Notte di misericordia - Pie Discepole del Divin Maestro

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Notte di misericordia - Pie Discepole del Divin Maestro
VEGLIA dI prEGhIErA
“Notte di misericordia”
Sabato 29 ottobre 2016
Benedizione eucaristica
litanie (tutti)
Benedetto il dio dei nostri padri.
Benedetto il suo Nome Santo.
Benedetto Gesù, Misericordia del padre.
Benedetto Gesù, Unico Salvatore.
Benedetto Gesù, pane per il nostro viaggio.
Benedetto Gesù, Acqua per la nostra sete.
Benedetto Gesù, Eterno riconciliatore.
Benedetto lo Spirito Santo, Sorgente di ogni ministero.
Benedetto lo Spirito Santo, Anima della comunità.
Benedetta la Vergine Maria, Modello dei Cristiani.
Benedetta la Vergine Maria, sede della Sapienza.
Benedetti Voi, Uomini e donne, Amici del Signore.
Il nostro dio sia annunziato a tutti.
I. IN CAMMINO NellA NOTTe
La veglia inizia nel parco, con tutte le luci accese.
Breve introduzione.
Canto ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫
Cel.: Nel nome del padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Il sacerdote ripone il Santissimo nel Tabernacolo mentre si esegue un
canto. Poi torna alla sede per la Consegna del segno finale quale
impegno di responsabilità per chi lo accetta.
Poi termina con queste o simili parole:
Cel.: Andate in tutto il mondo e portate a tutti la luce e la gioia del
Signore risorto!
Tutti: rendiamo grazie a dio.
Suonata d’organo ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫
Chiesa N.S.G.C Divino Maestro
Pie Discepole del Divin Maestro
Via Portuense 741 - 00148 ROMA
Tel. 06 656869 - www.pddm.it
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Cel.: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di dio padre
e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
Tutti: E con il tuo spirito.
Saluto del celebrante e qualche parola che spieghi l’itinerario.
lettore: (dalla “Notte oscura” di san Giovanni della Croce)
In una notte oscura,
con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
oh, sorte fortunata!,
uscii, né fui notata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.
Al buio e più sicura,
per la segreta scala, travestita,
oh, sorte fortunata!,
al buio e ben celata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.
Nella gioiosa notte,
in segreto, senza esser veduta,
senza veder cosa,
né altra luce o guida avea
fuor quella che in cuor mi ardea.
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E questa mi guidava,
più sicura del sole a mezzogiorno,
là dove mi aspettava
chi ben io conoscea,
in un luogo ove nessuno si vedea.
Guida: Come l’amata del Cantico, in questa notte anche noi ci mettiamo alla ricerca del nostro Signore e Maestro, cercandolo nell’oscurità o nelle tenebre che spesso segnano la nostra vita, seguendo le
tracce della sua misericordia.
Si spengono le luci del parco e si va in processione verso la chiesa
camminando al buio e in silenzio.
lettore: (durante il cammino)
Notte che mi guidasti,
oh, notte più dell’alba compiacente!
Oh, notte che riunisti
l’Amato con l’amata,
amata nell’Amato trasformata!
Sul mio petto fiorito,
che intatto sol per lui tenea serbato,
là si posò addormentato
ed io lo accarezzavo,
e la chioma dei cedri ei ventilava.
La brezza d’alte cime,
allor che i suoi capelli discioglievo,
con la sua mano leggera
il collo mio feriva
e tutti i sensi miei in estasi rapiva.
Silenzio
Dagli scritti del beato Giacomo Alberione (cf. Ad 151-157)
In momenti di particolari difficoltà, riesaminando tutta la sua condotta,
se vi fossero impedimenti all’azione della grazia da parte sua, (a don
Alberione) parve che il divin Maestro volesse rassicurare l’Istituto
incominciato da pochi anni. Nel sogno, avuto successivamente, gli
parve di avere una risposta. Gesù Maestro infatti diceva: «NON
TEMETE, IO SONO CON VOI. dI QUI VOGLIO ILLUMINArE.
ABBIATE dOLOrE dEI pECCATI». Il “di qui” usciva dal Tabernacolo;
e con forza; così da far comprendere che da Lui-Maestro tutta la luce
si ha da ricevere. Ne parlò col direttore Spirituale, notando in quale
luce la figura del Maestro fosse avvolta. Gli rispose: «Sta’ sereno;
sogno o altro, ciò che è detto è santo; fanne come un programma pratico di vita e di luce per te e per tutti i membri (della Famiglia
paolina)». di qui sempre più si orientò e derivò tutto dal Tabernacolo.
Come egli intese nel complesso delle circostanze tali espressioni: «di
qui voglio illuminare». Cioè che io sono la luce vostra e che mi servirò di voi per illuminare; vi do questa missione e voglio che la compiate. La luce in cui era avvolto il divin Maestro, la forza di voce sul
“voglio” e “da qui” e l’indicazione prolungata con la mano sul
Tabernacolo, furono così intesi: un invito a tutto prendere da lui,
Maestro divino abitante nel Tabernacolo; che questa è la sua volontà; che dalla allora minacciata Famiglia doveva partire gran luce.
Silenzio
V. BeNeDIzIONe euCARISTICA e CONCluSIONe
Mentre si incensa il Santissimo Sacramento si esegue un canto.
♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫
Cel.: preghiamo.
donaci, o padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore,
perché adoriamo in spirito e verità il nostro dio e Signore, Cristo
Gesù, nostro unico Maestro presente in questo santo sacramento.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Là giacqui, mi dimenticai,
il volto sull’Amato reclinai,
tutto finì e posai,
lasciando ogni pensier
tra i gigli perdersi obliato.
Tutti: Amen.
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tinuata in duomo (Alba), dopo la Messa solenne di mezzanotte,
innanzi a Gesù esposto…
Una particolare luce venne dall’Ostia santa, maggior comprensione
dell’invito di Gesù «Venite a me tutti»… Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo
secolo con cui sarebbe vissuto.
Ebbe senso abbastanza chiaro della propria nullità, e insieme sentì
«Io sono con voi fino alla fine del mondo» nell’Eucaristia, e che in
Gesù-Ostia si poteva aver luce, alimento, conforto, vittoria sul male.
Tutti: La tua misericordia è infinita:
non la potrò mai comprendere del tutto.
Voglio più adorarla che scrutarla.
lettore: Come mai hai scelto per essere Sacerdote,
uomo di dio, un essere così meschino,
così gran peccatore,
che prevedevi ti avrebbe tradito nelle tue aspettative?...
Tutti: Fu tutta e sola misericordia tua.
lettore: Sono un miracolo di dio!
infinite vostre misericordie mi hanno portato al sacerdozio:
«per grazia di Dio sono quello che sono».
L’ordinazione trasformò i dodici;
l’ordinazione mi fece un essere nuovo, dio in terra.
II. lA SuA luCe
Ci si ferma sul piazzale della chiesa, dove si trova il cero pasquale già
acceso.
Cel.: Fratelli e sorelle, in questa notte di misericordia siamo chiamati, come discepoli, a vegliare in preghiera. Gesù, Maestro e Signore,
Luce che non conosce tenebre, confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in dio padre.
preghiamo!
O padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma
viva della tua gloria, fa’ che il tuo Spirito accenda in noi il vivo desiderio del cielo, e ci guidi, rinnovati, alla festa dello splendore eterno. per
Cristo nostro Signore.
Tutti: Amen.
Il sacerdote, tenedo in mano il cero pasquale, dice queste o simili
parole:
La luce di Cristo Maestro, crocifisso risorto,
splendore della misericordia del padre,
disperda le tenebre del nostro cuore e del nostro spirito.
Il sacerdote presenta a tutti il cero pasquale acceso dicendo:
Ricevete la luce di Cristo.
Vengono quindi accesi i ceri che ognuno dei partecipanti ha ricevuto.
Tutti: Io sono immedesimato a Cristo:
i suoi interessi sono i miei; le sue intenzioni le mie;
io parlo le sue parole; la mia dottrina è la sua.
La mia vita è quella di Cristo; io compio le opere di Cristo:
o meglio, è Cristo che le compie per me.
lettore: Sono obbligato a dio: devo vivere secondo Gesù Cristo.
devo solo occuparmi di quello che riguarda il suo onore:
«Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Tutti: perdonami tante indegnità, sciupìo di grazie, di tempo.
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Dal libro del profeta Isaia (60,1-4)
Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
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Dal Vangelo secondo Matteo (5,14-16)
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta
sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le
vostre opere buone e rendano gloria al padre vostro che è nei cieli.
lettore:
prendiamo ad esempio coloro che vivono in un luogo tenebroso: c'è
chi è stato partorito nella tenebra e chi, invece, abituato a godere
della luce esterna, è recluso in seguito ad una violenza; la disgrazia
presente non ha colpito entrambi nello stesso modo. …perciò il desiderio di godere della luce condurrà l’uno ad escogitare ogni stratagemma per vedere di nuovo ciò di cui è stato privato con la violenza;
l’altro, invece, invecchierà vivendo nelle tenebre, poiché ignora il
meglio, giudicando buona per sé la situazione presente. Colui che ha
potuto contemplare il vero bene e poi ha preso coscienza della povertà della natura umana, riterrà la sua anima completamente sventurata, perché la vita presente non trascorre in quel bene. A me, dunque,
sembra che il Verbo di dio chiami beato non il dolore ma la conoscenza del bene a cui sopraggiunge il senso del dolore, perché nella vita
non è presente ciò che si cerca.
(SAN GrEGOrIO dI NISSA, Omelia sulle beatitudini)
sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero
le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. poiché lo
sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte
quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte
dissero alle sagge: “dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre
lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a
mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e
le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu
chiusa. più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a
dire: “Signore, Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico:
non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né
l’ora». pArOLA dEL SIGNOrE.
Omelia
Silenzio
IV. ADORIAMO Il SIGNORe
Si espone il Santissimo Sacramento mentre si esegue un canto.
♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫
lettore:
O Verbo Eterno, parola del mio dio, voglio passare la mia vita ad
ascoltarti; voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da te. poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre te e restare sotto la tua grande luce. O mio Astro amato, incantami, perché non possa più uscire dallo splendore dei tuoi raggi.
O Fuoco consumatore, Spirito d’amore, scendi su di me, affinché si
faccia della mia anima come un’incarnazione del Verbo, ed io sia per
Lui un’aggiunta d’umanità nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.
E tu, o padre, chìnati sulla tua piccola creatura, coprila con la tua
ombra, e non guardare in lei che il diletto nel quale hai riposto tutte
le tue compiacenze. O miei Tre, mio Tutto, mia Beatitudine, seppellitevi in me, perché io mi seppellisca in Voi, in attesa di venire a contemplare, nella vostra luce, l’abisso delle vostre grandezze.
(SANTA ELISABETTA dELLA TrINITÀ, Elevazione alla Santissima Trinità)
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Silenzio di adorazione
Tutti: Credo, mio dio, di essere dinanzi a te, che mi guardi ed ascolti le mie preghiere.Tu sei tanto grande e tanto santo: io ti adoro. Tu mi
hai dato tutto: io ti ringrazio. Tu sei stato tanto offeso da me: io ti chiedo perdono con tutto il cuore. Tu sei tanto misericordioso, e io ti
domando tutte le grazie che vedi utili per me.
Silenzio
Dagli scritti del beato Giacomo Alberione (cf. Ad 13.15-16)
La notte che divise il secolo scorso dal corrente (1900-1901) fu decisiva per la specifica missione e spirito particolare in cui sarebbe nato
e vissuto il suo futuro Apostolato. Si fece l’adorazione solenne e con9
percosse grandi sovrani: *
eterna è la sua misericordia.
lettore:
di ogni creatura gioia, onore, cibo, delizia;
per mezzo tuo sono state fugate
le tenebre della morte,
la vita è data a tutti,
le porte del cielo si sono spalancate.
dio si è fatto uomo
e l’uomo è elevato a somiglianza di dio.
(pSEUdO IppOLITO, Omelia VI sulla Pasqua)
Uccise re potenti: *
eterna è la sua misericordia.
Seon, re degli Amorrei: *
eterna è la sua misericordia.
Og, re di Basan: *
eterna è la sua misericordia.
diede in eredità il loro paese: *
eterna è la sua misericordia.
In eredità a Israele suo servo: *
eterna è la sua misericordia.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: *
eterna è la sua misericordia;
ci ha liberati dai nostri nemici: *
eterna è la sua misericordia.
Egli dà il cibo ad ogni vivente: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il dio del cielo: *
eterna è la sua misericordia.
CANTO Al VANGelO
Alleluia, alleluia. (o altro canto di acclamazione) ♫♫♫♫♫♫♫♫♫
Durante il Canto al Vangelo vengono accese tutte le luci della chiesa.
L’Evangeliario, intronizzato sull’altare, viene portato in processione
all’ambone e incensato.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)
In quel tempo Gesù disse una parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo
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lettore:
dio, creatore dell’universo,
rettore del cielo, che rivesti il giorno
con lo splendore della luce
e doni alla notte il ristoro del sonno…
Te celebri il cuore dal profondo,
te risuoni la voce sonora,
te ami il casto amore,
te adori la mente sobria.
E quando la profonda oscurità della notte
avrà sostituito la luce del giorno,
la fede non conosca tenebre
e la notte sia illuminata dalla fede…
Supplichiamo Cristo e il padre
e lo Spirito di Cristo e del padre:
Trinità, unico vero dio,
sii propizia a coloro che ti pregano.
(SANT’AMBrOGIO, Inno della notte)
Cel.: Io sono la luce del mondo, dice il Signore. Chi segue me, non
cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita.
Guida: Ci mettiamo ora in cammino seguendo il cero pasquale,
segno di Cristo, Luce del mondo. In chiesa prenderemo posto nei
banchi per metterci in ascolto del Maestro divino che ci spiega il
senso delle Scrittture.
Si entra in chiesa processionalmente seguendo il cero pasquale con
un canto o sottofondo musicale. ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫
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Le luci in chiesa sono soffuse. Si procede fino ai gradini dell’altare, si
fa un inchino e poi si va al proprio posto. Il sacerdote colloca il cero
pasquale all’ambone per illuminare le sante Scritture. Poi torna alla
sede. L’assemblea siede e quando tutti sono pronti e in silenzio si
procede alla proclazione della Parola.
III. IN ASCOlTO Del MAeSTRO
Dal libro della Sapienza (18,14-16; 19,7-9)
Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a
metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo
trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di
sterminio, portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile e,
fermatasi, riempì tutto di morte; toccava il cielo e aveva i piedi sulla
terra. Tutto il creato fu modellato di nuovo nella propria natura come
prima, obbedendo ai tuoi comandi, perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi. Si vide la nube coprire d’ombra l’accampamento,
terra asciutta emergere dove prima c’era acqua: il Mar rosso divenne una strada senza ostacoli e flutti violenti una pianura piena d’erba;
coloro che la tua mano proteggeva passarono con tutto il popolo, contemplando meravigliosi prodigi. Furono condotti al pascolo come
cavalli e saltellarono come agnelli esultanti, celebrando te, Signore,
che li avevi liberati. pArOLA dI dIO.
Egli solo ha compiuto meraviglie: *
eterna è la sua misericordia.
ha creato i cieli con sapienza: *
eterna è la sua misericordia.
ha stabilito la terra sulle acque: *
eterna è la sua misericordia.
ha fatto i grandi luminari: *
eterna è la sua misericordia.
Il sole per regolare il giorno: *
eterna è la sua misericordia;
la luna e le stelle per regolare la notte: *
eterna è la sua misericordia.
percosse l’Egitto nei suoi primogeniti: *
eterna è la sua misericordia.
da loro liberò Israele: *
eterna è la sua misericordia;
Guida: La gioiosa certezza della misericordia di dio, che libera il suo
popolo amato perché “Eterna è la sua misericordia”, diventa ora preghiera nel salmo 135.
con mano potente e braccio teso: *
eterna è la sua misericordia.
Il salmo sarà proclamato o cantato da un/una solista; l’assemblea
risponde ripetendo il ritornello: “Eterna è la sua misericordia”.
divise il mar rosso in due parti: *
eterna è la sua misericordia.
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Salmo 135
Lodate il Signore perché è buono: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il dio degli dèi: *
eterna è la sua misericordia.
In mezzo fece passare Israele: *
eterna è la sua misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel mar rosso: *
eterna è la sua misericordia.
Guidò il suo popolo nel deserto: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il Signore dei signori: *
eterna è la sua misericordia.
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