2011-01-23 San Francesco- con cartina e foto-Gasperi-Falz-

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2011-01-23 San Francesco- con cartina e foto-Gasperi-Falz-
CON LE CIASPOLE IN LESSINIA:
LE CONTRADE E I PASCOLI A NORD DI SAN
FRANCESCO
DOMENICA
23 GENNAIO
2011
Bellissimo percorso circolare in un ambiente tipico della Lessinia, visitando antiche contrade cimbre, sconfinando sui
pascoli sommitali con le loro belle malghe ora in riposo.
Dislivello: m. 550 – tempi di marcia: ore 4,00 – Difficoltà: EAI, Escursionistica in Ambiente Innevato, media difficoltà –
Attrezzatura: ciaspole, bastoncini, ghette – Abbigliamento: da montagna invernale (ricordarsi guanti e berretto…) –
Pranzo: a sacco – Cartografia: Lessinia 1:25.000 Comitato Gruppi Alpinistici Veronesi – Bibliografia: Le contrade di
Roverè veronese C.T.G.
San Francesco. Il paese, conosciuto in passato come San
Francesco al Teggio (o Teglio), era famoso per il faggio pluricentenario che sorgeva in piazza, di lato alla parrocchiale (nello
stesso luogo in cui in precedenza vi era un grande tiglio), oggi
morto. Menzionato già nel 1409, il paese di San Francesco
possedeva una cappella ancora nella prima metà del XVII sec.
(nel 1649 è oratorio), con un proprio sacerdote dipendente da
Roverè. L'attuale chiesa è stata costruita su quella precedente
nel 1883, mentre il campanile è del 1895. Si presenta con una
pianta rettangolare e con all'interno l'altar maggiore e tre altari
laterali (il secondo a destra, possiede una pala con la Madonna, il
Bambino, Sant'Antonio e San Valentino, del 1677), tutti decorati
da pregevoli marmi provenienti dalla zona. Alla seconda metà del
XVIII sec. appartiene la pala sopra l'altar maggiore,
rappresentante la Madonna tra i Santi Francesco, Rocco, Bellino
e Giorgio. Il paese è formato da strutture in gran parte rifatte, ma
conserva ancora qualche nucleo originale.
Stele del Campe 1498, colonnetta, bassorilievo lapideo. Si tratta
di un blocco di pietra monolitico su cui è incisa una mano aperta
(in segno di fedeltà alla parola data) ed una lunga epigrafe che
testimonia un antico lascito alla parrocchia di Roverè: «QVI
TIMET DEVM VIVET INETERNV QVESTA PEZA DE TERA
PAGA FITO TRE BEZIE E MEZA DE OLIO A SAN NICOLO DE
ROVERÈ DE VELO DA LVMINAR EL CRO DE XPO» («Chi teme
Dio vive in eterno; questa pezza di terra paga di affitto 3 bazie e
mezza (circa 6-7 litri) di olio a S. Nicolò di Roverè di Velo per
illuminare il Crocifisso di Cristo»).
Il punto di partenza è la piazza di San Francesco, m. 1.110.
A piedi torniamo sulla provinciale verso Camposilvano. La
attraversiamo, oltrepassiamo il filo spinato ed entriamo nel prato
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a est della strada per i Gaspari, indossate le ciaspole puntiamo
verso la contrada Fornider, m. 1140.
Fornider , il cui toponimo sembra derivare dal germanico «fora» = «davanti a» e «nider»=«verso giù», nel senso di essere collocata
sull'orlo del versante destro della valletta di San Francesco. Un'altra interpretazione la fa derivare da «forch» = «conifera» nel senso di
foresta di conifere in basso. La contrada è menzionata a partire dal 1409. All'entrata si trova una bella croce del 1891 con scolpiti in
bassorilievo una corona di spine, il martello e la tenaglia e con l'epigrafe: «ILARI GESÙ MIO MISERICORDIA 100 GIORNI
D'INDULGENZA». La prima costruzione, la più interessante, in quanto le altre sono nuove o restaurate, è una bella stalla che porta
sulla facciata rivolta a Sud una vecchia meridiana (ora coperta dalla tettoia). Inglobata a questa, sulla destra, notiamo il profilo di quello
che era il «baito de la contrà».
Contrada Fornider
Contrada Funfi
Contrada Masetto
Subito dopo incontriamo la contrada Funfi, m.1155, ore 0,25.
Funfi , contrada il cui nome deriverebbe dall'antico tedesco «funi» = «cinque», oppure da «sunipf»=«conca con prati umidi». Nella prima ipotesi, la tradizione popolare vuole che Funfi sia una delle cinque contrade a Nord-Est di San Francesco (le altre sono Fornider,
Masetto, Gàspari e Roste). Ragguardevoli sono tre grandi stalle che, viste da Ovest, formano una suggestiva prospettiva.
Continuando verso nord, incontriamo la contrada Masetto m. 1205.
Masetto in cui ammiriamo delle notevoli stalle-tese sette-ottocentesche con tetto gotico ed ingresso ad arco ed un portico per
carrettieri con un arco in pietra avente un pilastro multiplo. Da osservare anche una stalla più a meridione, del 1792 ed un baito della
contrada. Masetto, attestata dal 1732, è un toponimo che deriva dal latino «mansum» = «podere», nel senso di piccolo podere.
Contrada Gasperi
Edicola di Santa Rita
Contrada Falz
Saliamo ancora un po’, passiamo in mezzo alla bella e caratteristica contrada Gaspari, m. 1257, ore 0,25-0,45.
Gàspari, contrada attestata ancora dal 1566 ed il cui nome sembra derivare dal cognome omonimo, di origne latina. La contrada
presenta alcune schiere, in parte ristrutturate, ma l'elemento più notevole è dato dai tre stupendi archi del 1743 in conci di pietra a
vista, opera di un Gàspari tagliapietra. Gli archi delimitano un portico antistante a delle stalle con funzione specifica di riparo per i
cavalli. La contrada era infatti sede di alcuni «cavallari» che trasportavano le merci da e per la città. Il portico serviva quindi ad
accudire i cavalli al coperto ed anche a riparare le merci dalle intemperie. Da notare comunque l'infelice ristrutturazione di alcuni edifici
sotto questo portico (con l'impiego di vernici e materiali poco rispettosi delle particolari architetture). Da notare anche nella parte più
meridionale della contrada (dove inizia una mulattiera incorniciata da lastre di pietra), un «arbio» del 1850.
Lasciata la contrada, attraversiamo la strada e prendiamo la carrareccia che scende leggermente in direzione nord, poco dopo
deviamo a sinistra e risaliamo la valletta per ammirare un originale capitello ricavato in un monolite carsico. Si tratta di una piccola
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edicola dedicata a S. Rita. Dietro il monolite, incassato fra tre pareti di rocce emergenti, vi è ciò che resta di un riparo, probabilmente
un recinto per ovini.
Continuando verso ovest incontriamo la carrareccia che ci porta alla contrada Falz, m. 1320, ore 0,20-1,05.
Falz, la più alta del comune di Roverè, attestata ancora nel 1627. Il nome sembra derivare dal cognome «Falzo» che a sua volta
deriva dal cimbro «faltz»= «fessura del terreno». La contrada è formata da una bella schiera di abitazioni rivolte a meridione con
grande stalla ad occidente (da notare una caratteristica abitazione con poggiolo). Sull'aia vi è un
grande pozzo-cisterna per la raccolta dell'acqua. Su di una stalla vi è il millesimo 1892 mentre su di un'altra una lapide ricorda: «FIORENTINI DOMENICO FECE FARE L.P.F. DEL ANNO 1850». L'interno di questa stalla maggiore è spettacolare, con grandi archi
acuti in pietra, mentre nella stalla più piccola vi sono dei caratteristici pilastri in pietra.
Qui in direzione ovest prendiamo la mulattiera che scende in mezzo al prato piegando a sud con un’altra mulattiera, prima a ovest poi
a sud, raggiungiamo la contrada Masenello, m. 1226, ore 0,20-1,25.
Masenello, meglio conosciuta come Masenel ed in passato «el Manga», con possibile origine dal latino «manganum» = «macchina da
guerra», nel senso di artigiano che fabbricava queste macchine. La contrada, attestata a partire dal 1570 è formata da numerose
abitazioni e stalle con il tetto in pietra. Notevoli i «bocaròi», gli stipiti di alcune aperture ed una stele in pietra con croce incisa a
bassorilievo.
Ora prendiamo la carrareccia che sale a nord, costeggiando un bel muretto a secco e lastre di pietra,salendo la vista spazia
tutt’intorno,a ovest Boscoschiesanuova e le contrade a nord, Griez, maregge, Rolli poi a nord dal Tomba al Carega; con un
semicerchio raggiungiamo la malga Marianetto, m.1314, ore 0,25-1,50.
Malga Marianetto osservando alcune formazioni rocciose di oolite di San Vigilio e di rosso ammonitico che emergono dal terreno nei
dintorni. La malga possiede il baito e la stalla in pietra ed è utilizzata ogni estate per l'alpeggio.
Verso malga Marianetto
Panorama sul Carega dal Dosso Alto
Contrada Roste
La oltrepassiamo in direzione sud-est, prima in piano poi in salita, fino ad arrivare alla malga Marian, m. 1383, ore 0,15-2,05.
Malga Marian, grande struttura con baito e pozza posti sulle pendici meridionali del Monte La Frosca. La malga possiede anche una
stalla ed un porcile e può caricare mediamente 79 «paghe» («paga» è una mucca). Anche da questo sito il panorama è molto amplio
arrivando ad occidente fino alla dorsale del Monte Baldo.
Pieghiamo decisamente a nord e in breve raggiungiamo la strada e il vicino rifugio Dosso Alto, ore 0,15-2,20, (servizio bar e
ristorante). Da qui si domina il panorama offerto dal Baldo al Carega passando dal monte Tomba, al Malera. Ritorniamo indietro sulla
strada per alcune centinaia di metri quindi scendiamo nel prato e puntando a sud-est raggiungiamo Roste, m. 1302, ore 0,25-2,45.
Roste posta nell'impluvio a meridione dei monti Belloca e La Frosca, in una zona ricca di rocce basaltiche emergenti dal terreno. E
proprio questa caratteristica geologica pare aver dato il nome alla località. Infatti il germanico «rosh= «ruggine» è il colore che assume
il basalto alle intemperie (non solo, la località era in passato denominata «ai sassi rudeni»=«rugginosi», attestando ulteriormente
l'origine). La bella contrada, oggi disabitata ed utilizzata come malga, è attestata fin dal 1409. Presenta tre schiere che racchiudono
una corte: notevoli sono i ruderi di una abitazione con arco in pietra e vicina fontana con «arbio». La casa a fianco possiede un portale
scolpito in rilievo (anche qui lo stemma in chiave è stato colpevolmente asportato), mentre nella schiera di destra vi è la scritta «A.
1791. OBRE» ed altre sotto il tetto. Elementi da segnalare sono poi i resti di due meridiane. La grande stalla e le coperture in lastre di
rosso ammonitico.
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Da qui seguiamo il fondo della valletta, scavalchiamo un muretto, teniamo la destra salendo leggermente incrociamo il percorso
dell’andata, ore 0,15-3,00 e ci dirigiamo a sud sul dosso in mezzo al bosco. Passata una stalletta scendiamo a ovest nella valle dove
poco dopo incontriamo la contrada Laite di sotto, m. 1205, ore 0,20-3,20.
Laite di Sotto, stupenda schiera posta di fronte ad una pozza, con abitazioni a Nord e stalle a Sud. Da notare i resti di una meridiana
ed una artistica porta dalla quale è stato purtroppo asportato lo stemma (o data) in chiave. Notevoli sono anche le pietre angolari, in
parte incavate. Del 1900 è il pollaio-porcile in pietra, mentre da ammirare sono anche le lastre di copertura delle stalle, sostenute da
grosse travi (piane).
Dalla contrada prendiamo la stradella verso sud-ovest continuando nel bosco fino ad incrociare la strada asfaltata che da san
Francesco porta a Masenello, la imbocchiamo tenendo la sinistra , raggiungiamo, accorciando per il prato, la contrada Bolfe m. 1159,
ore 0,20-3,40.
Bolfe, toponimo derivante dal medio, alto tedesco «Wolf» = «lupo». Ed in effetti, la zona impervia e boscosa, era in passato abitata da
lupi. La contrada è attestata in documenti a partire dal 1575. Si tratta di una bella schiera di edifici posta in posizione soleggiata, con
alcune costruzioni ristrutturate. Da notare i resti di una meridiana, i numerosi «pendenel» ed i tetti in pietra (gotici ed in lamiera quelli
delle tese).
Contrada Laite di sotto
Contrada Gauli
San Francesco
Scendiamo a destra prima nel prato poi nel bosco in breve arriviamo alla contrada Gauli, m.1094 ore 0,15-3,55.
Gaùli, mentre una vecchia mulattiera lo collegava direttamente con San Francesco. Lungo quest'ultima è da visitare un baito della
contrada edificato nel 1852, come attesta la data incisa. Gaùli è un toponimo cimbro che sembra derivare da «gou»=«piano» nel
senso d piccolo pianoro, come infatti è nella realtà. La contrada, attestata dal 1570, si presenta con alcune schiere parallele di edifici e
di stalle, alcuni con poggiolo, edicola in pietra, sormontata da una piccola croce e con apposito spazio per gli alveari.
Attraversiamo la contrada verso sud entriamo nel prato e davanti a noi vediamo il paese di San Francesco, ore 0,02-4,00, arrivando
così al parcheggio e alla conclusione della nostra escursione.
PARTENZA DALLA SEDE ALLE ORE 8,30 CON MEZZI PROPRI
INFORMAZIONI: GRAZIANO MAIMERI 333-56.12.182
Itinerario completo con foto: www.caitregnago.it
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