un asset strategico

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un asset strategico
VGLI STUDIOS
PRODUZIONE
un asset strategico
Cresce l'utilizzo degli studi di proprietà, ^"^
ma anche la fama internazionale dei centri di produzione italiana.
Motivi di vanto sono l'organizzazione del lavoro, flessibile ed efficiente,
e le duttili scenografie. Anche se...
di Francesca D'Angelo
Distribuiti tra Saxa Rubra, via Teulada, via Nomentana (Studi Dear) e il teatro Delle
Vittorie, gli studi romani della Rai si distinguono per la loro estrema flessibilità.
Ciascuno stabile riesce, infatti, a ospitare contemporaneamente dalle due alle 24
trasmissioni settimanali. Nello specifico: i dieci studi di Teulada, grandi complessivamente 2.813 mq, ospitano nell'arco di
una settimana lavorativa dalle 20 alle 24 produzioni. Tra queste: "Insieme sul due", "In famiglia", "Chi l'ha visto", "Ballare", "Mi manda RaiTre", "In Vi ora", "Telecamere", "Porta a
porta", "La vita in diretta", "Festa italiana", "Effetto sabato", i
programmi notturni e, in alcuni periodi dell'anno, "Elisir" e
"Sulle vie di Damasco". Saxa Rubra è invece prevalentemente dedicata i telegiornali: qui ogni testata dispone di due studi, da 200 mq e da 150 mq. «Il 30% delle nostre risorse umane è dedicato alla gestione dei tg», sottolinea Domenico Olivieri, direttore del centro. Ai notiziari vanno anche aggiunti
cinque studi per le produzioni di dieci trasmissioni Rai, come
"Uno mattina" e "90° minuto", e parte dell'offerta satellitare e
digitale terrestre del servizio pubblico. Una quindicina di programmi si avvicendano invece nei sei studi della Dear (3.680
mq), mentre al Teatro Delle Vittorie (1.000 mq) si alternano
"Annozero" e "Ricomincio da qui". Il servizio pubblico dispone inoltre di piccoli studi all'interno dei palazzi istituzionali: Quirinale, Palazzo Madama, Montecitorio, Palazzo Chigi. Alcuni sono serviti a richiesta, altri prevedono
la presenza costante di una troupe base di 4-5 persone. Quanto alla dotazione
tecnologica, in tutti gli studi si prediligono i lead wall e gli apparati di visione a
proiezione. Le scenografie sono solo in parte carrellagli e, generalmente, vengono realizzate a incastro, per essere agevolmente smontate e rimontate. Per quel
che concerne la parte grafica, si predilige la tecnologia a pannelli lead, che permette di proiettare effetti grafici, al posto delle classiche immagini.
uattrocentosettantamila mq circa di studios. Un'area parak gonabile a 65 campi da cal* ciò regolamentari. Il tutto concentrato tra Roma e
, Milano. La Capitale, insieme al capoluogo lombardo,
rappresenta il polo produttivo
del mercato televisivo: qui si
i concentrano non solo le sedi e le redazioni, ma anche
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gli studi dei broadcaster e di gran parte
dei produttori indipendenti. In queste due
città, insomma, si svolge la vita dei programmi. «Gli studi televisivi sono un asset industriale di primaria importanza: sono, per il piccolo schermo, quello che gli
' ino per una compagnia
issimo Ferrarlo, direttore del centro produzione televisivo di Milano. «La qualità dei programmi dipende,
infatti, anche dallo studio a disposizione».
Due sono le principali variabili che fanno la differenza: la grandezza e il modo in
cui vengono "vestiti" i mq. Le dimensioni e la scenografia devono essere coerenti
con il programma. I talk show e gli approfondimenti giornalistici richiedono, per
esempio, studi piccoli, da 200mq, e atmosfere da salotto. Diversamente, risulterebbero delle trasmissioni fredde, distanti, al
limite del superficiale. Al contempo, gli
appuntamenti del prime time necessitano
Secondo polo Rai dopo Roma, il centro di produzione di via Verdi è noto per la sua
vocazione kids. In Piemonte si concentra infatti la programmazione bambini del
servizio pubblico, a cui si accompagna una rosa di trasmissioni di divulgazione
scientifica e ambientale. Nel dettaglio, nel solo 2009, sono state
realizzate: "Melevisione", "Trebisonda", "L'albero azzurro", "Cartoon Flakes", ma anche "Voyager", "Voyager Ragazzi", "Passaggio a Nord Ovest", "Gran concerto", tutte le edizioni del Tgr Regionale Piemonte e le rubriche giornalistiche "Ambiente Italia",
"Leonardo", "Montagne", "Buongiorno Regione". Sempre a Torino è affidata la produzione di RaiGulp e dei sei canali del bouquet
RaiSat. Non solo. A differenza delle sedi milanesi e napoletane, il
centro piemontese è l'unico in grado di provvedere anche alla
messa in onda dei canali. Gli studi (quattro principali, di cui due
da 800 mq e due da 400 mq, due virtual set e uno di riserva per i
collegamenti con Roma e le altre sedi Rai) sono sempre attivi.
Lo studioì lavora a doppio turno, registrando "Cartoon Flakes"
la mattina e, nel pomeriggio, "L'albero azzurro. «In questi mesi
abbiamo avuto un vero e proprio overbooking», commenta il direttore Aldo Pellegrini, «Ma bisognerebbe irrobustire il centro:
un'attività di fiction, per esempio, ci metterebbe al riparo dalla
troppa variabilità dei palinsesti». Sebbene infatti negli ultimi tre
anni la saturazione degli studi sia aumentata del 10%-15%, l'estate resta un periodo critico, di stanca produttiva. Le persone impiegate nel centro sono 550, di cui
316 direttamente legate alla produzione.
La sede storica, in corso Sempione, e il nuovo insediamento, in via Mecenate: sono le
due anime lombarde del servizio pubblico. Dove si concentra il 70% dell'offerta di
RaiDue. Il primo polo si compone di sette studi: Tv3 e Tv2, rispettivamente da 650 mq
e 260 mq, destinati a "Che tempo che fa", "Blog", "Italia allo specchio", "Sabato
Sprint" e "La domenica sportiva". TV4 è interamente dedicato ai tg. A questi, si aggiungono due studi minori, le cui dimensioni sono da salotto, e due studi virtuali, destinati alle tribune elettorali o ai programmi di F1. Cinque invece gli studi di via Mecenate: il più grande, da 2mila mq, è interamente dedicato a "X-Factor"; il secondo, da
850 mq, ha ospitato prima "L'isola dei famosi" e ora "L'era glaciale" di Dana Bignardi.
Negli studi M2 e M3, da 650 mq, si avvicendano invece
"Quelli che il calcio", "Scorie", "Academy" e "Tutto benessere". «I programmi di prima serata hanno quasi
sempre lo studio dedicato, perché prevedono la presenza in sala di un vasto pubblico e necessitano di provare
almeno due giorni prima», spiega Massimo Ferrano, direttore del Cptv di Milano. «Questi due elementi renderebbero più complessa la coesistenza di un altro programma. L'avvicendamento è invece più agile per i programmi di day time e seconda serata». Completamente digitalizzata, la sede di via Mecenate dispone di due regie, attrezzate per lavorare in 16/9 e in grado
di operare su tutti e cinque gli studi. La sede storica dispone invece di tre regie fisse, meno aggiornate. Attivi tutto l'anno, gli studi di RaiMilano lavorano a pieno regime durante i periodi di garanzia, nei quali ciascuna sede arriva ad attivare fino a tre studi in contemporanea. D'estate, ossia da metà giugno a fine agosto, si
provvede invece alla manutenzione degli studi. In totale, attorno al Cptv, lavorano 650 dipendenti (giornalisti
esclusi) impegnati anche nelle riprese esterne.
di studi da almeno mille mq, in grado di
contenere una platea da 300 persone. La
produzione viene inoltre facilitata dalla
presenza di studi di proprietà, una realtà
non a caso in crescita. Questi permettono di ottimizzare il lavoro, pianificando la
realizzazione di più programmi contemporaneamente, nell'arco di una stessa settimana. Anche a ridosso della messa in onda. Il gruppo Sitcom, per esempio, arriva
addirittura a produrre in una sola giorna-
ta le cinque puntate settimanali dei suoi
format. «La prima ottimizzazione è sul lavoro della giornata: cerchiamo di occupare tutti gli spazi, impiegando per 365 giorni l'anno il nostro personale», conferma
Marina Micheli, direttore di produzione,
«Siamo strutturati in modo completamente autonomo: esternalizziamo solo quando ci occorrono studi molto grandi o nel
caso di fiction». In Rai, nei dieci studi di
Via Teulada, si arrivano a produrre fino
a 24 trasmissioni in contemporanea. Ma
anche nelle altre sedi del servizio pubbli'
co, dislocate a Milano, Torino e Napoli, la
tendenza è produrre più format contemporaneamente. La stessa Mediaset, che tende
a mantenere un 2 5 % di produzione in outsourcing, avrebbe intenzioni di potenziare l'attività dei suoi studi romani, spostando da Cinecittà le trasmissioni di Maria De
Filippi. Tradotto: gran parte del palinsesto
di Canale5. Quanto a La7, la rete del fc>
GIUGNO
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PRODUZIONE
Già completamente digitalizzati e predisposti per il 16/9, gli studi
Videotime di Mediaset diventeranno full Hd entro il 2012. Prima di
quella data, sarà inoltre completata la transizione, attualmente in
atto, verso la produzione in Hd a mezzo file, che sostituiranno le
tradizionali cassette. Mediaset ha investito molto sull'innovazione
tecnologica e ha una notevole capacità produttiva, che tuttavia
non copre tutta la domanda. «È una scelta voluta: ci siamo sempre organizzati per avere una capacità produttiva interna del 75%
e un "cuscinetto" di outsourcing del 25%, il
cui valore è di circa 50mln di euro all'anno»,
spiega Franco Ricci, direttore generale
operazioni e direttore business pay. "Questo infatti ci permette di poter essere ricettivi verso il mercato e di modificare agilmente la produzione a seconda delle diverse esigenze di palinsesto». In media, Mediaset produce annualmente 8mila ore di
programmazione, tra Roma e Milano. Sia la
Capitale che il capoluogo lombardo dispongono di due hub, destinati all'intrattenimento e alle news. Su Milano, Cologno copre
l'area entertainment, con 9 studi da 6mila
mq totali e 15 sale post-produzione, mentre
le news (Studio Aperto e "Striscia la notizia") sono dislocate nei tre studi di Milano
2, la cui metratura totale è di 700mq. A Roma, i sei studi della Elios ospitano l'intrattenimento. Qui, dal 2009,
potrebbero essere spostate le produzioni di Maria De Filippi: "Uomini e donne", "Amici" e "C'è posta per te", finora a Cinecittà. Le
news, da "Matrix" al Tg5, si concentrano invece al Palatino, che
dispone di tre studi e di 14 sale di produzione. In totale, tra Roma
e Milano, Videotime impiega 1200 persone, di cui 466 dedicate alla
produzione su Roma e Milano.
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gruppo Telecom, esternalizza solo i programmi stagionali, a cadenza settimanale.
Il resto, è confezionato nei due studi romani, recentemente rinnovati sotto il profilo tecnologico.
Per la Rai, «in un'ottica puramente industriale, lo sfruttamento degli studi potrebbe essere ulteriormente ottimizzato: basterebbe registrare tutti gli appuntamenti, al mattino e al pomeriggio. Ma in questo modo diventeremmo condizionanti sul
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Centro di produzione Novaro - La7
Nel cuore di Roma, sorge il centro di produzione Novaro di La7. Strutturato in
due studi di nuova concezione, recentemente rinnovati, è in grado di produrre in 16/9 e in Hd, distinguendosi proprio per l'avanzata dotazione tecnologica. Gli studi, attrezzati per lavorare su più piattaforme, impiegano camere
Sony Hd con convertitore A/D a 14 bit, ottiche Canon e supporti Winten. Nella
regia è stato invece introdotto il Mixer Kahuna che permette di processare
contemporaneamente, su un unico Me, segnali Sd e Hd, fornendo soluzioni
multi standard. Per la sezione audio, l'azienda ha invece investito sulla dotazione di Studer Vista 5. In questi due studi, da 550 mq e 300 mq, vengono realizzati gli appuntamenti di punta, ossia "Otto e mezzo", "Atlantide", "Victor
Victoria", Tg, Tg Sport, gli speciali del Tg e "Omnibus". Le produzioni più stagionali, a cadenza non quotidiana, vengono invece realizzate in outsourcing.
Su Milano, infine, è operativo da febbraio un nuovo studio di proprietà, da
100mq, in via Magolfa. Il suo utilizzo è circoscritto ai collegamenti.
palinsesto», spiega Ferrario, «i programmi serali non sarebbero freschi, probabilmente vedremmo il pubblico in studio
sbadigliare e le notizie potrebbero essere
superate dai fatti». Da qui, la tendenza a
cercare un compromesso tra esigenze industriali ed editoriali, limitando le dirette
(i cui costi sono elevati), ma registrando i
programmi a ridosso della messa in onda.
Un gioco di equilibri, nel quale gli italiani
sembrano essersi specializzati.
L'AMERICA
AL DI QUA DELLE ALPI
Sebbene i nostri centri non godano &sà^,
la stessa famategli Studios americani, si
distinguono per la loro efficiente organizzazione. A differenza degli Usa, dove
set cinematografici e televisivi convivono sotto lo stesso cielo, i nostri centri di
produzione nascono specificamente per
la televisione. Con l'unica eccezione di
Cinecittà. Nel resto degli studi, l'at- •
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PRODUZIONE
Sono almeno due gli anni importanti per
la "storia televisiva" di Cinecittà: il 1992
e il 1997. Agli inizi degli anni 90 risale infatti la prima trasmissione in diretta da
Cinecittà: la "Corrida" con Corrado. Poi,
con la privatizzazione nel 1997, Cinecittà si è aperta con slancio al mercato tv. I
suoi studi, inizialmente concentrati nei
venti teatri di via Tuscolana, si sono
moltiplicati comprendendo cinque teatri
sulla via Pontina, noti come i Dino's Studios, tre teatri a Papigno, vicino a Terni,
scoperti e ristrutturato da Roberto Benigni all'epoca di "La vita è bella", e due teatri in Marocco, a Ouarzazate (di proprietà per il 30% di Cinecittà, per il 30% di Dino De
Laurentis e per il 40% dell'imprenditore marocchino Said Alj). In
tutto, 400mila mq di superficie. L'apertura al piccolo schermo ha
anche giovato al fatturato, che è passato dai 20mln di euro preprivatizzazione ai 42mln del 2007, accusando un lieve calo solo
nel 2008, quando sono scesi a 40mln di euro. Nel business di Cinecittà sono dunque entrati i principali programmi di intrattenimento delle reti generaliste, come "II grande fratello", "La fattoria", "Amici" e la fiction che conta: qui si realizzano "Distretto di
polizia", "Un medico in famiglia", "I Cesaroni", "I R.i.s.", "Tutti
pazzi per amore", "Rome", "Coco Chanel", giusto per citare alcuni titoli. A differenza delle strutture dei broadcaster, gli studi
non sono attrezzati ad hoc per la televisione, ma sono teatri di
posa nati per la produzione cinematografica. La stessa fiction è
girata in pellicola da 16mm, con formato superi 6. «Grazie all'utilizzo degli OBwan (pullman regia: "OB" sta per outside broadcsting e "wan" per mezzo mobile, ndr), qualsiasi teatro di posa
può essere utilizzato per cinema, fiction, programmi generalisti
o spot pubblicitari», spiega Maurizio Sperandini, vicedirettore
generale dell'area produzione Cinecittà Studios, «Ormai non c'è
bisogno di investire in tecnologia locale. E il nostro
punto di forza sta
proprio nell'offrire
servizi a 360°». Un
altro motivo di vanto sono le scenografie: sfarzose e
imponenti, sono intemazionalmente
note per la loro facilità di costruzione e smontaggio.
In tutto, a Cinecittà, sono impiegate
850 persone, tutte
dipendenti.
trezzatura è a misura di piccolo schermo
e le tecnologie sono ormai in gran parte
digitalizzate e predisposte per i 16/9. In
alcuni casi, come per gli studi di La7, i
centri sono già in grado di produrre in
Hd. Ma il vero fiore all'occhiello sono
le scenografie, note non solo per la loro
imponenza ma anche per la duttilità. Per
fare fronte alle esigenze televisive, si è
ormai abdicato alle ambientazioni fisse,
realizzate sui quattro fronti degli studi.
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Dieci studi televisivi, 15 regie per il doppiaggio e la
post-produzione audio e altre dieci regie video di
post-produzione. Per un totale di lOOmila mq, dei
quali 30mila al coperto. Sono le dimensioni di Telecittà, la cittadella della televisione, nota per essere il set
di "Centovetrine" e, fino a qualche anno fa, di "Vivere". Ma se questi sono i due titoli ai quali Telecittà lega il proprio nome, va ricordato che il centro si distingue anche per la grande attività di editing. Sono oltre
700 i titoli editati in italiano, tra fiction, cartoni, soap e
tv movie: tra questi, "Tempesta d'amore" e "Terra nostra", i telefilm "Nip/
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Tuck" e "Criminal
Intent" i cartoni "Gli
amici immaginari di
casa Foster", "SamSam" e "Camp
Lazio". Inoltre, da
gennaio, Telecittà
ospita Lady Channel, canale 181 di
Sky. Appositamente
pensato per la lunga
serialità, il centro di
produzione comprende anche due
hotel a 4 stelle, per oltre 100 camere; un moderno
Wellness Center con palestra e sale massaggi, un baby parking, la mensa aziendale e un elegante ristorante da oltre 120 posti. Inoltre, per facilitare gli spostamenti, è stato costruito in una zona strategica: a 50
metri dal casello autostradale di San Giovanni Canavese, nonché in prossimità dell'aeroporto di Caselle,
distante circa 40' da Malpensa. Per quanto concerne
la dotazione tecnica, Telecittà si distingue per la tecnologia all'avanguardia: tutte le regie audio utilizzano
sistemi Protools per il doppiaggio e la post-produzione, mentre le regie video sono attrezzate con sistemi
Avid. Inoltre è operativo lo scambio di file audio e video tra le sede centrale, gli studi remoti e i clienti, via
ftp e digidelivery. Tra le principali società che operano
a Telecittà figurano Delta Pictures, Delta Imaging e Video Delta. L'indotto generato, comprensivo del fatturato tutti i servizi e delle società indipendenti, è di circa 50mln di euro.
Al loro posto, si privilegiano scenografie carrellabili o a incastro, con una comune ambientazione, in grado di essere
smontate e rimontate nel giro di poche
ore. Da qui, la possibilità di registrare
più trasmissioni in contemporanea e di
fare lavorare a pieno regime i propri dipendenti. Particolarmente famosi sono i
nostri allestimenti per le fiction. Un titolo su tutti, la serie Rome, realizzata a
Cinecittà. A pesare sul meccanismo è,
semmai, la difficoltà nel reperire in tempi brevi la manodopera necessaria: grazie
alla diversa legislazione sindacale, negli
Usa è possibile muovere grossi numeri
di persone nel giro di 24 ore. In Italia i
tempi per entrare operativamente in uno
studio di nuova acquisizione sono quantomeno lunghi. «Il vero vantaggio degli
americani è strategico: gli Studios nascono per le produzioni, siano esse cinematografiche o tv, delle major e non sono
f
A ciascun canale, il suo studio: ad Alice, Leonardo e, fino a
qualche tempo fa, anche a Nuvolari sono destinati i tre studi
del gruppo Sitcom, situati a Roma, in via Tiburtina. Il più attivo è quello di Alice: qui ogni giorno vengono prodotti i diversi
format del canale ammiraglia, da "Casa Alice" ai "Menù di
Gianluca". Leonardo si appoggia invece alle
strutture di proprietà, soprattutto per "Case e
stili", il principale appuntamento giornaliero
del palinsesto. Quanto a Nuvolari, il canale ha recentemente cambiato strategia, preferendo ai talk in studio i format d'acquisto, come i test auto e le
prove su strada. Il terzo studio, più piccolo (40 mq contro i 140 degli altri
due), è dunque adesso utilizzato solo per le telepromozioni, la realizzazione di spot interni e gli shooting fotografici delle riviste del gruppo. «A rotazione, gii studi funzionano tutti i giorni, seguiti da una regia diversa», spiega Marina Micheli, direttore di produzione, «questo perché realizziamo le
nostre produzioni sempre a ridosso della messa in onda: per esempio, "Casa Alice" è realizzato solo con sette giorni di vantaggio». Le produzioni sono seguite da team diversi, da 20-25 persone ciascuno, che lavorano in
maniera alternata. Un'attenzione particolare è riservata alle scenografie:
poiché i format durano dai 30' ai 60', l'ambientazione deve poter cambiare
di programma in programma. Dato che le dimensioni degli studi non permettono di allestire scenografie fisse sui 4 fronti, queste vengono smontate e rimontate a ogni registrazione.
Fin dal principio, il "progetto Sat2000" comprendeva la creazione di un complesso dedicato. «Gli studi sono nati insieme all'emittente, nel 1998, e non poteva essere altrimenti, visto
che volevamo caratterizzarci per una imponente autoproduzione», spiega Marco Guglielmi,
direttore generale di Sat2000. «Le altri emittenti satellitari hanno meno bisogno di studi di
proprietà, perché privilegiano l'acquisto di format». Due i poli su cui si è dislocata la struttura: da un lato Roma, considerata (a buon diritto) la capitale della
televisione. Dall'altro Milano, sede del quotidianio "Avvenire" della
Cei, nonché polo dell'informazione audiovisiva. Nella Capitale,
Sat2000 dispone di cinque studi, di cui uno virtuale, attivi tutto
l'anno. Il complesso, sito lungo la via Aurelia, resta operativo anche nel periodo estivo, durante il quale si provvede alla progettazione e all'allestimento delle nuove scenografie. Più composita è
invece la situazione lombarda: a Milano è stato creato un solo studio di proprietà. Qui dunque, per alcune trasmissioni come "II
grande talk", si ricorre agli studi in affitto, anche se non sempre
queste soluzioni risultano logisticamente agevoli. Per quanto riguarda la dotazione tecnologica, gli studi sono attrezzati in tecnica digitale standard definition, che permette la produzione anche
in 16/9. Nel processo produttivo si sta inoltre provvedendo a inserire un work flow di gestione dei file video, totalmente costumizzato. Nel complesso, Sat2000 arriva a impiegare fino a 80 dipendenti, a tempo indeterminato e determinato, tra squadre di regia,
troupe, produzione, post-produzione e messa in onda.
aperti a terzi», aggiunge Maurizio Sperandini, vicedirettore generale dell'area
roduzione Cinecittà Studios, «II vero
usiness non consiste nella gestione de°gli studi, ma nel rischio di impresa, ossia nell'investire in produzioni che portino utili superiori ai costi. Tant'è, vero
che noi stessi stiamo valutando di entrare nella produzione, in modo da utilizzare i nostri teatri di posa per produzioni interne».
IL PROBLEMA
DELLA DELOCALIZZAZIONE
Resta solo un problema aperto: la delocalizzazione. Se la Bbc sta investendo per dislocare le proprie sedi sul territorio inglese, in Italia gli studi continuano a essere convulsamente concentrati tra Roma e Milano. Mediaset
e La7 non delocalizzano. Quanto alla
Rai, la sede di Napoli è stata nei fatti
ridimensionata, con la chiusura de lui
squadra e lo spostamento di Afirodolce in
Sicilia, mentre RaiTorino resta legata
alla produzione kids e alla divulgazione scientifica. «I broadcaster tendono a
non delocalizzare perché le star abitano
a Roma o a Milano: sarebbe poco funzionale», spiega Franco Ricci, direttore"
generale operazioni e direttore business
pay Mediaset. «Gli studi periferici devono "dimenticarsi" della generalista»,
concorda Aldo Pellegrini, diretto- ^
GIUGNO
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V-
PRODUZIONE
Tra i principali canali kids, Disney è l'unico
ad avere, in Italia, uno studio di proprietà. I
canali Jetix e Gxt, infatti, esternalizzano la
produzione, al pari dei competitor Cartoon
Network, Boomerang e Boing, i cui unici
studi di proprietà sono all'estero. «Attualmente il rapporto tra produzione interna e
utilizzo di strutture terze è 50/50, ma la
quota di esternalizzazione è in aumento»,
precisa Dario Rodino, Vice President Operations & Production Walt Disney Television
Italia. «Questo perché la nostra produzione
locale, ormai da diversi anni, è in continua
crescita». Nello studio di proprietà, di circa
450 mq, vengono realizzate le sit com come "Quelli dell'intervallo". Il suo utilizzo è
permanente e impiega un team di 23 persone e tre telecamere. Per le produzioni
più complesse, la Disney predilige invece
studi in outsourcing di oltre 550 mq, che
permettono l'allestimento, all'interno di
una stessa area, di diversi ambienti. Il partner tecnico della Disney, anche per
le risorse di post-produzione, è 3zero2TV.
Interamente destinati alla soap "Agrodolce", i Med Studios rappresentano la prima produzione industriale siciliana. Il centro, attivo tutto l'anno,
è stato ricavato da una ex struttura scolastica e si estende per 2.500 mq,
tra set e studi di montaggio e post-produzione. Fiore all'occhiello dei
Med Studios è l'avanzata attrezzatura tecnologica. Per le riprese, su formato Hdcam, vengono infatti utilizzate sette telecamere Sony Hdw-790P
Camcorder e otto ottiche Zoom Hd Fujinon Za Berm. Gli studi comprendono anche quattro sale di montaggio in Avid. L'acquisizione del girato e il successivo scarico
del materiale montato avviene con l'utilizzo di due Vtr (Hd Digital) Sony Hdw-2000P, un DvwM2000P(Dig. Betacam), un Msw-2000P (Mpeg IMX). «Visti i buoni risultati ottenuti con "Agrodolce" stiamo ragionando per portare altri progetti in Sicilia, sempre di genere seriale», anticipa Antonio Alessi, responsabile del centro di produzione. La squadra produttiva comprende
300 persone, tra cast, staff e troupe, l'80% dei quali originarie della Sicilia.
re del centro di produzione di Torino,
«ma potrebbero trovare una loro specializzazione, magari sfruttando proprio
il Dtt. La stessa Rai 5 non è stata ancora assegnata... e noi, viste le dimensioni, riusciamo a curare con peculiare attenzione i canali tematici, provvedendo anche alla messa in onda». Questo permetterebbe tra l'altro di assorbi-
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re talenti e risorse dal territorio, sganciando le sedi da Roma e Milano. Chi
si sta muovendo in questa direzione
sono i produttori, i soli a poter trarre
vantaggio nel delocalizzare le produzioni. Un po' com'e avvenuto per d'Motvirìne o Agrodolce, rispettiavamente girate
a Telecittà e nei Med Studios, in Sicilia. Peccato però che, per le produzio-
ni che contano, le società indipendenti
migrino direttamente all'estero. Paesi
orientali in primis, dove il costo della mano d'opera e delle attrezzature è
minore. Tra i casi più eclatanti, si pensi al ciclo Jm/>erinm della LuxVide: qui
l'antica Roma era... in Tunisia. Un vero peccato, viste le potenzialità dei nostri Studios.
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