Enigma di Monte Giove

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Enigma di Monte Giove
L'ENIGMA DI MONTE GIOVE
Un sito sacro fortificato e un osservatorio astronomico protostorico nell¡¦area
del Verbano-Cusio-Ossola?
di Adriano Gaspani
I.N.A.F - Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Brera Milano [email protected]
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Il sito
L’altura denominata “Monte Giove” oppure “Monte Gioco” o anche “Monte Giogo” sovrasta la
località di Quarna di Sopra, posta poco distante dal Lago d’Orta, detto anche “Cusio”. Il Monte
Giove è un’altura di 945 metri di quota ortometrica, costituita da depositi morenico-glaciali e di
forma tronco-conica che domina il paese di Quarna di Sopra. La sommità dell’altura presenta un
pianoro erboso di forma circolare di 15 metri di diametro e tutt’attorno un fossato scavato nel
terreno e largo 7,5 metri e profondo dai 2 ai 3 metri circa, circondato da un vallo il quale porta
complessivamente a 30 metri il diametro della sommità della collina, artificialmente spianata,
probabilmente in epoca antica. Nel dialetto locale, l’altura è denominata “Mongiou(v)” oppure
“Mungio(g)” o anche “Mun(t)jou” le quali sono varianti di un toponimo del dialetto locale che solo
con una certa difficoltà possono essere tradotte in lingua italiana e che producono i corrispondenti
toponimi: Monte Giove oppure Monte Gioco o anche Monte Giogo. Quello che non è chiaro non è
solo quale sia l’origine del nome, ma anche per quale motivo la collina sia stata tagliata alla sua
sommità per ricavarne un’area piana e per quale ragione delimitarla da un fossato e da un vallo
circolare in terra e ultimo, ma non ultimo, quale sia stata la funzione e la destinazione di un luogo
così particolare. Il sottosuolo non è stato ancora sondato alla ricerca di reperti archeologici, ma
camminando nel vallo si può rilevare l’esistenza di pietrame di piccole e medie dimensioni che
affiora dal sottosuolo del pianoro; questo fa sospettare, l’esistenza al disotto dello strato, di una
pavimentazione oppure dei resti di una possibile cinta muraria esitente in epoca antica. Nei territori
posti intorno al Cusio (Lago d’Orta) sono documentati frequenti ritrovamenti archeologici
collocabili cronologicamente al periodo protostorico alpino e subalpino. Nella località S. Bernardo
presso Cireggio, sono stati rinvenuti frammenti fittili e litici collocabili cronologicamente alla tarda
età del Bronzo e alla successiva età del Ferro. Sul Monte Zuoli, a ridosso di Omegna, sopra la strada
per Brolo, è stato individuato un probabile luogo di culto preistorico di cui rimane una pietra altare
ed un possibile scivolo rituale.
Il Monte Giove visti da Quarna di Sopra
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Un luogo sacro fortificato?
Se è valida l’ipotesi che il toponimo “Quarna” possa derivare dal celtico “Karn”, allora Monte
Giove, potrebbe essere stato un antico luogo di culto e questo potrebbe essere supportato dal fatto
che gli storici romani testimoniano che i le tribù celtiche non usavano praticare i loro culti entro
templi o santuari costruiti, nel senso classico del termine, in pietra o mattoni, ma utilizzavano luoghi
consacrati molto semplici: uno spazio delimitato da una palizzata o da una siepe o da un fossato,
oppure semplicemente da un boschetto di alberi sacri, un singolo albero sacro, una radura o niente
più che un palo, un pilastro, una pietra. Anche taluni boschi o particolari colline erano considerate
sacre e vi svolgeva il culto. Durante l’impero romano all’epoca in cui era imperatore Costantino
tutti i luoghi in cui veniva svolto il culto pagano vennero consacrati al Culto Cristiano, secondo
quanto prescritto dall’Editto di Milano (313 d. C.). Durante il periodo che si stese tra il 331-363 d.
C., fu imperatore Giuliano I l’Apostata, nipote di Costantino. Egli, per restaurare il paganesimo
ormai poco seguito, ordinò che su tutti i principali gioghi alpini e sui monti prospicienti gli
insediamenti, fossero poste delle statue di Giove. In questi luoghi erano anche svolte cerimonie di
culto in onore della principale divinità pagana accompagnate anche da sacrifici, i quali erano parte
integrante dei riti pagani (Giove Omnis mons, Jovis mons dicitur, quoniam fuit mos antiquorum ut
supremo Deorum in supremo loco sacrifiarent).
Il Monte Giove in un’immagine da satellite ripresa il 15 Giugno 2004
(ottenuta daGoogle Earth TM)
Probabilmente questo potrebbe essere avvenuto anche nel caso dell’altura prospiciente
l’insediamento di Quarna che prese da allora il nome di Monte Giove in quanto sulla sua area
sommitale potrebbe essere stata posta una statua di Giove o qualcosa del genere. Successivamente,
in seguito alla riconsacrazione cristiana, sulla sommità dell’altura fu posta una croce cristiana, più o
meno rinnovata durante i secoli, fino alla sistemazione nel 1922 di un piccolo altare in cemento e
croce in ferro battuto. La valenza di luogo sacro è rimasta viva nella popolazione del luogo che fino
a pochi anni orsono eseguiva, a scadenze annuali, pubbliche rogazioni nei tre giorni precedenti la
festa dell’Ascensione.
Sezione del sito posto sulla sommità della collina, come si presenta attualmente. La parte centrale di forma
circolare con un raggio di 7,5 metri è spianata ed ospita in corrispondenza del suo centro geometrico un altare
cristiano di epoca recente. Tale piattaforma è delimitata tutto intorno a se da un fossato di circa 11 metri di
raggio e da un terrapieno esterno, entrambi di forma perfettamente circolare, il cui raggio è pari a 15 metri,
all’esterno del quale si rileva la traccia di un altro fossato circolare ormai deteriorato.
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Un luogo fortificato?
Un possibile utilizzo del sito di Monte Giove potrebbe essere stato quello di luogo fortificato. Sia la
struttura circolare circondata da un vallo e da un terrapieno, sia l’ubicazione topografica si adattano
bene a questa funzione. In particolare si rilevano marcate similitudini tra questo luogo e alcuni
castellieri camuni presenti in Valcamonica (in provincia di Brescia) ed attivi durante l’età del
Bronzo e l’età del Ferro cioè il periodo di influenza celtica sulla cultura camuna. In particolare si
nota una quasi identità tra la struttura di Monte Giove e quella del castelliere di Dos della Regina
posto su un’altura che sovrasta Pisogne, una località ubicata sul lato bresciano della sponda
settentrionale del Sebino (Lago d’Iseo). Tornando al Monte Giove, è possibile rilevare l’esistenza,
nel territorio di Quarna di Sopra, di due interessanti toponimi: Monte Castellaccio, 900 metri di
altitudine, posto a Nord-Est dell’abitato di Quarna Sopra, e la località Castellaro posta a sud di
Quarna Sotto. Entrambi i toponimi suggeriscono la possibile esistenza di antiche 5 luoghi fortificati
nella zona. La grande similitudine tra il Monte Giove e il Dos della Regina e con altri siti simili e
coevi distribuiti in ambiente alpino e subalpino potrebbe anche corrispondere all’applicazione di
criteri costruttivi comuni, che facevano parte del patrimonio culturale delle popolazioni
protostoriche alpine e subalpine, di conseguenza la collocazione cronologica dello spianamento
della cima del Monte Giove potrebbe essere ipotizzata con buona probabilità alla seconda metà del I
millennio a.C. Ovviamente, mancando completamente i riscontri archeologici locali è possibile
solamente rimanere allo stadio di ragionevole ipotesi.
Rilievi GPS sulla sommità del Monte Giove il 1 Novembre 2000
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I rilievi archeoastronomici
Il giorno 1 Novembre 2000 è stato eseguito un sopralluogo durante il quale sono stati eseguiti, da
parte di chi scrive, alcuni rilievi, mediante tecniche satellitari GPS accoppiate al rilievo topografico
tradizionale, eseguiti con l'obbiettivo di ottenere la georeferenziazione del manufatto e tutte le
misure utili ai fini dello studio archeoastronomico del sito. Le coordinate geografiche del luogo
riferite all'ellissoide geocentrico WGS84, sono:
latitudine : 45° 52',419 N
longitudine: 08° 22',218 E
quota : 943,6 metri
riferite ad un punto di stazione posto a 4,92 metri di distanza dalla colonna dell'altare cristiano
attualmente presente nel sito, nella direzione di azimut astronomico pari a 86°,5, in cui è stata posta
l'antenna del ricevitore GPS. L’accuratezza del posizionamento è stata pari a 6,7 centimetri. Oltre al
posizionamento del sito è stata materializzata una base GPS lunga 5259 metri orientata a 107°,6 di
azimut astronomico (rispetto al meridiano astronomico locale) a cui riferire tutti gli angoli
orizzontali misurati nel sito per trasformarli nei corrispondenti azimut astronomici. E’ stato quindi
possibile ottenere un’accurata mappatura del sito posto sulla sommità del Monte Giove.
Ricostruzione molto schematica della possibile morfologia del sito sacro fortificato posto sulla sommità del
Monte Giove
La parte centrale del manufatto di forma circolare con un raggio di 7,5 metri, è spianata ed ospita in
corrispondenza del suo centro geometrico un altare cristiano di epoca recente. Tale piattaforma è
delimitata tutto intorno da un fossato di circa 11 metri di raggio medio e da un terrapieno esterno,
entrambi di forma accuratamente circolare, il cui raggio è mediamente pari a 15 metri, all’esterno
del quale si rileva la traccia di un altro fossato circolare più ampio, ma ormai deteriorato.
Inquadramento dei rilievi GPS eseguiti il 1 Novembre 2000 entro il foglio di mappa del
Comune di Quarna di Sopra
Una delle cose che emergono esaminando la struttura circolare uni vallata del Monte Giove è la
morfologia della sezione longitudinale del fossato e del terrapieno che rimanda ad una situazione
molto simile ai rath tipici dell’ambiente protostorico irlandese più che di quello celtico continentale
europeo. Si nota, infatti, che anche nel caso del sito in esame la presenza del fossato interno al
terrapieno che circonda la piattaforma centrale al posto del più funzionale schema difensivo
composto da un fossato esterno e da un terrapieno posto internamente rispetto ad esso e su cui
poteva essere eretta una palizzata di tronchi. Eseguendo un parallelismo con i rath protostorici
irlandesi siamo in grado di interpretare simbolicamente questo schema come la delimitazione rituale
di un luogo sacro e non la protezione di un sito fortificato. Analogamente al caso irlandese,
l’obbiettivo del terrapieno e del fossato dovevano essere quella di difendere l’esterno dalle forze di
origine divina che si manifestavano all’interno della struttura sacra in seguito ai riti eseguiti dai
druidi.
Schema rituale e difensivo della disposizione del fossato e del terrapieno nei rath dell’Irlanda protostorica. Anche il manufatto circolare ubicato sulla sommità del Monte Giove mostra una situazione
di questo tipo in particolare la disposizione del fossato e del terrapieno che circondano tutta la
struttura sembrano rimandare ad uno schema di delimitazione simbolica di un sito sacro più che ad
uno schema difensivo che peraltro non avrebbe molto senso dal punto di vista bellico considerata la
ridotta estensione territoriale del manufatto.
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Un possibile antico osservatorio astronomico?
Nel sito non esistono monoliti o altri marcatori che possano materializzare allineamenti e particolari
direzioni, per cui lo studio archeoastronomico del 9 manufatto è risultato piuttosto complesso.
Durante il sopralluogo effettuato nel Novembre 2000 è apparso con molta chiarezza che il Monte
Giove è posto in un luogo tale da agevolare l’osservazione del cielo e dei suoi fenomeni in maniera
considerevole. Attualmente, in quel luogo, esistono molti alberi, ma quando in epoca antica, la cima
del monte fu spianata, gli eventuali alberi, allora presenti, furono ovviamente rimossi, consentendo
una visione dell’orizzonte naturale locale pressoché completa su tutta la circonferenza apparente
limitata solamente dall’orizzonte naturale locale materializzato del profilo delle montagne di
sfondo.
Ricostruzione prospettica dell¡¦orizzonte naturale locale nella direzione della levata del Sole al solstizio d¡¦estate
ottenuta con Google Earth TM.
Lo studio archeoastronomico dei siti archeologici ha mostrato in maniera molto frequente l¡¦utilizzo
di alcuni particolari orografici posti sull¡¦orizzonte naturale locale quali punti di mira dietro i quali
erano visti sorgere gli astri che dovevano essere tenuti d¡¦occhio. Quando questo avviene, nel sito
non si rilevano particolari dispositivi di traguardo, se mai veniva stabilito molto accuratamente il
cosiddetto ¡§punto di stazione¡¨ cioè il punto dove si posizionava colui che eseguiva le osservazioni
astronomiche. Anche nel caso del Monte Giove avviene questo e il punto di stazione più probabile
sembra essere il centro della piattaforma circolare. A questo punto l’unica soluzione è quella di
ricostruire le condizioni di visibilità dei principali oggetti celesti osservabili ad occhio nudo dal
Monte Giove durante l’età del Ferro a cui con grande probabilità si sito può essere
cronologicamente collocato. Questo può essere fatto utilizzando sia le misure topografiche eseguite
da chi scrive nel Novembre 2000, sia i dati DEM (Digital Elevation Model) ottenuti dalla Shuttle
Radar Topographic Mission (SRTM) (1) i quali forniscono le quote altimetriche praticamente di
tutta la superficie del pianeta ad intervalli di campionamento pari a 90 metri sul territorio padano
con una precisione di 2,1 metri sulla quota di ciascun punto rispetto all’ellissoide WGS84. Con
questi dati è stato possibile ricostruire molto accuratamente il profilo dell’orizzonte naturale locale
tutto intorno al Monte Giove e stabilire i punti di sorgere e di tramontare degli astri come erano
visibili dal sito fortificato durante la seconda metà del I millennio a.C. Descriveremo ora i risultati
ottenuti. Innanzitutto prenderemo in considerazione il Sole poi sarà la volta della Luna ed infine ci
dedicheremo alle stelle. Durante l’età del Ferro, dal pianoro posto sulla sommità del Monte Giove,
era possibile osservare la levata del Sole al solstizio d’estate, dietro il Costone dell’Agnella (980 mt.
s.l.m.) in direzione del Mottarone, verso Stresa, fenomeno che avveniva durante il I millennio a.C. il
29 Giugno del calendario giuliano. Per quanto riguarda la Luna, durante l’età del Ferro era possibile
osservare il sorgere dell’astro, una volta ogni 18,61 anni, quando era al lunistizio intermedio
superiore e la sua declinazione era D=(+e-i), esattamente dietro il Monte Castellaccio, elevato 900
metri sul livello del mare. Un’altra interessante linea lunare riguardava il tramonto dell’astro, una
volta ogni 18,61 anni solari tropici, esattamente dietro la cima del Monte Mazzocone, elevato 1424
metri sul livello medio del mare, al lunistizio estremo superiore, quando la sua declinazione era la
massima possibile cioè: D=(+e+i). Per quanto riguarda le stelle, la situazione durante l’età del Ferro
è ancora più interessante in quanto erano visibili molti fenomeni di particolare importanza: eccone
alcuni. Iniziamo dalla levata e dal tramonto di Caph, una stella di seconda grandezza posta nella
costellazione di Cassiopeia, la quale era vista sorgere dietro la cima del monte Zuccaro, elevato
1338 mt. sul livello del mare, mentre il tramonto avveniva, invece, dietro la cima del Poggio
Buzzone (1151 metri di quota), in direzione di Ornavasso, dove peraltro esistono rilevanti
ritrovamenti archeologici tipici delle comunità le pontiche locali. Nuovamente dietro il costone
dell’Agnella tramontavano le stelle Regulus (mv=1,34) nella costellazione del Leone e
Vindemiatrix (mv=2,95) nella costellazione della Vergine. Dietro la cima del Monte Castellaccio,
era visibile la levata delle Pleiadi e della stella Scheat (mv=2,61) nella costellazione di Pegaso.
Sempre a livello del monte Castellaccio potevano essere osservate la levata eliaca di Regolo, nel
Leone, nella prima decade di Agosto, periodo di celebrazione della festa celtica di Lug, e la levata
eliaca di Scheat, nella terza decade di Gennaio, vicino alla data di celebrazione della festa celtica di
Imbolc. Lungo la direzione verso cui era visibile la cima del monte Mozzarone (1146 mt. di quota)
poteva essere osservata la levata delle stelle Rigel (mv=0,34) e Saiph (mv=2,20) entrambe facenti
parte della costellazione di Orione, esattamente dietro la sommità della montagna. Oltre al sorgere
della costellazione di Orione dietro il Mozzarone era visibile anche la levata della costellazione
dello Scorpione. Nella direzione della cima del monte Mazzone (1234 mt di quota) era visibile il
tramonto della costellazioni dello Scorpione e del Centauro. Nella direzione del monte Congiura,
alto 1381 metri, poteva essere osservato il tramonto della stelle di prima grandezza Procione
(mv=0,48), nella costellazione del cane Minore, e Aldebaran (mv=1,06) nel Toro, poi la stella di
seconda magnitudine Hamal nell’Ariete e il piccolo asterismo delle Pleiadi, nuovamente nella
costellazione del Toro. Dietro la cima del monte Mazzocone, poteva essere osservato il tramonto
della stella di prima grandezza Arcturus (mv=0,24) nella costellazione di Boote e la costellazione di
Gemelli con le sue due stelle più luminose: Castore (mv=1,99) e Polluce (mv=1,21). Alla luce della
visibilità di questi fenomeni è ragionevolmente possibile ipotizzare che dalla cima del Monte Giove
possano essere state compiute osservazioni astronomiche sia del Sole che della Luna che delle
stelle, con finalità di tipo agricolo e calendariale, ma più probabilmente rituale, in connessione con
il culto pagano diffuso in quall’erea durante l’età del Ferro e quindi che questo luogo fosse di
grande importanza per le comunità stanziate nel territori distribuito intorno all’attuale abitato di
Quarna.
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La visibilità delle stelle durante l’anno
Durante il periodo in cui sito posto sulla sommità del il Monte Giove, fu presumibilmente utilizzato
per l’osservazione astronomica, la levata eliaca di Antares avveniva a metà del mese di Novembre,
mentre Rigel appariva per la prima volta nelle luci dell’alba durante la prima decade di Luglio. La
levata eliaca di Sirio avveniva nella seconda decade di Luglio, mentre Regolo diveniva visibile
intorno ai primi giorni di Agosto. La stella Aldebaran levava eliacalmente intorno all’inizio di
Giugno, mentre Procione, nel Cane Minore,andava in levata eliaca a metà Luglio, poco dopo Rigel,
ma poco prima di Sirio. La stella Hamal poteva essere osservata per la prima volta durante l’anno,
intorno alla metà di Aprile, mentre Spica era in levata eliaca quasi alla fine di Settembre, in
prossimità dell’equinozio di autunno, di cui rappresentava un buon indicatore stellare. Betelgeuse
era in levata eliaca negli ultimi giorni di Giugno, tutto sommato non molto distante dal solstizio
estivo, mentre Vega levava eliacalmente verso la fine di Ottobre. La stella Deneb era visibile per la
prima volta nella seconda decade di Novembre, mentre le Pleiadi erano in levata eliaca nei primi
giorni di Giugno. La stella Arcturus era visibile, per la prima volta durante l’anno, durante la prima
decade di Settembre, mentre Altair, andava in levata eliaca nella prima decade del mese di
Dicembre. La stella Markab era in levata eliaca intorno nella prima decade di Febbraio, mentre
Capella, levava eliacalmente verso la fine di Marzo costituendo un buon indicatore equinoziale al
pari di Spica, ma in questo caso di tipo primaverile. La levata eliaca di questa stella, però, pur
essendo stata molto importante per quanto riguarda l’Astronomia dei Celti d’oltralpe non sembra
essere stata tenuta molto in considerazione dalle popolazioni celtiche cisalpine.; ciononostante sono
stati rilevati alcuni allineamenti diretti verso il punto di levata ordinario della stella. L’osservazione
della sequenza delle levate eliache visibili in un determinato luogo, avrebbe potuto permettere
agevolmente la delimitazione di una serie di date ben precise durante l’anno. Praticamente tutti gli
antichi popoli, di cui disponiamo di documentazione scritta relativamente ai loro usi e costumi,
utilizzarono questo metodo per definire con ragionevole accuratezza le date fondamentali utili alla
pianificazione agricola e per la navigazione, basti ricordare il greco Esiodo e la sua opera “Le Opere
e i Giorni”.

Conclusione
In questo lavoro si è cercato di fare il punto della situazione relativa al sito circolare posto sulla
sommità del Monte Giove presso Quarna di Sopra (VCO). I rilievo archeoastronomici risalgono
all’anno 2000, ma la pubblicazione dei risultati ha atteso 10 anni nella speranza che nel frattempo
venissero eseguiti gli scavi archeologici atti a delineare meglio una situazione interpretativa
decisamente molto intricata proprio per la carenza del dato archeologico di supporto. Fino ad ora
l’indagine archeologica non c’è stata, o per lo meno non si ha alcuna notizia degli eventuali risultati
di essa, per cui il 13 sito in oggetto, pur apparendo chiaramente come un luogo fortificato
protostorico, risulta essere caratterizzato da una superficie decisamente ridotta per ospitare e
proteggere una comunità, seppur piccola. L’ipotesi interpretativa quindi che sembra essere quella di
maggior rilievo, considera il manufatto circolare come un luogo sacro in cui oltre
all’amministrazione del culto venivano eseguite anche le osservazioni astronomiche finalizzate alla
ritualità, alla misura del tempo ed alla gestione del calendario agricolo e pastorale. Da questo punto
di vista la posizione geografica del sito è molto favorevole in quanto il profilo dell’orizzonte
naturale locale apparente offre svariati punti di collimazione (foresights) posizionati in maniera
molto favorevole rispetto ai punti di levata e di tramonto degli astri maggiormente importanti per la
cultura celtica cisalpina durante la seconda metà del I millennio a.C.
Bibliografia:
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S. Cernuti, A. Gaspani, 1997, "Les Connaissances Astronomiques des Ancien Celtes", CR de
la Conference AEC du 27 Mai 1997 a l'Haute Ecole del Etudes Celtiques a La Sorbonne, 2eme partie, Amis des Etudes Celtiques, Bull. No.17 octobre/novembre 1997.
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A. Gaspani, 1997, "Sulla Reale Significatività degli Allineamenti Ritenuti
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Gaspani, 2001, "L'Astronomia dei Celti", in "I CELTI", Atti del Convegno, Pisogne,
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A. Gaspani, 2001, "LA CIVILTÀ DEI CAMUNI, Sole Luna e Stelle nella Antica
Valcamonica", Keltia Ed. Aosta.
Note:
1)- 1 I dati altimetrici relativi alla SRTM sono liberamente scaricabili in forma numerica, per gli
intervalli di latitudine e longitudine geografica richiesti, dal sito
internet:http://srtm.csi.cgiar.org/SELECTION/inputCoord.asp
(autore:Adriano Gaspani)
Sezioni correlate in questo sito:

Archeoastronomia
www.duepassinelmistero.com
Avvertenze/Disclaimer
Agosto 2011