Erchomai, ha detto Sebastian. Sto arrivando. E ancora una volta sul

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Erchomai, ha detto Sebastian. Sto arrivando. E ancora una volta sul
Erchomai, ha detto Sebastian. Sto arrivando. E ancora una volta
sul mondo degli Shadowhunters cala l'oscurità. Mentre tutto
intorno a loro cade a pezzi, Clary, Jace e Simon devono unirsi con
tutti quelli che stanno dalla stessa parte, per combattere il più
grande pericolo che la società dei Nephilim abbia mai affrontato:
Sebastian, il fratello di Clary. Il traditore, colui che ha scelto il
male. Nulla, in questo mondo, può sconfiggerlo, e i tre, uniti da
un legame profondo e indissolubile, sono costretti a cercare un
altro mondo dove l'estremo scontro abbia una speranza di
vittoria. Il mondo dei demoni. Ma il prezzo da pagare sarà
altissimo. Molte vite saranno perdute per sempre, e l'amore sarà
sacrificato per un bene più grande: scongiurare la distruzione
definitiva di un mondo che non sarà mai più lo stesso. Perché la
fine degli Shadowhunters è anche il loro inizio.
Venezia, 1509: Zorzo Cigna, detto Giorgione, trascorre il suo
tempo creando quadri e affreschi in preda a un'euforia causata
dalla dipendenza dall'oppio. Nutre un amore segreto per Cecilia,
la tenutaria del più apprezzato bordello veneziano, che incontra
di notte in gran segreto. Durante il Carnevale, viene svegliato in
piena notte da una triste notizia: il suo amico fra' Placidio è
rimasto vittima delle fiamme che hanno colpito l'ospeal del
bersaglio vicino alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Accorre sul
luogo dell'incendio e qualcosa non gli torna; potrebbe trattarsi di
un atto doloso e fra' Placidio potrebbe essere stato
deliberatamente ucciso. E un uomo lì presente, che sembra
guardarlo con interesse, non promette nulla di buono... Zorzo
Cigna comincia a indagare e quando una serie di incendi colpisce
la città e lui stesso si trova minacciato, capirà che la verità
potrebbe cambiare per sempre il destino della Serenissima. Una
Venezia rinascimentale inedita, violenta e segreta, fa da sfondo a
una vicenda dai risvolti cupi, dove nulla e nessuno è mai come
appare.
Fonte: www.ibs.it
La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell'immondizia in un
parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza
giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno,
l'immaginaria Pineta, "diventata località balneare di moda a tutti
gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo
le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l'architettura del
paese: dove c'era il bar con le bocce hanno messo un discopub
all'aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è
materializzata una palestra da body-building all'aperto, e non si
trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto". L'omicidio
ha l'ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a
causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata
figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della
ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor
di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a
chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il
gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è
quest'ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da
apparato all'indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano,
passandola a un comico setaccio di irriverenze.
Ritorna, con la seconda avventura, la squadra di investigatori del BarLume di Pineta, detto anche "l'asilo
senile". A parte il barista Massimo e la sua banconista, la bella e comprensiva Tiziana, il più giovane del
gruppo è Aldo, ultrasettantenne gestore dell'osteria Boccaccio.
Seguono Nonno Ampelio, Pilade, il Del Tacca del Comune, il
Rimediotti. La loro attività, unica, più che principale, si svolge nel
presidiare il BarLume e, dietro il paravento della partita a carte,
passare al setaccio tutti gli avvenimenti di Pineta, in un pettegolezzo
toscano senza eufemismi e senza ritrosie. Qualche volta resta nelle
maglie fitte della rete, un fatto criminale. In realtà è Massimo,
pronto all'intuizione ma svogliato all'azione, che è spinto a
investigare, richiesto casualmente dal commissario Fusco. I
vecchietti fanno da polo dialettico in un contraddire minuzioso che
però facilita la sintesi: corale ambientazione umana, provinciale e
antiglobalizzata (lenta, senza preoccupazione di efficienza mezzofine). Nel gioco delle tre carte un esercizio di abilità e di elusione
fornisce lo schema per risolvere un enigma criminoso consistente nel
nascondere ostentando. Nel corso di un congresso, viene ucciso un
professore giapponese. La chiave del mistero è in un computer che
in apparenza non contiene niente di significativo.
Fonte: www.ibs.it
Lidio Cerevelli è figlio unico di madre vedova. Un bravo
ragazzo, finché alla festa organizzata al Circolo della Vela non
arriva Helga: bella, disinibita e abbastanza ubriaca. Lirica, la
severa madre di Lidio, abile e ricca imprenditrice dell'edilizia,
ha vedute molto diverse. Suo figlio deve trovare una moglie
"made in Italy", una ragazza come si deve. Magari la nipote
del professor Eugeo Cerretti, Eufemia, un ottimo partito con
un piccolo difetto: è brutta da far venire il mal di pancia solo a
guardarla. Ma forse Lidio ha trovato il modo per uscire dalla
trappola e realizzare tutti i suoi sogni: durante un sopralluogo
per un lavoro di ristrutturazione, in un muro maestro scova un
gruzzolo di monete d'oro, nascosto chissà da chi e chissà
quando. Intorno a questo quintetto e al tesoro di Lidio, un
travolgente coro di comprimari. A cominciare dalle due donne
più belle del paese: Olghina, giovane sposa del potente
professor Cerretti, che fa innamorare Avano Degiurati,
direttore della Banca del Mandamento; e Anita, la moglie del
muratore Campesi, di cui si incapriccia Beppe Canizza, il
focoso segretario della locale sezione del Partito. E poi l'Os de Mort, di professione "assistente contrario",
cuochi e contrabbandieri, l'astuto prevosto e l'azzimato avvocato... Immancabili, a vigilare e indagare, i
carabinieri guidati dal maresciallo Maccadò.
Ercole Correnti ha ventinove anni, tra qualche giorno si sposa,
dopo cinque anni di fidanzamento. In una calda domenica
d'agosto, mentre sta andando a pranzo dalla mamma, sul
lungolago vede una Fiat 600 bianca. È uguale alla macchina sulla
quale lui aveva fatto il primo viaggio della sua vita, vent'anni
prima. Con mamma Assunta, papà Amedeo e soprattutto lo zio
Pinuccio. Indimenticabile, quella gita, come lo zio Pinuccio. "Nato
gagà", come diceva sua sorella Assunta. Ma anche insuperabile
cacciaballe, raccontava di essere mediatore d'affari per i grandi
produttori di seta del comasco. Grazie ai suoi mirabolanti
racconti, era in grado di affascinare qualunque femmina gli
capitasse a tiro. Ma anche un po' misteriosa, quella gita: Ercole
ne riuscirà a scoprire i retroscena solo vent'anni dopo, in
quell'afosa domenica di fine agosto.
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A Bellano gira voce che presso il cinema della Casa del Popolo verrà
proiettato "Ultimo tango a Parigi". Siamo nel febbraio del 1973, e
per i vicoli del paese si scatena una guerra senza frontiere. A
combattersi due fazioni ben distinte: da una parte gli impazienti
che fantasticano sulle vertiginose scene di nudo che ci si aspetta di
vedere sullo schermo; dall'altro, schierati con il parroco, coloro che
pretendono di evitare a Bellano una simile depravazione. I tempi
però sono cambiati, e nulla può fermare il "progresso". Adelaide,
giovane e volitiva operaia del cotonificio, mette con le spalle al
muro Alfredo, il fidanzato eternamente indeciso su ogni cosa: o la
porterà al cinema o lei ci andrà lo stesso, magari con quel bel fusto
di Ernesto, che le ha già messo gli occhi addosso e che a lei non
dispiace, per quanto sia una testa matta e non ci vuole molto a
capire che finirà per mettersi nei guai. Cosa che puntualmente
accadrà di lì a qualche mese, quando Ernesto finirà implicato nel
contrabbando di sigarette riuscendo a inguaiare la stessa Adelaide.
In luglio a Bellano fa un caldo della malora. L'aria è densa di
umidità e il cielo una cappa di afa. Eppure l'acqua che scorre
rombando tra le rocce dell'Orrido è capace di tagliare in due
il respiro, perché è fredda gelata, certo, ma anche perché
nelle viscere della roccia il fiume cattura da sempre i segreti,
le passioni, gli imbrogli, le bugie e le verità che poi vorrebbe
correre a disperdere nel lago, sempre che qualcuno non ne
trovi prima gli indizi. Come una carta d'identità finita
nell'acqua chissà come e chissà perché. Brutta faccenda.
Questione da sbrigare negli uffici del comune o c'è sotto
qualcosa che compete invece ai carabinieri? A sbrogliare la
matassa ci pensa Oscar, operaio generico, capace di fare
tutto ma niente di preciso, che da sei mesi è in cassa
integrazione e snocciola le giornate sul divano con addosso le
scarpe da lavoro. In quel luglio del 1970, offuscato dal caldo
e dalle ombre tetre della crisi economica, armato della sua
curiosità ottusa Oscar fa luce sui movimenti un po' sospetti di
Ilde, la giovane moglie dal caratterino per niente facile, che
forse sta solo cercando il modo di tirare la fine del mese
come può.
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Perseguitato dalle visioni provocate dallo shining, la luccicanza,
il dono maledetto con il quale è nato, e dai fantasmi dei vecchi
ospiti dell'Overlook Hotel dove ha trascorso un terribile inverno
da bambino, Dan ha continuato a vagabondare per decenni per
liberarsi da un'eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e
depressione. Oggi, finalmente, è riuscito a mettere radici in una
piccola città del New Hampshire, dove ha trovato un lavoro
nell'ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli
anziani pazienti l'indispensabile conforto finale. Aiutato da un
gatto capace di prevedere il futuro, Torrance diventa Doctor
Sleep, il Dottor Sonno. Poi Dan incontra l'evanescente Abra
Stone, il cui incredibile dono, la luccicanza più abbagliante di
tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a
ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l'esistenza e
l'anima della ragazzina. Sulle superstrade d'America, infatti, i
membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo. Hanno un
aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e
sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati. Ma iin
realtà sono quasi immortali e si nutrono proprio del calore dello
shining.
La passione per i misteri dell'antichità e la capacità di
riportare alla luce preziosi reperti hanno diffuso nel mondo
la fama dei coniugi Sam e Remi Fargo, cacciatori di tesori
del terzo millennio. Nessuno però aveva mai chiesto loro di
ritrovare una persona scomparsa. La strana richiesta,
arrivata ai Fargo da Charles King, ricchissimo petroliere
texano, cadrebbe nel vuoto se l'uomo da cercare non fosse
un vecchio amico della coppia, un investigatore mandato
sulle tracce del padre di King e come lui sparito nel nulla.
Due uomini scomparsi, un miliardario che sembra sapere
molto più di quanto dice: per il fiuto dei Fargo gli elementi
inquietanti sono davvero troppi, a partire dalla data della
scomparsa del padre di King, risalente a quarant'anni
prima. Perché mandare qualcuno a cercarlo dopo tanto
tempo? Che cos'aveva trovato quell'uomo in Nepal,
l'ultimo posto in cui è stato avvistato? E perché King
incarica i suoi due figli di accompagnare, o meglio di
controllare, i Fargo nella ricerca? È l'inizio di una
travolgente avventura che porterà Sam e Remi dal Nepal
alla Bulgaria, all'India, alla Cina, tra pericoli mortali e codici
misteriosi, fino alla scoperta di una verità che potrebbe
riscrivere la storia dell'uomo...
Fonte: www.ibs.it
È una calda domenica di maggio e come tutti gli anni i Delaney
invitano tutto il villaggio per una nuotata in piscina. È un
appuntamento da non perdere e tra i partecipanti c'è Louise, con le
figlie Amelia e Katie, che non intende rinunciare alla festa anche se
suo marito Barnaby, da cui si è da poco separata, le lancia sguardi
risentiti: quello infatti avrebbe dovuto essere il suo giorno con le
bambine. Louise, però, non ha intenzione di lasciarsi turbare. In
fondo che colpa ne ha lei se Amelia e Katie preferiscono giocare in
piscina piuttosto che pescare con il padre? Mentre le figlie
sguazzano felici in acqua, Louise prende il sole beata, persa nei
pensieri rivolti al suo nuovo amore, Cassian, un giovane avvocato
affascinante e molto ambizioso. La giornata scorre tranquilla finché
dalla piscina provengono un gran trambusto e grida di allarme: c'è
stato un grave incidente e la festa si trasforma in un vero e proprio
incubo. All'improvviso Louise si ritrova al centro di recriminazioni,
gelosie, invidie e cattiverie, travolta da un gioco di potere più
grande di lei. In breve tempo, l'intero villaggio viene coinvolto in un
dramma familiare senza esclusione di colpi.
È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato
sospeso. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel
Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve,
qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un
libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del
minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un
segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo
porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la
storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei
diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie
al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più
esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché
"ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e
libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e
interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva,
come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno
sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel
nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina
all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto.
Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona - questo è un romanzo sul potere delle
parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito.
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Dalla tragica morte della moglie, A.J. Fikry è diventato un uomo
scontroso e irascibile, insofferente verso gli abitanti della piccola
isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Disprezza i libri che
vende (mentre quelli che non vende gli ricordano quanto il mondo
stia cambiando in peggio) e ne ha fin sopra i capelli dei pochi clienti
che gli sono rimasti, capaci solo di lamentarsi e di suggerirgli di
"abbassare i prezzi". Una sera, però, tutto cambia: rientrando in
libreria, A.J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato
all'infanzia; ha in mano un biglietto, scritto dalla madre: "Questa è
Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente
loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca
in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata."
Seppur riluttante (e spiazzando tutti i suoi conoscenti), A.J. decide
di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga
l'esistenza. Perché Maya è animata da un'insaziabile curiosità e da
un'attrazione istintiva per i libri - per il loro odore, per le copertine
vivaci, per quell'affascinante mosaico di parole che riempie le
pagine - e, grazie a lei, A.J. non solo scoprirà la gioia di essere
padre, ma riassaporerà anche il piacere di essere un libraio, trovando infine il coraggio di aprirsi a un nuovo,
inatteso amore...
Harry "Coniglio" Angstrom, il più irriducibile rappresentante
dell'americano-medio, è approdato a una prospera e
appagante mezza età. L'America alla fine degli anni Settanta è
in un periodo di inflazione galoppante e fiducia molto bassa,
ma Coniglio si sente in gran forma e pronto, finalmente, a
godersi la vita. Ha ottenuto la rappresentanza della Toyota
per la città di Brewer, in Pennsylvania, e dopo ventitré anni di
matrimonio è riuscito anche a farsi una ragione della
presenza della moglie Janice accanto a sé. Tutto
procederebbe dunque per il meglio se all'improvviso non
ripiombassero nella sua vita prima il figlio ventenne Nelson,
poi l'immagine di un'antica amante ricomparsa dal passato.
Due eventi che costringono Coniglio a rimettersi in cerca, con
il consueto modo un po' riluttante e ondivago, della sua
quieta felicità. E noi a seguirlo, leggendo in tralice, nelle sue
peripezie apparentemente banali e borghesi, le
irrequietudini, i vizi e le virtù di un'intera nazione. Con un
saggio introduttivo di Julian Barnes.
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Rosso è morto da tre anni, e Agnes Browne continua a fare da
madre, padre e arbitro a sette figli scatenati, i suoi adorabili
marmocchi. Il primogenito Mark la aiuta a far quadrare il bilancio, e
il francese Pierre le ricorda di essere una donna. Sembrerebbe
tornato il sereno, in Larkin Court, ma Frankie, la pecora nera della
famiglia, la deruba di tutti i suoi averi e fugge in Inghilterra, dove
rimarrà intrappolato nella rete della droga. Agnes dovrà lasciare
l'amato Jarro a seguito del piano di recupero del centro storico di
Dublino e andrà a vivere nella periferica Finglas. Intanto, i figli
crescono: Cathy, diventa donna e si fidanza con un poliziotto di
Cork; Mark, si sposa, dopo aver evitato il fallimento della Wise &
Co.; il balbuziente e poco dotato Simon ottiene un posto da
inserviente in ospedale; Rory, il figlio gay, subisce le angherie di un
gruppo di skinhead, ma riesce a trovare la propria strada
dedicandosi con successo al lavoro di parrucchiere e conquistando
l'amore di un collega; infine Trevor, il più piccolo e il più tardo di
tutti, si rivela un bambino prodigio, un artista in erba. Agnes saprà
affrontare tutto con lo spirito e l'ironia che contraddistinguono le
donne dell'Isola di Smeraldo.
Anziani obbligati dall'Asl a pesare i pannoloni dopo l'uso.
Cassazione alle prese con processi per lo sgocciolio di una
camicia o la brucatina di un'asina. Miracolate a Lourdes alle
quali è vietato rinunciare alla pensione d'invalidità. Porti
collaudati ufficialmente dopo 36 anni. Cittadini vivi e vegeti che
faticano a dimostrare di non essere morti dal 2008. Decreti
attuativi mai fatti al punto che Renzi ne ha ereditati
un'enormità: 513. Ministeri che sbrigano ricorsi dopo 31 anni e
intimano al ricorrente: risponda immediatamente. Dirigenti
asserragliati nella trincea del burocratese e pagati in media il
triplo che in Germania. Terremotati alle prese con 1109 leggi e
leggine impossibili da rispettare. Norme surreali sui velocipedi
"alti al massimo metri 2,20", gli "effetti letterecci" o la pesca dei
trichechi. Gian Antonio Stella racconta la burocrazia italiana. Un
reportage spassoso e insieme inorridito sulle regole, i
meccanismi, gli uomini, i deliri, gli sprechi e i privilegi più folli e
offensivi di un mondo a parte che non vuole cambiare. E pesa
sul paese per almeno 70 miliardi di euro.
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I Virals, quattro amici che hanno sensi amplificati dopo aver contratto un
virus di un lupo, si ritrovano coinvolti in una strana caccia al tesoro. Tutto
ha inizio come un innocuo passatempo intrapreso per il puro gusto della
sfida: i ragazzi devono localizzare con un GPS alcuni oggetti nascosti da un
Game master. Ma la caccia prende una svolta oscura quando trovano una
scatoletta decorata che nasconde un messaggio cifrato. Uno di loro,
Shelton, decodifica il messaggio e all'improvviso quello che sembrava un
gioco si trasforma in una realtà molto pericolosa. I Virals sono caduti nella
tela di uno squilibrato che li conosce molto bene e sa come ricattarli per
ottenere ciò che vuole...
Chiusa in una stanza, Gabriela aspetta da ore notizie della sua
bambina. Finalmente, la porta di casa si apre. Ma non è la polizia,
non è l'FBI: è l'uomo che ha sequestrato Sarah. E stringe in pugno
una pistola... Comincia così, dalla fine, il thriller di Jeffery Deaver,
che racconta a ritroso l'incubo in cui è precipitata improvvisamente la
vita di Gabriela. Sua figlia Sarah di sei anni è stata rapita. E a lei
hanno dato un ultimatum: se vuole rivederla viva, deve versare un
riscatto di mezzo milione di dollari e recuperare un documento
scottante, su cui molti vorrebbero mettere le mani, la October List. Il
tutto nel giro di trenta ore. In un susseguirsi serrato di colpi di scena
per le strade di Manhattan, Deaver intesse una storia adrenalinica
che si dipana al contrario da una domenica sera al venerdì mattina,
costruendo un inganno che si svela solo all'ultima pagina, ovvero al
momento dell'imprevedibile inizio.
Krysta, la figlia di Nita Morales, è scomparsa. La donna decide di
rivolgersi a Elvis Cole e al suo socio Joe Pike, anche se, curiosamente,
non è davvero preoccupata. È convinta che la figlia sia fuggita con il
fidanzato Jack, da lei considerato un buono a nulla, e che il rapimento e
la richiesta di riscatto di appena 500 dollari non siano altro che una
messa in scena, per mascherare (e finanziarsi) una fuga d'amore. Ma Nita
si sbaglia. Krysta e Jack sono stati catturati da "bajadores", banditi che
operano sul confine tra California e Messico, specializzati in attacchi ad
altre bande, e nel sequestro di cittadini messicani che tentano di
introdursi illegalmente negli Stati Uniti ottenendo dalle famiglie, somme
crescenti di denaro. Chi non può pagare non rivedrà più i propri cari. Elvis
Cole e Joe Pike riescono a risalire al luogo in cui Krysta e Jack sono stati
rapiti. Ci sono tracce di pneumatici, bossoli di proiettili e macchie di
sangue. Temono il peggio ma non sanno che la situazione sta per
precipitare. Anche Cole viene rapito, e Joe Pike resta solo, a ripercorrere i
passi di Cole, attraverso il mondo duro e terribile dei trafficanti di esseri
umani, per trovare il suo socio e amico. Ma potrebbe essere già troppo
tardi.
Fonte: www.ibs.it
Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano
dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta,
decapitata. Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito della
donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio
nascondendone il corpo. Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del
delitto capisce che nella ricostruzione c'è qualcosa che non va. Colomba ha
trent'anni, è bella, atletica, dura. Ma non è più in servizio. Si è presa un
congedo dopo un evento tragico cui ha assistito, impotente. Eppure non
può smettere di essere ciò che è: una poliziotta, una delle migliori. E il suo
vecchio capo lo sa. Le chiede di lavorare senza dare nell'occhio al caso e la
mette in contatto con Dante Torre, soprannominato "l'uomo del silos",
esperto di persone scomparse e abusi infantili. Di lui si dice che è un
genio, ma che le sue capacità deduttive sono eguagliate solo dalle sue
fobie e paranoie. Perché da bambino Dante è stato rapito e, mentre il
mondo lo credeva morto, cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva
educato dal suo unico contatto col mondo, il misterioso individuo che da
Dante si faceva chiamare "Il Padre". Adesso la richiesta di Colomba lo
costringerà ad affrontare il suo incubo peggiore. Perché dietro la
scomparsa del bambino Dante riconosce la mano del "Padre".
Per sopravvivere a Snuggstown, turbolento sobborgo di Dublino, ci sono
due possibilità: pagare il pizzo alla mala, oppure riscuoterlo per suo conto.
E per un poliziotto, ce n'è una sola: chiudere entrambi gli occhi. Ma se ti
capita di nascere con il talento per la boxe, forse al destino c'è una via di
scampo. È questo ciò che pensano i fans del venticinquenne Anthony
"Sparrow" McCabe, il miglior pugile irlandese dei pesi leggeri, in una calda
sera del 1982, mentre assistono o ascoltano alla radio la finale europea di
categoria in corso al palazzetto dello sport Sanmartino di Madrid.
All'ottavo round l'avversario di McCabe è alle corde e per la vittoria manca
solo il pugno del knock-out. Ma Sparrow quel pugno a un avversario
impotente e umiliato non riesce proprio a sferrarlo, vorrebbe ma non può,
potrebbe ma non vuole... e il sogno finisce. Come succede per i grandi
eventi, a Snuggstown quattordici anni dopo tutti ricordano ancora quel
giorno: lo ricorda Kieran Clancy, che da giovane diplomato all'accademia
di polizia è nel frattempo diventato sergente ispettore, intenzionato a
tenere ben aperti gli occhi sulla malavita. Così come lo ricordano i fratelli
Morgan e il loro capo, Simon "Semplice" Williams, intraprendente gangster
diventato il boss della città, che risolve ogni contesa "semplicemente"
suggerendo ai suoi sgherri di spargere sangue...
Immersa nel caldo torrido di luglio e nei preparativi per una delle feste più
amate, la città è sospesa tra cielo e inferno. Quando un notissimo chirurgo
cade dalla finestra del suo ufficio, per Ricciardi e Maione inizia una indagine
che li porterà nel cuore dei sentimenti e delle passioni più tenaci e
sconvolgenti. Infedeltà e tradimento sembrano connessi in modo
inestricabile alla gioia rara dell'amore. Troppo per non rimanerne toccati. Il
dubbio e l'incertezza si fanno strada sempre più nell'animo dei due
investigatori, messi di fronte ai lati oscuri dell'anima. Sono le donne della
loro vita a reclamare attenzione. La difficoltà di Ricciardi di abbandonarsi
all'amore spinge verso inconsueti approdi l'intrepida Enrica e fa osare passi
azzardati alla bellissima Livia, mentre per Maione la stessa felicità familiare
sembra compromessa.
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Circola in questo breve romanzo di Carlo Lucarelli una leggerezza rara,
una gioia di narrare, una sorta di allegra malizia. Entriamo con una
naturalezza che ci sorprende in un mondo sconosciuto eppure subito
familiare, la Colonia Eritrea: e impariamo a vedere noi stessi, i t'Iiàn, gli
italiani, i "so tutto io", cullu ba'llè, quelli cui piace "di averle pensate loro,
le cose", con gli occhi di un personaggio che non vorremmo lasciare più: il
carabiniere indigeno Ogbà, unito da un patto più fraterno che di disciplina
con il capitano Colaprico. A ogni colpo di scena, e sono tanti, a ogni
parziale verità subito caduta, i due anziché deprimersi trovano nel loro
rapporto una ragione per continuare, tra bellissime dame che sembrano
assorbire sensualità e sprezzatura dall'aria stessa che respirano, ambigue
creature del male, monelle prostitute, geologi che forse non sono geologi,
furieri furfanti, camerieri magrissimi, e una vera festa di lingue e dialetti
nella cornice dello sfavillante, modernissimo, Albergo Italia. Il più
elegante, e anche l'unico, di Asmara, Eritrea, Italia. Che viene inaugurato,
ovvio, con un cadavere di faccendiere neanche tanto impiccato, a guardar
bene. Quel tanto che basta per iniziare una storia.
Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia,
immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un
romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la
conferma e la contraddice. Così pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro
Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari, che si trova a indagare su un
omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dall'inizio. Non fosse che al
principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi
movente per commettere il delitto.
Andrea Luna ha trentasette anni, fa l'insegnante, ma non ha una cattedra
fissa. Quello che doveva essere un breve soggiorno newyorkese, una
vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare le braci di una crisi
coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell'umanità e
nella sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della
società e che gli regala incontri memorabili, soprattutto quello con la
famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di tredici anni,
Benjamin e Allison. Quando, all'improvviso, Andrea decide di tornare a casa
dalla moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che
"casa" è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a tutto, anche ad affidarsi
a un "pollero", un trafficante d'uomini.
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"Due teste diverse ma un cuore solo", dicono i vecchi di due amici come
loro. Ismail impulsivo e curioso, Andrej più maturo e riflessivo. Sono
cresciuti insieme in un pacifico villaggio incastonato tra i monti del
Caucaso. Un antico patto, dal nome dolcissimo, lega le due comunità di
quel luogo, dove musulmani e cristiani convivono in un clima di rispetto
reciproco. Finché Konstantin, agente dei servizi segreti federali, sceglie
proprio quel paesino come avamposto per i suoi traffici di droga. In
combutta con la banda di Hassan, terrorista locale, intende costringere
gli abitanti a collaborare. Per i due adolescenti il tempo dei giochi è
finito. Ora si tratta di mettere in salvo quanto hanno di più prezioso, e
cioè di difendere gli oggetti sacri che sigillano quella promessa di pace,
di proteggerli dalle "bestie di Shaitan" come fossero parti del loro stesso
corpo. Ismail e Andrej dovranno affrontare di colpo la violenza del
mondo per portare a termine il compito, e comprenderne poi il fine
ultimo: salvare quel "cuore solo" che da sempre li unisce, e con esso
qualcosa di più. Fino a una straordinaria rivelazione che li sconvolgerà,
e a cui non potevano essere preparati.
Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita,
e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a
casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili,
colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena
quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin
da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire.
Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un
viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'assemblea
generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle
donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere, ed è stata la
più giovane candidata di sempre al Premio Nobel per la pace. Questo
libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita
coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all'educazione di tutti i
bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il
mondo.
Fonte: www.ibs.it
"Fin dall'infanzia, la scrittura è l'unico gesto quotidiano che riesca a
trasmettermi serenità. Nella vita privata rimango un timido che sconfina
nell'imbranataggine. In televisione mi agito e mangio le parole. Ma ogni
sera, appena infilo la cuffia e la musica inizia a scorrermi nelle vene, le
dita si muovono sulla tastiera del computer come se seguissero un
tragitto inesorabile. Questa è una selezione dei Buongiorno che da
quindici anni scrivo in fondo alla prima pagina del giornale con cui
felicemente convivo: La Stampa. Sono trecentosessantacinque, come i
giorni di un almanacco dove i sorrisi si alternano ai sospiri e gli scatti di
indignazione agli sberleffi, lasciando sempre una finestrella aperta per i
sogni di passaggio che avessero voglia di entrare. Il Buongiorno funziona
soltanto se ha la leggerezza e l'imprevedibilità di un corsivo. Cioè soltanto
quando è scritto con amore. Alludo all'amore dell'artigiano che rimane
mezz'ora di più al tavolo di lavoro per piallare un aggettivo o sostituire
una metafora traballante. Altro che mago. Sono un manovale che ogni
giorno si monta la testa e pensa di poter fabbricare un mondo migliore
con le sue parole. Un'illusione, certo. Ma se non la credessi vera, mi
passerebbe la voglia di provarci."
È bastata una sola notte per mandare in frantumi l'esistenza di Kacey
Jacobs. Da allora, lei ha abbandonato gli studi, si è trasferita in un'altra
città e ha trovato un lavoro. Ma, proprio quando pensava di essersi
lasciata tutto alle spalle, ecco che il passato torna a bussare alla sua
porta. Letteralmente. Jake Titus si presenta da lei per chiederle aiuto.
D'istinto, Kacey vorrebbe cacciarlo subito via, ma come rifiutare un
favore al suo unico, grande amore? In fondo si tratta di andare a casa dei
genitori di Jake e di fingersi la sua fidanzata per un weekend. Un
weekend in cui, magari, Kacey potrebbe fargli capire di essere davvero la
ragazza giusta per lui. Purtroppo nessuno l'ha informata che tra gli
invitati ci sarebbe stato pure Travis, il bellissimo, e odioso, fratello
maggiore di Jake... È solo un'occasione tutto ciò che desidera Travis
Titus. Da bambino, ha scommesso con Jake che, una volta diventato
grande, avrebbe sposato Kacey. E, nel corso degli anni, le ha provate
tutte per fare colpo su di lei: inutilmente. Anzi, sembra proprio che Kacey
non lo possa sopportare. Ma adesso lui è una persona diversa, e vuole
confessare a Kacey i suoi sentimenti. Saranno sufficienti due giorni per
conquistare il suo cuore, o dovrà rassegnarsi a guardare la donna della
sua vita cadere tra le braccia del fratello?
Fonte: www.ibs.it
I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il
rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di
Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il
discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva
al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent'anni di
Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver... Se è
vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando
guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni,
attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni. Francesco Piccolo
ha scritto un libro che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un
racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non
rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione),
rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia
personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. "Un'epoca
quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla".
Vincitore Premio Strega 2014
Ognuno di noi ha vissuto, più o meno consapevolmente, un momento ben preciso della propria vita in cui si è
sentito parte del tutto. Un’esperienza intuitiva e intuita in cui le notizie che provengono dal mondo esterno, dai
giornali e dalla tv, entrano e si mescolano con la nostra esistenza individuale. L’emozione di questa grandiosa
epifania, della scoperta di appartenere a qualcosa che ci trascende, è il filo conduttore di questo romanzo di
Francesco Piccolo. Una scoperta che, come sempre, nasconde lati oscuri e anche tragici, dal momento che
essere parte o essere esclusi da qualcosa, non è mai un’operazione indolore, può lasciare delle tracce indelebili.
Su questo lento e difficile processo di interiorizzazione della storia si basa la parte più appassionante e direi
anche divertente del romanzo, che è quella autobiografica. Allo stesso tempo al racconto autobiografico si
affianca e procede parallelamente su un altro piano narrativo la storia, o meglio la biografia, di un altro
“personaggio” centrale del romanzo: il Partito Comunista Italiano. Dalla fusione di questi due elementi, quello
individuale e quello collettivo, viene fuori un’opera singolare, difficilmente descrivibile, una vera e propria
biografia di un partito politico scritta dal punto di vista di chi, in qualche modo, durante gli ultimi cinquant’anni
di storia italiana, ha scelto di farne parte.
Francesco sceglie di essere comunista in un momento ben preciso della sua vita, il 22 giugno 1974, quando ai
mondiali di calcio la comunista Germania dell’Est segna il goal del riscatto alla occidentale e democratica
Germania dell’Ovest. In quel momento Francesco, che ha 10 anni, dentro di sé e senza farsi notare, esulta. In
quel momento decide di “fare il tifo” per i più poveri, gli emarginati, le minoranze. Saranno moltissimi altri i
momenti in cui il protagonista deciderà di schierarsi dalla parte dei comunisti pur non facendone mai del tutto
parte. In un momento storico difficilissimo in cui il mondo è diviso in due schieramenti contrapposti, così come
lo sono le famiglie, i compagni di banco e gli amanti, Francesco si ritrova nel mezzo. Troppo comunista per suo
padre, che continua a ripetergli che “fa il comunista con la macchina di papà” e che l’assicurazione dovrebbe
pagargliela Berlinguer, ma allo stesso tempo troppo borghese per il Movimento studentesco, che invece gli
ripete che “quando ci sarà la rivoluzione i primi a sparire saranno i borghesi come lui”.
Né di qua e né di là insomma. Tentato dal desiderio di essere come tutti, come tutti quelli che sono corsi in
Piazza San Giovanni a salutare il feretro del segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ma anche intimamente,
geneticamente, propenso alla superficialità. Piccolo rifugge la tragedia, si tira indietro di fronte alla catastrofe
rivoluzionaria, intuisce prima degli altri, quando il partito è ancora ammantato di moralismo e gravità, che la
felicità individuale può e deve convivere con l’impegno politico, che non può essere la discriminante per stabilire
l’appartenenza a qualcosa.
Quella che emerge alla fine è un’ideologia giocosa, mediterranea e godereccia, che mal si sposa con l’atmosfera
cupa, elitaria e dispregiativa che per anni ha contraddistinto il partito comunista e anche quello che è diventato
negli anni successivi. Trovare la chiave di lettura di questo libro, un po’ romanzo e un po’ saggio, non è
semplice, forse non c’è. Non c’è un messaggio fondante né una lezione, non c’è una strada né un monito, forse
c’è solo la voglia di rivendicare, in un momento in cui tutto sembra grave e imminente, il diritto ad essere felici
come tutti.
Fonte: www.ibs.it