In aiuto alla Chiesa Madre.

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In aiuto alla Chiesa Madre.
Settimana Santa
Sabato, 23 aprile 2011
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Venerdì Santo. Si rinnova come ogni anno l’appuntamento con la Colletta per la
Terra Santa: il custode Pizzaballa spiega come vengono utilizzati i fondi raccolti.
In aiuto alla Chiesa Madre.
C
inquanta santuari,
293 missionari, 24
parrocchie, 14 scuole,
4 case per malati e
orfani, 4 case per pellegrini,
3 istituti accademici, 1 centro
ecumenico, 2 case editrici,
oltre 1.320 posti di lavoro, 501
appartamenti, 70 restaurati
e 30 in via di restauro, 350
borse di studio, 157 sussidi
per studenti in difficoltà: sono
questi i numeri della Custodia
di Terra Santa, alla quale i Papi,
sin dal 1342, hanno affidato
la cura dei Luoghi Santi. Una
cura resa possibile anche
grazie alla Colletta del Venerdì
Santo, conosciuta anche come
“Collecta pro Locis Sanctis”.
Ogni anno, per stimolare le
Chiese locali a questa raccolta
obbligatoria, la Congregazione
per le Chiese Orientali, nella
persona del prefetto, invia
una lettera a tutti i vescovi del
mondo nella quale è contenuto
un appello a offrire preghiere
e generosità concreta per la
Chiesa di Gerusalemme e del
Medio Oriente. Di norma la
Custodia di Terra Santa riceve
solo il 65% delle Collette,
mentre il restante 35% è
destinato ad altre istituzioni
che operano in Terra Santa. Le
attività del Patriarcato Latino,
per mandato della Santa Sede,
sono sostenute dai Cavalieri
del Santo Sepolcro e da altre
istituzioni. In vista della
Colletta che, quest’anno, cade
il 22 aprile, ecco una riflessione
con il custode di Terra Santa,
padre Pierbattista Pizzaballa.
Come nasce la Colletta del
Venerdì Santo e qual è il suo
significato?
«La Colletta per la Terra Santa
nasce dalla volontà dei Papi
di mantenere forte il legame
tra tutti i cristiani del mondo e
i Luoghi Santi e per ricordare
alla Chiesa un impegno che
risale all’epoca apostolica. San
Paolo nelle sue lettere ai Galati,
ai Corinti e ai Romani ribadisce
l’impegno di sostenere “i
poveri che si trovano fra i
santi in Gerusalemme”. Nel
corso della storia il sostegno
dei Pontefici alla Colletta è
stato continuo. Nei tempi più
recenti Paolo VI, attraverso
l’Esortazione apostolica “Nobis
in animo” (25 marzo 1974),
diede una spinta decisiva
in favore della Terra Santa
disponendo, tra le varie cose,
che ‘in tutte le chiese una
colletta abbia luogo il Venerdì
Santo o in qualche altro giorno,
con lo scopo di mantenere
non solo i Luoghi Santi, ma
anche ogni attività pastorale,
benefica, educativa e sociale
che la Chiesa svolge in Terra
Santa per beneficare i fratelli
cristiani e la popolazione
locale’. Il sostegno alla Chiesa
madre di Gerusalemme, alle
opere della Custodia e alla
tutela e alla salvaguardia dei
santuari cristiani, ci riguarda
tutti da vicino».
Quanto raccolto ogni anno
è sufficiente ai bisogni della
Chiesa di Terra Santa?
«Tanto è stato fatto ma molto
resta da fare. Alcune Chiese
dovrebbero promuovere
questa Colletta che è anche
uno strumento di conoscenza
della Chiesa che è in Terra
Santa, delle sue comunità,
della difficile realtà sociale,
economica e religiosa in
cui si trovano a vivere e a
operare. Non è un mistero,
infatti, che a causa di tanti
problemi legati anche al
conflitto israelo-palestinese i
cristiani stanno lasciando la
Terra Santa. I cristiani sono
circa l’1% della popolazione,
120 mila in Israele e 40 mila
nell’Autonomia palestinese,
e di questi circa la metà sono
cattolici. Una minoranza esigua
ma vivace e attiva che cerca di
restare legata alla propria fede
grazie anche all’unico contesto
cristiano rimasto, le scuole. In
Terra Santa ci sono 80 scuole
cristiane con 100 mila studenti
in gran parte musulmani, 14
delle quali sono gestite dalla
Custodia. La formazione
cristiana passa dalle scuole».
Teme che la crisi economica
globale possa influire
negativamente sulla Colletta?
«Gli effetti della crisi
economica si stanno facendo
sentire già da un po’. Tuttavia
sono certo che, anche in
questa congiuntura negativa, i
cristiani non faranno mancare
il loro sostegno alla Terra
Santa e alle comunità cristiane
locali. Dobbiamo continuare a
portare avanti i nostri progetti
che vanno dalle scuole, come
già detto, alla creazione di
opportunità di lavoro fino alla
costruzione di appartamenti
nella città santa. Questo è un
punto molto importante al
quale teniamo molto. Costruire
case per i cristiani impedirà
che Gerusalemme perda la sua
identità cristiana. Dobbiamo
offrire motivi di speranza
ai nostri fedeli e la Colletta
rappresenta un modo concreto
per farlo. Sentire il sostegno
della Chiesa universale è
importante per la Chiesa
madre di Gerusalemme».
Come avete impegnato la
Colletta del 2010?
«La Custodia ha finanziato,
tra le altre cose, lavori ad Ain
Karem, a Betania, a Betlemme
e a Gerusalemme. Si tratta
di restauri, ristrutturazioni e
nuove costruzioni. Nella città
santa abbiamo consegnato
69 nuovi nuclei abitativi. A
Magdala sono proseguiti
i lavori di conservazione
dell’area archeologica. A livello
sociale abbiamo finanziato 360
borse di studio universitarie,
sostenuto 10 imprese artigiane,
attivato consulenze a famiglie
in difficoltà, assistenza medica.
Abbiamo dato risorse per la
costruzione di campi di calcio,
di basket e di una piscina a
Gerusalemme. Interventi
analoghi sono stati condotti
anche in Siria e in Libano».
CON LA COLLETTA PER LA TERRA SANTA
LA DIOCESI DI COMO SOSTIENE IL PROGETTO CATECHISTICO
DEL PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME
Lo aveva annunciato il vescovo monsignor Diego Coletti lo
scorso settembre, in occasione della visita del patriarca latino
di Gerusalemme Sua Beatitudine Fouad Twal: la diocesi di Como,
da sempre vicina alle comunità cristiane di Terra Santa, è fra i
sostenitori del progetto catechistico del Patriarcato. Un’iniziativa
molto complessa, che prevede, da parte della Chiesa Madre,
un investimento di oltre 170mila dollari per la realizzazione di
spazi e uffici da destinare a questa attività, ma, soprattutto,
per tradurre, secondo le esigenze delle realtà locali, sussidi,
materiali formativi e di approfondimento destinati ai bambini,
ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie. Il progetto è già stato avviato:
parte dei fondi raccolti in diocesi nella Colletta Pro Terra Santa del
Venerdì Santo saranno destinati a questo progetto. Info: Gtr-Como,
telefono 031-525447 (sabato pomeriggio e domenica mattina).
Omelia del vescovo Nel pontificale della Domenica delle Palme
monsignor Coletti invita alla vera conversione
Cinque parole sulla Passione...
C
Foto William
inque parole per meditare sulla Passione di Gesù. Questo l’invito del vescovo
monsignor Diego Coletti nella solennità della domenica delle Palme, che introduce nei riti della Settimana Santa. «Ascoltare il resoconto della Passione del Signore
– ha sottolineato – non avrebbe alcun senso
se non ci ricordassimo che Colui che soffre,
e viene crocifisso è il Figlio di Dio, Colui che
aveva in sé la condizione di Dio e si è fatto
nostro servo e ha dato la vita per noi. Gesù crocifisso è Dio. È il nostro Signore. Solo
questo punto di vista della fede ci permette
di capire il senso della Pasqua… Dobbiamo
tenere fisso lo sguardo su Gesù. Colui che
dà inizio alla fede e la porta a compimento,
ridonando speranza, consolazione e fiducia
al nostro cuore». La prima parola, o meglio,
il primo concetto suggerito da monsignor
Coletti è: «Superiamo le nostre pruden-
ze umane. Perché la prudenza è pure una virtù, ma quando si oppone ai
piani di Dio sulla nostra vita diventa
la chiusura nella disperazione, nella
depressione, nell’angoscia. Seguiamo anche noi Gesù. Saliamo a Gerusalemme, sapendo che ci sarà anche
un po’ da soffrire, ma scommettendo,
come ha scommesso Lui, sul fatto che
il Padre, al termine, avrebbe mantenuto le promesse». La seconda è una
parola che ci deve liberare dalla paura e dal coraggio fittizi. «Ci deve far
sentire la nostra fragilità», per poi porsi umilmente a servizio della Verità e
della Giustizia. La terza parola «deve
liberarci da ogni risentimento, da
ogni desiderio di vendetta, da ogni
illusione che la violenza possa risolvere i problemi delle persone, delle
famiglie, delle nazioni, del mondo intero…». La quarta parola è quella del
sommo sacerdote e di Pilato, che si
cristallizza nell’uso del buon senso,
del già saputo, della ragion di Stato,
che possono trascinare anche verso
decisioni sbagliate. Da qui la disponibilità ad allontanare questo atteggiamento. La quinta parola è: «salva te
stesso e ti crederemo! È la logica contraria a quella per la quale Dio ci ha
rivelato in Cristo l’immensità gratuita del suo amore». Ricordiamo che il
testo integrale dell’omelia può essere
ascoltato in formato mp3, oppure si
può fare il download in formato testo,
sul sito internet www.diocesidicomo.
it, alla voce persone, vescovo, omelie
e discorsi, anno 2011.
E.L.