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IAB ITALIA Rassegna Stampa del 02/12/2014 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IAB ITALIA 02/12/2014 DailyNet 17 Eventi Iab Forum da record: oltre 12 mila le presenze al MiCo di Milano 10 02/12/2014 Pubblicita Today iab forum Si Conferma luogo di iSpirazione digiTale 11 02/12/2014 Pubblicita Today iab forum Con 12.000 preSenze Si Conferma luogo di iSpirazione per il mondo digiTale 12 02/12/2014 Pubblicom Now IAB Forum 2014, numeri da record 13 01/12/2014 Cor.com «Il cittadino ora è al centro delle politiche digitali» 14 01/12/2014 360com Turbo scatta oltre i due milioni di fatturato già al primo anno 16 01/12/2014 ADV Express Numeri da record per IAB Forum 2014: 110 aziende espositrici e 12.000 presenze 18 01/12/2014 Engage.it Nicola Drago, Zodiak Advertising: «Editori che credete nel Programmatic, alleatevi» 19 01/12/2014 Engage.it Outbrain vicina alla quotazione al Nasdaq? 20 01/12/2014 Engage.it FCP-Assointernet, la pubblicità online migliora a ottobre: +1% 21 01/12/2014 Engage.it IAB Forum: oltre 12 mila presenze per un'edizione "da record" 22 01/12/2014 MyMarketing.Net IAB Forum 2014, il bilancio 23 01/12/2014 Pubblicitaitalia.it 11:18 Stefano Spadini: "Prodotto, persone e cultura i tre asset su cui lavorare" 24 ADVERTISING ONLINE 02/12/2014 Corriere della Sera - Brescia App, sconti e spot online In Adamello lo sci è 2.0 26 02/12/2014 La Stampa - Nazionale "Tasse, stop alla concorrenza sleale" 28 02/12/2014 Avvenire - Nazionale So stare in rete, virtualmente 29 02/12/2014 ItaliaOggi CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA 30 02/12/2014 Brand News Today Branded digital product collocano la marca nella quotidianità. Le idee di Sol ed Electrolux 32 02/12/2014 Brand News Today NEWBUSINESS 33 02/12/2014 DailyNet 19 Rilevazioni A ottobre la pubblicità online a +1%. Lo afferma Fcp-Assointernet 35 02/12/2014 DailyNet adv Coleos sul web con zaino nuovo, Marsaglia e piquadro 36 02/12/2014 DailyNet Appuntamenti A lezione di programmatic da SuperSummit e turbo 37 02/12/2014 Pubblicita Today SuperSummiT il primo programmaTiC day powered by Turbo 38 02/12/2014 Pubblicita Today fCp-aSSoinTerneT: a oTTobre adv online a +1% 39 01/12/2014 Cor.com Mattevi (Telecom Italia): «Reti da potenziare ma non c'è rischio tilt» 40 01/12/2014 Cor.com «Il piano Crescita digitale cambierà il Paese» 41 01/12/2014 Cor.com Banda ultra larga, rilancio Italia 43 01/12/2014 Cor.com Utenti più online delle aziende 45 01/12/2014 Cor.com Diritto d'autore e diritto di link «Embeddare» non è reato 47 01/12/2014 Cor.com Internet governance ma in salsa cinese 48 02/12/2014 Prima Comunicazione La forza dei brand italiani 49 02/12/2014 Prima Comunicazione YAHOO! FA PIÙ SOLDI CON IL SEARCH ADVERTISING CHE CON I BANNER 51 02/12/2014 Technopolis A che ora è... l'inizio dell' AGENDA ? 52 01/12/2014 360com La rivoluzione per gli e-tailer del Made in Italy è cominciata 54 01/12/2014 360com Technology Fast 500 Emea di Deloitte: l'exploit di Widespace 57 02/12/2014 Promotion Magazine I giovani parlano dei brand preferiti sui social network** 58 02/12/2014 Promotion Magazine Dalla tecnologia più comarketing tra industria e trade 59 01/12/2014 ADV Express Osservatorio FCP-Assointernet: a ottobre investimenti a +1% 62 01/12/2014 ADV Express Due nuovi ingressi nel reparto creativo di A-Tono 63 01/12/2014 ADV Express eBay affida a Naked la comunicazione sui social in Europa 64 01/12/2014 ADV Express Ad Ambito5 la comunicazione online di KFC Italia 65 01/12/2014 ADV Express Un viaggio indimenticabile nella nuova campagna Pandora pianificata da Initiative 66 01/12/2014 Engage.it La querelle Google/Europa continua: ora l'Ue fa marcia indietro sulla "divisione" di Big G 67 SCENARIO POLITICO/ECONOMICO 02/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale «Comunione ai divorziati, il Papa dirà no» 69 02/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale Quelle diecimila imprese in rete 72 02/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale L'Italia frena, ma lo spread è ai minimi 74 02/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale UNA MOSSA CHE CERCA DI PUNTELLARE IL GOVERNO 76 02/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale La cautela di Berlusconi per avere garanzie sul Colle 77 02/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale Se il mondo è diviso fra prede e predatori 78 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Consumi fermi, investimenti a picco 79 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Putin affonda il gasdotto South Stream 81 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Un aiuto al sistema industriale italiano 83 02/12/2014 Il Sole 24 Ore «Ora ritocchi ma nel rispetto dei saldi» 84 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Renzi: piano Juncker timido Padoan: rischio deflazione 85 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Jobs Act, per l'indennizzo l'ipotesi di tetto a 24 mensilità 86 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Le giornate di Milano nel ricordo di Ambrosoli 87 02/12/2014 Il Sole 24 Ore In Cassazione notifica vincolata 89 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale "Libererò il mio Veneto dal dominio leghista e in Europa non torno" 90 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale "In Puglia liste pulite indagati e condannati resteranno a casa" 91 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale "Omofobo io? Ma i gay ce li abbiamo tutti" 92 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale "Riforme, non faremo sconti per il Colle vedremo i nomi" 93 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale Landini: "Giusto questo intervento ma non si trasformi in un'altra Alitalia" 94 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale "Ora in Europa il populismo sta conquistando anche i governi" 95 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale "Servono interventi urgenti e daremo bonus ai più poveri" 97 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale Un milione di liquidazione all'ex ad di Iren E la multiutility prende i fischi 98 02/12/2014 La Repubblica - Nazionale Bombassei: "Brembo apre in Messico Costi troppo alti per investire in Italia" 99 02/12/2014 La Stampa - Nazionale L'accordo su un nome di alto profilo potrebbe tagliare fuori Forza Italia 101 02/12/2014 La Stampa - Nazionale Juncker all'angolo tenta il rilancio Ma sul Fisco l'Ue va in ordine sparso 102 02/12/2014 La Stampa - Nazionale "Quei vantaggi sono consentiti dai Trattati" 104 02/12/2014 La Stampa - Nazionale Il terribile sospetto: "Il piccolo aveva già seguito l'orco" 105 02/12/2014 La Stampa - Nazionale "Quei sieri sono sicuri Certi allarmismi rischiano di causare molte più morti" 107 02/12/2014 La Stampa - Nazionale "Sbagliatissima la solidarietà del sottosegretario Faraone Chi occupa commette un reato" 108 02/12/2014 La Stampa - Nazionale La polizia postale "Gente scellerata Però non c'è reato" 109 02/12/2014 La Stampa - Nazionale Ventura, squalifica in vista Punito il gesto del "tagliagola" 110 02/12/2014 Il Messaggero - Nazionale «Si è sospeso dal Pd per le mie richieste» 111 02/12/2014 Il Messaggero - Nazionale Madia: «Contro il caos delle leggi in arrivo cinque nuovi codici» 112 02/12/2014 Il Messaggero - Nazionale Gentiloni: «Dalla Russia alla Libia privilegiare l'interesse nazionale» 114 02/12/2014 Il Messaggero - Nazionale Matteo incassa la sponda del Colle e avverte Berlusconi: dentro o fuori 116 02/12/2014 Il Messaggero - Nazionale M5S, Giarrusso: pronti a discutere un nome condiviso 118 02/12/2014 Il Messaggero - Nazionale «Gli anziani sono morti per il cuore ma l'anti-influenzale non c'entra» 119 02/12/2014 Il Messaggero - Nazionale L'ultima pista è Johnny Lo Zingaro 120 02/12/2014 Il Giornale - Nazionale Gentile e Togliatti, fratelli postumi 121 02/12/2014 Il Giornale - Nazionale Napolitano nervoso: «Lascio quando dico io» E il premier teme Draghi 122 02/12/2014 Il Giornale - Nazionale Il Pd apre il mercato dei parlamentari 5 Stelle 124 02/12/2014 ItaliaOggi Giuliano Cazzola: sentito che cosa dice Massimo D'Alema, debbo rivalutare Renzi 125 02/12/2014 ItaliaOggi La vera spending rewiev si fa abolendo le Regioni 127 02/12/2014 ItaliaOggi I Denegri nell'arte e nella ristorazione 128 02/12/2014 MF - Nazionale La crescita resta ancora un'illusione, il Tagliadebito può essere realtà 129 02/12/2014 MF - Nazionale Impossibile l'Unione europea dei bilanci pubblici se prima non si uniformano le regole 130 02/12/2014 Financial Times Financial elite uneasy over threat of EU exit 131 02/12/2014 Financial Times Ministerial trio urges crackdown on loopholes 132 02/12/2014 Financial Times Fosun boosts Club Med offer above Bonomi bid 133 02/12/2014 Financial Times Telecoms play vital role in European rally 134 02/12/2014 International New York Times Being bad europeans 136 02/12/2014 International New York Times Chinese firm raises Club Med offer 138 02/12/2014 La Tribune Quotidien LA FIAT 500 DEVIENT LA NOUVELLE VOITURE DE JAMES BOND 140 02/12/2014 Les Echos Club Med : Fosun relance encore la bataille boursière 141 02/12/2014 Wall Street Journal Club Med Gets Sweetened Bid, Hits Bonomi's Offer 142 02/12/2014 Wall Street Journal E.ON's Plan To Split Up Draws Cheers 143 01/12/2014 Le Monde Diplomatique «Il Manifesto», le prix de l'engagement 144 IAB ITALIA 13 articoli 02/12/2014 DailyNet Pag. 1 (diffusione:15000, tiratura:15000) Oltre 12.000 presenze, 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali: questo il bilancio della dodicesima edizione di Iab Forum "Inspiring Digital Ideas", la prima organizzata dal consiglio direttivo presieduto da Carlo Noseda. Nel corso della due giorni, i partecipanti hanno potuto approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti in internet adv che ha raggiunto quest'anno i 2 miliardi, condividere le necessità delle aziende per accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture capitalist per le start up italiane. Si sono alternati sul palco 26 ospiti prestigiosi, guru internazionali dell'innovazione, rappresentanti delle istituzioni italiane, per fare il punto sull'evoluzione dei linguaggi e della comunicazione nell'era contemporanea. «La fotografia che ci restituisce Iab Forum è che stiamo attraversando un "Rinascimento Digitale", che vede il consumatore al centro - ha dichiarato Noseda -. Compito della nostra associazione è quindi quello di fornire spunti di valore, occasioni di formazione, ma anche di ispirazione, utili per cogliere tutte le opportunità che questo momento storico ci offre». L'hashtag ufficiale della manifestazione #iabforum - ha guadagnato poi il primo posto tra i trending topics su Twitter. IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 17 Eventi Iab Forum da record: oltre 12 mila le presenze al MiCo di Milano 02/12/2014 Pubblicita Today Pag. 24 iab forum Si Conferma luogo di iSpirazione digiTale Oltre 12.000 presenze, 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali: questi i numeri della XII edizione della manifestazione IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TEMPO DI BIlANCI MOBIlE A +25% 02/12/2014 Pubblicita Today Pag. 26 iab forum Con 12.000 preSenze Si Conferma luogo di iSpirazione per il mondo digiTale Oltre 12.000 presenze, 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali: questi i numeri della XII edizione di iab forum . 'Inspiring Digital Ideas' è stato il filo conduttore dell'appuntamento che si è svolto a Milano il 25 e 26 novembre, dedicato a manager, imprenditori, startupper e giovani in cerca di ispirazione per il loro futuro. Nel corso della due giorni, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti in internet advertising che ha raggiunto quest'anno i 2 miliardi, condividere le necessità delle aziende per accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture capitalist per le start up italiane. Si sono alternati sul palco 26 ospiti prestigiosi, guru internazionali dell'innovazione, rappresentanti delle Istituzioni italiane per fare il punto sull'evoluzione dei linguaggi e della comunicazione nell'era contemporanea. "La fotografia che ci restituisce IAB Forum è che stiamo attraversando un 'Rinascimento Digitale', che vede il consumatore al centro - ha dichiarato Carlo noseda , Presidente di iab italia -. Compito della nostra Associazione è quindi quello di fornire spunti di valore, occasioni di formazione, ma anche di ispirazione, utili per cogliere tutte le opportunità che questo momento storico ci offre". IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TEMPO DI BIlANCI PER lA MANIfESTAzIONE 02/12/2014 Pubblicom Now Pag. 1 Oltre 12.000 presenze, 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali: questi i principali numeri della XII edizione di IAB Forum "Inspiring Digital Ideas", l'evento di riferimento della comunicazione digitale. "Inspiring Digital Ideas" è stato appunto il filo conduttore dell'ap puntamento che si è svolto a Milano il 25 e 26 novembre, dedicato a manager, imprenditori, startupper e giovani in cerca di ispirazione per il loro futuro. Nel corso della due giorni, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti in internet advertising che ha raggiunto quest'anno i 2 miliardi, condividere le necessità delle aziende per accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture capitalist per le start up italiane. Si sono alternati sul palco 26 ospiti prestigiosi, guru internazionali dell'innovazione, rappresentanti delle Istituzioni italiane per fare il punto sull'evoluzione dei linguaggi e della comunicazione nell'era contemporanea. «La fotografia che ci restituisce IAB Forum è che stiamo attraversando un "Rinascimento Digitale, che vede il consumatore al centro», ha dichiarato Carlo Noseda, presidente di IAB Italia. «Compito della nostra associazione è quindi quello di fornire spunti di valore, occasioni di formazione, ma anche di ispirazione, utili per cogliere tutte le opportunità che questo momento storico ci offre». IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IAB Forum 2014, numeri da record 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 «Il cittadino ora è al centro delle politiche digitali» Il consigliere di Matteo Renzi per l'innovazione: focus sulla gestione delle relazioni fra cittadini e Stato al centro dei processi avviati per rilanciare la macchina Italia Puntare sull'economia digitale per promuovere le nostre competenze in tutto il mondo Il consigliere economico del Presidente del consiglio Matteo Renzi: «Sistema di identità digitale, ci sono già le specifiche: sarà pronto a debuttare per la prima metà del 2015». A PAGInA 9 Il consigliere di Matteo Renzi per l'innovazione: focus sulla gestione delle relazioni fra cittadini e Stato al centro dei processi avviati per rilanciare la macchina Italia Puntare sull'economia digitale per promuovere le nostre competenze in tutto il mondo Vanno offerti agli italiani servizi di qualità che alleggeriscano la vita: per questo non servono policy ma il coraggio di iniziare Domenico Aliperto Nuovi criteri di selezione di fornitori della PA e con competenze soprattutto in chiave front end e focus sui bisogni dei cittadini per orientare gli investimenti dell'Agenda digitale. Sono questi i cardini della strategia che Paolo Barberis , consigliere per l'Innovazione del premier Matteo Renzi sta seguendo per indirizzare i lavori che puntano a colmare il digital divide italiano in una roadmap che culminerà nel 2020. Cor.Com ha incontrato l'ex enfant prodige di Dada, ora impegnato sul piano imprenditoriale nell'incubatore di startup Nana Bianca, allo Iab Forum di Milano, dove ha tenuto un intervento sullo sviluppo dell'economia digitale del Paese. Barberis, su quali ambiti punta per la sua attività di consigliere per l'innovazione del premier? I capitoli di cui mi occupo sono molti. Innanzitutto c'è Italia Login, per cui stiamo progettando un luogo di interazione unico e usabile per i servizi della PA. Poi c'è la parte di vision, rispetto alla quale cerchiamo di lavorare sulle misure necessarie a supporto di un Paese più coraggioso negli investimenti digitali, strumenti potenziali molto pesanti che non portano ritorni nel breve termine. A cosa si riferisce in particolar modo? Il tema fondamentale è che la rete consente a ciascun Paese di costruirsi un ambito sovranazionale, una proiezione di sé che va oltre i confini geografici. Basti pensare agli Usa: online non sono solo gli Stati Uniti, ma i servizi che gli Stati Uniti orono a tutto il mondo. Io credo che allo stesso modo l'Italia debba dare una rappresentazione di se stessa più estesa del proprio territorio. La conformazione del mondo digitale, come luogo dello sviluppo economico, permette questo passaggio di scala, e noi possiamo avere l'ambizione di promuovere i nostri valori. Prima ancora che le fosse affidato questo incarico, aveva dichiarato che bisogna portare l'economia digitale al 5% del Pil nazionale... L'Italia ha avuto un momento di arresto fra il 2002 e il 2009. Anche gli altri Paesi avevano rallentato gli investimenti in tecnologia dopo i fatti del 2001, ma poi, al contrario di noi, hanno ricominciato a iniettare capitali. Ora, anche se a partire dal 2009 sono state gettate le basi per iniziare un lavoro organico, siamo costretti a scontare quell'errore. Agenda digitale? Ci sono dei pezzi del progetto che possono essere avviati immediatamen te. Grazie alla penetrazione dei servizi di rete e alla diusione del mobile, il piano che prevede di portare l'Italia a colmare il digital divide è già in atto. Si tratta di orire al cittadino servizi di qualità che gli alleggeriscano la vita. Per questo non servono policy, ma il coraggio di iniziare. In chi o in che cosa trova ostacoli? In realtà siamo tutti sulla stessa pagina: la centralità va data all'utilizzo di un servizio non più in base alle caratteristiche dell'ucio competente, ma rispondendo ai bisogni delle persone in relazione a quello che stanno cercando: una norma, un adempimen to o altro. Io credo che ultimamente la tecnologia si sia troppo ripiegata su se stessa, sul proprio funzionamento, sul back end anziché sul front end, che altro non è che l'interfaccia. Siamo tutti d'accordo su questo tema, e siamo tutti consapevoli che il digitale di oggi è molto dierente da quello di cinque anni fa. Ma lo Stato non ha la stessa essibilità delle startup: lo sforzo sta nell'aiutarlo a cambiare. Nelle startup di solito c'è una sola persona al comando. Perché l'Italia, che ha avuto commissari plenipo tenziari praticamente per tutto, non ne ha uno per una questione così strategica? Più che del commissario c'è bisogno di una squadra che vada in una direzione precisa. Ed è lo scopo della nuova governance, che ha un approccio molto pragmatico. Ma al contrario di quanto si possa immaginare, il digitale è un processo lento: ogni giorno occorre eseguire un lavoro strutturale di sostituzione. Non si tratta di funzioni occasionali o di IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA Paolo Barberis 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato mera comunicazione. Delle tre linee guida, identità digitale, e-skills e smart city, qual è la priorità dal suo punto di vista? Sono progetti che corrono in parallelo. Posso dire che per innalzare il livello dei servizi, è necessario spendere nella gestione delle relazioni cittadino-stato, quello è un punto fondamentale. E dunque parliamo di e-skills. Quelle dei cittadini o quelle dei funzionari? Lo skill dev'essere quello delle persone che disegnano la piattaforma, la cui dicoltà d'accesso dev'essere la più bassa possibile. Non possiamo pensare che i cittadini debbano essere autodidatti sui servizi. Ovvio che riscontriamo anche un enorme divario tra quel che si studia a scuola e quel che si fa, e come lo si fa, nel tempo libero sui device. Ma va sicuramente fatta una ricognizione dei processi online esistenti: è sotto gli occhi di tutti che i fornitori di servizi fin qui scelti hanno svolto un lavoro che non convince. Fondi europei: saranno indirizzati alla vera innovazione? Per sua natura la Rete ha vari nodi, e si presta a essere non centralizzata a livello di infrastrutture. Iniziative e progetti proliferano, è vero, e per que sto serve un focus sulle reali necessità del Paese. Dare peso all'investimento significa mettere in fila le domande, calarsi nella soggettività del cittadino, dell'imprenditore, del professionista, e rispondere in modo specifico. E a che punto siete? I lavori stanno marciando, ci siamo dati tempi serrati. Il sistema di identità digitale, che dovrebbe essere un collan te dei servizi e il punto di convergenza verso il concetto di domicilio digitale, dovrebbe essere pronto per la prima metà del 2015. Le specifiche ci sono già. Per il resto del piano si è fissato un primo traguardo nel 2017. È una data realistica? Assolutamente. Nel 2016 avremo l'anagrafe unificata e poi lo sviluppo della rete parallela. Questo ci consen tirà di colmare il divario digitale entro il 2020. Paolo Barberis Consigliere per l'innovazione del premier Matteo Renzi Fondatore di Dada, ha poi dato il via a Nana Bianca acceleratore di impresa 01/12/2014 360com Pag. 18 Turbo scatta oltre i due milioni di fatturato già al primo anno l'azienda, guidata dal ceo marco Ferrari, ha lanciato una nuova soluzione per il data management platForm Via Tortona, cuore della movida milanese e punto di riferimento del design e dell'innovazione della città. È qui che Turbo ha deciso di aprire i suoi uci all'inizio di quest'anno. E i primi risultati di business sono più che incoraggianti. «Dovremmo chiudere l'anno attorno ai due milioni di fatturato, una performance ancor più significativa se si considera che le nostre attività sono partite a giugno», aerma il ceo e co-founder della società Marco Ferrari. Una chiusura d'anno col botto, anche in virtù della partnership appena annunciata con Neodata Group e della platinum sponsorship allo Iab Forum appena terminato. Soluzione Dmp ideale per i brand «L'intesa con Neodata rispecchia quelle che sono le richieste e i bisogni del mercato: il dato è un elemento fondamentale per l'ecacia delle campagne programmatiche - dichiara Ferrari -. In particolare, i "first party data" rappresentano un vero tesoro, specialmente per rendere la comunicazione più mirata. I dati, infatti, consentono di diondere il messaggio giusto al target prescelto, con un risparmio in termini di soldi e un guadagno in termini di ecienza ed ecacia. Tuttavia non è così facile come sembra, principalmente a causa di due ostacoli: primo, le aziende non sono pronte a gestire i propri dati, spesso segmentati in "silos" non comunicanti fra loro; secondo, i dati prodotti dalle aziende sono sensibili e la condivisione all'esterno degli stessi viene percepita come un rischio. Per ovviare a questi problemi ecco l'accordo con Neodata: la nostra oerta congiunta rivolta ai brand, permette di gestire tramite una Data Management Platform customizzata e proprietaria, informazioni aziendali provenienti da fonti diverse (siti, campagne, adv, social, crm) e attivare i first party data con il controllo e la sicurezza di un ambiente proprietario. Attraverso una serie di interfacce di visualizzazione che permettono di usare tutto questo patrimonio di conoscenza, il marketer - direttamente o tramite personale fornito da noi presso le aziende - può gestire i propri segmenti di audience, classificando i dati, e integrandoli con dati di terza parte, costruire i segmenti di target più adatti rispetto agli obiettivi di marketing e comunicazione». La soluzione permette di attivare in tempo reale i segmenti di audience sulle Dsp utilizzate, in forma totalmente anonima, «con benefici sull'efficacia dell'advertising e la tranquillità di un ambiente proprietario e sicuro". Tra i clienti che hanno già adottato questa soluzione, sintesi del know how di Turbo nel Programmatic e della solida esperienza di Neodata sul fronte dei big data «c'è una delle principali aziende del settore finance che annunceremo a gennaio», aggiunge Ferrari. Turbo a Iab Forum Turbo ha preso parte a Iab Forum 2014 in veste di protagonista. L'azienda è stata platinum sponsor della kermesse e ha tenuto anche due workshop. «Iab Forum è un appuntamento importante per fare il punto della situazione su una delle pochissime industry in movimento nel nostro Paese. Sono stato anche d'accordo con la scelta di proporre un focus sul mercato delle startup, un settore in crescita e legato a innovazione e giovani commenta Ferrari -. Abbiamo poi dato anche un contributo attivo con due workshop, che hanno entrambi riscontrato un'adesione molto ampia: il primo dedicato al Programmatic lato demand e il secondo insieme a Neodata Group, per spiegare il nostro accordo». I primi sei mesi di attività È una storia di crescita quella di Turbo, sbarcata ufficialmente sul mercato a giugno, nonostante lo start up fosse iniziato già qualche mese prima. «Si tratta del primo trading desk italiano indipendente, che propone un'oerta attorno a tre soluzioni: Managed Service, rivolta ad agenzie media e brand di medie e grandi dimensioni, che possono godere di un approccio consulenziale a 360 gradi nella gestione delle campagne; Self Service, destinata ad agenzie indipendenti, startup e pmi, una piattaforma ancora in fase di test con un limitato numero di partner che sarà aperta ufficialmente a tutti nel primo quarter del 2015; la terza oerta è per l'appunto la DMP Solutions in partnership con Neodata», aerma Ferrari. «Sono molto soddisfatto per i risultati iniziali: chiuderemo intorno ai due milioni e l'anno prossimo la nostra volontà è di raddoppiare i volumi. Quello che sta facendo la dierenza nella performance aziendale è senza dubbio il livello di qualità e di committent del team, che vede i manager coinvolti in prima linea come soci e imprenditori. Insomma, l'azienda può vantare un marcato Dna IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il messaggio giusto per il target giusto: l'opz ione rivolta soprattutto ai Brand, in pa rtnership con neodata group 01/12/2014 360com Pag. 18 IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato imprenditoriale, e questo è il segreto del successo», aggiunge Ferrari. Turbo, quest'anno, ha gestito campagne per Unicredit, Samsung, Heineken, Perfetti e G-Tech. «E per il 2015 la parola d'ordine sarà una sola: crescita». 01/12/2014 ADV Express Sito Web Nel corso della due giorni dedicata al tema "Inspiring Digital Ideas", i partecipanti hanno avuto l'opportunità di approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti in internet advertising che ha raggiunto quest'anno i 2 miliardi, condividere le necessità delle aziende per accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture capitalist per le start up italiane. L'hashtag ufficiale #iabforum al primo posto tra i trending topics su Twitter. Oltre 12.000 presenze, 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali: questi i numeri della XII edizione di IAB Forum "Inspiring Digital Ideas", l'evento di riferimento della comunicazione digitale. "Inspiring Digital Ideas" è stato il filo conduttore dell'appuntamento che si è svolto a Milano il 25 e 26 novembre, dedicato a manager, imprenditori, startupper e giovani in cerca di ispirazione per il loro futuro, e che ha visto la partecipazione di 110 aziende del settore digitale. Nel corso della due giorni, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti in internet advertising che ha raggiunto quest'anno i 2 miliardi, condividere le necessità delle aziende per accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture capitalist per le start up italiane. Si sono alternati sul palco 26 ospiti, guru internazionali dell'innovazione, rappresentanti delle Istituzioni italiane per fare il punto sull'evoluzione dei linguaggi e della comunicazione nell'era contemporanea. "La fotografia che ci restituisce IAB Forum è che stiamo attraversando un "Rinascimento Digitale", che vede il consumatore al centro." Ha dichiarato Carlo Noseda, Presidente di Italia. "Compito della nostra Associazione è quindi quello di fornire spunti di valore, occasioni di formazione, ma anche di ispirazione, utili per cogliere tutte le opportunità che questo momento storico ci offre." Guarda su ADVexpressTV il video a Carlo Noseda che traccia il bilancio dei due giorni dell'evento. L'hashtag ufficiale #iabforum al primo posto tra i trending topics su Twitter . EC IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Numeri da record per IAB Forum 2014: 110 aziende espositrici e 12.000 presenze 01/12/2014 Engage.it Sito Web Nicola Drago, Zodiak Advertising: «Editori che credete nel Programmatic, alleatevi» Piattaforme uniche, Big Data e coalizioni tra i publisher: ecco quali sono secondo il ceo della società i tre asset da potenziare per sostenere anche nel 2015 il trend positivo della pubblicità automatizzata Il Programmatic Advertising sta vivendo un momento particolarmente felice, come hanno opportunamente messo in luce i positivi risultati rilasciati da IAB Italia e dal Politecnico di Milano in occasione di IAB Forum.Ne è convinto anche Nicola Drago, ceo di Zodiak Advertising, che abbiamo intervistato a margine di IAB Forum. «Da un paio d'anni gli editori hanno cominciato a familiarizzare con il Programmatic, ed ora possiamo dire che il settore sta vivendo una fase molto positiva, anche se ancora pervade una certa confusione, soprattutto per quanto riguarda le piattaforme nascenti. Adesso, la industry deve assicurarsi che il trend positivo registrato quest'anno sia sostenibile anche nel 2015».E Nicola Drago ha un'idea ben precisa di quali asset bisogna potenziare per imprimere un'ulteriore accelerata al Programmatic: «Innanzitutto bisogna utilizzare una piattaforma unica ed esclusiva, perchè l'esistenza di più piattaforme logora i prezzi. Poi, qualificare i dati. Infine, attivare delle alleanze tra gli editori: grazie ad esse infatti, è possibile creare un ambiente trasparente, organizzato e rigoroso in cui le inventory possono realmente qualificare il rendimento delle impression».Quello delle coalizioni è stato uno dei temi che Zodiak Advertising ha affrontato, insieme a Private Market Place, Deal ID e Dati, nel corso dei due workshop organizzati a IAB Forum. Nata nel 2011 per aggregare inventory di qualità in ambiente automatizzato, favorendo l'accesso a buyers qualificati, Zodiak Advertising, pioniera in ambito rtb e programmatic, è oggi la piattaforma Sell Side leader in Italia e in Spagna. IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 01/12/2014 Engage.it Sito Web Outbrain vicina alla quotazione al Nasdaq? Secondo il WSJ, la società avrebbe sottoposto una richiesta di approvazione preliminare alla U.S. SEC. Se il processo andrà a buon fine, la quotazione potrebbe avvenire nel primo trimestre 2015 con una valutazione vicina al miliardo di dollari La piattaforma di content discovery Outbrain potrebbe essere vicina allo sbarco in Borsa.Secondo un'indiscrezione riportata dal Wall Street Journal, sulla base di quanto rivelato da fonti ben informate, Outbrain all'inizio di novembre avrebbe sottoposto in via confidenziale alla U.S. Securities and Exchange Commission una richiesta di approvazione preliminare per quotarsi al listino del Nasdaq.Sempre secondo quanto rivelano le fonti del WSJ, la società punterebbe a una valutazione di circa 1 miliardo di dollari. Non si sa invece che percentuale di quote la società avrebbe intenzione di vendere in azioni.Se il processo da parte della U.S. Securities and Exchange Commission andrà a buon fine, la società potrebbe arrivare alla quotazione nel primo trimestre del 2015.Contattata da Engage, Outbrain non ha voluto commentare la notizia.Fondata in Israele nel 2006, oggi Outbrain è la piattaforma di content discovery più grande al mondo (raggiunge attualmente oltre 561 milioni di visitatori unici al mondo ogni mese - Fonte comScore Global Settembre 2014), che offre contenuti online, mobile e video personalizzati e rilevanti ai lettori, aiutando gli editori a comprendere la propria audience attraverso i dati. Outbrain distribuisce oltre 190 miliardi di raccomandazioni di contenuto ogni mese e raggiunge oltre 561 milioni di visitatori unici nel mondo. Tra i principali editori premium che si avvalgono della piattaforma di Outbrain vi sono: CNN, ESPN, Le Monde, Fox News, The Guardian, Slate, The Telegraph, New York Post, Times of India e Sky News.La società a sede a New York e un numero crescente di uffici nel mondo, tra cui negli U.S.A, in U.K., Israele, Singapore e Australia. In Italia, è guidata dal country manager Alberto Mari e si configura come una delle principali piattaforme di content discovery, vantando una reach del 67,6% della popolazione online in Italia. In una recente videointervista a IAB Forum 2014, dove la società era presente con un workshop dedicato a branded content e native advertising, Mari ci aveva raccontato che, in un anno come quello che si sta per concludere, in cui il Native Advertising sta diventando uno strumento di comunicazione sempre più usato dalle aziende, la società sta vivendo un periodo molto positivo: «Per noi il 2014 è stato un anno importante: il Native è un tema caldo e i contenuti sono lo strumento di comunicazione del futuro, soprattutto in ambito mobile. Gli investimenti per l'anno prossimo sono rilevanti e il nostro team sta crescendo». IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 01/12/2014 Engage.it Sito Web FCP-Assointernet, la pubblicità online migliora a ottobre: +1% Dopo il -6% che ha caratterizzato lo scorso mese, gli investimenti sul mezzo comunicati dalle concessionarie tornano a rialzarsi portando il progressivo sui primi 10 mesi dell'anno a registrare un +0,2% sul 2013 Dopo il brusco rallentamento degli investimenti pubblicitari registrato a settembre dall'Osservatorio FCPAssointernet - mese in cui la pubblicità online ha registrato un non confortante -6% -, ottobre sembra dare segnali più positivi seppur contenuti.In totale infatti il mese registra un +1%.Tra le tipologie pubblicitarie prese in esame da FCP-Assointernet si confermano trainanti gli investimenti su Mobile che segnano un +25%. Bene anche gli investimenti su Smart Tv/Console (+18,2%). Unico segno meno viene associato alla voce Tablet, mentre la categoria Web (con cui si intende la navigazione da browser su tutti i device) registra un pareggio netto.La discreta performance della spesa in pubblicità online nel decimo mese dell'anno, porta il dato progressivo relativo al periodo gennaio-ottobre 2014 a registrare una variazione rispetto agli stessi mesi del 2013 di un +0,2%, pari a 374.103 euro.L'andamento positivo che l'Osservatorio FCP-Assointernet restituisce fa ben sperare rispetto all'andamento dell'intero ultimo trimestre, come conferma la dichiarazione rilasciata dal presidente Roberto Zanaboni: «Nel perimetro degli investimenti pubblicitari sul web monitorati da FCP, il mese di ottobre nell'anno precedente è stato il secondo a valore assoluto. L'andamento positivo, pertanto, è un ottimo segnale per l'ultimo trimestre di un anno caratterizzato da incertezza con conseguente andamento non lineare degli investimenti sui vari mezzi. Coerente con i mesi precedenti è stata invece, anche a ottobre, la crescita a due cifre degli investimenti sul Mobile», conclude Zanaboni.(clicca sulla tabella per ingrandirla)I dati resi noti da FCP-Assointernet, descrivono solo in parte lo scenario pubblicitario online nel suo complesso, rappresentando i fatturati delle aziende che comunicano i propri dati al servizio, tra cui non figurano big player internazionali come Facebook e Google. Anche da qui si spiega la grande forbice con i dati di chiusura 2014 elaborati da IAB Italia in collaborazione con Politecnico di Milano e Nielsen e presentati a IAB Forum, che vedono il mezzo viaggiare verso una stima di chiusura d'anno a 2 miliardi di euro. IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia 01/12/2014 Engage.it Sito Web IAB Forum: oltre 12 mila presenze per un'edizione "da record" Numeri molto positivi per l'evento organizzato da IAB Italia , che ha visto 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali (GALLERY) Oltre 12.000 presenze, 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali: questi i numeri conclusivi della XII edizione di IAB Forum, comunicati da IAB Italia."Inspiring Digital Ideas" è stato il filo conduttore dell'appuntamento, che si è svolto a Milano il 25 e 26 novembre, dedicato a manager, imprenditori, startupper e giovani in cerca di ispirazione per il loro futuro, e che ha visto la partecipazione di 110 aziende del settore digitale.Nel corso della due giorni, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti in internet advertising, che raggiunge quest'anno i 2 miliardi di euro di valore; ma anche di condividere le necessità delle aziende per accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture capitalist per le start up italiane.Si sono alternati sul palco 26 ospiti di prestigio, "guru" internazionali dell'innovazione, rappresentanti delle Istituzioni italiane per fare il punto sull'evoluzione dei linguaggi e della comunicazione nell'era contemporanea."La fotografia che ci restituisce IAB Forum è che stiamo attraversando un "Rinascimento Digitale", che vede il consumatore al centro." dichiara Carlo Noseda, Presidente di Italia. "Compito della nostra Associazione è quindi quello di fornire spunti di valore, occasioni di formazione, ma anche di ispirazione, utili per cogliere tutte le opportunità che questo momento storico ci offre". Nella video intervista che avevamo raccolto a margine della prima giornata della manifestazione, Noseda aveva voluto sottolineare il gran lavoro svolto da tutto il Consiglio Direttivo di IAB Italia, impegnato in prima linea per «fare di questo evento, un evento straordinario».I numeri "record" di questa dodicesima edizione di IAB Forum premiano dunque la linea intrapresa dal nuovo direttivo dell'Associazione, insediatosi lo scorso febbraio, cui si deve tra l'altro l'individuazione di standard comuni con Nielsen e Politecnico di Milano per la mappatura e la misurazione del mercato pubblicitario.Altro tratto caratteristico impresso per il nuovo corso di IAB Italia è la decisione di promuovere una linea "orizzontale", facendo leva sulle competenze specifiche dei consiglieri, ognuno dei quali è chiamato a occuparsi in prima persona di un tavolo di lavoro a vantaggio della industry, con il coinvolgimento attivo dei soci. Con Raffaele Cirullo, ad esempio, parliamo dei risultati raggiunti dall'Associazione nel campo di Public Affairs, Comunicazione e Media Relations. Chiudendo con una nota sull'hastag #iabforum, a lungo trending topic su Twitter nell'arco della due giorni, pubblichiamo una galleria delle più belle foto dell'evento. IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Campagne 01/12/2014 MyMarketing.Net Sito Web IAB Forum 2014, il bilancio Sono numeri da record quelli fatti registrare quest'anno dalla XIII edizione dello IAB Forum 2014: sono oltre 12mila le presenze, 110 le aziende espositrici, 75 i workshop, 26 gli ospiti italiani che negli scorsi giorni hanno partecipato all'evento milanese; evento che, dietro il leitmotiv "Inspiring Digital Ideas", si è reso ancora una volta punto di riferimento della comunicazione digitale. E, in tal senso, una conferma in tal senso lo dà proprio il panorama digitale, tanto che l'hashtag ufficiale #iabforum è stato, durante l'evento, al primo posto tra i trending topics su Twitter. "Inspiring Digital Ideas" è stato il filo conduttore dell'appuntamento che si è svolto a Milano il 25 e 26 novembre, dedicato a manager, imprenditori, startupper e giovani in cerca di ispirazione per il loro futuro, e che ha visto la partecipazione di 110 aziende del settore digitale. Nel corso della due giorni, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti in internet advertising che ha raggiunto quest'anno i 2 miliardi, condividere le necessità delle aziende per accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture capitalist per le start up italiane. Si sono alternati sul palco 26 ospiti prestigiosi, guru internazionali dell'innovazione, rappresentanti delle Istituzioni italiane per fare il punto sull'evoluzione dei linguaggi e della comunicazione nell'era contemporanea. "La fotografia che ci restituisce IAB Forum è che stiamo attraversando un 'Rinascimento Digitale', che vede il consumatore al centro" ha dichiarato Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia. "Compito della nostra Associazione è quindi quello di fornire spunti di valore, occasioni di formazione, ma anche di ispirazione, utili per cogliere tutte le opportunità che questo momento storico ci offre". IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato International 01/12/2014 11:18 Pubblicitaitalia.it Sito Web Tutte le News Intervista al nuovo ceo di Havas Media Italia Si sofferma sul concetto di fiducia Stefano Spadini, nuovo ceo di Havas Media Italia intervistato da Today Pubblicità Italia in occasione dello IAB Forum 2014. "Viviamo in un settore che ama parlarsi addosso - ha dichiarato il manager - esiste invece come industry un innegabile problema di fiducia e come Havas Media abbiamo una grande opportunità: guadagnare la fiducia dei nuovi clienti e conservare quella dei clienti attuali, grazie alla competenza che continueremo a dimostrare ogni giorno". È pronto ad accogliere la sfida Spadini, entrato in Havas Media Group da pochi giorni (vedi notizia http://www.pubblicitaitalia.it/2014112534421/media/havas-media-group-annuncia-la-nomina-di-stefanospadini-come-ceo-di-havas-media-in-italia ) per supportare e accelerare la crescita della struttura. Tra i suoi propositi, il manager punta a "un'agenzia che sia sempre più vicina al cliente ed in grado di anticipare i suoi bisogni". Prodotto, persone e cultura sono i tre asset su cui lavorare per essere in partita. Spadini si pone l'obiettivo di realizzare insieme al board del Gruppo "un'agenzia che sia in grado di muoversi in maniera sempre più rapida, che sia in grado di guidare con semplicità i clienti a sfruttare le opportunità offerte dall'evoluzione del mercato, capace di guidare l'integrazione tra dati e contenuti, caratteristiche che sono più facili da realizzare in un'agenzia dinamica e integrata come Havas Media". Quale ruolo gioca la tecnologia in tal senso? "È un'opportunità per le agenzie perché dà la possibilità di liberare risorse da allocare a attività a valore aggiunto dai clienti. La tecnologia non è mai l'inizio né la fine di un processo, ma è un mezzo che dobbiamo mettere a servizio dei nostri clienti". Havas Media Group riceverà martedì 2 dicembre in occasione dell'International Events & Relational Strategies GrandPrix, premio di TVN Media Group dedicato alle tecniche più innovative ed efficaci del connected marketing, il riconoscimento Agency of The Year (leggi la notizia http://www.pubblicitaitalia.it/2014112434348/media/havas-media-group-agency-of-the-year ). Il Gruppo in Italia, sotto la guida del ceo Isabelle Harvie Watt, è infatti cresciuto negli ultimi due anni sia in termini di fatturato - nel 2014 chiude con un +43% di billing sul 2013 - sia in termini di risorse - l' hub italiano conta 118 dipendenti, in aumento negli ultimi due anni del 40% circa. Serena Poerio Condividi IAB ITALIA - Rassegna Stampa 02/12/2014 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Stefano Spadini: "Prodotto, persone e cultura i tre asset su cui lavorare" ADVERTISING ONLINE 30 articoli 02/12/2014 Corriere della Sera - Brescia Pag. 7 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Nuovi mercati? La Turchia». Sabato festa a Ponte di Legno Luca Angelini milano Mamma li turchi? Macché. Arrivassero pure. A valanga. Perché il mondo è cambiato. E il turismo invernale pure. Quelli del Consorzio Adamello Ski hanno capito che, per slalomare tra i paletti della crisi, tocca gettare il cuore oltre il crinale. Non per niente, metà di quelli che passano dalle parti di Ponte di Legno e del Tonale (il 46% del totale, a esser pignoli) sono stranieri. Così, qui per le presenze invernali resta il segno più (la crescita, nel 2013, è stata del 5% rispetto all'anno prima). Ma siccome, tra embargo e tensioni diplomatiche, molti temono che quest'anno i russi diranno in buona parte addio a questi monti (nonostante la massiccia campagna di marketing anche su Yandex, il loro principale motore di ricerca) meglio fare da apripista ad altri. «La Turchia - spiega Carlo Massoletti, ad di Bresciatourism, alla conferenza stampa di presentazione della nuova stagione sciistica - è un paese in crescita economica, con una popolazione molto giovane e molto attratta dallo sport». Ma, aggiunge Stefano Pizzi, nuovo direttore del Consorzio Adamello Ski, nel mirino ci sono anche scandinavi e baltici, oltre a cechi, inglesi e polacchi, già da anni tra i più affezionati all'Alta Valcamonica. Al cancelletto di partenza è già pronto (venerdì) il workshop «Wintermountain», con venti tour operator internazionali (sì, ce ne sono pure quattro turchi) a confronto con i gestori di trenta strutture ricettive e di servizi turistici dell'Alta valle. Il mattino dopo, tutti sulle piste per uno ski safari, ossia un test «sul campo» (sperando che nel frattempo arrivi un po' di neve). La vera lezione di ospitalità dalignese partirà però nel pomeriggio: dalle 15 di sabato, tutti in pista a fondo piste con i dj set di Syria, Paola Iezzi (ricordate la metà mora di Paola e Chiara? Lei) e Manuela Doriani (speaker di M2O). Più il live di Regina, la performance della dj Play Eva, un laser show e uno spettacolo di 3D lighting: non siamo sicuri di aver capito tutto, ma pensiamo ci sarà da divertirsi. E anche da rimpinzarsi, visto che all'ora dell'aperitivo le delizie della Valcamonica mariteranno i vini della Franciacorta. A proposito di palato, la conferenza stampa si è tenuta a Milano, nella sala congressi di Eataly. «Solo qualche anno fa - ha detto Alessandro Mottinelli, del cda di Adamello Ski - l'avremmo probabilmente fatta in un negozio di articoli sportivi. Segno che, oggi, vogliamo raggiungere un pubblico che non cerca solo lo sci». E se, come ha detto l'assessore regionale al Commercio e Turismo Mauro Parolini, «quello che anni fa chiamavamo "il grande sogno", oggi, grazie anche agli investimenti della Regione Lombardia, è una realtà» (fatta di 100 chilometri di piste, 30 impianti di risalita, 44 mila persone trasportate all'ora e 90 strutture ricettive), da queste parti non smettono comunque di sognare. La seggiovia a 6 posti Vittoria ha nuove sedili ed è stata coperta. I pali per la nuova telecabina da passo Paradiso al Presena hanno già iniziato a posarli (dovrebbe essere pronta a dicembre 2015). Nel 2016 si spera di realizzare l'ascensore inclinato che chiuderebbe l'anello sciistico. E, nel frattempo, si sono inventati una app per smartphone, con due sezioni, estate e inverno, grazie alla quale si potranno vedere le immagini delle diverse webcam, trovare alberghi o ristoranti, mezzi di trasporto, previsioni del tempo, news dal comprensorio e tariffe degli skipass. A proposito, visto il periodo di vacche magre, Adamello Ski mette in pista una robusta batteria di sconti: i bambini fino a 8 anni (e fino a 10 anni dal 10 gennaio all'8 febbraio) sciano gratis, quelli più grandi (fino a 16 anni) pagano il giornaliero solo 9,90 euro (se accompagnati da un adulto) e lo sconto famiglia vale pure per il secondo figlio. Ditelo anche ai turchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mauro Parolini Il «grande sogno» degli sciatori è diventato una realtà ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato App, sconti e spot online In Adamello lo sci è 2.0 02/12/2014 Corriere della Sera - Brescia Pag. 7 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Stefano Pizzi Qui spazio anche per chi ama ciaspole, motoslitte e sci di fondo Foto: Insieme Il turismo invernale in Adamello è sempre più formato famiglia ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 27 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1.6 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Tasse, stop alla concorrenza sleale" Italia, Francia e Germania chiedono a Bruxelles una direttiva per l'armonizzazione dei sistemi fiscali Lettera dei ministri dell'economia: gli atteggiamenti non cooperativi danneggiano il mercato interno TONIA MASTROBUONI INVIATA A BERLINO Italia, Francia e Germania fanno fronte comune per dichiarare guerra ai Paesi che fanno concorrenza sleale sulle tasse; come l'Irlanda, il Lussemburgo o l'Olanda. E che alimentano la prassi ormai diffusa di molte aziende di scegliersi le sedi fiscali più convenienti per ridurre al minimo le imposte. In una lettera comune al commissario agli Affari economici Pierre Moscovici che La Stampa è in grado di anticipare, i ministri dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, Michel Sapin e Wolfgang Schaeuble hanno chiesto alla Commissione europea di adottare entro un anno una direttiva per impedire la concorrenza fiscale sleale. Anche perché con l'avvento dell'economia digitale, i trucchi per eludere le tasse sono diventati sempre più semplici. Ed è plausibile che grandi gruppi come Google o Amazon accolgano con una certa preoccupazione la notizia dell'iniziativa comune, che non nasconde toni molto aggressivi. La mancanza di un'armonizzazione fiscale in Europa «è una delle principali cause di una pianificazione aggressiva dal punto di vista fiscale, un'erosione della base impositiva e uno spostamento dei profitti» da una parte all'altra del continente, si legge nella lettera spedita a Moscovici il 28 novembre. Un comportamento che alimenta «atteggiamenti non cooperativi tra Stati membri» che danneggiano il funzionamento del mercato interno e la libertà garantita dai Trattati. L'impegno dei tre Paesi, dunque, è fare in modo che «ognuno paghi le tasse nello Stato dove sono generati i profitti». Con buona pace del Regno Unito, che si è sempre opposto a qualsiasi iniziativa in questa direzione e senz'altro diventerebbe un importante avversario nel momento in cui la direttiva chiesta da Roma, Parigi e Londra dovesse approdare al Consiglio: decisioni del genere devono essere prese, ovviamente, all'unanimità. Per i tre ministri, negli ultimi mesi ci sono stati «progressi» sul fronte della lotta all'elusione, ma «dobbiamo fare di più». Da quando «le prassi di certi Paesi e contribuenti sono divenute pubbliche di recente, i limiti di quanto è tollerabile sul fronte della competizione fiscale tra Paesi si sono spostati ». Un chiaro riferimento al recente scandalo che ha riguardato il Lussemburgo e che ha attirato polemiche sul suo ex ministro delle Finanze e attuale presidente della Commissione europea, Jean- Claude Juncker. Esplicitamente nel mirino di Roma, Parigi e Londra, prassi come quella del «transfer pricing», ovvero prezzare in modo diverso ricavi tra sedi della stessa azienda situate in Paesi diversi per pagare meno tasse, ma tra le righe i tre ministri sembrano puntare anche a colpire Paesi con aliquote ultra convenienti come l'Irlanda con quella sulle imprese attestata al 12,5%: andrebbe «stabilito un principio generale di tassazione effettiva». Dunque, nell'ambito dell'iniziativa dell'Ocse avviata da tempo contro l'evasione e l'elusione fiscale "Beps", Roma, Parigi e Berlino chiedono «che la Ue adotti una serie di regole comuni, vincolanti sulla tassazione d'impresa che alimenti la competitività e combatta la pianificazione fiscale aggressiva», dunque una direttiva che sia adottata «dai 28 Paesi membri prima della fine del 2015». La diagnosi, recita la lettera, «c'è già, e le soluzioni sono già note, dovremmo agire senza alcun ulteriore indugio». Padoan, Sapin e Schaeuble muovono anche apertis verbis contro i paradisi fiscali. «L'Unione europea deve proteggere il suomercato interno dall'elusione fiscale fatta attraverso i paradisi fiscali - sostengono -. La direttiva anti- Beps potrebbe essere un'opportunità per prendere di petto questo problema attraverso misure che agiscano contro le giurisdizioni i cui comportamenti favoriscano la mancanza di trasparenza e una pianificazione aggressiva del Fisco». Fonti governative fanno notare che è da tempo che un'iniziativa così forte del consolidato asse franco-tedesco non veniva allargata all'Italia. Risultato, soprattutto, del rapporto che si è rafforzato, negli ultimi mesi, tra il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble e Padoan. Foto: YVES LOGGHE/AP Foto: Il ministro italiano dell'Economia Padoan con il collega francese alle Finanze Sapin ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato EUROPA IL NODO DELLE IMPOSTE 02/12/2014 Avvenire - Ed. nazionale - popotus Pag. 6 (diffusione:105812, tiratura:151233) concorso dell'Istituto Tomolo rivolto agli studenti di ogni ordine e grado mette a tema le virtù al tempo di internet . Prima di tutto: prudenza Questo è bene, questo è male Chissà quante volte mamma e papa ti hanno detto: «Smetti di giocare con la play o con il tablet!» o «adesso spegni il computer!». A te verrà da sbuffare e non capisci il perché di questi ordini. Loro vogliono solo farti capire che le nuove tecnologie ti immergono in un mondo fantastico, ma vanno usate con moderazione. In poche parole, mamma e papa vogliono invitarti a essere "prudente". Ma cosa significa "essere prudenti" nel web? Sicuramente la prudenza ha a che fare con l'equilibrio. Ci aiuta a capire che i computer, i cellulari, i tablet ci offrono tante possibilità: ci permettono di leggere, studiare, ascoltare musica, giocare, conoscere nuove persone. Però bisogna imparare a saper dire: «Basta! Ora smetto e faccio altro». La prudenza ci insegna un altro aspetto importante.Ti sarà capitato di fare una ricerca per la scuola e avrai cercato informazioni attraverso internetTi sarai così reso conto che il web può fornire una mole di notizie in modo immediato, ma avrai anche notato che si possono trovare pubblicità inutili o messaggi "spazzatura" . La prudenza ci insegna a viaggiare informati nel mondo del web, cioè a imparare a scegliere tra le informazioni che sono pubblicate.Alcune sono vere e attendibili, altre sono false. Un suggerimento utile è imparare a usare più motori di ricerca per cercare le notizie. E a non consultare solo internet, ma anche i libri! La prudenza ci insegna anche a viaggiare sicuri nel mondo digitale. Mamma e papa ti avranno ripetuto più volte che non devi mai lasciare i tuoi dati sul web perché non puoi sapere a chi arriva questa informazione e che uso potrebbe farne. Devi essere molto attento perché a volte a qualcuno piace fìngersi qualcun altro per ficcare il naso nelle tue cose. Per questo devi essere sicuro di conoscere realmente le persone con cui parli in rete. Infine, essere prudenti nel web significa imparare a essere rispettosi degli altri. Come esistono regole di buona educazione nella vita, così esistono anche nella rete di internet. È importante non usare parole aggressive mentre parli con qualcuno e non inviare messaggi ripetitivi. Diventando più prudente, diventerai più responsabile. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato So stare in rete, virtualmente 02/12/2014 ItaliaOggi Pag. 4 (diffusione:88538, tiratura:156000) Radio, raccolta a +1,5% a ottobre. Secondo i dati dell'Osservatorio FcpAssoradio il fatturato pubblicitario della pubblicità nazionale radiofonica a ottobre è stato pari a 30,4 milioni, in crescita dell'1,5% rispetto allo stesso mese del 2013. «L'ultimo trimestre del 2014 si apre per il mezzo radio col segno più», ha commentato Paolo Salvaderi, presidente di FcpAssoradio. «Ottobre, fi no a ora seconLa pubblicità su Internet cresce dell'1%. I dati di fatturato rilevati dall'Osservatorio Fcp-Assointernet per il mese di ottobre evidenziano una crescita complessiva dell'1%, pari a 47 mln di euro. In particolare il web è stabile a 44,2 mln, il mobile aumenta del 25% (a quota 2,3 mln), i tablet in essione del 16,7% (229 mila euro), le smart tv e le console a +18,2% (160 mila euro). Da gennaio a ottobre, invece, la raccolta totale ha raggiunto i 374,1 milioni di euro, con un incremento dello 0,2%. Secondo il presidente Fcp-Assointernet Roberto Zanaboni «nel perimetro degli investimenti pubblicitari sul web monitorati da Fcp, il mese di ottobre nell'anno precedente è stato il secondo a valore assoluto. L'andamento positivo, pertanto, è un ottimo segnale per l'ultimo trimestre di un anno caratterizzato da incertezza con conseguente andamento non lineare degli investimenti sui vari mezzi. Coerente coi mesi precedenti è stata invece, anche a ottobre, la crescita a due cifre degli investimenti sul mobile». do soltanto a maggio per ammontare degli investimenti, rimane infatti in terreno positivo dopo gli incrementi fatti registrare a settembre. È il quinto mese dell'anno che chiude in positivo. Ancora presto per tracciare un consuntivo ma i segnali sono incoraggianti, e guardando anche all'andamento generale del mercato la radio si dimostra un mezzo in cui gli inserzionisti continuano a credere e investire». Linkiesta, Cancellato alla direzione. Francesco Cancellato è il Il Tempo, la raccolta al gruppo Amodei. Sportnetwork è la nuova concessionaria pubblicitaria del quotidiano il Tempo. La concessionaria di pubblicità del gruppo Amodei, che pubblica tra gli altri il Corriere dello Sport, ha trovato infatti l'accordo per gestire la raccolta pubblicitaria del quotidiano romano edito da Domenico Bonifaci. L'incarico riguarda sia le inserzioni locali sia quelle nazionali. Di recente (vedere ItaliaOggi del 18/10/2014) il Tempo ha annunciato un piano industriale che prevede risparmi per almeno 4-5 milioni, intervenendo sia sul costo del personale sia su quelli di produzione. Dal punto di vista editoriale, invece, il giornale dovrebbe ridurre non solo la foliazione ma anche passare a un dorso unico dai tre tradizionali (uno dedicato alla città di Roma, il secondo agli eventi di portata nazionale e l'ultimo per l'Abruzzo). nuovo direttore responsabile della testata d'informazione online di cui era già redattore. Cancellato ha 34 anni e nel suo primo editoriale descrive Linkiesta che ha in mente: un giornale «che possa aiutare i suoi lettori a interpretare la realtà, dando loro più strumenti per cambiarla. Che possa raccontare loro le storie delle persone e delle piccole imprese che hanno messo il loro coraggio al servizio della modernizzazione, affi nché servano da esempio. Che possa essere il megafono delle piccole e grandi ingiustizie che subiscono». Diritto all'oblio, Microsoft e Yahoo iniziano a rimuovere link. Dopo Google, anche Microsoft e Yahoo iniziano a eliminare i link dai risultati dei motori di ricerca su richiesta dei cittadini europei e come previsto dalla sentenza sul diritto all'oblio della Corte di Giustizia Ue del 13 maggio scorso. Entrambe le compagnie hanno dichiarato che stanno esaminando le richieste ricevute, con l'obiettivo di bilanciare il diritto alla privacy con quello all'informazione e alla libera espressione. Google, dal canto suo, ad oggi ha rimosso poco più di 200 mila link. Il colosso di Mountain View ha creato anche un Comitato consultivo ad hoc dando vita a diversi meeting con esperti nelle città europee. Da giugno ad oggi, Big G ha rimosso per la precisione 208 mila link dai risultati del suo motore di ricerca, a fronte di 602 mila richieste. La società Usa ha negato 294 mila rimozioni e deve ancora decidere su poco meno di 100 mila richieste. Online il nuovo sito delle Guide dell'Espresso. È in rete www.ristorantiespresso.it, il nuovo sito nel quale sono presenti le schede anagrafi che dei circa 2.700 ristoranti della Guida Ristoranti dell'Espresso, con indirizzo, telefono, localizzazione in mappa e circa 250 recensioni curate da Enzo Vizzari e dai curatori della Guida. Aggiornato ogni settimana con l'inserimento di nuove recensioni, grazie alla partnership con la piattaforma di ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA 02/12/2014 ItaliaOggi Pag. 4 (diffusione:88538, tiratura:156000) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato prenotazione online Misiedo, consente anche di prenotare i ristoranti direttamente online. Tv Sorrisi e Canzoni e Silver insieme per benefi cenza. Silver, TV Sorrisi e Canzoni e l'associazione Enzo B promuovono insieme l'adozione internazionale con il calendario benefi co 2015. Disegnato da Guido Silvestri, in arte Silver (il padre di Lupo Alberto e dei protagonisti della fattoria Mc Kenzie, che quest'anno festeggia i 40 anni di attività), il calendario è realizzato in collaborazione con Tv Sorrisi e Canzoni e sarà venduto esclusivamente insieme al settimanale in edicola dal 2 al 9 dicembre al prezzo di 4,90 euro oltre al costo della rivista. Successivamente sarà possibile acquistare il calendario sul sito di Enzo B Onlus www.enzob.org. 02/12/2014 Brand News Today Pag. 1 Branded digital product collocano la marca nella quotidianità. Le idee di Sol ed Electrolux Offrono servizi utili al target in modo coerente con il posizionamento. Sol (brand di Heineken) rimarca il suo essere indipendente suggerendo locali non omologati. Electrolux propone uno strumento 'ecologico' per pulire l'email dalla 'polvere digitale' A pag. 8 Branded digital product collocano la marca nel quotidiano. Si cercano nuovi locali col motore di ricerca Sol Search, si fa pulizia nelle email con l'aspirapolvere di Electrolux Offrono servizi utili al target di riferimento in modo coerente con il posizionamento della marca. Sol (brand di Heineken) rimarca il suo essere libera e indipendente suggerendo locali non omologati. Electrolux offre uno strumento 'ecologico' per pulire quella che per molti è una seconda casa, l'email, dalla polvere digitale Sulla scia di quanto fatto per Heineken pochi mesi fa con l'account @wherenext che permetteva di scoprire attraverso social analytics quali erano i locali più movimentati della serata, la birra Sol - sempre del gruppo Heineken sta lanciando un vero e proprio motore di ricerca. Battezzato Sol Search, individua locali, botteghe e ristoranti alternativi e di nicchia, geolocalizzati in base alla posizione e alle necessità dell'utente che così ha un'alternativa a Google, dove la ricerca è mossa da ben altre dinamiche. La piattaforma è attiva a Londra, presto lo sarà a San Paolo in Brasile, e prossimamente arriverà in 10 città tra le quali Città del Messico, Barcellona e Atene. Si tratta di un'idea finalizzata a rafforzare la credibilità della marca come indipendente e libera (la birra è nata in Messico 115 anni fa, dopo la conquista dell'indipendenza, e ha come claim 'Espiritu Libre') presso un'audience mediamente più matura ed esigente, stufa dei soliti locali ma con poco tempo per cercarne di nuovi. Da qui l'idea di offrire un servizio di valore, inserendo il carattere del brand nella ricerca di nuove esperienze. I locali sono individuati grazie a un algoritmo che considera le recensioni online, avvalorate da check-in su FourSquare e da immagini postate dagli utenti su Instagram. Altri 20 locali sono stati individuati insieme al magazine Monocle, forma di pubblicità native. Fare pulizia delle 'scorie' digitali che arrivano nelle caselle email, cronologia del browser, cartelle del computer, social media non è un'idea nuova (vedi gli esempi di Ajax 'Social Wipe' e Cif 'Cif the Web'). Tuttavia per promuovere in modo alternativo un nuovo modello di aspirapolvere UltraFlex, Electrolux ha stretto un paragone tra la casa e quella che per molti oggi è una seconda casa, che raramente viene pulita: l'email. Da qui l'idea di un servizio che concilia la funzionalità del prodotto - aspirare la polvere - e il suo essere ecologico dalla considerazione del fatto che ogni email dimenticata si stima generi 4 grammi di Co2. Così l'agenzia Prime Stockholm ha ideato l'aspirapolvere virtuale Word Wide Vac , l'ideale per aspirare tutta la 'polvere digitale' che si accumula nelle email. Lo strumento, che funziona solo con gli account Gmail, scansiona i messaggi non letti da almeno 3 anni, mail pubblicitarie, alert social e spam e la classifica in tre livelli di 'rigore' della pulizia. Mostrando alla fine quanto Co2 è stato eliminato. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ELETTRODOMESTICI 02/12/2014 Brand News Today Pag. 1 Le gare in corso e i nuovi incarichi Fcp, a ottobre il fatturato pubblicitario di internet segna +1,0%. Anche la raccolta della radio in positivo, +1,5% Mostrano andamenti positivi i dati relativi alla raccolta pubblicitaria dei mezzi radio e internet, secondo il perimetro monitorato da FCP, nel periodo gennaio-ottobre 2014. Per il web , i dati di fatturato rilevati dall'osservatorio FCP-Assointernet raffrontati allo stesso periodo del 2013 evidenziano i seguenti andamenti: Web 0,0%, Mobile +25,0%, Tablets -16,7%, Smart TV/Console +18,2%. Complessivamente la crescita è dell'1,0%. Questo il commento di Roberto Zanaboni, presidente di Fcp Assointernet: "Nel perimetro degli investimenti pubblicitari sul web monitorati da FCP, il mese di ottobre nell'anno precedente è stato il secondo a valore assoluto. L'andamento positivo, pertanto, è un ottimo segnale per l'ultimo trimestre di un anno caratterizzato da incertezza con conseguente andamento non lineare degli investimenti sui vari mezzi. Coerente coi mesi precedenti è stata invece, anche ad ottobre, la crescita a due cifre degli investimenti sul mobile". I dati raccolti dall'Osservatorio FCPAssoradio evidenziano un aumento del fatturato pubblicitario della pubblicità nazionale radiofonica dell'1,5% nel mese di ottobre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. Tale dato corrisponde ad un fatturato totale di € 30.476.000. Ecco il commento di Paolo Salvaderi, Presidente FCP-Assoradio: "L'ultimo trimestre del 2014 si apre per il mezzo radio col segno più. Ottobre, fino ad ora secondo soltanto a maggio per ammontare degli investimenti, rimane infatti in terreno positivo dopo gli incrementi fatti registrare a settembre. È il quinto mese dell'anno che chiude in positivo. Ancora presto per tracciare un consuntivo ma i segnali sono incoraggianti, e guardando anche all'andamento generale del mercato la radio si dimostra un mezzo in cui gli inserzionisti continuano a credere e investire". RADIO CLIENTE INCARICO AGENZIE Aim (Aziende Industriali Municipali Vicenza) creatività progetti di comunicazione in definizione Alitalia creatività in definizione Alto Adige Sudtirol creatività e media in definizione Alto Adige Marketing consulenza strategica e creatività adv domande entro il 23 dicembre Amplifon comunicazione 2015 Grey United, Publicis Apfel Sud Ouest comunicazione europea in definizione Asos media in Europa in definizione Associazione Nazionale fra le banche popolari campagna istituzionale in definizione Bentley creatività paneuropea in definizione Bmw Motorrad attività digital globale in definizione Carismi campagna di riposizionamento Dlv Bbdo e altre due agenzie Carrefour attività media in Italia Carat, GroupM, Starcom, UM Coca Cola creatività paneuropea di Fanta in definizione Comune di Milano supporto redazionale al portale turismo in definizione Diageo creatività globale di Smirnoff in definizione Diageo creatività globale Johnnie Walker in definizione Ente Nazionale del Turismo Tunisino adv in Europa in definizione Ente Nazionale del Turismo Tunisino realizzazione stand per fiere in definizione Epson creatività europea in definizione Epson attività sui social media in definizione Farchioni strategie corporate per l'estero 3 agenzie Federazione Ordini Farmacisti Italiani comunicazione istituzionale e ufficio stampa domande entro il 19 febbraio 2015 Ferrero campagna per Bready Pubbliregia, Providence Ferrovie dello Stato organizzazione eventi in definizione Fiat campagna di 500X Leo Burnett, 515, Kube Libre, Doner Armando Testa, Independent Ideas, The Greenhouse Fonti di Vinadio campagna per Sant'Anna Bio Bottle in definizione Gal Peloritani 'Terre dei Miti e della bellezza' campagna adv domande entro il 12 gennaio 2015 GlaxoSmithKline pr globali in definizione Glen Grant creatività globale in definizione Intercent Emilia Romagna comunicazione del Por Fesr 2007-2013/ 2014-2020 domande entro il 19 gennaio 2015 Ismea campagna di comunicazione unconventional in definizione Jack Daniel's media globale in definizione Kiko Make Up Milano (Gruppo Percassi) media planning e buying Dentsu Aegis, Havas, Mindshare, ZenithOptimedia Lamborghini comunicazione per la nuova Aventador stv Ddb, McCann e un'altra agenzia Leisure Spin gestione media per il lancio in Italia di Jackpotjoy Starcom, Media Club Netflix creatività paneuropea in definizione Paddy Power creatività europea in definizione Panini creatività adv per l'album ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NEWBUSINESS 02/12/2014 Brand News Today Pag. 1 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 'Calciatori' Industree e altre agenzie Parco dei Monti Picentini attività pubblicitarie in definizione Parmalat creatività per Santal Saatchi&Saatchi e altre sigle Pirelli creatività per campagna globale 13 agenzie Poste Italiane attività di below the line in definizione Qatar Airways media europeo in definizione Reckitt Benckiser attività digital in Europa in definizione continua nella prossima pagina CLIENTE INCARICO AGENZIE Regione Abruzzo campagna e attività d'informazione ai cittadini in definizione Regione Liguria campagna per la promozione dei vini sui mercati esteri in definizione Regione Lombardia (Arca) comunicazione ed eventi in definizione Regione Lombardia (Arca) pianificazione media e acquisto spazi MEC, Omd, Media Italia, OC&M, Pomilio Blumm, Starcom Regione Sicilia campagne di sensibilizzazione in materia di salute in definizione Regione Toscana ufficio stampa e digital pr per Expo 2015 in definizione Rovagnati creatività per GranBiscotto in definizione Sagat/Aeroporto di Torino comunicazione in definizione Sial Servizi comunicazione turismo naturalistico in definizione Sial Servizi comunicazione turismo religioso in definizione SMG - Alto Adige Marketing rp e consulenza in comunicazione in definizione Sony Mobile creatività globale in definizione Soprintendenza per i Beni Archeologici comunicazione domande entro il 19 gennaio 2015 di Pompei, Ercolano e Stabia Sviluppo Lazio spazio espositivo a Expo 2015 domande entro il 29 dicembre Trenitalia campagne pubblicitarie sulle Frecce in definizione UniCredit campagna per nuovo prodotto e-wallet insieme ad altre banche M&C Saatchi, FCB Unilever attività digital globali in definizione Vertu global crm in definizione Le nuove gare Variazioni in corso d'opera Nuovi incarichi CLIENTE INCARICO AGENZIE Burger King media europeo Vizeum Coesia rebranding InTesta eBay gestione dei social media in Europa (Italia compresa) Naked Fjällräven comunicazione in Italia Gruppo Pubblimarket2 Instituto Turismo de España pianificazione media online Aegis Media Mirabilandia immagine coordinata, btl, campagna adv 2015 Life, Longari& Loman Newspaper Milano raccolta pubblicitaria di BancaFinanza, Giornale delle Assicurazioni, Espansione OPQ Nestlè Italia concept 'Nespresso L'Incontro Tour' Momentum Neue Zu cher Zeitung raccolta pubblicitaria in Italia System Advertising Società Europea di Edizioni tutta la raccolta pubblicitaria de Il Giornale Visibilia Kentucky Fried Chicken Italia comunicazione online Ambito 5 02/12/2014 DailyNet Pag. 1 (diffusione:15000, tiratura:15000) Riportiamo i dati di fatturato rilevati dall'Osservatorio Fcp-Assointernet per il periodo gennaio-ottobre 2014, raffrontati allo stesso periodo del 2013, dai quali emerge una crescita dello 0,2% del mercato del web advertising. Più in dettaglio, a ottobre la pubblicità online chiude a +1% con andamenti differenziati al suo interno. Il web, infattti, è piatto; il mobile incrementa del 25%; tablet giù del 16,7% e smart tv/console a +18,2%. «Nel perimetro degli investimenti pubblicitari sul web monitorati da Fcp, il mese di ottobre nell'anno precedente è stato il secondo a valore assoluto - ha dichiarato il presidente di Fcp-Assointernet Roberto Zanaboni -. L'andamento positivo, pertanto, è un ottimo segnale per l'ultimo trimestre di un anno caratterizzato da incertezza con conseguente andamento non lineare degli investimenti sui vari mezzi. Coerente coi mesi precedenti è stata invece, anche a ottobre, la crescita a due cifre degli investimenti sul mobile». ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 19 Rilevazioni A ottobre la pubblicità online a +1%. Lo afferma FcpAssointernet 02/12/2014 DailyNet Pag. 13 (diffusione:15000, tiratura:15000) L'azzurro di sci appare nelle vesti di testimonial nella comunicazione online sui siti web delle principali testate quotidiane e sui social media Matteo Marsaglia a Milano, davanti a una banca, col ciuffo in ordine, un abito di sartoria e uno zaino sulle spalle. Piccoli flash che raccontano la nuova campagna targata Coleos, il cui video portante è stato lavorato da Piquadro. Un primo spot è on air da oggi sui siti delle principali testate quotidiane. La versione integrale sarà, invece, diffusa tramite la piattaforma web di Piquadro e i social. La produzione, curata dall'agenzia Unaa Milano con la regia di Aaron Olzer e il sound design di Fausto Intrieri si è avvalsa della collaborazione di Pure Ski Company per le scene di heliski girate a Sestriere dove Matteo Marsaglia è di casa. Lo zaino porta computer Coleos viene per la prima volta presentato in un contesto coinvolgente per il suo pubblico. Con lo stesso obiettivo, Piquadro sostiene la Federazione Italiana Sport Invernali per la quale ha realizzato una speciale versione di zaino e trolley. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato adv Coleos sul web con zaino nuovo, Marsaglia e piquadro 02/12/2014 DailyNet Pag. 23 (diffusione:15000, tiratura:15000) Il 3 dicembre la piattaforma di eventi e video in livestreaming ospiterà il primo Programmatic Day SuperSummit, ospita il 3 dicembre il primo Programmatic Day powered by Turbo, un'intera giornata di formazione con i migliori esperti italiani di real time bidding e programmatic buying. L'evento, che si terrà in free livestreaming su http://it.supersummit. co/live/, segna l'inizio di un'importante partnership tra SuperSummit e Turbo. Dopo l'evento sarà possibile restare sempre aggiornati sulle novità di questo mercato con i free webinar del Programmatic Advertising Channel powered by Turbo, il nuovo canale SuperSummit dedicato agli approfondimenti operativi sul tema, curato dagli esperti di Turbo, che ogni 15 giorni, con la partecipazione di ospiti esterni, analizzeranno l'impatto dell'automazione e dell'utilizzo dei dati nella pianificazione media digitale e i benefici ottenibili dagli advertisers attraverso l'adozione del Programmatic Advertising. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Appuntamenti A lezione di programmatic da SuperSummit e turbo 02/12/2014 Pubblicita Today Pag. 26 SuperSummit , piattaforma italiana di eventi e video di formazione gratis in livestreaming, ospita domani il primo Programmatic Day powered by Turbo, un'intera giornata di formazione con i migliori esperti italiani di Real time Bidding e Programmatic Buying. L'evento, che si terrà in free livestreaming su it.supersummit.co/live segna l'inizio di un'importante partnership tra SuperSummit e Turbo, il primo trading desk indipendente italiano che offre ad advertisers ed agenzie i migliori servizi e le migliori performance nel mondo RTB e Programmatic. Dopo l'evento infatti sarà possibile restare sempre aggiornati sulle ultime novità di questo mercato in rapidissima evoluzione con i free webinar del Programmatic Advertising Channel powered by Turbo, il nuovo canale SuperSummit dedicato agli approfondimenti operativi sul tema, curato dagli esperti di Turbo, con la partecipazione di ospiti italiani ed internazionali. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SuperSummiT il primo programmaTiC day powered by Turbo 02/12/2014 Pubblicita Today Pag. 28 fCp-aSSoinTerneT: a oTTobre adv online a +1% L' osservatorio fCp-assointernet ha comunicato i dati relativi agli investimenti pubblicitari su internet nel periodo gennaio-ottobre 2014, raffrontati allo stesso periodo del 2013. Si evidenziano per il mese di Ottobre i seguenti dati: web 0,0%, mobile +25%, tablets -16,7%, smart Tv/console +18,2%. Il totale +1%. Il presidente roberto zanaboni commenta: "Nel perimetro degli investimenti pubblicitari sul web monitorati da FCP, il mese di ottobre nell'anno precedente è stato il secondo a valore assoluto. L'andamento positivo, pertanto, è un ottimo segnale per l'ultimo trimestre di un anno caratterizzato da incertezza con conseguente andamento non lineare degli investimenti sui vari mezzi. Coerente coi mesi precedenti è stata invece, anche ad ottobre, la crescita a due cifre degli investimenti sul mobile". Foto: roberto zanaboni ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MOBIlE A +25% 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 17 Mattevi (Telecom Italia): «Reti da potenziare ma non c'è rischio tilt» Il responsabile del Segment marketing direct channel-business dell'operatore: «Le connessioni punto-punto di molti oggetti non appesantiscono il sistema e utilizzano altri protocolli» «Serve una strategia forte e un indirizzo strategico per usare bene i fondi europei stando attenti a come gestire e proteggere gli open data» patrizia Licata Il mondo in cui persone, oggetti e applicazioni sono sempre più interconnessi grazie alle reti broadband (ma non solo) rappresenta quella che Telecom Italia ha ribattezzato la "digital life". Un altro modo di definire la Internet delle cose e l'M2M, un mercato in forte espansione e evoluzione, come spiega Stefano Mattevi , responsabile Segment Marketing Direct Channel - Business di Telecom Italia. "Il mercato cambierà: oggi in Italia è ancora prevalentemente caratterizzato da oggetti connessi con Sim M2M, ma in futuro gli oggetti connessi saranno di svariata natura e useranno molteplici protocolli di comunicazione". Allora non c'è da temere il collasso delle reti mobili con il boom di oggetti in rete? In Italia sono previsti 7 milioni di oggetti con nessi tramite Sim a fine 2014, ma solo circa il 10% funge da concentratore e il resto è rappresentato da connessioni punto-punto. La vera IoT sarà proprio costituita da questi oggetti che si connettono in modo autonomo sulla rete e, mentre i concentratori dovranno passare sulle reti mobili, i singoli oggetti, soprattutto se comunicano in condizioni di prossimità, possono essere collegati con altre tecnologie, dalle reti su frequenze dedicate a Bluetooth, a Zigbee. Ciò non toglie che le reti broadband vadano potenziate, ma non c'è solo la banda larga: per esempio i "wearables", che consumano molta energia, possono comunicare molto più ecientemente con protocolli come Bluetooth, arrivando poi ai concentratori che hanno le connessioni su banda larga con i datacenter. La IoT richiede dunque non solo infrastrutture, ma anche conservazione e gestione dei dati? Le tecnologie dietro l'IoT sono tante, non solo connettività, ma anche cloud e Big Data. Telecom Italia, per esempio, sta mettendo in campo sia le reti che la sua capacità di raccolta dati nei datacen ter con le tecnologie cloud della Nuvola Italiana. E ha creato una business unit dedicata all'Iot e al M2M all'interno della società del gruppo Telecom Italia Digital Solutions. Quali i settori che fanno da traino allo sviluppo della IoT? Oggi il 50% delle Sim M2M si trova a bordo delle automobili: la maggior parte delle applicazioni è per le Connected car. Lo sviluppo di questo settore sarà garantito anche dall'obbligo di adozione dell'eCall, il sistema europeo di chiamata di emergenza automatizzato. Ma ci sono altri passaggi normativi che daranno impulso al settore: per esempio l'Autorità per l'energia ha stabilito che entro il 2018 in Italia il 60% dei contatori del gas dovrà essere in rete e ha selezionato la frequenza dedicata per far comunicare i contatori; Telecom Italia si sta occupando di realizzare la rete. Queste reti dedicate su frequenze specifiche potranno essere utilizzate per svariate applicazioni per le Smart city. Un altro fattore trainante è il nuovo Patto della salute, che ha un capitolo dedicato all'ehealth. Ci sono dei possibili ostacoli? Uno è senz'altro l'eterogeneità di device e proto colli di comunicazione. Per questo Telecom Italia ha lanciato la soluzione Nuvola It Oggetti in Rete, una piattaforma cloud che semplifica il dialogo con i vari oggetti e standard dell'internet of Things facilitando il lavoro delgi sviluppatori di applicazioni. Un altro nodo è che in Italia i progetti sono per la maggior parte a livello sperimentale e spesso a macchia di leopardo: occorrono una regia forte e un indirizzo strategico per usare bene i fondi europei, far partire progetti su scala nazionale e risolvere le questioni connesse con la IoT, prima fra tutte quella della gestione e protezione degli open data. stefano Mattevi , responsabile del segment marketing direct channel in TI ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PAGINONE L'INTERVISTA Stefano Mattevi , responsabile del segment marketing direct channel in TI 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 «Il piano Crescita digitale cambierà il Paese» Alessandro Longo Alessandra Poggiani direttrice dell'Agid: «Questa volta ce la faremo: la nostra forza sono collaborazione e coprogettazione con tutti i livelli di Governo e società civile» A PAGInA 11 La nostra forza sono collaborazione e co-progettazione con tutti i livelli di Governo e con la società civile. Vogliamo lavorare in sinergia con Comuni, Regioni e Governo centrale; ma anche con operatori economici, civili e sociali. «Le risorse ci saranno. Italia Login rappresenta un cambio di paradigma della presenza della PA nella Rete» Servono 4,5 miliardi di euro per cambiare l'Italia con il Crescita digitale e di questi sono incerti 1,5 miliardi: quelli del Pon e del Fondo Sviluppo e Coesione. "Ma dovrebbe essere possibile ottenere anche questi fondi". Per un piano che "per la prima volta mette in rete tutti i soggetti interessati al cambia mento, innescando un processo di collaborazione e sinergia". È con queste carte che Alessandra Poggiani , direttrice dell'Agenzia per l'Italia Digitale, pensa che sia possibile la grande impresa di cambiare il Paese. Come riassume in una frase il Crescita Digitale? La trasformazione digitale del Paese è la killer application della crescita economica. E il piano indica la strada per realizzarla. Perché è così fiduciosa di riu scire in un'impresa sempre fallita finora in Italia? Perché stiamo sviluppando un processo di collaborazione e co-progettazione con tutti i livelli di Governo e con la società civile. Confidiamo che si riesca a lavorare in modo sinergico con Comuni, Regioni e Governo centrale; ma anche con gli operatori economici, civili e sociali. È questo motivo della consultazione pubblica sul piano. La diversità del vostro piano dai precedenti è l'azione corale verso gli obiettivi Sì: un'azione corale e partecipata. La consultazione non è di forma ma è di sostanza. Il piano specifica chiaramente che c'è bisogno del supporto di tutti per traghettare l'Italia oltre il guado dell'analogico. Su quali leve contare per questa "azione corale e partecipata"? Prima di tutto, contando sull'autorevolezza della squadra. Un consigliere per l'innovazione a Palazzo Chigi, Paolo Barberis, è una discontinuità con il passato e dimostra l'importanza strategica del tema per il Governo. Secondo: fa da garanzia il grande impegno che la Presidenza del Consiglio ha dimostrato nel confronto con le Regioni per la programmazione europea. Terzo: a dierenza del passato, ora possiamo contare sul supporto dell'Agenzia della Coesione per monitorare i prov vedimenti dell'Agenda. Infine, per la prima volta abbiamo formato una comunità per il digitale: chi si occupa di questi temi, nel Paese, lo sta facendo in rete. Nel piano, ci sono aspetti già molto dettagliati, come la Sanità digitale, e altri ancora abbozzati, come Italia Login e smart cities. I l prossimo passo? Confrontarci con l'esito della consultazione per poi scrivere nel dettaglio i vari progetti, compresi quelli ancora in fase progettuale. La Sanità è in fase avanzata perché il lavoro era avviato da tempo con scadenze già fissate nelle norme. Altri programmi devono essere approfonditi meglio nella loro parte esecutiva. La vera novità del piano è Italia Login. Perché è importante? Per tre motivi. Primo: per cittadini e imprese perché ne facilita l'interazione con la Pa orendo un luogo unico di accesso (single sign on). Secondo: è importante per la Pa perché è occasione per riorganizzare i processi e integrare in modo interoperabile i diversi servizi già realizzati, renden doli più usabili per il cittadino. Troppo spesso in passato abbiamo tradotto in digitale la burocrazie dell'analogico. Terzo: Italia Login vuole essere una cornice che parte dall'interazione cittadini-imprese con l'amministrazione, ma è in realtà un progetto più ampio. È un ripensamento complessivo della presenza dell'Italia sulla rete, partendo dal dominio Italia.it. È il cambio di paradigma suggerito da Barberis, che sta lavorando molto su questo indirizzo. Uno degli aspetti finora abboz zati nell'Agenda digitale italiana, dal Governo Monti in poi, sono le competenze digitali. Che però voi sembrate voler mettere al centro. Sì, perché bisogna fare uscire il digitale dal circolo degli addetti ai lavori. Il digitale è già nella vita quotidiana di molti di noi, ma pochi lo capiscono in Italia. Siamo di fronte a una trasformazione industriale necessaria per il Paese. Alcune iniziative come i Digital champion o GoOn italia sono state criticate, eppure servono allo scopo. Tentano di coinvolgere Alessandro Longo aziende e persone in una discus sione che spieghi l'importanza di questa trasformazione, da intendere come condizione necessaria per competere sul mercato. Questo principio vale per tutti. Per le ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA Alessandra Poggiani «Il piano Crescita Digitale cambierà il Paese Questa volta ce la faremo» 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato aziende, perché possano sopravvivere; per i giovani ma anche per i meno giovani. Se oggi una persona di 40-50 anni perde il lavoro dicilmente ne troverà un altro se è privo di competenze digitali. Con quali iniziative volete sup portare le competenze digitali, oltre alle due già citate? Il Governo non può fare tutto, ma può anche promuovere le iniziative che nascono dalle associazioni civili. Se tutto questo funziona, possiamo davvero pensare a uno switch o dell'analogico. Il caso della fatturazione elet tronica obbligatoria verso le Pa dimostra che l'innovation by law funziona. E poi può spingere le aziende verso un'adozione piena del digitale. Dobbiamo renderla l'opzione più conveniente e quindi preferibile per utenti e aziende. In questo anche i media hanno molta responsabilità: potrebbero parlare di più di come il digitale ha cambiato la vita di altri Paesi, invece di concentrarsi a narrare il declino dell'industria tradizionale. Non possiamo continuare a vivere in un Paese in cui solo il 4% delle imprese usa l'e-commerce. È drammatico L'e-commerce: altro aspetto trascurato dall'Agenda Monti. Come rimediare? Bisogna fare un grande sforzo, con le associazioni di categoria, per spingere la grande massa di piccoli soggetti in questa direzio ne. Non basta inventarsi i voucher per le piccole imprese, bisogna anche mandare evangelisti nelle aziende che spieghino loro come questa trasformazione sia un'opportunità e non una minaccia. Deve scattare la contaminazione digitale, tra le aziende, e deve diondersi anche la voglia di cambiare. Anche sulle smart city si è fatto poco finora, nonostante i molti proclami. Questo è un altro degli aspetti acceleratori del piano. Non pos siamo ancora pensare le smart city come meri programmi di ricerca, come è avvenuto in passato. Dobbiamo passare a progetti di realizzazione vera, con partnership eettive pubblico-private, dove le parti investano equamente. Servono quindi business case che servano ad esempio per le altre città. Parliamo di soldi. Il fabbisogno del Crescita è di 4,5 miliardi di euro. Di questi quanti sono già "sicuri"? Ci sono 1,8 miliardi di euro del Fesr e del Feasr. Più 1,2 miliardi di euro già stanziati. Restano 1,5 mi liardi di euro dal Fondo Sviluppo e Coesione e da vari Pon. E su questi 1,5 miliardi di euro in che misura si può contare? Nei Pon Metro e Governance sono già previsti fondi per il digitale, bisogna entrare nel dettaglio nei prossimi mesi. Per il Fondo Sviluppo e Coesione bisogna ancora lavorare sulle allocazioni. Però nell'indicare quei 4,5 miliardi di euro complessivi non abbiamo dato un numero a caso. È una stima prudente e ragionata. Significa che dovrebbe essere possibile ottenere copertura del fabbisogno indicato dal piano? Sì, dovrebbe essere possibile. Alessandra Poggiani Direttrice Agenzia per l'Italia Digitale 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 Banda ultra larga, rilancio Italia Alessandro Longo Obiettivi a medio termine , strumenti, modelli e risorse per realizzare l'infrastruttura delle reti Tlc di nuova generazione nel Piano del governo per la banda ultra larga. Individuati 6,2 miliardi che serviranno a recuperare il gap del Paese con il resto dell'Europa. L'obiettivo, come previsto dall'Agenda digitale (italiana ed europea) è portare entro il 2020 i 100 Mb ad almeno il 50% e 30 Mb al 100% della popolazione. Adesso la penetrazione è inferiore all'1% e la copertura dei 30 Mb al 21%. Il Paese viene suddiviso in quattro cluster a seconda dei modelli di investimento. A PAGInA 8 Ci sono almeno due buone notizie, sulla strada verso un futuro a banda ultra larga: abbiamo un piano strutturato e credibile; abbiamo i fondi pubblici per realizzarlo (alcuni sono certi, altri sono abbastanza probabili). È con queste due carte da giocare che l'Italia si avvicina alla versione defi nitiva del piano governativo banda ultra larga, in consultazione pubblica fino al 20 dicembre (coordinato dalla Presidenza del Consiglio e realizzato da un Comitato formato da Agid, Agcom, Mise, Infratel e l'Agenzia della Coesione). In questi giorni, quindi, il testo passerà al vaglio degli operatori e potrà essere modificato, soprattutto nei punti che riguardano le misure esecutive per estendere la banda ultra larga (30100 Megabit). Reste ranno in piedi però le due incognite principali: a quanto ammonteranno gli investimenti privati suscitati dall'impegno di fondi pubblici? Quale sarà la penetrazione eettiva dei servizi? Questo secondo punto è l'eterna domanda (essendo il tallone d'Achille italiano) ma è resa di nuovo attuale dal piano, perché secondo l'Agenda digitale (italiana ed europea) bisogna raggiungere due obiettivi entro il 2020: una co pertura 30 Mb a tutta la popolazione e un 50% di eettivo utilizzo dei 100 Mb. Adesso la penetrazione è inferiore all'1% e la copertura dei 30 Mb è al 21% (stime Infratel di luglio). Mission impossible? Lo vedremo. Certo è che il piano prevede serviranno 12 miliardi, di cui 6 pubblici, per raggiungere i due obiettivi. Il secondo richiederà una copertura dell'85% della popolazione e incentivi alla domanda. Ma leggendo tra le righe del piano si comprende che quell'85% è raggiungibile solo nello scenario più ottimistico, cioè se gli operatori privati metteranno 6 miliardi (un euro per ogni euro pubblico), in aggiunta ai poco meno di 2 miliardi che hanno già previsto nei piani industriali 2014-2016. Se condo il piano, nell'ipotesi peggiore, cioè se i privati metteranno solo 1 miliardo di euro aggiuntivo, da qui al 2020, sarà comunque possibile dare i 30 Mb a tutti, ma i 100 Mb "solo" al 50% della popolazione. Questa stima, tutto sommato non disdicevole, è il frutto delle due buone notizie dette prima. Abbiamo un piano e abbiamo i soldi (pubblici). "Sì, è una buona notizia: da anni aspettavamo un documento di politica industriale per l'infrastrut turazione delle reti di Tlc di nuova generazione e oggi è disponibile - dice Cristoforo Morandini di Between -. Gli obiettivi sono dichiarati, i modelli sono definiti, il ventaglio degli strumenti potenziali esplicitato, le risorse necessarie e quelle disponibili identificate". Nel dettaglio, il piano prevede di dividere l'Italia in quattro aeree. Nella prima ci sono le principali 15 città italiane, 15% della popolazio ne, e sono quelle in cui vogliono investire almeno due operatori telefonici. Nella seconda c'è il 45% della popolazione e vi vuole investire uno solo. Nella terza e quarta non vuole investire nessuno. Nelle prime tre il piano mira a portare i 100 Mb laddove gli operatori si vorrebbero fermare, al massimo, ai 30 Mb. Nella quarta il piano arriverà a dare solo i 30 Mb. In che modo? Nella prima solo grazie a defiscalizzazio ni e accesso agevolato al credito in favore degli operatori. Stima che le misure dello Sblocca Italia sul credito d'imposta, se estese anche al 2016-2020, porteranno 600 milioni di investimenti privati ulteriori. Nella seconda e terza area ci saranno anche misure con fondi pubblici, in due modi: bandi di gara a incentivo e partnership pubblico-private. Il primo modo ha già caratterizzato gli ultimi bandi di gara Infratel e porta a infrastrutture di proprietà dell'operatore che vince la gara. Il secondo modo è una no vità e prevede che le infrastrutture siano adate a società terze. Nella quarta area, la più sfortunata (15% della popolazione), il piano prevede anche interventi diretti con fondi pubblici: lo Stato fa la rete (fino alle case) e poi la dà in concessione, restandone proprietario. In tutte le aree, eccetto la prima, sono previste anche misure di aggregazione della domanda, con raccolta di pre-adesioni (di privati, aziende, enti locali) a ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il piano del Governo 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato giustificare l'investimento. I fondi sicuri, per tutto questo, sono 2,4 miliardi (Fesr e Feasr, compreso il cofinanzia mento nazionale) e 230 milioni di programmi operativi Fesr, tutti fortemente sbilanciati a favore del Sud. Ne deriva che servono 3,5 miliardi dal Fondo Sviluppo e Coesione, per completare il piano. Le sue allocazioni sono ancora da decidere ma con questo piano (già condiviso tra Matteo Renzi e Graziano Del Rio) di fatto il Governo si è impegnato a stanziare, dal fondo, almeno 3,5 miliardi e fino a 5 miliardi per la banda ultra larga. I primi bandi saranno nel secondo trimestre 2015, quindi dovremo aspettare il 2016 per i frutti di questo piano. Nel 2015 Infratel prevede una copertura del 45% con i 30 Mb (anche grazie ai 419 milioni di fondi pubblici già stanziati per le gare banda ultra larga al Sud), per salire al 75% nel 2018. Ne deriva che fra meno di tre anni ci metteremo in pari con la media europea dove la copertura banda ultra larga era già al 56% nel 2013. Il Paese viene suddiviso in quattro cluster a seconda dei modelli di investimento Attualmente la penetrazione è inferiore all'1% e la copertura dei 30 Mb si trova al 21% Il piano da 6,2 miliardi con cui il governo punta a recuperare il gap del Paese Individuati gli obiettivi a medio termine, gli strumenti e i modelli per realizzare l'infrastruttura che entro il 2020 porterà 100Mb ad almeno il 50% della popolazione In linea con l'Agenda digitale 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 Aumentano gli shopper digitali italiani, ma spesso a vantaggio dei siti stranieri: le imprese italiane vanno poco sul web Claudio Rorato Aumentano gli shopper digitali italiani, ma spesso a vantaggio dei siti stranieri: le imprese italiane vanno poco sul web Il contributo delle Dotcom pesa ancora per il 54% sul totale delle vendite in rete, mentre produttori e retailer rimangono diffidenti. Un freno strutturale per lo sviluppo del sistema Il Consumatore italiano si evolve. "I numeri parlano chiaro - aerma Riccardo Mangiaracina , responsabile della ricerca dell'Osservatorio ecommerce B2c della School of Management del Politecnico di Milano - L'e-commerce B2c nazionale ha raggiunto i 14,6 miliardi di euro, pari al 3,5% del totale retail" (il dato comprende le vendite da siti italiani, più il saldo tra operazioni online export e import). Qualcuno potrebbe storcere il naso, citando alcuni vecchi refrain per "con dannare" l'abitudine di acquistare in rete: la mancanza di contatto tra le persone, l'impossibilità di vedere e toccare dal vivo la merce. Sono proprio i prodotti, invece, che lanciano un segnale importante sulla crescita di maturità del canale online e degli acquirenti, che sempre più lo utilizzano. Il 45% delle vendite online derivano da beni fisici, in prevalenza abbigliamento, editoria, informatica ed elettronica di consumo, che si aancano al turismo, ancora punta di diamante della quota imputabile ai servizi proposti via web. Una quota crescente di acquirenti percepisce la qualità del bene anche in modo "virtuale", sia perché esperti, sia perché hanno "visionato" i prodotti nel negozio. "I segreti di questo successo - prosegue Mangiaracina riguardano la gamma oerta online, più ampia di quella reperibile nei punti vendita e il prezzo, di solito molto competitivo". Senza dimenticare l'apporto che proviene dal mondo Mobile - Smartphone e Tablet - da cui transita il 20% delle transazioni. Il valore dell'e-commerce si estende, però, ben al di là della statistica e della misurazione di un fenomeno tipico dell'economia digitale. Nella sola Europa si contano circa 260 milioni di eshoppers (coloro che durante l'anno hanno eettuato almeno un acquisto online, ndr). I loro acquisti online, pari al 6% del totale retail, valgono il 2,2% del Pil europeo. Ma non solo: i dati riguardano 645 mila imprese atti ve e oltre 2 milioni di nuovi posti di lavoro, sviluppati con l'eCommerce. Consapevoli del volano che ne deriva per l'economia dei singoli Paesi, Francia, Germania e Inghilterra stanno puntando significativamente su questo settore. A oggi sono ben 100 milioni gli acquirenti che si rivolgono oltre i confini del loro Paese per fare acquisti online. Gli acquisti oltre confine cresceranno del 21% annuo, con una velocità superiore a quella delle vendite interne. "Questa tendenza - sostiene il ricercatore - diventa una grande opportunità per l'export digitale nostrano. Purtroppo, però, le nostre imprese non hanno ancora trovato un modello di sviluppo adeguato. Il saldo negativo del commercio elettronico estero non viene arontato in modo opportuno nemmeno dalle istitu zioni. Com'è possibile che l'export 'fisico' viaggi a gonfie vele e quello online arranchi? È evidente che manca qualcosa nel nostro sistema Impresa-Istituzioni. Entrambi i soggetti non percepiscono appieno l'opportunità". Disponiamo dei prodotti, ma manchiamo di "visione". Così si può spiegare l'esiguità di alcuni comparti come il grocery, l'arredamento, la profumeria e la cosmetica e, soprattutto, il "food and wine", espressione di un made in Italy famoso nel mondo. Il contributo delle DotCom (società il cui bu siness è "fare e-commerce", ndr) pesa ancora il 54% delle vendite online; il restante 46% si ripartisce tra imprese di servizi (32%) e produttori di beni e retailer (14%). È il segno di un mercato - quello nazionale - ancora non adeguatamente sviluppato. Uk e Usa, ma anche Francia, Germania Corea del Sud e Giappone, registrano, invece, la prevalenza di operatori tradizionali rispetto alle DotCom, perché l'oerta si è attrezzata per rispondere in proprio alla promozione multicanale dei suoi prodotti. "Dobbiamo interpretare quest'ultimo fatto conclude Mangiaracina - come un freno, al momento strutturale, per lo sviluppo del commercio online. Emergono, infatti, le debolezze degli operatori tradizionali produttori di beni e retailer - che stentano a percepire il web come un canale di valore per la com petitività aziendale. Con alcune eccezioni, non sembra, però, che i retailer italiani stiano progettando iniziative volte a valorizzare al meglio l'approccio multicanale e ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Utenti più online delle aziende 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato gli elementi distintivi posseduti - i negozi - rispetto alle DotCom. A ciò è necessario aggiungere alcuni 'mali' tipicamente italiani: complessità legislative, costi logistici e scarsa conoscenza dei mercati. Tutto ciò, però, serve per spiegare, ma non a giustificare la scarsa presenza dell'Italia nel mercato online". A CURA DELL'OSSERVATORIO E COMMERCE B2c della School of Management del Politecnico di Milano Foto: Imprese e istituzioni non percepiscono appieno le nuove opportunità Disponiamo di prodotti ma non c'è la «visione» L'approccio multicanale non è ancora considerato da molte imprese come un buon mezzo per valorizzarsi 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 29 Diritto d'autore e diritto di link «Embeddare» non è reato GUIDO SCORZA Avvocato esperto di Diritto Interne t Incorporare nel proprio sito Internet, quale che esso sia, un video pubblicato online su un altro sito attraverso un link (c.d. embedding) non significa "comunicarlo al pubblico" e non richiede, pertanto, nessuna autorizzazione o licenza da parte dell'autore. È questo il principio che la Corte di Giustizia dell'Ue ha chiarito con un'ordinanza dello scorso 21 ottobre resa nell'ambito di una vicenda la cui linearità è inversamente propor zionale rispetto all'impatto che la decisione potrebbe avere nel mondo della circolazione dei contenuti audiovisivi. Una società tedesca aveva contestato a due propri concorrenti di aver embeddato sui propri siti internet un video promozionale, da essa fatto produrre e pubblicato su YouTube, in aperta violazione dei propri diritti d'autore. I Giudici della Corte europea non hanno, però, avuto dubbi: l'embed ding di un video già disponibile su una piattaforma free come YouTube non modifica il regime di pubblicità e cicolazione del video che è e resta accessibile a chiunque e, quindi, non può essere considerata una nuova forma di comunicazione al pubblico che rappresenterebbe un esercizio di altrui diritti d'autore e richiederebbe, quindi, un'ulteriore licenza. Il ragionamento alla base della decisione della Corte di Giustizia è di disarmante linearità e straordinario rigore logico: il titolare dei diritti che pubblica - o autorizza altri a pubblicare - un contenuto online su una piattaforma ad accesso incondi zionato esercita il proprio diritto alla comunicazione della propria opera via Internet e ad un pubblico indiscriminato di utenti con la conseguenza che non può contestare alcunché a chi, embeddando tale opera, la renda accessibile, sempre via Internet e sempre ad accesso incondizionato ma attraverso la propria piattaforma. Poco conta, dunque, secondo la Corte di Giustizia, che attraverso l'embedding di un contenuto audio visivo altrui, qualcuno possa trarne profitto o, comunque, ottenerne un vantaggio. Decisione originale in una stagione nella quale si va facendo largo l'ipotesi che occorra "inventare" nuovi diritti connessi al diritto d'autore allo scopo di veder aermato il principio per il quale anche solo per trarre profitto da un link ad un altrui opera dell'ingegno occorra un'autorizzazione del titolare dei diritti e soprattutto sia necessario pagare a quest'ultimo un compenso. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Net - lex 01/12/2014 Cor.com - N.19 - 1 dicembre 2014 Pag. 31 Internet governance ma in salsa cinese Il forum mondiale tenuto a Wuzhen mette l'accento sul potenziale della Cina nella gestione della rete Il presidente Xi Jinpin punta a rafforzare il ruolo della Cina negli scambi su Internet ma anche sulla governance del Web Di MARiO DAL CO Economista La World Internet Conference, tenutasi a Wuzhen (zhejian) in Cina, con grande partecipazione di delegati, prevalentemente delle aziende e di governi, intendeva porre l'attenzione sulla governance e la sicurezza di internet. Lu Wei ha ribadito nel messaggio di benvenuto quanto sostenuto dal presidente Xi Jinpin: "ospitando questa Conferenza Mondiale su Internet, vogliamo orire una piattaforma internazionale per aumentare la connessione tra la Cina e il resto del mondo, e una piattaforma cinese per realizzare una cogovernance di internet e una ripartizione dei benefici tra tutti i partecipanti". L'opposizione di parte americana ed europea verso una governance di internet basata esclusivamente sull'accordo dei governi, teme una "spartizione" nazionalistica di internet, in senso economico e in senso politico. Essa sortirebbe due eetti negativi: la limitazione del mercato, con un ritorno a barriere nazionali e linguistiche e un controllo politico sulla libertà di espressione. La debolezza della posizione americana non è dovuta all'argomentazione, ma ai precedenti: aver ottenuto in modo più o meno lecito dati personali e informazioni politicamente sensibili da parte degli operatori (solo degli operatori?), rende poco credibili le aermazioni libertarie di quella parte. Mi chiedo se la conoscenza delle violazioni della privacy sia la dimostrazione che solo gli usa le fanno, o che solo negli usa è possibile controllare da parte dell'opinione pubblica il governo che le fa. Sull'altro versante, il delegato russo ha auspicato una struttura della rete come federazione di reti nazionali, ognuna "messa in sicurezza" dal proprio governo. Tra le sessioni di maggior audience, quella sulla sicurezza, raccoglieva non solo tecnici, ma anche politici, poiché il tema della sicurezza confina con quello della governance. Jack Ma ha enfatizzato l'importanza del potenziale della Cina, che sta per superare i 600 milioni di utenti: "Siamo qui per discutere non solo del passato, ma per guardare avanti". parole che riassumono la sua posizione di forza sia sul mercato cinese delle pmi, sia sul mercato dei capitali di New York, dove la sua alibaba ha raccolto recentemente 25 miliardi di dollari con la sua Ipo. una posizione di cerniera, di chi sa di aver approfittato della chiusura del mercato domestico ai grandi provider di e-commerce e e-advertising, ma che non vuole mantenere il suo business su base nazionale. L'Icann, con il suo presidente Fahdi Chehadé, ha auspicato che il "dono di internet" rimanga, anche in futuro, il dono di una rete libera non da regole, ma da ingerenze politiche e oligopolistiche. Lo speriamo anche noi. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SMART ties 02/12/2014 Prima Comunicazione - N.455 - novembre 2014 Pag. 124 (diffusione:15000, tiratura:20000) La forza dei brand italiani È stata varata la squadra operativa e l'offerta commerciale della superconcessionaria specializzata in video advertising , costituita da Manzoni, Banzai, Italiaonline, Mediamond e Rcs. Presto attiva anche nel programmatic Roberto Borghi Quello che sembrava un progetto tanto affascinante quanto difficile da realizzare, a novembre ha preso forma ed è diventato operativo a tutti gli effetti. Gold 5, la concessionaria digitale costituita a luglio dai cinque big della pubblicità nazionale - Mediamond (Mediaset e Mondadori), A. Manzoni & C. (Gruppo L'Espresso), Rcs MediaGroup, Banzai Media e Italiaonline - ha messo in campo la squadra e l'offerta commerciale dedicata esclusivamente sul video display advertising. Il primo step è stato mettere in piedi un consiglio di amministrazione che andasse bene a tutti i soci. E così è stato fatto, con Davide Mondo presidente, Andrea Santagata amministratore delegato e con gli amministratori Gabriele Comuzzo, Gabriele Mirra e Roberto Zanaboni. Cda supervisionato da un comitato strategico (advisory board) di cui fanno parte alcuni fra i più importanti nomi del mercato pubblicitario e media nazionale: Paolo Ainio di Banzai, Antonio Converti di Italiaonline, Massimo Ghedini di A. Manzoni & C. (la concessionaria del Gruppo L'Espresso), Stefano Sala di Publitalia e Raimondo Zanaboni di Rcs MediaGroup. Il secondo step è stato superato poche settimane fa con la creazione della squadra operativa. Sei professionisti coordinati da Bernardo Notarangelo, manager con un'esperienza di oltre 25 anni nella comunicazione e incarichi di vertice in Rai, Fininvest, Sole 24 Ore, Matrix e Future Media. "Ho accettato questa nuova sfida perché credo che Gold 5 abbia caratteristiche per assicurarsi una posizione di leadership nel suo settore, capace anche di contrastare i potenti player del digital advertising internazionale", dice Notarangelo. "Nessuno ha alle spalle una forza editoriale paragonabile alla nostra, che annovera brand come Corriere della Sera , Repubblica , L'Espresso e La Gazzetta dello Sport , Libero e Virgilio , TgCom24 , GialloZafferano , Studenti.it e Donna Moderna ". Grazie alle testate e ai portali dei soci di Gold 5, la concessionaria ha una copertura tale da raggiungere una reach dell'89% sul totale web su base mensile, cioè 25 milioni di italiani (dati Audiweb). "La nostra raccolta si aggiunge a quella che i soci di Gold 5 portano avanti autonomamente sulle loro testate ed è gestita in modo da non creare sovrapposizioni", spiega Notarangelo. "Noi infatti non vendiamo singoli brand ma target o meglio pacchetti di target che assicurano ai clienti la migliore concentrazione sui pubblici di maggior valore. Ad esempio, sul target uomini 25-54 raggiungiamo il 74% della popolazione in Rete attraverso brand quali Repubblica , Corriere della Sera , TgCom24 , Virgilio e Post . Con siti come Donna Moderna , Lei , GialloZafferano , D-La Repubblica e Io Donna copriamo il 69% della popolazione femminile, mentre raggiungiamo il 66% dei giovani tra i 15 e i 34 anni con Studenti.it , Gazzetta dello Sport , Libero.it , In Sella e Radio R101". Gold 5 ha scelto di concentrare la sua offerta su un paio di formati: il masthead, che con le sue notevoli dimensioni cattura la massima attenzione, e il più classico box 300x250. "In tempi brevi partiremo anche con un'offerta di programmatic advertising", annuncia Notarangelo. "È la tecnologia che consente il trading di spazi pubblicitari tra advertiser e publisher" (vedi Prima n. 453). Nella gestione della concessionaria Notarangelo è affiancato dal responsabile commerciale Andrea Cugnasca, manager dalla ventennale esperienza in campo pubblicitario digitale e televisivo in Publitalia, Telepiù Pubblicità, Matrix, Msn e Italiaonline. Cugnasca opera a diretto riporto anche di Andrea Santagata. "I nostri obiettivi per l'anno prossimo coincidono con le motivazioni della creazione di Gold 5", spiega l'amministratore delegato di Gold 5. "Vogliamo essere rilevanti nell'offerta video display nazionale, erodendo quote di mercato ai big player internazionali. In particolare vogliamo valorizzare la capacità dell'insieme dei nostri bacini di raggiungere audience comparabili, e a volte addirittura superiori, a quelle della televisione, con il vantaggio di poter pianificare in base a target specifici". Nel team operativo, accanto a Notarangelo e Cugnasca, da novembre c'è anche Federico Besnate con il ruolo di responsabile marketing: un manager con una solida esperienza nel settore, maturata prima in Starcom e, da ultimo, in Fox. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PUBBLICITA' DIGITALE 02/12/2014 Prima Comunicazione - N.455 - novembre 2014 Pag. 124 (diffusione:15000, tiratura:20000) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Roberto Borghi Foto: Il team operativo di Gold 5; da sinistra: il responsabile commerciale Andrea Cugnasca, il direttore Bernardo Notarangelo e il capo del marketing Federico Besnate. 02/12/2014 Prima Comunicazione - N.455 - novembre 2014 Pag. 144 (diffusione:15000, tiratura:20000) YAHOO! FA PIÙ SOLDI CON IL SEARCH ADVERTISING CHE CON I BANNER Dopo un anno e mezzo di declino nei ricavi pubblicitari, Marissa Mayer, ceo di Yahoo!, ha annunciato una crescita dell'1% nel terzo trimestre 2014, quando i ricavi pubblicitari del gruppo hanno raggiunto gli 1,15 miliardi di dollari. A garantire questo primo risultato positivo è stato il search advertising che oggi porta a Yahoo! più entrate del display advertising. Il search adv è cresciuto infatti del 4% sul terzo trimestre 2013, raggiungendo 452 milioni di dollari di ricavi, grazie all'incremento del 17% che Yahoo! ha imposto alle aziende nel pagamento per ciascun click. Le entrate derivanti dai display ads, invece, sono scese del 5% a 447 milioni di dollari, perché l'incremento nelle vendite dei banner (+24%) non è riuscito a compensare il calo del 24% del prezzo unitario. Stando alle dichiarazioni di Mayer, il display advertising tornerà a crescere nel 2015, soprattutto grazie agli Yahoo Stream Ads - il formato pubblicitario nativo integrato al feed di notizie, che prevede sezioni promozionali chiaramente segnalate all'interno della pagina web e integrate all'articolo che l'utente sta leggendo: un formato che nel terzo trimestre 2014 ha rappresentato il 44% delle entrate complessive della pubblicità display. Yahoo! può contare su 800 milioni di utenti unici al mese a cui si aggiungono 450 milioni di fruitori mobili, dato questo in crescita, come in crescita sono i ricavi dalla pubblicità mobile, che ammontano a circa 200 milioni di dollari. Per il nuovo anno il gruppo si attende un contributo superiore ai 100 milioni di dollari da Tumblr, acquisito nel maggio 2013 per 1,1 miliardi di dollari. Foto: Marissa Mayer, ceo di Yahoo! ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GLOBAL BUSINESS 02/12/2014 Technopolis - N.11 - dicembre 2014 Pag. 38 A che ora è... l'inizio dell' AGENDA ? ma il piano di digitalizzazione della PA italiana, anche rispetto all'Europa, procede a rilento. Lo stallo su molti progetti è ormai evidente e lo spread digitale della nostra economia è di 25 miliardi di euro l'anno. Eppure le soluzioni ai problemi esistono. Dal 2012 a oggi sono stati resi operativi solo 18 dei 53 provvedimenti attuativi e per alcuni degli obiettivi del piano di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana si contano oltre 600 giorni di ritardo. Nei prossimi sette anni, secondo le stime, saranno disponibili 1,7 miliardi di euro l'anno per finanziarla, sommando i contributi dei fondi europei a gestione diretta e indiretta. Tutto risolto? Neppure per sogno, perché manca un piano chiaro e organico delle azioni da realizzare e anQualcosa si muove, che delle risorse a disposizione. Nonché una definizione precisa degli obiettivi. Manca ancora, in parole povere, una "governance" chiara e definita in termini di responsabilità. Il quadro, poco rassicurante, emerge dall' Osservatorio Agenda Digitale curato dal Politecnico di Milano . Aggiungiamoci il fatto che l'Italia si conferma fanalino di coda in Europa per livello di digitalizzazione (ce lo dice la Digital Agenda Scoreboard dell' Unione Europea ), ed ecco che l'intervento di Babbo Natale cui facevamo riferimento nell'articolo di pagina 9 si rende ancora più necessario. La bacchetta magica per dare fiato allo sviluppo dell'e-commerce, dell'utilizzo di Internet e dei servizi di e-Government, però, non ce l'ha neppure lui. Occorre lavorare, dicono i ricercatori del Politecnico, là dove si registrano i ritardi maggiori e quindi su materie quali fatturazione e pagamenti elettronici, identità, sanità e giustizia digitale, smart city. Ma questo lo sappiamo da tempo. Come sappiamo anche, e ce lo ha ricordato Confindustria Digitale nella sua ricerca Fattore Ict , che il Pil italiano per occupato segna gap preoccupanti rispetto agli altri Paesi forti. Lo spread digitale tra la nostra e le altre economie europee ammonta a circa 25 miliardi di euro l'anno e, come sottolineato dal presidente dell'ente, Elio Catania , questo significa "mancati investimenti in innovazione che ancorano l'economia italiana ad assetti e processi obsoleti". La soluzione a questa pericolosa deriva? "Riprendere a investire in Ict, puntando sulla trasformazione digitale del Paese", dice Catania. Appunto. Ma non ci dovrebbero essere un'Agenda e un'Agenzia a guidare questa inversione di rotta? Ci sono, ma evidentemente chi ne detiene la responsabilità non ha ancora trovato la strada giusta per portare a termine un compito sicuramente non facile. La colpa (e anche questo concetto lo sentiamo da tempo) è della mancanza di un impianto normativo in grado di incentivare la spesa in tecnologie delle imprese, di sostenere lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione, di agevolare la realizzazione di partenariati pubblico-privati per il co-finanziamento dei progetti di razionalizzazione della PA. La confusione, in seno alla Pubblica Amministrazione, al momento sembra perseverare. Si dovrebbe dare per scontata, come alcuni suggeriscono, la necessità di un monitoraggio permanente dell'impatto dei decreti attuativi dell'Agenda, condizione per poter predisporre tempestivamente gli opportuni interventi correttivi. Ma non per tutti, evidentemente, è così. Le priorità dell'Agid Nel frattempo possiamo forse trovare stimoli in quel che succede su scala europea: a livello Ue sono state già attuate 55 delle 127 azioni pianificate nel piano Digital Agenda 2020 e solamente quattro azioni appaiono in ritardo. Alessandra Poggiani , titolare della poltrona dell' Agenzia per l'Italia Digitale , al momento si sta concentrando soprattutto sull'attuazione di tre progetti: identità digitale, anagrafe unica e fatturazione elettronica. "Tre progetti strategici", ha detto di recente Poggiani, "che devono essere realizzati perché su questo giochiamo la nostra credibilità nel portare avanti l'idea di un'Italia digitale e quindi proiettata nel futuro". Proviamo a vedere a che punto siamo, riportando l'aggiornamento reso noto circa un mese fa proprio dal Direttore dell'Agid. La fatturazione elettronica è partita da tempo ed è una realtà per milioni di imprese. Dal 6 giugno scorso, ministeri, agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza e assistenza sociale ricevono obbligatoriamente le fatture in formato elettronico. Ora è il turno di tutte le amministrazioni locali. L'identità digitale è uno dei mattoncini fondamentali che permetterà di semplificare il rapporto fra cittadini e Pubblica Amministrazione e di ampliare il numero di servizi accessibili online. L'anagrafe unica è l'infrastruttura ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ITALIA DIGITALE 02/12/2014 Technopolis - N.11 - dicembre 2014 Pag. 38 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato centrale che dalla fine del 2015 si farà carico di accogliere i dati a oggi residenti sulle 8.100 anagrafi comunali, andando a costituire un punto unico di riferimento, sempre aggiornato, per le informazioni anagrafiche e di domicilio dei cittadini italiani residenti in Italia e all'estero. Ai tre progetti al centro dell'azione dell'Agenzia, che la Poggiani qualifica come "molto ambiziosi e per cui serve una vasta e proficua collaborazione tra enti e amministrazioni", si aancano le altre misure per cui si attende il decreto attuativo. In capo a tutto c'è il piano di riduzione sostanziale del numero dei data center (oggi tutta la macchina pubblica opera con circa 4mila Ced, Centri elaborazione dati) che dovranno erogare i servizi digitali di cui sopra. Gianni Rusconi Un piano industriale per l'Italia digitale, l'individuazione di "best sector" ai quali dare priorità e un fondo ad hoc per le aziende che intendono investire nelle nuove tecnologie. Sono queste le proposte che Anfov ha presentato a Smau Milano 2014. "L'Agenda digitale", ha osservato Roberto Azzano , responsabile dell'Osservatorio e vicepresidente dell' Associazione per la convergenza dei servizi di comunicazione , "si sta trasformando in una serie di misure solo per la PA. Ma questo risolve soltanto una parte dei problemi". Tutto il sistema italiano deve passare al digitale e per fare questo, dicono da Anfov, serve un piano industriale per investire sulle eccellenze e per evitare di distribuire i fondi a pioggia. Il quadro delle risorse, infatti, è incerto: ai 900 milioni di euro in arrivo dalla Ue si aggiungono un miliardo (di cui 500 milioni già spesi) proveniente dal piano nazionale banda larga e altri 547 milioni per l'ultra broadband al Sud, dove però fioriscono troppe iniziative non coordinate fra loro. Gli interventi, questo invece è certo, sono necessari. Secondo un'indagine dell' Agicom , l'Italia si piazza in 47esima posizione al mondo per velocità dei collegamenti Internet, con una media stimata di 5,2 Mbps. La situazione potrebbe migliorare con il varo del piano "Banda ultralarga 20142020", la nuova iniziativa del Governo Renzi mirata a colmare le lacune degli investimenti privati. I fondi pubblici serviranno, cioè, a realizzare la rete ultra veloce nelle aree "a fallimento di mercato", dove gli operatori non sono interessati a investire. Luigi Ferro soldi, pRoGETTI e idee per il futuro Foto: "Sui progetti strategici dell'Agenda ci giochiamo la credibilità nel portare avanti l'idea di un'Italia digitale e quindi proiettata nel futuro 01/12/2014 360com Pag. 3 La rivoluzione per gli e-tailer del Made in Italy è cominciata anche 360com ha partecipato all'" e-commerce people summit 2014" di venezia, dove è stato aFFrontato il tema della digitalizzazione e internazionalizzazione del tessuto connetti vo dell'economia italiana: le piccole e medie imprese Nella serata di giovedì 27 novembre 360com ha partecipato a "ecommerce people summit 2014", un evento organizzato dall'azienda veneta FiloBlu per celebrare il suo quinto anno di attività, in un'ottica di continua propensione all'innovazione tecnologica e confronto con top player del settore. "E-commerce tra presente e futuro" è stato il tema del meeting, in una location d'eccezione che pare fuori dal tempo, Villa Farsetti di Santa Maria di Sala (Venezia). La conferenza è stata una tavola rotonda accattivante, durante la quale i responsabili dei diversi settori operativi di FiloBlu hanno posto domande e chiesto chiarimenti rispetto al processo di digitalizzazione e internazionalizzazione delle imprese a grandi esperti: Valerio Perego, head of agency partnership di Facebook Italia; Alessandra Domizi, industry manager retail di Google Italia; Christina Lundari, country manager della divisione advertising&online di Microso Italia; e Federico Zambelli Hosmer, head of market development di PayPal Italia. La piccola e media impresa è il tessuto connettivo del nostro Paese ed è necessario che sia al passo con i tempi perché possa sfruttare a pieno il suo potenziale. Ecco perché FiloBlu si propone come partner delle attività commerciali per la realizzazione di progetti ecommerce a tutto tondo, insourcing e full outsourcing, in ambito fashion, sportswear, design e food. Dal summit emerge che, nonostante il canale di vendita online rappresenti attualmente un boom, in Italia solo il 4% delle aziende vende in rete, contro il 15% della media europea. Siamo superati perfino dalla Grecia e siamo all'ultimo posto in Europa per i pagamenti elettronici, considerato che l'83% avviene ancora in contanti. Ma è una vera opportunità per il Made in Italy quella che si cela dietro a questi dati: dalla tavola rotonda emerge che nel mondo le ricerche che hanno a che fare con il Made in Italy crescono al ritmo del 18% all'anno e che l'utente medio, nel 27% dei casi, spende in nazioni straniere alimentando, quindi, un business crossborder. Una grande occasione di crescita per il nostro export, che bisogna saper cogliere con strumenti specifici. L'azienda animata dallo spirito del pirata Il 2014 è sicuramente un anno da festeggiare per il brand FiloBlu: non solo ha visto quadruplicato il fatturato rispetto allo stesso periodo del 2013, con aumento dell'organico da 4 a 60 persone in cinque anni, ma ha visto anche la recente apertura delle sedi di Milano, Napoli e Londra, a testimonianza della spinta di crescita e internazionalizzazione che accompagna FiloBlu, oggi, in Italia e all'estero. Per sostenere l'attuale trend di crescita è previsto lo sbarco anche in Usa, Russia e Cina, focalizzandosi nei settori luxury, beauty, design & food. E 360com ha chiesto a Christian Nucibella, fondatore e ad di FiloBlu, quale sia stato il segreto di questo successo. Il manager ha risposto sorridendo: «Lo spirito del pirata, che ti porti a non temere gli ostacoli e guardare oltre i confini conosciuti, caratteristica del nostro team ha rimarcato -. E' in atto una rivoluzione: la gente, fino a poco tempo fa, si informava sui siti e comprava nel luogo fisico. Ora succede il contrario, soprattutto tra i giovani che visitano il negozio fisico e poi comprano online. E non solo, ora il consumatore vuole essere sempre in contatto con il brand. Aanchiamo, quindi, le imprese nel processo di digitalizzazione e internazionalizzazione con il giusto ritmo, tempo e soluzione. Ma senza dimenticare gli asset strategici delle nostre origini italiane, soprattutto in termini di creatività, artigianalità, emozione. Il Made in Italy è un valore importante per il successo di uno store online che guarda al mercato estero e che deve essere percepito dal consumatore anche a livello di usability e customer engagement». Interattività e tecnologia per arricchire il rapporto tra pubblico e brand Come ha sottolineato Christina Lundari, country manager della divisione advertising&online di Microso Italia, «La digitalizzazione del business rappresenta una opportunità incredibile per le aziende italiane e per promuovere il Made in Italy in tutto il mondo. Il pubblico dei nativi digitali ci insegna che già oggi l'unica strategia commerciale vincente è quella dell'omnicanalità. I consumatori, sempre di più, vorranno comprare su più canali e avere a disposizione ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il gruppo Filo Blu ha indagato sul commercio elettronico tra presente e Futuro in un'ottica di continua propensione all'innovazione tecnologica 01/12/2014 360com Pag. 3 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato subito il prodotto che cercano; e saranno sensibili a oerte e servizi altamente personalizzati. Le aziende devono prepararsi a rispondere a queste esigenze per non perdere una grande opportunità, anche rispetto alla competizione che può arrivare da oltre confine. Arontare questa sfida - ha continuato Lundari - significa riorganizzare la propria azienda con l'obiettivo di integrare perfettamente i propri servizi, dal magazzino alla logistica, dal Crm alla business intelligence fino alla comunicazione. In questo modo si può rispondere in modo immediato e puntuale alla domanda di mercato con un marketing one to one che risponderà alle preferenze dei singoli individui. La tecnologia consente, inoltre, di rendere la comunicazione molto più ingaggiante». I consumatori comprano storie, emozioni, passioni, soprattutto nei comparti moda e lusso. Il web può arricchire la relazione del brand con il proprio pubblico perché presenta diversi vantaggi rispetto agli altri mezzi. Il grande plus di internet è di essere un mezzo interattivo in cui l'utente può interagire con un click per entrare in un mondo di marca, intrattenersi e comprare. «La nostra specializzazione - ha specificato Lundari - è quella di creare format di pubblicità altamente coinvolgenti, come la gamification, attraverso la quale il pubblico, divertendosi, impara a conoscere il brand. Inoltre, internet permette una profilazione senza uguali che evita dispersioni di denaro per dare il messaggio giusto, nel momento giusto, alla persona giusta». Emerge, quindi, l'importanza di saper profilare gli utenti, che prevede una capacità di analisi delle informazioni specifica per veicolare i messaggi al target corretto. Fattori che ci riportano a un altro tema del summit: la crescita del social commerce, ovvero della promozione del proprio business online su piattaforme social. Come ha spiegato Valerio Perego, head of agency partnership di Facebook Italia: «Facebook ha in Italia 20 milioni di utenti, di cui 16 da piattaforma mobile. Quello che è interessante sottolineare è che non sono semplicemente users, ma persone con la loro vita digitale di cui ci fanno conoscere anche gusti e interessi. Grazie alla Business Metrics - ha spiegato Perego -, uno strumento di analisi che integra il contesto di ricerca alle logiche di business, possiamo targetizzare il nostro pubblico in base a cluster di riferimento che sono stati individuati, nel nostro caso, grazie a ricerche condotte con istituti specializzati a definire i parametri di misurazione. Il futuro, in questo senso, è una comunicazione profilata one to one, è questa l'incredibile risorsa da sfruttare per quanto riguarda il social commerce». Semplificare le operazioni e localizzare per avere successo A questo proposito, Federico Zambelli Hosmer, head of market development di PayPal Italia, fa riettere sulla user experience del target profilato: «Grazie alla nostra piattaforma di compratori che conta 157 milioni di utenti attivi, di cui 4 milioni in Italia, che processa 7.000 dollari al secondo nel terzo trimestre, abbiamo potuto analizzare il comportamento dei consumatori online con studi mirati, arrivando a dati sorprendenti: ben il 23% degli acquirenti abbandona un sito quando deve lasciare i suoi dati e registrarsi e il 45% interrompe il percorso di acquisto perché non si ricorda le credenziali di accesso. E' quindi fondamentale, per un corretto e proficuo business online, semplificare il processo di acquisto e trattare gli utenti come persone fisiche e reali, investendo per rendere la loro user experience, e quindi l'acquisto online, un'esperienza piacevole e facile. Per esempio, grazie a strumenti che ricordano le credenziali della nostra carta di credito, rendendo un acquisto quanto più immediato e semplice possibile. Se le opportunità per l' ecommerce Made in Italy sono soprattutto nell'export, non bisogna pensare che un negozio virtuale pensato per l'Italia possa andare bene anche per l'estero». Alessandra Domizi, industry manager retail di Google Italia, ha sottolineato: «Bisogna innanzitutto conoscere il mercato finale per avere alte possibilità di successo. Per esempio, in Giappone le ricerche mobile hanno superato quelle da desktop, per cui sarebbe impensabile penetrare quel mercato senza una strategia mobile ad hoc. Inoltre, bisogna lavorare alla brand awareness anche nel Paese di destinazione del messaggio e far sapere che il nostro progetto è online. Quando si intercetta un utente per la prima volta ha inizio una conversazione, ma poi bisogna essere costanti per portarla avanti in maniera coerente con i valori del brand. Crediamo che per le piccole e medie imprese italiane ci sia un vero potenziale inespresso nell'ecommerce: la domanda c'è e sta crescendo. Per questo abbiamo sviluppato tre progetti per aiutarle a sfruttare questa opportunità per il Made in Italy: lavoriamo con 52 camere di commercio italiane grazie a cento giovani che operano nei distretti delle eccellenze italiane per farsi portavoce del mezzo digitale per aiutare l'espansione all'estero. Il secondo progetto si chiama 01/12/2014 360com Pag. 3 ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Eccellenze in Digitale", un portale in cui le aziende possono trovare risorse e strumenti per valutare con precisione il loro potenziale all'estero. Infine, abbiamo lanciato google. it/madeinitaly, un progetto per promuovere le eccellenze e i casi di successo italiani all'estero grazie a una finestra di visibilità». 01/12/2014 360com Pag. 14 Technology Fast 500 Emea di Deloitte: l'exploit di Widespace la società è entrata nella classiFica in c ui Figurano i player di media, tlc e "green" con il più alto tasso di crescita «Raggiungere una delle prime posizioni della classifica Technology Fast 500 Emea di Deloitte è la dimostrazione della corretta intuizione e della forza della nostra idea di business: pubblicità premium per dispositivi mobili. La combinazione dei nostri asset, e mi riferisco agli annunci che fanno vivere una ricca esperienza digitale, al corretto posizionamento dell'advertising rispetto al contesto e al target di rifermento e alla nostra tecnologia - favorisce il positivo impatto di un brand sui consumatori. La nostra crescita è sostenuta da un costante sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche, un incessante focus sull'innovazione e dall'assunzione dei migliori esperti di questo mercato». La dichiarazione si deve a Patrik Fagerlund, cofondatore e ceo di Widespace, e si riferisce alla classifica Technology Fast 500 condotta da Deloitte, che fornisce una panoramica delle società dei settori tecnologia, media, telecomunicazioni e "green" con il più alto tasso di crescita, private o pubbliche, in Europa, Middle East e Africa. La rilevazione si basa sulla percentuale di crescita del fatturato annuo fiscale riferito agli ultimi cinque anni. Durante questo periodo, il tasso di Widespace è cresciuto in misura davvero enorme, collocando in questo modo l'azienda al sesto posto della classifica generale e al primo nella sezione "soware". Poche settimane fa, in Svezia, Widespace ha conquistato il primo posto nella classifica Deloitte Technology Fast 500. Patrik Fagerlund e Henric Ehrenblad hanno fondato Widespace nel 2007: entrambi con un passato in Ericsson; i due manager hanno individuato fin dall'inizio l'enorme potenziale del mercato del mobile advertising e ne hanno seguito l'evoluzione: dallo sviluppo dei contenuti, favorito dalla migrazione della fruizione su dispositivi mobili, alle nuove tecnologie che stanno agevolando la distribuzione intelligente di tali contenuti verso gli utenti. Nel 2013, Widespace ha registrato un giro d'aari di 15,8 milioni di euro; oggi conta 215 dipendenti e una presenza in 9 paesi. «Anche se siamo cresciuti rapidamente durante i cinque anni di riferimento della classifica, riteniamo che il nostro viaggio sia appena iniziato - dice Fagerlund -. Tra pochi anni, oltre il 50% del consumo dei media sarà da mobile: noi puntiamo a essere l'azienda che guiderà le prossime tendenze». Widespace ha già ricevuto riconoscimenti per la sua rapida crescita e le sue tecnologie innovative. L'anno scorso, Computer Svezia ha riconosciuto Widespace come società hit dell'anno (di tendenza, innovativa, in crescita). Widespace è stata la prima azienda al mondo a introdurre i messaggi pubblicitari a comando vocale nei dispositivi mobili: per questa tecnologia l'azienda ha ricevuto un riconoscimento al Mobile Gala 2013, per la categoria mobile marketing dell'anno. Anche in Italia la filiale di Widespace, guidata da Filippo Gramigna, Head of Partnerships, e Nicolò Palestino, Head of Sales, sta continuando a crescere, grazie a nuovi accordi con i più importanti publisher nazionali. Decisivo il ruolo dei primi clienti premium che hanno scommesso sulle potenzialità di Widespace e sono stati ricompensati dalle ottime metriche di interazione tra utenti e formati pubblicitari. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ottima perFormance dell'azienda impegnata nel moBile advertising , con Focus su innovazione e risorse umane 02/12/2014 Promotion Magazine - N.155 - novembre 2014 Pag. 16 (diffusione:20971, tiratura:21780) I giovani parlano dei brand preferiti sui social network** (G. M.) 6 i TTastag nation: il marketing X -Lper la selfie generatimi" è il titolo del nuovo prosumer report, studio internazionale che Havas Worldwide, in partnership con Market Probe International, ha condotto su un panel di 10.574 persone di età superiore ai 16 anni in 29 paesi, tra cui l'Italia. Il campione di intervistati era costituito per l'80% da consumatori mainstream e per il 20% da prosumer, persone che hanno la capacità di anticipare i trend dai 6 ai 18 mesi, influenzando nelle scelte di acquisto e comportamento i consumatori mainstream. L'obiettivo della ricerca proprietaria, realizzata da oltre un decennio dal gruppo Havas, è quello di comprendere la relazione fra i giovani e i brand e come le aziende possono riuscire a raggiungere questa nuova generazione di giovani adulti compresa tra i 16 e 34 anni, considerata una fascia decisiva di mercato. A partire da luglio 2014, 145 milioni di foto sono state postate su Instagram dalle giovani generazioni sotto l'hastag #selfie. Gli adolescenti usano i social network per condividere le prime rappresentazioni di se stessi e del mondo che li circonda, e i brand sono a tutti gli effetti parte dell'universo sociale delle nuove generazioni: circa due terzi degli intervistati di età tra i 16-34 anni incoraggiano i loro amici verso i brand preferiti. A partire dai 18 anni i giovani cominciano a esprimere le preferenze nei confronti dei brand e a scegliere quelli che meglio li rappresentano. In Italia solo il 28,8% degli intervistati dichiara che i brand non prendono sufficientemente sul serio i giovani. Il 62% dei giovani italiani considera importante il ruolo dei brand "nel generare contenuti creativi on line" per alimentare i propri canali social e condividere esperienze aiutandoli a esprimersi ed emergere sulla rete e nella società. Anche in Italia sono i giovani, più che gli over 34, ad affermare che la cultura pop ha contribuito a formare la loro personalità (44,4%) e i loro atteggiamenti (46,6%). Rispetto alle generazioni precedenti, in questa nuova era sono i brand tecnologici quelli preferiti dai giovani e diventano parte delle loro self identity. Samsung, Google, YouTube, PayPal e Facebook sono tra i primi 5 posti della top 10 di questo millennio (secondo i più recenti sondaggi di Brand Momentum, ricerca proprietaria di Havas Worldwide). Come dimostrano i dati, qualsiasi brand può essere tecnologico grazie all'utilizzo di sistemi digitali che permettono di offrire qualcosa di nuovo e innovativo per i consumatori. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato mercati & marketing SCENARI 02/12/2014 Promotion Magazine - N.155 - novembre 2014 Pag. 50 (diffusione:20971, tiratura:21780) Dalla tecnologia più comarketing tra industria e trade I nuovi media possono aiutare le aziende a investire in modo più efficiente i propri budget pubblicitari e promozionali. E la collaborazione tra marche e insegne può favorire comunicazioni più mirate Filippo Genzini* Uno dei primi numeri di ottobre della newsletter di Advertising Age Digital annunciava che i grandi magazzini inglesi John Lewis hanno premiato Localz in qualità di applicazione più innovativa nell'ambito di un concorso riservato alle start-up. L'app, realizzata qualche mese prima da un team di giovani australiani utilizzando i beacon, ma anche tecnologie "più tradizionali" come il wifi, il gps e la near field communication, riconosce i clienti all'ingresso del negozio indirizzandoli il più rapidamente possibile al punto di consegna degli acquisti click & collect. I cui addetti a loro volta possono essere allertati in anticipo. Lo stesso sistema si presta poi a guidare la clientela attraverso i reparti, alla ricerca degli articoli e delle marche elencati in una lista dei desideri. Tra i motivi che hanno convinto John Lewis ad avviare anche una collaborazione con il team di Localz dopo averlo premiato, il fatto che i fondatori avessero maturato dell'esperienza nell'integrazione di progetti in ambiti tecnologici complessi quanto consolidati in ambiente bancario. All'inizio dell'estate un articolo di Advertising Age annunciava invece che Walmart avrebbe cominciato a utilizzare la piattaforma Walmart Exchange (Wmx] per ottimizzare gli investimenti in comunicazione digitale propri e dei suoi fornitori. Considerando le dimensioni di massa ormai raggiungibili dal marketing digitale, il distributore numero uno al mondo ha infatti deciso di raccogliere in un'unica soluzione i dati degli scontrini così come quelli relativi ai comportamenti digitali e nei social media dei suoi clienti. La piattaforma è dedicata all'ottimizzazione degli investimenti di Walmart in comunicazione digitale, ma è anche messa al servizio dei fornitori affinchè possano misurare l'impatto delle loro attività di comunicazione sulle vendite presso Walmart. E, non disponendo di una carta fedeltà, e quindi di un data warehouse delle transazioni in grado d'identificare i clienti e tracciare i loro comportamenti nel tempo, Walmart userà le informazioni create dalla nuova app, il Saving Catcher Program, che consente alla clientela di caricare lo scontrino sullo smartphone o il computer per confrontare i prezzi pagati e ottenere un eventuale rimborso qualora siano più alti di quelli della concorrenza. Un meccanismo piuttosto macchinoso che testimonia, tuttavia, l'importanza attribuita dal colosso della distribuzione alla profllazione della clientela e il suo interesse a usarla per misurare l'efficacia e l'efficienza delle attività di marketing. SocietàcomeDunnhumby, Eyc, 50ne e Emnos, solo per citare le più conosciute, lavorano a fianco dei singoli distributori per aiutarli a condividere tali informazioni con i loro fornitori al fine di realizzare attività di marketing sempre più rilevanti per la clientela e quindi efficaci. Unico esempio di business model che mi viene in mente dove è una terza parte a consentire alle marche industriali di pianificare campagne promozionali e di comunicazione su target mirati, definiti in funzione dei loro comportamenti d'acquisto utilizzando le informazioni delle carte, è quello offerto da Catalina. Che pure offre una serie di garanzie alle insegne che fanno parte del suo network. Distinguo a parte, si tratta in fondo di approcci che contribuiscono a spostare dei budget di marketing dalla comunicazione classica verso attività che ruotano intorno ai punti di vendita. Oggi appaiono infatti evidenti almeno quattro tendenze di fondo. La comunicazione digitale ha reso popolari concetti quali big data, tracking dei comportamenti, segmentazione e frammentazione dei target, già ben chiari da almeno una decina d'anni a chi si occupa di retail. Le aziende di distribuzione hanno raggiunto livelli di promozionalità indifferenziata di massa tali da pregiudicare la marginalità e, allo stesso tempo, la fedeltà dei clienti migliori. Le vecchie e inefficienti pratiche promozionali potranno essere eliminate solo se si troveranno nuove modalità di coinvolgimento dei fornitori, per recuperare e possibilmente accrescere i già rilevanti contributi promozionali, dati ovviamente per acquisiti. Decine di start-up si affacciano ogni giorno sul mercato con l'obiettivo di mettersi al centro della relazione produzione distribuzione - clientela. Alcune con la consapevolezza della complessità indotta tanto dalle relazioni tra le parti quanto dagli aspetti d'integrazione a livello di tecnologia. Altre, e non sono poche, ignorando invece una ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato loyalty MONITOR 02/12/2014 Promotion Magazine - N.155 - novembre 2014 Pag. 50 (diffusione:20971, tiratura:21780) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato o entrambe queste criticità. Tra le soluzioni più proposte quelle che consentono di contattare il cliente direttamente sul punto di vendita per veicolargli pubblicità, promozioni e contenuti informativi. Estremamente potenti in tutti i processi decisionali d'acquisto che si perfezionano in store, in particolar modo se relativi a prodotti problematici. In questo caso la localizzazione precisa del cliente, in termini di area del negozio e di scaffali, è consentita tuttavia solo al distributore, che ha quindi un vantaggio ben definito nell'adottare piattaforme basate per esempio sui beacon, come accade negli Apple Store e più di recente in catene di department store, come Macy's. Differente l'obiettivo di Walmart, la cui soluzione, partendo dalla lista della spesa scaricata sullo smartphone, consente di visualizzare il percorso tra gli scaffali, conoscere i prezzi e le offerte speciali e individuare eventuali out of stock. In questo caso si cerca di offrire un'app di servizio che aiuta tuttavia anche a incrementare lo scontrino, stimolando acquisti d'impulso. In casi simili l'interazione tra il cliente e il sistema informativo, o almeno con una porzione di questo, è governata dal distributore, che veicola quindi anche comunicazioni ed eventuali promozioni dei fornitori. Là dove il processo d'acquisto parte da lontano, la pubblicità e il sito web assumono un ruolo determinante nel formarsi della decisione. Anche in questo caso sono molteplici le opportunità di collaborazione tra insegna e brand per integrare comunicazione classica e non nell'esperienza on e off line. Un cliente può guadagnare sconti da spendersi nei negozi dimostrando di aver acquistato determinati prodotti, fotografandone le confezioni o scannerizzandone il codice a barre o lo scontrino, oppure assistendo alla pubblicità della marca in televisione o anche on line, o andando a visitare il suo sito o distribuendo sue comunicazioni sui social media. Molto spesso il premio per tali comportamenti virtuosi del cliente è rappresentato da buoni spesa o coupon per l'acquisto di prodotti del brand. Il che lega in modo sempre più indissolubile, con un approccio olistico o sistemico che si voglia, above e below thè line, così come on e off line. Un esempio recente è rappresentato dalla campagna di McDonald's in Svezia a sostegno del lancio della linea dei frullati nei suoi negozi. Un gioco realizzato sincronizzando la pubblicità televisiva e lo smartphone consentiva d'indovinare il gusto di frutta vincente, presentato con due alternative in un primo passaggio e comunicato in un secondo spot al termine dello slot pubblicitario. Ai vincitori un buono per un frullato gratuito. Premio consistente in una prova di prodotto e meccanica coerenti con gli obiettivi della catena e il profilo del target. Precisazione necessaria affinchè i soliti noti materialisti non recepiscano solo l'aspetto della promozione economica, sottovalutando in questo caso e in tanti altri la valenza di servizio insita nella possibilità di fornire informazioni di volta in volta sulle caratteristiche tecniche o organolettiche del prodotto, sulla sua filiera, sulla complementarietà con altri prodotti o servizi, ma anche le valenze di pura comunicazione, indispensabili oggi più che mai per differenziare una marca da un articolo convenience. Quali i possibili ostacoli per uno sviluppo massiccio dell'opportunità in chiave marketing offerta dalla diffusione dello smartphone come mezzo di comunicazione indissolubilmente e ubiquamente legato all'individuo? Una sottovalutazione delle dimensioni acquisite dal fenomeno da parte delle imprese di distribuzione; il tentativo di fornitori e terze parti di aggirare la concertazione con i distributori; l'utilizzo di modalità di comunicazione tradizionali applicate ai nuovi media. Se su smartphone e tablet si veicolerà la stessa pubblicità classica intrusiva e irrilevante programmata sui mezzi classici, non si sarà compresa la dimensione individuale del mobile e l'insofferenza dei suoi possessori per qualsiasi manifestazione d'incomprensione dei loro interessi e bisogni. In conclusione, i nuovi media possono aiutare le aziende a investire in modo più efficiente i propri budget pubblicitari e, soprattutto, promozionali a seconda degli obiettivi di breve o di lungo periodo e dei target di riferimento. L'approccio collaborativo tra marche industriali e insegne distributive è la modalità corretta per ottimizzare il risultato di fatturato, ma anche di risparmio, abbandonando i paradigmi di un vecchio modo di lavorare a vantaggio di comunicazioni e promozioni più mirate e pertanto rilevanti che mettono il cliente al centro. www.aroundmarketing.it Foto: A sostegno del lancio della linea dei frullati nei suoi negozi in Svezia, McDonald's ha proposto un gioco realizzato sincronizzando la pubblicità televisiva e lo smartphone che consentiva d'indovinare il gusto di frutta vincente. E il premio era un buono per un frullato gratuito. 02/12/2014 Promotion Magazine - N.155 - novembre 2014 Pag. 50 (diffusione:20971, tiratura:21780) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Per identificare i clienti e tracciare i loro comportamenti nel tempo, Walmart userà le informazioni create dalla nuova app, il Saving Catcher Program, che consente alla clientela di caricare lo scontrino sullo smartphone o sul computer per confrontare i prezzi pagati e ottenere un eventuale rimborso qualora siano più alti di quelli della concorrenza. Insegna e brand hanno numerose opportunità per integrare comunicazione classica e non nella esperienza on e off line 01/12/2014 ADV Express Sito Web Nel periodo considerato il Web segna 0,0%, il Mobile cresce del 25%, i Tablets calano del 16,7%, mentre Smart TV/Console aumentano del 18,2%. n allegato vi comunichiamo i dati di fatturato rilevati dall'Osservatorio FCP-Assointernet per il periodo Gennaio-Ottobre 2014, raffrontati allo stesso periodo del 2013. Ecco i dati di Fatturato per mese per DEVICE/STRUMENTO per il mese di OTTOBRE 2014: · Web 0,0% · Mobile +25,0% · Tablets -16,7% · Smart TV/Console +18,2% TOT. +1,0% Ecco il commento ai dati del presidente FCP Assointernet Roberto Zanaboni (nella foto), "Nel perimetro degli investimenti pubblicitari sul web monitorati da FCP, il mese di ottobre nell'anno precedente è stato il secondo a valore assoluto. L'andamento positivo, pertanto, è un ottimo segnale per l'ultimo trimestre di un anno caratterizzato da incertezza con conseguente andamento non lineare degli investimenti sui vari mezzi. Coerente coi mesi precedenti è stata invece, anche ad Ottobre, la crescita a due cifre degli investimenti sul Mobile". (In allegato la tabella) ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Osservatorio FCP-Assointernet: a ottobre investimenti a +1% 01/12/2014 ADV Express Sito Web Alessandra Trost, copywriter, e Maria Gabriela Galuppo, web developer, entrano nella unit Digital Marketing Communication Solutions dell'azienda/agenzia, sotto la guida di Sergio Müller. Alessandra Trost, copywriter, e Maria Gabriela Galuppo, web developer, entrano nella unit Digital Marketing Communication Solutions dell'azienda/agenzia, sotto la guida di Sergio Müller. Alessandra ha maturato la sua esperienza di copywriter in importanti agenzie digital come Euro RSCG 4d e Cayenne. Maria Gabriela, dopo aver iniziato la sua carriera in Venezuela nelle agenzie Novo Comunicaciones e Grafica Super, è approdata in Inventa CPM dove si è occupata di web design, flash developement, video editing. SP ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Due nuovi ingressi nel reparto creativo di A-Tono 01/12/2014 ADV Express Sito Web L'incarico, assegnato all'agenzia dopo un pitch internazionale, riguarda diversi i mercati, come Italia, UK, Germania, Francia e Spagna, nei quali la struttura seguirà gli aspetti owned e earned dei social media, compresi la creazione di contenuti e il dialogo con i 2,5 milioni di fan su Facebook. Dopo una gara internazionale, l'online marketplace eBay ha affidato a Naked Communications l'incarico di gestire la comunicazione sui social media a livello pan-europeo. Diversi i mercati interessati, quali Italia, UK, Germania, Francia e Spagna, nei quali l'agenzia londinese seguirà gli aspetti owned e earned dei social media, compresi la creazione di contenuti e il dialogo con i 2,5 milioni di fan su Facebook. "Ebay offre funzionalità - compri quello che vuoi quando vuoi - ed'engagement, fornendo ispirazione per acquistare prodotti da tutto il mondo. Avevamo bisogno di un partner che ci aiutasse a esprimere la forza di questoposizionamento e che coinvolgesse i consumatori con un programma di social media marketing e di produzione di contenuti impattante. Naked ha mostrato queste capacità sin dal primo giorno" ha dichiarato Bas Ellen, head of social media di eBay a livello europeo. La scelta di Naked consolida nelle mani di una sola agenzia l'incarico precedentemente gestito da Essence e Achtung!. Il media del valore di oltre 100 mln è gestito da Mediacom. Ricordiamo che Kijiji ha recentemente inglobato eBay Annunci e al vertice della nuova struttura è stato nominato il general manager Luke Miller (leggi news). EC ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato eBay affida a Naked la comunicazione sui social in Europa 01/12/2014 ADV Express Sito Web Facebook, LinkedIn e un sito web a cura dell'agenzia raccontano l'arrivo del Colonnello Harland Sanders e della sua KFC in Italia. La Social Business Agency Ambito5 è stata scelta da Kentucky Fried Chicken Italia come partner per il lancio e la gestione della comunicazione online in Italia. La strategia social sviluppata da Ambito5 avrà lo scopo di diffondere l'identità del brand attraverso dinamiche di engagement e storytelling. Le attività social studiate ad hoc accompagneranno infatti i fan italiani alla scoperta di KFC, una realtà ideata in America dal Colonnello Harland Sanders e cresciuta fino a diventare una delle più grandi catene della ristorazione veloce nel mondo, presente in più di 110 paesi. Nello specifico, in occasione del lancio in Italia, KFC ha affidato ad Ambito5 la realizzazione del sito web in lingua italiana, attività che si affianca a quelle di gestione del profilo ufficiale di LinkedIn e della pagina Facebook ufficiale, della quale Ambito5 gestirà la creazione di contenuti editoriali in grado di coinvolgere i fan in modo attivo e divertente e la pianificazione ADV. EC ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ad Ambito5 la comunicazione online di KFC Italia 01/12/2014 ADV Express Sito Web Initiative, network globale di comunicazione parte di IPG Mediabrands guidato in Italia da Vita Piccinini, ha studiato per la campagna una pianificazione adv integrata in televisione, stampa, cinema, affissione e digital. L'agenzia creativa è Fold 7. apri la gallery fotografica Pandora, in occasione dell'imminente periodo natalizio, torna on-air per comunicare una nuova collezione di anelli e i preziosi bracciali. Protagonisti della campagna sono pietre luccicanti, stelle luminose, pensate per rendere unico e lo stile di ogni donna. Il nuovo Spot TV di PANDORA presenta e celebra un viaggio romantico dedicato ai momenti indimenticabili della vita di una donna, narrato attraverso la prospettiva dei suoi gioielli, mediante il leitmotiv: "Qualunque momento speciale ti regali la vita, portalo con te. Scegli un gioiello PANDORA". L'agenzia creativa è Fold 7. Guarda lo spot . Al fianco di PANDORA, Initiative, network globale di comunicazione parte di IPG Mediabrands guidato in Italia da Vita Piccinini , che ha studiato una pianificazione adv integrata televisione, stampa, cinema, affissione e digital). La pianificazione televisiva privilegia la qualità in termini di posizioni e fasce orarie su tutti i principali canali delle piattaforme terrestre, digitale e satellitare con spot in diversi formati. A integrazione della campagna televisiva, PANDORA sarà protagonista anche nelle sale cinematografiche, sfruttando il grande impatto che il cinema esercita soprattutto sul pubblico più giovane. Il piano media studiato da Initiative, inoltre, include il presidio delle principali testate femminili, con una combinazione di formati speciali e pagine standard che mettono in luce la bellezza dei gioielli PANDORA, inseriti in una sorta di cielo stellato, in cui le nuance brillanti del blu e del bianco si alternano per rappresentare l'eternità della volta stellata. È invece pensato per raggiungere la fascia più dinamica del pubblico l'impiego della videocomunicazione all'interno del circuito ferroviario nazionale, allo scopo di coinvolgere i viaggiatori nei momenti di transito nelle stazioni. Sono inoltre previsti impianti statici qualitativi nelle principali città italiane, per supportare il traffico nei punti vendita in questo momento strategico dell'anno. Il planning si avvale, infine, anche di una videocomunicazione pianificata in sinergia con lo spot televisivo sulle principali web tv, con focus specifico sulle donne, e di adv display multiscreen sia su desktop che su mobile, con formati di grande impatto sul target femminile. ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Un viaggio indimenticabile nella nuova campagna Pandora pianificata da Initiative 01/12/2014 Engage.it Sito Web La querelle Google/Europa continua: ora l'Ue fa marcia indietro sulla "divisione" di Big G Dietrofront sulla separazione tra ricerca e attività commerciali delle attività del colosso di Mountain View in Europa votata dal Parlamento Europeo il 27 novembre. Oettinger, Ue: "Non è la soluzione migliore" Continua la querelle Google-Europa. Come riportato da Itespresso, sono bastate le poche parole pronunciate dal commissario Ue per l'economia digitale, Gunther Oettinger, per respingere la risoluzione sulla separazione di Google votata da 384 membri dell'Europarlamento, uniti contro il monopolio. Nello specifico, Oettinger ha dichiarato: "La separazione obbligatoria non penso sia la soluzione migliore".Insomma, l'ipotesi di una separazione tra le ricerche online e le attività commerciali del gigante di Mountain View in Europa, che ha provocato in primis le proteste degli Stati Uniti, ora vede anche l'Ue ammettere che il break up è praticamente impossibile da fare.Intanto, riporta Itespresso, Google è sotto indagine Antitrust dal 2010 e per le accuse di comportamenti anti-competitivi, rischia una multa da 5 miliardi di euro per abuso di posizione dominante in Europa, dove il motore di ricerca californiano detiene il 90% di market share.I problemi Antitrust riguardano: il modo in cui Google piazza la ricerca dei suoi servizi verticali rispetto ai prodotti rivali; come Google copia i contenuti da altri siti web da includere nei suoi servizi; l'esclusività di Google di vendere advertising nei termini di ricerca usati nelle interrogazioni; le restrizioni imposte agli inserzionisti quando passano da campagne pubblicitarie online a motori di ricerca rivali.Ma non finisce qui. Il motore di ricerca di Mountain View è oggetto di un assalto in tutta Europa: dalle questioni privacy alle proteste degli editori contro Google News, fino ai problemi Antitrust.Il nuovo commissario alla Concorrenza è Margrethe Vestager: al quarto anno di indagine, dovrà prendere una decisione. E il voto dell'Europarlamento indica una strada. Strada che il commissario tedesco Gunther Oettinger vede segnata: "Più che di separazione, parlerei di applicazione coerente del diritto europeo sulla concorrenza". ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 02/12/2014 67 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tecnologia SCENARIO POLITICO/ECONOMICO 57 articoli 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Comunione ai divorziati, il Papa dirà no» Il cardinale Scola: dobbiamo spiegare che il matrimonio è indissolubile, senza via d'uscita Aldo Cazzullo «C ome facciamo a dire a dei giovani che si sposano oggi che il matrimonio è indissolubile, se sanno che comunque ci sarà sempre una via d'uscita?». L'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, spiega in una intervista al Corriere della Sera il suo no alla comunione ai divorziati risposati, e aggiunge: «Credo proprio che papa Francesco non prenderà una posizione diversa». a pagina 27 Cardinale Scola, nel Sinodo la Chiesa si è divisa. Sono emerse una maggioranza e una minoranza. È normale? O è preoccupante? «La parola divisione è fuori luogo. Sono emerse posizioni diverse. C'è stato un confronto, talora serrato, sempre teso alla comunione. Non è una novità. Basta pensare ai Concili». Qual è la sua posizione? «Personalmente ho suggerito di pensare la questione alla radice, alla luce di una riflessione antropologica sulla differenza sessuale e, sul piano teologico, approfondendo il rapporto matrimonio-eucaristia. E ho fatto una proposta che va nella direzione, indicata più volte anche dal Papa, di restare fedeli alla dottrina, ma di rendere più vicine al cuore della gente e più rapide le verifiche di nullità del matrimonio. Ho lanciato l'idea di coinvolgere nelle procedure più direttamente il vescovo». Senza che i fedeli debbano pagare? «Al riguardo circolano parecchie leggende metropolitane. La Cei da tempo garantisce il finanziamento dei tribunali e ha introdotto avvocati pubblici gratuiti. Oggi in Italia chiunque vuole aprire una causa di verifica di nullità lo può fare anche se non ha i soldi. Se poi ci sono degli avvocati che si fanno pagare abusivamente, questo va duramente colpito». Ma sul punto della comunione ai divorziati risposati, qual è la sua posizione? «Ne ho discusso intensamente, in particolare con i cardinali Marx, Danneels, Schönborn che erano nel mio "circolo minore", ma non riesco a vedere le ragioni adeguate di una posizione che da una parte afferma l'indissolubilità del matrimonio come fuori discussione, ma dall'altra sembra negarla nei fatti, quasi operando una separazione tra dottrina, pastorale e disciplina. Questo modo di sostenere l'indissolubilità la riduce ad una sorta di idea platonica, che sta nell'empireo e non entra nel concreto della vita. E pone un grave problema educativo: come facciamo a dire a dei giovani che si sposano oggi, per i quali il "per sempre" è già molto difficile, che il matrimonio è indissolubile, se sanno che comunque ci sarà sempre una via d'uscita? È una questione poco sollevata, e la cosa mi stupisce molto». Quindi al Sinodo lei ha votato con la minoranza? «Semmai con la maggioranza, anche se non ragionerei in questi termini: sulle proposte che non hanno raggiunto i due terzi può esserci stato un voto trasversale. Certo la posizione del magistero a me è sembrata, nelle relazioni dei "circoli minori", decisamente la più seguita». Se invece alla fine del Sinodo il Papa prendesse una posizione che lei non condivide? «Credo proprio che non la prenderà. Ma da questo dibattito è già uscita, e si rafforzerà, un'attenzione sia ai divorziati risposati sia agli omosessuali che finora non c'era. I benefici del vivace dibattito sinodale sono già evidenti. Tanto più perché ha fatto emergere un contenuto fondamentale: la famiglia come soggetto, e non più solo oggetto, di annuncio del Vangelo. La famiglia è chiamata a testimoniare la bellezza di affrontare con lo sguardo della fede il quotidiano: affetti, lavoro, riposo, dolore, male, procreazione e educazione, costruzione di vita buona. Insomma, a fare davvero un'esperienza di Chiesa in uscita da se stessa». Il Papa potrà anche lasciare immutata la dottrina, ma è indubbio che abbia spostato l'accento su altri temi, in particolare sul sociale . SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 69 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Dobbiamo riconoscerlo: lo stile - ma lo stile, diceva Lacan, è l'uomo - di questo Papa ha rappresentato per noi europei una pro-vocazione, nel senso etimologico della parola. Ci ha messo davanti l'urgenza di assumere il nostro compito di cristiani in maniera diversa. E questo porta con sé una salutare dose di destabilizzazione, perché uno se non è provocato non cambia. Comunque io ho visto nel Sinodo, ma anche nelle congregazioni pre-Conclave, uno spessore di comunione millenaria. Essa urge tutti a riconoscere nel ministero petrino il pilastro che garantisce l'unità della Chiesa. Ci può essere un dialogo acceso, anche dialettica e momenti di incomprensione, ma alla fine tutti convergiamo lì. Lo stile del Papa chiede a ciascuno di noi fedeli l'umiltà di ascoltarlo molto e di entrare nella sua prospettiva. Partendo dalla sua esperienza latino-americana, che ha dietro una cultura e una teologia sulla quale come minimo noi europei non eravamo adeguatamente informati, il Papa pone l'accento su aspetti che noi forse eravamo abituati ad affrontare con una modalità un po' più "seduta", un po' più borghese». Lei ha detto che la Chiesa è stata lenta nell'aprirsi agli omosessuali. Ruini le ha risposto che l'ondata libertaria refluirà, com'è accaduto con l'ondata marxista. È d'accordo? «Vent'anni fa scrissi che la rivoluzione sessuale avrebbe messo alla prova la proposta cristiana forse più della rivoluzione marxista. Ora questo si sta verificando. Ci potrà essere un riflusso, se ne vede già qualche segnale, per esempio negli Usa sono sorte associazioni di giovani che scelgono di arrivare vergini al matrimonio. E c'è una realtà di base, nelle nostre terre ancora rilevante, che vede la fedeltà alla famiglia in termini sempre più consapevoli e si dispone a stili di fraternità, all'ospitalità, all'affido, all'adozione. Condivido con il cardinale Ruini l'idea che l'opinione pubblica non coincide affatto con l'opinione mediatica. Ma la strada giusta è la strada del pagare di persona. Noi, nel rispetto delle procedure della società plurale, non possiamo esonerarci dal prendere posizione pubblica e quindi dal proporre leggi che riteniamo le migliori. Oggi il rischio più grave è distruggere la filiazione attraverso l'utero in affitto, che significa mettere al mondo figli orfani di genitori viventi, con l'enorme carico di problemi che questo sta già producendo». Quindi secondo lei ha ancora senso parlare di valori non negoziabili? Lei sa che il Papa non si riconosce in questa espressione. «Non vorrei sembrare presuntuoso, ma io non l'ho mai usata. Ho sempre parlato di principi irrinunciabili. In ogni caso con l'espressione "non negoziabili" non si voleva dire che non siamo disposti a dialogare con tutti; ma ci sono appunto dei principi per noi irrinunciabili, come l'ossigeno per la vita. Sono convinto che in una società plurale sia necessaria l'operazione di cui parla Ratzinger nel suo dialogo con Habermas. Io pongo integralmente la mia visione dentro una società che registra la presenza di soggetti con visioni diverse, e perseguo con costanza il confronto. Ma a certi principi non posso rinunciare: se la mia posizione non sarà accolta farò ricorso all'obiezione di coscienza». A quali punti si riferisce? «Dobbiamo deciderci a pensare in unità la terna diritti, doveri, leggi. Non si possono fare leggi eque senza fare riferimento a diritti e doveri presi insieme. Oggi la terna non è presentata unitariamente. Ogni inclinazione soggettiva pretende di essere addirittura un diritto fondamentale. Proprio mentre si invoca la massima libertà, si costruisce una maglia sempre più stretta di leggi che la riducono». Siamo alla vigilia del suo discorso di sant'Ambrogio. Milano oggi vive il degrado delle periferie e la rivolta sociale . «Mi rifarò alla tesi di Papa Francesco sulla "mega-city" di Buenos Aires. La forza di Buenos Aires - dice il Papa - è il suo essere un poliedro: tutte le facce magari sono diseguali, ma il poliedro solidamente resta uno. Milano non è una "mega-city" ma ormai è una metropoli, in cui certe zone di quartieri periferici sono diventate un concentrato di emarginazione molto grave. I miei parroci e la Caritas dicono che in quelle situazioni ormai solo il 20-25% della popolazione è costituito da persone stabili con un reddito sicuro. Non c'è più un soggetto in grado di contenere i fenomeni di occupazione di case, di senzatetto, di rom, di piccola o grande malavita. Paradossalmente da noi il problema può diventare meno dominabile rispetto agli slums o alle favelas o alle villas miserias, proprio perché i fenomeni emarginativi a Milano sono diffusi a macchia di leopardo. Sono 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato appena stato a Baggio e a Forlanini e ho visto schiere di palazzoni in cui questi problemi sono esplosivi, ma al Corvetto ne trovi degli altri, a Quarto Oggiaro altri ancora; con il paradosso scandaloso che ci sono case senza abitanti e abitanti senza casa». Che impressione le fa Salvini alleato a Marine Le Pen ? «Mi pare che abbia ora un progetto nazionale, quindi bisogna capire quali sono le istanze profonde da cui parte la sua proposta. Tra la nostra gente la paura è grande, e sarebbe astratto ritenere che il fenomeno migratorio, con il rapido incrocio di stili di vita così fortemente diversi, non incrementi la paura. Ma la paura è cattiva consigliera: bisogna ascoltarla fino in fondo, e dare le ragioni per superarla. Se invece la paura viene cavalcata diventa rabbia, e la rabbia è il terreno fertile per l'ideologia, la rabbia può diventare violenza o rassegnazione narcisistica. Questo vale per tutti, compresi noi cristiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri Fonte: Istat d'Arco *per 1.000 matrimoni 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 320 280 240 200 160 120 80 40 Divorzi totali* Separazioni totali* 99,9 100,9 104,2 114,9 123,8 130,6 138,6 143,8 151,2 160,6 165,4 178,8 180,8 181,7 181,9 173,5 185,6 195 203,8 242,6 256,5 250,4 272,6 272,1 268,1 273,7 286,2 296,9 307,1 310,7 310,6 228 Chi è Il cardinale Angelo Scola (nella foto sopra ) è l'arcivescovo di Milano È nato a Malgrate, in provincia di Lecco, il 7 novembre 1941. È il più piccolo di due figli Ha studiato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è laureato in Filosofia e in Teologia Viene ordinato sacerdote il 18 luglio 1970 nella diocesi di Teramo, in Abruzzo Il 5 gennaio 2002 è stato nominato Patriarca di Venezia Il 28 giugno 2011 viene nominato da papa Benedetto XVI Arcivescovo Metropolita di Milano Il problema pedagogico Come facciamo a dire a due giovani che si sposano che la loro scelta è indissolubile se sanno che comunque ci sarà sempre una via d'uscita? L'utero in affitto Oggi il rischio più grave è distruggere la filiazione attraverso l'utero in affitto, che significa mettere al mondo figli orfani di genitori viventi Le periferie Certi quartieri a Milano sono un concentrato di grave emarginazione Il problema è meno dominabile che a Buenos Aires, dove la realtà è uniforme Foto: Il gesto Le mani dell'arcivescovo di Milano Angelo Scola e quelle di papa Francesco durante un loro incontro del marzo 2013 (foto L'Osservatore Romano/Ansa) 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) Quelle diecimila imprese in rete Dario Di Vico Un modello di crescita per l'Europa? Le reti d'impresa all'italiana. Al 1° ottobre risultavano registrati nelle Camere di commercio 1.770 contratti di rete in cui erano coinvolte 9.129 imprese. a pagina 30 Le reti di impresa all'italiana possono rappresentare un modello per la crescita in Europa, una best practice che si presta ad essere replicata ed estesa. A sostenerlo è l'Aip, l'Associazione italiana per le politiche industriali, che sta per lanciare in un convegno che si terrà a Milano giovedì 4 dicembre un ambizioso progetto su cluster e reti di impresa «per la ripresa della crescita e lo sviluppo dell'occupazione». I numeri che supportano il progetto Aip sono estremamente interessanti e sostengono che solo per l'Italia negli anni 20142020 potrebbero crearsi, coperti dal programma dell'Unione Europea in elaborazione, 880 mila nuovi posti di lavoro sulla base di merceologie e tecnologie esistenti. Spiega il presidente Domenico Palmieri: «Il Piano può rappresentare un progetto occupazionale a costo zero. Infatti il costo dell'incentivazione che dovrebbe essere prevista si potrebbe stimare in 500 mila euro per ciascuna rete e sarebbe ampiamente compensato dalla normale imposizione sull'aumento di fatturato, reso possibile dal recupero di competitività legato alla crescita dimensionale». Ma facciamo un passo indietro. In Italia le reti di impresa seppur lentamente hanno preso ad attecchire. Secondo i dati dell'Osservatorio delle reti di IntesaSanpaolo al 1° ottobre 2014 risultavano registrati in Camera di commercio 1.770 contratti di rete in cui erano coinvolte 9.129 imprese. La Confindustria ha creato un'apposita task force ed è comunque convinzione comune che ci siano sia il bisogno sia le condizioni per accelerare. L'Aip, da parte sua, argomenta come in questa fase il fattore dimensionale condizioni ancor di più la (mancata) crescita del valore aggiunto per impresa e per addetto. «La competitività di un Paese dipende certamente dalla combinazione di singoli fattori come costo orario del lavoro, costo dell'energia, fiscalità, aggiornamento tecnologico ma in maniera ancor più significativa dalla distribuzione delle imprese per classi dimensionali». In Italia il totale delle imprese è del 46% superiore a quello della Francia e del 67% a quello della Germania ma il valore aggiunto è solo il 44% di quello tedesco e il 71% di quello francese. Che fare, dunque, per rimontare la corrente e tentare di ridurre il gap ? Si può sperare in un largo e spontaneo processo di aggregazioni tra Pmi o conviene muoversi dall'alto per incentivarle? Palmieri si batte per questa seconda strada: pensa che il modello delle reti di impresa italiano sia molto meno costoso e difficile da usare rispetto ai tradizionali strumenti societari previsti per le aggregazioni. E i motivi sono facilmente comprensibili: si realizzano infatti per via contrattuale, sono più flessibili, sono compatibili con il mantenimento delle autonomie imprenditoriali dei singoli e si prestano più facilmente a far avanzare i Piccoli sulla strada delle internazionalizzazioni. E ovviamente Palmieri pensa e parla di reti dotate di soggettività giuridica. E qui torniamo al Piano Aip che dopo il test rappresentato dal convegno milanese sarà presentato a Bruxelles in sede di Commissione europea anche per facilitare l'utilizzo dei fondi strutturali europei. L'incremento di Prodotto interno lord previsto è dello 0,8-0,9 per cento grazie a una crescita totale di 10 mila reti nell'arco di sei/sette anni (a un ritmo annuale di 1.500, dunque). In totale si pensa che potrebbero essere coinvolte 70/80 mila aziende su un totale di 3,6 milioni, quindi un obiettivo che Palmieri giudica più che realistico. La formazione delle reti andrebbe incentivata direttamente con una dote oppure con una esenzione fiscale per i primi quattro/cinque anni dalla costituzione. La novità consiste nell'introduzione di criteri selettivi di assegnazione degli incentivi riservati prioritariamente a reti con dimensione minima di 80 addetti, proprio per non disperdere risorse a pioggia. Non contano quindi il numero dei partner bensì gli addetti coinvolti perché, spiega Palmieri, «la curva dimensionale conta più del numero totale delle reti, della quantità dei partner e persino degli stessi fattori di costo come energia e lavoro». Sarà, dunque, interessante vedere che reazioni muoverà la proposta Aip a Bruxelles, in un ambiente politico-culturale abituato ai programmi top down . SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il modello e gli incentivi 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 73 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) L'Italia frena, ma lo spread è ai minimi La lettera dei ministri Germania, Francia e Italia chiedono alla Ue una normativa contro l'elusione fiscale Mario Sensini ROMA L'economia continua a rallentare, e nonostante gli interessi sui titoli di Stato decennali abbiano raggiunto ieri il loro minimo storico, appena un filo sopra il 2%, e il differenziale con i titoli tedeschi sia sceso a quota 129, livello più basso dal 2011, il governo è preoccupato. Il prodotto interno lordo del terzo trimestre, secondo i dati aggiornati dell'Istat, è in calo dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Tra luglio e settembre la flessione è stata dello 0,1% sui tre mesi precedenti, ma per quest'anno la caduta del prodotto già acquisita è dello 0,4%. Per non scivolare più giù occorrerebbe un segno positivo nel quarto trimestre dell'anno, mentre il governo vede più realisticamente una crescita nulla. E torna a chiedere all'Unione Europea di darsi una mossa. «L'Unione o cambia verso in direzione economica, oppure rischia di diventare la Cenerentola del mondo» ha detto ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non del tutto soddisfatto di come sta prendendo corpo il piano di investimenti straordinario da 300 miliardi promesso dal nuovo presidente della Commissione, JeanClaude Juncker. «Va nella direzione giusta come metodo, ma va rafforzato e incoraggiato. C'è ancora un po' di timidezza nell'affrontare la sfida degli investimenti», ha detto Renzi, sollecitando all'Europa flessibilità. La stessa, ha detto il premier, che ha consentito a Parigi e Berlino di evitare le multe nel 2003. «Mi colpisce il fatto che l'Italia non possa spendere i soldi europei perché la quota del cofinanziamento nazionale ci farebbe superare il tetto del 3% stabilito nel '92, quando c'era un altro mondo» ha detto Renzi, secondo il quale «l'Europa non può diventare un terreno di scontro tra ragionieri dello zero virgola. Siamo a un bivio cruciale. C'è una stagnazione economica e ancor di più ideale, che spinge i movimenti antieuropeisti». Anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, è preoccupato, e chiede alla Ue di reagire. «La ripresa è ancora debole e la dinamica dei prezzi ci fa ballare pericolosamente sul sentiero di una possibile deflazione». C'è bisogno di investimenti, flessibilità, e secondo Padoan, di più integrazione in Europa, anche in campo fiscale. Proprio ieri il ministro dell'Economia, insieme ai suoi colleghi di Francia e Germania, ha chiesto alla Ue una nuova direttiva contro l'erosione delle basi imponibili fiscali. Mentre Renzi ha avuto un colloquio telefonico con Donald Tusk, nuovo presidente del Consiglio Ue, in vista del vertice del 18-19 dicembre, da cui si attende l'avvio di un piano di rilancio. I conti pubblici italiani, nel frattempo, e nonostante la crisi, sembrano tenere. Nei primi undici mesi il fabbisogno, pari a 81,9 miliardi, è sceso di 13,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013. Male invece ieri le borse, con Milano maglia nera in Europa (-1,6%). © RIPRODUZIONE RISERVATA Renzi: la Ue cambi verso o rischia di diventare la Cenerentola del mondo Il tetto del deficit al 3% fu stabilito nel '92, ed era un altro mondo L'unione delle due Germanie impossibile senza la flessibilità I dati Il prodotto interno lordo italiano nel terzo trimestre è diminuito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Nei primi nove mesi, il calo, rispetto all'anno scorso è dello 0,5%, mentre per l'intero 2014 è già acquisita una flessione su base annua dello 0,4%. I dati del terzo trimestre, tuttavia, indicano una leggera ripresa dei consumi delle famiglie (+0,1%). Lo «spread », il differenziale tra i tassi dei titoli di Stato italiani e tedeschi, è sceso ieri a quota 129, il valore più basso dall'aprile del 2011, data che segna l'inizio della crisi dei debiti sovrani. Il rendimento dei Btp decennali è sceso al 2,002%, minimo storico. Vanno ancora meglio, però, i titoli di Stato spagnoli. Il differenziale tra i «bonos» e il «bund» è di 119 punti base. Borse negative nella giornata di ieri. Milano segna un meno 1,64%, peggiore in Europa, trascinata in rosso dai titoli bancari, influenzati dalle attese per la riunione della Bce di giovedì. Per gli analisti non è ancora il momento delle misure «non SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Istat: nel terzo trimestre Prodotto interno lordo giù dello 0,5% Il differenziale con i titoli tedeschi scende a quota 129 punti 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato convenzionali» SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 75 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:619980, tiratura:779916) UNA MOSSA CHE CERCA DI PUNTELLARE IL GOVERNO Il rischio Il timore che le voci sulle dimissioni di Napolitano terremotino la maggioranza e diventino un pretesto per ulteriori rinvii in Parlamento Massimo Franco C ontinuavano a girare voci secondo le quali il 16 dicembre, durante il saluto alle alte cariche dello Stato, Giorgio Napolitano avrebbe potuto annunciare che si dimetterà. Il comunicato diffuso ieri sera dal Quirinale lo smentisce, richiamandosi al semestre di presidenza italiana dell'Europa. Significa che prima di fine anno non succederà nulla. Ma ormai l'attesa per le sue decisioni sovrasta e condiziona i lavori parlamentari. E viene perfino usata come alibi per rinviare le scadenze che il governo ritiene tuttora di dover rispettare. La volontà di Silvio Berlusconi di rimandare il «sì» di Forza Italia alla riforma elettorale a dopo la partita per il Quirinale si comprende meglio su questo sfondo. Tra l'altro, gli consente di non accettare un compromesso che ritiene poco favorevole. Sostenendo che tutti sono già con l'occhio rivolto alle urne di primavera, lascia capire di essere pronto ad avallare la fine anticipata della legislatura senza cambiare sistema elettorale. «Tutte le volte che si usa questo argomento si vuole buttare la palla in tribuna», obietta il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. Probabilmente è così. Ma sull'atteggiamento del centrodestra influisce anche il sospetto, mai del tutto rimosso, che il premier voglia accelerare su questa riforma per poi andare a votare. A sentire Guerini, le condizioni per siglare un'intesa prima di Natale rimangono in piedi. Il testo esaminato dalla commissione Affari costituzionali cammina «sotto la regia di Anna Finocchiaro», ricorda. Il vice di Matteo Renzi rammenta anche che la riforma era un impegno preso da tutte le forze politiche dopo le elezioni del 2013. E infatti il presidente del Consiglio chiede al Pd di accelerare, e non di rallentare. La proposta di Berlusconi di scegliere prima il capo dello Stato «va restituita al mittente; e la legge elettorale calendarizzata il prima possibile». Si delinea dunque una guerra sui tempi del Parlamento tra i contraenti del patto del Nazareno: a conferma che, seppure nella confusione, gli interessi cominciano a divergere. L'attacco sferrato ieri dal premier contro Beppe Grillo dimostra la volontà di utilizzare la crisi del M5S. «È una questione istituzionale da non buttare via», spiega a una Direzione del Pd nella quale ha dovuto usare anche toni difensivi. La novità della «stanchezza» di Grillo e del suo passo indietro può consentire un confronto tra Pd e dissidenti del M5S per il Quirinale. È la consacrazione di una variabile che fa passare in secondo piano ogni altro tema, per quanto importante: la vera ipoteca che potrebbe frustrare la volontà di trasmettere alle Camere il senso di urgenza delle riforme, condiviso con diffidenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 76 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Nota 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 6 (diffusione:619980, tiratura:779916) La cautela di Berlusconi per avere garanzie sul Colle L'idea di non rompere il Patto e incidere nella partita del Quirinale Paola Di Caro ROMA Nessuna reazione sopra le righe, perché il patto del Nazareno - come predica pubblicamente Berlusconi - è «ancora valido». E perché la linea della cautela, dopo la battaglia verbale del weekend che è servita a ridare un po' di fiato a un centrodestra troppo afono, è quella che serve nel momento in cui la grande corsa verso il Quirinale è ancora ferma ai blocchi di partenza. Nessuna voglia di rottura, insomma, da parte di Berlusconi: «Dopo essere stati appiccicati a Renzi per mesi, con quello che ci è costato, che senso avrebbe far saltare tutto proprio quando si può incassare qualcosa sul capo dello Stato?», fanno capire l'aria i suoi fedelissimi. Così, in Forza Italia, le parole di Matteo Renzi e l'avvertimento di Napolitano che non si dimetterà prima della fine del semestre italiano, suscitano un'alzata di spalle. «Il premier vuole l'approvazione delle riforme e della legge elettorale in tempi brevissimi? Ma i tempi non sono predeterminati da noi, sono gli eventi a dettarli...», spiega con calma olimpica Paolo Romani. Il presidente dei senatori azzurri nega che nel suo partito si stia preparando una battaglia ostruzionistica perché la legge elettorale slitti a dopo l'elezione del capo dello Stato. Ma ragiona su tempi «complicati»: «Fino al 10 dicembre si possono presentare gli emendamenti, poi bisognerà discuterli prima di votarli, tenendo conto che ci sono punti sui quali non siamo d'accordo. E non solo noi, ma nella maggioranza in tanti sembrano aver molto di che approfondire... E comunque, dopo il Senato l'Italicum dovrà tornare alla Camera, quindi quando si approverà l'Italicum è ancora da vedere». In ogni caso, tranquillizza Giovanni Toti «non è un problema: se ci saranno i tempi per votare le riforme prima delle dimissioni di Napolitano, lo faremo, altrimenti le vareremo dopo. Noi non facciamo melina, non vogliamo venire meno ai patti, anche se manteniamo il nostro no sui punti che abbiamo indicato», premio di lista e soglie. D'altronde, è troppo importante per Berlusconi ottenere un presidente «di garanzia» che raccontano i suoi - lo tuteli soprattutto sul piano della sua agibilità politica. Proprio per questo, Renato Brunetta cerca di ampliare il discorso, giustificando non tanto la necessità di prendere tempo per avere delle assicurazioni di fatto, quanto il bisogno di patti chiari e precisi: «La riforma deve avere una sua coerenza interna, non si può votare la legge elettorale prima che il Senato sia riformato, per questo Berlusconi dice che non serve la fretta. E, da un punto di vista politico, è doveroso pretendere un capo dello Stato condiviso, e tanto più lo è se si vogliono riforme condivise. Ci sembra così evidente...». Insomma, a Berlusconi servono garanzie prima di dare il suo via libera alle riforme, ma oggi non sono prevedibili strappi. La situazione è troppo delicata per chiudersi le strade possibili, e il rischio di un'accelerazione elettorale di Renzi è considerato concreto in FI, da Berlusconi che riscopre toni da campagna elettorale come da Raffaele Fitto, che frena sui tempi di approvazione dell'Italicum e definisce «sospetta» la fretta sulla legge elettorale, visto che gli italiani «non mangiano pane e Italicum». © RIPRODUZIONE RISERVATA La linea Berlusconi, ancora sottoposto all'affidamento ai servizi sociali, sceglie piazza San Fedele a Milano per il suo rientro pubblico con il «No Tax Day» organizzato da Forza Italia Nonostante il sì al patto del Nazareno, negli ultimi giorni l'ex Cavaliere, che sta preparando nuove manifestazioni, ha criticato duramente il governo e Renzi: «Siamo in campagna elettorale» SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 77 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il retroscena 02/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 49 (diffusione:619980, tiratura:779916) Se il mondo è diviso fra prede e predatori Dacia Maraini Una bambina scompare. Molti, in paese, commentano che era troppo indipendente, che andava camminando sola. Già pronti a renderla colpevole di ciò che potrà accaderle. Una bambina che va a spasso da sola è come un gioiello che viene messo in mostra su un muretto, a portata di mano. Chiunque passa, se lo piglia. La colpa insomma non è del ladro, ma di chi ha posato quel gioiello alla portata di sguardi vogliosi. Una bambina è proprietà dei genitori, e se costoro la lasciano incustodita, peggio per loro! Questa la vulgata più comune. Inutile che la madre insista di averla lasciata sola per pochi minuti, in una strada frequentata. Possibile che nessuno l'abbia vista? Una settimana dopo, un cane lupo attira un poliziotto vicino a qualcosa che pare la carogna di un gatto. Si scoprirà più tardi che si tratta della bambina scomparsa. È stata prima stuprata e poi strangolata con la stringa di una delle sue scarpine. Cosa spinge uno stupratore a uccidere la sua vittima? Il fatto è che la bambina lo ha visto in faccia e può trasformarsi in una testimone pericolosa. Anche se trovano il cadavere, come possono arrivare a incolpare proprio lui, che è uno sconosciuto, un passante che ha scelto a caso la sua vittima? Nessuno ha visto. Salvo quei due occhi che si ostinavano a guardare, nonostante lui le ordinasse di chiuderli. Il delitto diventa una necessità di sopravvivenza. Quasi una giustificazione accettabile per un pedofilo incapace di capire l'altro. «Molti uomini non si sentono colpevoli per uno stupro», mi dice una psichiatra che lavora con le donne vittime di violenza. «Si stupiscono della mia indignazione. Non l'ho mica uccisa! mi dicono, e in effetti condannano severamente l'assassinio di una bambina». Ma l'atto sessuale violento lo considerano un diritto, anche se proibito dalla legge. Si tratta però di una legge esterna, che non tocca le coscienze. «Eppure mi ostino a pensare che non si nasca stupratori», insisto, «lo si diventa. Ma perché?». «Viviamo ancora immersi in una cultura divisa fra predatori e prede» mi dice lei, «in cui il più forte si sente in diritto di approfittare del più debole. Lo dicono i fumetti, lo dice la televisione, lo ripete la pubblicità. Le prede sono sempre più esposte e sole». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 78 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il sale sulla coda 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) Consumi fermi, investimenti a picco Bocciarelli Consumi fermi, investimenti in caduta dell'1%, export in crescita quasi impercettibile: è la fotografia del terzo trimestre 2014 scattata dall'Istat con i conti economici trimestrali. Il risultato è che il Pil è rimasto ancora in area negativa, in calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Rispetto alla stima flash è stato rivisto, in peggio, il dato tendenziale che scende al -0,5% rispetto allo stesso trimestre 2013. La variazione acquisita dell'attività produttiva per l'anno in corso, vale a dire la crescita che si avrebbe ipotizzando un quarto trimestre a incremento nullo, è pari a-0,4 per cento. pagina 5 ROMA L'Istat conferma: nel terzo trimestre del 2014 il Prodotto interno lordo è rimasto in zona negativa e si è ridotto dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente. La foto dettagliata del paese fornita ieri attraverso i conti economici trimestrali è perfino più scura di quanto già non si fosse capito attraverso la stima- flash. In primo luogo, infatti, la riduzione tendenziale del prodotto nei tre mesi compresi fra luglio e settembre 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente è risultata pari allo 0,5% (nella stima flash si parlava di -0,4 per cento). Di conseguenza, ora, la variazione acquisita dell'attività produttiva per l'anno in corso, vale a dire la crescita che si avrebbe ipotizzando un quarto trimestre a incremento nullo, è pari a-0,4 per cento. Ma il fatto è che i dati di ieri mettono in evidenza la particolare debolezza della domanda interna nel nostro paese: rispetto al trimestre precedente, spiega infatti il comunicato dell'istituto, i consumi sono rimasti fermi mentre gli investimenti fissi lordi sono scesi addirittura dell'uno per cento; le esportazioni dal canto loro sono aumentate dello 0,2% mentre le importazioni sono diminuite dello 0,3 per cento. C'è poi chi fa notare che lo storico traino della ripresa italiana, ovvero le esportazioni, stavolta ha funzionato poco, penalizzato dalla crescita inferiore alle attese di paesi emergenti ed Europa e dalle sanzioni Ue alla Russia: «Manca una stabilizzazione economica perché non c'è l'apporto del driver più importante, l'export, che avrebbe dovuto innescare la ripresa degli investimenti» commenta Riccardo Barbieri, di Mizuho. Quanto ai consumi,nei dati disaggregati è da notare il miglior andamento della spesa delle famiglie (+0,1%) rispetto a quella pubblica (-0,3%). Da un lato il lieve rialzo dei consumi privati beneficia molto probabilmente della introduzione del bonus da 80 euro per i redditi più bassi, dall'altro pesano l'attuazione della spending review e, a livello locale, del patto di stabilità interno. In pratica, i timori sul rischio deflazione espressi ieri dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sono più che giustificati, oltre che per l'Eurozona, per il nostro paese. A proposito di prezzi impliciti,l'Istat rimarca che il deflatore del Pil è diminuito dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente. Non bisogna dimenticare, inoltre, che il -0,1 per cento congiunturale del Pil realizzato dal nostro paese si confronta infatti con un aumento dello 0,2% della media di Eurolandia mentre il meno 0,5% tendenziale misura con un +0,8% tendenziale dell'Eurozona. Insomma, è vero che in tutto il continente l'economia, più che crescere, sta ancora strisciando. Però l'Italia durante l'estate era ancora in recessione e solo per l'ultimo scorcio dell'anno si incominciano a intravvedere segnali di stabilizzazione per l'attività produttiva, che prima o poi dovrebbe beneficiare della forte contrazione in atto nei prezzi petroliferi. Intanto, però, anche sul lato dell'offerta i dati Istat relativi all'estate mettono in evidenza che la dinamica congiunturale è stata negativa per il valore aggiunto dell'agricoltura (-0,1%) dell'industria in senso stretto (-0,6 %) e delle costruzioni (-1,1%) mentre il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario. In termini tendenziali (terzo trimestre 2014 su terzo 2013) la caduta più forte è il meno 3,5% del settore delle costruzioni, seguito dal -1,1% dell'industria in senso stretto dal -1,3% dell'agricoltura e dal meno 0,1% per dei servizi. «E'l'ennesima conferma di una situazione ancora critica per l'economia italiana» commenta l'ufficio SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 79 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'Istat rivede al ribasso il Pil del terzo trimestre (-0,5%) che resta fermo ai livelli del 2000 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 80 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato studi della Confcommercio. Sebbene la dinamica dell'attività produttiva sia meno negativa rispetto a quanto registrato tra la fine del 2012 ed i primi mesi del 2013- è la conclusione- non si scorge una sicura via d'uscita dalla recessione ormai triennale». © RIPRODUZIONE RISERVATA Rossella Bocciarelli CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI III trimestre 2014 dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario Variazioni % III trim. '14 III trim. '14 Aggregati II trim. '14 III trim. '13 Prodotto interno lordo -0,1 -0,5 Importazioni di beni e servizi fob -0,3 -0,7 Consumi finali nazionali 0 0,4 Investimenti fissi lordi -1 -3,1 Esportazioni di beni e servizi fob 0,2 1,3 Nota: dati tendenziali Fonte: Istat 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 2 (diffusione:334076, tiratura:405061) Putin affonda il gasdotto South Stream L'accusa all'Europa: «Se non lo vogliono, non lo faremo. Porteremo le nostre risorse ad altri» LE RIPERCUSSIONI Eni è socio al 20% del consorzio che avrebbe dovuto costruire la tratta offshore; e Saipem già lavora alla realizzazione dei tubi Sissi Bellomo Il South Stream non si farà più. A mettere una pietra tombale sul gasdotto che dal 2018 avrebbe dovuto portare in Europa il gas russo aggirando l'Ucraina è stato Vladimir Putin in persona: «Se l'Europa non vuole realizzarlo, non verrà realizzato», ha dichiarato il presidente russo da Istanbul, in conferenza stampa col presidente turco Tayyip Erdogan. Per maggiore chiarezza ci si è messo anche Alexej Miller, il ceo di Gazprom: «Il progetto è finito». Dichiarazioni che non lasciano scampo alla pipeline e che potrebbero avere qualche ripercussione diretta anche sull'Italia. Il nostro Paese ai primi di maggio era già stato cancellato dal tracciato della pipeline, che contrariamente ai piani originari si sarebbe fermata in Austria. Ma Eni è tuttora socia al 20% di South Stream Transport Bv, joint venture incaricata di costruire e gestire la tratta offshore nelle acque del Mar Nero, ma il destino della società - di cui fanno parte anche Gazprom al 50%, più la francese Edf e la tedesca Wintershall, entrambe al 15% - oggi è quanto mai incerto. E poi c'è Saipem, che per la tratta sottomarina ha già cominciato a lavorare, grazie a tre contratti di appalto, l'ultimo dei quali - il più ricco, da 2 miliardi di dollari - era stato assegnato soltanto in marzo. Per ironia della sorte le tubazioni appena assemblate e pronte per essere posate sui fondali del Mar Nero sono salpate giusto ieri dalla Bulgaria alla volta della Russia, a bordo della nave piattaforma Castoro 6. Mosca finora si era dimostrata puntuale nei pagamenti e di sicuro i contratti prevedono ricche penali in caso di inadempienze. Ma per la società italiana si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Le probabilità che South Stream andasse avanti secondo i piani si stavano comunque assottigliando. La crisi ucraina, che ha inasprito le relazioni tra Mosca e l'Occidente, ha precluso la possibilità di una trattativa con la Commissione europea per ottenere una "legalizzazione" della pipeline, nel rispetto del Terzo pacchetto energia. Inoltre il progetto è costosissimo - oltre 50 miliardi di dollari secondo le ultime stime - e la Russia è sempre più in difficoltà nel finanziarlo: non solo le sanzioni l'hanno esclusa dai finanziamenti delle banche internazionali, ma il crollo del petrolio, da cui Mosca deriva oltre metà delle entrate, ha messo in crisi la sua economia. I partner stranieri e l'Eni in particolare hanno già chiarito che non hanno intenzione di andare in soccorso di Gazprom: «Il progetto doveva essere finanziato il 70% a debito e il 30% a equity e la nostra esposizione era di 600 milioni - ha spiegato il ceo Claudio Descalzi il 4 novembre in un'audizione parlamentare -. I soci ora faticano a trovare finanziamenti, ma l'Eni mai e poi mai potrebbe mettere 2,4 miliardi sul progetto». Di più. «Abbiamo l'opportunità contrattuale di uscire e la valuteremo». Sulla stessa linea anche il governo italiano, che molto recentemente ha cambiato orientamento, con il ministro dell'Industria Federica Guidi che ha detto che per l'Italia «South Stream non è più nella lista delle priorità». Putin dal canto suo ha detto che ormai la Russia preferisce «ridirigere le sue risorse energetiche verso altre regioni del mondo». Tra queste la Cina, con cui Mosca ha da poco stretto accordi di fornitura. Ma anche la Turchia: Gazprom ora punta a costruire insieme alla turca Botas un altro gasdotto (guarda caso della stessa capacità di South Stream: 63 miliardi di metri cubi l'anno), che potrebbe anche riconnettersi via Grecia con l'Europa balcanica «se sarà giustificato» dalla domanda. Intanto Istanbul otterrà via Blue Stream il 20% di gas in più (ossia circa 3 miliardi di mc) da gennaio, col 6% di sconto. @SissiBellomo SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 81 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La lunga crisi TENSIONI GEOPOLITICHE E MERCATI 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 2 (diffusione:334076, tiratura:405061) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 82 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA Ungasdotto senza futuro IL CONSORZIO MAR NERO Roma ITALIA AUSTRIA UNGHERIA BULGARIA SERBIA RUSSIA GEORGIA TURCHIA Varna Anapa Tarvisio Baumgarten 63 miliardi La capacità massima annua in metri cubi 15% GERMANIA Wintershall 20% ITALIA Eni 15% FRANCIA Edf 50% RUSSIA Gazprom Foto: Ripensamenti. Vladimir Putin 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 3 (diffusione:334076, tiratura:405061) Un aiuto al sistema industriale italiano Jacopo Giliberto BENZINA E GASOLIO I prezzi del greggio orientano quelli dei prodotti raffinati (su cui incide pesantemente la quota fiscale), ma gli andamenti non sono identici La stima del ribasso petrolifero parla di un aiuto dell'1% per il Pil italiano. Alla rilevazione di una settimana fa, il prezzo medio dei carburanti italiani si aggirava su 1,63 euro al litro per la benzina e 1,54 per il gasolio. Ebbene, tolta la quota fiscale (l'automobile è il "bancomat" del Fisco) il costo industriale dei due carburanti è di 60 centesimi al litro per la benzina e 64 per il gasolio, carburante più caro all'origine anche se la diversità delle tasse lo rende più conveniente al consumatore. La quotazione del greggio ora si aggira sui 70 dollari al barile, e per l'esattezza ieri la chiusura è stata a 72,54 ma ha toccato i 67,53 dollari, il minimo da cinque anni (si veda l'articolo qui sopra). I prezzi del greggio orientano quelli dei carburanti raffinati, ma gli andamenti non sono identici perché sono due mercati differenti. Al distributore ieri in media i prezzi si aggiravano per la benzina fra 1,67 e 1,7 euro al litro e per il gasolio fra 1,6 e 1,63 (nei distributori no-logo 1,5 la benzina e 1,4 il diesel). Il vantaggio per i consumatori e per il sistema industriale italiano è evidente. Gli economisti stimano che ogni 10 dollari in meno al barile il Pil dell'Italia guadagni lo 0,3%. Secondo Davide Tabarelli di Nomisma Energia il vantaggio per il Pil italiano si aggirerà sull'1% del Pil, con un risparmio fra i 10 e i 15 miliardi sulle importazioni energetiche. Il vantaggio per i consumatori è nel ribasso dei prezzi di molti beni, che diventano più accessibili. Il vantaggio per l'industria è la possibilità di accrescere la competitività dei listini per l'export. L'Autorità dell'energia, nel prossimo aggiornamento delle bollette di luce e gas che varrà da Capodanno, rileverà questi ribassi. «Prosegue l'anomalia italiana rappresentata da un carico fiscale eccessivo sui carburanti », afferma Assopetroli-Assoenergia, che censisce i prezzi insieme con i benzinai aderenti all'associazione Figisc Anisa Confcommercio. Ci sono però aspetti meno visibili. Per esempio sui biglietti d'aereo. Per le compagnie aeree il rifornimento di cherosene rappresenta il 20% dei costi operativi (il 40% per le stringatissime compagnie lowcost). Ne soffrono le compagnie petrolifere, e possono soffrirne le imprese che avevano contrattato futures con la consegna oggi per le partite di prodotti petroliferi con i prezzi contrattati mesi fa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: ministero Sviluppo economico Iva 22% Accisa Prezzo al netto imposte BENZINA 0,609 0,295 0,731 GASOLIO 0,278 0,620 0,643 Carburante ai raggi X Struttura dei prezzi In euro al litro SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 83 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'impatto della discesa dei carburanti. Con il calo del barile un impulso dell'1% al prodotto interno lordo 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) «Ora ritocchi ma nel rispetto dei saldi» Marco Rogari a palazzo madama Evitato l'assalto alla diligenza, tra i nodi anche i minimi per i professionisti «Al Senato affronteremo sicuramente i capitoli che la Camera non ha discusso: Regioni, fondi pensione, le questioni dei cosiddetti "imbullonati" e dei minimi per i professionisti con l'obiettivo di migliorare ulteriormente il testo della legge di stabilità uscito da Montecitorio». Il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, che insieme al viceministro Enrico Morando continuerà a seguire passo passo il cammino della manovra anche a palazzo Madama, è soddisfatto per i risultati già ottenuti alla Camera, a cominciare dal «significativo intervento sul sociale» collegato ad alcuni dei ritocchi approvati. Dopo oltre un mese di lavori alla Camera i principali nodi della "stabilità" sono stati rinviati al Senato. La maggioranza non è riuscita a trovare subito l'intesa? C'è solo stata una buona scelta di metodo con l'immediata divisione degli argomenti da affrontare nei due rami del Parlamento. A Montecitorio la gestione parlamentare è stata rigorosa: l'assalto alla diligenza è stato evitato. Un lavoro che ha permesso di approvare importanti modifiche. Si riferisce ai margini di manovra concessi ai Comuni? Ai Comuni abbiamo garantito alcuni strumenti per gestire meglio il rilevante taglio a loro carico, come quelli sui mutui, sul debito e sulla possibilità di utilizzare diversamente gli oneri di urbanizzazione. Un'operazione importante come quelle sul lavoro e soprattutto sul sociale. Che non prevede però l'estensione del bonus Irpef a pensionati e incapienti... Il bonus da 80 è diventato permanente. Poi abbiamo reso il bonus bebè socialmente più equilibrato ricorrendo all'Isee ed eliminando il tetto di reddito Irpef. Questo ci ha anche permesso di irrobustire notevolmente l'assegno per le fasce più deboli. Non vanno dimenticati gli ulteriori 150 milioni destinati al Fondo per le non autosufficienze e la nuova dote di 200 milioni l'anno nel biennio 2015-16 per gli ammortizzatori. Perché sul fronte delle imprese non è stata data subito una risposta alle questioni Irap e "imbullonati"? Alla Camera si è pensato in primo luogo a rifinanziare la "Sabatini". E la considero un'ottima modifica. Al Senato affronteremo il tema della patrimoniale sui macchinari con l'obiettivo di trovare la soluzione più adatta. Sull'Irap valuteremo le richieste di modifica. Le scelte vanno fatte all'interno di uno schema di priorità. Anche sui "minimi" si è scelto di rinviare. Anche in questo caso prenderemo una decisione definitiva nel passaggio a Palazzo Madama. La maggioranza resta in pressing per rendere più soft la tassazione su fondi pensione... Si tratta di una questione sensibile che, insieme a quella della rivalutazione del Tfr, ereditiamo dalla Camera dove è emersa un'idea di alleggerimento del prelievo. La condizione resta il rispetto dei saldi. C'è anche la patata bollente dei tagli alle Regioni. Sul tavolo ci sono anche i tagli alla sanità? Escludo in ogni caso tagli alle prestazioni. I saldi devono restare invariati, così come gli obiettivi di riduzione della spesa. Si può pensare di far scattare un'operazione sulla falsariga di quella già adottata per i Comuni. Dal Governo può arrivare solo una compartecipazione politica. La nuova local tax entrerà davvero nella manovra? Si stanno concentrando gli sforzi per farla entrare al Senato compatibilmente con i tempi parlamentari a disposizione e con la complessità tecnica del tema. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 84 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA Pier Paolo Baretta Sottosegretario all'Economia 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 8 (diffusione:334076, tiratura:405061) Renzi: piano Juncker timido Padoan: rischio deflazione Gerardo Pelosi ROMA Perché l'Europa non si trasformi nella "Cenerentola del mondo" deve cambiare verso nella sua direzione economica, abbandonare le politiche di contrasto alla crisi dell'Eurozona ormai inutili e dannose e accettare in pieno la sfida della globalizzazione. Il piano Juncker per gli investimenti strategici è un primo passo in questo senso ma ancora "troppo timido". Matteo Renzi racconta il "suo" semestre europeo in Senato alla riunione plenaria della Cosac (membri delle commissioni di politiche europee dei vari Parlamenti Ue). Riconosce che non tutti gli obiettivi iniziali sono stati centrati (come il Made in e il negoziato Ttip con gli Usa) anche per il cambio della guardia nelle istituzioni europee completate solo ieri con il nuovo presidente del Consiglio Ue Donald Tusk al posto di Herman Van Rompuy. Renzi tuttavia si prende il merito di avere smosso le acque, riportato il focus sugli investimenti e sulla crescita perché, dice il premier italiano «l'Unione europea non può diventare solo un terreno di scontro fra ragionieri che discutono dello "zero virgola", ma la casa della politica di tutti altrimenti non ci sarà futuro per le nuove generazioni». Un'Europa che non deve in ogni caso rappresentare un alibi per l'Italia che sta cambiando e sa perfettamente che il piano di riforme in atto è indispensabili al suo stesso futuro. Quanto al cambio di passo Renzi riconosce che il piano per gli investimenti strategici da 315 miliardi di euro annunciato da Jean-Claude Juncker «va nella direzione giusta come metodo, finalmente sottolinea la necessità di fare investimenti ma a nostro giudizio va rafforzato e incoraggiato: c'è ancora un po' di timidezza nell'affrontare la sfida degli investimenti». Anche all'ultimo G20, ricorda il presidente del Consiglio, «tutti hanno richiamato l'eurozona a investire di più». Anche perché «o l'Unione europea cambia verso in direzione economica oppure rischia di diventare la Cenerentola dei paesi globali: il mondo corre, anche se un pò più piano e l'Europa è in una fase di sostanziale stagnazione, a crescita quasi bloccata». In altre parole l'Europa, secondo Renzi, è a un bivio cruciale: vive una profonda fase di stagnazione economica ma ancora più importante ideale, il movimento antieuropista sta crescendo in tutti i Paesi. Bisogna scegliere se «essere custodi del passato o guardare al futuro». Un approccio politico che sappia intepretare adeguatamente la situazione di crisi economica con la necessaria flessibilità. «La stessa flessibilità - ricorda Renzi -. richiesta dal governo tedesco nel 2003 e approvata durante un semestre europeo a guida italiana». Dello stesso tenore anche le riflessioni del ministro dell'Economia Per Carlo Padoan secondo il quale «la Ue da tempo fatica a uscire da una recessione prolungata, che ha fortemente aumentato il numero di quelli che cercano lavoro e che sono scoraggiati nella ricerca di lavoro». Ecco perché oggi i temi dell'occupazione e della crescita devono essere messi al centro del dibattito europeo» e ci sono almeno due settori dove ci sono altri elementi, oltre all'unione monetaria e al mercato interno, che vanno perseguiti: una unione dei mercati dei capitali e forme concrete di unione fiscale». Più in particolare secondo il ministro, occorre fare in modo che «lo strumento finanziario sia posto al servizio della crescita», attraverso l'unione dei mercati di capitali. Mentre, per quanto riguarda l'unione fiscale, ciò implicherebbe «problemi più profondi come cessioni importati di sovranità». L'Europa dovrebbe poi «identificare segmenti» nei quali l'azione pubblica, «sia direttamente da parte dei governi o attivata da strumenti come la Bei, permetta di colmare la carenza di investimenti che il mercato da solo non è in grado di produrre, cioè il fallimento del mercato». Tutte indicazioni che saranno al centro del prossimo Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre il cui ordine del giorno è stato concordato ieri da Renzi con il nuovo presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 85 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La partita con la Ue. La strategia in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 8 (diffusione:334076, tiratura:405061) Jobs Act, per l'indennizzo l'ipotesi di tetto a 24 mensilità Claudio Tucci ROMA Le direttive sono quelle di non varare norme che peggiorino la situazione per le piccole imprese; ed è ancora aperta la partita sull'entità degli indennizzi (crescenti) in caso di licenziamento economico illegittimo (che cancelleranno per sempre il reintegro), con l'ipotesi, che sta prendendo piede, di fissare ristori economici che non superino il massimo attuale previsto dalla legge Fornero (24 mensilità). Si discute anche di come individuare le «specifiche fattispecie» di licenziamento disciplinare dove mantenere in vita la tutela reale: qui i tecnici di palazzo Chigi e ministero del Lavoro starebbero ragionando su due ipotesi: o una definizione molto stretta dei casi; o qualora ciò non sia possibile l'individuazione di una nozione un po' più ampia, prevedendo però per il datore di lavoro di poter sempre trasformare l'eventuale condanna al reintegro in un risarcimento monetario (in base a una clausola di "opting out", in vigore già in altri paesi europei, come Spagna e Germania). Prosegue ininterrotto il lavorio sul decreto delegato che conterrà la normativa sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, per i nuovi assunti. Anche oggi sono in programma incontri tecnici con il ministro Giuliano Poletti; mentre nel pomeriggio il Jobs act arriverà in Aula al Senato per il rush finale. Il provvedimento «sarà incardinato e si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità», spiega Annamaria Parente, capogruppo Pd in commissione Lavoro di palazzo Madama. L'obiettivo è un rapido via libera: sul ddl sono arrivati una sessantina di emendamenti delle opposizioni, ma il testo, dopo le modifiche, concertate dalla maggioranza, apportate alla Camera, è di fatto blindato, con l'Esecutivo pronto a ricorrere alla fiducia. La decisione ufficiale verrà presa oggi in considerazione dell'andamento dei lavori parlamentari (se ci sarà o meno ostruzionismo). Oltre a una "questione numeri" infatti (al Senato la maggioranza corre sul filo di una manciata di voti e si vogliono evitare eventuali passi falsi), c'è anche un fattore tempo: giovedì a palazzo Madama inizia la sessione di bilancio e il rischio è uno slittamento del Jobs act, che l'Esecutivo vuole appunto scongiurare. Anche perchè il premier, Matteo Renzi, punta ad aver pronte le nuove regole sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti già a gennaio. Ma sul decreto delegato, come detto, ci sono diverse opzioni da sciogliere; e c'è un tema di aggravio costi per le aziende da considerare (attualmente alle imprese sotto i 15 dipendenti non è applicato l'articolo 18 e nei casi di licenziamento economico illegittimo è previsto un indennizzo che oscilla tra le 2,5 e le 6 mensilità massime). C'è poi ancora da risolvere il nodo dei licenziamenti collettivi (che sono per definizione "economici"). Per loro, da quanto si apprende, la disciplina di dettaglio (che dovrebbe prevedere il superamento della tutela reale in favore dell'indennizzo, come avverrà per i licenziamenti economici individuali) dovrebbe arrivare, non subito, ma con un decreto delegato successivo, probabilmente quello che introdurrà il codice semplificato del lavoro, con la riscrittura dello Statuto dei lavoratori. Per il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), è fondamentale varare «una riforma vera. Perchè l'Europa ci guarda e a marzo darà un giudizio sull'Italia anche sulla base della consistenza di questa riforma del lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 86 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lavoro. Verso la fiducia per approvare definitivamente la delega domani 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 22 (diffusione:334076, tiratura:405061) Le giornate di Milano nel ricordo di Ambrosoli A.Grass. In un Paese in recessione, con un debito pubblico pari al 133 per cento del Pil, contrastare l'evasione fiscale è un problema di sopravvivenza. Ma, al di là delle urgenze della finanza pubblica, l'equità fiscale è uno dei valori su cui si misura la civiltà di una popolazione ed è il tema della Giornata della virtù civile di quest'anno, che si terrà a Milano giovedì 4 dicembre. L'evento, organizzato dall'Associazione civile Giorgio Ambrosoli sotto l'alto patronato della presidenza della Repubblica, ha come titolo «La sfida dell'equità fiscale» ed è possibile che, dato l'argomento, la prima sfida della giornata stia proprio nell'affrontare questo tema vitale per la nostra economia e civiltà superando le reazioni di avversità e fastidio che, paradossalmente, accomunano sia i contribuenti fedeli, per il senso di sperequazione del nostro sistema fiscale, sia i "non contribuenti". Per esplicitare subito lo spirito dell'evento, la giornata è stata dedicata all'economista Tommaso PadoaSchioppa, ex presidente della Consob ed ex ministro dell'Economia, che con una frase - «Pagare le tasse è bello perché ti fa sentire cittadino della polis e ti dà modo di partecipare al bene comune» - ha marcato la sua civiltà e, suo malgrado, la sua distanza dal paese reale. «Padoa-Schioppa è stato un civil servant capace di portare grandissima competenza nelle istituzioni, e non solo nella dimensione economica - sottolinea l'avvocato Umberto Ambrosoli - confrontarsi con lui sul tema delle tasse fa un torto alla grandezza del suo operato», ma certo aiuta a focalizzare «il significato civile delle tasse». Detto questo, sottolinea Ambrosoli, «è vero che ci confrontiamo con una declinazione dell'equità fiscale che deve tenere conto del senso dell'iniquità e anche dell'inefficienza nell'utilizzo di risorse pubbliche». Insomma, da un lato bisogna interrogarsi sul perché Tommaso Padoa-Schioppa abbia subito vessazioni nel Paese per avere detto una frase idealista e volta al bene comune, dall'altra «ci si deve interrogare sulla gestione del gettito fiscale: lo Stato riesce veramente a fare percepire che la contribuzione fiscale non sia al servizio del mantenimento delle strutture dello stato ma al finanziamento dei servizi?». Alla fine quando si parla di risorse in un Paese costretto a tagliare i servizi ai cittadini, l'aspetto ideale dell'equità fiscale incontra le istanze di un maggior controllo sociale, e di una maggiore vigilanza delle amministrazioni locali. «Gli enti locali sono le prime vittime dei tagli alla spesa: un Comune oggi, dopo che gli è stato sottratto il gettito dell'Ici, non ha più le risorse che servono per offrire servizi ai cittadini, e il patto di stabilità complica ulteriormente questa situazione - evidenzia Ambrosoli - Esistono tuttavia norme in questo Paese che consentono all'ente locale di beneficiare di quello che lo Stato riesce a recuperare dall'evasione grazie alle indicazioni che arrivano dai Comuni». Uno strumento, di cui si parlerà negli incontri di giovedì, da cui può partire una corretta contribuzione fiscale e grazie al quale sarà anche possibile compensare parte degli effetti dei tagli della spesa statale e porre le basi per una futura riduzione della pressione fiscale. Di certo la Giornata della virtù civile (www.associazionecivilegiorgioambrosoli.it), che ha il supporto di Bankitalia e Fondazione Cariplo, guarda avanti, soprattutto alle nuove generazioni cui l'Associazione dedica particolare attenzione: la mattina comincerà a Palazzo Marino con un gioco dedicato alle scuole primarie, "Le belle tasse", condotto da Franco Fichera e proseguirà nel primo pomeriggio al Teatro Dal Verme con la premiazione di un concorso di scrittura sul tema, dedicato agli studenti della scuola secondaria di primo grado, e la premiazione di un concorso fotografico "Scatti di legalità". Alle 17 la giornata proseguirà con due eventi gratuiti e aperti a tutti: alla Bocconi la lezione del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti - interverranno il rettore Andrea Sironi, Umberto Ambrosoli e Donato Masciandaro - e al Teatro Dal Verme il "Concerto civile Giorgio Ambrosoli" e la tavola "La sfida dell'equità fiscale", con Caterina Padoa-Schioppa, Ivan Lo Bello, Umberto Ambrosoli e Ferruccio de Bortoli. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 87 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato la sfida dell'equità fiscale 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 22 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 88 02/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 40 (diffusione:334076, tiratura:405061) In Cassazione notifica vincolata Le modalità di ricorso devono seguire le regole del processo civile Antonio Iorio IL PUNTO La consegna diretta all'impiegato addetto all'ufficio non è prevista: in questo caso l'istanza è inammissibile Per la notifica del ricorso per Cassazione contribuente ed Entrate devono seguire esclusivamente le regole del Codice di procedura civile. Quindi, il contribuente non può consegnare l'atto direttamente all'Ufficio, e quest'ultimo non può avvalersi dei messi notificatori interni. A precisarlo è la Corte di cassazione con la sentenza n. 25395 depositata ieri. Un contribuente aveva fatto ricorso contro il diniego dell'Agenzia a un'istanza di rimborso. Entrambi i giudici di merito avevano rigettato le doglianze confermando il provvedimento di diniego. Il contribuente aveva proposto allora ricorso per Cassazione. La Suprema corte ha però ritenuto inammissibile l'impugnazione per l'inesistenza della notifica eseguita. In particolare il contribuente aveva consegnato l'atto al front office delle Entrate, che aveva rilasciato la relativa ricevuta. Il collegio di legittimità ha ricordato che la notifica mediante consegna dell'atto è prevista dall'articolo 16 del decreto legislativo 546/92 per gli atti del giudizio tributario. Per la norma le notificazioni possono essere fatte anche direttamente o a mezzo del servizio postale mediante spedizione dell'atto in plico senza busta raccomandata con avviso di ricevimento, sul quale non sono apposti segni o indicazioni dai quali possa desumersi il contenuto dell'atto. Tuttavia il successivo articolo 62 dello stesso decreto dispone che avverso la sentenza della commissione tributaria regionale può essere proposto ricorso per Cassazione e al relativo procedimento si applicano le norme dettate dal Codice di procedura civile in quanto compatibili. In proposito l'articolo 137 del Codice di procedura civile prevede che le notificazioni, quando non è disposto altrimenti, sono eseguite dall'ufficiale giudiziario, su istanza di parte o su richiesta del pubblico ministero o del cancelliere. Dalla lettura delle norme, discende che la consegna diretta del ricorso, a opera del ricorrente o del suo difensore, all'impiegato addetto all'ufficio non è prevista. Ne consegue che la notifica è di fatto inesistente e quindi il ricorso inammissibile. La Cassazione ha poi ricordato che, analogamente, in un caso speculare, può essere rilevata l'inammissibilità anche per la notifica eseguita dall'ufficio con propri messi. Nella specie veniva evidenziata l'inesistenza della notifica del ricorso effettuata dalle Entrate per il tramite del proprio messo speciale, nonostante fosse indicata la propria qualifica e specificate le proprie generalità. Come già rilevato in passato (sentenza n. 21216/2005) secondo i giudici di legittimità, in tema di contenzioso tributario, i messi speciali degli uffici finanziari hanno il potere di effettuare validamente notifiche nell'ambito del procedimento dinanzi alle commissioni tributarie, ma sono privi di qualsiasi potere notificatorio per il ricorso per Cassazione che è regolato, anche per la materia tributaria, esclusivamente dal Codice di procedura civile. La notifica eseguita in modo irregolare come nella specie, comporta la sua inesistenza che è insanabile. Da qui l'inammissibilità del ricorso. Con il richiamo a questa decisione, i giudici hanno così sottolineato la parità di trattamento dell'amministrazione rispetto al contribuente dinanzi all'ultimo grado di giudizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 89 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Contenzioso. La decisione dei giudici riafferma la parità di trattamento tra amministrazione e contribuente 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Libererò il mio Veneto dal dominio leghista e in Europa non torno" GIOVANNA CASADIO GIOVANNA CASADIO ROMA. «La coppia Zaia-Galan per vent'anni ha isolato una delle Regioni più importanti d'Italia e io ora penso di batterli». Alessandra Moretti, candidata "governatrice" del Veneto dopo la vittoria alle primarie, è gasatissima, nonostante le polemiche sulla scarsa affluenza. Moretti, lei ha vinto le primarie, ma vanno sempre meno persone a votare. É quasi un flop? «Quello del Venetoè comunque un risultato importante perché ai gazebo abbiamo doppiato gli iscritti dem. Per noi questa è una regione particolare e quindi il dato è soddisfacente». Ma come pensa di farcela mentre monta l'onda della destra leghista di Salvini? «La vittoria alle primarie venete è quella di una comunità intera, del Pd e del centrosinistra. È stata invertita la rotta di una Regione per troppo tempo nelle mani della Lega e del centrodestra, che oggi vuole aria nuova». Però Salvini ha parlato di un sondaggio che la vedrebbe al 13% contro l'87% di Zaia. Come replica? «Non credo ai sondaggi, visto soprattutto come sono andate le europee in cui abbiamo raggiunto a sorpresa in Veneto il 39%, un risultato straordinario proprio perché il Pd ha risposto alle istanze di piccole e medie imprese, artigiani, lavoratori autonomi e partite Iva a cui la Lega in questi anni non ha mai dato risposte concrete». Bisogna fare i conti con le spinte secessioniste? «Le spinte esistono, dobbiamo essere capaci di comprenderle ma soprattutto dare risposte credibili su un tema così delicato, che per me nonè indipendentismo ma maggiore autonomia, essendo il Veneto collocato tra due Regioni a statuto speciale». Lei è stata in poco tempo deputata in quota bersaniana, eurodeputata e ora candidata "governatrice". Se perde, torna in Europa? «Rimango in Veneto, questa è la mia terra, qui sono nata e vivo e intendo impegnarmi perché voglio portare il Veneto in Europa». Essere telegenica aiuta? «Parliamo di proposte politiche. Alle primarie sono stata votata per quelle». Si pente di quella battuta sulle donne di sinistra che devono essere "ladylike"? «Alle primarie mi hanno votata per le cose che ho fatto e mi voteranno per le proposte che presenterò. Andiamo avanti. Comunque, per dirla con un proverbio veneto: "Chi non lava mai i piatti, non ne rompe neanche uno"». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 90 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA/ ALESSANDRA MORETTI 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) "In Puglia liste pulite indagati e condannati resteranno a casa" LELLO PARISE BARI. «Farò liste pulite, senza alcun dubbio» assicura Michele Emiliano, l'ex sindaco di Bari che trionfa alle primarie di domenica col 57 per cento dei consensi e che alle elezioni del 2015 sarà il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. Dirlo, è facile. Poi, però, a scorrere i nomi dei consiglieri dem in carica, salta fuori che più di uno di loro ha grattacapi con la giustizia. Missione impossibile? «Macché. Il mio ragionamento è semplice». Cioè? «Applicheremo alla lettera il codice etico del Pd, ecco tutto». Dunque, rinviati a giudizio, condannati in primo grado per corruzione e concussione, colpiti da misure di prevenzione personali o patrimoniali, resteranno a casa? «È così, e basta». Emiliano vince le primarie nonostante Renzi, che a quanto pare non stravede per lei? «Nessuna freddezza. Le telefonate che ho avuto dalla segreteria del partito, sono entusiastiche nei miei riguardi». Ma Renzi non la cerca. «Mi ha chiamato due giorni prima del voto: "Ma come fai a essere dappertutto?". Gli ho risposto: "Lo faccio per il mio partito e per la Puglia"». Qui dove non sono poche le gatte da pelare: a cominciare dall'Ilva di Taranto. «Il piano di salvataggio abbozzato dal governoa me va bene. Io avevo parlato a Monti due anni fa della nazionalizzazione dello stabilimento siderurgico. Sono pronto a collaborare. Bisogna evitare che i privati rilevino l'acciaieria a prezzi stracciati». Alle regionali il suo è un successo annunciato? «Tutt'altro. Il M5S sarà rognoso, rappresenta circa il 50 per cento dell'elettorato. Il centrodestra non arriverà impreparato all'appuntamento». Circola perfino il nome di Raffaele Fitto, come concorrente. «Sarebbe il più insidioso». L'astensionismo da queste parti, non è un incubo. Passione per la politica o cortesie da ricambiare? «Basta fare campagne elettorali all'antica: tutti e tre i competitori, abbiamo girato come trottole». Per colpa dell'Udc, ha rapporti avvelenati con Nichi Vendola? «Li chiamerei momenti di tensione, ma Sel e Pd sono i pilastri della coalizione. Quanto all'allargamento della maggioranza all'Udc, stabiliremo insieme il da farsi». Foto: Michele Emiliano ex sindaco di Bari Foto: Nessun grande freddo con Renzi, mi ha chiamato prima del voto. Apprezzo la sua idea di salvare l'Ilva SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 91 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA/ MICHELE EMILIANO / Le primarie Quarantamila elettori in Veneto e 140 mila in Puglia hanno scelto i candidati del centrosinistra alle regionali del 2015 Il Pd: dati confortanti, i cittadini vogliono partecipare. Ora Moretti e Emiliano preparano la sfida a Lega e Forza Italia 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Omofobo io? Ma i gay ce li abbiamo tutti" SOTTOTIRO Massimo Cassano Il sottosegretario che accusa Vendola: "Si fa la manicure" CONCETTO VECCHIO ROMA. Il sottosegretario del Ncd Massimo Cassano, colto da raptus retorico, ingrana la quinta e a nulla valgono i ripetuti tentativi di interromperlo. «È lui l'omofobo!» «Attacca un padre di famiglia». «Un marito!» «Lo denuncio!» Ma con chi ce l'ha? «Con quel signore». Vendola? «Sì, questo appartenente al mondo cashmere e martello». Lei ha definito il governatore un privilegiato che si fa la manicure. Non si vergogna? «Volevo dire che non ha mai lavorato». Ora a sinistra le danno dell'omofobo. «A me? Che esco ogni sera con i gay? Che ho elettori gay. Che vivo tra i gay. Perfino nella mia segreteria ce ne sta uno». Quindi non chiede scusa? «Ma questo è una vita che gioca con sta storia dell'omosessualità, ma i gay ce li abbiamo tutti, perfino nel Ncd ci stanno i gay, in Forza Italia, stanno davvero dappertutto...». Dire che Vendola non ha mai provato la gioia di essere padre e marito non è grave? «Era sempre riferito alla storia delle mani e del lavoro». In che senso? «Le leggo la mia lettera inviata a quel signore. ( Cassano iniziaa declamare la missiva spedita a Vendola ) "Non sa cosa sia il lavoro, non sa cosa sia una famiglia che ti accoglie nei momenti difficili, non immagina minimamente quali siano le gioie le responsabilità dell'essere padre e marito". Ecco, è chiaro adesso?» Sel chiede le sue dimissioni. Le darà? «Volevano cacciare Renzi, Alfano, mo' pure Cassano, ma io questa soddisfazione non gliela do». Come nasce tutto? «È stato lui ad attaccarmi per primo. Emiliano che non lo può vedere, e fa bene, sta intavolando una trattativa con l'Udc. E Vendola se ne è uscito dicendo che allearsi con me sarebbe roba da Stephen King. Ma io che c'entro? Io sono l'Ncd, mica l'Udc». Perché offenderlo con quelle frasi? «Da anni mi insulta in tutte le lingue». Ma Vendola usa argomenti politici. Dice che lei è un miracolato, perché sta al governo «senza curriculum» «Lui non sa cosa vuol dire venire al mondo in una famiglia umile, in un quartiere umile, in una città umile. Ma io il curriculum ce l'ho: ero consigliere circoscrizionale della Dc, dirigente giovanile nello Scudocrociato, consigliere provinciale di Forza Italia, vicepresidente della Provincia di Bari, mister preferenze alla Regione Puglia...». Dicono che deve la sua carriera al fatto di aver sposato una donna fra le più ricche di Bari. È così? «Avevo 24 anni, ma da sei ero consigliere circoscrizionale, e da quattro lavoravo in banca. Qual è la fortuna?». E le sue mani piene di calli? «Tagliavo l'uva da bambino, ho scaricato cassette di tufi, l'unica fatica che conosce Vendola è quella dello spiritoe della mente». PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.massimocassano.it Foto: SOTTOSEGRETARIO Massimo Cassano ex Forza Italia ora Ncd, barese, è sottosegretario al Lavoro SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 92 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Riforme, non faremo sconti per il Colle vedremo i nomi" Sull'Italicum ci ha sbattuto la porta in faccia Se viene a cercarci ora sappia che partiamo dal democratellum (a.cuz.) ROMA. Danilo Toninelli non dimentica. Il vicepresidente della commissione Affari Costituzionali della Camera aveva partecipato - con Luigi Di Maio - all'abbozzo di trattativa con Renzi sulla legge elettorale: «Non ciè piaciuto come siamo stati trattatia quel tavolo». Da Renzi arriva un'altra apertura, che ne pensa? «Se ci chiede di partecipare a qualcosa è perché gli manca la terra sotto i piedi. Al Senato ha una maggioranza di soli cinque voti. Mostra muscoli che non ha, cerca i voti che gli servono per portare a casa qualcosa». Cercherete una trattativa sul Quirinale? «Interesseremo la Rete. Io proporrò che ci sia prima un percorso informativo, sulla figura e i poteri del presidente. Poi parleremo dei requisiti necessari e credo che arriveremo a uno o più nomi». E se i vostri non dovessero avere chances? Aprirete ad altri? «Ci interessa il metodo. Come per la Consulta, si facciano i nomi in modo pubblico, in modo che i cittadini possano valutarli. Credo che il prossimo capo dello Stato non debba essere un uomo di partito, ma un difensore dei diritti civili, delle libertà. Ci sono ad esempio tanti ex presidenti della Consulta anonimi, ma competentie moralmente straordinari». Sulle riforme, siete ancora in partita? «Pur ritenendo la riforma del Senato una schifezza, cercheremo di migliorarla con i nostri emendamenti. Chiediamo il ritorno dell'elettività e un riequilibrio del numero di deputati e senatori». Tratterete ancora per migliorare la legge elettorale? «Ci abbiamo già provato, e ci hanno sbattuto la porta in faccia. Se venissero a cercarci ora diremmo che noi ripartiamo dal democratellum». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 93 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA/ DANILO TONINELLI, M5S 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:556325, tiratura:710716) Landini: "Giusto questo intervento ma non si trasformi in un'altra Alitalia" IL RUOLO DELLO STATO Dobbiamo salvare un pezzo decisivo del sistema industriale italiano, e questo non si può fare senza lo Stato (r.ma.) ROMA. Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, è stato tra i primi a proporre il ritorno all'acciaio di Stato. Ora il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, indica una «nazionalizzazione» dell'Ilva per provare a salvare l'impianto siderurgico di Taranto. Landini, cosa pensa dell'ipotesi affacciata dal presidente Renzi? «Ritengo che Renzi dica una cosa giusta. Siamo di fronte alla necessità di salvare un pezzo decisivo del sistema industriale italiano. Ed è importante che si pensi a un intervento pubblico. Che deve voler dire responsabilità diretta nella gestione da parte del governo; che vuol dire aver un management all'altezza della gravità della situazione; che vuol dire aver le risorse per gli investimenti necessari per attuare il piano di risanamento ambientale; che vuol dire tutela dell'occupazione e garanzie di lavoro anche per le aziende del territorio». Lei esclude un futuro privato per l'Ilva? «Non escludo nulla, ma dico che oraè indispensabile mettere in campo un'operazione strategica che non può portare - sia chiaro - a una riedizione del "modello Alitalia"». In realtà il governo sembrerebbe ispirarsi proprio al caso Alitalia. Perché lei dice di no? «Perché questa volta serve un'operazione vera di politica industriale. Non si può pensare di scaricare ancora i debiti di una società su tutta la collettività per regalare agli stranieri di turno un'impresa strategica». Il governo dove può trovare i soldi per un'operazione del genere? «C'è il Fondo strategico, c'è la Cassa depositi e prestiti». Ma il Fondo non è la vecchia Gepi che interveniva per salvare le aziende decotte. «Se il governo ritiene che si debba intervenire troverà il modo perché accada». Dunque, Renzi promosso? «Noi abbiamo sempre giudicato il governo per quello che fa. Se finalmente ha capito che per uscire dalla crisi dell'Ilva serve un intervento pubblico, noi non possiamo che concordare. Certo ci si muove in una logica opposta alla teoria secondo cui per attirare gli investimenti bisogna rendere più facili i licenziamenti e tagliare un po' di tasse alle imprese». Pensa che il miliardoe 200 milioni sequestrati all'epoca ad Emilio Riva e ora custoditi all'estero possano rientrare per realizzare il risanamento ambientale, premessa per qualsiasi sviluppo di Taranto? «Non sono un magistrato. Penso però che sia una strada percorribile tanto più passando dall'amministrazione straordinaria. Ripeto: non si tratta di mettere in atto un escamotage per affrontare una situazione complicata, bensì di realizzare un intervento strategico. Per questo chiedo che i sindacati vengano coinvolti». L'intervento del governo non rischia di scontrarsi con le regole europee che vietano esplicitamente gli aiuti di Stato? «Senta, l'industria pubblica esiste in Francia come in Germania. Qui si tratta di salvare un'industria strategica. Anche la nostra Costituzione prevede l'intervento pubblico nell'economia. Poche storie! Non se ne esce fuori senza una vera strategia di politica industriale». Ritiene che i Riva, che poi sono ancora formalmente i proprietari, possano essere coinvolti? «Assolutamente no». Perché? «Perché si è dimostrata una proprietà del tutto inadeguata. Se l'Ilva è combinata così è colpa dei Riva. Per questo serve un ricambio degli assetti proprietari». Foto: SEGRETARIO Il segretario generale di Fiom, Maurizio Landini SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 94 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 17 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Ora in Europa il populismo sta conquistando anche i governi" PASCAL CEAUX IL FILOSOFO Jürgen Habermas sostiene l'idea di un rafforzamento dell'Unione tra i Paesi del Vecchio Continente e analizza in questo colloquio le contraddizioni dell'Ue, auspicando un cambiamento di rotta. A suo parere, solo un governo economico comune ai Paesi del nocciolo duro europeo sarebbe in grado di combattere le crescenti disuguaglianze sociali in seno all'eurozona. Habermas, sembra che ovunque l'euroscetticismo stia guadagnando terreno. Siamo in presenza di una crisi dell'Unione europea? «Sì, l'euroscetticismo guadagna terreno in tutti gli Stati dell'Unione, in particolare in seguito alla crisi in atto da cinque o sei anni: che è bancaria e finanziaria, ma è al tempo stesso una crisi del debito pubblico. Se l'eurozona si rivela fragile, è soprattutto perché a Maastricht, al momento della fondazione dell'Unione monetaria europea, i politici in carica non trovarono il coraggio di trarre le conseguenze da quel passo, e di porre le premesse perché dall'unione monetaria potesse sorgere un'unione politica. Al momento le politiche fiscali, economichee sociali rimangono prerogative degli Stati nazionali. Ma di fatto, solo un governo economico comune a quello che è il nocciolo duro europeo, impegnato a portare avanti una politica concertata, sarebbe in grado di appianare le non ottime condizioni che incontra l'Unione monetaria europea. Allo stato attuale non si fa abbastanza per evitare almeno che i divari tra le diverse economie nazionali continuino ad aumentare». Non pensa che l'impasse politica finisca per dar ragione ai liberisti, che auspicherebbero un semplice spazio di libero scambio commerciale? «Si tratta di vedere se siamo pronti a rassegnarci all'asimmetria che ormai caratterizza i rapporti tra politica e mercato. Una scelta in questo senso comporterebbe non solo l'abbandono del progetto di una democrazia sovranazionale, ma anche la rinuncia al modello sociale che ancora diciamo di voler difendere. Stiamo attenti a non invertire le cause e gli effetti. È in seguito alla liberalizzazione mondiale dei mercati finanziari chei margini di manovra dei governi nazionali si sono ristretti sempre più, e la pressione economica è aumentata a tal punto che gli Stati non dispongono più di livelli di copertura sufficienti per i sistemi di sicurezza sociale. Basterebbe questoa giustificare un'accelerazione dell'integrazione europea. Se ancora esiste una sinistra non rassegnata, il suo impegno andrebbe in questo senso». Come interpreta la volontà d'indipendenza che si manifesta in Scozia, o in Catalogna? «Quando le crescenti sperequazioni sociali fanno montare l'angoscia e il senso d'insicurezza nella popolazione, sorge la tentazione di un ripiegamento all'interno dei confini familiari, in cui si crede di poter confidare;e la voglia di aggrapparsi a ciò che è "nativo" - la lingua, la nazione, la storia, ereditate o anche acquisite. Visto in quest'ottica, a mio parere il ritorno di fiamma del regionalismo, in Scozia come in Catalognao nelle Fiandre,è di fatto, almeno sul piano funzionale, l'equivalente del successo del Front National in Francia...». Non le sembra che oggi il ripiegamento degli Stati-nazione su se stessi sia all'ordine del giorno? «Certamente. Nell'Ue stiamo assistendo a un ritorno dei nazionalismi, che non coinvolge solo le popolazioni ma anche i rispettivi governi. Certo, il senso di declassamento, la paura del degrado non si trasformano automaticamente in pregiudizi anti-europei; e non si può neppure dire che questi ultimi siano necessariamente associati a pregiudizi nei confronti di altre nazioni. Questa sindrome, che possiamo definire populismo di destra, nasce innanzitutto da una certa interpretazione della crisi bancaria e del debito pubblico, che anche vari partiti di governo leggono a modo loro. Secondo quest'interpretazione, il fatto che una nazione sia collettivamente "colpevole"o meno del proprio indebitamento si spiegherebbe con le differenze in materia di cultura economica nazionale. Oltretutto, è un modo per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal "destino di classe" - che certo non conosce frontiere - di coloro che in questa crisi sono i vincenti e i perdenti. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 95 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista Jürgen Habermas. L'analisi del filosofo tedesco "Ci si aggrappa ormai sempre di più alla sovranità degli Stati-nazione quando sarebbero necessarie politiche concertate per contrastare le crescenti diseguaglianze sociali ed economiche A Bruxelles, invece, è rissa continua" 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 17 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 96 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A riprova di questo ripiegamento sugli interessi nazionali basta osservare il clima sconfortante di rissa del Consiglio europeo. Tutti contro tutti, sembra che il termine solidarietà appartenga a un altro continente. Non c'è da stupirsi che da quel Consiglio non provenga alcun impulso per il rilancio dell'unificazione europea». Il ritorno a una forma di egemonia impone alla Germania una responsabilità particolare? «A causa della sua preponderanza economica e demografica, in questi ultimi anni di crisi la Germania ha assunto in Europa un ruolo di leadership che in parte le è stato imposto. Un ruolo che dovrebbe incuterle timore. Certo, questa posizione - anche se si tende a non dirlo - è vantaggiosa dal punto di vista dei suoi interessi nazionali. Così, a poco a poco, la Germania viene a trovarsi nuovamente di fronte al dilemma di quella "posizione semiegemonica" in cui già era venuta a trovarsi a partire dal 1871,e che riuscìa superare solo dopo due guerre mondiali, e grazie all'unificazione europea. Ma proprio la Germania ha il massimo interesse a far uscire l'Unione europea da questa fase del suo sviluppo, in cui le decisioni possonoo devono essere prese da un potenza dominante». I tedeschi pensano che gli altri Paesi debbano fare gli sforzi di austerità che loro hanno compiuto, i francesi preferirebbero una politica di rilancio dell'economia... «Il fatto che Germania e Francia siano oggi ai ferri corti, non è di buon auspicio per il futuro dell'Ue. In nome dei propri interessi, il governo di Berlino rifiuta di recuperare i ritardi in materia di solidarietà, e non sa decidersi a correggere la propria ostinata politica di risparmio, mentre gli stessi economisti tedeschi chiedono più investimenti. Il governo francese esigea buon diritto questa solidarietà, ma lo fa nell'intento di coordinare tra loro le politiche nazionali in senso tecnocratico. I capi di Stato e di governo dovrebbero superare le schermaglie e mettersi d'accordo su alcuni punti: 50 miliardi di risparmi da un lato contro 50 miliardi di investimenti dall'altro. Ma le due posizioni si bloccano reciprocamente. Da un lato il diniego della solidarietà, dall'altro il rifiuto di pagare il prezzo richiesto per un cambio di politica.E dall'una come dall'altra parte ci si aggrappa a una sovranità dallo Stato-nazione, svuotata di ogni significato». Ma come conciliare lo spazio europeo comune con l'affermazione crescente di una sfera pubblica mondiale? «Non dovrebbe essere un problema, se l'Europa mettesse in campo la sua potenza anche a livello mondiale, per civilizzare il capitalismo e instaurare i diritti umani». Che dovrebbe fare l'Europa per rappresentare ancora un'idea di futuro? «Non sembra vi sia negli Stati membri un dibattito reale sui problemi concreti dell'Unione, né sulle sue effettive possibilità d'azione. I molti partiti politici e i cittadini che trovano solo da ridire sull'Ue dovrebbero superare il loro disfattismo e avere il coraggio di affrontare una controversia tra posizioni chiaramente definite. Solo un dibattito chiaro, franco e senza sconti sulle diverse possibilità di futuro dell'Ue potrebbe restituire un futuro all'Europa». © Pascal Ceaux / L'Express (traduzione di Elisabetta Horvat) Il trionfo di Marine Le Pen, appena rieletta presidente del Front national con il 100% dei voti. La figlia del leader xenofobo Jean Marie Le Pen ha rilanciato il partito, trasformando il Fn nel più significativo partito populista europeo. I suoi capisaldi sono la difesa dell'identità nazionale, il rifiuto dell'immigrazione e dell'Europa unita IL TRIONFO DI MARINE PER SAPERNE DI PIÙ https://twitter.com/jhabermas www.habermasforum.dk Foto: LO STUDIOSO Il tedesco Jürgen Habermas è considerato uno dei maggiori filosofi e sociologi viventi. Il suo lavoro più importante è "Teoria dell'agire comunicativo" 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Servono interventi urgenti e daremo bonus ai più poveri" (c. p.) ROMA. Alberto Biancardi è consigliere dell'Authority garante dell'energiae del sistema idrico che da due anni si occupa dei servizi a livello nazionale. Un prezzo diverso in ogni città, perché ? «Le differenze sono dovute alla diversa dotazione di infrastrutture e di risorse naturali, alcune regioni sono ricche di acqua facilmente reperibile altre no. Oltre al fatto che gli organismi locali hanno un margine di decisione rispetto alla determinazione delle tariffe». Come mai un terzo dell'acqua si perde per strada ? «È vero, la rete idrica è vecchia, c'è carenza di informazioni sulla consistenza delle infrastrutture, sui costi reali di manutenzione. Oltre al problema delle acque reflue, quelle quando si perdono nel terreno inquinano, danneggiano il territorio. La realtà è che le funzioni di regolamentazione dei servizi sono state trasferite a noi solo dal 2012. E quindi solo da allora abbiamo cominciato ad avere un quadro della situazione». Qual è il piano operativo ? «Per migliorare il servizio, raddoppiare le infrastrutture ed evitare danni da inquinamento, sono necessari investimenti per almeno 4 miliardi e mezzo nei prossimi quattro anni». Quali interventi prevedete per chi non ha possibilità ? «Stiamo rivedendo l'articolazione delle tariffe e faremo bonus per i più poveri». Foto: L'ESPERTO Alberto Biancardi, dell'Authority energia e sistemi idrici SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 97 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA / IL CONSIGLIERE DELL'AUTHORITY 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 26 (diffusione:556325, tiratura:710716) Un milione di liquidazione all'ex ad di Iren E la multiutility prende i fischi Cittadini e piccoli azionisti manifestano a Reggio Emilia I grillini: non andava cambiato CARLOTTA SCOZZARI MILANO. La spending review, almeno per ora, non trova applicazione in casa di Iren, il gruppo nato dall'aggregazione delle multiutility di Genova, Torino, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Altrimenti non si spiegherebbe perché l'ormai ex amministratore delegato Nicola De Sanctis, appena sostituito da Massimiliano Bianco, lasci con una buonuscita da 950mila euro. Una cifra che appare decisamente elevata in primo luogo perché Iren è una società controllata da azionisti pubblici: al comando, al 36% del capitale, c'è la Finanziaria Sviluppo Utilities (Fsu) partecipata al 50-50 dai Comuni di Genova e di Torino, mentre seguono il Comune di Reggio Emilia e quello di Parma, rispettivamente con l'8,4 e il 6,6 per cento. Non solo. La buonuscita di De Sanctis appare corposa anche se si considera che il manager sembra sia stato sostituito perché non in grado di portare a compimento quel nuovo giro di aggregazioni gradito ai soci forti, ossia i Comuni di Genova e Torino. Non stupisce, in tale contesto, che il maxi assegno con cui De Sanctis esce da Iren sia stato ieri al centro del Consiglio comunale di Reggio Emilia: un centinaio di cittadini, armati di fischietti, pentole e striscioni, ha duramente protestato di fronte al portone del Municipio, col sostegno di Federconsumatori e Cgil e di piccoli azionisti di Iren. Il malcontento è montato anche a Parma, l'altro Comune che nella multiutility si trova in minoranza rispetto allo strapotere di Genova e Torino. «Alla luce di queste scelte - ha tuonato il sindaco Federico Pizzarotti sull'uscita di De Sanctis - ci vuole maggior responsabilità da parte di chi gestisce denaro riconducibile a servizi di natura pubblica». Il primo cittadino pentastellato ha, inoltre, fatto sapere che, nei giorni scorsi, aveva chiesto la convocazione del subpatto emiliano dei soci (dovrebbe tenersi oggi) per comprendere le ragioni che hanno portato alla sostituzione dell'ad. «Una decisione da noi non condivisa», ha tenuto a puntualizzare Pizzarotti. Foto: MANAGER Nicola De Sanctis è l'ex ad Iren Ha lavorato anche per Edison e AB Capital SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 98 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PUNTO 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:556325, tiratura:710716) Bombassei: "Brembo apre in Messico Costi troppo alti per investire in Italia" Abbiamo scelto di seguire i clienti che si sono trasferiti lì. La ricerca non va all'estero PAOLO GRISERI TORINO. L'investimento è di 32 milioni di euro. Creerà 500 posti di lavoro in Messico, nella zona industriale di Escobedo, alle porte di Monterrey. Il nuovo stabilimento della Brembo produrrà pinze freni in alluminio. L'investimento segue quelli realizzati a Homer, in Michigan. Accanto allo stabilimento delle pinze sorgerà una fonderia. «Con questo investimento Brembo incrementa la presenza nell'area Nafta, dove nei primi 9 mesi del 2014 abbiamo aumentato la produzione del 25 per cento», dice il patron, Alberto Bombassei. Ingegner Bombassei, perché un nuovo investimento all'estero? «Ci sono importanti costruttori dell'automotive che si sono insediati in Messico e abbiamo deciso questo investimento per seguirli. Con la stessa filosofia abbiamo inaugurato a settembre il nuovo stabilimento di Homer, in Michigan. Anche lì stiamo realizzando una fonderia per la ghisa. Gli Stati Uniti, da soli, rappresentano ormai il 25% del nostro fatturato». Bremboè leader mondiale nei freni. Realizza prodotti di alta qualità. Perché non mantenere tutta la produzione in Italia? «Perché solo producendo vicini al cliente siamo in grado di soddisfare in tempo reale le richieste, confrontarci sulle caratteristiche del prodotto. Quella che rimane in Italia è invece la parte di ricerca e sviluppo, oltre alla produzione per i clienti europei». Solo una filosofia aziendale o anche un problema di competitività del sistema Italia? «Per noi si tratta soprattutto di applicare una filosofia aziendale. Non solo perché i clienti ci vogliono vicini a loro ma perché è importante essere percepiti come azienda domestica. E poi si evitano i problemi legati al cambio. Certo, investendo all'estero si notano vistose differenze nell'atteggiamento delle istituzioni verso le imprese». Quali sono, a suo parere, le principali differenze tra il sistema italiano e quelli di altri Paesi? «Lavorando in Usa ho potuto notare la grande capacità e velocità nella ripresa. La crisi del 2007-2008 è stata durissima ma istituzioni e imprese hanno saputo reagire in fretta. E gli investimenti di questi anni hanno permesso di realizzare impianti di ultima generazione più efficienti e dunque più redditizi». In Italia che cosa manca per fare altrettanto? «Deve cambiare una mentalità. Quando dovevamo investire in Usa il governatore del Michigan ha preso un aereo è arrivato da me qui in Lombardiae ha detto: 'Caro Bombassei, quell'investimento fatelo da noi. Ecco le opportunità che le offriamo'». Lei pensa che i governatori delle regioni italiane non farebbero altrettanto? «Non penso che lo farebbero molti». Si metta il cappellino del deputato. Quali provvedimenti propone per attirare qui gli investimenti stranieri? «Innanzitutto mantenere in Italia la produzione di fondamentali materie prime: abbiamo lasciato scappare l'Alcoa che produceva alluminio e ora rischiamo con l'acciaio. Il secondo problema è il costo dell'energia. Noi la produciamo con il gas perché riteniamo che sia il più pulito maè più caro. In Polonia la producono con il carbone, in Francia con il nucleare. L'energia da noi costa il 30 per cento in più. Eppure ci sono sistemi poco inquinanti per produrre con il carbone. Perché non seguiamo quella strada? La terza questione fondamentale è quella della burocrazia. Ci sono lungaggini enormi mentre chi investe ha bisogno di tempi certi». Lei ritiene che il Job's act possa favorire gli investimenti in Italia? «Francamente ritengo che il Job's act sia un buon compromesso che potrà stimolare l'occupazione. Dobbiamo cancellare il 44 per cento di disoccupazione giovanile». Lei annuncia l'investimento in Messico. Quali sono le vostre prossime mosse? «L'investimento in Messico è per noi molto importante. Nel frattempo stiamo monitorando la situazione in Russia. Ma lo stiamo facendo con grande prudenza per i problemi creati dalla crisi con l'Ucraina. Quella di compiere un passo per volta è sempre una regola molto saggia». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 99 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 02/12/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 100 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: È DEPUTATO Alberto Bombassei è presidente della Brembo ed anche deputato (Scelta Civica per l'Italia) 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 3 (diffusione:309253, tiratura:418328) L'accordo su un nome di alto profilo potrebbe tagliare fuori Forza Italia Per l'elezione del Capo dello Stato, il premier potrebbe puntare a un'intesa con i centristi TIRARE LA CORDA Un candidato troppo renziano rischierebbe di non trovare voti [U.MAG.] ROMA Alle ultime elezioni presidenziali, schiere di «franchi tiratori» gettarono i partiti nel caos. L'Italia ne uscì grazie a Napolitano, che accettò di caricarsi sulle spalle un altro biennio. Ora però questo supplemento è agli sgoccioli. La nota diramata ieri sera dal Colle colloca al primo posto un'ordinata transizione istituzionale, nei tempi e nei modi che Napolitano valuterà. Ma sarà davvero possibile evitare il caos o dobbiamo aspettarci un bis dell'aprile 2013? Dipenderà molto da Renzi. In quest'anno e mezzo la geografia politica è parecchio cambiata a vantaggio suo. Non nei numeri, che restano gli stessi incominciando dai 1007 grandi elettori, ma negli equilibri dentro i partiti. Per certi aspetti la situazione si è rovesciata: l'epicentro della crisi l'altra volta si registrò a sinistra quale contraccolpo della mancata vittoria. Insieme con Sel e i rappresentanti delle Regioni, Bersani aveva sulla carta 470 voti laddove, per eleggere il nuovo Presidente, gliene sarebbero bastati 504. Nel segreto dell'urna le dissociazioni Pd superarono il centinaio. Si dimostrarono invece compatti i 150 grillini e i quasi 200 berlusconiani. Nell'ultimo anno la situazione si è quasi rovesciata: M5S e Forza Italia hanno registrato scissioni, laddove il Pd ha tratto beneficio dalla cura-Renzi. Un po' con le buone, un po' con le minacce il premier ha messo il riga il grosso dei gruppi parlamentari. A conti fatti i critici irriducibili saranno 30, forse quaranta. Gli altri malpancisti, compresa la «Ditta» D'Alema-Bersani, non sembrano smaniare per una resa dei conti. Andranno sicuramente allo scontro in un caso: qualora Renzi puntasse per il Colle su un candidato (uomo o donna) dal profilo scialbo e pronto a sciogliere il Parlamento secondo i desideri di Palazzo Chigi. C'è chi scommette che nel voto segreto potrebbe sfilarsi fino a un terzo del Pd. Per puro istinto di auto -conservazione si metterebbero di traverso gli alleati centristi. Tra i grillini dissidenti il candidato renziano raccatterebbe zero voti. A quel punto per salvarlo non basterebbe neppure il soccorso berlusconiano. Già, perché da 190 voti che controllava nella primavera 2013, al Cav sono rimasti 130 grandi elettori, che al netto dei seguaci di Fitto si riducono a una novantina esagerando... Completamente diverso si presenta lo scenario se Renzi vorrà regolarsi da abile tessitore. Alla Cavour, per intendersi, anziché da Capitan Fracassa. Lanciando un candidato autorevole che gli sia amico, è logico, ma anche non sospettabile di agire al suo comando. Di figure con tali caratteristiche in fondo non ne mancano. E in questo caso, la mina sarebbe disinnescata. Nessuno, nel Pd, solleverebbe particolari obiezioni. Questo perlomeno giurano sottovoce i potenziali dissidenti. Per cui, tornando al pallottoliere, quel candidato autorevole potrebbe perdere strada facendo 40 voti, forse anche 50, senza compromettere il risultato. In quanto dalla quarta votazione in poi gliene mancherebbero altrettanti, non di più, per tagliare il traguardo. Trovarli per Renzi sarebbe relativamente facile. Basti dire che di centristi a vario titolo se ne contano quasi duecento. Vuoi che la metà di loro, per ingraziarsi il futuro Presidente, non si disponga a dare una mano? Anche in questo caso, insomma, dell'apporto berlusconiano non ci sarebbe un'assoluta necessità. Anzi, per certi aspetti, l'ombra del Narazerno potrebbe complicare i giochi anziché semplificarli. Ambienti renziani la mettono giù così: «Se Silvio vorrà essere della partita, tanto meglio per lui e per tutti. Ma se pensa di imporre condizioni capestro, si sbaglia di grosso». 1007 grandi elettori Riuniti in Parlamento in seduta comune eleggono il Capo dello Stato 40 parlamentari Sono 30-40 i parlamentari del Pd che potrebbero votare contro il candidato di partito Foto: ALESSANDRO DI MEO/ANSA Foto: Le grandi manovre per il Colle sono in piena operatività SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 101 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Retroscena 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 7 (diffusione:309253, tiratura:418328) Juncker all'angolo tenta il rilancio Ma sul Fisco l'Ue va in ordine sparso Il presidente della Commissione propone regole più stringenti sugli accordi tra Stati e aziende I NUMERI DEL FENOMENO Ogni anno mille miliardi sfuggono ai controlli L'elusione vale il 15% LE RESISTENZE Austria, Olanda e Lussemburgo si sono opposte a norme comuni LA PROPOSTA Si lavora allo scambio automatico delle informazioni I TENTATIVI DI CONVERGENZA A gennaio parte il nuovo regime Iva con forchette di aliquote accettate da tutti MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES liardi che sfuggono al controllo degli erari nazionali, che zavorrano di debiti le casse statali con la loro assenza, e sfilano risorse agli investimenti pubblici di cui l'economia ha sempre bisogno e ora più che mai. Si calcola che l'85% della torta «nera» sia dovuta all'evasione; il resto dipende all'elusione, dunque dalla possibilità di aggirare un sistema di regole lasche. E' colpa di chi ama la truffa, ma una buona responsabilità ce l'ha l'Europa, quella dell'armonizzazione fiscale che manca, e che sinora non si è mai davvero voluta, come dimostra la regola spietata dell'unanimità che i Trattati, scritti dai governi e non da eurocrati pazzi, richiedono per le decisioni in materia fiscale. A Bruxelles amano ricordare con un sorriso amaro che le tasse non versate equivalgono all'interno bilancio settennale dell'Unione. O al pil della Spagna. Si è provato, sia con la bistratta Convenzione che con il Trattato di Lisbona, di spingersi a decidere a maggioranza qualificata anche sulle tasse, era quello che esigevano i cittadini, almeno quelli onesti. Non Ogni anno in Europa sparisce un trilione di euro di imposte non pagate, mille mic'è stato verso. Paradisi fiscali (Austria, Olanda, Lussemburgo) e liberisti (Regno Unito e nordici) hanno alzato una barriera per impedire di liberare il dossier che più influenza i forzieri degli stati. Ora, però, qualcosa potrebbe mutare. La crisi, la perdita di fiducia e speranza, sta gonfiando l'ira dell'elettorato. Molti governi non possono davvero restare a guardare. Il caso LuxLeaks ha smosso le acque. La pubblicazione dei dettagli degli accordi segreti che hanno permesso a 340 multinazionali di spostare il proprio centro di interessi in Lussemburgo, ha fatto traboccare parecchi vasi. Nel mirino sono finiti i «tax rulings», intese del tutto legali - e praticate in oltre venti paesi dell'Unione - con cui alcune multinazionali sono arrivate a pagare anche l'1% di imposte l'anno una volta intrecciate con le altre regole, europee e globali. La vasta inchiesta giornalistica ha raccontato un segreto di Pulcinella, però ha avuto l'effetto di rilanciare un dibattito cruciale. Il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, si è trovato nell'occhio del ciclone, in quanto leader lussemburghese per quasi vent'anni. Se n'è tirato fuori, per ora. Indebolito, comunque, e questo ha una sfumatura interessante: è probabile che ora dovrà mettere ancora più energia nella lotta a evasione e elusione. Da giorni è chiaro su questo punto. «Io penso davvero ha detto e ridetto - che tutti noi dobbiamo lottare contro l'evasione fiscale a livello internazionale». Il primo passo sarà proprio una proposta per i «tax rulings» che il commissario Pierre Moscovici presenterà a stretto giro. Servirà a chiudere buchi come quelli denunciati da LuxLeaks e, se possibile, creare un impianto comune a livello continentale per i «rulings». Il testo girerà sullo scambio automatico delle informazioni, in modo analogo a quanto fatto per i movimenti di capitale e il segreto bancario in buona sostanza abolito: dal 2017 sparirà in tutta l'Ue meno che in Austria (dal 2018, con la Svizzera). E' una prima armonizzazione importante. Non l'ultima, va detto. A gennaio parte il nuovo regime Iva, con forchette di aliquote alte e basse accettate da tutti. Juncker ha lanciato l'idea di riprendere il confronto sulla tassazione sulle imprese visto che sul dossier «Corporate» le disparità sono ricche, a partire dall'Irlanda che fra le polemiche attira gli investimenti con una imposta secca del 12,5% che in Italia non riescono nemmeno a sognare. Corsa in salita. «Il fisco è una questione nazionale, non consentiremo all'Europa di aumentarci le tasse», ha assicurato il premier lussemburghese, Xavier Bettel: «Non sono d'accordo con chi dice che tutti debbano muoversi verso un'imposta unica e con la stessa aliquota». Sinché ci sarà l'unanimità in Consiglio sulle questioni fiscali, sarà difficile fargli cambiare idea. A meno che i colleghi leader a dodici stelle non lo prendano per la giacca e lo convincano a muso duro. Sempre che anche loro ne abbiano tutti davvero voglia. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Retroscena 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 7 (diffusione:309253, tiratura:418328) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 103 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso LuxLeaks n L'attuale presidente della Commissione europea Jean Claude Junker è stato primo ministro del Lussemburgo dal 1995 al 2013. Prima della nomina aveva ricoperto il ruolo di ministero delle Finanze del Gran Ducato per sei anni. n Per anni 340 multinazionali hanno stretto accordi segreti con il Gran Ducato arrivando a pagare sino all'1% di imposte annue. Dopo la nomina alla presidenza Ue una inchiesta ha acceso i fari sul fenomeno mettendo Juncker nell'occhio del ciclone. n Indebolito, Juncker è stato costretto a mettere ancora più energia nella lotta a evasione ed elusione. In arrivo ci sarebbero regole più stringenti e accordi automatici. Foto: PATRICK SEEGER/EPA Foto: Una proposta in aula contro i «paradisi fiscali» in Europa 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 7 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Quei vantaggi sono consentiti dai Trattati" Il tributarista Garbarino: ora la battaglia è politica FRANCESCO SPINI MILANO «Una pressione politica degli Stati più grandi contro altri, più piccoli, affinché smettano di utilizzare la leva fiscale per attrarre capitali è comprensibile. Ma non si giustifica chiamando in causa i trattati, visto che l'Ue non prevede ancora una politica fiscale comune», spiega Carlo Garbarino, professore di diritto tributario all'Università Bocconi. Non crede che Paesi come il Lussemburgo o l'Irlanda stiano danneggiando l'Ue comportandosi da paradisi del fisco? «Tanto i lussemburghesi quanto gli irlandesi sono stati bravi a restare dentro quello che è consentito dal diritto comunitario». Non sono fuori dai trattati europei? «No. Se contravvenissero al principio di non discriminazione previsto dal trattato, sarebbe un gioco da ragazzi per la Commissione portarli di fronte alla Corte di Giustizia e dimostrare che certe misure violano il diritto comunitario, ma questo non è mai stato fatto». Perché? «Perché le loro sono misure sì di vantaggio, ma consentito. Dopo il primo giro di vite europeo sulle concorrenze fiscali dannose, che risale al 1998, è rimasto vietato solo applicare un trattamento di favore a situazioni similari». Ad esempio? «Dare vantaggi a non residenti per attirarli a investire nel proprio Paese. Mi spiego: se l'Italia dimezzasse l'ires per chi investe dall'estero commetterebbe un'infrazione, mentre potrebbe benissimo dotarsi di un fantastico regime fiscale per le holding, indipendentemente da chi sono gli azionisti». Dunque cosa pensa della "ribellione" dei grandi Stati? «È comprensibile, perché solo piccoli Stati possono permettersi di essere fortemente attrattivi, ad esempio, verso capitali finanziari. Gli Stati più grossi fanno contare il loro peso. È un gioco politico». Non crede che i paradisi fiscali siano comunque dannosi? «Ci sono due scuole di pensiero. Per taluni sono parassiti, per altri efficienti. Mi limito a far notare che da un lato anche i grandi Paesi hanno le loro nicchie di attrattività, come i vantaggi fiscali attribuiti ai residenti a Londra. Dall'altro faccio sempre notare che di fatto il paradiso fiscale è come il pesce pilota per il pescecane, è spesso tollerato dai grandi Paesi: la Francia ha praticamente in casa Montecarlo, l'Italia ha avuto Svizzera e San Marino...». Però ci sono molte criticità, non trova? «Certo, c'è il problema che grandi gruppi multinazionali riescono a non pagare tasse da nessuna parte: da un problema di doppia tassazione, siamo passati a uno di doppia esenzione». Come finirà la partita? «La pressione politica è forte e viene condotta anche a livello di G20 da parte dell'Ocse. I Paesi che hanno sfruttato il Fisco per competere si dovranno adattare. Succederà come in Svizzera con il segreto bancario. Nessuno ci avrebbe scommesso ma oggi di fatto non c'è più, è finita un'epoca». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 104 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:309253, tiratura:418328) Il terribile sospetto: "Il piccolo aveva già seguito l'orco" L'ipotesi: il bambino era timido, si è fidato di chi l'ha portato via perché lo conosceva L'APPELLO «Chi sa qualcosa ci aiuti : ogni dettaglio è utile» FRANCESCO GRIGNETTI INVIATO A SANTA CROCE CAMERINA E a un certo punto, la voce del procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, s'è fatta profonda: «Parliamo di una cittadina di ottomila abitanti... Determinati movimenti non possono essere sfuggiti». Petralia aveva appena fatto appello ai paesani di Santa Croce Camerina chiedendo aiuto, informazioni, anche soffiate anonime. Possibile che nessuno abbia visto niente? Davvero un bambino di 8 anni può girare i tacchi, non entrare a scuola e salire su un'auto con uno sconosciuto che si rivelerà il suo carnefice? E se per puro caso l'assassino l'avesse fatta franca sabato mattina, sfuggendo a occhi umani e elettronici, qualcuno avrà pur visto qualcosa di anomalo nelle settimane o nei mesi precedenti. Un'attenzione di troppo. Un segnale equivoco. Una traccia di rapporti impropri. Perciò Petralia ha insistito: «Chiediamo aiuto anche per mettere a fuoco situazioni precedenti che possano riguardare il ragazzino». Ecco dunque qual è il sospetto attorno a cui gli investigatori stanno lavorando: i «precedenti». Siccome tutte le testimonianze concordano sul punto che Andrea fosse un bimbo introverso (l'ultima, quella dell'insegnante di arti marziali, Maria Teresa Giandinoto: «La mamma l'aveva iscritto in palestra perché lo riteneva troppo timido e voleva che socializzasse con altri suoi coetanei»), il piccolo Andrea Loris Stival non si sarebbe mai fidato di andare via in auto con uno sconosciuto. E la conclusione è ovvia: l'assassino è un conoscente della famiglia. Ma il bimbo non avrebbe marinato la scuola se non fosse stato lentamente e pazientemente circuito. Perchè non è vero che Andrea andasse a zonzo spesso nelle ore di lezione. Dai registri scolastici risultano due sole assenze e sempre giustificate. La mamma, poi, che da tre giorni si dispera, e che adesso è vittima di atroci sensi di colpa («Dovevo portarlo per mano fino in classe», ripete a chiunque l'abbia vista), non era affatto una madre distratta. Tutti in paese raccontano che il bambino era molto seguito dagli Stival: chi l'ha agganciato, godeva della fiducia anche dei familiari. In conclusione, il bimbo è stato vittima di un raptus omicida pensano gli investigatori - ma nel contesto di un piano architettato da tempo. Il pedofilo deve avere studiato la sua vittima per capire come conquistarne la fiducia e allo stesso tempo deve avere identificato il luogo dove tentare l'approccio con attenti sopralluoghi: il canalone dove l'ha ucciso è un pezzo di campagna incolta e poco frequentato, nascosto alla strada da un fitto canneto, né troppo lontano, né troppo vicino dal paese. Fino a qualche tempo fa era pure vigilato da telecamere perché c'era gente che vi andava a buttare materassi e altri rifiuti ingombranti. Ora non più; probabilmente l'assassino aveva calcolato anche questo. Sapeva che nessuno passa mai da quelle parti e che non c'è il rischio di essere visto neppure a distanza. Se poi le cose sono andate come sono andate, e se Andrea Loris è stato ucciso da una feroce stretta al collo, tutto lascia pensare che sia stato per un impulso del momento: l'assassino s'è visto perso, ha capito che il piccolo non soltanto non avrebbe accondisceso alle sue voglie, ma che avrebbe raccontato agli adulti quello che era accaduto al Vecchio Mulino, e ha scelto di chiudergli la bocca per sempre. Gli investigatori dunque cercano un uomo malato, con un'auto, conosciuto dal piccolo e dalla famiglia Stival, e che sabato mattina era libero dal lavoro. Sulla carta non sembrerebbe così difficile stilare una rosa di sospettati. Ma poi occorrono le prove per indirizzarsi su uno o sull'altro. Gli archivi non aiutano: in paese sembra che non ci sia nessuno con precedenti di abusi sessuali su minori. I magistrati sperano sempre in qualche colpo di fortuna dalle indagini scientifiche, così anche ieri per tutto il giorno sono proseguiti i sopralluoghi della Polizia scientifica. I nodi Lo zainetto n Lo zainetto di Lori non è ancora stato trovato: dopo aver controllato tutti i cassonetti dell'immondizia di Santa Croce Camerina, ora è iniziato il controllo di quelli dei paesi vicini. Le testimonianze n Alcune riprese confermano che la mamma ha accompagnato il bimbo quasi fino a scuola. Ma mancano soprattutto testimonianze di chi in passato può aver visto qualcosa di utile alle indagini. I cani molecolari n I cani delle unità cinofile seguono le tracce del piccolo Loris fino a un certo punto, poi si arrestano: potrebbe SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 105 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Retroscena 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:309253, tiratura:418328) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato essere il punto in cui il bambino è salito sull'auto, convinto da una persona che conosceva. Foto: Andrea Loris Stival SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 106 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Quei sieri sono sicuri Certi allarmismi rischiano di causare molte più morti" [PA. RU.] ROMA «Il vaccino antinfluenzale è sicuro. Lo dicono i dati statistici e gli esami dell'Istituto superiore di sanità. Il comportamento di quelle associazioni mediche che invitano a sospendere la campagna di immunizzazione è semplicemente da incoscienti». Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg, il più potente sindacato dei medici di famiglia, ce l'ha con i sui colleghi che alimenterebbero il panico da vaccinazione. Ma qualche bacchettata la da anche all'Aifa. Non è maggiore il rischio di veder aumentare la mortalità per mancata vaccinazione? «Purtroppo si. Diciamo che tra il beneficio della misura cautelare di blocco dei due lotti sospetti e il rischio che qualche milione di anziani e soggetti fragili non si vaccinino diciamo che prevale nettamente il secondo». Allora era proprio necessario ritirare i lotti dell'anti influenzale Fluad? «Se non fossimo in Italia direi di si. Ma viste alcune sentenze della magistratura non posso dare torto all'Aifa. Quando si condanna il ministero a risarcire un danno autistico da vaccinazione, che è da fantascienza anziché da scienza, si capisce perché tante precauzioni». Si sono mai avuti allarmi del genere all'estero? «Anni fa in Austria si è verificato qualcosa di simile, sempre su un vaccino anti influenzale. C'erano state alcune segnalazioni e allora le autorità competenti sono andate a vedere un po' di statistiche. I tassi di mortalità a 48 ore dopo il vaccino sospettato erano inferiori a quelli registrati gli anni precedenti, quando non c'era stato alcun allarme. Di conseguenza non c'è stato alcun provvedimento e non si sono generati allarmi. Ma ripeto, non siamo in Austria». Avete segnali di fuga dal vaccino? «Altro che. Al nord c'è chi rinvia aspettando di saperne di più ma al sud il numero di pazienti che si sta vaccinando in questi giorni è in calo verticale. In Italia già prima di questa bolla di sapone metà della popolazione a rischio non si vaccinava. E questo ha provocato ottomila morti. Ora il bilancio rischia di essere peggiorare». L'influenza di quest'anno è aggressiva? «Fortunatamente no. Ma non va mai presa sottogamba. Per cui l'invito è a vaccinarsi. Soprattutto se si appartiene a una categoria a rischio, come cardiopatici, persone con problemi respiratori gravi, immunodepressi e anziani. Poi se si vuol stare ancora più sicuri ci sono tanti altri vaccini oltre quello al centro delle indagini questi giorni». Foto: Giacomo Milillo Segretario nazionale della Fimmg, uno dei sindacati dei medici di famiglia SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 107 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA I medici di famiglia 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Sbagliatissima la solidarietà del sottosegretario Faraone Chi occupa commette un reato" Il presidente dei presidi: le regole vanno rispettate [FLA. AMA.] ROMA Il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone ha voluto tendere una mano agli studenti d'Italia che in questi giorni stanno occupando le scuole. Mario Rusconi, vice-presidente dell'Associazione Nazionale presidi, non è d'accordo. «Quella del sottosegretario Faraone è una posizione profondamente sbagliata. In queste ore tanti colleghi mi stanno chiamando scandalizzati. Innanzitutto contesto l'idea che siano esperienze di grande partecipazione democratica. In questi giorni a Roma è stato occupato un liceo da 8 ragazzi su 1200: è democrazia questa? E poi non si può dire a ragazzi nel pieno dell'adolescenza che credono che tutto sia possibile che si può andare contro le regole. Occupare è un reato penale. Tendere una mano a chi occupa significa cancellare anni di progetti sulla legalità, diventa inutile tutto il lavoro fatto nelle scuole per far capire ai ragazzi che le regole vanno rispettate». Il sottosegretario Faraone invece vuole prendere sul serio le occupazioni che porteranno idee. «E' una contraddizione che non mi aspetto da un componente del governo che invece ha il compito di far rispettare le istituzioni. In 20 anni di occupazioni non ce n'è stata una che abbia portato ad un salto di qualità dell'offerta formativa delle scuole o a chissà quali cambiamenti positivi. Anzi. In genere agli istituti creano solo danni, Posso capire la posizione del sottosegretario solo se con le sue parole intende valorizzare esperienze che già vengono realizzate da tempo nelle scuole, la cosiddetta didattica flessibile, in cui si organizzano incontri con esponenti della società civile. Sono incontri che permettono di arricchire l'offerta formativa senza lasciare le scuole nelle mani degli studenti, facendoli giocare alla politica e deresponsabilizzando totalmente gli adulti, dai professori ai genitori». Il sottosegretario all'Istruzione sottolinea anche che per lui le occupazioni hanno contato moltissimo quando era uno studente. «Non bisogna mai scambiare le proprie esperienze personali come una filosofia di vita. Soprattutto in ambito scolastico bisogna agire sulla base di teorie che siano state opportunamente approfondite». Lei è stato preside a lungo: hanno mai occupato i suoi studenti?. «Mai, perché abbiamo sempre parlato con i ragazzi spiegando i rischi che correvano e inaugurando invece iniziative di didattica flessibile. Organizzavamo tre-quattro giorni distribuiti durante l'anno scolastico in cui si tenevano lezioni alternative con giornalisti, registi,scrittori. Queste sono esperienze formative». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 108 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:309253, tiratura:418328) La polizia postale "Gente scellerata Però non c'è reato" "Servono norme europee e internazionali" FABIO POLETTI MILANO Alessandra Belardini, vicequestore della Polizia e Direttore del commissariato di Ps on line, cosa rischiano quelle oltre 300 persone che hanno cliccato «like» su Facebook alla rivendicazione dell'omicidio della donna di Salerno? «S otto un profilo penale niente. La legge non lo prevede. L'unica cosa da considerare è la riprovazione sociale. Ma non per questo la Rete va demonizzata». Perché no? «I "like" non vanno sempre letti come la condivisione di un omicidio. È più giusto pensare a un "l'ho visto", anche se in Rete troppo spesso ci sono comportamenti che andrebbero considerati prima di postare qualsiasi cosa. Il mondo dei social network permette di collegare a distanza le persone, ma a volte vengono vissuti e utilizzati con troppa leggerezza». Il sito è stato oscurato. Siete stati voi della polizia postale? «Il sito è stato oscurato per la policy di Facebook non da noi direttamente. Noi non abbiamo questo potere se non per i siti pedopornografici. Noi monitoriamo la Rete in continuazione. Quando ci imbattiamo in un sito pedopornografico lo oscuriamo d'ufficio. In tutti gli altri casi - penso ai siti xenofobi o dove avvengono truffe o furti di identità - dobbiamo chiedere l'intervento dell'autorità giudiziaria. Il problema si complica quando i provider come nel caso di Facebook sono all'estero. Allora ci vuole una rogatoria internazionale con i tempi che si possono immaginare a confronto della velocità della Rete». Il dibattito è aperto da sempre: la Rete va controllata? «La rete non va demonizzata. Ma bisognerebbe uniformare la normativa a livello europeo e internazionale. I social network seguono delle policy che c'entrano poco con la legislazione italiana. Se io scrivo su Facebook che una persona è un cretino non è reato. I reati di opinione poi non sono nulla su Facebook. Ultimamente sono aumentati i controlli del provider anche sulla base delle nostre segnalazioni. Ma la cosa migliore è che chiunque trovi in Rete qualcosa che non va lo segnali a noi. Alla base di tutto ci vuole una educazione alla buona navigazione. Noi come polizia facciamo una campagna di sensibilizzazione straordinaria. E non dimentichiamo che per proteggere i giovanissimi ci vuole necessariamente il "parental control"». Un episodio come quello di Salerno deve preoccupare per i rischi di emulazione? Ci sono oltre 300 mogli a rischio? «Questo è un caso isolato. È un episodio che va valutato solo per l'uso sconsiderato che a volte viene fatto della Rete. Non si può dire che siano a rischio oltre 300 mogli per quei "like". Ma di sicuro chi va in rete dovrebbe pensare almeno un minuto prima di condividere certe cose». Foto: Agente Alessandra Belardini è vicequestore della Polizia e Direttore del commissariato di Ps on line Foto: La polizia postale monitora la Rete in continuazione SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 109 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 02/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 41 (diffusione:309253, tiratura:418328) Ventura, squalifica in vista Punito il gesto del "tagliagola" Il tecnico granata verso un turno di stop: il suo sfogo sul tavolo del giudice VISTO DAGLI 007 FIGC Attenuanti: contesto e provocazione Oggi il verdetto GUGLIELMO BUCCHERI ROMA I trenta secondi alla rovescia di Giampiero Ventura sono finiti dentro al rapporto degli 007 federali presenti domenica pomeriggio allo Juventus Stadium. O meglio, a raccontare nel referto la ribellione inattesa del tecnico granata pochi secondi dopo la rete beffa di Pirlo è stato uno dei tre collaboratori del pm del pallone Stefano Palazzi: Ventura ha fatto il gesto del «tagliagola » verso la zona occupata dai tifosi del Toro, in particolare nei confronti di un tale che insultava e inveiva contro la squadra finita ko per colpa di una saetta a tempo scaduto, in sintesi la storia durata pochi istanti. Ventura ha chiesto scusa, subito e senza tentennamenti, per quelli che ha definito «...30 secondi poco corretti per uno che cerca di insegnare ai propri ragazzi il rispetto e l'importanza di avere un comportamento giusto dentro e fuori dal campo». Adesso la palla avvelenata di quel gesto finirà sul tavolo del giudice sportivo Gianpaolo Tosel, chiamato questo pomeriggio a emettere la propria sentenza. Cosa rischia il tecnico granata? Il processo (ovvero il deferimento) è evitato perché i fatti, come detto, sono stati visti e registrati dagli 007 della Figc e quindi soggetti a giudizio immediato della toga del pallone. Niente deferimento, dunque. Ma una squalifica, probabilmente di una sola giornata: questo potrebbe essere l'atto finale di un episodio da condannare, ma allo stesso tempo da leggere accompagnato da attenuanti in serie. Ventura è stato provocato, ripetutamente e in modo esagerato. Lo stesso allenatore ha reagito, sbagliando, ma sullo sfondo di una sconfitta maturata nella maniera più incredibile per un derby, e non solo. Il gesto del «tagliagola» non è stato plateale perché durato pochi secondi, due o tre, e perché, seppur deprecabile, non era rivolto in segno di minaccia al pubblico juventino ma verso quel tifoso granata: circostanze che se non assolvono il tecnico, almeno non lo mettono all'indice. Tosel leggerà il rapporto dei collaboratori di Palazzi e prenderà le sue decisioni. Ventura potrebbe essere costretto a guardare la sfida di sabato sera con il Palermo dalla tribuna dello stadio Olimpico per riprendere il suo posto già nella partita contro l'Empoli in Toscana nel posticipo di lunedì 15 dicembre. Le immagini di quanto accaduto al fischio finale del derby hanno rubato spazio e scena un po' ovunque, web in testa, scatenando le riflessioni degli appassionati di calcio perché vedere un allenatore fare quel gesto è cosa rarissima, se non unica. Ma il giudice sportivo Tosel non decide in base all'eco mediatico di certi comportamenti del fine settimana, ma soltanto alla luce di ciò che viene riportato o nel referto arbitrale o nel rapporto dei collaboratori della procura federale. «Chiedo scusa, ma non tollero gli insulti ai miei giocatori...», ha ripetuto Ventura in ogni passaggio davanti alle telecamere nel dopo gara. La reazione Giampiero Ventura, 66 anni, durante il derby Sopra, la reazione ai ripetuti insulti verso la sua squadra: il tecnico del Toro ha mimato il gesto del «tagliagola» all'indirizzo del tifoso che contestava Foto: ANSA SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 110 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Retroscena 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 43 (diffusione:210842, tiratura:295190) «Si è sospeso dal Pd per le mie richieste» IL SEGRETARIO REGIONALE DEI DEM: «SERVE RIGORE NELLA SCELTA DI DIRIGENTI E MANAGER PUBBLICI» Simone Canettieri Fabio Melilli, sulla sua sfiducia da segretario regionale del Pd grava anche l'accusa, dell'area Civati, di non aver detto nulla sul caso di Stefano. Perché questa ritrosia? «Sulla vicenda di Di Stefano non c'è stata alcuna dichiarazione né del partito romano né di quello nazionale. Ma sono stato io a chiamarlo, in accordo con il vicesegretario Guerini, per chiedergli di sospendersi dal partito». Dove Di Stefano pesava molto. A marzo è riuscito a imporle il nome della presidente del Pd, che non aveva i requisiti per essere eletta, a luglio lo ha nominato coordinatore della sua segreteria. Da dove proveniva tutta questa forza? «Di Stefano, ex assessore regionale e già candidato alle primarie del Pd, ha una rete di consensi al pari di altri esponenti del nostro partito. E ha rivendicato come altri uno spazio politico ». Con lei ha usato metodi "forti" per avere posizioni di potere? «No, perché l'intesa della rappresentanza all'interno degli organismi con chi mi ha sostenuto alle primarie è un fatto normale in tutti i congressi». Nel Pd c'è un problema di selezione della classe dirigente? «C'è in tutti i partiti e ha ragione il procuratore Giuseppe Pignatone quando ci ricorda che non può essere la magistratura a selezionare la classe politica. Credo che i fatti che ciclicamente si ripetono nel nostro partito hanno bisogno di rigore e di scelte forti non soltanto rispetto ai dirigenti ma anche nella scelta dei manager pubblici». Nel 2013 Di Stefano diventò parlamentare grazie alla Leonori che andò a fare l'assessore, dimettendosi da deputata. Come andarono le trattative? «Di Stefano si candidò alle primarie risultando il primo dei non eletti, e questo ci riporta alla domanda precedente. All'epoca peraltro non rivestivo alcun incarico di partito, il quesito andrebbe posto a chi governava il Pd in quel tempo. Conoscendo il sindaco Marino non mi pare una persona che possa subire condizionamenti». Resta il fatto che il caso Di Stefano rischia di costarle caro. «La mozione di sfiducia, che riporta le firme anche di qualche amico di Di Stefano, nasce per altri motivi. Non permetto a nessuno di usare nei miei confronti questo argomento, soprattutto da parte di chi, a differenza mia, calca le scene del partito romano da molti anni. La verità è che nel Pd Lazio c'è un problema politico». Cioè? «Alcuni esponenti capitolini vogliono una nuova maggioranza e quindi un altro segretario, per ripetere magari lo stesso schema con il Pd di Roma». Ma si dimetterà o si farà sfiduciare? «Ci sono due proposte: da un lato la sfiducia, dall'altro la mia possibilità di dar vita a una gestione unitaria coinvolgendo tutti, area Civati compresa, smettendo di occuparci delle nostre questione interne che interessano a pochi. Riconosco la sovranità dell'assemblea che deciderà se votare la sfiducia, e ritornare alle primarie, o iniziare un percorso nuovo che non riguarda Melilli ma tutto il partito». Foto: Il segretario regionale del Pd, Fabio Melilli SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 111 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista Fabio Melilli 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) Madia: «Contro il caos delle leggi in arrivo cinque nuovi codici» Diodato Pirone «Per tagliare le leggi adotteremo 5 Testi unici su lavoro, appalti, pubblico impiego, società partecipate e servizi pubblici», dice il ministro Madia. A pag. 7 R OMA «Il rapporto fra Stato e cittadini va capovolto. Per questo stiamo sviluppando un'azione riformatrice su due fronti. Il primo è la diminuzione delle leggi che prevede l'adozione di 5 Testi Unici su: lavoro; appalti pubblici; pubblico impiego; società partecipate e servizi pubblici. Alcuni sono in dirittura d'arrivo gli altri, almeno con la legge di delega, speriamo di farcela in primavera. Il secondo fronte è una scelta politica: non ci limitiamo a semplificare le norme, ci preoccupiamo di attuarle, di arrivare fino in fondo e cioè fino a quando il cittadino o l'azienda percepiscono il cambiamento. Se questo non accadrà sarà una nostra sconfitta politica». Marianna Madia, ministro della Funzione Pubblica e della Semplificazione, conferma al Messaggero il varo dell'Agenda per la Semplificazione da parte del Consiglio dei ministri, e accetta di fare il punto della situazione sulle tante riforme messe in piedi dal governo sulla Pubblica Amministrazione. Ministro, partiamo proprio dall'Agenda. Cosa ci garantisce che non si tratta dei soliti annunci? «L'Agenda è composta da 38 azioni da trasformare in fatti in tre anni. La verà novità è che Stato, Regioni e Comuni si muoveranno assieme e su un paio di punti le prime novità si vedranno sperimentalmente fin da gennaio». Quali? «Si tratta del Pin Unico e dell'Anagrafe Nazionale. Il Pin Unico cambierà proprio il rapporto fra italiani e pubbliche amministrazioni perché entro dicembre 2015 lo avranno tre milioni di persone. Costoro potranno dapprima fare dichiarazioni fiscali e "parlare" con l'Inps e poi chiedere servizi a tutte le amministrazioni. Entro il 2017 il Pin sarà patrimonio di 10 milioni di italiani». Basta lo slogan "meno leggi e più computer"? «Non agiamo solo dall'alto ma anche dal basso: stiamo mobilitando l'Italia più dinamica per accelerare la digitalizzazione dello Stato». E come? «Se ne parla troppo poco, ma il Digital Champion del governo, Riccardo Luna, sta raccogliendo centinaia di volontari per aiutare i Comuni a fornire servizi via computer. Presto ogni Comune avrà uno o più volontari, una sorta di "Medico senza frontiere" dell'innovazione, che aiuterà i sindaci ». Nella tenaglia delle spinte dall'alto e dal basso ci sono i dipendenti pubblici. Che presto potranno essere spostati liberamente entro un raggio di 50 chilometri. Quando si comincia? «La mobilità non intende punire nessuno. Si tratta di evitare che le cancellerie dei tribunali non possano aprire per mancanza di personale mentre altre amministrazioni hanno troppi dipendenti. Nessuno perderà lo stipendio né la qualità della sua vita. Anzi. La mobilità può essere un'occasione per lavorare meglio, per ritrovare motivazione». A che punto sono gli strumenti, cioè le cosiddette tabelle di equiparazione, per far scattare i trasferimenti? «Ci stiamo lavorando assieme al ministero dell'Economia. Devono puntare alla perfezione per garantire che nessuno perderà un euro cambiando lavoro. L'operazione avrà un banco di prova importante con l'attuazione della riforma delle Province che però è regolata da un'altra legge, la Delrio. Mi aspetto la condivisione dal sindacato. Tutte le ristrutturazioni sono difficili. Noi, ripeto, ci muoveremo evitando danni alle buste paga». Intanto i dipendenti pubblici Cisl hanno appena scioperato. «La riforma della pubblica amministrazione è interesse prioritario degli italiani e degli stessi dipendenti pubblici». Torniamo ai provvedimenti del governo. In estate avete presentato al Parlamento una richiesta di delega per la riforma della dirigenza e, tra l'altro, delle Camere di Commercio. Che fine ha fatto? «Il Parlamento ci sta lavorando e, ad esempio, è emersa la volontà di ridurre e focalizzare meglio la missione delle Camere di Commercio. In Commissione, al Senato, sono stati presentati mille emendamenti. In questo momento però il Senato è impegnato su Legge di Stabilità e legge elettorale e quindi l'esame della delega entrerà nel vivo nelle prime settimane del 2015. Prevedo l'approvazione definitiva in primavera e i testi dei decreti saranno emessi subito dopo». Che novità stanno maturando? E' pensabile che le nomine e le valutazioni dei dirigenti, o di una loro parte, possano essere affidate al vaglio di soggetti esterni come, ad esempio, l'Autorità Anticorruzione? «Vedremo. Sulle valutazioni abbiamo il punto di riferimento delle Commissioni senza nomine politiche destinate dall'ex ministro Saccomanni a valutare le partecipate. Una cosa è certa: dalla delega emergerà una SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 112 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista/1 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 113 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dirigenza pubblica molto più dinamica. Così come finirà il tempo delle amministrazioni l'un contro l'altra armate: nessuna avrà più diritto di veto e dovranno tutte comportarsi come un unico corpo al servizio della Repubblica». Ultima domanda: il ministro della Funzione Pubblica più che in Parlamento non deve girare per il territorio per verificare l'attuazione delle semplificazioni? «Il varo dell'Agenda significa che cercherò di svolgere entrambe le missioni». 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) Gentiloni: «Dalla Russia alla Libia privilegiare l'interesse nazionale» Marco Ventura Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si destreggia tra le diverse crisi regionali seguendo soltanto una bussola che è, dice, «l'interesse nazionale». A pag. 11 Appena rientrato da Abu Dhabi, è in partenza oggi per Bruxelles e domani per Basilea. Dagli Emirati Arabi Uniti ai vertici Nato e Osce. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si destreggia fra crisi regionali e fusi orari seguendo una sola bussola che è, dice, «l'interesse nazionale». Ai tempi della guerra in Libia, nel 2011, «lo abbiamo tenuto presente in modo insufficiente, anche per via delle circostanze interne l'Italia ha avuto un ruolo secondario». Oggi implica una posizione di fermezza ma anche di dialogo con la Russia, consapevolezza della stabilità libica come priorità nazionale e tanti punti in comune con Berlino su Russia, Medio Oriente, Nord Africa. «Demonizzare la Germania sarebbe folle, anche se restano alcune distanze sulle politiche economiche europee». I cardini della nostra politica estera? «Atlantismo, europeismo, apertura a scambi e commercio, disponibilità a missioni di pace e per i diritti umani. Ma oggi non c'è più il bipolarismo né l'illusione degli anni '90 di un mondo omologato. C'è una grande instabilità, noi ne siamo al centro perché ci troviamo in mezzo al Mediterraneo. In questo nuovo contesto dobbiamo recuperare senza vergognarcene un concetto semplicissimo: l'interesse nazionale. Siamo europei e alleati degli americani, ma abbiamo un nostro occhio sulla geopolitica». Un esempio? «Vogliamo una grande coesione dello schieramento atlantico, e più Europa, in un giusto equilibrio con l'interesse nazionale. La politica estera non è un lusso per grandi potenze. Un Paese come l'Italia che ha 8mila chilometri di coste non può chiudersi. Siamo anche una delle 6-7 maggiori economie d'esportazione. Ci troviamo nel mezzo di una turbolenza o tempesta grave: da una parte ci sono le relazioni col nostro più grande vicino a Est, Mosca, dall'altra la fascia mediterranea nord-africana e mediorientale attraversata da uno sconvolgimento che mette in questione i confini fissati un secolo fa». Sull'Ucraina quale posizione terrà al vertice Nato? «Siamo stati sempre coerenti coi nostri alleati in sede Nato e Ue, abbiamo giudicato inaccettabile la violazione della sovranità ucraina, applichiamo le sanzioni alla Russia con assoluta trasparenza, eppure siamo convinti che siano un male necessario e non c'illudiamo che bastino a risolvere i problemi. Mosca rispetti la sovranità dell'Ucraina e Kiev proceda nelle riforme. Tutti noi europei sforziamoci di trovare una soluzione politica. A Basilea incontrerò il ministro degli Esteri russo, Lavrov, gli dirò che il nostro atteggiamento è determinante nel definire quello della Nato e della Ue, come lo è stato assieme ad altri Paesi europei al Consiglio Ue di metà novembre. L'approccio ideologico per cui siamo di fronte a una nuova guerra fredda non porta da nessuna parte. Paesi come Italia e Germania possono contribuire a tenere aperto il dialogo, se la Russia accetterà di rispettare i protocolli di Minsk». L'Isis, detto anche Daesh, sta avanzando... «Sosteniamo il contrasto a Daesh con armamenti e addestratori a Erbil in Iraq, con voli di ricognizione che cominceranno nei prossimi giorni dal Kuwait, e con aiuti umanitaria in Kurdistan e altre zone della Siria. Sul piano politico favoriamo una spinta più inclusiva verso le comunità sunnite da parte del governo iracheno e gli sforzi dell'inviato dell'Onu, De Mistura, per un cessate il fuoco ad Aleppo». E in Libia? «La Libia ci interessa più da vicino e coinvolge i nostri interessi nazionali da tutti i punti di vista: economico, politico, della sicurezza, migratorio... La priorità dell'Italia è impedirne la divisione permanente e ottenere il massimo coinvolgimento della comunità internazionale per la sua stabilità. Sono appena tornato da Abu Dhabi, abbiamo avuto a Roma il presidente egiziano Al Sisi, il premier Matteo Renzi va in Algeria, la prossima settimana sarò in Marocco. L'Italia è pronta a fare la sua parte in Libia anche con interventi di peace-keeping per i quali occorre però un processo di pace guidato dall'Onu e in Libia non siamo ancora in quella fase. Serve un governo provvisorio, un percorso istituzionale verso un nuovo assetto che tenga assieme i moderati delle diverse parti in conflitto. Solo a quel punto sarà ipotizzabile una presenza di monitoraggio o peacekeeping». Il Califfato è già in Libia. «La divisione della Libia e la sua instabilità hanno creato le condizioni perché a nord sul Mediterraneo, a Derna, e a sud nell'area del Fezzan al confine col Mali, ci siano concentrazioni di milizie e forze estremiste anche terroristiche. L'unico SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 114 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista/2 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 115 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato antidoto a questa penetrazione e infiltrazione è ricostruire una entità statuale che possa, magari con l'aiuto anche di forze dell'Onu, assicurare una graduale ripresa del controllo sul terreno». A proposito di antidoti, è possibile che Daesh mandi kamikaze in Africa, li faccia infettare e li spedisca in Europa? L'Italia ha confini permeabili... «Non sono esperto di malattie infettive, ma quello che mi viene detto è che i tempi di latenza e manifestazione di questo morbo sono poco compatibili con queste terribili vie delle migrazioni che durano a lungo e si sviluppano per settimane in condizioni tragiche. Comunque, per quanto si debba sempre tenere alta la guardia, va scoraggiata l'idea che qualcuno potrebbe alimentare, che dietro al migrante ci possa essere l'appestato. Un grande Paese come il nostro deve saper gestire l'immigrazione in base a principi di civiltà e umanità, e non seminare false paure». Ma se tramite Ebola vi fosse un attacco terroristico organizzato che non segue le migrazioni clandestine? «Francamente collocherei il problema di Ebola piuttosto su un altro piano, tra i rischi a cui la comunità internazionale deve rispondere con determinazione e rapidità per limitare la diffusione dell'epidemia in quei 4 o 5 paesi, 3 in particolare, dove si possono avere conseguenze drammatiche». Il suo linguaggio sulla questione israelo-palestinese sembra un po' diverso da quello di Federica Mogherini, più attento alla sicurezza di Israele. «No. Rivendico una totale continuità della nostra politica estera. Parlo di continuo con Federica nella collocazione di responsabile della politica estera e di sicurezza della Ue. E siamo perfettamente allineati. La tempesta in corso rischia di mettere a repentaglio anche il percorso individuato da due decenni per arrivare alla meta, ossia che Israele possa vivere in sicurezza e la Palestina possa avere un suo Stato. C'è il rischio di un'escalation di tipo religioso del conflitto. Bisogna astenersi da atti gravissimi come quello della Sinagoga, ma anche da misure come le limitazioni all'accesso alla spianata delle moschee» . L'Italia voterà per il riconoscimento dello Stato palestinese all'Onu? «Paesi come la Francia e la Giordania stanno lavorando per capire se siano possibili riconoscimenti senza scontrarsi con veti inevitabili nella dinamica delle Nazioni Unite. Per noi e per i Paesi europei il riconoscimento è sul tavolo, ma non può esaurirsi in una mera petizione di principio. Deve essere un mezzo da utilizzare al momento più opportuno per riavviare il negoziato. Per arrivarci davvero, allo Stato palestinese». Marco Ventura 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:210842, tiratura:295190) Matteo incassa la sponda del Colle e avverte Berlusconi: dentro o fuori Nessuno spazio anche alla minoranza dem: legge elettorale ai primi di gennaio Messaggio ad Arcore: l'accordo sulla legge elettorale non è più negoziabile L'EX CAVALIERE ALLE PRESE CON I GUAI FORZISTI STUDIA IL MODO PER POTER ESPELLERE IL RIBELLE FITTO Marco Conti ROMA Le mie dimissioni non possono essere un'alibi per bloccare le riforme. Dopo aver invocato per anni l'ammodernamento del sistema istituzionale e aver accettato per queste anche un secondo mandato, Giorgio Napolitano ha ribadito ieri sera, con una nota del suo ufficio stampa, che resterà al suo posto sino alla fine del semestre europeo e solo dopo farà le sue valutazioni. Un assist importante, quello arrivato ieri sera dal Quirinale, giunto proprio mentre la direzione del Pd si accingeva a votare un ordine del giorno che ha recepito il timing del segretario e presidente del Consiglio su legge elettorale e riforme costituzionali. Poche righe annunciate dal Quirinale con una telefonata che ha costretto Renzi ad abbandonare la riunione della direzione per qualche minuto. NON SI TOCCA E' forse anche per questo che nell'intervento di replica Renzi non dà nessuno spazio alla minoranza dem che chiedeva modifiche, con un lapidario «l'accordo non è più rinegoziabile». Nessun rinvio e nessun cambio nell'agenda «perché Berlusconi non dà più le carte» e quindi «prima si vota l'Italicum e poi si affronta il nodo della successione a Napolitano». La sfida che il premier porta dentro il suo partito e con Berlusconi, devono aver convinto il Colle che forse questa è la volta buona o che comunque vale la pena di provarci spendendo qualche altra settimana al Quirinale. D'altra parte un breve slittamento della decisione di dimettersi sia Renzi che Alfano l'avevano sollecitata. Napolitano non la nega ribadendo non solo che starà sino a fine anno, ma che poi valuterà. Come dire che il governo potrà contare su buona parte del mese di gennaio per far approvare la riforma elettorale a palazzo Madama dove la maggioranza - a differenza della Camera - ha bisogno dei voti dell'opposizione. Nella prima decade del nuovo anno l'Italicum 2.0 dovrebbe veder la luce e ieri Renzi ha ricompattato il partito sul cronoprogramma rimettendo la palla a Silvio Berlusconi che nei giorni scorsi, senza reticenze, aveva chiesto l'inversione dell'ordine del giorno. MISSION «La fretta di Renzi sulla legge elettorale è sospetta». Raffaele Fitto detta la sua dichiarazione proprio al termine della direzione Pd confermandosi come il più strenuo oppositore al timing renziano e al patto del Nazareno. La contesa si sposta ora dentro FI. Raccontano che ieri il Cavaliere, arrabbiatissimo con l'ex ministro pugliese, abbia consultato tutto il giorno avvocati e statuti cercando il modo per mettere alla porta Fitto e il suo gruppo di una quarantina di parlamentari. La mission non è delle più semplici e, soprattutto, brevi. Tra probiviri e congresso rischia di impegnare qualche mese con inevitabili strascichi giudiziari. Resta ora da vedere se il Cavaliere, che stasera sarà a Roma, sbollirà la sua ira o se invece la userà per aizzare la contesa e presentarsi da Renzi con numeri tali da rendere complicato il voto al Senato. Ieri in direzione Renzi ha però rivelato di avere dalla sua un buon numero di parlamentari ex M5S che «hanno voglia di confrontarsi con le istituzioni e non solo con la rete». Quanti siano pronti a votare l'Italicum è difficile sapere ma è chiaro il "cemento" che dovrebbe legare il Pd ad una parte del M5S anche in chiave Quirinale: la comune battaglia contro «la nuova destra» lepenista di Salvini che molti consensi ha eroso a Grillo. Renzi considera finito il M5S e si prepara a raccogliere i parlamentari in libera uscita offrendo loro un obiettivo comune che gli permette di presentarsi «all'ancora più importante consiglio europeo di marzo» come leader della sinistra che vuole cambiare l'Europa e non abbatterla. Salvini è l'avversario che Renzi impalma, ma è anche la spina nel fianco del Cavaliere che ora dovrà decidere se acconciarsi alla tempistica renziana - rischiando di perdere qualche pezzo - come sollecitano i suoi più stretti e antichi collaboratori, o andare allo scontro e mettere in conto anche il voto anticipato a primavera. Le prossime tappe 15 dicembre La prima commissione del Senato comincia a votare gli emendamenti sull'Italicum. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 116 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL RETROSCENA 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:210842, tiratura:295190) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 117 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 22 dicembre Procedendo a tappe forzate, potrebbe riuscire ad approvare il ddl sull'Italicum perché poi vada in aula giusto prima di Natale, quando il Parlamento chiude per ferie fino all'anno nuovo. 31 dicembre Si conclude il semestre italiano di presidenza Ue e Napolitano potrebbe decidere di dichiarare concluso il suo secondo mandato. Salvo «valutazioni» dello stesso Capo dello Stato. 7 gennaio L'aula del Senato potrebbe avviare l'esame della legge elettorale che potrebbe concludersi anche entro la settimana successiva. 15 gennaio Da questa data le dimissioni di Napolitano non inciderebbero più sulla partita Italicum. Foto: Silvio Berlusconi 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:210842, tiratura:295190) M5S, Giarrusso: pronti a discutere un nome condiviso «NESSUN SOCCORSO È LA COSTITUZIONE A DIRE CHE SUL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SI DEVE DIALOGARE» Claudio Marincola ROMA I democrat aprono ai 5 Stelle. E sapendo bene che nell'accampamento grillino la situazione è molto ma molto confusa. Mario Giarrusso, senatore eletto in Sicilia, non sembra turbato per quello che sta accadendo. Il passo indietro di Grillo, il direttorio pentastellato, la minaccia di nuove espulsioni, il pericolo scissione. Preoccupato? «Mi pare che la situazione stia cambiando ma in meglio. Ora ci sono 5 colleghi che aiuteranno Grillo ad affrontare i problemi che un movimento vasto come il nostro pone. Lo chiedevamo da tempo, il povero Grillo andava aiutato». Il "povero" Grillo dovendo scegliere ha nominato 5 deputati. I senatori fuori. «Questo non ha nessuna importanza. Ciò che conta e che potrà contare su validi collaboratori e si potrà organizzare». Il direttorio avrà un ruolo di primo piano. A partire dalla scelta sul Quirinale. «La scelta il Movimento l'ha già fatta ed è una scelta di metodo. Il successore di Napolitano dovrà essere un presidente di altissimo profilo». Un politico? «...così cominciamo a scendere. Diciamo che dovrà essere una personalità che con il proprio lavoro ha dato lustro al nostro Paese». Nomi non ne fa? «Non ne faccio, anche perché dovranno deciderlo i cittadini. Posso dire che non dovrà essere certamente un politico e meno che mai un topo delle segreterie politiche». Riferimenti a qualcuno? «Giuliano Amato». Proporrete una rosa di nomi al web? «L'altra volta fu il web a fare i nomi e dentro c'erano nomi bellissimi, a cominciare da Rodotà». Seguirete lo stesso schema utilizzato per uscire dall'impasse della Consulta. «Il presidente dovrà essere una scelta condivisa. Ma non lo dico io o il direttorio. Lo dice la nostra Costituzione». Ma a dare le carte sarà Renzi. «Così dopo il presidente operaio avremo il presidente cartaio...diciamo che la condivisione è la regola e che noi non staremo a guardare, non ci faremo imporre un nome dall'alto. Per noi parla la nostra storia. Se poi loro vogliono ripetere lo scenario della Consulta con tutte quelle sedute andate a vuoto facciano pure». A Renzi che apre voi, insomma, cosa rispondete? «Evidentemente è in difficoltà. Se pensa che arriviamo noi in soccorso si sbaglia. Prima faccia cadere il muro che alza dinanzi a tutte le nostre proposte». E se voi vi spaccate ed escono altri 20 deputati? «Non finirà così, continueremo con le nostre battaglie ma tutti prima dovranno mettersi in regola». SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 118 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:210842, tiratura:295190) «Gli anziani sono morti per il cuore ma l'anti-influenzale non c'entra» «SI TRATTA DI UNA COINCIDENZA QUELLE PERSONE ERANO MOLTO MALATE E FRAGILI NIENTE PANICO» «NESSUN EFFETTO COLLATERALE, QUESTA PROFILASSI MAI STATA LETALE È PIÙ PERICOLOSA LA MALATTIA» Carla Massi ROMA I medici di base, quelli che materialmente fanno la puntura, hanno detto fin dal primo momento che quelle morti non erano legate al vaccino. Una certezza granitica sostenuta, oltre che dalla pratica quotidiana nei loro studi, anche dalla tipologia dei decessi degli anziani di questi giorni. Tra i primi a contestare l'associazione profilassi-effetti letali è stato Claudio Cricelli alla guida della Società italiana di medicina generale:«Vaccino da trent'anni, mai avuto reazioni gravi». Possiamo parlare di un allarme eccessivo? «Se l'Aifa ha deciso così ci saranno stati dei validi motivi. Era sicuramente necessario fare i test per cancellare ogni dubbio e stare più tranquilli. Sia noi che i pazienti». I risultati hanno dato ragione alle vostre tesi, dunque? «Appena è scattato l'allarme ci siamo messi ad analizzare la situazione e a confrontare i numeri. Proprio questi ci hanno indotto a dire che la vaccinazione non poteva essere responsabile di quelle morti». A quali numeri si riferisce? I dati, da soli, spiegano la vostra posizione? «Ogni giorno in Italia muoiono circa 1.800 persone, con punte fino a duemila durante i mesi freddi. La maggior parte dei decessi, direi 1.600 al giorno, riguarda anziani. Circa 800 sono stati vaccinati e 800 no. Da qui, la nostra convinzione». Lei vuol dire che queste persone, nella maggior parte oltre gli ottanta, sarebbero morte lo stesso? «Nei giorni scorsi, a Firenze, abbiamo avuto il congresso della Società di medicina generale. Tra noi c'era anche il collega di Augusta, in Sicilia, che ha somministrato il vaccino al primo paziente deceduto qualche ora dopo. Un uomo anziano, malato in modo importante. Era andato al mercato e poi a casa si è sentito male. Lo stesso, anche secondo il suo medico curante, sarebbe potuto accadere senza la vaccinazione». Ma la correlazione è stata fatta, poi altri anziani sono deceduti e le segnalazioni sono arrivate all'Agenzia del farmaco. Insiste a sostenere che si tratta solo di casualità? «Il nostro lavoro quotidiano ci dice che stiamo parlando di persone morte per un accidente cardiovascolare. Mai, nessun vaccino, ha mai avuto effetti di questo tipo. Eravamo più di 2500 a Firenze, abbiamo parlato di questo. E a nessun collega è mai accaduto». Lei avverte un paziente che potrebbe avere effetti collaterali dopo la vaccinazione, di quali parla? «Ricordiamo che la maggior parte degli anziani sono anni che si vaccinano. Comunque avverto che potrebbero avere dei problemi cutanei, magari un rossore, e niente altro. Un giorno a casa e tutto si risolve». Ma ora avrete un generale rifiuto del vaccino soprattutto tra chi è più anziano, vero? «Nella maggior parte degli studi la vaccinazione si è conclusa. Ma proprio per la loro condizione di fragilità è importante che gli anziani si vaccinino. Altrimenti assisteremo a un numero di morti sicuramente maggiore». Foto: Claudio Cricelli, presidente della Società di Medicina generale SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 119 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista Claudio Cricelli 02/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 17 (diffusione:210842, tiratura:295190) L'ultima pista è Johnny Lo Zingaro L'INCHIESTA È ALLA FINE MA ANCORA NON SI SA DI CHI SIA IL REPERTO SCOPERTO DAI RIS: LA PROVA CHE MANCA Claudio Marincola ROMA Pino Pelosi: «Scusi giudice, avete controllato se il Dna appartiene a qualcuno?». E il pm, irritato: «Se non le dispiace, qui lei è chiamato in qualità di testimone e le domande le faccio io». Pelosi: «Ma almeno s'è capito perché Chiara Chiarcossi (cugina di Pasolini, ndr) disse che l'Alfa Romeo era stata ritrovata in via Tiburtina? E come mai Ninetto Davoli parecchi anni dopo la fece rottamare?». C'è stato un momento, ieri, in cui in Procura le parti si sono invertite. È stato quando il magistrato che dal 2010 indaga sull'omicidio dell'Idroscalo, avvenuto ormai 39 anni fa, stava per perdere la pazienza, «...anche lei avvocato, la prego... non faccia domande...». Il testimone-Pelosi che interroga il magistrato è un'immagine che sintetizza il paradosso di un delitto italiano che ancora non ha una risposta. E si trascina dietro altre domande, altre ombre. Compresa l'assurdità di un giovane carabiniere infiltrato, Renzo Sansone, che per primo arrivò forse alla verità ma non fu creduto. Nel febbraio del '76 Sansone raccolse la confessione dei Borsellino che si accusarono di quel delitto e tirarono in ballo Giuseppe Mastini, meglio conosciuto come Johnny Lo Zingaro. Il figlio di un giostraio che un mese e mezzo dopo l'assassinio di Ostia uccise a bruciapelo l'autista di un tram. I due fratelli furono arrestati ma poi rilasciati. Il carabiniere fu pre-pensionato. E nello stesso giorno un uomo che conosceva molto bene lo scrittore sparì per sempre. Si chiamava Antonio Pinna, un pregiudicato di Donna Olimpia. PER 300 MILA LIRE L'inchiesta è alla fine. Non è mai stata così vicina e al tempo stesso lontana dalla verità. Sarebbe clamoroso se a distanza di tanti anni un magistrato che all'epoca aveva solo 3 anni indagasse qualcuno. Se prendesse corpo una verità che era sotto gli occhi di tutti e che nessuno volle vedere. Depistando, inquinando, convincendo Pelosi e la sua famiglia che autoaccusarsi di quella morte sarebbe stata la via più breve per uscire dal carcere e non fare "l'infame", tradendo gli amici. Una baby gang formata dai fratelli Borsellino ma forse assoldata da qualcun altro più in alto. Per tendere quel tranello a Pelosi furono promesse 300 mila lire. Lo stipendio di due mesi di un impiegato. Soldi che "Pino la rana" non hai mai visto. «Sono finito in una storia più grande di me, ero un pischello, avevo solo 17 anni, che ne sapevo de 'ste cose?». Una petizione, lanciata dall'avvocato Stefano Maccioni e dalla criminologa Simona Ruffini, ha raccolto finora migliaia di firme. Si chiede che venga chiusa l'inchiesta. In 4 anni il magistrato ha voluto sentire tutti. La fidanzatina Luana, il fornaio, il gestore della sala dove il pomeriggio del delitto quei teppisti di periferia andarono a ballare. Ma il contributo più importante lo hanno dato i Ris, il reparto dei carabinieri che ha analizzato i reperti e trovato una traccia di Dna. Non è il sangue dello scrittore. Non è di Pelosi. È di Johnny? Johnny-Mastini, nel frattempo, è stato condannato per un altro delitto e ha scontato la pena diventando un collaboratore di giustizia. Se quel sangue non è il suo è bene che si dica. C'è un diritto all'oblìo che va rispettato anche per i sospettati. Per Yara Gambirasio ci sono voluti 18 mila controlli incrociati senza arrivare a una prova sicura. Per Pasolini ne basterebbe una, forse. E non sarebbe meno importante. Foto: Pier Paolo Pasolini SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 120 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL RETROSCENA 02/12/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:192677, tiratura:292798) Gentile e Togliatti, fratelli postumi Marcello Veneziani Verrebbe voglia di dire che non è stata affatto una bella idea pubblicare in due volumi gemelli le opere di Giovanni Gentile e le opere di Palmiro Togliatti, usciti ora da Bompiani. Verrebbe voglia di ricordare che il primo è stato uno dei più grandi filosofi italiani, mentre il secondo non fu un pensatore, ma il leader del comunismo italiano, allineato a Stalin. Verrebbe voglia di rammentare che Gentile dopo aver invocato la concordia nazionale fu ucciso e il mandante politico e morale, se non effettivo, fu proprio Togliatti che rivendicò l'assassinio del filosofo. Verrebbe voglia di aggiungere che Togliatti uccise una seconda volta Gentile quando nel 1950 curò la traduzione del Marx di Lenin e cancellò il riferimento positivo di Lenin a Gentile. Verrebbe voglia di ricordare che Togliatti - certo un gran leader, colto e intelligente - lasciò morire centinaia di antifascisti italiani in Russia e fu complice di tanti crimini, dalla Spagna all'Urss. Per non dire del caso Gramsci... Verrebbe voglia di dire tutto questo ma in un'Italia dominata da codardi e carogne dove Gentile è ancora proibito e ci sono strade che ricordano chi lo uccise ma non lui, è già una gran cosa che si pubblichi la sua opera accanto a quella del suo ideologico carnefice. È perfino un progresso, quasi una svolta, vedere Gentile messo sullo stesso piano di Togliatti. Può essere perfino un segno di memoria storica condivisa, in rosso, in nero e nell'azzurro dell'italianità. Però, che tributo da pagare per ricordare un grande filosofo proibito... SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 121 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cucù 02/12/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:192677, tiratura:292798) Napolitano nervoso: «Lascio quando dico io» E il premier teme Draghi Il capo dello Stato è costretto a smentire le dimissioni entro dicembre: me ne vado dopo il semestre europeo NOMI PIÙ GRADITI Fra le ipotesi Padoan, Bini Smaghi e Cassese ma spunta Rutelli SOLUZIONE TEMUTA Renzi lavora per evitare un «supercommissario Ue» al Quirinale Roberto Scafuri Roma Matteo Renzi è un «cavallino di razza», dicono i suoi estimatori, a cominciare dal sempre più appassionato (e interessato) Carlo De Benedetti. Sicuramente rampante, sicuramente abile nel costruire giorno dopo giorno l'architettura politica di sostegno al proprio potere. La vitalità mostrata negli ultimi giorni ne tradisce però una certa emotività persino qualche ingenuità. Con la crescente preoccupazione che la corsa per la successione a Napolitano non si svolga secondo i propri progetti e, come esperienza insegna, entri al primo posto dell'agenda politica mandando in naftalina le riforme ( in primis l'Italicum) cui Renzi ha legato la propria sopravvivenza. Ieri una nota del Quirinale ha voluto sottolineare che le dimissioni non ci saranno di sicuro prima della fine del semestre italiano della Ue, «solo al termine il presidente compirà le sue valutazioni». Decisioni, dice la nota, da prendere in autonomia e, «per loro natura da tenere completamente separate dall'attività di governo e dall'esercizio della funzione legislativa». Così, se nel frattempo il premier sta svolgendo una lenta ma costante apertura al mondo dei Cinquestelle in disfacimento, sponda essenziale per avere i numeri in Parlamento e ridurre il peso del centrodestra, la precisazione del Quirinale suona anche come un freno a dare tutto per scontato così da poter rallentare il cammino delle riforme. Un «aiutino» in piena regola, che testimonia le difficoltà renziane. D'altronde negli ultimi giorni il nervosismo del premier sembrava alimentarsi di ulteriori tensioni: tra queste, la sensazione che il Corsera abbia cominciato a puntare sul candidato che potrebbe maggiormente fargli ombra: Mario Draghi. Sensazione forse non sufficientemente suffragata dalle reali possibilità che il presidente della Bce abbandoni un ruolo così cruciale. Lo farebbe, questo il nocciolo dei timori di Renzi, solo se la situazione economica rappresentasse per Bruxelles un problema irrisolvibile. Si tratterebbe di una specie di «commissario straordinario» che rassicuri i mercati, un intervento della Troika sotto mentite spoglie. Per il premier, una sconfessione e delegittimazione su tutta la linea. La constatazione di un fallimento. Per questo, se finora lo schema di Palazzo Chigi per il Quirinale aveva una sola stella polare - una personalità debole, addirittura in prestito da altre eccellenze extra-politiche (vedi il nome del maestro Riccardo Muti) - d'ora in avanti si va concretizzando lo schema di un economista «amico» con due nomi possibili: il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e Lorenzo Bini Smaghi, presidente Snam già nel board della Bce, che fu costretto a lasciare quando vi si insediò Draghi (di qui una relazione non felice tra i due). Su un piano decisamente inferiore, l'amministrativista Sabino Cassese, negli ultimi tempi super-attivo. Mauno schema delgenere potrebbe comunque non incontrare in Parlamento il favore necessario all'elezione, persino all'interno del Pd. Soluzione alternativa sarebbe rappresentata dalla ricerca di una personalità politica «fidata». Se alla carica aspira fortemente la vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta, già rutelliana e moglie di Franco Bassanini, presidente della Cdp, parte dell' entourage renziano sta premendo per l'antico «maestro». Quel Francesco Rutelli andato in sonno dopo le spiacevoli vicende della Margherita e del suo (ex) fidato tesoriere Lusi, eppure tornato dietro le quinte grazie agli amici di una vita promossi alla corte di Renzi: Gentiloni, Realacci, Anzaldi e lo stesso portavoce renziano Sensi. Sarebbe Franciasco il nome da lanciare sul Colle, il classico coniglio dal cilindro da tirar fuori prima che nella corsa per il Quirinale s'azzoppi proprio lui, Matteo, il «cavallino storno». I grandi elettori deputati senatori I numeri SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 122 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il retroscena 02/12/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:192677, tiratura:292798) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 123 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nei primi tre scrutini è richiesta la maggioranza dei due terzi Dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta La tempistica LE REGOLE 630 320 58 30 30 L'EGO delegati regionali I giorni prima della scadenza del mandato del presidente della Repubblica in cui si convocano i grandi elettori per la scelta del nuovo capo dello Stato* 1.008 Totale *nel frattempo sono prorogati i poteri del presidente in carica 505 672 Foto: SUCCESSIONE Giorgio Napolitano e Mario Draghi [Ansa] 02/12/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:192677, tiratura:292798) Il Pd apre il mercato dei parlamentari 5 Stelle Renzi strizza l'occhio ai fuoriusciti grillini: «Coinvolgere chi non dipende più dal sacro blog». Una telefonata al dissidente Artini smaschera il via alle trattative IN DIREZIONE Arriva l'ok ad accelerare sull'Italicum: al Senato prima di Natale Laura Cesaretti Roma Persfuggireallesabbiemobilichesi stannoallargando attorno al suo governo e al suo calendario, Matteo Renzi prova a dare intanto una strigliata al Pd.In Parlamento, la minoranza interna fa ostruzionismo sordo, giocando di sponda con le opposizioni, per impantanare l'Italicum e le riforme, e il premier va in Direzione per farsi dare carta bianca dal suo partito (e la ottiene, con 106 voti a favore e 2 contrari, anche se buona parte della sinistra interna non vota) suuna parolad'ordine:accelerare.L'obiettivoèdimandarelaleggeelettorale inAulaalSenatoprimadiNatale,comehaannunciato il ministro Boschi in commissione, e non a gennaio come si stava decidendo, quando il probabile scrutinio per il Quirinale monopolizzeràilcalendariodelle Camere. Mantenendo il testo concordato, ma provando ancheacoinvolgere altrivotiin Parlamento: il premier, che avverte chestanascendo«una nuovadestra»,quellaanti-EuropadiSalvini, non nasconde di guardare conattenzioneaquantostaaccadendo in casa 5 Stelle: «Il Pd ha fatto saltare Grillo, che aveva scommesso tutto sulle Europee. Ora diventa possibile un percorso di coinvolgimento di quella parte dei grillini che non dipendonopiùdalSacroBlog».In serata «Piazza Pulita» manda in onda una telefonata del premier al dissidente5 Stelle Artini, maufficialmente Renzi mette le mani avanti: «Nessuno pensa a offrire alleanze politiche o strane coalizioni.Vogliamosoloportarli adiscutere di cose concrete». InDirezione,Renzimettesubito le carte in tavola: «È evidente che non c'è ragione per bloccare o ritardare la legge elettorale. Il presidente Berlusconi ha detto cheprima vuolevotareperilnuovo presidente della Repubblica. È da respingere al mittente perché c'è un accordo che vede la stragrande maggioranza delle forze politiche convinte. Il tentativodiritardareulteriormentesarebbeinaccettabile».Certo, Renzi evoca Berlusconi, ma il messaggio è rivolto innanzitutto ai suoi: «Voglio capire se tutto il Pd ritiene, come ritengo io, che le riforme vadano accelerate», dice chiedendo il voto interno. Esi capisceperché, manmano che il dibattito va avanti nella DirezioneseraleconvocataalNazareno: uno dopo l'altro, gli esponenti delle varie anime della minoranza salgono al podio per ripetere lo stesso ritornello, concordato negli intensi brain storming pre-riunione:vistoche Berlusconi si tira indietro, bisogna dire che il Patto del Nazareno non c'è più e «ridiscutere» tutto l'impianto delle riforme. Un modo astuto, devono aver pensato, perbloccaregli ingranaggi.EsordisceDavideZoggia:«Votaresull'accelerazione delle riforme come chiede Renzi? È naturale, ma l'accordo con Berlusconi regge o no? Perché altrimenti anche in Parlamento potremo apportare modifiche utili al paese». Prosegue Gianni Cuperlo: «Il Patto del Nazareno esiste ancora? Se oggi la situazione è diversa, discutiamo anche di alcune modifiche che avevamo congelato in nome di quel patto». Incalza Stefano Fassina: «Non è chiaro il contesto politico: con chi le facciamo le riforme? Possiamo votare per superare le liste bloccate, se Fi non c'è più?». Il secondo tasto su cui insiste l'ala dura della minoranza è quello dell'astensionismo in Emilia Romagna, dandone in sostanza la colpa al Jobs Act di Renzi. Ci pensa lo stesso neopresidente Bonaccini a ricordareche«siamo andatiavotareperché è stato condannato un presidente del Pd», e che c'è nel modello emiliano (che per la prima volta viene discusso da molti nel parlamentinoPd) unastanchezza che non dipende certo da Roma. Certo, l'astensionismo è stato «impressionante», come dice Renzi, ma non va scordato che il Pd ha vinto: «Siamo passati da 24 a 30, in Consiglio regionale», sottolinea Bonaccini. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 124 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il retroscena 02/12/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) Giuliano Cazzola: sentito che cosa dice Massimo D'Alema, debbo rivalutare Renzi RENZO URBINATI «Ho stima di Massimo D'Alema. Lo considero una delle poche teste pensanti della politica italiana tanto da avere sempre trovato singolari le ostilità da lui incontrate all'interno del suo partito. Ma quello che ha detto al Corriere della Sera, in particolare sulla necessità di ripensare il ruolo dello stato nell'economia, è generico e non argomentato». Giuliano Cazzola, esponente del Ncd, difende così il premier Matteo Renzi, del quale, pure, ha «scarsa stima e simpatia». «D'Alema può anche accusare Renzi di andare indietro di vent'anni, ma lui rischia di tornare indietro di 50 anni», dice Cazzola. Urbinati a pag. 5 «Ho stima di Massimo D'Alema. Lo considero una delle poche testi pensanti non solo della sinistra ma della politica italiana tanto da aver sempre trovate singolari le ostilità da lui incontrate all'interno del suo partito, nonostante che sia stato l'unico ex pci a varcare la soglia di Palazzo Chigi da presidente del Consiglio. La sua intervista al Corriere della Sera, però, non mi ha convinto». Così Giuliano Cazzola sull'intervista di Massimo D'Alema al Corriere della Sera in cui l'ex premier tenta di rottamare la nuova terza via culturale del presidente del Consiglio. «Lei sa - dice Cazzola - che io ho scarsa stima e ancor meno simpatia per Matteo Renzi e il suo governo. Considero però quelle di D'Alema in parte generiche e non argomentate, in parte dettate soltanto da spirito polemico e infine in parte ambigue». Domanda. Perché ambigue? Risposta. Cominciamo dalla prima. Che cosa signifi ca, che bisogna ripensare il ruolo dello Stato nell'economia? Se non si precisano i termini di questo intervento, D'Alema può anche accusare Renzi di andare indietro di vent'anni, ma lui rischia di tornare indietro di 50 anni. D. Che cosa intende dire? R. Ha forse nostalgia della programmazione, dei piani settoriali elaborati a tavolino con il compito di orientare le produzioni? Rimpiange il sistema delle Partecipazioni statali che, alla fi ne del loro ciclo, producevano più disavanzi che fatturato, sia pure in un contesto economico dinamico? Poi, sarà ora di dirsela la verità! D. Diciamola. E qual è? R. Il problema principale degli investimenti pubblici non è la mancanza di risorse, ma la scomparsa dello Stato. Non esiste un ruolo dello Stato in economia senza una ricentralizzazione dei poteri decisionali (se ben ricordo la riforma del titolo V la dobbiamo ad un governo di centro sinistra, forse addirittura al suo). L'autostrada del Sole si completò in 8 anni. D. E che c'entra l'autostrada del Sole? R. C'entra. Ora basta una comunità di valligiani (si veda il caso della Tav in Val di Susa) per obbligare alla militarizzazione di un'opera cruciale per il trasporto europeo. È suffi ciente che si metta di traverso un comunello per bloccare il terzo gasdotto, essenziale per la sicurezza del nostro fabbisogno energetico. E che dire del ruolo della magistratura? D. E che c'entra la magistratura? R. Lei crede che ai tempi dell'autostrada del Sole non girassero mazzette? L'Eni di Enrico Mattei riforniva di armi il FLN algerino e aveva a libro paga una buona dose di parlamentari e correnti di partito. Stampava un giornale permanentemente in deficit. Oggi la magistratura fa saltare grandi operazioni di export di armamenti come se fosse possibile darvi corso senza pagare commissioni o mediazioni che spesso odorano di mazzette. So benissimo che ragionamenti siffatti rischiano di apparire «politicamente scorretti», ma la crisi della siderurgia in Italia non l'ha provocata Angela Merkel. Credo che D'Alema, che non è un forcaiolo, possa riconoscermi qualche ragione. D. D'Alema dice che è errato sostenere che prima di Renzi nulla è stato riformato. R. Su questo D'Alema ha ragione. Le riforme sono state fatte anche prima che arrivasse Renzi. E sono state anche riforme importanti. Ma l'ex lider maximo non deve smentire se stesso. Ricordo benissimo un suo discorso, credo proprio a Firenze, quando si riunì con Bill Clinton e il presidente brasiliano. Allora ammise - con un tocco di intelligente ironia che mandò sulle furie Sergio Cofferati - che la riforma Dini era stata fatta mandando da pagare il conto alle giovani generazioni. Ma non osò andare fi no in fondo a sfi dare la Cgil che invece ha difesa oltre ogni ragionevolezza le pensioni di anzianità che sono state non solo il bubbone del nostro sistema pensionistico ma anche la violenza e l'ingiustizia perpetrate contro le giovani generazioni. D. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 125 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA 02/12/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 126 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato D'Alema quando era a Palazzo Chigi aveva idee un po' renziane... O no? R. Come presidente del Consiglio, D'Alema fu sconfi tto dalla Cgil (si vendicò di Cofferati come leader di partito al congresso di Pesaro). Del Patto di Natale (che volle persino far votare dal Parlamento) nessuno ricorda più nulla. La Cgil non volle mettere mano alla riforma della contrattazione e così fu, con un vero e proprio spreco di riformismo che ha richiesto almeno un decennio per impostare un nuovo modello di relazioni industriali, tuttora osteggiato dalla Fiom. A Renzi si dovrà pur riconoscere che ha il coraggio di sfi dare quella sinistra reazionaria che, fi no ad oggi, ha tarpato le ali a quel poco di riformismo che la sinistra di governo ha saputo esprimere? Se non ricordo male, D'Alema era ministro degli Esteri dell'ultimo Governo Prodi, il quale, per ottenere l'adesione della Cgil al patto sul welfare del 2007 dovette minacciare le dimissioni. D. E se la sortita dell'ex premier al Corriere della Sera avesse come vero obiettivo di ostacolare il Jobs Act di Renzi con la riforma dei licenziamenti? Eppure l'ex premier... R. Bravo. Veniamo all'articolo 18. Anche il questo caso potrei citare scritti o discorsi di D'Alema nei quali a questo problema veniva data più importanza di quella riscontrabile nell'intervista. Ma alle persone intelligenti si può anche riconoscere il diritto di cambiare opinione. Io sono il primo a rivendicarlo per me. Che la revisione della disciplina dei licenziamenti sia uno snodo per il Paese lo dimostra il fatto che Bruxelles ha concesso una prova d'appello alla legge di stabilità, in attesa di osservare quello che il Governo farà sui licenziamenti. Che l'Ocse dica che l'Italia è un Paese in cui il lavoro è essibile, non c'entra con questo problema, nel senso che la nostra flessibilità è tanta in quella parte dell'economia (la maggioranza) che è in grado di sottrarsi alle regole del mercato del lavoro. Infi ne - ecco l'ambiguità della risposta - che cosa lamenta D'Alema? Che il contratto di nuovo conio valga solo per i nuovi assunti e non per tutti ? Se è così, chapeau, sono d'accordo. Oppure che quella partita sia stata aperta? Se è così, uno della sua statura politica dovrebbe sapere che Civati e Fassina non sono di certo meglio di Renzi. Foto: DI R ENZO U RBINATI Formiche.net 02/12/2014 ItaliaOggi Pag. 2 (diffusione:88538, tiratura:156000) La vera spending rewiev si fa abolendo le Regioni Sono carrozzoni di spesa improduttiva EDOARDO NARDUZZI Il non voto, al pari del voto, è un modo degli elettori per comunicare. In questo caso il loro malessere e la loro disaffezione, non necessariamente verso il governo o la politica in generale, sicuramente verso le istituzioni per le quali non vogliono votare. Del resto, come dargli torto, se c'è nell'Italia un'articolazione dello stato che andrebbe soppressa senza discettarne inutilmente a lungo, questa è proprio quella rappresentata dalle Regioni. Fallito, travolto dagli scandali dei falsi rimborsi spese, dalle giunte costrette a ripetizione alle dimissioni anticipate, dai derivati finanziari e dai bilanci sanitari troppo spesso fuori controllo, il tentativo di avere un federalismo italiano compiuto, oggi le Regioni incarnano il peggio della spesa pubblica mal gestita. Sono l'idealtipo della spending review che mai diventa realtà, come i numerosi articoli di Tino Oldani su questo giornale hanno documentato. In questo quadro, sorprendersi che gli elettori non perdano più neanche cinque minuti per contribuire all'elezione di consigli regionali avvertiti come insostenibile spesa pubblica corrente, non può e non deve sorprendere. Anche perché gli elettori sono molto più intelligenti di quanto i politici non credano e hanno già capito che nel 2015 le Regioni si preparano a scaricare sulle loro tasche i tagli per 4 miliardi di euro decisi dal governo Renzi. Non faranno nessuna spending review da 4 miliardi, più semplicemente aumenteranno le addizionali fi scali a loro disposizione per vessare ancora di più cittadini e imprese. Quindi più Irpef e più Irap per consacrare la più tradizionale partita di raggiro italiana: il governo nazionale annuncia tagli che la improduttiva burocrazia regionale trasforma in maggiori imposte. In questo rimpiattino, tutto giocato sulla pelle del pil e della competitività del Belpaese, il premier ha l'occasione di prendere la palla al balzo, messa sul dischetto del rigore dall'astensionismo record dell'EmiliaRomagna, per fare la vera riforma costituzionale che la maggioranza assoluta degli italiani desidera: abolire le Regioni trasferendone le competenze. Questa sarebbe una vera rottamazione capace di rimettere in moto la crescita italiana e di comunicare in maniera forte e chiara agli investitori internazionali che Renzi non ha alcuna intenzione di tirare a campare a Palazzo Chigi. Una riorganizzazione vera di tanta spesa corrente pubblica, che sfugge ai controlli di produttività e ai costi standard con tutta la forza che le lobby sanno esprimere, in grado di dare un'accelerazione al cambiamento. La rottamazione delle Regioni la vogliono i cittadini, Renzi deve solo metterla in pratica. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 127 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PUNTO 02/12/2014 ItaliaOggi Pag. 12 (diffusione:88538, tiratura:156000) I Denegri nell'arte e nella ristorazione ANDREA GIACOBINO Immobiliare, finanza, arte e alimentare sono i business sui quali ha voluto diversificare la famiglia torinese dei Denegri, proprietari della quotata Diasorin. Le scelte di allargamento del portafoglio sono testimoniate nel bilancio 2013 della Finde, cassaforte di famiglia presieduta da Gustavo Denegri (presidente anche di Diasorin) che evidenzia i 3,7 milioni di euro investiti dalla controllata Compagnia Immobiliare Banchette per realizzare un centro commerciale alle porte di Ivrea e lo sviluppo di altre iniziative nel real estate ad opera della subholding Aurelia che ha ceduto anche una quota in una centrale idrolettrica. I Denegri hanno poi aumentato gli investimenti in fondi, che ora valgono 19 milioni, puntando in particolare 7,6 milioni su un prodotto Jp Morgan. Gli investimenti in arte e ristorazione sono invece concentrati in una collezione d'arte contemporanea e nella controlla Risorgimento attraverso la quale i Denegri hanno rilevato dal fallimento lo storico ristorante torinese Del Cambio, rilanciando il locale assieme a due soci "tecnici" di minoranza, l'amministratore Daniele Sacco e il gastronomo Fabio Gallo. La passione per il business alimentare è testimoniata anche dall'attività di agriturismo e coltivazione vinicola che la famiglia esercitano da anni a Moncalvo d'Asti con la Cascina Orsolina che si estende su 14 ettari di vigneti e che lo scorso anno è stata ricapitalizzata per 300 mila euro. Per il resto la Finde ha chiuso il bilancio ordinario con un utile di 12,1 milioni, mandato tuto a riserva e triplicato dai 4,6 milioni di profi tto del 2012, grazie ai 14 milioni di cedola distribuiti dalla controllata Investimenti e Partecipazioni, che possiede il 44% di Diasorin. Il consolidato di Finde registra ricavi per 436 milioni, in linea col 2012 e un signifi cativo incremento dell'utile passato anno su anno da 83 a 96,1 milioni, con un ebitda in progresso da 167,7 a 175,5 milioni e un ebit salito da 138,2 a 146,7 milioni. Il patrimonio netto è progredito da 445 a 512 milioni a fronte di un attivo totale di 645 milioni e la posizione fi nanziaria netta positiva è migliorata da 53 a 61,4 milioni. Promotori finanziari, quote più basse Buone notizie per i promotori fi nanziari che nel 2015 pagheranno decisamente meno nel 2015 per la iscrizione all'albo. L'assemblea dell'Organismo per la tenuta dell'Albo dei promotori fi nanziari (Apf) ha infatti deciso di ridurre il contributo obbligatorio per il prossimo anno a 85 euro dai 91 euro pagati nel 2014. L'assemblea ha inoltre convalidato l'attuale importo dei contributi "una tantum" per l'iscrizione all'albo (300 euro) e alla prova valutativa (100 euro). Le associazioni Abi, Anasf e Assoreti che compongono l'Apf presieduto da Carla Rabitti Bedogni hanno espresso piena soddisfazione per i risultati di bilancio prospettati e per il nuovo contributo a che rappresenta il valore più basso richiesto ai promotori da quando Apf è operativo. La diminuzione del contributo, infatti, si deve all'ottimo 2014 spinto dal crescente ingresso dei bancari nella professione, che rappresenta un anno record per l'Organismo presieduto da Carla Rabitti Bedogni, con riferimento sia al numero di iscrizioni (5.610, nel 2013 erano state 4.696) che al numero dei candidati risultati idonei (2.070, nel 2013 erano stati 1.689). L'assemblea, inoltre, ha approvato l'impegno dell'Organismo a realizzare progetti che rispondano a logiche di utilità, di servizio e di economicità: comunicazione mirata all'educazione fi nanziaria dei risparmiatori e alla valorizzazione del ruolo del promotore fi nanziario; digitalizzazione dei servizi a favore degli iscritti e degli aspiranti promotori sul portale www.albopf.it e ricerca costante di fonti di effi cienza operativa. © Riproduzione riservata SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 128 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CARTA CANTA 02/12/2014 MF - Ed. nazionale Pag. 3 (diffusione:104189, tiratura:173386) Angelo De Mattia L'Italia non è stata respinta, ma rimandata a marzo dalla Commissione Ue. Con un paragone calcistica, ha strappato un pareggino. Ma resta la sospensione del giudizio che coinvolge anche Belgio e soprattutto Francia. In previsione dell'esame di marzo, quando si valuterà se l'Italia abbia conseguito le condizioni per sottrarsi alle procedure per squilibri eccessivi, dovrebbero ora iniziare progressi significativi sull'approvazione delle riforme di struttura, ma soprattutto sulle concrete misure per il debito, che non appaiono affatto facili. Illusorio è pensare di risolvere il problema del debito facendo leva sulla crescita, come afferma il ministro Padoan: certo, quella della crescita è la via maestra e va perseguita con maggiore intensità da parte del governo; ma le prospettive non sono affatto rosee. Ieri, i dati Istat segnalano che nel terzo trimestre si riscontra un andamento del -0,1% del pil e del -0,5% rispetto al corrispondente trimestre del 2013. Restiamo in una condizione di deflazione-recessione. Dunque, non si vede quali misure per la crescita possano essere attivate in un tempo così breve a meno che il governo non intenda integrare in maniera consistente la legge di stabilità. Ma manca l'apporto europeo, sicché si entra in un circolo vizioso. Altra cosa sarebbe se si promuovesse una sostanziosa iniziativa per il taglio del debito, secondo le proposte avanzate da diverse parti e, tra queste, anche ad opera de L'Italia c'è. Le contraddizioni si accrescono se poi si riflette sull'osservazione svolta dal Commissario secondo la quale si è preferito non attivare procedure di infrazione perché queste avrebbero potuto essere contestate. Quindi, i richiami sono debolmente fondati? Si aggiunge altresì un ulteriore elemento di confusione quando si afferma che a gennaio (perché non prima?) sarà chiarito il significato della flessibilità nell'applicazione delle regole comunitarie. Ieri il premier Matteo Renzi ha sostenuto che l'Europaè destinataa diventare la Cenerentola del mondo se non cambia verso, che essa deve correre così come fanno le altre aree del globo, che non può diventare terreno di scontro tra ragionieri del meno zero virgola e ha poi ribadito che il Patto non è solo di stabilità, ma è anche di crescita. Sono osservazioni condivisibili; ma ora, bisogna passare alle iniziative concrete che non possono riguardare soltanto l'insufficienza del piano Juncker che correttamente il premier accusa di timidezza, affermando che esso deve essere rafforzato. Ma bisogna anche ricordare che il Patto di stabilità è stato alterato dal Fiscal compact che, come innumerevoli volte si è scritto, è sostanzialmente illegittimo. Se se ne accoglie, invece, la validità, allora il rinvio del pareggio di bilancio e dell'osservanza della regola del debito diventano mancanze, così come lo potrebbe essere la minore correzione del disavanzo strutturale per il 2015. Insomma, una prioritaria battaglia sul debito, posta tuttavia l'esigenza per ragioni interne di operare per un taglio, sarebbe quella di far rilevare il danno del Fiscal compact. Quanto meno bisognerebbe conseguire il riconoscimento dei cosiddetti fattori attenuanti che, per l'Italia, sono il debito privato, la sostenibilità previdenziale, l'avanzo primario, fattori previsti collateralmente all'introduzione di quella intesa che, comunque, resta illegittima. Al rigorismo talebano delle regole ci si può sottrarre o facendone rilevare la non legittimità (ma al riguardo occorre una pronuncia collettiva) o, parzialmente, facendo scattare l'applicazione dei suddetti fattori, ovvero, ancora, chiarendo fino in fondo quale sia il grado della flessibilità. (riproduzione riservata) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 129 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La crescita resta ancora un'illusione, il Tagliadebito può essere realtà 02/12/2014 MF - Ed. nazionale Pag. 22 (diffusione:104189, tiratura:173386) Impossibile l'Unione europea dei bilanci pubblici se prima non si uniformano le regole Angelo De Mattia Mario Draghi, nel discorso tenuto il 27 novembre davanti al Parlamento finlandese, muovendo dall'osservazione dei limiti della politica monetaria e dalla necessità di stendere un cordone a protezione dei debiti sovrani, ha rilanciato l'argomento dell'obiettivo, per l'Europa, della realizzazione di una Unione di bilancio, che si affiancherebbe a quella, altre volte evocata dal presidente della Bce, del mercato dei capitali. Che la politica monetaria non possa essere risolutiva è certamente condivisibile e lo abbiamo sentito e detto migliaia di volte. Ma è altrettanto vero che essa può contribuire, e non poco, al superamento della crisi se, come lo stesso Draghi sollecita, anche gli altri soggetti istituzionali fanno la loro parte. Dunque l'argomento si sposta, se si discute della Bce, su ciò che essa può e deve fare, anche se non risolutivo della crisi. Ma limitandoci al tema dell'Unione di bilancio, va osservato che alcuni la vorrebbero perché pensano che in tal modo si possa conseguire una collettivizzazione in tutto o più realisticamente in parte dei debiti pubblici; altri vi pensano perché ritengono che una simile Unione sarebbe funzionale a una politica delle riforme e del rigore, e sarebbe un sentiero verso l'integrazione politica. Ma c'è da chiedersi, per evitare contraddizioni e contraccolpi del tipo di quelli registrati per l'Unione monetaria: può reggere una tale unificazione senza quella delle politiche economiche? E quest'ultima avrebbe le basi idonee mantenendo l'attuale assetto politicoistituzionale dell'Unione o anche dell'Eurozona se fosse limitata a quest'ultima area? Non si andrebbe incontro a una nuova zoppia, più grave della precedente (politica monetaria e moneta uniche ma differenti governi dell'economia) perché sarebbe un perseverare diabolicum? Si tenterebbe l'Unione di bilancio ma resterebbe l'impossibilità di unire le politiche economiche senza drasticamente limitare le sovranità nazionali. Il tutto in una fase in cui affermare che la condivisione, a un livello più alto, di queste ultime non equivale a una loro cessione può suonare come un espediente dialettico o retorico. Tutto ciò per tacere delle diverse posizioni politiche che sono presenti negli Stati da coinvolgere e della certezza che solo l'introduzione di ferree regole rigoristiche (la visione anzidetta del secondo tipo) potrebbe indurre oggi la Germania ad accettare un percorso del genere. Gira e rigira, si torna al ruolo centrale della politica ed è in questo campo che occorre agire per ottenere dei progressi, nella misura in cui ora siano possibili, piuttosto che collocare, secondo un approccio meramente tecnocratico, la politica come coronamento di un processo che riguardi, nell'ordine, le banche, come sta accadendo, la finanza - e siamo ancora nel versante meno arduo, come ha prospettato anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas - il bilancio e il Fisco. Ma per prima cosa, si pensi alle regole vigenti da emendare, si pensi a un Fiscal compact sostanzialmente illegittimo e semmai da rivisitare, e a dare segnali meno ambigui sui primi passi della Vigilanza bancaria accentrata. Progressi in questi versanti sarebbero la prova che si può proseguire oltre. Diversamente, tutto rischia di divenire velleitario. Obiettivi altisonanti possono apparire anche come una via di fuga o, peggio, come le sollecitazioni del soldato Chauvin. Del resto, anche il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, ieri è ritornato sulla necessità di adottare un Testo unico bancario e un Testo unico della finanza unici a livello europeo (o, si ritiene qui, almeno di Eurosistema), ribadendo la necessità anche di una logica uniformità delle regole, se si vuole effettivamente una Unione bancaria e se si pensa a una evoluzione verso l'Unione finanziaria. Nella difformità delle regole, le banche italiane sono state sfavorite al momento della prova approfondita della Bce; ma il problema dell'uniformità della normativa primaria, secondaria e dei criteri e dei metodi di controllo è rilevante, va oltre le aporie della recente prova, e la sua soluzione avrebbe dovuto precedere la stessa centralizzazione della Vigilanza. Comunque, si tratta di un ulteriore insegnamento ricevuto per evitare di intraprendere la strada verso l'Unione di bilancio (che poi evoca quella fiscale) senza adeguate garanzie. (riproduzione riservata) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 130 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COMMENTI & ANALISI 02/12/2014 Financial Times Pag. 2 (diffusione:265676, tiratura:903298) FT forum of City of London bankers, insurers, asset managers and policy makers highlights concern over UK centre's future in Europe PATRICK JENKINS - FINANCIAL EDITOR For years, the City of London has taken for granted its status as Europe's primary financial centre. But as rows over immigration intensify and political pressure mounts for the UK to reform or revoke its membership of the EU, City opinion leaders are growing nervous about its role in Europe. With one or two exceptions, that is the sentiment revealed in a Financial Times online debating forum. The FT City Network, launched in recent weeks, comprises more than 50 of the City's top bankers, insurers, asset managers and policy makers, as well as a coterie of financial technology entrepreneurs. In the network's first online debate, most participants argued that Britain's departure from the EU would damage London and the broader UK, and imperil a fragile European recovery. Sir Win Bischoff, head of the Financial Reporting Council and former Lloyds chairman, wrote: "The City will lose some of its relevance and a lot of its international dominance if clients and counterparts in its hinterland of Europe choose not to deal with it or are prevented by various regulations from doing so." Jean-Pierre Mustier, the London-based head of investment banking at Italy's UniCredit, described the prospect of Britain exiting the EU as "a catastrophe, though actually much more for Europe than for the UK". Companies from across Europe would find it harder to access finance without a single-market link to the City, several participants in the debate argued. A minority of participants in the debate thought the City could continue to prosper whether or not the UK retained EU membership. The strongest anti-EU voice was Helena Morrissey, chief executive of Newton and chairman of the Investment Management Association. "The City won't just survive but prosper if the UK leaves the EU," she wrote. "It's just not credible for big City institutions to threaten to leave; the same threat was made when we did not join the euro and not only did they stay, but it proved the right call." Mr Mustier agreed that there would be minimal downside for the City. "Europe will have difficulties developing a financial centre truly competing with London, both in terms of human resources expertise and infrastructure," he said. The discussion comes amid a crescendo of disagreement over EU membership among politicians and the public that has spooked many in the City. Barely five months ahead of next May's general election, an anti-EU, anti-immigration agenda has helped the UK Independence party secure its first two MPs. But several members of the network take the opposite stance on immigration. Guy Hands, chairman of Terra Firma, the private equity firm, said: "[Many of] the 2.2m EU citizens who work in Britain [are] skilled workers in London. An exit would place a question mark on the future of these workers, with some maybe being forced to leave. Such an exodus would intensify the skills and labour shortage that Britain already faces." Many in the business community are trying to take a pro-European stance early on in the mounting discussion about the UK's EU membership and ahead of a possible 2017 referendum. John Cridland, director-general of the CBI employers' lobby, stressed the supporting role that the City played for broader business. Leaving the EU would "lessen [the] standing" of the City and undermine that support for growth and jobs, he wrote in the debate. Colm Kelleher, who runs Morgan Stanley's investment banking operations from London, highlighted the disruption to investment and job creation from not knowing between now and the Conservative party's referendum in 2017 if the UK would stay part of the EU. The FT City Network was launched in October as an invitation-only panel of financiers and policy makers. The network is scheduled to meet in person twice a year, with online debates timetabled monthly. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 131 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Financial elite uneasy over threat of EU exit 02/12/2014 Financial Times Pag. 3 (diffusione:265676, tiratura:903298) EU legislation STEFAN WAGSTYL - BERLIN Germany, France and Italy have launched a new campaign to tighten EU tax rules that appears aimed at practices in Luxembourg and will add political pressure on the new European Commission president JeanClaude Juncker, the Grand Duchy's former premier. The three countries are calling for an EU-wide law by the end of next year that would outlaw "aggressive tax planning" and close some common loopholes used by companies and member states to limit their tax bills. In a key phrase, Berlin, Paris and Rome are demanding "stricter conditions and rules" for unilateral tax rulings, a clear reference to the techniques employed in Luxembourg, where officials repeatedly struck tax deals with big multinationals, such as Amazon and Fiat, that have now become a source of controversy. "The lack of tax harmonisation in the European Union is one of the main causes allowing aggressive tax planning, base erosion and profit shifting [Beps] to develop within the internal market," say the three finance ministers - Germany's Wolfgang Schäuble, France's Michel Sapin, and Italy's Pier Carlo Padoan - in a letter to Pierre Moscovici, the European economy, finance and tax commissioner. In a thinly-veiled swipe at Luxembourg and other low-tax jurisdictions, they add: "This situation may lead to unco-operative behaviours between member states, which directly affects the establishment and functioning of the internal market and the benefits provided by treaty freedoms." The letter, a copy of which was seen by the Financial Times, comes amid a controversy over Luxembourg's tax policies during Mr Juncker's tenure as prime minister. Under pressure, Mr Juncker last week defended a series of deals that allowed multinationals to pay as little as 1 per cent tax on their earnings as a way to diversify his country's banking-dominated economy. He also admitted the rulings should have been better scrutinised. Mr Juncker has agreed to present anti-tax haven legislation early in his term, meaning he will oversee proposed regulations that could have a particular impact on the Grand Duchy. While an embarrassment for Mr Juncker, the Luxembourg controversy has presented an opportunity for Germany and other critics of low-tax regimes to press for reform. In their letter, the ministers call for the EU to adopt "a set of common, binding rules on corporate taxation to curb tax competition and fight aggressive tax planning". They write that current EU plans for exchange tax information between member states do not go far enough. EU law "could do more on trusts, shell companies and other non-transparent entities" by establishing compulsory ownership registers, they state. They also urge the commission to tackle loopholes linked to accounting for interest payments, royalty receipts and the connections between parent and subsidiary companies. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 132 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ministerial trio urges crackdown on loopholes 02/12/2014 Financial Times Pag. 1,14 (diffusione:265676, tiratura:903298) Fosun boosts Club Med offer above Bonomi bid ADAM THOMSON - PARIS Chinese conglomerate Fosun International has improved its offer for Club Méditerranée, ratcheting up the tension in a titanic, east-west tug of war over the French holiday group. Fosun, together with several partners, including Club Med's management, is offering €23.50 per share for Club Med, €0.50 higher than the offer made last month by Italian tycoon Andrea Bonomi. The latest offer, which values the group at €897m, came just a few hours before a clock set by France's AMF stock market authority ran out. The saga has become France's longest-running takeover battle. AMF said that Mr Bonomi, who has teamed up with US private equity firm KKR as well as several other investors, now has until December 17 to make a counter bid. Club Med is one of the best-known brands in the global travel industry. But after years of growth, the group lost its way amid competition and recession. Club Med's share price fell from almost €56 in 2007 to about €17 in March - when the current bidding war began to force up the price. Club Med shares closed yesterday at €23.90. Henri Giscard d'Estaing, Club Med's chairman and chief executive, said that the €23.50 offer was "very high", but that Fosun was "being a reasonable and responsible actor". He said: "They are acting with a longterm perspective and, as they have managed to create a network of partners, there is an industrial logic" to the offer. In September, Fosun announced the creation of Gaillon Invest II, a special-purpose vehicle in order to make the bid on behalf of Fosun, French private equity group Ardian, Club Med's management, and U-Tour, a Chinese online travel agent. Fosun also said Gaillon Invest II would make the offer with Fidelidade, a Portuguese insurance company majority-owned by Fosun. Yesterday, it also confirmed that Nelson Tanure, Brazilian tycoon and real estate developer, would join as an additional partner. Mr Bonomi's Investindustrial and its partners - Brazilian investment company GP Investments and South African hotel magnate Sol Kerzner - had offered €23 a share. Yesterday, Mr Bonomi's partnership vehicle, called Global Resorts, said that it was "examining the situation". The struggle for Club Med, one of the best-known brands in the global travel industry, is now France's longest-running takeover battle - Yannis Kontos/Bloomberg SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 133 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Travel & leisure 02/12/2014 Financial Times Pag. 22 (diffusione:265676, tiratura:903298) Sector leads M&A-driven growth in region with $8.2bn in transactions so far this year ANDREW BOLGER When Jean-Claude Juncker unveiled his investment plan last week, he said Europe needed a kick-start and the European Commission, of which he is president, was "applying the jump leads". But analysts declared themselves underwhelmed by the scale of the plan, which at €315bn to be invested over three years appeared limited, relative to the decline in euro area investment of more than €330bn every year. "Juncker's plan could have been one of the key pillars for growth," says Alberto Gallo, head of macro credit research at RBS. "But with its current size and shape, the pillar looks shaky." Analysts are keen to estimate the impact on European equity markets of the latest stimulus - as well as the quantitative easing that has been pledged by Mario Draghi. The president of the European Central Bank will be pressed for more details when its governing council meets on Thursday. Nikhil Srinivasan, chief investment officer at Generali, says: "The US ran a large fiscal deficit [at the same time as QE]. Europe's not going to be able to do that. So QE may have less impact. But if bond yields hit rock bottom, you're going to look for yield elsewhere. Real estate and stocks, particularly financial stocks, should do well." Deutsche Bank equity strategists say evidence from the US, Japan and the UK shows that credit-linked cyclical sectors outperform in their respective markets when QE measures are announced, while defensive sectors lag behind. Hence they expect investors to reposition within Europe, away from defensive "bond-proxy" sectors that will be less attractive in light of rising yields - such as food and beverages, healthcare, personal and household goods, real estate, telecoms and utilities. Instead, they will favour credit-linked cyclical peers such as banks, financial services and cars, alongside construction and materials, industrial goods and services and travel and leisure. The MSCI EMU Index has already undergone re-rating, with price/earning ratios rising from 8 to 14 since 2011, peaking this year before falling lower again recently as concerns have grown about deflation in the eurozone. To move forward, Amundi Asset Management says the European market must now be driven by a recovery in profits, which has been slow in coming. Thomson Reuters says third-quarter earnings of companies in the Stoxx 600 - which is up 5.3 per cent this year - are expected to grow 12.1 per cent, compared with the same period last year. Another factor that could lead to a strengthening of European equities is the mergers and acquisitions recovery. Acquisitionrelated equity volume stands at $33.2bn so far this year, almost four times more than at the same stage last year, and the highest comparable level since 2008, according to Dealogic. The number of deals has also risen to 121, up from 82 at this stage last year, and the highest since the same period in 2007 - before the financial crisis. Telecoms is the top sector for European acquisition-related equity activity so far this year, with $8.2bn in transactions via eight deals - the highest volume on record. But the sector has underperformed the Stoxx 600 index, up 4.6 per cent this year. Deutsche Telekom and Orange confirmed last week they have held talks with BT to sell it EE, their UK mobile business, which would create a dominant group in Britain's wireless and fixed-line telecoms markets through a multibillion-pound deal. Some European equity investors have been enticed into the telecoms sector, believing lighter regulation plus consolidation can deliver strong shareholder value. BT shares have surged in recent weeks and are up 9 per cent this year. Dean Tenerelli, European equity fund manager with T Rowe Price, says with the more benign regulatory environment in Europe, there is an appetite for consolidation to improve returns and create stronger European companies. "Telefónica Deutschland is a good example of this," he says. "It has recently been allowed by the European authorities to conclude its acquisition of KPN's German mobile business E-Plus, with far fewer concessions than would have been the case a few years ago. This will reduce the number of significant players in the German mobile market from four to three, and there is considerable scope for cost savings to be realised for shareholders over the medium term." While shares in Telefónica Deutsch-land are down nearly 10 per cent this year, the stock is up 22 per cent since hitting its year low six weeks ago. Stuart Mitchell, European fund SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 134 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Telecoms play vital role in European rally 02/12/2014 Financial Times Pag. 22 (diffusione:265676, tiratura:903298) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 135 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato manager with SWMC, says it has recently bought stakes in telecoms companies - Orange, Telecom Italia and Deutsche Telekom - whose share prices had suffered because regulation has been more onerous than expected. But SWMC believes regulation is becoming more benign and allowing consolidation from four operators to three in individual markets, such as Germany and Austria. 02/12/2014 International New York Times Pag. 1,7 (diffusione:222930, tiratura:500000) Paul Krugman Whose irresponsible behavior is at the core of the region's slow-motion disaster?The bad behavior at the core of Europe's economic disaster isn't coming from Greece, or Italy, or France. It's coming from Germany. The U.S. economy finally seems to be climbing out of the deep hole it entered during the global financial crisis. Unfortunately, Europe, the other epicenter of crisis, can't say the same. Unemployment in the euro area is stalled at almost twice the U.S. level, while inflation is far below both the official target and outright deflation has become a looming risk.Investors have taken notice: European interest rates have plunged, with German long-term bonds yielding just 0.7 percent. That's the kind of yield we used to associate with Japanese deflation, and markets are indeed signaling that they expect Europe to experience its own lost decade.Why is Europe in such dire straits? The conventional wisdom among European policy makers is that we're looking at the price of irresponsibility: Some governments have failed to behave with the prudence a shared currency requires, choosing instead to pander to misguided voters and cling to failed economic doctrines. And if you ask me (and a number of other economists who have looked hard at the issue), this analysis is essentially right, except for one thing: They've got the identity of the bad actors wrong.For the bad behavior at the core of Europe's slow-motion disaster isn't coming from Greece, or Italy, or France. It's coming from Germany.I'm not denying that the Greek government behaved irresponsibly before the crisis, or that Italy has a big problem with stagnating productivity. But Greece is a small country whose fiscal mess is unique, while Italy's long-run problems aren't the source of Europe's deflationary downdraft. If you try to identify countries whose policies were way out of line before the crisis and have hurt Europe since the crisis, and that refuse to learn from experience, everything points to Germany as the worst actor.Consider, in particular, the comparison between Germany and France.France gets a lot of bad press, with much talk in particular about its supposed loss in competitiveness. Such talk greatly exaggerates the reality; you'd never know from most media reports that France runs only a small trade deficit. Still, to the extent that there is an issue here, where does it come from? Has French competitiveness been eroded by excessive growth in costs and prices?No, not at all. Since the euro came into existence in 1999, France's G.D.P. deflator (the average price of French-produced goods and services) has risen 1.7 percent per year, while its unit labor costs have risen 1.9 percent annually. Both numbers are in line with the European Central Bank's target of slightly under 2 percent inflation, and similar to what has happened in the United States. Germany, on the other hand, is way out of line, with price and laborcost growth of 1 and 0.5 percent, respectively.And it's not just France whose costs are just about where they ought to be. Spain saw rising costs and prices during the housing bubble, but at this point all the excess has been eliminated through years of crushing unemployment and wage restraint. Italian cost growth has arguably been a bit too high, but it's not nearly as far out of line as Germany is on the low side.In other words, to the extent that there's anything like a competitiveness problem in Europe, it's overwhelmingly caused by Germany's beggar-thyneighbor policies, which are in effect exporting deflation to its neighbors.But what about debt? Isn't non-German Europe paying the price for past fiscal irresponsibility? Actually, that's a story about Greece and nobody else. And it's especially wrong in the case of France, which isn't facing a fiscal crisis at all; France can currently borrow long-term at a record low interest rate of less than 1 percent, only slightly above the German rate.Yet European policy makers seem determined to blame the wrong countries and the wrong policies for their plight. True, the European Commission has floated a plan to stimulate the economy with public investment - but the public outlay is so tiny compared with the problem that the plan is almost a joke. And meanwhile, the commission is warning France, which has the lowest borrowing costs in its history, that it may face fines for not cutting its budget deficit enough.What about resolving the problem of too little inflation in Germany? Very aggressive monetary policy might do the trick (although I wouldn't count on it), but German monetary officials are warning against such policies because they might let debtors off the SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 136 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Being bad europeans 02/12/2014 International New York Times Pag. 1,7 (diffusione:222930, tiratura:500000) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 137 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato hook.What we're seeing, then, is the immensely destructive power of bad ideas. It's not entirely Germany's fault - Germany is a big player in Europe, but it's only able to impose deflationary policies because so much of the European elite has bought into the same false narrative. And you have to wonder what will cause reality to break in. 02/12/2014 International New York Times Pag. 1.13 (diffusione:222930, tiratura:500000) Fosun-led group makes new offer valuing resort operator at ¤897 million BY DAVID JOLLY The bidding war for the French resort operator continued, with a consortium led by Fosun topping an offer from an Italian investor. PARISA Chinese-led consortium on Monday raised its offer for Club Méditerranée above that of a rival bid by an Italian investor, throwing the fate of the French resort operator into limbo for at least a few more weeks.Fosun International, an industrial and financial conglomerate based in Shanghai, said its Gaillon Invest II vehicle was now offering ¤23.50, or $29.30, a share for ClubMed. Thatnewoffer values the company, including its convertible bonds, at ¤897 million. Fosun said the offer was about 2.2 percent above a rival bid by Global Resorts, the consortium led by the Italian investor Andrea C. Bonomi.''We are convinced that our offer for Club Med is the only one that will enable the company to become a world leader in the tourism industry,'' Jiannong Qian, the head of Gaillon Invest II, said in a statement. He added that the group would ''remain the partner of Club Méditerranée in the long run, in order to work together on its development in fast growing markets,'' including China and Brazil, ''and strengthen its positions in mature countries, especially in France.''The new bid was given additional heft by the participation of a Brazilian investor, the billionaire Nelson Tanure, whose Docas Investimentos has agreed to take up to a 20 percent of Gaillon Invest II, with Fosun remaining the majority shareholder. Other partners in Gaillon Invest II include the French firm Ardian, Club Med's management and the Chinese travel agency U-Tour.Fosun, led by the Chinese tycoon Guo Guangchang, and its allies had been given a Monday deadline by the French market watchdog to raise their offer or walk away from Club Med after Global Resorts raised its bid to ¤23 a share last month. Global Resorts, a consortium led by Mr. Bonomi's private equity firm, Investindustrial, has been fighting Fosun and its allies since June, and recently raised its firepower by bringing on board the private equity giant Kohlberg Kravis Roberts.Club Med's shares were unchanged Monday at ¤23.90. The French market regulator, the Autorité des marchés financiers, said in a statement that it was giving Mr. Bonomi's consortium until Dec. 17 to respond.''We are examining the situation,'' said Daniel Yea, a spokesmanforMr. Bonomi. He declined to comment further.The Fosun-led offer already has the backing of Club Med's management. Henri Giscard d'Estaing, the Club Med chief executive, enlisted the Chinese company in May 2013 in an effort to take the resort operator private at ¤17 a share, later sweetening that offer to ¤17.50. The latest offer is 34 percent above the initial price, vindicating the holdout investors who had protested that management was undervaluing the company.Mr. Giscard d'Estaing said he continued to support Fosun's bid strongly, praising the company's ''long-term perspective.''By contrast, he described Mr. Bonomi's bid with K.K.R. as ''a purely financial offer,'' one for which ''a return can be achieved only through massive cost-cutting, including jobs, and massive selling of assets.'' Lacking support in China and Latin America, he added, ''They would need to dismantle Club Med in order to justify such a high price.''Mr. Giscard d'Estaing also defended the price of the initial offer, noting that much had changed over the past year and a half. The ¤17 a share offer was a 32 percent premium to Club Med's share price at the time, he said. Factors like cheaper financing costs and recordlevel equity indexes have increased the value of the company, he said.The French resort company operates 70 vacation villages in 40 countries around the world, playing host last year to about 1.2 million visitors.In seeking a deep-pocketed Chinese partner, Club Med had said it was trying to move upmarket and diversify away from Europe and toward growing markets in Asia and elsewhere.Last week, the company reported a fiscal 2014 net loss of ¤9 million, the same as a year earlier, as revenue fell 1.9 percent to ¤1.38 billion. Despite the weak showing, it noted that Chinese, including those from Hong Kong, accounted for 10.2 percent of customers, up one and a half percentage points from a year earlier.The arrival of Mr. Tanure, who is already a partner of Club Med in Brazil and is eager to expand elsewhere in South America, could help Fosun to combat Mr. Bonomi's argument that his rivals had focused their strategy too heavily on Asia.Mr. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 138 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Chinese firm raises Club Med offer 02/12/2014 International New York Times Pag. 1.13 (diffusione:222930, tiratura:500000) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 139 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tanure said that in addition to Brazil, where Club Med could consider opening golf resorts in the center of São Paulo State, both Colombia and Peru, neither of which has any Club Med resorts, ''are very attractive.''Mr. Tanure seemed an unlikely figure to join the current bid, as he invests mostly in distressed assets. He has also been embroiled in numerous legal battles in Brazil, occasionally fighting with fellow investors, including Discovery Capital Management over control of the embattled oil company HRT.And he has faced criticism for his handling of two previously influential Brazilian media entities after he took control more than a decade ago. Under his watch, the business daily Gazeta Mercantil was shut down, while Jornal do Brasil ceased its print edition. 02/12/2014 La Tribune Quotidien Pag. 87 NABIL BOURASSI La petite italienne devrait profiter de cette apparition pour relancer sa notoriété. Une belle opportunité pour un modèle vieillissant.Comment relancer un modèle qui compte désormais sept ans au compteur? La Fiat 500 a trouvé une solution : un placement produit dans un blockbuster hollywoodien. D'après l'agence de presse italienne ANSA, c'est James Bond lui-même qui devrait s'installer au volant de la petite citadine, célèbre pour son look rétro. L'espion de sa majesté devrait lui faire subir le sort de nombreuses de ses prédécesseurs notamment des Aston Martin - dans pareille occasion: course poursuite, prise de vue dans tous les sens dans les rues de Rome, avant de se crasher aux abords du Vatican. La routine pour une "James Bond's car".LE PRÉCÉDENT JENNIFER LOPEZPour la Fiat 500, c'est une excellente opportunité pour prolonger sa notoriété malgré son âge avancé. Ce n'est pas la première fois que la Fiat 500 se montre dans un programme grand public. Fin 2011, la célèbre chanteuse Jennifer Lopez se montrait à bord d'une Fiat 500 dans son clip Papi. Elle devenait par la même occasion ambassadrice de la petite citadine qui débarquait aux ÉtatUnis. Deux ans après, la Fiat 500 était vendue à 100.000 exemplaires outre-Atlantique.VIEILLE, MAIS TOUJOURS DANS LE COUP SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 140 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA FIAT 500 DEVIENT LA NOUVELLE VOITURE DE JAMES BOND 02/12/2014 Les Echos Pag. 16 (diffusione:118722, tiratura:579000) C. P. Andrea Bonomi a jusqu'au 17 décembre pour contrer la surenchère chinoise. Cette dernière porte à 897 millions d'euros le coût du rachat de 100 % du Club. Engagée le 30 juin dernier avec l'annonce de l'offre publique d'achat (OPA) initiale de l'homme d'affaires italien Andrea Bonomi, la bataille boursière dont fait l'objet le Club Méditerranée est désormais prolongée jusqu'au 17 décembre à 18 heures.Telle est en effet l'échéance fixée hier par l'Autorité des marchés financiers (AMF) pour permettre à Global Resorts, le véhicule d'acquisition d'Andrea Bonomi, de déposer une nouvelle surenchère après celle officialisée hier par le groupement d'investisseurs mené par Fosun, le partenaire chinois du Club Med. En proposant 23,50 euros au lieu de 22 euros précédemment - pour chacune des actions de l'exploitant de villages de vacances, Gaillon Invest II, le consortium de Fosun, et Fidelidade, une compagnie d'assurances portugaise contrôlée par le conglomérat chinois, ont donc fait le strict minimum réglementaire : ce prix unitaire correspond à la prime obligatoire de 2 %, qui s'ajoute aux 23 euros par titre proposés par Global Resorts depuis sa surenchère du 11 novembre. Le camp Fosun, qui a par ailleurs relevé le prix d'achat des obligations convertibles de type Oceane émises par le Club (24,82 euros contre 23,23 euros précédent, et 22,41 pour Global Resorts), a toutefois tenu à souligner hier la survalorisation actuelle du Club Méditerranée. Sur la base de sa dernière offre, le groupe vaut tout de même, désormais, 897 millions d'euros pour 100 % de ses actions et obligations. Surenchère justifiée Cela étant, cette surenchère a minima n'en a pas moins été justifiée par l'engagement à long terme de Fosun et la teneur d'un projet industriel partagé avec le management du Club, engagé, il faut le rappeler, depuis le début au côté du conglomérat de Shanghai (le management du Club détient encore 3,1 % dans le dernier montage). Une argumentation que relaie d'ailleurs le PDG du Club Méditerranée, Henri Giscard d'Estaing, dans un entretien accordé aux « Echos » (lire-ci contre). Au passage, le patron du Club, devenu un proche du président de Fosun, souligne « l'ouverture à d'autres partenaires industriels » avec la participation confirmée de l'homme d'affaires brésilien Nelson Tanure. Comme attendu, ce dernier pourrait monter - via sa société d'investissement Docas Investimentos jusqu'à 20 % au sein du capital de Gaillon Invest, Fosun restant donc majoritaire (au départ, le conglomérat chinois a une part de 81,3 %). Les modalités précises de son intervention ne sont pas tout à fait finalisées, précisait-on hier. La participation de Nelson Tanure, dont le groupe porte un projet de village du Club Méditerranée au Brésil - son quatrième - près de Buzios, correspond au fond à la logique de partenariat régional, tout à la fois industriel et capitalistique, que décline depuis des années Henri Giscard d'Estaing. A ce titre, Nelson Tanure, qui pourrait investir plus de 100 millions d'euros, devrait logiquement rejoindre le conseil d'administration. De son côté, la partie italienne ne faisait pas de commentaire officiel. « Ce n'est pas un prix [les 23,50 euros par action, NDLR] qui ferme les portes. Il laisse plein d'options », observait-on toutefois dans le camp Bonomi. De fait, la surenchère orchestrée par Fosun est en deçà du cours de Bourse du Club, finalement inchangé hier à la clôture, à 23,90 euros. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 141 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Club Med : Fosun relance encore la bataille boursière 02/12/2014 Wall Street Journal Pag. 19 BY THOMAS VARELA -Ruth Bender contributed to this article. PARIS-The protracted stockmarket battle for control of Méditerranée SA took a bitter turn Monday as Chief Executive Henri Giscard d'Estaing welcomed a sweetened bid by a Chinese-led consortium and said a rival offer represented a threat to the French resort operator's integrity.In the latest round of an 18month series of bids and counterbids, the group of investors led by China- based conglomerateInternational Ltd. offered to buy Club Med for €897 million ($1.12 billion), or € 23.50 a share.That is 50 European cents more than the latest bid from a rival suitor, Italian businessman Andrea Bonomi. Mr. Bonomi and his partners, Club which now include private-equity firm KKR, last month offered € 23 a share, valuing the unprofitable company at €874 million.Mr. Giscard d'Estaing, who has sided with Fosun since the start, escalated his attacks on Mr. Bonomi on Monday, saying he suspects the Italian investor is seeking quick returns that can only be achieved through large asset sales.Fosun "With Fosun we have a longterm plan," Mr. Giscard d'Estaing said in a telephone interview. "On the other side, we have a financial project that could lead to Club Med's breakdown."A person close to Mr. Bonomi said the Italian investor had no plans to break apart Club Med.The person added that Investindustrial, the Bonomi family's privateequity company, "has a longterm investment track record and has a proven track record of turning around companies."The latest sweetened bid marks another salvo in Fosun's battle to take over one of the tourism industry's most well- known brands. China's newly rich are fueling the tourism industry across Asia, and Fosun is eager to expand its international footprint with the help of a household name.Fosun has stumbled into several obstacles in its pursuit of Club Med. The group's initial bid was blocked by a group of minority shareholders. Then in May, a shareholder with rising influence, Mr. Bonomi, joined the race for Club Med when he declared he had bought a large stake of the resort operator."We are convinced that our offer for Club Med is the only one that will enable the company to become a world leader in the tourism industry," said Jiannong Qian, head of Gaillon Invest, Fosun's investment vehicle.Fosun, whose latest acquisition spree has included investments in insurance and fashion around the world, made its new bid ahead of aMonday deadline imposed by France's stock-market regulator to react to the latest bid from Mr. Bonomi. The regulator, Autorité desMarchés Financiers, said Mr. Bonomi now has until the evening of Dec. 17 to react to the latest bid.Through a spokesman, Mr. Bonomi said he was considering his options.Fosun, which has backed the French group's strategy to expand in Asia and China since 2010, already owns 18.4% of Club Med. Mr. Bonomi via his Global Resorts investment vehicle, recently became Club Med's largest shareholder, with 18.9%. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 142 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Club Med Gets Sweetened Bid, Hits Bonomi's Offer 02/12/2014 Wall Street Journal Pag. 21 E.ON said the new firm would have enough financial strength. Da pagina 18 many's economy minister, Sigmar Gabriel, said in an interview with daily newspaper Rheinische Post.Germany is in the middle of an expensive and controversial push to phase out nuclear power by 2025, reduce reliance on fossil fuels and accelerate development of renewables through heavy subsidies.Government support for green energy has produced a power glut that in turn has depressed wholesale power prices. That slump has made conventional power plants unprofitable.The new company, which has yet to be named, would comprise those unprofitable operations and E.ON's troubled units in Russia and Brazil.E.ON's operations in Russia have been hurt by a weak ruble. In Brazil, E.ON has been left hanging at power generator Eneva SA after the collapse last year of the business empire of its partner, former billionaire Eike Batista. Earlier this month, E.ON reported poor nine- month earnings in Brazil because of forgone earnings from "unavailable assets.""Better times in the long term [ for conventional power] won't come in our view, and E.ON appears clear about that, too, and that creates a huge question mark for the new company," said Kepler Cheuvreux analyst Ingo Becker."You want to own the yin, but probably not the yang company," he said.But E.ON's Mr. Teyssen insisted the new company had strong growth prospects given its position in natural gas and gas storage facilities."We would have done a full spinoff" if management weren't optimistic about the new company's growth prospects, Mr. Teyssen said. He said E.ON would use proceeds from the sale of the new company's minority stake to finance growth and ensure the new company's success.E.ON also said the new company would have sufficient financial strength to cover costs associated with shutting down nuclear plants and other expenses involving conventional and hydro assets and would have no short-term liabilities to be repaid."E.ON's major restructuring confirms a bleak outlook for power generation activities, we think," said Equinet analyst Michael Schaefer.E.ON said it started looking into the new strategy a year ago because of changes in energy markets. It said it didn't involve outside advisers to prevent leaks that could upset employees and potentially pit them against the company.The utility also confirmed the sale of it Spanish and Portuguese assets for € 2.5 billion ($3.1 billion) to Australia's Macquarie Group. It said it was considering shedding its Italian assets, and its North Sea assets have been placed under strategic review. SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 143 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E.ON's Plan To Split Up Draws Cheers 01/12/2014 Le Monde Diplomatique - N.729 - dicembre 2014 Pag. 23 (diffusione:30179, tiratura:91840) «Il Manifesto», le prix de l'engagement Revuepuis quotidien-phare de la gauche italienne, «Il Manifesto» a traversi de nombreuses crises au cours de ses quarante-cinq années d'existence, mais n'a jamais perdu son indépendance à l'égard despartispolitiques et des puissances d'argent. Le journal traverse une nouvelle période de turbulences : menaci par des liquidateurs judiciaires, il doit trouver 1 million d'euros s'il ne veut pas disparaltre. Ouverture sur les mouvements sociaux PARDOMINIQUE VIDAL A. 45 ANS, H Manifesto n'oublie pas ses origines: Mai 68 et l'invasion de la Tchécoslovaquie. Il nait, sous la forme d'une revue, le 23 juin 1969, avec pour première manchette «Prague est seule». Ses créateurs Rossana Rossanda, Lucio Magri, Luigi Pintor et Aldo Natoli - passent pour «ingraiens» en raison de leur proximité avec M. Pietro Ingrao, une des figures les plus influentes de la gauche communiste. Tous quatre ruent alors dans les brancards du Parti communiste italien (PCI), à la direction duquel ils appartenaient. Le passé s'impose, car ils viennent d'etre radiés lors du XXII Bologne : Enrico Berlinguer, qui n'est pas encore «eurocommuniste» (meme si son parti a condamné l'invasion de la Tchécoslovaquie par les troupes du pacte de Varsovie), les juge trop proches de la contestation étudiante, et surtout trop critiques à l'égard de l'Union soviétique et du «socialisme réel». Les exclus aggravent leur cas en transformant la revue en quotidien, qui s'affiche «communiste» et dont le premier numéro sort le 28 avril 1971. La déclaration fondatrice a f f i r m e : «C'est parce que le moment est venu d'une initiative générale et unificatrice capable de relancer le travail de promotion d'un mouvement politique, capable de redonner une unité et une continuité d'orientation aux cadres et aux militants déjà engagés avec nous et capable surtout d'établir un contact avec cet éventail désarticulé de forces sociales qui refusent l'ordre actuel, que nous avons besoin d'un quotidien. Cette pratique efficace, ce soufflé politique, seul un quotidien est capable de l'avoir. » L'ultragauche - de Potere operaio (Pouvoir ouvrier), l'organisation de Toni Negri, à Lotta continua (Lutte continue) - répond par une fin de non-recevoir. ans plus part, le groupe II Manifesto fusionne avec le Parti d'unité prolétarienne pour former le Parti d'unité prolétarienne pour le communisme (PdUP). Mais l'expérience dégoit ses promoteurs : la coalition formée par la jeune formation avec une myriade de groupes d'extreme gauche n'obtient que 1,5 % des voix aux élections législatives de 1976, puis 1,4% en 1979. Le PdUP finirà par rejoindre le PCI en 1984, avec armes... et banderoles - une première dans le mouvement communiste ! e * Historien et journaliste, dirige avec Bertrand Badie la publication annuelle L'Etat du monde, La Découverte, Paris. congrès, à Entretemps, avec quelque cinquante mille exemplaires chaque jour, Il Manifesto a conquis une place autonome dans le paysage de la gauche italienne et de sa presse. Il incarne à la fois la radicalité, l'ouverture sur les mouvements sociaux, le gout des nouvelles problématiques, l'intéret pour les réalités internationales - il produiraune des premières éditions internationales du Monde diplomatique, qu'il traduit chaque mois depuis 1994. Au-delà de son travail d'information, le journal joue ainsi un ròle de laboratoire d'idées et d'aiguillon politique, notamment pour un Parti communiste en pleine recherche d'identité. Au point de s'y perdre... Au lendemain de la chute du mur de Berlin, des mois durant, les militants communistes s'interrogent sur la nature du nouveau parti que le secrétaire général Achille Occhetto les incite à créer et que, provisoirement, ils nomment «la cosa» (la chose). Un film du meme nom du cinéaste Nanni Moretti raconte avec beaucoup d'humour cette aventure, vue d'en bas - «une legon dejoumalisme», commenterà Rossanda... Il n ' y a pas loin du Capitole à la roche Tarpéienne, dit un proverbe latin : sur le premier, les généraux vainqueurs paradaient; de la seconde, on précipitait les condamnés à mort dans le vide. Après avoir réussi à rassembler plus du tiers de l'électorat, le PCI descend une pente au terme de laquelle il s'efface en janvier 1991. Si son principal héritier, le Parti démocrate (PD), occupe une place majeure au centre de l'échiquier politique, l'autre branche, le Parti de la refondation communiste (PRC), a disparu en 2008 de l'Assemblée qu'elle présidait en la personne de Fausto Bertinotti. Sur fond d ' h é g é m o n i e idéologique néolibérale, cette doublé évolution se traduit par deux disparitions : celle, logique, de Liberazione, le quotidien du PRC, dont meme le site a clos SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 144 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato UN QUOTIDIEN SINGULIER DANS LA VIE INTELLECTUELLE ITALIENNE 01/12/2014 Le Monde Diplomatique - N.729 - dicembre 2014 Pag. 23 (diffusione:30179, tiratura:91840) SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 02/12/2014 145 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ses portes en 2014 ; et celle, plus paradoxale, du quotidien du PCI, L'Unità, dont le dernier avatar a également dit adieu à ses lecteurs la meme année. Dans ce contexte, Il Manifesto apparaìtrait comme un miraculé... s'il ne se trouvait, lui aussi, sur la corde raide. Ce n'est certes pas la première fois que le quotidien en appelle à la générosité de ses amis pour traverser une mauvaise passe. En 1997, Il Manifesto avait meme publié un numéro vendu 50 000 lires (26 euros) ! A la fin des années 2000, tous les clignotants sont encore au rouge : les ventes reculent; les aides à la presse diminuent ; la publicité se fait rare ; et les cent vingt salariés coutent cher, malgré leurs salaires spartiates. D'où l'accumulation de déficits, interdits pour les coopératives. Résultat: en février 2012, le journal est déclaré en liquidation judiciaire et, trois mois plus tard, les commissaires liquidateurs annoncent par texto à la rédaction la cessation de toutes les activités. La justice n ' a heureusement pas mis cette menace à exécution. Et 11 Manifesto a pu commencer à remonter la pente : malgré la réduction drastique du nombre de journalistes, les abonnements et les ventes enkiosques s'accroissent. Demeure une épée de Damoclès: d'ici à N o é l , les liquidateurs vont mettre aux enchères le titre, qu'ils possèdent, avec le risque que celui-ci tombe dans de mauvaises mains. L'équipe se mobilise pour le racheter sans attendre. « Il Manifesto est d'abord à toi. Reprends-le » : tei est le thème de la campagne de souscription lancée en novembre (1). L'objectif: récolter 1 million d ' e u r o s a f i n que la coopérative puisse, avec le rachat de la marque, garantir l'indépendance de son journal. Pour y contribuer, le 13 novembre, un numéro à 20 euros a été mis en vente. Comme l'écrit Norma Rangeri, codirectrice du quotidien avec Tommaso Di Francesco, «la physionomie de notre titre, son caractère d'éditeur pur, sans patron, notre coopérative de journalistes et d'ouvriers ont toujours constitué une anomalie heureuse, une hérésie, le témoignage en chair et en os que le marché n'est pas le monarque absolu et que ses lois ne sont pas les nótres». (1) Pour souscrire : http://miriprendoilmanifesto.it Foto: MICHELANGELO PISTOLETTO. - E n h a u t , «Bandiera rossa» (Drapeau rouge), 1962-1966 ; en bas, «Comizio» (Réunion), 1965