Regali speciali per un Natale indimenticabile

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Regali speciali per un Natale indimenticabile
Luca Fadda
presenta:
Regali speciali
per un Natale
indimenticabile
“Una storia d’amore e odio, oltre l’inverosimile decenza”
(Uoscinton Oppost)
“Quando la luna non è più sola. Le due” (L’O Serve a Tore, il
Romano)
“Dieci volte meglio del miglio” (E-M iglio Fede)
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“Un racconto sprecato, avremmo voluto averlo qua con noi” (I
giudici di M asterpiece)
“Ma davvero scrivi?” (Il vicino di casa di Luca Fadda)
Introduzione
Stanco di fare regali inutili a persone che secondo lui non li
meritano, un uomo ne sceglie tre speciali per mostrare tutto il
proprio disprezzo a tre persone che odia dal profondo del cuore.
Un anello con diamante invece è destinato a Gioia, la ragazza di
cui è innamorato e alla quale ha intenzione, con quel dono, di
dichiararsi.
Ci risiamo. La solita storia che si ripete ogni anno in questo
periodo, queste feste del consumismo che ti costringono a
comprare, anche se ne faresti volentieri a meno. Il Natale, quel
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momento in cui tutti si sentono più buoni. Tutti tranne me.
Quest’anno no, mi sono stancato, ho ricevuto troppe porte in
faccia da persone che per anni ho allietato con pensierini simpatici,
scelti accuratamente per strappare almeno un sorriso, anche solo di
circostanza.
Quest’anno non sopporterò la perdita di tempo legata alle corse
all’acquisto. Ho già adocchiato il regalo perfetto che fa per me e i
miei amici tra virgolette. Quei cani bastardi che insistono a sparlare
di me con tutti. Ecco, quest’anno non preparerò pacchetti, lascerò
quelle carogne senza niente. A parte tre persone che odio dal
profondo e che voglio vedere in faccia quando apriranno i miei
regali.
Anna, quella... insomma, quella che mi ha illuso per mesi
sorridendo alle mie battute, rispondendo ai miei sorrisi, mandando
cuoricini in risposta ai miei messaggi. Per poi dire alla mia vicina
che la stavo stressando, che si fingeva accondiscendente per non
offendermi, perché - parole sue - le persone brutte e goffe si
offendono facilmente. Bene, per lei il regalo che ho scelto è
perfetto.
Poi c’è M arianna, la mia vicina, che ho sentito sorridere nel
momento stesso in cui Anna le confessava questa cosa, facendomi
vergognare per mesi di uscire a rasare il prato per paura di essere
visto. Io, goffo e brutto, che raso il prato davanti ai suoi occhi?
Giammai. Piuttosto ho pagato un giardiniere per farlo, e mi è
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costato cento euro a botta, una volta ogni due settimane. E nella
botta era compresa pure quella che il ragazzo da me pagato dava a
lei dopo aver rasato il mio prato.
Infine Gianni, il mio vicino, il cornuto di M arianna. Quello che,
attraverso le pareti, ho sentito urlare il mio nome accostato al
termine “coglione”. Ecco: brutto, goffo e coglione. Questo pensate
di me?
M a io sono intelligente, cari miei. Io lavoro d’astuzia e ho le mie
vendette sottili. A voi il regalo lo faccio, ci perdo tempo e denaro
per sceglierlo con cura.
Il supermercato in centro lo frequento da anni, ma da due mesi
quando vado a fare la spesa mi soffermo nel reparto cartoleria. Ho
adocchiato quegli orribili quadretti che ritraggono buchi di culo, un
regalo di cattivo gusto per chiunque, ma non per me. Nei biglietti
che li accompagnano c’è scritto chiaramente: “Fai un regalo
orrendo a una persona orrenda, compi la tua vendetta”. Perfetto.
Ne ho presi tre, ho tolto il biglietto perché il mio messaggio deve
essere sottinteso. Loro lo devono scoprire con calma, nel tempo,
comprendere il mio disprezzo giorno dopo giorno, come un lungo
avvelenamento. Perché quel quadro lo può comprare solo chi deve
fare un regalo a una persona che disprezza. Una visione orribile e
un prezzo da discount, novantanove centesimi per il massimo dello
sfregio. L’inutilità del regalo fatta a quadro. Un messaggio che
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diventerà chiaro nel tempo, che stroncherà senza litigi la nostra
amicizia tra virgolette.
La sera che ho fatto gli acquisti, tra le corsie anonime ho visto un
volto che mi ha ridato speranza nel genere umano. La mia gioia.
Gioia - appunto - stava facendo compere proprio lì. Proprio in
quello stesso reparto stava scegliendo il libro di cui avevamo
parlato due settimane prima. Le dissi che quello sarebbe stato il
mio regalo preferito, che se una persona speciale me l’avesse
regalato, io avrei capito il suo messaggio. E lei era lì, capite? Lei
stava prendendo quel libro.
Per me.
L’ho capito subito quando mi sono avvicinato e le ho toccato la
spalla. Lei si è voltata ed è diventata paonazza, gettando il libro nel
carrello e coprendo il tutto con carta da regalo presa a caso dallo
scaffale. Abbiamo scambiato due parole, ma lei quasi balbettava,
s’inceppava parlando, e ho capito che dovevo allontanarmi per non
crearle ulteriori imbarazzi. Poi sbirciandola dal reparto giardinaggio
ho visto che ha rimesso la carta sullo scaffale, guardandosi intorno.
M i sono allontanato, ho pagato e sono tornato a casa.
La sera successiva ero dal gioielliere per prendere il suo regalo.
Quell’anello d’oro con un diamante da due carati, che mi ha
prosciugato il conto in banca, era il simbolo del mio amore. Da
questo Natale non saremo più due persone, ma una coppia.
Non vedo l’ora che arrivi quella notte magica, per vedere la sua
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faccia e quella di quei tre cani rognosi cui ho impacchettato i quadri.
Già immagino la scena: lei apre il suo regalo, io apro il mio. Ci
guardiamo con gli occhi lucidi e per la prima volta ci baciamo,
mentre Anna, M arianna e Gianni ci guardano, e si guardano
cercando di capire il nostro amore e i loro quadri. L’apoteosi, la
vittoria finale e definitiva. Tre palle in meno al piede e un amore
che non avrà fine. In tutto questo, oltre a noi due, gioirà certo anche
M auro, l’amico in comune con Gioia che ci ha fatto conoscere.
M entre tornavo a casa, sognavo a occhi aperti quei momenti. Un
peso minimo ma ben maggiore dei pochi grammi reali, il peso
dell’amore e di una vita intera. Insieme.
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Bene. Oggi è Natale, la sera si avvicina e mai avevo notato la luce
speciale che in questi giorni sta illuminando il mondo. Una luce
d’amore e odio, di rancori coperti dal manto vellutato di due cuori
che battono e batteranno all’unisono. Se mi guardassi allo specchio
vedrei due cuoricini al posto degli occhi. O forse, considerando le
due tipologie di regali, un cuore e un teschio. Tipo fumetto.
L’amore però vince secondo me, quest’anno sarà così.
§
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Notte, dopo la cena con i parenti esco ancora stabile sulle gambe.
Ho voluto limitarmi nel bere per avere un ricordo nitido di questa
sera. La mezzanotte si avvicina, e così la realizzazione del mio
sogno.
Dopo la messa ci vediamo per scambiarci gli auguri. Allungo i tre
pacchetti ai tre bastardi. Anna apre e ride, poi cambia espressione e
mi guarda come se dovessi dirle qualcosa. M a non ho niente da dire,
le rispondo con un sorriso beffardo. Lo stesso che rivolgo ai volti
stupiti e instupiditi di Annamaria e Gianni. Tutto come previsto.
Comincio già a notare nelle loro smorfie quel pizzico di disprezzo
che rappresenta il loro regalo di Natale per me. Non volevo altro.
Non da loro.
Si avvicina Gioia, ha in mano il pacchetto per me, il libro che
suggellerà, insieme all’anello, il nostro amore. M i bagno le labbra in
previsione del bacio e le porgo tremando il mio regalo. Apriamo
insieme, la guardo mentre scarta il suo. M entre io mi fermo lei apre
la scatoletta e lo vede. Rimane senza parole, sgrana gli occhi e con
quelli mi guarda senza dire nulla. L’ho lasciata senza parole. Si
guarda intorno alla ricerca, forse, dell’appoggio di M auro, che arriva
puntuale. Si avvicina, guarda anche lui l’anello e mi scruta
abbozzando il suo sorriso. M entre loro assestano la gioia per
quell’amore appena nato, io guardo cosa ho tra le mani. Sento
dietro di me che anche Anna, Annamaria e Gianni ridono.
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Forse sono stato troppo cattivo con loro. Se sono felici per me e
Gioia, forse ho esagerato. M i scuserò, dirò loro che è stato uno
scherzo, magari domani li invito a pranzo a casa. Così, per farmi
perdonare.
Guardo il mio libro e preparo lo sguardo stupito, sorrido.
Sento il rumore di un bacio provenire dalla direzione sbagliata, è
di fronte a me.
Il mio sorriso raggiunge la temperatura dell’aria, prossima allo
zero.
Guardo il mio pacchetto aperto e non riesco a staccare lo sguardo
da quel... quel... quel quadretto che ritrae un buco di culo.
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