quarto posto. di Marco Olivieri L’offerta di Tornatore NON HA LA profondità filosofica di “Una pura formalità”, né risulta avvincente come il diseguale ma coinvolgente “La sconosciuta”. Tuttavia, “La migliore offerta”, il nuovo film di Giuseppe Tornatore, è un thriller che dimostra quanta abilità e forza suggestiva ci siano nel suo cinema quando si dedica al mistero e alle sue implicazioni narrative. La storia dellʼalgido e raffinatissimo esperto dʼarte Virgil Oldman (lʼottimo Geoffrey Rush), destinato a perdere ogni difesa a causa delle conseguenze dellʼamore, emoziona e convince grazie alla direzione ispirata e alla fotografia (fredda e inquietante al punto giusto) di Fabio Zamarion. Cast internazionale (da ricordare Donald Sutherland), colonna sonora dellʼimmancabile Morricone e ambienti nordici, funzionali allʼintrigo, si sposano bene. Nellʼepilogo, regia e musiche celebrano troppo se stesse, ma complessivamente il film funziona. “La migliore offerta” alla sala Apollo 5 e nelle multisale Iris e Uci Cinemas di Messina Jam. Improvvisazioni musicali al Teatro Pinelli ore 15 MESSINA. Quartetto della Scala. A cura delle ass. Accademia Filarmonica e Vincenzo Bellini. Al Palacultura Antonello - ore 18 BARCELLONA. Eugenio Bennato e Lassatilabballari ParcoMuseo Jalari - ore 22 17.30 MESSINA. Armonico Ensemble. A cura della Filarmonica Laudamo. Palacultura Antonello ore 18 MESSINA. Giovanni Renzo in concerto. Teatro Pinelli ore 22.30 BARCELLONA. 'L'ha fatto una signora', di Maria Ermolli De Flavis. DI PAOLO RANDAZZO CATANIA. Cʼè tra noi, in Sicilia, a Catania, un pezzo del più gloriso teatro nazionale. Ci parla, ci ascolta, ascolta le voci più profonde del nostro tempo, continua ad amare e ad emozionarsi, recita, scrive, scopre testi inediti, insegna i segreti della scena e soprattutto è attento ai giovani del suo teatro “del Canovaccio”, dove lavora e crea ancora. Parliamo di Piero Sammataro, lʼattore di tradizione più prestigioso che, pur nativo di Cremona, vive a Catania. Sammataro è attivo ormai da anni sulla scena siciliana e appena qualche giorno fa ha celebrato i gjhklghjk cinquantʼanni della sua formidabile carriera teatrale alla Sala Chaplin di Catania. Lo abbiamo incontrato. Maestro, ha provato a individuare un senso complessivo a questa sua così importante esperienza artistica? «È stata una straordinaria avventura umana e artistica, ho avuto in sorte di vivere quello che, senza dubbio, può esser considerato il momento migliore del teatro italiano: ho incontrato grandissimi testi e lavorato con maestri di livello ineguagliabile: penso a Gianni Santuccio, Tino Carraro, Renzo Ricci, Orazio Costa, Giorgio De Lullo e ancora Luchino Visconti e Giorgio Strehler. Maestri che sapevano sviscerare i testi e sapevano incarnare e comunicare i segreti più impervi dellʼ arte teatrale. A testimoniare questa grandezza siamo ormai rimasti in tutto tre o quattro in Italia. Ma vorrei dire anche qualcosa che va oltre lʼesperienza artistica: quello legato a questi grandi nomi, e a coloro che con questi maestri hanno avuto il privilegio di lavorare, non è stato solo un sogno dʼarte, ma anche un sogno politico: una specie di grande ed entusiasmante corsa alla ricerca dellʼoro di una cultura teatrale, raffinata ed insieme diffusa e popolare, che però non ha dato gli esiti che abbiamo sognato». Qual è, o quali sono, gli spettacoli che considera più importanti nel contesto della sua carriera dʼattore? «“I sei personaggi in cerca dʼautore” del ʻ64, della compagnia dei giovani diretta da De Lullo; dieci anni dopo, nel ʼ74, “il giardino dei ciliegi” di Cechov diretto da Strehler, credo lʼ esperienza massima per un attore; e infine le tante messinscena de “il diario di un pazzo”, un testo amatissimo di Gogol che ho interpretato e diretto nei contesti più disparati. La personalità artistica che lʼha segnato? teatro “Mi scappa da ridere”, Hunziker ricomincia da tre Agave Spettacoli. L'appuntamento è fissato al teatro Metropolitan il prossimo 29 gennaio alle 21:30. Ritmo incalzante per uno spettacolo "leggero" dove la conduttrice di MESSINA. Addio alle scene (o forse no). di e con Giuseppe Luciani, per la rassegna "Cocci aguzzi di bottiglia - Percorsi teatrali ravvicinati". Bottega Rapa Nui - ore 21 MESSINA. Sogno di una notte di mezza estate. Con Leo Gullotta e Mimmo Mignemi.Teatro Vittorio Emanuele - ore Se cinquant’anni vi sembran pochi debutti CATANIA. Michelle Hunziker debutta con la terza stagione del suo show "Mi scappa da ridere". Dopo la prima al teatro Manzoni di Monza, il 10 gennaio, la showgirl svizzera resterà tre giorni nella città lombarda e dopo si trasferirà in Sicilia. Prima tappa a Palermo al teatro al Massimo dove per dieci giorni dal 17 al 27 gennaio. Poi sarà il momento di Catania. La contagiosa risata di Michelle Hunziker sbarcherà nella città etnea grazie ad un'iniziativa della domenica 13 gennaio INTERVISTA. A tu per tu con l’attore Piero Sammataro di Cesare Natoli NUOVEVISIONI MESSINA. Sogno di una notte di mezza estate. Con Leo Gullotta e Mimmo Mignemi.Teatro Vittorio Emanuele - ore 21 MESSINA. Vincenza e Cuncittina. Con la compagnia messinese "I giovani del Pirandello". Teatro Stabile Zancle (Viale Principe Umberto) ore 21. MESSINA. Pinelli Street centonove Striscia La Notizia si racconta, cantando e ballando, con quel suo modo simpatico e informale che l'ha fatta amare dal pubblico. Sul palco con lei anche sei ballerine (tra le quali la siciliana Giovanna D'Angi), con coreografie di Bill Goodson e musiche di Leonardo De Amicis, una piccola orchestra e il supporto di una tecnologia video molto complessa dove l'attrice interagisce con il Mago Forest, suo "compagno di scena virtuale", una sorta di Grillo Parlante per Michelle. 'Mi scappa da ridere' è stato scritto dalla Hunziker con Riccardo Cassini, Francesco Freyrie, Piero Guerrera e Giampiero Solari, che è anche regista dello spettacolo. cartelloni Il paraninfo al Musco di Catania Bellini, lirica nel segno di Verdi CATANIA. Nel nuovo cartellone dello Stabile etneo - intitolato dal direttore Giuseppe Dipasquale “Lʼarte della commedia” in dialettica correlazione al tempo della crisi - non poteva mancare un classico del teatro comico siciliano. La scelta è caduta su un testo di culto: “Il paraninfo” di Luigi Capuana, pietra miliare della drammaturgia in vernacolo. Appuntamento al teatro Musco dallʼ11 gennaio al 10 febbraio. La produzione dello Stabile riprende quella realizzata nel febbraio 2003 pagina 44 puntando sulla qualità di allestitori e interpreti. Regia e adattamento sono di Francesco Randazzo. Nel ruolo del titolo un beniamino del pubblico, Angelo Tosto, affiancato da un folto cast: Vitalba Andrea, Alessandra Barbagallo, Filippo Brazzaventre, Cosimo Coltraro, Egle Doria, Camillo Mascolino, Margherita Mignemi, Rosario Minardi, Sergio Seminara, Olivia Spigarelli, Riccardo Maria Tarci, Aldo Toscano, Luana Toscano. Al pianoforte lo stesso Nino Lombardo. CATANIA. La stagione lirica 2013 del teatro Bellini di Catania parte nel segno dell'anno verdiano. L'apertura è affidata, il prossimo 19 gennaio, a 'Un ballo in maschera', di Giuseppe Verdi che mancava dal capoluogo etneo da otto anni e che il Bellini affida alla bacchetta di un grande della lirica qual è José Cura, che da qualche tempo affianca alla sua luminosa carriera di tenore anche quella di direttore d'orchestra, alla sapiente regia di Luca Verdone, alle voci del soprano Dimitra Theodossiou e del tenore Marcello Giordani. L'opera resterà in scena per sette recite, fino al 30 gennaio. Il Bellini ha già cominciato a ricordare i duecento anni dalla nascita di Giuseppe Verdi lo scorso mese, mettendo in scena La Traviata quale ultimo titolo della Stagione 2012, e lo farà ancora nell'ottobre prossimo con Stiffelio, opera finora mai andata in scena a Catania. Nel foyer del teatro, dal 19 al 30 gennaio, sarà inoltre allestita una mostra dedicata proprio a Verdi e alle sue opere. posterweekend centonove lunedì 14 gennaio Associazione Cattafi Barcellona. Ore 18, presso l'Oratorio Salesiano Teatro 'Vittorio Curro' BARCELLONA. 'A clinica di scattiati' per la rassegna teatrale 'Piccoli Spazi', dell'Associazione Vivi Don Bosco. Ore 18.30, presso l'Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice PALERMO. 'Ridere è una cosa seria', dello scrittore umorista Antonio Di Stefano. Teatro Lelio ore 21 PALERMO. Roberto Brusca Trio feat. Dario Deidda & Giuseppe Urso. Con Roberto Brusca (piano), Dario Deidda (basso el.), Giuseppe Urso (batteria). Sala Paul Motian (Via Mariano Stabile, 179) ore 10.30 PALERMO. Enrico Rava Quartet. Nell'ambito dell'81^ Stagione concertistica organizzata dall'Associazione Amici della Musica. Con Enrico Rava (tromba), «Sicuramente Giorgio Strehler, il più grande narratore di favole che il teatro italiano abbia mai conosciuto. Di lui, oltre alla sua incredibile capacità di lettura dei testi e di direzione degli attori, ricordo soprattutto la capacità di costruire scene che cambiavano magicamente e guidavano gli attori e il pubblico veramente dovunque». Come veda la situazione attuale del teatro italiano? «Il nostro teatro nazionale è oggettivamente in una fase di grande decadenza. Ci sono pochissime persone che sanno scrivere per il teatro e questo accade perché le energie artistiche si sono rivolte altrove: al cinema prima, poi alla televisione. In Sicilia poi siamo quasi a un livello “filodrammatico” e in questo giudizio comprendo ovviamente anche lʼattività degli Stabili. La situazione è spesso condizionata negativamente da qualche ideuzza politico-sociale a cui ci si aggrappa quasi fosse una lampada di Aladino, ma che finisce ben presto col mostrare tutta la sua povertà, se non proprio, sterilità artistica. E considero devastante poi la pretesa di avere soldi e finanziamenti pubblici senza dimostrare alcuna voglia di lavorare generosamente e duramente per il teatro». Una delle coordinate del suo lavoro di insegnante di teatro e di regista è stata lʼattenzione ai giovani. «Io credo che i giovani abbiano sempre, quasi costituzionalmente direi, voglia di sentire delle storie e che se cʼè una cosa che occorre insegnare loro (è quello che faccio oggi al Teatro del Canovaccio) è che le storie che si costruiscono e si vedono al teatro sono sempre frutto di un lavoro collettivo, di un duro lavoro collettivo. Il teatro si fa insieme e si fa amandosi. Se si considera in questa prospettiva, gran parte delle cose che si vedono sulla scena nazionale purtroppo si fa fatica a chiamarla “teatro” e dimostra una assoluta povertà artistica». Quali sono i suoi prossimi progetti artistici? «Sto lavorando a una riscrittura del “Giardino dei ciliegi” che debutterà in aprile al Canovaccio, ma con unʼambientazione nostra, un bellissimo uliveto, poi sicuramente un “Rosario” di De Roberto e ancora una cosa a cui tengo moltissimo: un atto unico e inedito di Luigi Capuana, “Ammatula”, scritto nel più puro e straordinario dialetto di Catania». musica Bennato e LassatiAbbalari a Mirto CAPO DʼORLANDO. Registra immediatamente il tutto esaurito la nuova proposta musicale dellʼAssociazione Cross Road Club di Capo dʼOrlando, che vede impegnati Eugenio Bennato, fondatore negli anni Settanta la Nuova Compagnia di Canto Popolare, il primo e più importante gruppo di ricerca etnica e revival della musica popolare dell'Italia del Sud. Bennato sarà domenica 13 gennaio alpub La Dispensa di Mirto accompagnato dai I LassatilAbballari formazione siciliana nata nel 2006 a seguito dellʼincontro tra Michele Piccione e Benedetto Basile. Diversi sono stati i musicisti che nel corso degli anni hanno gravitato attorno ai LassatilAbballari, fino ad arrivare alla formazione odierna composta da Michele Piccione, Benedetto Basile, Barbara Crescimanno, Paolo De Leonibus e Ciccio Piras. Il progetto LassatilAbballari”, si prefigge di spingere il proprio pubblico al movimento, al ballo, allo sfogo delle proprie naturali pulsioni attraverso precisi schemi culturali. Gianluca Petrella (trombone), Giovanni Giudi (pianoforte), Gabriele Evangelista (contrabbasso), Fabrizio Sferra (percussioni).Tea tro Politeama Garibaldi alle ore 21.15 mercoledi' 16 gennaio MESSINA. Otello con Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni. Teatro Vittorio Emanuele ore 21 PACE DEL MELA. Grisù, Giuseppe e Maria. Da un testo di Giovanni Clemente. Auditorium comunale ore 21 PATTI. Puccini d'arte e d'amore di e con Giorgio Albertazzi. Teatro Beniamino Joppolo - ore 21.15 TEATRO 11 GENNAIO 2013 giovedi' 17 gennaio MESSINA. Otello con Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni. Teatro Vittorio Emanuele ore 21 MESSINA. Un palco all'Opera. Alessandro Crosta (flauto), Nadia Testa (pianoforte) per i Concerti dell'Ateneo Messinese. Aula Magna dell'Università - ore 21 MESSINA. Gulliver Trio. Musica Kosher con la band messinese. Scala Maggiore Jazz Club ore 21.30 MESSINA. Stazionesonora. Per la stagione Galleria in Musica. Galleria Provinciale d'Arte Moderna e Contemporanea ore 17 MESSINA. In direzione ostinata e contraria. Il Sacro, proiezioni video, mostra fotografica, tributo musicale, illustrazioni grafiche, teatro e pittura. Centro Multiculturale Officina - ore 21.30 DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Da Piero “Il Salumaio” Shakespeare secondo Gullotta “Sogno di una notte di mezza estate” inaugura la stagione del Vittorio MESSINA. Eʼ la commedia dei grandi sentimenti in cui sʼintrecciano amori e passioni, litigi e ricongiungimenti, divertimenti, beffe e incantamenti giostrati da elfi, fate e spiritelli, in cui i sogni si mischiano alla realtà e dove le trame si concludono felicemente come è nei desideri degli spettatori. Stiamo parlando del “Sogno dʼuna notte di mezza estate” di Shakespeare che ha inaugurato avantieri sera, con la regia di Fabio Grossi, la nuova stagione del Vittorio Emanuele. A proporre lo spettacolo è la compagnia di Leo Gullotta, lui stesso nei panni di Bottom, il cortigiano-tessitore che assieme ai suoi amici artigiani decide di rappresentare “Piramo e Tisbe”, una tragedia che somiglia al “Romeo e Giulietta” provata a lungo in un bosco fatato, giusto per onorare le nozze di Teseo, duca di Atene, con Ippolita, regina delle Amazzoni. Intanto in quella selva incantata si ritrova la giovane coppia di Lisandro ed Ermia che si amano e che stanno fuggendo da Atene perché il padre di lei vorrebbe darla in sposa a Demetrio che intanto insegue i due, inseguito a sua volta da Elena che lo ama alla follia. Nel frattempo Oberon, il re delle fate, e Puck, il folletto al suo servizio, si divertono alle spalle dei quattro giovani innamorati e di Titania (sposa di Oberon), intrecciando tra loro nuove passioni e nuove magie. I litigi, gli equivoci e gli intrighi, si scioglieranno quando Oberon deciderà di dare un taglio a tutti i suoi scherzi e quando Teseo rintracciando le due coppie di giovani approverà le unioni secondo i loro sentimenti. «Il "Sogno" - dice Gullotta - è un'opera multiforme, carica di segni, complessa. Grossi e io abbiamo pensato che la pièce proponga al pubblico quattro livelli di riflessione che interagiscono: il Potere, rappresentato da Teseo; la Realtà con Bottom e il suo mondo di operai, emigrati, rozzi e buzzurri ma concreti, semplici e felicemente creativi; il Demoniaco con Puck, le fate, i sortilegi, che si presenta con le immagini fetish e che rappresenta l'inconscio, l'irrazionale, le pulsioni sotterranee all'agire dell'uomo; infine l'Amore, la sua follia e i suoi inganni con le due coppie di innamorati che vengono messe alla prova prima di riconciliarsi».Traduzione e adattamento sono firmati dallo stesso Grossi e da Simonetta Traversetti, scene e costumi di Luigi Perego, musiche originali di Germano Mazzocchetti, coreografie di Monica Codena, luci di Franco Buzzanca. Gullotta è affiancato da Mimmo Mignemi e da altri ventuno attori. Gigi Giacobbe pagina 45 ARCHIVIATO IL 2012, che ha visto un preoccupante aumento delle chiusure per cessata attività di tanti esercizi commerciali, anche con una gloriosa e lunga storia alle spalle, iniziamo il nuovo anno segnalandovi invece lʼapertura di una bella salumeria a Messina. I gourmet locali Piero lo conoscono da tempo, per un paio di decenni ha lavorato fianco a fianco allo zio Franco, nella storica salumeria Doddis di via Garibaldi, che ha chiuso i battenti per una serie di legate alla morte del titolare. Da qualche mese Piero ha invece aperto una salumeria tutta sua a due passi dal suo vecchio posto di lavoro, in via San Liberale. Attento selezionatore di formaggi e salumi Piero ha davvero una vasta ed intelligente scelta di prodotti che abbraccia tutta la penisola. Per citarne qualcuno possiamo iniziare dalle mozzarelle di bufala campane al pecorino di Pienza, dal Bastardo del Grappa al pecorino di fossa di Sogliano, dalla Fontina originale allʼUbriaco veronese, buona anche la selezione di formaggi siciliani e non manca comunque anche qualche ottimo formaggio francese. Lo stesso discorso vale per i salumi, una scelta vasta che tocca quasi tutte le regioni dʼItalia e comprende tra lʼaltro varie tipologie di Bresaola, Salame Felino, Capocollo, Speck e tanto ma tanto altro ancora. Ovviamente non mancano le delicatessen da ogni parte dʼItalia e del mondo, dai wusterl tedeschi al salmone scozzese, dallo yogurt greco al tonno e alla bottarga trapanese. Fornito anche il reparto pasta con pasta fresca, anche ripiena come tortelli e ravioli, e pasta secca artigianale e tanti altri prodotti da fare la felicità dei gourmet più ricercati come biscotti artigianali, conserve, olio, spezie. Per chi ama anche il vino cʼè persino una piccola ma ben fatta selezione di etichette siciliane e dal resto dʼItalia. Piero il Salumaio – Via San Liberale 6/D – Messina SICILIA DA ASSAGGIARE! Tagliatelle alla carruba PRIMO PIATTO dal sapore veramente unico sfruttando il frutto particolare che è la carruba. Dose per un kg. di impasto: 800 gr. farina di grano duro, 200 gr. farina di polpa di carruba, 10 uova, un pizzico di sale.Versare la farina a fontana sulla spianatoia; mettere al centro l'uovo e il sale e lavorare l'impasto. Lavorare la pasta fino a ottenere una sfoglia sottile. Lasciatela asciugare q.b. e ricavarne nel modo consueto delle tagliatelle. Per il condimento: 300 gr. bottarga di muggine, 2 spicchi d'aglio, olio extra vergine dʼoliva minuta (presidio slow food), prezzemolo, buccia dʼarancia o limone grattugiato, 1/2 bicchiere di vino bianco secco. Soffriggere l'aglio e la bottarga (gr. 250) nell'olio d'oliva; aggiungere il vino bianco e lasciare evaporare. Versare la pasta precedentemente cotta e scolata, lasciare insaporire, prima di servire spolverizzare il tutto con prezzemolo tritato, buccia d'arancia e bottarga finemente grattugiate. Disio Hostaria Contrada Romeo- 98049 Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected]. 11 GENNAIO 2013 MESSINADRASTICA di Fabio Amato Messina città dell’anno MESSINA. La Comunità Economica Europea ci ha premiato. Ha voluto premiare Messina come città dell'Anno, ed di conseguenza premiare anche tutti i nostri concittadini. La premiazione si è svolta la notte del 31 Dicembre u.s. nella zona di Maregrosso, finalmente bonificata. Ma l'avette visto il nostro Water- Front? E' proprio uguale al peggior water, delle peggiori latrine del mondo. Durante la premiazione, dato che i messinesi hanno effettuato la raccolta differenziata in maniera indiferrenziata, cioè buttando senza ritegno e criterio di tutto e di più, ci hanno fornito, regalandoli, dei contenitori per i vestiti, che come potete ben vedere, sono già stracolmi di vestiti e scarpe. Ed infatti è un modo nuovo di vendere. Tutto gratis, si va vicino ai contenitori e si sceglie quello che si vuole. Abbiamo creato i nuovi out-let dell'abbigliamento.Tutto offerto dal Comune di Messina che cosi facendo risparmia sui costi di distribuzione, che uniti agli altri risparmi effettuati sulla manutenzione delle strade, sulla bonifica del verde, sui trasporti pubblici, sugli asili comunali, sui centri sociali per gli anziani, riuscirà alla fine del 2013 a pareggiare il bilancio. Alta politica Economica! Il momento più emozionante, comunque, della notte di Capodanno, è stato quando tutti i cittadini Messinesi si sono ritrovati a Piazza Duomo per brindare all' Anno Nuovo . I cittadini , avevano l'obbligo di portare la spazzatura, raccolta dopo il cenone, ed allo scoccare della Mezzanotte, tirare ognuno in aria il proprio sacchetto di spazzatura, cercando di colpire le statue del Duomo e le Fontane circostanti , chi poi e' riuscito a colpire il Leone, diventerà Sindaco di Messina. Purtroppo non abbiamo avuto un solo vincitore, perchè ben 10 cittadini hanno colpito il Leone, facendolo fra l'altro cadere sulla Piazza Duomo, e quindi si dovrà ricorrere al ballotaggio, al quale però vogliono partecipare anche quelli che hanno colpito Dina e Clarenza e la Chiesa di Montalto e quindi stanno iniziando ad esserci i primi ricorsi. Comunque, in conclusione, il Duomo di Messina è tutto distrutto e sommerso dalla spazzatura e noi siamo ancora senza Sindaco. Buon anno a tutti. ECOLOGIA E AMBIENTE posterlettere&... ATTUALITA’ di Francesco Palazzo centonove HERITAGE di Sergio Bertolami Se il prete aspetta un figlio Pochi ascoltano il canto degli uccelli CHE NE PENSEREBBE quel bimbo nato nella stalla più famosa dell'universo, del suo quasi coetaneo che verrà chiamato al mondo in conseguenza dell'unione tra un ministro della chiesa e la sua compagna di vita? Forse capirebbe. Visto che lui viene dentro la storia in una situazione molto più unica che rara. Sa che la vita segue percorsi tortuosi e la salvezza può anche venire da un bue e da un asinello che fanno da scaldino. Il vertice della diocesi di Trapani, invece, non ha avuto dubbi. Ha definito dolorosa, anche se onesta (ma pare l'onestà di chi confessa pubblicamente un crimine), la scelta di un prete di seguire la sua donna che attende un figlio. Ma può essere mai doloroso l'amore per una compagna e per il frutto a venire di tale sentimento? Si è aggiunto che il presbiterio e la chiesa locale vivono con grande sofferenza e lacerazione quanto accaduto. Ma per quale motivo dovrebbe sentirsi ferita una comunità che registra una scelta d'amore di un suo membro? Non è forse lo stesso bambino, nato simbolicamente il 24 notte in tutte le chiese del mondo, a porre l'amore come primo comandamento? Il punto è che in ambito cattolico si vive sempre con grande imbarazzo quanto accade nelle camere da letto. Sia che vengano frequentate da laici sia, a maggior ragione, che siano visitate dai chierici. I pastori di anime intendono porsi da guida per le vite dei fedeli, ma non appena si trovano a vivere un normalissimo sentimento all'interno del loro mondo, vanno in tilt. Non sarebbe stato del tutto umano, da parte della chiesa, anziché definire in termini luttuosi l'evento, declinarlo con gioia, nella certezza, e nella speranza, che due persone hanno intrapreso una strada di condivisione scegliendo di costruire una famiglia? Anzi, il giubilo doveva essere ancora più grande proprio perché la famiglia, composta da un uomo, una donna e dalla prole, viene additata dal cattolicesimo come il parametro più perfetto di una società ordinata. Su questa storia, troppo si è detto dell'uomo, pochissimo della donna, quasi un dettaglio la sua esistenza, niente del nascituro. Tuttavia, proprio su una vita che esordisce la cristianità ha fondato il suo essere più profondo e la sua giustificazione storica più certa. Una contraddizione troppo stridente. Eppure, come dice il prologo del vangelo di Giovanni, il verbo si fece carne. Ma una cosa è la teoria, un'altra la pratica. Se il presbitero avesse rinunciato all'abito talare per fare l'ingegnere, il politico, il medico, il commercialista, o qualsiasi altra cosa che fosse stata mille miglia lontana dal corpo di una femmina e dal frutto che porta in grembo, non sarebbe diventato il caso che abbiamo letto sugli organi d'informazione. Quindi il nocciolo della vicenda non è che una persona ha scelto una vocazione anziché un'altra, ciò avrebbe meritato soltanto qualche riga in cronaca. Ma che c'entrino in maniera diretta i versanti sessuale e procreativo. E' questo che crea scandalo agli occhi degli uomini di chiesa. Uomini. Perché se il ponte di comando ecclesiastico fosse composto anche da donne, si sarebbe reagito in maniera diversa di fronte ad un affetto che si consolida. Ciononostante, la scala gerarchica della diocesi di Trapani, i preti che la compongono e i fedeli che si sentono turbati, proprio in relazione al Natale appena trascorso, che altrimenti è davvero vuoto formalismo, hanno la possibilità di modificare il loro stato d'animo in relazione a quanto accaduto al loro compagno di fede. Non è una tragedia né una vergogna, non un trauma, né un dramma. Pensateci. Nel trionfo dell'amore che avete festeggiato nella famiglia che a Betlemme ha accolto un pargolo, ci sta tutta la storia, che quindi è di gioia, non di mestizia, di questo vostro confratello. E sin troppo facile venerare la notte e il giorno di Natale colui che, già si sa, è diventato Dio. Più difficile sarebbe stato entrare in quella stalla, più di duemila anni fa, e riconoscere, oltre le apparenze, il miracolo del divino che è nella vita. Avere fede, al netto di tutti i dogmatismi, forse significa solo questo. MESSINA. Lʼultimo numero di Kalós tuona contro i tanti paradossi della gestione dei Beni culturali siciliani: incassi modesti, incapacità di programmazione e via dicendo sugli insoluti problemi dellʼassessorato regionale. La rivista palermitana sciorina dati su visitatori ed entrate, così come emergono dalla recente tabella (2011) sulla fruizione turistica nellʼisola. Aree e collezioni prestigiose non riescono a rendere in un anno neppure quanto ricava mensilmente un negozietto di paese. Si stringe il cuore. Eppure cʼè un tesoro inestimabile, trasformato nellʼultimo quarantennio da bene elitario a risorsa culturale disponibile per tutti. Una ricchezza che si unisce allʼunicità del paesaggio naturale e alla piacevolezza del buon vivere, tanto che gli stranieri parlano di “italian way of life”. Riuscire ad associare queste attrattive è ancora un obiettivo economico non del tutto a fuoco per innescare “valore aggiunto”. Cʼè chi sostiene che il lancio passi dai Musei. Ne prendo uno come esempio: il Museo regionale di storia naturale a Palazzo D'Aumale sul lungomare di Terrasini. Quanti lo conoscono? Questa struttura multidisciplinare è articolata in tre sezioni: Archeologica, Etnoantropologica, Naturalistica. Nei trascorsi giorni festivi, una mostra ha richiamato in qualche modo al pubblico le finalità istituzionali: “I suoni della natura dal canto degli uccelli alle melodie”, con «lʼobiettivo di farli conoscere, attraverso lʼostensione di alcuni esemplari delle raccolte ornitologiche museali e lʼascolto del canto di alcune specie di uccelli». Visitando gli spazi espositivi, chiunque può continuare ad ascoltare in ogni momento dellʼanno il gorgheggiare dellʼusignolo o della capinera. Eppure nel 2011 il Museo ha avuto solo 8.000 visitatori e incassato appena 5.000 euro, il 28% in meno rispetto allʼanno precedente. Iniziative e pubblicazioni non mancano, ma coinvolgono soprattutto hinterland e scuole (non paganti). Di turisti fuori stagione neanche lʼombra e in estate sun & beach fanno da padroni. [email protected] di Anna Giordano Grazie Silvio Beltrandi CʼE UN MONDO PULITO, nascosto, lontano dai clamori, silenzioso e laborioso, fatto di donne e di uomini che dedicano il proprio tempo, la propria energia, entusiasmo per qualcosa che renderebbe questo mondo decisamente migliore se tutti li aiutassero. Sono tanti, ma sono celati dal chiacchiericcio dei più che grida invece per difendere i propri torti o per avere vantaggi ad personam, dimenticandosi che siamo nonostante tutto, parte di comunità più ampie. Ho conosciuto persone che dedicano la loro vita a ciò in cui credono, che sia una lotta per i diritti dei più deboli, che sia per chi subisce soprusi ovunque, anche se forti ma non in questo sistema umano deviato. Per chi ha fame e non ha cibo, per chi non vota e non parla e viene massacrato nella sua vita che non contemplava la cattiveria umana, aberrazione dellʼevoluzione. Ho avuto lʼonore di conoscere un partigiano, Silvio Beltrandi, insieme a tanti componenti dellʼAssociazione Nazionale Partigiani dʼItalia di Ventimiglia, che da tre anni premia persone che lottano, la chiamano resistenza. Silvio Beltrandi è diventato partigiano a 14 anni. Mi ha regalato un libro di Giorgio Bocca sui partigiani dʼItalia, in un contesto in cui, confesso, mi commuovo ascoltando e percependo un calore umano che avevo dimenticato esistere se non da pochi. Mi rendo conto, dopo 32 anni a lottare per lʼambiente, per come posso e fin dove posso, che in fondo è una nuova resistenza, diversa in mille modi da quella di Silvio e tanti altri cui dobbiamo la democrazia e la libertà, ma è resistenza. Ai soprusi, al dilagare dellʼillegalità in ogni sua forma, al tentativo palese od occulto di fermare lʼonda della passione che diventa gigantesca quando si pagina 46 accompagna allʼindignazione. Allo sbeffeggio e indifferenza, quella che a volte è più deleteria di chi compie un danno alla collettività, che sia la distruzione del futuro, o il furto del presente, irrispettosi di un passato che ha visto persone lottare perché fossimo degni cittadini di un paese libero e civile. A chi mi ha detto che non avrebbe votato ho risposto che tutti dobbiamo farlo, anche solo per rispetto di chi ha perso la vita perché potessimo farlo, sempre. Un grazie di cuore a tutti coloro, donne e uomini di ogni età, che ogni giorno fanno resistenza contro il dilagare dellʼorda egoista che strappa i diritti di tutti trasformandoli in doveri – del resto del mondo -. verso di loro, sotto rinuncia ad un vivere civile e ricco di un futuro degno e non già ipotecato oggi. Diceva Seneca che possiede ancora speranza chi riesce ad indignarsi. Vedo poca indignazione e troppa assuefazione e questo isola chi ancora possiede speranza. Indigniamoci, perché chi verrà dopo di noi, abbia un futuro. poster...commenti centonove 11 GENNAIO 2013 ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda ELIODORO Montalcini, ci mancherà Disoccupazione, presidi fissi e itineranti B COME BUFALA Finale con bufala per la movimentata apparizione di Silvio Berlusconi allʼ”Arena” di Domenica in, presentata da Massimo Giletti. A tempo scaduto, Berlusconi ha voluto giocare lʼultima carta, affermando che il governo Monti ha tolto “2.500 euro a famiglia”. Quindi, ha spiegato, “alla famiglia di un operaio che guadagna 1.250 euro al mese ha tolto due mensilità per spese in più”. Tutto vero? Solo allʼapparenza. Per prima cosa, i 2.500 euro rappresentano lʼimpatto medio della manovra, che dunque è minore per i redditi più bassi, come quelli di un operaio. Ma questo è il meno: la cifra è spalmata non su uno ma su tre anni, nel periodo 2012-2014, dettaglio decisivo che Berlusconi ha omesso. Ma se agli effetti economici della manovra Monti (62 miliardi) aggiungiamo anche quelli esplicati dalle due manovre dʼestate redatte nel 2011 dal Governo Berlusconi, lʼ effetto complessivo, nel periodo 20112014, sale a addirittura a 208 miliardi di euro. Se la matematica non è unʼopinione, alle famiglie italiane Berlusconi è costato più di Monti. C come Casaleggio Casaleggio dichiara in una intervista: “Grillo è come Gesù, il suo messaggio diventerà virale.” O questo è diventato pazzo o sa qualcosa che noi non sappiamo e si prepara come primo pontefice di una nuova religione. Vogliamo comunque ricordargli che Gesù Cristo per fondare una nuova religione si fece crocifiggere. Non chiediamo tanto a Grillo, ma potremmo almeno sputargli in un occhio tutti noi che di certo non lo amiamo? C come commissione d'inchiesta Il Cavaliere arriva ad annunciare una commissione d'inchiesta nei confronti del governo tecnico, nel caso di vittoria elettorale, sulle vicende che hanno portato alle sue dimissioni. Vi rendete conto, proprio lui che nel 2010 a dicembre ha comprato i deputati per avere la fiducia dopo l'uscita di fini dal PdL! E come evasione L'antennista che per 10 minuti di lavoro ti rapina 120 euro antenna da 30 euro compresa, l'idraulico da 170 euro per 2 ore di lavoro senza pezzi di ricambio, quello della caldaia che ti cambia in 5 Rita Levi Montalcini minuti la scheda e oltre quella ti fa pagare 50 euro per aver mosso il culo per venire con ritardo di due giorni fino a casa tua e abita pure a 5 minuti di strada. Il tutto sempre senza ricevuta fiscale. Sono loro la gran parte dell'evasione che ha messo l'Italia nella cacca. Per loro niente crisi e benvenuto l'euro, quello che prima costava mille lire, con l'euro per questi signori ha subito preso il prezzo di un euro cioè duemila lire. E sicuramente gli evasori (e sono milioni) sono lo zoccolo duro del Berlusca. Se per l'evasione fiscale ci fosse la galera, magari in flagranza di reato, io ti pago tu non mi dai la ricevuta, io chiamo la finanza, sicuramente o noi, che le tasse le paghiamo, pagheremmo di meno. Lo vogliamo capire che la miseria che avanza è come una guerra? E allora ci vogliono leggi da guerra. G come grazia Napolitano su richiesta del ministro della Giustizia, signora Severino, ha accolto la richiesta di grazia per Sallusti presentata dall'onorevole La Russa commutando la pena, gli arresti domiciliari, in una multa. Il tutto in un tempo record. Brutto episodio, la giustizia non è uguale per tutti. G come Grillo Grillo ha finalmente trovato i campioni della falsa informazione:"Chiudiamo il TG 3". Berlusconi sarebbe senz'altro d'accordo. L come Lapo Per Lapo Elkann, maxi furto in Uruguay. Rubati alla fidanzata gioielli per 3,5 milioniL'imprenditore era ospite di una villa di proprietà di Paola Marzotto con la 32enne kazaka Goga Ashkenazi. Al suo arrivo la donna avrebbe messo i preziosi in una cassaforte, che è stata aperta. Subito una colletta per questi idioti che viaggiano portandosi dietro 3,5 milioni di gioielli. R come Rita Levi-Montalcini Una grande donna che ci mancherà. Non mancherà alla destra berlusconiana che l'ha ripetutamente insultata perché faceva il suo dovere votando al Senato e nemmeno a Grillo che sul suo blog l'ha chiamata “vecchia puttana”. Ma a noi italiani puliti, che siamo la maggioranza, ci mancherà molto. Le sia lieve il suo meritato riposo. ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Botti, si può morire anche di paura MESSINA. Si è già scritto in merito ai potenziali effetti dei botti di Capodanno. Adesso è il caso di sottolineare anche le reali ed effettive conseguenze scatenate dalle detonazioni che hanno reso lʼultima notte dellʼanno più allegra per gli uomini. Solo per loro, che, per di più, come ogni anno non ne sono usciti neanche tutti illesi. Chi è causa del suo mal… Ma ad aver pagato un prezzo altissimo senza avere alcuna responsabilità è stato ancora una volta il mondo animale. A Pisa sono stati ritrovati i resti di un gatto e di un topo, mutilati quasi sicuramente da unʼesplosione. E la stessa sorte è toccata a tanti altri esemplari, rimasti vittime di roghi, investiti dai petardi, fatti esplodere con botti legati alla coda o infilati nellʼano. Molti sono divenuti il bersaglio di fuochi artificiali o colpi di arma da fuoco. A questi vanno aggiunti quelli stroncati dalla paura e morti di crepacuore o rimasti coinvolti in incidenti letali dopo essere corsi via in preda al panico. Numerosissime sono state infatti le segnalazioni di fughe di cani e gatti, scappati per lo spavento. A Macerata un cane è stato recuperato dopo giorni di agonia nelle profondità di un condotto idrico, dove si era rifugiato per il terrore degli scoppi. Un cavallo è stato riportato sulla terraferma dalle acque dellʼAniene: vi era precipitato dopo la fuga dal maneggio a causa del frastuono. Fatti molto gravi e poco onore alla razza umana. Tirando le somme, pare che il bilancio sia stato meno pesante rispetto agli anni passati. Tuttavia, anche in questo inizio 2013 è stato versato un non trascurabile tributo di sangue: ci sono state delle morti e, nonostante qualche segnale positivo, nessuno può negare che siano state morti di troppo. pagina 47 CATANIA. Siamo all'assalto ai forni, o quasi. Nei giorni scorsi i dipendenti dell'Aligrup hanno fatto la spesa in un centro commerciale senza pagare. Da diversi mesi attendono uno stipendio che forse non arriverà mai. "L'importo degli scontrini potete trattenerlo dalla busta-paga", hanno detto. Ma questo non è altro che l'ultimo nei loro blitz, a Catania e dintorni. Un gruppo di loro, invece, attua un presidio fisso davanti al Tribunale, almeno fino a giorno 13 quando ci sarà un'importante udienza dal giudice fallimentare. I dipendenti delle cooperative socio-assistenziale, invece, ormai hanno trasferito la loro residenza in paizza Università, a pochi metri dal Municipio. Non ricevono gli stipendi da almeno sei-sette mesi perchè il Comune è in ritardo con i pagamenti. Ormai le tende sono le loro prime case e i tavolini del bar il salotto all'aperto. 150 PAROLE DA PALERMO 2013 (e seguenti): istruzioni per l’uso ARCHIVIATA LA BURIANA mediatica della fine del mondo targata Maya, ci toccherà fare i conti col nuovo anno. Che tutti noi, come il venditore di almanacchi di leopardiana memoria, speriamo sia buono, anzi migliore del precedente. Ma, anche senza il genio di Leopardi, al di là delle incognite variamente distribuite nelle nostre vite individuali, la speranza che il futuro sia migliore del passato può risultare purtroppo una pericolosa illusione. Come efficace antidoto a una nuova ondata millenarista nonché a uno sguardo ingenuamente ottimista sul futuro prossimo, consiglio a tutti la lettura del saggio Arriva la fine del mondo (e ancora non sai cosa mettere) del conterraneo Roberto Alajmo. In esso lʼautore, con il consueto stile sardonico e grottesco, ci offre un ampio repertorio delle possibili geo-catastrofi in arrivo. Invitandoci comunque a sbracciarci per porre riparo, in tempo utile, a imminenti disastri di cui noi umani, ahimè, saremmo gli unici responsabili. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone A proposito di “avvertimenti” MESSINA. Nella seconda metà del 500, lo scrittore Scipio Di Castro scrisse un libro dal titolo “Avvertimenti a Marco Antonio Colonna quando andò vicerè in Sicilia” che conteneva pernetranti riflessioni sul carattere dei siciliani. Di Castro era siciliano, forse messinese, e con questo testo forniva alcuni orientamenti, quasi una guida, agli amministratori che si sarebbero avvicendati in Sicilia. Tra le tante cose che si possono leggere a proposito dei siciliani: “la loro natura è fatta di due estremi: sono sommamente timidi e sommanente temerari. Timidi quando trattano i loro affari, poiché sono molto attaccati ai propri interessi e per portarli a buon fine si trasformano come tanti Protei, si sottomettono a chiunque puo agevolarli e diventano a tal punto servili che sembrano appunto nati per servire. Ma sono d'incredibile temerità quando maneggiano la cosa pubblica, e allora agiscono in tutt'altro modo...E prima aveva avvertito: la Sicilia è stata fatale a tutti i suoi governanti; e la maggior parte di essi ha lasciato sepolta in quel Regno la reputazione in modo tale che nemmeno nella posterità ha potuto mai più risorgere” (il brano è tratto da “La corda pazza” di Sciascia) Quanto c'è di attuale in queste riflessioni? Molto, moltissimo, ma il presidente Crocetta non ha bisogno di particolari “Avvertimenti ”, non solo perchè è siciliano e conosce il carattere dei suoi conterranei, ma soprattutto perchè è stato amministratore e ha maturato esperienze dirette di grande importanza. [email protected] La nuova Opel è Adam Funky, elegante e sportiva. La nuova Opel Adam punta ad entrare nel cuore delle giovani generazioni e la Mads Auto di Milazzo la promuove con un evento vetrina, presso la sede di Contrada Masseria a San Filippo del Mela, in programma sabato 26 gennaio alle 18,00. Gianni Sajia condurrà lʼelezione di Miss Opel Adam, con i riflettori proprio sul nuovo gioiellino dellʼampia gamma offerta dalla celebre casa automobilistica. Di cui Mads Auto è sinonimo da oltre un trentennio. “Cerchiamo di offrire sempre il meglio alla nostra clientela sin dal 1967afferma il titolare Salvatore De Pasquale – grazie anche alla completezza dei servizi che forniamo, che vanno dallʼofficina alla lattoneria, al pronto servizio pneumatici, fino al servizio di elettrauto ed elettronica”. De Pasquale, conosciuto anche per la sua passione per lo sport ed in particolare per i motori (infatti ha gareggiato a buoni livelli con i go kart e vari prototipi fino allʼ84 fino ad essere riconosciuto tra i big al Sud Italia) con la sua ferrea volontà è stato il fondatore dell'azienda MADS, che riserva inoltre unʼampia scelta per tutti coloro che sono interessati ad un autoveicolo usato o aziendale. Ma lʼattenzione di fine gennaio è tutta riservata alla nuova Adam, auto definita dagli slogan aziendali “dal carattere deciso, con dei colori esclusivi. Con Adam, sei tu a decidere lo stile della tua auto. Così, la tua Adam diventerà una leggenda Il titolare Salvatore De Pasquale, al centro, con il gruppo dell’amministrazione in tutta la città. Grazie a tre differenti interpretazioni del suo design, questa mini urban car può essere la sportiva slam, la funky jam o la raffinata glam. Slam, jam o glam, quando sarai a bordo di una di queste tre Adam, nessuno riuscirà a toglierti gli occhi di dosso. La combinazione dei colori di carrozzeria, cerchi e finiture le danno un carattere audace e gli interni non sono da meno: più colori, più stile, più personalità. Con Adam, hai una lista di combinazioni praticamente illimitata. La scelta è tua, crea la tua Adam esattamente come la desideri. Scopri lʼeccezionale tecnologia intellilink, un sistema completo, ma anche facilissimo da gestire, compatibile sia con android sia Il gruppo officina della Mads Auto con appel ios, per adattarsi al tuo stile in un attimo. Avrai la tua musica, le tue foto, i tuoi video e le mappe che ti guideranno sul touch screen lcd a colori da 7 pollici. Con Adam, anche il parcheggio diventa facile. Questa incredibile urban car è capace non solo di rilevare uno spazio adeguato a lei, ma anche di sterzare automaticamente per entrarci. Tutto per renderti la vita più facile. Premi il pulsante city e sterzare diventa ancora più comodo, per i parcheggi e le manovre in città. Adam non è diversa solo nellʼaspetto. In questa piccola urban car si concentrano le più avanzate tecnologie per unʼeccezionale esperienza di guida. Assistenza al parcheggio, servoassistenza variabile e controllo del clima sono solo le prime, irrinunciabili funzioni che troverai a bordo. Tre efficienti motori a benzina con cambio manuale a cinque marce, tutti disponibili con tecnologia ecoflex e start/stop, per contenere consumi ed emissioni. Il telaio irrigidito e i supporti del motore contribuiscono a isolare lʼauto da qualsiasi sollecitazione, rendendo la guida estremamente confortevole e attenta ai consumi. Con Adam puoi davvero tutto”. informazione pubblicitaria SPECIALE AUTO. Presentazione-evento alla Mads di San Filippo del Mela