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attività aic o Nomine delegati regionali per i dilettanti Comunichiamo l’elenco dei calciatori che sono stati nominati “delegati regionali” per la stagione sportiva 2007/2008. costruzione di un pozzo, di una cisterna, di un acquedotto, finanziano attività di microcredito. Tutto il mondo del calcio si è poi mobilitato per sostenere la campagna in occasione della 32ª giornata di campionato: il 5 e 6 aprile i giocatori di Serie A sono scesi in campo con uno striscione e un messaggio a favore del risparmio idrico. Con la collaborazione del Settore Giovanile Scolastico della Figc, in 200 scuole calcio si sono tenuti incontri sul valore dell’acqua in Italia e in Africa; inoltre tutti i giovani calciatori sono stati invitati a partecipare a un gioco online: collegandosi ai siti www.amref.it e www.figc.it, hanno potuto scaricare materiali informativi sull’acqua, partecipare a diverse iniziative interattive, ricevere in regalo maglie e palloni ufficiali della Nazionale, magliette e gadget di AMREF. e il Segretario Grazioli. 27 gio Il bastone del cittadino Ha fatto tappa a Vicenza, nella sede dell’Associazione Italiana Calciatori, il lungo viaggio del “bastone del cittadino”, un ramo di legno di acacia, simbolo di pellegrinaggio e pace, consegnato a Nazareth a tre giovani della Comunità Villa San Francesco di Pedavena (BL) per compiere un percorso di oltre 4 mila chilometri a piedi per tutta Italia. Il bastone ha iniziato il suo simbolico viaggio la sera di Pasqua dalla cooperativa sociale “Arcobaleno’86” a Feltre e arriverà a Locri la sera di Natale 2008 per “riposare” al Museo dei Sogni e della Memoria dopo aver portato il suo messaggio, incontrando varie realtà socio-religiose, e aver raccolto le riflessioni, le gioie, le tragedie e le aspettative del nostro Paese. ABRUZZO SPARACIO ANTONINO BASILICATA MANFREDA MICHELE CALABRIA SPINGOLA FRANCESCO CAMPANIA CHISENA LEONARDO EMILIA ROMAGNA MARESI ALBERTO FRIULI VENEZIA GIULIA PAOLINI NICOLA LAZIO MADOCCI SIMONE LIGURIA DELUCIS ALESSANDRO LOMBARDIA COZZI PAOLO MARCHE ROSSINI LEONARDO MOLISE COLETTA MAURO PIEMONTE E VALLE D’AOSTA PANZANARO PIERO PUGLIA LOPORCHIO DARIO SARDEGNA GACCIONE ANGELO SICILIA COLLETTO SALVATORE TOSCANA SABATINI VINCENZO TRENTINO FILIZOLA ALESSANDRO UMBRIA CICCONE GIANFRANCO VENETO CARTA LUCA (MORRO D’ORO A.S.) (POL. ATELLA MONTICCHIO) (ROSARNO) (SAVOIA A.C.) (RUSSI U.S.) (S.P. TAMAI) (A.S.D. CYNTHIA) (VADO) (S.S. TRITIUM) (TOLENTINO) (BOJANO) (CASALE CALCIO) (A.S.D. LIBERTY BARI) (POL. BUDONI) (CAMPOBELLO) (U.S. ORBETELLO) (TRENTO CALCIO) (A.S. ORVIETANA CALCIO) (A.S.D. CALCIO MONSELICE) Il 28 aprile a Milano Assemblea Generale Aic E’ stata convocata per il giorno 28 Aprile 2008 alle ore 14.30 presso l’Hotel Michelangelo di Milano (Via Scarlatti 33) l’Assemblea Generale Aic. Tra i temi all’ordine del giorno la situazione del Fondo di Garanzia, l’ipotesi di riforma Legge 91, i rapporti AIC/Lega Serie C, la tutela della salute, il numero dei calciatori utilizzabili in Serie B e le problematiche inerenti il Regolamento Agenti. Alle ore 11.30 si riuniranno in pre-assemblea i delegati del Settore Dilettanti per l’esame delle loro problematiche specifiche. A norma di Statuto (art.12) hanno diritto di partecipazione e di voto in sede assembleare i rappresentanti delle squadre di Serie A, B, C1, C2 e Settore Dilettanti che abbiano almeno 9 (nove) componenti regolarmente iscritti all’Aic. Ogni rappresentante di squadra potrà farsi rappresentare per delega scritta da un compagno di squadra o da un altro associato. Un simbolo di fratellanza, di responsabilità, di solidarietà che verrà sostenuto idealmente anche dai calciatori tramite la loro Associazione con l’incontro al quale hanno preso parte gli alunni di 3 classi di 5ª superiore della città che hanno partecipato ad un dibattito con i promotori dell’iniziativa (Aldo Bertelle, della Comunità di Villa San Francesco e Luigi Agnolin, ex arbitro e dirigente sportivo), con il Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Sergio Campana, con il Presidente provinciale del CONI Umberto Niccolai e con il Dirigente Scolastico regionale Pasquale Palombo. 29 sab A fianco della LILT In occasione della settimana nazionale per la prevenzione oncologica, anche il mondo del calcio ha giocato la sua partita contro i tumori:le squadre di serie A e serie B, sabato 29 e domenica 30 marzo, sono entrati in campo con uno striscione a favore della Lega Italiana contro i Tumori, e la fascia al braccio dei capitani è stata quella della prevenzione. 17 l’inchiesta di Barnaba Ungaro Analizzando le rose dei club della Champions League Crisi di identità oppure specchio dei t sia il Brasile (!!!). I 57 giocatori eleggibili nella Selecao superano ampiamente i complessivi 34 inglesi (4 squadre per l’Inghilterra), i 44 italiani (3 clubs per il nostro Paese), ed i 40 spagnoli (3 società anche per la Spagna). Fenerbache a parte, è curioso poi distinguere in quattro fasce le 15 società comunitarie. Per dare un’idea: il blocco inglese, quello italiano, quello spagnolo ed infine quello costituito dalle altre cinque squadre della UE uniche rappresentanti del proprio Paese. Ebbene, il contingente inglese, che ha qualificato a quarti di finale tutte le sue quattro formazioni, è il blocco che meno ricorre all’utilizzo dei giocatori eleggibili per la Nazionale allenata da Fabio Capello: dei 114 giocatori iscritti nelle liste UEFA, solo 32 (28,07%) è potenzialmente convocabile dall’ex allenatore di Milan, Real Madrid, Roma e Juventus. Poco più di un calciatore su quattro, quindi. All’Inghilterra, in questa ottica, spetta un altro primato: l’Arsenal è la formazione con la percentuale in assoluto più bassa di giocatori convocabili nella propria nazionale, con solo il 12%. I risultati danno comunque ragione alle formazioni inglesi, che evidentemente Le Nazioni dei 452 giocatori iscritti nelle liste degli ottavi della Champions League 2007-2008 UNIONE EUROPEA EUROPA AFRICA extra UE ASIA Nord e Centro AMERICA OCEANIA Sud AMERICA Italia 44 Francia 41 Spagna 40 Inghilterra 34 Portogallo 20 Germania 17 Scozia 16 Grecia 13 Olanda 13 Polonia 7 Danimarca 5 Irlanda 4 Rep. Ceca 4 Romania 3 Svezia 2 Belgio 1 Cipro 1 Finlandia 1 Galles 1 Irlanda N. 1 Slovenia 1 Turchia 18 Serbia 9 Croazia 5 Georgia 3 Israele * 3 Montenegro 3 Svizzera 2 Ucraina 2 Bielorussia 1 Bosnia 1 Islanda 1 Norvegia 1 Russia 1 Costa d’Av. 8 Mali 4 Camerun 2 Ghana 2 Nigeria 2 Angola 1 Congo 1 Togo 1 Giappone 2 Cina 1 Corea del S. 1 Messico 2 Honduras 1 Australia 2 Nuova Zel. 2 Brasile 57 Argentina 30 Uruguay 7 Cile 3 Colombia 3 Perù 1 TOT. T. 269 TOT. T. 50 TOT. T. 21 TOT. T. 4 TOT. T. 3 TOT. T. 4 TOT. T. 101 * Israele è considerato calcisticamente europeo perché affiliato alla UEFA ▼ Tra i 452 giocatori iscritti nelle liste UEFA dai sodalizi che hanno dato vita agli ottavi della Champions League, solamente il 39,61% è eleggibile per la Nazionale del Paese di appartenenza della società. La massima manifestazione europea per clubs, in sostanza, parla soprattutto straniero. Ma non è tutto: il 29,42% dei calciatori (per la precisione 133) non proviene dal Vecchio Continente; ben più di un giocatore su quattro, per intenderci. La sola rappresentanza sudamericana è praticamente alla pari con il lotto di professionisti comunitari che militano da stranieri nelle quindici squadre della Unione Europea approdate agli ottavi di finale. L’unica extra-UE, la formazione turca del Fenerbache, è il club che raggiunge la percentuale maggiore di giocatori eleggibili nella propria nazionale di riferimento (61,54%), ma allo stesso tempo si mantiene in linea con la tendenza delle quindici squadre comunitarie, annoverando 7 giocatori sudamericani ed uno africano. Suddividendo, poi, i 452 giocatori in lista in base alla nazionalità, si scopre che il Paese più rappresentato negli ottavi di finale della corrente Champions League Qui sopra, l’attaccante svedese Zlatan Ibrahimovic in Inter-Liverpool e il montenegrino Mirko Vucinic in Real Madrid-Roma. Sotto, il brasiliano Kakà in MilanArsenal. sanno scegliere bene i calciatori da importare. Il rapporto tra Italia e Spagna, che nei quarti hanno piazzato una rappresentante ciascuna rispettivamente con Roma e Barcellona, è sostanzialmente alla pari: il 40,46% dei giocatori delle squadre italiane è convocabile in azzurro da Donadoni, mentre il 38,27% dei calciatori dei clubs spagnoli è schierabile con le Furie Rosse di Aragones. Nel confronto tra il blocco inglese e quello italo-spagnolo, emerge un altro dato interessante: tra le quattro squadre inglesi, ben il 39,47% dei giocatori proviene da Paesi comunitari (Inghilterra esclusa, ovviamente), mentre in Italia gli stranieri comunitari arrivano solamente al 17,98%, ed in Spagna al 23,46%. Per converso, nessuno batte il contingente italiano per quanto riguarda lo schieramento dei giocatori sudamericani: 29 sugli 89 presentati complessivamente in lista da Inter, Milan e Roma, equivalenti al 32,58%. In Spagna, i calciatori CONMEBOL costituiscono il 24,69%, mentre in Inghilterra solo il 12,28%. A questo punto sorge un dubbio: visto l’en plain inglese, che sia più opportuno comprare in ambito UE? l’inchiesta Statistiche complessive TOTALE SQUADRE OTTAVI DI FINALE CHAMPIONS LEAGUE 2007-2008 Numero Giocatori: ei tempi? Eleggibili nella Nazionale del club: Comunitari stranieri: Extracomunitari europei: Africani: Asiatici Oceaniani Nord e centroamericani Sudamericani: 452 179 (39,61%) 106 (23,45%) 34 (7,52%) 21 (4,65%) 4 (0,88%) 4 (0,88%) 3 (0,66%) 101 (22,35%) PARZIALI TOTALE SQUADRE COMUNITARIE Numero Giocatori: Eleggibili nella Nazionale del club: Comunitari stranieri: Extracomunitari europei: Africani: Asiatici Oceaniani Nord e centroamericani Sudamericani: 426 163 (38,26%) 105 (24,65%) 33 (7,75%) 20 (4,69%) 4 (0,94%) 4 (0,94%) 3 (0,70%) 94 (22,07%) I QUATTRO BLOCCHI COMUNITARI TOTALE SQUADRE INGLESI Numero Giocatori: In conclusione, un’occhiata al blocco eterogeneo delle squadre comunitarie uniche rappresentanti della propria Nazione. A questo contingente vanno il primato dei giocatori eleggibili nelle nazionali di riferimento con il 45,07% e quello relativo il minor ricorso all’utilizzo degli stranieri comunitari (17,61% contro il 17,98% delle italiane); il tesseramento dei calciatori sudamericani (21,83%) è vicino a quello della Spagna (24,69%). Questo blocco è una via di mezzo tra quello italiano e quello spagnolo, e…guarda caso…ha piazzato anch’esso una sola squadra ai quarti, la tedesca Schalke 04. Se si fa più ancor marcato il dubbio se sia quindi più conveniente acquistare in ambito UE (!)…, al termine di questa analisi emerge nel complesso un altro quesito: il calcio europeo vive una crisi di identità oppure riflette solamente lo specchio dei tempi? A ciascuno, con il proprio pensiero, la risposta. Eleggibili nella Nazionale del club: Comunitari: Extracomunitari europei: Africani: Asiatici Oceaniani Sudamericani: 114 32 (28,07%) 45 (39,47%) 12 (10,53%) 8 (7,02%) 2 (1,75%) 1 (0,88%) 14 (12,28%) TOTALE SQUADRE SPAGNOLE Numero Giocatori: Eleggibili nella Nazionale del club: Comunitari: Extracomunitari europei: Africani: Nord e centroamericani: Sudamericani: 81 31 (38,27%) 19 (23,46%) 3 (3,70%) 6 (7,41%) 2 (2,47%) 20 (24,69%) TOTALE SQUADRE ITALIANE Numero Giocatori: Eleggibili nella Nazionale del club: Comunitari: Extracomunitari europei: Africani: Oceaniani: Nord e centroamericani: Sudamericani: 89 36 (40,46%) 16 (17,98%) 5 (5,62%) 1 (1,12%) 1 (1,12%) 1 (1,12%) 29 (32,58%) TOTALE SQUADRE COMUNITARIE RAPPRESENTANTI UNA SOLA NAZIONE Numero Giocatori: Eleggibili nella Nazionale del club: Comunitari: Extracomunitari europei: Africani: Asiatici Oceaniani Sudamericani: 142 64 (45,07%) 25 (17,61%) 13 (9,15%) 5 (3,52%) 2 (1,41%) 2 (1,41%) 31 (21,83%) 19 pianeta C di Pino Lazzaro Rappresentante Aic del Prato Damiano Moscardi, il geometra del c 20 dato avanti normale sino alla seconda superiore, poi in terza sono stato bocciato, impossibile tra tornei e altri impegni conciliare per me il pallone con i libri. I miei hanno comunque sempre insistito e allora mi sono iscritto a una scuola privata e sono arrivato al diploma di geometra. Pare una cosa da niente ma alla fin fine è pur vero che questo “pezzo di carta” ti serve e l’ho visto per esempio anche per il corso per allenatore di base che ho fatto da poco: te lo chiedono, poco da fare”. “Posso dire, lo dico adesso, che la mia fortuna quella volta è stata proprio andare via dalla Fiorentina. Ricordo che allora mi crollò il mondo addosso, avevamo appena vinto il Viareggio, era un settore giovanile tra i più importanti. Ma a ben vedere, appena tre mesi dopo ero già titolare in C2 e dopo qualche anno ero in B mentre parecchi dei compagni che avevo lasciato hanno continuato a fare la Primavera ancora per qualche stagione per poi perdersi per strada senza la possibilità di venir fuori. Insomma, proprio venendo via da Firenze mi si è aperto un palcoscenico importante per me così giovane. Non che pensassi di giocare chissà dove, io giusto giocavo e ci davo dentro, vedendo che ci potevo stare. Subito col Prato siamo saliti dalla C2 alla C1, poi ho fatto un primo anno in B col Foggia; l’anno successivo sempre a Foggia è arrivato Caso, era stato il mio allenatore a Firenze, con lui avevamo vinto il Viareggio. Pensavo insomma fosse un qualcosa, come dire, a mio favore ma mi accorsi che per lui ero il Damiano della Primavera, quello che dove lo metti sta, a destra, a sinistra, in mezzo. Ricordo che avevo già programmato in quel periodo di sposarmi, lei di Prato, cinquanta metri da casa mia; tramite il mio procuratore che era Franco Baldini mi arrivò la proposta di ripartire dalla C1 col Cosenza. Decisi di andare, tanto alla moglie dissi che ci saremmo sposati uguale e così facemmo. Mi sono rimesso in gioco e lì a Cosenza, anche da capitano, vincemmo e salimmo in B; penso sia stato lì che sono proprio diventato un calciatore di categoria”. “Se potevo fare anche di più? A vedere come è cambiato il calcio in queste ultime stagioni direi che sì, avrei potuto anch’io giocare in serie A. Specie direi proprio dopo il 2005, dal fallimento dell’Ancona e dalle difficoltà di tante altre squadre, anche importanti: dunque con l’urgenza per i club di stare davvero attenti ai bilanci. Tanti e tanti giovani sono stati così “spinti” e ne vedo parecchi adesso che giocano in A e prima facevano fatica a starci anche in B. Io in A ci ero arrivato ad Ancona dopo 7-8 anni di serie B, campionati dove ho giocato e corso tanto, non giusto dopo qualche presenza come più spesso capita adesso. Ho sempre messo parecchio in campo, magari non proprio con doti tecniche eccelse e qui mi va di ricordare la definizione che il medico sociale del Vicenza, Gianni Ragazzi, aveva inventato per me; diceva che io ero e sono un po’ come l’olio, è quando manca che ti accorgi di lui”. “Fin da giovane correvo e raspavo l’erba e questa mia caratteristica penso m’abbia anche in un certo senso salvaguarda- ▼ “Penso sia stato mio nonno, lui non c’è più da un paio d’anni, a darmi in qualche modo “geneticamente” questo legame con il calcio che ho sempre sentito. Lui giocava in porta; ha fatto la C che allora era unica anche col Prato, ha fatto poi la B e la A, è stato pure nel Parma e nella Lucchese. Insomma penso sia stato lui ad avermi passato qualcosa soprattutto sul piano della passione. Ho cominciato qui a Coiano, appena fuori Prato, su un campetto parrocchiale, è stata fatta dopo la società. Andavo con mio fratello, tre anni più vecchio di me, ho cominciato mi pare che non avevo nemmeno cinque anni. Lì per un bel po’ di tempo e poi sono cominciati i provini per squadre come Fiorentina, Inter, Torino; è stato quando avevo 10 anni che tramite la Fiorentina sono passato alla Sestese, una loro società collegata. Dopo un paio di anni, avevo 14 anni, arrivai da giovanissimo alla Fiorentina con tutta la trafila sino alla Primavera con cui vinsi in quella mia stagione anche il Viareggio. Alla fine dell’annata lì poi cambiarono molte cose, era morto Mario Cecchi Gori, ci fu una sorta di rivoluzione, in tanti andarono via e tra quelli c’ero anch’io. A Prato l’allenatore della Primavera era Roberto Galbiati, mi conosceva, disse al Prato di prendermi subito. Dunque in ritiro con la Primavera: ci rimasi cinque giorni e poi subito mi aggregarono alla prima squadra, facevano la C2. Specie i primi anni con la Sestese diciamo che è quasi sempre stata la mia mamma a fare la “tassista”, passava spesso il pomeriggio a leggere un libro in macchina fin che mi aspettava. Eravamo un gruppetto che veniva da Prato, s’andava con due macchine, facevano i turni ma l’immagine di mia madre lì in macchina mi è sempre bene impressa. Ho cominciato poi da allievo a usare il treno; partivo da casa la mattina già con la borsa del calcio, mangiavo un piatto di pasta appena alzato, avevo poco tempo dopo, giusto un panino. Con la scuola sono an- pianeta C el centrocampo Dipende da come fanno, è chiaro che dipende insomma da loro a far sì che crescano, che salgano di categoria. Sono gli stessi discorsi che facevano anche a me, adesso li capisco più e meglio; li faccio così anche ai giovani che ho intorno: c’è chi li recepisce e chi no, chi di testa è già impostato e chi non ci arriva”. Sposato, due bambini di 9 e 4 anni, Damiano Moscardi ha giocato in carriera con Prato (C2 e C1), Fidelis Andria (B), ancora Prato (C1), Foggia (B), Cosenza (C1 e B), Genoa (B), Salernitana (B), Vicenza (B), Piacenza (B) e Pescara (B). E’ dell’aprile del ’74. to in quel mio essere appunto giovane nei confronti dei “vecchi” che capivano di aver bisogno di uno che si dava tanto da fare. Ero insomma utile, correvo e entravo. Adesso con i giovani è diverso, adesso li devi capire, intuire, far crescere sapendoli prendere. Per me comunque quello intelligente va avanti uguale, certo che qualche scrollatina ogni tanto ci vuole, devi deciderti, o carne o pesce. Stare in C2 al minimo federale può anche andar bene per provarci ma è chiaro che in prospettiva è meglio pensare a trovarsi un lavoro, no? “E’ la prima volta che faccio il rappresentante dell’Associazione. Negli ultimi anni dovunque ho giocato prima di me spettava al capitano che c’era ma adesso toccava giusto a me: un po’ la fascia, un po’ l’età, quasi automatico.Poi nei due anni che ho fatto a Vicenza lì dentro all’Aic ho avuto modo di conoscervi un po’ tutti e anche questo conta. Ho avuto bisogno col fallimento dell’Ancona e la scorsa stagione pure per i problemi del Pescara, è stato specialmente Umberto Calcagno il mio riferimento. E’ vero ne ho cambiate parecchie di società, massimo sono stato tre anni a Cosenza. Credo d’aver fatto una cosa giusta; quando va bene riesci a giocare per dire 15 anni: sono tanti da una parte ma dall’altra nemmeno poi troppi e allora è meglio farli fruttare al meglio. Quando c’era la possibilità di cambiare, di andare in meglio e non parlo solo dell’ammontare del contratto, ho sempre preferito andare. Cosenza, Genoa, Salernitana... tutte scelte fatte bene. C’è stata la A con l’Ancona ma lì eravamo allo sbando ed è a Vicenza, ecco, che mi sarei anche fermato. Ma con l’arrivo di Gasparin in società sono subiti cominciati degli attriti e ho preferito così ripartire. Peccato che ho fatto una scelta sbagliata, quella di Pescara, con tutti i problemi che ci sono poi stati e tra l’altro è proprio di questi giorni finalmente la risoluzione ▼ Qui a fianco una formazione del Prato 2007/08: in piedi da sinistra, Silva, Reis, Panizzolo, De Agostani, Ghiotti, Bianchi, Basilico, Piovezan. In basso, Ouchene, Moscardi, Fogaroli, Piantoni. della vicenda: potevo farne qualcun altro di anno di B altrimenti”. “Sono tornato in C dopo parecchi anni e tra le altre c’è una differenza che vedi subito. Ricordo che giocavo in C, avevo 18 anni, ce n’erano un altro paio che avevano sui 20 anni mentre tutti gli altri avevano sui 27-28 anni. Adesso invece le cose si sono rovesciate: due-tre anziani col contorno di tanti ragazzini. Normale che la qualità sia diminuita ma insomma è un po’ tutto il calcio è cambiato. E lo si vede come le stesse società adesso si pongono: dicono che col minimo federale garantiscono comunque una vetrina importante e dunque la possibilità per chi ce la fa di farsi strada. Gli obiettivi qui del Prato? Salvarsi e crescere i giovani: mica è la B il nostro traguardo”. “Sì, sono stato uno “serio”, uno che per darti un’idea ha dovuto stare attento anche a quanto olio mettevo sull’insalata, non so se mi spiego. Insomma professionista dalla A alla Z perchè appena abbassavo la guardia scadevo e diventavo mediocre. Sempre sul pezzo, sempre e pur non avendo chissà che doti sono arrivato a fare centinaia di partite in serie B, in ambienti che ti facevano sentire uno vero. Ho fatto tutto con le mie forze e lo dico spesso ai giovani di qui, che si diano una svegliata, che se ce l’ho fatta io anche loro ce la possono fare. Al dopo ci penso e non ci penso, intendo continuare a giocare anche se non so ancora per quanto. Comunque, dopo tutti questi anni passati qui dentro, spero di poter rimanerci in questo ambiente. Allenatore dei ragazzini, allenatore in seconda, non so adesso; qui col Prato c’è stima reciproca e spero che magari nel tempo ci possa essere una qualche possibilità, si vedrà. Di abbandonare questo mondo insomma non se ne parla, no grazie”. 21 ▼ calcio a 5 Rappresentante Aic del Maran Spoleto Marcio Zancanaro: “Uniti si vince” Si è svolta dal 6 all’8 marzo scorso a Porto San Giorgio la nona edizione della Coppa Italia di Serie A2, la terza con la formula della Final Eight. Al termine del girone di andata le prima quattro classificate del girone A e del girone B della Serie A2 si danno battaglia in sede unica per conquistare quello che è considerato il più prestigioso trofeo di categoria. La splendida cornice del Palasavelli ha ospitato per l’occasione la tre giorni di gare che si è conclusa con la finale trasmessa in differita-tv Rai Sport Sat. Quest’anno giocata a Porto San Giorgio, in una splendida finale fra Cagliari e Maran Spoleto, l’ha spuntata la squadra umbra sconfiggendo i sardi per 5 a 2. Rappresentante Aic della Maran Spoleto, neo laureatasi campione d’Italia è Marcio Antonio Zancanaro, nato in Brasile ma ormai da anni in Italia, alla sua prima stagione nella squadra umbra. Per lui non è la prima Final Eight e nemmeno la prima Coppa conquistata… “E’ la terza Final Eight di fila che faccio, con 3 squadre diverse; ho vinto due volte la Coppa e un’altra la ho persa in finale. E’ sempre bello giocare queste manifestazioni, è una competizione molto diversa del campionato, non c’entra la classifica dello stesso campionato, sono partite secche che devi affrontare con la mentalità giusta, altrimenti sei gia fuori gioco”. In campionato la squadra sta andando bene… “E’ la prima stagione a Spoleto, mi hanno accolto molto bene, sia la società, che i miei compagni ed allenatori e pure i nostri tifosi. La società ha allestito una squadra per fare un campionato di alta classifica e credo che fino alla fine proveremo a dare il meglio per arrivare alla vittoria”. Dal Brasile all’Italia via Spagna… “Ho cominciato nella mia città, a Xavantina, un piccolo paese di Santa Catarina nel sud del Brasile a soli 9 anni. Poi a 11 22 anni mi sono trasferito a Concordia dove la squadra era molto più forte e con altre prospettive. In Italia sono arrivato in prova nelle file dell’ Arzignano, sono passato alla Jesina e successivamente a Cesena. Ho giocato un paio di stagioni in Spagna al Fiat Carnicer Torrejon e al Leis Pontevedra, quindi sono tornato a Cesena, poi Marca Tv ed adesso a Maran Spoleto. In Spagna il futsal ha caratteristiche diverse rispetto al nostro Calcio a 5… “Le differenze più significative sono l’organizzazione ed il professionismo: qui in Italia il Calcio a 5 è ancora “dilettante”, ma credo e spero che pian piano, e an- che con l’aiuto dell’Aic, molte cose possano cambiare. Certamente il fatto che l’Associazione Calciatori abbia esteso la propria tutela anche ai dilettanti è una delle migliore cose per la crescita del Calcio a 5, è molto importante avere chi ci rappresenta, chi ci tutela, chi ci informa e consiglia”. Chiusura con un invito ai colleghi… “Mi raccomando: ogni anno dobbiamo essere sempre di più a fare parte di questa Associazione che ci difende e lotta per il meglio di questo sport, dobbiamo aiutarci per crescere insieme, magari un giorno saremo una bella realtà dello sport italiano, magari professionistico”. Final Eight Coppa Italia Tris servito dell’Under 21 Terni Dopo S. Martino di Lupari nel 2006 e Terni nel 2007, il Thyssenkrupp Under 21 continua collezionare coccarde tricolori: i ragazzi di Lamers, superando per 6-3 l’Augusta nella finale del Palarigopiano di Pescara, hanno infatti vinto la terza Coppa Italia di categoria consecutiva, stabilendo un primato difficile da migliorare. Onore comunque all’Augusta di Gomes Vaz arresosi, per il secondo anno di fila, all’ultimo atto di una Final Eight giocata in riva all’Adriatico e al termine di una gara davvero eccezionale per intensità, giocate e goal di primissimo livello. ha scritto per noi di Alessandro Comi Antonino D’Agostino, centrocampista del Treviso Tra i cadetti per… l’operazione rilancio gli in serie A ti castigano immediatamente. Lo descrivono tutti come un tipo tranquillo, il classico “bravo ragazzo”: Antonino D’Agostino, detto Nino dagli amici, è centrocampista di fascia dotato di una buonissima tecnica abbinata a una potenza straripante nel dribbling, a volte ubriacante, caratterizzata da repentini cambi di marcia che sono un vero pericolo per i difensori avversari. Nato a Torino l’8 ottobre 1978, è cresciuto nelle giovanili della grande scuola granata, per poi arrivare nella mitica Pro Vercelli dopo una parentesi nel Lascaris (squadra Torinese). Con le “bianche casacche” ha giocato 4 anni, dal 1998 al 2002, iniziando la gavetta in serie C2; quindi il grande salto col Treviso, due stagioni e un campionato di Serie B vinto, il successivo passaggio all’Atalanta ancora in B, ancora un campionato vinto e successivo passaggio al Cagliari in serie A. Dopo 2 stagioni nella massima serie il ritorno a Treviso… Due stagioni a Cagliari in Serie A ed ora gli ultimi sei mesi in B a Treviso: come mai questa scelta? “Nonostante la positiva esperienza in Sardegna, la mia scelta di finire la stagione a Treviso è dovuta al fatto che purtroppo in Serie A non trovavo molto spazio e con tutti i cambi di allenatore non era il massimo. Ora sono tornato in un ambiente che già conoscevo avendoci giocato in passato, ambiente ottimo per cercare di riscattarmi e rimettermi in gioco. Delusioni o rimpianti calcistici? “No, niente in particolare: non ho rimpianti, mi accontento di quello che ho fatto e ricevuto, penso che tutto si compensi nella vita, l’importante è stare bene con se stessi. Come hai vissuto l'esperienza della serie A? “Sicuramente un’esperienza indimenticabile, penso sia il sogno di tutti, sono riuscito a concretizzarlo e sono molto contento per questo. Un’emozione immensa giocare in certi stadi, con grandi platee e grandi campioni… e poi devi correre e correre perchè appena sba- E invece le soddisfazioni? “Ricordo con molto piacere i 2 campionati vinti, uno col Treviso e uno con l’Atalanta. Ricordo che a Bergamo il trasporto del pubblico nelle partite casalinghe è stato a dir poco travolgente, un’emozione grandissima e indimenticabile! Hai cambiato piazza, ma nel tuo ▼ 24 Qui a fianco, Antonino D’Agostino con la maglia del Treviso. Sopra, con la maglia del Cagliari. futuro c'è sempre la Sardegna… “Esatto. Uno dei miei sogni futuri sarebbe quello di vivere e comprare casa a Cagliari! Alla base della mia scelta oltre, che per la splendida cittadina, c’è il fatto che da quasi 2 anni sono fidanzato con Elisabetta, ragazza cagliaritana conosciuta durante il mio soggiorno calcistico in Sardegna. Speriamo in bene, come si suol dire “se son rose fioriranno…”. amarcord Mi ritorni in mente… Gianluca Berti (Novara) “Quella che ricordo con più piacere è stata la mia partita d’esordio in serie A. A San Siro, contro il Milan, quello “vero” di Gullit, Rijkaard e Van Basten. San Siro esaurito e io l’anno prima avevo giocato nell’Olbia in C2. Che avrei giocato me l’aveva detto in settimana Bagnoli, era Braglia l’altro portiere. Ricordo quando siamo arrivati lì in pullman sul piazzale, prima volta che lo vedevo, così grande e come detto dentro era stracolmo di gente, mamma mia! Nello spogliatoio Bagnoli lì a dirci di fare un po’ come i pugili, ogni tanto un cazzotto bisognava provare di darlo, solo magari facendo gol potevamo sperare di poter restare in partita. Infatti, dopo poco che avevamo cominciato, era una delle prime volte che arrivavamo di là, fece gol Skuhravy e poi cominciò l’assedio. Il primo tiro che mi arrivò lo fece Gullit, una parata normale, ma ricordo ancora che mi passò davanti come un film fin che la palla mi arrivava. Lì è scattato qualcosa, lì ho capito che sarebbe stata dura farmi gol e infatti feci bene, solo all’ultimo, su un contrasto tra Torrente e Rijkaard, era mezzo e mezzo, l’arbitro diede rigore. Lo tirò Van Basten, indovinai an- che l’angolo ma fece gol e finì 1 a 1; in trincea sino alla fine col povero Signorini che in area le prendeva tutte lui di testa. Quella volta fui sorteggiato per il doping e così nemmeno tornai con la squadra, lo feci più tardi con un dirigente. Fu quella poi per me una bella settimana con i tifosi che venivano a farmi i complimenti, non mi conoscevano tanto, prima avevo fatto soltanto amichevoli. Feci in tutto sette presenze, le giocai bene e quell’anno giocai sia il mio primo derby della Lanterna che in Coppa Uefa”. Andrea Tarozzi (Sassuolo) “Ne potrei dire magari di più importanti, che so, l’esordio col Bologna, la volta che abbiamo battuto la Juventus e c’erano quarantamila fiorentini in festa, la stessa vittoria della Coppa Italia ma quella che proprio non dimentico è la partita in cui ho segnato il mio primo e unico gol in serie A. Fiorentina-Lecce e ce ne sono tante di cose lì dentro per me. C’era stata intanto da poche settimane la morte di mio cugino, giocatore di basket della Fortitudo, Ravaglia; c’ero molto legato e me l’ero ripromesso che alla prima occasione gli avrei dedicato qualcosa. In panca per noi c’era Trapattoni, giocavo un po’ più avanti di quel che ho sempre giocato, in effetti qualche mezza occasione l’avevo anche avuta e anche quel giorno col Lecce c’ero arrivato abbastanza vicino. Tanto è vero che 5’ prima che segnassi, era stato proprio il Trap ad esclamare lì in panca che se avessi fatto gol avrebbe smesso di allenare e naturalmente me lo sono venuti subito a dire. Altro aneddoto è quello legato a David Guetta, radiocronista delle partite della Fiorentina, è uno famoso lì a Firenze; ebbene ben prima del mio gol continuava a ripetere “mi sento che oggi Tarozzi segna”, proprio io che non ne avevo mai fatto uno. Quando poi in effetti ho segnato, ha cominciato a fare tutta una serie di ululati incredibili, ce l’ho ancora a casa la cassetta con la registrazione. Feci così il primo gol, poi finì 3 a 0, come si dice sbloccai la partita: calcio d’angolo di Chiesa, io non che andassi spesso su, non è che sia un gigante. Palla respinta che torna lateralmente a Chiesa che la rimette in mezzo. Sono andato in anticipo, anche su Batistuta che poi nello spogliatoio era sì contento per me (specie lui e Rui Costa mi prendevano in giro per quelli che sbagliavo) ma un po’ scherzando mi disse che sperava che non fosse proprio quello che gli avevo portato via il gol che gli poteva far vincere la classifica cannonieri. Pensa le combinazioni: quell’anno invece lui arrivò proprio secondo, staccato di un gol! Dentro l’area piccola e l’ho girata sul palo più lontano. Ho alzato le braccia al cielo, ho subito pensato a mio cugino, gliel’ho dedicato, poi mi sono arrivati addosso i compagni”. 25 internet di Mario Dall’Angelo I link utili Nuovo sito per la Lnd Il sito della Lega Nazionale Dilettanti (www.lnd.it) è stato completamente sottoposto a restyling da quando lo abbiamo trattato in precedenza ed è quindi opportuna una nuova visita. Le novità sono parecchie e la prima che salta all’occhio è l’icona che compare sulla scheda del browser. Da quando, circa un paio d’anni, si è imposta la tecnologia del tabbed browsing, cioè della navigazione a schede (più siti aperti come schede dentro alla stessa finestra), un sistema che permette di spostarsi più rapidamente tra un sito e l’altro cliccando sulle “linguette” delle schede (oppure, su pc con Windows, grazie alla combinazione di tasti ctrl+tab, che fa apparire l'elenco di tutti i siti già contattati), l’interfaccia dei browser si è arricchita delle miniicone che consentono di orientarsi quando si hanno parecchie schede nel navigatore. Il sito della Lnd ha come segno di riconoscimento un pallone classico, bianco e nero; laddove, ad esempio, il sito della Figc ha lo scudetto con le quattro stelle. Il sito si presenta con una classica testata sotto la quale ci sono i collegamenti a tutte le sezioni principali: Istituzione, Comunicazioni, Agonistica, Attività, Servizi , Annuario, Impianti, Agenzia Calcio. Quasi tutti, al passaggio del mouse, aprono un menù a tendina che permette di accedere direttamente a delle sottopagine. Comunicazioni permette di reperire velocemente tutti i comunicati e le circolari della Lega, ma anche le delibere e le ultime iniziative. La voce In Campo porta a una pagina con l’elenco di attività delle rappresentative nazionali dei dilettanti, delle manifestazioni organizzate dalla Lega e altre ancora realizzate dalle società affiliate. L’aggiornamento di questa sezione è ottimale e consente di avere il quadro delle attività LND 26 pressoché in tempo reale. Il collegamento Ambasciatore Azzurro apre in un’altra finestra un vero e proprio sito a sè, dedicato al progetto della Figc rivolto a chi vuole legare l’immagine della Nazionale alla propria attività, oppure cogliere l’opportunità offerta dalla LND, che «mette la sua imponente struttura operativa al servizio della Società Civile per divulgare lo spirito e i valori del calcio nel mondo delle imprese». I link Progetto, Testimoni, Aderire e contatti portano alle pagine che forniscono le informazioni essenziali per capire l’iniziativa. Molto ricca e interessante anche la sezione Fotogallery, suddivisa tematicamente in:Assemblee, Nazionale under 18, Beach soccer, Ali della vittoria, Torneo delle regioni, Coppa Italia dilettanti. Non segnalato, nella quarta sezione è presente anche un video in formato Windows media. La sezione Agonistica porta ai collegamenti alle varie branche di cui si compone la LND e le relative attività: Interregionale, Calcio a 5, Calcio femminile, Beach soccer, Settore giovanile e scolastico, Comitati. Le prime cinque hanno ciascuna un sito autonomo di riferimento: www.interregionale.com, www.divisionecalcioa5.it, www.divisionecalciofemminile.it, www.beachsoccerlnd.com, www.settoregiovanile.figc.it. I comitati e le delegazioni provinciali hanno invece delle pagine sul sito LND, a cui si accede rapidamente da un box posizionato sulla destra. La sezione Servizi consente di accedere all’offerta della Lega alle società e ai tesserati con i seguenti link: Assistenza, Medicina, Fisco, Militare, Carte Federali, Modulistica, Svincolati, Tesseramenti. Di particolare utilità pratica la sezione che permette di scaricare due moduli: polizze assicurative e denuncia sinistro. Come le carte federali, sono in formato pdf, che richiede il programma Adobe Reader installato sul pc (www.adobe.com). La pagina Svincolati non contiene ancora informazioni al momento in cui scriviamo. Anche il rinnovato sito LND permette l’iscrizione a una Newsletter per ricevere comodamente con la posta elettronica le ultime novità. Mancano invece i Newsfeed, che consentono di ricevere con un apposito programma i link alle pagine nuove o aggiornate di un sito. Una novità importante rispetto alla precedente visita è Agenziacalcio, un sito a sè (www.agenziacalcio.it), di cui si legge nel “Chi Siamo”: «portale del calcio dilettantistico voluto per offrire ad appassionati, tesserati e volontari e rispettive famiglie un servizio trascurato da molte testate sportive». Di particolare interesse appare la possibilità data alle società dilettantistiche di inserire organigrammi e altre informazioni - esattamente come avviene per le società pro altrimenti di difficile reperibilità, dal momento che poche hanno le risorse per mantenere un proprio spazio web. Un sito molto interessante dunque, che meriterà una visita a sè. internet di Stefano Fontana Calciatori in rete Galloppa e Pazienza: potere a centrocampo www.danielegalloppa.it Sito ufficiale per Daniele Galloppa, centrocampista in forze al Siena nato il 15 Maggio 1985 a Roma. Daniele ha comin- ciato la carriera calcistica a soli 5 anni, nella squadra del suo quartiere, il Tor dé Cenci. Dopo alcuni provini è stato scelto dalla Roma all’età di 9 anni, dove ha giocato nel settore giovanile per 10 anni seguendo tutta la trafila dagli esordienti alla Primavera. La prima convocazione e panchina in prima squadra con Fabio Capello in Coppa Italia al Meazza (Milan-Roma). La prima chiamata nella Nazionale Under 17 il 5 Maggio 2002 in occasione della partita Italia-Turchia 1-0 a Santa Marinella. La Nazionale è diventata la sua seconda squadra, è stato sempre convocato e ha giocato titolare in tutte le successive nazionali Under 18, Under 19 e Under 20. Ha disputato inoltre un Campionato Europeo Under 19, un Campionato Mondiale Under 20, ha giocato 5 partite nella Nazionale Under 21 ed è stato aggregato come riserva al Campionato Europeo Under 21 disputato in Potogallo nel 2006. Ha militato dal 2004 al 2006 nella Triestina, in Serie B. Nella stagione 2006-2007 in Serie A, prima nell’Ascoli, esordendo il 17 settembre 2006 contro il Messina, e da gennaio 2007 con il Siena, formazione dove milita attualmente. Queste note sulla vita di Daniele sono tratte dalla sezione biografica del sito, sintetica ma esauriente. L’homepage ha una grafica fresca e gradevole, di semplice consultazione. Il menu relativo alle news ha un formato molto originale e accattivante: le notizie sono riportate sotto forma di video, con gli “highlights” delle ultime partite del Siena. Il menu “profilo” contiene invece la canonica scheda tecnica, con tutti i dati su Galloppa e le statistiche. Molto ricca e ben organizzata la foto gallery. Le immagini sono divise per argomento, secondo le varie squadre di Daniele senza omettere qualche scatto “in borghese”. La sezione download contiene diversi sfondi per il desktop pronti da scaricare, mentre il menu “contatti” consente di lasciare un messaggio direttamente al giocatore. In conclusione quello di Galloppa è un buono spazio ufficiale, ben realizzato e “user friendly”. www.michelepazienza.com “Il calcio è sempre stato la mia più grande passione; ho sudato molto più delle proverbiali sette camicie, ho rinunciato a tanti dei frutti che la giovinezza spensierata reca con sé, ho sofferto ma non ho mai mollato, ed oggi colgo il piacere di es- sere amato da una curva che ho nel cuore”. Questa frase, una vera dichiarazione d’amore nei confronti del calcio e del Napoli in particolare, apre il sito ufficiale di Michele Pazienza. Centrocampista nato a San Severo nei pressi di Foggia il 5 Agosto 1982, ha esordito nel 1999 con il Foggia, per poi passare a Udinese e Fiorentina fino ad approdare nel Gennaio 2008 al Napoli. Il sito ufficiale di Pazienza è molto vasto e articolato, ricco di informazioni catalogate con criterio e facili da consultare.Dall’homepage possiamo accedere alle varie pagine del sito: cominciamo da quella relativa alle news. Strutturata sottoforma di blog, ovvero un lungo rullo di articoli con tanto di fotografie, potrebbe reggersi in piedi come sito a sé stante.Veramente un ottimo lavoro. All’interno troviamo notizie ricorrenti come le pagelle del Napoli relative alle ultime partite disputate, oltre ad occasionali approfondimenti dedicati a un giocatore o un allenatore in particolare. Il sito ospita anche un forum, molto vivace e frequentato da tifosi e appassionati. La video gallery contiene vari filmati con protagonista Michele nel corso di alcune conferenze stampa. La sezione “dicono di lui” è uno strumento comune a siti di questo tipo, molto utile per conoscere meglio la persona dietro il calciatore. Non mancano inoltre aggiornamenti continui riguardo alla stagione in corso del Napoli, una pagina di curiosità sui gusti di Pazienza e il menu “Michele risponde”, dove lasciare un messaggio al giocatore sicuri nel giro di qualche giorno di trovare una cortese replica alla missiva inviata. Questo sito, molto vasto, ha ancora molto da offrire: lasciamo a voi il piacere di esplorarlo in ogni sua parte. 27 sfogliando di Nicola Bosio frasi, mezze frasi, motti, credi proclamati come parabole, spesso vere e proprie “poesie” Alle volte il calcio parlato diverte di più d Non credo che ci sia sudditanza psicologica. Gli arbitri sbagliano perché fanno un lavoro difficile. Hanno commesso errori nei confronti di tutti. Carlo Ancelotti (Milan) Qui in Italia mi pare che stiano sbagliando un po’ troppo, gli arbitri. Cicinho (Roma) Non esistono vantaggi precostituiti. Un arbitro può sbagliare come un giocatore può sbagliare uno stop o un gol. Smettiamola con la cultura del sospetto. Roberto Donadoni (C.T. Nazionale) Dopo Calciopoli abbiamo voluto cambiare ed è normale che possano commettere degli errori. E’ bello che comincino ad ammettere degli sbagli. Sarebbe meglio che parlassero sempre. Christian Panucci (Roma) Arbitrare oggi è un compito più difficile perché il gioco è più veloce. Paolo Maldini (Milan) Che un arbitro possa sbagliare è capitato e capiterà sempre. Roberto Mancini (Inter) Nessuno dà una mano agli arbitri. A volte affidare la moviola al quarto uomo sarebbe utile. Valerio Bertotto (Siena) Bisogna dare fiducia agli arbitri che abbiamo in casa. E’ come se ci ritrovassimo con una nazionale che ha cambiato tanti giocatori. Le polemiche c’erano anche quando le partite erano dirette da arbitri esperti. Questi sono giovani e vanno lasciati crescere. Dejan Stankovic (Inter) E poi senza gli errori arbitrali il calcio sarebbe noioso. Mauro Camoranesi (Juventus) Vivo il calcio come divertimento ed intendo continuare così. Alberto Gilardino (Milan) A nessuno piace stare in panchina. Solo che il calcio si gioca in undici e c’è un allenatore che sceglie.Vincenzo Iaquinta (Juventus) A volte mi arrabbia quando non gioco, ma poi mi metto nei panni dell’allenatore e mi immagino quanto sia difficile scegliere tra 30 persone.Alberto Gilardino (Milan) Rispetto alle giovanili o alla Serie C, nel calcio di vertice cambia tutto. Il gioco è più veloce, i calciatori più tecnici, le squadre tatticamente impeccabili. Luca Cigarini (Parma) Qualche fischio non mi ha fatto piacere, ma mi dicono che li prendeva anche Van Basten. San Siro è così: è il suo bello e il suo brutto. Il suo bello è che ti fa diventare uomo, giocatore. Alberto Gilardino (Milan) Fanno piacere i complimenti, ma poi servono soprattutto i punti. Mario Beretta (Siena) Nel calcio se non ci fossero gli errori tutte le partite finirebbero 0-0. Cicinho (Roma) Nel campionato italiano c’è molto equilibrio. Mi pare che il fattore campo sia saltato da un pezzo specialmente in sfide delicate in cui basta davvero un episodio minimo per vincere. Francesco Tavano Roberto Donadoni attaccante del Livorno (C.T. Nazionale) In Italia è così: basta “Pressioni terapeutiche” che sbagli un paio di Sento tanti discorsi sul nostro calcio, partite e diventi un ma credo sia sempre il più bello. In vecchio rinco. GioSpagna, per esempio, ci sono meno vanni Trapattoni (Sapressioni però penso che per sentirsi lisburgo) In Italia si veramente un calciatore le pressioni vive di alibi. Gianluisiano terapeutiche. gi Buffon (Juventus) Non c’è solo la tattica, per insegnare 28 Marco portiere “Itali nieri” Nessun tieri ital rore e panchina ri è div pression za. E poi parità di niero co italiano gli schemi basterebbe mettersi alla lavagna ogni giorno per tre ore. Serse Cosmi (Brescia) Non sono fissato sui moduli, sono più convinto dell’importanza della combattività e della voglia di arrivare primi sul pallone. Angelo Gregucci (Vicenza) Per vincere nel calcio serve sempre la solita voglia ed il solito impegno. Ezio Glerean (Bassano) In ogni partita i punti in palio sono sempre tre, contro ogni avversaria. Claudio Ranieri (Juventus) Il concetto è il seguente: per attaccare bisogna conquistare la palla mentre quando ce l’hanno gli altri, specie nelle ripartente, ci si deve prodigare a difendersi. Renzo Ulivieri (Reggina) Quando costruisci e poi esci dal campo senza nessun punto è giusto che ti interroghi. Silvio Baldini (Catania) Siamo in Serie A e nel calcio italiano quando affronti l’ultima in classifica non la batti 5-0 ma rischi di perdere perché l’equilibrio è enorme. Francesco Guidolin (Palermo) Giocare in sfogliando ù del calcio giocato Italia e in Europa è diverso. Julio Cesar (Inter) Di solito tra colleghi c’è invidia, ma io non ne provo: auguro ogni bene al mio avversario anche se Marco Amelia può andare a portiere del Livorno mio discapito. Molti pensano “Italiani e strache fare un nieri” complimento Nessuno aspetta i porpregiudichi il tieri italiani. Basta un erproprio prestirore e ti cacciano in gio, io no. Gianpanchina. Con gli stranieluigi Buffon ri è diverso: c’è meno (Juventus) Le pressione, c’è più pazienraccomandaza. E poi costano meno: a zioni nel calcio parità di valore uno straesistono, ma niero costa 2 milioni, un hanno le gambe italiano 10. corte, perché è il campo che decide. Christian Panucci (Roma) I talenti ci sono se si è bravi ad andarli a cercare, ma purtroppo adesso danno spazio solo agli stranieri. Francesco Totti (Roma) Il bello non è stato vincere il Mondiale, ma aver portato in piazza gente che fino ad un’ora prima litigava dalla mattina alla sera. Il meglio di Christian Panucci difensore della Roma “Allenatori - educatori” Sono cresciuto in settori giovanili con allenatori duri, che facevano anche scuola di vita attraverso le punizioni. Erano educatori. Adesso fare certe cose non sembra più possibile: spesso è colpa dei genitori che sono la rovina dei figli, ma qualche volta è perché adesso i ragazzi hanno troppo. una vittoria sono gli occhi di chi la festeggia. Gianluigi Buffon (Juventus) I privilegi a noi calciatori fanno comodo. Christian Panucci (Roma) A volte i privilegi possono essere imbarazzanti. Mirko Vucinic (Roma) La partita è lo specchio di ciò che si fa in settimana. Pierluigi Casiraghi (C.T. Under 21) La mia regola d’oro è che la classifica ha sempre ragione. Claudio Ranieri (Juventus) Per me parlano il campo e i risultati. Serse Cosmi (Brescia) Nel calcio, come nella vita, ci sono le parole ed i fatti. Angelo Gregucci (Vicenza) Entrare dalla panchina ed inserirsi a freddo non è facile. Vincenzo Iaquinta (Juventus) Se giochi con il contagocce non è facile dimostrare il proprio valore. Hernan Crespo (Inter) E’ normale che quando uno gioca poco non è contento. Dejan Stankovic (Inter) Concedo una chance a tutti ma chi scende in campo deve essere capace di sfruttarla. Francesco Guidolin (Palermo) Un giocatore vuole essere protagonista la domenica. Jonathan Zebina (Juventus) Quando gioco scatta l’adrenalina. Giorgio Chiellini (Juventus) Se si vuole arrivare primi o secondi certe partite bisogna vincerle. Mauro Camoranesi (Juventus) Se dicessi quello che cambierei nel calcio mi darebbero l’ergastolo. Francesco Totti (Roma) Per me il gol non è un problema. Antonio Di Natale (Udinese) Il gol non è poi così importante per un attaccante. Antonio Cassano (Sampdoria) Vincere è sempre difficile, ecco perché mi sono goduto ogni successo. Paolo Maldini (Milan) Partite facili non esistono, i nomi contano fino ad un certo punto. Claudio Ranieri (Juventus) Ognuno vede la partita a modo suo. Wa l t e r Mazzarri (Sampdoria) Il calcio è bello perché è vario. Gian Piero Gasperini (Genoa) Lascio in eredità il rispetto assoluto per lo sport e per gli avversari. Paolo Maldini (Milan) A volte forse ba- Marco Cassetti centrocampista della Roma “Lasciamoli sbagliare” Io in campo vedo arbitri giovani: noi calciatori cominciamo a giocare a 8 anni, loro ad arbitrare a 16-17. E fanno sul serio soprattutto in A e B. Questi giovani hanno bisogno di sbagliare, ma ci sono telecamere dappertutto e forse beccarli è davvero troppo facile. sterebbe essere banale per risultare simpatico. Roberto Mancini (Inter) Parlare di successo, vincere prima del tempo, non porta bene nel calcio. Walter Mazzarri (Sampdoria) Il mio segreto è la passione per il calcio, quella che mi spinge ad allenarmi, a non mollare, a crederci sempre. Poi le vittorie importanti alimentano l’entusiasmo. Alessandro Del Piero (Juventus) Quella a centrocampo è la mia vita: gli avversari lì ti attaccano da tutte le parti. In difesa li vedi arrivare e ti regoli. Esteban Cambiasso (Inter) 29 tempo libero musica Libreria Team Press Edizioni Almanacco Calcio Marche 2008 di Carlo Alberto Bellagamba - € 15,00 Si rinnova l’appuntamento con l’Almanacco del calcio marchigiano. Unico nel suo genere, per la sua complessità, in tutto il panorama editoriale regionale: numeri, dati, notizie, curiosità, statistiche ed immagini. Tutto in modo ordinato e graficamente gradevole e che consente al lettore di avere un quadro più che esauriente del “pianeta” calcio della regione Marche. L’Almanacco cerca di riassumere, quanto più possibile, la realtà regionale nella sua globalità. Comprende le società militanti nei campionati professionistici e le squadre partecipanti al campionato Nazionale Dilettanti. A seguire, tutte le società dilettantistiche: dall’Eccellenza fino alla terza categoria, il Calcio a 5 ed il Calcio Femminile. Oltre 9000 tesserati passati ai raggi x attraverso i quadri dirigenziali e tecnici, gli organici e le rose di tutte le squadre. Le schede personali con le carriere degli allenatori, dei giocatori professionisti e dilettanti fino alla prima categoria. Senza dimenticare la categoria arbitrale. Il volume si trova in tutte le edicole della regione e nelle migliori librerie. Lo si può ordinare anche on line tramite il sito www.calciomarche.it, oppure direttamente versando la somma sul c.c.postale 10843605 intestato a:Team Press - 60019 Senigallia (An) - Via Trieste, 69.Tel./Fax 071.7931206 E-mail: [email protected]. Edizioni e/o Centro permanenza temporanea vista stadio di Daniele Scaglione – 156 pagine - € 12,50 Due iraniane dirette a Lione, la giovane Sharmin e sua madre, finiscono in un Centro di permanenza temporanea (Cpt) nei pressi di Torino. Devono così fare i conti con il bizzarro trattamento che l’Italia riserva ai “clandestini”. Ma per Sharmin, fanatica di calcio come lo sono moltissime ragazze iraniane, questa situazione costituisce l’opportunità per conoscere il paese dei Campioni del Mondo, delle superstelle come Totti, e la storia del Toro. Si troverà così immersa in un’avventura in cui si mescolano passione per il calcio, razzismo, crudeltà della burocrazia e solidarietà femminile. SpS Edizioni Benedette provinciali di Stefano Pellei – 216 pagine - € 10,00 Il romanzo narra le vicende sportive di sedici società che hanno saputo regalarsi stagioni invidiabili nel campionato italiano di calcio insidiando persino, in talune circostanze, il potere metropolitano nella massima divisione calcistica nazionale. Il Cesena 1975-‘76 di Mario Frustalupi, il “Real Vicenza” 1977-‘78 di Gibì Fabbri e Paolo Rossi, il Perugia 1978-‘79 di Ilario Castagner che riuscì a chiudere il campionato senza subire sconfitte, l’Udinese 1983-‘84 di Zico, e poi il Pescara di Leo Junior, il Foggia di Zeman, l’Atalanta di Evair e Stromberg, sino al Brescia di Roberto Baggio ed al Chievoverona di Luigi Del Neri. Uno dei sedici capitoli è dedicato all’Ascoli 1979-‘80 di Gibì Fabbri con Adelio Moro in cattedra e la scoperta del contropiede complesso. 30 Elio e le Storie Tese Studentessi Veri trionfatori del 58° Festival di Sanremo (il loro “Dopofestival” resterà nella storia) Elio e le Storie Tese tornano con un nuovo album,“Studentessi”, dopo quasi 5 anni durante i quali, in realtà, non sono mai usciti di scena ma hanno continuato a produrre album live, singoli e collaborazioni di vario genere. In “Studentessi” (termine usato da Ilona Staller e ripreso per il titolo) il gruppo milanese dà sfoggio di tutte le proprie capacità artistiche, peraltro messe ben in mostra a Sanremo: la definizione di “gruppo demenziale” comincia a stare stretta a Elio e soci che sono in realtà (ma i loro fans certamente non lo scoprono adesso) bravissimi musicisti. Che poi nei loro testi ci sia molta ironia e, qua e là, qualche parolaccia, non cambia: Rocco Tanica (tastiera), Faso (basso), Cesareo (chitarra), Christian Mayer (batteria) e Elio (voce e flauto) sono da anni una delle migliori realtà della musica di casa nostra ai quali, forse con colpevole ritardo, si riconoscono solo adesso i giusti meriti. Come nella tradizione, anche in questo album spiccano le collaborazioni: Antonella Ruggero, Irene Grandi, Giorgia, Claudio Baglioni, Demo Morselli, Paola Cortellesi. Maurizio Crozza, Claudio Bisio, Guido Meda e un “cameo” di Carla Fracci. In chiusura anche un brano cantato da Feiez, membro del gruppo scomparso qualche anno fa ma sempre ricordato con molto affetto. Scopri in edicola l’Album Calciatori Panini, con i Campionati dalla serie A alla D, il Calcio Femminile e tante sorprese in più: le Figurine del Pallone Ufficiale della Lega Calcio il grande concorso Top Team Panini per vincere fantastici premi le Figurine del Calcio Spettacolo