ONA NOVE - Niguarda.eu

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ONA NOVE - Niguarda.eu
“Zona Nove” è su www.niguarda.eu
DICEMBRE 2010
Anno 17 - n. 182
NUOVA APERTURA
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(ang. via Ornato)
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gratuite senza impegno
ONA NOVE
32.000 copie distribuite
02.66.10.03.53
GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - ISOLA
Redazione: via Val Maira 4 (Mi), tel. 02/39662281, e-mail: [email protected]
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
via Val Maira 4, Milano - Stampa: Centro Stampa Editoriale Libertà SpA, località Dossarelli, Piacenza.
Direttore: Luigi Allori. Redazione: Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Antonella Loconsolo, Angelo Longhi,
Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Diana Roca, Sandra Saita, Gero Urso, Maria Volpari. Collaboratori: Laura Albani, Valia Allori, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria Piera Bremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici,
Primo Carpi, Daniele Cazzaniga, Roberto Cirillo, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Piera Galbiati, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro,
Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Vittorio Sardo, Alessio
Seminario, Caterina Sinisi, Renato Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”: Lorenzo Gomiero. Pubblicità: Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Il fioretto
di
orro
Auguri
C
ari lettori, Zorro vi augura
buone feste e per l’occasione vi “regala” una pagina sul
Presepe (pag. 20). Buone feste
agli inserzionisti e ai redattori,
ai raccoglitori di pubblicità,
agli amministratori e ai distributori, decine di persone di
buona volontà che ogni mese
permettono al giornale di arrivare puntualmente a casa vostra. Auguri al CdZ 9 che sta
facendo un buon lavoro per
soddisfare le richieste dei cittadini, come nel caso della linea
51 (pag. 3). Auguri ai cittadini
che si stanno impegnando nel
Comitato “StopesondaSeveso”
(pag. 4).Auguri a quelli di “Eliporto No” che sfidano la Regione affinché gli elicotteri non
ci rovinino l’ambiente (pag. 5).
Auguri agli insegnanti, ai genitori e agli studenti che stanno difendendo strenuamente
la scuola pubblica (pag. 25).
Auguri agli inquilini dell’Aler
affinché possano vivere serenamene nelle loro case (pag. 6).
Auguri ai premiati della quindicesima edizione dello Zonino
d’Oro, che tengono alto il nome
della nostra comunità (pag.
12). Auguri ai teatri, alle librerie (ora anche all’ospedale ce
n’è una! pag.18), ai centri culturali che rendono vivi il giorno e la notte dei nostri quartieri. Auguri si ragazzi del volontariato (pag. 23)... Chi altri? la
Moratti, che spende i nostri
soldi non per lo scolmatore del
Seveso ma per farsi propaganda (pag. 8)? L’Atm che taglia
anche l’ecobus (pag. 6)? Abbiamo finito la scorta degli auguri: se volete, fateglieli voi.
ECOBUS
SEVESO
10 esondazioni in un anno
Soppressa
la navetta
Al via il comitato “StopSeveso”
DEPURATORE
pag. 7
Piano di governo
sotto osservazione
pag. 9
ZONINO D’ORO
pag. 12
I premiati
del 2010
OSPEDALE
Negozi
in corsia
pag. 18
SUPPLEMENTO
SAI CHE VOGLIONO
RENDERE OBBLIGATORIE
LE CATENE IN AUTO?
ONA NOVE
SÌ, PERÒ A NIGUARDA
SERVE DI PIÙ
IL SALVAGENTE
pagg. 15-17
Il termometro
della criminalità
a cura di Grazia Morelli
in collaborazione con i Carabinieri di Greco
viale F. Testi 119 - tel. 02/66104191
(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)
RAPINE
NOVEMBRE ‘10 1
NOVEMBRE ‘09 1
(disegno di Gero Urso - foto di Alberto Simone)
FURTI
NOVEMBRE ‘10
pagg. 3-4
34
OTTOBRE ‘09
110
SCIPPI
Linea 51: vittoria dei cittadini
UNITA’ MEDICA
SILOE
BALNEOTERAPIA
(piscina)
GINNASTICA
IN ACQUA
INCONTRI
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W il 150° anniversario dell’Unità Nazionale
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pag. 6
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NOVEMBRE ‘10
pag. 3
NOVEMBRE ‘09 0
2
Giovanni Beduschi
Caro caramelloso Giovanni dalle Paste nere, ti pareva che tu
non approfittassi dell’occasione per trasformare la malasanità
(vedi qui sotto i maltrattamenti ai pazienti di psichiatria) in
CRONACA
di Giorgio
NERA
Meliesi
Padre Monti: vigili salvati dai poliziotti
• Pensavano fosse un intervento di routine. Ma avevano sottovalutato il fatto che uno sgombero nelle case popolari di via Padre Luigi
Monti non è mai tale. E così per togliere dagli impicci il gruppo di vigili urbani sono dovuti intervenire in forze i poliziotti (almeno una
cinquantina). E sono stati i poliziotti ad allontanare dall’alloggio occupato abusivamente una famiglia italiana di madre e tre figli (il papà è in carcere) che, spalleggiati da alcuni vicini, si rifiutava di abbandonare l’appartamento. L’abusiva e uno dei figli di 6 anni è finita in
una comunità, mentre gli altri due figli più grandi sono stati trasferiti in un alloggio protetto. (9 novembre)
Valtellina: rapina a lei e calci al cane
• È accaduto in via Valtellina. Minacciandola con un coltello, due rapinatori (di circa 40 anni) non solo hanno rapinato una 16enne, portandole via tutto quello che aveva addosso (10 euro, la giacca firmata, un ombrello, l’orologio e perfino la cintura), ma hanno anche preso a calci il cucciolo di cane che stava abbaiando.
OOM IN
0NA
di Ortensia Bugliaro - foto Giansanti
A chi tocca la manutenzione?
ul marciapierde di via
S
Adriatico, vicino all’ingresso del Parco Nord, sono
collocate, distanziate tra loro, delle colonnine dello
Snam (rete gas). Spesso si
spaccano alla base e passa
del tempo prima che siano
riparate. Molti si chiedono:
a cosa servono? Sprigionano
gas? Chi deve sistemarle?
Oggi questa colonnina tranciata non c’è più. E’ stata
portata via dagli addetti? E
il buco che ha lasciato non
causa alcun pericolo?
apoteosi della “sanità godereccia”, visto lo spazio che dai alla
notizia (vedi anche a pag. 18 ) dell’apertura per altro gradevole di una Shopping Gallery (sembra che oggi una cosa, se non
ha un nome inglese, non valga nulla) dalle parti degli sportelli per le prenotazioni. Sperando che almeno vi si facciano sconti a chi è in lista di attesa. (Zorro Nove)
Sedicenti ispettori Rai
a caccia di evasori del canone
“Zona Nove” a Parigi…
Momenti di tensione nei quartieri.
n alcuni caseggiati della nostra zona molti cittadini hanno riInaccia
cevuto la visita di un sedicente funzionario Rai che con la midi pesanti sanzioni li induceva a firmare documenti in
cui si ammetteva di essere in possesso di apparecchi televisivi.
Quindi di essere soggetti al canone Rai, che dovranno pagare.
Noi crediamo fermamente che pagare il canone Rai sia un dovere di tutti i cittadini che posseggono un televisore e non ci sogneremmo mai di incoraggiare comportamenti poco rispettosi del
diritto della Rai a esigere il canone. Eppure c’è qualcosa che
sembra non quadrare in questa vicenda. Innanzitutto il funzionario esibisce brevemente un tesserino con la sua foto e la scritta Rai - non si ha tempo di leggere altro - e sostiene di essere un
pubblico ufficiale. È in possesso di una lista di nomi e al citofono li chiama uno a uno, chiedendo loro di scendere per un “avviso da firmare”. Una volta faccia a faccia con l’inquilino comincia
con una serie di minacce, tipo il fermo amministrativo del veicolo per tasse non pagate, arretrati, multe e alla fine estrae un foglio che libera il malcapitato da tutto il passato in cambio di una
firma. Da ora in avanti però il canone dovrà essere pagato. Ma
questo foglio non è affatto un atto giudiziario, ma solo un impegno a sottoscrivere un abbonamento.
Con ogni probabilità questo signore non è affatto un pubblico ufficiale, ma solo un ispettore Rai o addirittura un funzionario di
una agenzia di recupero crediti che agisce per conto della Rai,
pagato a provvigioni. Non chiede l’identità della persona che ha
di fronte, il che non corrisponde al comportamento di un ufficiale giudiziario, e ci sono stati casi in cui i documenti sono stati firmati dalla baby sitter, che pensava di dover ritirare una raccomandata. In un caso, qui nella nostra zona, di fronte al rifiuto di
alcuni cittadini di firmare, ha persino scomodato i Carabinieri.
I quali sono intervenuti e dopo lunghe discussioni non hanno
potuto fare altro che ritirarsi in buon ordine, constatando le buone ragioni di chi si rifiutava di firmare. In genere non cerca di
entrare in casa (non potrebbe senza un mandato), ma ci sono
stati casi in cui è stato invitato a salire perché la signora non poteva abbandonare solo il bambino, o aveva il sugo sul fuoco.
Ripetiamo: il canone va pagato. E sappiamo anche che i conti
della Rai sono disastrosi. Ma è proprio necessario ricorrere a
sotterfugi come questi per far valere i propri diritti? E poi, come sono entrati in possesso di quelle liste di nomi? Forse la privacy esiste solo per le “cricche”? (Sergio Ghittoni)
Niguarda, Telefono Viola denuncia “abusi sui pazienti in psichiatria”
azienti immobilizzati nei letti nel reparto di psichiatria, con
P
conseguenze a volte anche letali. Malati che vengono costretti
a subire trattamenti sanitari. È la denuncia di Telefono Viola contro l'ospedale Niguarda. L’associazione ha in mano materiale video
e audio con le testimonianze dei malati o dei loro parenti insieme a
una lettera di 112 pazienti contro la sospensione della dottoressa
Nicoletta Calchi che, sostengono, è l’unica a essersi battuta contro i
presunti abusi. L’ospedale, respingendo ogni accusa, “evidenzia come nel segno della trasparenza, già a giugno ha segnalato alla magistratura una denuncia pervenuta da un paziente”.
…in casa di Giovanna e Stefano con i loro bambini: da sinistra, Emanuele, Maria e Alice.
Ambrogino: all’Unione Operaia
di Affori e alla Fondazione Catella
ircolano già liste più o meno ufficiali dei prossimi vincitori
C
dell’”Ambrogino d’oro”, il prestigioso riconoscimento che ogni
anno il Comune di Milano attribuisce ai cittadini e alle imprese che
maggiormente si sono distinte nel corso dell’anno.
La Cooperativa “Unione Operaia” di Affori, prossima alla fusione
con quelle di Niguarda e di Dergano, riceve proprio ora l’ambito
premio (la “Civica Benemerenza”), a coronamento di un’attività dedicata alla costruzione di case dignitose a basso costo per le classi
lavoratrici che dura da più di un secolo. Con questo premio
all’”Unione Operaia”, tutte e tre le cooperative che andranno a costituire la nuova “Abitare” possono vantare un “Ambrogino d’oro”.
Le motivazioni non sono ancora state rese note, ma già possiamo
affermare che mai premio fu più meritato, come possono testimoniare i numerosi soci che abitano i diversi caseggiati della cooperativa, pagando uno dei canoni più bassi della città. Al Presidente
Silvio Ostoni, al suo CdA e ai suoi soci vanno i complimenti dei CdA
delle altre cooperative in procinto di unificarsi.
Anche la Fondazione Catella è presente nella lista. Ricordiamo che
la Fondazione è collegata al gigantesco intervento urbanistico
dell’Isola e si sta prodigando con una serie di iniziative nel quartiere.Abbiamo una dichiarazione in merito del dott. Manfredi Catella,
Presidente della Fondazione: “La Fondazione Riccardo Catella ha
avviato la propria attività civica nell’Isola trovando ispirazione nelle esperienze culturali delle numerose associazioni attive nel quartiere. Il riconoscimento ricevuto dell’impegno di questi anni imprime energia a proseguire nella costituzione di reti virtuose tra settore no profit, società civile e mondo associazionistico per la realizzazione dei Progetti della Gente che avrà proprio nell’Isola il progetto per il 2011 battezzato Living Landscape”. (Sergio Ghittoni)
ATTENZIONE La sede della redazione in via Val Maira 4 (Pratocentenaro), è aperta ogni mercoledì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 per ricevere coloro
che desiderano segnalare problemi, annunciare o proporre iniziative, articoli o servizi per il giornale. Si può anche telefonare allo 02.39662281.
ONA NOVE 2
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
TRASPORTI PUBBLICI
Spostato il capolinea della 51 da Cherasco all’Ospedale
Un’altra vittoria dei cittadini e del Consiglio di zona 9
Modificato anche il percorso per le vie Terruggia, Val Di Ledro, Val D’Ossola e Rotta.
Daniele Cazzaniga
opo mesi di solleciti da parte del CdZ 9, inspiegabili rinvii e siD
lenzi da parte di Atm, lunedì 8 novembre il capolinea della linea 51 - come richiesto da tempo immemorabile dal parlamentino
di zona 9 e sottoscritto da una raccolta di firme promossa dal
Circolo del Pd di via Hermada - è stato spostato dall’infelice posizione di via Cherasco a via Zubiani, nelle immediate vicinanze del
blocco sud, la nuova palazzina dell’Ospedale di Niguarda che da
qualche mese accoglie alcuni dei più importanti reparti del nosocomio. Certo, non siamo ancora arrivati alla ambiziosa meta che si è
prefissata il CdZ 9, ovvero “circumnavigare” l’intero perimetro dell’ospedale con un mezzo pubblico, compreso quindi il Pronto
Soccorso, però è un significativo risultato. Anche perché contestualmente allo spostamento del capolinea è stato modificato in parte il
percorso per meglio servire la parte di quartiere Niguarda che si affaccia sulle vie Terruggia, Val Di Ledro, Val D’Ossola e Rotta.
Ci è stato riferito che quanto prima si svolgerà una nuova commissione presso la sede del CdZ 9 di via Guerzoni sia perché sono ancora molte le richieste poste ad Atm e rimaste inevase sia perché si
moltiplicano le lamentele dei cittadini/utenti del trasporto pubblico.
A titolo di esempio si sta ancora aspettando la modifica del percorso
delle linee 40 e 86 e la soluzione delle disfunzioni della linea tramviaria 7 ormai inaccettabili. Sul numero di gennaio vi aggiorneremo.
Per intanto eccovi i dati della “nuova” 51. La linea modifica e prolunga il percorso in via Zubiani in via sperimentale:
• Direzione via Zubiani: da Cimiano M2 (capolinea), la linea effet-
tua il percorso regolare fino a via Ornato, poi, invece di svoltare in
via Bauer, prosegue in via Ornato, via Terruggia, via Val di Ledro,
via Hermada, via Graziano Imperatore, via Donatelli, via
Benefattori dell’Ospedale, via Zubiani (capolinea).
• Direzione Cimiano M2: da via Zubiani (capolinea), inversione di
marcia all’altezza di via Margaria, via Zubiani, via Benefattori
dell’Ospedale, via Donatelli, percorso regolare.
Sono istituite le fermate in:
• Direzione via Zubiani: via Val di Ledro civico 11; via Graziano
Imperatore dopo via Hermada; via Donatelli dopo via Girola; via
Donatelli prima di piazzale Ospedale Maggiore; via Benefattori
dell’Ospedale prima di via Zubiani.
• Direzione Cimiano M2: via Zubiani dopo via Benefattori
dell’Ospedale (capolinea).
Sono soppresse le fermate in:
• Direzione via Zubiani:via Bauer prima di via Passerini;via D’Anzi
prima di via D’Espinosa; via Santhià prima di via Girola.
• Direzione Cimiano M2: via Cherasco dopo via Girola; via Cherasco
prima di viale Ca’ Granda.
Tutti i mercoledì, dall’inizio del servizio alle 17, per consentire
lo svolgimento del mercato settimanale in via Val di Ledro, la
linea modifica il percorso:
• Direzione via Zubiani: da Cimiano M2 (capolinea), percorso regolare fino a via Ornato, poi, invece di svoltare in via Terruggia, prosegue in via Ornato, via Graziano Imperatore, percorso regolare.
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SEVESO/1
Il Seveso esonda ancora due volte
Ma i progetti e le “opere tampone” rimangono al palo
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Non si è mosso niente. Neanche per l’ampliamento dello scolmatore nordovest e la costruzione di una vasca
a Senago. Arenata anche la domanda dello stato di calamità inviata dalla Moratti a Governo e Regione.
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il 2 novembre. Il Seveso esonda ancora,
È
per la nona volta nell’anno. Il livello dell’acqua non raggiunge la soglia dei marciapiedi e non causa danni ai negozi o alle abitazioni. È il 16 novembre: due giorni di piogge a
tratti intense,ma tutt’altro che eccezionali,bastano a far uscire per la decima volta in anno
le acque del Seveso da argini e tombini.
Un’esondazione non drammatica - che però
ha rallentato per una giornata i tram 5, 7 e 31
- ma sufficiente a far tornare alla mente il disastro del 18 settembre, quando l’esondazione
paralizzò la zona nord della città sommergendo il metrò giallo e causando la chiusura di tre
stazioni per dieci giorni. Ma non è solo il ripetersi inconstratato delle esondazioni a preoccupare. In realtà le soluzioni sono ancora un
miraggio.
Non solo si è riposto nel cassetto il progetto
per un nuovo scolmatore perché ritenuto troppo costoso. Ma non va bene neanche per le soluzioni “tampone”.A fronte dell’ambizioso pro-
Luigi Luce
gramma da 75 milioni previsto dalla Regione
con una delibera del 15 agosto, la realtà di oggi presenta numeri ben più magri: sul piatto ci
sono soltanto i 14 milioni prestati dall’Aipo,
l’Agenzia interregionale per il Po, per alcune
opere individuate da Regione, Provincia e
Comune, ma che per il momento non sono neanche cominciate. Si parla dell’ampliamento
dello scolmatore nordovest e della costruzione
di una vasca di contenimento vicino a Senago.
I soldi dell’Aipo dovrebbero servire per il primo
intervento destinato ad accrescere del 20 per
cento la capacità dello scolmatore. Ma ad oggi
non sono ancora pronti i bandi di gara e i lavori, spiega l’assessore milanese ai Lavori pubblici Bruno Simini, non partiranno prima del
2011. Ancora più complicata la situazione per
la prima delle 3 o 4 “vasche di laminazione”
previste. A Senago infatti il consiglio comunale - a maggioranza di centrodestra - già a lu-
glio si era espresso contro, e ancora oggi il sito
non è stato individuato.
Per questo Comune e Provincia invocano un
commissario straordinario - individuato in
Roberto Formigoni - che “imponga” ai piccoli
Comuni interventi affinché Milano non si allaghi più. “Se con le vie ordinarie questa situazione non si sblocca servono poteri straordinari - dice Simini - perché la vasca a Senago è
fondamentale. Esiste già un raddoppio, una
‘seconda corsia’ da Palazzolo a Senago, ma non
può essere aperta senza una vasca dove le acque finiscano”.
La risposta del sindaco di Senago, Franca
Rossetti, è imnmediata: “Realizzare la vasca
nel nostro Comune vuol dire ovviare al problema non prima di tre o quattro anni. Davvero
non ci sembra una soluzione”.Nel frattempo lo
stato di calamità, chiesto a settembre dalla
Moratti al governo via Formigoni, non è stato
ancora accordato.
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ONA NOVE 3
SEVESO/2
Si è insediato il Comitato “Stop Esondaseveso”
Pierluigi Angiuoni (membro del Comitato)
lla presenza di cittadini,rappresentanti istituzionali,politici e alA
la responsabile del Comitato case popolari di Prato, sabato 6 novembre si è costituito il Comitato Cittadini “Stop EsondaSeveso”.
Gli scopi e le finalità del comitato sono: essere strumento rappresentativo della volontà dei cittadini e delle realtà presenti sul territorio;
divenire interlocutore presso le autorità istituzionali; controllare e
sollecitare gli organi istituzionali di Regione, Provincia, Comune e
Consigli di Zona 2 e 9 del decentramento,ognuna per le proprie competenze e responsabilità, affinchè siano assunti tutti quei provvedimenti e quelle misure strutturali atte a contrastare e risolvere il problema delle continue esondazioni (ormai 10 solo quest’anno).
Da troppi anni le popolazioni residenti, i commercianti e gli artigiani dei quartieri di Niguarda, Pratocentenaro, Zara-Isola hanno sopportato gravi disagi, sofferenze e ingenti danni economici e sono giustamente arrabbiati e anche sfiduciati: si attendono azioni e interventi risolutivi, anche risarcitori, da chi appunto ha la responsabilità della cosa pubblica. Il dibattito che si è sviluppato è stato ricco di
spunti e di proposte. In questo primo incontro si è ritenuto di formalizzare la costituzione del Comitato che intendiamo aperto a tutti i
volenterosi che intendono farne parte.
Consapevoli dell’impegno che ci attende, che ci riporta con lo sguardo e la memoria indietro negli anni quando con altrettanto impegno
e tenacia contribuimmo alla realizzazione del canale scolmatore di
Nord-Ovest. Già allora si sosteneva che quella importante opera
idraulica non avrebbe risolto completamente il problema delle esondazioni nella parte a Nord della città capoluogo milanese. Inoltre oggi con i cambiamenti climatici in atto, conseguenza del surriscaldamento del pianeta, la situazione è diventata ancor più drammatica.
Si è rotto l’equilibrio tra sviluppo e territorio. In sostanza è in atto
una crisi nel rapporto tra tipo di sviluppo che abbiamo irresponsabilmente perseguito e l’evoluzione del territorio. Abbiamo costruito
case, strade, eroso suolo; abbiamo tombinato corsi d’acqua e, più a
monte, occupato zone collinari e montagne con molta disinvoltura.
Queste scelte sono state un grosso errore di presunzione pensando
di poter “imbrigliare” la natura e soprattutto la sua evoluzione geomorfologica.
Qualcosa viene fatto ma sull’onda dell’emergenza e non in base a
piani ed azioni strategiche.
Manca persino un piano che attivi un’azione di gestione e manutenzione del territorio, manca una cultura della prevenzione, che significa conoscenza di base, organizzazione sistematica, capacità di intervento immediato. Ogni cittadino deve essere educato all’emergenza, deve essere divulgato un codice di comportamento su cosa si
deve fare e come ci si deve comportare nelle fasi di emergenza.
Come Comitato vogliamo che sia evitato il penoso rimpallo delle responsabilità, atteggiamento non più sopportabile soprattutto da chi
da troppi anni è costretto a subire e sopportare forti disagi e rilevanti costi economici. Per informazioni tel. 335.5815635
SEVESO/3
a cura di Daniele Cazzaniga
Gli impegni (e i disimpegni) della Regione e del Comune
Franco Mirabelli, consigliere regionale: “La Regione deve trovare subito le risorse per sistemare lo scolmatore
e trovare un accordo per costruire la vasca di laminazione a Senago. Il Comune deve fare quanto è di sua
competenza: pulizia delle tombinature e delle bocche stradali, protocollo di intervento della protezione civile.”
arliamo di Seveso con il
consigliere regionale del
P
Partito democratico Frabco
Mirabelli, abitante nella nostra zona. Il 13 ottobre Daniele
Belotti, Assessore Regionale al
Territorio e Urbanistica, ha risposto a una sua interrogazione sulle esondazioni del fiume
Seeveso nel nord Milano.
Ricordiamo brevemente cosa Mirabelli ha chiesto e cosa
l’assessore ha risposto.
Abbiamo chiesto all’assessore di
sapere, di fronte all’intensificarsi
della frequenza delle esondazioni del Seveso, se non ritenesse
opportuno accelerare le opere
previste per lo scolmatore di (foto di Alberto Simone)
nord ovest e di imporre al
Comune di Milano il rispetto degli impegni contenuti nel programma
di interventi concordati tra cui quello di mettere a punto un sistema di
monitoraggio e di preallarme rispetto alle esondazioni per poter attivare la protezione civile in tempo utile per salvaguardare persone e cose.
Questo sistema, già presente in molte realtà e già finanziato, doveva
già essere completato e non è ancora iniziato. Infine abbiamo chiesto di
capire quali risarcimenti sono previsti per chi ha subito danni.
L’assessore ha sottolineato la volontà di accelerare la realizzazione, per
cui ci sono già i soldi, della vasca di laminazione di Senago e dell’intera sistemazione dello scolmatore e ha spiegato che è stato richiesto il riconoscimento di calamità naturale per ottenere i finanziamenti per ripristinare le opere pubbliche e non per i risarcimenti ai privati. Belotti
è stato onesto nell’indicare le difficoltà, richiamare le responsabilità dei
diversi enti a partire dal Comune di Milano e ammettere l’insufficienza delle risorse e la necessità di dover pensare a nuovi interventi.
Il 20 ottobre la Giunta Formigoni ha approvato una delibera
riguardante le esondazioni del Seveso. In concreto cosa contiene questo documento?
Mi pare che la cosa più significativa consista nella presa d’atto della necessità di progettare nuovi interventi per evitare le esondazioni, ritenendo, per l’esperienza di questi mesi, che la stessa sistemazione dello
scolmatore di nord ovest potrebbe rivelarsi insufficiente.Per questo è stato finanziato lo studio di
altri interventi e la relativa progettazione. Per il resto si conferma la disponibilità delle risorse
per la vasca di laminazione e la
sistemazione dello scolmatore, e
l’impegno a fare in fretta.
Opere, progetti e finanziamenti messi in campo dalla
Regione sono sufficienti a risolvere o quantomeno mitigare l’annoso problema delle
esondazioni?
Il contratto del Seveso prevede
interventi che richiedono risorse molto più ingenti di quelle
messe realmente a disposizione. Certo, sistemare lo scolmatore e costruire la vasca di laminazione a Senago avrebbe l’effetto
di migliorare molto la situazione, ma su questa vicenda oltre ai soldi serve la capacità politica di trovare una soluzione che non penalizzi troppo i cittadini di Senago, altrimenti si rischiano tempi infiniti per realizzare l’opera senza il consenso di quella realtà. Per il
resto, come detto, la stessa Regione si sta interrogando sulla insufficienza degli interventi previsti fin’ora.
Provincia e Comune stanno facendo tutto quanto in loro potere per contribuire a mettere sotto controllo le intemperanze
del pericoloso torrente?
Permettetemi di soffermarmi solo sul Comune di Milano per ribadire una cosa che è centrale ma sottovalutata: la mancanza colpevole di un monitoraggio del Seveso, della pulizia delle tombinature
e delle bocche stradali, insieme alla mancanza di un serio protocollo di intervento della protezione civile, sono le cose che producono
danni ai cittadini, lasciandoli soli quando ci sono le esondazioni.
Credo che il comitato appena costituitosi e le forze politiche debbano concentrarsi su questo aspetto: è vero che servono interventi
strutturali come lo scolmatore ma serve anche impedire che ad ogni
esondazione si allaghino le cantine di via Padre Monti o di tante altre case e per aiutare a riparare i danni.
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PRIMARIE
È Pisapia l’anti-Moratti. Ma a Niguarda vince Boeri
lle primarie del 14 novembre si sono recaA
ti alle urne 67.431 milanesi. Lontano dai
centomila auspicati ma comunque un risultato rilevante se paragonato al modo con cui il
centro destra ha comunicato che l’attuale sindaco Moratti è la designata a chiedere ai milanesi una riconferma: una telefonata di
Berlusconi da Roma collegato con il Pdl milanese riunito in assemblea. Ha vinto Giuliano
Pisapia con 30.553 voti (pari al 45,40%), contro Stefano Boeri 27.055 (pari al 40.20%).
Molto indietro Onida (13,32%) e addirittura al
lumicino Sacerdoti 1,07%. Da noi le cose sono
invece andate in modo un po’ diverso: mentre
a livello di zona Pisapia ha preso solo 20 voti
in più di Boeri su 7592 votanti, nei seggi di
Niguarda, Prato e Bicocca Boeri ha addirittura vinto con 1277 voti contro 1013.
Una vittoria comunque netta, quella di
Pisapia, che ha portato il gruppo dirigente del
Pd milanese, che aveva indicato Stefano Boeri
come il candidato con più possibilità di battere la Moratti, a rimettere il mandato agli organismi di direzione del partito.Con indubbia lealtà allo spirito delle primarie sia il gruppo dirigente del Pd che Stefano Boeri si sono subito messi a disposizione di Pisapia.
È stata una campagna elettorale condotta
in quella che da quasi vent’anni è considerata per questo una roccaforte inespugnabile del berlusconismo, e in cui si è respirata passione civile, voglia di partecipare e,
per la prima volta, anche la speranza di
farcela. La sfida si è svolta fra “uomini
nuovi” ma conosciuti e rispettati da tutti
gli elettori che hanno partecipato al voto, e
che si sono contesi i voti in un clima unitario. Con loro si è confrontata una galassia
di comitati di quartiere, associazioni civiche, movimenti del volontariato sociale,
che hanno elaborato un insieme di proposte per migliorare la città.
Il braccio di ferro tra poteri forti che ha paralizzato fino a poco fà l’Expo 2015, lo scandalo delle discariche di rifiuti tossici mai
smaltiti e su cui hanno costruito condomini e asili, la falsa emergenza rom, gli insulti al cardinale Tettamanzi, la rissa nelle
Asl e l’infiltrazione della criminalità organizzata, suscitano un moto di ripulsa generalizzata nella cittadinanza. Neppure negli anni di Tangentopoli Milano si era mai
ritrovata preda di un tale degrado anche
culturale, pagato con la crescita delle disuguaglianze sociali e l’impoverimento del
suo tessuto urbano. Per poter costituire
un’alternativa a questa situazione il lavoro di Pisapia sarà pesante e avrà bisogno
dell’aiuto di tutti. (Angelo Longhi - an-
co Letizia Moratti (e forse di Gabriele Albertini, probabile terzo incomodo nella competizione della prossima primavera). Cerchiamo di
conoscere meglio il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia.
Il popolo delle primarie l’ha incoronata
sfidante di Letizia Moratti. Cosa ha fatto
breccia nei milanesi?
È stata una campagna fantastica. Credo che i
cittadini abbiano particolarmente apprezzato
il fatto di essere stati da me coinvolti fin dal 12
luglio in prima persona nel progetto di cambiamento della loro, della nostra città.
A proposito degli altri candidati:
che cosa farà adesso per coinvolger-
li nella battaglia per la conquista di
Palazzo Marino?
Gli altri candidati saranno tutti coinvolti in
prima persona per battere la Moratti. Il segreto sarà quello di proseguire nella mobilitazione di quella che mi piace chiamare “cittadinanza attiva”. Dobbiamo, insieme, riuscire a
generare un fenomeno di sensibilizzazione totale, in grado di riscattare Milano da quasi
vent’anni di malgoverno del centrodestra.
Come coinvolgerà le associazioni, la società civile, le strutture decentrate dei
partiti, i consiglieri comunali e di zona?
La mia sfida alla Moratti prosegue sul sentiero tracciato da queste primarie. È ovvio che rispetto al tragitto fin qui percorso dovremo
moltiplicare gli sforzi e l’impegno per far sentire parte integrante di un unico grande progetto di città il maggior numero di cittadini
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zionale ed ex onorevole, è stato scelto dal
popolo delle primarie come sfidante del sinda-
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possibile. Sono convinto che questa volta ci
siano tutti i presupposti per vincere.
La zona 9, piccolo enclave di centrosinistra in terra “straniera”, ha molte idee
da proporle e disastri amministrativi del
centrodestra da segnalarle. Cosa pensa
di fare in proposito?
La zona 9 è stata tristemente oggetto della
campagna elettorale delle primarie per questioni vergognose come le continue esondazioni del Seveso, il coprifuoco Maciachini-Imbonati-Comasina e le vicende del racket degli alloggi in via Padre Luigi Monti. Senza dimenticare l’annosa battaglia contro la Gronda
Nord. È sicuramente da fette di città importanti come questa che voglio partire per far risorgere Milano. È un’occasione unica. Non
non dobbiamo sprecarla. (Andrea Bina)
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Comitato No Eliporto: attenti alle manovre strane
Ci sono accordi e finanziamenti per spostare l’elisoccorso dell’ospedale e l’aeroporto di Bresso
in sedi più adatte e ridare al Parco Nord lo spazio per il verde. Ma tutto è bloccato perché altrimenti
non ci sarebbe più lo spazio per l’eliporto.
N
on è di certo in stand-by il Comitato No
Eliporto che si batte contro l’invasione
delle cavallette-elicotteri al Parco Nord e
all’Isola sponsorizzata dalla Regione. È la
Regione che, vista la reazione dei cittadini,
prende tempo e blocca un po’ tutto. Anche
le cose necessarie, come lo spostamento dell’elisoccorso dell’Ospedale Niguarda Ca’
Granda. Fortunato Zinni, Sindaco di Bresso, ha infatti affermato che non sembra si
voglia spostare l’elisoccorso nell’hangard 3
posto all’interno della sede della Croce
Rossa sita in via Clerici a Bresso. Areu
(Azienda regionale emergenza urgenza)
che gestisce il servizio ha infatti chiesto di
eseguire lavori di adeguamento sulla struttura che attualmente ospita l’elicottero
dell’Ospedale Niguarda e che sta trasformando in un piccolo inferno la vita di centinaia di cittadini bressesi costretti a vedere questo rumoroso bestione da decine di
tonnellate volteggiare vicino alle loro case.
E il mancato spostamento dell’elisoccorso
comporta anche la mancata messa in atto
del protocollo d’intesa sottoscritto dal
Governo, che prevede la riorganizzazione/riqualificazione di tutto l’aeroporto di
Andrea Bina
Bresso con conseguente cessione al Parco
Nord di 30 ettari di terreno per costruire
un “cuscinetto” verde lungo tutto il perimetro del sedime aeroportuale che costeggia
viale Gramsci/Matteotti in Bresso e allo
stesso Comune di 2 ettari per realizzare il
riassetto viabilistico dei due succitati viali.
Morale: il progetto eliporto che ha in mente la Regione sta bloccando tutto anche se
Enac, da quanto ci è stato riferito dalle no-
stre fonti, ha preso 1,5 milioni di euro,
previsti dal protocollo d’intesa e invece
di spenderli per spostare le strutture aeroportuali nella parte est del sedime
(lontano dalle case di Bresso), come prevede il protocollo stesso, li sta usando per
ristrutturare quelle attuali pericolose (e
abusive?) in barba a tutto e a tutti. Perché? Perché se si spostassero le strutture dell’aeroporto nella parte est del sedime aeroportuale, se si spostasse l’elisoccorso nell’hangard 3 della Croce Rossa
e conseguentemente a ciò si liberassero i 32 ettari di terreno sopra menzionati la questione eliporto si risolverebbe da sola perché non ci sarebbe più lo
spazio fisico per ospitare questa ulteriore infrastruttura.
Contro questo immobilismo e contro il
mancato rispetto degli accordi presi si è
schierato il Comitato No Eliporto che sollecita gli Enti e le Istituzioni coinvolte a
tradurre in atti concreti quanto sottoscritto a Palazzo Chigi: sarebbe un’iniezione di
fiducia nei cittadini che iniziano a pronunciare la solita cantilena “fanno sempre quello che vogliono”.
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Accesso al Pronto Soccorso e a Niguarda
Il CdZ 9 ottiene di ristudiare tutto l’assetto viabilistico
he l’accesso al Pronto Soccorso (Dea)
C
dell’Ospedale sia complicato è cosa nota. Che la via Majorana, l’unico troncone di
Strada Interquartiere realizzata abbia
scaricato sul quartiere di Niguarda una
quota elevata di traffico di passaggio che
invece dovrebbe transitare sulla suddetta
via è ormai assodato e, sottovoce, ammesso
anche dal Comune.
Di nuovo c’è che il Consiglio di Zona 9 il
28 ottobre ha finalmente approvato una
delibera molto importante. Prima di vedere perché è importante cerchiamo di capire cosa contiene.
Come è noto, l’intersezione di via Majorana
con l’ingresso del Pronto Soccorso non consente il passaggio e la fermata dei mezzi di
trasporto pubblico e, anche in condizioni di
scarso traffico, si creano notevoli ingorghi.
L’accesso dei mezzi di soccorso è inoltre reso
difficoltoso dalle condizioni di traffico su viale Enrico Fermi e via Graziano Imperatore.
Per tale motivo il CdZ 9 chiede di intervenire
con urgenza per adeguare l’intersezione di
via Majorana con l’ingresso del Dea adottando le misure idonee per garantire l’accessibilità dei mezzi pubblici e, per ovviare alle disfunzionalità palesate, propone di sostituire
gli impianti semaforici con una rotonda.
Infine per evitare che i mezzi di soccorso rimangano imbottigliati nel traffico il parlamentino di zona suggerisce di sincronizzare i
semafori lungo viale Fermi e via Imperatore/Donatelli, prevedendo di installare dispositivi di asservimento alle esigenze delle ambulanze. La delibera suggerisce inoltre di
rendere più stringente il divieto di sosta lungo via Majorana, di istituire nuovi parcheggi
limitrofi al Dea e una corsia riservata alle
ambulanze e ai mezzi pubblici in entram-
bi i sensi di marcia della via Majorana.
E qui viene la parte più importante del documento: per verificare se le soluzioni proposte
siano sufficienti a garantire l’accessibilità al
Dea e per valutare l’eventuale adeguamento
delle connessioni stradali e di trasporto pubblico, il CdZ 9 chiede al Comune di istituire
un tavolo tecnico con l’Ospedale, il Parco
Nord e lo stesso CdZ 9 allo scopo di evidenziare le criticità rilevate sul territorio e le esigenze del quartiere di Niguarda.
Ebbene, il 19 novembre le commissioni
Salute e Viabilità del Comune, riunite in seduta comune a Palazzo Marino e a cui hanno
partecipato anche consiglieri del CdZ9, hanno deciso di avviare questo importante percorso di rivisitazione della viabilità sia del nostro storico quartiere sia del nosocomio. Se
son rose fioriranno e vi terremo come sempre
aggiornati. (Daniele Cazzaniga)
Ecobus: funziona bene e non inquina? Aboliamolo
Università Bicocca da molto tempo forniva a studenti,
L’
docenti e personale un bus navetta per raggiungere il
campus. Un mezzo assolutamente ecologico, utilizzato da circa mille persone ogni giorno per spostarsi tra i vari edifici o
per collegarsi con la stazione ferroviaria di Greco Pirelli. Un
mezzo di cui parliamo al passato perché è stato soppresso dal
Comune su richiesta dell’Atm.
“Un servizio assolutamente indispensabile - ci dice Federico,
laureando in Informatica - per chi come me arriva da fuori
Milano con il treno: dalla stazione alla sede della mia facoltà ci
sono 25 minuti di cammino a passo svelto, molti di noi sono passati all’automobile”.
Pagato interamente dall’Università, il bus non poteva continuare a circolare senza l’autorizzazione del Comune. Gli studenti
però non si arrendono. Angelo Calabrese, iscritto alla specialistica di sociologia, spiega: “Né il tram 7, né il 31, né la 51 coprono
interamente la zona. Se ti va bene, ci metti 40 minuti a girare il
campus, contro i 10 del percorso della navetta».
Una vicenda che si tinge d’assurdo, se si pensa che di navette
aziendali è piena la città. Se a ciò si aggiunge l’opinabile scelta
di circondare l’Università di parcheggi a pagamento (che peraltro fanno sì che molti studenti parcheggino sul viale Sarca, “rubando” parcheggi ai negozianti e ai loro clienti di passaggio), il
dubbio che si voglia a tutti i costi fare cassa sugli universitari
non sembra poi così peregrino.
• Bikemi o biketi? Una soluzione alternativa alla navetta sarebbe la presenza di stazioni Bikemi (“Bici milanesi”) all’interno del campus universitario. Tuttavia anche questo è assolutamente di là da venire: la tanto annunciata fase due di Bikemi,
infatti, prevede l'installazione di ulteriori 100 nuove grandi stazioni da 33 stalli e 2.250 nuove biciclette. Ma l’allargamento dell’area di utenza va dalla Cerchia dei Bastioni fino alla Cerchia
Filoviaria 90/91. Bicocca è quindi assolutamente esclusa.
Una ricerca dell’Università Bicocca sui suoi 30mila studenti evidenzia come il 7 per cento raggiunga l'università in motocicletta o in bici, il 15 scelga l’auto e il 78 per cento preferisca invece
treno e mezzi pubblici. Speriamo che, con l’aiuto della lungimirante politica di Atm e Comune di Milano, non si riesca ad invertire la tendenza. (Antonella Loconsolo)
Considerato - che l’ecobus che collega la stazione di Greco ai vari
dipartimenti dell’Università Bicocca (ubicati sul territorio del
Comune di Milano uno dei quali sito in via Thomas Mann 8 ben
oltre un km dalla stazione FS) permette a migliaia di studenti al
giorno di raggiungere in soli 10 minuti l’Università, al posto dei
tre mezzi necessari con la rete Atm (tram 7 e 31 e bus 51) e impiegare oltre 40 minuti; - che molti di coloro che utilizzano tale navetta hanno già fatto una parte di viaggio in treno; - che, malgrado il contratto di servizio tra Atm e Comune indichi coperto un
tratto che comporta massimo due cambi di mezzi, il disagio per
centinaia di ragazzi sarebbe molto gravoso e toglierebbe migliaia
di ore di tempo allo studio; - che tale ecobus ha basse emissioni
inquinanti, visto che il servizio è erogato con bus ad alimentazione ibrida elettrico-diesel, e quindi determina anche un vantaggio
in termini di qualità dell’aria anche ai quartieri attraversati;
- che il bus navetta, attivo solo nei mesi in cui si svolgono le attività universitarie, è utilizzato solo dagli studenti e professori e
non da tutta l’utenza e che quindi, contrariamente a quanto addotto da Atm in merito al contratto di servizio in essere fra la
stessa Azienda e il Comune di Milano, non vi è nessuna concorrenza sleale,come confermato in una precedente sentenza del Tar;
- che una città che voglia considerarsi davvero aperta, moderna e
ospitale non può negare un servizio a persone che spesso vengono
da fuori città o da quartieri distanti da Bicocca e che molte volte
hanno poche risorse economiche;
Il Consiglio di Zona 9 chiede al Comune di Milano - di revocare il ritiro dell’autorizzazione e di concedere tale servizio agli
studenti, valutando con Università Bicocca ed Atm una modifica del percorso e del numero delle fermate per sanare la controversia in merito al contratto di servizio; - di attuare interventi che permettano di incentivare l’uso del mezzo pubblico e delle bici per raggiungere tutte le Università di Milano e allo stesso tempo di scoraggiare l’uso dell’auto privata.
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trattiva irresistibile per gente ai margini della società e un assurdo assoluto in una città che ha fame di alloggi popolari e che
vede in lista d’attesa presso l’Aler 23.000 famiglie circa, tutte
con i requisiti in regola per diventare legittimi assegnatari. Nel
frattempo la polizia ha sgomberato altri quattro appartamenti occupati abusivamente.
Movimento anche nel “fortino” di viale Sarca. Il 9 novembre, negli edifici Aler noti con il nome di Palazzi, già teatro
di numerosi arresti il maggio scorso, gli agenti di Greco-Turro
hanno perquisito la casa di Severino Trozzola, 31 anni con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, furto,
resistenza e rissa. Il ritrovamento di cocaina, bilancini di precisione, attrezzi per il confezionamento delle dosi e di un revolver Smith & Wesson calibro 357 magnum con 20 proiettili, oltre a un’altra pistola con matricola abrasa e 53 pallottole calibro 9 hanno spalancato per Trozzola le porte del carcere.
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er favorire il ripristino del bus navetta per gli studenti delP
l’università Bicocca il consigliere del Pd Carlino Dibiase ha
presentato in Consiglio di Zona 9 la seguente mozione:
Sgomberi drammatici, arrampicate sulle gru, arresti per produzione e spaccio di cocaina.
Marito in carcere, tre figli, spesso protagonisti di episodi poco
edificanti nella zona e all’interno della vicina piscina Scarioni,
la donna che l’8 novembre ha rifiutato vivacemente il trasferimento in comunità. I vigili urbani si sono trovati costretti a
passare la palla alla polizia, che si è trovata costretta ad affrontare la donna e due sue “sodali”, tutti dello stesso ambiente di
illegalità diffusa che spesso si incontra in questa strada di
Niguarda, che non a caso viene paragonata a Scampia.
Dopo essersi arrampicata sulla gru della ditta di traslochi incaricata di vuotare e ripulire l’appartamento, la donna alla fine è stata convinta ad accettare l’ospitalità dei servizi sociali.
Un altro piccolo tassello per la normalizzazione del quartiere di
case popolari è stato messo, fermo restando che nessun passo
sarà definitivo fino a che non saranno ristrutturati e assegnati tutti gli appartamenti vuoti e sfitti, che costituiscono un’at-
ELENA
CdZ 9: ripristinare la navetta
Via Padre Monti e viale Sarca
Non c’è pace per le case dell’Aler
nnesima puntata della saga di via Padre Luigi Monti: queE
sta volta ad assurgere agli onori (si fa per dire) della cronaca è una famiglia di occupanti abusivi che rifiuta lo sgombero.
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OSPEDALE DI NIGUARDA
Di notte, un solo medico per 96 posti letto
urante un’intera notte, un solo medico deve essere in grado,
D
nel suo turno di guardia, di intervenire su un’urgenza oncologica, ematologica o epatologica, con 96 posti letto da tenere sott’occhio e magari un trasferimento in pronto soccorso. Accade al
Niguarda dal 2 dicembre. Da quando i vecchi reparti sono stati
trasferiti nel nuovo Blocco sud, si sta sperimentando il sistema
interdivisionale, che, soprattutto di notte, porta non pochi cambiamenti. In particolare i pazienti ricoverati in ematologia, oncologia ed epatologia, incrementati da 78 a 96 posti letto, saranno
sotto il controllo di un solo medico di guardia. In più, anzi in peggio, se i primi due reparti sono al 3° piano del grande ospedale,
epatologia è un paio di piani sotto. “Il sistema rischia di andare
a scapito dei pazienti - spiega Sonia Ribera, rappresentante dei
medici Cgil. - In particolare su 96 degenze almeno venti saranno
ad alta intensità assistenziale. Un solo operatore ci sembra insufficiente. Un decreto del '92 prevede che oncoematologia abbia
una sua guardia divisionale specifica e nel 2006 si stabilì che i
posti letto per ogni medico non fossero oltre 57. Ma la direzione
sanitaria sembra non tenerlo presente. Senza contare che ogni
medico dei tre reparti in questione fa in media 250 ore all’anno
di lavoro straordinario e ha giornate di reperibilità, anche quando risulta a casa”. (Luigi Luce)
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Lavori in corso: il Blocco Nord sarà pronto per il 2013
Ma c’è un dubbio: perché radere al suolo due reparti del vecchio ospedale ancora
oggi funzionali, la Psichiatria “Grossoni” e l’Oncologia “Falck”?
entre il Blocco Sud è sempre più aniM
mato di pazienti, medici e infermieri,
stante il progressivo svuotamento dei vecchi
padiglioni, lì vicino è iniziato il conto alla rovescia per la costruzione del Blocco Nord. Si
tratta di nuovi e imponenti lavori: oltre al
Blocco Nord (strutturalmente speculare al
Blocco Sud), un nuovo tunnel impiantistico
che collegherà l’erigendo blocco al polo tecnologico e l’installazione di un quarto gruppo per la cogenerazione di energia, un complesso di tecnologie che permette una produzione combinata di energia elettrica e calore in uno stesso impianto.
“I lavori relativi al tunnel - ci spiega Carlo
Maria Badi, ingegnere capo della progettazione e gestione patrimonio del nostro nosocomio,
- sono già a un buon stadio di realizzazione essendo iniziati nell’aprile 2010 (il tunnel sarà
completato entro i primi mesi del 2011). I lavori per il Blocco Nord inizieranno invece il 2
gennaio 2011 e si concluderanno nel dicembre
del 2013.” I primi due mesi saranno dedicati
alle bonifiche e poi da marzo 2011 inizieranno
le demolizioni della Psichiatria “Grossoni” e
dell’Oncologia “Falck” (vedi foto) e la ristrutturazione del padiglione Pizzamiglio.
Il Blocco Nord (oltre 400 posti letto) sarà interamente dedicato alle cure intermedie e
conterrà tutto il Dipartimento Materno-Infantile, il Dipartimento di Medicina Generale, la Nefrologia e la Dialisi, l’Otorino, l’Oculistica ed altri reparti. Nel Blocco Nord vi sarà
anche tutta la parte ambulatoriale e radiologica afferente alle specialità sopraindicate.
Nel nuovo blocco vi sarà una mensa (del tutto simile a quella già in funzione al Blocco
Sud) e verranno realizzati ampi magazzini e
locali destinati alla logistica.
Tutto bene? No, alcuni lettori segnalano che,
per fare posto al “gigante nord” verranno rasi
al suolo due reparti importanti del vecchio
ospedale, ovvero la Psichiatria “Grossoni” e
l’Oncologia “Falck”.Un vero peccato perché,come si può vedere dalle foto, sono in buono stato e, per quel che riguarda la Psichiatria, è una
struttura ottimale per i suoi fragili pazienti.
L’Oncologia si accaserà definitivamente al
Blocco Sud mentre la Psichiatria verrà ospitata inizialmente nell’ex dipartimento cardiologico De Gasperis per poi accasarsi definitivamente dove attualmente c’è il padiglione degli
infettivi a fianco del Pronto Soccorso: una scelta assolutamente discutibile.
Al termine dei lavori l’ospedale potrà contare
su una nuova superficie di 280 mila mq che si
aggiungeranno a quelli già esistenti, con 1311
posti letto totali; ci saranno 31 sale operatorie
di cui 17 nel Blocco Sud, 6 nel Blocco Nord e 8
al Pronto Soccorso. (Daniele Cazzaniga)
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Visita del CdZ 9 al depuratore di Bresso-Niguarda
Buone notizie riguardo alla puzza. E c’è un’idea anche per il Seveso.
i ricordate la puzzola della nostra zona?
V
Si, proprio il depuratore. Ebbene dopo
consistenti opere di adeguamento alle nuove
normative e migliorie tecniche ora si fa “sentire” molto raramente. Comunque, per capire se
si tratti di risultati definitivi, la commissione
ambiente del Consiglio di zona 9 ha effettuato
un sopralluogo all’impianto.
La storia del nostro scomodo vicino inizia nel
1984, con la costruzione del primo blocco riguardante un iniziale trattamento delle acque. Nel 1985 iniziano i lavori di ultimazione
del primo stadio del depuratore, con la realizzazione del digestore primario e della disidratazione dei fanghi e successivamente
prendono avvio i lavori per la costruzione
della fase biologica. Nel novembre del 1991
viene attivato l’impianto di trattamento delle acque reflue di Bresso-Niguarda. Le acque
depurate hanno come ricettore finale il
Seveso, fatto da tenere a mente per capire se
anche il depuratore può fornire un piccolo
ma prezioso contributo per evitare le esondazioni. Lo vedremo fra poco.
Cosa è uscito dalla visita del CdZ al depuratore? I lavori promessi a suo tempo sono stati di fatto totalmente realizzati, prova ne è
che i miasmi sono drasticamente calati. Per
sigillare totalmente l’impianto sono allo stu-
dio la costruzione di nuovi capannoni che
ospiteranno i cassoni dei fanghi maleodoranti ottenuti al termine del ciclo di depurazione delle acque. È inoltre prevista l’attivazione di una seconda centrifuga per il trattamento dei fanghi, così da velocizzare il
processo di disidratazione/smaltimento.
Inoltre sono in fase di progettazione nuovi
capannoni per raccogliere il materiale in sospensione e le sabbie raccolte nei vari cicli
di lavorazione delle acque.
Per quel che riguarda le vasche di sedimentazione primaria non verranno coperte con
capannoni, ma si procederà alla sostituzione
degli attuali carri di trascinamento per permettere la loro copertura con teli a raso delle
vasche più facili da realizzare, con meno aria
all’interno da deodorare prima di essere immessa nell’atmosfera e molto meno costose.
Inoltre l’impianto dovrà essere aggiornato,
con un ulteriore investimento di quasi 5 milioni di euro, per rispettare le nuove normative (denitrificazione biologica e defosfatazione chimica, filtrazione e disinfezione finale
delle acque). Entro quando si completerà il
tutto? Si spera entro il dicembre 2011, ma incombe come un macigno il Patto di Stabilità
che limita/blocca i finanziamenti anche in
presenza delle coperture economiche.
E l’idea per ridurre le esondazioni del Seveso?
La società di gestione dei depuratori ha intenzione di dismettere il depuratore di Varedo e
dirottare le acque da depurare verso l’impianto di Pero che lavora al 50% della sua capacità. Nel sedime dell’impianto di Varedo dopo la
dismissione si potrebbe costruire una vasca di
laminazione che raccoglierebbe una parte delle acque di piena del Seveso rilasciandole gradualmente passata la fase critica. E l’impianto di Bresso che “ci azzecca”? Visto che c’è
un’area, di proprietà pubblica e quindi a costo
zero, inutilizzata, nel sedime del nostro impianto si potrebbe costruire anche da noi una
vasca di laminazione da 60/100mila m3.
L’acqua di piena del Seveso, prima di finire
nel corso tombinato di via Ornato verrebbe
catturata e stivata dentro questa enorme vasca. Poi passata l’emergenza quest’acqua verrebbe depurata dall’impianto e reimmessa
gradualmente nel Seveso. Dubbi? Uno su tutti: una volta svuotata la vasca, il fango in essa contenuta che fine farà? Ammorberà l’ambiente? I tecnici dell’impianto lo escludono: la
vasca verrà costruita in modo tale da poter
essere, una volta svuotata, lavata con un potente sistema di getti. L’idea è stata presentata in Provincia ed in Regione ed ha riscosso
un certo interesse. (Daniele Cazzaniga)
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i sembra che tutto sia un sogno, di quelM
li surreali alla Fellini, dove il protagonista vaga tra inquietanti personaggi da circo e
l’angoscia cresce a ogni passo. Come spiegare
altrimenti le dichiarazioni di molti politici
degli ultimi tempi? Fini che si accalora per
gli stranieri, ad esempio, quando è proprio la
legge recante la firma Bossi-Fini che sta facendo salire gli immigrati disperati sulle torri e sulle gru. Il “compagno” Italo Bocchino
che sembra atterrato ora ora da Marte: dov’era quando la sinistra protestava contro
l’esclusione dell’opposizione dallo spazio dei
telegiornali? Bondi, il ministro dei Beni culturali svenduti e crollati, va a braccetto con
Tremonti che dichiara sereno: “Di cultura
non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina
Commedia!”. Certo, nulla in confronto al ministro nazista della propaganda Joseph
Goebbels, che diceva “Quando sento la parola
cultura metto mano alla pistola”. Però da un
ministro dell’economia ci si aspetterebbe che
conoscesse un piccolo dato: quando si investe
100 in cultura, si ha un ritorno di 240 in termini di benessere. E l’elenco potrebbe continuare. Già, l’elenco, come quello letto da un
Maroni tutto tronfio a “Vieni via con me”, un
ometto che in una nazione civile sarebbe rimasto al piano bar, magari a fare la base musicale di un noto cantante specializzato in
spettacoli su navi da crociera.
• Il cinepanettone •
a ministra della pubblica istruzione
L
Mariastella Gelmini definisce “una cagna” la ministra del turismo Michela
Brambilla. La ministra alle pari opportunità Mara Carfagna definisce “una vajassa” la parlamentare Alessandra Mussolini.
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi
invita alla sobrietà (!?!!?) e, per festeggiare,
telefona in diretta a Floris durante la trasmissione “Ballarò”, sproloquia, non risponde alle domande e butta giù il telefono.
Vabbè, però potevate avvisarmi che il film
volgarotto delle feste quest’anno s’intitola
“Natale a Roma”!
• Questi son problemi •
una questione di priorità: piove nelle
È
scuole? Non c’è problema. Buche stradali? Una bazzecola. Il Seveso? Sciocchezze!
Traffico e inquinamento? Ma fatemi il piacere… Il fatto è molto più serio e, come tale,
va affrontato con urgenza e tempestività.
Diciamolo chiaramente, le luminarie multietniche di via Padova costituivano un vulnus gravissimo per la nostra città, andavano rimosse immediatamente. Scrivere
“Buone feste” in tutte le lingue del mondo è
una cosa che non sta né in cielo ne in terra.
L’assessore Cadeo si è trovato costretto, a ragione, a rimuovere queste diciture pericolo-
se, fortunatamente appena qualche giorno
prima che venissero accese. Non è ufficiale,
ma sembra che abbia dichiarato: “Con la
fatica che ho fatto ad imparare a leggere in
italiano, non vorrei che adesso i miei sforzi
venissero vanificati”. Così, armati di scale e
di attrezzi, le squadre di operai sono corse
in via Padova per rimuovere scritte devastanti come “Feliz Navidad” o “Merry
Christmas”. Speriamo che adesso l’opera
iniziata prosegua: che ne dite di procedere
all’immediata chiusura della Libreria
Internazionale, per poi murare l’Istituto
Cervantes, sede della sovversione?
LE MORATTÌADI
a cura di Angelo Longhi ([email protected])
Che cosa non si fa per carpire un voto
Dopo il biglietto per il cinema il tè gratis al cimitero.
ul numero scorso vi raccontavo dei 22 mila
S
biglietti del cinema elargiti dalla Moratti
alle donne milanesi, un modo discutibile di fare campagna elettorale con i soldi dei contribuenti.Anche questo mese Letizia non ci ha deluso. Lunedì 1° novembre i milanesi, che dopo
essersi recati a trovare i propri defunti tornavano a casa, hanno avuto la sorpresa di trovare termos, banchetti e gli addetti (per i 4 maggiori cimiteri) di Milano Ristorazione, la società municipalizzata che fornisce oltre 70 mila
pasti al giorno alle scuole, che offrivano tè e caffè gratuitamente. Un omaggio per combattere
freddo e pioggia, con gli omaggi di Letizia
Moratti. Mai, in passato, il Comune di Milano
aveva organizzato l’elargizione gratuita di 10
mila bicchieri di bevande calde. Ovviamente i
maligni suggeriscono un nesso diretto tra questa iniziativa e l’avvicinarsi delle elezioni amministrative della prossima primavera.
E non si pensi che queste regalie siano comunque un segno di vitalità, pur discutibile, della
giunta Moratti. Dall’inizio del mandato al 31
ottobre 2010 la giunta Moratti ha approvato
meno della metà dei provvedimenti rispetto al
primo mandato del sindaco Albertini. Salvo il
nuovo Piano di governo del Territorio, il cui iter
non è per altro ancora concluso (vedi a pag. 9),
la fusione di Aem Milano e Asm Brescia in
A2A, il piano della pubblicità e quello sull’inquinamento acustico il sindaco Moratti non ha
prodotto molto altro. È un dato di fatto che il
sindaco abbia concentrato gran parte del proprio lavoro sull’Expo e sulla sicurezza, temi entrambi espropriati alla Giunta.
Una situazione quella della Giunta milanese
che va via via progressivamente peggiorando
senza che il Sindaco riesca a metterci una
pezza, nonostante i numerosi cambi di assessori imposti in questi 4 anni dagli arresti per
corruzione (Pennisi) o per cambio di linea politica (Sgarbi, Croce). Per non parlare del
Consiglio comunale: a sei mesi dal voto l’aula
di Palazzo Marino rischia la paralisi. Dalla ripresa di settembre su 20 convocazioni il numero legale è caduto 10 volte, e le delibere approvate sono state solo 6 a causa di assenze e
ostruzionismi. Si pensi al caso simbolo della
nomina da parte del Consiglio Comunale delle personalità per la Fondazione Arcimboldi
votazione messa in calendario 96 volte e in 8
occasioni votata ma senza esito utile.
Eppure un argomento sembra svegliare la
Giunta del “fare” nulla: la ricerca dei clandestini sui mezzi pubblici, da espellere se privi di documenti di soggiorno. Dopo l’esperienza del
2008, il Comune rilancia l’attività della Task
Force della Polizia Municipale (che dai tempi di
Albertini ha perso 480 vigili) schierando sulla
linea della 90/91 nelle ore notturne un piccolo
esercito di 18 vigili, tre ufficiali della Polizia
Municipale e 10 addetti dell’Atm. Per la sicurezza dei passaggeri? No, per il controllo dei documenti degli stranieri alla ricerca di clandestini. Peccato - come ha fatto notare il capo
gruppo del Pd Majorino - che gli Sportelli Unici
per l’immigrazione siano sotto organico e ci siano 10 mila domande di regolarizzazione inevase per l’inadempienza degli uffici.
Ma a questo la Moratti non ci pensa perché i lavoratori stranieri non votano. Non occorre nemmeno offrirgli il tè.
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che cosa sia una Tagesmutter
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DECENTRAMENTO/1
Bilancio 2011: il Comune è allo sbando
Continueranno i tagli alle Zone? Arrivano messaggi non rassicuranti dal Comune Milano,
relativamente al bilancio 2011 del Decentramento. Ecco una dichiarazione rilasciataci in
proposito da Beatrice Uguccioni, presidente del Consiglio di Zona 9.
o scorso anno per non togliere i sussidi alle persone più bisoL
gnose e mantenere una quota significativa di Fondi per il
Diritto allo Studio, tenendo conto delle difficoltà delle scuole, siamo stati costretti a falcidiare, purtroppo, il capitolo di spesa relativo alle attività aggregative che ha quindi subito un taglio del
52%. Tuttavia, grazie alla collaborazione con le miriadi di
Associazioni, impegnate nei vari quartieri, siamo riusciti a realizzare un numero significativo di iniziative e progetti. Per quanto riguarda il Bilancio 2011 del Comune e quindi, a cascata anche della Zona, non vi è ancora nulla di certo se non che mancano all'appello probabilmente 240 milioni di euro, 190 milioni dei
quali da recuperare con maggiori entrate e 50 milioni, tagliando
il budget dei vari assessorati, compreso i Consigli di Zona. Ad oggi però non vi è stata nessuna comunicazione ufficiale da parte
del Sindaco e della Giunta. E già questo è scandaloso.
Che si brancoli nel buio e che non vi siano certezze è dimostrato anche dalle mail che in questi giorni ho ricevuto in cui mi si comunica-
va che occorreva “contrarre pesantemente il bilancio revisionale
2011” e a distanza di 4 giorni che invece l’emergenza sembrava attualmente superata. E che significa? Che sono stati trovati i 50milioni di euro che si sarebbero dovuti recuperare, limando con l'accetta il budget di tutti gli assessorati? Non credo. Come alle inaugurazioni da qualche tempo il Sindaco taglia i nastri, così taglia i fondi
destinati a far vivere le Associazioni e a realizzare le iniziative nelle
cosiddette periferie. Altro che riqualificare i quartieri e garantire la
sicurezza dei cittadini. Se la previsione di bilancio verrà confermata,
le risorse attese per il territorio subiranno una riduzione pari
all’87,25% di quanto stanziato nel 2009. In questo modo si spegnerà
la vivacità di tutte le realtà sociali che in questi anni, insieme al
Consiglio di Zona, hanno dato vita a progetti e iniziative.
Ciò significa che il Sindaco e la sua Giunta hanno deciso di chiudere i Consigli di Zona,di non parlare più di periferie e di impedire ogni
iniziativa sul territorio e nei quartieri. La cosa non mi stupirebbe,
ma abbiano il coraggio di dirlo!
Il Piano di governo del territorio comunale alla prova
delle osservazioni dei cittadini (anche di zona 9)
Intervista a Luca Simi, architetto e consigliere del decentramento: “In zona 9 le osservazioni presentate
al Pgt riguardano tra l’altro la Caserma Mameli di viale Suzzani, nella cui area viene richiesto
l’incremento di verde pubblico e di housing sociale, il potenziamento degli scali Bovisa e Greco,
la messa in sicurezza del Seveso, la mancanza di un sistema di parcheggi di corrispondenza ai capolinea
del metrò di Testi e Comasina, l’impatto negativo dell’eliporto e della Zara-Expo sulla nostra zona.”
Daniele Cazzaniga
l vecchio Prg (piano regolatore generale)
Iappena
andrà definitivamente in pensione non
verrà approvato il Pgt (piano di governo del territorio). Il Pgt milanese ha ingessato per mesi il Consiglio comunale e ha
riempito intere pagine locali dei principali
quotidiani a tiratura nazionale. Per capire
di che cosa si tratta e come può essere modificato nei suoi aspetti più critici e nebulosi abbiamo intervistato Luca Simi, architetto esperto in urbanistica e storico consigliere di zona.
Che cosa è il Piano di governo del
territorio?
Fino ad oggi la pianificazione urbanistica
veniva realizzata attraverso il Prg. Con la
nuova legge regionale del 2005 è stato introdotto un nuovo strumento di pianificazione del territorio denominato Pgt. Si tratta di un documento complesso composto da
3 distinti documenti:
• Il documento di piano: è il documento
programmatico di indirizzo nel quale vengono individuati gli obiettivi da ottenere.
Individua inoltre le grandi infrastrutture
da realizzare, i grandi interventi di riqualificazione urbana, le risorse economiche
necessarie e le interazioni con le pianificazioni di livello superiore come ad esempio il Ptcp (piano territoriale di coordinamento provinciale).
• Il piano delle regole: è di fatto il piano urbanistico vero e proprio nel quale per ogni
area del territorio sono individuate le potenzialità e le caratteristiche intrinseche
delle aree. Esso individua le quantità e le
qualità edificabili ed altri parametri quali
eventuali allineamenti stradali, altezze degli edifici e fasce di rispetto.
• Il piano dei servizi: individua i fabbisogni della città e dei cittadini in tema di
aree verdi, nuova viabilità, servizi alle
persone e servizi per il territorio.
Perché, secondo lei, questo importante documento prodotto dalla Giunta
Moratti non va bene?
Perché si basa su un’ipotesi non credibile.
Infatti viene individuato come obiettivo per
la riqualificazione della città l’incremento
della popolazione residente di 4/500mila
persone. Tutto ciò non è credibile sia dal
punto di vista della domanda potenziale di
abitanti sia dal punto di vista economico.
Teniamo presente che negli ultimi 20 anni,
nonostante siano state edificate circa 300
mila nuovi vani la popolazione residente in
città è rimasta inchiodata sulla cifra di circa 1,3 milioni. Ovvero all’aumentare della
disponibilità di abitazioni non è corrisposto
un aumento della popolazione. Alla luce di
ciò già oggi la città è sovradimensionata rispetto all’“utilizzo”. Inoltre le costruzioni
necessarie a contenere i nuovi 4/500 mila
abitanti, oltre ad occupare sia suolo pubblico già utilizzato in maniera differente (aree
industriali dismesse) sia suolo non utilizzato, necessitano di nuova urbanizzazione
quali strade, servizi ed aree verdi. Tutte
queste opere generano un nuovo fabbisogno di risorse pubbliche che in questo momento non sono completamente disponibili: infatti gli oneri di urbanizzazione (soldi
che chi costruisce è obbligato a versare nelle casse del Comune in cambio delle concessioni edilizie) generati dai nuovi edifici non
sono sufficienti alla realizzazione dei servizi/infrastrutture necessarie.
Pochi giorni fa si è chiusa la raccolta
delle osservazioni presentate dai cittadini, dalle associazioni e dagli ordini professionali. Cosa sono queste osservazioni e perché è stato importante presentarle?
Le osservazioni sono un importante elemento di partecipazione attiva della cittadinanza alla realizzazione del Pgt. Con le
osservazioni si vanno ad individuare sia
suggerimenti per migliorare le normative
sia richieste precise per individuare una diversa programmazione/destinazione delle
singole aree. Depositate queste osservazioni l’Amministrazione Comunale le esamina per vedere se sono accoglibili. Terminata
questa fase di esame verrà predisposta una
delibera contenente le modifiche al Pgt a
seguito delle osservazioni ritenute meritevoli. A questo punto la parola finale passa
al Consiglio Comunale che approvando definitivamente il Pgt con le modifiche lo rende vigente, mandando così in soffitta il vecchio Prg. Il percorso sopra esposto dovrà
necessariamente concludersi entro febbraio 2011 pena la decadenza di tutto il Pgt
medesimo.
Quali sono le osservazioni più importanti per Niguarda, Bicocca, Pratocentenaro e Ca’ Granda?
Sono inerenti alle nuove aree edificabili, in
particolare la Caserma Mameli di viale
Suzzani, nella cui area viene richiesto l’incremento di verde pubblico e di housing sociale, alla dismissione delle stazioni di testa (stazione Centrale) con potenziamento
degli scali Bovisa e Greco, alla inderogabile messa in sicurezza del Seveso, la mancanza di un organico sistema di parcheggi
di corrispondenza, in particolare ai nuovi
capolinea delle metropolitane di Testi e
Comasina, alcuni aspetti di contorno sulla
Bicocca, la questione della mobilità dei
raggi verdi e quella dell’eliporto che, pur
non ricadendo sul territorio comunale, ha
un impatto sulla nostra zona, in particolare sul quartiere Isola/Garibaldi. Mi risulta
poi che siano state presentate diverse osservazioni in merito alla Zara/Expo (la
Gronda, ndr). Nelle prossime settimane
vedremo come verranno accolte dall’Amministrazione Centrale.
Dott. Giovanni Galli
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DECENTRAMENTO/2
Il Centro Culturale della Cooperativa
organizza i seguenti corsi
a cura di Sergio Ghittoni
Torna il sereno al Consiglio di Zona 9
Cinema
Alla scoperta della macchina
e del linguaggio filmico
C’è l’accordo tra i partiti della maggioranza. Intervista a Mattia Stanzani,
capogruppo del Partito Democratico.
Quattro incontri con Luigi Allori
uno strumento utile per governare al
meglio questa zona e questa città, senza essere ostaggio di potenti interessi
economici. Facciamo l’esempio del
Seveso, che avete splendidamente documentato nei numeri scorsi: una dimostrazione lampante di quanto poco
le periferie siano tenute in considerazione da questa giunta. Il centro è lastricato di marmo, mentre delle periferie e dei cittadini che ci vivono non interessa a nessuno.
S
piragli nella crisi del CdZ 9. Dopo
mesi di dispetti, agguati, reciproche
mozioni di censura e/o sfiducia, penosi
teatrini per far mancare il numero legale, finalmente tira un’aria di concordia. Le mozioni di sfiducia sono state
ritirate e ci si rimbocca le maniche per
far terminare questa legislatura nella
maniera più produttiva.
Il nostro giornale ha pubblicato nei numeri scorsi diversi interventi (di Di
Biase, di Tucci, di Melone, di Poidomani). In questo numero vogliamo sentire
il punto di vista di Mattia Stanzani,
capogruppo del Pd.
Un commento su questa nuova situazione. Finalmente si ricomincia a lavorare?
Veramente non abbiamo mai smesso.
Anche in presenza di difficoltà di rapporti con gli altri partiti della maggioranza la nostra attività non si è mai
interrotta. Abbiamo sostenuto le associazioni che andavano sostenute, le
scuole, abbiamo dato i pareri urbanistici che il Comune ci richiedeva, ragionando sulla qualità degli interventi
proposti, promuovendoli o bocciandoli
a seconda della loro rispondenza agli
interessi generali. Un lavoro che è andato avanti malgrado i continui tagli
al budget che il Comune ha deciso. Ora
siamo in una fase finale e stiamo concludendo i lavori, in uno spirito unitario anche grazie alla ragionevolezza
delle strutture provinciali dei nostri rispettivi partiti, e mettendo insieme le
basi perché il prossimo sindaco di
Milano sia di centro sinistra.
Il Partito Democratico ha sostenuto Stefano Boeri, ma è stato Pisapia a vincere le primarie…
È vero: il mio partito ha sostenuto con
convinzione Stefano Boeri alle prima-
rie, ma, una volta che Pisapia è risultato vincitore, egli è diventato anche il nostro candidato mettendo da parte tutte
le rivalità e le polemiche. Un atteggiamento questo che ci distingue da altri
partiti. Ci aspettiamo che sia quindi lui
a portare avanti quelle istanze riformatrici che caratterizzano il programma e
l’azione del nostro partito. Da parte nostra, tutti i circoli e le organizzazioni
territoriali della zona 9 saranno impegnati nella prossima campagna elettorale per Pisapia.
Mi sembra questo un intervento
molto meno polemico di quelli che
abbiamo ospitato finora…
Ma infatti. Noi siamo il partito con più
consiglieri, che sente sulle sue spalle il
peso della responsabilità del buon funzionamento del CdZ. È logico quindi
che io debba fare un intervento diverso. Litigare tra di noi non è il nostro
obiettivo, non l’abbiamo mai fatto e
non ci interessa. Riteniamo invece che
una coalizione di centro sinistra sia
Quindi non ci dobbiamo aspettare
una fase col freno a mano tirato in
quest’ultima fase della vigenza del
Consiglio di Zona…
No. Ho proprio visto e potuto constatare nelle strutture provinciali dei nostri
partiti la determinazione e la volontà
di togliere Milano alle destre. In questo quadro il nostro CdZ, che è l’unico
in mano al centro sinistra, diventa un
importante esempio di buon governo
ed è interesse di tutti che funzioni al
meglio. E sto parlando di partiti con i
quali nel passato abbiamo avuto forti
frizioni, come Rifondazione Comunista
o i Comunisti Italiani.
Che cosa dobbiamo aspettarci adesso, fino alle prossime elezioni
di primavera? Si parla ancora di
altri tagli ai bilanci pure per il decentramento.
La nostra posizione è che, se si devono
fare sacrifici, anche noi dobbiamo fare
la nostra parte. Però fa male dover tagliare i finanziamenti ad associazioni
meritevoli, alle scuole o a iniziative
nelle periferie quando sappiamo le decine di milioni che Palazzo Marino ha
sperperato in operazioni finanziarie
sbagliate, come quella dei Derivati o
per le “consulenze d’oro”. È una cosa
che fa accapponare la pelle.
1.Il Teatro delle Ombre e la Lanterna magica
Presentazione di autentiche Ombre cinesi, polinesiane,
turche, greche e di una lanterna magica funzionante
2. L’invenzione delle macchine cinematografiche
per la ripresa e la proiezione (Lumière 1895)
Proiezione di un’antologia dei films di Lumière
3. La creazione dello spettacolo cinematografico
(Méliès, primo decennio del '900)
Proiezione di alcuni films di Méliès
4. La messa a punto del linguaggio cinematografico
(Griffith, primi decenni del ‘900)
Proiezione di sequenze tratte dai film di Griffith,
Eisenstein e Orson Welles.
Giornalismo
Come utilizzare l’informazione
senza farsi utilizzare
Il viaggio di una notizia dalla fonte alla sua diffusione
mediante stampa, televisione o web
Tre incontri con Luigi Allori
1. La notizia. Che cosa è una notizia
Le fonti, la selezione e valutazione, le notizie
manipolate o falsate
2. Brevi cenni storici
La stampa dalla composizione a caldo al web, dal torchio
alla rotativa. Il videogiornale interattivo e personalizzato
3. Il giornalismo ovvero “la fabbrica del presente”
La professione del giornalista: redazione, reporters,
inviati, corrispondenti, cronisti
4. Cosa contiene un giornale
Notizie, commenti, approfondimenti. Titoli, occhielli,
sommari. Articoli (servizio, fondo, articolessa, redazionale,
inchiesta, serpente di mare, coccodrillo). Attacchi e le 5 W
5. Il telegiornalismo
Informazione spettacolarizzata con notizie trasformate
in eventi. La redazione di un tg. Come è cambiato il tg
nel tempo. Il tg del futuro si unificherà con il giornale
cartaceo sul web?
Il Congresso dell’Anpi di Niguarda
ADESIONI
Renato Vercesi
Le adesioni dovranno essere comunicate
entro il 10 gennaio 2011
via telefono:
n. 02.66 11 44 99 (orari ufficio)
via e-mail:
[email protected]
el pomeriggio di sabato 27 noN
vembre, si è tenuto, presso il
Circolo Famigliare dei Lavoratori
di via Terruggia, il Congresso della
sezione Anpi di Niguarda in previsione del 15° Congresso Nazionale
che si terrà a Torino nel prossimo
mese di marzo.
Si è constatato che nell’Associazione
con il passare degli anni, si riduce la
presenza dei partigiani ma cresce il
numero degli antifascisti che non hanno vissuto direttamente la
Resistenza.Sono state poi commentate alcune note tratte dal documento nazionale che mi sembra importante riportare:
“L’Anpi non è un partito. Si aderisce all’Anpi non per una scelta
di schieramento partitico bensì per la sua storia, per la memoria,
per i valori e i principi dell’Antifascismo e della Resistenza che
l’Associazione rappresenta e difende battendosi per il rispetto e
l’attuazione della Costituzione…” - “L’Anpi ripudia la violenza e
la contrasta poiché estranea al contesto democratico conquistato dall’Antifascismo e dalla Resistenza e
quale arma dei nemici della democrazia e della libertà…” - “L’Anpi rispetta, valorizza e collabora con le
istituzioni della Repubblica quali
conquiste della Resistenza…”.Viene
inoltre ribadito che l’Anpi è “la casa”
di tutti gli antifascisti.
Non sono mancate le critiche a
quelle forze politiche che minacciano di operare una vera e
propria manomissione del regime democratico uscito dalla
guerra di Liberazione e dalla Costituzione antifascista del
1948. È stata infine annunciata la nuova campagna di tesseramento per l’anno 2011.
Dopo le votazioni della relazione politica, amministrativa e del
documento nazionale, sono stati eletti gli organi dirigenti della
Sezione e i delegati al congresso Provinciale.
I corsi pomeridiani/serali
si terranno presso il
Centro Culturale della Cooperativa
Via Hermada 14 - Milano
Per i fans dell’Egitto e della Turchia
i viaggi, l’arte, la cultura, la storia e le religioni
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avete voglia di avere Dvd su Egitto, Turchia (classi-
ca), Turchia dell’Est e Istanbul, foto con sottofondo musicale, rivolgetevi alla nostra Redazione che vi metterà in contatto con la persona che ha elaborato questi ed altri viaggi
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Orario:
Martedì h. 16-19
Mercoledì h. 9.30-12.30/16-19
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Venerdì h. 16-19
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conoscenza della parte
migliore dell’altro”
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GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
FILMS IN
ONA
a cura di Grazia Morelli
a cura di Silvia Cravero
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.
Visti nelle sale di Skyline, Multisala Bicocca e cinema Rondinella
G GIOVEDÌ 2 DICEMBRE
Art Action
Via Dante 15/A
Bresso
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 026071695
Sala Fontana
Via Boltraffio 21
Tel. 026901573
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
La Scighera
Via Candiani 131
Sassetti Cultura
Via Volturno 35
G LUNEDÌ 13 DICEMBRE
Tazzine d’autore in mostra, Caffè EsBresso. Il
piacere del caffè dipinto. Fino al 9/12. Orari:
18-20. Chiuso domenica e festivi.
Alle 21, Farneto Teatro presenta Antigone,
storia della perduta città di Tebe, da Sofocle,
di M. Schmidt. Fino al 12/12.
Alle 21, Elsinor/LeArt presentano Romeo e
Giulietta, da W. Shakespeare, regia di L.
Muscato. Fino al 19/12.
Alle 21, Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese, dal libro di Aldo
Nove, di F. Fracassi, R. Martinelli, A. Nove.
Fino al 5/12.
Alle 21, Concerto di Malika Ayane.
Alle 21,30, Milano a fumetti, rassegna per
scoprire tutti i volti del fumetto, con lo sceneggiatore Adriano Barone e il ricercatore
Matteo Stefanelli.
Alle 18, inaugurazione della personale di
Alessandro Sala Nell’anima del legno,
con performance musicale. Tutti i giorni,
festivi compresi, dalle 15.30 alle 18.30.
Fino al 19/12.
G VENERDÌ 3 DICEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 22, Concerto Rock, con i Silver Key e
Dagorlad.
G SABATO 4 DICEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 22, Concerto rock, con il Tempio delle
Clessidre.
G LUNEDÌ 6 DICEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, Corso Danze popolari (tutti i lunedì).
Credevamo nel Social Network
Cine d’Essai Osoppo Alle 15.30 e alle 21, film Il profeta, di J.
Via Osoppo 2
Audiard. Anche il martedì alle 21.
Tel. 0239261019
G MARTEDÌ 14 DICEMBRE
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione
Alle 21, I Promessi Sposi, opera musicale dal
romanzo di A. Manzoni, regia di M. Guardì,
con Giò di Tonno e Lola Ponce, musiche di P.
Flora. Fino al 30/12.
G MERCOLEDÌ 15 DICEMBRE
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Alle 21, M’Arte, Palermo Teatro Festival, la
Città del Teatro, Cascina presentano Volevo
dirti, di Sabrina Petyx, regia di Giuseppe
Cutino. Fino al 19/12.
G GIOVEDÌ 16 DICEMBRE
Alle 21.30, presentazione di Quando l’estate
crepa, libro di poesie di P. Agrati; al pianoforte S. Cibin e alla fisarmonica O. Del Corso.
La Scighera
Via Candiani 131
G SABATO 18 DICEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 22, Concerto blues, con Joy & zio Bros.
Teatro S. Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
Alle 21,“Gruppo Albatro”di Milano,in Un cadavere troppo ingombrante, 2 atti di Giorgio
Casini, regia di Anna Maria Cacciatore
Orfanelli.
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Alle 16.30, spettacolo per bambini Alla ricerca di Babbo Natale, di e con C. Banchetti ed
E. Vitali.
G DOMENICA 19 DICEMBRE
G MARTEDÌ 7 DICEMBRE
Alle 16, Barattiamo le feste. Alle 19, La pianta anarchica 2:fondamenti del pensiero anarchico classico, con P. Finzi.
Biblioteca Dergano Alle 20.30, L’ecomuseo urbano metropolitano Milano Nord, incontro con E. Negro
Bovisa
e A. Bartoli.
Via Baldinucci 76
La Scighera
Via Candiani 131
G GIOVEDÌ 9 DICEMBRE
G LUNEDÌ 20 DICEMBRE
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
La Scighera
Via Candiani 131
Cine d’Essai Osoppo Alle 15.30 e alle 21, film La nostra vita, di D.
Via Osoppo 2
Lucchetti. Anche il martedì alle 21.
Tel. 0239261019
Alle 21, Serata Danzante (tutti i giovedì).
Alle 21,30, proiezione del dvd Che cosa guardo stasera?, consigli cinematografici per tutte
le occasioni, con i critici Emanuela Martini,
Mauro Gervasini e Silvia Colombo.
G VENERDÌ 10 DICEMBRE
Centro culturale
della Cooperativa
Via Hemada 14
Argomm Teatro
Via Graziano Imp. 40
Alle 21, Route 66. La Grande Diagonale
d’America - viaggio da Chicago a Los
Angeles, sulle orme di Steinbeck e Kerouac,
Elvis, Marilyn e John Wayne con filmati e
musica d'epoca, incontro con Carlo Bassi.
Alle 21, Studio su Cassandra, ispirato a C.
Wolf, con B. Baldessari, regia di F. Mazza.
Fino al 12/12.
G SABATO 11 DICEMBRE
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Teatro S. Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
La Scighera
Via Candiani 131
Sala Fontana
Via Boltraffio 21
Tel. 026901573
Alle 21, Andy non Handy, di e con Michele
Lafortezza. Anche il 12/12.
Alle 22, Concerto dell’Alex Prog Festival con
Alex Carpani Band.
Alle 21, Compagnia “Instabile del Teatro
Franciscum” di Laveno Mombello in Chi in
di pastiss se infogna... el se gratta la sua rogna, 3 atti di Aladino Bertoldi, regia dell’autore.
Alle 16, Concerto Musica in forma libera, con
Amirani Records Possible Settings.
Alle 21, Teatro Evento presenta lo spettacolo
per bambini Fiabe di Natale, di C. Bartolini,
regia di S. Galassi. Anche il 12/12.
Alle 16, spettacolo per bambini. D’un tratto
nel folto del bosco, narrazione teatrale liberamente tratta dal libro omonimo di Amos Oz
con Oscar Agostoni. Alle 22, proiezione di
Yawp! L’urlo barbarico di Walt Whitman, con
il regista Eugenio Di Fraia e l’attore Davide
Barro.
Lombardia
Alle 21, Tutto quello che non avreste voluto
sapere sulla donna... ma io ci tengo a dirvelo,
di Debora Villa, Francesca Nicardi, Alessandra Torre e R. Didoni. Fino al 30/12.
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
G VENERDÌ 31 DICEMBRE
Alle 22.30 (31/12) e alle 18 (1/1), show comico
Teatro degli
Teo Teocoli & Mario Lavezzi.
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
G SABATO 8 GENNAIO
G DOMENICA 12 DICEMBRE
La Scighera
Via Candiani 131
G MARTEDÌ 28 DICEMBRE
Lombardia
Teatro S. Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
Alle 21, Compagnia “I Sempreverdi” di
Cernusco sul Naviglio in El brillant de
Maomett, 3 atti di Carlo Terron, regia di
Marko Mandrini e Luciano Carbonari.
G MARTEDÌ 11 GENNAIO
Sala Fontana
Via Boltraffio 21
Tel. 026901573
Alle 21,Elsinor presenta Il pranzo di Babette,
di K. Blixen, regia di R. Boscolo, con R.
Boscolo e S. Braschi. Fino al 28/1.
G MERCOLEDÌ 12 GENNAIO
Teatro della
Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Alle 21, Diventare uomo - Frammenti estremi
di donne albanesi, da un’idea di Livia Grossi,
con la collaborazione di Maria Arena e Laura
Facchi. Fino al 16/1.
G VENERDÌ 14 GENNAIO
Centro culturale
della Cooperativa
Via Hemada 14
Alle 21, Salvare l’acqua, un libro d’interviste
in giro per l’Italia scoprendo che la liberalizzazione dell’acqua è un inganno ai diritti dei
cittadini. Incontro con Emilio Molinari, autore del libro con Claudio Jampaglia.
Lombardia
Lombardia
• The Social Network (
) Regia: David Fincher. Genere: drammatico. Origine: Usa. Cast: Jesse Eisenberg, Andrew
Garfield, Rashida Jones. In una sera d'autunno del 2003 lo
studente di Harvard Mark Zuckerberg, genio dell’informatica,
siede al suo computer e inizia con passione a lavorare a una
nuova idea. Darà vita alla rete sociale che rivoluzionerà la comunicazione globale: Facebook. In soli sei anni e con 500 milioni di amici, Mark Zuckerberg è il più giovane miliardario della storia, ma per lui il successo porterà anche a complicazioni
personali e legali.
• Un marito di troppo (
) Regia: Griffin Dunne.
Genere: commedia. Origine: Usa. Cast: Uma Thurman, Colin
Firth, Jeffrey Dean Morgan. Commedia romantica in cui Emma, psicologa esperta in problemi di cuore scopre, alla vigilia
del proprio matrimonio, di essere già ufficialmente sposata con
uno sconosciuto a causa di un errore burocratico. Dovrà decidere con chi passare il resto del sua vita, individuando il suo
“marito di troppo”.
• Due cuori e una provetta (
) Regia: Will Speck, Josh
Gordon. Genere: commedia. Origine: Usa. Cast: Jennifer Aniston, Jason Bateman, Patrick Wilson. Kassie, donna single alla
soglia dei 40 anni, comunica al suo migliore amico, Wally, che
presto avrà un bambino. Non aspetterà che l'uomo giusto bussi alla sua porta, ma si rivolgerà al donatore giusto, Roland,
estroverso, sempre ottimista e di buonumore. Durante il party
per festeggiare il lieto evento, Wally trova casualmente la provetta destinata alla fecondazione e in preda ai fumi dell’alcol,
mischierà un po’ le carte…
• Stanno tutti bene (
) Regia: Kirk Jones. Genere: commedia. Origine: Usa. Cast: Robert De Niro, Drew Barrymore,
Kate Beckinsale. Rifacimento cinematografico del film “Stanno
tutti bene”, del regista italiano Giuseppe Tornatore. Frank
Goode è un pensionato che decide di andare a trovare i figli che
ormai da tempo vivono lontani. Nei loro contatti gli avevano
sempre raccontato di avere vite di successo e favolose. Durante
il suo viaggio, però, scoprirà un’altra verità…
• Harry Potter e i doni della morte - Parte I (
)
Regia: David Yates. Genere: fantastico. Origine: Usa. Cast:
Daniel Radcliffe, Emma Watson, Helena Bonham Carter. Harry, Ron ed Hermione continuano la loro incessante ricerca degli Horcrux con l’obiettivo di distruggerli. La missione si presenta però estremamente complicata quando i Mangia-morte,
che si sono impossessati del Ministero della Magia, emettono
un mandato di cattura per Harry Potter e una enorme ricompensa per chiunque lo consegnerà vivo, in modo che Lord
Voldemort possa avere il piacere di ucciderlo.
• Noi credevamo (
) Regia: Mario Martone. Genere: storico. Origine: Italia - Francia. Cast: Luigi Lo Cascio, Valerio
Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca. Tre ragazzi del sud
reagiscono alla pesante repressione borbonica dei moti del 1828
che ha coinvolto le loro famiglie, affiliandosi alla Giovane Italia.
Attraverso quattro episodi che li vedono a vario titolo coinvolti,
vengono ripercorse alcune vicende del processo che ha portato
all’Unità d’Italia. A partire dall’arrivo nel circolo di Cristina Belgioioso a Parigi, al tentativo, fallito, di uccidere Carlo Alberto,
nonché all’insuccesso dei moti savoiardi del 1834.
mediocre
discreto
bello
imperdibile
Il Gis ONA NOVE informa
Piera Galbiati - Renato Vercesi
stato definito, in accordo con il Servizio Promozione
È
Culturale del Teatro alla Scala, il nostro programma
per la stagione 2010/2011 che si articola in due Percorsi.
• Il Percorso A propone due Opere: “Tosca” di Giacomo
Puccini, martedì 22 febbraio alle 20 - “Death in Venice” di
Benjamin Britten, sabato 5 marzo alle 20.
• Il Percorso B propone due Opere e un Balletto:
“Turandot” di Giacomo Puccini, domenica 8 maggio alle
15 - “Roméo et Juliette” di Charles Gounod, lunedì 6 giugno alle 20, prima rappresentazione - “L’altro Casanova”,
balletto con musiche di Albinoni, Vivaldi, Schnittke,
Malipiero, Bartok, Boccherini, Bach, domenica 27 marzo
alle 20, prima rappresentazione.
Abbiamo inoltre ricevuto una proposta dal Teatro degli
Arcimboldi di biglietti scontati per lo spettacolo: “Teo
Teocoli & Mario Lavezzi”, show speciale per capodanno in
programma il 31 dicembre alle 22.30 con brindisi di mezzanotte e l’1 gennaio alle 18. Di seguito sono riportati il
prezzo intero e il prezzo scontato:
• Per il 31 dicembre: Platea alta da 99 a 83,5 euro Prima Galleria da 77 a 65 euro - Seconda Galleria da
66 a 56 euro.
• Per l’1 gennaio: Platea bassa da 49,5 a 42 euro - Platea
alta da 44 a 37,5 euro - Prima Galleria da 38,5 a 32 euro
- Seconda Galleria da 33 a 27,5 euro.
Per contattarci: - Cellulare: 3283535160 - E-Mail: [email protected] - Sito internet: www.niguarda.eu.
Lombardia
ONA NOVE 11
VENERDÌ
10 DICEMBRE
ore 20.30
Zonino d’oro 2010
L’Associazione Amici di
TEATRO
DELLA COOP
Via Hermada 8
ONA NOVE
organizza la quindicesima edizione
Musica con il complesso
Bicocca Linea 7
Animazione con
Marta Marangoni e Fabio Wolf
o “Zonino d’Oro” è divenuto nel corso degli anni un
L
importante appuntamento per la nostra comunità.
Scorrendo l’albo dei benemeriti troviamo nomi noti
(Sergio Cofferati, Teo Teocoli, Giovanni Trapattoni,
etc.), ma soprattutto tantissime persone comuni, che
nella vita di tutti i giorni hanno saputo trovare la forza di conseguire importanti risultati non solo per sé,
ma anche per gli altri. Uno spettacolo, aperto al pub-
blico, fa da contorno alla cerimonia di consegna di questo piccolo, ma ambito, riconoscimento: una “Z” di
Zorro tutta d’oro, come quella che campeggia in rosso
nella testata del nostro giornale.
Ecco i premiati di quest’anno
• ENRICO BERTOLINO - COMICO, CONDUTTORE TELEVISIVO E
CABARETTISTA Laureato in Economia e Commercio
all’Universi-tà Bocconi, nel ‘97 debutta su Italia 1 con
“Zelig: Facciamo Cabaret” e, poco dopo, “Ciro, il figlio di
Target”. Di queste trasmissioni diventerà anche autore e
conduttore, fino al ‘99, anno in cui passa alla Rai, dove è
stato impegnato in diversi programmi comici: “Festa di
classe”, ”Convenscion”, “Bulldozer”, la sit-com “Piloti”,
“Glob - L’osceno del villaggio”. Fa parte dei comici di
“Zelig”. Relativamente alla sua carriera, ha scritto due libri e ha partecipato ad alcuni film e commedie teatrali. È
impegnato nel volontariato a favore del Terzo Mondo.
• ANGELO BOTTASINI - PITTORE È nato nel 1928, in quello che
lui definisce il più bel cortile di Niguarda, la “Curt del Casin”,
in via Adriatico 4. Il nome derivava dal fatto che durante la
prima guerra mondiale al suo interno c’era un mattatoio e, a
causa della povertà, alcune donne si concedevano al macellaio in cambio di un pezzo di carne. I suoi dipinti dai colori caldi, luminosi e ricchi di particolari e di personaggi, trasmettono allegria e serenità. I suoi sono quadri a olio, a carboncino o
ad acquerello, realizzati con una tavolozza ricca di giochi cromatici e una tecnica che richiama il movimento pittorico del
divisionismo. I personaggi dei dipinti hanno spesso le sembianze di familiari, amici d’infanzia e parlano del mondo contadino: un maso, paesaggi montani, una nevicata di notte, la
mietitura, balli sull’aia al suono dell’organino, animali da stalla,ma anche Milano,i navigli e scenette di innamorati perché,
dice Bottasini: “Mi piace scherzare sull'amore e la gelosia”.
• MARINA RAMONDA - POETESSA Come molti artisti nascosti
dietro la nebbia, ha tenuto nel cassetto parole mai dette e, dopo aver superato la metà del secolo di vita, ha deciso di fare il
grande “salto” nella poesia sia per lasciare un segno di sé sia
per aiutare giovani di strada e a sostegno dei ragazzi del
Guatemala.A loro va infatti il ricavato della sua prima raccolta di poesia “Ramonda Marina in poesia e…”. Il libro raccoglie
poesie e prose, pagine di diario, se così vogliamo definirle, che
esprimono ciò che l’autrice non riesce a dire in poesia in riconoscenza di persone che l’hanno accompagnata verso la maturità del cuore e dell’anima.Nei suoi versi ruba attraverso gli
occhi e l’anima della gente di strada, che ama in modo viscerale, i pensieri, le azioni, i ricordi e lancia quell’urlo d’amore
fatto di versi e chiamato poesia.
• PIERGIORGIO SANCHINI - ARTISTA (PITTORE SU CERAMICA)
Prima professore di disegno e poi per tanti anni pubblicitario
infine, dopo la pensione, pittore su ceramica. Entrare nel suo
laboratorio è come visitare una vecchia bottega d’arte rinascimentale: le pareti tappezzate di ceramiche dai colori lucidi e
sgargianti, barattoli di vernici e tubetti di vivi colori, matite,
pennelli e carte vetrate. Tra le ceramiche angioletti paffuti,
putti che richiamano quelli del Botticelli e madonne ispirate
alle terrecotte di Luca della Robbia. E poi frutti e fiori dai colori brillanti che ricordano le nature morte dell’epoca.Al sacro
si mescola il profano e possiamo così ammirare meridiane,
maschere, piatti, cavallucci marini, rappresentazione delle
quattro stagioni, del giorno e della notte. Le opere di Sanchini
non si fermano però alle ceramiche. Sono infatti dei capolavori i suoi presepi dove ogni cosa, pastori, pecorelle, casette, laghi e grotte, è ideata e prodotta interamente dall’artista.
• GIANFRANCO ZANINI - ARTISTA POLIEDRICO (MODELLISTA,
PUBBLICITARIO ETC) Ha lavorato come illustratore e poi nei
cartoni animati, nella grafica e nel packaging, diventando direttore creativo d’importanti case discografiche e agenzie di
pubblicità. È suo il manifesto del film “Yuppi Du” di Adriano
Celentano. Ha pubblicato l’unico libro didattico di disegno per
le scuole di grafica e pubblicità in Italia: “Manuale di creazioni visive”. I suoi dipinti sono stati esposti a Milano, in Florida
e a New York. Attualmente è impegnato a realizzare un plastico di 15 mq sullo sbarco in Normandia della guerra mondiale.Vi è ricostruita la spiaggia del D-day con i mezzi da sbarco, i bunker, le trincee e un intero paese, con le strade di terra
o ciottolato di porfido nero, la chiesa, le case dai tetti spioventi, i giardinetti, il porto canale con il ponte mobile, gli ormeggi, le gru, la ferrovia, i magazzini, i boschetti, i campi e le case
coloniche. E infine 350 soldatini e i relativi mezzi militari.
• MATTIA CELLA - PROMESSA MEZZOFONDO ITALIANO Se dici
Cella, a Niguarda, viene in mente il pane, e di quello buono. E
in effetti, il panificio di via De Calboli, fondato nel 1925, è
un’istituzione. Ma c’è un’altra specialità in cui i Cella primeggiano: la corsa. Roberto, 46 anni, è un appassionato marato-
ONA NOVE 12
neta. Una passione trasmessa anche al figlio Mattia che a 18
anni è un talento dei 400 e 800 metri piani: nella prima specialità vanta un personale di 49 secondi e 68 centesimi, tempo che gli è valso la qualificazione ai campionati assoluti di
Pescara disputati lo scorso giugno. Mattia da piccolo ha praticato il salto degli ostacoli e il lancio della pallina. Poi, in terza
media, ha iniziato a correre i 300 metri in piano e ad ostacoli.
Papà Roberto ha quindi deciso di portare Mattia al campo
Giuriati per farlo seguire da allenatori preparati. Da quel momento la cosa si è fatta seria. Senza però trascurare gli studi.
Mattia infatti è frequenta il Liceo Russell e, nonostante i sei
allenamenti, è sempre riuscito a conciliare studio e sport.
• EMILIO GALEOTTA - MUSICISTA E VOLONTARIO “Passione
per la musica e tanta voglia di trasmetterla ai più giovani.”
Queste le ragioni che lo hanno spinto per tanti anni a suonare e a insegnare ai ragazzi con voglia di musica. Molti lo
conosconoperché lo hanno visto spesso esibirsi con gli “Esuli”
e con i “Bicocca Linea 7”. Emilio è nato nel 1950 in via
Ponale. Allora alla Bicocca c’erano poche case e i bambini
giocavano nei prati o all’oratorio della parrocchia. Ed è proprio qui che Emilio ha iniziato a cantare e a suonare il basso elettrico e conosciuto i ragazzi con i quali ha poi formato
il complesso degli “Esuli”, Giordano Briscini, Felice
Carraturo, Daniele Pistoia e Sergio Maestri.Avevano 14 anni e suonavano le canzoni di Celentano all’Àncora (ora Casa
di Alex) di via Moncalieri. Dopo il servizio militare, il suo
compito è stato quello di formare gruppi musicali con l’obiettivo di farli suonare in veri e propri concerti. Così è riuscito
a far suonare in pubblico oltre 100 complessi. Molti di questi si sono esibiti nel “Trofeo Esuli” che Emilio organizza
ogni due anni con il gruppo. La gara, giunta ormai alla terza edizione, ha visto la partecipazione di oltre 40 gruppi.
Inoltre qualche ragazzo ha fatto della musica la propria professione: il chitarrista Marco Biazzi che suona nei Lacuna
Coil, Fabiano Pagnozzi, diventato un bravo arrangiatore, e
molti altri diventati professori di musica.
• ELISABETTA MARANESE - 104 ANNI Ha compiuto 104 anni
l’8 settembre 2010. Da 50 vive a Niguarda insieme alla figlia
Anna, con la quale quando è bel tempo va al bar a bere un’acqua brillante o a fare merenda. Elisabetta è una donnina minuta con la mente lucida, il suo dottore ha detto che è una
donna molto forte. Come del resto anche le sue due sorelle che
sono vissute fino a 105 e 100 anni.Da giovane ha lavorato tanti anni sui telai, ma il ricordo che le da più felicità è di quando faceva la cameriera in una bocciofila e tutti le volevano tanto bene. A tavola preferisce le lasagne alla pastina. Quando
hanno festeggiato il suo compleanno ha cantato vecchie canzoni degli anni trenta in dialetto milanese.
• ADRIANA PONTI - INSEGNANTE È stata per quasi 40 anni
maestra alle elementari di via Cesari. Entra nella scuola “all’aperto”, come allora veniva chiamata, nel ‘71, per occuparsi
dei bambini durante la refezione e la ricreazione: due ore di
lavoro al giorno, ritagliate dall’impegno di studentessa universitaria di fisica. Con l’insegnamento è amore a prima vista. Il progetto universitario sfuma di fronte al grande desiderio di creare una scuola dove ogni bambino e ogni bambina potesse esprimere le proprie potenzialità. Dal 1978 inizia
a partecipare alla costruzione del tempo pieno, un modello
educativo che prevede due insegnanti specialisti, che lavorano in compresenza per alcune ore della settimana. La voglia
di sperimentare in quegli anni è tanta: la fattoria con gli animali, la musica, le attività di agraria. Adriana non lascia la
Cesari se non quando, contro la sua volontà, va in pensione, mentre prima la Moratti e poi la Gelmini si avviano a
DURANTE LA SERATA ESTRAZIONE DELLA
SOTTOSCRIZIONE A PREMI
1° premio: televisore LCD 19”
2° premio: cesto natalizio
3° premio: telefono cellulare
4° premio: telefono cordless
5° premio: tostiera
6° premio: frullatore
a cura di Lorenzo Meyer
smantellare uno dei migliori modelli educativi del mondo.
• CARLA NOBIS - INSEGNANTE È stata maestra per oltre 40
anni, 33 dei quali trascorsi nella scuola di via Cesari. Quando
ha iniziato, nella scuola all’aperto al suono della campanella i
bambini e le maestre andavano in refettorio per una colazione a base di latte e cacao. Il piacere di iniziare la giornata in
modo così familiare, tra chiacchiere e saluti, sono tra i ricordi
più belli dei suoi lunghi anni di insegnamento. A scuola si respirava nell’aria un fermento elettrizzante: rifiuto dei vecchi
modelli educativi, studio di nuove metodologie di insegnamento, abolizione del voto, rifiuto del sussidiario ministeriale,
testi autoprodotti per rispondere meglio alle esigenze della
classe... stava nascendo la scuola a tempo pieno e Carla è stata una delle “ostetriche”. Lascia la scuola nel 2009, e da allora
assiste attonita al progressivo svuotamento di risorse e contenuti di un modello didattico ed educativo che ha richiesto
un’elaborazione lunga quanto tutta la sua carriera.
• FRANCO TIRONI - AGENTE PUBBLICITARIO DI “ZONA NOVE”
Quando 15 anni fa Franco Tironi si assunse l’onere di raccogliere la pubblicità per “Zona Nove” ancora in fasce, il giornale aveva solo pochissimi inserzionisti, insufficienti a pagare le
spese di stampa, e quindi la redazione era costretta a fare i
salti mortali per pareggiare il bilancio. Franco non aveva mai
fatto un “mestiere” del genere, ma con il suo ottimismo della
volontà e la sua determinazione, è riuscito nell’impossibile. E
così grazie a lui, e agli inserzionisti che hanno in tutti questi
anni accettato il suo invito a scommettere sul giornale, “Zona
Nove”si è affermato e cresciuto,passando da 8 pagine in bianco e nero a 32 a colori e da 5000 copie a 32mila. Così ora
Franco può tranquillamente ritirarsi a vita privata per godersi i nipotini. Prima però - con grande senso di responsabilità ha voluto passare quest’anno a instradare il suo successore,
Flaviano Sandonà. Grazie, Franco, ma non pensare di “sparire”, perché avremo sempre bisogno di te.
ROBERTO CLERICI - DIRIGENTE SPORTIVO Classe 1944, ha lavorato per oltre trent’anni in una delle principali compagnie
assicurative italiane. La sua passione per lo sport inizia esattamente 25 anni fa, nel 1985, quando entra come dirigente
nella Frassati, società sportiva attiva nelle discipline di calcio
e pallacanestro. Nel 1990 diventa Presidente, carica che mantiene anche in seguito alla fusione con la Polisportiva
Pratocentenaro, che nel 1991 dà vita alla Polisportiva
Frassati Cep. Dal 2007 è Vice presidente dell’Asd Niguarda
Calcio, società nata dalla fusione della Polisportiva Frassati
Cep con l’Us Azzurri Niguardese. Roberto Clerici è una persona molto nota in zona anche per il suo impegno politico visto
che da oltre trent’anni è presente nel Consiglio di Zona 9 e per
questo ha ricevuto anche l’Ambrogino d’Oro nel 2006 assieme
a un altro “storico” consigliere di zona, Aldo Rossetti.
CLAUDIO CICERI - DIRIGENTE SPORTIVO Classe 1931, nella vita si è occupato della sua officina meccanica, che dava lavoro
a quindici dipendenti e che ha rivenduto negli anni ’90. Nel
1975,esattamente 35 anni fa,è entrato come dirigente nell’Us
Azzurri Niguardese. Per oltre un decennio ha ricoperto la carica di Vicepresidente per poi, all’inizio degli anni ’90, ricoprire la carica di Presidente, che ha mantenuto fino al 2007, anno della fusione dell’Us Azzurri Niguardese con la Polisportiva Frassati Cep che ha dato vita all’Asd Niguarda Calcio, società della quale, attualmente, è Vicepresidente.
Alla memoria
EGLIA MIGLIANI (1918-2010) - MOGLIE DI FRANCESCO
RIGOLDI Nata ad Azzanello (CR), a 9 anni viene a Niguarda
e dal ‘32 lavora alla Santagostino. Nel ‘40, quando il fascismo
entra in guerra, sposa Francesco Rigoldi, fabbro alla Pirelli e
coordinatore dell’attività partigiana clandestina nelle fabbriche della Bicocca e di Sesto S. Giovanni. Eglia, che fa la portiera in viale Sarca 78, ospita in casa le riunioni dei partigiani in preparazione degli scioperi del ’43 e del ‘44, cui partecipano tra gli altri il niguardese Giovanni Brambilla e Giovanni
Parodi, miltanti comunisti. Nell’aprile ‘44 Francesco viene arrestato. Eglia si trasferisce con la figlia Silvana in via
Hermada 4 dove prende parte alle iniziative di sostegno ai
partigiani. Il 30 dicembre del ‘44 Francesco, fuggito dal treno
che lo portava in campo di concentramento ed entrato nella
Resistenza, viene fucilato dai fascisti. Nella sua ultima lettera a Eglia scrive: “Cara moglie, quando riceverai questa mia
non sarò più di questo mondo. Perdonami. Avevo sognato un
mondo di felicità. Così invece ti lascio sola con due bambini.
Abbi per essi tutte le cure che so che tu hai perché sei buona”.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
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ONA NOVE 13
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DICEMBRE 2010
Anno 3 - n. 25
ONA NOVE
GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - ISOLA
Redazione: via Confalonieri 11 (Mi), tel./Fax 02.39820110 - e-mail: [email protected] - Supplemento di “Zona Nove”
Autorizzazione del Tribunaledi Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
via Val Maira 4, Milano - Stampa: Centro Stampa Editoriale Libertà SpA, località Dossarelli, Piacenza.
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Direttore: Luigi Allori. Redazione di “Zona Nove”: Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo,
Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Redazione del supplemento Isola: Sergio Ghittoni (responsabile), Primo Carpi, Gilda Ciaruffoli, Diana Comari, Roberto Lana, Penelope Dixon Giaouris, Angelo Longhi,
Maria Antonia Vetti. Collaboratori: Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo
Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Caterina Sinisi, Gero Urso, Luigi
Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione: Lorenzo Gomiero. Pubblicità per il supplemento Isola: Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Diritti sospesi sulla torre di via Imbonati
entre scriviamo, ormai da un mese un gruppo di tre lavoratoM
ri migranti vive in cima alla torre ex Carlo Erba di via
Imbonati, nonostante i diluvi, il freddo e le immaginabili scomodità. E sotto di loro si allarga ogni giorno il presidio di altri stranieri
e di tanti italiani,con gazebo,musica,raccolta di generi di prima necessità e quindi soprattutto di solidarietà. Cosa motiva la protesta?
Una truffa colossale che, per responsabilità del Governo, è costata
a migliaia di loro un sacco di soldi e anche la possibilità di continuare a vivere in pace.
In breve: nel settembre 2009 viene varata la cosiddetta “sanatoria”,
al costo di diverse centinaia di euro e di un lungo iter burocratico
per ciascuno di loro. Ma la sanatoria riguarda solo colf e badanti, i
lavoratori degli altri settori (edilizia, commercio, pulizie…) ne sono
esclusi, ma non lo sanno, anzi molti truffatori spillano soldi sfruttando le difficoltà linguistiche. Così oggi si ritrovano ad aver pagato cifre che corrispondono anche a vari mesi di lavoro e, contemporaneamente, ad aver indicato sulla modulistica i loro recapiti, che
faciliteranno la loro espulsione come clandestini… E nel frattempo,
il Governo si è inventato anche il reato di clandestinità, per cui rischiano la denuncia: i derubati che rischiano la galera! a Napoli di
direbbe “cornuti e mazziati”, ma non c’è da ridere. E tutto per aver
creduto alla promessa di una vita un po’ più normale.
Ma loro non ci stanno e stavolta sono decisi a rivendicare i loro diritti, non solo il permesso di soggiorno, ma in primo luogo la dignità umana. E ottengono progressivamente un risultato importante:
si risvegliano le coscienze di altri migranti, anche regolari, di tantissimi italiani, dei media: tra i primi a offrire cibo, bevande, indumenti e sorrisi ci sono alcuni abitanti del quartiere, poi le associazioni di volontariato di zona, gli studenti del vicino Istituto ZappaCremona, i partiti del centro sinistra e i candidati delle “primarie”,
il Consiglio di Zona 9, la Caritas Ambrosiana, singoli cittadini da
tutta la città… In questi giorni, ormai, via Imbonati è uno dei luoghi principali in cui, 24 ore su 24, si discute e si costruisce la prospettiva della Milano di domani.
Domenica 14, nonostante la pioggia, sotto la torre si svolge un’affollatissima Assemblea Nazionale dei Migranti, con testimonianze da Rosarno, da Brescia, da tutta Italia. La manifestazione studentesca del 17 devia il suo percorso per portare un abbraccio ai
migranti sospesi, “fratelli” ormai di uno studente su 4 delle scuole milanesi. E sabato 20 un altro corteo, che parte dalla torre per
coinvolgere ancora Milano e per far aprire gli occhi a chi è disposto a capire che i diritti che difendono (lavoro, sicurezza, giustizia,
dignità…) sono anche i nostri.
Per info: http://immigratimilano.blogspot.com/ (Vittorio Sardo)
Uomini e torri
so che si tratti di un essere umano imbracato in un sacco per
far risaltare ancora di più il suo messaggio di disperazione
e di precarietà. Poi, per fortuna, di un fantoccio soltanto si
tratta; dondolante appena con la sua lunga corda. Ma il
messaggio resta. Quella sagoma umana impiccata è l’alter
ego, è l’avatar sconfitto, è l’autopercezione di quei cinque ragazzi che sempre più nitidamente si intravedono compatti
sul cornicione della ciminiera. Striscioni bianchi a grosse
lettere rosse per spiegare cosa vogliono; drappeggi di stoffe
cerate per proteggerli di un soffio dalle notti e dalle piogge
di novembre. Come mangiano? Come dormono? Dove fanno
i loro bisogni?
Non conta proprio niente quel fantoccio, non ha cose, non ha
case, non ha automobili, conti correnti, antenne paraboliche, ponti, vacanze… nulla! Solo un corpo ed una mente che
ha cercato di offrire ad ogni costo, anche al più umiliante,
ma che dopo una speranza di sanatoria comprata con tutti
i pochi soldi raggranellati con una pena inimmaginabile,
ora vengono rimandati nel nulla dal quale provengono.
Però, nel momento stesso in cui l’incubo anziché rimosso viene rappresentato, esso viene smascherato e sconfitto! Da
simbolo di un fallimento individuale, quel fantoccio appeso
ad una torre icona di un’epoca e di una città, diventa il simbolo di una battaglia collettiva. Parafrasando Camus, si
passa dal “solitaire” del clandestino nascosto, al “solidaire”
di una intera comunità.
Ai piedi della torre c’è un presidio permanente di qualche
decina di persone. Ci sono due tende dove ci sono materassini e siedono in pianta stabile uomini burberi e vocianti.
Fumano in continuazione, e costituiscono il coro di fondo
per i compagni auto imprigionati sulla torre. Ci sono tavoli
sopra i quali ci sono cassette sommarie di cartone con feritoie eloquenti nelle quali mettere “…dollari, dobloni, palanSegue a pag. 16
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(foto di Roberto Lana)
er un bel pezzo, sino a che gli occhi non sono in grado di
P
mettere a fuoco quello che veramente pende, altissimo,
dal cornicione della torre ciminiera dell’ex Carlo Erba, pen-
Lombardia
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ONA NOVE 15
Politica e civiltà
Il Pgt: ovvero il diavolo e l’acqua santa
Casa della Memoria
o Casa dell’oblio?
Il nuovo Piano di Governo del Territorio sotto esame nel nostro quartiere.
Solo brutte sorprese in arrivo per verde e volumetrie.
Assemblea dell’Anpi all’Isola.
omenica 7 novembre mattina, nella sala Primo Maggio
D
di via Sebenico (cuore del cuore dell’Isola) si è tenuta I
una assemblea-dibattito organizzata dall’Anpi della
Sezione Almo Colombo (via Padre Monti). Argomento:
“Casa della Memoria - Community Center: a che punto siamo?”. È stata un’iniziativa presa doverosamente da chi ha
tutti i titoli per farlo. In effetti siamo ormai a fine 2011 e la
costruzione della Casa della Memoria, della quale l’Anpi è
una delle componenti più importanti, non solo non è neppure iniziata, ma ne è ancora incerto il reperimento di una
parte importante dei fondi. Si contava per questa sugli
stanziamenti per le celebrazioni del 150esimo dell’Unità
d’Italia, ma poche cose in Italia sono così insicure e volatili
come gli stanziamenti e le promesse.
Parlare della Casa della Memoria ha però innescato una
prevedibile reazione a catena; ha riportato a galla tutti i
conflitti urbanistici e sociali del nostro quartiere. Le tappe
sono note, notissime. Nel 2007, anno di punta della resistenza del quartiere all’apertura degli interventi faraonici
del progetto Porta Nuova, che lo privano delle sue strade e
dei suoi giardini, e della demolizione della Stecca degli
Artigiani, il Comune promette di convertire l’equivalente
degli oneri di urbanizzazione che il progetto porterà nelle
sue casse in un Community Center, o Centro Civico, affacciato sul (non eccessivo) spazio verde del Porta Nuova e
contenente, finalmente, quelle strutture sociali che il quartiere sogna da sempre. Un asilo nido, un centro per la terza età, una biblioteca… Un anno più tardi la concomitanza
di sfratti o inadeguatezze logistiche nei confronti delle varie Associazioni cittadine legate alla guerra di Liberazione,
ai deportati, alle vittime del terrorismo, porta ad una mossa unilaterale di cambio destinazione. Il Community
Center non si fa più… si fa la Casa della Memoria. La cittadinanza, il Consiglio di Zona, passano rapidamente dalla
incredulità alla protesta, alla richiesta di spiegazioni, all’invito a trovare soluzioni che non penalizzino né chi della
Memoria è un insostituibile presidio (le Associazioni, appunto) né i cittadini che di un Centro polifunzionale hanno
da sempre un reale bisogno.
Brucia lo scambio passato sulla testa del quartiere. Brucia
il disagio interiore dettato dal fatto che la Casa della
Memoria, entità indiscutibilmente meritevole, ma in realtà intervento dovuto da parte della Amministrazione
Comunale nei confronti delle varie Associazioni rimaste
senza sede, sia scambiato con il Community Center, ovvero
con un dovuto urbanistico nei confronti di un quartiere provato da mille disagi. Brucia anche il fatto che il piccolo
Incubatore dell’Arte e degli Artigiani (che sembra l’unico
sopravvissuto delle promesse originali), chiamato anche “la
Stecchetta”, non salvi in realtà le funzioni storiche della
gloriosa Stecca.
Ecco perché in Sala Primo Maggio c’era tanta gente. Oltre
ai dirigenti della Sezione dell’Associazione Nazionale
Partigiani Italiani promotrice (Renato Capelli, presidente,
e Piero Scaramucci) c’erano anche Giuseppe Natale, presidente della Sezione Anpi di Crescenzago, e Giuseppe
Pirovano, coordinatore dell’Anpi di Zona 9. C’erano alcuni
consiglieri di Zona, in particolare il capogruppo del Partito
Democratico, Mattia Stanzani, il capogruppo Italia dei
Valori, Poidomani e Franco Tucci di Rifondazione. C’erano
diversi esponenti del Comitato dei Mille, tra i quali, a intervenire, è stato l’architetto Gardella. C’erano i rappresentanti di Isola Art Center, Legambiente, Punto Rosso.
C’erano due dei quattro candidati in lizza nelle primarie
per la campagna elettorale di primavra per Palazzo Marino
2011, Valerio Onida e Michele Sacerdoti.
Invitati, ma ahimè non presenti, i consiglieri comunali
Giovanni Verga e Carlo Maria Masseroli, rispettivamente
assessori alla Casa ed allo Sviluppo del Territorio del
Comune di Milano.
Gli interventi sono stati tanti, documentati, a volte molto
critici, ma sempre costruttivi. Accanto agli inevitabili richiami agli eccessi urbanistici, ai ritardi ed ai disagi dei
cantieri della Metrò 5, alla irritazione per la falsa scelta alternativa adottata unilateralmente dal Comune, si è parlato di individuazione di altri spazi verdi nel quartiere e, molto insistentemente e da più parti, del diritto dovere di chiedere di poter insediare le funzioni promesse del Centro
Civico in uno dei tanti spazi del Progetto Porta Nuova lasciati liberi dai destinatari originari. In particolare in un
“pezzetto” del cosiddetto, sterminato (20.000 metri quadri!),
“lumacone di Grimshaw“, la struttura futuristica chiamata
nella visione iniziale del Porta Nuova “Casa della Moda” ed
ora invece richiesta da, indovinate!, una notissima catena
di supermercati.
Apertura e chiusura, naturalmente, a cura dell’Anpi.
L’Associazione ha ovviamente insistito sul suo dovere di vegliare su di un progetto Casa della Memoria che da immediato comincia a divenire ogni giorno più evanescente. Ma
ha anche rivendicato, dimostrandolo con il successo del dibattito, la sua funzione di parte integrante della società
contemporanea e dei suoi problemi. (Primo Carpi)
l laborioso e ponderoso
Piano di Governo Territoriale del comune di Milano è stato pubblicato in
diversi siti istituzionali tra
l’8 settembre ed il 7 ottobre. Dopo di che sono state concesse alla cittadinanza 30 giorni (poi divenuti quasi quaranta) per
avanzare osservazioni. A
partire dal 15 novembre è
partito l’ultimo passo dell’iter del Piano con l’acquisizione delle osservazioni Asl e Arpa, il parere
della Provincia, la conferenza di Valutazione Ambientale Strategica e, infine, entro la prima metà
del prossimo febbraio l’approvazione in Consiglio
Comunale. Una volta approvato il Piano di Governo del Territorio sostituirà il vecchio Piano Regolatore del 1980;
esso prevede indicatori e regole di forte interesse per tutti, non solo per gli addetti al settore.
La sua visione si qualifica in una rinnovata configurazione urbana reticolare-multicentrica; alternativa a quella attuale, radiale e monocentrica.
Il Piano si basa su concetti come “consumo del suolo”, “densificazione”,
“meccanismo perequativo” che andrebbero senz’altro approfonditi da
qualunque cittadino “curioso” a quanto sta succedendo e succederà nella sua città già sconvolta dai macro cantieri sincronizzati su Expo 2015.
Prendiamo, per capirne qualcosa, un bel cartellone bianco e disegniamoci sopra un grande cerchio. Dividiamo questo cerchio in tanti spicchi sottili, e in tanti cerchi concentrici tra loro molto vicini e via via più
piccoli. Sino ad arrivare ad un piccolo circolo centrale, indivisibile, come
il centro di un bersaglio.Dopo questa lavorata,insomma,avremo un reticolo di migliaia di quadratini compreso tra la circonferenza madre e
il cerchietto centrale.
Immaginiamo che questo reticolo rappresenti il nostro territorio urbano e dividiamolo in 88 “nuclei di identità locale”.
All’interno di ognuno di questi nuclei coloriamo di verde i quadratini
destinati, mettiamo, a verde pubblico. Coloriamo in giallo quelli destinati a strutture di servizio pubblico. Dalle piazze ai mercati agli edifici
pubblici e religiosi. Coloriamo poi con tinte differenti quelli destinati ad
essere ricostruiti,quegli altri destinati ad una edilizia popolare,e poi altri ancora ad uso ufficio, laboratorio, abitazioni di varia tipologia.
Il fatto di partenza più importante è che si ipotizza che l’intero cerchio
debba supportare una cubatura atta a far fronte ad una popolazione
complessiva molto maggiore di quella attuale. Un milione e ottocentomila persone contro il milione e trecentomila di adesso! Se quel cerchio
fosse una torta alla panna, insomma, se prima la si pensava, diciamo,
di cinque chili, adesso, senza cambiarne il diametro, la si pensa di sette. E quindi di circa un terzo più alta… E poiché il piano vuole a tutti i
costi arrivare a questa benedetta torta da sette chili, ogni volta che una
parte di questo dolce viene abbassata, o addirittura ripulita dalla sua
porzione di panna, ecco che la panna avanzata deve essere impiegata
da qualche altra parte.
La torta, insomma, non sarà affatto piana. Avrà valli e montagnole e
anche qualche picco, ma sempre sette chili deve pesare.
Fuori di metafora, tutte le volte che un quadratino del nostro cerchio
Il Consiglio di Zona 9
e i lavoratori immigrati
iovedì 11 novembre una delegazione degli immigrati di
G
via Imbonati è stata invitata a presentare in CdZ le ragioni della protesta. I due rappresentanti intervenuti in
CdZ hanno denunciato l’insopportabile condizione di invisibilità in cui sono costretti a vivere, problema che va addirittura al di là del regolare permesso di soggiorno o del pericolo di reato di clandestinità. Ci hanno illustrato, con la
verità della loro vita, il dramma di vivere in una nazione in
cui non hanno gli stessi diritti di tutti gli altri e in cui anche i loro figli, nati e cresciuti in Italia, rimangono a rischio,
senza il diritto di essere cittadini della nazione in cui sono
nati e pertanto, a 18 anni, a rischio espulsione.
Innanzi tutto il CdZ 9 ha ritenuto importante che gli immigrati potessero far ascoltare le loro ragioni all'interno di
una sede istituzionale, quella a loro più vicina, il quartiere
in cui si trova via Imbonati e la sede della protesta.
I poteri dei CdZ non permettono di fare molto: tutti partiti
della maggioranza di centro sinistra hanno però votato una
mozione in cui si impegnano a promuovere presso le istituzioni competenti le azioni utili al raggiungimento di miglioramenti all’attuale legge sull'immigrazione.
Ci sono, a mio parere, due urgenze: una riguarda i bambini e
l’altro il lavoro. Non è accettabile che un bambino che nasce in
Italia e vive a va a scuola con i nostri figli non sia da subito cittadino italiano. In anni di crisi economica così dura deve essere
allungato il permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro.
(Mariangela Rustico - Coordinatrice PD zona 9)
viene destinato a verde, ad
esempio, si sposta su di
un’altra parte del reticolo
la sua potenzialità teorica
abitativa con meccanismi
di “perequazione” e di contrattazione affidati ad apposite Borse.
L’aver voluto mantenere
l’integrità del Parco Sud,
ad esempio, ha generato
un bel po’ di “densificazione” abitativa in altre parti
del cerchio.
Una cosa che colpisce molto in questo Piano, quindi,
è che esso sancisce un avvenire ad alta densità abitativa e costruttiva che
“deve essere onorato” con
le regole del libero mercato. Fino a che la volumetria complessiva cioè non
sarà raggiunta, sarà sempre possibile individuare quadratini su cui si potrà intervenire e “densificare” ricorrendo, naturalmente, alla verticalizzazione residenziale.
Ora chi è in grado di rilevare le varie quantità di panna avanzate per
sistemarle altrove? Chi è in grado di raggiungere l’obiettivo strategico
di alzare “mediamente” l’altezza della torta? Ovviamente i grandi costruttori, che dispongono di mezzi e competenze adeguati. Teniamo
presente che a Milano il parco abitativo è praticamente costituito, in
parti pressoché eguali, da edilizia libera e da edilizia convenzionata.
L’edilizia agevolata vera e propria (case popolari) copre un minimo 3
per cento della domanda complessiva. E il Pgt non contiene alcun indirizzo correttivo al riguardo.
Un altro aspetto politicamente rilevante è costituito dal fatto che anche
le strutture di servizio e le infrastrutture sono state censite per ognuno degli 88 nuclei di identità… ma non si è assolutamente legato il ritmo della densificazione a quello della creazione preliminare delle strutture di servizio. Lasciata alla iniziativa privata (!) od all’intervento del
Comune nei tempi e nei modi che saranno, se saranno, possibili.
Una prima stima fa salire a 14 i miliardi di euro necessari per
realizzare tutte le strutture di servizio mancanti, mentre, per i
prossimi tre anni, i fondi di copertura che si potrebbero reperire
non arrivano alla metà!
La torta, insomma, alla fine avrà il peso indicato dal Comune e la forma uscita dalle contrattazioni del libero mercato, ma non avrà alcuna
certezza di contrappeso sociale.
Con questi presupposti, l’Isola non aveva molte chances di uscirne bene. Ci sono stati diversi incontri di quartiere, di associazioni, di partito,
per esprimere, nei tempi visti all’inizio, le osservazioni più idonee.
Per l’Isola la densità abitativa è già molto alta, la verticalizzazione non teme rivali, la costituzione di un polo di servizio (centro civico e incubatrice dell’arte) è stata di fatto negata con il famoso
scambio con la Casa della Memoria. Si legga al riguardo il nostro
servizio sell’Assemblea Anpi del 7 novembre scorso. Di fatto il
Piano di Governo per il nostro quartiere sembra morto prima ancora di nascere, preceduto e bypassato, a tutti gli effetti, dal mega
progetto Porta Nuova e dallo scambio Centro Civico - Casa della
Memoria. Due mosse che non hanno certamente seguito l’iter consultativo del Pgt. Speriamo quindi che anche le nostre osservazioni trovino altri tempi e altri spazi per rendere un poco meno indigesta la nostra fetta di torta. (Primo Carpi)
(segue dalla pag. 15)
che, sghei, …soldi insomma.” Ci sono focacce e salse dagli odori impossibili. Ci sono due, tre portavoce che spiegano in continuazione, con un italiano stentato, la storia epica e tragica
che stanno vivendo. Un foglio appeso all’interno di una tenda
elenca gli appuntamenti della giornata. Sembra che anche
Anno Zero parlerà di questi ragazzi. Arrivano in continuazione piccole radio, piccole testate giornalistiche. E i portavoce
non si negano a nessuno, ore e ore a parlare, a spiegare.
A parte i giovani (e meno giovani…) e alterni inviati speciali, non si vedono altri indigeni in questo momento. Spinti come da un destino, come dannati danteschi, dal loro traffico
convulso, guardano appena appena dai finestrini delle loro
auto, e poi scompaiono. Questa zona, per inciso, è una delle
parti di Milano dove la natalità è più bassa. Nel 2006 i suoi
residenti erano 194.300, dei quali però, già allora, oltre
26.000 erano stranieri, ovvero extra comunitari. Uno su sette, cioè. Ovvero uno ogni sei italiani. O meglio, uno ogni sei
comunitari. Non ce la sentiamo di chiederci ogni quanti milanesi… Ma mentre per gli over 60 gli stranieri erano 500
contro 46.000, nei bambini in età prescolare e negli adulti
in età centrale (tra i 20 ed i 39 anni) il rapporto si impennava ad uno su quattro, o poco meno. Il 25 per cento!
È l’ultimo atto, inaspettato e inaspettabile, dei “cunti de li cunti” dei pupari siciliani. Le parti si invertono, i paladini cristiani sono in rotta, nascosti nelle macchine e nei palazzi che maghi diabolici hanno costruito attorno a loro, intabarrati e irriconoscibili. E i saraceni, liberati dalla nostra cattiva coscienza, fieri e prolifici nei loro stracci colorati e nei loro capelli incolti, dilagano per le nostre strade narcotizzate, accendono bivacchi e occupano le torri interiori delle nostre città.
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Cultura e costume
Il Museo della macchina per scrivere di via Menabrea
Museo insieme ad una copia della tesi, per “farla rivivere”.
Spiega il Di Donato, che come questa, vi sono molte altre macchine
che “possiedono un’anima”.Per esempio:quella del magistrato Gustavo
Gambarota, usata per scrivere in casa onde evitare fughe di notizie, oltre 300 sentenze (una delle quali a carico di Vittorio Sgarbi). Quella del
Prof. Luigi Cagnolaro, per 40 anni direttore del Museo di Storia
Naturale di Milano, con la quale ha scritto due suoi trattati e una lucida Olimpya, molto importante, usata ai primi del ‘900 da Matilde
Serao e dal marito Edoardo Scarfoglio che fondarono nel 1892 il
Mattino di Napoli. Il Presidente, con evidente orgoglio, aggiunge in proposito: “Mi è stata donata dagli eredi perché mio padre conosceva i
Serao, tanto che nel 1935 fui tenuto a battesimo proprio da un primo
cugino della scrittrice, di nome Angelo Cerbarani”.
Tra i pezzi più rari si può ammirare una macchina per scrivere cinese
con 4.000 ideogrammi, e quelle che scrivono in arabo, in cirillico e in
ebraico. Esposta c’è anche una macchina che scrive in Braille, l’alfabeto inventato nel 1826 dal geniale non vedente Louis Braille.
Le visite al Museo sono guidate direttamente dal Di Donato, che con
grande passione illustra nei dettagli ogni singolo pezzo. Aggiunge poi
particolari elementi anche sulla nascita della scrittura, dalle incisioni
rupestri alle tavolette cuneiformi,dalla scrittura sui papiri all’invenzione della stampa. Egli poi conclude dicendo che: “Dopo tutto ciò l’uomo
è arrivato ad ideare e perfezionare questo prezioso strumento, che tanta importanza ha avuto nell’evoluzione culturale della nostra società”.
Il museo è diventato anche un importante Centro dove si svolgono corsi di cuneiforme, geroglifico, scrittura creativa e di giornalismo, con
l’aiuto del Prof. Pippo Scirè, esperto e studioso di scritture antiche. Il
museo organizza anche visite per le scolaresche e altri gruppi in tutti i
giorni della settimana, basta prenotare telefonando al 347.8845560. Il
normale orario di apertura è nei giorni di martedì, venerdì e sabato,
dalle ore 15 alle ore 19.
Per ulteriori approfondimenti si consiglia di vistare il sito web:
www.umbertodidonato.org (testo e foto di Roberto Lana)
Museo della Macchina per Scrivere è situato in via Menabrea 10,
IdilsinMilano.
dal 18.11.2007 quando fu inaugurato con il patrocino del Comune
Il Sig. Umberto Di Donato, presidente dell’Associazione
Culturale e ideatore del Museo, orgoglioso del suo gioiello ci racconta:
“Ho lavorato per 30 anni alla Banca Commerciale Italiana di piazza
della Scala e poi ho avviato uno studio professionale. In oltre cinquant'anni di lavoro la macchina da scrivere, strumento allora rivoluzionario, ha segnato il mio percorso di vita e mi ha sempre facilitato nell’affermazione professionale. In segno di riconoscenza nei suoi confronti ne
ho raccolto circa 900 esemplari, datati dal 1882 a fine 900, decidendo
infine di catalogarli e esporli in un idoneo luogo, a disposizione gratuita del pubblico milanese.
I visitatori, sia giovani che in età avanzata, restano affascinati di fronte alla varietà dei modelli ed alla successione delle innovazioni registrate da queste macchine, passate oggi inesorabilmente tra gli oggetti di archeologia industriale. dopo avere contribuito nel XX secolo a diffondere la cultura, quella cultura che è comunicazione e conoscenza e,
quindi, anche sinonimo di libertà. Ha scritto anche cinque libri, i cui ultimi due sono : “La Penna, Il Tasto e il Mouse”, un saggio sulla storia
della macchina per scrivere, e “Non più guerra”, autobiografia dei
cruenti anni dal 1940 al 1943. Questi libri sono anche stati tradotti in
Braille dalla Biblioteca Italiana per Ciechi di Monza”.
Negli spazi del museo sono esposti circa 400 pezzi delle marche più famose italiane e straniere: Remington , Umderwood, Olivetti, Mercedes,
Kappel, Klein-Adler, Olympia,Torpedo e tante altre.Alcune molto rare
e frutto di donazioni. Proprio mentre stavo eseguendo le riprese fotografiche per completare l’articolo, è entrata una distinta signora con la
sua vecchia macchina Triumph, usata nel 1982 per scrivere una tesi
sul pensiero psicologico di Karl Abraham. Era felice di lasciarla al
In alto a sinistra, una sala
del museo e il direttore Umberto
Di Donato. Qui a fianco, da in alto
a sinistra, la macchina per scrivere
di Matilde Serao, una Odel monotasto
del 1887, una Hammond del 1893,
una Gundka monotasto e infine
una Williams 1 Curved del 1891.
La Fonderia suona il jazz
La moda che vorremmo
Ha una sola vetrina, ma si fa notare. Basta suonare il campanello
e si aprono le porte non solo di un negozio che propone capi
di altissima qualità, ma proprio di un mondo, di un modo
di concepire la moda. Un modo critico.
l 7 di via Carmagnola troviamo
A
L’Isola della Moda, negozio nel
quale a novembre si è tenuta la pre-
a Fonderia Napoleonica Eugenia continua a viL
vere come luogo di lavoro, arte e cultura.
Oggi, infatti, i suoi antichi edifici nel cuore del quartiere Isola (che un tempo erano la sede di una prestigiosa fonderia dedita alla produzione di campane e
monumenti in bronzo), ospitano un museo dedicato
alla storia dell’arte fusoria ma anche eventi, manifestazioni culturali e concerti.
“Fonderia in Jazz”è il nome delle serate musicali che
animano l’atmosfera di questo gioiello di archeologia
industriale dall’acustica potente e suggestiva, tutti i
giovedì dalle ore 19.30 alle 23.00, con un interessante calendario di concerti dal vivo.
Il 18 novembre è stata la volta di Luca Biggio (sax),
Max Carletti (chitarra) e Marco Volpe (batteria): tre
campioni dell’improvvisazione “senza rete” in grado
di mescolare brani del repertorio classico e composizioni originali. Un’avvincente serata di improvvisazione jazz, dunque, per i fortunati che vi hanno assistito, in cui degli ottimi musicisti hanno saputo realizzare un mix di possibilità sonore e dove l’apparente semplicità delle composizioni ha fatto da base a
infinite variazioni verso il particolare.
Lombardia
Oltre alla musica, durante la serata, è stato possibile approfondire anche la storia di questo luogo magico dove l’artigianato artistico ha dato vita ad alcune
delle campane più celebri d’Italia (tra cui quella del
campanile di San Marco a Venezia) con un tour guidato alla scoperta di tutti i segreti dell’antica fabbrica, fondata nel 1806 dai fratelli Manfredini in onore
di Eugenio di Beauharnais viceré del Regno d’Italia,
da cui deriva il nome di Fonderia Napoleonica
Eugenia.
Allestito negli antichi ambienti di lavoro accuratamente restaurati, il museo della Ditta F.lli Barigozzi
-proprietari della fonderia, succeduti ai Manfrediniconserva infatti documenti, fotografie, strumenti e
attrezzature legati all’attività fusoria svolta per oltre
un secolo e permette di ripercorrere idealmente le
diverse fasi di lavorazione delle campane, dalla creazione della sagoma fino al momento della fusione.
Una bella opportunità, dunque, per scoprire un modo diverso e più originale di passare qualche ora in
compagnia, fuori dal solito circuito di locali.
Informazioni sui prossimi eventi sul sito web:
www.fonderianapoleonica.it (Diana Comari)
Lombardia
Lombardia
sentazione della collezione autunno/inverno di Sergio Palimodde, uno
tra i tanti eventi che questo spazio
organizza e accoglie. Il negozio infatti è aperto a stilisti che si sono riconosciuti in una certa filosofia del creare, che sia artigianale, sartoriale, e
che ponga massima attenzione alla
qualità dei materiali, alla loro provenienza, e all’unicità del design.
Insieme hanno elaborato il concetto
di “moda critica” e insieme si propongono sul mercato affrontando i giganti delle grandi firme o delle grandi
catene di distribuzione. “Al momento
si tratta forse di un discorso ancora
un po’ di nicchia”, ci spiega Guya
Manzoni, responsabile della comunicazione. “Non siamo più abituati a un
certo tipo di qualità sartoriale”.
E quindi neanche a un certo tipo
di prezzi…
“Prezzi che sono più alti di quelli di
una grande catena di distribuzione
ma non sono comunque così spaventosi! E in ogni caso noi ne siamo orgogliosi, nel momento in cui ci chiediamo: perché alcuni riescono a vendere magliette a 3 euro e noi no?
Perché quel tipo di prezzi implica una
serie di disfunzioni quali il non rispetto dei lavoratori, nessuna attenzione alla qualità e alla durevolezza dei capi… noi auspichiamo non solo una produzione critica, ma anche un consumo critico; la riscoperta
dei valori legati alla scelta di un capo di abbigliamento che ci rappresenti davvero”.
Com’è il vostro rapporto con il quartiere?
“Ottimo. Sergio Palimodde ad esempio ha lo studio in via Pastrengo, a dimostrazione di quanto sentiamo il vincolo con questa zona e la necessità di lavorare con chi la
vive. L’Isola è un vero quartiere e ha quindi una vivibilità diversa dal resto di Milano.
Ora sono in atto cambiamenti rispetto ai quali nessuno ha una realistica prospettiva, ma il tessuto sociale è forte e quindi è importante valorizzarlo anche grazie alla
collaborazione professionale tra le realtà che lo animano”.
Con quali altre attività della zona collaborate?
“Con il negozio in via Pastrengo 1, ad esempio, che di tanto in tanto si trasforma in
temporary store, e con Artoteca, spazio espositivo artistico sempre in via Pastrengo.
Con MiCamera, il laboratorio di fotografia in Medardo Rosso, e abbiamo esposto anche al Frida, locale in via Carmagnola”.
Dove possiamo trovare un programma delle vostre attività?
“Al sito www.isoladellamoda.net dove si possono conoscere gli eventi che organizziamo noi, ma anche quelli organizzati dalle attività del quartiere con le quali collaboriamo. Tra i prossimi appuntamenti che coinvolgono l’Isola della Moda abbiamo il 16
dicembre la presentazione di un’altra collezione di un nostro stilista e a febbraio la
quarta edizione della sfilata critica Dressed Up”. (Gilda Ciaruffoli)
Lombardia
Lombardia
ONA NOVE 17
Una Shopping Gallery per l’ospedale di Niguarda
Inaugurata il 23 novembre la prima galleria commerciale italiana
in ambito ospedaliero, un servizio per i ricoverati, i visitatori e gli operatori
della struttura sanitaria in un’atmosfera allegra e confortevole.
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
hiunque si rechi all’Ospedale di Niguarda per prenotare
C
oggi una visita si ritrova in uno spazio ampio e luminoso,
ravvivato da tanti colori e da un viavai di gente. Non più sale
tristi e disadorne monocromatiche in cui era palpabile l’ansia
di chi attendeva il proprio turno, ma un luogo accogliente e dinamico, pieno di luci e colori, inserito in una nuova realtà di
Niguarda Ca’ Granda, il Blocco Sud, il cuore del nuovo ospedale.
Primo in Italia, Niguarda ha organizzato nel nuovo Blocco anche una Shopping Gallery, uno spazio polifunzionale e multiservizio protetto da una volta aerea e trasparente. Come spiega il dott. Pasquale Cannatelli, direttore generale dell’azienda
ospedaliera, da sempre attenta alle esigenze degli utenti,
Niguarda ha pensato di inserire in modo armonico e funzionale attività commerciali con un duplice obiettivo, rispondere ai
bisogni degli ammalati, dei visitatori e degli operatori e nel contempo abbattere i costi del sistema, molto onerosi per le ristrutturazioni e le innovazioni già realizzate e per quelle ancora da
eseguire. Dal 2 gennaio partiranno infatti anche i nuovi lavori
per il Blocco Nord (vedi a pag. 7, ndr) che sarà terminato entro
3 anni e che completerà le attività commerciali del Blocco Sud,
ad esempio, con un minimarket e una palestra.
La Shopping Gallery è composta da 13 punti di servizio; a fianco dei 28 sportelli del Centro Unico Prenotazioni vi sono 4 freestanding, smontabili e spostabili, di fronte, invece, 9 negozi inseriti nelle antiche mura dello storico edificio Ponti ristrutturato in quanto sotto la tutela dei Beni Culturali. Ma cosa troviamo nella invitante Shopping Gallery? Certamente non alcool o
sigarette, ma offerte coerenti con l’ambiente: bar-pizzeria, caffetteria, self-service, un’allegrissima caramelleria, abbigliamento per neonato e bambino, intimo, calzetteria, profumeria,
erboristeria, parrucchiere, ortopedia e parafarmacia, gioielleria, una postazione bancomat, un punto vendita di telefonia e
un bookstore, una sorta di “piazza della cultura”, un luogo per
trovare libri ma anche per incontrarsi. L’originale e accogliente Galleria è stata inaugurata nel pomeriggio dello scorso 23
novembre con la celebrazione della Santa Messa, il taglio ufficiale del nastro e infine un piacevolissimo concerto di musica
classica eseguito al pianoforte dal maestro Enrico Pompili, artista di fama internazionale.
INCONTRI CULTURALI
a cura di Diana Roca
A dicembre sul palcoscenico di via Hermada
n questo mese di dicembre sul palco del
Imada
Teatro della Cooperativa di via Hersi accenderanno i riflettori su alcuni splendidi e singolari spettacoli.
• Volevo Dirti (dal 15 al 19 dicembre)
Scritto e interpretato da Sabrina Petyx,
che è un personaggio televisivo abbastanza noto, in quanto partecipa in qualità di
inviata - è quella con l’impermeabile giallo e il cagnolino - di Striscia la Notizia. La
regia è di Giuseppe Cutino. Consapevoli
degli errori e degli orrori in cui possiamo
incappare, anziché inorridire ci vestiamo
a festa con i nostri vestiti più belli e confessiamo le nostre colpe rivestendole delle piume più belle. Chi non si è mai creduto nel giusto almeno una volta, pur con la
consapevolezza di essere un mostro?
• Tutto quello che non avreste volu-
to sapere sulla Donna...ma io ci tengo
a dirvelo (dal 28 al 30 dicembre 2010)
Ideato da Debora Villa (comica televisiva
di Zelig), Francesca Micardi, Alessandro
Torre e Rafael Didoni, con Debora Villa e
Rafael Didoni, lo spettacolo parte da poche e semplici domande per indagare la
storia della donna oggi. E per rispondere
ad annosi quesiti la protagonista vagabonderà nella storia antica e recente, nella letteratura, nelle favole e nelle crona-
che, nel cinema, nelle pubblicità e nelle
canzoni. Lo spettacolo andato in scena lo
scorso febbraio, con enorme successo, torna questo mese su grande richiesta.
• E, per i più piccoli, sabato 18 dicembre,
Panvil Productions presenta Alla ricerca di Babbo Natale di e con Cristiana
Banchetti ed Erica Vitali.
• Per Natale sarà in vendita (fino al 22 dicembre, sul sito o alla biglietteria del teatro) un mini abbonamento, un carnet di
tre biglietti a 21 euro. Per il Capodanno
(come lo scorso anno), verrà riproposto
“Capodanno con...” La sera del 31 dicembre gli spettatori festeggeranno con
Pasqualino Conti, Walter Maffei e Flavio
Pirini, che offriranno uno spettacolo, cui
seguiranno buffet e balli con dj. Si può
prenotare fino al 20 dicembre.
Shankar, il guru della gioia,
in zona 9
re volte candidato al Nobel, fondatore dell’InternatioT
nal Association for Human Values (con il Dalai
Lama), il “padre della gioia” Sri Sri Ravi Shankar è guida spirituale e “costruttore di pace” molto conosciuto nel
mondo. Il 21 novembre è stato all’Hangar Bicocca, per la
serata “La pace a partire da te”. Sri Sri è un guru della
non violenza: con le sue fondazioni si occupa di aiutare le
popolazioni in guerra, risolvere i conflitti, favorire lo sviluppo sostenibile. Il guru della gioia ha inventato anche
una tecnica di respirazione per curare lo stress.
FIATO ALLE TROMBE
a cura di Emilio Galeotta
Wombats: celebriamo l’ironia
La band di Liverpool il 17 febbraio
ai Magazzini Generali.
i avviciniamo alla fine dell’anno ed è tempo di iniziare a piaC
nificare i concerti del 2011, almeno per quanto ci è possibile
in relazione alle date già comunicate. La prima data di rilievo è
prevista per il 17 febbraio, quando faranno il loro ritorno a Milano, questa volta ai Magazzini Generali, gli Wombats.
Probabilmente ai lettori di questo giornale il loro nome non dice
nulla, perché, nonostante la grande facilità d’ascolto del loro indie pop/rock, le loro canzoni non sono ancora finite sui grandi
network nazionali, ma il consiglio, come sempre, è quello di andare a recuperare il repertorio di questo giovane gruppo di
Liverpool, anche perché finora c’è un solo disco loro pubblicato,
che risale al 2007. Nelle canzoni degli Wombats ci sono riff di chitarra secchi e diretti dal suono tanto spigoloso quanto solare, una
sezione ritmica saltellante e muscolare, tanti giochi di voci e controvoci ed una cascata di melodie semplicemente irresistibili. È
vero che risulta un po’ troppo evidente un debito nei confronti degli Xtc (leggendario gruppo pop inglese nato negli anni
Settanta), ma le idee compositive e le armonie strumentali e vocali di questo debutto sono semplicemente le migliori che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare negli ultimi 4-5 anni per quanto riguarda la musica rock adatta alle piste da ballo.
Il disco ha il lungo titolo: “The Wombats proudly present a lesson
of love, loss and desperation”, che ha molto più a che fare con i
testi delle canzoni, piuttosto che con la musica. Questi ragazzi,
infatti, cantano in modo senz’altro disincantato, ma soprattutto
molto efficace, le problematiche interiori che noi uomini dobbiamo affrontare nel momento in cui ci scontriamo con la nostra capacità nel relazionarci con l’universo femminile. Molti brani sono dei veri e propri ritratti di ragazze con cui si vorrebbe cercare
di stabilire un rapporto ma non si ha successo proprio per il peso della distanza tra le mentalità proprie dei due sessi.
Emblematico il passaggio della magnifica “Kill The Director” nel
quale si ammette che questa “è un’altra canzone su un genere
che non capirò mai”; nel brano va segnalato anche lo slogan ripetuto tante volte “This is no Bridget Jones”, che ai tempi divenne
un vero e proprio tormentone nel circuito indie. Il contrasto tra
allegria e problemi è rappresentato splendidamente nel ritornello di “Let’s dance to Joy Division” (per chi non lo sapesse, i Joy
Division erano un altro importantissimo gruppo inglese di circa
30 anni fa, dal repertorio decisamente dark), in cui si canta
“Balliamo i Joy Division e celebriamo l’ironia, tutto sta andando
nel verso sbagliato ma noi siamo così felici”.
Un disco, quindi, non solo divertente, ma capace di gettare uno
sguardo credibile ed attento sulle contraddizioni che ognuno di
noi ha vissuto o sta vivendo tra i 15 ed i 25 anni. Un lavoro che
mantiene un equilibrio perfetto tra la voglia di scatenarsi e i momenti grigi, con la sensazione prevalente che vivere la vita in modo intenso dia sempre la possibilità di superare le situazioni difficili. Queste canzoni, poi, acquistano ancora più forza dal vivo, o
almeno così è successo nelle due volte in cui il gruppo ha suonato
a Milano, nella memorabile serata del Rocket nel 2007 e nel comunque bellissimo concerto al MusicDrome nel 2008. Chissà se
anche nel 2011 gli Wombats vorranno regalare ai fans ancora
tanti momenti legati al passato, oppure se si concentreranno sul
nuovo materiale, di cui comunque ancora non è stato pubblicato
nulla. Si vocifera di un cambio di direzione e di un avvicinamento allo stile dei Depeche Mode, scelta che in astratto non appare
azzeccatissima. È comunque giusto dare ai ragazzi il beneficio del
dubbio fino a quando non sarà possibile ascoltare il disco, e sarà
comunque imperdibile l’appuntamento milanese, ripetiamo il 17
febbraio ai Magazzini Generali. Perché non esiste modo migliore
per celebrare l’ironia.
Gli appuntamenti al Centro Culturale della Cooperativa
entro Culturale di Via Hermada, uno
C
spazio dinamico e aperto, dove la cultura e le idee circolano liberamente. Un
luogo dove musica, teatro, cinema si abbracciano per dare impulso alla socializzazione tra gli uomini. Un piccolo spazio
simile a una biblioteca in miniatura, dove
le pareti, nascoste dietro librerie colme di
volumi, creano un’aria accogliente e rilassante. Un luogo dove ci si può anche appartare in compagnia di un libro, oltre ad
ascoltare, parlare e partecipare alle iniziative con persone speciali.
• La Gilda in parole e musica Venerdì 12 novembre il Centro culturale della
Cooperativa si è cimentato in una nuova
prova: fare teatro. E lo ha fatto in grande
stile, parlando di Giovanni Testori e del
suo racconto più famoso “La Gilda del
Mac Mahon”. Ha iniziato Alberto De
Benedetti, brillante relatore, con un collegamento ideale: tradizione lombarda con
il popolo “protagonista” nelle opere di
Manzoni, Carlo Emilio Gadda e Giovanni
Testori. Ha proseguito poi con la biografia
ONA NOVE 18
dello scrittore e con i suoi mestieri: letterato ovviamente e poi regista, attore e fine critico d'arte, chiudendo con le sue opere. Si è poi creata un’atmosfera teatrale
ed è entrata in scena una giovane e bella
attrice, Serena Cazzola, che è stata una
Gilda aspra e luminosa, tenera e carnale
come richiedeva il testo. Giovanni Cannata, al contrabbasso, sottolineava gli stati
d’animo di Gilda.
• La madre di tutte le strade
Venerdì 10 dicembre, al Centro Culturale della Cooperativa (siamo tutti invitati a parteciparvi) si terrà l’ultimo incontro del 2010. Sarà dedicato alla
“Route 66 - la Grande Diagonale d’America”, che parte da Chicago per finire sulle spiagge di S. Monica. Percorrere la Mother Road (la madre di tutte le
strade) consente di assaporare a pieno
lo spirito del Paese, dalla partenza da
Chicago a Springfield, la città di Lincoln, al Mississippi di Saint Louis attraverso Oklahoma e Texas, New Mexico e Arizona con paesaggi spettacolari
ed infine la California dove il percorso
termina. Su tutto, la presenza costante di un’epoca mitica e le icone degli
anni ‘50: da Kerouac “On the road”a
Elvis, Marilyn e John Wayne. Il pubblico sarà accompagnato nel percorso
da Carlo Bassi, appassionato viaggiatore e da musica e filmati d’epoca.
• Per salvare l’acqua L’attività del
Centro Culturale della Cooperativa riprenderà venerdì 14 gennaio con il ritorno di Emilio Molinari, già ospite del Centro ad aprile, con il suo nuovo libro edito
da Feltrinelli. Titolo: “Salvare l’acqua”.
Molinari, figura storica dell'ambientalismo italiano, è stato Presidente del Comitato Italiano per un Contratto mondiale
dell’acqua e sottolineerà ancora una volta
che l’acqua è una risorsa fragile e insostituibile. Anche in Italia, contro la sua privatizzazione, che si tradurrà in un danno
ai diritti dei cittadini, è mobilitato un intero popolo nella richiesta di un referendum abrogativo e tutto questo al di là degli schieramenti politici tradizionali.
Via Cozzi: spazio alla poesia
ersiUmani presenta “Libero spazio, microfono aperto”, gioV
vedì 2 dicembre, ore 21.30, presso il pub Maga Furla, Via
Cozzi 50. L’iniziativa è volta a dare spazio alla poesia ma non si
chiude a nessuna forma espressiva. Ogni partecipante avrà a
propria disposizione 5 minuti senza censure o competizione, ma
con libertà di espressione e ascolto da parte di un pubblico attento. Dovrà solo presentarsi mezz’ora prima dell’inizio (ore 21)
per iscriversi ed essere inserito in scaletta.
Le serate saranno introdotte da concerti di mezz’ora di musica
dal vivo. Il Libero Spazio è un appuntamento che si ripete ogni
primo giovedì del mese da ottobre a giugno.
Info: [email protected] www.facebook.it/versiumani.
Alex Schiavi con i Beatles
Beatles sono stati il piu grande fenomemo musicale che mai
Ilontano
sia apparso al mondo. Nati dalla genio di John Lennon, nel
1957 in quel di Liverpool, essi sono esplosi nel 1964. Con
il patrocinio della Cooperativa edificatrice di Niguarda, il maestro Alex Schiavi, dal 18 al 20 dicembre, dà vita a installazioni
beatlesiane lungo le vie Val di Ledro, Ornato e Graziano
Imperatore. Manifesti raffiguranti i Favolosi Quattro saranno
affissi a tutti i pali ed angoli di Niguarda. Manifesti gratuiti per
tutti coloro che parteciperanno agli eventi.
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FOTOREPORTER DI
ONA
a cura di Franco Bertoli
Muri e strade di casa nostra
Le nostre piccole Napoli
In alto a destra, per l’ennesima volta una vettura parcheggiata in sosta vietata in via Passerini davanti al comando
della Polizia Locale. Qualche modifica al codice della strada ci è sfuggita? Forse i vigili sullo sfondo dinanzi alla porta del comando sanno qualcosa che noi non sappiamo?
Sopra, un muro in via Graziano Imperatore angolo via Racconigi
ci dimostra la caducità della comunicazione moderna.
Sopra al centro, un edificio dell’Università Bicocca in piazza Ateneo Nuovo: non sarebbe ora di togliere la plastica protettiva dai vetri delle finestre?
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ONA NOVE 19
PRESEPE IN
D
La cometa di Natale ci conduce
dalla zona 9 alla verde Irlanda
D
ONA
La Redazione di “Zona Nove” augura Buone Feste
con un omaggio disegnato da Gero Urso
Tra i “nostri” più affascinanti presepi spicca
quello realizzato fra tradizione e fantasia da Piergiorgio Sanchini.
Teresa Garofalo-Valeria Casarotti - foto di Maurizio Casati
i avvicinano le festività natalizie: albero di
S
Natale o presepe? C’è chi si sente legato alla
tradizione nordica, chi accetta un compromesso,
chi invece non ha dubbi: il vero simbolo del nostro
Natale è il presepio. Se ne realizzano di bellissimi,
veri gioielli artigianali creati dalla fantasia e dall’abilità di appassionati esecutori. C’è un artista
nella nostra zona che ogni anno investe in questa
impresa ben tre mesi di lavoro, Piergiorgio Sanchini. Il profumo del Natale per lui è legato al presepe, una storia che viene da lontano.
“Sono nato a Urbino - ci racconta - e nella nostra famiglia non c’era Natale senza il presepe, realizzato
tutto a mano da mio padre con l’aiuto di noi bambini, io e mio fratello Antonio.Arrivati all’età dei 10-11
anni il papà ci ha passato le ‘consegne’: ‘Da oggi il
presepe lo fate voi’, e così è stato. Ogni anno uno nuovo, sempre diverso nell’ambientazione, nel periodo
storico, nei personaggi, un impegno da certosino perché tutto, ogni singolo particolare è rigorosamente
progettato, quindi realizzato manualmente. Quest’anno ho ambientato la mia Natività nell’Irlanda
della fine del XVIII secolo, una terra aspra, disseminata di laghi, movimentata da rocce, montagne e
grandi cascate avvolte in dense nebbie, ricca di brughiere, torbiere, pascoli. A caratterizzare l’ambiente
nel presepe sono verdi laghetti, grotte profonde scavate dalle acque, fiumi, aerei ponticelli, tipiche case
fatte in blocchi di pietra coi camini centrali, tetti e
imposte in legno. E poi i greggi, più di 100 pecore intente a pascolare o in cammino verso l’abbeveratoio
alimentato da una fontana le cui acque si riversano
in un minuscolo lago. Ad abbeverarsi alla limpida
fontanella anche due merli e un piccolo pettirosso. In
primissimo piano un allegro ruscello scende a precipizio da una sorgente alimentando un fiume impetuoso. Sono ben 18 litri d’acqua che scorrono a valle
e che, dopo aver formato una spettacolare cascata, si
gettano nel lago con grande fragore. La conca del lago è stata ricavata con attrezzi a caldo da un blocco
di polistirolo, quindi plastificata con una vernice speciale e dipinta di verde”. Il risultato è straordinario;
il gorgoglio del fiume nel suo alveo di pietra, il rimbombo della cascata e le acque verdeggianti del laghetto ci riportano al paesaggio aspro e affascinante
dominato dalle forze della natura,un ambiente come
ci immaginiamo potesse essere l’Irlanda verde e selvaggia alla fine del 1700”.
Ne siamo affascinati ma uno sguardo più attento ci
permette di scoprire altre meraviglie, particolari realizzati dall’artista con grande creatività utilizzando i
materiali più vari, dalla pietra rosa di Urbino all’argilla, dal legno alla plastilina, dall’alluminio alla paglia,dal gesso alla sabbia.Con la semola Sanchini ha
impastato,dato la forma e cotto i pani del fornaio,con
le bacche essiccate ha realizzato rosse e succose mele. Di plastilina sono invece le 70 uova raccolte in un
cestino così come le scarpe in riparazione sul banco
del ciabattino, i prosciutti, i salamini e le salsicce appesi nella bottega del macellaio, sogliole, triglie, seppie, calamari e sardine nelle cassette del pescivendolo. Orci per contenere olio e una miriade di piccioni,
merli e pecore l’artista li ha plasmati a uno a uno con
l'argilla e poi dipinti.Vari tipi di legno sono serviti per
ponti, scale, tetti, staccionate invecchiate col fuoco e
col fumo, botti, casse, panchine, fioriere, attrezzi per
il contadino, il falegname o il fornaio, pale, zappe, rastrelli, scuri, seghetti, asce.
“La mia infanzia - scrive Sanchini in un suo libro sui
presepi - è stata pane e strada, è lei la grande fabbrica di tutti i giochi da inventare e costruire manualmente con ingredienti semplici e naturali, a costo zero, spago, ferro, carta, cortecce, sassolini, stecche di
ombrello e camere d’aria. Ma il gioco dei giochi che
unisce e che lascia senza fiato è il presepio”. Ogni oggetto è riprodotto con scrupolosa precisione. Bellissima ad esempio la pavimentazione dell'area del mercato formata da tante beole in polistirolo che mostrano negli interstizi vellutati ciuffi di muschio.
”Il gioco - afferma Sanchini - sta nel gusto del particolare e sono proprio i particolari a dare al mio presepe una connotazione personalissima, un quid in
più. È un lavoro che ruba molto tempo, mi impegna
giorno e notte perché man mano che procedo nell’opera, mi accorgo di ciò che manca e allora subito
con i miei attrezzi taglio, limo, rifilo, dipingo, insomma realizzo l’oggetto al momento.Comunque sia,per
tradizione a S. Ambrogio il mio presepe è concluso e
sempre moltissimi amici vengono a vederlo, tanti da
avere la fila e di dover stabilire dei turni di visita”.
Per fortuna c’è ancora qualcuno che conserva la tradizione della Natività e con essa il significato più profondo del grande evento che è quello di richiamare e
far rivivere il senso di unione e di amore reciproco tra
noi uomini e Dio. “Nella sua povertà - afferma Piergiorgio Sanchini - la Natività è ricca perché Gesù dona all’uomo la sua vita e l’uomo, a sua volta, offre a
Gesù tutto quello che ha, sia pur piccole cose, un uovo ad esempio, ma è il massimo di quello che possiede. Il Natale quindi per me è uno dei momenti
più alti del sentire umano e fare il presepe diventa
il modo più bello per entrare con tutto me stesso
dentro la Natività”. Un messaggio elevato e profondo che va al di là di ogni cultura e di ogni religione
e che deve far riflettere, oggi più che mai.
Il presepe vivente
a Pratocentenaro
ome tutti gli anni, la Parrocchia di PraC
tocentenaro organizza, nella notte di
Natale, il presepe vivente con il Patrocinio
del Consiglio di Zona. Stavolta verrà organizzato all’interno della Chiesa dopo la
Messa delle 21 e coinvolgerà tutti i bambini e ragazzi fino alla terza media.
Amore e pace nel mondo del presepe
Le sue trasformazioni nel tempo: dal “napoletano” al “meccanizzato”.
Ortensia Bugliaro ([email protected])
l presepe è presente nelle nostre case da semIdenze
pre. La natività assume nel corso dei secoli tenartistiche e culturali diverse sviluppando
caratteristiche proprie.
Il “padre del presepe” è considerato San
Francesco d’Assisi poiché il giorno di Natale del
1223 fece il primo presepe in un bosco. L’origine
esatta della tradizione è comunque difficile da definire, in quanto è il prodotto di un lungo processo. È storicamente documentato che già in tempo
paleocristiano, il giorno di Natale nelle chiese venivano esposte immagini religiose,che dal decimo
secolo assunsero un carattere sempre più popolare, estendendosi poi in tutta Europa.
Il presepe più ricco di personaggi e ambienti scenografici è, senza dubbio, quello napoletano del
Settecento, primi dell’Ottocento, protototipo dei
presepi in cui è rappresentato un intero paese nel
suo quotidiano: i pastori che portano a pascolare
gli animali, una donna che sforna il pane, un’altra
che lava i panni nel fiume e non manca la bettola
dove bivaccano personaggi normali, ma anche
quelli poco raccomandabili;non mancano le casupole del popolino e le vere case dei signorotti; si
può notare, in questo contesto, che la gente povera presenta un’altezza mediocre, mentre il ricco
ha un fisico altezzoso ed è sicuro di sè; interessanti sono anche i particolari del paesaggio: tra i vicoli angusti sostano i mendicanti e il venditore di
caldarroste con il suo cestino e il sacco di iuta sulle spalle; naturalmente c’è la Natività che sembra
però secondaria rispetto a tutto ciò che la circonda. Ci piacerebbe poter mostrare ai niguardesi
questo tipo di presepe: un intero paese illuminato
dalla cometa che guida i Re Magi verso la capanna. Chissà che, per il prossimo anno,“Zona Nove”
ONA NOVE 20
non riesca ad allestirne uno nella nostra zona?
In Europa il presepe è sempre più rappresentativo del Natale, soprattutto in Spagna, Portogallo,
nel sud della Francia, ma soprattutto in Italia, dove è cresciuta notevolmente la passione per i presepi,come mostrano le varie società fondate un pò
ovunque. Da noi non mancano quelli allestiti per
i bambini all’ospedale e nelle scuole,usando il materiale di vario genere, soprattutto quello di recupero come la creta, la pasta di sale, i cartoncini, il
polistirolo, il sughero, le pigne e i gusci delle noci.
Non dimentichiamo poi il presepe “vivente” dove
bambini e adulti creano un’atmosfera magica per
la nascita del bambinello: tutti i protagonisti s’immedesimano nella loro parte, recitando fedelmente l’evento. Sono ancora tantissimi i modi di mettere in scena un presepe ricco di simboli: tra le varie creazioni, (soprattutto a Napoli), ci sono presepi i cui personaggi hanno le sembianze di politici,
sportivi o uomini dello spettacolo. Infine possiamo
ammirare il presepe meccanizzato, con personaggi e le cose che si muovono in modo sincronizzato:
il mulino che fa girare al vento le pale o le pecorelle che muovono il capo per brucare l’erba.
Non mi resta che fare un’ultima considerazione:
in ogni rappresentazione vediamo personaggi di
qualsiasi ceto sociale, c’é il povero e il ricco, il sano
e l’ammalato, lo straniero con la pelle diversa, ma
soprattutto non c’è violenza: “Vicino al pettirosso
si può mettere il gatto, accanto all’agnellino il lupo”, perché il mondo del presepe è un mondo
d’amore e di pace.
Nella foto sopra, un particolare del presepe settecentesco di 60 statuine di proprietà di Ortensia
Bugliaro.
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dal 28/2 al 7/3 (8gg/7ntt) - A/Inc.
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dal 17/2 al 3/3 (15gg/14ntt) - P/C/Bev.
da € 435,00
da € 117,00
da € 1.160,00
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da € 605,00
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ONA NOVE 21
I NOSTRI PITTORI
BELLEZZE IN
ONA
a cura di Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
a cura di Franco Massaro
La poesia della vita dei colori di Vito Melotto
Un altro anno
In tutte le sue opere, accanto a quelli più moderni di Picasso, Boccioni, Van Gogh e Cézanne,
ritroviamo gli echi dei pittori bizantini e rinascimentali.
elle tele di Vito Melotto,
uno dei più noti artisti
N
contemporanei che vive e opera nella nostra zona, la meraviglia è nella composizione,
nella capacità del raccontare e
nell’impatto emotivo dovuto
soprattutto all’uso dei colori,
ai toni caldi e spenti, al gioco
di luci e ombre che richiamano la grande pittura veneta. E
infatti sono proprio gli effetti
dell’avanzare e dell’arretrare
dei piani, la modellazione e il
digradare della luce e delle
ombre ottenuti mediante rapporti e gradazioni cromatiche
sapienti ad avvicinare l’artista alla pittura veneziana per la prima
volta sperimentata dal Giorgione, quella pittura tonale che il Vasari
definì “il dipingere solo con i colori stessi senz’altro studio di disegnare in carta”. Non c’è da stupirsi se il “tono” giorgionesco che dominerà l’arte moderna passando da Caravaggio a Rubens, da Goya a
Manet e Cézanne lo ritroviamo anche in Vito Melotto perché la formazione di questo artista è avvenuta proprio nel Veneto.
“Sono nato nel 1928 a S. Stefano di Zimella, tra Verona e Vicenza afferma - e ho studiato all’Accademia Cignaroli di Verona e a quella delle Belle Arti di Venezia dove ho acquisito il senso del colore,
un elemento fondamentale per la mia pittura che ancora oggi conserva il cuore veneto, quel senso di atmosfera coloristica che è parte sacrale della pittura veneta. Nel 1952 decisi di venire a Milano.
Ero l’ultimo di dieci figli e ricordo che mio padre, fornaio, non mi
ostacolò, disse solo: ‘Ho conosciuto tempo fa un pittore e se non gli
avessi regalato io il pane…!’ Negli anni ‘50 e ‘60 Milano era davvero una città vivacissima, molto stimolante, una fucina di idee innovative, di avanguardie che volevano rompere con la tradizione e
tentavano vie alternative usando anche la provocazione. L’atmosfera culturale milanese mi ha nutrito con nuovi e variegati stimoli, utili al completamento della mia formazione”.
La prima personale di Vito Melotto risale al 1960; presentata da
Carlo Munari alla Galleria Schettini di Milano, richiama subito l'attenzione dei critici. Più tardi l’incontro con Alfio Coccia, un noto critico d'arte dell’Avvenire di Novara, e la collaborazione, che continua
ancora oggi, con la Galleria Ponte Rosso di Brera decretano il successo della sua pittura a livello nazionale. Quello di Vito Melotto è
uno stile originale e inconfondibile, una visione moderna e personalissima della natura, degli oggetti e delle figure, una descrizione della contemporaneità tesa tra ispirazione classica e ricerca della modernità. In tutte le sue opere, infatti, accanto a quelli più moderni di
Picasso, Boccioni, Van Gogh e Cézanne ritroviamo gli echi della pittura bizantina e rinascimentale. “La mia - spiega - pur essendo figu-
ONA NOVE 22
rativa, non è la classica pittura dal vero che da tempo ho ormai abbandonato. Cerco piuttosto di creare un’atmosfera meditata, di dare
nuova anima a immagini, persone e luoghi che appartengono al mio
vissuto e che recupero e rielaboro nel ricordo. Lavoro sempre a olio,
a pennello e spesso a spatola e realizzo paesaggi, figure e nature
morte con colori dalle mille sfumature giocando sempre però su tonalità lievi che mantengono l’equilibrio delle parti nel quadro perché
amo la pittura tonale, un po’ spenta, fatta di terre, di bruni, di colori più pensati; il colore forte, timbrico, mi toglie il senso poetico. La
figurazione è vista oggi come qualcosa di superato, di non più valido, in realtà in ogni epoca l’immagine fa presente il proprio tempo,
perché il pittore è figlio della cultura che ha assorbito attraverso gli
studi ma che ha anche verificato attraverso il contatto diretto con la
realtà. Le meravigliose Madonne gotiche su fondo oro non potrebbero certo essere riproposte oggi perché hanno una poesia, un'anima,
un significato legati indissolubilmente all’epoca che rappresentano.
È naturale che ogni artista cerchi poi forme originali di espressione,
ma senza basi, senza la costruzione iniziale di una propria personalità non è possibile dare interpretazioni nuove. Prima di arrivare all'astrattismo Duchamp e Picasso dipingevano classicamente, e ciò
significa che puoi inventare se conosci. La tecnica può essere insegnata ed è fondamentale per esprimersi, fare autocritica e capire dove si sbaglia, ma lo stile è qualcosa di misterioso e personalissimo
che bisogna ricercare in sé, conquistare da soli”.
Un posto importante nella pittura di Vito Melotto lo occupa la figura umana, uomini e donne in piedi, seduti, in lettura o in conversazione, immagini ieratiche sempre frontali, solenni e composte che ricordano i mosaici bizantini di Ravenna. Eppure non c'è
immobilità in queste figure, ad animarle sono le vibrazioni di luce date dal colore, una gamma infinita di azzurri, blu e rossi in
tutte le loro sfumature che danno vita a intensi giochi chiaroscurali e vibrano nell’atmosfera e tra le architetture del paesaggio
nel quale le figure sono sempre immerse. Ed è proprio l’uso del colore, risultato di una ricerca continua e raffinata e che l’artista domina, lo strumento per realizzazione del suo figurativo di grande
fascino e di raffinata soluzione. Bellissimi i paesaggi silenziosi e
deserti, colline e agglomerati urbani, uno spazio ripartito come un
mosaico, un gioco di geometrie e di colori che creano ritmo e prospettiva. E davvero particolari le sue figure femminili dallo sguardo profondo, severo, mai sorridenti. “Sono anch’esse il recupero del
vissuto contadino del mio paese - spiega l’artista - immagini ripescate nei miei ricordi”. Sono sobrie e un po’ malinconiche ma conservano intatta la dignità e la riservatezza di una volta. Sui volti
ricchi di pathos leggiamo attesa, malinconia, speranza; in loro però non è la rassegnazione o il dolore il tema dominante quanto
piuttosto una gran tranquillità pervasa dalla consapevolezza del
saper vivere in una realtà concreta. Un artista di grande sensibilità e valore Vito Melotto che attraverso le immagini e i profondi
silenzi in cui queste sono immerse ci conduce in modo personalissimo in un mondo ideale, di grande poesia.
Un altro anno se ne sta andando! Con che velocità se ne vanno le
stagioni, con che fretta i fiori sbocciano e appassiscono. È ancora
fresca in noi l’immagine delle Primule, delle Viole, e ci troviamo
ad ammirare i Caki arancione in parecchi nostri giardini, corteggiati da Storni, Merli ed altri uccelli più piccoli. Ci ritroviamo a fare automaticamente il bilancio dell’andamento del tempo in questi dodici mesi e ci accorgiamo che le stranezze sono state tante,
dai temporali in inverno al caldo estivo in primavera, per non parlare dell’abbondanza delle piogge (e dei capricci del Seveso). Certamente le stranezze di questi anni sono state... costanti, tanto da
convincerci che qualcosa è saltato nell’orologio della Natura. Che
si tratti del buco dell’ozono o di altro non andiamo piú ad indagare, ma resta in noi la sensazione che qualcosa è saltato. Guardiamo questa foto e abbiamo la conferma che almeno i Caki seguono
il calendario e scorgiamo, dietro loro, un Abete pronto per essere
decorato, anche lui puntuale per il Natale.
([email protected])
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
Il Cardinale Tettamanzi
al Decanato di Niguarda
Margherita Rampoldi Meyer
“C
amminate insieme!” Questa è la risposta del Cardinale Dionigi
Tettamanzi alla nostra domanda sul messaggio più forte che la
Visita Pastorale dell’Arcivescovo di Milano vuole lasciare ai fedeli del
Decanato di Niguarda, che comprende 5 Parrocchie: San Martino a
Niguarda, San Dionigi a Pratocentenaro, San Giovanni Battista alla
Bicocca, Gesù Divin Lavoratore e San Carlo alla Ca’ Granda.
Il Cardinale, insieme al Vicario Episcopale Mons. Eugenio De Scalzi, ha
incontrato i preti, i consigli parrocchiali e i fedeli il 23 novembre presso la
Parrocchia di Gesù Divin Lavoratore. L’incontro è stato molto partecipato
e, dopo una breve relazione del Decano Don Maurizio Bertolotti, prevosto
della Parrocchia San Dionigi di Pratocentenaro, sullo stato del Decanato,
alcuni rappresentanti delle comunità decanale e parrocchiale sono intervenuti con istanze e riflessioni derivanti dal loro impegno nelle pastorali
della carità, sanitaria, giovanile, universitaria, della famiglia, ecc. Sono intervenuti anche i rappresentanti dell’Azione Cattolica e delle Acli riguardo alla loro presenza nel territorio.
Il Cardinale, con la consueta pacatezza e affabilità ha risposto a tutti, soffermandosi particolarmente sull’importanza dell’accoglienza e dell’ascolto in considerazione delle “solitudini” e “povertà” che ci circondano. Ha
sottolineato l’aspetto della dimensione umana del lavoro che dà dignità all’uomo. Ha evidenziato che la cultura è necessaria, soprattutto per i giovani, per contrastare l’effetto mediatico cui sono sottoposti. Tuttavia, ciò
che il Cardinale, insieme a don Erminio, ha voluto soprattutto far comprendere ai fedeli intervenuti, anche per rispondere a una specifica osservazione sul tema, è come il significato della Pastorale d’Insieme sulla quale l’arcidiocesi di Milano è avviata sia la riscoperta del volto conciliare della Chiesa che vede preti e laici lavorare insieme e non motivata solo dalla scarsità di vocazioni. Ha esortato le comunità parrocchiali e le altre realtà ecclesiali presenti sul territorio ad aprirsi verso questa meta lavorando insieme in maniera pacata e responsabile, non lasciandosi scoraggiare
dalle inevitabili difficoltà. I tempi sono cambiati e ci sono problemi che
una singola parrocchia non può risolvere da sola e perciò la necessità di
lavorare in rete.
Il Cardinale ha infine invitato tutti alla Messa conclusiva della Visita
Pastorale del 28 novembre presso la Parrocchia di San Dionigi a
Pratocentenaro.
Lombardia
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VOLONTARIATO
Quella volta che Anna ri-nacque come a Natale
Il racconto di un’esperienza di volontariato a Pojuca (Salvador de Bahia)
di una ragazza che fa parte de “Il Mondo è la mia Casa”, un’associazione
nata a seguito di esperienze missionarie in Sud America da parte di giovani
della Parrocchia San Giovanni Battista alla Bicocca.
nelle situazioni che la quotidianità ti offre.
ontano agosto 2009. Tutto ha inizio
Anna De Lia
Io e la mia compagna di viaggio all’arrivo
L
con un passaggio di consegna che diceva più o meno così: “Certo che ci sono!”. Erano le quattro in Brasile sapevamo a malapena come si dicesse ciao in
del mattino e questa voce nel buio ci confermava che proprio
lui, uno di quelli che c’era già stato, si era svegliato solo per
accompagnarci in aeroporto, dove ad attenderci c’era un aereo con destinazione Salvador de Bahia. Ha inizio così la
mia esperienza di “missione”: levataccia e incoraggiamento
da parte di chi tornando, ormai, non può che avere un piccolo pensiero fisso.
Ricordo che la voglia di partire era data da un miscuglio di
sensazioni: voglia di conoscere, sperimentare cosa volesse
dire vivere dall’altra parte del mondo, toccare con mano tutto ciò che hai sempre sentito dire, voglia di provarti in un
contesto privo di ogni tua comodità, voler provare cosa volesse dire mettersi a servizio degli altri. Spinta da tutto questo, dopo essermi confrontata e interrogata, grazie soprattutto al cammino dell’associazione de “Il Mondo è la mia
Casa”, che ha sede nel mio oratorio (oratorio San Giovanni
Battista alla Bicocca ), una volta presa la decisione, non mi
restò che aspettare con ansia il 5 agosto!
Fu una delle attese più lunghe! Una volta atterrati su quel
suolo, il tempo fuggì via. Quell’Altro per cui avevamo fatto
12 ore di volo era diventato qualcosa di nostro nel giro di pochi giorni. Mi aveva colpito compilare il visto e scrivere che
il motivo per cui ero lì era Altro. Lo è stato: tutto quello che
ho portato via da quella terra era altro da me.
Io sono stata, insieme a un’altra ragazza, in una piccola
cittadina che dista da Salvador circa due ore, chiamata
Pojuca. Qui, ospite delle Ancelle di Gesù Bambino, passavo le mie giornate dividendomi tra l’animazione del dopo
“scuola” dei piccoli delle elementari e la vita delle ragazze adolescenti del posto. Due settimane per diventare il
centro delle loro giornate.
E, proprio quando le relazioni instaurate iniziano a crescere sempre di più, ti accorgi che è giunta l’ora di ripartire. Ti
resta giusto il tempo di vivere ogni piccolo attimo. La separazione fu aiutata dalla pioggia che permetteva alle lacrime
di nascondersi. Le due ore successive al distacco, le passai in
lacrime e in silenzio, cercando di restare attaccata al sedile,
vista la velocità con cui le grosse buche delle strade asfaltate vengono attraversate dagli autisti. Mi aiutarono però, a
riflettere un po’.
Tante le motivazioni che mi spinsero a partire, ma avevano poco a che fare con tutto ciò che mi portavo a casa.
Innanzitutto non ero sicuramente la stessa del 5 agosto:
quelle ragazze mi hanno insegnato a mettermi alla prova
Lombardia
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portoghese. Ci avevano detto che in Pojuca saremmo state guidate, in giro per la cittadina, da una suora che parlava l’italiano e così fu. Purtroppo al terzo giorno dovette
andare via. Poco c’era da fare: chiudersi in casa e fare il
poco o uscire lo stesso e fare un po’ di più. Abbiamo scelto la seconda e ci siamo ricredute sulle nostre stesse qualità, che io chiamo doni. Di lì a poco riuscivamo a dialogare con tutta la gente che incontravamo. Sono riuscita
a creare dei legami che nella mia vita di sempre avrebbero richiesto anni.
Ho imparato cosa vuole dire la parola dedizione. Questo lo
devo a Rose: una ragazza di 19 anni. Veniva a prenderci al
mattino per accompagnarci in ogni nostra destinazione.
Era sempre accerchiata da tutta la sua piccola compagnia
di ragazze: ci accompagnava a scuola, ci riaccompagnava
a casa, tornava nel pomeriggio e dedicava tutto il suo tempo a noi. Una delle cose che faceva con amore e pazienza
era intrecciare i capelli. Era anche particolarmente dotata: non so quante volte è arrivata con pettine e ciocche per
rifarcele. È la più grande di 6 figli, i suoi genitori hanno
una bancarella di frutta molto buona e gustosa (in particolare adoravo la jacca: un frutto dalla forma molto simile
all’ananas ma con un gusto ad oggi mai ritrovato) al mercato della cittadina: portava tutte le sue sorelle sempre con
sé, le riprendeva se dicevano o facevano qualcosa che non
andava. Ha un fidanzato, che lavora, da circa tre anni (ed
è raro in Brasile) e proprio quest’estate hanno avuto un
bambino di nome Yan. Lei aiuta le suore affiancando le
maestre del doposcuola. Insomma una vita spesa al servizio di chi la circonda.
È in questo particolare periodo che ritorno volentieri al suo
ricordo. Si avvicina il Santo Natale e per me ha sempre avuto un significato: rinascita. Ogni anno ricordiamo la nascita
del Bambin Gesù ed è insieme a lui che rinasciamo, ogni anno più preparati, più pronti a riscoprire tutto quello che siamo e che possiamo essere, pronti a scoprire che per noi c’è
un cammino (o meglio un progetto) e in quel cammino tante persone, che non aspettano altro che incontrarci e fare un
pezzo di strada insieme a noi.
L’esperienza in Brasile per me è stato anche questo. Un
modo per accorgermi che viviamo di relazioni, di legami
e che non sempre siamo capaci di curarli, dare loro il giusto spazio e tempo, rispettarli nei limiti e confini che richiedono, di spenderci l’uno per l’altro.
Lombardia
ONA NOVE 23
Il Premio di poesia “Streghetta” ha compiuto 40 anni
Silvia Benna Rolandi
l 29 Ottobre nel corso della maniI“Milano
festazione del Premio di poesia
Streghetta”, giunto alla
40ma Edizione, per celebrarlo degnamente,la fondatrice e presidente Serena Siniscalco ha reintrodotto l’antico rito della “Laurea
Apollinaris” in arte poetica, in terminologia oraziana “Laurea donandus Apollinari” (meritevole dell’alloro di Apollo) che il sommo poeta latino riconosceva ai meriti di
Pindaro. Ha così conferito, per la
prima volta in Italia, sette lauree a poeti oggi considerati i migliori
nel campo della poesia: Umberto Vicaretti, Giuliano Papini,
Giovanni Caso, Giovanna Colonna, Lida De Polzer, Franca Maria
Ferraris, Ebe Argenti. La manifestazione è proseguita con l’attribuzione dell’ambito Trofeo “Streghetta” (statua in bronzo dorato dello
scultore francese Roger Del Puppo) al primo classificato del concorso vero e proprio, il Prof. Emilio Mondani di Milano, secondo premio
a Rodolfo Vettorello (Milano), terzo posto a Carla Baroni (Ferrara),
premiati con doni della Regione, Provincia e Comune di Milano. A
seguire altri sette premi costituiti dai bassorilievi in bronzo rappresentanti la Streghetta a Giacomo Manzoni di Chiosca (Trento),
Mario Romualdi (Milano), Laura Caleri Falcon (Arezzo), Elena
Mancusi (Salerno), Sergio Cancelliere (Enna), Umberto Cerio
(Campobasso). Giuseppe Aprile (Cuneo).
Malgrado lo sciopero delle ferrovie e dei mezzi di trasporto urbani, l’Aula Magna dell’Università della Bicocca (Ed. U6), era
completamente gremita di poeti e di amanti della Poesia. Sono
state lette più di venti liriche dei concorrenti premiati. Durante
le pause il soprano russo Irina Isaeva di Krasnodar, accompagnata al pianoforte dal maestro Niki Meloni, ha allietato la platea con brani di musica operistica. Grande successo quindi e
grande soddisfazione di Serena Siniscalco, che ha recitato lei
stessa numerose liriche con ampio successo di pubblico.
Al Premio Streghetta
Antonietta Gattuso
Auguri Speciali al Premio Streghetta,
arrivato a quaranta in forma perfetta...
grazie al calore e a tanta passione
aggiunti ogni anno con gioia e attenzione!
Auguri Affettuosi per questo bel giorno
e per tutto quello che c’è di contorno...
la forza, il coraggio e anche l’impegno,
che contagia noi tutti e colpisce nel segno!
Auguri Infiniti alla cara Serena,
che riscuote il successo di un’eco a catena...
e promulga con arte a tutti gli amici,
i suoi versi sinceri che fanno felici!
Un film di Monica Repetto sulla Falck
Cento anni tra acciaio e cambiamenti sociali
Nell’ambito della rassegna di film e video su lavoro e temi sociali realizzata dal Comune di
Sesto San Giovanni, è stato presentato l’epopea cinematografica di una storica dinastia dell’acciaio, i Falck, e di una fabbrica, quella di Sesto San Giovanni.
Monica Landro
n secolo di storia raccontata attraverso la storia di
U
una grande famiglia di industriali, le voci degli operai e le
immagini di una Sesto San
Giovanni che non c’è più. “Falck, romanzo di uomini e di fabbrica” è il bel documentario della filmmaker Monica Repetto
(nella foto). Basandosi su immagini inedite dell’archivio Falck e
della Rai e su interviste a membri della famiglia e a ex lavoratori, la regista romana ricostruisce
in 52 minuti la parabola della grande acciaieria, dalla fondazione
nel 1906, quando nasceva come “Società anonima acciaierie e ferriere lombarde”, fino alla chiusura, inizio anni 2000.
Sullo schermo scorrono le immagini remote di una Sesto ancora di campagna, i cortei degli operai in tuta blu che invadono il centro in bicicletta al suonare della sirena, il magma in-
candescente dell’acciaio che scandisce il lavoro in fabbrica,
ma anche le faide interne di una famiglia di industriali vecchio stampo, con la frattura tra gli eredi Giorgio e Alberto per
il futuro dell’azienda: una storia particolare e insieme universale, perché “attraverso il filo rosso delle testimonianze di famiglia e dei lavoratori della fabbrica - racconta la regista - si
traccia un secolo di cambiamenti nel Paese e nella società italiana. Dagli inizi del ' 900 e dell’industrializzazione, con i contadini che scendevano dalle valli bergamasche per inurbarsi,
alla seconda guerra mondiale con le lotte antinaziste degli
operai e le deportazioni, all’autunno caldo del 1969 con le proteste nei consigli di fabbrica”.
Attorno alla fabbrica Falck di Sesto San Giovanni si muovono i
protagonisti che attraverso diverse generazioni segnano passaggi nodali nella storia d’Italia: dall’industrializzazione, alla guerra,
la Resistenza, la ricostruzione politica, il boom economico, la crisi
petrolifera, gli anni bui del terrorismo, fino alla chiusura degli altoforni, l’addio alla siderurgia e la riconversione nello sviluppo di
fonti d’energia rinnovabili.
Milano, la cultura,
le periferie
Il Centro Culturale della Cooperativa alla
Sala del Grechetto
Giorgio Meliesi
a mattina del 13 novembre si è svolto nella prestigiosa Sala
L
del Grechetto, alla Biblioteca Sormani, il Convegno “Milano,
la Cultura, le Periferie” promosso dalla Consulta Periferie Milano e giunto alla sua terza edizione. Vi hanno partecipato oltre 50
rappresentanti di altrettante associazioni culturali, biblioteche
e cittadini interessati alle tematiche culturali discusse. Le istituzioni erano rappresentate dall’assessore alle Aree Cittadine
Andrea Mascaretti, con Riccardo Tammaro, presidente della
Fondazione Milano Policroma e responsabile Cultura della
Consulta Periferie Milano, nel ruolo di moderatore.
Molte le tematiche trattate: dall’opportunità di lavorare congiuntamente, testimoniata da Tiziano Collinetti, presidente della Commissione Cultura del CdZ 4, alla vita di una Biblioteca di periferia raccontata da Alberto Boccotti (Biblioteca Centro Culturale Antonianum). Il
problema di avere una sede per le associazioni in periferia, in case
dell’Aler o del Comune a un prezzo ragionevole, è stato trattato da
Romano Ranaldi, mentre Hector Villanueva, presidente del Circla, ha
parlato della necessità dell’integrazione nel suo intervento sui “nuovi
milanesi”. C’è stato anche un intervento “giovane” con la AH Crew
(Giovani writers per Milano) che non vogliono imbrattare i muri ma
abbellire le periferie di comune accordo con le istituzioni.
Per la nostra zona era presente il Centro Culturale della Cooperativa
con Maria Piera Bremmi che, dopo una breve presentazione del Centro, ha letto un intervento di Giovanni Poletti, presidente di Abitare, la
nuova cooperativa nata dall’unificazione della Società Edificatrice
di Niguarda, Unione Operaia ed Edificatrice di Dergano.
Nell’intervento si è sottolineata l’attenzione che il mondo cooperativo di abitanti ha in generale nei confronti della cultura e che si
concretizza anche nel modello dei quartieri che vengono realizzati,
fornendoli di sale nelle quali si svolgono attività culturali e sociali.
Citiamo un passaggio del discorso di Poletti: “La situazione economica del Paese e del Comune non è florida, ma è proprio in queste
situazioni che devono essere messe in campo risorse organizzative,
logiche gestionali e strumenti informativi tesi comunque allo sviluppo culturale della città. Infatti non deve essere scontato che a
fronte di un decadimento economico debba esserci un decadimento
culturale. Nel mondo ci sono paesi che hanno cultura di qualità a
volte inversamente proporzionale alla loro condizione economica”.
In chiusura l’assessore Mascaretti ha trattato il problema della comunicazione delle iniziative alla città tutta e la necessità di promuovere
quelle multiculturali.Ha poi ringraziato le associazioni culturali che ha
definito “i colori della periferia” e ha terminato puntando il dito contro
una burocrazia fine a se stessa, che si frappone come ostacolo invece di
limitarsi a far rispettare le regole.
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a cura di Sandra Saita
Alfonsina e Clara: la forza dell’età
C
are lettrici cari lettori; il
2010 lentamente ci sta lasciando. Fra poco è Natale, vi
auguro una lieta ricorrenza
ricca di amore e di generosità
per coloro che non hanno.
La nostra zona è conosciuta per
le sue associazioni di volontariato e per la longevità dei suoi
abitanti (sarà forse merito anche dell’aria fine del nostro stupendo Parco Nord?). Sta di fatto che questo mese vi presento Alfonsina e Clara, che hanno compiuto 101 anni.
“Zona Franca” vi porta dopo un
anno all’interno dell’Istituto
Girola Fondazione Don Gnocchi. È sempre la cara Emma,
l’animatrice del centro, a farmi
pervenire l’invito. All’interno del Girola c’è aria di Natale perché
Emma con gli ospiti stanno preparando stupendi lavoretti che
venderanno al mercatino di Natale.
Rivedo Alfonsina Minella, nata il 21 novembre 1909 a Tricello (Vercelli), sempre elegante, minuta, con uno scialle
sulle spalle. Ricorda “il marito di nome Modesto, ma solo di
nome, però, perché era un uomo vivace. Faceva il rappresentante per abiti da donna. Ecco, forse è stato lui a insegnarmi come essere sempre elegante ma con modestia.”
Poi incontro la signora Clara Son. È nata in Germania il 20
settembre 1909, ma si dichiara italiana, perché aveva un
anno quando è arrivata a Belluno.
Racconta che è stata sposata
per 66 anni con Giuseppe
ma non hanno avuto figli. Sono dieci mesi che si trova al
Girola. Prima era a Lecco, ma
i suoi nipoti l’hanno trasferita
a Milano perché sono più vicini per andarla a trovare.
Mi racconta che ha sempre fatto la bustaia ortopedica presso
una ditta, ma poi ha preferito
lavorare in casa (l’ultimo busto
l’ha fatto a 80 anni).
Devo dire che Emma sa coinvolgere tutti perché mi presenta un’anziana che recita
poesie e con una memoria ferrea: lei recita Dante Alighieri
e poi poesie sulla mamma e
suoi mesi dell’anno. Ho chiesto a Emma di farmele avere perché sono poesie antiche. Ma
non è tutto: l’anziana “poetessa” dice di essere stata una corista e si mette a cantare un pezzo della Traviata di Verdi.
La signora Maria, che mi stava accanto in silenzio, con voce da soprano canta pure lei ed Emma le dice: “Ma tu sai
anche cantare?” e lei risponde: “Suonavo il pianoforte e la
chitarra”. Poi il resto viene da sé e dalla Traviata passa alla Bohème di Puccini. Era un momento magico, tutti gli
ospiti sorridevano. Ho accettato l’invito di ritornare il martedì successivo per la festa di Alfonsina e Clara, cioè delle centenarie più uno (perché, come ha detto Clara, con uno si rincomincia da capo).
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Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
SCUOLIN ONA/1
a cura di Antonella Loconsolo
La Moratti alle famiglie milanesi: “Avete scuole bellissime!”
Una lettera del sindaco apre la campagna elettorale milanese, com’è suo solito a spese dei cittadini.
a sindaca di Milano, insieme all’assessore Mariolina Moioli, invia
L
in questi giorni alle famiglie dei 100.000 alunni milanesi una lettera in cui rivendica il positivo impegno del Comune sul tema della scuola: tutto va bene! Si rinnovano gli arredi dei nidi, il trasporto-alunni si
estende, la mensa migliora la qualità, i bambini disabili hanno il necessario sostegno, la manutenzione è assicurata, dovete essere grati e contenti… L’opposizione, tramite la consigliera Patrizia Quartieri, bolla
l’iniziativa come “spot elettorale”. Nel testo di Donna Letizia sembra di
leggere un “non dovete credere ai vostri occhi, credete a me!”
Evidentemente alla Prima Cittadina meneghina sfuggono i dati che
anche questo giornale riporta da mesi e che ogni famiglia vive con
drammatica quotidianità: nessun cenno alle centinaia di insegnanti
“cancellati” nella città, alle copresenze e ai rientri pomeridiani tagliati,
alla incessante richiesta di soldi che le scuole rivolgono ai genitori per
cercare di mantenere un minimo di dignità nell’attività educativa, alle
centinaia di bambini e ragazzi cui vengono tolti la lingua straniera, il
sostegno, il recupero, la facilitazione linguistica, i laboratori, le gite. Per
non parlare del tasto dolente la cui responsabilità grava più cupa e minacciosa su Moratti e Giunta: la manutenzione edilizia. Solo in questi
quartieri il comitato “Unacrepaincomune” ha segnalato decine di situa-
zioni di incuria e di grave o gravissimo rischio per l’incolumità. “Zona
Nove” ne ha riferito ampiamente nei mesi passati e il comitato si è ripetutamente rivolto al Comune: davvero il Sindaco poteva informarsi, se
voleva. Ma quando si parla di scuola a Palazzo Marino, il Sindaco non
c’è mai e la sua maggioranza abbandona l’aula con dichiarazioni sprezzanti (“sono bizzarri”!) rivolte ai genitori e agli insegnanti che elencano
fatti e chiedono risposte.
Nell’abisso che separa la letterina del Sindaco dall’esperienza di che a
scuola ci va c’è davvero - e che qui di seguito le risponde per le rime - tutto il carico della ormai imminente sfida elettorale. (Vittorio Sardo)
Le famiglie milanesi alla Moratti: “Ma in che mondo vivi!”
• Carissime, da tre mesi è cominciato un nuovo anno scolastico: è
un’emozione per noi genitori vedere i nostri figli vivere otto ore al giorno in scuole fatiscenti, infiltrate dall’acqua, con servizi non igienici, senza sapone e senza carta. L’educazione delle nuove generazioni evidentemente non è una delle vostre priorità ed è certo che se le nuove generazioni non cresceranno diffidenti nei confronti delle istituzioni,sarà solo grazie alla dedizione dei loro insegnanti, sempre più spesso precari,
grazie anche alle riforme della vostra Ministra Gelmini (vostra, noi non
ci sentiamo rappresentati). Al rientro in classe abbiamo trovato le solite crepe sui muri, e le solite richieste di soldi per il fondo cassa per comprare la carta igienica, il sapone e l’inchiostro per la stampante. Sono
anni che millantate manutenzioni mai avvenute e smettetela di spendere i nostri soldi per farvi propaganda. Ossequi. (una mamma)
• Gentile Signora Moioli, nel ringraziarla della lettera che a nome del
Comune di Milano ci ha inviato, vorrei segnalarle un'imprecisione che
ritengo grave e in parte offensiva. Mio figlio fa parte dei 1550 alunni disabili menzionati nella lettera. Contrariamente a quanto affermato da
lei e dal sindaco, non solo dall’inizio dell’anno scolastico mio figlio non
gode della “garanzia di essere assistito da personale educativo scelto direttamente dalla scuola e retribuito dall’amministrazione comunale”,
ma si è visto negare il diritto di partecipare all’attività scolastica come
tutti gli altri bambini. La sospensione del servizio di un educatore di sostegno per problemi di erogazione di fondi da parte del Comune, lede
l’immagine di una società che, come lei stessa afferma, ha come obiettivo fondamentale l’educazione delle nuove generazioni attraverso
l'istituzione scolastica. Mi permetto di sottolineare che nella scuola di
mio figlio, altri bambini come lui quest’anno non hanno potuto usufruire,nonostante ripetute sollecitazioni alla Dirigente Scolastica e alle istituzioni, dell’assistenza di un educatore che potesse seguirli in un percorso complesso ma estremamente valido che, negli scorsi anni, ha permesso loro di sentirsi davvero coinvolti nella realtà scolastica. Ad oggi
tale processo è stato azzerato (da 10 ore di assistenza negli scorsi anni
a 0 ore attuali). (una mamma)
• Vi scrivo come mamma, lavoratrice, di 3 splendidi bambini tutti frequentanti la scuola elementare statale (uno di loro è disabile)… Nella
vostra lettera non leggo che il Buono Libro viene dato a tutti, senza distinzione di reddito, quindi anche ai redditi alti/altissimi, in linea con la
dote scuola regionale che per il 90% viene percepita (senza limiti di reddito, poiché non è richiesto l’Isee) dalle famiglie a reddito alto che possono permettersi di iscrivere i figli a scuole paritarie (con rette dai 3000
ai 6000 euro l’anno). Non leggo che è compito dei Collegi Docenti dei vostri Asili Comunali (senza ascoltare pareri specialistici scritti contrari e
nemmeno la richiesta formale e certificata della famiglia) decidere di
non concedere ai bambini disabili (con legge 104 art. 3) l’anno di raccordo/saldatura alla scuola materna (4° anno). Non leggo che per l’anno
2010/2011 avete tagliato di 2/3 i fondi di diritto allo studio, richiesti dai
Dirigenti Scolastici per assumere educatori utili alla comunicazione/relazione dei bimbi disabili. Inoltre stiamo ancora aspettando riscontro
circa i criteri adottati quest’anno per questo taglio di risorse, che nella
nostra Scuola coinvolge 31 bambini segnalati di cui avete tutta la documentazione. Non leggo che continuano ad arrivarvi (tramite Milano
Ristorazione) segnalazioni per la qualità scadente dei pasti, per capire
Al Russell il Liceo
delle Scienze Umane
Istituto di Istruzione Superiore “Bertrand Russell”, che comL’
prende il Liceo Scientifico Russell e il Liceo Classico Omero,
si presenta come una istituzione fortemente radicata sul suo territorio, la parte nord della città di Milano e i comuni limitrofi, per
il quale si propone di fornire una risposta culturalmente autorevole ai bisogni di formazione liceale. Per questo motivo si è deciso di aprire dal prossimo anno scolastico 2011/12, presso la sede
del Liceo Scientifico Russell di via Gatti 16, una sezione del nuovo Liceo delle Scienze Umane previsto dalla riforma della scuola superiore entrata recentemente in vigore.
Il liceo delle Scienze Umane si prefigge lo scopo di promuovere
la maturazione dello studente e di condurlo all’individuazione di
un personale progetto di vita grazie all’assunzione di uno stile
educativo contraddistinto dal servizio e dal “prendersi cura” .
Non è da sottovalutare quindi la possibilità di affiancare questo
nuovo indirizzo alla sperimentazione del “liceo scientifico biomedico”, attiva da diversi anni in convenzione con l’Azienda
Ospedaliera di Niguarda Ca’ Granda. Infatti se quest’ultima trova ragione principalmente nello studio e nell’apprendimento di
aspetti applicativi attuali delle scienze (dalle biotecnologie alla
microbiologia) e delle conseguenti tecnologie applicate all’ambito sanitario, l’ambito delle scienze umane consentirebbe di aprire il progetto anche ai servizi alla persona.
La preparazione ricevuta consentirà l’accesso ai corsi regionali post diploma e a tutte le facoltà universitarie. In particolare grazie alla specifica preparazione, favorisce l’iscrizione ai corsi di laurea in psicologia, scienze dell’educazione,
scienze della comunicazione, scienze della formazione primaria, scienze infermieristiche, scienze sociali, scienze politiche, sociologia, economia e commercio. Inoltre il nuovo indirizzo può consentire, all’interno dell’I.I.S. “Bertrand
Russell”, gli opportuni processi di riorientamento in itinere
che spesso non riescono a trovare risposta per la difficoltà di
accordi tra diverse istituzioni autonome.
Per conoscere meglio le opportunità offerte da questo nuovo liceo, è possibile approfittare degli Open Day del Liceo Russell,
il 16 dicembre 2010 e il 14 gennaio 2011, dalle 17.30 alle
19.30. (Giorgio Meliesi)
Lombardia
Lombardia
(disegno di Luigi Muzzi)
perché i cibi dati ai nostri bambini arrivano dall’estero etc. (non dimentichiamo il pelo nelle lasagne, i succhi invece che la frutta fresca, le verdure surgelate, l’olio in lattine di plastica, la mozzarella tedesca...) e non
leggo che 2 anni fa le rette sono state aumentate del 50%... Per il fondo
anticrisi, vi posso dire: meritevole, bene, brave… ma porto il mio esempio: lavorando io part-time con mio marito impiegato e tre figli, il nostro
Isee non rientrerebbe, è già troppo alto e allora mi domando chi mai ci
rientrerà?… Forse non eravate al corrente di quanto vi sto dicendo: mi
auguro di avervi aperto finalmente gli occhi. (Stefania)
• Gentile Sindaco e Gentile Assessore, è con emozione che la mia famiglia ha ricevuto la vostra lettera in cui ci comunicate, tra le altre
cose, che è appena iniziato un nuovo anno scolastico. In realtà il nuovo anno scolastico è iniziato già da quasi tre mesi, ma tant’è, emoziona sapere che anche Lorsignore se ne siano rese conto seppur con notevole ritardo… Prendo atto che “il periodo” comporta “scarse disponibilità finanziarie dovute alla crisi economica” e dunque esigerei che
i soldi dei cittadini milanesi, e dunque anche miei, non fossero impiegati per permettere a Sindaco ed Assessore di auto incensarsi tramite una lettera il cui scopo è solo aprire la loro personale campagna
elettorale. Lo sapete benissimo quello che la vostra amministrazione, unitamente al vostro Ministro Gelmini, ha fatto e continua a fare alla scuola pubblica, la scuola della Costituzione che, senza mostrare nessun pudore o vergogna, sostenete starvi a cuore: una demolizione sistematica, un abbandono totale all’incuria. Nessuna cura per i piccoli cittadini milanesi. Lo sapete benissimo che quello che
della scuola si salva, si salva grazie ai genitori, che intervengono di
continuo in ogni modo possibile: rifornendo carta igienica, carta e toner, detersivi, gessetti, regalando computer, imbiancando le aule e
chiudendo crepe nei muri; dando contributi “volontari” per permettere alle segreterie di funzionare, di pagare il telefono, comprare biro. Il colmo lo raggiungete quando cercate di farvi belle con il servi-
zio di refezione scolastica… L’unica cosa di questo servizio che sta
migliorando sono le entrate a favore del Comune visto che nello spazio di due anni mi sono vista raddoppiare il costo della retta. Per
quanto riguarda la qualità del cibo proposto e il rispetto del contratto di servizio, circa 2000 genitori, me compresa, hanno sottoscritto
una class action e ricorreranno al Tar per vedere rispettati i diritti
dei loro figli in mensa. (Rossella Mella, cittadina milanese,
mamma di un piccolo cittadino milanese)
• Carissime Sindaco e Assessore, è con vero interesse che ho aperto
la vostra lettera pensando che deve essere davvero importante se il
Comune ha deciso di spendere tempo e denaro per questo invio a tappeto, in un “periodo di scarse disponibilità finanziarie dovute alla crisi economica”. Non sono brava a fare i conti senza l’oste, ma penso
che magari tutta questa carta poteva essere sostituita da quella per
il bagno, che a scuola manca sempre… Parlate di servizio trasporto
per gli alunni disabili e di educatori scelti dalle scuole e pagati dal
Comune. Citate un sacco di numeri, ma non dite che il numero degli
insegnanti di sostegno è calato drasticamente in rapporto agli alunni
disabili e che nessun alunno disabile ha ottenuto il numero di ore di
assistenza a cui avrebbe diritto. Molti genitori sono costretti quindi a
tenere i figli a casa alcune ore, o a fermarsi a scuola per accudirli, nelle ore non coperte dall’educatore di sostegno. Ed eccomi arrivata a leggere il paragrafo che riguarda la refezione. Un brivido mi percorre
quando leggo che la qualità sta migliorando nel corso degli anni …
ogni giorno, in tutte le mense scolastiche, partono segnalazioni di non
conformità, e cosa ancora più grave, purtroppo queste segnalazioni rimangono troppo spesso inascoltate, tanto che lo scorso anno siamo
stati costretti a chiedere la dieta in bianco per i nostri figli, ogni volta
che il menù del giorno conteneva alimenti non presenti nel capitolato e di dubbia provenienza. Di fronte a ciò e alla notizia che sono aumentate le persone che rientrano nella fascia di gratuità, mi chiedo
come mai la mia retta, negli ultimi due anni sia letteralmente raddoppiata. Magari ci pagheranno quei bellissimi menù patinati che
ogni mese ricevo in triplice copia avendo tre figli! Rispetto al contributo per le spese d’ufficio che dire, le scuole pubbliche ormai si trovano obbligate a chiedere un contributo sempre meno volontario alle famiglie perché non hanno fondi sufficienti nemmeno per il funzionamento. Permettetemi infine di citare una questione che non è stata
segnalata nella vostra lettera ai Genitori e cioè il servizio trasporto
scolastico, che oltre ad essere un servizio a sostegno dell’organizzazione familiare e della libera scelta rispetto all’offerta formativa delle
singole scuole, rientra perfettamente nelle politiche di lotta al traffico
e all’inquinamento promosse del Comune e dovrebbe perciò essere incentivato e allargato a tutte le realtà cittadine, piuttosto che ridotto
fino ad essere abolito, solo perché non produce entrate. Nel ringraziarvi a nome dei miei figli per l’augurio di un sereno anno scolastico (augurio intempestivo, visto che la scuola è cominciata da 3 mesi, ma la
campagna elettorale no!), auguro anche a voi la stessa serenità, che
possiate condividere i nostri stessi affanni e preoccupazioni, in modo
da studiare le politiche più consone a garantire quel diritto allo studio che è sancito dalla Costituzione. (Adele Annovi, un genitore innamorato della scuola pubblica)
UNIVERSITÀ BICOCCA
Bullismo virtuale: diffuso tra i giovani,
sottovalutato dai genitori
egli episodi di cyber
bullismo la linea che
N
separa vittime e persecutori è labile e le parti si invertono con molta più facilità rispetto al bullismo
“tradizionale”. Mentre le
tipologie di attacco maggiormente in voga sembrano essere la diffusione
di fotografie e video imbarazzanti e il furto di identità virtuale, usati per
creare falsi profili sui siti
di social network o per inviare messaggi compromettenti a nome della vittima.
A rivelare questi dati è la ricerca “Cyber-bullismo e uso delle tecnologie tra i giovani”, presentata di recente in occasione del convegno “Digital Learning. Scuola, apprendimento
e tecnologie didattiche”, organizzato dall’Università
Bicocca in collaborazione con il Comune di Cinisello
Balsamo. Lo studio è stato realizzato, in Italia e in alcuni
paesi in via di sviluppo (Brasile, Colombia, India, Turchia)
dai ricercatori Davide Diamantini e Giulia Mura, ed è stato svolto, per la parte italiana, su 862 studenti di istituti
pubblici (sia licei sia istituti Tecnici o scuole medie), di età
compresa tra gli 11 e i 19 anni, di cui 51 per cento maschi
e 49 per cento femmine, dell’area di Milano e provincia.
L’obiettivo della ricerca, centrata su tutte le parti coinvolte:
vittime, cyber bulli e bystanders, è stato quello di ottenere
una valutazione non solo della diffusione degli episodi di
cyber-bullismo, ma anche della rappresentazione che i ragazzi hanno del fenomeno, del peso che gli eventuali attacchi subiti hanno avuto nella loro esperienza personale, della distanza tra quanto i ragazzi ritengono lecito fare in
Lombardia
Lombardia
Internet o utilizzando il cellulare e ciò che viene considerato illecito per la legislazione nazionale.
Che faccia ha il cyber-bullismo In Italia solo il 18 per
cento del campione dichiara di non aver subito nemmeno
un episodio di aggressione virtuale negli ultimi sei mesi, il
37 per cento è stato attaccato una o due volte, ed il 45 per
cento tre volte o più. Tra gli atti di cyber bullismo più diffusi gli scherzi telefonici si collocano al primo posto (23 per
cento), seguiti da diffusione di pettegolezzi via web (15 per
cento), pubblicazione di profili denigranti sui social network (12), pubblicazione di messaggi privati ed e-mail cattive (10), pubblicazione di foto (8), furto di identità (4),
esclusione da forum (2).
Alla domanda se abbiano mai commesso atti di cyber bullismo il 16 per cento degli intervistati ha risposto di no, almeno negli ultimi sei mesi, il 36 per cento dichiara di averlo fatto una o due volte, il 48 tre o più volte. Nel confronto
tra maschi e femmine, il 45 per cento delle ragazze dichiara di praticare la diffusione di pettegolezzi via web, mentre
il 79 per cento dei ragazzi utilizza gli scherzi telefonici per
infastidire le proprie vittime. Tuttavia, le ragazze dimostrano maggiore consapevolezza dei danni che possono fare
con azioni di cyber bullismo.
Valutazione dei genitori “I genitori - hanno commentato
Diamantini e Mura - hanno abdicato, riconoscono nei figli
una ‘autorità’ superiore in materia di computer e sono rassicurati dal fatto che i figli restino in casa. Invece l’esperienza di vita deve poter essere trasposta anche nel mondo
virtuale e il genitore deve mantenere vivo l’interesse su
quello che è un momento di socializzazione importante per
i ragazzi. Non farsi rassicurare dai filtri imposti a priori all’hardware, ma chiarire il fatto che le regole di buona educazione e convivenza civile vanno estese anche alle relazioni in Internet è l’unica strategia per restituire un ruolo
educativo ai genitori e per rendere più sicuri i ragazzi”.
Lombardia
ONA NOVE 25
ONA NOVE 26
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA 9
DERBY
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
Intercontinental story
ilano è l’unica città, in tutto il continente, che può vantarM
si di avere visto le sue due squadre sul tetto calcistico
d’Europa. Non lo si dice o scrive mai, ma è così. E siamo sicuri che, se ciò fosse avvenuto in qualsiasi altra città italiana, lo
si ripeterebbe fino alla noia. Ma tant’è. Milano Caput
Europae, insomma, almeno (solo…) nel football. E pure Caput
Mundi. La Coppa Intercontinentale, infatti, risplende da decenni nelle bacheche di entrambe le milanesi. E considerato
che i neroazzurri stanno per disputare la loro terza finale, abbiamo ritenuto che fosse opportuno ricordare le altre 10 volte
che Inter e Milan si sono trovate a giocarsi la sfida geocalcistica per il club più affascinante del pianeta.
La prima volta, fu rossonera. E non fu un esordio fortunato. Il
Milan, dopo aver battuto a San Siro il Santos di Pelè per 4-2
(reti di Trapattoni e Mora, doppietta di Amarildo), si trovò al
termine del primo tempo in vantaggio per 2-0 pure nel mitico
Maracanà, per merito di Altafini e Mora. Pareva fatta (anche
perché Pelè era assente per infortunio), ma a quel punto scese in campo l’arbitro argentino Brozzi. Il quale, oltre a favorire apertamente i brasiliani, permise loro delle aggressioni
a palla attiva e ferma che intimidirono i rossoneri a tal
punto da fargli subire 4 gol in un quarto d’ora. Finì
4-2 per il Santos, e in vista della “bella” a nulla
valsero gli sforzi diplomatici italiani per cambiare l’arbitro: il 16 novembre ’63 fu di nuovo Brozzi a dirigere l’incontro, e a deciderlo concedendo un inesistente rigo-
re al Santos. La gara si concluse sull’1-0, e il Milan tornò a casa
con le ossa rotte. Ma lo scandalo patito dai rossoneri servì l’anno
dopo proprio all’Inter, che sbarcò nel continente americano con
minore ingenuità. Nonostante questo, pure i neroazzurri subirono situazioni ambientali terribili (i “tifosi” dell’Indipendiente assaltarono il pulmann dell’Inter che finì con i vetri rotti, mentre la
polizia sparava in aria) e un insidioso 0-1 causato da una papera
di Sarti. A San Siro, il ritorno si concluse con un 2-0 per l’Inter
(Mazzola, Corso), che portò alla bella (allora i gol “doppi” in trasferta non esistevano) di Madrid del 26 settembre ‘64, decisa al
110’ dal solito sinistro di Mario Corso. Per la prima volta, un’italiana conquistava il titolo di squadra più forte al mondo. Una prodezza che l’Inter bissava l’anno successivo, battendo nuovamente
l’Indipendiente per 3-0 a Milano (gol di Peirò e doppietta di
Mazzola) e impattando sullo 0-0 il ritorno.
Correva l’anno 1965, ed è da allora che i tifosi neroazzurri aspettano. Fra qualche giorno, l’attesa avrà fine. Nel frattempo, il
Milan è arrivato a quota 8 finali disputate. Di cui almeno una, epica. Sei anni erano trascorsi dall’ingiusta sconfitta con il Santos e
il Milan si trovò, di nuovo, in un’altra situazione incredibile, provocata questa volta dalla follia dei giocatori dell’Estudiantes. I
quali, dopo aver perso a Milano per 3-0 (doppietta di Sormani e
rete di Combin), a Buenos Aires si resero protagonisti di una vera caccia all’uomo nei confronti dei milanisti, tanto che Combin finì con il naso rotto (e arrestato per una presunta renitenza alla
leva) e Prati svenuto per un trauma cranico. Fu una vergogna,
tanto che il portiere Poletti e due suoi compagni, Aguirre-Suarez
SPORTIN
e Manera, in seguito vennero persino arrestati. La gara, se così si può definire, terminò 2-1 per gli argentini (per il Milan segnò Rivera), ma la Coppa venne portata in via Turati. Dove
sarebbe tornata esattamente vent’anni dopo, nel 1989, grazie
ad un gol di Evani (al 119’, su punizione) al Nacional Medellin
del portiere istrione Higuita. Tokyo issava così il Milan di
Sacchi in cima al mondo. Un successo che i rossoneri ripetevano l’anno seguente, con un 3-0 all’Olimpia Asuncion firmato
da una doppietta di Rijkaard e da una rete di Stroppa.
Per il Milan era il terzo titolo, a cui sarebbero seguite, però,
ben tre sconfitte: nel 1993 con il San Paolo di Cafù, Cerezo e
Leonardo (3-2), un’edizione che i rossoneri giocarono al posto
dello squalificato Marsiglia. E poi nel 1994, quando il Milan
degli “invincibili” di Capello perse inaspettatamente con lo
sconosciuto Velez per 2-0.
Anche Ancelotti, nel 2003, si vide soffiare la Coppa, questa volta dal Boca Juniors ai calci di rigore. Del resto, proprio dagli
undici metri il Milan aveva precedentemente battuto la
Juventus nella finale di Manchester, e chi di rigore ferisce….
Tuttavia, quattro anni dopo, al Milan e al suo allenatore
venne offerta l’opportunità della rivincita, e stavolta i
rossoneri non fallirono superando il Boca per 4-2 grazie ad una doppietta di Inzaghi e alle reti di Nesta
e Kakà. Era il 2007, e il Milan si laureava per la
quarta volta Campione del Mondo. Contro le
due dell’Inter. Tra poco sapremo se le distanze verranno accorciate….
ONA
a cura di Roberto Braghiroli
“Calma e Gesso”
una nuova associazione
sportiva dilettantistica
C’è anche il mini-rugby. Entra nella squadra!
asta calcio, finalmente in zona è possibile far giocare a
B
rugby i nostri bambini! Presso il Centro Sportivo
Comunale di Bresso (dietro al cimitero di Bruzzano) si allena la Rubybresso21, neonata società di minirugby gemellata con la Amatori Rugby Milano Junior.
Tutti i bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni che hanno voglia di provare questo sport possono presentarsi il
mercoledì (alle 17) e il sabato (dalle 15), verranno accolti
con un sorriso da Luciano e Lucio, il tempo di dire il proprio
nome e saranno già in mezzo al campo.
Vederli riscaldarsi è uno spasso, bambini di 5 e 6 anni che
a turno si portano sulle spalle o fanno la cariola.
E poi la partita: tutti insieme, grandi e piccoli, questi ultimi
non necessariamente svantaggiati, a contendersi la palla
ovale e a tentare la meta, ma alla fine chi ha vinto? Bho, chisseneimporta. Il tutto è talmente “fisico”, spontaneo e veloce
che non c’è spazio per rabbia, delusione, frustrazione.
Incredibile come da subito i bambini imparino a rispettare
le regole del gioco e non si abbandonino alla violenza che il
contatto fisico così intenso potrebbe fare immaginare.
Si dice di questo sport che sia una metafora della vita, che
insegni la lealtà, la correttezza, il rispetto degli altri, che
chi si inzacchera col fango poi guardi il mondo con occhi migliori, forse, quello che è certo è che i bambini si divertono
un mondo, fateli provare (c’è un mese di prova gratuito senza impegno) e divertitevi con loro!
L’
effervescenza dei nostri quartieri fortunatamente non accenna a diminuire. La voglia di fare gruppo, realizzare attività socio-ricreative e fare uscire le persone dalle proprie case ha
portato a costituire l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Calma e Gesso” che ha aperto a fine ottobre la propria sede operativa in viale Suzzani 273. Con quali obiettivi? Lo sviluppo, la
promozione, l’organizzazione e la disciplina dello sport dilettantistico e della ricreatività sociale con particolare riguardo
alle attività per la salute e la cura del corpo e della mente attraverso ogni forma sportiva, ricreativa e culturale. I soci potranno organizzare circoli specialistici rivolti ad attività od interessi di nicchia. Nata da poco, questa spumeggiante associazione ha già dato vita a due gruppi sportivi:il Centro Studi Naturali, dedito al benessere fisico e mentale, gestito da Silvia Ferioli
e la velaweb.it, per gli amanti del mare e appassionati di vela, gestito da Alessandro Ghezzi.
La nuova e accogliente sede di viale Suzzani 273 già ospita:
• Un circolo nautico per la scoperta o l’approfondimento o la pratica degli sport a vela o a motore, compresa una scuola per lo studio di tutte le tecniche necessarie a navigare in sicurezza.
• Un circolo per il benessere, dove è possibile ricevere trattamenti shiatsu, ma anche una scuola per l’apprendimento delle tecniche di massaggio, ginnastica o meditazione orientale.
• Un’aula corsi attrezzata per ospitare ogni tipo di iniziativa.
• Un gruppo di persone disposte ad ascoltare, organizzare e promuovere le esigenze di gestione del tempo libero.
• Un nascente gruppo di acquisto solidale (Gas).
Per ogni ulteriore chiarimento e per rivolgere domande allo staff
dell’associazione visitate il sito www.velaweb.it. (Andrea Bina)
Lombardia
Lombardia
Per informazioni è possibile contattare Luciano (l’allenatore) al 333 6436338 o Luca al 347 1786425, oppure scrivere
una mail a info@[email protected].
Gli allenamenti si tengono il mercoledì dalle 17 alle 18.30 e
il sabato dalle 15 alle 17 presso il Centro Sportivo
Comunale di Bresso (via Grazia Deledda, 2).
Lombardia
Lombardia
Lombardia
ONA NOVE 27
ONA NOEUV
Cont el coo in di nivôl
L’angolo di Don Giuseppe
La colonna poetica
a cura di Augusto Cominazzini
a cura di Don Giuseppe Buraglio
a cura dei lettori
El telefonin
Temere o amare Dio?
Ogni volta,
nel giorno di Natate…
n insegnamento in qualche modo strano ma deciU
samente efficace: se non fai il bravo, se non rispetti i comandamenti, se non hai fede, se non vuoi bene al
‘Na vòlta el telefono l’éra on congègn rudimental,
se dovéva girà ‘na manovèlla per vèggh el segnal,
invece adèss, cont i sistèmm via cavo e satellitar,
se pò telefonà in qualsiasi pòst cont el cellular.
I prim telefonin faseven impressiôn perchè podéva capità
de vedè quaivun con quaicòss de stran a l’orèggia taccaa
che, in strada, el parlava de per lu, come on ôrlocch,
vegniva allôra de pensà: ‘‘Quèst chi el me par on pò tocch.’’
Incoeu el telefonin de quasi tutti el ven dopraa,
dal fiolètt de pòcchi ann al vècc imbalsamaa,
l’è ‘l gioghètt del momént, de grand attualità,
ma se fèmm ben i cunt, quanto el ven a costà?
Sul tram, stipaa, a un tratt se sent ona musica amoniôsa,
tutta la gént la se guarda in gir on poo curiôsa,
l’è on accènn melodiôs a la Nona Sinfonia,
vun di tanti prodigi de la moderna telefonia.
Quèll interessaa al segnal, el tira foeura el sò arnes,
ma in mèzz a la rèssa el se sent on poo indifes,
el parla a bassa vôs, cont el propòsit de minga fass capì,
intant i alter spintonen e ie manden a fass benedì.
Te vedet la tôsa che la tegn ben strètt in man
el telefonin come s’el fudèss on preziôs talisman,
lee la spètta, con ansia, on messagg che la farà sospirà,
ma el morôs, in chel momént lì, cossa l’è adree a fà?
De telefonin in Italia ghe n’è miliôn e miliôn,
per certi l’è ‘na comodità, per tanti alter on’ostentaziôn,
on’esageraziôn che la podaria permètt, per fall stà quiètt,
de regalà el telefonin anca a on nanin’ pènna nassuu tròpp
smorbiètt.
Ma tutt’i telefonad che fèmm hinn pròpi necessari?
Signore… il Signore ti punirà e andrai all’inferno!
In quanto a efficacia, non c’è che dire: la strada che separa il consiglio dal risultato è davvero breve!
Quale sistema più efficace di quello che ti fa dire a un
bambino: se fai (o non fai) la tal cosa ti riempio la faccia di ceffoni? Effetto immediato!
Ma non educativo. Se, per qualche strano motivo, la
punizione dovesse percepirsi dal bambino come lontana, ecco che il consiglio non verrebbe più seguito.
Del resto, se la motivazione “per fare bene” consiste
nella paura di essere puniti, allontanata o cancellata
la punizione, il bambino finisce per fare tutto quello
che vuole, che di solito è la cosa più comoda (ma spesso anche la più sbagliata).
Ma anche non rispondente a verità. Se dico al bambino
di non toccare la piastra rovente del fornello, è più vero e giusto spiegargli che scotta e che quindi si farebbe
del male a toccarla.
Promettergli tout court quattro ceffoni in caso di disobbedienza ci risparmierebbe sì tanti discorsi ma non
educherebbe il bambino a capire che il fuoco scotta e fa
male, abbandonandolo a un pericoloso fai-da-te qualora non fossimo in grado di tagliare la strada tra il bambino e la piastra rovente.
Dunque, una spiegazione più lunga e faticosa, più soggetta a incomprensioni, più esposta a rischi di inadempienza, risulterebbe la soluzione più vera, e a lungo andare anche la più efficace, relativamente ai problemi
educativi dei minori.
In fatto di fede siamo tutti “minori”, perché abbiamo
tutti un gran bisogno di crescere.
Perciò, piuttosto che minacciare tout court un inferno
prêt-à-porter, simbolo di un Dio vendicativo più che
amorevole, non è forse meglio annunciare un Dio che ci
vuol bene da morire e che quindi vuole a tutti i costi il
nostro bene?
Dopo di che impareremo, diventando adulti, che fare il
bene, rispettare i comandamenti, voler bene a Dio non
saranno ordini da eseguire, con punizione annessa, ma
un bisogno personale da soddisfare, con annessa la
sensazione forte che, se così non facciamo, ne va della
nostra dignità e della nostra stessa vita.
E così, finalmente, ameremo il Signore senza aver paura di Lui. Il timor di Dio sarà finalmente la nostra deferenza amorevole verso Dio e non più la paura del suo
infernale castigo.
Diana Roca
Ora che il tempo
segna gli anni vissuti
mi guardo intorno
e ascolto le voci
di tutti gli affetti
che dopo di me
anno dopo anno
hanno diviso il destino...
...nel giorno del Santo Natale
Melodie d’autunno
Anna Rizzi
Dolce paesaggio d’autunno
baciato da un timido sole
che gioca in una brezza leggera
per dar vita e luce
ad una natura
che ancora canta
le dolci ultime note
della bella stagione
che non vuole morire.
È una immagine di grazia
che nella sua fugace fragilità
sta nel tempo
e dà luce all’anima.
Così è l’Uomo
nelle stagioni della Vita
che lo sguardo divino
illumina e conduce.
Si sta con fiducia
quasi a voler cancellare
un mesto senso di precarietà
a godersi l’incanto
di questo ultimo sole
che si fa sentire in eterna sintonia
in questo quadro di luce e colore.
Piccole anime
Silvia Benna Rolandi
odiaco di
ona
a cura di Anna Maria Indino
L’oroscopo di dicembre
ARIETE 21.3 – 20.4
Un rapporto di amicizia o una semplice conoscenza potrà evolvere in una bella relazione. In
famiglia vi sentirete coccolati e capiti. Nei doni
che vi verranno fatti potrete leggere i sentimenti sinceri di chi vi è vicino. Ricambiate con
entusiasmo.
BILANCIA 23.9 – 22.10
Una persona che avete giudicato in modo negativo si dimostrerà invece piuttosto profonda e
con grande cuore. Nel lavoro potreste sentirvi
demotivati e insoddisfatti, ma dopo lo stacco per
le feste tutto prenderà una piega migliore.
Periodo favorevole agli investimenti.
TORO 21.4 – 20.5
Saprete scegliere la tattica migliore per conquistare chi vi ha letteralmente fatto perdere la testa, complimenti. Un conoscente potrebbe proporvi un viaggio speciale, prendetelo seriamente in considerazione. Non fatevi incantare invece da guadagni facili.
SCORPIONE 23.10 – 22.11
Vi si apriranno nuovi orizzonti professionali, con
progetti allettanti e molto promettenti. Chi vi
ama farà di tutto per starvi vicino e darvi affetto e comprensione,ma molti di voi non lo apprezzeranno come dovrebbero. Un dono inaspettato
speditovi da lontano vi riempirà di gioia.
GEMELLI 21.5 – 21.6
Se qualcuno pretende eccessive attenzioni o fa
scenate di gelosia non prendete queste per dimostrazioni di grande amore.Sarebbe opportuno che vi dedicaste all’organizzazione delle festività e alla programmazione di un viaggetto.
SAGITTARIO 23.11 – 21.12
I vostri desideri nascosti nel cassetto potrebbero realizzarsi a fine anno, anche grazie all’intervento di una persona speciale. Avrete qualche
dubbio sull’affetto della persona che vi sta accanto, parlatene sinceramente, e tutto si aggiusterà nel migliore dei modi.
CANCRO 22.6 – 22.7
Avrete modo di conoscere gente simpatica, con
la quale trascorrere momenti spensierati, concedeteveli, sono più che meritati. Un piccolo
malinteso rischia di incrinare il rapporto di coppia, chiaritelo subito, altrimenti rischiate di rovinare le feste natalizie.
CAPRICORNO 22.12 – 20.1
Una persona che non vedete da tempo si farà viva durante il periodo natalizio, portandovi moltissime piacevoli novità. Con il partner sarebbe
il caso di creare più occasioni di dialogo e di confidenza. Studiate un diverso trucco e taglio dei
capelli per le feste.
LEONE 23.7 – 23.8
Tenetevi stretti e coltivate con costanza i vostri
interessi, soprattutto quelli di tipo creativo o
culturale, vi sosterranno moltissimo nei diversi
momenti della vita. Un parente sta facendo il
ficcanaso, limitando la vostra autonomia, cosa
aspettate a ribellarvi?
ACQUARIO 21.1 – 19.2
Tenetevi ben stretti gli amici più cari, non sempre vi rendete conto di quanto siano preziosi e
fidati. Darete saggi consigli a una persona con
la quale sembra che stia nascendo un sentimento importante. Periodo gratificante per l’economia familiare. L’anno si chiuderà in bellezza.
VERGINE 24.8 – 22.9
Le vostre capacità di mediazione saranno messe alla prova in situazioni familiari e sociali che
richiedono diplomazia e autocontrollo, ve la caverete molto meglio di quanto non vi aspettiate. Non vi mancheranno i momenti di relax e di
romanticismo.
PESCI 20.2 – 20.3
Vi potreste trovare a difendere le vostre opinioni e il vostro modo di lavorare con persone prepotenti e presuntuose, non cedete per nessun
motivo. In amore vinceranno la sincerità e la
spontaneità. Bene le vacanze in luoghi temperati, siate cauti se praticate sport invernali.
ONA NOVE 28
Una folla di bambini
in attesa di nascere
aspetta silenziosa
alle porte della vita.
Benvenuti, piccole anime,
accomodatevi.
Sto raccogliendo
fatti e parole,
il mio bagaglio.
Vi faccio spazio
senza rammarico,
anime piccole.
Sorrisi e lacrime,
il mio bagaglio.
Per voi lo spazio,
il cielo e il vento,
per me la terra.
Benvenuti, vi bacio
ad uno a uno.
Ricette alla milanese
a cura di Franco Bertoli
Usej scapàa
in bôn con la polenta e se fan coeus comè i uselitt.
Invece se ciappa lomber de porscell o fettinn de fèsa
H
de vitell (cinqcent gramm).
I fettinn se batten leggerment e se rotolen sôra on altra fettinna sutilissima de panscetta cònt ona foèuja d’erbasavia. Se infila, sôra on stecch de legn, a tri per volta, i fettinn rotolàa insomma a on tocchèll de panscetta,ona foèuja de làvor e voeunna de erbasavia. Se fà indorà cònt el buttér per fagh ciappà colòr, poeu se sbassa la fiamma e se lassen coeus adasi, adasi,
ben quattàa, per on’òretta circa. Se sala e, se necessari, se slonga cònt el broeud o con l’acqua, ma poca.
Con l’acqua giontagh on mezz dado. I usej scappàa hin bon se
el sugh l’è abondant.
• Uccellini scappati Da gustarsi con la polenta e cucinati come fossero veri uccellini, invece si prende il lombo
di maiale o fettine di vitello (500 gr.). Le fettine vanno leggermente battute ed arrotolate sopra un’altra fettina sottilissima di pancetta ed una foglia di salvia. Infilzate su
uno stecco di legno a tre per volta, inframmezzate da un
dadino di pancetta, una foglia di salvia ed una di alloro,
si fanno rosolare nel burro fino a prendere colore, poi si
abbassa la fiamma e si lasciano cuocere incoperchiate per
un’ora circa. Salare ed eventualmente allungare con brodo o poca acqua. Debbono riuscire con molto sugo.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
FILO
DIRETTO CON…/1
LE NOTIZIE DEL MESE
SCIENZA
Dopo il coprifuoco, anche le catene
Materia o antimateria?
Questo è il dilemma
Angelo Longhi ([email protected])
• 2 novembre. Esonda il Seveso a
Niguarda Il livello dell’acqua non ha mai
raggiunto la soglia dei marciapiedi non causando danni ai negozi o alle abitazioni. Disagi
nel soccorrere un’anziana in via Val Cismon.
• 6 novembre. Il marito di Emlou sul
Comune: solo silenzi dopo tante promesse Vi ricordate la giovane madre filippina uccisa quest’estate a pugni da un uomo in
preda a un raptus omicida? Un caso che aveva fatto commuovere molti, riempito pagine
di giornali. Letizia Moratti affranta aveva
assicurato vicinanza alla famiglia e ai figli,
nel discorso durante la messa di suffragio
del 14 agosto. Poi, secondo il marito sfrattato perchè con un solo stipendio non riesce a
pagare l’affitto, più nulla.
• 7 novembre. Obbligo di gomme invernali o di catene a bordo: la Provincia
cambia idea Il Presidente della Provincia
Podestà subissato dalle critiche ha bloccato a
data da destinarsi la delibera del suo assessore alle Infrastrutture De Nicola, che obbligava
i cittadini a dotarsi di gomme invernali o catene entro il 15 novembre pena multe salate.
• 7 novembre. Incidente in via M. Gioia
angolo via Tonale. I vigili ci mettono 3
ore e mezzo per arrivare Si sono “toccati”
all’incrocio alle 11 di sabato 6 novembre.
Subito i due ragazzi protagonisti del piccolo
incidente hanno chiamato i vigili. Sono arrivati solo alle 14.30 e alle 15 hanno fatto spostare le auto. Interpellati sul perchè di così
tanto ritardo dalla centrale operativa di
piazzale Beccaria dicono che “al sabato siamo di meno, per quelli che siamo facciamo il
prima possibile.”
• 9 novembre. Previsione del bilancio
2011 del Comune: mancano 240 milioni
di euro, erano 140 nel 2010 L’assessore al
bilancio Giacomo Beretta ha fornito i dati ai
colleghi: tra le principali cause del buco 70
milioni di minori trasferimenti dallo Stato e
40 di minori trasferimenti dalla Regione
all’Atm... La soluzione proposta è data da 50
milioni di risparmi, la vendita di un pezzo
della Sea ai privati (non sotto il 51% del capitale della municipalizzata), la rinegoziazione dei contratti con le stesse società comunali che comporterebbe probabilmente
minor erogazione di servizi.
• 10 novembre. Tariffe più care del 25%
per i pendolari “Aumenteremo le tariffe
per non tagliare i servizi.” Lo ha dichiarato
Formigoni, che sulla manovra del Governo
aveva già detto il peggio possibile questa
estate. Il taglio dei fondi governativi ai trasporti pubblici locali ammonta a 311 milioni
di euro. Sarà una forma di federalismo fiscale in salsa leghista.
• 11 novembre. Sotto accusa il Comune.
Case ed asili sopra i rifiuti tossici, nell’area di Bisceglie. A Milano non nella
Campania dei Casalesi. Dopo il caso di
Santa Giulia, dopo l’ex Sisas di Pioltello, è la
volta della mega area di Biseglie. Una ex cava di rifiuti tossici nocivi pari a 1.800.000
metri cubi sopra cui il Comune di Milano ha
dato il permesso di costruire 1.300 appartamenti, un centro integrato per l’infanzia, edifici ad uso terziario e commerciale. Il sostituto procuratore Paola Pirotta ha messo sotto
accusa il Comune che non ha “chiesto una
preventiva rimozione dei rifiuti ivi stoccati”.
Indagati due alti funzionari del Comune, un
dirigente dell’Arpa e due costruttori.
• 13 novembre. 500 fiaccole ai funerali
per il tassista ucciso Ai funerali era presente il vice sindaco Riccardo De Corato che
invece di giustificarsi rispetto a come mai
gli assassini del tassista Luca Massari occupassero impunemente una casa popolare, senza che il Comune intervenisse (come
del resto succede anche per altri 4.000 appartamenti occupati), ha distribuito promesse di sicurezza, tolleranza zero, ecc. ecc.
come da 20 anni a questa parte.
• 14 novembre. Dati drammatici riportati dalla Cgil: cassa integrazione in aumento Lo scorso mese le ore di Cigs autorizzate dall’Inps da inizio anno sono state
1.026.500.000 con un incremento del 44,2%
rispetto allo stesso periodo del 2009.
Significa che ci sono ancora stabilmente
600.000 lavoratori conivolti in Cig. Dal punto di vista economico la Cgil calcola che i lavoratori abbiano perso 3,9 miliardi di euro
dalle proprie retribuzioni.
• 16 novembre. Coprifuoco imposto
dal Comune in Corso Lodi e Corvetto:
il Tar sospende alcune ordinanze
L’Epam (Associazione dei Pubblici Esercizi)
esulta: il Tar ha accolto la domanda di altri
due locali spostando l’orario di chiusura da
mezzanotte alle due. Equilibrato e sobrio il
commento del vice sindaco di Milano:
“Prendo atto che un bar per i giudici ha più
peso del Comune di Milano”.
• 17 novembre. Autore di un libro su Cl
sospeso si incatena davanti alla Regione
Enrico De Alessandri, il dipendente della Regione Lombardia autore del libro “Comunione
e Liberazione.Assalto al potere in Lombardia”
e sospeso dal lavoro, si è incatenato per chiedere al Presidente Formigoni di togliere il suo avvallo all’atto di sospensione.
• 19 novembre. Rutti, volgarità e bestemmie nella Cattedrale. Sono il capogruppo
leghista e un consigliere Pdl di Opera Il
video sta spopolando su internet. Siamo nella
Cattedrale di Monaco e un gruppo di uomini
con bottiglie di birra in mano, tra cui Fabrizio
Dalcerri, capogruppo leghista nel Comune di
Opera, e Stefano Buono, consigliere Pdl, entrano e si lasciano andare a quanto sopra.
Dalcerri è uno degli “eroi” della destra di
Opera, uno di quei “paladini della cristianità”
che aveva dato fuoco al campo Rom e che per
questo era stato premiato dall’elettorato leghista con l’elezione in Consiglio Comunale. Dopo
questo fatto sarà eletto in Senato?
• 20 novembre. Ospedale di Niguarda:
nei nuovi turni di notte un solo medico per 96 pazienti Da quando i vecchi reparti sono stati trasferiti nel nuovo blocco
Sud, l’Ospedale sta sperimentando il nuovo
sistema interdivisionale di organizzazione
delle cure. E dal prossimo 2 dicembre scatteranno i nuovi turni di notte durante i
quali i reparti di ematologia, oncologia ed
epatologia in cui si è passati dopo il trasferimento da 78 a 96 posti letto, saranno sotto il controllo di un solo medico di guardia.
Da notare che i tre reparti stanno su due
piani diversi. “Un solo medico è insufficiente”, protesta Sonia Ribera, ematologa ed
esponente dei medici della Cgil. (vedi anche
a pag. 7)
La frase del mese è di Maurizio Landini,
segretario nazionale della Fiom-Cgil:“ Un paese in cui una persona pur lavorando è povera è
un paese ingiusto che va cambiato”.
La monnezza del governo Berlusconi-Bossi
N
on potendo più farne a meno, vista la situazione dei rifiuti, Napoli è tornata sotto i riflettori dei media. Ma tutto quello che non ci hanno raccontato giornali e tv ha reso incomprensibile ai più il perché del ritorno della monnezza.
Infatti dopo che due anni fa Berlusconi è stato
promosso Mister Miracolo (ho risolto tutto, io e
con una mano sola), non ci hanno detto più niente di come andavano le cose. Eppure ce ne sono
state di cose interessanti: 1) Nel 2008 Berlusconi
manda Bertolaso in Campania, il quale però non
risolve niente, li limita a spostare un po’ di rifiuti, anzi viene indagato per l’operazione
“Rompiballe”. 2) Il 26 marzo 2009 Berluscioni va
ad Acerra e taglia il nastro dell’inceneritore, che
però funzionerà sempre a scartamento ridotto e
si guasterà almeno 5 volte in un anno. 3) Nel dicembre 2009 Berlusconi dichiara “finita l’emergenza” e passa tutti i poteri da Bertolaso agli enti locali, specie alle provincie controllate da
Cosentino, un sottosegretario del Pdl per cui la
magistratura chiederà al Parlamento, e non otterrà, l’autorizzazione a procedere per collusione
con la mafia. 4) Settembre 2010: anche se in sordina sui media, i rifiuti tornano nelle strade a
causa del fatto che non sono stato fatti i termovalorizzatori e quindi le discariche di emergenza si
sono riempite. 5) Gli ultimi patetici bluff di
Berlusconi: “Entro dieci giorni emergenza risolta” e poi, passati molti più giorni: “Entro due set-
Lombardia
timane ...” Non poteva quindi che essere fischiato, a Napoli come in Abruzzo.Ma in tv la contestazione non fa spettacolo ed egli appare sempre
allo stesso modo: esce dalla macchina, sorride,
agita la manina rivolta a un pubblico che non si
vede e via a “lavorare”…
• L’uno x mille a te, il 4 x mille a me Quando
in Parlamento è arrivata la Finanziaria del governo Berlusconi-Bossi-Tremonti, quasi tutti gli
organi d’informazione hanno avuto l’occasione di
far capire che cosa effettivamente si nasconde dietro le parole di certi politici, ma se lo sono fatta
sfuggire. Eppure bastava confrontare poche cifre
tra di loro: da una parte il governo ha tagliato del
45% i fondi per la Cooperazione e lo sviluppo (fondamentale per la lotta alla povertà nel mondo) e
del 5 x mille che noi paghiamo con le tasse ha distribuito alle onlus solo 100 milioni tenendosene
per sé almeno 400 (il 75%), fra l’altro limitando in
modo drastico la libertà dei cittadini di decidere
come destinare la propria quota; e dall’altra ha
messo in conto 15 miliardi di euro per acquistare
131 cacciabombardieri F-35.Qualche maligno,come don Renato Sacco di Pax Christi, sostiene che
al governo interessano più le armi della
Finmeccanica dei servizi sociali delle onlus, che
da parte loro denunciano che con questi tagli “su
quattro malati ne potremo salvare solo uno”.
Ammesso che questi non finisca sotto le bombe
degli F-35. (Luigi Luce)
Lombardia
Lombardia
Valia Allori
li scienziati hanno recentemente intrapG
polato alcuni atomi di antimateria per
qualche frazione di secondo. Sembra la trama
del prossimo film della saga di Star Trek.
Invece è successo al Cern (Conseil Européen
pour la Recherche Nucléaire, Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare) di Ginevra.
Noi siamo fatti di materia, come tutto il resto che ci circonda, quindi cos’è questa esotica sostanza chiamata “antimateria”? E
che cosa effettivamente è stato scoperto, e
perché è importante?
Come la materia è fatta di particelle, l’antimateria è fatta di antiparticelle. Le particelle più comuni sono i protoni, i neutroni e gli
elettroni. I primi due formano i nuclei atomici, gli elettroni “girano” intorno al nucleo. Il
neutrone pesa come il protone e molto di più
dell’elettrone, ma (come dice il nome) è elettricamente neutro, mentre l’elettrone e il
protone hanno carica elettrica uguale ma opposta. Cioè, se sottoposti a campi elettromagnetici uno gira a destra, l’altro a sinistra,
mentre il neutrone va dritto. In maniera un
po’ semplicistica possiamo dire che l’antiparticella gemella di una determinata particella è una particella con la stessa massa ma
con carica elettrica opposta.
L’esistenza dell’antiparticella dell’elettrone,
detta positrone (da elettrone positivo) fu ipotizzata teoricamente dal fisico P. A. M. Dirac nel
1928, e scoperta sperimentalmente nel 1932.
In seguito sono state teoricamente previste e
poi sperimentalmente osservate le particelle
corrispondenti alle altre particelle, tra le quali
l’antiprotone, cioè l’antiparticella del protone.
L’antimateria non è poi così esotica come sem-
brare. Chiunque abbia fatto una Pet è stato
attraversato da antimateria: Pet vuol dire infatti Positron Emission Tomography,
Tomografia ad Emissione di Positroni.
Il problema non è quindi creare antimateria,
ma impedire che essa si distrugga subito. Quel
che succede infatti quando una particella incontra la sua antiparticella è la completa e mutua autodistruzione (detta annichilazione): entrambe le loro masse si trasformano completamente in pura energia. Non a caso questa annichilazione è alla base del funzionamento della Pet: questa macchina emette degli anti-elettroni, che quando incontrano i nostri elettroni
fanno un (piccolo) “botto” e possono venir rivelati dagli opportuni detector.
Quello che sono riusciti a fare al Cern è stato
“costruire” un po’ di atomi di anti-idrogeno: come l'idrogeno è costituito da un protone con
un elettrone che gli gira intorno, così l’antiidrogeno è costituito da un antiprotone con un
positrone che gli gira intorno. È quindi una
conquista tecnologica, nel senso che il problema era evitare che l’antimateria si annichilisse con la materia circostante. La vera sfida
teorica, per cui era necessario sviluppare questa tecnologia, è capire come mai nell’universo c’è tanta materia ma pochissima antimateria: da cosa deriva questa asimmetria, che
teoricamente non è prevista?
Così come sarebbe strano continuare a incontrare solo e soltanto uomini dato che sappiamo che ci sono circa tanti uomini quante donne, così è strano trovare solo materia dato che
sappiamo (così dice la nostra teoria fisica più
avanzata) che ci dovrebbero essere entrambe
e in quantità confrontabili.
CONSUMI E AMBIENTE
Acqua di casa mia
La nuova campagna consumerista di Coop.
Valeria Malvicini
a partire dagli anni ottanta che Coop
È
informa i propri soci e consumatori sugli effetti dei comportamenti di consumo.
La prima campagna consumerista fu nel
1984 “Bianco il bucato, azzurro il mare”
che ottenne l’obiettivo di eliminare i fosfati dai detersivi.
Da allora sono state numerose le campagne
di questo tipo, da quella per eliminare l’utilizzo del Cfc dagli spray, responsabili dell’impoverimento della fascia di ozono, alla
raccolta di firme per fermare l’abuso dei pesticidi in agricoltura e alla più recente per
la liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco anche nei supermercati con
vantaggi evidenti per i consumatori, per
non parlare dell’impegno per garantire l’assenza di ogm nei prodotti a marchio e l’impegno continuo per la riduzione degli imballaggi. In tutte queste occasioni Coop ha
aperto una strada che poi ha portato a
modifiche legislative ed a vantaggi per
tutti i cittadini.
La campagna “Acqua di casa mia” si inserisce in questo impegno che sta nella vocazione stessa di una cooperativa di consumatori e si sviluppa in tre filoni: la situazione
delle acque del rubinetto, le caratteristiche
specifiche e la mappatura delle acque minerali, il contenimento degli sprechi idrici.
Il messaggio “Salvaguardiamo l’ambiente:
scegli l’acqua del rubinetto o proveniente da
Lombardia
fonti vicine” non è un messaggio banale
detto da chi l’acqua minerale la vende da
sempre. Non si può tuttavia chiudere gli
occhi di fronte ad un dato di fatto: l’imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100
litri d’acqua che viaggiano per 100 km (ma
mediamente ne fanno di più) producono
emissioni almeno pari a 10 kg di CO2, se
invece si sceglie l’acqua del rubinetto per
ogni 100 litri erogati se ne emettono circa
0,04 kg, una bella differenza. Le possibilità che si aprono sono diverse.
Chi vuole può decidere di ricorrere all’acqua di rubinetto, normalmente un’acqua
di buona qualità e sicura da un punto di
vista igienico. Altra strada può essere
quella di scegliere acque minerali vicine,
così da limitarne il trasporto su gomma
(sulle nostre autostrade viaggia ancora
l’82% dell’acqua minerale).
Coop si attiverà con i gestori delle reti idriche pubbliche a rendere disponibili in maniera tempestiva e trasparente i dati sulla
qualità delle acque che escono dai rubinetti
delle nostre città.
Inoltre, Coop ha lavorato concretamente
sul proprio prodotto a marchio, in primo
luogo sul packaging riducendo già nel 2009
la grammatura delle bottiglie, operazione
che ha consentito un risparmio annuo di
3300 tonnellate di CO2, poi, in coerenza
con la campagna, ha raddoppiato le fonti di
approvvigionamento della propria acqua a
marchio aggiungendo alle 2 fonti originarie (Grigna in provincia di Lecco e Monte
Cimone in provincia di Modena) le sorgenti Valcimoliana (Pordenone) e Angelica
(Perugia). La disponibilità di 4 fonti (ma si
sta lavorando per individuarne un’altra al
Sud) permetterà di ottenere a regime una
riduzione significativa delle distanze che
le bottiglie devono compiere per arrivare
nei supermercati.
Infine è stata inserita in assortimento una
caraffa filtrante a marchio Coop per uso domestico.
A questa attività si affianca l’offerta di attività di educazione al consumo consapevole
per le scuole con due animazioni specifiche
“Una storia grande come il mare” in collaborazione con la Cooperativa Pandora che sarà ospitata anche all’Acquario Civico e
“Viaggio in bottiglia”, sempre nell’ottica di
valorizzare questa importante risorsa e incentivarne consumi più responsabili.
Per saperne di più www.e-coop.it
Lombardia
ONA NOVE 29
FILO
DIRETTO CON…/2
TASSE & AGEVOLAZIONI
ODONTOIATRIA
Le scadenze di dicembre
Per avere denti più bianchi
Lorenzo Gomiero
Nunzio M. Tagliavia (medico chirurgo dentista)
opo l’importante appuntamento di noD
vembre ecco che ve n’è subito un altro.
• Ici - Versamento a saldo anno 2010 Il 16
dicembre è la scadenza prevista per il versamento del saldo Ici. Si ricorda che l’abitazione
principale (escluso le abitazioni di lusso e le
ville) è esente da Ici. Vengono considerate tali
anche quelle assimilate all’abitazione principale dai Comuni con proprio regolamento ad
eccezione di quelle di categoria catastale A1A8-A9. Non è tenuto ad alcun versamento,
quindi, chi possiede solo l’abitazione principale non accatastata A1-A8-A9.
- Immobili assimilati all’abitazione principale
L’esenzione è riconosciuta per tutte le unità immobiliari che il Comune, con proprio regolamento, ha assimilato alle abitazioni principali.
È necessario che il contribuente che potrebbe
essere in questa situazione verifichi, in relazione a dove si trovano i fabbricati che non siano
abitazione principale, le condizioni stabilite dal
Comune per calcolare se è dovuta l’Ici o
meno.Tale assimilazione potrebbe operare per
gli immobili in uso gratuito a familiari, o dati in
locazione ai sensi della Legge ex 431/98 o residenza di anziani e disabili ricoverati in Istituti
o case di riposo.
- Pertinenze Anche per le pertinenze dell’abita-
zione principale è necessario verificare se il
Comune ha stabilito, nel proprio regolamento,
limitazioni a quali e quante possono essere considerate pertinenze dell’abitazione principale.
- Rimborsi Per chi avesse già erroneamente versato l’imposta, il Comune è tenuto a rimborsare
d’ufficio l’importo non dovuto
• Iva - Acconto Entro il 29 dicembre (27/12 sabato) i titolari di partita Iva sono chiamati a versare l’acconto Iva per l’anno 2010 applicando uno
dei seguenti metodi:
- Metodo storico Versamento pari al 88% dell’imposta dovuta per il periodo precedente (dicembre
o 4 trimestre 2009).
- Metodo previsionale Versamento pari al 88%
dell’imposta che si ritiene di prevedere per il periodo in esame
- Liquidazione al 20 dicembre Effettuare una liquidazione e versare l’intera imposta dovuta (in
questo caso si avrà una seconda liquidazione per
il periodo 21/12 – 31/12/2010.
- Codici di versamento 6013 per i contribuenti
mensili e 6035 per i contribuenti trimestrali.
- Ravvedimento acconto di novembre Chi non
avesse ottemperato al versamento dell’acconto di
novembre può effettuare il versamento con sanzioni ridotte (sanzioni al 2,5% e interessi in ragione d’anno del 3% entro il 30 dicembre.
egli ultimi anni hanno preso sempre più piede
N
i trattamenti di cosmetica dentale, in particolare lo sbiancamento dentale. Le tecniche di sbiancamento dentale si distinguono in tecniche professionali e tecniche non professionali. Le tecniche
professionali migliori si effettuano con sedute in
studio dette “in office bleaching”.
Nell’ambito degli “in office bleaching” si distinguono gli sbiancamenti con o senza attivazione luminosa. Da ricordare che esistono sbiancamenti domiciliari applicati dal paziente e con la supervisione periodica del medico dentista, o acquistabili in
farmacia e utilizzabili senza la supervisione del
dentista, ma di efficacia minore e transitoria.
I metodi di sbiancamento professionale in studio
utilizzano gel con concentrazioni di perossido di
idrogeno fino al 35%. Il gel può essere posizionato
sui denti dal medico dentista e lasciato agire per
circa 45 minuti (dentist supervised bleaching), o
può essere posizionato sui denti dal medico dentista ed esposto a una sorgente luminosa (lampada
alogena, lampada al plasma, laser) in modo che
venga ancor più accelerata la reazione chimico-fisica. In base alla sorgente luminosa e al tipo di discolorazione il gel è applicato da 1 a 3 volte e sottoposto alla sorgente luminosa per un tempo variabile da 1 a 15 minuti per applicazione, cioè sbiancamento alla poltrona con attivazione (dentist-ad-
Tutela fiscale del contribuente Srl, Milano, V.le Rodi 85.
ministered bleaching o power bleaching).
In entrambi i metodi sopra descritti viene applicata una protezione di gomma intorno ai denti per
non fare entrare in contatto il gel con le gengive. Il
trattamento, nella maggioranza dei casi, non provoca sensibilizzazioni al caldo e al freddo, anche
perché se ci fossero situazioni dentali predisponenti alla sensibilizzazione, si preferisce risolverle prima del trattamento. A ogni modo, quando accadono, durano per pochi giorni e sono tollerabili. Gli ottimi risultati non sono parogonabili alle metodiche
domiciliarie o, tanto meno, a quelle acquistabili in
farmacia da chiunque.
Dal punto di vista dei costi,uno sbiancamento dentale con attivazione luminosa, il migliore come detto, è superiore a qualsiasi altro, ma sono ampiamente giustificati dalla sua notevole efficacia e durata. Prima di ogni trattamento sbiancante è però
necessaria una verifica della situazione igienicoorale. In caso di presenza di tartaro, gengiviti, o lesioni cariose gravi eccetera, è necessario prima
trattarli. Come pure una valutazione delle abitudini alimentari e voluttuarie (fumo, caffè). In conclusione, i trattamenti cosmetici dentali e, in particolare, quelli sbiancanti possono considerarsi un importante branca delle cure dentali che uno studio
moderno deve essere in grado di fornire, ma solo
come ultima fase dei trattamenti dentali.
Dott. Nunzio M. Tagliavia, medico chirurgo dentista
Rag. Lorenzo Gomiero Commercialista
È possibile prenotare l’appuntamento per la compilazione di documenti fiscali.
Telefono 02 66111812 - fax 02 66116682 - [email protected]
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PARERI LEGALI
La responsabilità medica oggi (secondo un Convegno all’Ospedale Niguarda)
Dimitri Barbera
rendo spunto dal convegno del 15 novembre, organizzato
P
dall’Azienda Ospedaliera Niguarda Cà Granda e riguardante
proprio la responsabilità Medica, a cui hanno preso parte, tra l’altro,
il Ministro della Sanità Fazio oltre al Presidente della Regione
Lombardia Formigoni.
Proprio alla luce dei recenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità, il programma si è incentrato su un'analisi completa delle
più controverse problematiche riguardanti la responsabilità medica
e della struttura sanitaria pubblica e privata,in particolare per quanto concerne il nesso causale nella responsabilità penale e sui relativi
criteri di indagine, nonché sul grado di diligenza del medico; il tutto
considerato l’incremento progressivo di cause, soprattutto civili, che
si è registrato negli ultimi anni. Un’area tematica è stata riservata al
consenso informato del paziente, ai criteri e modalità con cui deve essere raccolto ed alla eventuale responsabilità per l’insufficiente informazione (non basta quindi far sottoscrivere tale consenso: il paziente deve essere in grado di capire e valutarne il contenuto), alla luce
anche delle sentenze delle Sezioni Unite civili della Cassazione del
novembre 2008 che hanno affermato l’orientamento del danno, quale “conseguenza” e non più quale “evento”, e della sentenza delle
Sezioni Unite penali della Cassazione n. 2437 del 18 dicembre 2008
con riguardo sia al reato di cui all’art. 582 cod. pen., sia a quello di cui
all’art. 610 cod. pen. - della condotta del medico che sottoponga il paziente ad un trattamento chirurgico diverso da quello in relazione al
quale era stato prestato il consenso informato, nel caso in cui l’intervento, eseguito nel rispetto dei protocolli e delle leges artis, si sia concluso con esito fausto -. Il concetto di errore, poi, in medicina è esploso nel decennio scorso e negli ultimi anni la stessa sicurezza dell’ammalato è diventato un argomento sempre più discusso; infatti, ove il
paziente domandi assistenza che migliori il suo stato di salute e lo
stesso riscontri un danno dal lato sanitario, in quel momento si verifica un danno per l’intero sistema.
Sicuramente l’errore è il fallimento di azioni pianificate rispetto
agli obiettivi che si volevano raggiungere. Si deve intendere per errore medico l’errore chirurgico, diagnostico, di caduta, terapeutico
etc.. Si è discusso poi dei concetti di errore in ambito sanitario che
conseguono a: 1) Deviazione tra le azioni preordinate e le proprie
intenzioni. Nonostante tali azioni siano chiare, certe ed analizzate,
i soggetti compiono delle azioni che si discostano dalle reali intenzioni (distrazione e dimenticanza). 2) Deviazione tra percorso finalizzato per il raggiungimento di un obiettivo ed un percorso più idoneo al caso di specie (o ideale). Questa tipologia di errore è molto più
complessa rispetto a quella già citata in precedenza perché se ne
parla anche dopo anni da quando il fatto è accaduto e soprattutto
risulta molto difficoltosa l’individuazione dello stesso errore.
All’interno della società moderna, non è possibile creare una cultura
sull’assenza della colpa perché in alcuni atti dell’ordinamento giuridico italiano si prevedono sanzioni. Ad esempio, in ambito civile per
risarcire il danno basta che sia presente la regola del “più probabile
che non” mentre invece in ambito penale prevale la regola del ”oltre
il ragionevole dubbio”.
Quale confronto sul tema, il problema della malpractice (malasanità)
negli Stati Uniti comincia a presentarsi già intorno alla prima metà
degli anni settanta, con conseguente aumento di spese per le polizze
assicurative. A tal fine si vuole ricordare la figura professionale del
Risk Management in sanità che venne suggerita, ai propri clienti
ospedali, dalle compagnie assicuratrici statunitensi che dovevano
studiare le procedure e le pratiche organizzative per la miglior gestione del rischio professionale e di impresa.
Dimitri Barbera - Avvocato del Foro di Milano
V. G. Arganini, 24 - Studio Legale e Tributario in Milano, V. Soperga 4,
tel. 0266714559, fax 02700418300, [email protected]
PROBLEMI DEL LAVORO
Lavoro sommerso: la nuova maxisanzione
Anna De Lillo (Consulente del Lavoro)
art. 4 della L. n. 183/2010 (c.d. Collegato lavoro) modifica raL’
dicalmente le previsioni in tema di maxisanzione per il lavoro sommerso. La circolare 12 novembre 2010, n. 38, riepiloga le
novità intervenute in materia, fornendo le prime indicazioni operative per una corretta applicazione della disciplina. Il presupposto per l'individuazione del lavoro sommerso consiste nell'impiego di lavoratori in assenza di comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro.
Oggetto della maxisanzione è l’impiego di “lavoratori subordinati
senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro” alle dipendenze di datori di lavoro privati o di enti pubblici economici, con esclusione dei lavoratori domestici. Per le altre tipologie
di rapporto per le quali non è prevista la comunicazione al Centro per
l’impiego (ad es. lavoro occasionale accessorio o prestazioni rese dai
soggetti di cui all’art. 4, comma 1, nn. 6 e 7 del D.P.R. n. 1124/1965),
il requisito della subordinazione è dato per accertato, con conseguente applicazione della maxisanzione, nel caso in cui non siano stati effettuati gli adempimenti nei confronti della pubblica amministrazione, che provino la regolarità del rapporto. In altri termini, rispetto a
tali rapporti si può applicare la sanzione se non sia stata effettuata:
• la comunicazione di cui all’art. 23 del D.P.R. n. 1124/1965 per le figure di cui all’art. 4, comma 1, nn. 6 e 7, dello stesso decreto (coniuge,
figli, parenti, affini, affiliati e affidati del datore di lavoro che prestino
con o senza retribuzione alle di lui dipendenze opera manuale ed anche non manuale; soci delle cooperative e di ogni altro tipo di società,
anche di fatto, comunque denominata costituita od esercitata, i quali prestino opera manuale, oppure non manuale);
• la comunicazione all’Inps/Inail connessa all’attivazione di prestazioni di lavoro occasionale accessorio.
Per quanto concerne le prestazioni di lavoro autonomo occasionale ai
sensi dell’art. 2222 cod. civ., il personale ispettivo provvederà ad irrogare la maxisanzione in assenza della documentazione utile ad una
verifica circa la pretesa autonomia del rapporto (iscrizione Camera
di commercio, possesso di partita Iva, produzione di valida documentazione fiscale precedente all’accertamento).
Non vi è alcuna maxisanzione se si sono instaurati regolarmente, sul
piano formale, rapporti di lavoro non subordinati che vengono fatti
ONA NOVE 30
oggetto di differente qualificazione in chiave subordinata. Non è
soggetto alla maxisanzione neppure il datore di lavoro che, prima
di qualsiasi intervento ispettivo o dell’avvio di una conciliazione
monocratica, regolarizza spontaneamente e integralmente, per
l’intera durata, il rapporto di lavoro privo di preventiva comunicazione. In osservanza dell’art. 116, comma 8, lettera b), della L.
n. 388/2000, non scatta la maxisanzione se, entro 12 mesi dal termine stabilito per il pagamento dei contributi o premi riferiti al
primo periodo di paga (giorno 16 del mese successivo a quello di
inizio del rapporto) il datore di lavoro, in assenza di verifiche o
controlli, denuncia spontaneamente la propria situazione debitoria e versa gli importi dei contributi o premi dovuti per tutto il periodo di irregolare occupazione entro 30 giorni dalla denuncia, pagando la sanzione civile prevista e comunicando al Centro per
l'impiego la data di effettiva instaurazione del rapporto.
Come già sostenuto con la circolare n. 20 del 21 agosto 2008, non opera la maxisanzione nei casi di ferie o chiusura dei professionisti o degli altri soggetti abilitati cui il datore di lavoro si è affidato per le comunicazioni di assunzione, se provvede ad inviare la comunicazione
preventiva a mezzo fax con modello UniUrg.
Nelle ipotesi di assunzione per eventi straordinari o cause di forza
maggiore, dove non è obbligatoria la comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro, la maxisanzione non opera se
l'evento risulta imprevedibile in base alle concrete circostanze del caso, avendo determinato la oggettiva impossibilità di comunicare numero e nominativi dei lavoratori da assumere. In base all’art. 3, comma 3, del D.L. n. 12/2002, come modificato dall'art. 4 della legge n.
183/2010, sono previste due distinte ipotesi di sanzione amministrativa: da € 1.500 ad € 12.000 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di € 150 per ogni giorno di lavoro effettivo, in caso di lavoro
totalmente “in nero”; da € 1.000 ad € 8.000 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di € 30 per ogni giorno di lavoro irregolare (fattispecie sanzionatoria attenuata), nel caso in cui il datore di lavoro
abbia regolarizzato il rapporto successivamente all’instaurazione e
solo in parte, ovvero quando il datore di lavoro abbia fatto svolgere al
lavoratore un periodo parzialmente “in nero”, pur a fronte di un successivo periodo di regolare occupazione.
Entrambe le ipotesi di illecito, sia nella parte fissa che nella
maggiorazione, rientrano nel campo di applicazione della procedura di estinzione agevolata degli illeciti amministrativi mediante pagamento della sanzione in misura ridotta (ai sensi dell’art. 16 della L. n. 689/1981).
Inoltre, nei confronti di entrambe le fattispecie è applicabile la procedura della diffida ex art. 13 del D.Lgs. n. 124/2004. Pertanto - tranne
che nei casi di lavoro irregolare degli extracomunitari senza permesso di soggiorno e dei minori non occupabili (trattandosi di condotta
materialmente non sanabile) - qualora il personale ispettivo riscontri ipotesi di lavoro nero alle quali sia applicabile la maxisanzione, lo
stesso deve diffidare il trasgressore e gli eventuali obbligati in solido
a regolarizzare sotto il profilo contributivo, retributivo e lavoristico la
posizione dei lavoratori coinvolti, anche nelle ipotesi di un primo periodo di impiego in nero seguito da un periodo di regolare occupazione. Per regolarizzazione si intende sia la comunicazione del giorno di
effettiva instaurazione del rapporto di lavoro sia il versamento dei
contributi. Di norma sarà possibile regolarizzare esclusivamente con
contratti di natura subordinata a tempo indeterminato (pieno o a
tempo parziale con orario non inferiore a 20 ore settimanali).
L’ottemperanza alla diffida ammette i predetti soggetti al pagamento della sanzione nella misura minima edittale per l’importo stabilito in misura variabile e nella misura di un quarto della maggiorazione giornaliera prevista in misura fissa. Pertanto, sarà comminata la
somma di: € 1.500 per ciascun lavoratore, oltre a € 37,50 per ciascuna giornata di lavoro (ipotesi di lavoro totalmente in nero); € 1.000
per ciascun lavoratore, oltre a € 7,50 per ciascuna giornata di lavoro
irregolare (ipotesi di lavoro parzialmente in nero).
Dott.ssa Anna De Lillo
Conciliatore Partner Asac Agenzie di Conciliazione
Studio di Consulenza del Lavoro
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lettere in redaz ione
SENZA LUCE
C’È SOLO LA LUNA
Siamo donne che lavorano in
viale Fulvio Testi 280 e la sera
uscendo - anche alle 18 - ci aspetta il buio pesto. Abbiamo
paura e, nonostante le telefonate all’A2A (che sembra abbia in
carico la manutenzione), la sera
noi donne ci dobbiamo far scortare fino all’auto posteggiata. Se
le vostre figlie e mogli trovassero questo alla sera non avreste
paura per loro?
Lettera firmata (novembre)
UNA PERLA DEL
VICESINDACO
A proposito della prevista estensione della sosta a pagamento
in zone residenziali di grande
prestigio quali Viale Monza e
Via Padova, l’ineffabile Vice Sindaco di Milano ha recentemente
dichiarato che i milanesi “non
hanno capito lo spirito del provvedimento” in quanto solo i non
residenti in zona dovranno pagare la sosta. Io ho però capito
una cosa: risiedo in una zona limitrofa (Niguarda, già allietata
dalle frequenti esondazioni del
Seveso) e quando mi reco ad assistere i miei genitori, anziani e
malati,mi tocca pagare il balzello per parcheggiare a Beverly
Hills (zona Monza/Padova)Nell’inviare i miei sinceri complimenti a De Corato per il fine
umorismo, credo anche di aver
capito per chi non dovrò votare
alle prossime comunali.
Ciro di Giorgio (novembre)
CAPITA
PRENDENDO I MEZZI
Dopo un’interminabile attesa
del tram 7 alla Bicocca (oltre 20
minuti alle 10 del mattino), suggerirei una nuova interpretazione dell’acronimo Atm: Arrivato
Tram, Miracolo!
Ciro di Giorgio (novembre)
RAPPEZZI
SU RAPPEZZI
Sfogo odierno nel contesto del
maltempo, un “problemino” futile davanti a situazioni che minano la sicurezza e la salute, ma
non meno importante dal punto
di vista della vivibilità di Milano, capitale d’Europa. Abbiamo
scoperto - uovo di Colombo - che
l’asfalto non è permeabile! Le fognature che dovrebbero drenare
le acque atmosferiche non sono
sufficienti o sono intasate e
quindi per la gioia degli automobilisti, ma soprattutto dei pedoni lavati ad ogni incrocio, ci troviamo catapultati nelle foreste
tropicali durante la stagione
delle piogge. Ed evitiamo qui il
discorso esondazione Seveso!
Dicevamo dell’asfalto. Diamo
corso a riasfaltature delle strade
e poco dopo interviene l’azienda
elettrica. Risultato: rappezzi
mal eseguiti. Passa un mese, a
volte anche meno, e interviene
l'azienda telefonica. Risultato:
rappezzi, eseguiti peggio, sui
rappezzi precedenti.Dopo un altro mesetto interviene l’azienda
del gas. Risultato: rappezzi, per
usare un eufemismo, sui rappezzi rappezzati. Vogliamo lasciare senza lavoro l’azienda fognaria? No, perché non finire di
rappezzare i pochi metri quadri
rimasti intatti? E allora giù con
scavi e pose di tombini che sembra impossibile fissare complanari al suolo: come faremmo altrimenti a non trovare il sistema per distruggere cerchi e sospensioni!? Insomma, dopo sei
mesi dall’asfaltatura di una
strada è finalmente ora di riprogrammare un nuovo radicale
intervento. E, come diceva qualcuno molto famoso, “io pago”.
Ma siccome pago, ho anche diritto
al mugugno, soprattutto considerando, caro sindaco, che io non ti
ho votato ma ho accettato democraticamente la tua venuta a migliorare la mia città.“Perché invece di usare l’autovettura non usi i
mezzi pubblici?”.Sorge spontanea
la domanda! Già, ma non ho gli
stivali e inoltre i mezzi pubblici
non mi permettono di arrivare in
tempo e in condizioni presentabili a scuola o sul luogo di lavoro
(per non citare le categorie disagiate, altrimenti apriremmo altri
capitoli).“Alzati prima!”,la controrisposta.È vero,ma in alternativa
potrei avere anch’io un’auto blu, o
un tram blu, che mi viene a prendere sotto casa alle 7.45 e alle 8 in
punto mi lascia sotto l’ufficio o davanti a scuola usando il lampeggiante, la sirena dove serve, e utilizzando le infinite corsie preferenziali? Chiedo troppo? Ho un
suggerimento, anzi due, facciamo
tre. Il primo è che dopo le catene
da neve, che palesemente servono
a mascherare l’inefficienza comunale, perché non pensiamo anche
a imporre ai pedoni la scorta di
stivali durante le uscite in strada
e qualche artificio che permetta
alle autovetture di trasformarsi
in natanti all’occorrenza? Pena
multe salatissime e la gogna. Il
secondo è di non spendere soldi
ad asfaltare le strade: gli scavi e i
reinterri danno meno nell’occhio e
contribuiscono a smuovere gli
strati più profondi rendendo così
il terreno certamente più permeabile dell’asfalto. Il terzo invece è di
non intervenire sui trasporti: Milano mi piace così caotica e lagunosa com’è!
Marco Barbina (novembre)
IL LUMACONE
DELL’ATM
Una sera di un ordinario mercoledì di novembre (03/11) ho avuto la
sfortuna di imbattermi per ben
due volte nei ritardi del tram n°4
(chiamato bonariamente “Lumacone”). La prima volta in via
Farini direzione Parco Nord ho atteso dalle 20,25 alle 21,02 (nel
frattempo erano passati 6 tram
numero 7 direzione Precotto e un
paio di 4 direzione Cairoli) per un
totale di 37 minuti invece che i 9
previsti dalle tabelle esposte alla
fermata. La seconda volta, sempre in via Farini direzione Parco
Nord, ho atteso 32 minuti (dalle
21,47 alle 22,19) invece dei 15 minuti previsti.Insomma più che un
ritardo sembravano mancare delle corse rispetto a quelle dichiarate. Non voglio certo estrapolare
una regola da un caso singolo, ma
anche per esperienze precedenti,
e da quello che mi raccontano,
sembra che i ritardi in orari serali e nei festivi siano tutt’altro che
rari. Parto da questa disavventura per cercare di rendere visibili
eventuali ritardi dei mezzi pubblici che transitano da Niguarda facendone un censimento, chiedo
quindi a chi avesse subito ritardi
significativi di segnalarlo tramite
disguidi ad [email protected].
Alberto Cielo (novembre)
• E poi, magari,“Zona Nove” pubblica il tutto? LA
UNA LETTERA
ENERGETICA
Fotovoltaico: per l’Edificatrice di
Niguarda è un trionfo ecologico,
perché genera col fotovoltaico un
terzo del proprio fabbisogno elettrico. Quanto è costato e costa
l’impianto? Dall’articolo di “Zona
Nove” non è dato di saperlo, ma se
ne può dedurre il costo probabile
(3-4 milioni di euro?). Dunque:
con il sole a picco 200 appartamenti collegati all’impianto potrebbero azionare tutti gli elettrodomestici contemporaneamente,
ma quell’“istante” dura poco, perché l'energia alla potenza massima viene erogata solo per poche
ore all'anno, cioè quando c’è il sole
ed è molto alto sull’orizzonte
(=estate?): infatti la produzione
totale dichiarata di 650000kWh
corrisponde a una media temporale annua di 1100 ore (e le ore di
prezzi ad essere corti ma la coscienza civica!
R. Terragni (novembre)
LA SCUOLA
SENZA LUCE
Sono una pensionata di 81 anni e
abito proprio di fronte alla scuola
di via Pianell. Ho seguito dalla
La scalinata del Galeazzi
a 40 anni abito a Niguarda, e per fortuna o per sfortuna ho
D
utilizzato e utilizzo i servizi dell’ospedale Galeazzi. La cosa
che mi colpisce ogni volta che ci vado è che l’accesso agli ambulatori è consentito da una ripida scala (vedi foto allegata) e, dal momento che è un’istituto ortopedico vedo sovente persone con le
stampelle che arrancano su per questa scalinata. Domanda: possibile mai che con tutti i soldi che incamera per le prestazioni dal
Servizio sanitario nazionale l’istituto Galeazzi non sia mai riuscito a realizzare un accesso agevolato per chi è impossibilitato ad affrontare il sesto grado di questa rampa?
Marco Vittori (novembre)
un anno sono circa 8800). La cooperativa nelle ore diurne avrà da
da alimentare tutti i computer (se
protetti contro black-out), da scaldare l’acqua dei bagni, da fotocopiare qualche pagina. Niente
ascensori né cancelli elettrici.
Quindi è probabile che riescano a
rivendere all’Enel un mezzo milione di kWh/anno, remunerati
con 200000 euro (40 cent/kWh), il
che fa pensare a un tempo di ammortamento di 15-20 anni, cosa
abbastanza credibile, se non fosse
che molto prima di una ventina di
anni al più l’impianto sarebbe da
rifare per questioni di degrado di
molte sue parti. Spero in ogni caso che l’Enel addebiti loro tutta
l’energia utilizzata nel modo convenzionale, equivalente alle 7700
ore non coperte dal sole, al prezzo
a cui la pago io, che non potrei, anche se volessi, dotarmi di un impianto fotovoltaico; e del resto all’Enel interessano solo impianti
da 600 kW e non da 3 kW come
sarebbe il mio e quello di qualunque appartamento privato! Ripeto: il sole è gratis, tutto il processo
per utilizzarlo nel fotovoltaico
(l’eliotermico è un altro discorso,
ma non genera elettricità) è un costoso spreco di risorse soprattutto
energetiche; i pannelli solari non
piovono dal cielo, ma dalla Cina e
dall’India, e la Germania li manipola prima di passarli all’Italia,
altrimenti non sono valide le agevolazioni del famoso decreto.
Quindi, ecologisti sognatori, imparate a fare bene tutti i conti!
Giusto Buroni (novembre)
ESSELUNGA
COSCIENZA CORTA
Oggi 5 novembre, di ritorno da
una bellissima passeggiata tra i
colori autunnali del Parco Nord,
alle 17.30 abbiamo incrociato un
camion dell’Esselunga, quello delle consegne a domicilio, che ha
percorso tranquillamente la Via
Ruvenzori proseguendo all’interno del Parco Nord, lungo il muro
della caserma della Polizia, per
raggiungere la Via Cagni e tornare in Viale Suzzani. Non sono i
mia finestra tutti i lavori di restauro conservativo. Mi chiedo come mai l'illuminazione che tanto
ha reso interessante la bella facciata non è più stata attivata se
non solo nei primi mesi.
Lettera firmata (novembre)
CAMBIATA L’ATM
MA IN PEGGIO
Da qualche mese a questa parte,
il servizio tramviario milanese è
entrato in una fase di cambiamento. Di solito vien spontaneo
domandare: “In meglio?”. Non
sembra, perché le vetture procedono a andatura ridotta. Di più,
troppo spesso le frequenze non
corrispondono a quelle delle tabelle alle fermate. Inoltre a cadenza
mensile scompaiono le linee tranviarie. Cosa ricavate da questi dati piuttosto allarmanti? La gente
rimane indifferente oppure ricevete altri reclami? Ho visto però
che siete riusciti a farvi ascoltare
dall’Atm facendo cambiare in meglio la linea 51 in Niguarda.
Giovanni Mezzacasa (novembre)
PROBLEMI
ALLE CASE POPOLARI
Egr. Sig. Sindaco, si rende noto
quanto segue. Da anni affittuari e
condomini di Via Monterotondo 8,
10, 14, grazie al regolamento Edilizio Comunale di Milano, art
17/5-1999, sono costretti a pagare
per il canone di locazione al Comune e spese condominiali all’amministrazione Maggi, la quale prosegue ad aumentare e gonfiare gli importi del Mav. Ciò è assurdo e inconcepibile. Il Comune
non è mai intervenuto, dando
manforte al gestore privato, a discapito degli inquilini. Non è possibile proseguire in questo modo e
potendo rivolgersi solo ai legali
del gestore, che fa i comodi suoi.
Inoltre dopo la manutenzione degli stabili, sono stati ordinati vari
assurdi divieti. Quindi si ritiene
necessario per tutti gli inquilini
del Comune di Milano che alloggiano negli stabili popolari: soppressione dell’art 17/5-1999; che
affittuari paghino per il canone di
locazione e spese condominiali
con unico bollettino trimestrale
solo al Comune e tramite anagrafe utenza reddituali ogni 3 anni.
I condomini (novembre)
LA FOGNA NELLE CANTINE
DI VAL CISMON
Al Comune, all’Aler, all’Ufficio
d’Igiene. La presente per segnalare il grave problema di inquinamento fognario nelle cantine
dei caseggiati delle Vie Val Cismon 2,3 e 4 e Val di Nievole 1,
causate ad ogni esondazione del
torrente Seveso. I caseggiati delle due vie sono di edilizia residenziale pubblica proprietà del
Comune di Milano e gestiti
dall’Aler per la manutenzione. I
vari canali fognari che scendono
da ogni caseggiato si riuniscono
in un unico collettore fognario
che scorre sotto la pavimentazione delle cantine. Sulla suddetta
pavimentazione sono presenti
alcuni tombini s’ispezione con
chiusura con semplice coperchio
in cemento appoggiato sulle suddette aperture. Ad ogni esondazione del torrente Seveso in zona, che allaga normalmente la
sede stradale ed i marciapiedi, la
pressione presente della rete fognaria produce il sollevamento
dei tombini presenti sulla pavimentazione delle cantine con il
relativo allagamento di circa un
metro nelle suddette cantine ed
inoltre anche delle caldaie di riscaldamento centralizzato. Occorre precisare che l’allagamento delle cantine non è dovuto all’acqua di esondazione che dalla
strada penetra nelle cantine attraverso le finestrelle delle cantine che possono trovarsi a livello
dei marciapiedi come succede in
alcuni caseggiati della zona, bensì è dovuto allo scoppio dei tombini presenti sulla pavimentazione delle cantine e infatti, anche nella esondazione del 18 settembre 2010 dove il livello della
esondazione era talmente alto
che l’acqua dalla strada è penetrata anche nella portineria ed
ha allagato anche il cortile sino
agli ingressi delle varie scale, le
varie finestrelle che danno luce
alle nostre cantine sono tutte comunque ad un livello superiore.
Il liquame presente nelle cantine inoltre, non trattasi di sola acqua fangosa, bensì di liquame fognario con evidenti tracce di
escrementi umani. Occorre precisare che alcune cantine hanno
subito un allagamento inferiore
probabilmente dal fatto che alcuni dei suddetti tombini erano
sigillati. Questo problema di allagamento delle cantine ad ogni
esondazione del Seveso è già stato sollevato da molti anzi, sin dal
1998 il Comitato Inquilini del civico 4 di Via Val Cismon ha richiesto una soluzione al problema. L’Ufficio di Igiene Asl Distretto n.2, con lettera Prot. 5282
del 26/10/1999 ha imposto la risoluzione immediata del problema. Sono stati allora effettuati i
lavori per il primo caseggiato
delle scale C e D di Via Val Cismon 4, che consistevano nei
nuovi collegamenti di ogni discesa fognaria non più sotto la pavimentazione del corridoio delle
cantine bensì sotto il manto erboso del prato lungo il caseggiato (livello pertanto superiore).
Da quel momento, ad ogni esondazione del Seveso, le cantine
del caseggiato delle scale C e D
di Via Val Cismon 4, non si sono
più allagate, mentre i rimanenti
due caseggiati del civico 4 (scale
A/B e E/F) con lettera Aler Prot.
58215 del 08/10/2001 (copia allegata) è stato precisato che erano
in attesa di fondi necessari da
parte del Comune di Milano in
quanto trattasi di lavori straordinari, al di fuori della manutenzione ordinaria (lavori comunque mai più effettuati). In
considerazione del grave problema igienico sanitario si
chiede che venga posta in essere una soluzione definitiva al
problema, sia con gli stessi lavori effettuati per il caseggiato
delle scale C e D del civico 4 di
Via Val Cismon oppure con
eventuali altri tipi di lavori ritenuti idonei dai Vostri tecnici.
A PROPOSITO
DI CL
Scrivo in merito all’articolo di
Angelo Longhi “Amianto, Pirelli, Tremonti”, pubblicato su
“Zona Nove” di novembre. Abito in Zona 9 e sono un lettore del vostro quotidiano. Sono
cristiano, cattolico e appartenente al movimento di Comunione e Liberazione. Come uomo, cristiano e cattolico mi
sento profondamente offeso
dall’articolo, peraltro in altre
parti condivisibile, nella parte
in cui parlando degli appartenenti a Comunione e Liberazione scrive: “una platea di sedicenti cristiani ... da molti anni ho le idee molto chiare sulla qualità del cristianesimo
dei ciellini. Vi basti pensare
che amavano Andreotti un
tempo e Berlusconi adesso. E
hai capito che credenti sono”.
Per essere considerati cristiani occorre la patente del sig.
Longhi? Come può giudicare il
sig. Longhi la mia vita cristiana? Cosa sa del mio impegno,
dei miei valori, di come spendo
il mio tempo, i miei soldi, la
mia vita? Cosa c’entrano quei
giudizi con il tema dell’articolo? Se il sig. Longhi ha conosciuto qualche persona della
quale non condivide le idee e
le opere giudichi quella persona e non la generalità degli
appartenenti a Comunione e
liberazione! Per inciso il Meeting di Rimini, da più di 30 anni ospita la voce di tantissime
persone: di sinistra, di centro,
di destra, musulmani, cattolici, buddisti, ebrei, con un attenzione all’uomo e un’apertura che è difficile trovare altrove.
Antonio Pesaresi (novembre)
• Caro lettore di “Zona Nove”,
Lei ha ragione quando si lamenta che nel mio articolo del
mese scorso ho peccato di generalizzazione. Ho allargato il
giudizio pessimo su quanto
avvenuto al Meeting di Rimini
di Comunione e Liberazione
(gli applausi vergognosi delle
centinaia di presenti a Tremonti, che proponeva di smantellare la 626, la legge per mitigare gli infortuni sul lavoro,
con l’unico scopo di essere più
competitivi nel mondo) incolpando per questa accoglienza
calorosa tutti gli appartenenti
a CL. E in questo ho sbagliato doppiamente anche perché
sono convinto, come lei stesso,
che generalizzare è sempre un
errore ed è anche ingeneroso.
Infatti, Lei personalmente potrebbe essere contrario a quanto proposto da Tremonti. Essendo forse, a giudicare dalla
platea di Rimini, una minoranza nel movimento a cui lei
appartiene. Infine su Andreotti
e Berlusconi e l’innamoramento di Comunione e Liberazione
per loro, su cui i giornali hanno versato, non smentiti all’epoca e ad ogni Meeting per
lunghi anni fiumi di inchiostro, non aggiungo niente, ma
mi creda, solo per carità di patria. Angelo Longhi
tel. e fax. 02/39662281 – e-mail: [email protected]
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