Campanile basso – Rovereto

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Campanile basso – Rovereto
Campanile Basso,
Parete Ovest
Via Rovereto
Relazione da una ripetizione
dell’Agosto 2011.
Primi salitori:
Armando Aste e Angelo Miorandi.
Difficoltà: VI+/A0 (1 p. A1), TD.
Lunghezza:
350 metri circa fino allo spallone.
Tempi:
per l’attacco 1h dal rif. brentei,
5-7h per la via,
2h per la discesa fino al Brentei.
Materiale: la via nel complesso è ben attrezzata e si trovano parecchi chiodi. Le soste sono sempre
ben attrezzate, sicure e integrabili con protezioni veloci. È consigliato un leggero assortimento di
nuts e friends fino al 2 per i tiri più facili. Non indispensabili martello e chiodi, anche se potrebbero
tornare utili per ribattere qualche chiodo.
Esposizione: NO, in ombra fino a metà pomeriggio.
Commento: la via risale la opprimente parete ovest dello spallone del campanile basso nel centro
sfruttando un sistema di diedri-fessure per vincere la parte centrale, gialla e strapiombante. La
roccia è sempre buona a parte gli ultimi tiri in comune con la graffer, l’arrampicata è molto
gradevole e quasi interamente in libera (a parte il breve ottavo tiro e i primi metri del decimo tiro).
Più sostenuta e impegnativa di quanto sembrerebbe leggendo molte relazioni, è una buona via
introduttiva per con la quale confrontarsi prima delle Aste più famose!
Avvicinamento: dal Brentei prendere il sentiero che si inoltra nella val Brenta verso il rifugio
Pedrotti. Continuare il leggera ascesa fino sotto all’evidente parete del campanile basso (vedi foto) e
da qui risalire per ghiaioni faticosi fino alla base della parete. Attacco presso una evidente rampa
ascendente da sx verso dx.
Descrizione:
1° tiro: percorrere lungamente la rampa fino a un ballatoio con due grossi spuntoni staccati alla
base di una placchetta fessurata verticale e a sx di una enorme nicchia formata da una arcata di tetti.
[50 m, III-IV, sosta su spuntone].
2° tiro: dritto per la placchetta fessurata fino a un sistema di cengette. si continua facilmente
fino alla base di un evidente diedro [40 m, IV+, sosta su 2 ch.].
3° tiro: seguire il diedro fino al suo termine. sosta su comodo terrazzino alla base di una serie di
placche verticali [40 m, IV+, sosta su clessidra + chiodo].
4° tiro: traversare in leggera ascesa (chiodo) fino a una piccola fessura sulla verticale di due
chiodi ben visibili dalla sosta. Raggiungere i chiodi e continuare dritti fino a un altro chiodo con
cordone. Da qui è possibile continuare dritti fino alla sosta su un lungo terrazzo; altrimenti (in caso
di bagnato) è altresì possibile traversare qualche metro a dx raggiungendo una zona più facile che si
risale fino alla sosta [30 m, VI, sosta su grossa clessidra sulla dx del terrazzo – è presente anche una
sosta su 2 chiodi sulla sx del terrazzo]
5° tiro: proseguire senza via obbligata per facili placchette e cengette fino a una larga cengia
dove la parete si fa visibilmente verticale e dura. Traversare 7-8 metri a sx fino alla base di una
fessura. [40 m, IV, sosta su 3 chiodi].
6° tiro: superare la fessura e proseguire in leggera ascesa verso sx su placchetta di roccia
stupenda puntando un evidente diedro giallo. sosta su terrazzino formato da un’enorme scaglia
appoggiata alla parete [40 m, V, sosta su 3 chiodi – tiro difficilmente proteggibile nella parte alta].
7° tiro: entrare nel diedro seguendo i numerosi chiodi fin sotto un tetto-strapiombo dal quale si
traversa pochi metri a dx fino ad una vaga nicchia in un diedro. [20 m, VI+, sosta su 4 chiodi].
8° tiro: dalla sosta raggiungere facilmente il nut incastrato sotto il tetto e da qui con passo aereo
(A1) raggiungere il primo chiodo del diedrino soprastante sulla sx. Continuare seguendo i chiodi
(alcuni precari) fino a una buona cengia con sosta sulla sx. [15 m, V+/A0 e 1p. A1, sosta su 1
clessidra + 2 chiodi]
9° tiro: traversare a dx fino alla base dell’evidente diedro bianco (sosta eventuale) e risalirlo
(chiodi) fino quasi al suo termine. Non raggiungere gli ultimi 2 ch. con cordone nel diedro, ma in
prossimità di alcuni chiodi visibili sulla dx uscire direttamente in placca (a dx) fino a un pulpito con
ch. di sosta (sconsigliata) e superare il sovrastante tettino con passo duro e obbligato. sosta subito
sopra su scomodo gradino. [30 m, VI+, sosta su 2 clessidre + chiodo].
10° tiro: traversare a dx in orizzontale (chiodi) fino a una zona più facile che si risale in leggero
obliquo a dx (sosta eventuale su 2 ch.). Continuare ora tornando leggermente verso sx per
placchette fino alla sosta su comodo ballatoio. [55 m, V+/A0, sosta su 3 chiodi].
11° tiro: continuare dritto superando una fessura con due chiodi. proseguire per il sovrastante
muro fessurato stando leggermente sulla dx e immettendosi in un sistema di diedri-fessure più facili
fino a un comodo terrazzo sotto i tetti finali al termine delle rocce grigie. [55 m, V, sosta su chiodo
+ clessidra].
12° tiro: salire senza percorso obbligato fin sotto i gialli tetti finali. traversare lungamente verso
sx fino a una fessura che permette di tornare verso dx a un buon terrazzo alla base di un muro
fessurato giallastro. [55 m, IV, sosta su 2 chiodi]
13° tiro: seguire i chiodi sul muro giallastro per una decina di metri e traversare
successivamente sulla sx fino allo spigolo che si segue fino a un ballatoio [35 m, V, sosta su 2 ch. +
clessidra].
14° tiro: seguire brevemente lo spigolo per poi buttarsi sulle facili placche di sx che si risalgono
fino alla sommità dello spallone [40 m, IV, sosta su spuntone o sassi incastrati].
Discesa: Dalla sommità dello spallone traversare fino a guadagnare lo stradone provinciale (esposto
– considerare l’eventualità di rimanere legati!) che si segue fino all’evidentissima calata su
ormeggio per navi con doppio anellone. Con 2 doppie verticali (40 + 40 metri) si giunge a una
seconda cengia. Una ventina di metri sulla dx (faccia a valle) e si raggiunge il terzo ancoraggio
direttamente sullo spigolo. con tre doppie verticali si raggiunge la sella tra campanile basso e brenta
alta dove passa la ferrata delle bocchette. Da qui è possibile scendere direttamente il canale (in caso
di assenza di neve!) o seguire la ferrata delle bocchette fino al ricongiungersi al sentiero di
collegamento Pedrotti-Brentei che in breve riporta alla base della parete e al Brentei.
Uno sguardo verso il basso dal tetto dell’ottavo tiro.
Nel diedro bianco dell’ottavo tiro.
Sul difficile traverso del nono tiro.