piano strategico comunale
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3 Verso il nuovo piano urbanistico comunale 499 3.1 Aspetti normativi, metodologici, conoscitivi e partecipativi Il percorso che porta al nuovo piano urbanistico comunale di Eboli passa attraverso tre capitoli fondamentali: la definizione di ciascuno dei nuovi strumenti introdotti dalla Lr 16/2004 che integrano il Puc; la messa a punto e l’utilizzo di strumenti metodologici conoscitivi del territorio e partecipativi nei confronti della comunità insediata; la formulazione di politiche di settore per la casa, i servizi, la produzione, il turismo, il territorio agricolo e la mobilità. I nuovi strumenti introdotti dalla Lr 16/2004 La Lr 16/2004 ha introdotto nuovi strumenti per il governo del territorio comunale: all’art.23 il piano urbanistico comunale (Puc), all’art.28 il regolamento urbanistico e edilizio comunale (Ruec), all’art.25 gli atti di programmazione degli interventi (Api) e all’art.47 la valutazione ambientale (Va). 500 Il piano urbanistico comunale La Lr 16/2004, all’art. 23, definisce i contenuti del piano urbanistico comunale (Puc). Il Puc è lo strumento urbanistico generale del Comune e disciplina la tutela ambientale, le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell’intero territorio comunale, anche mediante disposizioni a contenuto conformativo del diritto di proprietà. Al Puc sono allegate le norme tecniche di attuazione (Nta), riguardanti la manutenzione del territorio e la manutenzione urbana, il recupero, la trasformazione e la sostituzione edilizia, il supporto delle attività produttive, il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola e la regolamentazione dell’attività edilizia. L’art. 23 dice che fanno parte integrante del Puc i piani di settore riguardanti il territorio comunale, ivi inclusi i piani riguardanti le aree naturali protette e i piani relativi alla prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali ed al contenimento dei consumi energetici. Disposizioni strutturali e disposizioni programmatiche del Puc La Lr 16/2004, all’art. 3, introduce l’articolazione dei processi di pianificazione in base alla quale, la pianificazione provinciale e comunale si attua mediante: a) disposizioni strutturali, con validità a tempo indeterminato, tese a individuare le linee fondamentali della trasformazione a lungo termine del territorio, in considerazione dei valori naturali, ambientali e storico-culturali, dell'esigenza di difesa del suolo, dei rischi derivanti da calamità naturali, dell'articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità; b) disposizioni programmatiche, tese a definire gli interventi di trasformazione fisica e funzionale del territorio in archi temporali limitati, correlati alla programmazione finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali delle amministrazioni interessate. La delibera di Gr 834/2007, di attuazione della Lr 16/2004, contenente norme tecniche e direttive riguardanti gli elaborati da allegare agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, generale ed attuativa, esordisce dichiarando che la nuova pianificazione regionale colloca il tempo tra i parametri fondamentali della pianificazione, imponendo di evidenziare le disposizioni programmatiche all’interno di un più vasto quadro generale costituito dalle disposizioni strutturali. La delibera, al punto 4, relativo al Puc, afferma che gli elaborati dovranno avere una perfetta corrispondenza con quanto previsto dalla Lr 16/2004 agli artt. 2, 3 e 23. In particolare, la relazione, dovrà contenere, tra gli altri, tutti i temi previsti: dall’art. 3 - articolazione del processo di pianificazione, dall’art. 23, comma 1 – azioni strategiche e disposizioni a contenuto conformativo e dall’art. 23, comma 2 – le disposizioni strutturali per il raggiungimento degli obiettivi. Gli elaborati grafici dovranno essere divisi in elaborati di analisi e di progetto relativamente a: obiettivi, azioni strategiche, disposizioni strutturali, insediamenti abusivi, piani settoriali. Relazione ed elaborati devono contenere indicazioni funzionali per l’Ac, finalizzate all’assunzione degli Api, di cui all’art. 25, in modo congruente con l’assetto strutturale del Puc e dei piani sovraordinati. La Lr 16/2004, all’art.23, definisce i contenuti del piano urbanistico comunale (Puc). Il Puc disciplina la tutela ambientale, le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell’intero territorio comunale, anche mediante disposizioni a contenuto conformativo del diritto di proprietà. Alcuni contenuti, desumibili dall’art. 23 come strutturali del Puc, sono: - la individuazione degli obiettivi da perseguire; - la definizione delle esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico-ambientali, agro-silvo-pastorali e storico-culturali disponibili; - la determinazione dei fabbisogni insediativi; - la individuazione delle aree non suscettibili di trasformazione; - la tutela e la valorizzazione dei centri storici; - la tutela e valorizzazione il paesaggio agrario; - la compatibilità delle previsioni rispetto all'assetto geologico e geomorfologico del territorio comunale. Alcuni contenuti, desumibili come programmatici del Puc, anche con riferimento all’art. 25, relativo agli Api, riguardano la definizione degli interventi di riqualificazione e di nuova edificazione con riferimento: - alle destinazioni d'uso e agli indici edilizi; - alle modalità degli interventi di trasformazione e conservazione dell'assetto urbanistico; - alla determinazione delle opere di urbanizzazione da realizzare o recuperare, nonché degli interventi di reintegrazione territoriale e paesaggistica. Dalla normativa di altre regioni e dalla letteratura tecnica in materia, è possibile esemplificare ulteriormente il significato di componente strutturale e componente programmatica o operativa. Componente strutturale La componente strutturale definisce le scelte con validità a tempo indeterminato o di lungo termine, che riguardano il complesso delle azioni di tutela e le scelte di assetto di lungo periodo. Tale componente: contiene il quadro conoscitivo, recepisce gli indirizzi e le direttive del Ptcp, delinea gli scenari, distingue gli ambiti non trasformabili da quelli che possono essere trasformati, stabilisce la disciplina per tutte le risorse ed i caratteri del territorio che attengono alla struttura fisica e all’integrità del territorio nonché ai suoi valori storico-culturali per i quali la disciplina di piano è direttamente cogente, fissa i criteri per ogni atto di trasformazione che sarà definito con la componente operativa e, infine, ha un carattere di cogenza solo per i vincoli ricognitivi e conformativi. Le disposizioni strutturali del Puc riguardano, in particolare, i seguenti aspetti. 1. le componenti territoriali che si considerano non trasformabili in relazione: - alla difesa dai rischi; - alla tutela del patrimonio paesaggistico-ambientale, delle risorse agro-silvo-pastorali e del paesaggio agrario; - alla tutela del complesso delle testimonianze di interesse storico-culturale e dei tessuti insediativi storici; - alla semplice regolamentazione degli interventi di tipo manutentivo dei tessuti urbani di recente formazione consolidati; 501 - le disposizioni relative a tali tematiche hanno valore direttamente cogente, per le quali vengono definite le relative norme; - gli elaborati cartografici corrispondenti riportano dettagliatamente ubicazione e perimetri. 2. le scelte di trasformazione a cui si attribuisce una validità di lunga durata e quelle per le quali si reputa siano necessari lunghi tempi di realizzazione, ad esempio: - grandi insediamenti industriali o terziari; - principali impianti e reti per la mobilità; - principali impianti e reti delle infrastrutture tecnologiche. Negli elaborati cartografici corrispondenti tali scelte sono riportate graficamente in maniera tale da non produrre effetti sul regime proprietario nell’ambito della componente strutturale, quindi attraverso indicazioni grafiche rappresentate da simboli o con la generica indicazione delle aree/direttirci di possibile trasformazione 3. il dimensionamento del piano, per cui si definiscono nell’ambito delle disposizioni strutturali i criteri metodologici ed un’ipotesi di proiezione decennale, relativa alle dinamiche demografiche ed ai fabbisogni di attrezzature pubbliche, da assumere come indirizzo, prescrivendone, nel contempo, la verifica periodica e l’eventuale correzione nell’ambito delle diverse fasi relative alla componente operativa 502 Componente programmatica / operativa La componente programmatica / operativa definisce le trasformazioni da realizzare, o avviare, in un determinato intervallo temporale, in coerenza con le scelte e condizioni contenute nella componente strutturale; recepisce la disciplina relativa agli aspetti ambientali e paesaggistici, definita nell’ambito della componente strutturale. Le disposizioni in essa contenute incidono sul regime proprietario ed hanno validità per l’intervallo temporale assunto. Stabilisce le modalità attuative e contiene le previsioni finanziarie per l’attuazione degli interventi previsti. Le disposizioni della componente operativa del Puc, in particolare, individuano, in coerenza con le disposizioni strutturali e con le previsioni di spesa, le specifiche scelte da attuare nell’arco temporale di riferimento definendo, per gli interventi che si intendono attuare, nell’ambito delle aree trasformabili: la localizzazione, le superfici fondiarie coinvolte nelle trasformazioni, le destinazioni d’uso, gli indici urbanistici ed edilizi, le modalità di attuazione ed eventuali criteri qualitativi. Le disposizioni incidono sul regime proprietario ed hanno validità per l’intervallo temporale assunto sia per i vincoli urbanistici preordinati all’acquisizione pubblica delle aree, sia per i diritti edificatori dei privati. Nell’ambito della componente operativa si verifica, ed eventualmente si adegua e si specifica, l’ipotesi di dimensionamento per l’arco temporale di riferimento. Contiene il programma finanziario per l’attuazione degli interventi previsti. Gli elaborati cartografici conterranno il “disegno” delle aree di cui si programma la trasformazione e, quindi, in particolare, l’indicazione delle specifiche destinazioni delle diverse aree coinvolte e di ogni altro intervento programmato nonché eventuali altre prescrizioni progettuali riguardanti l’organizzazione complessiva ed i caratteri qualitativi. Il regolamento urbanistico e e dilizio comunale (Rue c) La Lr 16/2004, all’art.28 introduce il regolamento urbanistico edilizio comunale (Ruec). Il Ruec: - individua le modalità esecutive e le tipologie delle trasformazioni, nonché l’attività concreta di costruzione, modificazione e conservazione delle strutture edilizie; - disciplina gli aspetti igienici aventi rilevanza edilizia, gli elementi architettonici e di ornato, gli spazi verdi e gli arredi urbani; in conformità alle previsioni del Puc e delle Nta allo stesso allegate, definisce i criteri per la quantificazione dei parametri edilizi e urbanistici e disciplina gli oneri concessori; - specifica i criteri per il rispetto delle norme in materia energetico-ambientale in conformità agli indirizzi stabiliti con delibera di giunta regionale. La delibera di Gr n. 659 del 18.4.2007 concerne indirizzi in materia energetico-ambientale per la formazione del regolamento urbanistico edilizio comunale (Ruec). Ai sensi del comma 3 dell’art.28 della Lr 16/2004. Tali indirizzi, contengono obiettivi strategici, obiettivi generali e obiettivi specifici. Gli obiettivi strategici, o di indirizzo, riguardano: la pianificazione integrata, che miri al raggiungimento dell’efficienza energetica dell’involucro e degli impianti, con conseguente minore emissione di gas climalteranti; i criteri affinché vengano impiegate le fonti energetiche rinnovabili; l’applicazione, che riguarda l’edilizia sovvenzionata-convenzionata, quella pubblica e privata di nuova edificazione e di ristrutturazione totale, gli interventi di ristrutturazione, recupero e restauro su edifici pubblici, in particolare comunali. Gli obiettivi generali, discendono dai primi e sono 5: uso razionale delle risorse climatiche ed energetiche; uso razionale delle risorse idriche; controllo delle caratteristiche nocive dei materiali da costruzione; bio-edilizia ed ecologia urbana, benessere ambientale. Gli obiettivi specifici, attuabili attraverso interventi concreti, sono 9: miglioramento efficienza impianti termici; miglioramento efficienza impianti elettrici; impiego di fonti energetiche rinnovabili; miglioramento del benessere ambientale e del comfort estivo; miglioramento della qualità ambientale ed abitativa; riduzione effetto gas radon; contenimento consumi acqua potabile; riduzione dell’effetto isola di calore negli spazi urbani. Le indicazioni sull’obbligatorietà delle norme prevedono 3 tipologie: norme prescritte od obbligatorie, misure che per gli obiettivi assunti, normativa, condizioni climatiche locali, tecnologie disponibili, si rendono obbligatorie; norme raccomandate o facoltative o di consiglio, misure che possono essere assunte di orientamento per una progettazione sostenibile; norme incentivate, misure sostenute da diverse forme di incentivazione, definibili dagli enti locali e applicabili unicamente nelle ipotesi in cui si raggiungano livelli significativi di risparmio energetico. Gli incentivi possono essere di natura economica e di natura edilizio-urbanistica, prevedendo la possibilità di sconti sugli oneri di urbanizzazione, sull’Ici, sulla Tarsu e la priorità nella assegnazione di finanziamenti in bandi pubblici. Quelli edilizio-urbanistici prevedono di non computare la maggiore volumetria derivante dallo spessore delle tompagnature eccedente i 30 cm nonché quella derivante dal maggior spessore dei solai per il conseguimento di un ottimale isolamento termico ed acustico. Gli indirizzi delineano altresì una procedura per la progettazione sostenibile433 . Gli atti di programmazione de gli interventi (Api) La Lr 16/2004, all’art.25 ha introdotto gli atti di programmazione degli interventi (Api). Con delibera di consiglio comunale è adottata434 , in conformità alle previsioni del Puc e senza modificarne i contenuti, la disciplina degli interventi di tutela, valorizzazione, trasformazione e 433 Tale procedura per la progettazione sostenibile si concretizza in: una relazione descrittiva del sito, di accompagnamento al progetto, che permette l’integrazione tra sito ed involucro, da presentare congiuntamente alla richiesta di permesso di costruire; un documento di valutazione delle caratteristiche energetico-ambientali del progetto, anch’esso da allegare alla richiesta di permesso di costruire; una certificazione energetica degli edifici, secondo l’art.6 del DLgs 192/2005 e smi, da presentare al termine dei lavori. La procedura comporta la istituzione del registro della certificazione energetica comunale, al fine di censire gli immobili in relazione alla prestazione energetica e l’inserimento nei Ruec di indirizzi in materia energetico-ambientale, anche di iniziativa comunale, nel rispetto delle leggi e sulla scorta degli obiettivi contenuti negli indirizzi. 434 Gli atti di programmazione degli interventi sono approvati per la prima volta contestualmente all’approvazione del Puc. 503 riqualificazione del territorio comunale da realizzare nell’arco temporale di tre anni. Gli Api, in relazione agli interventi di riqualificazione e di nuova edificazione, prevedono: - le destinazioni d’uso e gli indici edilizi; - le forme di esecuzione e le modalità degli interventi di trasformazione e conservazione dell’assetto urbanistico; - la determinazione delle opere di urbanizzazione da realizzare o recuperare, nonché degli interventi di reintegrazione territoriale e paesaggistica; - la quantificazione degli oneri finanziari a carico del comune e di altri soggetti pubblici per la realizzazione delle opere previste, indicandone le fonti di finanziamento. Per le opere pubbliche o di interesse pubblico la delibera di approvazione degli Api comporta la dichiarazione di pubblica utilità, di indifferibilità e urgenza dei lavori previsti negli stessi, nel rispetto degli strumenti di partecipazione procedimentale stabiliti dalla normativa vigente. Gli Api stabiliscono gli interventi da attuare tramite società di trasformazione urbana. Allo stato attuale, si è ancora in attesa della prevista delibera di giunta regionale che specifichi nel merito i contenuti di tale strumento. In attesa di tale regolamentazione si provvederà a redigerlo, comunque a valle delle scelte di piano, con riferimento ai contenuti dei tradizionali programmi pluriennali di attuazione (Ppa)435 e sulla base dei contenuti dell’art.25 della Lr 16/2004. Dalla discussione del presente documento emergerà, oltre l’accoglimento degli elementi programmatici e le scelte di piano, anche l’ordine di priorità degli interventi cui dare attuazione. 504 La valutazione ambientale strategica (Vas) L’art. 47 della Lr 16/2004 introduce, per la prima volta in Campania, con riferimento al nuovo sistema di pianificazione regionale, la valutazione ambientale dei piani territoriali di settore e dei piani urbanistici, detta anche valutazione ambientale strategica (Vas) come previsto dalla direttiva europea in materia436 , da effettuarsi durante tutto il processo di formazione dei piani stessi437 . Tale Vas è, infatti, da effettuarsi durante la fase di redazione dei piani e scaturisce da un rapporto ambientale (Ra) in cui sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi dell’attuazione del piano sull’ambiente e le alternative, alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale di riferimento del piano. La procedura di Vas, da concludersi anteriormente all’adozione del Puc, scaturisce dalla elaborazione del Ra e da una relazione ambientale non tecnica, per comunicare ai portatori di interessi i criteri di salvaguardia adottati e le relative soluzioni adottate. Il Ra riferisce circa l’iter di formazione del piano descrivendo i criteri e le motivazioni delle scelte adottate, in ordine allo scenario dei fattori e delle componenti ambientali; illustrando lo svolgimento delle attività di 435 Gli Api, ai sensi dell’art.25 della Lr 16/2004, hanno valore ed effetti del programma pluriennale di attuazione (Ppa) disciplinato dalla legge 10 del 28.1.1977, articolo 13, e dalla Lr 19 del 28.11.2001, articolo 5, e si coordinano con il bilancio pluriennale comunale. Il programma triennale per la realizzazione di opere pubbliche, di cui alla legge 109 del 11.2.1994 , articolo 14, si coordina con le previsioni degli Api. 436 La valutazione ambientale strategica (Vas), introdotta dalla direttiva 42/2001/Ce del 27.6.2001, ha l’obiettivo d i garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi alfine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente. 437 Articolo 47 -Valutazione ambientale dei piani 1. I piani territoriali di settore ed i piani urbanistici sono accompagnati dalla valutazione ambientale di cui alla direttiva 42/2001/CE del 27 giugno 2001, da effettuarsi durante la fase di redazione dei piani. 2. La valutazione scaturisce da un rapporto ambientale in cui sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi dell’attuazione del piano sull’ambiente e le alternative, alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale di riferimento del piano. 3. La proposta di piano ed il rapporto ambientale sono messi a disposizione delle autorità interessate e del pubblico con le procedure di cui agli articoli 15, 20 e 24 della presente legge. 4. Ai piani di cui al comma 1 è allegata una relazione che illustra come le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale di cui al comma 2. concertazione e di partecipazione. Il Ra individua, descrive e stima gli effetti dell’attuazione del Puc sull’ambiente ed, in generale, sul contesto ambientale ed urbanistico territoriale, evidenzia le alternative possibili alla luce degli obiettivi del piano e dell’ambito territoriale. La proposta di piano ed il Ra sono messi a disposizione delle autorità interessate e del pubblico mediante apposite procedure di pubblicità. Ai piani è, dunque, allegata una relazione che illustra come le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale. Inquadramento normativo Da un punto di vista puramente formale, sono ormai numerose le leggi regionali che stabiliscono l’obbligo della valutazione ambientale dei piani, mentre, dal punto di vista sostanziale tale valutazione è ancora ben lungi dal poter essere considerata come un’attività ordinaria e integrata con la pianificazione. Inoltre, l’assenza di atti di indirizzo e coordinamento favorisce la progressiva differenziazione dei linguaggi e dei contenuti delle disposizioni regionali. Il recepimento della direttiva europea da parte dell’Italia è parzialmente avvenuta nel DLgs 152/2006 concernente norme in materia ambientale. La Gr della Campania ha adottato, in data 12 marzo 2004, la deliberazione n. 421 con la quale è stato approvato il disciplinare delle procedure di Vas438 . Allo stato, la regione Campania non ha, tuttavia, ancora redatto le linee guida in cui si definiscono procedure e contenuti della valutazione ambientale e si precisino, ad esempio, come devono essere redatti il documento di Vas 439 e il Ra440 . Dalla lettura dell’art. 47 emerge che la legge regionale in materia di valutazione ambientale, si riconduce completamente alla direttiva europea, senza aggiungere altro in merito alle procedure da seguire. I comuni della regione si muovono nell’incertezza, procedendo autonomamente, oscillando fra sperimentazione e redazione, tanto rituale quanto vana, di un ennesimo fardello meramente burocratico. E' di tutta evidenza la necessità di un più appropriato sforzo normativo di approfondimento di procedure, metodologie, tecniche e indicatori da parte dell’organo di governo regionale, laddove l’emanazione di opportune linee guida garantirebbe una definizione rigorosa, e non aleatoria, delle procedure di valutazione ambientale per i piani e programmi. Occorre, in definitiva, che la Regione Campania provveda al più presto, ed è già in grave ritardo, a specificare i contenuti della Lur affinché gli stessi non rimangano mera dichiarazione d’intenti. Inquadramento tecnico operativo Per valutazione ambientale s’intende, invece, l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale stesso e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale, nonché la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione a cui si è pervenuti. La valutazione ambientale dovrà scaturire da un rapporto ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi dell’attuazione del piano sull’ambiente e le possibili 438 In tale disciplinare viene detto che la procedura di Vas deve concludersi anteriormente alla adozione del piano e che il Comitato tecnico per l’ambiente deve concludere le procedure valutative entro 90 giorni dal deposito dello studio d i Vas emettendo un apposito parere motivato cui i proponenti sono tenuti ad attenersi. L’obbligo di acquisire il parere sulla Vas si applica ai piani il cui primo atto preparatorio formale è successivo alla data del 21 luglio 2004 e che sono stati approvati o sottoposti all’iter legislativo più di ventiquattro mesi dopo la stessa data, a meno che gli Stati membri decidano caso per caso che ciò non è possibile” (art. 13 della direttiva 42/2001/Ce). 439 Per valutazione ambientale deve intendersi l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale nonché la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione, come prescritto dagli artt. 4, 5, 6, 7, 8 e 9 della direttiva 42/2001/Ce. 440 Per rapporto ambientale si intende la parte della documentazione del piano contenente le informazioni necessarie ad individuare, descrivere e valutare gli effetti significativi che l’attuazione del p iano stesso potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma. L’ambito di applicazione della Vas riguarda sia i piani generali che i piani di settori (agricoli, industriali, acque, rifiuti, trasporti, energetico, turistico etc.). 505 alternative, alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale di riferimento. La proposta di piano e il rapporto ambientale dovranno essere messi a disposizione delle autorità interessate e del pubblico con le procedure di cui agli articoli 15, 20 e 24 della Lr 16/2004. La proposta di piano o di programma e il rapporto ambientale devono essere messi a disposizione delle autorità e del pubblico, affinché tutti i soggetti interessati possano esprimere il proprio parere prima dell’adozione del piano (o del programma) o dell’avvio della relativa procedura legislativa5. Nel rapporto di impatto ambientale devono essere individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull’ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma stesso441 . Per determinare i possibili effetti significativi occorre esaminare le caratteristiche del piano o del programma442 . E’ necessario, infine, tener conto delle caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate443 . 506 Il metodo per la valutazione ambientale del Puc di Eboli Per quadro conoscitivo del territorio si intenderà in questa sede una conoscenza chiara ed esauriente del territorio dal punto di vista principalmente ambientale e quindi delle condizioni attuali dell’ambiente, della flora e della fauna presenti, dei vincoli esistenti sul territorio interessato e delle possibili criticità ambientali presenti su di esso. Per sviluppare in modo completo un quadro complesso e vasto come questo, si è pensato ad un approccio al problema conoscitivo basato su due livelli. Il primo è riferito al quadro programmatico territoriale, in cui sono individuate tutte le norme di interesse ambientale e tutte le previsioni degli strumenti sovraordinati e di settore che possono avere riflessi sull’ambiente. Il secondo approccio è di tipo ricognitivo: in questo caso, dopo aver esaminato tutti i riferimenti normativi, si procede ad una raccolta di informazioni direttamente sul territorio interessato. 441 Il rapporto deve, in particolare, contenere le seguenti informazioni: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri piani o programmi in itinere; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente pertinente al piano o programma, ivi compresi quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale; e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f) possibili effetti significativi4 sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori; g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente; h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio, carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio di cui all’articolo 10 della direttiva 2001/42/Ce; j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti, per la divulgazione ad un più ampio pubblico di destinatari. 442 Si deve tenere conto in particolare, dei seguenti elementi: in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti e altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative, o attraverso la ripartizione delle risorse; in quale misura il p iano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; la pertinenza del piano o del programma per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile; problemi ambientali pertinenti al piano o al programma; la rilevanza del piano o del programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad esempio, piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). 443 Il rilievo riguarda i seguenti elementi: probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti; carattere cumulativo degli effetti; rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad esempio, in caso di incidenti); entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, e/o del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite, e/o dell’utilizzo intensivo del suolo; effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale. Nell’ambito delle valutazioni da prevedere per il Puc, vi è la verifica delle scelte effettuate all’interno dello stesso fornita dalla sovrapposizione di tutte le prescrizioni dovute a situazioni di pericolosità o di vincolo rispetto alla zonizzazione urbanistica proposta. E’ prevista, in particolare, la redazione di almeno quattro elaborati di verifica mediante overlay con le seguenti tavole: microzonizzazione sismica; pericolosità da frana; pericolosità idraulica; uso del suolo agricolo. In base a quest’ultima sarà verificato il criterio del minor spreco di suolo, privilegiando, per le trasformazioni e le previsioni di nuovi insediamenti, aree di minor pregio colturale. I supporti conoscitivi La carta dell’uso agricolo del suolo (Uas)444 Le risorse agronomiche rappresentano sicuramente, una parte fondamentale dell’economia di Eboli. Pertanto, l’aggiornamento della carta dell’uso agricolo del suolo e delle attività colturali in atto, a corredo del Puc, ai sensi della Lr 16/2004, con particolare riferimento alle zone non ancora urbanizzate, assume particolare rilevanza. L’analisi agronomica riveste un ruolo centrale nella pianificazione e nell’organizzazione di un territorio. Tale studio viene effettuato con grande attenzione e precisione, in quanto i risultati derivanti da esso condizionano fortemente le scelte urbanistiche finali. Ai fini dell’analisi agronomica, è fondamentale la classificazione convenzionale definita dal programma europeo corine land cover (Clc), in base alla quale il territorio comunale è ripartito in zone differenti a seconda dell’uso agricolo rilevato alla data di redazione del Puc. La classificazione delle zone è stata effettuata secondo la convenzione stabilita dal programma Clc 445 . La legenda della Clc si articola su 3 livelli, il primo dei quali comprende 5 voci generali che abbracciano le maggiori categorie di copertura sul pianeta (territori modellati artificialmente, territori agricoli, territori boscati e ambienti semi-naturali, zone umide, corpi idrici)446 , il secondo 15447 , e il terzo 44, con voci più dettagliate448 . La legenda, proposta come immutabile per ragioni di omogeneità a livello europeo, può essere integrata da successivi livelli di approfondimento desiderati dagli esecutori, i cui dati peraltro non devono figurare a livello comunitario. Attraverso tale classificazione si è in grado di definire l’uso del suolo di ciascuna porzione omogenea di terreno in modo uniforme agli standard europei. 444 Norme tecniche e direttive riguardanti gli elaborati da allegare agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, generale ed attuativa, come previsto dagli artt. 6 e 30 della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 "Norme sul governo del territorio" Delibera di Gr 834/2007, art. 4.2, Relazione illustrativa Puc - lett. c). 445 Il programma CORINE (COoRdination de l’INformation sur l’Environnement), varato dal Consiglio delle Comunità Europee nel 1985, ha lo scopo primario di verificare dinamicamente lo stato dell'ambiente nell'area comunitaria, al fine di orientare le politiche comuni, controllarne gli effetti, proporre eventuali correttivi. Obiettivi secondari, ma non per questo meno validi, sono la formazione e la diffusione di standard e metodologie comuni e la promozione di contatti e scambi internazionali, per facilitare la realizzazione di iniziative intercomunitarie. All’interno del programma corine, il progetto corine-land cover è specificamente destinato al rilevamento e al monitoraggio, ad una scala compatibile con le necessità comunitarie, delle caratteristiche del territorio, con particolare attenzione alle esigen ze di tu tela. 446 In particolare, si individuano: le superfici artificiali (tessuto urbano continuo, discontinuo, aree industriali o commerciali, rete ferroviaria, aree estrattive, cimitero, aree sportive e ricreative, ecc.), le superfici agricole utilizzate (seminativi in aree irrigue, vigneti, oliveti, frutteti e frutti minori, prati stabili, sistemi colturali complessi, ecc.), i territori boscati e gli ambienti semi-naturali (boschi di latifoglie, boschi ripariali, aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione, aree percorse da incendi, ecc.), le zone umide (paludi, torbiere, saline, ecc.) e i corpi idrici (corsi d’acqua, bacini d’acqua, ecc.). 447 Adatte ad una rappresentazione a scale di 1:500.000/1.00 0.000. 448 Adatte ad una scala di 1:100.000. 507 La carta dell’uso agricolo del suolo, alla base dello studio agronomico, ha l’obiettivo di suddividere l’intero territorio comunale in aree omogenee individuate per tipo di utilizzazione agricola. A partire dalla classificazione delle zone agricole effettuata in base alla classificazione convenzionale della Clc, si procederà all’accorpamento delle varie aree con l’obiettivo di ottenere una nuova articolazione del territorio di Eboli, suddiviso essenzialmente nelle tre zone previste dall’art.1.8 della Lr 14/1982: E1 aree seminative irrigue con colture pregiate; E2 aree seminative ed a frutteto; E3 aree boschive, pascolive ed incolte. Nel comune di Eboli tali aree sono tutte presenti. La carta dell’uso del suolo corine land cover 449 Introduzione Oggetto del presente lavoro è la costruzione di una carta dell’uso del suolo a grande scala ove le varie porzioni di territorio vengono classificate secondo uno standard che è quello di corine land cover (Clc). La carta dell’uso del suolo viene redatta come strumento necessario per la redazione del Puc di Eboli. Al fine di ottenere una carta quanto più accurata possibile ci si è servito del meglio della tecnologia da piattaforma aerea, ovvero di fotogrammi multispettrali ad alta risoluzione radiometrica e geometrica. Infatti le immagini digitali multispettrali sono state prodotte da camera aerea nelle bande del rosso, verde, blu ed infrarosso vicino ad una quota di circa 2400 m. Per ricoprire il territorio di Eboli sono stati necessari 216 fotogrammi appartenenti ad 11 strisciate. 508 La classificazione del territorio La classificazione delle immagini multispettrali consiste nel processo che permette di ottenere mappe tematiche del territorio osservato, ove con il termine mappa tematica si indica un’immagine costituita da un insieme di punti (pixel) ai quali è associato, oltre alle coordinate spaziali, un’informazione di tipo semantico relativa ad uno specifico tema, la classe o categoria. Alla mappa tematica si arriva attraverso diversi step: - costruzione dell’ortofoto: costruzione del modello digitale del terreno (Dtm), ortorettifica dei fotogrammi, mosaica tura; - classificazione delle immagini; - realizzazione di un geografic information system (Gis). L’ortofoto Il modello digitale del terreno costruito a partire da punti quotati e curve di livello e su cui ortorettificare le immagini ha un passo 20 m. La dimensione del pixel del fotogramma ortorettificato è di 50 cm ed è stata proiettata nel sistema Gauss-Boaga datum Roma40 fuso est. Il ricampionamento, cioè la tecnica che consente di attribuire i valori di radianza dei pixel dell’immagine di partenza alle celle dell’immagine finale corretta, è stato eseguito con l’algoritmo Nearest Neighbor, o del prossimo più vicino il quale presenta il vantaggio di rimanere inalterati i valori di radianza e consente di eseguire le operazioni di calcolo in breve tempo. (Figura 274) 449 A cura del dott. ing. Massimiliano Pepe e del dott. agronomo Alberto Pindozzi. Figura 274 - Digital terrain model (Dtm) 509 Le classi del corine land cover Il progetto corine land cover (Clc) è nato a livello europeo specificamente per rilevamento e il monitoraggio delle caratteristiche di copertura e uso del suolo. Per una classificazione dell’uso del suolo alla scala del 5000, il prodotto 4°livello è senz’altro quello più idoneo a descrivere il territorio. In effetti tale prodotto è un approfondimento del tematico del terzo livello, prevalentemente per i territori boscati e per gli ambienti naturali e seminaturali. Il sistema di nomenclatura del Clc di 3° livello si articola in tre livelli con approfondimento crescente per un totale di 44 classi al terzo livello, 15 al secondo e 5 al primo. (Tabelle 91, 92) Tabe lla 91 – Il sistema di nomenclatura del corine land cover (Clc) 1.1.Zone urbanizzate di tipo residenziale 1.2.Zone industriali, commerciali ed infrastrutturali 1. Superfici artificiali 1.3.Zone estrattive, cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati 1.4.Zone verdi artificiali non agri cole 2.1.Seminativi 2.2.Colture permanenti 2. Superfici agricole utilizzate 2.3.Prati stabili (foraggiere permanenti) 2.4.Zone agricole eterogenee 3.1.Zone boscate 510 3. Territori boscati e ambienti semi naturali 3.2.Zone caratterizzate da vegeta zione arbustiva e/o erbacea 3.3.Zone aperte con vegetazione rada o assente 4.1.Zone umide interne 4. Zone umide 4.2.Zone umide marittime 5.1.Acque continentali 5. Corpi idrici 5.2.Acque marittime 1.1.1.Zone residenziali a tessuto continuo 1.1.2.Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 1.2.1.Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 1.2.2.Reti stradali, ferroviarie e infrastrutture tecniche 1.2.3.Aree portuali 1.2.4. Aeroporti 1.3.1.Aree estrattive 1.3.2. Discariche 1.3.3 Cantieri 1.4.1.Aree verdi urbane 1.4.2.Aree ricreative e sportive 2.1.1.Seminativi in aree non irrigue 2.1.2.Seminativi in aree irrigue 2.1.3 Risaie 2.2.1.Vigneti 2.2.2.Frutteti e frutti minori 2.2.3. Oliveti 2.3.1. Prati stabili (foraggiere permanenti) 2.4.1.Colture temporanee associate a colture permanenti 2.4.2.Sistemi colturali e particellari complessi 2.4.3.Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti 2.4.4.Aree agroforestali 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.2 Boschi di conifere 3.1.3. Boschi misti di conifere e latifoglie 3.2.1.Aree a pascolo naturale e praterie 3.2.2.Brughiere e cespuglieti 3.2.3.Aree a vegetazione sclerofilla 3.2.4 Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione 3.3.1.Spiagge, dune e sabbie 3.3.2.Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 3.3.3.Aree con vegetazione rada 3.3.4.Aree percorse da incendi 3.3.5.Ghiacciai e nevi perenni 4.1.1.Paludi interne 4.1.2. Torbiere 4.2.1.Paludi salmastre 4.2.2.Saline 4.2.3.Zone intertidali 5.1.1.Corsi d’acqua, canali e idrovie 5.1.2 Bacini d’acqua 5.2.1.Lagune 5.2.2.Estuari 5.2.3.Mari e oceani Tabe lla 92 – Approfondimenti tematici de l 4° livello 2.1. Seminativi 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 2.1.1.1. Colture intensive 2.1.1.2. Colture estensive 2.2. Colture permanenti 2.2.4. Arboricoltura da legno 2.2.4.1. Pioppicoltura 2.2.4.2. Latifoglie pregiate (quali ciliegio e noce) 2.2.4.3. Eucalitteti 2.2.4.4. Conifere (quali pino insigne) 2.2.4.5. Impianti misti di latifoglie e conifere 3. TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMI-NATURALI 3.1. Zone boscate 3.1.1. Boschi di latifoglie 3.1.1.1 Boschi a prevalenza di querce e altre latifoglie sempreverdi (quali leccio e sughera) 3.1.1.2 Boschi a prevalenza di querce caducifoglie (cerro e/o roverella e/o farnetto e/o rovere e/o farnia) 3.1.1.3. Boschi misti a prevalenza di altre latifoglie autoctone (latifoglie mesofile e mesotermofile quali acero-frassino, carpino nero-orniello) 3.1.1.4 Boschi a prevalenza di castagno 3.1.1.5 Boschi a prevalenza di faggio 3.1.1.6. Boschi a prevalenza di specie igrofite (quali salici e/o pioppi e/o ontani, ecc.) 3.1.1.7. Boschi ed ex-piantagioni a prevalenza di latifoglie esotiche (quali robinia, e ailanto) 3.1.2. Boschi di conifere 3.1.2.1. Boschi a prevalenza di pini mediterranei e cipressi (pino domestico, pino marittimo, pino d’aleppo) 3.1.2.2 Boschi a prevalenza di pini oro-mediterranei e montani (pino nero e laricio, pino silvestre, pino loricato) 3.1.2.3 Boschi a prevalenza di abeti (quali bianco e/o rosso) 3.1.2.4 Boschi a prevalenza di larice e/o pino cembro 3.1.2.5 Boschi ed ex-piantagioni a prevalenza di conifere esotiche (quali douglasia, pino insigne, pino strobo) 3.1.3. Boschi misti di conifere e latifoglie 3.1.3.1. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di latifoglie 3.1.3.1.1. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di querce e altre latifoglie sempreverdi (quali leccio e sughera) 3.1.3.1.2. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di querce caducifoglie (cerro e/o roverella e/o farnetto e/o rovere e/o farnia) 3.1.3.1.3. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di altre latifoglie autoctone (latifoglie mesofile e mesotermofile quali acero-frassino, carpino nero-orniello) 3.1.3.1.4. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di castagno 3.1.3.1.5. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di faggio 3.1.3.1.6. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di specie igrofite (quali salici e/o pioppi e/o ontani, ecc.) 3.1.3.1.7. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di specie esotiche 3.1.3.2. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di conifere 3.1.3.2.1. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini mediterranei e cipressi (pino domestico, pino marittimo, pino d’aleppo) 3.1.3.2.2. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini oro-mediterranei e montani (pino nero e laricio, pino silvestre, pino loricato) 3.1.3.2.3. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di abeti (quali bianco e/o rosso) 3.1.3.2.4. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di larice e/o pino cembro 3.1.3.2.5. Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di conifere esotiche (quali douglasia, pino insigne, pino strobo) 3.2. Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva e/o erbacea 3.2.1. Aree a pascolo naturale e praterie 3.2.1.1 Praterie continue 3.2.1.2 Praterie discontinue 3.2.3. Aree a vegetazione sclerofilla 3.2.3.1 Macchia alta 3.2.3.2 Macchia bassa e garighe 511 Nelle classi del I V livello tematico non compare la classe relativa alle aree percorse da incendio. Tuttavia in una carta dell’uso del suolo realizzata per una pianificazione a scala urbana, l’individuazione delle aree percorse dal fuoco è fondamentale, in quanto i vincoli che si applicano a tali terreni, come previsto dalla legislazione vigente, comporteranno delle scelte obbligate. In sostanza, pur adottando un IV livello si è sovrapposto uno shape file con l’individuazione delle aree percorse dal fuoco. Superfici artificiali Le superfici artificiali sono classificate attraverso la foto-interpretazione a causa della non naturalità del territorio in esame. In altri termini, le aree antropizzate sono difficili da determinare con metodi automatici. Nel classificare l’ambiente urbano è molto utile l’ausilio di un filtro, in particolar modo di un filtro passa-alto high pass filter (Hpf) il quale ha lo scopo di mettere in evidenza i bordi o i contorni tra gruppi di pixel omogenei. Infatti, con tale filtro è possibile riconoscere con maggior facilità la struttura urbana450 rispetto alle zone di campagna. La metodologia applicata per la classificazione dell’ambito urbano è la medesima anche per le aree industriali o commerciali. Per l’individuazione delle reti ferroviarie, delle reti stradali e di discariche la tecnica migliore è la semplice interpretazione di un’immagine o mosaico di immagini in red green blue (Rgb). Invece per le aree verdi urbane e le aree sportive o ricreative è utilissima un’immagine in falso colore, in quanto la banda dell’infrarosso consente di evidenziare le aree verdi all’interno di un tessuto urbano. (Figura 275) 512 Figura 275 - Esempio di superfici artificiali: aree ve rdi attrezz ate 450 In figura 275 presente nella zona alta dell’immagine. I corpi idrici I corpi idrici possono essere evidenziati all’interno di un software mediante le formule classiche sulla banda dell’IR, ovvero: IF ((banda IR) < SOGLIA) THEN (banda spettrale) ELSE NULL Il valore della soglia non è univoco, in quanto dipende dal momento in cui è stato osservato il territorio e quindi deve essere calibrato volta per volta a seconda della zona da esaminare. Nel caso in esame, il valore della soglia per un fotogramma è 20. (Figura 276) Figura 276 - Estrapolazione dei corpi idrici dall’ortofoto multispe ttrale 513 L’individuazione dei canali o di bacini idrici è importante in quanto consente non solo l’individuazioni di tali aree, ma consente la distinzione tra seminativi irrigui e non irrigui. Quindi per ottenere i suoli potenzialmente irrigui si considerano i canali che attraversano l’intero territorio e, a partire da essi, si costruisce un buffer di 500 m. L’overlay con le classi seminativo consente di individuare quelli irrigui. Le superfici agricole e le aree boscate Le superfici agricole sono state classificate mediante fotointerpretazione. Invece per le aree boscate è stato possibile classificare i boschi di latifoglie da quelli di conifere osservando la firma spettrale per ciascun fotogramma. (Figura 277) Figura 277 - Firma spettale della vege tazione 514 Valutazione dell’accuratezza Le mappe tematiche prima di poter essere utilizzate devono essere sottoposte ad una rigorosa valutazione statistica di accuratezza. Si definisce accuratezza di una mappa tematica la misura dell’accordo tra la mappa tematica, ottenuta dalla classificazione e un riferimento che si assume come corretto (la “verità). La verità è stata determinata sia attraverso basi catastali che mediante verifiche a terra. Il metodo standard di accumulazione delle informazioni ottenute dal confronto pixel a pixel della mappa da valutare rispetto alla mappa di riferimento è basato sulla costruzione della matrice di errore. La Matrice di errore (confusion matrix) è una matrice quadrata in cui vengono organizzati i dati del confronto, ove le colonne rappresentano i dati del riferimento mentre le righe rappresentano i dati della classificazione. Essa è sostanzialmente una tabella delle coincidenze in cui gli elementi sulla diagonale principale rappresentano i casi di corretta classificazione, mentre gli elementi al di fuori della diagonale rappresentano gli errori di classificazione. La matrice di classificazione ottenuta è riportata nella confusion matrix. (Allegato 11) Costruzione del Gis Un Gis per la costruzione della carta dell’uso del suolo si traduce operativamente nella costruzione di uno shape file di tipo poligono contenente i seguenti campi: id; codice Clc; descrizione; area. Il software utilizzato è ArcGis9.2 della Esri®. Utilizzo dei suoli In conclusione si riportano i valori delle aree, in ha, occupate dalle varie classi di uso dei suoli. (Figure 278-281) Figura 278 - Utilizzo degli spazi 14000 12000 10000 8000 6000 515 4000 2000 0 1 Superfici artificiali Superfi ci agricole uti lizzate Territori boscati e ambienti semi-natural i Zone umi de Corpi idrici Figura 279 - Supe rfici artificiali 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1_1_1 1_1_2 1_2_1 1_2_2 1_3_1 Figura 280 - Supe rfici agricole 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 2 _1_1_2 516 2_1_2 2_2_1 2_2_2 2_2_3 2_4_2 2_4_3 Figura 281 - Te rritori boscati e ambienti seminaturali 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 3_1_1_1 3_1_1_6 3_1_2_1 3_2_3_1 3_2_3_2 3_2_4 3_3_1 3_3_3 Il sistema informativo territoriale Nei comuni italiani è osservabile una condizione di arretratezza della qualità previsionale e dell'efficacia degli strumenti di pianificazione urbanistica comunale, sia generale che esecutiva451 . 451 Tale condizione si accentua negativamente nelle regioni centro-meridionali e si può generalmente ascrivere, a un tempo, alle responsabilità di una classe politica disinteressata ed indifferente alla pratica della pianificazione territoriale; alla farraginosità e L'unico momento in cui la conoscenza del territorio interessato al processo di formazione del piano si formalizza o si dovrebbe formalizzare in maniera sufficientemente sistematica, per altro in forma meramente sincronica, coincide con la fase di elaborazione del piano urbanistico comunale, anche se molto vaghi permangono i relativi standard da adottare a tal fine452 . La quasi totalità dei comuni, anche fra i più piccoli, ha maturato, nel tempo, forme di raccolta ed informatizzazione di dati, generalmente finalizzati a problematiche fiscali e tributarie, sebbene utilizzanti supporti e logiche fra le più disparate. Dal canto loro, gli enti locali, ritrovandosi in fisiologiche condizioni di restrizione finanziaria, tendono ad accantonare l'idea di dotarsi si un sistema informativo territoriale (Sit) che identificano con l'avvio di un nuovo e costoso investimento, concettualmente disgiunto dalle fasi di aggiornamento o revisione degli strumenti urbanistici comunali nonché dalla dotazione informativa già presente e consolidata presso gli stessi enti locali o altri enti e aziende operanti sul territorio. A partire dalle su esposte problematiche di scenario, identificabili per la stragrande maggioranza dei comuni italiani, in particolare, di dimensioni medio-piccole e, tendenzialmente, centromeridionali, si pone, quindi, la necessità di esplorare le concrete possibilità di realizzare Sit a basso costo. Ciò può, ad esempio, avvenire in fase di redazione del Puc, o semplicemente in caso di aggiornamento di preesistenti e superati strumenti urbanistici, valutando concretamente la possibilità di procedere alla raccolta ed integrazione del complesso dei patrimoni informativi disponibili da risistemare e potenziare all'interno della fase di conoscenza del territorio, attivata in sede di elaborazione del piano e da progettarsi in forma permanente ed aggiornabile. Il Sit diventa un strumento indispensabile qualora si voglia praticare un nuovo modo di amministrare l’urbanistica, alla luce delle seguenti categorie concettuali: 1) processualità, nei rapporti verticali di sussidiarietà fra i diversi livelli di governo del territorio, ispirati alla pratica della copianificazione o pianificazione cooperativa, e nei rapporti orizzontali tra operatori pubblici e privati finalizzati all’attuazione delle trasformazioni edilizie ed urbanistiche; 2) complessità, come consapevolezza della fitta integrazione strutturale e relazionale del territorio; 3) operatività, quale recupero di efficacia in un regime dualistico di prevedibilità delle trasformazioni territoriali che può essere, ad un tempo, sia forte che debole: il primo, riferito a scelte non negoziabili, in relazione ad invarianti territoriali che impongono un approccio prescrittivo; il secondo a scelte negoziabili in quanto applicabili in condizioni di indifferenza territoriale e caratterizzate da un approccio transattivo; 4) equità, quale distribuzione morbida di vantaggi e svantaggi insiti nell’assegnazione delle destinazioni d’uso del suolo; 5) qualità, rivolta al perseguimento della massima efficienza delle trasformazioni territoriali e dei loro esiti funzionali e formali; 6) trasparenza, come massima democrazia nel controllo delle trasformazioni territoriali e nei meccanismi di formulazione delle scelte, come partecipazione e adozione di criteri di valutazione delle scelte negoziabili e non negoziabili, come diffusione delle informazioni. La riproposizione della forma e dei contenuti del governo del territorio secondo tali categorie concettuali presuppone una sequenza continua di momenti decisionali, quindi, un meccanismo di supporto alle decisioni che si concretizzi in un sistema di produzione e diffusione continua delle conoscenze. Si tratta, in definitiva, di affidare un nuovo ruolo alla conoscenza nei processi di inadeguatezza delle normative urbanistiche statali e regionali; alla cronicamente carente conoscenza del territorio oggetto di previsioni di piano. 452 La suddetta conoscenza, quindi, finisce con il risultare disarticolata, candidata a naturale e rapida obsolescenza, difficilmente integrabile funzionalmente ai fini di un eventuale contributo di merito ai processi di formazione dei piani di area vasta e, non di rado, compiacente e strumentale agli obiettivi previsionali che il piano comunale intende aprioristicamente darsi. 517 governo del territorio, stabilendone i tempi453 e i modi454 , che non ne sia più fuori o prima, ma dentro. Non, quindi, il Sit come sistema a parte ma come grimaldello per scassinare la impenetrabilità delle diverse casseforti di dati incomunicabili, non solo fra enti diversi, ma persino all’interno del singolo ente locale. Tutto ciò per attuare la progressiva geo-referenziazione dei fenomeni fisici, sociali ed economici, documentati nelle banche dati relative all’anagrafe del territorio (AT), nella sua articolazione in anagrafe dei suoli (AS) e di anagrafe delle reti (AR), di cui si da conto nel presente documento. L’anagrafe del te rritorio La conoscenza dell’uso del territorio comunale finalizzato alla redazione del Puc di Eboli, si inquadra nella fase di costruzione del sistema delle conoscenze, che confluirà nel sistema informativo territoriale (Sit)455 . Per Eboli, come per tutti i sistemi urbani, è possibile immaginare una sorta di ordine gerarchicoorganizzativo del territorio, per cui è possibile definire per essa due principali sottosistemi strettamente correlati: 1) primo è la distribuzione spaziale dei vari tipi di attività e degli spazi in cui esse trovano collocazione, il che riguarda l’uso del territorio in senso stretto; 2) il secondo è la struttura e la giacitura dei vari canali attraverso cui si realizzano le interazioni umane e avvengono i relativi flussi di persone, beni e informazioni. 518 L’anagrafe del territorio (AT) costituisce la base conoscitiva fondamentale finalizzata alla redazione del Puc. Essa si articola nell’anagrafe dei suoli (AS) e nell’anagrafe delle reti (AR), che sono mutuamente complementari alla completa copertura conoscitiva del territorio comunale. L'AT si proietta in una dimensione volta ad ottimizzare l'uso attuale del suolo, sia edificato che libero, attenta al capillare recupero delle preesistenze, riguardato come strumento di accelerazione del processo di crescita economica, sostenibile, in quanto ambientalmente compatibile, ed attento a non sprecare l'insieme delle risorse territoriali che rappresentano il vero capitale fisso sociale a supporto di una prospettiva di sviluppo. In tale ottica, l'AT, e in particolare l’AS, assume notevole importanza ai fini del rilancio di una nuova fiscalità urbana, evidenziata anche dalle normative nei settori che conferiscono maggiori competenze e facoltà ai comuni di imporre e fissare tasse e tariffe. L'AT consente, per altro, di individuare le sacche di evasione che impediscono il prelievo fiscale, finalizzato al miglioramento dei servizi erogati ma anche e fondamentalmente a precostituire una riserva attiva di risorse finanziarie rivolte a sostenere forme programmate di manutenzione urbana, oltre che investimenti in attrezzature e servizi. La redazione del Puc diventa, quindi, l'occasione per avviare la costruzione dell'AT, da sostenere e stabilizzare anche successivamente alla fase iniziale di pianificazione del territorio 453 I tempi possono agevolmente ed economicamente coincidere con le fasi di dotazione o aggiornamento degli strumenti urbanistici generali, sede in cui si liberano comunque risorse intellettuali e finanziarie che devono concorrere a prefigurare un Sit su base comunale. 454 I modi coincidono con la raccolta ed integrazione, per gradi, dell’insieme delle conoscenze, la maggior parte delle volte su basi informatiche già disponibili nella pubblica amministrazione, presso le aziende erogatrici di servizi e negli stessi comuni, dando vita ad un sistema colloquiante, evitando di immaginare da subito l’unificazione degli standard informatici che avrebbe costi elevatissimi e spesso non sopportabili, per favorire, viceversa, la più economica creazione di standard informativi. 455 La costituzione di una banca-dati dei suoli, opportunamente articolata in livelli diversi e riferita a elementi geograficamente referenziabili, costituisce la base di riferimento da mettere in relazione, anche in tempi diversi, con altri elementi cartografici, e sulla quale relazionare anche altri archivi comunali o di altri enti pubblici e privati, per articolare e sviluppare altre applicazioni, anche di normale gestione amministrativa. Pertanto, la definizione degli attributi degli elementi geometrici e la struttura e l'organizzazione degli elementi cartografici è pensata in relazione anche a tale esigenza. L’anagrafe dei suoli L’articolazione spaziale della procedura conoscitiva relativa all’AS è fondata sulla suddivisione dell’intero territorio comunale in: suoli urbani; suoli extraurbani. Per suoli urbani si è inteso tutti i suoli racchiusi dal perimetro dei centri edificati, mentre per suoli extraurbani, il complemento ai primi, rispetto all’intero territorio. La caratteristica fondamentale dei suoli urbani è quella di essere urbanizzati, per cui, dovendo costruire l’archivio dell’anagrafe dei suoli urbani, ovvero di tutti i suoli ur banizzati del territorio comunale, quindi anche non edificati, le schede da utilizzare a tal fine, sono state concepite secondo una gerarchizzazione del territorio. Al vertice della gerarchia vi è l’unità territoriale, definita in funzione di una omogeneità funzionale, che in tale ambito può coincidere con la sezione censuaria, corrispondente ad unità insediative, la cui perimetrazione è conforme alle unità di censimento proposte per il comune dall’Istat. Nell’ambito di ciascuna unità territoriale si individuano gli isolati456 . Nell’ambito di ciascun isolato si individuano i lotti edificati e i lotti non edificati; all’interno dei lotti edificati sono ubicati uno o più edifici, ovvero uno o più blocchi edificati457 , e, infine, a ciascun edificio o blocco edificato sono annesse una o più unità immobiliari. L’unità territoriale, l’isolato, l’edificio, o il blocco edificato, e le unità immobiliari, hanno sicuramente una identificazione geometrica univoca. Possono essere individuati, inoltre, la via ed il civico, che possono avere una identificazione geometrica univoca: nel caso dell’edificio, quando esso sia chiaramente individuabile ovvero sia isolato; nel caso del civico, mediante il suo posizionamento qualitativo in planimetria, all’interno del blocco edilizio. Il problema maggiore è rappresentato, quindi, dal fatto che i comuni non dispongono, generalmente, della suddivisione dei tessuti urbani nei singoli edifici di cui sono composti, attesa la inaffidabilità dei dati geometrici catastali, salvo che per gli edifici isolati, e dell’ubicazione dei civici. Tale problema non è praticamente risolvibile nemmeno con la nuova cartografia in quanto, quest'ultima contiene le quote relative alle differenze di altezza tra i volumi planimetricamente rappresentati, ma non evidenzia i singoli edifici, nel senso che, ad esempio, un unico edificio può avere anche coperture a quote diverse. Il rilievo in campo che conduce alla realizzazione degli archivi dell'AS, è l'occasione per verificare le informazioni esistenti sulle proprietà e le caratteristiche del territorio con la possibilità di effettuare una integrazione tra di esse. Per quanto riguarda i suoli extraurbani, anche in questo caso, al fine di costruire l’archivio dell’anagrafe di tali suoli, le schede da utilizzare sono state concepite sulla base di una gerarchizzazione del territorio. 456 Si definiscono tali, uno o p iù lotti edificati, con eventuali lotti non edificati interclusi, delimitati da una maglia viaria. Quest’ultima può essere chiusa o aperta, nell’eventualità che la maglia risulta aperta, per la parte non delimitata da vie, il limite dell’isolato coincide con il limite dei lotti in esso compresi. In tal caso, il confine di ciascun edificio risulterà qualitativamente espresso, recuperando una informazione più precisa relativamente alla individuazione del blocco edificato cui una pluralità di edifici presumibilmente appartengono, non essendo possibile una loro distin zione. Per blocco edificato si intenderà, dunque, sulla base di quanto ora detto, un insieme di edifici per i quali, appunto, non è possibile una individuazione geometricamente esatta ma solo qualitativa, così costituendo, di fatto, esso stesso un edificio, mentre si parla di edificio quando è percepibile, senza equivoci, la reale forma geometrica dello stesso, in assenza di un rilievo architettonico. Una accurata riflessione sul catastale potrebbe sicuramente aiutare nella suddivisione in edifici, ma resta, pur sempre, un problema di non attendibilità nell'associazione di ciascun edificio ad una particella e viceversa. Potrebbero, infatti, essersi verificate delle fusioni particellari a seguito di ristrutturazioni o ricostruzioni o altre vicende nell'assetto proprietario che ne abbiano modificato la biunivoca corrispondenza. 457 Relativamente alla dualità edificio / blocco edificato, è importante precisare subito che, in assenza di un rilievo strettamente architettonico, non praticabile in una fase di raccolta di dati su base comunale, si assume l'impossibilità di accertare la reale forma geometrica e la posizione degli edifici, qualora essi siano in continuità fisica fra loro e nel caso che il tracciamento delle dividenti architettoniche, pur individuate nella nuova cartografia numerica, non corrisponda alla linea di separazione di corpi di fabbrica in aderenza, ma solo la differente quota delle coperture degli edifici. 519 Al vertice della gerarchia vi è l’unità territoriale, definita in funzione di un’omogeneità morfologica. Nell’ambito di ciascuna unità territoriale la gerarchia si sviluppa in rapporto a due eventualità principali: presenza di suoli non urbanizzati; presenza di suoli urbanizzati458 . L’elemento che permette di classificare i suoli extraurbani in urbanizzati e non urbanizzati è rappresentato dal modo con cui l’edificio, in senso lato, si relaziona con il contesto: una netta discontinuità tra il lotto e il contesto ci dice che siamo in presenza di un lotto extraurbano urbanizzato; nel caso in cui ciò non si verifica, siamo in presenza di un lotto extraurbano non urbanizzato . In presenza di suoli extraurbani urbanizzati, la gerarchizzazione prevede nell’ambito dell’unità territoriale, l’isolato che contiene al suo interno il lotto edificato, a cui corrisponde l’edificio con la/le unità immobiliare/i e, eventualmente, il lotto non edificato. 520 L’anagrafe delle reti459 Per anagrafe delle reti si intende l’individuazione della rete viaria, la sua discretizzazione e la sua caratterizzazione geometrico-funzionale. Le finalità sono molteplici: costruzione di un patrimonio conoscitivo, classificazione delle infrastrutture, identificazione della gerarchia esistente, identificazione di criticità e dell’efficienza delle infrastrutture relativamente alla rispettiva funzione, ausilio alla definizione di strategie di intervento infrastrutturale e/o gestionale, ausilio alla costruzione di un modello di simulazione delle prestazioni offerte dal sistema viario. L’attività si articola nelle seguenti sub-attività: - selezione delle infrastrutture rilevanti; - costruzione del grafo rappresentativo della rete; - caratterizzazione degli elementi del grafo. A valle della costruzione del grafo e della sua caratterizzazione, si procederà alla classificazione della rete viaria secondo il Dm 6792 del 5.11.2001 ed alla definizione di quello che può essere definito il livello di efficienza delle strade. Selezione delle infrastrutture rilevanti Nella fase di selezione delle infrastrutture rilevanti vengono individuate le infrastrutture di trasporto presenti nell’area di studio che svolgono una funzione rilevante di collegamento fra le diverse zone in cui si è suddivisa l’area di studio e fra queste e le zone esterne. La scelta degli elementi da considerare è strettamente collegata alle finalità per le quali si costruisce il modello. L’insieme degli elementi considerati per una particolare applicazione viene talvolta denominato rete di base o schema di base ed è di solito rappresentata graficamente evidenziando le infrastrutture sulle quali avvengono i servizi di trasporto estratti e le principali caratteristiche funzionali. Nella implementazione di un’anagrafe viaria a supporto di un Puc, si è soliti concentrare l’attenzione su tutte le infrastrutture transitabili da un autoveicolo. In particolare, sono considerati tutti i tipi di tratti stradali riconoscibili dalla cartografia del territorio comunale, ad eccezione dei piccoli sentieri aventi un’evidente funzione di accesso privato alle abitazioni più distanti dagli assi principali. (Figura 282) 458 Infatti, quando l’edificio non s i relazione con il contesto, si parla di suo lo extraurbano urbanizzato, quando invece vi è rapporto si parla di suolo extraurbano non urbanizzato. Per quanto detto, quindi, in presenza di suoli non urbanizzati la gerarchizzazione prevede nell’ambito dell’unità territoriale le superfici fondiarie e nell’ambito di esse i manufatti, gli edifici rurali e le unità immobiliari rurali. 459 A cura del Gruppo di lavoro presso il DiCiv dell’Università di Salerno: ing. Stefano de Luca, ing. Armando Cartenì, ing. Roberta Caponigri. Figura 282 - Schema della circolazione stradale del Comune di Eboli. Capoluogo Costruzione del grafo In generale, si definisce rete un grafo ai cui archi è associata una caratteristica quantitativa. I grafi, a loro volta, sono definiti come una coppia ordinata di insiemi: N, insieme di elementi detti nodi, ed L, insieme di coppie di nodi appartenenti ad N, detti archi o rami460 . Ciascun arco del grafo utilizzato per rappresentare un sistema di trasporto corrisponde ad una fase dello spostamento, cioè alla percorrenza di un elemento fisico (ad esempio, un tronco stradale) e/o a una attività connessa allo spostamento (ad esempio, l’attesa di un treno ad una stazione); in entrambi i casi, l’attraversamento dell’arco è caratterizzato da un tempo di trasferimento e/o da altri oneri sopportati dall’utente. Il costo generalizzato medio di trasporto, o più sinteticamente il costo di trasporto di un arco, è una variabile che sintetizza il valore medio delle diverse voci di costo sopportate dagli utenti, così come da loro percepite nella effettuazione delle scelte di trasporto, e, più in particolare, nella scelta del percorso. In altri termini, il costo di trasporto di un arco riflette la disutilità degli utenti a percorrere l’arco stesso (attraversare l’elemento fisico e/o svolgere l’attività rappresentata dall’arco). Gli elementi che compongono il costo di trasporto sono in generale grandezze non omogenee, quali, per esempio: tempo di percorrenza, costo monetario, discomfort. La costruzione di un grafo rappresentativo dei collegamenti offerti da un sistema di trasporto richiede la definizione degli elementi che lo costituiscono, cioè nodi e archi, in funzione delle caratteristiche del sistema fisico che si intende rappresentare; successivamente, si dovranno individuare gli elementi che si ritengono significativi ai fini dell’analisi del sistema reale e per i quali si vogliono conoscere flussi e prestazioni. 460 Simbolicamente un grafo G può essere indicato come G=(N,L). I grafi utilizzati per le reti di trasporto sono in generale orientati; ovvero gli archi hanno un verso e le coppie di nodi che li definiscono sono coppie ordinate. Un arco che collega la coppia di nodi (i,j) può essere indicato con un unico indice che ne rappresenta la posizione nella lista di tutti gli archi del grafo oppure con la coppia di indici (i,j) relativi al nodo iniziale e al nodo finale dell’arco stesso. 521 522 In ogni caso, nodi e archi saranno relativi all’insieme delle infrastrutture di trasporto che sono state individuate come rilevanti. Nella definizione degli elementi di un grafo, cioè nodi e archi, è possibile introdurre i primi in funzione dei secondi o viceversa. Gli archi rappresentano fasi o attività dello spostamento fra le diverse zone di traffico consentite dal sistema di offerta di trasporto in oggetto, per le quali si ipotizza che siano omogenee le caratteristiche fisiche e funzionali dell’offerta, e quindi le modalità di funzionamento, e alle quali è possibile associare un costo generalizzato di trasporto. In questo senso, gli archi costituiscono una discretizzazione degli spostamenti in segmenti di uguali caratteristiche e il livello di dettaglio di tale discretizzazione può, ovviamente, essere assai diverso per lo stesso sistema fisico e dipende dai fini dell’analisi. I nodi corrispondono ad eventi significativi che delimitano le fasi degli spostamenti (archi). I nodi possono corrispondere a punti di coordinate spaziali (luoghi) e/o temporali (istanti) diverse nei quali si svolgono gli eventi rappresentati dai nodi. Nelle reti sincroniche i nodi non sono individuati da una specifica coordinata temporale, ma lo stesso nodo rappresenta eventi che avvengono in diversi istanti, come, ad esempio, i diversi istanti di ingresso o di uscita da un tronco stradale; un’intersezione, una stazione, sono rappresentati da un nodo che rappresenta gli eventi ingresso, uscita, ecc. La costruzione del grafo presenta diversi gradi di difficoltà in funzione del sistema che si intende rappresentare e del livello di dettaglio a cui è necessario spingere tale rappresentazione461 . Nei grafi rappresentativi di sistemi stradali i nodi sono di solito localizzati in corrispondenza delle intersezioni fra tronchi stradali estratti, ossia considerati nel modello di offerta; i nodi possono essere localizzati anche in corrispondenza di variazioni molto significative delle caratteristiche geometriche e/o funzionali di un singolo tronco (ad esempio, riduzione di larghezza, tortuosità, strettoie, ecc.). Non vengono invece rappresentate con nodi le intersezioni con tronchi stradali secondari non considerati nello schema di rete. (Figura 283) Caratterizzazione degli elementi del grafo. Caratterizzare gli elementi del grafo significa associare a ciascuno di essi informazioni inerenti alle caratteristiche geometriche e funzionali degli elementi che lo compongono. Entrambe le informazioni sono utili per l’implementazione di strategie di intervento sul territorio, sul sistema di trasporto e/o per l’implementazione di modelli finalizzati alla simulazione del funzionamento del sistema di trasporto. Le caratteristiche geometriche sono utili per classificare le infrastrutture in base alla loro larghezza, al loro andamento planimetrico e altimetrico. Siffatta classificazione è utile per confrontare le reali caratteristiche geometriche con le caratteristiche che le infrastrutture dovrebbero avere in base alla funzione che esse hanno o che avranno nell’ambito del sistema di trasporto. Le caratteristiche funzionali rappresentano tutte le particolarità che influenzano la funzionalità della infrastruttura stessa, ovvero quelle particolarità che possono incidere sul corretto deflusso veicolare e/o pedonale. La loro rilevazione è utile per fini di classificazione, per valutazioni di coerenza rispetto alla funzionalità usuale e, non ultima, per l’implementazione di modelli matematici finalizzati alla stima del costo generalizzato di trasporto che gli utenti affrontano nell’attraversamento dell’infrastruttura stessa. 461 In generale, si può dire che i progetti relativi ad interventi di breve periodo, o di esercizio, come il piano di circolazione di un quartiere o il progetto delle linee di un sistema di trasporto pubblico, richiedono una rappresentazione molto dettagliata del sistema reale mentre progetti, o piani, di livello strategico sono di so lito relativi a sistemi più ampi per estensione geografica e per numero di elementi; in questo caso, tuttavia, è di solito sufficiente un livello di dettaglio minore e, pertanto, si utilizzano schematizzazioni più aggregate. Figura 283 - L’offe rta di trasporto stradale e grafo del Comune di Eboli. Capoluogo 523 Per la caratterizzazione degli elementi del grafo è necessario effettuare un’indagine specifica che prevede il sopralluogo e l’analisi cartografica delle infrastrutture coinvolte. L’indagine prende spunto dagli elementi individuati dal grafo (archi e nodi) e li analizza separatamente. Per ciascun nodo, si definisce un codice identificativo e si rileva: la quota altimetrica, la superficie totale e quella utile, scevra cioè, dell’area non direttamente utilizzabile, nonché la tipologia ed il numero di archi confluenti. Si valuta, inoltre, la presenza di un’adeguata e sufficiente segnaletica di regolamentazione del traffico e della sosta, la presenza di marciapiedi, con le relative caratteristiche costruttive, di un efficiente sistema di smaltimento delle acque meteoriche e, infine, di un impianto di illuminazione pubblica. È ragionevole, infine, enumerare ed evidenziare gli elementi di disturbo al flusso pedonale sui marciapiedi, quali cassonetti e cestini della nettezza urbana, chioschi ed edicole posti fuori della loro sede opportuna, od anche negozi ed attività varie che possono essere di intralcio ad un regolare deflusso veicolare. A ciascuno arco stradale si associano le corrispondenti caratteristiche geometriche ed un numero consistente di informazioni in grado di descrivere in maniera dettagliata le caratteristiche funzionali e in grado di fornire informazioni sull’attuale uso, proprietà e stato della infrastruttura stessa. Le voci prese in considerazione solitamente sono: il numero identificativo, la via civica, i nodi di estremità con le corrispettive quote sul livello del mare. Si considerano tutti i parametri fisici, quali: lunghezza, larghezza propria e dei componenti presenti, assetto proprietario, stato e tipologia di pavimentazione della sede stradale; si definisce il senso di marcia, la regolamentazione e la situazione dei parcheggi, l’illuminazione adeguata o scarsa della carreggiata, la presenza di passaggi pedonali, nonché, come per i nodi, l’esame di dispositivi di disciplina delle acque bianche. (Figura 284) (Tabella 93) Figura 284 - Larghezze delle infrastrutture stradali 524 Tabe lla 93 – Caratte ristiche rile vate info1 Via/piazza Nodo i Nodo j Quota nodo i Quota nodo j Lunghezza Lunghezza__ Larghezza tot Larghezza carreggiata Larghezza banchina Larghezza pista ciclabile Pendenza Presenza tratti curvi Numero tratti curvi Lungh tratti curvi Tratto di crisi Discontinuità Distanza disc dal nodo i Distanza disc dal nodo j Tipologia costruttiva Assetto proprietario Strada pavimentata Tipo di pavimentazione stradale Qualità pavimentazione stradale Marciapiede dx Lungh marc dx Largh marc dx Pavimentazione marc dx Tipo pavimentazione marc dx info2 Qualità smaltimento traffico Disturbo laterale dx Num accessi carrabili dx Num attività commli dx Num uffici pubblici o privati dx Num edicole dx Num campane racc vetro dx Num cassonetti NU dx Elementi dx in sede propria Occupaz suolo pubblico Disturbo laterale sx Num accessi carrabili sx Num attività commli sx Num uffici pubblici o privati sx Numero edicole sx Num campane racc vetro sx Num cassonetti NU sx altro Elementi sx in sede propria Sezione censuaria Collocazione legislativa Sup laterale dx trasformata Sup agricola dx Tipologia sup agricola dx Sup edificata dx Tipologia sup edif dx Funz prevalente sup edif dx Sup laterale sx trasformata Sup agricola sx info3 Sosta lato dx Tipologia sosta dx Sosta lato sx Tipologia sosta sx Sosta illegale dx Funzionalità limitata dx Sosta illegale sx Funzionalità limitata sx Sosta sul marciapiede dx Marciapiede dx occupato per sosta Lungh marciap dx occupata per sosta Lungh lato dx della strada occupata per sosta Sup lato dx della strada occupata per sosta Sosta sul marciapiede sx Marciapiede sx occupato per sosta Lungh lato sx strada occupata per vari motivi Lungh lato sx strada occupata perla sosta Sup lato sx della strada occupata per sosta Presenza elementi fisici sul marciapiede dx Elementi fisici sul marciapiede dx Ostacoli alla deambulazione sul marciap dx Numero ostacoli dx Presenza elementi fisici sul marciapiede sx elementi fisici sul marciapiede sx Ostacoli alla deambulazione sul marciap sx Numero ostacoli sx Presenza di illuminazione pubblica Tipo di illuminazione Qualità illuminazione info1 Qualità pavimentazione marc dx Marciapiede sx Lungh marc sx Largh marc sx Pavimentazione marc sx Tipo pavimentazione marc sx Qualità pavimentazione marc sx Senso di marcia Movimento servito info2 Tipologia sup agricola sx Sup edificata sx Tipologia sup edif sx Funz prevalente sup edif sx Presenza aree di sosta Regolamentazione sosta lato dx Tipo di regolamentazione dx regolamentazione sosta lato sx Tipo di regolamentazione sx info3 Presenza passaggi pedonali Numero passaggi pedonali Tipologia passaggi pedonali Se a livelli sfalsati: Presenza sistemi di disciplina delle acque bianche lato dx Tipologia sistemi di smaltimento idrico dx Presenza sistemi di disciplina delle acque bianche lato sx Tipologia sistemi di smaltimento idrico sx Foto panoramica, Foto particolari Stralcio cartografia Foto aerea La classificazione gerarchica delle strade La classificazione gerarchica delle strade ha l’obiettivo di determinare e rappresentare le tipologie di reti e di strade presenti sul territorio comunale secondo la classificazione stabilita dalla normativa vigente. Il database da associare alla rete si sofferma, pertanto, sulle caratteristiche funzionali dei singoli tratti stradali, tenendo a riferimento il Dm 6792 del 5.11.2001. La riorganizzazione della rete stradale in modo gerarchico (gerarchizzazione della rete viaria) consiste nella classificazione delle strade in categorie che siano rappresentative della funzione che ciascuna di esse ha nell’ambito della mobilità di merci e persone. La gerarchizzazione della rete viaria ha l’obiettivo di ridurre le promiscuità tra le diverse componenti di traffico e di privilegiare la mobilità degli utenti deboli (pedoni e ciclisti) e del trasporto collettivo su strada, laddove sorgano conflitti forti. Nelle direttive vengono ripresi i quattro tipi fondamentali di strade urbane, come dalla classificazione del Cnr (strade primarie, di scorrimento, di quartiere e locali) e possono essere previste altre tre tipologie di strade con funzione e caratteristiche intermedie rispetto ai tipi Cnr (di scorrimento veloce, interquartiere, locali interzonali). L’insieme di strade citate, tranne le strade locali, formano la rete principale urbana, caratterizzata dalla funzione preminente di servire i movimenti motorizzati della popolazione attraverso l’esclusione della sosta veicolare dalle relative carreggiate; le rimanenti locali formano la rete locale urbana, con la funzione preminente di soddisfare le esigenze dei pedoni e della sosta veicolare. È importante tenere presente che le intersezioni viarie di ogni tipo di strada sono ammesse esclusivamente con strade dello stesso tipo o di tipo immediatamente precedente o seguente. La gerarchizzazione della rete viaria comporta, nel medio periodo, un ridisegno architettonico delle strade in relazione alla loro funzione. Si può, cioè, addivenire ad un significativo recupero degli spazi stradali, se opportunamente dimensionali ed utilizzati. Con riferimento a quanto previsto dalla classificazione funzionale delle strade, di cui all’art. 2 del Ncs, di cui al DLgs 285/1992 e smi, ed in considerazione dei quattro fattori fondamentali sopra elencati, si possono individuare, nel sistema globale delle infrastrutture stradali, quattro livelli di rete, ai quali far corrispondere le relative funzioni. E’ possibile, inoltre, una corrispondenza indicativa tra gli archi della rete e i tipi di strade previsti dal Ncs. (Tabelle 94, 95) 525 Tabe lla 94 – Classificazione funzionale delle strade ai sensi del Ncs Rete A - rete primaria (di transito, scorrimento) B - rete principale (di distribuzione) C - rete secondaria (di penetrazione) D -rete locale (di accesso) strade corrispondenti secondo codice in ambito extraurbano in ambito urba no autostrade extraurbane autostrade urbane strade extraurbane principali strade urbane di scorrimento strade extraurbane principali strade urbane di scorrimento strade extraurbane secondarie strade urbane di quartiere strade locali extraurbane strade locali urbane Tabe lla 95 – Ge rarchia della re te stradale ai sensi del Dm 6792 del 5.11.2001 A - RETE PRIMARIA - movimento servito: - entità dello spostamento: - funzione nel territorio: - componenti di traffico: B - RETE PRINCIPALE - movimento servito: - entità dello spostamento: - funzione nel territorio: 526 - componenti di traffico: C - RETE SECONDARIA - movimento servito: - entità dello spostamento: - funzione nel territorio: - componenti di traffico: D - RETE LOCALE - movimento servito: - entità dello spostamento: - funzione nel territorio: - componenti di traffico: transito, scorrimento distanze lunghe nazionale e interregionale in ambito extraurbano, di intera area urbana in ambito urbano componenti limitate distribuzione dalla rete primaria alla secondaria ed eventualmente alla locale media distanza interregionale e regionale in ambito extraurbano, interquartiere in ambito urbano componenti limitate penetrazione verso la rete locale distanza ridotta provinciale e interlocale in ambito extraurbano, di quartiere in ambito urbano tutte le componenti accesso breve distanza interlocale e comunale in ambito extraurbano, interna al quartiere in ambito urbano tutte le componenti Individuata la classe funzionale di ciascuna delle reti stradali formanti il sistema globale, è possibile individuare gli elementi componenti della stessa, cioè le strade, definendo per essi le caratteristiche d’uso e di collocazione più idonea. In linea teorica, la funzione principale assegnata alla singola strada deve coincidere con quella propria della rete di appartenenza. In realtà, si può raggiungere solo una coerenza funzionale tra rete ed elemento stradale; a tale proposito può essere utile definire, per il singolo tronco stradale, una funzione principale ed eventuali funzioni secondarie, le quali, però, per garantire il buon funzionamento della rete, devono corrispondere alle funzioni principali delle classi funzionali contigue a quella propria dell’elemento oggetto di studio. (Tabella 96) Tabe lla 96 – Schema di contiguità ge rarchico - funzionale tipo di strada primaria principale funzio ne transito, scorrimento z distribuzione | penetrazione accesso zf unzione principale propria |f unzione principale della classe adiacente | z | secondaria locale | z | | z Da ciò emerge che, per il buon funzionamento del sistema globale, è necessaria una chiara attribuzione di funzioni alle singole reti ed una precisa individuazione delle funzioni principali e secondarie per i rispettivi archi; in questo modo è possibile evitare che i singoli elementi stradali appartengano contemporaneamente a diverse classi di reti. Inoltre, per assicurare il funzionamento del sistema globale devono essere aggiunte le interconnessioni che, se omogenee, collegano strade della stessa rete, e se disomogenee collegano, di norma, strade appartenenti a reti di livello funzionale adiacente. Si individuano le seguenti classi di interconnessione: - interconnessione primaria, nella rete primaria e tra rete primaria e rete principale; - interconnessione principale, nella rete principale e fra rete principale e rete secondaria; - interconnessione secondaria, nella rete secondaria e tra rete secondaria e rete locale; - interconnessione locale; nella rete locale. Tali nodi o interconnessioni hanno caratteristiche tecniche diverse a seconda della classe funzionale cui appartengono. Inoltre, essi sono presenti sulle reti in numero crescente al diminuire della loro collocazione gerarchica. All’interno di un sistema globale di reti esistenti è possibile l’assenza di qualche livello funzionale; ciò risulta accettabile purché venga rispettato l’ordinamento gerarchico dei movimenti fra elementi stradali gerarchicamente più prossimi. Conformemente a quanto previsto all'art.2 del Ncs, le strade sono classificate, con riguardo alle loro caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali, nei seguenti tipi: A. Autostrade (extraurbane ed urbane) B. Strade extraurbane principali C. Strade extraurbane secondarie D. Strade urbane di scorrimento E. Strade urbane di quartiere F. Strade locali (extraurbane ed urbane) Il Dm 6792 del 5.11.2001 sulle norme geometriche delle strade, che sostituisce le norme Cnr del 1981, definisce nel dettaglio caratteristiche geometriche sia della piattaforma, sia del tracciato planimetrico e altimetrico in funzione dello standard, dalla categoria A alla categoria F. Sono definiti, inoltre, gli standard per: gallerie, corsie per veicoli lenti, limiti di visibilità, elementi di arredo (valori minimi per banchine, spartitraffico, marciapiedi, piazzole, ecc.). Sono, infine, indicati, ad esempio: la velocità, le pendenze trasversali, l’aderenza, i raggi minimi di curvatura. (Tabella 97-101) 527 Tabe lla 97 – Caratte ristiche geome triche delle tipologie stradali come da Dm 6792 del 5.11.2001 Tipologia (codice) Strada principale Strada di servizio (eventuale) Strada principale Strada di servizio (eventuale) Strada principale Strada di servizio (eventuale) Vp min (Km/h) 90 40 80 40 70 40 60 0,07 0,170 118 Strada principale Strada di servizio (eventuale) 50 25 0,05 0,035 0,205 0,220 77 19 Ambito territoriale Extraurbano Autostrada A Urbano Extraurbana principale Extraurbana secondaria Urbana di scorrimento Urbana di quartiere B Extraurbano C Extraurbano D Urbano Denominazione qmax fmax 0,07 0,07 0,07 0,035 0,07 0,07 0,118 0,018 0,130 0,210 0,147 0,210 R min (m) 339 45 252 51 178 45 E Urbano 40 0,035 0,210 51 F Extraurbano Urbano 40 25 0,07 0,035 0,210 0,220 45 19 Locale Tabe lla 98 – Composizione della carre ggiata. Indicatore: velocità di progetto Intervallo di velocità di progetto TIPI SECONDO IL CODICE 1 2 A 528 URBANO EXTRAURBANA PRINCIPALE EXTRAURBANA SECONDARIA 6 7 strada principale 130 2 o più 90 140 eventuale strada di servizio strada principale 90 1 o più 40 100 130 2 o più 80 140 eventuale strada di servizio strada principale 50 1 o più 40 60 110 2 o più 70 120 eventuale strada di servizio C1 90 1 o più 40 100 90 1 60 100 C2 3 EXTRAURBANO AUTOSTRADA 4 Numero di corsie per senso di marcia 5 AMBITO TERRITORIAL E B C EXTRAURBANO EXTRAURBANO URBANA DI SCORRIMENTO D URBANO URBANA DI QUARTIERE E URBANO LOCALE F EXTRAURBANO URBANO C1 - F1 = strada extraurbana a traffico sostenuto C2 - F2= strada extraurbana a traffico limitato LIMIT E DI VELOCITA' Limite inferiore (km/ora) Liite superiore (km/ora) 90 1 60 100 strada principale 70 2 o più 50 80 eventuale strada di servizio 50 1 o più 25 60 50 1 o più 40 60 F1 90 1 40 100 F2 90 1 40 100 50 1 o più 25 60 Tabe lla 99 – Composizione della carre ggiata. Indicatore: dimensioni corsie TIPI SECONDO IL CODICE 1 2 strada principale eventuale strada di servizio strada principale eventuale strada di servizio strada principale eventuale strada di servizio C1 C2 strada principale eventuale strada di servizio A URBANO EXTRAURBANA PRINCIPALE B EXTRAURBANO EXTRAURBANA SECONDARIA C EXTRAURBANO URBANA DI SCORRIMENTO D URBANO URBANA DI QUARTIERE E URBANO LOCALE F F1 F2 EXTRAURBANO URBANO * ** *** **** ***** 3,50 ** - 0,50 1,25 - 3,75 1,80 0,70 2,50 ***** 3,00 3,50 ** - 0,50 0,50 - 3,75 2,50 *** 0,50 1,75 - 3,50 ** 2,00 **** 0,50 1,25 - 3,75 3,50 3,25 * 1,80 0,50 1,50 1,25 1,00 - 2,75 ** - 0,50 0,50 - 3,00 *** - - 0,50 - 3,50 3,25 2,75 ** - - 1,00 1,00 0,50 - 3 EXTRAURBANO AUTOSTRADA m 9 2,60 Larghezza min. della banchina in sinistra m 10 0,70 Larghezza min. dello spartitraffico AMBITO TERRITORIAL E 3,75 Larghezza min. della banchina in destra m 11 2,50 ***** Larghezza della corsia di emergenza m 12 3,00 m 3,50 per una corsia per senso doi marcia, se strada percorsa da autobus nel caso di una strada a senso unico con una sola corsia, la larghezza complessiva della corsia più le banchine deve essere non inferiore a 5,50m incrementando la corsia sino ad un massimo di m 3,75 e riportando la differenza sulla banchina in destra. per spartitraffico che ricade nel margine interno per spartitraffico che ricade nel margine laterale in assenza di corsia die emergenza 529 Tabe lla 100 – Composizione de lla carreggiata. Indicatore : livello di se rvizio TIPI SECONDO IL CODICE 1 AMBITO TERRITORIAL E 2 3 EXTRAURBANO AUTOSTRADA A URBANO EXTRAURBANA PRINCIPALE B EXTRAURBANO EXTRAURBANA SECONDARIA C EXTRAURBANO URBANA DI SCORRIMENTO D URBANO URBANA DI QUARTIERE E LOCALE F URBANO EXTRAURBANO URBANO * ** *** **** ***** strada principale eventuale strada servizio strada principale eventuale strada servizio strada principale eventuale strada servizio C1 C2 strada principale eventuale strada servizio F1 F2 di di di di Larghezz a min. del margine interno Larghezz a min. del margine laterale m m 13 4,00 (a) 14 6,1 (b) LIVELL O DI SERVIZIO Portata di servizio per corsia Larghezza minima del marciapiedi autoveic. equiv./ora 16 1100 650 (d) 1350 1550 1150 (d) 1650 1000 650 (d) 1200 600 (e) 600 (e) 950 1,50 m - - 2,80 (a) 3,30 (b) 15 B (2 o più corsie) C (1 corsia) C( 2 o più corsie) C( 2 o più corsie) D (1 corsia) D( 2 o più corsie) B (2 o più corsie) C (1 corsia) C( 2 o più corsie) C (1 corsia) C (1 corsia) CAPACITA' (c) - - CAPACITA' (c) 950 1,50 - CAPACITA' (c) 800 1,50 - C (1 corsia) C (1 corsia) CAPACITA' (c) 450 (e) 450 (e) 800 1,50 - - 3,20 (a) 5,30 (b) - - 3,50 (a) 4,25 (b) 0,50 (segnaleti ca orizzontal e) - 17 1,50 colonne 9 + (10x2) colonne 9 + 10 della starda di servizio + 11 + 12 in questo caso il livello d i servizio non diende solo dalla regolazione delle intersezioni (ad s. durata di ciclo semaforico, tempo di verde) nell'ipotesi di flusso 100% in una direzione e percentuale di visibilità per sorpasso 0% nell'ipotesi di flussi bilanciati nei due sensi (percentuale di visibilità per il sorpasso 100%) Tabe lla 101 – Composizione de lla carreggiata. Indicatore : funzione TIPI SECONDO IL CODICE 1 AMBITO TERRITORIAL E Regolazione della sosta 3 18 Ammessa in spazi separati con immissioni ed uscite concentrate 2 strada principale EXTRAURBANO eventuale strada di servizio AUTOSTRADA A strada principale URBANO eventuale strada di servizio strada principale EXTRAURBANA PRINCIPALE B EXTRAURBANO eventuale strada di servizio EXTRAURBANA SECONDARIA C1 C EXTRAURBANO C2 strada principale URBANA DI SCORRIMENTO 530 URBANA DI QUARTIERE D URBANO eventuale strada di servizio E URBANO F1 EXTRAURBANO LOCALE F2 Ammessa in appositi spazi (fascia di sosta) Ammessa in spazi separati con immissioni ed uscite concentrate Ammessa in appositi spazi (fascia di sosta) Ammessa in spazi separati con immissioni ed uscite concentrate o in piazzole di uscita Ammessa in appositi spazi (fascia di sosta) Ammessa in piazzole di sosta Ammessa in spazi separati con immissioni ed uscite concentrate Ammessa in appositi spazi (fascia di sosta) Ammessa in appositi spazi (fascia di sosta) Ammessa in piazzole di sosta F URBANO Ammessa in appositi spazi (fascia di sosta) Regolazione dei mezzi pubblici 19 Regolazione del traffico pedonale 20 Esclusa la fermata Escluso Esclusi Fermate organizzate in apposite aree al fianco delle carreggiate In banchina Ammessi Esclusa la fermata Escluso Esclusi Su marciapiedi protetti Ammessi Escluso Esclusi In banchina Ammessi In banchina Ammessi Corsia riservata e/o fermate organizzate Su marciapiedi protetti Esclusi Piazzole di fermata Su marciapiedi Ammessi Su marciapiedi Ammessi In banchina Ammessi Su marciapiedi Ammessi Piazzole di fermata o eventuale corsia riservata Ammessa in spazi separati con immissioni ed uscite apposite Fermate organizzate in apposite aree al fianco delle carreggiate Fermate organizzate in apposite aree al fianco delle carreggiate Piazzole di fermata o eventuale corsia riservata Fermate organizzate in apposite aree al fianco delle carreggiate Piazzole di fermata Accessi 21 Il livello di efficienza delle strade Il livello di efficienza delle strade ha l’obiettivo di determinare e rappresentare l’efficienza degli archi della rete stradale, confrontando i requisiti tecnici minimi imposti dalla normativa vigente, definiti per ciascuna classe funzionale, con le caratteristiche geometriche che le strade presentano allo stato di fatto. In seguito all’analisi geometrica e funzionale della rete stradale presente sul territorio comunale, effettuata mediante l’ausilio della costruzione del grafo, è possibile effettuare la valutazione dell’efficienza di ogni singolo tratto. L’efficienza degli archi del grafo è valutata, in particolare, confrontando la larghezza media misurata di ciascun singolo tratto con la larghezza minima stabilita dalla normativa vigente in base alla classificazione funzionale di appartenenza. Per i tratti appartenenti alla rete primaria la metodologia è la seguente. Per le strade urbane locali la normativa nazionale prevede una sezione minima di 5,50 m che, per i tratti a doppio senso di marcia, diventa di 9,50 m. Pertanto, tutti gli archi appartenenti alla classe delle strade urbane locali, aventi una larghezza media inferiore ai 5,50 m, sono stati considerati inefficienti, quelli caratterizzati da una sezione compresa tra i 5,50 m e i 9,50 m sono stati valutati come efficienti ma solo nel caso di senso unico di marcia, mentre quelli aventi una larghezza media di almeno 9,50 m sono stati considerati efficienti. Per le strade extraurbane locali la normativa prevede, invece, tratti a doppio senso di marcia aventi una larghezza media minima pari a 8,50 m. Pertanto, tutti gli archi, appartenenti alla classe delle strade extraurbane locali, aventi una larghezza media inferiore agli 8,50 m sono stati considerati inefficienti, mentre quelli aventi una sezione di almeno 8,50 m sono stati considerati efficienti. Per i tratti appartenenti alla rete secondaria la metodologia è analoga. In particolare, la normativa prevede per le strade urbane secondarie una sezione minima di 5,50 m che, per i tratti a doppio senso di marcia, diventa di 10,00 m. Pertanto, tutti gli archi, appartenenti alla classe delle strade urbane locali, aventi una larghezza media inferiore ai 5,50 m sono stati considerati inefficienti, quelli caratterizzati da una sezione compresa tra i 5,50 m e i 10,00 m sono stati valutati come efficienti ma solo nel caso di senso unico di marcia, mentre quelli aventi una larghezza media di almeno 10,00 m sono stati considerati efficienti. Per le strade extraurbane secondarie la normativa prevede, invece, tratti a doppio senso di marcia aventi una larghezza media minima pari a 9,50 m. Pertanto tutti gli archi, appartenenti alla classe delle strade extraurbane secondarie, aventi una larghezza media inferiore a 9,50 m sono stati considerati inefficienti, mentre quelli aventi una sezione di almeno 9,50 m sono stati considerati efficienti. La valutazione dell’efficienza è espressa anche in riferimento al sistema dei nodi presenti nel grafo stradale. In realtà, sono evidenziati i nodi inefficienti e per ciascuno di essi è specificata la criticità che ne ha determinato la valutazione negativa. Al termine dell’analisi si sono individuate tre tipologie di nodi inefficienti, ovvero critici per insufficienza: della sezione stradale; geometrica; funzionale. I nodi critici per insufficienza della sezione stradale rappresentano quei punti dell’asse stradale in cui si ha un restringimento del canale veicolare che non interessi, però, un tratto di lunghezza superiore ai 10 m. I nodi critici per insufficienza geometrica, invece, fanno riferimento ad intersezioni stradali che presentano delle inadeguatezze dimensionali rispetto alla classe di appartenenza degli archi che in essi confluiscono. I nodi critici per insufficienza funzionale, infine, rappresentano quei vertici del grafo stradale che presentano delle inadeguatezze funzionali, come l’assenza di canalizzazioni. I risultati evidenziati in questa fase rappresentano la base per la redazione di una successivo elaborato, relativo agli interventi da dover effettuare per ripristinare l’intera efficienza della rete stradale. 531 La perequazione urbanistica La Lr Campania 16/2004, all’art. 32 introduce la perequazione urbanistica come sistema di attuazione della pianificazione oltre l’esproprio. Con il termine perequazione urbanistica si fa riferimento all’insieme delle tecniche (cessioni compensative, trasferimento di diritti o crediti edificatori, ecc.) necessarie per conferire equità, efficacia ed efficienza alle trasformazioni urbanistiche che le utilizzeranno. 532 Cosa si intende pe re quazione urbanistica Da tempo si è sviluppata nel nostro paese un ampio dibattito intorno alla funzione ed ai contenuti dell’urbanistica, che ha palesato la consapevolezza dell’inadeguatezza degli strumenti di pianificazione tradizionali. Principali elementi di questo dibattito sono stati e continuano ad essere il sistema dei piani a cascata, la moltitudine dei soggetti di pianificazione, la valenza prescrittiva delle previsioni urbanistiche, l’indifferenza al problema della disparità di trattamento della proprietà. E proprio quest’ultima problematica costituisce una delle tematiche più discusse e ricorrenti in materia, come è palesato dai dibattiti dottrinali e parlamentari degli ultimi anni che si cimentano intorno alla cosiddetta perequazione urbanistica. Nel linguaggio urbanistico, per perequazione urbanistica si intende, generalmente, quel principio la cui applicazione tende ad ottenere due effetti concomitanti e speculari: - la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani; - la formazione, senza espropri e conseguenti costi per gli enti locali, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettività. Le finalità generali di questo metodo possono essere riassunte in breve: - rendere sempre meno indispensabile l’istituto dell’esproprio, con scelte pubbliche dirette verso un consenso della collettività, evitando sempre più il ricorso ad atti autoritativi; - garantire il fabbisogno di opere di urbanizzazione e provvedere, allo stesso tempo, alla formazione di un patrimonio immobiliare pubblico; - superamento della rigidità funzionale delle zone, evitando la nascita di quartieri dormitorio e di periferie prive di una identità propria, nel rispetto del principio di vivibilità; - superamento del problema atavico della decadenza dei vincoli urbanistici. La norma regionale della Campania Lr 16/2004 La legge campana introduce, al capo V, il sistema della perequazione come sistema di attuazione della pianificazione oltre l’esproprio462 . I diritti edificatori dei singoli proprietari delle aree comprese nel comparto devono essere individuati dal regolamento urbanistico edilizio comunale (Ruec) tenendo conto sia dello stato di fatto che dello stato di diritto in cui si trovano i relativi immobili all’atto di formazione del Puc. Saranno i piani urbanistici comunali (Puc), i piani urbanistici attuativi (Pua) e gli atti di programmazione a stabilire il modus operandi per tale metodologia, fissando sia le quote edificatorie sia i relativi obblighi tra i proprietari degli immobili ricompresi nelle zone oggetto di trasformazione mediante comparti. Si tratta, in buona sostanza, di una perequazione di comparto463 . 462 463 Lr Campania 16/2004 – Art. 32 - Perequazione urbanistica. Lr Campania 16/2004, Art. 33 – Comparti edificatori, “il comparto è costituito da uno o più ambiti territoriali, edificati o non, ed è individuato dal Puc, dai Pua o dagli atti d i programmazione degli interventi, che indicano le trasformazioni urbanistiche ed edilizie, i tipi di intervento, le funzioni urbane ammissibili, la volumetria complessiva realizzabile e le quote edificatorie attribuite ai proprietari degli immobili inclusi nel comparto, la quantità e la localizzazione degli immobili da cedere gratuitamente al comune o ad altri soggetti pubblici per la realizzazione di infrastrutture, attrezzature e aree verdi. Le quote edificatorie sono espresse in metri quadrati o in metri cubi e sono ripartite tra i proprietari in proporzione alla frazione percentuale da ciascuno di essi detenuta del complessivo valore imponibile, accertato ai fini dell’imposta comunale sugli immobili per l’insieme di tutti gli immobili ricadenti nel comparto. La superficie necessaria per la realizzazione di attrezzature pubbliche non è computata ai fini della determinazione delle quote edificatorie”. La definizione canonica di comparto, edificatorio o edilizio, stabilisce che è “un’aggregazione di più unità catastali per conseguire dimensioni più ampie di aree e fabbricati, da trasformare secondo un indirizzo unitario attraverso piano particolareggiato” o, più in generale, mediante piani urbanistici attuativi. I comparti a cui si applica la perequazione urbanistica possono essere denominati comparti perequativi. Tale entità territoriale non necessariamente implica una continuità spaziale e territoriale, ma essa può essere anche discontinua. Nel caso di comparto formato da aree contigue, tutte all’interno di un unico perimetro, possiamo parlare di comparti continui, in cui la superficie edificabile e la superficie oggetto di cessione sono contenute nello stesso ambito e le aree di perequazione possono essere attuate senza trasferimento di capacità edificatorie: il proprietario che ha ceduto all'Ac una porzione di terreno da destinare ad attrezzature pubbliche può costruire i volumi che gli spettano su una porzione dello stesso comparto. (Figura 285) Figura 285 - Comparto continuo con aree contigue . Il comparto è formato dalle aree A, B, C e D 533 Nel caso di aree non limitrofe si parlerà di comparti ad arcipelago o a macchia di leopardo. Tale evenienza ricorre quando si tratta di aree che l'Ac intende acquisire totalmente per promuovere la tutela di un bene di valore paesaggistico o per promuovere progetti di carattere collettivo come la realizzazione di parchi o spazi destinati ad ospitare attrezzature collettive; il diritto di costruire le volumetrie generate dall'indice perequativo, che spettano ai proprietari privati, viene trasferito su altre aree, sia pubbliche che private, opportunamente coinvolte nel meccanismo perequativo che, in questo caso, avviene mediante trasferimento della capacità edificatoria. (Figura 286) La perequazione territoriale La perequazione territoriale tenta di estendere i principi della perequazione urbanistica ad ambiti sovracomunali, esplorando ipotesi di fiscalità intercomunale, con i seguenti obiettivi: pianificazione, programmazione e gestione unitaria e coerente del territorio in area vasta; minimizzazione della competizione tra enti; indifferenza localizzativa delle attività economiche; compensazione, tra gli enti locali direttamente interessati, dei costi e dei benefici delle trasformazioni urbanistiche; maggiore razionalità e qualità delle scelte urbanistiche; contenimento sostanziale di nuove aree da urbanizzare; conservazione e minore consumo di risorse ambientali, nell’ottica del principio della sostenibilità. Figura 286 - Comparto ad arcipelago con aree non limitrofe . Il comparto è formato dalle aree A, B e C 534 La perequazione territoriale si distingue in: - perequazione intercomunale, interessa un numero ristretto di comuni urbanisticamente integrati per addivenire al raggiungimento di obiettivi comuni di uno sviluppo generalmente settoriale; tale approccio è utile a fornire soluzioni alle problematiche di centri di minore dimensione per risolvere le esigenze che difficilmente possono essere soddisfatte dai singoli comuni, all’interno dei propri confini amministrativi, per mancanza di disponibilità di suoli, di capitali pubblici e/o investimenti privati464 ; - perequazione di area vasta, che interessa un ambito omogeneo di scala provinciale o regionale con riferimento a problematiche di sviluppo locale; tale approccio è utile a fornire soluzioni alle problematiche di sviluppo locale che interessano vaste aree omogenee dal punto di vista della vocazione territoriale (turismo, agricoltura, ecc). Lo strumento finanziario della perequazione territoriale è il fondo economico di compensazione465 (fdc). Mediante il fdc le amministrazioni interessate mettono in comune e gestiscono insieme le risorse locali per riequilibrare gli introiti derivanti da oneri di urbanizzazione e imposte fiscali. Questo strumento ha tre caratteristiche fondamentali: - coinvolge solo enti pubblici; 464 Per quanto concerne gli strumenti burocratici amministrativi la norma nazionale individua alcune forme associative o di cooperazione tra enti, tra cui: la convenzione (legge 142/1990 - DLgs 267/2000, art.30); il consorzio (legge 142/1990 - DLgs 267/2000, art.31); l’unione di comuni (legge 142/1990 - DLgs 267/2000, art.32); l’accordo di programma (legge 142/1990 – DLgs 267/2000, art.34); la società di trasformazione urbana (Stu) (DLgs 267/2000, art.120). 465 Lr Emilia Romagna 20/2000 - art.15 - Accordi territoriali. - l’adesione può essere sia di natura volontaria che obbligatoria; - finalizzato alla cooperazione interistituzionale. Il fdc è un bilancio di fattori di beneficio e di costo a livello locale, sia di tipo diretto che di tipo indiretto, di breve e di lungo periodo, cui rapportare adeguati indicatori o parametri di misurazione, possibilmente traducibili in termini monetari. L'esame dei fattori di beneficio e di costo derivanti dalle scelte localizzative di valenza intercomunale, analizzata a fini perequativi, è base di riferimento per un accordo territoriale fra gli enti interessati comprendente la costituzione di un fdc quale meccanismo essenziale per assicurare agli enti la compensazione delle entrate (benefici) e delle uscite (costi) determinate dall'attuazione progressiva delle previsioni urbanistiche. Nel fdc abbiamo benefici che incidono direttamente sulla collettività e benefici che incidono direttamente sugli enti e quindi le entrate saranno sia di tipo economico che di tipo finanziario. Le prime saranno evidenti a lungo termine e a volte difficilmente misurabili (benefici per la collettività come aumento occupati, aumento del reddito medio pro capite, minor consumo di suolo, maggior qualità della vita), mentre le seconde avranno una misurabilità certa essendo riconducibili a tasse e oneri dovuti al comune (oneri di urbanizzazione, Ici, Irpef, Tosap, addizionale Irpef, Irap, cartelloni pubblicitari, passi carrabili) e finanziamenti degli enti sovraordinati (fondi comunitari / statali / regionali / provinciali) e i servizi erogati da società (acquedotto, depurazione e fognature, smaltimento rifiuti, gasdotto). Anche i costi sono riconducibili a due categorie: costi sostenuti direttamente dalla collettività (la sottrazione di suolo per usi agricoli, incremento dei fattori di congestione per la rete infrastrutturale viaria) e costi sostenuti dagli enti (oneri di urbanizzazione, trasporti, manutenzione). Naturalmente, per constatare la validità del fdc, si deve effettuare un bilancio economico e finanziario valutato nel breve periodo (t0+5 = prima fase di attuazione dell’intervento) e nel medio periodo (t 0+10 = fase in cui l’intervento messo in essere va a regime). Per quel che concerne la determinazione delle entrate e delle uscite che fanno parte del fdc si deve far riferimento allo statuto del soggetto pubblico alla quale è assegnata la funzione perequativa. In tale statuto vengono specificate quali sono queste voci e vengono altresì precisate le modalità di ripartizione delle diverse voci tra gli enti firmatari lo statuto. La Campania, nella Lr 16/2004, non parla esplicitamente di perequazione territoriale ma solo di perequazione urbanistica, lasciando tuttavia che siano gli strumenti di programmazione e governo del territorio di livello regionale e provinciale a decidere di scegliere o meno tale metodo. Per quel che riguarda la proposta di piano territoriale regionale (Ptr), di cui alla delibera della Gr n. 287 del 25.2.2005, la regione individua, per comuni contigui e reciprocamente accessibili, appartenenti allo stesso sistema territoriale di sviluppo (Sts), nello strumento dell’unione di comuni (UdC) una modalità di incentivazione alla collaborazione per addivenire a un miglioramento delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità466 e considera la metodologia della perequazione territoriale come forma di cooperazione tra enti467 . L’applicazione della pe re quazione urbanistica al caso di Eboli Nel caso del Comune di Eboli, si ritiene, per evitare le contraddizioni in cui è incorsa l’attuazione del vigente Prg in merito ai piani urbanistici attuativi (Pua) che la perequazione debba essere applicata esclusivamente a suoli liberi, precariamente trasformati (baracche, tettoie, ecc.) o dismessi, al fine di evitare le insormontabili complicazioni che generalmente si presentano trattando di aree edificate e abitate. 466 Proposta di piano territoriale regionale (Ptr) - 1.1 - Natura e compiti del piano territoriale regionale. 467 Proposta di piano territoriale regionale (Ptr) - 7.3 - Indirizzi per la perequazione territoriale. 535 L’approccio partecipativo La parte cipazione come metodo In generale, la partecipazione consente di: raccogliere informazioni su contesti e problemi; individuare le risorse a disposizione; comprendere le aspettative degli attori; realizzare un’analisi della comunità locale (interessi, caratteristiche rilevanti, composizione, aspetti sociali, economici, ecc.); conoscere chi conosce. Per realizzare l’approccio partecipativo possono essere utilizzati strumenti e tecniche diversi. Alcune delle tecniche efficaci da utilizzare durante gli incontri tra il gruppo di lavoro e gli amministratori sono: metodo delphi468 ; urban walking469 . Una tecnica efficace nel corso degli incontri con le associazioni è il brainstorming470 . Tecniche utili per far emergere gli interessi dei cittadini sono: citizen’s panels471 ; incontri pubblici e presentazioni472 ; la città dei bambini473 . Le tappe del processo parte cipativo La partecipazione alla formazione del Psc di Eboli si è sostanziata attraverso una serie di iniziative e di incontri politici e tecnici, il primo dei quali, in data 18.05.2007, ha riguardato l’incontro con la maggioranza474 . Con tale incontro ha avuto inizio il lungo e complesso lavoro di raccolta dati, volto all’acquisizione di tutte le informazioni necessarie per l’elaborazione, la valutazione delle scelte e l’allestimento del Psc. L’Ac ha convocato una serie di incontri ufficiali tra il gruppo di lavoro e le diverse categorie politiche, religiose, culturali, sociali, tecniche ed economiche, portatrici degli interessi generali 468 536 Con il termine delphi ci si riferisce a un processo decisionale in cui l’interazione di gruppo è organizzata attorno ad una discussione iterativa. Il problema viene presentato secondo una prima strutturazione, in genere non dettagliata, sulla quale i partecipanti sono chiamati a sviluppare proprie visioni e/o considerazioni. Il processo procede iterativamente verso una definizione convergente del problema, e delle relative soluzioni, attraverso gradi successivi di dettaglio e di analisi. 469 L’urban wa lking, o passeggiata cittad ina, consiste in una ispezione diretta di aree urbane di particolare interesse prese in esame da un team di tecnici e di amministratori. Il gruppo può prendere appunti, annotare opinioni, fare schizzi, da usarsi come materiale utile nel processo decisionale. 470 La tecnica brainstorming, o tempesta di cervelli, è comunemente usata per promuovere il pensiero creativo. I partecipanti sono invitati ad esprimere qualsiasi tipo di idee in maniera completamente libera (secondo il principio “nessuna idea è troppo strana, nessuna troppo normale”). Le idee, considerate tutte di uguale importanza, vengono rese conoscibili a tutti i partecipanti per permettere ulteriori riflessioni e idee. 471 In base alla tecnica citizen’s panels, o pannello cittadino, un gruppo di persone viene consultato periodicamente riguardo a un argomento di interesse comune. Il gruppo dovrebbe essere adeguatamente rappresentativo della popolazione interessata. Un cp virtuale può essere considerata la casella di posta elettronica attivata all’interno del sito del Comune di Eboli dedicato al processo di pianificazione. 472 Incontri pubblici e presentazioni sono scambi di informazioni unidirezionali, con possibili in terventi e commenti del pubblico. L’incontro dura poche ore, ma spesso i processi che adoperano questa tecnica prevedono più serie di incontri, con gruppi di persone diversificate, mirati su specifici argomenti. 473 Un’altra modalità per far emergere gli interessi dei cittadini e, in particolare, dei bambini, è l’organizzazione, in collaborazione con le scuole, di eventi o laboratori didattici da avviare, in accordo con l’Ac, nel corso dell’anno scolastico iniziato. Il laboratorio Città dei bambini ha come obiettivo finale quello di migliorare la qualità di vita della città prendendo come parametro il bambino quale componente di una fascia sociale debole, nella convinzione che se la città è attenta ad una delle componenti più deboli può esserlo poi anche nei confronti di tutti i cittadini. Il Laboratorio propone delle manifestazioni culturali e ludiche rivolte ai bambini e fatte insieme ai bambini, ascoltando le loro proposte e le loro richieste, assecondando le loro inclinazioni, valorizzando il loro talento e, soprattutto, stimolando la loro partecipazione ed attivando il loro coinvolgimento diretto. Tale obiettivo si traduce nel fornire ai bambini gli strumenti atti a evidenziare il passaggio dall’ind ividuazione dei propri b isogni e dei valori rappresentati dai luoghi in cui s i svolge la loro vita, alla formulazione di ipotesi progettali operative e fattibili di riqualificazione. 474 In date precedenti si erano già tenuti incontri preliminari, di natura squisitamente tecnica, tra il Gruppo di lavoro del DiCiv dell’Università di Salerno e i tecnici dell’Ufficio urbanistica del Comune di Eboli. Ulteriore incontro con l’Ac ebbe lo scopo di conoscere gli obiettivi di quest’ultima e valutare le rispettive convenienze e il reciproco interesse ad intraprendere un pecorso di collaborazione finalizzata alla redazione del Puc di Eboli. e diffusi del Comune di Eboli, con l’obiettivo di avvalersi del contributo di ciascuno, attraverso idee e suggerimenti per giungere all’elaborazione di un’idea di città condivisa che sappia rispettare le esigenze e le aspettative di tutte le categorie di cittadini475 . Nel corso degli incontri, sono stati esaminati diversi temi riguardanti la tutela e la più razionale organizzazione del territorio, sono state manifestate diverse esigenze e proposte numerose ipotesi progettuali. Le tappe della partecipazione 18.05.2007 - Incontro con la maggioranza (Istituto Cristo Re); 18.06.2007 - Incontro con i gruppi politici (Sala Consiliare); 27.06.2007 - Incontro con i tecnici (Koenig Hotel); 03.07.2007 - Incontro con gli imprenditori (Koenig Hotel); 09.08.2007 - Stipula convenzione tra Comune di Eboli e Università di Salerno (Sala Consiliare); 04.09.2007 - Incontro con gli imprenditori turistici (Campolongo Hospital); 18.09.2007 - Incontro con agricoltori e zootecnici (Istituto Tecnico Agrario); 25.09.2007 - Incontro con attori economici e istituzionali sovracomunali (Palasele); 27.09.2007 - Conferenza intercomunale di pianificazione urbanistica (Palasele); 22.01.2008 - Incontro con gli industriali e passeggiata nell’area Pip (sede Consorzio Pip); 22.01.2008 - Incontro con i Giovani e le Associazioni (S. Francesco); 29.01.2008 - Incontro con la maggioranza sulla programmazione sovraordinata (Sala Consiliare); 12.02.2008 - Incontro con il Consorzio Ss 18; 28.02.2008 - Incontro con i gruppi politici sullo sviluppo produttivo - 1° Parte sui temi delle attività produttive e del commercio (Sala Consiliare); 13.03.2008 - Incontro con i gruppi politici sullo sviluppo produttivo - 2° Parte e sui temi dell’agricoltura e del turismo (Sala Consiliare); 14.03.2006 - apertura del sito web dedicato al processo di formazione degli strumenti di governo del territorio del Comune di Eboli 19.03.2008 - Incontro con i gruppi politici sui temi del centro storico (S. Francesco); 29.03.2008 - Passeggiata conoscitiva sui luoghi della produzione e del turismo: l’intervento di riqualificazione dell' area pinetata in località Casina Rossa e visita ad un’azienda zootecnica; 15.05.2008 - Incontro con i gruppi politici sul tema dei piani urbanistici attuativi (Sala Consiliare); 07.06.2008 - Incontro con i gruppi politici sul piano strategico comunale (Sala Consiliare); 17.06.2008 – Riunione di esponenti politici (sede municipale); 27.10.2008 - Incontro con la maggioranza sul piano strategico comunale (Sala Consiliare). Per i contenuti relativi ai singoli incontri si rimanda ai relativi verbali di sintesi della discussione. (Allegato 12) La consultazione delle organizz azioni L’art.5 della Lr 16/2004, inerente alla partecipazione e pubblicità nei processi di pianificazione, afferma che “Alle fasi preordinate all’adozione e all’approvazione degli strumenti di pianificazione sono assicurate idonee forme di pubblicità, di consultazione e di partecipazione dei cittadini anche in forma associata, in ordine ai contenuti delle scelte di pianificazione”. 475 Si è, tra le altre cose, pensato di chiamare ad esprimersi, nel corso dell’anno scolastico 2008-2009, anche gli studenti delle scuole elementari e medie sul futuro immaginato per la città e il territorio ebolitano, attraverso la selezione di idee sul tema. Al momento, non ci si è riusciti. 537 La Lr 16/2004, in particolare, all’art. 20476 , rimanda l’individuazione delle organizzazioni sociali, culturali, ambientaliste, economico-professionali e sindacali di livello provinciale, a successiva delibera di giunta regionale, e, all’art. 24477 , stabilisce che la Gc predispone la proposta di Puc, previa consultazione delle organizzazioni di cui sopra, meglio individuate con delibera di Gr n.627 del 21.4.2005. L’Allegato alla suddetta delibera478 precisa che la consultazione delle organizzazioni479 avviene con le modalità stabilite negli statuti dei singoli comuni; qualora tale forma di partecipazione non sia stata né prevista né disciplinata dallo statuto comunale, le consultazioni possono avvenire mediante questionari, assemblee e audizioni, anche attraverso strumenti telematici. Le organizzazioni, quindi, intervengono nel procedimento nella fase propedeutica alla predisposizione della proposta di Puc da parte della Gc; la consultazione avviene affinché le stesse possano presentare suggerimenti e proposte che l’Ac valuta per la definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche di pianificazione, nonché per costruire un quadro conoscitivo condiviso del territorio. 538 L’ascolto pe rmanente - il sito we b de dicato In data 14.03.2006 si è avuta l’apertura del sito web dedicato al processo di formazione degli strumenti di governo del territorio del Comune di Eboli all’indirizzo www.urbaneboli.it, avente il compito di favorire il maggior coinvolgimento possibile di tutti gli attori, istituzionali economici e terzi. Per chiunque ne abbia interesse, vi è la possibilità di segnalare problematiche che riguardano il territorio e le relative possibili soluzioni e di inviare osservazioni e proposte mediante un servizio di posta elettronica con indirizzo e-mail dedicato. Il sito è articolato secondo i principali capitoli del processo di pianificazione, che comprende: la redazione del piano strategico comunale (Psc), del regolamento urbanistico edilizio comunale (Ruec), della valutazione ambientale del piano (Vas), degli atti di programmazione degli interventi (Api); comprende, inoltre, l’adeguamento delle carte geognostiche (Geo) e l’aggiornamento della carta dell’uso agricolo del suolo (Uas). Per poter accedere alle consultazioni telematiche è necessario effettuare la registrazione che consente l’accesso ad un’area riservata in cui è consultabile il materiale di approfondimento, che sarà progressivamente aggiornato, e da cui è possibile leggere e inviare le osservazioni al processo di pianificazione. In questo modo, è stata aperta una fase di ascolto permanente per tutta la durata della redazione del Puc. Il logotipo del processo di pianificazione 476 Lr 16/2004 - art. 20 - Procedimento di formazione del piano territoriale di coordinamento provinciale 5. Contemporaneamente alla pubblicazione la proposta di piano è trasmessa ai comuni della provincia, agli enti locali e alle organizzazioni sociali, culturali, ambientaliste, economico-professionali e sindacali di livello provinciale, così come individuate con delibera di giunta regionale, che possono presentare osservazioni entro trenta giorni dalla pubblicazione dell’avviso di cui al comma 4. 477 Lr 16/2004 - art. 24 - Procedimento di formazione del Piano urbanistico comunale 1. La giunta comunale, previa consultazione delle organizzazioni sociali, culturali, economico-professionali, sindacali ed ambientaliste di livello provinciale, di cui all’articolo 20, comma 5, predispone la proposta di Puc. La proposta, comprensiva degli elaborati previsti dalla vigente normativa statale e regionale e delle Nta, è depositata presso la segreteria del comune e delle circoscrizioni. 478 Bollettino ufficiale della Regione Campania (Burc) n.26 del 16.5.2005. Giunta Regionale - Seduta del 21.4.2005 - Deliberazione n.627 Individuazione delle organizzazioni sociali, culturali, ambientaliste, economico-professionali e sindacali di cui all’art.20 della legge regionale 22.12.2004 n.16 (con allegato). 479 L’Allegato alla delibera 627/2005 ha lo scopo di rendere espliciti i criteri adottati per l’individuazione delle organizzazioni. Esso precisa che, nelle more della predisposizione di un apposito albo regionale, l’elenco delle organizzazioni individuate non è tassativo, ma individua i soggetti che devono necessariamente essere invitati ed ai quali devono essere assicurate le garanzie partecipative previste dalla Lr 16/2004. Nell’ambito del processo di partecipazione, l’amministrazione comunale di Eboli ha indetto un concorso pubblico di idee per la realizzazione del logotipo della pianificazione urbanistica del Comune di Eboli, cui si assegna la funzione di essere immediatamente riconoscibile dagli abitanti. Il logotipo è destinato ad accompagnare il processo di pianificazione finalizzato alla redazione dei relativi strumenti urbanistici corredandone le quattro denominazioni e relative sigle: piano urbanistico comunale (Puc), regolamento urbanistico edilizio comunale (Ruec), atti di programmazione degli interventi (Api) e valutazione ambientale strategica (Vas). Il concorso di idee, riservato ai residenti nel comune di Eboli, ha come obiettivo quello di accrescere la percezione visiva di tale processo definendo un segno che possa rappresentare anche il rinnovamento della Città di Eboli, utilizzandolo come segno identificativo del processo di pianificazione urbanistica su tutti i mezzi di comunicazione interni ed esterni dell’Ente. Tale logotipo ha come ulteriore obiettivo quello di collegare tra loro tutte le attività di informazione, comunicazione interna ed esterna e di promozione, legato alla formazione delle diverse fasi della pianificazione comunale, nella continuità di un segno grafico unico ed immediatamente riconoscibile. Alla proposta del logotipo era richiesto di dover obbligatoriamente contenere elementi evocativi dell’attività di formazione della pianificazione urbanistica del Comune di Eboli e di avere le seguenti caratteristiche: a) impatto ottico dell’immagine; b) pregnanza del contenuto - significato; c) identità della Città nel simbolo; d) tenuta nel tempo; e) possibilità di restyling; f) riproducibilità su vari tipi di supporti e media, anche con sistemi che consentono un controllo tecnico parziale (fax, immagine su monitor, stampa laser, ecc.). Il bando veniva pubblicato in data 19.5.2008, con scadenza a 30 giorni, a mezzo manifesti e sul sito istituzionale del comune. Per il concorso è assegnato al vincitore un premio unico consistente in € 1.000,00. Le opere sono state esaminate, in data 24.6.2008, da un’apposita commissione composta dall’Assessore all’Urbanistica, con funzione di presidente, dal responsabile scientifico della pianificazione urbanistica, dal coordinatore tecnico della pianificazione urbanistica, dal capo Settore urbanistica e dal responsabile Servizio attuazione urbanistica del Comune di Eboli. La commissione ha dichiarato vincitore il concorrente Bruno Luca proponendo, inoltre, alla Giunta di formulare una menzione speciale per il candidato Sinopoli Antonio, collocatosi al 2° posto in graduatoria, per la pregnanza del contenuto e l’identità della Città nel simbolo, espressi nella sua proposta, che si ritiene possa essere validamente utilizzata, con l’attiva partecipazione dell’autore, quale logo di una ulteriore attività dell’Ac in campo urbanistico, relativa alle procedure di formazione dei piani urbanistici attuativi (Pua). Graduatoria 1 2 3 4 5 6 7 8 Bruno Luca Sinopoli Antonio Majoli Romina Cavallaro Mario De Martino Massimo Mazza Valerio Grasso Antonio Cupo Alberta 539 Luca Bruno (Il vincitore) La proposta del logotipo contiene elementi evocativi dell'attività di formazione riguardante la pianificazione urbanistica di Eboli: 1. il centro antico, punto della città fortemente caratterizzato dal perimetro a forma di cuore e volutamente rappresentato nel logo come elemento dominante; 2. il tridente e la vecchia villa, segni incisivi e delineanti l'ultimo vero progetto urbanistico della città, attribuito all'architetto Gaetano Genovese, ma altri documenti sostengono che la traccia degli attuali Viale Amendola e via Matteotti era già presente all'epoca dell'architetto; 3. la statale 19, una strada che segna la divisione tra l'insediamento urbano ed il resto del territorio. Antonio Sinopoli (La menzione speciale) La composizione nasce dalla volontà di esprimere l'atto di pianificazione urbana attraverso pochi segni che raccontano il tracciato della città nella sua parte più riconoscibile. Segni grafici netti e precisi che si realizzano alla regolarità di un quadrato colorato, come la forma della città si relaziona alle regole dell'urbanistica. Inoltre sarà possibile ipotizzare anche una colorazione diversificata del quadro di fondo per i 5 diversi documenti così da renderli più immediatamente riconoscibili. 540 Romina Majoli Il logotipo proposto vuole rappresentare, attraverso segni schematici, l'evoluzione del tessuto urbano della città di Eboli. Il limite originario del centro abitato si identifica in un nucleo a forma di cuore evidenziato mediante un tratto deciso e di colore nero. Come la storia racconta, il governo borbonico, si è avuto una consistente espansione fuori da questo perimetro; ecco perchè strade come corso Umberto I e corso Garibaldi hanno rappresentato delle vere e proprie linee di demarcazione tra il vecchio e il nuovo. Successivamente si è delineato un nuovo nucleo di espansione: la Villa Comunale, ugualmente valorizzata mediante un diverso tratto ed un colore deciso, indica la proiezione dell'abitato verso la piana come sbocco di nuove attività economiche e ricerca di nuovi spazi. Tra i diversi assi viari che collegano le diverse zone della città emergono i due viali: Amendola e Matteotti parte integrante del piano di ampliamento voluto dall'arch. G.Genovese. Tali assi rappresentano la nuova ossatura dell'impianto urbanistico dovuta prevalentemente al rafforzamento di due percorsi preesistenti di notevole importanza, uno dei quali è il viale principale di accesso alla città. Mario Cavallaro Per il logo del Piano Urbanistico Comunale del Comune di Eboli, la fase di analisi è stata funzionale per la raccolta di informazioni riguardanti il territorio e la sua tipologia urbanistica. Da questa analisi, infatti, è nato un logo che ha, nel suo pittogramma, una sintesi grafica di un reticolo urbano, in apparenza ordinato ma in realtà confuso e poco netto. Sopra questo reticolo è stato apposto un quadrato aperto. La figura geometrica scelta non è casuale o puramente stilistica ma simboleggia l'ordine e la sicurezza, nonché la cura e l'ottimizzazione del piano. La forma è stata applicata aperta per rappresentare la dinamicità e l'apertura dell'Ente al territorio ed alle sue esigenze. Per sottolineare le idee espresse dalla forma si è pensato al rosso come scelta cromatica; molto moderno e dinamico, infatti, il rosso è il colore dell'attenzione ed stato scelto per attivare il focus dell'opinione pubblica sull'urbanistica ed accrescere la percezione visiva complessiva del logo. Massimo De Martino Il bellissimo centro storico, rappresentato da questa immagine di via Santa Sofia, può essere un tassello importante e fondamentale per la nostra città di domani. Il modello potrebbe essere Salerno, dove gli amministratori nell'arco di pochi anni, hanno trasformato un luogo di degrado ed abbandono in uno splendido centro commerciale naturale, con negozi, bar e attività artigianali ed altro. Infine lo slogan che manifesta un ottimismo, forse utopistico, ma indispensabile per sperare di costruire la città del futuro. Valerio Mazza La scelta di utilizzare una zonizzazione generica del Comune di Eboli è sembrata la corretta base di partenza, con la quale abbiamo voluto mantenere la pregnanza del contenuto-significato e garantire l'immediata identità con la Città nel simbolo. A questo punto abbiamo cercato di fornire al logotipo le caratteristiche di tenuta nel tempo e restyling, giungendo all'ideazione di un puzzle, che contenesse le sigle delle relative denominazioni fornite nel bando di concorso. 1. Ruec - regolamento urbanistico edilizio comunale e Api - atti di programmazione degli interventi Per queste voci abbiamo considerato le sigle sottoforma di documenti, che solitamente vengono custoditi nel Comune inteso come infrastruttura, che è situato al centro del territorio. Ecco perché corrisponde l'accensione della zona centrale della zonizzazione; 2. Vas - valutazione ambientale strategica e Psc - piano strategico comunale In questo caso abbiamo scelto di evidenziare la zona costiera, la zona fluviale e quella montana, poiché riteniamo quest'ultime, essere soggette a strumenti particolareggiati e specifici; 3. Puc - piano urbanistico comunale Ci sembrava adeguato associare al Puc la zona della piana, la più estesa nel Comune, che pensiamo essere una delle priorità per lo sviluppo urbanistico futuro della Città. Antonio Grasso Il logo vuole sprimere un concetto semplice: 1. le torri che contengono le lettere, rappresentano gli elementi avocativi urbanistici della città futura; 2. poi partendo dal presupposto che il piano strategico comunale rappresenta la programmazione strategica della città, le sigle che rappresentano l'attività dell'Ac, rappresentano noi cittadini che viviamo la città e che siamo chiamati a cambiare e migliorare, insieme all'appoggio dell'intera comunità civile. Alberta Cupo Il logo è composto da 3 elementi: 1. i cinque cerchi, che simboleggiano i cinque strumenti di pianificazione urbanistica, i si innalzano, proiettati verso un avvenire di crescita ed evoluzione, i colori di tali elementi richiamano gli elementi cromatici propri dello stemma del comune di Eboli; 2. la firma Eboli, all'interno dei cerchi indica la stretta relazione che intercorre tra territorio e le nuove strategie di pianificazione comunale; 3. le sigle di riferimento degli elementi di pianificazione urbanistica, sono evidenziate con un stile corsivo particolarmente marcato per intensificare il sentimento di evoluzione evocato dall'accrescimento degli anelli posti nella parte inferiore del logo. (Figura 287) 541 Figura 287 - Concorso di idee pe r il logotipo del processo di pianificazione . I logotipi del Piano strategico comunale 1°posto - L.Bruno 2°posto – A.Sinopoli 3°posto – R.Majoli 4°posto – M.Cavallaro 5°posto – M.De Martino 6°posto – V.Mazza 7°posto – A.Grosso 8°posto – A.Cupo 542 L’approccio strategico L’analisi Swot Un approccio ormai largamente utilizzato per l’analisi del contesto, in alcuni casi espressamente richiesto in fase di elaborazione, è rappresentato dall’analisi strenghts weaknesses opportunities threats (Swot) cioè una metodologia che consente, in generale, di rappresentare l'influenza esercitata da diversi agenti sulla realizzazione di un progetto e, quindi, anche di un piano urbanistico. L’acronimo Swot individua i quattro aspetti che costituiscono i punti cardinali del contesto di riferimento, considerati dal punto di vista della loro valenza, positiva o negativa, della loro condizione (attuale o potenziale), e della loro natura o provenienza (endogena o esogena). Questi consistono nei punti di forza (strenghts), punti di debolezza (weaknesses), opportunità (opportunities) e minacce (threats). La Swot analysis è una metodologia finalizzata a delineare una visione futura e condivisa del territorio in esame partendo dall’individuazione di alcuni elementi che costituiscono i punti di forza e i punti di debolezza e, successivamente, di altri elementi che rappresentano le opportunità e le minacce che ne possono derivare, a seconda degli attori coinvolti e degli orientamenti che si decide di intraprendere. I punti di forza e di debolezza sono le caratteristiche attuali e intrinseche, cioè i fattori endogeni del contesto analizzato, mentre le opportunità e le minacce rappresentano dei fattori esogeni che possono potenzialmente condizionare in senso positivo o negativo quel contesto480 . La letteratura solitamente classifica i fattori endogeni positivi come punti di forza e fattori endogeni negativi come punti di debolezza; lo stesso vale per i fattori esogeni, definiti come opportunità e rischi. Tale analisi viene generalmente presentata in forma di matrice, in cui ciascuno dei quattro quadranti riporta l’elenco e la descrizione sintetica degli elementi rilevanti per ogni aspetto considerato. Una volta raccolte tutte le informazioni che si ritiene siano necessarie per la definizione di un quadro conoscitivo preliminare quanto più completo possibile del tema specifico e del contesto all'interno del quale questo si colloca, è possibile procedere con l’analisi. Gli obiettivi della Swot analysis sono: generare scenari che aumentano le opportunità per la comunità che derivano dalla valorizzazione dei punti di forza e dal contenimento dei punti di debolezza; identificare strategie alla luce del quadro delle opportunità e minacce quindi facendo riferimento alle risorse e alle capacità dell'ambiente esterno; identificare azioni tese a superare le difficoltà ed i problemi identificati. Una applicazione dell’analisi Swot Al fine di comprendere all’interno di un quadro logico le principali problematiche e le maggiori potenzialità del Comune di Eboli è stata effettuata, per questo territorio, un’analisi Swot. La Swot analysis condotta per il Comune di Eboli, è articolata per ciascuno dei sistemi di riferimento fondamentali per l’analisi di un territorio comunale; essa, pertanto, ha riguardato i sistemi: insediativo; relazionale; ambientale e culturale; socio-economico. Con riferimento ai contenuti dello schema Swot sono stati considerati: progetti finanziati, cioè progetti di rilevante importanza e pronti per essere attuati; progetti, intesi come progetti di opere o particolari previsioni di piani urbanistici o territoriali; ipotesi documentate, intese come formulazione di proposte politiche, ipotesi o idee, riguardanti aspetti fisico-funzionali ovvero politico-sociali, 480 Tra i fattori endogeni si considerano tutte quelle variabili che fanno parte integrante del sistema che si sta analizzando: su queste è quasi sempre possibile intervenire per perseguire obiettivi prefissati. Sui fattori esogeni, invece, non è possibile intervenire direttamente, ma è opportuno predisporre strumenti di controllo che ne analizzino l'evoluzione al fine di prevenire gli eventi negativi e sfruttare quelli positivi; infatti, o ltre a contenere le previsioni degli strumenti sovraordinati e la programmazione comunitaria, comprendono anche le opportunità future principalmente legate al quadro della progettualità. 543 all’interno di un qualsiasi documento di programmazione, di pianificazione, di indirizzo, o in qualsiasi modo documentate; tutto quanto di interesse scaturito dal processo di partecipazione finalizzato alla costruzione del Psc. Il principale criterio utilizzato per strutturare i contenuti all’interno della griglia Swot è stato quello di ordinarli secondo la sequenza relativa alle polarità individuate per il territorio comunale di Eboli (città consolidata, città lineare, città costiera e territorio agricolo) e, all’interno di ciascuna polarità, secondo un’importanza derivante, nell’ordine, dai seguenti caratteri: 1. fisici; 2. funzionali; 3. politico-amministrativi; 4. sociali. Gli esiti del dibattito e delle valutazioni espresse relativamente all’analisi Swot sono confluite nella parte finale del Psc. (Allegato 13) 544 O biettivi e crite ri da porre a base della elaborazione del piano481 Si definiscono politiche urbanistiche un insieme di ambiti di scelte che un ente territoriale può effettuare e che hanno una proiezione sull’organizzazione fisica e funzionale del territorio. Le politiche di qualità rispondono positivamente alle seguenti affermazioni: “migliorano effettivamente le condizioni di vita di persone o collettività o riducono i rischi per l’uomo o per l'ambiente (efficacia); si sviluppano nell'ambito delle conoscenze e delle possibilità delle tecnologie attuali e nei limiti delle risorse disponibili nel contesto (efficienza); rispondono in modo pertinente ed equo ai bisogni ed alle aspettative dei singoli e della collettività (equità); rispettano i principi etici (etica); producono soddisfazione dei soggetti coinvolti (persone, comunità, operatori, amministratori, politici)”482 . E’ possibile individuare le seguenti politiche: politiche per l’ambiente (aree protette, parchi, ecc.); politiche per il territorio agricolo (insediamenti per l’agricoltura, impianti serricoli, impianti zootecnici, agriturismo); politiche per la casa e per la produzione (le aree per attività produttive, il commercio, le aree mercatali, il turismo); politiche dei servizi (gli standard urbanistici e le attrezzature di interesse generale); politiche per la mobilità. Il Prg vigente necessita di essere sostituito con un Puc, che consenta di governare in maniera più efficace, efficiente ed equa le trasformazioni del territorio. Dopo gli incontri con l’Ac, sentiti i rappresentanti politici e delle associazioni portatrici di interessi, dopo una attenta e approfondita analisi della realtà locale e comprensoriale, si è giunti alla definizione di cinque obiettivi che il nuovo strumento urbanistico generale del comune dovrà perseguire: 1) la protezione dell'ambiente; 2) il rafforzamento e l’incentivazione della struttura produttiva agricola ed extra agricola; 3) la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio edilizio ed urbanistico; 4) la formazione e il miglioramento di attrezzature e servizi; 5) il miglioramento del sistema della mobilità. Le azioni da mettere in campo per il raggiungimento di tali obiettivi sono: 1) la protezione dell'ambiente: l’ambiente come patrimonio collettivo da tutelare per le generazioni future deve essere preservato e protetto attraverso forme di difesa passiva e attiva e specificatamente attraverso almeno tre punti: a) difesa e conservazione del suolo e salvaguardia dal dissesto idrogeologico e dall’erosione costiera e dei versanti; 481 Norme tecniche e direttive riguardanti gli elaborati da allegare agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, generale ed attuativa, come previsto dagli artt. 6 e 30 della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 "Norme sul governo del territorio" Delibera di Gr 834/2007, art. 4, Relazione illustrativa Puc – lett. a) - b). 482 Indovina F. (1997), Nuove condizioni ed esigenze per il governo urbano, in in Bertuglia C.S., Vaio F. (a cura), “La città e le sue scienze”, vol. III – La programmazione della città, FrancoAngeli, Milano. b) difesa dell’ambiente e delle attività agricole attraverso vincoli atti a scongiurare trasformazioni d’uso del territorio a danno delle risorse naturali e dell'agricoltura; c) riassetto e regolarizzazione delle forme di governo della fascia costiera e delle aree collinari; 2) il rafforzamento e l’incentivazione della struttura produttiva agricola ed extra agricola: l’economia del territorio si basa in gran parte sui settori dell’agricoltura e della zootecnia, i quali devono essere ampliati sia dal punto di vista dell’organizzazione del territorio, lasciando ampi spazi all’interno del territorio dove poter svolgere le suddette attività, sia attraverso forme di incentivazione finanziarie. Inoltre, devono essere rafforzate e tutelate da probabili abbandoni attraverso forme di associazionismo tra aziende, nello specifico: a) la difesa e crescita del livello di occupazione e di reddito; b) l'ampliamento della base produttiva; c) razionalizzazione delle attività di produzione; d) individuazione di nuovi spazi economici con la previsione di una o più zone a destinazione commerciale, direzionale e turistico-alberghiera; e) integrazione tra attività produttive e attività di trasformazione; f) integrazione tra azienda di produzione e attività di servizio; g) individuazione di modalità in grado di sviluppare nuove capacità imprenditoriali; h) riorganizzazione delle attività agricole e zootecniche e valorizzazione delle aree collinari; i) incentivazione delle forme associative sia per l'approvvigionamento dei mezzi tecnici sia per la commercializzazione dei prodotti. 3) la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio edilizio ed urbanistico: il patrimonio edilizio ed ur banistico del comune, formatosi nel tempo, con i suoi caratteri di irripetibilità e fascino, deve essere protetto, conservato e valorizzato, nell’interesse delle generazioni presenti e future. Nello specifico: a) la valorizzazione del centro storico e del sistema di emergenze presenti al suo interno; b) la previsione di uno sviluppo edilizio rapportato al naturale incremento demografico; c) la riorganizzazione del territorio comunale, tenendo conto delle preesistenze, delle residenze diffuse, delle residenze condonate ex legge 47/1985 e smi, degli interventi edilizi diretti e/o convenzionati in itinere; d) monitoraggio completo dello sviluppo edilizio-urbanistico attraverso norme specifiche. 4) la formazione e il miglioramento di attrezzature e servizi: il miglioramento e la realizzazione di attrezzature e servizi per lo sviluppo della qualità della vita dell’intera comunità, mediante: a) il miglioramento della dotazione delle attrezzature scolastiche, in relazione alle nuove esigenze didattiche; b) il potenziamento delle attrezzature per lo sviluppo delle attività culturali e in particolare di quelle capaci di contribuire all’integrazione sociale degli stranieri; c) il potenziamento delle attrezzature sportive e in particolare di quelle capaci di contribuire alla formazione educativa e fisica del cittadino; d) creazione di strutture per le attività di assistenza, che andrà vista come opera di integrazione sociale della componente più debole (anziani, donne, giovani e stranieri). 5) il miglioramento del sistema della mobilità: miglioramento e rafforzamento della rete stradale, con inclusione di nuovi parcheggi, punti di sosta, e sistemazione dei nodi critici individuati che diminuiscono l’efficienza della rete stradale, in particolare: a) il potenziamento del sistema dei parcheggi, con la creazione di nuovi posti auto con particolare attenzione al centro storico; b) individuazione dei nodi critici e, dove possibile, loro soluzione con forme di sistemazione stradale (rotatorie, segnaletiche adeguate, ecc.). 545 Ulteriori contributi del dibattito politico La conclusione del processo di pianificazione è avvenuta, a seguito di un dibattito in sede politica, con la proposta di introduzione di ulteriori ipotesi integrative o modificative della sintesi del Psc sottoposta dal Gruppo di lavoro all’Ac. (Allegato 14) 546 Gli elementi e le proposte emersi nel corso del dibattito politico sulla sintesi del Psc sono di seguito riportati. Per il centro contemporaneo, per quanto concerne le strategie, si è proposto di effettuare la riqualificazione urbana mediante: - microinterventi edilizi da eseguire sui singoli edifici esistenti (ristrutturazione edilizia con ampliamenti); - macrointerventi edilizi da eseguire su una pluralità di edifici con premialità (ristrutturazione urbanistica); - acquisizione suoli liberi da destinare a standard con premialità edilizie da realizzare in zone di espansione a tale scopo individuate. Per quanto concerne le azioni si è proposto: - la rimodulazione degli assetti residenziali nelle zone adiacenti alla Ss 19, alle località Casarsa ed Epitaffio, in funzione della realizzazione del secondo svincolo autostradale della Sa-Rc ad est della sua attuale posizione, anche in considerazione della vocazione artigianale e commerciale del sito e del collegamento garantito dall’asse viario; - la riqualificazione della Sp 350 come porta dei Picentini attraverso una attenta indicazione delle potenzialità e delle vocazioni del territorio comunale, ciò affinché Eboli risulti al centro del suo territorio; - l’individuazione di aree marginali al centro urbano nelle quali attuare la ristrutturazione urbanistica; - la individuazione di un’area da destinare a terminal degli autobus; l’area ipotizzata è quella occupata dal mercato ortofrutticolo. Per il centro storico, per quanto concerne le strategie si è proposto: - la previsione di una strada collinare di collegamento fra la Sp 350 e la zona est verso Campagna (Grataglie, centro storico, S. Cataldo, S. Andrea); - il miglioramento della viabilità di via Paparone, individuando così una ulteriore porta della città. Per quanto concerne le azioni si è proposto: - l’acquisizione dei ruderi con riconversione in standard e gli edifici dimessi con riconversione a funzione pubblica; - la creazione e valorizzare un percorso dei palazzi con valore storico architettonico. Per le aree di sviluppo e completamento insediativo, per quanto concerne le strategie si è proposto: - la scelta della modalità di intervento diretto se in presenza di esistente collegamento dell’area alla viabilità comunale e di urbanizzazioni primarie, ovvero di piano urbanistico attuativo in caso contrario. Per quanto concerne le azioni si è proposto: - la previsione di un’area di completamento insediativo nella zona adiacente alla Ss 19, alle località Epitaffio e Casarsa, adiacente al previsto nuovo svincolo autostradale in località Epitaffio, in considerazione del potenziale sviluppo della zona artigianale-produttiva favorita dal collegamento veloce attraverso tale asse viario. Per l’area per insediamenti produttivi, per quanto concerne le strategie si è proposto: - la previsione di un’area artigianale-produttiva in adiacenza alla Ss19 in località Epitaffio e Casarsa, in adiacenza al previsto nuovo svincolo autostradale in località Epitaffio; - l’ampliamento in prospettiva di una crescita della domanda di insediamento nell’area dovuta alla sua elevata accessibilità dall’autostrada Sa-Rc; Per le colline, per quanto concerne le azioni si è proposto la possibile realizzazione di insediamenti, integrati ad una quota della potenzialità insediativa generale del piano, nelle aree interne collinari, da realizzarsi mediante edilizia di qualità al fine di integrare la città consolidata con il paesaggio collinare. Per la Sp 30, per quanto concerne le strategie si è proposto il raddoppio e l’illuminazione per la zona di Femmina Morta. Per quanto concerne le azioni si è proposto: - il recupero dell’ex tabacchificio in località Fiocche, da riconvertire a funzione produttiva o di uso pubblico, attraverso la valorizzazione della Sp 317 che guarda verso le zone del Medio e Alto Sele; - la riqualificazione di contrada Isca attraverso la Sp 412, Acqua dei Pioppi, che guarda verso le zone del Medio e Alto Sele; - la delocalizzazione del mercato ortofrutticolo sulla Sp 30, in modo da intercettare tutti gli operatori di settore del Medio e Alto Sele e Alto Calore. Per la città costiera si è proposto di concentrarvi parte della potenzialità insediativa generale del piano per costituire la parte costiera della città di Eboli. Per quanto concerne le strategie si è proposto: - la scelta di un modello insediativo sostenibile che valorizzi la risorsa mare e consenta la creazione della Eboli città di mare; - l’integrazione del recupero degli insediamenti con la potenzialità insediativa di cui sopra, da realizzare con interventi edilizi di qualità; - L’organizzazione delle zone alberghiere e extralberghiere in abbinamento alla residenza stabile. Per il territorio agricolo, per quanto concerne le azioni si è proposto un approfondimento circa la possibilità dì edificazione poderale in ampliamento all’esistente. Tali osservazioni sono state tenute in debito conto in fase di redazione del Psc da parte del Gruppo di lavoro e, in alcuni casi, sono state ridefinite con riferimento alla necessità di una loro verifica di carattere tecnico-urbanistico e di conformità normativa nonché di riallineamento su un profilo strategico dei relativi contenuti, sono confluite nel seguente capitolo 3.2 La nuova organizzazione territoriale. 547 3.2 La nuova organizzazione territoriale Le tre città e il territorio agricolo 548 La straordinaria ampiezza del territorio comunale, pari a 138,8 kmq, che colloca Eboli al terzo posto in Campania e al 309° posto in Italia per estensione, impone una visione multipolare della organizzazione territoriale futura. Sulla base dell’evoluzione urbanistica del territorio e di tendenze spontanee da opportunamente reinterpretare, al fine di evitare i deleteri fenomeni della frammentazione urbana, con conseguente spreco di suolo, si individuano le seguenti tre polarità: 1) la città consolidata della integrazione funzionale; 2) la città lineare della produzione e del commercio; 3) la città costiera della produzione turistica integrata; alle suddette tre polarità se ne aggiunge una quarta, rovesciata, rappresentata dal territorio della produzione agricola, da sottrarre definitivamente a usi impropri, non connessi con la sua funzione. Le tre polarità urbane e la non polarità del territorio agricolo sono esaustivi dell’intero ambito comunale. Il tema della viabilità e dei trasporti non è esogeno alle problematiche affrontate nel Psc e non deve risponde a logiche interne di settore, ma essere al servizio delle polarità che si intendono sviluppare sul territorio. Il Psc esamina le singole polarità proponendo, per ciascuno di essi, criticità, strategie ed azioni, così intese: - criticità: principali problematiche ed aspetti negativi che caratterizzano il singolo tema in esame; - strategie: insieme di azioni finalizzate al raggiungimento di un obiettivo o al superamento di una criticità; - azioni: specifici interventi, progetti, piani o programmi, che sostanziano una strategia. La città consolidata La città consolidata è composta dal centro contemporaneo, dal centro storico, e dalle parti del territorio comunale a questo strettamente integrate, quali le aree di completamento e sviluppo insediativo, l’area per insediamenti produttivi, le aree di cava e la zona collinare. Il centro contemporaneo È la parte della città consolidata non classificabile come centro storico né interessata da ipotesi di completamento e sviluppo insediativo. Criticità - ruolo marginale in area vasta del centro contemporaneo nei confronti di altri centri e, in particolare, di Battipaglia; - scarsa capacità attrattiva nei confronti dei centri abitati di Corno d’Oro, Cioffi e S.Cecilia e degli insediamenti urbani posti nei comuni limitrofi; - rischio di effetto periferia per alcuni quartieri; - bassa accessibilità e limitata potenzialità di adeguamento degli spazi dell’attuale ospedale Maria SS.Addolorata; - sottoutilizzazione e marginalità dell’area di stazione Fs e del contesto urbano in cui è inserita. Strategie - riqualificazione urbana, con mantenimento del carico insediativo, escludendo ulteriori suoi incrementi, mediante: - microinterventi da eseguire su singoli edifici preesistenti, anche attraverso ristrutturazione edilizia che possa prevedere l’adeguamento funzionale delle unità immobiliari; - macrointerventi da eseguire su tessuti urbani fortemente degradati, anche attraverso la ristrutturazione urbanistica, con contestuale attrezzaggio del territorio, sostenuta e incentivata da premialità edilizie. - innalzamento della dotazione di spazi ed attrezzature di uso pubblico, privilegiando suoli relittuali e abbandonati, da acquisire anche attraverso la concessione di crediti edilizi da spendere in aree a tale scopo individuate; - localizzazione di nuove centralità all’interno e ai margini del tessuto edilizio più compatto, ai fini di incrementare la capacità attrattiva della città consolidata; - delocalizzazione e potenziamento dell’attuale ospedale Maria SS. Addolorata, anche in funzione della eventuale localizzazione della sede per l’ospedale unico con Battipaglia in territorio di Eboli. Azioni - ottimizzazione degli interventi previsti dai Pua di iniziativa pubblica approvati (Centro sportivo Città di Eboli, ex Pezzullo, area per attrezzature generali Serracapilli); - individuazione di aree marginali ad alto degrado abitativo nelle quali attuare la ristrutturazione urbanistica; - potenziamento del collegamento a sud con la Ss 18 e i centri abitati presenti lungo il suo tracciato (Corno d’Oro, Cioffi e S.Cecilia); - riqualificazione degli assetti urbanistici delle zone adiacenti alla Ss 19, alle località Casarsa ed Epitaffio, potenziandone le attività artigianali e commerciali; - localizzazione della sede per l’ospedale unico con Battipaglia in territorio di Eboli; per essere un ospedale che unifica le funzioni di Eboli e Battipaglia, oltre che di riferimento per un’area più vasta, tale attrezzatura deve essere collocata in un’area immediatamente prossima allo svincolo autostradale, da non delocalizzare, eventualmente da ridefinire rispetto a quella indicata dal vigente Prg, in quanto presumibilmente insufficiente e già insediata da altre strutture; - riconversione dell’attuale ospedale Maria SS. Addolorata in una struttura polifunzionale, eventualmente operante anche nello stesso settore sanitario; - sviluppo, potenziamento e riqualificazione della Sp 350 come porta dei Picentini; - riqualificazione dell’area di stazione Fs. - individuazione di un’area da destinare a bus terminal. Il centro storico È la parte della città consolidata identificata con lo sviluppo urbano conseguito fino a tutto il secondo dopoguerra, comprendente complessi di interesse archeologico e insediamenti urbani antichi e storici. Criticità - frammentarietà e incompletezza degli interventi di ricostruzione e recupero post-sisma e conseguente presenza di punti di degrado e pericolo che, in alcuni casi, non consentono l’utilizzo degli immobili compromettendo la fruibilità e il reinsediamento dei cittadini costretti all’abbandono degli alloggi a seguito del sisma del 1980; - percezione di una condizione di esclusione dell’ambito dalla vita della città con rischio di depauperamento delle funzioni urbane tipiche e di perdita delle connotazioni identitarie, nonché difficoltà di sviluppo di funzioni urbane; - carenza di attrezzature, servizi e pubblici esercizi; - carenza di parcheggi pertinenziali e di parcheggi pubblici; - eccessiva farraginosità delle norme di attuazione del Prg vigente per l’ambito. 549 Strategie - rimodulazione del centro storico in termini di caratteri e perimetrazione; - miglioramento della viabilità di via Paparone, individuando così una ulteriore porta di accesso della città; - rivitalizzazione ed attrezzaggio dell’ambito; - creazione di una ricettività diffusa preordinata al turismo religioso; - riconsiderazione e completamento del programma di valorizzazione di cui alla Lr 26/2002; - conferma dell’immediata operatività normativa tale da consentire interventi edilizi diretti; - miglioramento delle modalità di collegamento viabilistico fra la Sp 350 e la zona est verso Campagna (Grataglie, centro storico, S. Cataldo, S. Andrea), nel rispetto degli assetti geomorfologici ed idrogeologici del territorio attraversato. 550 Azioni - ampliamento dell’ambito di interesse e suddivisione in 3 sottozone: l’insediamento antico di impianto pre-ottocentesco; il percorso storico dei mulini ad esso connesso (ad esempio, ricomprendendo le aree archeologiche e il percorso dei mulini dall’Elmice al Tufara); l’insediamento storico dal tessuto otto-novecentesco a sud; - semplificazione normativa e previsione di opportune destinazioni d’uso, al fine di individuare ulteriori strategie produttive; - previsione e idonea localizzazione di attrezzature e funzioni di servizio (pubblici esercizi, ristorazione, strutture ricettive, locali per spettacolo, ecc.; - integrazione di altre attività (uffici, attività commerciali di piccola e media dimensione) che possano assicurare la vivibilità dell’area; - previsione e idonea localizzazione di parcheggi pertinenziali e di parcheggi pubblici di corona, previa verifica della reale utilizzabilità delle localizzazioni già previste dal vigente Prg; - individuazione di manufatti abbandonati o diruti per riconversione a standard urbanistici o a funzioni pubbliche in generale, anche attraverso acquisizione; - creazione di un itinerario storico naturalistico lungo gli antichi tracciati delle condotte di adduzione dell’acqua ai mulini prospicienti l’Elmice; recupero delle antiche strutture dei mulini quali contenitori di iniziative per attività turistico-ricreative e di richiamo storico-culturale; - valorizzazione di itinerari urbani caratterizzati da edifici di elevato pregio storico-architettonico; - promozione del centro storico a grande piazza telematica, luogo della società dell’informazione, delle nuove tecnologie, di fruizione a costi contenuti della rete telematica. Le aree di completamento e sviluppo insediativo Ci si riferisce, indicativamente, alle sottozone Bb e Bc del Prg vigente. A cinque anni di distanza dall’approvazione del Prg vigente, nessuno degli ambiti residenziali è divenuto operativo, essendo stato presentato ed adottato il solo Pua relativo all’ambito denominato Pezza delle Monache. Criticità - eccessiva ampiezza delle superfici degli ambiti; - notevole frammentazione dell’edificazione all’interno degli ambiti; - difficoltà dell’impresa edilizia ad assumere un ruolo significativo nella gestione delle trasformazioni, che rimane nella eccessiva discrezionalità della proprietà fondiaria. Strategie - individuazione, in modo oggettivo e certo, delle superfici disponibili alla trasformazione; - opzione per la modalità dell’intervento edilizio diretto in presenza del complesso delle opere di urbanizzazione primaria, ovvero di intervento urbanistico preventivo in caso contrario; - articolazione in sub-ambiti, quando necessario; - considerazione dell’edilizia residenziale sociale (Ers) quale quota di edilizia residenziale pubblica (Erp), anche ai fini del computo degli standard e delle superfici da cedere all’Ac. Azioni In sede di Puc si provvederà a: - definire le aree edificabili private in modo da assicurare un disegno organico dei diversi interventi evitando l’eccessiva parcellizzazione e frammentazione degli stessi; - prevedere un’area di completamento nella zona adiacente alla Ss 19, in località Epitaffio, in considerazione del potenziale contestuale sviluppo della zona artigianale, coerentemente con la capacità insediativa teorica da prevedersi nel nuovo Puc; - analizzare in dettaglio le tipologie di superfici fondiarie, da inquadrare in tre condizioni possibili: 1) aree libere, prive di edifici, destinate ad ospitare edificazione, diretta o indiretta a seconda della oggettiva condizione dei suoli, e standard urbanistici; 2) aree semi-sature, con edifici dotati di lotti di rilevante ampiezza, non completamente asserviti alle costruzioni esistenti, sia sotto il formale profilo urbanistico, sia sotto il profilo funzionale; la superficie non asservita partecipa alla realizzazione dell’intervento complessivo mentre la parte edificata viene inclusa nelle aree di cui al successivo punto 3; 3) aree sature, con edifici per cui non è più possibile alcun incremento volumetrico, salvo la realizzazione di volumi interrati o di adeguamenti igienico-sanitari. L’area per insediamenti produttivi E’ l’area interessata dal piano per insediamenti produttivi (Pip), ubicata in località Pezza Grande, ad ovest del centro abitato, delimitata a nord dalla ferrovia Battipaglia-Potenza e confinante a ovest con il Comune di Battipaglia, proprio in contiguità con la sua area industriale. Tale area è attualmente articolabile in due porzioni: un insediamento produttivo originario, immediatamente a sud della linea ferroviaria, e in una zona di espansione recente, di maggiori dimensioni, posta a sud-ovest della prima. Criticità: - non utilizzabilità, nella zona di espansione recente, degli spazi destinati ad uso pubblico a causa di preesistenze (azienda agricola di rilevante importanza) ed impedenze (elettrodotto); - insufficienza delle superfici disponibili per far fronte alla domanda insediativa da parte delle imprese; - non attuabilità, nella zona di espansione recente, delle previsioni relative alla viabilità a causa di preesistenze edilizie; - eccessiva edificazione e scarsa dotazione di spazi per servizi nell’insediamento produttivo originario; - eccessiva penalizzazione per le imprese che si insediano da parte della normativa urbanistica vigente. Strategie - ampliamento in prospettiva di una crescita della domanda di insediamento nell’area dovuta alla sua elevata accessibilità dall’autostrada Sa-Rc; - rilocalizzazione, per compensazione, degli spazi destinati ad uso pubblico non utilizzabili a causa delle preesistenze e delle impedenze: 551 - eventuale utilizzazione dei lotti liberi e dismessi, presenti nella originaria zona industriale ai fini di dotare l’intero insediamento produttivo di spazi per attrezzature e servizi; - inquadramento urbanistico unitario che includa le limitrofe aree di cava, comprese quelle in territorio di Battipaglia, interne alla zona in località S.Giovanni, a nord dell’autostrada Sa-Rc, in via di riconversione e da porre a servizio della zona produttiva, ai sensi del piano regionale per le attività estrattive (Prae), e dell’area posta a nord-est nella zona dello svincolo autostradale in località S. Chiarella. 552 Azioni - rilocalizzazione degli spazi e ampliamento del Pip in direzione nord-est, cioè verso il centro contemporaneo della città consolidata; tale area, in ampliamento del Pip, avrà carattere di compatibilità urbana con funzioni prevalentemente commerciali, direzionali, di servizio al Pip e aperto alla città; - ampliamento ulteriore, qualora risultasse documentatamente necessario, a sud, parallelamente all’attuale perimetro del Pip; - previsione di riconversione in strutture ricettive, alberghiere e commerciali, anche mediante bonus edificatori per gli edifici esistenti, costituenti impedenze all’attuazione del Pip; - riconversione dei lotti dismessi, presenti nell’insediamento produttivo originario, per funzioni di servizio di iniziativa privata a parità di volume con opportuno riconoscimento del mantenimento di funzioni produttive industriali e artigianali mediante l’applicazione di premialità edilizie, qualora compatibili con la normativa regionale di riferimento; - inquadramento urbanistico unitario con il Pip e con la zona dell’istituto agrario dell’area di cava immediatamente a nord dell’autostrada Sa-Rc, ed esclusione dalla zona in località S.Giovanni; l’inquadramento con la zona delle cave richiede idonei collegamenti a nord, a monte dell’autostrada Sa-Rc, anche attraverso una realizzazione viabilistica tra Eboli e Battipaglia; - previsione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili; - modalità costruttive dei singoli insediamenti produttivi da improntare a standard qualitativi e di sostenibilità ambientale, rimodulando le modalità di attrezzaggio dei singoli lotti in modo da valorizzare l’utilizzazione delle intere superfici fondiarie di riferimento. Le aree di cava Ci si riferisce alle aree di cava minori, esterne alla zona in località S.Giovanni, per le quali si è detto a proposito dell’area Pip, nonché quelle diffuse sul territorio comunale, soprattutto in collina. Criticità - degrado paesaggistico ed ambientale determinato dalle cave; - mancata riutilizzazione delle cave dismesse. Strategie - riqualificazione ambientale e riutilizzazione delle cave dismesse ed integrazione con il territorio circostante, in particolare con il Pip, in coerenza con il piano regionale delle attività estrattive (Prae); Azioni - previsione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, in coerenza con le previsioni del Prae; - ricostituzione dei caratteri ambientali e naturalistici dell’area in rapporto con la situazione preesistente e circostante; - valorizzazione ai fini turistico-ricettivi o per attrezzature e servizi di uso pubblico; Le colline Con il termine colline si intende il sistema collinare solcato dalle forre boscate, dalle vie dell’acqua, dai corridoi verdi a elevata naturalità, che subito prima dello sbocco a valle, cingono e si incuneano nel centro storico di Eboli, divenendo parte integrante della città. Criticità - scarsa conoscenza e mancata valorizzazione delle zone collinari; - eccessiva dimensione delle aree collinari soggette a Pua e genericità funzionale delle zone Fa parchi urbani e territoriali. Strategie - tutela ambientale e fruizione collettiva a fini ricreativi, con eventuale estensione delle norme di salvaguardia del parco regionale Monti Picentini; - tutela e valorizzazione delle aree collinari paesisticamente rilevanti; - promozione del turismo collinare mediante la costruzione di un sistema turistico integrato con il mare; - possibile realizzazione di insediamenti turistici (con esclusione di seconde case o residenze stagionali) nelle aree interne collinari, da realizzarsi mediante edilizia di qualità al fine di integrare la città consolidata con il paesaggio collinare; - realizzazione di servizi per il turismo e di strutture per lo sport, l’intrattenimento ed il tempo libero, qualificanti la nuova offerta turistica dell’area ma compatibili con le strategie della tutela attiva e dello sviluppo sostenibile; - utilizzo e valorizzazione delle eventuali superfici di proprietà comunale al fine della più rapida attuazione delle strategie di sviluppo. Azioni - rimodulazione e/o contrazione delle zone Fa - parchi urbani e territoriali; - nuovi insediamenti edilizi, con caratteristiche di pregio, al fine di integrare la città consolidata con il paesaggio collinare, coerentemente con la capacità insediativa teorica da prevedersi nel Puc; - connessione delle aree collinari paesisticamente rilevanti, attraverso il percorso degli antichi mulini e di altri itinerari, al tessuto urbano immediatamente a valle; - utilizzo delle aree collinari di proprietà comunale mediante la previsione di un parco a tema avente per oggetto un centro per il benessere e la salute e di preparazione atletica, con integrazione eventuali attrezzature sportive non presenti sul territorio comunale e nei comuni limitrofi; - potenziamento della Sp 30 anche ai fini dell’integrazione turistica della collina con il mare. La città line are della produzione e del commercio La seconda polarità ha ad oggetto gli assi viari relativi alla Ss 18 e alla Sp 30 e del ruolo che per essi si immagina nel futuro assetto insediativo del territorio comunale di Eboli. Per città lineare si intende un modello insediativo ben diverso dalla edificazione a nastro lungo strada, che è, viceversa, fenomeno assolutamente da contrastare, in quanto determina un abbassamento del livello di servizio dell’infrastruttura, un aumento dei pericoli dal punto di vista viabilistico e, infine, un innalzamento dei costi di urbanizzazione primaria e secondaria. Saranno, pertanto, rigorosamente definite le previste fasce di rispetto a difesa delle infrastrutture viarie. Con il modello della città lineare si intende valorizzare gli assi viari relativi alla Ss 18 e alla Sp 30 a partire dalle particolari forme di aggregazione edilizia, consolidatesi nel tempo lungo il loro 553 tracciato, che hanno determinato piccoli e disordinati nuclei insediativi per i quali è necessaria una riqualificazione ed una integrazione di funzioni in termini di attrezzature e servizi nonché un consolidamento mediante un misurato incremento della capacità insediativa, che sia tuttavia sufficiente a conferire attrattività urbana. La forma insediativa che si prefigura è del tipo a grappolo lungo le infrastrutture che si intendono valorizzare. La Ss 18 È l’asse viario che divide in due il territorio di Eboli nella direzione da Battipaglia a Capaccio attraversando i centri abitati di Corno d’Oro, Cioffi e S.Cecilia. Criticità - presenza di attività edilizie, commerciali e produttive lungo tale arteria oggi altamente congestionata dal traffico con conseguenti riflessi negativi sulla efficiente organizzazione del territorio; - scarsa qualità del sistema insediativo lineare lungo la variante alla Ss 18 per commistione casuale tra residenze, attività industriali, commerciali e agricole; - eccessiva gravitazione su Battipaglia dei centri abitati situati sulla Ss 18, a causa della inesistente offerta urbanistica ad Eboli disponendo, quest’ultima, esclusivamente di ampie zone agricole; - ai tre centri abitati di Corno d’Oro, Cioffi e S.Cecilia sono ascrivibili le medesime criticità di cui alle aree di completamento e sviluppo insediativo, cui si rimanda, con relativa integrazione all’interno del tema della città lineare della produzione e del commercio. 554 Strategie - miglioramento della qualità del sistema insediativo lineare lungo la variante alla Ss 18, così come prefigurato dal Ptr approvato, con riferimento alla PdS, definita come sistema territoriale di sviluppo a dominante paesistico-ambientale-culturale, che prevede, inoltre, la razionalizzazione dei processi insediativi in atto caratterizzati dalla edificazione diffusa e casualmente commista tra residenze, attività industriali, commerciali, agricole e turistiche e il consolidamento dei nuclei esistenti, definendo modalità appropriate di localizzazione integrata ed evitando l’effetto periferia; - riqualificazione dell’assetto esistente, in particolare lungo la Ss 18, mediante ipotesi di riorganizzazione insediativa accompagnata da un potenziamento della infrastrutturazione stradale, in mancanza della quale si accentuerebbero le già notevoli condizioni di congestione e di insicurezza dovuti ai flussi veicolari attualmente rilevabili lungo tale asse; - costruzione di un insediamento funzionalmente forte, in grado di attrarre operatori e capitali da Battipaglia in modo tale dare vita alla seconda polarità urbana prefigurata in premessa e perseguire un riequilibrio nel rapporto fra i due comuni confinanti; - riorganizzazione delle attività artigianali e commerciali, con particolare riferimento al settore zootecnico locale lungo tale asse; - realizzazione e promozione del polo agroalimentare di rango superiore di Eboli (S.Nicola Varco), da mettere in rete con i mercati agroalimentari della provincia, così come auspicato dal preliminare di Ptcp, nell’ambito della valorizzazione dei poli produttivi e logistici della PdS, fondata sulla riorganizzazione dell’agglomerato Asi di Battipaglia e sul completamento dell’Interporto, e delle altre regioni, al fine di valorizzare l’integrazione logistica a livello nazionale e internazionale; - per i tre centri abitati di Corno d’Oro, Cioffi e S.Cecilia sono ascrivibili le medesime strategie di cui alle aree di completamento e sviluppo insediativo, cui si rimanda, con relativa integrazione all’interno del tema della città lineare della produzione e del commercio. Azioni - realizzazione di una viabilità alternativa e di margine agli insediamenti preesistenti e al loro eventuale ampliamento a supporto della Ss 18 in quei tratti in cui ha assunto o finirà per assumere i caratteri di strada urbana; - razionalizzazione delle attività presenti lungo il tracciato e concentrazione di funzioni, con particolare riferimento al settore agroalimentare, e di attrezzature in specifiche aree da organizzare per realizzare sub-polarità a prevalente vocazione produttiva, anche mediante ricorso a intervento urbanistico preventivo; - riconversione di complessi industriali dimessi, di masserie e casali rustici in stato di abbandono presenti lungo il tracciato; - potenziamento del polo agroalimentare di S.Nicola Varco, valutando la convenienza economica del recupero delle eventuali strutture preesistenti, la realizzazione di un centro commerciale di supporto e previsione di funzioni logistiche integrate con la presenza dello scalo ferroviario; - valorizzazione della fattoria didattica Improsta e salvaguardia delle aree di sperimentazione agraria; - adeguamento della sezione stradale attuale e razionalizzazione degli incroci; - creazione di una pista ciclo-pedonale e di apposite aree attrezzate per la sosta dei fruitori della pista; - potenziamento dei collegamenti con la città consolidata, con particolare riferimento alla zona produttiva, da un lato, e con la fascia costiera, dall’altro, attraverso la Sp 30 e le Sp 204 e Sp 262, ai fini di bilanciare l’eccessiva gravitazione su Battipaglia dei centri abitati ebolitani, anche, per quanto di competenza del Puc, attraverso il miglioramento dei trasporti pubblici. Per i tre centri abitati di Corno d’Oro, Cioffi e S.Cecilia sono ascrivibili le medesime azioni di cui alle aree di completamento e sviluppo insediativo, individuate, per le aree con analoghe caratteristiche, ricomprese nella città consolidata, cui si rimanda, con relativa integrazione all’interno del tema della città lineare della produzione e del commercio. La Sp 30 È l’asse viario che conduce dalla città consolidata alla fascia costiera correndo lungo il confine a sud-est del territorio e fiancheggiando il fiume Sele. Criticità - scarsa capacità di assolvere al compito di collegamento funzionale della città consolidata con la Ss 18, con i tre centri abitati di Corno d’Oro, Cioffi e S.Cecilia, e il mare; - sviluppo spontaneo e disorganico di attività residenziali, commerciali e produttive lungo tale arteria con conseguenti riflessi negativi sotto il profilo della corretta organizzazione del territorio. Strategie - potenziamento della capacità di collegamento funzionale multimodale fra la città consolidata e i centri abitati lungo la Ss 18 e la zona costiera, con raddoppio e illuminazione per la zona di Femmina morta; - razionalizzazione delle attività presenti lungo il tracciato e concentrazione di funzioni e di attrezzature in specifiche aree da organizzare al fine di creare sub-polarità, da Eboli fino alla intersezione con la Ss 18 a S.Cecilia, - tutela paesaggistica del territorio da S.Cecilia alla strada litoranea. Azioni - riorganizzazione delle funzioni presenti lungo tale arteria e, in particolare, delle attività commerciali, artigianali nonché connesse alla produzione zootecnica locale; 555 - previsione delle necessarie opere di urbanizzazione primaria e secondaria; - recupero dell’ex tabacchificio di Fiocche, da riconvertire a funzione produttiva o di uso pubblico, comprendente l’adeguamento infrastrutturale del breve tratto viario della Sp 317 ricadente nel Comune di Eboli nonchè la riqualificazione urbanistica di contrada Isca, integrata dal miglioramento viabilistico della Sp 412, Acqua dei Pioppi, in prospettiva di una migliore accessibilità alle zone del Medio e Alto Sele; - valorizzazione dell’area dell’Università Orientale di Napoli riconvertendola a centro di studi e ricerca sulle attività agricole e le economie locali o in una struttura di incontro delle culture; - riconversione di complessi industriali dismessi, di masserie e casali rustici in stato di abbandono presenti lungo il tracciato; - adeguamento della sezione stradale e razionalizzazione delle intersezioni; - creazione di una pista ciclo-pedonale e di apposite aree attrezzate per la sosta dei fruitori della pista; - delocalizzazione del mercato ortofrutticolo, dall’attuale ubicazione in località Fontanelle, da ricollocare lungo la Sp 30, al fine di renderlo meglio accessibile per gli operatori del settore, in particolare, del Medio e Alto Sele e dell’Alto Calore. La città costie ra La terza polarità ha ad oggetto la parte del territorio di Eboli situata a valle della zona pianeggiante, al limite della fascia pinetata e della spiaggia. 556 Un nuovo modello di turismo Per il litorale ebolitano si propone un nuovo modello insediativo sostenibile, in alternativa ad un modello insediativo precario e inquinante. Al fine di evitare la creazione di un sistema urbano monofunzionale, gli insediamenti turistici saranno integrati da funzioni residenziali, e relative attrezzature e servizi, coerentemente con la capacità insediativa teorica da prevedersi nel Puc, oltre la quota connessa agli addetti nel settore. Criticità - attuale modello di turismo, a bassa redditività, esclusivamente legato alla balneazione per un breve periodo dell’anno; - inefficiente organizzazione del territorio per effetto di trasformazioni urbanistiche non regolamentate; - commistione di funzioni residenziali, produttive, turistiche, agricole; - mancata attuazione per eccessiva estensione e parziale compromissione e delle aree di sviluppo alberghiere ed extralberghiere; - scarsa qualità edilizia del sistema insediativo lungo la strada Litoranea. Strategie - scelta di un modello insediativo che valorizzi la risorsa mare e consenta la creazione della parte costiera della città di Eboli; - miglioramento del sistema infrastrutturale delle comunicazioni e riqualificazione e riordino, dal punto di vista insediativo, della fascia costiera, arginando l’edificazione diffusa e disordinata, attualmente in atto, di seconde case e di villaggi turistici di scarsa qualità, così come previsto dal Ptr approvato; - costruzione di una nuova immagine di turismo per la costa ebolitana, mediante l’integrazione del turismo balneare con quello culturale e ambientale e una migliore gestione delle risorse, così come previsto dal Ptr approvato; - messa in campo di una politica incentrata sullo sviluppo e la qualificazione dell’offerta turistica e agrituristica ai fini della destagionalizzazione della domanda di servizi turistici, mediante il modello di sviluppo sostenibile che ha nella rete ecologica il suo riferimento, così come previsto dal Ptr approvato; - riqualificazione dell’assetto esistente della fascia costiera, come indicato dagli indirizzi strategici per la PdS del preliminare di Ptcp; - organizzazione di zone alberghiere ed extralberghiere in abbinamento alla preesistente residenza stabile; - consolidamento del ruolo della riserva naturale regionale foce Sele-Tanagro, dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale; - mantenimento, manutenzione e salvaguardia delle aree pinetate con interventi rivolti alla loro conservazione e compensazione delle parti da risagomare per elevare la funzionalità dell’insediamento costiero complessivo; - modifica del preesistente modello insediativo, basato su un’economia turistica a bassa redditività, destagionalizzando la fruizione della costa, costruendo la città costiera quale terza polarità insediativa sul territorio ebolitano; - costruzione di una dimensione urbana mediante l’individuazione delle zone insediate esistenti, anche recuperando e riqualificando gli eventuali insediamenti abusivi ex art. 29 legge 47/1985, qualora sanabili, da integrare con interventi finalizzati al complessivo miglioramento urbanistico; - realizzazione di un porto turistico da integrare con il sistema turistico del territorio, in grado di stimolare nuove economie e generare occupazione a livello locale; Azioni - rimodulazione delle attività insediative in funzione della definizione di una nuova dimensione urbana della fascia costiera, liberando terreni da recuperare all’agricoltura e riducendo l’impatto ambientale delle nuove previsioni, da integrare con i nuclei preesistenti; - realizzazione del porto turistico alla foce del Sele; - creazione, previa più approfondita verifica, di condizioni per la navigabilità del corso inferiore del fiume Sele mediante l’attrezzaggio leggero delle sponde, in ben determinati punti a riparo dalla corrente, la realizzazione di pontili di ormeggio e alaggio e assistenza alle imbarcazioni, al fine di avviare, in tempi rapidi, l’attività diportistica nel territorio ebolitano in attesa della realizzazione del porto turistico; - predisposizione di spazi finalizzati all’insediamento di funzioni indotte, rappresentate dai servizi nautici aggiuntivi e integrativi delle attività portuali turistiche e loro integrazione all’interno del modello di riorganizzazione complessiva della fascia costiera; - previsione di idonee disposizioni per l’equipaggiamento e la fruizione della spiaggia elevando il livello qualitativo dei servizi selezionando la capacità imprenditoriale per una gestione, meno parcellizzata rispetto all’attuale, di interi blocchi integrati (insieme di spiaggia, pineta e servizi) ai fini della balneazione; - previsione di attrezzature ricettive e di ristorazione, funzioni direzionali e di servizio, centri congressi, centri benessere, palestre, attrezzature per lo sport e il tempo libero per un turismo esteso a tutto l’anno e di qualità; prevedere strutture alberghiere di grande qualità architettonica; - trasformazione della strada Litoranea nel lungomare di Eboli mediante un sistema di interventi di riqualificazione urbana e ambientale, anche in forza del potenziamento della Sp 417 Aversana su cui verrebbe dirottato il traffico di attraversamento; - declassamento della Sp 175 Litoranea e potenziamento della Sp 417 Aversana, così come previsto dal Ptr approvato; - stabilizzazione e consolidamento dell’attività dell’Amministrazione provinciale di Salerno relativamente al progetto di salvaguardia recupero e valorizzazione della fascia costiera (creazione di uno stagno per l’arricchimento dell’avifauna; realizzazione di sentieri-natura; creazione di un vivaio forestale; recupero della masseria Casina Rossa); 557 - bonifica, recupero e riutilizzo, se non più funzionale alle esigenze del Ministero della difesa, della zona assoggettata a servitù militare, in prospettiva della relativa estinzione; - previsione di complessi turistico-ricettivi all'aria aperta, di cui alla Lr 13/1993. Il territorio agricolo. È la quarta polarità, quella rovesciata, rappresentata dal territorio della produzione agricola, da sottrarre definitivamente a usi impropri, non connessi con la sua funzione. Un moderno concetto di ruralità Si propone un moderno concetto di ruralità selezionando attività e funzioni direttamente e strettamente connesse con la produzione agricola. Criticità - la zona agricola è caratterizzata da eccessivi consumo di suolo, frammentazione e commistione di funzioni differenti e incompatibili, che indeboliscono e impoveriscono progressivamente la capacità produttiva della PdS; 558 Strategie - riqualificazione dei nuclei storici e dell’edilizia rurale, valorizzazione delle attività agricole basate sull’innovazione e sul risparmio energetico, sviluppo delle attività agro-alimentari e commercializzazione dei prodotti locali a forte connotazione di tipicità, come previsto dal Ptr approvato, sulla base di un modello di sviluppo sostenibile che ha nella rete ecologica il suo riferimento; - tutela della aree agricole e naturali, come indicato dagli indirizzi strategici del preliminare di Ptcp per la PdS; - rigoroso controllo normativo delle dinamiche insediative, orientato a contrastare lo spreco di suolo e l’uso improprio dei terreni agricoli; - recupero degli impianti agricoli dismessi rispetto alla realizzazione di nuovi impianti, da favorire anche mediante incentivi e premialità. Azioni La normativa tecnica di attuazione da applicare a tali aree dovrà fare in modo che: - si insedino, sulla base di stringenti verifiche dei requisiti, esclusivamente i soggetti titolati per legge ad intervenire in zona agricola; - la dimensione minima del lotto sarà opportunamente definita in funzione dell’obiettivo del risparmio di suolo, prevedendo, sotto particolari condizioni, la possibilità di edificazione poderale in ampliamento all’esistente; - le trasformazioni siano commisurate alle reali esigenze di spazi e volumi in funzione della specifica tipologia di attività; - la riconversione delle preesistenze, in funzioni connesse con l’attività agricola, agrituristica o turistico-ricettiva, potrà avvenire anche con attrezzaggio delle aree di pertinenza e loro relativo ampliamento; - siano osservate opportune distanze dei nuovi insediamenti dalle strade di maggiore grado gerarchico, impedendo l’edificazione a nastro lungo di esse, provocandone l’abbassamento dei livelli di servizio ed aumentandone la pericolosità. La zootecnia È fra le maggiori risorse economiche del territorio ebolitano: va difesa e potenziata, anche attraverso l’applicazione di specifiche premialità edilizie. Criticità - insufficiente attenzione alle esigenze insediative del comparto zootecnico; Strategie - consolidamento e ampliamento delle funzioni zootecniche; - recupero di impianti zootecnici dimessi rispetto alla realizzazione di nuovi impianti, da favorire anche mediante incentivi; - creazione di agriturismi legati alla produzione zootecnica mediante recupero e riconversione delle preesistenze rurali. Azioni La normativa dovrà esercitare uno stringente controllo affinché: - si insedino i soggetti titolati per legge ad intervenire in zona agricola; - la dimensione minima del lotto e le trasformazioni siano commisurate alle reali esigenze di spazi e volumi in funzione della produzione zootecnica; - la riconversione delle preesistenze, per funzioni connesse con l’attività zootecnica, possa avvenire anche con attrezzaggio delle aree di pertinenza e relativo ampliamento di tali aree in coerenza con la suddetta funzione. La serricoltura Un percentuale significativa del territorio ebolitano è coperto da serre. Questa è una specificità, che ha una giustificazione economica legata all’attività florovivaistica, ma è anche un problema. Criticità - eccessiva copertura del territorio comunale e conseguenti problemi di impatto ambientale e di deflusso delle acque meteoriche. Strategie - valorizzazione dei prodotti della serricoltura attraverso la realizzazione di uno sbocco di commercializzazione e di marketing costituito dal polo agroalimentare. Azioni - monitoraggio della effettiva utilizzazione degli impianti serricoli che, se dismessi o inutilizzati, devono essere rimossi; - manutenzione e realizzazione di nuove serre con l’osservanza di opportuni accorgimenti tecnici per il convogliamento e il drenaggio delle acque meteoriche; - adeguamento del sistema dei canali consortili ai fini del corretto smaltimento delle acque; - previsione di incentivi al parziale utilizzo delle coperture delle serre, per la produzione di energia, prevalentemente per finalità di autoconsumo, non escludendo la commercializzazione delle quantità eccedenti, fermo restando che tale possibilità si esplichi su serre in esercizio. L’agriturismo e il turismo rurale Il patrimonio edilizio rurale costituisce una grande risorsa culturale che va preservata e valorizzata. Criticità - mancata valorizzazione dell’ampio patrimonio rurale e della riforma agraria dismesso. 559 Strategie - sviluppo del comparto agro-alimentare e di attività turistiche diversificate; - potenziamento e qualificazione dell’offerta ricettiva e di servizi per il turismo, con realizzazione di strutture turistico-alberghiere, mediante recupero di manufatti esistenti, quali edifici della riforma agraria, tabacchifici, masserie, ecc.; - incentivazione delle attività agrituristiche in conformità della disciplina regionale vigente. Azioni - massima tutela della funzionalità del fondo ai fini produttivi, integrando organicamente ogni nuovo edificio nel complesso delle strutture e attrezzature, esistenti o da progettare, a servizio del fondo agricolo; la nuova edificazione a scopo agricolo, pertinenziale o abitativa, dovrà essere collocata entro ambiti che garantiscano tale tutela; - recupero degli edifici rurali, anche di pregio, dismessi (eventualmente prevedendo premialità) per ripristinare attività agricole e funzioni originarie o riconversione in funzioni ricettive, ristorative, agrituristiche, ecc., anche con attrezzaggio delle aree di pertinenza e relativo ampliamento di tali aree stesse, in coerenza con le funzioni insediabili. Le attività produttive diffuse sul territorio Una notevole quota delle attività produttive industriali, artigianali e commerciali sono localizzate in maniera diffusa sul territorio, al di fuori dell’area urbanisticamente deputata ad accoglierle. 560 Criticità - eccessiva diffusione di attività industriali e artigianali al di fuori di aree ad esse specificatamente dedicate (Pip); - consumo e diffusa frammentazione del suolo agricolo, per effetto di usi estranei a tale contesto e conseguenti diseconomie insediative e produttive, nonché degrado dell’ambiente agricolo. Strategie - rilievo del tipo e dell’entità delle aree produttive presenti al di fuori del Pip e previsione dell’eventuale consolidamento oppure della riconversione con delocalizzazione, mediante incentivi, nell’area Pip. Azioni - stabilizzazione, con relativo adeguamento ed attrezzaggio, delle aree produttive presenti al di fuori del Pip non delocalizzabili per dimensione o in quanto di recente realizzazione o urbanisticamente non incompatibili; - delocalizzazione, laddove possibile, di una quota degli insediamenti produttivi diffusi, prevedendo la necessaria superficie all’interno di quella complessivamente prevista per l’ampliamento del Pip; - per la gestione stralcio ex art. 5, Dpr 447/1998, in base al quale la variante urbanistica è ammessa esclusivamente in assenza o insufficienza di aree industriali previste dallo strumento urbanistico vigente, si procederà alla compilazione di apposite linee guida; esse escluderanno nuovi insediamenti non coerenti con il Psc, a meno di un particolare rilevante interesse pubblico, essendo ordinariamente ammessi limitati ampliamenti per edifici a carattere industriale o artigianale preesistenti, consentendo cambi di destinazione d’uso in commerciale e/o turistico e/o servizio pubblico di edifici dismessi, anche usufruendo di limitati ampliamenti. La mobilità Il Psc immagina Eboli come una città ben connessa definendo azioni per favorire la più diffusa accessibilità alle reti materiali e immateriali. L'obiettivo di tali azioni è quello collocare stabilmente la città in una geografia variabile di flussi che tende a configurarsi come un sistema a rete variamente articolato. Un territorio per essere accessibile e ben connesso deve poter contare su una molteplicità di forme materiali e immateriali di relazione, il che presuppone una riflessione che parta dalle risorse, effettive e potenziali, della città di Eboli e dell’area vasta in cui è inserita affinché l'intensificazione e la qualificazione delle reti siano orientate da una visione coerente e condivisa di sviluppo. Favorire l'accessibilità implica prioritariamente il miglioramento delle infrastrutture materiali di trasporto, collocando il discorso sulla logistica nel contesto più ampio delle strategie di sviluppo regionale che prevedono la messa in rete delle infrastrutture, sia esistenti che in via di realizzazione, all'interno del sistema intermodale regionale fornendo una adeguata connettività tra l’aeroporto di Pontecagnano, il nodo interportuale di Battipaglia, gli scali ferroviari, le principali aree di insediamenti produttivi esistenti e le aree per servizi logistici in grado di favorire investimenti di imprese specializzate nel trasporto e nella seconda lavorazione delle merci, quali S. Nicola Varco, che verranno realizzate in coerenza con le strategie immaginate dal Psc. Gli interventi lungo la Ss 18 sono finalizzati a migliorare l'efficienza della logistica di connessione con i corridoi euro-mediterranei I e VIII, favorendo, anche in concerto con gli operatori privati, una più adeguata territorializzazione delle infrastrutture ed un migliore interfacciamento con le localizzazioni produttive e con i nodi generatori di traffico, qualificando l'offerta dei servizi logistici e commerciali alla scala vasta. Favorire l'accessibilità implica anche operazioni mirate alla creazione e alla gestione intelligente delle infrastrutture immateriali. Il riferimento qui è principalmente alle azioni che consentono la creazione di reti telematiche e virtuali, più o meno lunghe, a supporto delle attività socioeconomiche, culturali e di governo della città: la differente estensione delle reti implica necessariamente sforzi diversi di gestione delle stesse. 561 3.3 Questioni finali Rilanciare una conferenza intercomunale di pianificazione urbanistica (Cipu) Il sistema urbano Eboli-Battipaglia è caratterizzato da una condizione di stretta interdipendenza delle due città dal punto di vista dell’assetto urbanistico, ma, nell’insieme, manca dei servizi e delle funzioni che possono caratterizzare il sistema urbano come città in competizione con Salerno. La reciproca prossimità di questi centri, unitamente alla elevata accessibilità degli stessi attraverso l’attuale sistema di infrastrutture per la mobilità su ferro e su gomma, integrato con aeroporto, interporto, linea Av/Ac, ed altre importanti infrastrutture, ne fanno un’area di potenziale riequilibrio rispetto all’area urbana salernitana limitrofa, più densamente popolata e ormai satura. Tale condizione di elevata accessibilità risulta estremamente delicata in quanto, se ben gestita, può diventare uno straordinario punto di forza della comunità insediata, mentre, se venisse a mancare una strategia di pianificazione rigorosa e coerente, l’area si troverebbe ben presto a subire l’impatto di una notevole pressione antropica, non supportata peraltro da processi endogeni di sviluppo. Ciò significherebbe trasformare un potenziale vantaggio dell’area in un grave fattore di debolezza. 562 Alla luce dei grandi interventi programmati e in corso di realizzazione nella PdS, è fondamentale, per i comuni che vi ricadono, programmare un sistema di azioni, finalizzato alla definizione di strategie che si muovano lungo due linee tra loro strettamente integrate e conseguenziali: - la definizione di uno schema direttore intercomunale, cioè un progetto strategico che fissi i punti di forza del sistema territoriale, che definisca i criteri e i contenuti dell’azione e che stabilisca il percorso lungo il quale far convergere e articolare l’azione della pianificazione urbanistica; - la revisione degli strumenti di pianificazione comunale generale che risultano, allo stato, inadeguati a far fronte alla complessità delle nuove sfide da affrontare, operando dal basso, attraverso tutte le forme di coinvolgimento per recepire le aspettative di tutti gli attori sociali attivi sul territorio e di concertazione tra gli enti interessati. La redazione del Puc, e l’avvio di una conferenza intercomunale di pianificazione urbanistica (Cipu) permanente, quale specifico momento del processo partecipativo finalizzato alla costruzione del Puc, la città di Eboli cerca il consenso degli altri comuni della PdS sulle linee strategiche di assetto del territorio. Il 27.9.2007 si è tenuto una prima Cipu, che ha avuto scarso successo. Il Psc si propone di rilanciare tale iniziativa, ritenendola comunque di notevole importanza ai fini della definizione dei contenuti del Puc. Con riferimento a tale azione è evidente che, se non dovesse riuscire un apposito protocollo di intesa urbanistico in tal senso, Eboli andrà avanti per la sua strada pervenendo comunque alla definizione di un sistema di scelte all’interno del proprio Puc. Notazioni conclusive Alcune notazioni conclusive riguardano: 1) il rapporto tra Puc e Prg vigente; 2) l’ipotesi di delocalizzazione del porto commerciale; 3) gli edifici illegittimamente realizzati. 1) Il Puc che ci si accinge a redigere è da considerarsi strumento del tutto diverso dal Prg vigente in quanto scaturisce a valle di avvenute modificazioni nel quadro normativo regionale e nazionale e a seguito dei mutamenti verificatisi nella stessa condizione fisica e funzionale del territorio ebolitano. La diversità tra Puc e Prg risiede non tanto nella formale differenza che emerge fra Puc e Prg, ma dal fatto che, a far data dall’avvio della redazione e conclusiva vigenza del Prg, databile al 2003, è comunque trascorso del tempo e sono altresì mutate le condizioni al contorno e le politiche urbanistiche comunali. Alcuni obiettivi di queste ultime prescindono, naturalmente, dalla loro collocazione all’interno di uno dei due strumenti: alcune componenti del territorio sono da riguardarsi come strutturali, in quanto costituiscono invarianti di lungo periodo; alcune problematiche sono rimaste le stesse e, di conseguenza, le scelte riguarderanno lo stesso oggetto di tali problematiche, pur prefigurando, per esse, soluzioni diverse nel Puc; per far fronte ad una evoluta domanda sociale, infine, si è adeguata la politica urbanistica e, di conseguenza, sono cambiate sia le problematiche che le scelte operative. 2) L’ipotesi di delocalizzazione del porto commerciale di Salerno in località Foce Sele di Eboli, attraverso la realizzazione di una struttura a isola proposta nel documento preliminare del piano strategico di area vasta (Psav) elaborato dal comune di Salerno nel dicembre 2006, ancorché rigettata dal preliminare di Ptcp, che lo prevede in Comune di Pontecagnano-Faiano, si pone, oggettivamente in un arco temporale di riferimento che supera la dimensione progettuale del Puc. Peraltro, nel trascorso biennio tale ipotesi non sembra essere stata recepita nelle politiche regionali, statali o comunitarie, dovendosi confrontare con il sistema logistico del Tirreno meridionale, che ha già i suoi punti di forza nelle realtà di Napoli e Gioia Tauro e con lo stesso ruolo di Salerno, che ha in corso il potenziamento delle strutture portuali, in controtendenza con l’ipotesi del citato Psav. Ad ogni buon conto, la previsione di riorganizzazione e sviluppo della terza polarità, qui definita città costiera, avvierebbe la infrastrutturazione di un territorio potenzialmente riconvertibile a retroterra portuale. 3) Il complesso delle manovre urbanistiche che il Psc prefigurerà, una volta tradotte nelle previsioni di Puc, non si applicano agli edifici illegittimamente realizzati e non condonati a norma di legge e non prefigurano alcuna forma surrettizia di sanatoria. Ulteriori fasi partecipative Il presente piano strategico comunale (Psc) per la formazione del Puc di Eboli potrà essere recepito in sede politica nella forma che si riterrà più opportuna. Il Psc sarà collocato sul sito web del sito del Comune di Eboli, all’indirizzo www.urbaneboli.it, quale sede di elaborazione permanente e partecipata a supporto della formazione del Puc, al fine di ricevere ulteriori contributi, valutazioni e commenti che potranno, se ritenuti meritevoli, essere tenuti in considerazione fino alla redazione definitiva dello stesso. 563 564 Allegati 565 Elenco Allegati Allegato 1 - Articolazione delle attività economiche al 2001. Numero di unità locali e numero di addetti Allegato 2- Articolazione delle attività economiche al 2007. Numero di imprese Allegato 3 - Linee del servizio di trasporto pubblico su gomma urbano Allegato 4 - Linee di trasporto collettivo a servizio extra-urbano. Articolazione per società di trasporto Allegato 5 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in partenza dal centro abitato Allegato 6 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in partenza dalla periferia Allegato 7 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in arrivo al centro abitato Allegato 8 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in arrivo alla periferia Allegato 9 - Il trasporto su ferro. Arrivi e le partenze verso e da Eboli nelle diverse fasce orarie della giornata e per i diversi Comuni serviti Allegato 10 - Edifici di pregio e monumenti Allegato 11 - Confusion matrix Allegato 12 - Le tappe della partecipazione Allegato 13 – L’analisi swot per Eboli 566 Allegato 1 - Articolazione delle attività economiche al 2001. Numero di unità locali e numero di addetti settore primario divisione agricoltura, caccia e relativi servizi Industrie estrattive gruppo numero di unità locali 12 1 13 13 2 1 3 numero di addetti 3 4 8 23 1 2 38 79 1 2 3 1 1 1 9 25 7 17 14 145 1 35 276 495 1 2 4 1 1 2 11 126 totale 25 1 126 1 totale 1 1 21 47 7 28 8 8 23 70 13 13 1 1 6 7 7 23 2 8 3 88 10 26 2 2 21 25 139 4 4 175 totale 4 11 36 9 6 2 17 6 46 227 53 28 25 106 totale 3 3 8 8 1 16 totale 1 2 4 2 7 25 servizi connessi all'agricoltura pesca, piscicoltura e servizi connessi totale totale estrazione di ghiaia, sabbia e argilla estrazione di altri minerali e prodotti di cava n.c.a. totale industrie alimentari e delle bevande Produzione, lavorazione e conservazione di carne e di prodotti a base di carne Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali Industria lattiero-casearia Lavorazione delle granaglie e di prodotti amidacei produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali produzione di altri prodotti alimentari totale industrie tessili preparazione e filatura di fibre tessili finissaggio dei tessili vestiario altre industrie tessili fabbricazione di tessuti a maglia fabbricazione di articoli da maglieria totale confezione di articoli di abbigliamento; preparazione, tintura e confezione di pellcce preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse, marocchineria, selleria e calzature industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili; fabbricazione di articoli in materiali da intreccio secondario editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e atrificiali fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi confezione di vestiario in tessuto ed accessori fabbricazione di articoli da viaggio, borse, marocchineria fabbricazione di carpenteria in legno e falegnameria per l'edilizia fabbricazione di altri prodotti in legno; fabbricazione di articoli in sughero, paglia e materiali da intreccio totale stampa ed attività dei servizi connessi alla stampa totale fabbricazione di saponi, detersivi e detergenti, di prodotti per la pulizia e la lucidatura, di profumi e cosmetici totale fabbricazione di vetro e di prodotti in vetro fabbricazione di prodotti ceramici non refrattari, non destinati all'edilizia e di prodotti ceramici refrattari fabbricazione di prodotti in calcestruzzo, cemento o gesso taglio, modellatura e finitura di pietre ornamentali e per l'edilizia totale metallurgia altre attività di prima trasformazione del ferro e dell'acciaio totale fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti fabbricazione di elementi da costruzione in metallo trattamento e rivestimento dei metalli; lavorazioni di meccanica generale fabbricazione di altri prodotti metallici fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici fabbricazione di altre macchine di impiego generale fabbricazione di macchine per l'agricoltura e la silvicoltura fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali totale fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sitemi informatici fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici nca fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sitemi informatici fabbricazione di apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità fabbricazione di apparecchiature per illuminazione e di lampade elettriche fabbricazione di altre apparecchiature elettriche 36 1 37 37 30 1 31 567 settore divisione fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni fabbricazione di apparecchi medicali, di apparecchi di precisione, di strumenti ottici di orologi fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi fabbricazione di altri mezzi di trasporto secondario fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere gruppo numero di unità locali fabbricazione di apparecchi trasmittenti per la radiodiffusione e la televisione e di apparecchi per la telefonia totale fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e di apparecchi ortopedici totale fabbricazione di carrozzerie per autoviecoli, rimorchi e semirimorchi totale fabbricazione di altri mezzi di trasporto totale fabbricazione di mobili gioielli e oreficeria fabbricazione di giochi e giocattoli altre industrie manifatturiere totale recupero e preparazione per il riciclaggio costruzioni rottami metallici rottami non metallici totale preparazione del cantiere edile edilizia e genio civile installazione dei servizi in un fabbricato lavori di completamento degli edifici noleggio di macchine e attrezzature per la costruzione o la demolizione, con manovratore totale totale commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; vendita al dettaglio di carburanti per autotrazione 568 commercio di autoveicoli manutenzione e riparazione di autoveicoli commercio di parti e accessori di autoveicoli commercio, manutenzione e riparazione di motocicli, accessori e pezzi di ricambio vendita al dettaglio di carburanti per autotrazione totale commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa intermediari del commercio commercio all'ingrosso di materie prime agricole e di animali vivi commercio all'ingrosso di prodotti alimentari, bevande e tabacco commercio all'ingrosso di altri beni di consumo finale commercio all'ingorsso di prodotti intermedi non agricoli, di rottami e cascami commercio all'ingrosso di macchinari e attrezzature commercio all'ingrosso di altri prodotti totale terziario commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli); riparazione di beni personali e per la casa commercio al dettaglio in esercizi non specializzati commercio al dettaglio in esercizi specializzati di prodotti alimentari, bevande e tabacco commercio al dettaglio di prodo commercio al dettaglio in esercizi specializati di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) commercio al dettaglio di articoli di seconda mano commercio al dettaglio al di fuori dei negozi riparazione di beni di consumo personale per la casa totale alberghi e ristoranti alberghi campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni ristoranti bar mense e fornitura di pasti preparati totale trasporti, magazzinaggio e comunicazioni altri trasporti terrestri totale movimentazione merci e magazzinaggio attività di supporto ed altre attività connesse ai trasporti ausiliarie dei trasporti; attività attività di assistenza turistica delle agenzie di viaggio attività delle altre agenzie di trasporto totale numero di addetti 6 6 6 6 8 8 8 8 1 1 1 1 13 4 1 1 19 3 1 4 3 116 46 39 40 40 1 1 14 4 4 2 24 4 1 5 4 384 148 99 2 206 487 19 119 19 2 637 1984 41 232 48 9 20 186 45 11 66 398 63 15 37 35 28 427 87 24 12 1 160 78 148 36 1 799 193 105 27 171 55 352 2 60 11 635 11 5 38 81 2 137 66 66 4 5 3 1 13 571 2 74 13 1079 55 15 79 147 46 342 319 319 16 37 8 4 65 settore divisione intermediazione monetaria e finanziaria (escluse le assicurazioni) attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria e delle assicurazioni gruppo numero di unità locali 1 numero di addetti 1 10 7 8 20 27 2 4 12 18 3 4 7 5 12 8 25 29 37 2 5 12 19 7 5 12 5 37 9 51 6 6 totale 2 8 1 7 totale 168 123 6 4 10 44 355 214 143 9 28 83 64 541 2 2 2 271 271 6 totale 8 10 124 6 14 1 145 13 19 598 7 373 12 990 totale 3 3 25 25 totale 2 56 58 0 8 8 1 3 1 0 21 1 37 6 22 89 87 87 1945 2445 8 1 1 9 0 22 114 114 5014 7035 altre intermediazioni finanziarie totale attività ausiliarie dell'intermediazione finanziarie, escluse le assicurazioni e i fondi pensione attività ausiliarie delle assicurazioni e dei fondi pensione totale attività immobiliari attività immobiliari in conto proprio locazione di beni immobili attività immobiliari per conto terzi totale noleggio di macchinari e attrezzature senza operatore e di beni per uso personale e domestico noleggio di altre macchine e attrezzature noleggio di beni per uso personale e domestico totale informatica e attività connesse realizzazione di software e consulenza informatica elaborazione elettronica dei dati altre attività connesse all'informatica ricerca e sviluppo ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria ricerca e svilupo sperimentale nel campo delle scienze sociali e umanistiche totale attività di servizi alle imprese terziario amministrazione pubblica attività legali, contabilità, consulenza fiscale e societaria; studi di mercato e sondaggi di opinione; consulenza commerciale e di gestione studi tecnici collaudi e analisi statiche pubblicità servizi di pulizia e disinfestazione altre attività di servizi alle imprese amministarzione pubblica; amministrazione generale, economica e sociale totale istruzione istruzione primaria corsi di formazione e perfezionamento ed altre attività di insegnamento totale sanità e assistenza sociale smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili attività di organizzazioni associative attività ricreative, culturali e sportive attività dei servizi sanitari servizi veterinari assistenza sociale assistenza sociale smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro, professionali attività di altre organizzazioni associative produzioni e distribuzioni cinematografiche e di video produzioni e distribuzioni cinematografiche e di video attività dello spettacolo, di intrattenimento e divertimento attività sportive attività sportive attività ricreative attività ricreative totale servizi alle famiglie Fonte: Censimento industria e artigianato Istat, 2001 servizi alle famiglie totale totale totale 10 569 Allegato 2- Articolazione delle attività economiche al 2007. Numero di imprese settore primario sezione agricoltura, caccia e silvicoltura sottosezione numero di imprese coltivazioni di prodotti ortofrtutticoli allevamento (1) servizi connessi all'agricoltura coltivazione florovivaistiche(2) totale totale estrazioni di minerali energetici attività manifatturiere secondario 570 estrazioni di minerali energetici totale industrie alimentari e delle bevande produzioni lattiero-casearie industrie tessili confezione di articoli di abbigliamento, preparazione tintura e confezione di pellicce preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse, marocchineria, selleria e calzature industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili; fabbricazione di articoli in materiali da intreccio fabbricazione della pasta-carta, della carta e del cartone e dei prodotti da carta editoria, stampa, e riproduzione di supporti registrati fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi metallurgia fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici fabbricazione di macchine fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni fabbricazione di apparecchi medicali, di apparecchi di precisione, di strumenti ottici e di orologi fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi fabbricaziohne di altri mezzi di trasporto fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere recupero e preparazione per il riciclaggio 37 3 26 3 17 7 14 31 2 47 24 2 7 1 totale produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua costruzioni commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di calore totale costruzioni totale totale commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; vendia al dettaglio di carburanti per autotrazione commercio all'ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli); riparazione di beni personali e per la casa) trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 303 alberghi e ristoranti totale trasporti terrestri; trasporti mediante condotte attività di supporto ed ausiliarie dei trasporti; attività delle agenzie di viaggio poste e telecomunicazioni terziario totale attività finanziarie intermediazione monetaria e finanziairia (escluse le assicurazione e i fondi pensione) attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria e delle assicurazioni totale attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 12 2 3 30 6 382 2 2 324 324 715 131 totale alberghi e ristoranti 932 72 40 68 1112 1112 7 7 86 16 6 attività immobiliari noleggio di macchinari e atrrezzature senza operatore e di beni per uso personale e domestico ricerca e sviluppo attività di servizi alle imprese istruzione sanità e assistenza sociale totale 76 510 184 184 99 25 9 133 13 52 65 38 22 31 106 22 16 235 settore sezione terziario altri servizi pubblici, sociali e personali sottosezione numero di imprese smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili attività ricreative, culturali e sportive servizi alle famiglie totale totale totale(3) 4 45 100 149 1276 3103 Note (1) Nel conteggio sono comprese anche le aziende che svolgono attività miste, ad esempio coltivazione allevamento (2) Nel conteggio sono comprese le aziende che svolgono attività di coltivazione, unitamente a qualle florovivaistica (3) Dal totale sono escluse 24 aziende iscritte al Registro imprese di cui non è specificato il tipo di attività Fonte: Registro Imprese Camera di Commercio di Salerno, 2007 571 Allegato 3 - Linee del servizio di trasporto pubblico su gomma urbano Linea C Linea E Linea F 572 Percorso p.le Stazione Fs-p. za Mustacchio-v.le Amendola-v.le Amendola-via Umberto Nobile-via G. Matteotti-via V. Veneto-via Apollo-v.le Ceffatov.le Tavoliello-via Sacro Cuore-v.le S. Pertini-v.le U. Foscolo-p.zza U. Foscolo-v.le-Epitaffio-v.le Tavoliello-via S. Cataldo-via Spirito Santop.zza Borgovia Apollo-v.le Ceffato-v.le G.Matteotti-via M. Ripa-p.zza Pendino-p.zza S. Francesco-Porta Dogana-p.zza S. Cosimo-via G. B. Vignola-p.zza Scuola Medica Salernitana-via Giovanni XXIII-via Fontanelle-via G. Di Vittorio-Rione della Pace-via S. Giovanni-via Cupe Inferiore-via Cupe Superiore-via Rocco Scotellaro-via Cefalora-via Nazionale-via E. Perito Casarsa-S.Andrea-ss19-ss19-via Veneto-via Matteotti-v.le Amendola-via Pio XII-via G.Di Vittorio-via Fontanelle-pollaio Merola-via S. Giovanniloc. Prato-via Cupe Inferiore-via Cupe Superiore-via R. Scotellaro-ss 19Stazione FF. SS.-v.le Amendola-via G. Matteotti-via Veneto-ss 19Molinello-Asse Viario-Incrocio Epitaffio-Casarsa Eboli-Campolongo via Fiocche e Cioffi con arretramento a cimiteroCasarsa-Acqua dei Pioppi-Serracapilli Orari 7.10–7.53–8.50–10.50–11.50–12.50– 13.35–14.50–15.50–16.50-17.5018.50-19.50-20.50 7.45-9.10-10.30-11.50-13.10-16.1517.40-19.00-20.20-21.25 6.30-10.15-13.30-15.45 Allegato 4 - Linee di trasporto colle ttivo a servizio extra-urbano. Articolazione pe r socie tà di trasporto Sita: Linea Eboli-Battipaglia-Plessi Universitari (Quadro XVI): Il servizio garantisce 8 corse giornaliere nei giorni feriali. Inizia alle 7.20 ed è caratterizzato da una frequenza irregolare mediamente pari ad un autobus ogni 14 minuti fino alle 8.45 per concludere con una corsa alle 12.45. La maggior parte delle corse effettua il collegamento tramite l’autostrada A3, le altre attraversano anche i centri di Battipaglia, Bellizzi, Pontecagnano per cui il tempo medio di percorrenza risulta pari a 59 minuti. Linea Plessi Universitari-Battipaglia-Eboli (Quadro XVI): Anche per questa direzione, il servizio garantisce 8 corse giornaliere: 5 sono concentrate tra le 12.25 e le 14.35 con una frequenza media di un autobus ogni 35 minuti circa. Il servizio riprende dalle 17.50 fino alle 20.10 con un autobus ogni 60 minuti circa. Linea Pescopagano-Salerno (Quadro IX): Il servizio è costituito da 5 corse giornaliere nei giorni feriali con partenze differenziate da Pescopagano, Colliano, Laviano e Castenuovo di Conza che raggiungono la città di Eboli con una frequenza irregolare spalmata su tutta la giornata dalle 8.05 alle 19.00. I percorsi di questa linea proseguono tutti verso Salerno ad eccezione della corsa delle 8.30 che raggiunge l’università. Linea Salerno-Pescopagano (Quadro IX): La città di Eboli si collega ai diversi Comuni di questa linea attraverso 8 corse distribuite nella giornata. Le corse, quasi tutte provenienti da Salerno, raggiungono la città di Eboli con frequenze non regolari e proseguono verso differenti destinazioni (Castenuovo di Conza , Colliano , Laviano e Pescopagano). Il servizio comincia alle 6.40 e 6.45, prosegue con una corsa alle 11.30, riprende alle ore 13.35 con 3 autobus per tre diverse destinazioni e copre il pomeriggio con due corse alle 14.45 e alle 18.15. Linea Sacco-Salerno (Quadro X) Questa linea percorre la SS18 e, attraversando il comune di Eboli, permette il collegamento tra il comune di Altavilla e quello di Battipaglia. Il servizio comincia alle 6.25 con una frequenza media di un autobus ogni 25 minuti fino alle 8.55, prosegue con una corsa alle 11.35, riprende alle 13.05 con una frequenza media di 20 minuti fino a alle 14.30 per concludere il servizio con due autobus rispettivamente alle 16.20 e alle 18.20. Le corse con partenze da Sacco, Laurino o Felitto in parte terminano a Battipaglia altre proseguono per Salerno. Linea Salerno-Sacco (Quadro X) Anche per questa linea il servizio attraversa la SS18 con provenienza irregolare da Battipaglia o Salerno e arrivo a Bellosguardo, Felitto, Laurino e Sacco. Esso comincia alle 7.10 e prosegue fino alle 10.35 con una frequenza media di un autobus ogni 50 minuti nei giorni feriali, riprende dalle 13.05 fino alle 15.55 con una frequenza di un autobus ogni 21 minuti e conclude il servizio con due autobus rispettivamente alle 17.45 e alle 20.20. Linea Aquara-S.Angelo F.-Castelcivita-Eboli-Salerno(Quadro X): Il servizio offre tre corse in transito per Eboli con partenza da Aquara e con destinazione Salerno alcune delle quali attraversano i Comuni di Ottati, Battipaglia, Pontecagnano. In particolare 2 corse transitano per Eboli alle 7.50, la terza alle 18.00 Linea Salerno Eboli-Castelcivita-S.Angelo F.-Aquara(Quadro X) Il servizio comprende 3 corse verso Aquara delle quali una parte da Battipaglia e le altre due da Salerno. Il transito per Eboli avviene alle 13.05, 14.00 e 20.05. LineaBv.Palomonte-OlivetoC.-Campagna-Eboli-Battipaglia-Salerno-Napoli (QuadroIII): Questo servizio garantisce i collegamenti per Battipaglia durante tutta la giornata a partire dalle 5.50 fino alle 21.05 con una frequenza media di un autobus ogni 23 minuti e un totale di 40 corse giornaliere feriali. La maggioranza di tali autobus proviene da Campagna ad eccezione della 573 574 prima corsa della giornata che proviene da Bv. Palomonte, di un paio di autobus che provengono da Contursi (13.40 e 17.05) e di uno che parte da Camaldoli alle 7.30. Alle corse che raggiungono la città di Salerno attraversando la città di Battipaglia si aggiungono le linee che effettuano il collegamento diretto verso il capoluogo di provincia tramite autostrada. La frequenza in questo caso è di un autobus ogni 50 min nell’intervallo di tempo compreso tra le 5.50 e le 19.30. La linea consente altresì un unico collegamento diretto con Napoli che parte da Bv. Palomonte e attraversa Eboli alle 6.20. LineaNapoli-Salerno-Battipaglia-Eboli-Campagna-OlivetoC.-Bv.Palomonte(QuadroIII): Gli autobus di questa linea che offrono il servizio a Eboli sono tutti proventi da Battipaglia e hanno una frequenza media di un autobus ogni 18 minuti circa nei giorni feriali a partire dalle 6.40 fino alle 21.40. Il 60% degli autobus che raggiungono il comune di Eboli da Battipaglia comincia la sua corsa a Salerno e solo due corse provengono da Napoli (12.35 e 15.50). La stessa linea consente il collegamento con Campagna con una frequenza di un autobus ogni 21 minuti a partire dalle 6.40 fino alle 21.40. In più è garantita una corsa al giorno per Bv.Palomonte (12.35) e tre per Contursi di cui una prosegue fino a Frazione Perrazze. Linea Ricigliano-Buccino-S. Gregorio M.-Oliveto Citra-Contursi-Campagna-Salerno La città di Eboli è interessata da quattro corse di questa linea (7.45, 8.10, 8.50, 17.20) tre delle quali proseguono per Salerno mentre una effettua solo il percorso Oliveto Citra-Eboli-Battipaglia. Linea Salerno-Campagna-Contursi- Oliveto Citra- S. Gregorio M.- Buccino-Ricigliano (Quadro XI): La città di Eboli è servita da questo servizi solo con due corse (13.10 e 13.30) che effettuano il collegamento Salerno-Buccino. Linea Ricigliano-(Romagnano al Monte)-Buccino-Eboli-Salerno (Quadro XI): Il servizio è costituito da 2 corse alle 7.15 e 7.25 provenienti da Ricigliano e dirette a Salerno. Linea Salerno- Eboli- Buccino--(Romagnano al Monte)-Ricigliano (Quadro XI): Il servizio garantisce 4 corse (12.30, 12.30, 14.25, 19.25) provenienti da Salerno e dirette tutte a Ricigliano ad eccezione di una che ferma il suo servizio a Buccino. Linea Pertosa-Auletta_Eboli_Salerno- Napoli La città di Eboli è servita da questa linea tramite 3 corse (6.20, 7.15, 14.45) tutte con origine Pertosa di cui la prima termina il suo percorso a Napoli mentre le altre a Salerno. Linea Napoli-Salerno.Eboli_Auletta-Pertosa: Il servizio serve Eboli con 4 corse tutte con destinazione Pertosa tre delle quali (13.45, 15.00, 16.45, 19.25) iniziano la loro corsa a Salerno e una a Napoli. Linea Sasso di Castaldo-Polla-Salerno: La linea serve Eboli mediante quattro corse tutte con destinazione Salerno e origine Sasso di Castalda tranne una che parte da Polla. (9.05, 12.10, 14.45, 15.25) Linea Salerno-Polla-Sasso di Castaldo: La linea serve Eboli mediante tre corse distribuite nella giornata con origine a Salerno e destinazione a Sasso di Castaldo (6.50, 10.10, 19.25). Buonotourist: Linea Nocera Inferiore-Cava Dei Tirreni-Vietri Sul Mare-Salerno-Pontecagnano-BattipagliaEboli-Paccone-Sperlonga-Palomonte-Canalicchio-Filette-Perraze-S.Gregoriomagno-Ricigliano: Il servizio è caratterizzato da 4 corse giornaliere nei giorni feriali/lavorativi che a partire dalle 7.10 prosegue il suo servizio fino alle 17.30 con una frequenza media di un autobus ogni 3 ore circa. In particolare la seconda corsa parte da Salerno mentre l’ultima corsa termina il suo percorso a Palomonte. Linea Ricigliano-S.Gregorio Magno-Perrazze-Filette-Palomonte-Canalicchio-Sperlonga-PacconeEboli-Battipaglia-Pontecagnano-Salerno-Vietri sul mare-Cava dei Tirreni-Nocera Sup.-Nocera Inf. Il servizio è caratterizzato da 4 corse giornaliere nei giorni feriali/lavorativi che a partire dalle 7.20 prosegue il suo servizio fino alle 17.45 con una frequenza media di un autobus ogni 3 ore circa. In particolare la prima corsa parte da Palomonte. Linea Sicignano-Contursi Teerme-Eboli-Plessi Universitari Il servizio garantisce un’unica corsa che transita per Eboli alle 8.20 impiegando 1.5 ore per compiere l’intera linea. Linea plessi Universitari-Eboli-Contursi Terme-Sicignano Il servizio garantisce un’unica corsa che transita per Eboli alle 17.50. Curcio autolinee: Linea Teggiano-Prato Perillo-S.Arsenio-Salvitelle-Bivio Caggiano-Mattina Auletta-Eboli-Salerno Il servizio garantisce tre corse feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 7.30, 14.30 e 18.00. Il tempo medio di percorrenza dell’intero percorso è di 135 minuti per la prima e l’ultima corsa mentre si riduce a 85 minuti per la corsa centrale che parte da S.Arsenio. Linea Salerno Eboli- Mattina Auletta- Bivio Caggiano-Salvitelle-S.Arsenio-Perillo-PratoTeggiano Anche per questa linea il servizio garantisce 3 corse giornaliere nei giorni feriali (7.20, 14.15 17.40) di cui la prima tremina il suo percorso a S.Arsenio. Linea Caggiano-Salvitelle-Auletta-Eboli Bv.Santa Cecilia-Campolongo La linea presenta un’unica corsa che parte da Caggiano alle 5.30 e arriva a Campolongo alle 7.30 percorrendo il tratto autostradale Sicignano-Eboli dell’A3. Linea Campolongo- Eboli Bv.Santa Cecilia- Auletta- Salvitelle- Caggiano. Analogamente alla linea nell’altra direzione, la corsa è unica con partenza alle 17.00 da Campolongo e arrivo alle 19.00 a Caggiano. Linea Fisciano-Polla: L’unica corsa di questa linea transita alle 19.15 da Eboli. Eliseo: Linea Serre-Eboli-Salerno: il servizio è caratterizzato da 9 corse giornaliere provenienti da Serre e con destinazione Salerno. Inizia alle 7.00 e prosegue il suo servizio fino alle 9.15 con una frequenza di un autobus ogni 45 minuti e dalle 12.10 con una frequenza media di un autobus ogni 65 minuti fino alle 16.35. In particolare la corsa che parte alle 14.10 da Serre prosegue il suo percorso fino a Napoli. Linea Salerno-Eboli-Serre: Il servizio garantisce 9 corse giornaliere tutte provenienti da Salerno ad eccezione dell’ultima la cui origine è Napoli. Le corse sono distribuite nell’arco della giornata con una frequenza irregolare di un autobus ogni 77 minuti dalle 10.10 fino alle 18.10 con un tempo di percorrenza medio di 55 minuti da Salerno a Eboli. Il servizio si conclude alle 22.10 con una corsa proveniente da Napoli. Linea Battipaglia-Eboli-Campagna(Ponte Sele)-Serre: Il servizio garantisce due corse (13.15 e 21.25 ad Eboli) con tempo totale medio pari a 45 minuti. Linea -Serre-Campagna(Ponte Sele)- Eboli-Battipaglia: Le due corse di questo servizio transitano rispettivamente alle 7.45 e 20.55 da Eboli e presentano un tempo medio di percorrenza dell’intero percorso pari a 45 minuti. Cstp: Linea Albanella-Eboli-Salerno: Il servizio si esaurisce con un’unica corsa che partendo alle 7.10 da Albanella arriva a Salerno alle 8.48 transitando per Eboli alle 7.58. Linea Salerno-Eboli-Albanella 575 576 Il servizio è costituito da un’unica corsa che transita per Eboli alle 13.35 impiegando 85 minuti per percorrere il tratto Salerno-Eboli. Linea Pollica-Campolongo Ospedale-Salerno: Il servizio si esaurisce con un’unica corsa che partendo alle 5.20 da Pollica arriva a Salerno alle 7.20 transitando per Campolongo alle 6.47. Linea Salerno- Campolongo Ospedale-Pollica: Il servizio è costituito da un’unica corsa che transita per Campolongo alle 14.25 impiegando 35 minuti per percorrere il tratto Salerno-Campolongo. Linea Eboli Campolongo-Salerno: Il servizio è caratterizzato da 5 corse giornaliere con frequenza irregolare mediamente pari ad un autobus ogni 3.5 ore dalle 7.30 fino alle 21.20. Linea Salerno- Eboli Campolongo: Il servizio garantisce 5 corse giornaliere tutte provenienti da Salerno con una frequenza irregolare di un autobus ogni 200 minuti dalle 7.33 fino alle 20.50 con un tempo di percorrenza medio di 51 minuti. Linea Salerno-Eboli-Altavilla: Il servizio è caratterizzato da una linea che, partendo alle 12.00 da Salerno, arriva alle 13.59 ad Altavilla transitando per Eboli alle 13.05. Linea Salerno-Campolongo-Castellabate: Il servizio è caratterizzato da una linea che, partendo alle 17.45 da Salerno, arriva alle 19.25 ad Castellabate transitando per Campolongo alle 18.20. Linea Campagna-Eboli-Altavilla: L’unica corsa di questa linea parte da Campagna alle 13.35 e, attraversando Eboli alle 13.52, arriva a Altavilla alle 14.35. Linea Altavilla-Eboli -Campagna: L’unica corsa di questa linea parte da Altavilla alle 7.00 e, attraversando Eboli alle 7.47, arriva a Campagna alle 08.01. Linea Altavilla- Eboli S.Cecilia-Plessi Universitari: L’unica corsa di questa linea parte da Altavilla alle 7.00 e, attraversando Eboli, alle 7.32 arriva a Fisciano alle 8.17. Linea Plessi Universitari - Eboli S.Cecilia –Altavilla: Il servizio garantisce un’unica corsa che parte da Fisciano alle 16.15 attraversa Eboli alle 17.05 e arriva ad Altavilla alle 17.37. Mansi: Linea Petina-Eboli-Salerno-Napoli: Questa linea serve la città di Eboli con 4 corse giornaliere a partire dalle 7.45 con una frequenza media di un autobus ogni 60 minuti fino alle 8.55 per concludere con l’ultima corsa alle 17.05. In particolare solo la prima corsa termina il suo percorso a Napoli con arrivo alle 9.00. Linea Napoli- Salerno- Eboli-Petina: La linea è caratterizzata da 4 corse giornaliere che transitano per il centro urbano di Eboli alle 13.25, 14.55, 18.10 e 20.40 tutte in partenza da Salerno ad eccezione della seconda corsa che parte da Napoli alle 12.40. Linea Eboli-Napoli: Il servizio si esaurisce con un’unica corsa in partenza alle 6.45 da Eboli e con arrivo a Napoli alle 8.00. Linea Napoli-Eboli: Il servizio garantisce un’unica corsa che partendo da Napoli alle 13.45 arriva a Eboli alle 15.00. Linea Sala Consilina-Eboli-Salerno: Anche in questo caso vi è un’unica corsa giornaliera che parte alle 12.30 da Sala Consilina e termina a Salerno alle 15.45 transitando per Eboli alle 14.55. Linea Salerno-Eboli-Sala Consilina: L’unica corsa giornaliera di questa linea parte da Salerno alle 6.15 e transitando per Eboli alle 7.00 arriva a Sala Consilina alle 9.35. Linea Petina-Eboli-Università Fisciano: Il servizio si esaurisce con un’unica corsa che, partendo alle 6.45 da Petina, arriva a Fisciano alle 8.45 transitando per Eboli alle 7.55. Linea Università Fisciano-Petina-Eboli: Il servizio si esaurisce con un’unica corsa che, partendo alle 13.00 da Fisciano, arriva a Petina alle 14.40 transitando per Eboli alle 13.35. Palmentieri Linea Eboli S.Cecilia-Salerno Il servizio si concentra nelle prime ore del mattino con una frequenza irregolare di un autobus ogni 40 minuti dalle 5.20 alle 7.20. Linea Salerno- Eboli S.Cecilia: Il servizio garantisce tre corse tutte nelle ore centrali della giornata (13.25, 15.00 e 15.45) con tempo di percorrenza medio pari a 43 minuti. Linea Capaccio-Eboli (S.Cecilia)-Salerno Il servizio offre 3 corse che attraversano la città di Eboli dalle 12.15 alle 16.15 con frequenza irregolare. La linea offre anche un’unica corsa che transitando per Eboli alle 14.25 termina il suo percorso a Battipaglia. Linea Salerno-Eboli (S.Cecilia)-Capaccio: La linea è caratterizzata da 4 corse giornaliere, due delle quali concentrate nelle prime ore della giornata (8.10, 9.30) e due distribuite nell’arco dell’intera giornata (14.15 e 18.30). Il servizio offre anche due corse che in partenza da Battipaglia transitano per eboli alle 8.00 e 8.05. Linea S.Andrea di Conza- Eboli (San Nicola Varco)-Battipaglia (Spineta): Il servizio si esaurisce con un’unica corsa che partendo alle 4.15 da S.Andrea di Conza arriva a Battipaglia alle 6.40 transitando per Eboli alle 6.20. Linea Battipaglia (Spineta)- Eboli (San Nicola Varco)-S.Andrea di Conza: L’unica corsa giornaliera di questa linea parte da Battipaglia alle 14.15 e, transitando per Eboli alle 14.15, arriva a S.Andrea di Conza alle 16.40. Linea Altavilla Silentina- Eboli(aversana)- Battipaglia (Spineta): Il servizio si esaurisce con un’unica corsa che, partendo alle 5.20 da Altavilla Silentina, arriva a Battipaglia alle 6.35 transitando per Eboli alle 6.30. Linea Battipaglia (Spineta) - Eboli(aversana)-Altavilla Silentina: Il servizio si esaurisce con un’unica corsa che partendo alle 14.00 da Battipaglia arriva a Altavilla Silentina alle 15.10, transitando per Eboli alle 14.10. Giuliano: Linea Sessa Cilento-Eboli (s. Cecilia)-Salerno-Napoli: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 6.10 e alle 18.15, di cui la prima arriva a Napoli mentre la seconda termina il suo percorso a Salerno. Linea Napoli-Salerno- Eboli (s. Cecilia)-Sessa Cilento: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 16.30 e alle 20.10, di cui la prima parte a Napoli mentre la seconda inizia il suo percorso a Salerno. Linea Stella Cilento-Eboli-Salerno: 577 Il servizio si esaurisce con un’unica cosa che partendo da Stella Cilento alle 6.30 arriva a Salerno alle 9.10 transitando per Eboli alle 8.15. Linea Salerno-eboli-Stella Cilento: Questo servizio si esaurisce con un’unica corsa che attraversa la città di Eboli alle 10.50 partendo da Salerno 45 minuti prima. Linea Cicerale-eboli-Salerno: L’unica corsa di questa linea parte da Cicerale alle 6.15 e attraversando Eboli alle 7.15 arriva a Salerno alle 8.00 Linea Salerno-Eboli-Cicerale: Il servizio garantisce un’unica corsa che parte da Salerno alle 13.20 transita per S.Cecilia alle 14.15 e arriva a Cicerale alle 15.10. 578 Scat Linea Agropoli-Campolongo-Salerno. Gli autobus che percorrono questa linea hanno una frequenza media irregolare e sono concentrati nella prima parte della giornata(transito per Campolongo alle 7.24 e 9.19) e nel pomeriggio (16.49 e 18.49) Linea Salerno-Campolongo-Agropoli: Il servizio è caratterizzato da quattro corse che attraversano il comune di Eboli con frequenza irregolare nell’arco di una giornata feriale (9.16, 11.46, 18.36 e 20.51) impiegando un tempo medio di 45 minuti per percorrere il tratto Salerno-Eboli. Linea Agropoli-Campolongo- Salerno-Fisciano: L’unica corsa di questa linea parte da Agropoli alle 11.30 e attraversando Eboli alle 12.04 arriva a Fisciano alle 12.40 Linea Fisciano - Salerno-Campolongo Agropoli – Il servizio garantisce un’unica corsa che parte da Fisciano alle 13.15 attraversa la città di Salerno e transita per Campolongo alle 14.36. Minella: Linea Altavilla-Eboli(S.cecilia)-Eboli-Salerno: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 8.05 e alle 18.05. La linea offre, altresì, un’unica corsa che, transitando per Eboli alle 7.50, termina il suo percorso a Battipaglia. Linea Salerno Eboli- Eboli(S.cecilia)-Altavilla: Il servizio è caratterizzato da due corse che transitano per Eboli rispettivamente alle 13.30 e alle 21.25 con un tempo medio di viaggio pari a 52 minuti per il tratto Salerno-Eboli (transita anche per la zona S.Cecilia). La linea offre anche un’unica corsa che parte da Battipaglia e, transitando per Eboli alle 13.50, termina il suo percorso a Altavilla alle 14.25. Lettieri Linea Rofrano-Eboli(S.Cecilia)-Salerno-Napoli: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 6.40 e alle 7.40, di cui la prima arriva a Napoli mentre la seconda termina il suo percorso a Salerno. Linea Napoli- Salerno-Eboli(S.Cecilia)-Rofrano: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 13.25 e alle 15.10, di cui solo la seconda parte da Napoli mentre la prima inizia suo percorso a Salerno. Linea Montano Antilia-Eboli(S.Cecilia)-Plessi Universitari: Il servizio garantisce un’unica corsa nei giorni feriali che transitano per Eboli alle 7.55 con tempo di percorrenza pari a 35 minuti. Linea Plessi Universitari-Eboli(S.Cecilia)-Montano Antilia: L’unica corsa di questa linea parte da Fisciano alle 13.30 e attraversando Eboli alle 14.05 arriva a Montano Antilia alle 15.50. Linea Rofrano-Eboli(S.Cecilia)-Plessi Universitari: Il servizio garantisce un’unica corsa nei giorni feriali che, transitando per Eboli alle 11.25, arriva ai Plessi Universitari con tempo di percorrenza pari a 35 minuti. Linea Plessi Universitari-Eboli(S.Cecilia)-Rofrano: L’unica corsa di questa linea parte da Fisciano alle 16.35 e attraversando Eboli alle 17.10 arriva a Rofrano alle 19.55 con tempo di percorrenza pari a 165 minuti. Pecori: Linea Roscigno-Eboli-Salerno: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 7.00 e alle 16.35 con un tempo di percorrenza medio di 2.5 ore. Linea Salerno-Eboli-Roscigno: Il servizio è costituito da 5 corse con una frequenza media di 2.3 ore, tutte provenienti da Salerno ad eccezione di una (alle 14.40) che parte da Napoli. Linea Laurino-Eboli-Salerno: L’unica corsa di questa linea parte da Laurino alle 6.40 e attraversando Eboli alle 8.50 arriva a Salerno alle 9.45 Peduto: Linea Campora-Eboli (S.Cecilia)-Salerno. L’unica corsa di questa linea parte da Campora alle 5.20 e, attraversando Eboli alle 7.00, arriva a Salerno alle 7.45 Linea Salerno-Eboli (S.Cecilia)-.Campora L’unica corsa di questa linea parte da Salerno alle 14.00 e, attraversando Eboli alle 14.50, arriva a Salerno alle 16.30. Linea Felitto- Eboli (S.Cecilia)-Battipaglia: Il servizio garantisce un’unica corsa nei giorni feriali che transita per Eboli alle 6.15 con tempo di percorrenza totale pari a 100 minuti. Linea Battipaglia- Eboli (S.Cecilia)- Felitto: Il servizio è costituito da una corsa che, partendo da Battipaglia alle 14.25, transita per Eboli alle 15.05. La Manna Linea Torraca-eboli-Salerno: L’unica corsa di questa linea parte da Torraca alle 4.10 e, attraversando Eboli alle 7.10, arriva a Salerno alle 8.00 Linea Salerno-Eboli-Torraca: L’unica corsa di questa linea parte da Salerno alle 14.25 e, attraversando Eboli alle 15.10, arriva a Torraca alle 18.15. Linea Sanza-eboli-Salerno: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 14.50 e alle 18.40 con un tempo di percorrenza medio di 2.3 ore. Linea Salerno-eboli-Sanza Il servizio è caratterizzato da due corse concentrate nella mattina (7.05 e 11.00) con tempo medio di percorrenza pari a 45 minuti. Caruccio 579 Linea Buonabitacolo-Eboli(A3-S.Cecilia)-Battipaglia(Lido Lago)-Eboli(Campolongo): L’unica corsa di questa linea parte da Buonabitacolo alle 4.20, attraversando Eboli alle 6.00, arriva a Battipaglia alle 6.15 e termina la corsa alle 6.25 a Campolongo. Linea Eboli (Campolongo)-Battipaglia (S.Lucia)-Buonabitacolo: La corsa di questa linea parte da Campolongo alle 13.55, attraversa il comune di Battipaglia e raggiunge Buonabitacolo alle 16.00 con un tempo medio di percorrenza pari a 65 minuti. Linea Eboli (Campolongo)-Battipaglia-Olevano sul Tusciano: Il servizio garantisce cinque corse nei giorni feriali che partono da Eboli con una frequenza irregolare di un autobus ogni 170 minuti dalle 8.10 fino alle 19.30 con un tempo di percorrenza medio di 50 minuti. Linea Olevano sul Tusciano-Battipaglia-Eboli (Campolongo): Il servizio garantisce cinque corse nei giorni feriali che partono da Olevano sul Tusciano con una frequenza irregolare di un autobus ogni 160 dalle 8.00 alle 19.05. Ato Linea Montella-Battipaglia-Eboli (S.Lucia)-Battipaglia(Picciola)-Bellizzi: Il servizio è costituito da due corse che transitano per Eboli alle 5.55 e alle 15.05 con un tempo totale di percorrenza pari a 135 minuti. 580 Eac Linea Buccino-Eboli (A3-SP30)-Battipaglia(Lido Lago)- Eboli (A3-SP30)- Buccino: Il servizio garantisce due corse nei giorni feriali che transitano per Eboli rispettivamente alle 06.03 e alle 14.17 con un tempo totale di percorrenza (Buccino-Battipaglia) pari a 67 minuti. Linea Battipaglia(Lido Lago)-Eboli (Aversana)-Battipaglia: Il servizio garantisce 8 corse giornaliere nei giorni feriali. Inizia alle 7.20 (da Eboli) ed è caratterizzato da una frequenza irregolare mediamente pari ad un autobus ogni 38 minuti fino alle 8.30 per continuare con una corsa alle 10.30 e concludere con una frequenza di un autobus ogni due ore circa dalle 13.15 alle 17.00. Il tempo totale di percorrenza medio è pari a 65 minuti. Atec Linea Eboli- Eboli(Fontana Fico)-Battipaglia-Eboli(Campolongo): Il servizio garantisce 7 corse giornaliere distribuite nell’arco di tutta la giornata con una frequenza irregolare di un autobus ogni 140 minuti nei giorni feriali dalle 6.10 alle 20.10. Il tempo totale medio per effettuare l’intero percorso è paria 35 minuti. Linea Eboli (Campolongo)- Eboli(Corno d’oro)-Battipaglia-Eboli (Fontana Fico)-Eboli: Il servizio garantisce 7 corse giornaliere distribuite nell’arco di tutta la giornata con una frequenza irregolare di un autobus ogni 140 minuti nei giorni feriali dalle 7.10 alle 20.10. Il tempo totale medio per effettuare l’intero percorso è paria 35 minuti. De rosa Linea Roccadaspide-Eboli(S.Cecila)-Battipaglia(Picciola): L’unica corsa di questa linea parte da Roccadaspide alle 5.15 e attraversando Eboli alle 6.15 arriva a Battipaglia alle 6.45. Linea Battipaglia(Picciola)- Eboli(S.Cecila)-Roccadaspide: Il servizio è costituito da una corsa che transita per Eboli alle 14.45 con un tempo totale di percorrenza pari a 1.5 ore. Gorrasi Linea Campagna-Eboli-Battipaglia(Spineta): L’unica corsa di questa linea parte da Campagna alle 6.00 e, attraversando Eboli alle 6.25, arriva a Battipaglia alle 7.00. Linea Battipaglia(Spineta) -Eboli-Campagna: Il servizio è costituito da una corsa che transita per Eboli alle 14.50 con un tempo totale di percorrenza pari a 60 minuti. Linea Castelcivita-Eboli(S.Cecilia)-Battipaglia: L’unica corsa di questa linea parte da Castelcivita alle 7.00 e, attraversando Eboli, alle 8.05 arriva a Battipaglia alle 8.15. Linea Battipaglia-Eboli(S.Cecilia)-Castelcivita: Il servizio è costituito da una corsa che transita per Eboli alle 13.45 con un tempo totale di percorrenza pari a 75 minuti. Granozio Linea Montecorvino Rovella-Battipaglia (S.Lucia)-Eboli (Averrsana)-Battipaglia(Lido Lago): Il servizio è caratterizzato da 4 corse che percorrono il tratto (due per ogni direzione) con partenze nelle prime ore della giornata e nella parte centrale. Il tempo totale medio per effettuare l’intero percorso è paria 50 minuti Tai Linea Giffoni Sei Casali-Battipaglia-Eboli(Aversana)-Battipaglia(Lido Lago): La linea è caratterizzata da 2 corse con partenza da Giffoni Sei Casali alle 5.30 e alle 15.40 e tempo di percorrenza pari a 1,5 ore. Coppola Linea Eboli (Campolongo)-Battipaglia (Spineta)-S.Cipriano Picentino: La linea è caratterizzata da 2 corse con partenza da Campolongo alle 7.00 e alle 15.40 e tempo di percorrenza pari a 70 minuti. Linea S.Cipriano Picentino-Battipaglia (Spineta)- Eboli (Campolongo): La linea è caratterizzata da 2 corse con arrivo a Campolongo alle 7.40 e alle 14.20 e tempo di percorrenza pari a 70 minuti. Alto sele Linea Albanella-Eboli(Cioffi)-Battipaglia: L’unica corsa di questa linea parte da Albanella alle 6.20 e, attraversando Eboli alle 7.05, arriva a Battipaglia alle 7.20. Linea Battipaglia -Eboli(Cioffi)-Albanella: L’unica corsa di questa linea parte da Battipaglia alle 17.20 e, attraversando Eboli alle 16.45, arriva a Albanella alle 17.20. Pazzanese Linea Roccadaspide-Eboli-Battipaglia: L’unica corsa di questa linea parte da Roccadaspide alle 6.55 e, attraversando Eboli alle 7.41, arriva a Battipaglia alle 7.55. Linea Battipaglia -Eboli-Roccadaspide: Il servizio è costituito da una corsa che transita per Eboli alle 13.35 con un tempo totale di percorrenza pari a 70 minuti. Sam Linea Eboli (Campolongo)-Battipaglia-Montecorvino Pugliano: 581 L’unica corsa di questa linea parte da Campolongo alle 12.30 e, attraversando Battipaglia, arriva a Montecorvino Pugliano alle 13.35. Linea Montecorvino Pugliano-Battipaglia-Eboli (Campolongo): Il servizio è costituito da una corsa che termina ad Eboli alle 8.25 con un tempo totale di percorrenza pari a 65 minuti. Sica Linea Eboli (Cioffi)-Battipaglia-Montecorvino Rovella: L’unica corsa di questa linea parte da Cioffi alle 14.40 e attraversando Battipaglia, arriva a Montecorvino Rovella alle 15.40. Linea Montecorvino Rovella-Battipaglia-Eboli (Cioffi): Il servizio è costituito da una corsa che termina ad Eboli alle 6.45 con un tempo totale di percorrenza pari a 45 minuti. 582 Allegato 5 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in partenza dal centro abitato Comune destinazio ne di Battipaglia Salerno Campagna Pontecagnano Faiano Serre Bellizzi Sicignano degli Alburni Postiglione Palomonte Castelcivita Controne Baronissi Buccino Fisciano Napoli Petina Polla San Gregorio Magno Sant'Angelo a Fasanella Corleto Monforte Oliveto Citra Roscigno Altavilla Silentina Atena Lucana Auletta Ricigliano Sala consilina Albanella Aquara Buonabitacolo Caggiano Cava dei Tirreni Colliano Nocera inferiore Padula Pertosa Sanza Vietri sul Mare Bellosguardo Contursi Terme Montesano sulla Marcellana Nocera superiore Olevano sul Tusciano Capaccio Casaletto Spartano Caselle in Pittari Morigerati Roccadaspide San Pietro al tanagro Sant'Arsenio Torraca Tortorella Ottati Salvitelle partenze centro urbano 85 50 41 25 30 25 5.00-7.00 7.00-9.00 9.00-12.00 12.00-15.00 15.00-18.00 18.00-21.30 10 3 29 20 7 8 1 8 11 4 7 2 3 1 16 11 12 7 14 6 12 7 6 5 4 5 7 5 9 17 2 0 10 2 11 9 8 8 4 9 4 5 7 7 6 1 1 1 1 7 8 4 4 3 5 7 3 4 1 1 3 1 3 3 3 1 2 5 3 5 6 4 5 3 4 4 3 3 2 4 2 5 3 4 3 4 2 4 1 2 2 2 5 2 1 1 2 1 2 2 1 2 1 2 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 4 2 1 1 1 2 1 3 1 1 1 4 2 5 1 3 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 8 2 3 4 6 2 8 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 3 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 4 1 3 583 Allegato 6 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in partenza dalla periferia Comune di destina zione 584 Battipaglia Salerno Campagna Pontecagnano Faiano Serre Bellizzi Sicignano degli Alburni Postiglione Palomonte Castelcivita Controne Baronissi Buccino Fisciano Napoli San Gregorio Magno Oliveto Citra Altavilla Silentina Ricigliano Sala consilina Albanella Aquara Buonabitacolo Cava dei Tirreni Colliano Padula Vietri sul Mare Contursi Terme Olevano sul Tusciano Capaccio Laurino Piaggine Roccadaspide Sacco Acerno Agropoli Alfano Ascea Campora Casalvelino Castel San Lorenzo Castellabate Castelnuovo di Conza Cicerale Felitto Futani Giffoni sei Casali Laureana Cilento Laurito Laviano Montano Antilia Montecorice Montecorvino Pugliano Montercorvino Rovella Montella Ogliastro Cilento Omignano Perdifumo Pollica Partenze periferia 93 35 1 35 2 26 2 1 2 4 2 4 3 4 2 3 2 2 1 1 10 3 1 1 2 2 1 2 7 39 3 2 15 2 1 15 3 5 1 2 7 2 1 1 7 4 3 6 3 1 4 1 2 5 2 4 5 3 1 5.00-7.00 7.00-9.00 9.00-12.00 12.00-15.00 15.00-18.00 18.00-21.30 21 5 26 12 12 3 10 5 7 3 4 11 3 7 6 5 1 17 7 1 7 1 8 2 1 2 4 2 3 1 2 2 2 2 2 4 3 2 1 1 1 1 3 1 1 1 1 5 1 1 1 1 2 1 2 5 1 1 2 1 1 6 3 2 4 1 2 2 1 1 5 1 6 2 2 3 2 1 2 2 17 2 1 8 1 1 5 1 1 1 2 4 1 1 2 1 1 1 1 1 4 2 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 2 1 1 3 1 1 2 1 1 2 1 2 2 1 2 2 1 1 1 1 2 1 1 1 Comune di destina zione Prignano Cilento Rofrano San Cipriano Picentino Sant'Andrea di Conza Santomenna Sessa Cilento Stella Cilento Torchiara Valle dell'Angelo Vallo della Lucania Valva Partenze periferia 3 3 2 1 1 3 1 3 2 4 2 5.00-7.00 7.00-9.00 9.00-12.00 12.00-15.00 15.00-18.00 18.00-21.30 1 2 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 585 Allegato 7 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in arrivo al centro abitato Comune di origine 586 Battipaglia Salerno Campagna Pontecagnano Faiano Serre Bellizzi Sicignano degli Alburni Postiglione Palomonte Castelcivita Controne Baronissi Buccino Fisciano Napoli Petina Polla San Gregorio Magno Sant'Angelo a Fasanella Corleto Monforte Oliveto Citra Roscigno Altavilla Silentina Atena Lucana Auletta Ricigliano Sala consilina Albanella Aquara Buonabitacolo Caggiano Cava dei Tirreni Colliano Nocera inferiore Padula Pertosa Sanza Vietri sul Mare Bellosguardo Contursi Terme Montesano sulla Marcellana Nocera superiore Olevano sul Tusciano Capaccio Casaletto Spartano Caselle in Pittari Laurino Morigerati Piaggine Roccadaspide Sacco San Pietro al tanagro Sant'Arsenio Torraca Tortorella Arrivi centro urbano 94 51 47 31 29 27 15 12 9 8 8 7 7 7 7 7 7 7 6 5 5 5 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 5.00-7.00 7.00-9.00 9.00-12.00 12.00-15.00 15.00-18.00 18.00-21.30 13 7 5 6 1 6 1 12 8 5 6 4 6 2 1 1 1 1 1 2 4 37 20 13 8 5 7 3 1 1 1 1 4 1 4 3 1 3 1 1 1 19 11 6 9 3 7 1 1 2 1 1 13 5 13 2 14 1 8 8 3 4 4 1 3 1 2 1 5 2 1 1 1 1 0 1 5 2 4 3 2 3 2 3 1 1 1 1 3 2 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Allegato 8 - Il trasporto collettivo in ambito extra-urbano. Numero e distribuzione temporale delle corse giornaliere in arrivo alla periferia Comune di origine Battipaglia Salerno Campagna Pontecagnano Faiano Serre Bellizzi Sicignano degli Alburni Postiglione Palomonte Castelcivita Controne Baronissi Buccino Fisciano Napoli San Gregorio Magno Oliveto Citra Altavilla Silentina Ricigliano Sala consilina Albanella Aquara Buonabitacolo Colliano Padula Contursi Terme Olevano sul Tusciano Capaccio Laurino Piaggine Roccadaspide Sacco Acerno Agropoli Alfano Ascea Campora Casalvelino Castel San Lorenzo Castellabate Castelnuovo di Conza Cicerale Felitto Futani Giffoni sei Casali Laureana Cilento Laurito Laviano Montano Antilia Montecorice Montecorvino Pugliano Montercorvino Rovella Montella Ogliastro Cilento Omignano Ottati Perdifumo Pollica Prignano Cilento arrivi periferia 92 35 1 39 3 27 3 1 2 3 2 4 3 4 2 4 1 4 1 1 10 3 1 2 2 3 7 37 2 1 16 1 1 14 3 5 1 2 7 1 1 1 7 4 3 3 3 1 4 1 2 5 2 4 6 6 3 1 3 5.00-7.00 7.00-9.00 9.00-12.00 12.00-15.00 15.00-18.00 18.00-21.30 12 13 3 12 6 28 11 17 7 10 8 5 1 5 6 12 8 3 7 7 1 6 2 2 2 2 2 1 1 1 3 3 1 2 3 3 2 3 4 1 1 1 1 3 1 1 2 2 2 2 8 4 1 3 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 2 1 6 1 1 1 14 1 1 7 1 5 1 1 1 1 3 1 3 2 1 1 1 2 1 1 587 2 2 1 8 1 3 1 3 1 3 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 2 2 2 4 3 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 Comune di origine Rofrano Salvitelle San Cipriano Picentino Sant'Andrea di Conza Santomenna Sessa Cilento Stella Cilento Torchiara Valle dell'Angelo Vallo della Lucania Valva 588 arrivi periferia 3 3 2 1 1 3 1 3 1 4 2 5.00-7.00 7.00-9.00 9.00-12.00 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 2 12.00-15.00 1 1 15.00-18.00 18.00-21.30 1 1 1 1 Allegato 9 - Il trasporto su ferro. Arrivi e le partenze verso e da Eboli nelle diverse fasce orarie della giornata e per i diversi Comuni serviti Comuni di origine/destina zione Battipaglia Salerno Potenza Centrale Napoli Roma Termini Caserta Sicignano degli alburni Contursi Terme Pontecagnano Buccino-San Gregorio Magno CampagnaSerre-Persano Picerno Bella-Muro Torre A.Centrale Atena Lucana BaragianoRuoti Montesano Nocera Inferiore Padula Polla Sala consilina SassanoTeggiano Tito Casaletto casalbuono Ferrandina grassanoGaraguso Metaponto Montecorvino Arrivi/ partenze 2.00-6.00 6.00-10.00 10.00-14.00 14.00-18.00 18.00-22.00 Totale A P A P A P A P A P A P A P A P A P A 3 1 3 1 2 3 1 1 1 1 2 4 2 2 - 4 8 4 5 4 2 2 5 1 4 3 4 2 2 4 3 2 5 1 3 2 1 1 1 1 3 1 1 9 5 7 3 2 4 4 1 1 3 5 2 5 5 2 2 5 9 3 8 4 2 4 4 1 1 4 3 4 2 2 4 4 23 28 18 20 14 12 11 11 3 3 2 1 16 15 11 11 11 10 10 P 2 2 - 5 2 11 A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A 2 2 3 1 1 1 2 2 2 2 2 2 1 3 2 2 1 3 1 2 2 4 1 2 1 4 1 2 2 4 1 4 1 4 1 4 1 2 1 3 1 3 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 2 1 2 1 - 2 4 1 4 1 4 4 1 1 3 1 4 1 3 3 1 3 1 3 1 3 1 3 1 3 1 3 1 3 1 1 1 3 4 2 3 1 3 2 2 3 1 2 3 1 1 2 2 3 1 2 1 2 1 2 1 2 3 1 1 2 1 2 1 1 1 1 1 1 - 10 10 9 9 8 8 8 6 7 6 7 7 7 6 7 6 7 6 7 6 7 6 7 6 7 6 6 6 6 6 6 5 6 5 6 5 6 589 Comuni di origine/destina zione Lagonegro scalo Pompei RomagnanoVietri Torre del Greco Portici-Ercolano Taranto BalvanoRicigliano S.Maria L a Bruna Angri Aversa Bernalda Botricello Brindisi 590 Cancello Cariati Cassino Catanzaro Lido Cava dei Tirreni Ciampino Cirò Colleferro Corigliano calabro Cropani Crotone Cutro Fontana Formia Francavilla Franciosa Frosinone Ginosa Arrivi/ partenze 2.00-6.00 6.00-10.00 10.00-14.00 14.00-18.00 18.00-22.00 Totale P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 - 4 2 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 - 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 3 2 1 3 3 1 1 1 2 1 1 - 2 1 2 2 3 3 1 2 3 1 3 1 1 2 1 1 1 1 1 1 - 8 5 6 5 6 5 6 5 3 4 4 4 4 3 2 3 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 Comuni di origine/destina zione Grottaglie Latiano Latina Lecce Maddaloni Inferiore Mesagne Mirto-Crosia Nocera Superiore Nola Nova SiriRotondella Oria Pagani PalmaS.Gennaro Pietrarsa Pisticci Policoro-Tursi Rossano Sarno Scafati Sibari Squinzano Trebisacce Trepuzzi Vietri sul Mare Arrivi/ partenze 2.00-6.00 6.00-10.00 10.00-14.00 14.00-18.00 18.00-22.00 Totale P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P A P 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 - 1 1 1 1 1 - 1 1 - 1 1 1 1 1 1 1 - 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 591 Allegato 10 - Edifici di pregio e monumenti Si riportano alcune note relative ai principali edifici di pregio storico, architettonico e artistico e ai monumenti presenti sul territorio comunale di Eboli: Santuario e Chiesa dei Ss. Cosma e Damiano Badia di San Pietro alli Marmi Il Castello Colonna Palazzo Martucci Monastero e chiesa di Sant'Antonio Abate Palazzo De Consulibus Palazzo Paladino La Francesca Palazzo Romano Cesareo San Biagio già Sant'Eustachio Chiesa di Santa Maria della Pietà Palazzo Concione Chiesa di San Nicola de Schola Greca Palazzo Campagna Palazzo Romano Palazzo Novella Chiesa e Complesso monumentale San Francesco 592 Santuario e Chiesa dei Ss. Cosma e Damiano La chiesetta intitolata ai Santi Medici fu costruita intorno all'anno 1000 da una colonia di origine greca che si insediò ad Eboli e vi portò il culto dei propri Santi. Questa chiesa, che fu distrutta nel 1164, fu poi ricostruita sugli stessi ruderi ma dedicata a San Sebastiano, in quanto il culto per i Santi Cosma e Damiano si era ormai affievolito. Solo ai primi del '700, il culto verso i Santi Medici, si riprese, per merito sia dei religiosi che dei sacerdoti. Nel 1771 sorse così la chiesetta, in stile barocco, piccola ma dignitosa, ove sono stati onorati i Santi per oltre un secolo e mezzo, fino al 1957, anno in cui fu aperto al culto il nuovo santuario. Dopo il secondo conflitto mondiale, avendo constatato che la chiesetta non era più capace di ospitare la folla di fedeli, che a migliaia vi si recavano nel giorno della festa (27 settembre), il popolo ebolitano cominciò a costruire un nuovo e più grande luogo di preghiera. Tra il 1949 e il 1950 furono gettate le fondamenta su un suolo donato dall'Amministrazione Comunale per la costruzione del nuovo santuario. Il materiale utilizzato per la realizzazione dell'opera fu prelevato dalle macerie provocate dalla guerra. Sorse così un cantiere insolito: per la realizzazione dell'opera i fedeli si trasformarono infatti in operai e manovali. Il nuovo santuario è ad una sola navata ed ha le pareti laterali, l'abside e l'arco maggiore ricoperte da mosaici. La chiesa ha, sia lungo le pareti che nell'abside, una serie di finestroni decorati con vetrate artistiche che rappresentano la vita dei Santi Martiri. Nel Santuario si possono ammirare due tele; una raffigura una Immacolata di Giovanni Bernardo Lama del XVI secolo, l'altra una deposizione di scuola Siciliana del 1700. Badia di San Pie tro alli Marmi Ai piedi della collina di Montedoro sorge l'antica abbadia normanna di San Pietro Apostolo, con l'annessa chiesa. Una lapide dedicatoria, perfettamente leggibile all'interno della chiesa, dice che essa fu edificata ai tempi del Re Guglielmo e completata nel 1159. La presenza di Roberto il Guiscardo a Salerno lascia però credere che la prima fondazione di San Pietro sarebbe stata contemporanea al Duomo di San Matteo intorno al 1076, anno in cui il Guiscardo divenne principe di Salerno, e che quindi Guglielmo il buono avrebbe provveduto solo ad una riedificazione del complesso. Il cenobio fu affidato ai benedettini che lo tennero fino al 1557. Nel 1577 con bolla di Papa Gregorio XIII il cardinale cedette l'abbadia ai padri minimi di San Francesco di Paola. Nel 1743 Benedetto XIV assegnò i beni e l'abbadia di San Pietro al Collegio dei Cinesi istituito da Matteo Ripa. La chiesa assunse in questo periodo l'aspetto di un edificio barocco. I padri abitarono il convento fino all'occupazione militare napoleonica del 1806 cui seguì il decreto di soppressione dell'ordine del 7 agosto 1807. Nel 1886 il complesso fu riscattato dai frati minori cappuccini che vi rimasero definitivamente. Nel 1928 su ordine del Regio Soprintendente all'arte medioevale e moderna, Gino Chierici, si diede inizio ai lavori di liberazione della chiesa e delle sovrastrutture e decorazioni barocche. Nel 1929 si verificò il crollo del soffitto della navata centrale e laterale sinistra della chiesa coinvolgendo anche le relative colonne e capitelli. Poiché questi ultimi rimasero abbastanza integri, si poté procedere al loro rimontaggio; non fu possibile, invece, salvare gran parte delle monofore. Durante i lavori di recupero fu scoperta la cripta, grazie ad una voragine apertasi nel pavimento della chiesa. Il successivo restauro mise in evidenza gli elementi marmorei presenti sia nella chiesa che nella cripta; dal 1930 il complesso è noto con il nome di San Pietro alli Marmi. Il complesso conventuale si sviluppa intorno ad un chiostro a forma quadrata e si articola su tre livelli, più un piano sottotetto. A piano terra il chiostro è delimitato dal portico coperto da volte a crociera sorrette da arcate a tutto sesto. Sui conci di chiave degli archi erano posti stemmi nobiliari, dei quali ne sono rimasti solo alcuni, poiché buona parte di essi fu rimossa durante l'occupazione militare. Dal chiostro si accede ai locali che ospitano il Museo Africano allestito dai Frati missionari ed alla chiesa. L'entrata principale della chiesa è accompagnata da una scalinata che collega il piazzale con il sagrato. L'ingresso posto originariamente sulla parete opposta a quella absidata, attualmente si apre sulla navata destra ed è costituito da un semplice portale in pietra, con stemma della famiglia Carafa. La basilica ispirata all'arte normanna è a tre navate, quelle laterali si staccano dalla centrale con sei archi per parte, con sette colonnine di spoglio, di cui quelle presso l'altare sono più piccole e senza base. Di queste colonne otto sono in pietra locale e tre di granito. Lungo le pareti della navata centrale si profilano dodici monofore scandite a gruppi di sei sul lato destro e sul lato sinistro. Altre dodici, di dimensioni minori, si aprono sulle pareti laterali che delimitano il perimetro della chiesa. Tutte le monofore sono realizzate in pietra traforata. La zona dell'abside era decorata con affreschi di cui sono rimaste alcune tracce solo nelle absidi laterali. Secondo lo storico Carmine Giarla gli affreschi si possono datare tra il 1564 e il 1578 e attribuire a Giovanni Luca de Luca, figlio di Giovanni Luca de Magistro, autore degli affreschi absidali di San Francesco. L'abside sinistra è affrescata con le immagine di Sant' Andrea e San Pietro, la prima per intero e l'altra fino al busto. Nella parte superiore, in una piccola nicchia, si può ammirare l'affresco raffigurante la Resurrezione di Cristo: la cripta, con soffitto a volta a crociera sorretta da colonne di marmo, è di forma rettangolare con tre absidi corrispondenti a quelle della Basilica superiore. In essa si venera il corpo di San Berniero (compatrono di Eboli). Egli fu un nobile spagnolo del XI secolo, che abbandonata la vita agiata, andò pellegrinando ed elemosinando per l'Europa, finché si fermò ad Eboli dove morì. Un altare in pietra, al centro della cripta, conserva in un'urna il corpo del Santo, mentre un crocifisso ligneo del '600 è sull'altare; alla sua sinistra è posta la statua lignea di San Fedele di Sismariga, opera del 1690 di Giacomo Colombo (1663-1731). Alla destra si trova la statua lignea di San Berniero, del 1610, dello scultore Donato Villano di Napoli. Prima di risalire alla Basilica superiore, non si può non essere attratti da un singolare bassorilievo in pietra, attribuibile ad un maestro di Napoli attivo nella zona intorno alla prima metà del '400. Raffigura San Berniero in abito da pellegrino, col bastone in mano in atto di scacciare il demonio da un'ossessa. Lo svettante campanile è l'elemento di spicco della struttura abbaziale che, con le sue fasce decorative a tarsie in tufo grigio e pianelle di cotto, ricorda elementi di decorazioni arabe di provenienza siciliana. 593 Il Castello Colonna Il Castello probabilmente fu edificato sopra un preesistente fortilizio longobardo e offriva, grazie all'imponente struttura muraria, protezione alle popolazioni locali dominate prima dai Longobardi e poi dai Normanni. Fu costruito all'inizio della dominazione normanna ed è ricordato nei documenti come Domus domini imperatoris in Ebulo e considerato uno fra i più importanti del medioevo. La sua fondazione risale alla seconda metà del XI secolo, probabilmente all'epoca del dominio feudale del primo signore di Eboli, Guglielmo d'Altavilla, fratello di Roberto il Guiscardo, principe di Salerno. Un documento del 1640 ci informa che il Castello fu ingrandito e fortificato e ce ne illustra la conformazione irregolare ed imponente, con quattro torri, due normanne a forma quadrilatera e due sveve a forma cilindrica sul lato occidentale. Al suo interno, al tempo della primitiva costruzione del fortilizio longobardo, fu edificata anche la chiesetta di San Marco, menzionata per la prima volta in un documento del 1309, oggetto, attraverso i secoli, di numerosi rifacimenti. Il complesso, attualmente casa circondariale, è comunemente identificato come Castello Colonna in quanto nel XV secolo subì consistenti restauri per conto, appunto, di Antonio Colonna, nipote del Papa Martino V. 594 Palazzo Martucci Palazzo nobiliare del XV secolo a pianta irregolare con cortile interno. L'edificio fu abitato in origine dalla famiglia Martucci che intorno alla prima metà del '600 fu tra le famiglie più note di Eboli, raggiungendo, verso la fine del '700, una condizione preminente sia sul piano patrimoniale che sociale. Tra il XVII e il XVIII secolo il palazzo subì degli ampliamenti con aggiunte di decorazioni, ben visibili ancora oggi, ai lati dei balconi dove si trovano lesene con decorazioni floreali a stucco e superiormente delle teste a tutto tondo inserite in conchiglie e sormontate da cartigli. Il portale d'ingresso è costituito da grossi conci di pietra bugnata sormontato un tempo dallo stemma della famiglia che portava una fascia e sei rose, tre per ogni lato, recante in alto, un elmo, e alla base un mascherone con testa a tutto tondo. Monaste ro e chiesa di Sant'Antonio Abate Il monastero di monache di Sant'Antonio Abate sotto la regola di San Benedetto fu fondato intorno al XIV secolo fuori le mura della città in un luogo ameno. Di esso non abbiamo notizie storiche per ben due secoli; solo nel maggio 1503, a causa delle guerre civili, l'Università di Eboli, volendo salvaguardare le monache che restavano fuori le mura, le fece trasferire dal loro monastero al posto dove attualmente stanno, in prossimità del Castello Colonna. Nel 1568 la nuova dimora, un tempo destinata ad appartamenti per gli scudieri del castello Colonna, fu modificata ed ampliata. Nel 1617, secondo le prescrizioni del Concilio di Trento, fu stabilita per le benedettine l'osservanza della clausura. Nel 1656 la peste ridusse le religiose del monastero solo a tre, con la cui morte si estinse l'ordine monastico. Solo nel 1690 l'Università di Eboli reintegrò il monastero delle benedettine e così il 21 maggio 1700 esso fu riaperto. In quella data il monastero contava 15 celle distinte in due dormitori ed altre officine necessarie con giardino, cisterna di acqua e chiesa con coro. Il complesso fu fatto restaurare secondo lo stile del tardo barocco ed assunse la forma che tuttora è possibile ammirare. Nel 1774, Maria Carolina d'Austria, regina di Napoli, in occasione delle Persanieas venationes del suo augusto consorte Ferdinando IV, visitò il monastero benedettino di Sant'Antonio Abate, come testimonia una lapide nell'atrio del monastero. Con le leggi eversive, anche la comunità benedettina fu soppressa, ma malgrado i numerosi ordini di esodo le benedettine non lasciarono il monastero. Problemi di ordine economico, tuttavia, misero in pericolo più volte la loro permanenza ad Eboli. È per questo motivo che, nei primi anni del nostro secolo, le monache pensarono di istituire una scuola di ricamo che avrebbe permesso di sostenere le spese e di non essere estromesse dal monastero. Dopo l'apertura della scuola avvenuta nel 1913, in occasione della festa di San Benedetto, le benedettine vissero grazie a tante altre industrie femminili: produzione di miele, lavori di cucito, ricamo, taglio, dolci per le feste, confezioni di paramenti sacri ed ostie. I bombardamenti del 1943 non risparmiarono neanche il monastero, tanto che la comunità dovette riparare nella chiesa di Santa Maria La Nova a Campagna. L'accesso principale al complesso avviene da via delle Monache; attraverso il corpo centrale del convento, si giunge in un atrio colonnato. La parte terminale del corpo centrale del complesso è occupata dalla Chiesa di Sant'Antonio Abate con l'annessa sagrestia. La facciata della chiesa principale è divisa orizzontalmente da una cornice marcapiano. Nella parte inferiore, tra due lesene angolari, si apre il portale rettangolare con cornice in pietra, sormontato da un medaglione raffigurante San Benedetto e Santa Scolastica; la parte superiore presenta due lesene angolari e capitelli in stile ionico. Conclude la facciata un timpano triangolare con oculo. La Chiesa si presenta ad un'unica navata in stile tardo barocco a pianta rettangolare, divisa in quattro campate. La prima è coperta con volta a vela, la terza con cupola ribassata, le rimanenti con volte a botte. I fianchi della navata sono scanditi da un ordine di lesene con capitelli in stile corinzio e sulle quali s'imposta la cornice aggettante. In fondo alla navata è situato l'altare maggiore in marmo policromo su cui troneggia un dipinto del '700 raffigurante 'L'Incoronazione della Vergine - con Sant' Antonio Abate e San Pacomio, San Benedetto e Santa Scolastica. Arricchiscono il corredo della chiesa altri dipinti: uno sulla parete destra raffigurante 'San Michele Arcangelo' del XVIII secolo e l'altro, sulla parete opposta, raffigurante la 'Sacra Famiglia con Dio Padre' del XVII secolo; le due acquasantiere in marmo del 1653 e le pregevoli gelosie in legno intarsiato collocate nella parte alta della navata, contribuiscono ad impreziosire l'ambiente. Palazzo De Consulibus Il palazzo apparteneva al nobile ebolitano Pacino De Consulibus erario del principe di Eboli. Il palazzo del XVI secolo ha conservato quasi inalterata l'originaria configurazione. Il prospetto, su via Capo di ferro, è caratterizzato da balconi con mensole di pietra modanata, parapetti in ferro battuto e da un portale d'ingresso in pietra scolpita. Sullo stesso è inserito lo stemma con scudo recante profili umani a rilievo con scritto 'Amore 1554', il quale testimonia il matrimonio degli ultimi proprietari con la famiglia Amore. Cunicoli presenti nei sotterranei del palazzo condurrebbero al Castello. Attualmente l'edificio è abbandonato a causa dei danni subiti dal sisma del 1980. Palazzo Paladino La Francesca Il palazzo con pianta cinquecentesca, originariamente era composto da un solo piano ed apparteneva alla famiglia Paladino. Nel 1670 passò ai Caravita che realizzarono la sopraelevazione. La facciata principale presenta un portale in pietra modanata decorato con volute e una volta sormontata da stemma dei Paladino recante in ciascun campo un giglio. Il prospetto, in via A. Vacca, è caratterizzato da semplici portali in pietra e finestre con ornie in pietra e cornici di stucco. L'ultima famiglia a possedere il palazzo è stata la famiglia D'Aniello-La Francesca. Attualmente il fabbricato è stato acquistato dal Comune di Eboli per allestirvi la futura pinacoteca. Palazzo Romano Cesareo E' tra i palazzi di maggiore interesse storico – architettonico del centro storico. L'edificio, di origine medioevale, ha subito trasformazioni in epoca rinascimentale. Non avendo subito successive manomissioni, conserva quasi inalterati i caratteri stilistici del XVIII secolo. Il palazzo, a pianta irregolare, dà luogo a due passaggi coperti a volta a crociera. L'ingresso principale presenta un portale in pietra modanata sormontato da stemma raffigurante un leone rampante coronato da una torre e tre stelle. Interessante all'interno è la scala ellittica con due rampe a forma semicircolare che ricorda alcuni interventi del Sanfelice nel napoletano. In stile 595 tardo barocco sono le decorazioni sulle facciate caratterizzate da stucchi che incorniciano finestre e balconi. Questi ultimi presentano parapetti in ferro battuto decorati con motivi floreali. San Biagio già Sant'Eustachio La chiesetta del XIV secolo, è posta nella parte alta del nucleo antico di Eboli e situata al termine di una lunga cortina edilizia che si sviluppa lungo via G. Vacca e si conclude in largo palazzo Caravita. Menzionata per la prima volta nel 1309, è chiamata dal popolo S. Biagio. La chiesa è di piccole dimensioni, a pianta rettangolare, ad unica navata. L'interno si presenta come una grande aula con soffitto piano e termina con l'abside voltato a botte con ai lati due nicchie semicircolari. Una cornice corre lungo tutto il perimetro dell'aula, interrotta dalle arcate centrali e dalla cantoria . L'illuminazione interna è assicurata dalle lunette delle arcate centrali a da un finestrone su lato dell'ingresso. Nella chiesa era conservato un trittico, rubato, poi ritrovato, e oggi depositato presso la Sovrintendenza ai B.A.A.S. di Salerno, raffigurante la Vergine in trono col Bambino con S. Caterina d'Alessandria e S. Eustacchio. L'opera, a tempera su tavola, è datata al 1472 e fu attribuita da Raffaello Causa a Pavanino da Palermo. 596 Chiesa di Santa Maria della Pie tà La chiesa fu costruita nel XII secolo con il nome originario di Santa Maria de Conce, per la presenza di una conceria nella zona; tale dizione fu probabilmente mutata all'inizio del XVI secolo in quella attuale di Santa Maria della Pietà. Nel 1531 la Chiesa fu elevata a collegiata da papa Clemente VII e nel 1880 venne eretta parrocchia. I lavori di restauro dell'interno della chiesa furono eseguiti alla fine del '700; ricostruita dopo i bombardamenti aerei del 1943, nel 1971, è stata dotata di una nuova entrata. L'ultimo suo restauro è stato effettuato a seguito del sisma del 1980. La Chiesa si presenta ad un'unica navata coperta con volta a botte. I fianchi della navata sono scanditi da cappelle (tre per ogni lato) inquadrate da arcate a tutto sesto, impostate su pilastri decorati con lesene e capitelli in stile corinzio. Alla navata segue il presbiterio coperto con cupola. Dall'arcata centrale del fianco sinistro si accede ad una cappella coperta con cupola e, da quella del fianco destro, all'atrio del nuovo ingresso costituito da un protiro con scale aperte verso Piazza della Repubblica. Sullo stesso lato si eleva il campanile composto da tre piani suddivisi da cornice e decorati con lesene angolari che s'innalzano su un alto basamento. La vecchia facciata, volta verso il centro storico, è divisa orizzontalmente da una fascia marcapiano con cornice aggettante. Nella parte inferiore vi è un porticato decorato con un ordine di lesene e in quella superiore sono collocate due nicchie e una monofora centrale con balaustra, conclude la facciata un timpano triangolare. All'interno della chiesa, sull'altare maggiore, in una grande nicchia centrale, è collocato il gruppo ligneo raffigurante la Pietà, opera di Giacomo Colombo realizzata nel 1702. Essa commissionata da Don Antonio De Clario, membro di una delle più ricche e nobili famiglie di Eboli, all'artista estense (1663-1731), attivo a Napoli soprattutto durante il vice regno austriaco. L'altare maggiore del XVIII secolo è in marmi policromi così come la balaustra che presenta le effigie delle famiglie Ferrari e Campagna. Sempre nella zona del presbiterio è il coro ligneo intagliato che, con i confessionali, rappresenta un tipico esempio di arredo sacro in legno del Settecento. A destra dell'abside sono due statue lignee raffiguranti San Rocco e San Alfonso dè Liguori. Di fronte è collocato l'organo del XVIII secolo, opera del maestro Silvanio Carelli del Vallo di Novi, con fastose decorazioni in stile rococò. Alla fine del XVIII secolo si ascrive anche la scultura lignea raffigurante San Vito Patrono di Eboli, opera dello scultore napoletano Raffaele Balbi. Sul primo altare a sinistra di chi entra vi è il dipinto che ritrae il Transito di San Giuseppe, opera, tra le prime, del noto pittore salernitano Pasquale Avallone (1884-1965). Palazzo Concione Palazzo gentilizio cinquecentesco appartenuto alla famiglia Corcione, una volta Baroni di Latronico, tra le famiglie più illustri di Eboli per antica nobiltà e ricchezza, tanto da possedere una cappella con sepoltura nella chiesa di San Francesco. La famiglia è estinta. L'edificio, che in origine occupava un'area molto estesa, presenta oggi una pianta a forma di 'L' con cortile. Nel corso degli anni ha subito numerose modifiche che ne hanno stravolto l'aspetto originario. Attualmente sono visibili pochi elementi dell'impianto originario tra cui il portale ad arco in pietra modanata sovrastato da un'ampia cornice ed un fregio con triglifi; sul concio in chiave è posto lo stemma della famiglia recante, nella parte superiore, due leoni raffrontati che sorreggono una mezza luna e, in quello inferiore, tre stelle a sei punte. Alla destra dell'androne è ubicata la scala formata ad unico rampante coperto con volta a botte e gradini in pietra. Chiesa di San Nicola de Schola Gre ca La chiesa è situata ai margini del centro storico al termine di una cortina edilizia che si sviluppa lungo via Guglielmo Vacca. Costruita nel periodo Normanno, nrll'XII secolo, la chiesa fu chiamata prima San Nicola de Ponte, in quanto esisteva nelle vicinanze un ponte sul torrente Tufana o Paradiso. Più tardi fu denominata San Nicola de Graecis, perché alcuni monaci basiliari greci, spinti dalla persecuzione islamica del X secolo, si stabilirono in Eboli fondando una scuola per l'insegnamento della lingua greca e, solo successivamente, prese il nome di San Nicola de Schola Graeca. Alla chiesa, ad unica navata, si accede tramite un portale in pietra con bassorilievi del XII secolo. All'interno sono conservate opere di pregevole fattura come il dipinto su tela raffigurante San Gaetano de Thiene del XVIII secolo di autore ignoto (1° altare a sinistra ); Educazione di Maria Vergine del XVIII secolo di autore ignoto (1° altare a destra), acquasantiere in marmi policromi scolpite nel 1751 ed un organo, impiallacciato, su cui vi è incisa l'insegna nobiliare di una famiglia ebolitana, che probabilmente lo strumento alla chiesa. Nella sagrestia sono conservate altre opere di cui la più interessante è il dipinto su tela raffigurante Santa Teresa d' Avila del XVIII secolo di autore ignoto. Sul campanile si possono ammirare le insegne nobiliari delle famiglie Carafa e De Troiano. Palazzo Campagna Palazzo signorile appartenuto alla famiglia Campagna già verso la metà del '600. Esso conserva il suo aspetto originario; infatti le uniche modifiche riguardano le demolizioni delle costruzioni adiacenti che hanno portato al crollo del piccolo archetto di spinta su via Santa Margherita. Il prospetto in via Selce presenta un portale in pietra modanata; caratterizzano la facciata tre balconi su volta sorretti da mensole modanate e il cornicione con voltine alla romana. Lo stemma della famiglia porta al centro una campana e una rosa nei quattro angoli. Palazzo Romano Palazzo signorile del XIX secolo appartenuto alla famiglia Romano. Il portale dell'edificio è in pietra con decorazioni e riquadri in volute con stemma della famiglia Romano costituito da uno scudo diviso in due campi, raffigurante a destra una mano che stringe tre spighe e a sinistra un leone rampante con un sole e una stella cometa. Il prospetto principale è caratterizzato da tre balconi con mensole in pietra modanata. Superiormente, nel sottotetto, si trovano aperture lobate. Palazzo Novella Palazzo signorile di origine cinquecentesca appartenuto alla famiglia Novella. L'edificio, a pianta irregolare delimitato da stretti vicoli, ha un portale a conci in pietra modanata che immette in un pregevole cortile quadrato. All'interno vi è ancora un portale sormontato dallo stemma della famiglia raffigurante una colomba con ramoscello d'ulivo. Le facciate sono caratterizzate da ornie in pietra, finestre con riquadrature in stucco e mensole in pietra. 597 598 Chiesa e Complesso monumentale San Francesco Il complesso conventuale di San Francesco d'Assisi a Eboli risale al 1286 ed è uno dei primi insediamenti francescani storicamente documentati. L'iter edificatorio dell'intero complesso subì vari interventi nel tempo. Nel 1349 fu restaurato il campanile, nel 1586 fu modificato tutto il complesso secondo la moda del tempo. Evidenti presenze architettoniche e decorative ci documentano inoltre le trasformazioni settecentesche. Il complesso giunge così fino al 7 agosto 1806 anno in cui fu soppresso dalle leggi napoleoniche. Il 22 agosto 1811 riaprì al culto solo la chiesa, mentre gli spaziosi locali del convento furono adibiti a sede municipale, a pretura, a funzioni scolastiche. La struttura fu notevolmente danneggiata dai bombardamenti del 1943, ma mentre la chiesa fu restaurata e riaperta al culto nel 1958, il convento rimaneva allo stato di rudere. Solo nel 1993 anche il convento è stato riaperto. Oggi ospita la Biblioteca Comunale, l'Archivio Fotografico di L. Gallotta e il Museo Nazionale della Media Valle del Sele. Convento Fin dalle sue origini il Complesso Conventuale di San Francesco ha avuto un ruolo di centralità, sia per la sua posizione elevata, sia per le sue emergenze strutturali, dando origine così allo sviluppo urbano secondo lo schema spontaneo della città medioevale. Impostato su pianta ad 'L', il convento presenta un'ala protesa sulla piazzetta antistante. Il chiostro porta i segni della ristrutturazione cinquecentesca più evidenti rispetto a quelli del Settecento. Interessante è la grande cisterna interrata, ubicata al centro del chiostro, intorno alla quale si sviluppa, su tre lati, il portico coperto con volte a vele impostate su arcate sorrette da pilastri decorati con lesene. Al piano superiore si sviluppa un secondo ordine di lesene e colonne a mezzo tondo tra le quali si aprono delle finestre rettangolari con timpani curvilinei. Dal piano terra, mediante uno scalone a due rampe, protetto in passato da una balaustra in marmi policromi e oggi sostituita da un parapetto in muratura, si accede in un ampio ambiente coperto da falde sorrette da capriate lignee a vista. Da questo spazio centrale si accede in ambienti laterali di dimensioni minori (ex celle dei monaci) e in una suggestiva cappella privata con stucchi e affreschi. Il Complesso conventuale, recentemente restaurato e consolidato, ospita la Biblioteca comunale e il Museo Archeologico della Media Valle del Sele (di prossima apertura) in cui è conservata la Stele Eburina. Chiesa La chiesa costruita in stile gotico con facciata a capanna compatta, fu aggiornata al gusto settecentesco con decorazioni barocche. Gli eventi bellici dell'ultima guerra provocarono purtroppo la distruzione delle decorazioni barocche costituite da guglie, lesene laterali e da un finestrone polilobato, oggi sostituito da un oculo. Dell'antica facciata è rimasto intatto solo il semplice portale in stile gotico a sesto acuto, decorato da una cornice nella quale è scolpito uno stilizzato fregio vegetale. Distrutta fu anche la costruzione che era ubicata a sinistra della facciata, molto probabilmente spazio sacro. Ciò è testimoniato dalla presenza di un affresco esterno ancora esistente in un arcosolio. Decorato da una serie di cerchi intrecciati con un nastro, all'interno dei quali sono fronde e frutti di melograni, esso è un affresco cinquecentesco che, benché deteriorato, permette di individuare le figure di Tobiolo guidato dall'Angelo, con San Leonardo al centro e San Francesco a sinistra. L'interno della chiesa ad unica navata, coperta da tetto a falde, sorrette da capriate lignee, ha subito un intervento di restauro nel 1957, in seguito al quale sono stati conservati i due più importanti motivi stilistici (gotico e barocco). Nel restauro furono eliminate la volta e le sovrastrutture barocche danneggiate dai bombardamenti, conservando il barocco lungo la navata fino al cornicione e quindi le pareti con gli altari settecenteschi. Esse sono scandite da arcate in cui vi sono dei pilastri decorati con lesene e capitelli in stile corinzio sormontati da una trabeazione con cornice aggettante; al di sopra si svolge un ordine di monofore ad ogiva. Ogni altare in marmo policromo ha lo Jus Patronatus di una famiglia nobile ebolitana. Partendo dall'ingresso dell'aula sul primo altare a sinistra si può ammirare un dipinto raffigurante Santa Lucia e San Bonaventura del XVIII secolo attribuibile a Paolo de Matteis, come è attestato da un docume. L'altare appartiene alla famiglia Romano Cesareo. Sul secondo altare vi è La Crocifissione' (1720-1750) del maestro solimenesco Nicola Maria Rossi (Napoli 1690-1758), commissionato dalla famiglia Mirto. Il terzo altare con la statua della Madonna del Carmelo, appartiene alla famiglia Campagna. Infine il quarto altare, di diritto padronato del Comune di Eboli, è impreziosito dalla statua della Immacolata. In prosecuzione, dopo l'arco trionfale, sulla parete opposta, il primo altare appartiene alla famiglia Viviani. Sul secondo altare la statua di San Vincenzo Ferrer della famiglia Novella - De Cristofaro. Sul successivo vi è la statua di Santa Irene patrona minore di Eboli, fatta erigere nel 1753 dal reverendo padre evangelista Motta per proteggere la città dalle cadute di saette e tuoni. Infine, sul quarto altare, il dipinto raffigurante San Gerardo Maiella. In stile gotico sono invece i finestroni della navata, l'arco trionfale, la zona del coro e l'abside. Sulla volta dell'abside, divisa in otto spicchi, sono raffigurati i profeti, attribuiti a fasi alterne ad Andrea Sabatini di Salerno e Agostino Tesauro suo discepolo, pittori operanti nella prima metà del Cinquecento. Gli affreschi furono notati nel novembre del 1942, all'interno di una falsa cupola ad incannucciata realizzata certamente durante i restauri settecenteschi. Tutto il ciclo assume un preciso significato di esaltazione di Cristo e della Vergine espresso dalle figure dei Patriarchi e Profeti e dalle profezie messianiche. Vi sono raffigurati: Isacco, la cui figura è quasi completamente scomparsa, Giacobbe e, nell'ordine, Ezechiele, Gioele ed Esdra, poi Giona ed infine Abacuc. Di Giovanni Luce de Magistro di Eboli, invece, sono i dipinti presenti sulla parete centrale dell'abside, ove sono rappresentate due scene della leggenda di San Giorgio che libera la principessa dal drago, mentre, al di sotto e ai lati della grande monofora, il Martirio di Sant'Erasmo, e il Martirio di San Felice. La zona prospiciente l'altare è corredata a destra da un dipinto raffigurante Lo sposalizio della Vergine del XIX secolo (attribuito all'artista Desiderio) e commissionato dalla famiglia Ferrari; a sinistra è il dipinto di San Antonio e il bambino commissionato dalla famiglia Romano. La zona dell'abside è arricchita da un dipinto raffigurante un Ecce Homo del XIX secolo, commissionato dalla famiglia Viviani, e da un'opera del XVIII secolo che ritrae L'Istituzione del cordigerato, commissionata dalla famiglia Campagna. In fine marmo policromo è l'altare maggiore della prima metà del XVIII secolo della grande tradizione barocca mediterranea; dietro di esso, di notevole interesse scultoreo, è il Tabernacolo del XV secolo di Jacopo della Pila, un tempo utilizzato per l'Eucarestia come dimostrano gli angeli in adorazione ai lati dello sportello e lo Spirito Santo nel frontone. Nell'attuale sacrestia, una volta cappella gentilizia della famiglia Potifredus, è ancora visibile la lastra tombale marmorea del Miles Potifredo del 1324. Contigua alla lastra è l'insegna più rilevata, nella quale è rappresentato lo stemma della famiglia Rago - Perrotta. Segno tangibile della cappella è la presenza di un portale in pietra su cui si legge un'epigrafe risalente al 1521. Altri due monumenti funebri sono all'ingresso della chiesa. Il primo del 1578 appartiene alla famiglia De Troiano; l'altro ai De Fulgione – De Cristofaro della prima metà del '600. Altre lapidi, antistanti i singoli altari, recavano notizie sulle famiglie che avevano i relativi diritti di sepoltura e padronato degli altari sovrastanti; furono danneggiate durante i bombardamenti del '43 e rimosse nel corso dei lavori di restauro del 1957. Arricchiva il corredo della chiesa un dipinto su tavola su fondo oro rappresentante la Crocifissione (1330-1340) di Roberto d'Oderisio, allievo di Giotto e capo della scuola napoletana, operante nella seconda metà del 1300 presso la corte Angioina. L'opera è conservata nel Museo Diocesano di Salerno. Altro autorevole pittore rappresentato nella chiesa è Andrea Sabatini da Salerno autore della Madonna di Costantinopoli (1518) opera vista nella sacrestia della chiesa alla fine del secolo scorso, ma proveniente dalla chiesa di Santa Maria ad Intra ed ora nel Museo Diocesano di Salerno. 599 Allegato 11 - Confusion matrix 600 Allegato 12 - Le tappe della partecipazione 1) 18.05.2007 - Incontro con la maggioranza (Istituto Cristo Re); 2) 18.06.2007 - Incontro con i gruppi politici (Sala Consiliare); 3) 27.06.2007 - Incontro con i tecnici (Koenig Hotel); 4) 03.07.2007 - Incontro con gli imprenditori (Koenig Hotel); 5) 09.08.2007 - Stipula convenzione tra Comune di Eboli e Università di Salerno (Sala Consiliare); 6) 04.09.2007 - Incontro con gli imprenditori turistici (Campolongo Hospital); 7) 18.09.2007 - Incontro con agricoltori e zootecnici (Istituto Tecnico Agrario); 8) 25.09.2007 - Incontro con attori economici e istituzionali sovracomunali (Palasele); 9) 27.09.2007 - Conferenza intercomunale di pianificazione urbanistica (Palasele); 10) 22.01.2008 - Incontro con gli industriali e passeggiata nell’area Pip (sede Consorzio Pip); 11) 22.01.2008 - Incontro con i Giovani e le Associazioni (S. Francesco); 12) 29.01.2008 - Incontro con la maggioranza sulla programmazione sovraordinata (Sala Consiliare); 13) 12.02.2008 - Incontro con il Consorzio Ss 18; 14) 28.02.2008 - Incontro con i gruppi politici sullo sviluppo produttivo - 1° Parte sui temi delle attività produttive e del commercio (Sala Consiliare); 15) 13.03.2008 - Incontro con i gruppi politici sullo sviluppo produttivo - 2° Parte e sui temi dell’agricoltura e del turismo (Sala Consiliare); 16) 14.03.2006 - apertura della pagina web dedicata al processo di formazione degli strumenti di governo del territorio del Comune di Eboli 17) 19.03.2008 - Incontro con i gruppi politici sui temi del centro storico (S. Francesco); 18) 29.03.2008 - Passeggiata conoscitiva sui luoghi della produzione e del turismo: l’intervento di riqualificazione dell' area pinetata in località Casina Rossa e visita ad un’azienda zootecnica; 19) 15.05.2008 - Incontro con i gruppi politici sul tema dei piani urbanistici attuativi (Sala Consiliare); 20) 07.06.2008 - Incontro con i gruppi politici sul piano strategico comunale (Sala Consiliare); 21) 17.06.2008 – Riunione di esponenti politici (sede municipale); 22) 27.10.2008 - Incontro con la maggioranza sul piano strategico comunale (Sala Consiliare). 601 Amministrazione Eboli Ai fini dell’identificazione dei soggetti intervenuti nel corso del processo di partecipazione alla formulazione del Psc, si riportano nominativi e qualifiche dei componenti della Giunta e del Consiglio comunale, con riferimento all’intero arco temporale di durata del processo di pianificazione. 602 Giunta comunale Fernando Laurino (Vicesindaco, Assessore Personale e Informatizzazione) Damiano Capaccio (Assessore Cultura e Sport, Cultura della Legalità e Iniziative della Pace) Cosimo Cicia (Assessore Urbanistica, già Assessore Politiche Sociali, Pubblica Istruzione, Immigrazione, Pari Opportunità, Comunicazioni) Luca Sgroia (Assessore Politiche Sociali) Carlo Moscariello (Assessore Pubblica Sicurezza, Viabilità,Protezione Civile) Carmine Campagna (Assessore ai LL.PP.) Cosimo Maglio (Assessore Sport, Cultura, Pari Opportunità e ad interim Ambiente) Arturo Marra (Assessore Bilancio, Tributi, Patrimonio e Contenzioso) Roberto Palladino (Assessore Attività Pierino Infante (Assessore Ambiente, Servizi Manutentivi e Servizi Cimiteriali) Adolfo Lavorgna (Assessore Bilancio, Tributi e Contenzioso) Emilio Cicalese (Assessore Polizia Municipale, Viabilità, Trasporti, Sicurezza Urbana, Protezione Civile, Politiche delle Periferie) Antonio Verderame (Assessore Opere Pubbliche) Gianluca Morrone (Assessore Politiche della Casa) Vincenzo Consalvo (Assessore Urbanistica) Francesco Bello (Assessore Politiche Giovanili, Famiglia, Pace, Pubblica Istruzione e Comunicazione) Consiglio comunale Vincenzo Ruggia (Verdi) Mario Trevisant (Democrazia Federalista Campania) PD Carmine Magliano (DS) PD Cosimo Di Canto (DS) PD Roberto Palladino (DS) PD Isabella Lemmo (DS) PD Nicola La Rocca (Indipendente – Cantieri di Centro) Giancarlo Sibona (Italia di Mezzo - Cantieri di Centro) Roberto De Cesare (Indipendente – Cantieri di Centro) Giuseppe Bisogno (Margherita) PD Gaetano Cuomo (Margherita) PD Remo Mastrolia (Margherita) PD Mauro Vastola (Margherita) PD Vincenzo Rotondo (Udeur) PD Arturo Marra (Udeur) divenuto assessore Alfonso Cillo (Udeur) PD Gerardo Lamanna (Udeur) Paolo Polito (SDI) Popolari per l’unione di centro Antonio Ciccarone (SDI) PD Pasquale Cariello (PdRC) dimesso Carmine Caprarella (PdRC) Mario Conte (Socialisti Uniti) PD Salvatore Di Dio (Socialisti Uniti) PD Salvatore Marisei (Socialisti Uniti) PD Antonio Corsetto (Forza Italia) Antonio Morrone (Forza Italia) Giuseppe La Brocca (Alleanza Nazionale) La Destra Cosimo Pio Di Benedetto (Alleanza Nazionale) Verso il PDL Vincenzo Clemente (UDC) Antonio Lamanna (Alternativa Sociale) 603 1) Eboli, 18.5.2007 Incontro con la Maggioranza Istituto del Cristo Re 604 Roberto Gerundo Il Prg del 2003, cioè lo strumento urbanistico vigente, pur essendo stato approvato da poco, presenta alcuni elementi di criticità, quali, ad esempio: - non consente il rilascio di permessi di costruire in zone edificabili; - sconta una disfunzione dei meccanismi perequativi; - richiede la rideterminazione di alcune scelte; - presenta difficoltà nell’attuazione dello sviluppo costiero; Si ricorda, inoltre, che vi è una variante normativa in corso, alla cui definizione ha già contribuito il gruppo di tecnica e pianificazione urbanistica (GTpu) del dipartimento di ingegneria civile (DiCiv) dell’Università di Salerno. Si evidenzia come l’avvio del Puc di Eboli avviene in una fase in cui sono in corso di definizione: - il piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) di Salerno - il programma operativo regionale (Por) per il periodo 2007-2013 - il piano territoriale regionale (Ptr) In questa fase in cui Ptr e Ptcp non sono definiti, si può andare alla contrattazione delle scelte del Puc con proposte forti che potranno avere notevoli possibilità di accoglimento. Nuove incombenze introdotte dalla Lr 16/2004 sono rappresentate dagli atti di programmazione degli interventi (Api) e dalla valutazione ambientale strategica (Vas). In particolare, ritiene necessario rilanciare la modalità di sviluppo turistico del comune. Eboli ha una tradizione consolidata per quanto concerne la cultura della pianificazione urbanistica, dal momento che si accinge a dotarsi del quarto strumento urbanistico comunale generale, pervenendo, in tal modo, ad una quarta generazione di piano. Tale tradizione impone la messa in campo di un meccanismo di partecipazione trasparente, capillare e pervasivo del tessuto sociale ebolitano, al fine di pervenire, nel giro di sei mesi, alla formulazione di un documento di indirizzi di pianificazione urbanistica (Ipu) che abbia la valenza di vero e proprio piano strategico comunale (Psc) di Eboli. Il Psc chiarirà obiettivi e relativi criteri e modalità di perseguimento degli obiettivi. Si pensi che nel piano strategico di area vasta messo a punto dal Comune di Salerno il litorale di Eboli è ipotizzato come luogo della delocalizzazione del porto commerciale di Salerno. Il Puc di Eboli, in ogni caso, si porrà in continuità amministrativa con il Prg del 2003, in quanto quest’ultimo non è da azzerare ma da rimodulare, anche consistentemente, rispetto a quanto sarà formulato nel Psc. Il disegno di legge nazionale di riforma della legge urbanistica del 1942 apre a nuove problematiche. Ad esempio, si fanno strada nuove modalità per affrontare il problema casa. In particolare, si parla di edilizia residenziale in affitto sociale (Eras). Tale formula non persegue la remunerazione della proprietà privata fondiaria ma, piuttosto, l’immissione sul mercato in tempi rapidi, di abitazioni per una specifica domanda abitativa. La tradizionale rendita di attesa, cioè a tempo indeterminato, è tale da non incontrare la domanda. Nelle ipotesi della IV Commissione parlamentare è prevista la decadenza delle previsioni edificatorie legate all’Eras allo stesso modo con cui avviene per i vincoli preordinati all’esproprio, assumendo, in tal modo, la stessa valenza dei tradizionali standard urbanistici. Fernando Laurino Auspica previsioni edificatorie tali da evitare esodi di ebolitani in cerca di abitazione altrove e, anzi, fare in modo da richiamare utenti da fuori. Arturo Marra Ritiene fondamentale, dal punto di vista politico, comprimere al massimo i tempi di formazione del Puc pervenendo rapidamente ad una proposta. Capogruppo Margherita Ritiene utile riunirsi per decidere quali indirizzi dare al GTpu dell’Università di Salerno. Vincenzo Consalvo Condivide l’impostazione data per la formazione del Puc di Eboli fondata su un processo partecipativo ampio, finalizzato alla redazione di un documento strategico di indirizzi. Le vocazioni di Eboli sono molteplici; esso può avere caratteristiche multifunzionali anche perchè il suo territorio si estende dalle colline al mare. Tuttavia, non si è mai sufficientemente sviluppata, in modo coerente, alcuna funzione. La collina, in particolare, non è conosciuta. Il centro storico appare sostanzialmente come un’area dormitorio. Il centro urbano appare impiegatizio e statico. Gli 8 Km di costa del litorale di Eboli appaiono non connotati, così come i 10 Km di litorale di Salerno sono, invece, fortemente connotati dalla presenza o previsione di un porto commerciale e quattro porti turistici. Il Prg vigente sta intristendo la città, per cui appare necessario verificare se la multifunzionalità possa essere positivamente assegnata a questo territorio. Vito Chiagano Chiede se la tempistica di formazione del Puc sia legata a norme sovraordinate. Giancarlo Sibona Auspica che il Puc possa risolvere i problemi urbanistici di Eboli e dare slancio all’economia comunale. Roberto Palladino Chiede di porre una particolare attenzione alla valutazione dei movimenti demografici. Ritiene, inoltre, che si debba trarre quanto più è possibile dalla variante urbanistica in corso con riferimento a tutto quanto possa comunque essere immediatamente attuabile del Prg vigente. Il Prg vigente parla di salvaguardia; ritiene, invece, che il territorio non vada salvaguardato, ma utilizzato, sebbene rispettandolo dal punto di vista ecocompatibile. Carmine Magliano Pone il problema della definizione di una nuova viabilità sul territorio come una delle principali priorità per Eboli. Gaetano Cuomo Pone l’attenzione sulla ricerca di quale possa essere la migliore metodologia, anche di comunicazione, per la migliore redazione del Psc. Antonio Verderame Richiama l’attenzione soprattutto a non ripetere gli errori commessi nella redazione del Prg vigente. 605 Paolo Polito Ritiene possibile, per Eboli, un’edilizia che non sia solo residenziale sociale ma anche di maggiore qualità per le fasce di popolazione aventi reddito alto. Alfonso Cillo Ritiene che la cosa più importante da fare inizialmente sia quella di comprendere perché il Prg vigente non è partito, perché non si riesce ad attuarlo. Ritiene, inoltre, che si debba cercare di far funzionare il Prg vigente. Donato Guercio Ritiene che si sta pagando l’errata impostazione del Prg vigente. I tempi lunghi del Puc rendono peraltro il percorso rischioso dal punto di vista politico. Per quanto concerne la vocazione di Eboli, il suo territorio è tutto compreso entro due limiti: il mare e la collina; quest’ultima, in particolare, non è mai stata sfruttata come risorsa. Un obiettivo del Puc dovrebbe essere proprio quello di collegare il mare alla collina. 606 Luca Sgroia La filosofia del Prg vigente era la salvaguardia del territorio; un territorio, tuttavia, già violentato. L’idea, anche utopistica, di sviluppo immaginata dal Prg vigente risiedeva nel turismo legato alla balneazione. Per quanto concerne il problema casa, l’alto costo delle abitazioni inducono a costruire di più per fare abbassare i prezzi. Ritiene che il centro urbano vada riammagliato con il territorio circostante e, in particolare, verso la piana. Il territorio comunale è molto ampio, troppo rispetto alla porzione ristretta entro la quale vive la popolazione ebolitana. Si tratta di interrogarsi su quale sia la vera vocazione di Eboli: non è il turismo legato alla balneazione; non è il turismo culturale. Lo sviluppo potrebbe risiedere nell’agricoltura e nello scambio, cioè nel commercio. In questo senso, il porto commerciale ipotizzato può sicuramente determinare l’idea di sviluppo di Eboli. Martino Melchionda Il Prg vigente è frutto di una impostazione culturale minoritaria. La città avverte di avere forti potenzialità che non riesce ad esprimere. L’ipotesi di un Puc che concepisca il territorio in senso multifunzionale nasconde il rischio di una non scelta. Si ritiene, viceversa, che con il Puc si dovrà scegliere: il porto, piuttosto che il polo agroalimentare, piuttosto che l’intermodalità. Si è portati a pensare che il centro storico o la spiaggia non produrranno ricchezza. Eboli è, infatti, città della produzione agricola e agroalimentare. Condivide la necessità di modificare il modello insediativo turistico sulla costa, così come previsto dal Prg vigente; il litorale deve ospitare una parte di città, deve avere una dimensione urbana. I nuclei periferici, distanti dal capoluogo, non si riconoscono in Eboli ma nei comuni limitrofi di Battipaglia a nord e di Capaccio a sud: si pone, pertanto, il problema di recuperare queste comunità riammagliando tali nuclei alla città. Per quanto riguarda l’edilizia, non bisogna pensare di realizzare case sparse ma veri e propri pezzi di città. D’altro canto, la vastità del territorio comunale pone un problema di risorse di gestione e la necessità di concentrare l’abitato, di optare per una città compatta per evitare il consumo di suolo, la dispersione insediativa e i conseguenti alti costi di gestione. Le difficoltà attuative del Prg vigente richiedono di limitare al massimo i piani particolareggiati, e se proprio è necessario prevederli, allora bisogna definirne un certo grado di dettaglio già nel Puc. Gerardo Lamanna Il Prg vigente ha paralizzato lo sviluppo. Evidenzia una difficoltà nel settore produttivo. Le poche industrie presenti ad Eboli si sono trasferite a Battipaglia. Si tratta, pertanto, di comprendere i problemi e le motivazioni di tale fuga di imprese. Un buon risultato è, invece, rappresentato dall’approvazione in project financing del porto turistico. Il Puc deve puntare sul centro storico: è interessante, bellissimo; sono stati aperti nuovi locali, nuovi esercizi commerciali e si sta vivificando. Roberto Gerundo Per quanto concerne la partecipazione, in questa prima fase, della durata di circa due mesi, giugno e luglio, si intende interpellare una conoscenza esperta, costituita da amministratori di maggioranza e opposizione, dall’Ufficio tecnico comunale e, in particolare, dall’Ufficio di piano, dai professionisti, dai tecnici, dalle associazioni e dagli enti istituzionali. Alla ripresa, dopo la sospensione estiva, verrà attivata prevalentemente una partecipazione cosiddetta non esperta, rappresentata dai semplici cittadini. Il Prg vigente è sovradimensionato, quindi lo spreco di suolo non si è avuto solo per le notevoli difficoltà attuative previste dalle norme e non perché il Prg non prevedesse edificazione. Una scelta dovrà essere quella di concentrare l’abitato, cioè di dare una forma compatta al centro urbano. Il meccanismo di innesco dello sviluppo per Eboli sarà l’interporto, così come per Battipaglia fu l’Asi. Il porto commerciale è una grande scommessa che può riequilibrare lo scompenso prodotto negli ultimi 15 anni dalla politica urbanistica autocentrica di Salerno. Nel Psc di Eboli ci devono essere una o due idee-forza; ci deve essere un unico grande obiettivo verso cui muoversi e su cui far convergere tutte le risorse e tutte le azioni. La traiettoria giusta da inanellare è quella relativa a: crescita – sviluppo – progresso. L’edilizia non deve essere lasciata libera, ma opportunamente indirizzata. E’ importante ricorrere all’Ers e non al libero mercato, andando in regime di fitto e di vendita controllata. Infatti, la proprietà privata, se non è imprenditrice, frena lo sviluppo, in quanto legata alla rendita di attesa. Compito del Psc è comprendere perché il Prg vigente non è partito e prevederne un’attuazione stralcio. Un compito del Psc è, infatti, quello di prefigurare un assestamento previsionale, individuando tutto quanto del Prg vigente è acclarato e non problematico nonché condiviso, già indirizzato nella interpretazione e, pertanto, concretamente attuabile. L’Ufficio di piano va rafforzato e completamente dedicato ai temi del Puc. 607 2) Eboli, 18.6.2007 Incontro con i gruppi politici Comune di Eboli - Sala Consiliare Vincenzo Consalvo Riferisce che hanno fatto pervenire lettera con cui comunicano di non essere presenti all’incontro sul Puc per concomitanti impegni il gruppo dei Socialisti Uniti (capogruppo Salvatore Di Dio), il gruppo del PRC (capogruppo Pasquale Cariello) e il consigliere comunale del partito dei Verdi Enzo Ruggia. Informa che la bozza di convenzione è stata deliberata e quindi sono pronti alla sottoscrizione. Per fare in modo che il Puc sia ampiamente partecipato sono stati programmati una serie di incontri, da tenersi anche nelle more del perfezionamento degli atti convenzionali, con organizzazioni ed associazioni da tenersi nei mesi di giugno e luglio, mentre altri si terranno in settembre. Questo approccio prelude alla organizzazione di incontri permanenti. Tutti gli incontri saranno registrati, verbalizzati e resi pubblici. Da settembre si metterà mano al piano strategico di Eboli, che si prevede di redigere in circa sei mesi. Esso, dal punto di vista politico, rappresenta uno strumento importante, al di là del piano vero e proprio, che è essenzialmente tecnico. 608 Roberto Gerundo Il Dipartimento ha deliberato lo schema di convenzione tra Comune di Eboli e Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno. Si intende dare massima apertura, pubblicità e trasparenza al processo di formazione del Puc al fine di avere la dimensione degli interessi e delle necessità presenti sul territorio. Il Puc non dovrà essere un adeguamento del Prg vigente e del superamento delle sue problematiche, ma dovrà introdurre ed affrontare temi nuovi. Con il piano strategico comunale (Psc) ci si prefigge di soddisfare tutte le esigenze e le richieste che provengono dai soggetti operanti sul territorio di Eboli. L’obiettivo è, cioè, quello di prendere in considerazione tutte le istanze che sono state portate nel corso del processo partecipativo. Il Psc deve essere quanto più condiviso possibile. Attraverso di Esso faremo in modo che tutti conoscano tutto quello che si è detto ed ipotizzato per il Puc di Eboli. Sottolinea la necessità di maggiore incisività soprattutto con l’opposizione, al fine di rendere maggiormente condiviso il progetto di sviluppo della città. Va comunque fatto in modo da far collimare le eventuali scelte, quale ad esempio il porto commerciale con il turismo sulla fascia costiera, anche con scelte importanti e strategiche su cui costruire le attrattive a supporto. Va anche pensato un meccanismo mediante il quale possa essere realizzata edilizia da mettere subito sul mercato. Tutte le potenzialità già presenti nel Prg vigente potranno esprimersi. Possono essere utili anche documenti politici elaborati per il passato in funzione, ad esempio, del Prg vigente, o anche precedenti alla formazione del Prg vigente. Alcune cose nel Prg non funzionano: - alcune per l’eccessiva farraginosità delle procedure attuative; - altre, come ad esempio la linea di costa, per la proposta in quanto tale: il villaggio turistico. Vi è l’esigenza di dare attuabilità alle previsioni condivise del Prg vigente. Tutto ciò che del vigente Prg può essere attuato va fatto proprio con il nuovo piano, il Puc. Per quanto riguarda la zona costiera, va deciso il da farsi, anche ricorrendo a scelte forti. La zona deve diventare il centro propulsivo del mercato turistico e non quello di una utenza minore. bisogna, quindi, reimpostare le funzioni. Il villaggio turistico rappresenta un progetto di grande impatto che induce a ripensare la formula dello sviluppo che si vuole dare alla costa; si deve passare dalle seconde case ad altro. I bungalow previsti rappresentano un’edilizia povera. Occorre reimpostare le funzioni, pensando, ad esempio, ad un albergo di grande qualità architettonica, al direzionale, e ad una serie di servizi quali centri congressi, centri benessere, palestre, per un turismo esteso a tutto l’anno e di qualità. Eboli deve bilanciare, con la previsione di trasformazioni di altissima qualità, le ipotesi di area vasta della città di Salerno che vedono la concentrazione all’interno del capoluogo provinciale delle funzioni più pregiate e la delocalizzazione di quelle meno gradite, quale il porto commerciale. Eboli può offrire a prezzi più contenuti il turismo che si candida ad attrarre Salerno. In definitiva, all’area vasta Eboli deve essere pensato come alternativa a Salerno. Le funzioni previste non devono essere minori ma alternative o integrative e di livello alto e ambientalmente sostenibili. Fra gli incontri, propone anche quello con i sindaci dei comuni del Sts in cui ricade Eboli e con quelli dei comuni vicini, una conferenza intercomunale di pianificazione urbanistica (Cipu), proprio per ipotizzare uno sviluppo alternativo a quello di Salerno. Due temi importanti, inoltre, sono: - l’ipotesi di delocalizzazione del porto commerciale di Salerno; - l’accesso reale al bene casa. Il porto commerciale è previsto dal Ptcp a Pontecagnano, ma a Eboli starebbe meglio. Il porto è di difficile gestione, ma comporterebbe una serie di attenzioni e vantaggi a livello regionale. Esso comporta la necessità di una attenta progettazione delle infrastrutture a terra, creando le condizioni per uno sviluppo futuro. Occorre coniugare turismo produttivo e logistica integrata. Il turismo di massa è a grande consumo di risorse e a contenute ricadute economiche. Per quanto concerne l’edilizia, essa non deve essere assoggettata alla rendita di attesa e all’autoconsumo, ma dare una risposta alla domanda reale di abitazioni. E’ necessario individuare aree per immettere rapidamente edilizia residenziale sul mercato, anche attraverso forme di perequazione e compensazione urbanistica. L’edilizia residenziale deve essere a basso costo ma, al tempo stesso, deve dispiegare attività imprenditoriale e questo si può fare evitando la frantumazione dell’edilizia residenziale e individuando aree di espansione compatte e ben organizzate. Lo sviluppo residenziale va orientato al mercato e non alla rendita di attesa speculativa da parte della proprietà privata. Bisogna, pertanto, spostare il discorso sull’impresa, che può raggiungere quelle economie in grado di immettere sul mercato abitazioni a basso costo. Per quanto concerne le attività produttive, occorre prendere in considerazione aree produttive consortili, in modo da avere una gestione della fiscalità urbana di carattere intercomunale. E’ necessario arginare ipotesi di troppo pieno provenienti dall’area salernitana attraverso la scelta di funzioni di pregio, evitando che Eboli diventi area di servizio povero di Salerno. Tale rischio si evita immettendo sul territorio di Eboli interventi di alta qualità. Salerno parte senza dubbio avvantaggiata per quanto concerne la portualità turistica. Per quanto concerne l’area vasta, è necessario fare un ragionamento autonomo rispetto a Salerno, orientato allo sviluppo. E’ fondamentale individuare per Eboli funzioni non minori o complementari rispetto a Salerno ma di qualità e di competizione con Salerno. Bisogna delineare l’area vasta di Eboli. Eboli, cioè, deve essere autonoma nella elaborazione di ipotesi di area vasta. E’ fondamentale, per questo, mettere in piedi una Cipu permanente con i comuni limitrofi, a partire da quelli inseriti dal Ptr nello stesso Sts. 609 610 Con il Puc si deve fare una scelta per Eboli come città tutta imprenditoriale di alto livello a Sud di Napoli. Ci deve, pertanto, essere una congruenza delle funzioni da prevedere nel Puc con tale scelta. La localizzazione del porto commerciale è una contingenza che dipende da scelte sovraordinate e, quindi, può o meno verificarsi; le scelte endogene riguarderanno: la fascia costiera e il turismo di qualità; la zootecnia, cui Eboli deve la sua fama; l’agriturismo, che in un territorio quale quello ebolitano si potrebbe fare davvero e avere successo; il supporto alle attività industriali e la logistica. La zootecnia deve agganciarsi all’agriturismo. Le finte pertinenze agricole presentano una serie di negatività, tra cui, la principale, è senza dubbio l’uso distorto del territorio. Eboli si avvia a dotarsi del suo quarto piano urbanistico comunale. Questo impone una particolare attenzione al Puc in quanto non è auspicabile un arretramento culturale. E’ fondamentale un punto di emancipazione culturale e tecnica. Il Puc deve essere migliore del Prg vigente: questa è una vera e propria necessità. La perequazione urbanistica è già presente nel Prg vigente, ma è stata concepita prima della Lr 16/2004 che ha introdotto normativamente tale approccio. Il meccanismo va, quindi, rivisitato. La perequazione, nelle sue varie forma applicative, serve per conferire qualità perché consente di avere, oltre all’edificazione, anche verde e parcheggi. Il GTpu non ha ricevuto indirizzi relativamente al Puc, i quali, eventualmente, dovevano essere deliberati, in quanto così si fa nei rapporti fra istituzioni. Gli indirizzi per il Puc saranno formati proprio attraverso gli incontri partecipativi programmati. Se si tratterà di semplice revisione del Prg vigente o altro è da vedere. Sarà il Psc a dire: cosa fare, in termini qualitativi e localizzativi ma non di merito; con quali limiti e vincoli fare le cose che si decide di fare; attraverso quali procedure e modalità. La trasformazione degli indirizzi contenuti nel Psc in Puc sarà questione esclusivamente tecnica. Da la propria disponibilità a partecipare alle riunioni di partito per eventuali delucidazioni. Tutti saranno invitati agli incontri con le organizzazioni. Sarebbe utile individuare una sede istituzionale che diventi anche emblematica del processo di pianificazione. Per il Psc siamo interessati anche a eventuali documenti relativi alla precedente attività di costruzione del Prg vigente. Le aree costiere vanno pensate anche con funzioni proprie di un pezzo di città, che possa essere autonomo tutto l’anno con la normale amplificazione stiva. Occorre rassicurare chi vuole realizzare ora prospettandogli la dimensione imprenditoriale migliore e di più ampio respiro che si determinerà. Sviluppo produttivo e logistica integrata sarebbero implementate con il porto. A Eboli non c’è un valore aggiunto paesaggistico come c’è nelle due costiere. Sarebbe un turismo di massa che avrebbe poche ricadute economiche sul territorio. C’è da rendersi conto che la qualità ambientale è tale da non poter tendere al turismo proprio della costiera. Va allora pensata una soluzione che sia veramente una svolta all’economia, con la creazione di uno sviluppo di alto livello imprenditoriale, integrato e di alta qualità. In ogni caso, bisogna essere decisi nelle scelte. Vito Chiagano Si dice d’accordo nel rapportarsi alla massima trasparenza per ottenere i massimi obiettivi possibili. Si riserva di utilizzare i mesi estivi per elaborare un documento all’interno delle forze politiche. Ricorda che, in base al Prg vigente, sono stati costituiti dei consorzi di proprietari; chiede se vanno coinvolti e se si intende stabilire rapporti con essi. Occorre rivedere la linea di costa, con riferimento al piano turistico, incentivando un turismo che non sia solo stagionale, e popolare, ma diverso e di qualità. Il turismo deve diventare vera ae propria attività produttiva. Particolare cura si dovrà avere per le arterie di collegamento sul territorio. La storia di Eboli è scandita da periodi in cui la città non essendo inserita nelle grandi reti di comunicazione era fuori dai punti strategici. La presenza delle Ss rappresenta una opportunità che va colta in previsione di un rilancio economico. Eboli sta da poco progressivamente rientrando nei grandi sistemi di collegamento nazionale e, quindi, occorre individuare un’azione di rilancio che tiene conto di tale prospettiva. Dice che intendono elaborare un vero e proprio documento che sarà consegnato formalmente dopo l’estate. Paolo Polito Esprime apprezzamento per l’impostazione e il metodo di lavoro, improntato ad un processo trasparente, con un piano non gestito ed elaborato da poche menti. Il suo partito, Sdi, si ritiene ampiamente rappresentato dall’Assessore Consalvo che segue da vicino tale processo. Anticipa che anche il proprio gruppo politico produrrà un documento per il Psc. Mario Trevisant Lo sviluppo di Eboli va individuato lungo l’asse Eboli – mare – mare aperto. Gaetano Cuomo Condividendo l’impostazione, chiede quali siano le modalità più efficaci con cui può contribuire, col suo partito, alla redazione del Psc. Chiede, inoltre, di conoscere quali sono le principali criticità sul territorio secondo il GTpu; perché, ad esempio, non vengono rilasciati permessi di costruire. Chiede, infine, in che modo è possibile formalizzare le istanze. Lucia Rossi Smentisce quanto affermato da Cuomo, in quanto molti permessi di costruire, anche se per modesti interventi, vengono rilasciati per le zone agricole. Giuseppe Bisogno Riporta alcune idee emerse da un incontro recentemente avuto con Sales, il quale diceva di scordarsi dell’aera vasta e di occuparsi, in particolare, per la necessaria attenzione al Por Campania, del centro storico e della fascia costiera. Propone una riunione dei partiti di maggioranza per elaborare un documento unitario, che sintetizzi le posizioni di tutti, al fine di agevolare e snellire il lavoro del GTpu. Remo Mastrolia Riportando un concetto dell’incontro con Sales, ritiene necessaria una concertazione con i comuni vicini per poter presentare un progetto di peso. Roberto De Cesare Chiede di conoscere qual è l’impostazione del Puc. (Gerundo risponde che l’impostazione deve scaturire proprio dalla serie di incontri programmati). 611 Le opportunità vanno valutate bene per non incorrere in vicende spiacevoli, quali quella relativa al Cdr: questo impianto è in territorio di Battipaglia, che ne riceve le ricadute economiche, ma le conseguenze di tale localizzazione si risentono più a Eboli che a Battipaglia. Ricorda, infine, che, in passato, vi è già stata l’ipotesi localizzativa di un parco tematico. Nicola La Rocca Si chiede se il porto commerciale si coniuga con lo sviluppo turistico e con il porto commerciale. (Gerundo risponde che bisogna fare in modo che si coniughino). Inoltre, come si concilia un porto commerciale con un porto turistico (Consalvo risponde che un porto commerciale presenta sempre una sua porzione come porto turistico). Ritiene, infine, che l’edilizia debba essere mista. E’ necessario stabilire una priorità fra: turismo, agricoltura, commercio, industria, ecc. 612 Gerardo Lamanna Chiede come si intende portare la città verso la zona costiera, con quali modalità. (Gerundo risponde che lo si può fare attraverso la ridefinizione delle funzioni che vanno dal centro urbano di Eboli alla costa). Sul territorio comunale non si vedono gru, segno di crisi dell’edilizia. Non si rilasciano da anni permessi di costruire per interventi residenziali. Si dichiara favorevole alla individuazione di aree di edilizia che abbassino i prezzi delle case. Il dinamismo del nuovo Prg deve superare le criticità del vigente Prg. Dichiara di essere per lo sviluppo, ma ritiene vada data giusta importanza alla salvaguardia ambientale, anche con la possibilità di istallazione di impianti di energia alternativa. Ritiene che nel Puc occorre individuare azioni per il risparmio energetico e per la produzione di energie alternative, quali il fotovoltaico, eolico, ecc. Roberto Gerundo Ritiene che gli impianti di energia alternativa, quali i campi fotovoltaici o eolici, sono di impatto ambientale dirompente. Si tratta di impianti caratterizzati da alto impatto visivo, inquinanti dal punto di vista elettromagnetico, ecc. Tali impianti sono adatti per quei territori che non hanno alternative di produzione e sviluppo: insomma, le pale eoliche si impiantano in quei territori che non hanno altre risorse, in cui non si può fare nient’altro. Si dovrà sicuramente prevedere nella normativa del Puc il risparmio energetico nell’edilizia residenziale, sviluppando l’architettura sostenibile e integrata. Sottolinea che va affrontato il grande investimento costituito dalla zootecnia, che va implementata con le attività agrituristiche. In zona agricola va esclusa la possibilità di costruire nuove abitazioni, che attualmente rispondono allo scopo di realizzare case in campagna. Questa esigenza va assecondata ma disgiunta dalle attività agricole. Francesco Bello Chiede quale incidenza avrebbe un porto commerciale, dal punto di vista: ambientale, con particolare riguardo all’incidenza sul mare; del retroterra, per quanto concerne la presenza della pineta; dell’impatto sulla viabilità esistente e delle infrastrutture che si rendono necessarie. Chiede, inoltre, se è possibile l'eventuale previsione di un parco tematico meccanico, del tipo Disneyworld. Luca Sgroia Esprime apprezzamento per il metodo partecipativo messo in campo dal GTpu. Il Prg vigente è espressione di una nicchia, cioè di una minoranza politica e culturale. Ben venga, quindi, un percorso condiviso e aperto a tutte le componenti culturali, produttive, ecc. presenti sul territorio di Eboli. Esprime dispiacere per le defezioni di alcuni gruppi politici e si augura una partecipazione delle opposizioni al processo di pianificazione. Ritiene indispensabile partire dai limiti evidenziati dal Prg vigente, e principalmente dai Pua, i piani particolareggiati che si sono rivelati di difficile attuazione. Sono troppi e troppo ampi Si augura che si pervenga ad un piano le cui modalità attuative consentano l’edificazione. Ritiene ci si debba chiedere verso quale comune limitrofo si deve sviluppare Eboli, e cioè non solo verso Campagna ma anche verso Battipaglia. Un importante aspetto da considerare è quello relativo a come riammagliare il centro con le periferie di Eboli, facendole sentire abolitane e non battipagliesi, riportandole all’interno della città. E’ necessario riavvicinare questo grande territorio per non far sentire come ebolitano solo chi abita nel perimetro del capoluogo, come in una sorta di riserva indiana, ma tutti i cittadini del comune. Tutto deve essere fatto evitando un consumo edilizio del suolo, in modo da utilizzare il suolo agricolo per l’agricoltura; ad Eboli, peraltro, l’attività agricola è di tipo intensivo, in quanto ci sono estese zone coperte da serre, e va accompagnata nello sviluppo. Altro aspetto è quello della gestione del piano urbanistico delle aree demaniali (Puad) che ha creato non poche difficoltà per lo sviluppo turistico. Bisogna provvedere ad una revisione delle norme anche dando una risposta alle difficoltà insite nel Puad e nelle oggettive limitazioni imposte alla edificazione delle attività turistiche. Il centro storico, anche se è stato in buona parte recuperato con i finanziamenti della ricostruzione post-sisma, presenta delle difficoltà; è necessario riflettere per evitare che esso non diventi un dormitorio riempiendolo di funzioni atte anche legate alla sola vivibilità. Per il centro storico occorre immaginare una rinascita, eliminando qualche vincolo di destinazione d’uso. Per esso va immaginata una rinascita rispetto alla sua naturale vocazione. Ritiene che la filosofia complessiva del Prg vigente vada salvaguardata, tenendo conto del fatto che il suo partito lo ha approvato. I limiti del Prg vigente, oggetto delle presenti valutazioni, furono già individuati nella fase stessa di formazione dello strumento e si tentò di risolverli con le osservazioni. Si registrò, in quella esperienza, un eccesso di dirigismo; oggi ci vuole uno strumento più libero, cioè più flessibile. Carmine Magliano Sottolinea come vi sia una difficoltà, a sud di Roma, a comprendere il concetto, piuttosto sofisticato, di perequazione urbanistica; si tratta di un passaggio culturale molto difficile da fare. Fa una panoramica sul piano Fuccella e osserva come alcune scelte del Prg vigente sono state poco valutate. L’asse costituito dalla Ss 91, ad esempio, divide in due una zona, come accade a S.Andrea o a Casarsa, e tale divisione da luogo ad un trattamento urbanistico diverso. Richiama la necessità di evitare l’edificabilità nelle aree in cui vi erano sorgenti. E’ necessario trovare un equilibrio fra quanto è successo in passato, in termini di edificazione, e quanto sarà previsto per il futuro; non ci deve essere, cioè, una discontinuità forte con il passato. Auspica un piano più comprensibile a tutti e in cui sia evitato il consumo indiscriminato del territorio. Vi è l’esigenza di potenziare le arterie esistenti a sostegno delle attività economiche sul territorio. In particolare, occorre potenziare la Sp 30 S.Cecilia, la Sp 175 Corno d’Oro e la Sp 185 Campolongo, connettendole alla viabilità esistente, senza peraltro immaginare stradone che collegano due poli che sconvolgano il territorio. 613 Rileva la difficoltà nell’assecondare le potenzialità che hanno le attività economiche ad Eboli. Il Puc deve dare possibilità anche ai piccoli imprenditori. Conclude affermando che il centro storico non può essere periferia e che la fascia costiera è il faro del territorio ebolitano. Roberto Gerundo Si deve fare in modo che la perequazione funzioni in maniera più snella e semplificata, visto che rappresenta un vantaggio per la generalità della proprietà fondiaria. E’ necessario un rilancio dell’edilizia residenziale intesa come possibilità di accesso a residenze concretamente presenti sul mercato e non come prodotto di autoconsumo. Questo è un punto essenziale su cui prendere posizione. Per quanto riguarda il porto commerciale e quello turistico, se si perseguisse tale ipotesi andrebbe rivisto tutto l’impianto del Prg. 614 Roberto Palladino Sottolinea l’importanza delle scelte che ci si accinge a fare. Ritiene necessario correggere il Prg vigente per dare risposte e soddisfare esigenze sul territorio. Auspica che il nuovo strumento possa essere più agevole e dare risposte concrete alle realtà che vogliono insediarsi sul territorio ebolitano. Si associa a quanto già affermato rimarcando le problematiche delle periferie: è vero che a S.Cecilia, a Cioffi e a Corno d’Oro i cittadini non si sentono ebolitani, per cui, per qualsiasi servizio, si rivolgono principalmente a Battipaglia. Occorre valutare gli elementi per migliorare la vivibilità del centro storico, della città e del territorio. Auspica scelte e interventi, quali ville comunali e parchi urbani, che migliorino la qualità della vita in ogni parte del territorio comunale. Bisogna perseguire non solo lo sviluppo economico ma anche la qualità della vita e la qualità ambientale. Per quanto concerne lo sviluppo economico, il territorio ebolitano si presta a molteplici funzioni: Eboli ha varie vocazioni che trovano riscontro in diverse iniziative in atto. Il Pip, pur essendo appetito, stenta a decollare per una serie di motivi da affrontare e risolvere, tra cui la difficile attuazione a causa della farraginosità del Consorzio Pip. Il Puc deve avere una attenzione ad integrare la logistica, dando la possibilità di investimento con riferimento al polo agroalimentare di S.Nicola Varco e all’interporto mediante la necessaria integrazione; Le aree industriali di Eboli e Battipaglia devono essere integrate, anche perché sono in continuità tra di loro, potendo, in tal modo, realizzare economie di scala. Un loro consolidamento è indispensabile per dare respiro alle attività economiche locali. Isabella Lemmo Sottolinea il fatto che il Prg vigente ha difficoltà che vanno superate. Condivide una generale filosofia di perseguimento della tutela ambientale e ritiene che il territorio agricolo deve essere utilizzato come tale. Giuseppe La Brocca Apprezza la convocazione per un ascolto ad ampio raggio. Afferma che le esigenze della città vanno oltre le singole ideologie politiche. Ricorda che una serie di piani, quali Puad, Pip e Pua, non sono decollati. Ritiene che occorre, pertanto, mettere da parte le ideologie politiche per risolvere i problemi del paese. Ad Eboli la zootecnia è conosciuta da pochi e non è stata considerata la floricoltura; bisogna tener presente che non è possibile prevedere un campeggio vicino a pecore e bufale. Le serre sono state demonizzate: si è detto che sono impattanti e rendono il terreno sterile. Per quanto riguarda la produzione, il Consorzio industriale del Pip non funziona bene, per cui bisogna fare qualcosa. A Eboli non si edifica ormai da anni e i costi delle abitazioni per l’acquisto e per i fitti sono elevatissimi. Alcune aziende hanno preferito delocalizzarsi in quanto il Prg vigente non ha concesso ampliamenti delle attività Nella Foce Sele l’uomo non può cogliere neppure un fiore, ma gli imprenditori zootecnici scaricano liquami. Ritiene che tutte queste contraddizioni vanno sanate nel redigendo Puc. Cosimo Pio Di Benedetto Contesta la modalità di organizzazione dell’incontro. Ritiene che sul Puc ci sia stata una falsa partenza, in quanto una condivisione totale sulle scelte è utopistica. Chiede che ci sia un chiaro riconoscimento delle problematiche e delle responsabilità da parte del centro sinistra. Rileva che nella delibera di incarico non c’è un indirizzo per il Puc, ritenendo che non si possa delegare ad altro soggetto quella che è una prerogativa dell’Ac di indicare le linee strategiche per la città. Si chiede, pertanto, in che modo si vanno a disegnare le linee di sviluppo di Eboli. Offre la massima disponibilità a collaborare al fine della formazione del Puc. Si riserva, a nome del suo partito, di esprimersi nel merito delle questioni che saranno affrontate. Rileva come il Consiglio comunale non abbia deliberato indirizzi per il Puc. Si chiede, inoltre, fino a che punto si tratterà di modificare il Prg vigente per migliorarlo o, invece, di disegnare un Puc completamente nuovo, stravolgendo quello precedente. Precisa che nel Prg vigente c’è comunque una filosofia che non potrà in ogni caso essere fatta propria dal centrodestra. Non sono ideologicamente accettabili limitazioni alla edificabilità. Dice che Alleanza nazionale (AN) non condivide le limitazioni all’edificabilità previste nelle zone agricole, nelle aree costiere e nelle foreste, individuate come parchi urbani. Afferma che AN è per una edificabilità libera. Chiede di sapere quale relazione ci sarà tra Prg vigente e Puc e come ci si regolerà con le limitazioni di edificabilità nelle zone agricole, turistiche, costiere e forestali. Sottolinea la situazione sociale della realtà ebolitana ad auspica una semplificazione delle procedure perché, altrimenti, non si realizzeranno interventi utili alla città. Ritiene importante, nel redigere il Puc, rivolgere particolare attenzione alla realtà sociale, in quanto c’è in atto una sorta di agonia del mondo imprenditoriale. Qualsiasi limitazione nel Puc renderà non realizzabili le relative previsioni in quanto la classe imprenditoriale non sarebbe in grado di superare tali limitazioni. Chiede che la nuova versione del Prg sia tale da essere coerente con la realtà, capace di dare un ritorno economico adeguato, tenendo conto delle vocazioni del territorio. Dice che AN vuole per il Puc una filosofia marcata, un disegno che determina aspettative economiche che con il Prg vigente non ci sono state. Una impostazione orientata a facilitare solo alcune cose per attuare il Prg vigente non sarebbe condivisibile. Solo nel caso di un disegno di sviluppo nuovo AN sarà d’accordo. Ritiene che piccoli aggiustamenti non servono. Si dichiara soddisfatto dell’occasione che viene offerta, anche in previsione della eventuale opposizione che dovrà essere motivata. 615 Vincenzo Consalvo Ricorda che l’incontro odierno è stato programmato proprio per conoscere gli orientamenti delle forze politiche al fine di definire le linee strategiche del Puc. Lo spirito della maggioranza è di piena apertura e richiesta di collaborazione all’opposizione. La condivisione va intesa rispetto alla presa di coscienza di una rigidità ed oggettiva difficoltà attuativa del Prg nonché al percorso di costruzione delle scelte e non tanto rispetto alle scelte politiche finali. Quello di oggi è solo l’inizio di un percorso. 616 Roberto Gerundo Precisa che non ci sono posizioni precostituite perché la discussione vuole far emergere tutte le indicazioni e i suggerimenti positivi da tenere presenti nel Puc. Tutte le posizioni, acne quelle ideologiche, vanno normativamente verificate. Il motivo dell’incontro è individuare le carenza e le novità su cui esprimersi in termini di scelta e conseguenti previsioni. Il Prg ha determinato aspettative che è difficile rinnovare, anche amministrativamente; pertanto da esso bisogna partire, modificandolo. Il Puc conterrà quello che sarà necessario. Prima del Puc il Psc conterrà, in maniera chiara, cosa si intende fare, i vincoli e le potenzialità, i criteri per localizzare gli interventi. E’ sul Psc che preventivamente ci si dovrà esprimere. A valle del Psc, ci sarà la trasposizione tecnica delle scelte nelle tavole del Puc. Sottolinea come le problematiche evidenziate sono centrali nella elaborazione del Psc. Ricorda che lo studio del Puc rappresenta l’unico caso di quarta generazione di piano urbanistico; un piano urbanistico che va opportunamente pensato giacché rappresenta una emancipazione culturale importantissima. La proposta dovrà essere, pertanto, forte politicamente e tecnicamente. 3) Eboli, 27.6.2007 Incontro con L’Ufficio tecnico e i tecnici e professionisti locali Hotel Koenig SentaCruz Vincenzo Consalvo Spiega che la redazione del Puc rappresenta un obbligo normativo che deriva dalla Lr 16/2004. L’Ac ha recepito perplessità e malumori relativi al Prg vigente, anche da parte dei mestieri e delle professioni. Si è così deciso di percorrere la strada della rivisitazione del Prg vigente. Ritiene opportuno introdurre le questioni di merito facendo qualche considerazione sugli aspetti geomorfologici del territorio di Eboli. In una sezione virtuale del territorio apparirebbe, progressivamente, prima il sistema collinare, poi in centro storico, poi il centro urbano, poi la Sp 30, poi la Ss 18 e, infine, si arriva alla fascia costiera. Del centro storico, o centro antico, si sta richiedendo l’alto pregio, in quanto è tra i più belli della provincia. Il centro urbano appare statico, di esso non si intravedono segnali di dinamismo. E’ solo oltre il centro urbano che si comincia a vedere qualche elemento di interesse. La zona che ospita l’interporto, e il relativo ampliamento, è candidata ad ospitare anche il polo agroalimentare. Per quanto concerne la costa, non sono certo 7 o 8 stabilimenti balneari che possono costituire lo sviluppo turistico per Eboli. La fascia costiera dovrebbe ospitare un insediamento avente caratteri urbani diventando un vero e proprio quartiere di Eboli; sulla costa è previsto anche un porticciolo turistico. Gli otto km di costa del litorale di Eboli sembrano non avere una identità, come invece si avviano ad avere i 10 km di litorale di Salerno, fortemente connotati dalla presenza di quattro porti turistici. Potrebbe essere una risorsa l’ipotesi di rendere navigabile una parte del fiume Sele, lungo il quale esiste già un approdo abusivo. Roberto Gerundo Precisa, innanzitutto, che quello fra il Comune di Eboli e l’Università di Salerno è un rapporto interistituzionale, con competenze tutte interne al DiCiv. Le difficoltà tecniche del Prg vigente hanno costituito già l’occasione di incontri con l’Ufficio Tecnico presso l’UniSa per la individuazione di punti di criticità dello strumento urbanistico e l’avvio di un percorso per il loro superamento. Eboli è un comune che si avvia al suo quarto piano urbanistico; è, quindi, un comune che è abituato a discutere di tali argomenti: per competenze politiche, tecniche, culturali, ecc. L’attività normativa attraverso la Lr 16/2004 ha rilanciato la pianificazione urbanistica nella nostra regione. La perequazione urbanistica era stata anticipata nel Prg vigente; ora, alla luce della Lr 16/2004, potrà essere opportunamente assestata. Anche l’attività di pianificazione è in corso a vari livelli. Nel Ptcp di Salerno, in corso di formazione, Eboli costituisce, per dimensione e importanza, costituisce una centralità. Anche il Ptr, che pure ha raggiunto una certa fase di definizione, è tuttavia ancora in discussione. E’ in corso di elaborazione anche la programmazione nazionale e regionale 2007-2013 ai fini dell’assegnazione dei prossimi fondi strutturali. Di qui la necessità di elaborare una proposta di Puc ben strutturata, in modo da presentare agli enti, Regione e Provincia, che hanno in corso di redazione i rispettivi strumenti, delle proposte 617 forti che possano essere positivamente recepite. Si tratta di fare delle proposte per le quali non si debba chiedere un accoglimento, ma che possano essere recepite per lo spessore che esprimono. Il piano strategico di area vasta (Psav) di Salerno lancia ipotesi di delocalizzazione di funzioni importanti da Salerno ai comuni di prima e seconda cintura della città. Quindi, il momento è particolarmente positivo per definire nel Puc le scelte di assetto del territorio di Eboli. Attendendo, si sarebbe dovuto sottostare a quanto i vari strumenti sovraordinati avrebbero definito in termini di decisioni. L’ipotesi di porto commerciale a Eboli, pur se legato a numerose decisioni sovraordinate, richiede la necessità di interrogarsi sugli effetti di una tale localizzazione. All’Ac il GTpu ha consigliato la redazione di un Psc che contenga gli indirizzi per la redazione del Puc. Il Psc deve costituire una piattaforma di verifica delle scelte e lo strumento per costruire, per Eboli, di un ruolo adeguato in ambito provinciale e regionale. Di qui la necessità di mettere in campo anche politiche intercomunali integrate. E’ stata programmata l’attività di un capillare ascolto che porterà alla redazione del Psc attraverso una serie di incontri che comprenderanno anche una conferenza intercomunale di pianificazione urbanistica. Si provvederà ad allestire sul sito del comune una sorta di forum permanente sul Puc con la possibilità di inviare note ed osservazioni mediante un indirizzo di posta elettronico dedicato. L’Auspicio è che ci sia continuità amministrativa tra Prg e Puc e che quest’ultimo sia quanto più condiviso possibile. L’incontro di oggi è con i tecnici, cioè con la conoscenza esperta. 618 Nicola Danza (ingegnere) Si viene da un’esperienza di circa tre anni di vigenza del Prg in cui sono emerse notevoli difficoltà attuative. Nella redazione del Puc si dovrà necessariamente dialogare con i comuni circostanti e con l’area vasta. La Lr 16/2004 obbliga alla costituzione di comparti per applicare la perequazione. Condivide l’importanza di tale principio ma auspica che si possa maggiormente intervenire attraverso l’intervento diretto avendo, in tal modo, un piano di più facile attuazione. Occorre dare un ruolo all’Ufficio di piano per l’accompagnamento della fase attuativa, con riferimento, ad esempio, alla gestione delle quote edificatorie. Il Prg vigente ha anticipato la Lr 16/2004, ma gli ambiti di perequazione previsti dal Prg vigente sono troppo ampi per la sua applicazione. Occorrono strumenti di facile applicazione, tenendo conto della realtà ebolitana. Il tessuto socioeconomico di riferimento è importante per poter operare. I tecnici auspicano aree immediatamente edificabili, anche se, volendo applicare la perequazione la cosa non è semplice. E’ importante la fase di ascolto delle esigenze, ma poi anche le scelte, una volta ipotizzate, vanno verificate con gli operatori del settore. Giuliano Cicalese (ingegnere) Riferisce di aver avuto esperienza con il Prg vigente; anche per esso furono fatti incontri, riunioni, ecc. Nella fase di applicazione del Prg si sono avute grosse difficoltà in quanto gli ambiti, e relativi consorzi, assoggettati a piani particolareggiati comprendono edifici già esistenti. Si assiste, così, al paradosso che le quote edificatorie, basandosi sulle rendite, ai fini della loro ripartizione, sono sbilanciate a favore di chi possiede già edifici. Si pone la necessità di effettuare una simulazione dell’applicazione dei meccanismi attuativi dei Pua prima della loro approvazione definitiva. Chiede di poter costruire una villetta sul proprio fondo in quanto non vuole più abitare in un appartamento. Eduardo Rocco (avvocato) Contesta il principio politico alla base del Prg vigente e annuncia una opposizione drastica per i prossimi mesi, una opposizione dettata dalla passione politica. Non riesce a capire cosa significa perequazione. Per esempio, a Pezza delle Monache, è stato presentato un piano che non valorizza le preesistenze; quindi la perequazione è favore di alcuni e a discapito di altri. La perequazione prevista dalla Lr 16/2004 va abrogata. Ricorda di essere il fautore della provincia di Eboli-Battipaglia, che deve costituirsi come area metropolitana. I politici del passato hanno una grave responsabilità in quanto hanno espropriato i cittadini della proprietà privata, provocando un forte deprezzamento della proprietà a causa del Prg vigente. Condivide l’affermazione in cui si dice che il benessere di una comunità si misura dalle gru presenti sul territorio. Chiede se il progetto di porto canale sul fiume Sele è ipotesi abbandonata. Vincenzo Lemmo (ingegnere) Ricorda che anche per il Prg furono fatte decine di riunioni, assemblee, ecc. Era in Consiglio comunale quando fu approvato il Prg vigente e ricorda che, nella discussione che ne accompagnarono la formazione, non vennero suggerimenti per migliorare il Prg. Tornato a fare l’ingegnere, si è accorto che molte cose nel Prg non funzionavano. Ritiene che, almeno per la fase di indirizzi, basterebbero 3 mesi, piuttosto che 6, in quanto ci si può basare, in gran parte, sulla discussione già avuta per il Prg vigente. E’ necessaria la tutela del territorio agricolo e collinare: le regioni che hanno scelto questa strada sono le più ricche. D’altro canto, anche la Lr 26/2004 lo afferma, ponendo grande attenzione a questo aspetto. Il Puc non può che recepire tale indirizzo. Il bisogno di case ha prodotto l’incremento dei prezzi, per cui siamo a costi delle abitazioni intorno ai 2.000 – 2.500 €/mq. Alle limitazioni imposte nelle zone rurali doveva corrispondere la realizzazione dei Pua, non attuati non per colpa del Prg ma per l’eccessiva estensione degli ambiti. I Pua non hanno funzionato. I comparti hanno una estensione eccessiva: ad esempio, quello di S.Andrea è grande 51 ettari. IL Prg vigente ha comunque risolto alcuni nodi strategici e fornito alcune soluzioni ai problemi del territorio ebolitano. Per due Pua, in particolare, quelli di Fontanelle e di Cupe, sarebbero bastati piccoli aggiustamenti in quanto si tratta di località ampiamente già edificate e, per quelle zone, non si può fare alcun disegno diverso dallo stato dei luoghi; per essi, quindi, sarebbe stato meglio l’intervento diretto. Riferisce che a Rieti, ad esempio, l’intervento diretto viene consentito per superfici territoriali inferiori a 5.000 mq. Per quanto concerne la perequazione, la Lr 16/2004 avrebbe dovuto riferire la quota edificatoria non all’imponibile Ici, ma alle superfici dei lotti, altrimenti si ha una sperequazione. La finanziaria ha modificato il riferimento all’imponibile Ici. Anche il 51% per la formazione della maggioranza dovrebbe essere riferito alla semplice estensione delle superfici dei lotti e non al valore degli immobili. A volte è difficile anche semplicemente individuare tutti i proprietari in un comparto. Passando a questioni più generali, è necessario che lo sviluppo del territorio sia ecocompatibile. 619 A chi afferma che lo stato dell’economia di un territorio si misura dal numero delle gru presenti su di esso, ribatte che le gru devono però stare nel posto giusto, cioè dove ha deciso l’urbanista. Costruire dappertutto, in maniera indiscriminata, porta alla scarnificazione del territorio, cioè al degrado e al depauperamento. 620 Carmine Magliano Il Puc rappresenta una partita importante per Eboli. Per questo bisogna guardare al futuro e non fare processi al passato. Bisogna essere coscienti delle difficoltà operative del Prg vigente. Oggi è necessario dare un contributo per l’assetto edilizio, urbanistico, viario, ecc. La perequazione è stata ben attuata in altre realtà, si pensi a Pisa, a Prato, a Recanati, ecc. Si deve passare dalla zonizzazione alla perequazione. La perequazione sulle aree libere è la cosa migliore per fare in modo che non ci sia un diverso trattamento fra le diverse zone omogenee A, B, ecc. Nel prossimo piano si devono individuare solo alcune zone ove applicare la perequazione, da scegliere con particolare attenzione e tenendo in conto il territorio. L’estensione degli ambiti soggetti a Pua è eccessiva: vogliono mettere insieme, cioè nello stesso consorzio, proprietari che stanno a due km di distanza fra loro. Per le zone con un tessuto edilizio già definito auspica solo interventi di riqualificazione, indipendenti da meccanismi edificatori che rimandano ad altro, cioè a piani attuativi. E’ necessario evitare situazioni che portano a procedure farraginose e perseguire snellezza attuativa. Non vogliamo essere definiti devastatori, ma nella zona pedecollinare bisogna individuare una certa edificabilità. Il territorio costiero va ripensato. Per un territorio vasto come quello di Eboli è, inoltre, necessario prevedere una adeguata viabilità. E’ necessario il potenziamento del centro edella zona litoranea per consentire agli ebolitani di vivere a pieno il loro territorio. Il Puc dovrà consentire lo sviluppo fisiologico delle attività agricole. Nella zona agricola bisogna consentire attività di trasformazione dei prodotti agricoli e impianti zootecnici, quali caseifici, ecc.. Non vogliamo diventare come l’Agro Nocerino ma è importante stabilire una certa compatibilità con le attività economiche. Martino Melchionda Ricorda che l’incontro è stato preceduto da incontri preliminari in sede politica. Per quanto concerne la decisione di avviare la redazione del Puc non si tratta solo di rispettare un obbligo di legge. Afferma che con il Puc non si vuole solo risolvere i problemi del passato ma anche andare avanti, avendo anche una visione diversa della città e un’idea diversa da chi ha prodotto il Prg vigente, frutto di una parte politica minoritaria della città. L’auspicio è che ciò non si ripeta con il Puc. Si vuole, innanzitutto, evitare che si abbiano con il Puc gli stessi o altri problemi. Dichiara di avere comunque rispetto per chi, in base a proprie convinzioni, ha fronteggiato, come meglio ha ritenuto, la devastazione del territorio e il consumo di suolo. Ritiene che oggi dobbiamo guardare ai temi del territorio con altri occhi e andare avanti. Il centro commerciale di Serracapilli è uno dei tre piani attuativi approvati, tra loro collegati; gli altri due sono: - il Pua Pezzullo, che è stato realizzato, ma si è trattato di scalare le montagne; è un project financing ed è stato cambiato più volte dal promotore. - il Pua Città di Eboli, che riguarda un centro sportivo nel centro urbano di Eboli. Bisogna contenere il consumo di suolo senza deprimere le attività produttive. Occorre rivedere il ruolo delle grandi vie di comunicazione sul territorio. Non bisogna avere paura della crescita dei centri periferici. Con il Prg vigente è stata letteralmente soppressa l’edilizia, la quale incide anche sulle casse comunali in termini di oneri di concessione, per cui mancano le risorse per fare manutenzione urbana. Il ruolo dell’urbanistica non è tutto: non ci deve essere la dittatura dell’urbanistica. Anche questo è accaduto in passato. L’urbanistica non deve essere un dettato costituzionale ma uno strumento di attuazione delle scelte strategiche della città. Una parte di città deve essere trasferita sulla fascia costiera. Nell’area protetta di Foce Sele e Tanagro non si può fare alcuna attività antropica, nemmeno parcheggi, cestini per i rifiuti, ecc., e ciò non è possibile. Attilio Polito (ingegnere) Fa un excursus della evoluzione della normativa urbanistica comunale e richiama alla necessità di un’attenta analisi dello stato del territorio. Dice che non bisogna mettere sul banco degli imputati i vecchi amministratori; infatti, anche nel 1952, tutti i partiti votarono contro imprenditori tedeschi che volevano investire sulla fascia costiera. Nel 1972, invece, era la zonizzazione illeggibile, alle scale 1/10.000 e 1/5.000, a creare difficoltà attuative oltre al fatto che non seguirono i piani particolareggiati. Si scontano 30 anni di abbandono e di scempio dovuto a abusivismo edilizio, peraltro non ancora definito, con il suo carico di 1.500 pratiche. Inoltre, con gli oneri si sarebbe dovuto recuperare proprio gli insediamenti abusivi. Si chiede cosa bisogna fare oggi: non basta trovare solo le manchevolezze del Prg vigente. Il centro storico, ad esempio, deve diventare un centro di grande attrazione per il rilancio dell’intera città. Maria Rosaria Belmonte (architetto) Ricorda che a Eboli negli interventi di una volta c’era passione, cosa venuta meno in questi anni, come pure è venuta meno l’architettura. A Eboli si dovrebbe ricominciare a parlare di architettura come progettazione di spazi, di qualità della vita e del territorio. Cosimo Pienotti (architetto) Sembra che il dramma del Prg vigente sia dato dai Pua: ed infatti, è proprio così. Bisognava capire il contesto in cui i Pua andavano a prevedere i comparti e le conseguenze della loro eccessiva estensione. In altre parti d’Italia probabilmente avrebbero potuto funzionare. Bisogna porre la giusta attenzione alla riqualificazione urbana in quanto a Eboli non ci sono parcheggi, mancano assi di penetrazione urbana, ecc. La vocazione di Eboli è verso il mare. Va pensato un grande progetto che riammagli il territorio con la litoranea: un asse verso il mare, anche allargando la viabilità esistente. Sulla costa è poi necessario un grande progetto di dimensione europea. Il centro antico va ripensato: non è bello, ma può diventare un grande albergo diffuso, riutilizzando una serie di case. Certo, non si può fare qualcosa del tipo Bergamo, con scale mobili ecc. Vanno ripensati gli assi di collegamento che per vocazione sono deputati a creare sviluppo. L’economia è in difficoltà, per cui per Eboli è necessario un grande progetto di qualità. 621 Nicola Vitolo (architetto) Non sono i lotti minimi che possono impedire l’abusivismo. L’abusivo è tale perché non rispetta le regole: bisogna rispettare le norme agricole. Nelle zone agricole si deve avere un rapporto diretto con l’agricoltura. I tecnici avrebbero dovuto parlare della sola vera novità della Lr 16/2004, cioè della valutazione ambientale strategica (Vas). E’ la Vas, infatti, che qualifica le attività di trasformazione più propriamente attinenti allo strumento di gestione del territorio. L’interporto è troppo piccolo, non potrà espandersi e avrà solo sottratto area all’Asi. Vincenzo Consalvo Rileva, con soddisfazione, una passione negli interventi dei vari partecipanti agli incontri. Il confronto andrebbe sempre sollecitato quando ci si appresta ad effettuare delle scelte. Dagli interventi è emerso un indirizzo, e cioè che il vero sviluppo futuro di Eboli è verso il mare, che va considerato come risorsa vera. Ci sono attrattori che possono caratterizzare gli 8 km di costa del comune. Bisogna pensarci. 622 Roberto Gerundo Da parte dell’Ufficio di piano è stata avviata la procedura per dotare Eboli della nuova cartografia. Nel periodo di formazione del Psc ci deve essere una presa di coscienza forte da parte dell’Ac rispetto a vocazioni e linee di sviluppo per il territorio ebolitano. Si chiede una condivisione forte dei contenuti del Psc, quale documento strategico tecnico-politico e non semplice relazione, il Puc discenderà automaticamente dal Psc. E’ fondamentale un impianto strategico forte per il Puc. Le soluzioni alle varie problematiche deriveranno dalle scelte strategiche molto dettagliate che verranno fatte. Dall’incontro è emersa anche la necessità di dare anche una dimensione estetica alla città. L’Ufficio di piano va confermato e potenziato per seguire al meglio la redazione e l’attuazione del Puc. Un’idea da prendere in considerazione, avanzata dall’ing. Cicalese, è quella di provare ad effettuare delle simulazioni attuative del Puc. Non è utile continuare a fare processi a classi politiche ma bisogna andare avanti rispetto ad una esperienza ormai di 10 anni fa, alla luce di un nuovo quadro istituzionale, normativo e socioeconomico. Si tratta di aggiornare le previsioni dello strumento urbanistico, essendo trascorsi dieci anni, rispetto a modificazioni che avvengono fisiologicamente su qualsiasi territorio. L’eccessiva estensione dei comparti è stato un errore macroscopico. E’ da valutare il ricorso più esteso all’intervento diretto. Il territorio di Eboli presenta un’edilizia che potremmo definire non rottamabile; territori di questo tipo, stando a quanto afferma la sociologia urbana, ha una forte inerzia alla trasformabilità. Il problema è di rendere il piano più snello ricorrendo estesamente all’intervento urbanistico diretto. Anche la perequazione fallisce quando, a meno di sviluppare premialità eccessive ed insostenibili, interviene sull’esistente cioè sulle aree già trasformate ed urbanisticamente definite. La perequazione è nel ddil di riforma urbanistica nazionale. E’ stato un errore quello della Lr 16/2004 laddove ha fatto riferimento all’Ici per le quote edificatorie nei comparti; cosa che è stata successivamente modificata dalla finanziaria regionale. La riqualificazione urbana deve essere unita ad una perequazione vera. Perequazione significa che, ad ogni mq di edificazione corrisponde 1 mq di servizi. Il regolamento di attuazione della Lr 16/2004 prevede anche la predisposizione di una mappatura e di un elenco delle opere abusive con indicazione della relativa sanabilità ai fini della redazione del Puc. Tali edifici abusivi, naturalmente, non possono essere inseriti in meccanismi premiali. E’ necessario evitare l’utilizzazione distorta del territorio, spesso esito di trasformazione abusive di pertinenze agricole. E’ possibile una valorizzazione delle zone agricole a fini imprenditoriali. Le pertinenze possono essere trasformate per finalità produttive legate all’agricoltura, quali cantine, agriturismi, ecc. Il problema è l’immissione sul mercato di edilizia abitativa a prezzi più bassi. Bisogna pensare alla formazione di uno stock abitativo e non alla microedilizia, rispondendo innanzitutto alla domanda di chi non ha una casa o di chi cerca un riposizionamento abitativo. Altro obiettivo è, infatti, quello di favorire l’eliminazione della coabitazione. La perequazione, in questo, può rappresentare l’autoportanza dell’intervento edilizio rispetto agli standard. Bisogna evitare l’edificazione lungo strada, come proposta da dagli operatori lungo la Ss 18, perché questo significherebbe perdere l’identità dei luoghi. Bisogna passare ad un ripensamento della zona litoranea. Le previsioni vanno pensate oltre la stagione estiva. Il piano costiero non deve prevedere bungalow ma puntare su un turismo di qualità, in competizione con Salerno. Va elevato il livello per consentire una differenziazione dell’utenza. Si può puntare anche sulla escursione navigabile della foce del fiume Sele. Va anche deciso se orientare il Puc verso la creazione di una struttura portuale. Questo è compito dell’Ac. Il porto commerciale, insieme con l’interporto e l’agglomerato Asi può rappresentare per Eboli un passaggio epocale. Si tratta di una centralità forte capace di creare aspettative notevolissime per le energie locali. Elementi portanti del futuro Puc sembrano essere pertanto: - industria e logistica integrata; - zootecnia e agricoltura connessa; - turismo di qualità. E’ indispensabile creare delle centralità forti che generino aspettative di sviluppo. Bisogna spostare il discorso su prospettive di intervento alte, importanti. L’economia si fa con l’urbanistica; l’economia non ha funzionato laddove non è stata correttamente perseguita attraverso l’urbanistica. 623 4) Eboli, 3.7.2007 Incontro con gli Imprenditori Hotel Koenig SentaCruz Vincenzo Consalvo Due sono le motivazioni per cui si è deciso di intraprendere questo percorso per la redazione del Puc: l’obbligo derivante dalla Lr 16/2004 e il fatto che il Prg vigente non ha dato i risultati sperati. La struttura geomorfologica del comune lascia intravedere una multifunzionalità del territorio comunale: si va dalle colline al centro storico e poi al centro urbano, che presenta una struttura statica; poi c’è la Sp 30 lungo la quale in passato sono nati insediamenti spontanei; poi c’è la Sp 18, dorsale lungo la quale si dovrebbe avere uno sviluppo imprenditoriale. Non sono certo gli stabilimenti balneari che possono costituire il vero sviluppo di Eboli lungo la fascia costiera. Nella multifunzionalità, bisogna comunque individuare delle gerarchie, cioè delle priorità di vocazione da sostenere e sviluppare. E’ auspicabile la realizzazione di un porto turistico sulla costa e la navigabilità del fiume Sele. Il porto commerciale rappresenta, invece, una opzione di scala nazionale ed è quindi legata a decisioni sovraordinate. 624 Roberto Gerundo Premette che l’iniziativa nasce da un rapporto istituzionale tra Amministrazione comunale di Eboli e Università di Salerno. Precisa, inoltre, che le novità legislative regionali hanno reso obbligatorio per i comuni dotarsi di Puc. Precisa anche che la revisione non è solo terminologica ma anche sostanziale, rivolta alla concreta fattibilità degli interventi programmati. Fa una carrellata di alcuni dei problemi posti dal Prg vigente. Afferma che il momento è strategico in quanto coincide con l’avvio della programmazione dei fondi strutturali europei che sarà improntata a privilegiare scenari e programmi credibili e di area non strettamente locale. I comuni che riusciranno a prefigurare piattaforme programmatiche e forme di sviluppo dovrebbero essere privilegiati nell’assegnazione dei fondi relativi alla programmazione in ambito Por 2007-13. Il Psav prevede la delocalizzazione del porto commerciale. Il Ptcp delinea scenari per la Piana del Sele.. Si tratta di strumenti tutti in corso di redazione e in discussione. Chiarisce che l’incontro si colloca in una fase di partecipazione, articolata in una serie di incontri pubblici, finalizzata alla stesura di un piano strategico comunale (Psc). Pertanto, bisogna andare a un Psc, da formare mediante una fase di partecipazione, entro il più breve tempo possibile, in maniera tale da definire, in maniera trasparente e, per quanto possibile, condivisa le strategie per i prossimi anni. Questa è l’occasione per ascoltare le forze imprenditoriali. Cosimo Vitolo (imprenditore edile) Ringrazia per l’opportunità concessagli di esprimersi sul tema. Chiede di sapere se il Puc darà a imprese, artigiani, commercianti, agricoltori, ecc., la possibilità di operare concretamente. Critica i Pua del Prg vigente in quanto non coinvolgono le piccole realtà imprenditoriali locali. Chiede di sapere fino a che punto si interviene sul Prg vigente per consentire ai vari operatori di lavorare e fare in modo che i soldi restino ad Eboli e non vadano in altri comuni. Angelo Morrone (imprenditore) I nostri predecessori hanno fatto grandi errori. Sono state fatte scelte economiche sbagliate. Vi è stato eccessivo conservatorismo. Occorre una diversa apertura rispetto alle problematiche finalizzata all’interesse della collettività. Eboli fu scelta per ospitare i terremotati del terremoto di Messina del 1908. Recentemente Eboli ha perduto circa 1.500 posti di lavoro; hanno chiuso diverse imprese; nel territorio non ci sono gru all’opera. Auspica una ripresa del turismo per recuperare tutti i posti di lavoro persi per le scelte non corrette operate nel passato. Bisogna sfruttare la fascia costiera. Il consorzio relativo all’area Pip di Eboli non è mai decollato perché l’indice di copertura è penalizzante per le imprese che vogliono localizzarsi. Il turismo è l’anima dello sviluppo e, in prospettiva, il principale settore di occupazione per i giovani. Bisogna, pertanto, sicuramente tutelare il territorio ma, al tempo stesso, puntare sul turismo. Gli 8 km di litorale devono essere sfruttati e, perché no, prevedere un porticciolo turistico. L’interesse generale di questo paese è nel suo sviluppo economico. Non si pensi ad industrie pesanti ma alla semplice trasformazione dei prodotti agricoli. Ai tempi di Levi Eboli era una realtà contadina. Oggi non lo è più. Roberto Cappuccio (ingegnere) Chiede di sapere se il Puc prevede qualcosa per la zonizzazione e quali sono gli indici edilizi per i piani particolareggiati. Chiede di sapere se è vero che nella costruzione di depositi agricoli la superficie lorda di pavimento non può superare i 1.500 mq. Fedele Giarletta (imprenditore edile) Il Puc dovrebbe favorire gli imprenditori edili e gli artigiani, ma in maniera ordinata. Lo sviluppo residenziale connesso all’edilizia popolare è avvenuto senza una programmazione ordinata. I Peep erano localizzati male. Il Puc dovrebbe prevedere indirizzi per uno sviluppo ordinato, costruendo prospettive di lungo periodo, cioè di almeno 30-40 anni. Italo Ciccarone (Presidente del Comitato per l’istituzione della provincia autonoma di EboliBattipaglia) Ritiene che nella redazione del Puc di Eboli si debba guardare a tutta la piana del Sele. Bisogna pensare ad un territorio più vasto di quello comunale. Ritiene si debba pensare al Puc in maniera più ampia, anche con uno spirito di cooperazione di area vasta. Battipaglia ha una forza economica commerciale formidabile. Eboli, invece, è una forza dal punto di vista istituzionale. Sono due anime che, insieme, possono dare impulso alla piana del Sele. Nutre perplessità sulla localizzazione ad Eboli del porto commerciale; peraltro, c’è da chiedersi perché Salerno il porto non lo vuole più. In realtà, come porto commerciale basterebbe solo quello di Napoli. Ricorda, inoltre, che anche Battipaglia sta redigendo il Puc e che Salerno sta pensando ad un secondo palasport, che potrebbe non servire a Salerno. Giovanni Gagliardo (Presidente Consorzio Pip) Nel Pip si ha il problema dei parcheggi. Le Nta richiedono di avere parcheggi nei pressi degli opifici e questo è un problema. 625 Altro problema è l’indice di copertura, che è penalizzante perchè troppo basso. Il Pip prevede complessivamente 60 insediamenti. Ma questi, ad oggi, sono pochi. Ci si augura una maggiore attenzione a queste problematiche in quanto la loro risoluzione può dare un contributo alla ripresa economica di Eboli. Donato Sansone (titolare Koenig SentaCruz) Il Puc è una grossa occasione per discutere sulle potenzialità del territorio mettendo da parte gli egoismi. È un’occasione per iniziare un cammino nuovo in un territorio che ha grandi potenzialità, per cui si possono fare grandi cose. Bisogna evitare di frapporre ostacoli lungo questo cammino. 626 Martino Melchionda Ricorda che si è ancora in una fase di ascolto; c’è, quindi, una certa difficoltà ad entrare nel merito delle questioni. Sulla base degli incontri programmati, l’Ac formulerà delle proposte da inserire nel Puc. Il Prg è stato approvato nell’aprile 2003 e, ad oggi, sono stati rilasciati permessi di costruire solo nella zona agricola, cioè proprio in quelle aree del territorio che maggiormente dovevano essere tutelate. Alcun permesso di costruire è stato, invece, rilasciato in zona assoggettato a Pua. Il Prg vigente è il frutto di idee di una piccola parte di questa città. Il Puc non dovrà rappresentare duemila persone rispetto a quarantamila abitanti, come successo per il Prg, ma ci auguriamo di fare un piano urbanistico che sia condiviso da molte più persone, dalla maggioranza dei cittadini. Con il cammino intrapreso, non si vuole solo correggere il Prg. Si vuole andare oltre. Si deve superare il conservatorismo culturale. La rottura politica si è consumata su alcune scelte, fra cui quella relativa al fatto che vogliamo fare un porto turistico. I piani particolareggiati riguardanti aree di 30-40 ettari non consentono alle imprese di intervenire concretamente. Bisogna pensare di fare cose praticabili, cioè scelte realmente attuabili. L’Ac farà il centro commerciale a S.Nicola Varco: quella è una zona che è stata seppellita perché il Prg vigente l’ha individuata tutta come zona agricola. Bisogna collegare le periferie, cioè i centri periferici, al capoluogo. Nel Prg vigente sono stati circondati da cordoni verdi proprio per non farli crescere. Con il Prg vigente non si riuscirà a fare qualcosa di serio lungo la fascia costiera. Nel Prg vigente spesso non vi è nemmeno la sostenibilità economica per gli interventi previsti. Nell’area protetta di Foce Sele sulla carta non si può fare nulla, nei fatti, invece, si fanno anche veri e propri sconci. Eboli presenta una vita sociale e politica complessa. Bisogna fare uno sforzo di coesione. Infatti, oltre agli avversari, a volte bisogna stare attenti anche al cosiddetto fuoco amico. L’invito a tutti i cittadini è di partecipare, discutere e promuovere le proprie idee. Enrico Del Grosso (imprenditore) Chiede di sapere quali sono stati i motivi per cui il Prg vigente non ha consentito di fare nulla. Mette in guardia, poi, dal che se il Puc si dovesse agganciare al Prg vigente, allora anche col Puc non si riuscirà a fare nulla. Afferma anche che gli ebolitani sono invidiosi e conservatori. Gli ebolitani devono sostenere l’azione dell’Ac in questo percorso intrapreso. Progettisti precedenti sono stati: Capobianco, Fuccella e De Lucia. Auspica unitarietà di intenti, altrimenti non ci sarà la forza per portare avanti le scelte che si andranno a fare. Giovanni Capomorrone (imprenditore) Afferma che il Prg vigente è stato un disastro per Eboli (“ci ha affamato”). Ritiene che l’Ac debba mettere da parte il Prg e fare qualcosa di completamente nuovo. Bisogna realizzare case per attrarre potenziali utenti e fruitori, anche da Salerno e zone limitrofe, con vantaggi economici per Eboli. Fare il porto turistico oggi è molto vantaggioso perché Salerno è congestionata e, quindi, avrebbe sicuramente successo. Roberto Gerundo Chiarisce che non ci sono ipotesi precostituite o scenari già definiti su cui discutere. Si vuole ascoltare tutti per costruire strategie condivise. Se il Puc sarà un maquillage del Prg vigente o uno strumento del tutto nuovo lo deciderà la città: è proprio questa la ragione degli incontri. Del Prg sarà cambiato ciò che si riterrà necessario. Innanzitutto, è necessario arginare il fenomeno dell’attività edilizia in zona agricola, che frantuma il territorio senza attuare una crescita ordinata e funzionale. Si sta consumando un paradosso. Una situazione distorcente per cui si ha un consumo di suolo agricolo mediante l’uso improprio di comodi rurali, e questo anche per responsabilità della Regione, ma anche in attuazione delle previsioni edificatorie. Ci sono tutte le premesse per una catastrofe ambientale. Si sconta una difficoltà realizzativa, per cui il Prg è ricco di previsioni ma sono tutte poco o per nulla attuabili. E’ prioritario, quindi, rendere attuabile il Puc. Per quanto concerne il problema casa, bisogna scollegare la proprietà fondiaria dalle possibilità edificatorie dando responsabilità alle imprese nella organizzazione delle proprietà e nella possibilità di realizzare edilizia abitativa da porre sul mercato per chi ancora non vi ha acceduto. Se in passato alcuni hanno avuto la possibilità di realizzare, ora bisogna dare spazio a chi non ha finora avuto opportunità realizzative. In particolare, bisogna favorire chi non è ancora riuscito ad accedere al bene casa. Le aree di sviluppo edilizio devono essere individuate in maniera chiara, semplice e di dimensioni ridotte e senza commistioni fra costruito e suolo libero. Il turismo non deve essere legato alla balneazione stagionale, ma deve essere alternativo e di qualità, prevedendo centri commerciali, centri congressuali alberghi, il tutto in competizione con Salerno. La zona costiera, dunque, deve porsi come alternativa di qualità a Salerno. Nell’ambito del processo partecipativo del Puc, si ipotizza la convocazione di una conferenza intercomunale di pianificazione urbanistica (Cipu) a cui invitare i sindaci dei comuni dello stesso sistema territoriale di sviluppo (Sts), di cui fa parte Eboli, cioè Battipaglia e Serre, ed altri comuni confinanti o vicini. La Cipu potrebbe avere la funzione di raccordare le vocazioni di tutte queste realtà della Piana del Sele in modo da poter prefigurare condizioni di assetto policentrico e integrato dell’area. Eboli è un comune costiero, ma è, per le dimensioni e la forma del territorio comunale, anche un comune fortemente interno. Porto commerciale, interporto e aeroporto costituiscono, nell’insieme, una potenziale piattaforma logistica integrata di rilevanza regionale e meridionale. In particolare, l’eventuale delocalizzazione del porto commerciale, fatta salva la verifica di compatibilità ambientale, farà convergere notevoli finanziamenti nell’area destinato ad ospitarlo. Compito del Puc è proprio quello di dare ordine al territorio, con riferimento ad alcune richieste da parte degli intervenuti. 627 Preannuncia la necessità sentire anche gli imprenditori agricoli, i zootecnici, ecc. per comprendere le loro esigenze. Scopo di questi incontri è proprio quello di raccogliere i suggerimenti validi, di cui tenere in debito conto nella formazione del Puc Nulla deve essere nascosto. L’Università di Salerno è, in questo senso, una garanzia di equidistanza rispetto agli inevitabili interessi locali in gioco. Bisogna perseguire la massima trasparenza e il dibattito deve maturare nei prossimi mesi per arrivare al Psc entro la fine dell’anno. Annuncia l’apertura di una pagina web sul portale internet del comune e la possibilità di inviare osservazioni per e-mail al gruppo di lavoro (GTpu). 628 5) Eboli 9.8.2007 Stipula convenzione Sala Consilare In data 09.08.2007, presso la casa municipale del Comune di Eboli, veniva stipulato, tra il funzionario del Comune di Eboli, ing. Lucia Rossi, e il delegato del Direttore del DiCiv dell’Università di Salerno, prof. Roberto Gerundo, l’atto di convenzione fra il Comune di Eboli e lo stesso DiCiv per le attività di consulenza tecnico-scientifica di supporto alla redazione di strumenti urbanistici comunali per il governo del territorio. Per questa pagina si rimanda alla rassegna stampa riportata sul sito www.urbaneboli.it alla pagina Partecipazione del Psc, nell’area riservata. 629 6) Eboli 4.9.2007 Incontro con gli imprenditori turistici e della balneazione Campolongo Hospital 630 Vincenzo Consalvo La convenzione stipulata con l’Università di Salerno per la redazione del Puc si è resa necessaria per adempiere alla Lr 16/2004. Essendosi diffuse delle notizie sbagliate, tiene a chiarire che non si tratta di un incarico professionale conferito al prof. Gerundo, ma di un incarico istituzionale, cioè affidato al Dipartimento di ingegneria civile (DiCiv) dell’Università di Salerno, nella responsabilità scientifica del prof. Gerundo e in quella di coordinamento tecnico-operativo del prof. Fasolino. Il Puc è urgente in quanto il Prg vigente non sta sortendo gli effetti all’epoca immaginati. Entro alcuni mesi si pensa di pervenire alla definizione di un piano strategico comunale (Psc). Il piano urbanistico delle aree demaniali (Puad), o piano spiaggia, rappresenta un ulteriore strumento da rivedere. Esso ha raggiunto l’età di 10 anni senza aver sortito alcun effetto. Con il Puc si vuole intraprendere una nuova stagione di imprenditorialità della balneazione. Bisogna condividere questo processo di formazione del Puc per far si che possa essere messo sul mercato del turismo questa porzione di territorio. Ritiene di dover fare una precisazione sul problema del ripascimento e sulla rimozione delle strutture. Bisogna puntare ad affrontare il problema in maniera seria e non limitata all’inutile e costoso rinascimento morbido stagionale. Per quanto concerne lo smontaggio delle attrezzature dei lidi, esso senza dubbio pregiudica il terreno e il sottosuolo. Una ipotesi da percorrere è quella di sottrarre 1 Km di costa alle forze armate per dare continuità e possibilità di collegamento con l’interno del territorio. Gianfranco Camisa (Direttore del Campolongo Hospital) Questa zona in cui è situato il Campolongo Hospital era una volta periferica e senza strade. Oggi la situazione è notevolmente migliorata, ma altre cose possono essere fatte. Si dichiara disponibile per una collaborazione. Roberto Gerundo Riprende la precisazione circa le notizie di stampa che hanno distorto l’informazione relativa all’incarico del Puc. Fa delle precisazioni circa l’incarico conferito ad un ente pubblico, quale l’Università, nonché sui costi e sulla modalità della consulenza. Il lavoro è iniziato da giugno, ben prima della sottoscrizione della convenzione. Il processo di formazione del Puc è basato sulla partecipazione. Il Psc può anticipare la soluzione di alcune problematiche per la prossima stagione. La località Campolongo ha stabilimenti, la pineta, una struttura ospedaliera. Oggi si è in una fase importante per la pianificazione. Non solo Eboli si è attivata per redigere il Puc. Anche enti sovraordinati stanno pianificando. La Regione con il Ptr fornisce indicazioni per la fascia costiera. Anche il Ptcp di Salerno conterrà previsioni per la zona costiera, nelle forme di usi, limitazioni tutele, salvaguardie e valorizzazioni. Se Eboli, mediante il suo Puc, riesce a definire un uso sostenibile del territorio, potrà autorevolmente interloquire con Regione e Provincia. Gli imprenditori balneari devono saper usare questo territorio senza abusarne. Parole d’ordine sono partecipazione, divulgazione. Tutti potranno conoscere cosa si sta facendo per il Puc e sapere degli orientamenti, delle posizioni, delle idee, ecc. di politici, operatori e cittadini. Il Psc è un documento di analisi e valutazione rispetto allo stato di fatto; esso è teso ad individuare le problematiche e le necessità del territorio, nonché a formulare prime indicazioni su come risolvere i problemi individuati. Il Psc dirà cosa fare e dove; nel caso specifico anche per la balneazione. E’ inevitabile richiamare l’attenzione sulla previsione del porto commerciale e degli impatti e delle ricadute che potrà produrre su tutta la Piana del Sele. Vi è la necessità di rimodulare le funzioni previste dal Prg vigente per la fascia costiera al fine di rendere il territorio vivo anche oltre il limitato periodo della stagione balneare. Si pone la necessità di mixare il turismo povero con il turismo di qualità nonché di allungare nel tempo la fruizione della costa e del mare per tutto l’anno. Il Prg vigente prevede una edilizia di seconde case, le quali funzionano per un tempo limitato nell’arco dell’anno. Bisogna realizzare strutture ricettive e alberghiere e non seconde case. La fascia costiera comprende anche la foce Sele, in parte attrezzabile, in parte navigabile. Per concludere, ci sono tutte le condizioni perchè Eboli sia all’attenzione dell’economia regionale. Franco Angelo (stabilimento Le Ninfe) Svolge l’attività dal 1982 e le cose da allora sono progressivamente peggiorate. Oggi non è più sufficiente offrire ombrellone, sdraio e lettino; occorre ben altro. Afferma la necessità di ampliare l’offerta ai turisti prima di tutto in termini di superficie di arenile, soggetta a sensibili fenomeni di erosione. Vi è bisogno di una superficie di arenile sufficiente; l’erosione ha ridotto la spiaggia a una decina di metri di larghezza. Non concorda sulla ripiantumazione delle zone oggetto degli abbattimenti. Nella zona degli abbattimenti non serve piantare alberi; c’è già la pineta. Bisogna prevedere parcheggi idonei e servizi navetta. Chiede la possibilità di insediamento delle strutture dei lidi sulla strada e utilizzare l’arenile solo per le funzioni prettamente balneari. Con locali fissi si diversificherebbe l’offerta di attività anche invernale. Il piano spiaggia prevede lo smontaggio delle attrezzature e non strutture fisse che consentono di lavorare nel corso di tutto l’anno. E’ improponibile lo smontaggio annuale delle strutture, le quali non possono essere nemmeno sfruttate per deposito delle attrezzature.. La zona è stretta fra la strada e le mareggiate e lo spazio a disposizione è troppo ristretto. Se le aziende si sviluppassero, esse potrebbero dare lavoro, andando oltre l’attuale gestione strettamente familiare. Ci sono troppi vincoli: Capitaneria di Porto; Regione, Corpo Forestale. Raccomanda di non fare previsioni sulla carta ma invita i progettisti del Puc ad andare sul posto per rendersi contro delle singole situazioni. Auspica un sopralluogo perché si abbia certezza dello stato dei luoghi e cercare insieme le soluzioni migliori. Massimo Zerenga (imprenditore lido Arenella e rappresentante sindacale) Dice che Franco Angelo ha messo il dito nella piaga. Il Puc va orientato allo sviluppo e non all’ideologia. Salerno avanza e fa concorrenza sul piano del turismo. 631 La situazione dei balneari va analizzata caso per caso, in modo da poter creare le condizioni idonee per chi deve fare investimenti. Analizzare i singoli casi approfondendo anche le idee degli imprenditori. Auspica un continuo rapporto fatto di incontri che evidenzino i problemi. La fascia costiera deve diventare occasione di investimento e di sviluppo per Eboli. Occorre liberarsi da norme troppo rigide localizzando, ad esempio, parcheggi fra gli alberi, non lontani dai lidi. Serve più controllo. Gli accessi liberi al mare e le attività sulla spiaggia libera devono essere tali che non danneggino gli stabilimenti balneari. Chiede maggiore rispetto per gli investimenti dei balneari. 632 Domenico Marzaioli (rappresentante sindacale Fiba Campania, Coordinatore Assoturismo, Confesercenti) Rimarca come atteggiamenti ideologici hanno impedito lo sviluppo. La spiaggia è lontana dalla città, abbandonata e non vista come opportunità di sviluppo. Non c’è all’orizzonte un rilancio della fascia costiera mediante interventi sui fattori dinamici. Eboli non riesce a competere con altri comuni che avanzano nel settore turistico. Bisogna chiedersi come si fa a fare in modo che la costa diventi fattore trainante. La costa è stata vista come periferia non come centro dello sviluppo, in grado di offrire servizi per tutto l’anno. La costa va riammagliata con la città, anche per rendere competitivi i servizi che si vorrebbe destagionalizzare. Bisogna abbinare ai servizi più propriamente turistici anche servizi per il tempo libero, partendo dalle esperienze di quelli già presenti. La previsione di una varietà e una differenziazione delle funzioni e dei servizi sulla costa riequilibrerebbe la condizione attuale che è di congestione del centro e di abbandono della costa. Una offerta turistica integrata richiede un forte protagonismo delle imprese. Nel Prg vigente la costa è trattata come una lottizzazione industriale, mentre avrebbe dovuto tener conto dell’esistente; in pratica la nostra costa tirrenica è stata trattata come la costa adriatica. I balneari sono costretti a stoccare in collina le strutture smontabili. Chiede attenzione, nel Puc che si va a fare, alle volumetrie e alle molte funzioni necessarie. Eboli ha tutte le potenzialità per diventare la porta del sistema turistico salernitano che si estende dalla costiera amalfitana a quella cilentana. L’ipotesi di una Foce Sele semplicemente attrezzata, piuttosto che la previsione di un porto turistico, è migliore, in quanto più leggera e meno invasiva. Da non dimenticare che c’è anche un problema di erosione del litorale. Per questo ci saranno, pertanto, più risorse a livello regionale ed Eboli deve cercare di non perdere questa occasione. Una ricerca Fiba Campania ha determinato la proposta di portare la durata delle concessioni per i balneari da 3+3 a 20 anni, nel caso in cui ci siano stati finanziamenti per l’imprenditore. I balneari hanno bisogno di certezze e di un’Amministrazione che guardi alle imprese come fattore concreto di sviluppo. Vito De Lucia (lido Giamaica) Ritiene che le strutture previste dal Prg vigente probabilmente non verranno mai realizzate. E’ stata fatta una delibera in cui si prevede il non smontaggio delle attrezzature. Il Puad deve essere ancora approvato dalla regione, ma, in ogni caso, sarà superato dal futuro Puc. Il Puad prevede, all’art. 26, che gli stabilimenti siano in legno e siano smontabili. C’è però il problema di conservare tutta l’attrezzatura durante l’inverno; quindi c’è bisogno di una struttura fissa in cui stivarla. La legge 88/2001 prevede che le strutture esistenti da almeno trent’anni non si debbano adeguare al Puc. Gli stabilimenti devono poter fruire della Pineta, altrimenti la Pineta non servirebbe a niente. Bisognerebbe avere la possibilità di realizzare strutture, piscine, ecc. Antonio Ciao (Associazione Giovani Imprenditori) Occorre sfruttare le potenzialità turistiche delle due costiere, di Amalfi e del Cilento, prevedendo una grande attrazione; occorre, cioè, prevedere qualcosa che altri non hanno, altrimenti sulle coste abolitane non viene nessuno. E’ poi importante anche il discorso della qualità. Bisogna valorizzare le risorse di cui si dispone e che le altre due fasce costiere non hanno: spazio e trasporti. Si dovrebbero prevedere degli attracchi per attrarre turisti dal mare, favorendo il turismo da diporto. La pineta va sfruttata per le esigenze dei balneari. Daniele Sgroia (lido Bagno 38) Dice che quelli di fogne, acqua, parcheggi, sono problemi costanti. Occorre prevedere anche un presidio ai fini della sicurezza. Bisogna snellire le procedure amministrative che costituiscono un notevole aggravio per il lavoro che svolgono. Amatruda (villaggio Paestum) Ricorda come furono fatti incontri anche per il Prg vigente e per il Puad. Le richieste fatte in quella sede però non furono mai accolte. Le previsioni del vigente Prg vigente non si attueranno mai, in quanto sono sbagliate. Sottolinea la partecipazione affinché sia veramente sentita e tenuta in conto. A monte della pineta occorre permettere la costruzione di alberghi per aumentare l’offerta di camere, anche ai proprietari. Il Puc deve dare a tutti la possibilità di costruire un albergo lungo la litoranea: 50-60 stanze per albergo; 200 alberghi, in orizzontale, mimetizzati tra gli alberi, con basso impatto Quindi, bisognerebbe, come avvenuto altrove, dare la possibilità a ciascun proprietario di fondo agricolo di realizzare un albergo. La zona militare non ha più ragione di essere; pertanto l’area deve essere recuperata al territorio di Eboli. Oggi è stata fatta la pubblica illuminazione; una volta a S.Cecilia finiva il mondo, in quanto la sera era buio pesto. Bruno Grimaldi (funzionario Asl) Dice che le strutture precarie non danno garanzie di rispetto delle norme di sicurezza igienico sanitarie. Sottolinea la necessità di opere di urbanizzazione primaria per la fascia costiera. Il Puad fu votato all’unanimità in consiglio comunale nel 1998. Visto l’impegno finanziario che comporta la redazione del Puc, occorrerebbe impegnarsi per dare maggiori possibilità agli imprenditori della balneazione. Bisogna dare ad essi la possibilità di reinvestire i proventi del loro lavoro. Per la fascia costiera negli ultimi 50 anni sono migliorate alcune cose, sono peggiorate altre. Sono presenti vari tipi di inquinamento: chimico, microbiologico, delle falde. E’ aumentata l’aggressione al territorio agricolo, per una profondità di 5 Km, fino alla Ss 18. Due idrovore poste sul litorale contribuiscono all’inquinamento chimico e microbiologico. 633 Vi è anche un problema di sicurezza, in quanto le strutture rimovibili sono vandalizzate nei mesi precedenti la stagione estiva. Afferma di essere chi ha la maggiore conoscenza del territorio in questione, cosa che gli deriva dalla funzione che espleta presso l’Asl, offrendo la propria disponibilità per contributi e suggerimenti nella formazione del Puc. Roberto Gerundo Invita tutti a fornire documenti, dossier, ecc., che possano essere di utilità alla formazione del Puc per le varie questioni affrontate in questa occasione e per altro ancora. Il Psc può fissare criteri di utilizzazione della fascia demaniale, da applicare già tra un anno per la prossima stagione estiva. Accogliendo le richieste venute dai presenti, annuncia una visita della fascia costiera, con sopralluoghi anche presso gli stabilimenti. 634 7) Eboli, 18.9.2007 Agricoltori e zootecnici Istituto tecnico agrario Eboli Vincenzo Consalvo L’incontro di oggi riguarda un mondo produttivo poco conosciuto e poco riconosciuto nonostante la sua produttività. Si sottolinea l’importanza dell’incontro. Per Eboli si può immaginare una filiera che potrebbe concretizzarsi in un Mercato Generale dell’Agricoltura. Roberto Gerundo Questa è la sede per ascoltare un mondo che è forse molto più ampio di quello presente in sala. La nuova Lr impone la redazione del Puc. Si sottolinea il rapporto di tipo istituzionale tra il Comune di Eboli e l’Università di Salerno, presso cui sono presenti le competenze idonee al tipo di impegno. Si tratta di un lavoro iniziato già prima della sottoscrizione della convenzione. L’augurio è che la fase di ascolto possa essere quanto più efficace ai fini della formazione del Puc. Ci sarà la massima trasparenza e divulgazione delle informazioni relative al lavoro che si sta svolgendo e la più ampia comunicazione, anche attraverso il sito web del comune. Tale fase di ascolto porterà alla redazione del Psc, documento che tratteggia le proposte di soluzione alle problematiche emerse nel corso delle consultazioni, che sarà approvato in Consiglio comunale. Ricorda gli incontri già effettuati e quelli programmati. Fra gli incontri è previsto anche uno con i sindaci dei comuni vicini. Nei vari incontri fin qui tenuti, si è sentito poco delle questioni dell’agricoltura. E’ sembrato esserci una scarsa rappresentanza, anche politica, di questi temi. Occorre, invece, cercare di affinare il governo del territorio nelle zone agricole. Si è registrata una scarsa sensibilità verso questi temi. La pianificazione urbanistica in zona agricola in Italia è stata, in sostanza, dare la possibilità di andare ad abitare in campagna, che è diventata zona di edificazione residenziale diffusa. Questa tendenza va rivista e reindirizzata verso lo sviluppo delle funzioni proprie della zona agricola. Bisogna avere una particolare attenzione al fare impresa a vantaggio dell’impresa agricola per motivi di competizione. I tre comparti fondamentali sono: agricolo, florovivaistico e zootecnia. Il Puc serve proprio per risolvere i problemi di sofferenza del comparto. Questi problemi si risolvono: - in zona agricola devono andare solo gli imprenditori agricoli veri; - comprendendo quali sono le esigenze di spazi e volumi; - la soddisfazione delle esigenze mediante opportune regole urbanistiche. Occorre, quindi: - selezionare le esigenze produttive, conoscerle; - definire una normativa urbanistica che consente di sostenere e sviluppare le imprese; - razionalizzare il comparto. Vi è, quindi, la necessità di - dotarsi di una nuova cartografia; 635 - effettuare il censimento delle attività produttive; - mappare, a partire dalle foto aeree, le colture praticate; - conoscere dagli imprenditori agricoli e dagli agronomi le specifiche vocazioni delle varie parti del territorio. Si deve stabilire un’alleanza fra i produttori agricoli veri e l’Ac. Non si deve perseguire un assalto al territorio ma si devono trovare le soluzioni ai problemi legati all’imprenditoria agricola. Attraverso il sito web del comune vi sarà la possibilità di osservare ed emendare il Psc. Ci potrà anche essere un nuovo ciclo di incontri in cui sarà possibile emendare quello che nel frattempo sarà stato formulato sulla base dell’incontro di oggi. 636 Michele Palumbo (agricoltore zootecnico) Pur essendo capofila nella piana dell’agricoltura di Eboli effettivamente non si parla. Gli agricoltori sono mansueti, ma sono anche in grado di ribellarsi se pungolati. La piana del Sele è stata dilapidata dal punto di vista urbanistico; è stata occupata in maniera non consona allo sviluppo; vi è stato troppo permissivismo e speculazione; ci sono stati anche abusi edilizi, ma spesso sono stati dovuto alla necessità di fare la casa per i figli. La piana è anche ricca di monumenti e testimonianze, alcune sono state vandalizzate altre conservate. Le architetture storiche vanno valorizzate mediante una corretta regolamentazione. Vi è una sproporzionata dimensione di colture protette: ci sono 3.500 ha di serre che producono un problema di smaltimento delle acque meteoriche. Non ci sono collettori e quando ci sono delle piogge si hanno grossi problemi. C’è l’esigenza di magazzini di lavoro dell’ortofrutta; vi è carenza di infrastrutture e si affrontano costi troppo elevati. Vi sono troppi vincoli sul territorio. E’ impossibile realizzare tettoie per il ricovero degli animali. Ulteriori problemi sono legati ai liquami, ai reflui, al letame e alle biomasse; occorre un supporto tecnico per tali aspetti. Per Eboli la zootecnia è oggi un pilastro dell’economia e non deve essere penalizzata. Esposito Alfonso (agricoltore e rappresentante di una cooperativa di produttori agricoli) Bisogna pensare al produttore agricolo non solo come imprenditore ma anche come per sona con famiglia e figli. Bisogna prevedere cioè della aggregazioni di f unzioni anche residenziali, a servizi comuni che rendano vivibili le campagne. Il problema delle serre va poi affrontato e regolamentato, anche in termini di salute per chi ci abita vicino. Mellone Mario (agronomo e imprenditore agricolo) Non è d’accordo con l’aggregazione di magazzini, perché altrimenti diventano non sostenibili in termini di costi. È necessario che il magazzino ambientale rimanga nell’azienda, altrimenti bisogna affrontare dei costi di trasporto. Concorda con la necessità di regolamentare lo smaltimento delle acque dalle serre. Il lotto minimo in zona agricola prevede una superficie troppo elevata; cioè, i 35.000 mq per costruire case agricole sono troppi. Si possono fare dei borghi agricoli in cui concentrare le residenze. Busillo Guido (imprenditore agricolo e rappresentante Coldiretti e Consorzio di bonifica Destra Sele) Nel corso degli incontri che hanno condotto al Prg vigente, come Coldiretti, quando siamo stati chiamati ad esprimersi, lo hanno fatto evidenziando le esigenze degli imprenditori agricoli. Come Consigliere comunale votai contro il Prg vigente per una serie di motivi, tra cui i piani urbanistici attuativi ed altro. Ogni attività ha una sua particolarità che non va catalogata e dettagliata ma inclusa in una cornice normativa di riferimento costruita ad hoc e non generalizzata come agricoltura (sic et simpliciter). Le esigenze vanno rilevate zona per zona. Le soluzioni vanno trovate per ciascuna attività, senza generalizzare. Il vestito va confezionato su misura della singola categoria. Il territorio presenta problematiche di natura idrogeologica ed ambientale, cui le istituzioni non hanno dato risposta. Parte del territorio è al di sotto del livello del mare. I Prg di comuni dell’Emilia-Romagna, della Toscana e della Puglia hanno dato risposta mediante il ricorso ai piani aziendali. Va affrontato seriamente il problema delle serre e dello smaltimento delle acque anche in considerazione dei cambiamenti climatici. Il sistema dei canali del Consorzio va adeguato per salvaguardare il territorio, che è la risorsa fondamentale per l’agricoltura. Come Consorzio di bonifica, non si può dire no a chi vuole investire in serre, ma c’è il problema delle acque: si ha una tropicalizzazione, un incremento del coefficiente di afflusso e una riduzione dei tempi di corrivazione. Insomma, i marciapiedi si vedono mentre le opere di regimazione e mitigazione non danno vantaggi elettorali. Altra necessità è quella di fare squadra, fronte comune. con gli enti per accedere ai fondi strutturali 2007-13. Ci saranno per strada i cumuli di spazzatura ma in termini microclimatici siamo in Europa una piccola California. Vincenzo Consalvo Auspica maggiore coesione fra rappresentanza politica e forze produttive perché solo in questo modo si può costruire un piano condiviso. Annuncia ulteriori incontri, anche itineranti, in quanto è fondamentale intercettare le necessità del comparto. Sottolinea l’importanza del percorso strategico intrapreso dal Comune di Eboli, fra i pochi comuni della Campania ad essersi prefissato un obiettivo simile. 637 8) Eboli 25.9.2007 Incontro con Società, Ance, Interporto, Patti territoriali Palasele Vincenzo Consalvo L’incontro riguarda il Puc cher l’Ac di Eboli ha deciso di intraprendere con il DiCiv di UniSa. Il Prg vigente presenta problemi attuativi. Chiede a tutti di condividere un percorso di pianificazione. Ricorda che si è pensato ad una rivisitazione più generale del Prg vigente per cui si è deciso di redigere il Puc. In particolare si è avuta una difficoltà attuativa dei comparti, dell’estensione di media di 30 ha, ma che raggiungono anche 50 ha. Ma il Prg vigente è carente soprattutto di strategie, cui si pensa di rimediare con il Puc. 638 Roberto Gerundo Descrive il lavoro svolto finalizzato alla redazione del Psc e sottolinea la necessità di condivisione delle scelte. Chiarisce che si tratta di un rapporto istituzionale tra Ac e UniSa. Il processo partecipativo messo in atto è teso all’ascolto delle esigenze dei rappresentanti politici, delle categorie, degli stockholders, oggi presenti; in seguito saranno ascoltati gli stakeholders Tale processo è necessario per far partire sin dall’inizio elementi di condivisione dei problemi e delle possibili scelte. Si vuole costruire insieme il Puc di Eboli. Oggi sono quindi ascoltati gli stockholders, cioè i soggetti determinati ad intervenire sul territorio. Si provvederà a redigere un Psc in cui saranno definiti, in maniera specifica, quindi non orientativa, le scelte da assumere nel Puc; si tratterà di qualcosa di specifico e di operativo, pur non entrando nel merito della localizzazione di dettaglio. Alcune categorie, quali i zootecnici e i balneari, hanno cominciato a fornire indicazioni precise. Sarà possibile la consultazione telematica dei resoconti degli incontri, al fine di conoscere tutti gli orientamenti, le posizioni, le idee emerse; sarà possibile anche inviare della mail ad un apposito indirizzo di posta elettronica per comunicare idee, suggerimenti, proposte. E’ necessaria una conoscenza operativa di tipo cartografica; la carta attualmente disponibile è del 1998. La nuova cartografia in corso di predisposizione da parte dell’Ac. Dal 1998 ad oggi, infatti, sul territorio è caduta una manciata di coriandoli. E’ stato costituito un apposito ufficio di piano ed è in corso il suo rinforzo con personale qualificato. Le considerazioni vertono sulle vocazioni del territorio, in relazione alle infrastrutture esistenti e da realizzare che lo individuano come una vera e propria piattaforma logistica. Il Puc dovrà razionalizzare le esigenze che via via si sono configurate nel tempo, conferendo equilibrio alle funzioni rispetto al polo di Salerno. Eboli presenta un’ampia offerta di territorio, anche per condizioni infrastrutturali già maturate. Siamo in una fase di costruzione di un polo logistico con la contemporanea presenza dell’aeroporto di Pontecagnano, dell’interporto di Battipaglia, della storica area industriale di Eboli-Battipaglia. Bisogna individuare gli elementi di razionalizzazione di questo processo al fine di definire il migliore assetto in funzione della migliore piattaforma logistica possibile. Tale piattaforma contribuirebbe alla definizione dell’area parametropolitana di Salerno, già caratterizzata dall’avere l’Università a nord, nella Valle dell’Irno, il distretto agroalimentare nell’Agro Nocerino, l’area del turismo di alta qualità della costiera amalfitana. Manca, quindi, proprio la grande area produttiva e logistica che si sta formando nella piana del Sele, che va a integrare e completare questa grande area parametropolitana di Salerno. La Regione ha prodotto il Ptr, un documento molto generale che non incide sulle scelte; a ciò dovrà supplire la Provincia di Salerno con il redigendo Ptc. Tra i compiti del Ptr c’è la localizzazione delle grandi infrastrutture. Poiché il Ptr della Campania non lo ha fatto, ora toccherà ai Ptcp provvedere e, quindi, anche al Ptcp di Salerno. Il Puc di Eboli dovrà cercare, per quanto possibile, di completare e razionalizzare questo processo. Salerno ha, inoltre, lanciato l’idea della delocalizzazione del porto commerciale, che dipende però da decisioni sovraordinate. E’ in itinere una finanza di progetto per una portualità di carattere turistico a Foce Sele, laddove una scelta di questo tipo comporta una organizzazione degli spazi a terra per una superficie almeno doppia rispetto allo specchio d’acqua impegnato. Il Prg vigente presenta espansioni edilizie tanto sovradimensionate quanto inattuabili. Il Prg vigente presenta anche un determinato modello di area turistica fatto di seconde case. Si ritiene, viceversa, di dover andare a un prolungamento della stagione turistica a tutto l’anno. Sulla costa bisogna cioè costruire un pezzo di città, che il Puc deve studiare, tale da accogliere strutture polifunzionali, espositive, alberghiere, con un terziario di supporto alla logistica. La filosofia, corrispondente ad una filosofia politica, che ha ispirato il Prg vigente, mediante i Pua, spingeva le ricadute attuative, e i profitti, tutte sui singoli proprietari, escludendo di fatto le imprese. Si evidenzia una difficoltà di coinvolgimento dell’imprenditoria nei processi che sono completamente e difficoltosamente regolati da tecnici e proprietari fondiari. Il Puc dovrà meglio convogliare fruitori, imprese eproprietà fondiaria nell’ottica della fattibilità degli interventi. Con il Puc si vuole far partecipare, in maniera equilibrata, tutti e tre i soggetti: i proprietari di immobili, i cittadini e le imprese. Naturalmente le imprese vanno mediate affinché non facciano il loro interesse fino in fondo. Annuncia che il prossimo incontro sarà con i sindaci dei comuni vicini. Infatti, senza concertazione, si è di fatto impossibilitati a costruire percorsi di più ampio respiro. La proposta che viene da Eboli è quella di una Cipu permanente. Le aggregazioni territoriali sono peraltro indispensabili per intercettare i fondi della programmazione comunitaria, per evitare i finanziamenti a pioggia che hanno caratterizzato la precedente programmazione regionale. Eligio Troisi (Agronomo - Rappresentante del Patto territoriale Sele Picentini) Si tratta di due Patti territoriali: uno generalista per le imprese e uno specialista per l’agricoltura. Si avverte una frattura, una dicotomia, fra città e il suo territorio. Eboli è comune fra i più estesi e significativi della Provincia di Salerno. La sua superficie agricola contribuisce per il 40% all’intero territorio della piana del Sele. Si avverte una frattura, una dicotomia fra la città e il suo territorio. Ritiene necessario riammagliare il territorio in tutte le sue parti: costa, zona agricola, città, centro storico. Eboli è significativamente il territorio più esteso della Provincia di Salerno. La sua superficie agricola contribuisce per il 40% all’intero territorio della piana. È area agricola specializzata, fortemente intensiva, con notevoli investimenti fatti. Ritiene che Eboli possieda uno dei più grandi centri storici della Campania; il maggiore dei centri tra 30-50.000 abitanti. Fra i comuni costieri è l’unico che ricade all’interno del Parco dei Monti Picentini. Eboli rappresenta una sorta di collegamento fra mare e parco. E’ lo sbocco del parco a mare. 639 640 Ritiene che Eboli debba vivere le peculiarità del proprio territorio offrendole ad un sistema più vasto. Esso deve essere inquadrato in un sistema territoriale più ampio quale quello del Patto territoriale Sele Picentini. La mancanza di aree industriali ne mortifica la capacità imprenditoriale; si sono dovuti restituire finanziamenti per mancanza di decisionismo politico e di strumentazione urbanistica (Pip). Anche Battipaglia in sette anni non è riuscita a varare un Pip e sono stati persi cospicui finanziamenti; circa 30 mld. Eboli si incunea in un territorio di area vasta in cui si concentrano tante infrastrutture e la sua stessa posizione è tale da ammagliare anche il corridoio europeo 8 presso la dorsale appenninica. Le rotte di traffico e di trasporto delle merci lungo le direttrici europee vanno intercettate. Una delle principali direttrici di spesa è rappresentata dal turismo integrato. Per la fascia costiera si deve avere un salto di qualità rispetto allo smontaggio delle attrezzature balneari che avviene solitamente dopo due mesi di stagione estiva. L’offerta turistica sulla fascia costiera deve essere ampliata sia per funzioni che per periodo di fruizione. L’ipotesi di porto commerciale isola sarebbe compatibile con altre attività costiere. Sarebbe l’occasione di grandi investimenti e di sviluppo turistico del territorio, laddove il turismo comporta il fatto che è la gente a venire sul territorio. Si esce da un ciclo di programmazione disastroso. La Campania è al 60% della spesa prevista, fra le regioni maggiormente in ritardo. Nell’AdiR si sta andando sulla stessa strada prevedendo una serie di tanti piccoli interventi con una frantumazione controproducente. E’ fondamnentale, pertanto, concentrare la spesa. All’AdiR manca una strategia. Si sta riproponendo la stessa area con gli stessi comuni del Pit; area insufficiente per sostanziare le varie strategie di cui si è parlato. L’AdiR deve individuare un territorio più ampio di quello del Pit. Rappresentante dell’Ance Si dice sorpreso del contenuto della discussione, più di tipo politico che di tipo tecnico, in quanto immaginava che si dovesse parlare di piani attuativi. L’Ance auspica che il Puc diventi una opportunità per i costruttori. Evidenzia la carenza di infrastrutture, indispensabili per creare opportunità di sviluppo. L’Ance ritiene che per gli investimenti sono indispensabili le infrastrutture; in particolare, due o tre opere sono di vitale importanza; le altre possono essere belle, ma lasciano il tempo che trovano. Si dichiara d’accordo con l’idea di lanciare una Cipu in quanto è indispensabile che i comuni definiscano insieme di quali infrastrutture intendono dotarsi. Vi è un problema di traffico, soprattutto in alcuni punti critici per il traffico come S.Cecilia. Positiva anche l’idea di prevedere un porto turistico. La Lr 16/2004 ha introdotto due novità: - l’urbanistica partecipata; - il rapporto pubblico / privato. I piani attuativi del Prg, riconducibili all’edilizia convenzionata non si sono attuati in quanto non erano sostenibili dal punto di vista economico e finanziario. Ribadisce e sottolinea l’esigenza di infrastrutture. Per il Pf riguardante la strada da Battipaglia ad Acropoli, che interessa in gran parte il territorio di Eboli presenta un tracciato idoneo, ma non c’è accordo sulla modalità di finanziamento. Auspica strumenti sostenibili economicamente e un piano infrastrutturale serio, di poche opere ma tali da rendere attuabili le previsioni del Puc. Carmine Avagliano (ingegnere- Rappresentante Salerno Interporto) L’esperienza del Pit ha fatto sedere i comuni allo stesso tavolo e ora si comincia a ragionare per aree in una logica si sistema; questa logica è utile per la stipula di accordi di reciprocità (AdiR) nell’ambito del Por 2007-13. Il Puc ha comunque tempi troppo lunghi rispetto alla definizione dell’AdiR. Sono partiti gli espropri per l’interporto; quindi, la cosa si sta finalmente avviando. Occorre pertanto stimolare funzioni complementari a quelle dell’interporto. Roberto Gerundo L’ipotesi del Puc di Salerno si basa su una crescita residenziale. Il portato del Puc di Salerno è, infatti, l’abbassamento dei prezzi residenziali Il Prg vigente di Eboli ha una capacità insediativi mostruosa che non si è esplicitata. I meccanismi tradizionali sono quelli della rendita di attesa della proprietà fondiaria e di autocostruzione in tempi differiti. Bisogna fare in modo che si incontri domanda e offerta, riavvicinando i tempi ed eliminando incrostazioni. E’ necessaria cioè la figura dell’imprenditore unico che opera in tempi rapidi. Bisogna intervenire anche mediante social housing per le fasce più deboli, come stanno facendo anche grandi città come Bologna, Milano, ecc., evitando tuttavia concentrazioni di utenze deboli, come accaduto per le Vele di Scampia, per Monteruscello, ecc. E’ importante mixare sapientemente proprietà fondiaria, professionisti e imprese. 641 9) Eboli 27.9.2007 Incontro con i Sindaci dei comuni limitrofi Palasele Vincenzo Consalvo Convocazione comuni limitrofi per condividere strategie di area vasta ai fini della localizzazione di grandi attrattori, la realizzazione di infrastrutture, ecc. Martino Melchionda Il Psc che Eboli si appresta a redigere deve tener conto anche delle aspettative delle comunità circostanti. 642 Roberto Gerundo Precisa che l’incarico è di carattere istituzionale tra Comune di Eboli e Università. Concerne il Puc e altri strumenti accessori, quali Ruec e AdP. Il rischio dei Ps è che siano ridondanti o in effettuali. L’Ac ha ipotizzato la redazione preventiva di un Psc che conterrà tutte le scelte chiare e specifiche di assetto del territorio. In tal modo, il Puc non presenterà sorprese in termini strategici in quanto le scelte sono già contenute nel Psc. Con una serie di incontri si è tracciato il quadro degli interessi e delle proposte che vengono dal territorio. Si entrerà successivamente nel merito della fattibilità tecnica di tali proposte. Nell’ambito di questo processo si è pensato alla Cipu. Si è raccolta stasera l’attenzione dei due comuni più importanti fra quelli vicini. Gli elementi più importanti per la piana del Sele sono l’aeroporto e l’interporto nonché la delocalizzazione del porto commerciale di Salerno. Queste tre opere si intrecciano per dar luogo ad un sistema molto importante che funzioni come piattaforma logistica integrata. Vi è una importante necessità di intercettare i flussi finanziari regionali.. Per far questo è necessario pervenire ad accordi di reciprocità (AdR) per intessere comunità di interessi ai fini di avere maggiore peso presso la regione. Ci sono, poi, anche scelte interne ad Eboli, che riguardano, ad esempio, la portualità turistica. Occorre pensare seriamente alla riorganizzazione della zootecnia. La piana del Sele si configura come territorio con funzione di decongestionamento della città di Salerno. Essa ha i caratteri di area parametropolitana con funzione di riequilibrio. In questa prospettiva, non potevano non essere coinvolti gli altri comuni della piana del Sele. Vincenzo Consalvo Inpensabile che Salerno, con 10 Km di costa, possa ospitare un porto commerciale e 4 porti turistici. Valeriano Pesce (Assessore all’Urbanistica del Comune di Battipaglia) Dice di essere assessore solo da qualche mese. Con riferimento al Psc dice di ricoprire la carica proprio in quanto avente una formazione in pianificazione strategica. Tra Eboli, Battipaglia e Pontecagnano non c’è soluzione di continuità, per cui non ha senso parlare di singolo segmento costiero. Conclude dando la propria disponibilità a collaborare al processo messo in atto dal Comune di Eboli. Giovanni Landi (architetto - Dirigente Servizio Urbanistica del Comune di Pontecagnano) Porta i saluti del Commissario Cesare Castelli. Dice che non è un caso che i tre comuni presenti stasera sono quelli direttamente interessati dalle maggiori infrastrutture. L’ipotesi di distretto turistico si è arenata. Offre la pienda disponibilità a collaborare per il futuro. Vincenzo Consalvo Con Roberto Gerundo e Martino Melchionda esprime la necessità di riproporre l’incontro. 643 10) Eboli 22.1.2008 Lo sviluppo produttivo – Il piano degli insediamenti produttivi (Pip) Pezza Grande - Sede Consorzio Pip Vincevo Consalvo Ricorda che è in corso di formazione il Psc rispetto al quale si attende un contributo anche dagli imprenditori del Pip per i necessari miglioramenti alle soluzioni che si andranno a proporre. Anticipa la necessità di un incontro più allargato a tutti gli imprenditori. 644 Roberto Gerundo Spiega che il Psc fissa obiettivi e strategie che poi diventeranno gli obiettivi e le strategie del Puc. Gli incontri con i vari settori sociali sono, infatti, fializzati a individuare le scelte in maniera proficua. Ripercorre la storia dell’area, per cui un primo insediamento produttivo si era avuto con il piano precedente e un ampliamento successivo si è avuto con il Prg vigente che recepiva un Pip ad esso precedente. Si terrà conto anche degli insediamenti produttivi diffusi sul territorio. E’ da esaminare anche la proposta avanzata di un insediamento lineare lungo la SS 18. Si tratta di imprenditori che hanno espresso un’esigenza di cui in qualche modo tener conto. Questo incontro è stato riservato dall’Ac allo sviluppo produttivo. Ricorda di un precedente incontro già tenuto al Konig con il mondo della produzione, anche se, in quel caso, si era trattato soprattutto di costruttori edili. Non c’è peraltro solo industria e artigianato, ma anche i rapporti con il territorio circostante. Probabilmente Eboli-Battipaglia deve ri-diventare un unico agglomerato produttivo. Occorre tener conto degli scenari che si modificano nelle aree circostanti, soprattutto in termini di infrastrutture. Da non dimenticare, infatti, la prossimità dell’interporto e l’ipotesi di un porto commerciale che potrebbe modificare questo territorio. Su questo importante tema i soggetti imprenditoriali devono scegliere se sostenere tale ipotesi, se schierarsi. Sono state discusse e di dovrà continuare a discutere apertamente di tutte le problematiche che riguardano Eboli e delle relative possibili scelte, in maniera tale che nel Puc non ci dovranno essere sorprese. Anche la proposta insediativi nastriforme degli imprenditori della SS18 deve essere valutata in sede di Psc e di Puc. Il confronto dovrà essere continuo al fine di escludere contestazioni in merito alle scelte di piano. Per quanto riguarda l’area Pip, essa dovrà diventare un unico polmone produttivo. Auspica la permanenza del tavolo tecnico odierno per porre e discutere le tematiche degli insediamenti produttivi. Rosario Ruggia (Presidente Consorzio Pip) Precisa di essersi insediato da poco. Da evidenziare la richiesta di parecchi imprenditori che desiderano insediarsi nell’area Pip. Sottolinea l’appetibilità della zona. La posizione del Pip è invidiata in quanto dotata di elevata accessibilità data la breve distanza dallo svincolo dell’autostrada Sa-Rc. Ci sono, tuttavia, lotti non assegnabili, per vari motivi, per cui è necessario individuare una zona di delocalizzazione in zone limitrofe. L’obiettivo è ingrandire l’area sfruttando lo stesso accesso esistente con la realizzazione di due bretelle per raggiungere la nuova area individuata. Si segnala altresì un problema di bonifica dell’amianto presente (De Martino???). Auspica la formalizzazione della variante al fine di dare Mario Pandolfi (responsabile Suap) Fa una panoramica sui bandi di assegnazione fin qui pubblicati. A seguito di verifiche sul luogo sono stati congelati quasi una ventina di lotti per problemi legati a preesistenze. Infatti, si è constatato che ci sono lotti inutilizzabili a causa di preesistenze e impedenze varie, edifici abusivi, cespiti demaniali, ecc. In particolare, ci sono condutture demaniali interrate, di proprietà del Consorzio di Bonifica. Nonostante le richieste presentate in occasione dei due bandi pubblici, non è stata poi possibile concretamente l’assegnazione dei lotti. Alcuni lotti sono stati interessati da revoche per effetto di inadempienze da parte degli assegnatari e riassegnati con procedure in deroga, ai sensi dell’art. 17 del regolamento di assegnazione dei lotti Pip. Alcune assegnazioni sono decadute in quanto gli assegnatari non provvedevano al pagamento. Si consideri che i bandi sono una garanzia di trasparenza, ma sono anche lunghi e macchinosi. La richiesta insediativa è doppia, se non tripla, dell’offerta di lotti del Pip. Ci sono imprenditori che telefonano periodicamente per sapere se ci sono disponibilità insediative. Al momento, però, ci sono solo 6 lotti liberi per effetto di decadenze varie. Roberto Palladino La problematica relativa all’attivazione degli insediamenti è soprattutto legata alle preesistenze e alle connesse procedure per risolverle. Questo ha creato un diffuso clima di sfiducia che incide non poco sulla scelta imprenditoriale. Sottolinea le disposizioni legate alle sdemanializzazioni come pregiudiziale per gli insediamenti. Va risolta in tempi rapidi la questione dei lotti da delocalizzare. Auspica la risoluzione di tutte le problematiche relative al Pip. La difficoltà iniziale è stata che al rischio imprenditoriale si aggiunge un rischio attuativo, cioè di possibilità di concreta attuazione delle previsioni urbanistiche. Infatti, nell’area inattuata si è giunti a rilasciare permessi di costruire condizionati. La durata del Pip è giunta all’epilogo, quindi è indispensabile delocalizzare. La richiesta che si fa è quella di creare le condizioni tali da favorire l’implementazione. Nel perseguire questa ipotesi di risistemazione e di ampliamento, la risoluzione del problema dovrà facilitare il compito delle imprese che, per loro natura, hanno già difficoltà a lavorare. Vito Chiagano (Vicepresidente Consorzio Pip) Il Pip sta scontando una progettualità non molto approfondita e legata ad impostazioni culturali datate. Ritiene che si debba adeguare la normativa alla evoluzione del mercato produttivo anche in tempi rapidi, abbandonando una logica rigida e dirigistica. Se si vogliono raccogliere gli interessi che si svilupperanno nei prossimi anni, anche con riferimento alle prospettive che si delineano, bisogna pensare ad un’area contenitore, senza vincolarla ad usi preordinati. L’area deve essere un contenitore di attività non preordinate e vincolate. Vi è la necessità di individuare meccanismi insediativi flessibili e adeguati per accompagnare e favorire la localizzazione in questa area. E’ possibile far riferimento a due ipotesi di ampliamento: 645 - una mirata a recuperare altrove le aree (di prima vigenza) che presentano impedenze, e questo mediante delocalizzazione nell’unica area adiacente, prossima al centro urbano; - una di ampliamento giustificata dalla insufficienza delle aree disponibili rispetto alle richieste, cioè sic et simpliciter (non delocalizzazione) sulla base della domanda insediativa. Risolvere le problematiche del Pip potrà portare tale area al centro degli interessi regionali. La modifica nel calcolo dell’indennità di esproprio è da recuperare in termini di attrattività e di flessibilità. Lucia Rossi (ingenere – Responsabile Servizio Urbanistica Comune di Eboli) Per quanto concerne la normativa vi è il problema di uniformare le definizioni del Pip al Prg vigente. Gli interventi nel Pip sono quantificati in volumi, nel Prg no. Il rapporto di permeabilità è troppo elevato: su 6.000 mq bisogna lasciare 1.600 mq di superfici permeabili; poi bisogna prevedere una certa piantumazione; infine, bisogna prevedere la localizzazione dei parcheggi in adiacenza ai capannoni; in pratica, c’è vincolo di contiguità fra parcheggi interni e capannoni. La norma prevede che i parcheggi interrati devono avere hmax 2,20 m, che è insufficiente. Inoltre, sono previste tre tipologie di parcheggi, con relative implicazioni. 646 Roberto Gerundo Auspica un maggiore coinvolgimento degli imprenditori, anche dell’area industriale originaria. Fa riferimento ad un edificio dimesso di grandi dimensioni (circa 60.000 mq). La flessibilità va perseguita senza però sconfinare nell’imprenditoria debole, con precarietà nella selezione degli assegnatari, il che non fa bene all’economia. Va puntata l’attenzione su ciò che già c’è. Le preesistenze sono di due tipi: le infrastrutture, che concettualmente si riesce a risolvere con gli enti preposti, e le abitazioni, rispetto alle quali la soluzione è più difficile. Un eccesso di flessibilità nella definizione delle destinazioni urbanistiche per il Pip può portare ad una eccessiva precarietà e instabilità dell’area. E’ importante definire qual è la connotazione, la specificità, che si intende attribuire all’area. L’ipotesi più semplice di ampliamento del Pip è quello che va verso il centro abitato, che è anche quello che maggiormente può essere criticato. Si può pertanto immaginare per tale area in ampliamento la caratterizzazione di una maggiore urbanità; una sorta di cerniera con funzioni di servizio alla città. Si può pensare come area in cui trasferire attività meno invasive e più flessibili. Occorrerà far ricorso a ragioni economico-sociali per poter scontare una indennità di esproprio minore del 25% del valore venale dei suoli. Per la zona in cui sono presenti impedenze si potrebbe pensare ad un’ipotesi di riconversione degli edifici presenti in altre funzioni con bonus edificatorio; mediante triplicazione delle volumetrie, per la conversione in strutture ricettive, alberghiere e commerciali; tale possibilità naturalmente non sarebbe estendibile agli edifici abusivi presenti. Tale ipotesi potrebbe essere presentata non come autoritativa, ma come opportunità da cogliere. Le proposte di variante vanno valutate in termini di sostenibilità, senza arretrare rispetto agli standard qualitativi vigenti Per quanto concerne la modifiche da apportare alle norme, quindi, non è possibile pensare di abbassare il valore degli standard; bisogna agire su altri fattori, ad esempio non computare i volumi interrati. L’hmax 2,20 m per i parcheggi interrati è fuori norma in quanto si deve avere hmin 2,50 m. Una soluzione potrebbe essere quella di fare parcheggi interrati, con specifica destinazione, senza incidere sulle volumetrie. I problemi dei parcheggi e delle superfici permeabili possono inoltre essere coniugati facendo coincidere queste due superfici. 647 11) Eboli 22.1.2008 Incontro con le Associazioni e i giovani Convento S.Francesco 648 Vincenzo Consalvo Si riprende la serie di incontri con i vari soggetti. Oggi l’incontro è con i giovani. Eboli ha un Prg con difficoltà attuative, che va rivisto anche dal punto di vista normativo. Fase importante del processo di pianificazione che porterà al Puc è rappresentato dal Psc, che è un documento non obbligatorio, di cui volontariamente l’Ac ha deciso di dotarsi in quanto ritenuto di fondamentale importanza per la riuscita del Puc. Ci sono sul tappeto una serie di questioni che ci riguardano direttamente, come il porto commerciale, il porto turistico, il polo agroalimentare; Ed altre questioni che ci riguardano in maniera indiretta, come l’interporto e l’aeroporto. Altre questioni sono il centro storico e la fascia costiera. Il Ptcp contiene la previsione di un parco (mono?)tematico. Il territorio di Eboli geomorfologicamente presenta diverse vocazioni e si presta per diverse funzioni. L’idea è quella di intercettare le indicazioni che possono venire da tutti gli attori che operano sul territorio. Vanno assecondate le funzioni che il territorio offre coniugandole tra loro. E’ importante la scelta di redigere il piano strategico che è la visione di ciò che la città dovrà diventare. E’ in campo un’ipotesi progettuale di porto turistico nei pressi della foce del Sele, rispetto al quale una società incaricata deve dare una risposta circa la fattibilità. Al centro storico vanno assegnate anche quelle funzioni necessarie alla conoscenza del centro storico stesso. Roberto Gerundo Riassume le fasi della partecipazione fin qui espletate elencando gli incontri tenuti a tutt’oggi. Ricorda che proprio in mattinata si è tenuto un incontro con il Consorzio del Pip. Dalla visita della mattinata è emerso anche coome ci siano delle cave, a ridosso dell’autostrada Sa-Rc, da risanare. Ricorda che si riproporranno incontri con i comuni circostanti, ai fini della predisposizione e sottoscrizione dell’accordo di reciprocità (AdR), in quanto vi è l’esigenza di una programmazione unitaria fra i comuni aventi analoghe esigenze per accedere ai fondi Por 2007-13. Il Psc è un documento che contiene tutte le decisioni e le scelte specifiche che l?Ac intende sancire che riguardano tutti i temi e che hanno proiezione sull’organizzazione del territorio. Il Psc conterrà le scelte che l’Ac intende assumere in ogni campo delle attività sociali. Dal Psc discenderanno le norme tecniche e gli elaborati del Puc. La proposta di Puc dovrà e potrà, in questo particolare momento storico, essere di impulso per i piani sovraordinati per scongiurare scelte dettate dall’alto. Il Psc approvato viene tradotto tecnicamente dal gruppo di progettazione nel Puc. La partecipazione riguarderà anche tutta la procedura Vas che verrà effettuata mediante pubblicazione della relativa documentazione sul sito del comune. Si tratta di una procedura che deve seguire un iter partecipativo dall’inizio alla fine. Ci sarà anche una consultazione obbligatoria delle associazioni, i cui esiti confluiranno nel Psc da cui scaturirà il Puc. Si perseguirà in tal modo la partecipazione, la trasparenza e la condivisione delle scelte. Il Puc è uno strumento nuovo che si fonda sulla partecipazione, sulla sussidiarietà e sulla valutazione ambientale. Tra l’altro, è anche in corso la redazione del Ptr, per il quale, tuttavia, si prospettano tempi lunghi. Bisogna essere propositivi nei confronti del Ptcp della Provincia di Salerno, rispetto al quale il comune deve poter dialogare e non solo valutare e contestare. Andrea Quaranta (Sinistra Giovanile) I giovani vivono ad Eboli solo perché ci abitano. A Eboli mancano luoghi di aggregazione; non ci sono attrazioni, centri per il divertimento, collegamenti con la costa mediante navetta. Vi è la necessità di strutture di supporto alla cultura e alle tradizioni locali e al loro ripristino. Si sente la necessità di recuperare le radici della storia di Eboli. Cosimo Pio Di Benedetto Chiede di conoscere gli indirizzi che l’Ac ha dato al progettista per la redazione del Puc. Raffaele La Brocca (ingegnere) Condivide la scelta di redigere preliminarmente un Psc. Ricorda come anche per il Prg vigente si fecero incontri e formulate osservazioni che furono completamente disattese. Non bisogna, quindi, ricadere nell’errore di non tener conto delle osservazioni dei cittadini. Eboli deve finalmente impossessarsi della zona agricola e della fascia costiera. Lo sviluppo di eboli va cercato nelle zone agricole e nella fascia costiera. La città deve riappropriarsi di queste parti di territorio mediante le strade che dal centro arrivano al mare. Le strade provinciali che vanno verso il mare devono essere adeguate, infrastrutturate e illuminate. Lo sviluppo deve avvenire lungo tutte le arterie che attraversano longitudinalmente e trasversalmente, parallele alla fascia costiera come la Ss 18 e la Litoranea, il territorio di Eboli. Tali infrastrutture possono divenire sede di industrie di trasformazione dei prodotti agricoli. In particolare, lungo la SS18 bisogna salvaguardare le industrie che producono beni. Va tenuto conto delle attività produttive esistenti, ma non insediate in zone appositamente individuate come produttive dal Prg. I prodotti agricoli devono essere trasformati in zona e non in altri comuni, come, ad esempio, ad Angri. Tavernanuova è stata un’occasione persa per creare attività produttive. Nel Pip i lotti restano inattuati e l’Ac non li riassegna. (Consalvo risponde che l’Ac sta provvedendo alla revoca delle concessioni alle imprese che non hanno provveduto ad insediarsi). Per quanto concerne il fiume Sele, esso va considerato una risorsa; bisogna sfruttare questa ricchezza che non tutti i comuni hanno. Chiede se non sia consigliabile partire con la redazione dei Pua, visto il Puc in itinere. Vincenzo Ruggia Dice di aver partecipato come consigliere comunale alla formazione e approvazione del Prg vigente. Ritine sia dovere di un’Ac intervenire nella revisione di uno strumento allorché se ne verifica la non efficienza. L’Ac deve intervenire con gli strumenti a disposizione. Vi è un problema costituito dalle cave. Altro problema è costituito dagli impianti serricoli: la immensa distesa di serre provoca fenomeni dannosi dal punto di vista idrogeologici, anche a causa dei mutamenti del clima. Va coniugato lo sviluppo turistico con l’imponente sistema terricolo del comparto agricolo. 649 Vi è, poi, un dramma costituito dal frastagliamento del territorio per la presenza di infrastrutture, strade, ferrovie, ecc. Si chiede se bisogna arginare o accogliere il porto commerciale che si vuole delocalizzare da Salerno e se questo configge con il porto turistico. Gli ebolitani hanno un problema psicologico relativo al fuori porta, cioè fuori cinta del centro urbano. Il Sele è una risorsa, ma sarebbe secco se non fosse alimentato dal fiume Calore. Eboli produce più latte bufalino di altri comuni che, invece, commercializzano molto meglio. Vi è anche un problema di inquinamento delle falde. Fra affrontato, infine, il rapporto fra il centro, la piana e la fascia costiera, anche con riferimento agli impianti sportivi situati in posizione marginale rispetto al centro. 650 Daniele Petrone (libero pensatore) Ritiene apprezzabile la scelta di dotarsi di Psc. Il problema, tuttavia, è capire quale sviluppo di una comunità e quali strumenti si vogliono adottare. Non deve apparire ovvio e scontatao parlare di rivitalizzazione del centro storico; esso deve essere sede di una grande innovazione. E’ importante una analisi conoscitiva del territorio. Si sottolinea anche la responsabilità dei Consorzi di bonifica; deve funzionare la filiera: manutenzione, canalizzazione, controllo. Per quanto riguarda la fascia costiera, la pineta deve essere conservata. Deve essere altresì preservata la produzione di mozzarella di bufala. Una volta, quasi il 75% dell’oro rosso della Campania era prodotto ad Eboli. Eboli ha bisogno di una piattaforma logistica e non di tante strade e stradine. Le attività produttive devono essere accompagnate da una sufficiente infrastrutturazione. Il polo agroalimentare può essere quella porta sul Mediterraneo di cui si ha bisogno. Eboli rimane unico polmone verde agricolo, ultimo baluardo prima della cementificazione rappresentata da Salerno. Questo verde agricolo va inserito in un processo di sviluppo. Lo sviluppo turistico deve essere di élite, non da straccioni, da fine settimana, da sporcizia. Non crede alla possibilità di coesistenza dello sviluppo turistico e del porto commerciale. Lo sviluppo deve essere di qualità. Rispetto a tutto questo le classi dirigenti sono state insipienti. Invita a lasciare stare la manutenzione ordinaria per costruire, invece, gli occhi che guardano al futuro. Non si possono ospitare gli sfaceli prodotti altrove. Roberto Gerundo L’iniziativa del campo da golf va nella direzione della qualificazione dell’offerta turistica. Annuncia che il mondo giovanile avrà modo di intervenire nel processo di pianificazione che porterà al Puc di Eboli. Chiarisce che si è attualmente in una fase di conoscenza del territorio. Le propensioni della collettività devono essere guidate, frenate, come nel caso dell’abusivismo edilizio, e accompagnate. Il nuovo modo di fare i piani non è quello di imporre scelte tecniche ma di accompagnare le scelte che vengono dalla collettività che, tuttavia, non sono sempre portatrici di istanze da accogliere, ma piuttosto da governare e da mediare. Sarà il Cc ad accogliere o respingere le osservazioni nell’ambito della loro ammissibilità tecniconormativa. Eboli è effettivamente un grande territorio potenzialmente polifunzionale. L’organizzazione produttiva del territorio è legata alla plurifunzionalità derivante dalla estrema diversificazione morfologica Eboli ha una propensione produttiva, avendo uno storico insediamento industriale. Bisogna tuttavia evitare derive speculative, con l’eccessiva commercializzazione, nel Pip. Con il Pip si deve realizzare un impianto produttivo di buona qualità. Nel Pip vi è un immobile dimesso di circa 6 ha che resta inutilizzato. Bisogna rimettere in circolo il dimesso, limitando il consumo di suolo e valorizzando ciò che è già stato consumato. Bisogna evitare l’edificazione a nastro lungo le strade. Alla domanda insediativa di carattere produttivo di supporto all’attività agricola, che spinge proprio in tal senso, soprattutto per la Ss 18, occorre individuare risposte alternative e soluzioni mediante la creazione di circoscritte e specifiche polarità. Piuttosto che l’edificazione nastriforme va privilegiata una collocazione di tipo commerciale, di filiera produttiva, ma concentrati in pochi agglomerati. Sul territorio esiste tutto un patrimonio da valorizzare: - la zootecnia; - il dimesso in zona agricola; - le cave, da rinaturalizzare o da riconvertire a nuove funzioni. I temi della zootecnia, in particolare, appaiono debolmente sentiti. Questo, invece, è un settore di successo che deve essere consolidato. La piana verde, in cui sono presenti attività legate al vivaismo e alla floricoltura, deve rimanere tale. Il Cc dovrà, pertanto, decidere se arginare le finte case agricole e relative finte pertinenze. Le cave sono luoghi compromessi che vanno rinaturalizzati e funzionalmente sviluppati con specifiche attività. La fascia costiera rappresenta un patrimonio enorme che non deve essere lasciato in preda ad un regime turistico povero, malgrado la voglia degli imprenditori che vorrebbero qualcosa di più. Va meglio organizzata la fruizione balneare. Le linee guida per la gestione del Puad, messe recentemente a punto dall’Ufficio di piano, dovrebbero facilitare l’attività dei balneari la prossima stagione estiva. Tuttavia, va considerato meglio quello che c’è immediatamente oltre la pineta. Le previsioni per quest’area sarebbero limitanti se non riescono a determinare il salto di qualità verso un turismo che non destagionalizza le attività. Il Pua turistico presenta una tipologia superata rappresentata da seconde case. Bisogna ampliare i 45 giorni estivi a periodi significativi dell’intero anno, puntando ad un turismo maturo, di tipo congressuale e di ricettività di qualità, in grado di consentire un maggior periodo di vita degli investimenti. Rispetto all’ipotesi di delocalizzazione del porto commerciale, prefigurata nel Psav di Salerno e nel Ptcp, il Cc deve assumere una posizione. L’ipotesi non è di semplice fattibilità e dipende soprattutto dal fatto che dietro ci sono, o meno, portatori di interessi forti. Restare nell’indecisione o assumere posizioni intermedie rischiano di paralizzare il territorio comunale. I Pua non possono essere esclusivamente residenziali, sarebbero aree dormitorio. Vi è promiscuità fra chi ha già realizzato e chi non ha realizzato. Occorre distinguere e separare. E’ necessario anche equilibrare le due componenti delle trasformazioni: - i proprietari dei suoli; - gli imprenditori edili. Queste due componenti devono dialogare alla pari. I proprietari dei suoli gestiscono le trasformazioni nel tempo secondo proprie esigenze e non per dare risposte alla collettività. In questo modo i suoli non sono messi tempestivamente sul mercato. 651 12) Eboli 29.1.2008 Incontro con la Maggioranza sulla programmazione sovraordinata Sala Consilare Vincenzo Consalvo Fa il punto sullo stato dell’iter per la redazione del Psc finalizzato al Puc. Sono stati effettuati una serie di incontri finalizzati ad acquisire suggerimenti. Il Ptcp contiene una ipotesi di porto commerciale su cui si dovrà discutere anche nel Psc. 652 Roberto Gerundo Ricorda gli incontri del processo partecipativo già tenutisi. Afferma che oggi le cose sono molto più complicate che nel 1998, quando è stata avviata la formazione del Prg vigente. Lo scenario è mutato in direzione di una complessificazione del quadro normativo sovraordinato. Vi è stata una evoluzione dei tempi e del quadro di riferimento. Oggi sono in corso di formazione strumenti sovraordinati, quali il Ptr e il Ptcp; c’è stata la Lr 16/2004 che ha introdotto una serie di novità, tra cui l’obbligo della Vas. I temi della trasparenza e della partecipazione sono divenuti obbligatori; alla luce di ciò è diventato fondamentale il ricorso alla pubblicazione telematica, per cui ricorreremo ad un apposito sito web. Il Psc sarà consultabile sul sito, emendabile e poi approvato in Consiglio comunale. Il tema che si intende affrontare è quello della programmazione sovraordinata, cioè di tutto quello che discende da piani e programmi da parte di enti esterni al comune di Eboli. Vi è la necessità di un coinvolgimento dei comuni confinanti, o comunque vicini, sulle scelte. Particolare attenzione è rivolta all’ambito relativo ai due territori dei Patti territoriali comprendenti i comuni che stipuleranno l’AdiR relativo alla programmazione 2007-13. La discussione sul porto commerciale è di ordine superiore e concerne tempi di molto più lunghi dei tempi di formazione del Puc. Su tale ipotesi, che richiede livelli decisionali altri, vi sono mille incertezze. Un ragionamento su tale tema in sede di pianificazione locale sarebbe fuori scala rispetto ai temi del Puc. Il Puc dovrà comunque dare delle risposte necessarie ai temi del turismo di qualità, della produzione, della salvaguardia della fascia costiera, ma in maniera tale da poter reggere ad una eventuale futura previsione di localizzazione di un porto commerciale ad Eboli. Nel Puc bisognerà personalizzare su Eboli tutti gli indirizzi e le scelte contenute nei vari strumenti sovraordinati cui si è fatto riferimento, il Ptr e il Ptcp, che contengono indirizzi e strategie che atterrano anche sul territorio di Eboli. Il Ptr, ad esempio, individua una rete ecologica che interessa il territorio di Eboli e il fiume Sele; attribuisce questo comune ad un contesto avente una dominante paesistico - culturale e ambientale. Il territorio è. Peraltro, interessato dal parco dei Monti Picentini, dalla riserva Foce Sele - Tanagro e da un sito di importanza comunitaria (Sic). Il Ptcp, per l’ambito in cui ricade Eboli, fornisce indicazioni condivisibili e traccia una interessante ipotesi di variante alla Ss 18. I principali temi di discussione sono: - lo sviluppo produttivo, con riferimento alla riorganizzazione del Pip e della Ss 18, con riferimento alla trasformazione e commercializzazione agrozootecnica e alla florovivaistica; - il turismo, che chiama in causa la portualità turistica e la rete ecologica regionale; - gli otto Pua residenziali, che hanno difficoltà attuative. Oggi la perequazione è prevista dalla Lr 16/2004, per cui va applicata in maniera maggiormente responsabile , considerando la novità dell’edilizia residenziale sociale (Ers) come nuovo standard urbanistico. Occorre bilanciare il ruolo della proprietà fondiaria privata con un maggior ruolo dell’impresa che, con le implicazioni che avrebbe, l’Ers, potrebbe svolgere un ruolo ben definito. Martino Melchionda Ricorda che l’Ac ha fatto le osservazioni al Ptr e annuncia che farà le osservazioni anche al Ptcp. Osserva che la soluzione della variante alle frazioni in agro ipotizzata dal Ptr rischiava di marginalizzare questi centri urbani, mentre la soluzione prospettata dal Ptcp, con la doppia circumvallazione, evita tale pericolo. Salvatore Di Dio Sottolinea come tutte le direttrici di sviluppo lasciano fuori il centro urbano di Eboli. Il comune di Eboli si sviluppa in direzione est-ovest mentre i flussi lo attraversano in direzione nord-sud, bypassando il nostro territorio. Lo sviluppo nelle zone collinari dovrà prevedere una ricettività alberghiera, anche in considerazione della futura attività golfistica. Ritiene si debbano spostare tutte le attività verso il centro urbano, anche lo sviluppo lungo la Ss 18 andrebbe ricondotto verso il capoluogo. Lo stesso ingresso alla città per chi proviene dall’uscita dell’autostrada è angusto e andrebbe riorganizzato. Occorre riammagliare la piana con il centro urbano per evitare la separazione netta, che già si sta verificando, fra capoluogo e piana; le frazioni in agro già si rivolgono a Battipaglia e a Capaccio per tutta una serie di servizi. Il progettista del Prg vigente ha trattato il territorio di Eboli come quello di un comune della Toscana. L’attenzione va posta alla salvaguardia del territorio ma anche del centro urbano, che va integrato con le ricchezze della piana. E’ importante evitare il consumo di territorio, così come per i Pua una soluzione bisogna trovarla. Mario Conte (Presidente del Consiglio comunale) Avanza una proposta di metodo proponendo di allargare gli incontri all’opposizione, coinvolgendoli nelle scelte, estremamente importanti, per le quali è bene che ci sia un ampio dibattito. Ribadisce la necessità di rimediare alla mancanza di un collegamento del centro urbano con la fascia costiera. Eboli, nonostante 8 Km di costa non si considera un comune costiero. Le Sp di collegamento con la costa vanno pertanto potenziate. Occorre indirizzare la produzione verso l’agricoltura biologica e di prodotti dop e doc. Bisogna, infine, far riprendere l’edilizia sul territorio facendo in modo che essa si coniughi positivamente con la domanda. Vincenzo Ruggia Ritiene che Eboli abbia bisogno di tutto, meno che di consumo di suolo edificando nelle zone collinari. Il territorio è bypassato da una serie di infrastrutture, quali autostrada, ferrovia, Ss, ecc. Tali infrastrutture, tuttavia, non assolvono al compito di ammagliare il capoluogo alle frazioni potenziando la Sp 30. Occorre limitare il consumo di suolo e privilegiare l’aspetto infrastrutturale, migliorando ciò che già c’è senza infierire ancora introducendo altre fratture sul territorio. Occorre recuperare l’ex tabacchificio a Fiocche, a metà della Sp 30, un luogo che guarda verso gli Alburni. Contrada Isca, invece, guarda verso il Calore. 653 Il mercato ortofrutticolo va delocalizzato sulla Sp 30 in quanto tale ubicazione sarebbe strategica in termini di accessibilità, consentendo di intercettare il mercato che, provenendo dal potentino, si orienta verso Capaccio, Crede nella valorizzazione del fiume Sele, la cui portata è alimentata dal fiume Calore, con la necessità di ampliare il discorso fino ad affrontare il tema delle captazioni che lo stanno prosciugando. L’ipotesi del porto-isola convince poco; essa non è contemplata nel Ptr e configge con le ipotesi di sviluppo che si vogliono perseguire nel Puc in termini di sviluppo dell’agricoltura, del turismo, della qualità, ecc. Richiederebbe ulteriori infrastrutture di collegamento con interporto, aeroporto, ecc., aggravando l’attuale eccessiva infrastrutturazione del territorio, in tal senso già martoriato. Le cave, infine, rappresentano un pugno nell’occhio e vanno risanate. 654 Salvatore Marisei Interviene su tre temi centrali in discussione: il sistema produttivo, la viabilità e il turismo. Ritiene si debba mettere al centro il capoluogo, riammagliandolo opportunamente con la fascia costiera. Ciò implica la necessità di una scelta di medio-lungo periodo. La previsione di attività di supporto e servizi alla produzione potrebbero far venir meno la necessità di infrastrutturazione del territorio per raggiungere i servizi altrove. Ritiene che si debba riflettere sull’ipotesi di estendere il parco dei monti Picentini fino a tutta la collina di S. Giovanni. Nei pressi della località Casarsa, il Comune di Campagna ha previsto un’area produttiva. Li si potrebbero prevedere servizi di supporto a tale area. L’offerta di lotti nel Pip non è commisurata alle esigenze che si vanno affermando. Le dimensioni dei lotti del Pip di Eboli sono troppo ridotte per le esigenze insediative nazionali e internazionali che richiedono dimensioni intorno ai 50.000 – 70.000 mq. Il Pip di Campagna ha queste caratteristiche, e di ciò bisogna tener conto. Eboli, unendosi con Campagna, potrebbe prevedere un’unica area, nella suddetta zona di Casarsa, di dimensioni ben più ampie per poter rispondere a tale domanda. Si dice d’accordo di considerare l’area della cava dismessa di S. Giovanni in un ambito unitario con il Pip. Per quanto concerne l’ipotesi di insediamento turistico ritiene che essa va verificata anche in una dimensione sovracomunale. Non ravvisa una necessità di ricettività alberghiera per il territorio di Eboli, ma sarebbe meglio insediare strutture turistiche diversificatela quelle più strettamente ricettive. Occorre pensare ad un turismo non ricettivo-alberghiero che valorizzi gli immobili rurali. Bisogna, a tal proposito, sviluppare collaborazioni con l’Orientale e l’Istituto agrario. Sarebbe importante coniugare i temi del turismo con quelli del Mediterraneo, nella direzione della ricerca. La variante alla Ss 18 in project financing (Pf) da parte della provincia di Salerno è una follia se non ci sono imprenditori disposti ad investire. L’alta velocità potrebbe portare benefici a porzioni di territorio di Eboli. Sarebbe importante mettere in campo standard di qualità architettonica soprattutto lungo i principali assi stradali. Vito Chiagano Fa riferimento al grande ed irrisolto problema della città di Eboli emerso dal dibattito: una visione dualistica del territorio, che guarda al centro urbano catalizzatore autonomo anche di sviluppo e a ciò che è fuori del centro urbano come territorio da cui trarre le risorse per il centro stesso. Ritiene che tale visione dualistica sia la causa degli attuali gravi problemi della città. Eboli, viceversa, deve trovare in tutto il suo territorio le risorse per un virtuoso sviluppo; Eboli deve essere pensata nel suo complesso e di essa si deve parlare nella sua interezza e non solo del centro. Il Prg vigente non ha prodotto risultati, non si vedono gru in giro, perché si è voluto concentrare lo sviluppo intorno al centro urbano, senza verificare se ce ne fossero le condizioni; non sono state assecondate le naturali tendenze del territorio, che vanno intercettate e governate al meglio. Le infrastrutturazioni viarie sono centrali per valorizzare e agevolare le varie realtà abitative e produttive presenti sul territorio. Esse favorirebbero la possibilità, da parte del capoluogo e delle frazioni, di vivere come un tutt’uno. Mario Trevisant Richiama l’attenzione sul perché Eboli non si sviluppa mentre si sviluppano tutti i centri limitrofi, quasi come compensazione della mancata crescita di Eboli. A Eboli c’è l’edilizia popolare, cui però non accedono le classi medie; manca, dunque, edilizia per il ceto medio. Bisogna pertanto consentire, ad esempio, di innalzare i sottotetti ai fini abitabili, rispondendo in tal modo in parte le esigenze. Ritiene che occorre chiedersi del mancato sviluppo collinare. Eboli occupa una posizione centrale fra le colline e il mare. La sua vocazione è agricola. Sulla fascia costiera si verifica l’erosione della spiaggia per l’azione delle mareggiate e per il mancato apporto di detriti dai fiumi. L’isola-porto sarebbe un obbrobrio che favorirebbe l’erosione. Sarebbe anche previsto un distri-park di 5 km su un totale di 8 km di costa ebolitana. Carmine Caprarella Precisa che, essendo giunto in ritardo, non intende intervenire sui temi affrontati. Informa del fatto che nella scheda delle osservazioni al Ptr è stata fatta la richiesta di modificare il ruolo di Eboli spezzando l’ambiente insediativo così come previsto dal Ptr in due ambienti insediativi distinti tra Eboli e Salerno. Vincenzo Consalvo Rileva come l’interessante dibattito si sia orientato alla definizione della vocazione e dell’identità di Eboli. 655 13) Eboli 12.2.2008 Incontro Consorzio Ss18 ecc. S.Cecilia - Sede del Consorzio Ss18 Vito Chiagano Fa le presentazioni degli intervenuti. Ricorda che il Consorzio Ss18 è nato per dar vita agli imprenditori che operano lungo la Ss18. Si tratta di attività artigianali e commerciali, ma anche industriali che non sono riusciti ad ottenere dal Prg vigente una normativa urbanistica che potesse assecondare le proprie necessità. Per questo è stata elaborata una proposta che si augura possa essere condivisa, o anche rimodulata in altri termini, all’interno del Puc. Vincenzo Consalvo Sottolinea il fatto che il Consorzio Ss18 rappresenta una realtà concreta che ha delle aspettative a cui bisogna dare delle risposte. Ricorda che l’importanza e le problematiche della dorsale Ss18 è stata evidenziata anche alla Provincia di Salerno in occasione della presentazione del Ptcp. 656 Martino Melchionda Dice che ci si trova a vivere in una città che, negli ultimi 50 anni, non ha dato importanza al fatto di doversi dotare di reti di comunicazione. Le frazioni lungo la Ss 18 sono state sempre considerate lontane dalla città, e, negli strumenti urbanistici precedenti si è anche cercato di contenerne lo sviluppo, mediante l’apposizione di una apposita fascia di rispetto, determinando un’ulteriore frattura. Per queste frazioni il legame è con Battipaglia. Bisogna invertire questa condizione. E’ noto che la ricchezza si sviluppa nei luoghi di passaggio, di attraversamento. Bisogna aiutare lo sviluppo senza dimenticare la necessità di mantenere un collegamento con il capoluogo. Si tratta di invertire l’approccio pianificatorio che ha caratterizzato il Prg vigente.. Mauro Inverso (ingegnere – co-progettista della proposta del Consorzio Ss 18) La proposta del Consorzio Ss18 è finalizzata a fare in modo che quest’area, da Cioffi a S.Cecilia, assuma quel r uolo che nei fatti già ha. Da questo punto di vista, più che una proposta è un rilievo dello stato esistente. Il 90% delle attività lungo la Ss18 sono, infatti, o di trasformazione o commerciali. L’ipotesi è fatta anche per la Ss18 con percorrenze parallele. Sig. Davino (socio Consorzio Ss 18) In America succede che dove nascono dei centri commerciali tutt’intorno nascono città. Qui abbiamo S.Nicola Varco; siamo quindi in una situazione analoga. A Pontecagnano è stata fatta una grossa operazione; ma qui, rispetto a Pontecagnano abbiamo più spazio. Mario Conte Quello che c’è lungo la Ss18 è in parte anche frutto di interventi abusivi, il che ha reso la Ss18 anche meno sicura. L’ipotesi progettuale che è stata presentata per la Ss18 si potrebbe pensare anche per la Sp30, ovviamente sulla base di uno strumento che ne governi lo sviluppo. Le concessioni demaniali agli imprenditori del nord che un tempo ne fecero richiesta per realizzare Milano Marittima non furono date, per cui, eccetto il Campolongo Hospital, l’insediamento lo realizzarono in Emilia-Romagna. Evidenzia come l’assessore Consalvo per il Puc sta cercando di coinvolgere l’intera città, cosa che non era avvenuta per il Prg vigente. Il Prg del 1972 è durato circa 30 anni perché, evidentemente, era stato politicamente condiviso. Anche il Puc che ci appresta a redigere deve essere predisposto in modo tale da essere votato da tutti e 30 i consiglieri comunali, e non solo da 18 consiglieri, come avvenne per il Prg vigente. Roberto Gerundo Riepiloga gli incontri tenuti finora. Sottolinea l’importanza del Psc quale documento chiaro e di facile lettura da cui emerge cosa fare e dove farlo. Il Psc è una sorta di patto per il Puc. Nell’esperienza del Prg vigente evidentemente non c’è stata una sintesi chiara delle conoscenze e delle conseguenti scelte. Tale sintesi la si potrà avere con il Psc. Non si è riusciti, in passato, a convogliare le esigenze che si sono manifestati lungo la Ss 18 verso luoghi appositamente individuati ed attrezzati urbanisticamente, con il risultato di una edificazione a nastro lungo la Ss 18 che produce inefficienze nella mobilità ma anche insediative. Si è avuto, in generale, una disseminazione di funzioni sul territorio, consumando suolo e creando una condizione di ingovernabilità, anche con fenomeni di abusivismo. Il capoluogo è senza dubbio una polarità storica e consolidata del territorio di Eboli. La fascia costiera è, viceversa, la parte di territorio da far diventare il luogo propulsivo dello sviluppo del Comune di Eboli. Lungo la Ss18, infine, si è affermato un commercio legato alla produzione zootecnica locale. Quest’asse, dunque, dopo il capoluogo e la fascia costiera, potrebbe rappresentare una terza polarità. Convince la necessità di riorganizzare tali attività lungo quest’asse. Bisogna dare risposta a queste esigenze ma, al tempo stesso ancora di più salvaguardare il territorio agricolo, già depauperato, che rappresenta il luogo da cui traggono alimento proprio le attività lungo la Ss18. Tuttavia, non è possibile ipotizzare una crescita nastriforme così come proposta dal Consorzio Ss 18. E’ questa una tipologia insediativa da evitare, che produce forti diseconomie e che appartiene ad una stagione dell’espansione dell’urbanizzato superata e oggi improponibile. Peraltro le norme non consentirebbero una soluzione di questo tipo nel Puc; soluzione che la Provincia, peraltro, non approverebbe. Bisogna, viceversa, pensare a dei luoghi che siano veri e propri organismi urbani, da vivere, dotati di residenze, attività, attrezzature e servizi, con un carattere di città. La variante prevista per la Ss18 viene in aiuto di una ipotesi di questo tipo. La variante assolverebbe alla funzione di strada di scorrimento extraurbana, mentre la Ss18 diventerebbe una strada di servizio alle attività che vi si svolgono. La proposta non può essere vista disgiunta dalla variante proposta dalla Provincia perché, altrimenti, l’ipotesi di riorganizzazione determinerebbe delle diseconomie in termini di congestione, ecc. L’ipotesi da percorre è, quindi, la seguente: 1. razionalizzazione delle funzioni presenti nell’area; 2. declassamento della Ss18 a strada di servizio; 3. realizzazione della variante alla Ss18 con previsione di accessi concentrati alla strada di servizio. 657 La proposta di un insediamento a nastro deve essere rimodulata riconducendo le aree all’interno di ben definite polarità. E’ necessario, pertanto: 1. concentrazione di funzioni; 2. prevedere le necessarie urbanizzazioni; 3. determinare una valorizzazione dei suoli. Il Psc avrà il compito di far collimare obiettivi e soluzioni individuate. In questo modo si potrà realizzare questa terza polarità, quale vero e proprio pezzo di città, a patto che il territorio agricolo sia veramente agricolo. 658 14) Eboli, 28.2.2008 Le strategie per lo sviluppo produttivo Sala Consiliare Vincenzo Consalvo Effettua un rapido saluto ai partecipanti annunciando il tema dell’incontro. Roberto Gerundo Si dice dispiaciuto che ci sia una scarsa partecipazione. Ricorda che si sta decidendo il futuro piano di Eboli. Annuncia che il percorso di partecipazione comprende la costruzione di un apposito sito web su cui sarà consultabile il Psc. Il tema dell’incontro odierno riguarda le strategie per lo sviluppo produttivo. Per comprendere le strategie da attuare per la crescita di questi settori analizzeremo: 1. Industria 1.1 Il piano per insediamenti produttivi 1.2 Le attività estrattive 1.3 Le attività diffuse sul territorio 2. Commercio 2.1 S. Nicola Varco 2.2 La SS 18 2.3 Le sottozone Fc attrezzature di trasformazione 3. Agricoltura 3.1 La zootecnia 3.2 La serricoltura 3.3 L’agriturismo e l’edilizia rurale 4. Il turismo 4.1 La balneazione – Disposizioni per l’equipaggiamento e la fruizione della spiaggia 4.2 Il turismo costiero – Casella Tonna 4.3 La golfistica 4.4.Il turismo collinare - il parco regionale Monti picentini 4.5 il porto turistico Per quanto concerne le attività produttive, ricorda che nel Pip ci sono lotti non assegnati. In particolare, si tratta di lotti non assegnabili per la presenza di impedenze, quali serre ed elettrodotto. Nel Pip è, inoltre, presente il grande lotto dimesso della ex fabbrica De Martino. Per Finagricola, poi, ci si pone l’interrogativo se rimuovere le previsioni oppure no, al di là della vicenda Tar che da ragione all’azienda. Per quanto riguarda le cave riporta l’informazione relativa al fatto che l’imprenditore della limitrofa cava in comune di Battipaglia ha proposto un vero e proprio Pip. Le cave e il Pip di Eboli vanno peraltro considerati come area unitaria. Le problematiche e le questioni aperte legate al Pip sono le seguenti: - necessità di ampliamento del Pip verso il centro urbano, con destinazioni di carattere commerciale; - non utilizzabilità a causa di preesistenze degli spazi destinati ad uso pubblico e loro rilocalizzazione; - quantificazione delle aree dismesse nella Zona D preesistente; - verificare se oltre la compensazione sia necessario anche un ampliamento; - necessità di progetto unitario con la zona delle cave e con S.Chiarella. Una possibile soluzione di riorganizzazione dell’area è quella di depurare il Pip delle zone agricole a serre, riconvertire la ex de Martino a servizi di uso pubblico e prevedere una 659 660 espansione del Pip per servizi e attività commerciali di supporto alle attività produttive ma anche della città, verso cui si amplierebbe. Bisogna fermare la frammentazione creata dalle attività produttive diffuse ai fini di salvaguardare le attività agricole e zootecniche. Tornando alle cave, l’Ac di Eboli potrebbe scegliere di chiudere la vicenda relativa all’attività estrattiva, avendo già dato il proprio contributo in tal senso, decidendo di non aprire nuove cave. Ci si riserva di verificare quali suoli sono di proprietà della Regione nei pressi di S.Nicola Varco. La proposta del Consorzio Ss 18 relativa alla realizzazione di una città lineare del commercio offre lo spunto per immaginare il progetto di una vera e propria polarità all’interno del territorio di Eboli, oltre quella evidente del capoluogo e quella, considerata minore, della fascia costiera. Si tratta di una polarità misconosciuta, costituita dalle frazioni lungo la Ss 18. Per qusta terza polarità non si può, tuttavia, immaginare una densificazione a nastro, così come non si possono immaginare per le altre arterie e, tantomeno, per la Sp 30. I capannoni industriali diffusi sul territorio vanno delocalizzati nell’area Pip con in cambio la riconversione dei volumi di decollo in destinazioni urbanistiche pregiate. La previsione del Ptcp relativo alla variante alla Ss 18 è, senza volerlo, molto positiva, in quanto il suo particolare tracciato risolve il problema della fluidificazione del traffico lungo questa arteria senza marginalizzare l’attuale tracciato, evitando di danneggiare i commercianti per il mancato transito veicolare. Da ricordare anche l’ipotesi, contenuta nel Prg vigente, di spostamento verso est dello svincolo dell’autostrada secondo un progetto dell’Anas. Il Puc deve rifiutare tale ipotesi in quanto dequalificherebbe il Pip. La ex Pezzullo pone un problema, e cioè di quante grandi aree commerciali debba dotarsi il comune di Eboli. Eboli soffre di una sorta di gigantismo. Tutte le aree individuate dal Prg vigente sono enormi; la dimensione di un territorio grande come quello di Eboli ha, forse involontariamente, portato ad individuare zone omogenee troppo grandi e inutilmente grandi. Si pensi ai Pua residenziali, inattuabili soprattutto per le loro grandi dimensioni. Per i Pua residenziali le loro grandi dimensioni sarebbero anche comprensibili dal punto di vista politico; per gli altri Pua la vastità delle aree è meno comprensibile. Per questo sarà necessario asciugarne le superfici. Per Eboli bisogna immaginare un turismo maturo, congressuale e di qualità, cioè destagionalizzato rispetto al tradizionale periodo aprile-ottobre. La costruzione delle tre polarità richiede il rafforzamento di tutte le trasversali alla Ss 18 e alla litoranea. Tale previsione è possibile, il problema sono i finanziamenti per realizzarla. Gaetano Cuomo Chiede di sapere se si può incidere sulla Sp 30 e cosa prevede per essa il Ptcp. Ritiene che la Sp 30 debba essere adeguata e diventare una strada vetrina che disincentivi il transito sulla Ss 18 dirottandolo verso il centro urbano di Eboli. Infatti, tutti si riversano su Battipaglia; Eboli è vuota, i negozi sono deserti. Rendere invitante la Sp 30 è una scelta strategica. Salvatore Di Dio Ricorda che la Sp 30 presenta tre nodi di cui tenere conto: S.Cecilia, Fiocche e lo svincolo dell’autostrada. Manca una zona attrezzata per la logistica e un’area per grandi insediamenti industriali. Per la Sp 30 e la Ss 19 verso Campagna deve essere sviluppata una grande attenzione. La localizzazione del mercato ortofrutticolo a Fiocche consentirebbe di intercettare i flussi che, altrimenti, si dirigerebbero altrove. La ex Pezzullo, anziché commerciale, dovrebbe essere piuttosto direzionale, in quanto di grandi centri commerciali ce ne sono già tre. Concorda, infine, sul fatto che il turismo sulla costa dovrebbe essere destagionalizzato e di qualità. Vincenzo Consalvo La Sp 175, che passa per il Pip è per un tratto parallela alla Ss 18; queste due strade svolgono insieme una funzione importante. Rileva che ad Eboli manca un collegamento tra collina e mare; tra questi due elementi c’è una distanza notevole anche nella stessa percezione che hanno gli ebolitani per il loro territorio. Bisogna accorciare questa distanza assegnando una funzione alla Sp 30. Questo rafforzerebbe l’idea di un sistema turistico integrato collina-mare. Concorda sulla necessità di prevedere un centro direzionale che ospiti funzioni di qualità e di pregio. Carmine Campagna Rileva come ad Eboli manchino poli di attrazione. Campagna sta potenziando l’area industriale allo svincolo. Anche Battipaglia sta ampliando l’area industriale. Eboli deve a sua volta potenziarsi per non perdere il suo ruolo storico, non solo culturale, ma anche commerciale. Salvatore Marisei Con riferimento al comparto produttivo occorre chiedersi che tipo di domanda reale c’è e che tipo di offerta si vuole svilppare. La proposta del Consorzio Ss 18 lascia sgomenti, ma questo significa anche che c’è una esigenza. Bisogna anche capire quale domanda proviene dall’esterno del nostro territorio, dal resto d’Italia e dal mondo. Si dovrebbero esaminare studi già disponibili; potrebbero essere necessarie indagini apposite, prendere contatti con alcune confindustrie del nord, ecc. Si è detto di Campagna e della sua area industriale orientata per grandi industrie e per la logistica; si tratta di indagare per capire se ci sono stati degli studi che hanno supportato questa scelta. Lo sviluppo di determinate scelte nei comuni confinanti fanno in modo che nel Pip di Eboli si localizzino aziende di dimensioni meno rilevanti. I 60 ha di superficie a S.Nicola Varco sono di supporto all’interporto; si pone, quindi il problema di come questo si coniuga con il ruolo che deve assumere la Ss 18. La Ss 18 dovrebbe, infatti, diventare la vetrina delle attività artigianali e commerciali che vi si svolgono, riqualificandola ed arricchedola di funzioni di pregio piuttosto che caricandola di flussi di traffico pesante. Si potrebbe prevedere anche un piccolo polo artigianale a rifosso della Ss 18 e della Sp 30. Non convince la variante alla Ss 18 prevista dal Ptcp, in quanto tale proposta, proveniente dall’Ance, si basa su una ipotesi di project financing (Pf), strumento recentemente depotenziato dalle modifiche alla normativa sui LLpp. Quindi, con ogni probabilità, non si farà, per cui bisogna prescindere da essa nella definizione delle scelte su quest’area. Per quanto concerne le politiche di coesione relative al Por 2007-13, è importante vedere cosa sarà definito nell’AdiR per poter prendere delle decisioni. Ogni ipotesi di raddoppio della Ss 18 è comunque legata alle grandi infrastrutture. La Fondovalle Sele dovrebbe sfociare a Persano e a Fiocche, proprio dove è ubicato l’ex tabacchificio. Al tra ipotesi è quella di rafforzare il collegamento con Battipaglia prevedendo lungo la viabilità un insediamento residenziale a bassa densità, in funzione della domanda insediativa complessiva. 661 Anche la questione relativa alla riconversione della De Martino va collegata alla domanda complessiva. Infatti, se lì dovessero essere previsti i servizi, allora ci sarebbe bisogno di rivedere le destinazioni urbanistiche di Pezzullo e dell’ex Macello. L’Agenzia delle entrate e le Poste sono ubicate male e dovrebbero essere localizzate altrove. In ogni caso, tutto dovrebbe dipendere dalla quantità di servizi, di commercio, ecc. può sostenere Eboli. Ricorda, infine, che il comparto zootecnico presenta il problema dello smaltimento dei liquami provenienti dagli allevamenti. Bisognerebbe dare agli allevatori la possibilità di realizzare delle vasche per la raccolta e lo smaltimento di questi reflui. Roberto Gerundo Ritiene che difficilmente l’AdiR potrà incidere sul sistema della mobilità del territorio ebolitano prendendo in considerazione proprio l’ipotesi di variante alla Ss 18. Evidenzia la necessità di impedire con decisione l’ulteriore aggressione del territorio agricolo. Sollecita, infine, interventi dei consiglieri comunali sul tema della zootecnia. Vincenzo Consalvo Fornisce una spiegazione circa la presunta indifferenza degli amministratori e dei politici locali nei riguardi dei temi della zootecnia ricordando che gli operatori di tale settore sono sostanzialmente indipendenti dai politici locali preferendo stabilire legami direttamente con i politici regionali cui chiedono fondi ed agevolazioni. I politici locali, in questo settore, sono scavalcati in favore di quelli regionali, da cui dipende la possibilità di ottenere vantaggi per la loro attività. 662 Salvatore Di Dio Aggiunge che i zootecnici sono operatori che non si trovano in una condizione di sofferenza come succede per gli operatori in tutti gli altri settori, per cui non sentono di dover esprimere esigenze, come avviene invece per chi lavora negli altri comparti dell’economia ebolitana. Per le esigenze relative alle loro attività, inoltre, essi bypassano i livelli politici inferiori e si rivolgono direttamente ai livelli europei. I politici locali, viceversa, sono pressati dagli edili e dalle piccole imprese. Il Pip, peraltro, in termini occupazionali garantisce poco. Un suggerimento potrebbe essere quello di interpretare le esigenze dei florovivaisti, che pure sono importanti per l’economia di Eboli. 15) Eboli, 13.3.2008 Le strategie per lo sviluppo produttivo Sala Consiliare Vincenzo Consalvo Ricapitola gli incontri tenutisi a tutt’oggi. Annuncia che per il centro storico l’Ac ha affidato un incarico di consulenza al prof. D’Acunto. Ricorda alcune difficoltà attuative del Prg vigente, soprattutto per quanto concerne i Pua. Roberto Gerundo Richiama i contenuti dell’incontro precedente, che aveva visto la discussione incentrarsi sulle questioni dello sviluppo produttivo, con particolare riferimento al Pip, alle aree di cava e alla Ss 18. In Campania è opportuno che non ci siano suoli abbandonati, altrimenti diventano siti ideali per stoccarvi i rifiuti. Per la fascia costiera bisogna perseguire la destagionalizzazione mediante un turismo di qualità. Per quanto riguarda le zone agricole, i principali temi sono: la zootecnia, la sericoltura, l’agriturismo e l’edilizia rurale. In tali zone si dovranno consentire esclusivamente attività agricole, evitando la disseminazione di edifici residenziali e l’abusivismo edilizio, anche mediante il cambio della destinazione d’uso. L’equivoco dell’agriturismo è, ad esempio, costituito dal fatto che spesso si tratta, in realtà, di attività non strettamente connesse e complementari ad una attività agricola. Si dovrà, peraltro, procedere ad una verifica stringente dei requisiti degli agricoltori. Occorre pensare a strutture aziendali che limitino la diffusione di costruzioni in zona agricola. L’indagine in corso è finalizzata a rilevare i nuclei insediativi agricoli, intesi come pluralità di edifici connessi con attività agricole. I complessi edilizi rurali devono essere oggetto di una strategia di rivitalizzazione. E’ importante fornire una potenzialità di sviluppo a tali edifici, compatibilmente con l’eventuale pregio che caratterizza l’edificio stesso incentivando la realizzazione di: attività rurali zootecniche, attività rurali con fine agrituristico, strutture di tipo turistico. L’attuazione di funzioni di questo tipo, che vanno dalla ristorazione alla ricettività alberghiera di piccole dimensioni con attrezzaggio e risistemazione fondiaria, dovrà avere alla base una strategia che miri ad un ipotetico assorbimento dei suoli creando così possibilità di ampliamento, individuando aree dove svolgere attività all’aperto coerenti con attività di questo tipo e con la vocazione del territorio, tutto nel rispetto delle preesistenze, mirando alla salvaguardia, alla valorizzazione e all’integrazione architettonica mirata. Si è evidenziato, infine, un serio problema di carattere idrogeologico costituito dalla enorme distesa di serre, e relativa impermeabilizzazione del territorio, con conseguente necessità di smaltimento delle acque meteoriche di deflusso. Per quanto concerne il turismo, si fa riferimento alle seguenti tematiche: - la balneazione; - il turismo costiero e il progetto di Casella Tonna; - la golfistica; - il turismo collinare e il parco regionale Monti Picentini; - il porto turistico. Le linee guida messe a punto dall’Utc hanno tentato di attenuare le rigidità del Puad. La richiesta dei balneari è quella di stabilizzare le attrezzature per abbattere i costi del montaggio e dello smontaggio delle attrezzature e migliorare la qualità dei servizi, provando a fare un primo tentativo di prolungamento della stagione estiva. 663 E’ necessario, quindi, un maggior attrezzaggio delle aree lungo la litoranea utilizzando le aree demaniali un tempo occupate dalle case abusive. Se esaminiamo le zone turistiche del Prg vigente troviamo tante aree come quelle relative al progetto del villaggio turistico di Casella Tonna, che è un’area destinata a tante casette e a un camping. Si tratta di un’area recintata che funzionerebbe dal 1° luglio a 10 settembre, cioè per un periodo ridotto e con relative economie del tutto marginali. L’Ac dovrebbe dilatare la stagione aprendola a forme di turismo culturale e congressuale, con funzioni stabilmente connesse con attività direzionali, per uffici e commerciali. Occorre passare dal solo balneare ad un turismo con altre prospettive. Si pone la necessità di mixare il turismo povero con il turismo di qualità nonché di allungare nel tempo la fruizione della costa e del mare per tutto l’anno. Bisogna realizzare strutture ricettive e alberghiere per un turismo esteso a tutto l’anno e di qualità. Si dovrà prevedere un albergo di grande qualità architettonica, attrezzature ricettive e di ristorazione, funzioni direzionali e di servizio, centri congressi, centri benessere, palestre, attrezzature per lo sport e il tempo libero. L’Ac dovrà esprimersi su Casella Tonna, confermandola o cambiandola. I parchi urbani, indicati come zone omogenee Fc nel Prg vigente, sono di estensione notevolissima e contenenti la previsione di un numero notevole di funzioni possibili. Per essi sarebbe meglio mantenerne un utilizzo agricolo. Il porto turistico richiede un retroporto con una serie di funzioni ad esso connesse. Alcune delle zone turistiche del Prg vigente potrebbero, pertanto, assumere funzioni legate all’indotto creato dal porto turistico. 664 Mario Conte Propone la convocazione di un Consiglio comunale su un argomento monotematico, presentando una sintesi di quanto fatto e di quanto si andrà a fare sul Puc, con la possibilità di rivolgere anche domande al progettista. Il fronte della pineta eroso dalla salsedine offre una occasione per riqualificare tali aree e prevedere idonei parcheggi più vicini al mare. Vincenzo Lemmo Afferma di non aver mai condiviso le sette aree turistiche previste dal Prg vigente sulla fascia costiera. Pone la questione delle norme. Ricorda come molti lidi tendano ad addentrarsi nella fascia pinetata e come le aree sgomberate dalle case abusive non siano utilizzate a parcheggio in quanto i bagnanti non amano lasciare l’auto troppo lontano dalla spiaggia. Propone di ritagliare una fascia di circa 50 m per consentire ai lidi di attrezzarsi per la balneazione. Si dovrà diradare la pineta, compensando con piantumazioni da effettuare nelle aree sgomberate. Bisogna pensare a strutture permanenti per risolvere il problema della rimozione delle attrezzature dei lidi. Vincenzo Consalvo Evidenzia l’attività che ha portato alla redazione delle linee guida del Puad. Ricorda che l’erosione costiera ha reso necessario la parziale utilizzazione della pineta per i lidi, nel rispetto dei vincoli e compatibilmente con gli aspetti paesaggistici. Tale utilizzazione potrebbe fungere anche da guardiania dell’area. Roberto Palladino Ritiene che ancora più importante della fascia costiera vera e propria sia la zona a monte di questa. L’alternanza con cui sono localizzate le 7 aree turistiche nel Prg vigente, pone il problema della discrezionalità con cui sono state individuate, anche dal punto di vista della competitività, cioè non si è data la stessa opportunità a tutti i proprietari della fascia a ridosso della pineta. Quelle previsioni vanno ampliate per dare a tutti la possibilità di intervenire e realizzare. Le case in multiproprietà sono in declino. Ritiene che alla pineta si dia una importanza che non ha; infatti essa aveva una funzione di difesa delle retrostanti colture molto anni fa. Gaetano Cuomo Un’idea per la fascia costiera potrebbe essere quella di realizzare un lungomare al posto della litoranea: il lungomare di Eboli. Al posto del parco urbano S.Giovanni vedrebbe bene una zona di espansione residenziale che si estenda verso Battipaglia. Roberto Gerundo La polarità costituita dalla fascia costiera sarebbe rafforzata dalla previsione di un lungomare di Eboli. Si rende necessario integrare l’insieme delle problematiche della fascia costiera: porto turistico, alberghi, strutture per rimessaggio, servizi per la nautica da diporto, lidi, ecc. Salvatore Marisei La pineta di Eboli è di dimensioni che non ha pari. E’ un patrimonio per la comunità ebolitana. La zootecnia presenta il problema delle vasche di raccolta e il trattamento dei liquami, per cui lo smaltimento avviene nel Sele o nel mare. Il Prg vigente ha rallentato tali realizzazioni. Complessi edilizi rurali di pregio si trovano spesso proprio presso impianti zootecnici; vedi Paestum che coniuga enogastronomia, agriturismo, pernottamento, ecc. Se le pertinenze rurali possono diventare qualcosa del genere, non bisogna impedirlo. Operatori esteri sono interessati a processi di valorizzazione immobiliare in Toscana, Marche, Alta Irpinia. Masserie lungo l’Aversana ce ne sono di bellissime. Occorrerà prevedere delle premialità per favorirne la valorizzazione. Accessi al mare e punti di sosta hanno preso il posto delle dune. Anche nella pineta di Cecina, in Toscana, ci sono strutture balneari a causa dell’erosione della spiaggia. Ritiene che i parcheggi siano localizzati bene lungo la strada provinciale. L’intervento che sta effettuando la Provincia è positivo, in quanto riqualifica 1 Km di litorale nel rispetto di dune e pineta. Ritiene che le strutture alberghiere non siano trainanti; quelle presenti a Capaccio sono già sovradimensionate rispetto alla domanda. La competizione va sviluppata sulla qualità architettonica, in modo da collocare la fascia costiera sul mercato turistico mondiale. Non si vogliono grattacieli, ma una torre a fronte mare, in un discorso complessivo più ampio, ci può stare. Sulle colline sono stati previsti parchi urbani sovradimensionati; si tratta di scatole vuote. Grataglie, Fontanelle, proprietà Pezzullo (Oliveto), sono insediamenti disordinati da riqualificare. Il parco S.Donato è area naturalistica di pregio ed è quella da tutelate veramente. 665 16) Ape rtura del sito we b all’indirizz o www.urbane boli.it, Il 14.03.2006 è stata aperta della pagina web, all’indirizzo www.urbaneboli.it, dedicata al processo di formazione degli strumenti di governo del territorio del Comune di Eboli, cui si rimanda. 666 17) Eboli, 19.3.2008 Il centro storico Complesso S.Francesco Vincenzo Consalvo Riepiloga l’iter del processo di partecipazione fin qui svolto. Presenta il prof. D’Acunto, quale consulente dell’Ac per il Turismo nel centro storico di Eboli Presenta l’argomento dell’incontro: il centro storico e i Pua. Evidenzia come l’Ac abbia interesse a rivitalizzare in centro storico e per questo ha manifestato al Ministero di grazie e giustizia l’intenzione di acquisire il Castello Colonna. Roberto Gerundo Ricorda nel dettaglio le tappe della partecipazione che hanno portato all’incontro odierno. Annuncia che un apposito sito web del Comune di Eboli ospiterà tutto il processo di pianificazione finalizzato alla redazione del Puc, relativo a tutti gli strumenti ad esso correlati, quali il Ruec, gli Api, la Vas, gli studi geologici e agronomici, costituendo una sorta di consultazione permanente dei cittadini. Il Prg vigente per il centro storico ha fatto un buon lavoro. La continuità amministrativa rappresenta una risorsa pubblica allorché si recupera un lavoro fatto bene. Il Prg vigente per il centro storico prevede meritoriamente l’intervento diretto, senza rimandare ad un successivo iup. Si pensa semplicemente di rimodulare la perimetrazione del centro storico sulla base di alcuni diversi caratteri. Si tratta, inoltre, di rilevare le modificazioni intervenute dal 1998 ad oggi, prevedendo le relative necessarie attrezzature, procedendo ad una semplificazione normativa e a una rivisitazione delle destinazioni d’uso ammissibili. Ulteriore problematica è rappresentata dai parcheggi nella loro diversa funzione di parcheggi pertinenziali e di parcheggi di corona, già correttamente previsti nel Prg vigente. Entrambe le tipologie sono necessarie e il problema consiste nella loro concreta realizzazione. La politica generale sul centro storico resta quella della tutela e della conservazione dei caratteri; come detto, c’è solo da snellire le norme di attuazione. Occorre, in buona sostanza, riprendere ed attualizzare la politica già a suo tempo assunta. Rosario D’Acunto (consulente dell’Ac per il Turismo nel centro storico di Eboli) Ribadisce di avere avuto il compito dall’Ac di formulare una proposta di sviluppo turistico del centro storico. Chiarisce preliminarmente che non ha alcuna intenzione di considerare il centro storico un elemento attrattore. Precisa che, viceversa, l’attenzione è tutta rivolta ai cittadini, a coloro che nel centro storico ci vivono o lavorano, per migliorarne le condizioni di vita e di lavoro. La qualità urbana nel centro storico è una condizione fondamentale per poterci vivere, ma anche per poter ospitare, creandovi una micro offerta turistica. Bisogna creare: accessibilità, ricettività, servizi, qualità ambientale. Occorre conservare il patrimonio architettonico e culturale; a tal fine, oltre alla Lr 26 inerente al programma di valorizzazione, occorre predisporre anche un piano del colore e un programma integrato di riqualificazione. E’ necessario anche un programma di rinascimento urbano che migliori lo standard abitativo del centro storico, che miri, tra l’altro, ad eliminare gli elementi di detrazione ambientali, quali fili volanti e superfetazioni. Occorre far ricorso a buone pratiche per il risparmio energetico; per far questo occorrono investimenti e l’ultima legge finanziaria prevede, a tal proposito, incentivi finanziari. 667 La ricettività turistica potrà essere possibile solo dove le famiglie sono già predisposte ad ospitare. Bisogna puntare sull’extralberghiero, sul B&B, sul fittacamere, ecc. Ma le attività produttive ed economiche devono trovare riscontro nelle esigenze dei cittadini. Il genio del luogo vive non solo attraverso gli abitanti, ma anche attraverso le attività anche economiche che vi si svolgono. Cosimo Maglio Fa una domanda sui parcheggi, chiedendo se sono stati confermati quelli già previsti o ne sono stati previsti altri e, inoltre, che cosa significa parcheggi di corona e parcheggi pertinenziali. Roberto Gerundo Spiega che i parcheggi pertinenziali sono quelli legati alle abitazioni con vincolo di pertinenzialità e, qundi, sono parcheggi per i residenti, mentre i parcheggi di corona sono parcheggi pubblici disposti a corona intorno al centro storico. Spiega, inoltre, che i parcheggi pertinenziali sono possibili anche sotto spazi pubblici, cioè sotto aree di proprietà dell’Ac, qualora ve ne fossero, in diritto di superficie per 99 anni. Realizzare parcheggi in interrato tutte le volte che è possibile è preferibile per evitare impatti di visibilità da parte della popolazione. 668 Vito Mercurio (artista) Precisa subito che nel centro storico ha fatto un investimento. Afferma che il centro storico è un dormitorio. Mancano i servizi e pubblici esercizi, quali tabacchi, banche, farmacie, barbieri, artigiani, ecc. Vorrebbe non venirci solo a dormire. Ritiene che il centro storico non è vissuto. Non c’è vita. Questo è drammatico. Bisogna riempire il centro storico di umanità. Il centro storico deve essere un centro da vivere.. E’ difficilissimo parlare di turismo nel centro storico se nel centro storico non c’è la vita. I giovani imprenditori devono essere incentivati nelle attività che intendono intraprendere, prevedendo idonee agevolazioni. Avanza una sola richiesta: avere un luogo di incontro e di cultura dove l’intelligenza e i giovani possano crescere. Bisogna ripartire con la cultura e non con la sottocultura. Fare un teatro con un palcoscenico di cemento armato è segno di sottocultura. Tarantino Giovanni Afferma che se il centro storico oggi è solo un dormitorio, dieci anni fa non era nemmeno questo. Ritiene che vadano superati i limiti del Prg vigente. Se i parcheggi pertinenziali non sono stati fatti, bisogna andare a vedere quali sono stati i problemi e superarli. Bisogna verificare la possibilità di realizzare i parcheggi di corona anche con fondi pubblici. L’Ac ha cominciato a creare alcune facilitazioni e alcune attività sono state avviate. Per quanto riguarda i depositi a piano terra di proprietà privata, l’Ac deve incentivare la loro utilizzazione facendo in modo che possano essere messe a disposizione degli artigiani. Nella sua normativa il Puc deve consentire quegli adeguamenti necessari a raggiungere standard abitativi consoni al vivere civile e di qualità. Giuseppe Barra (Presidente dell’Associazione culturale Tufara) Afferma di aver fatto più volte presente all’Ac di una serie di problemi del centro storico, senza avere mai avuto alcuna risposta. In tutto il centro storico c’è un solo bar; anche per i servizi igienici bisogna andare in chiesa. Nel centro storico bisogna ripristinare la legalità compromessa anche per la presenza di extracomunitari. Ci sono situazioni sfuggite all’Ac. Il centro storico è fuori controllo dal punto di vista igienico-sanitario, per la presenza di sporcizia, di ratti, ecc. E’ in atto una spoliazione del centro antico; opere d’arte, portali, ecc, sono state trafugate. Le forze dell’ordine sono assenti. Il centro storico si sta svuotando. Vitina Paesano (rappresentante Associazione Centro Storico) Innanzitutto dice che avrebbe voluto una maggiore pubblicizzazione dell’incontro, magari mediante volantini. Sarebbero state presenti molte più persone. Ricorda che Eboli non ha avuto finanziamenti per il centro storico ai sensi della Lr 26 perché non aveva provveduto alla catalogazione La previsione di servizi igienici pubblici sono necessari in quanto la gente orina per strada. Nei vicoli più stretti non vengono cambiate le lampadine; l’erba non viene tagliata. Nel centro storico ci sono tre acensori ormai arrugginiti che non sono mai decollati. Dice di volere parcheggi normali. Che non servono grandi opere. Non fa niente se non fanno ottenere finanziamenti europei. Il parcheggio interrato di piazza Potifredo è vicino alla chiesa più antica di Eboli. Un pregiato portale è stato smontato in sette pezzi e, un po’ per volta, è sparito. Nonostante le denunce fatte ripetutamente non è stato possibile impedire questo furto. Manca un controllo su una serie di situazioni specifiche. Ricorda che la chiesa di S.Biagio è franata. Essa può diventare un luogo di incontro da far gestire da una associazione. Che il suolo vicino alla chiesa di S.Domenico potrebbe essere benissimo utilizzato come parcheggio, ma invece è chiuso. Vito Mercurio (artista) Afferma che per quanto concerne la questione della sicurezza non c’è alcun tipo di controllo. Non c’è un vigile di quartiere. I soldi vengono spesi male. Bisognerebbe pedonalizzare il centro storico. Non c’è un luogo pubblico dove incontrarsi, mancano luoghi di aggregazione, manca un auditorium, un teatro, un luogo di cultura, non ci sono giochi per i bambini. Antonella Dell’Orto Si presenta come aspirante imprenditrice agrituristica. Dice che nel centro storico ha una casa pur abitando in campagna. Desidera, sogna, di venire ad abitarci ma non si decide perché si rende conto che ci sono una serie di problemi di vivibilità. E’ necessaria una concertazione e una condivisione delle scelte per il centro storico. Formalmente c’è apertura ma, di fatto, chi amministra ruba i sogni. Non vuole grandi opere ma semplicemente l’ordinaria amministrazione. Rosmundo Giarletta (artista - artigiano) E’ convinto che il futuro del commercio sono proprio i centri storici, altro che Vulcano buono. Dice di aver fatto un investimento per aprire una bottega d’arte. Dice che non si può uscire sul corso Garibaldi altrimenti si viene investito dalle automobili che percorrono questa strada ad alta velocità. Chiede la pedonalizzazione del centro storico. 669 Salvatore Di Dio Richiama la necessità di differenziare centro antico e centro storico. Si dice d’accordo sulla necessità di semplificare le norme di attuazione. Il centro storico ha bisogno soprattutto di un recupero edilizio che gli consenta di essere abitato. Solo se il centro storico viene ri-abitato l’artigiano avrà convenienza ad aprirvi un’attività. Il degrado è notevole, per cui gli investimenti necessari sono notevoli. Bisogna far in modo da attivare capitali privati per intervenire. E’ vero che si rischia di essere investiti dalle automobili, per cui bisogna avere il coraggio di chiudere al traffico il centro storico. Occorre individuare politiche fiscali che incentivino l’apertura di attività nel centro storico e penalizzare, viceversa, chi tiene locali inutilizzati. Bisogna comunque coinvolgere nelle scelte per rendere vivibile il centro storico chi vi abita. Condizione indispensabile è il recupero del patrimonio abitativo. Le associazioni devono essere ascoltate in quanto profonde conoscitrici dei luoghi. L’ospitalità è solo la parte finale di un processo di rivitalizzazione. Ricorda, infine, come, d’altro canto, dieci anni fa questa parte di città era un deserto; oggi, invece, qualcosa si muove. La gente del posto ha manifestato bisogni e problemi veri che si vivono, rispetto ai quali si ha bisogno di risposte concrete. 670 Salvatore Marisei Avanza la proposta di prevedere un incontro tra i cittadini del centro storico e gli assessorati, alla manutenzione, alla cultura e alle attività produttive, per risolvere i problemi sollevati. Rileva una discrasia tra l’oggetto della riunione e le osservazioni pervenute dai presenti. Ricorda che sta volgendo a conclusione un processo di ricostruzione e di recupero del centro storico. Restano da realizzare alcune importanti infrastrutture. I parcheggi di corona, ad esempio, sono importanti.. Pensa ad un centro storico ad alta protezione; la sua parte più pregiata deve essere chiusa alle automobili. Dobbiamo chiederci quale centro storico vogliamo per Eboli. Se vi dovesse ritornare il numero di abitanti che lo abitava una volta, le politiche dell’Ac devono essere conseguenti. Il solo turismo non consente una crescita; c’è bisogno di altro. Il Puc deve essere in grado di comprendere quale deve essere il giusto dosaggio. Gli alloggi pubblici nel centro storico non dovevano essere venduti in quanto essi potevano servire da esempio e da leva per inserirvi attività ricettive. Il Puc deve intervenire nelle destinazioni d’uso dei palazzi. Si pone, inoltre, il problema di cosa fare degli immobili che l’Ac acquista; di cosa fare dei complessi religiosi. La pianificazione urbanistica ha il compito di accompagnare il processo in corso. L’Ac deve incentivare, con leve fiscali, le attività; non tutte, ma solo quelle funzionali ad un progetto finalizzato ad un recupero dell’identità. Una ipotesi di lavoro è quella relativa al grande tema della società dell’informazione, delle nuove tecnologie. Il centro storico di Eboli può essere il luogo di internet gratis in tutte le case. Il centro storico come grande piazza telematica. Ricorda, infine, che l’area dell’Orientale sarà acquisita dall’Ac, per cui potrebbe essere utilmente asservita al centro storico. Vincenzo Consalvo Il centro storico è caratterizzato dal processo di ricostruzione post-sisma che ha puntato tutto sulla residenza. Oggi, a ricostruzione avvenuta, si può cominciare un nuovo percorso per puntare anche sulle diverse funzioni necessarie per caratterizzare questo ambito, costruendo per esso una identità urbanistica. Ribadisce la totale disponibilità dell’Ac per un percorso condiviso. Propone un tavolo permanente con le Associazioni per risolvere i problemi sollevati nel corso dell’incontro. Rosario D’Acunto Annuncia un incontro con l’Ac e i cittadini del centro storico per il 4 aprile prossimo. Rileva come dall’incontro emerga come tutti amino il centro storico. Gli italiani, in genere, amano i luoghi che trasudano storia. Ritiene si debba riempire i volumi vuoti e rivitalizzare il tessuto sociale. Quando i bambini giocheranno nel centro storico, allora si sarà raggiunto un risultato. Chiarisce che il proprio impegno non è rivolto al recupero edilizio e urbanistico, cioè all’hardware. Questo è il momento delle strategie economiche, del reddito da attività artigianali. Bisogna sensibilizzare la gente, agire sul software, sugli stili di vita e sui comportamenti quotidiani. Oltre che qualità urbana bisogna perseguire anche innovazione, dialogando con il futuro mediante richiami all’arte contemporanea. Si propone di dare vita, dopo il 4 aprile, ad un forum per il centro storico. Richiama l’attenzione sul rischio che il turismo possa artificializzare il centro storico. Cosimo Maglio Dice di occuparsi della concessione dei locali di proprietà dell’Ac quando sono richiesti dalle associazioni per incontri e manifestazioni. Precisa che ogni volta che viene richiesto un locale questo viene sempre concesso. Il fatto che si paghi è da ritenersi giusto in quanto si affrontano dei costi di manutenzione e funzionamento. Annuncia che nei prossimi mesi si apriranno tre attività nel centro storico che, quindi, comincerà ad animarsi. Aggiunge che i settori agricoli e produttivi sono in crisi ed è per questo che si sta tentando la strada del turismo per superare questa crisi. Roberto Gerundo Data la durata del dibattito ritiene di rimandare il tema dei Pua ad un prossimo incontro. Si compiace per l’interesse che si è manifestato sul tema dell’incontro. Le varie questioni sono state poste con responsabilità e civiltà. Entrando nel merito delle questioni, sottolinea come la ricostruzione post-sisma abbia prodotto un’offerta residenziale senza identità e a volte vuota. Per porre rimedio a tale stato di cose, la chiave di tutto è una chiave fiscale che, però, è per lo più nelle mani dello stato e della regione. Sarebbe curioso, in proposito, di sapere se qualcuno abbia usufruito delle detrazioni per le ristrutturazioni, peraltro prorogata al 2010. Le esenzioni Ici, piuttosto che generalizzate, sarebbero necessarie proprio per finalizzare gli interventi nei centri storici. Altri esempi di leve fiscali potrebbero essere: non far pagare l’occupazione di suolo pubblico per i ponteggi, sfruttando la pubblicità che è possibile fare mediante manifesti e teloni affissi ai ponteggi stessi per la riqualificazione delle facciate degli edifici. 671 672 Il Prg vigente consente interventi diretti su edifici e ciò va bene nella direzione della semplificazione procedurale e normativa. Tarantino suggeriva adeguamenti funzionali di necessità: ma va verificato se tanti adeguamenti funzionali distribuiti nel tessuto urbano non possano determinare un detrimento dei caratteri tipologici e della qualità architettonica del centro storico. Si può pensare ad una rimodulazione delle altezze di interpiano per gli edifici storici minori. Si cercherà di venire incontro alle esigenze dei residenti del centro storico salvaguardando complessivamente il centro storico stesso. I parcheggi non devono essere considerati come l’ultima cosa cui pensare; la loro mancanza sarebbe un forte disincentivo per i cittadini. Con il diritto di superficie il costo da parte dei privati sarà la metà dei costi che generalmente occorrono per realizzarli, in quanto in questo modo non si paga il costo del suolo. Rispetto alla eventuale scelta di pedonalizzare il centro storico bisogna prepararsi a quasi certe retroazioni, ad esempio da parte dei commercianti, cui un simile provvedimento non farebbe piacere. Occorrono, pertanto, degli ammortizzatori: ad esempio, punti in cui è consentita la sosta sia per i residenti che per chi vuole visitare il centro storico. Peraltro, i parcheggi sono normativamente obbligatori. Bisogna vedere perché i parcheggi previsti dal Prg vigente non sono stati realizzati e rimediare. L’Ac, avendo acquistato un edificio, non potrà che prevedervi funzioni pubbliche. Altro problema sollevato: come impedire che i locali siano utilizzati come deposito e non come attività artigianali o pubblici esercizi. Si tratta di un comportamento, da parte dei proprietari, non censurabile urbanisticamente. Nelle norme si dovrà vietare il residenziale a piano terra prevedendo, a tale livello, solo il commerciale. Le iniziative da mettere in campo sulla fascia costiera, quali la ricettività alberghiera stabile, la congressualità, il porto turistico, ma anche la golfistica e il radicamento della struttura commerciale lungo la Ss 18, si integrerebbero e metterebbero in rete con il centro storico. Quest’ultimo può così diventare luogo di fruizione e ospitalità, legato ad altre iniziative da attivare sul territorio comunale di Eboli. Per concludere, il centro storico, da solo, non può considerarsi autosufficiente per decollare economicamente, ma potrà crescere solo se cresce tutto il territorio di Eboli. 18) 29.03.2008 - Passeggiata conoscitiva In data 29.03.2008 si è svolta una passeggiata conoscitiva sui luoghi della produzione e del turismo. Il Gruppo di lavoro, e quanti altri hanno aderito, hanno visitato l’area interessata dall’intervento di riqualificazione dell' area pinetata della fascia costiera in località Casina Rossa e visitato un’azienda zootecnica. 673 19) Eboli, 15.5.2008 Incontro sui piani urbanistici attuativi (Pua) residenziali Sala Consiliare Vincenzo Consalvo Annuncia che l’argomento specifico dell’incontro è relativo agli 8 ambiti relativi alle zone Bb assoggettati a Pua. 674 Roberto Gerundo Riepiloga gli incontri tenuti e anticipa che il Psc farà la sintesi e tirerà le somme di tutte le discussioni affrontate nel corso dei vari incontri effettuati nell’ambito del processo di partecipazione. Non a caso i Pua sono stati lasciati per ultimi: essi rappresentano il problema più complesso e difficile da affrontare. E’ l’argomento rispetto al quale ci sono anche le attese maggiori. Il Prg vigente si attua, in buona sostanza, esclusivamente attraverso Pua. Anche per il Prg di Napoli si stabiliva l’attuazione mediante piani particolareggiati, a cui, però, non si è mai dato seguito. In ogni piano urbanistico i punti di frizione si hanno, generalmente, proprio in corrispondenza degli aspetti legati alla edificabilità. Il Prg vigente individua ampie zone di territorio destinate alle trasformazioni. Questo rappresenta un grosso problema. Infatti, in pianificazione urbanistica, una delle maggiori difficoltà che ci si trova ad affrontare è rappresentata dalla difficoltà ad eliminare la edificabilità di suoli già stabilita da previsioni urbanistiche precedenti, su cui, evidentemente, si sono concentrate delle aspettative. Il Gruppo di lavoro per la formazione del Puc si trova di fronte ad una situazione che, dal punto di vista normativo, si sta evolvendo. Nel caso specifico, si osserva che gli ambiti in questione sono tutti parzialmente insediati, anche se in maniera frammentata e disarticolata. I Pua del Puc di Salerno, a titolo di esempio, sono sostanzialmente vuoti e, pertanto, di più semplice attuazione. Nel nostro caso abbiamo una forte diffusione insediativa, anche se, normativamente, non sono zone B, pur essendo indicate come zone Bb di completamento; in realtà sarebbero delle zone C di espansione. L’Ac, con la variante normativa adottata in Cc e con la proposta di regolamento dei Pua, è comunque in una fase avanzata nell’affrontare tale problematica. Nell’esaminare i vari ambiti interessati da Pua, rispetto ai quali è in corso una indagine sul campo, appare che solo S.Andrea è una vera e propria zona di espansione, non tanto normativamente, in quanto lo sono tutte quelle assoggettate a Pua, quanto per il fatto di essere sufficientemente libera per cui il Pua possa essere assimilato ad un tradizionale piano di lottizzazione convenzionato. Si pone una questione anche relativamente all’edilizia residenziale pubblica (Erp), ora edilizia residenziale sociale (Ers), che non può che trovare soluzione e collocazione nei Pua, così come peraltro previsto, in maniera implicita e quasi nascosta, nelle Nta del Prg vigente. L’Ac non può non porsi questo problema, che è un problema politico, e dare una risposta. Le difficoltà e i ritardi nell’attuazione dei Pua fanno in modo che essi siano saccheggiati e interessati da richieste di intervento che riesumano anche vecchie norme, come l’art.51 della legge 865/1971. La variante normativa adottata prevede la possibilità di definire, mediante delibera di Gc, dei sottoambiti dei Pua. I Pua del Prg vigente sono sbilanciati sulla proprietà fondiaria e sulla capacità di attivarsi da parte dei proprietari stessi. Occorrerebbe, viceversa, prevedere una equipotenzialità tra: proprietà fondiaria; imprenditori; domanda sociale di abitazioni. Dall’indagine urbanistica, condotta sugli ambiti interessati da Pua, si è potuto verificare che tali aree sono state significativamente già trasformate, anche abusivamente. L’aggiornamento della cartografia, peraltro, potrà restituire la situazione ad oggi del territorio di Eboli, con le trasformazioni comunque avvenute dopo l’approvazione del Prg vigente. I Pua, ricomprendendo anche lotti edificati, hanno finito per riportare in vita aspettative già soddisfatte. Si pone la necessità di definire delle modalità standardizzate per individuare le zone trasformate. Il Puc dovrà fornire una soluzione univoca e ben definita che consenta di fuoriuscire dall’attuale situazione di stasi. Il Ptcp afferma che i comuni possono dimensionare i Puc in base al solo incremento naturale, cioè senza tener conto anche del saldo sociale. Il Puc di Salerno ha contrattato 50.000 abitanti in più rispetto a quelli attuali. Il Prg vigente si pone il problema del sovraffollamento e della coabitazione ma poi non prevede esplicitamente Ers, richiamata solo in maniera del tutto indiretta nelle relative Nta. Per Eboli si potrà fare una ipotesi di nuovo peso insediativo, che prescinda dai trend di crescita demografica e dal fabbisogno abitativo, da contrattare nel Ptcp, a meno di non essere tradizionali, così come lo è stato il Prg vigente. Rispetto al problema sollevato secondo cui un centinaio di alloggi costruiti negli anni ‘70 sarebbero abusivi, in quanto per essi la norma fu temporaneamente interpretata in modo da assegnare un indice di fabbricabilità di 4 mc/mq invece di 3 mc/mq (Carmine Magliano, per conseguire una sorta di perequazione, propone l’estensione dell’indice maggiore agli edifici che non ne hanno usufruito), risponde che il la Dgr 834/2007 prevede l’individuazione, da parte dell’Utc, degli edifici abusivi e una dichiarazione circa la loro condonabilità. Il Puc non può sanare abusi edilizi ma, al più, può prenderne atto. Mario Conte Ritiene che l’edilizia non è l’unico settore su cui bisogna puntare, ma bisogna intervenire anche su altri aspetti economici. Bisogna evitare anche di intervenire a macchia di leopardo e di recuperare una unitarietà di approccio, effettuando una programmazione organica e super partes del territorio. Si chiede se il nuovo disegno prevederà ugualmente un consorzio per l’attuazione degli interventi nelle aree in oggetto e se sarà applicata la perequazione. E poi, se per Ers si intende solo edilizia agevolata, cioè per gruppi omogenei di persone riunite in cooperative. E ancora, per l’area di S.Andrea si chiede in che modo è possibile intervenire diversamente da quanto prefigurato dal Prg vigente. Si chiede, infine, anche con riferimento all’ipotesi di incremento demografico, di fare in modo che i Pua diventino anche economicamente attuabili. Raffaele La Brocca (ingegnere) Chiede di conoscere quale indice sarà assegnato agli ambiti interessati dai Pua. Segnala che in località Taverna Nova ci sono fabbricati produttivi, artigianali e commerciali, molti già sanati, ma per essi manca un piano per il recupero dell’intero insediamento. Richiama l’attenzione sulla possibilità che una certa edificazione si sia avuta per effetto delle concessioni edilizie rilasciate prima dell’entrata in vigore delle norme di salvaguardia conseguenti all’adozione del Prg vigente, sulla base delle previsioni del Prg del 1972. A suo parere per il Puc bisogna fare solo due cose: i Pua e la fascia costiera. In particolare, ritiene che i Pua, a parità di normativa, siano sostanzialmente inattuabili. 675 Salvatore Di Dio Ricorda che anche Grataglie, Prato e la fascia costiera presentano lo stesso tipo di problematica, cioè della presenza di insediamenti abusivi da recuperare. Ritiene, peraltro, necessario anticipare la soluzione dei Pua in quanto questa problematica è prioritaria rispetto a tutto. Carmine Magliano Chiede di porre attenzione alle zone Bc del Prg vigente. Tali zone sembrano avere forme del tipo a stecche, quasi calate dall’alto e non integrate nel territorio. Sono presenti le opere di urbanizzazione, eppure tali zone sono trattate diversamente e ciò stride con le aspettative dei cittadini. Questo discorso vale anche per Grataglie. Bisogna, dunque, riconsiderare queste aree in quanto sono già urbanizzate, introducendo un indice medio di riqualificazione. Vincenzo Lemmo (ingegnere) Fa riferimento ad esperienze, come nel caso di Rieti, in cui al di sotto di superfici di 5.000 mq non c’è bisogno di un piano attuativo ma è sufficiente un intervento diretto. Bisogna rivedere la composizione media delle famiglie rispetto a quanto indicato nel Prg vigente. E’ necessario, infine, incrementare gli indici per rendere economicamente convenienti gli interventi nei Pua. 676 Giuseppe Barrella Ricorda che la variante alle Nta del Prg vigente ha previsto dei bonus volumetrici per le zone Bc consentendo adeguamenti abitativi di 50 mq. Anche in zona agricola, in realtà, sono presenti funzioni diverse. Si pone, quindi, il problema di individuare degli agglomerati rurali per riequilibrarli mediante la previsione di attrezzature pubbliche. Salvatore Marisei Ricorda che il Siad è successivo al Prg. Il centro commerciale previsto a Serracapilli rappresenta un elemento delicato in quanto su di esso gravitano alcuni Pua, quali Pezza delle Monache e Città di Eboli. Un centro commerciale è previsto anche a S. Nicola Varco e, infine, anche l’ex Mattatoio, alla luce della variante per il project financing, che, prevedendo ulteriori attività commerciali, influisce sul contesto complessivo per quanto concerne il commercio. Occorre chiedersi, pertanto, in che rapporto stanno tra loro tutte queste cose. Altro aspetto su cui porre attenzione è il processo di terziarizzazione che potrebbe aver interessato le residenze. Roberto Gerundo Ricorda che l’urbanistica è attività politica tecnicamente assistita. Le difficoltà sono dovute al fatto che si sta operando non su una tabula rasa ma su aspettative, di cittadini e politici, che si sono consolidate nel tempo. Rimodulare i Pua pone il problema dei possibili ricorsi rispetto ad una loro riduzione o rimodulazione penalizzante la proprietà fondiaria. Inoltre, alcuni aspetti del Prg vigente non possono essere superati scendendo sotto i valori degli standard urbanistici fissati dal Prg vigente; questo potrebbe esporre il Puc ad attacchi, in quanto abbassare i livelli prestazionali di qualità inseriti nel Prg vigente pone anche problemi di immagine, oltre ad essere questa una cosa in sé da evitare. Negli standard occorrerà, tra l’altro, trovare anche forme di gestione della proprietà. Il peso insediativo del Puc è qualcosa che deve essere deciso con forza dal Cc; questa non può essere una scelta tecnica. E’ in corso di approvazione una variante alle Nta che interviene anche su meccanismi e procedure al fine di avere una maggiore flessibilità attuativa, soprattutto con riferimento ai Pua. Ora, non si può immaginare una ulteriore variante; la soluzione al problema dei Pua va individuata definitivamente nel Puc. Attualmente si può lavorare solo a parità di normativa conseguente alla prossima approvazione delal variante alle Nta. Si pone, comunque, il problema di fare nel Psc una anticipazione chiara di ciò che il Puc farà. Si può decidere, per esempio, che sotto una certa soglia di superficie fondiaria si vada a progetto unitario. Salvatore Marisei Si chiede quanto possa incidere sulla quantità e la qualità di popolazione da insediare: la presenza del polo produttivo; le possibili operazioni di marketing territoriale; le leve della fiscalità locale. L’urbanistica, infatti, può decidere anche la qualità della popolazione: i giovani, ad esempio, scelgono di andare ad abitare dove c’è maggiore qualità ambientale. Roberto Gerundo Ritiene che un grande insediamento produttivo possa giustificare una scelta di un peso demografico forte. La popolazione si attrae attraverso: la creazione di occasioni di lavoro; la costruzione di una determinata qualità urbana. Nelle zone Bb, volendo interpretare le Nta, i privati dovrebbero, non solo cedere i suoli per gli standard e realizzare le opere di urbanizzazione primaria ma anche destinare obbligatoriamente parte dei suoli a Erp. La soluzione potrebbe consistere nel selezionare tipologie sulla base di requisiti soggettivi, mediante opportune forme di convenzionamento. L’approvazione del Puc dovrebbe anche avere l’effetto di azzerare i processi in atto. Per quanto concerne l’abusivismo, ricorda che la normativa regionale richiede di individuare e perimetrare gli insediamenti abusivi, ai fini della relativa predisposizione dei piani di recupero. Occorrono, tuttavia, due condizioni: si deve trattare di un vero insediamento, cioè avere una dimensione e una densità sufficiente da poterlo considerare tale; il recupero e la riqualificazione si perseguo senza aggiungere ulteriori volumetrie, ma realizzando le attrezzature e i servizi per rendere vivibili tali porzioni di territorio. La Ss 18 costituisce una vera e propria polarità, parzialmente interessata da abusivismo; saranno individuate delle aree in cui ci potrà essere un incremento insediativo, ma non si potrà costruire dappertutto. In particolare, si dovrà essere rigorosi in zona agricola. Per le urbanizzazioni si dovrà andare su servizi a reddito, quali, ad esempio, campi di calcetto, ecc. Ritengo si debba veicolare l’idea che conviene aspettare il Puc, ma, intanto, si dovrà facilitare l’attuazione dei Pua del Prg vigente. I Pua, tra l’altro, prevedono una serie di funzioni integrate; anche da questo punto di vista il Puc non può rappresentare un impoverimento concettuale. 677 20) Eboli 7 6 2008 Presentazione Piano strategico comunale Sala Consiliare Vincenzo Consalvo Introduce l’incontro riepilogando una ipotesi che si affaccia relativa ad un territorio che si articola in quattro sistemi: il capoluogo, la Ss 18 con le frazioni in agro, la fascia costiera, il territorio agricolo. Per quanto concerne il porto commerciale di Salerno, precisa come nell’ipotesi di delocalizzazione il Comune di Eboli non sia stato coinvolto. Eboli potrebbe essere interessata per le funzioni crocieristiche, che sono una parte del porto commerciale. Si tratta, comunque, di una previsione che si potrebbe ipotizzare attuata anche per tappe, cioè per step successivi. 678 Roberto Gerundo La revisione al Prg vigente serve, da un lato, ad adeguarsi alla Lr 16/2004, dall’altro a superare le criticità in esso presenti. La mancata attuazione riguarda soprattutto i Pua privati. Il Psc potrà servire anche a fornire indicazioni per il Ptcp circa le ipotesi di assetto del territorio. Ripercorre tutti i temi che hanno caratterizzato le varie tappe della partecipazione, raggruppati nei seguenti 4 capitoli: a) La programmazione sovraordinata; b) Lo sviluppo produttivo; c) Il centro storico e la città consolidata; d) Le residenze e i Pua. Riepiloga i singoli capitoli ripercorrendo tutte le tematiche affrontate nel corso dei vari incontri effettuati fino a questo momento e le relative ipotesi di soluzione. Con riferimento ai grandi parchi territoriali previsti dal Prg vigente ritiene siano dei vuoti disegnati di cui è necessaria la rimodulazione. Da valorizzare è l’area ospedaliera ricadente all’interno del parco S. Cataldo. Si sofferma, in particolare, sulla necessità di ampliamento dell’area Pip verso nord-est, e di integrazione dell’area Pip con l’area di cava a nord, oltre l’autostrada, coinvolgendo le aree produttive e di cava presenti anche nel Comune di Battipaglia, ai fini della realizzazione di un’unica area per la logistica e di servizio alle aree produttive dei due comuni limitrofi. Il potenziamento della viabilità di bordo, essendo in progetto una strada a nord dell’autostrada, consentirebbe di collegare tali due aree. La De Martino va recuperata a centro servizi di tipo privatistico per l’intera area, riutilizzando le strutture edilizie esistenti. Degli edifici residenziali all’interno della zona Pip va incentivata la riconversione in funzioni produttive e, quindi, in strutture turistico-ricettive. Attenzione particolare dovrà essere rivolta alle attività produttive diffuse sul territorio, che frammentano e depauperano le aree agricole. Ricorda la proposta di variante urbanistica avanzata dal Consorzio della Ss 18 e la previsione della variante alla Ss 18 delineata nel Ptcp e sviluppata in una proposta dell’associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Salerno. Rispetto a tale ipotesi ritiene che non bisogna limitarsi a dire no e basta. In particolare, sottolinea il fatto che la strada deve essere non solo un collegamento tra Battipaglia e Capaccio ma funzionale alla costruzione di una polarità produttivocommerciale. Per quanto concerne il porto commerciale, evidenzia come Salerno delocalizzi anche le funzioni sgradite per esigenze legate alla sua riorganizzazione interna. Ritiene, comunque, che i tempi relativi alla delocalizzazione non siano compatibili con quelli del Puc: la dimensione previsionale temporale del porto commerciale travalica i contenuti del Puc. In merito alla fascia costiera, di cui parte della competenza è della riserva naturale Foce Sele Tanagro, ricorda quanto recentemente maturato, tra cui, l’attuazione del progetto Casina Rossa della Provincia, quale area naturalistica spinta, e le proposte relative alla realizzazione di un porto turistico e di un autodromo, sulla base di una richiesta pervenuta al sindaco483 . Per la fascia costiera immagina una gestione imprenditoriale della spiaggia. Le aree turistiche previste nel Prg vigente devono essere ridimensionate e ricollocate in considerazione del fatto che, fra la pineta e i collettori paralleli alla Litoranea, vi sono insediamenti residenziali cui dare una dimensione urbana. Per quanto concerne la residenza riepiloga brevemente i temi già oggetto di una recente approfondita discussione sul tema dei Pua, al cui verbale si rimanda. Evidenzia, inoltre, come nei Pua pubblici è prevista molta superficie commerciale che è ridimensionata nei Pua residenziali. Ricorda come si sia imboccata la strada della deroga, mediante, ad esempio, il frequente ricorso all’art. 5 del Dpr 447/1998. Naturalmente, occorre superare la prassi tradizionale, considerando un Puc che preveda un reale e condiviso sviluppo del territorio. L’idea è quella di individuare degli ambiti nei quali andare a sviluppare delle potenzialità. Il Prg si concentra prevalentemente sul capoluogo. La Ss 18, ad esempio, viene trascurata, e la fascia costiera è considerata esclusivamente ai fini della balneazione. Si possono, viceversa, individuare tre polarità, costituite dal capoluogo, dalla Ss 18 e dalla fascia costiera, inserite in una matrice costituita dal territorio agricolo. Questo deve essere un territorio realmente agricolo, legato alla zootecnia e all’agricoltura. Ci si potrà abitare solo se direttamente impegnati nella produzione agricola. Conclude affermando che il Psc, attraverso i suoi contenuti e le sue scelte strategiche, dovrà assumere una posizione che sia un punto di equilibrio fra idee, aspettative e interessi di cui ciascuno è portatore. Della Corte (architetto) Ritiene che le zone H turistiche non si sono attuate per la scarsa convenienza agli imprenditori ad intervenire. Propone di allagare la fascia destinata ad attività turistiche. Michele Malandrino (ingegnere) Richiama l’attenzione sulle frazioni lungo la Ss 18, quale pezzo di territorio che non si sente ebolitano, in quanto manca un collegamento fra le zone periferiche e il centro. Martino Melchionda Richiama l’attenzione sul dibattito che si è aperto circa l’ospedale unico Eboli-Battipaglia. Riferisce che in ambito regionale, ai fini della localizzazione si sta pensando alla ex De Martino, nell’area Pip, in quanto vicina allo svincolo dell’autostrada e alla stazione ferroviaria. Ritorna sul tema della Sp 30 e della sua valorizzazione. 483 La proposta relativa alla realizzazione di un autodromo. Nell’aprile 2008, con nota n. 13780 del 15.4.2008 a firma di Giovanni Jemma, è pervenuta all’Ac di Eboli una proposta per realizzazione di un autodromo di elevato livello sul territorio comunale. In essa si dichiara di avere disponibilità di terreni sul territorio di Eboli da destinare alla realizzazione dell’autodromo. La proposta parte dal presupposto che vi sia necessità di offrire al mercato delle attrattive specifiche, delle offerte turistiche qualificate e di grande qualità al fine di attrarre un turista qualificato e certamente di buona levatura economica. Detta ipotesi sarebbe scaturita da una serie di valutazioni economiche e di mercato che portano a ritenere che un simile impianto possa avere un ottimo riscontro laddove ubicato sul territorio di Eboli. Si dice essere stato predisposto un progetto di massima con allegato uno studio di fattibilità da cui emergerebbe come un simile impianto possa avere un notevole bacino di utenza, creare un indotto considerevole e essere di appoggio a tante realtà industriali presenti nel Mezzogiorno. Lo stud io di fattibilità ipotizza la localizzazione su un terreno appartenente ad una società che fa riferimento al proponente, con la possibilità di localizzare l’impianto anche nella zona di Cioffi - Santa Cecilia, a ridosso della litoranea su un vasto appezzamento di terreno di circa 80 ha. 679 Per la fascia costiera immagina un lungomare Sottolinea che le problematiche sollevano dei temi che comportano competenze di urbanisti ma anche di economisti. Mario Conte Si dichiara contrario alla proposta Ance di variante alla Ss 18, in quanto interrompe in più punti la continuità di aziende agricole, bypassando, inoltre, altre grandi aziende agricole che vengono, in tal modo, tagliate fuori. Ulteriori problematiche relative alla mobilità sono costituite dalla rotatoria a Battipaglia e dai due semafori di Cioffi e Campilongo. Dichiara di desiderare la massima condivisione delle scelte ai fini dell’adozione del Psc. 680 21) Eboli, 17.6.2008 Indirizzi per il Piano strategico comunale Sede comunale Verbale di riunione Oggi 17.6.2008, presso la sede comunale sono presenti i seguenti esponenti politici: Sindaco, Martino Melchionda Sigg. Paolo Polito, Vito Chiagano, Nicola Danza, Giuseppe Bisogno, Gaetano Cuomo, Salvatore Di Dio, Roberto Palladino, Carmine Magliano, Giancarlo Sibona, Pasquale Lettera, Alfonso Cillo, Vincenzo Ruggia, Mario Trevisant Verbalizza l’ing. Lucia Rossi, responsabile del procedimento. Martino Melchionda Afferma che le numerose occasioni di incontro con il prof. Gerundo, consulente per il Puc, hanno determinato coscienza delle tante problematiche che presenta il vigente Prg ed è ora necessario cominciare a discutere di ciò che l’Amministrazione intende realizzare con il nuovo Puc e nel particolare, cosa vuole che diventi la città di Eboli. Tutto ciò affinché il redigendo piano strategico comunale (Psc) possa dettagliare precisamente tutte le scelte operate dalla politica, consentendo poi il disegno vero e proprio del nuovo Piano. Nel dettaglio alcuni spunti per la discussione: Edilizia residenziale sociale: va verificata l’ipotesi tracciata dal prof. Gerundo che considera l’Ers quota della Erp ai fini del computo degli standard e delle superfici da cedere. Propone, in ogni caso di riportare gli standard nella misura di legge. Cave: occorre definire per queste porzioni di territorio una funzione precisa anche e soprattutto per intercettare i finanziamenti destinati alla loro rifunzionalizzazione. Ss 18 (città lineare): va inquadrato come piccolo Pip da consolidare. Sp 30 e l’altra provinciale verso il mare: vanno considerate come polarità di raccordo alla città consolidata. Zona agricola: le previsioni del vigente Prg sono da consolidare essendo la zona agricola un patrimonio da salvaguardare e da sviluppare. Fascia costiera: assolutamente da rivedere la previsione delle aree a scacchiera. Va riproposta come pezzo di città, ricca di funzioni e servizi 12 mesi l’anno. Sottozona Bc: da ridisegnare in maniera più organica. Boschi e praterie: da limitare solo ed esclusivamente laddove l’uso del suolo dovesse rilevarle. Nicola Danza Ripercorre la storia urbanistica della città, rilevando che i due piani regolatori, il vigente ed il precedente, si sono rivelati sovradimensionati non avendo espresso tutte le potenzialità dichiarate, probabilmente per la presenza di indici bassi e standard alti. Nelle linee, seppure accennate del Psc, non emerge una linea di sviluppo portante. Ritiene fondamentale trovare un equilibrio fra la Ss 18 e le Sp Eboli-mare soprattutto in prospettiva paesaggistica, atteso che percorrendole si può apprezzare una notevole molteplicità di scorci e paesaggi da rivalutare. Pone l’accento sulla necessità di intervenire con interventi infrastrutturali nella fascia costiera a sostegno dello sviluppo degli insediamenti a carattere turistico. Infine, propone di accelerare interventi, anche in variante al Prg vigente, ma in sintonia con le previsioni del nuovo Puc. 681 Infine ricorda a tutti che il centro antico di Eboli ha carattere medioevale e propone che tale aggettivazione possa essere tenuta presente come elemento di marketing territoriale. Gaetano Cuomo ritiene di poter individuare 4 polarità: città di mare: lo sviluppo deve partire dal mare che non deve essere considerato una semplice propaggine del territorio comunale. Vanno allora sostenute con forza le idee di porto turistico e di declassamento della litoranea che deve diventare un lungomare, deviando il traffico sulla SP Aversana. polo agroalimentare: va bene tenuta in conto l’opportunità di sviluppo offerta dal polo agroalimentare e da tutta la rete infrastrutturale della zona agricola che esso serve. eboli collinare: propone lo sviluppo della città anche verso le zone collinari. riqualificazione delle strade trasversali Eboli-mare. Conia lo slogan: “Le tre città nella città”. 682 Salvatore Di Dio Evidenzia la necessità di intercettare i flussi economici che, attraverso la Ss18, si muovono fra Capaccio e Battipaglia. Ritiene, per quanto riguarda il Puc, che si sia data troppa importanza alle problematiche dei Pua, tralasciando il disegno della città: va previsto il meccanismo dei piani di recupero per le porzioni non soggette a Pua, con operazioni di riammagliamento al centro. Va abolito il vincolo di inedificabilità posto attorno ai nuclei di S. Cecilia, Cioffi e Corno d’Oro. Fascia costiera e colline: per queste zone importanti della città vanno pensate bene funzioni e prospettive di sviluppo al fine di renderle appetibili come punti di forza. Condivide la necessità di valutare la previsione del polo agroalimentare, concludendo che bisogna riconoscere le vocazioni del territorio in modo da valorizzarle soprattutto in termini di opportunità di sviluppo e finanziamento. Carmine Magliano Ritiene che centro storico e colline urbanizzate debbano essere recuperate all’utilizzo residenziale, così come le Bc, per evitare di dover infrastrutturare altre parti del territorio. Sostiene la necessità di potenziamento delle provinciali verso il mare a riequilibrio delle polarità. Condivide l’idea del Sindaco sulla possibilità di un’area Pip lungo la Ss 18, proponendola anche per la Ss 19, verso Campagna. Propone, infine il riutilizzo del tabacchificio, in località Fiocche, per destinarlo a marcato ortofrutticolo e la creazione di un parco ludico alla fine della stessa Sp 30, in prossimità della fascia costiera. Paolo Polito Auspica il disegno della città non ad opera di tecnici. Propone la valorizzazione delle parti di territorio limitrofe ai comuni contermini per armonizzarne le vocazioni. Condivide l’idea della città di mare ma propone anche una città collinare con interventi edilizi di qualità. Alfonso Cillo Propone: un maggiore controllo in prospettiva di antiabusivismo edilizio; la salvaguardia della zona agricola; di riqualificare la Sp 30 al fine di renderla strada vetrina; il completamento delle zone che hanno necessità di servizi e standard; le varianti solo se il Puc è già disegnato e se ne può veramente valutare la compatibilità. Vito Chiagano Propone di concentrare l’attenzione su soluzioni concrete che si traducano in vere possibilità di sviluppo del territorio. La città è al collasso economico ed ha la necessità di intercettare finanziamenti. È necessario sviluppare subito il discorso della fascia costiera. Evidenzia, poi, che la Ss 18 e la Sp 30 hanno la medesima densità di traffico e che vanno valutate, pertanto, con la stessa priorità. Nota la totale assenza di riflessione sulla possibilità di intercettare la zona di Serre, Postiglione e zona limitrofe. Sottolinea, infine, la necessità di intervenire con immediatezza. Mario Trevisant Propone di considerare anche la zona dei monti Picentini, quale possibilità di sviluppo. In particolare propone infrastrutture di collegamento con le zone più interne che consentano al comune di Eboli, di porsi al centro del sistema. Giuseppe Bisogno Condivide tutto quanto detto. Propone di calendarizzare gli impegni perché “ora decide la politica, dettando gli indirizzi.” Sul Puc si ricompatterà la maggioranza con un percorso che sarà di coinvolgimento, di partecipazione e di condivisione. Propone di fissare un calendario di appuntamenti e di giornate di studio perché nessuno può e deve defilarsi da questo argomento. Giancarlo Sibona Si dice d’accordo e propone di accelerare i tempi su tutto. Martino Melchionda Conclude la discussione. Evidenzia la sua percezione che l’Università abbia inteso questo Puc come un elemento di continuità con il vigente Prg. Non si vuole fare un intervento di manutenzione del piano vigente che non distingue né qualifica questa amministrazione. Propone l’anticipazione di azioni subito dopo il Psc per i Pua e per la fascia costiera per la quale suggerisce lo sfoltimento per renderla fruibile e per non farle costituire barriera verso il mare. Tutto ciò connesso alla riqualificazione delle strade di collegamento al mare. Sottolinea l’importanza del porto turistico e della presenza sul territorio dell’Università Orientale: occorre guardare al Mediterraneo anche con la creazione di una struttura di incontro delle culture. Ribadisce la sua proposta di piccole aree Pip in località Cornito e sulla Ss 18, con attività commerciali ed artigianali. Condivide anche la possibilità di sviluppo di una città collinare con residenze di qualità, purché costruite “attorno ad una funzione”, ad esempio il golf. Evidenzia anche la necessità di pensare ad una eventuale localizzazione della sede per l’ospedale unico con Battipaglia. Propone, infine, di considerare le cave come aree a servizio degli stabilimenti industriali del PIP, in particolare per allocare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Il verbalizzante e Responsabile del Procedimento ing. Lucia Rossi 683 Eboli, 27.10.2008 Osservazioni alla sintesi del piano strategico comunale. Sala Consiliare Cosimo Cicia (Assessore all’Urbanistica) Ricorda che il Psc è l’esito di un lungo percorso di partecipazione fatto di incontri e discussioni. Riferisce che, a seguito dell’invio da parte del Gruppo di lavoro di una sintesi conclusiva del piano strategico comunale, le forze politiche hanno effettuato una serie di confronti in cui tale documento è stato letto e commentato, invitando l’ing. Giuseppe Barrella a illustrarne le principali proposte di modifica. Giuseppe Barrella Espone i contenuti delle proposte di modifica della sintesi del piano strategico comunale. Le principali proposte riguardano il ricorso alla ristrutturazione urbanistica e alla perequazione urbanistica, con particolare riferimento al ricorso, in determinati casi, alla previsione di premialità volumetriche e al trasferimento di crediti edilizi. Mario Conte Ricorda che l’incontro odierno è solo la conclusione di una serie di incontri finalizzati alla stesura completa e definitiva del Psc. 684 Roberto Gerundo Nel dichiararsi favorevole alle proposte avanzate circa il ricorso alla ristrutturazione urbanistica e alla perequazione urbanistica, mette sull’avviso che tali modelli costituiscono interventi complessi, che richiedono di modificare le modalità stesse di pensare e di intervenire sul territorio e che, se inseriti come elementi portanti del Puc, comportano un notevole impegno amministrativo, basato su una forte capacità divulgativa presso la popolazione interessata, le imprese, la proprietà fondaria, e tutti gli altri attori della scena urbana. Prende atto delle richieste di modifica alla sintesi del Psc e annuncia che le presenti e le ulteriori osservazioni che saranno elaborate in sede politica, verificate e ridefinite da parte del gruppo di lavoro con riferimento ad aspetti di natura tecnico-urbanistica e normativa nonché di riallineamento su un profilo strategico dei relativi contenuti, confluiranno nel corpo del Psc nel capitolo 3.2 La nuova organizzazione territoriale. Allegato 13 – L’analisi swot per Eboli EBOLI città consolidata SISTEMA INSEDITIVO Strengths Punti di forza Weaknesses Punti di debolezza Opportunities Opportunuità Threats Rischi Potenziali effetti agglomerativi derivanti dalla prossimità all'agglomerato industriale di Battipaglia e all'area industriale di Campagna Ruolo marginale in area vasta del centro urbano nei confronti di altri centri e, in particolare, di Battipaglia Compattezza del centro abitato principale Scarsa qualità del tessuto urbano Buona qualità edilizia dovuta alla ricostruzione post sisma del 1980 Bassa accessibilità e limitata Ampliamento Pip verso nord potenzialità di adeguamento degli spazi dell’attuale ospedale Maria SS.Addolorata Presenza di un centro sportivo di elevata qualità Sottoutilizzazione e marginalità dell’area di stazione Fs e del contesto urbano in cui è inserita Presenza di istituti di istruzione superiore all'obbligo Scarsa continuità morfologico- Riconversione a servizi dei lotti insediativa tra il centro antico liberi e dismessi nel Pip e il centro storico Presenza di un area Pip avente alta accessibilità su gomma Frammentarietà e incompletezza degli interventi di ricostruzione e recupero post-sisma nel centro storico Localizzazione della sede per l’ospedale unico Eboli Battipaglia Eccessiva frammentazione dell’edificazione all’interno degli agglomerati urbani recenti di completamento del Prg vigente assoggettati a Pua Riconsiderazione e completamento del programma di valorizzazione per il centro storico di cui alla Lr 26/2002 Parziale utilizzabilità del Pip a causa di preesistenze ed impedenze Previsione dell'edilizia residenziale sociale (Ers) come standard urbansitico Eccessiva dimensione dei parchi urbani e territoriali nel Prg vigente Rivitalizzazione ed attrezzaggio del centro storico (piano del centro storico - prof. d'acunzo) Propensione all'effetto periferia per alcuni quartieri Inclusione nell'area Pip della zona di cave Carenza di parcheggi pubblici e pertinenziali nel centro storico Progetto unitario delle cave site in Comune di Eboli con quelle site in Comune di Battipaglia Scarsa dotazione di aree per l'adeguamento agli standard nel tessuto urbano del capolupogo Conduzione a compimento dei Pua di iniziativa pubblica in corso di definizione (Centro sportivo Città di Ebo li, ex Pezzullo, area per attrezzature generali Serracapilli) Mancanza di un progetto unitario delle cave site in Comune di Eboli con quelle site in Comune di Battipaglia Delocalizzazione dell’attuale ospedale Maria SS.Addolorata in funzione della sede per l’ospedale unico con Battipaglia in territorio di Eboli 685 EBOLI Weaknesses Punti di debolezza Carenza di attrezzature, servizi e pubblici esercizi nel centro storico Opportunities Opportunuità Scarsa capacità attrattiva da parte del centro urbano nei confronti delle frazioni e dei centri urbani limitrofi Tessuto insediativo che tende a disporsi lungo la rete viaria Razionalizzazione delle attività presenti lungo la Sp30 Scarsa qualità del sistema insediativo lungo la variante alla Ss 18 per commistione casuale di funzioni Adeguamento delle attrezzature nelle frazioni di Cioffi, Corno d'oro e S. Cecilia Sviluppo spontaneo di funzioni lungo la Sp 30 con conseguenti riflessi negativi sotto il profilo della corretta organizzazione del territorio Riqualificazione dell’assetto esistente lungo la Ss 18 (Ptcp) Eccessiva gravitazione su Battipaglia dei centri abitati situati sulla Ss 18 Potenziamento del polo agroalimentare di S.Nicola Varco e realizzazione di un centro commerciale Miglioramento della qualità del sistema insediativo lineare lungo la variante alla Ss 18 e razionalizzazione dei processi insediativi in atto (Ptr) Commistione di funzioni lungo la fascia costiera Riqualificazione e riordino, dal punto di vista insediativo, della fascia costiera (Ptr) fascia costiera Riqualificazione dell’assetto esistente della fascia costiera (Ptcp) Rimodulazione delle zone Ha alberghiera e Hb extralberghiere lungo la fascia costiera Costruzione di una dimensione urbana lungo la fascia costiera territorio agricolo 686 SISTEMA INSEDITIVO città lineare città consolidata Strengths Punti di forza Eccessiva diffusione di attività artigianali e industriali al di fuori delle aree ad esse specificatamente dedicate (Pip) Riqualificazionedell’edilizia rurale, valorizzazione delle attività agricole, sviluppo delle attività agro-alimentari e commercializzazione dei prodotti locali (Ptr) Accentuati fenomeni di dispersione insediativa in zona agricola Recupero degli impianti agricoli dimessi in zona agricola Threats Rischi territorio agricolo SISTEMA INSEDITIVO Strengths Punti di forza EBOLI Weaknesses Opportunities Punti di debolezza Opportunuità Eccessivo consumo di suolo, Linee guida per la gestione stralcio frammentazione e ex art. 5, Dpr 447/1998 per commistione di funzioni nel insediamenti produttivi al di fuori territorio agricolo del Pip Insufficiente attenzione alle esigenze insediative del comparto zootecnico Threats Rischi Recupero di impianti zootecnici dimessi rispetto alla realizzazione di nuovi impianti, da favorire anche mediante incentivi Creazione di agriturismi legati alla produzione zootecnica mediante recupero e riconversione delle preesistenze rurali 687 EBOLI Strengths Punti di forza Posizione strategica Opportunities Opportunuità Threats Rischi geografica Scarsa qualità del tessuto Prossimità con l'aeroporto Aumento del traffico e viario all'interno del di Pontecagnano conseguente congestione del centro abitato sistema viario Notevole accessibilià centro abitato alla autostradale (A3 Sa-Rc) città consolidata Weaknesses Punti di debolezza del Debole collegamento Prossimità con l'interporto rete ferroviario alla rete di Battipaglia nazionale Buona efficienza ed affidabilità del trasporto pubblico Adeguamento della rete autostradale (A3 Sa-Rc) Mancata delocalizzazione della svincolo autostradale della Sa-Rc ad Eboli Potenziamento della Sp 350 per Olevano sul Tusciano città lineare Adeguamento della sezione stradale attuale, razionalizzazione degli incroci e creazione di una pista ciclopedonale lungo la Ss18 Potenziamento dei collegamenti relativi alle Sp 30, Sp 204 e Sp 262 Scarsa capacità della Sp 30 di assolvere al compito di collegamento funzionale del capoluogo e delle zone collinari con la Ss 18, con le frazioni, e il mare Progetto di variante alla Ss 18 (Ptcp) se opportunamente rimodulato ai fini della sua riorganizzazione Progetto di variante alla Ss 18 (Ptcp) se non opportunamente rimodulato ai fini della sua riorganizzazione Potenziamento della Sp 30 per il collegamento con la Ss18 e la litoranea fascia costiera Adeguamento della sezione stradale attuale, razionalizzazione degli incroci e creazione di una pista ciclopedonale lungo la Sp 30 Miglioramento del sistema Portualità diportistica diffusa infrastrutturale delle lungo la costa sud di Salerno comunicazioni lungo la (Ptr) fascia costiera (Ptr) Declassamneto della Litoranea Sp 145 (Ptr) Ipotesi di delocalizzazione del porto di Salerno territori o agricolo 688 SISTEMA RELAZIONALE Valorizzazione e potenziamento della linea ferroviaria Battipaglia Eboli - Potenza - Taranto (Ptcp) Potenziamento della 417 Aversana (Ptr Sp EBOLI Strengths Punti di forza Weaknesses Punti di debolezza Opportunities Opportunuità Threats Rischi Elevato pregio ambientale e Degrado paesaggistico Presenza del Parco dei Monti Eccessiva aggressione culturale ed ambientale Picentini dell'urbanizzazione ai determinato dalle cave territori fluviali e collinari città consolidata Presenza di siti archeologici Prossimità alla riserva naturale dei Monti Eremita Marzano Ricchezza di risorse paesaggistiche e ambientali Rimodulazione del centro storico in termini di caratteri e perimetrazione Presenza di specie faunistiche e di flora di particolare pregio Recupero delle antiche strutture dei mulini quali contenitori di iniziative per attività turistico-ricreative e di richiamo storico-culturale Presenza di antichi tracciati delle condotte di adduzione dell’acqua e di mulini prospicienti l’Elmice Pit Piana del Sele Recupero culturale e valorizzazione del patrimonio archeologico Realizzazione di servizi per il turismo e di strutture per lo sport nelle aree collinari (Ptcp) 689 Consolidamento del ruolo della riserva naturale foce Sele-Tanagro dei Sic e Zps Turismo religioso città lineare Scarsa valorizzazione Riconversione a centro di delle risorse ambientali studi e ricerca dell’area e culturali dell’Università Orientale di Napoli fascia costiera SISTEMA AMBIENTALE E CULTURALE Presenza diffusa di edifici di Scarsa conoscenza e Tutela ambientale, con pregio mancata valorizzazione eventuale estensione delle delle zone collinari norme di salvaguardia del parco regionale Monti Picentini nelle aree collinari Valorizzazione della fattoria didattica Improsta lungo la Ss 18 e salvaguardia delle relative aree di sperimentazione agraria Mantenimento, manutenzione Eccessiva aggressione e salvaguardia delle aree dell'urbanizzazione ai pinetate lungo la fascia territori costieri costiera 690 fascia costiera territorio agricolo SISTEMA AMBIENTALE E CULTURALE Strengths Punti di forza EBOLI Weaknesses Opportunities Threats Punti di debolezza Opportunuità Rischi Progetto di salvaguardia, Fenomeno della erosione recupero e valorizzazione costiera della fascia costiera (Provincia di Salerno) Adozione di convogliamento e drenaggio delle acque meteoriche nelle aree coperte a serra Eccessiva copertura del Tutela della aree agricole e Eccessiva aggressione territorio comunale e naturali (Ptr) dell'urbanizzazione ai conseguenti problemi di territori agricoli impatto ambientale nelle aree coltivate a serre Riconversione delle preesistenze in funzioni esclusivamente connesse con l’attività agricola e agrituristica Mancata valorizzazione dell’ampio patrimonio rurale e della riforma agraria dismesso Maggior rigore della normativa relativamente all'insediamento in zona agricola EBOLI città consolidata Strengths Punti di forza Weaknesses Punti di debolezza Opportunities Opportunuità Threats Rischi Presenza di un centro sportivo di Insufficienza delle elevata qualità superfici disponibili per far fronte alla domanda insediativa nel Pip Localizzazione della sede per l’ospedale unico Eboli - Battipaglia Aumento della dipendenza dalle aree limitrofe (Battipaglia) per servizi Presenza e possibile Mancanza di servizi e ampliamento ed infrastrutture infrastrutturazione dell'area Pip Promozione del turismo collinare (Ptcp) Trasferimento dei cittadini nei centri dove maggiore è l'offerta di occupazione Riconversione dell’ex fabbrica Mancata riutilizza zione De Martino in centro di servizi delle cave dismesse del Pip Consolidamento o riconversione con delocalizzazione, mediante incentivi, nell’area Pip, delle aree produttive al di fuori di questa Valorizzazione delle superfici di proprietà comunale nelle aree collinari Elevato potenziale turistico Realizzazione a promozione del distretto agroalimentare S.Nicola Varco città lineare Potenziamento della capacità di collegamento lungo la Sp30 Realizzazione di aree attrezzate per la logistica, poli integrati di servizi alle imprese lungo la Ss 18 (Ptcp) Aree per la localizzazione di medie e grandi strutture di vendita Previsione di idonee Mancata attuazione delle Indotto servizi aggiuntivi e integrativi Capacità di marketing disposizion i per previsioni turistiche del del porto turistico territoriale di altre realtà l’equipaggiamento e la fruizione Prg vigente lungo la turistiche di qualità della spiaggia fascia costiera fascia costiera SISTEMA SOCIO - ECONOMICO Riuso delle cave dismesse Previsione di attrezzature ricettive, di strutture multifunzionali e di strutture alberghiere di grande qualità architettonica Modello di turismo Destagionalizzazione della domanda di esclusivamente stagionale servizi turistici, mediante il modello di e legato alla balneazione sviluppo sostenibile che ha nella rete ecologica il suo riferimento lungo la fascia costiera (Ptr) Valorizzazione turistica della fascia costiera Realizzazione di un porto turistico alla foce del Sele Misure per lo sviluppo e la valorizzazione dei prodotti tipici locali e la zootecnia Recupero e riconversione a sede fieristica dell’ex tabacchificio di Fiocche da riconvertire Realizzazione del complesso ricettivo con campo da golf Riviera del Sele 691 Strengths Punti di forza Affermazione nel settore zootecnico della imprenditoria locale (Potenzialità della zootecnia) EBOLI Weaknesses Opportunities Punti di debolezza Opportunuità Promozione di pacchetti localizzativi per le attività industriali, con particolare riferimento al settore della trasformazione agro-alimentare (Ptcp 2007) territorio agricolo SISTEMA SOCIO - ECONOMICO Consolidamento e ampliamento delle funzioni zootecniche in esercizio compatibili con la zona agricola Riqualificazione dell’edilizia rurale, valorizzazione delle attività agricole, sviluppo delle attività agroalimentari e commercializzazione dei prodotti locali (Ptr) Creazione di agriturismi legati alla produzione zootecnica mediante recupero e riconversione delle preesistenze rurali Valorizzazione dei prodotti della serricoltura Sviluppo del comparto agroalimentare e di attività turistiche diversificate (Ptcp) 692 Potenziamento e qualificazione dell’offerta ricettiva e di servizi per il turismo, mediante recupero di manufatti esistenti, quali edifici della riforma agraria, tabacchifici, masserie, ecc. (Ptcp) Threats Rischi Capacità di promozione di prodotti tipici da parte di altre realtà agricole Elenco figure Figura 1 - Documento Novacco-Rossi Doria. Il territorio regionale, 1957 ................................ 18 Figura 2 - Documento Novacco-Rossi Doria. Analisi e proposte per l’intervento industriale, 1957 ........................................................................................................................................... 19 Figura 3 - Piano territoriale di coordinamento della Campania. Travaglini-Piccinato, 1971 ....... 21 Figura 4 - Opzioni Cascetta, 1974 ......................................................................................... 22 Figura 5 - Territorio regionale campano ridisegnato secondo le Opzioni Cascetta, 1974............ 23 Figura 6 - Ipotesi di assetto territoriale della Campania, 1982.................................................. 24 Figura 7 - Proposta di piano territoriale regionale per la tutela paesistico-ambientale................ 26 Figura 8 - Piano di assetto territoriale, 1986........................................................................... 26 Figura 9 - Piano di assetto territoriale. L’area del Sele e del Tusciano...................................... 27 Figura 10 - Piano regionale di sviluppo. Schema, 1990........................................................... 28 Figura 11 - Sistema locale del lavoro di Eboli, 1981............................................................... 30 Figura 12 - Sistema locale del lavoro di Eboli, 1991............................................................... 31 Figura 13 - Sistema locale del lavoro di Salerno, 2001............................................................ 32 Figura 14 - Sovrapposizione dei sistema locali del lavoro di Salerno ed Eboli, 2001................. 33 Figura 15 - Piano territoriale regionale. Primo quadro territoriale di riferimento – la rete ecologica ........................................................................................................................................... 35 Figura 16 - Piano territoriale regionale. Secondo quadro territoriale di riferimento - Ambienti insediativi............................................................................................................................ 37 Figura 17 - Piano territoriale regionale, visioning tendenziale................................................. 41 Figura 18 - Piano territoriale regionale, visioning tendenziale................................................. 42 Figura 19 - Piano territoriale regionale, visioning preferita...................................................... 43 Figura 20 - Piano territoriale regionale, visioning preferita...................................................... 44 Figura 21 - Piano territoriale regionale. Terzo quadro territoriale di riferimento - Sistemi territoriali di sviluppo........................................................................................................... 45 Figura 22 - Piano territoriale regionale. Quarto quadro territoriale di riferimento, Campi territoriali complessi............................................................................................................. 48 Figura 23 - Piano territoriale regionale. Linee guida per il paesaggio, sistemi del territorio rurale ed aperto ............................................................................................................................. 50 Figura 24 - Piano territoriale di coordinamento provinciale. Le scelte...................................... 59 Figura 25 - Piano territoriale di coordinamento provinciale. Ambito agro-alimentare e di sviluppo turistico............................................................................................................................... 64 Figura 26 - Piano territoriale di coordinamento provinciale. Il sistema infrastrutturale.............. 65 Figura 27 - Ipotesi di nuovo porto-isola commerciale Battipaglia-Eboli................................... 68 Figura 28 - Delimitazione geografica dei Pit individuati in Campania...................................... 71 Figura 29 - Progetto integrato territoriale Piana del Sele, inquadramento territoriale................ 73 Figura 30 - Progetto integrato territoriale Piana del Sele, emergenze storiche e parchi naturali.. 73 Figura 31 - Progetto integrato territoriale Piana del Sele, lavori di ampliamento della Sp 417 Aversana............................................................................................................................. 74 Figura 32 - Lavori di ampliamento e completamento della Sp 417 Aversana............................ 75 Figura 33 - Progetto integrato territoriale Piana del Sele, pista ciclabile sulla Sp 175 Litoranea. 76 Figura 34 - La Programmazione 2007- 2013, le risorse della Regione Campania...................... 77 Figura 35 - Il Po Fesr 2007- 2013, assi prioritari e obiettivi specifici........................................ 80 Figura 36 - Il Po Fse 2007- 2013, assi prioritari e obiettivi specifici......................................... 83 Figura 37 - Programma di sviluppo rurale 2007-2013. Articolazione del territorio regionale in macroaree omogenee............................................................................................................ 84 Figura 38 - Programma di sviluppo rurale 2007-2013. Articolazione del territorio regionale in macroaree omogenee, dettaglio per la piana del Sele .............................................................. 85 693 694 Figura 39 - Programma di sviluppo rurale 2007-2013. Territorializzazione, quadro logico per la macroarea B........................................................................................................................ 88 Figura 40 - Il programma di sviluppo rurale 2007-2013, assi e obiettivi prioritari..................... 89 Figura 41 - Il programma di sviluppo rurale 2007-2013, disegno attuativo della strategia regionale ........................................................................................................................................... 89 Figura 42 - Schema di riferimento territoriale per la realizzazione dei progetti di investimento a carattere individuale e collettivo............................................................................................ 90 Figura 43 - Massima intensità macrosismica osservata............................................................ 94 Figura 44 - Precedente classificazione sismica in base al Dm 3.6.1981 .................................... 95 Figura 45 - Nuova classificazione sismica a seguito del Dgr n. 5447 del 7.11.2002................... 96 Figura 46 - Variazione relativa del grado di sismicità............................................................. 97 Figura 47 - Bacini idrografici nel territorio della Provincia di Salerno...................................... 98 Figura 48 - Piano di assetto idrogeologico Interregionale Sele. Carta della pericolosità da dissesto ........................................................................................................................................... 99 Figura 49 - Piano di assetto idrogeologico Interregionale Sele. Fasce fluviali......................... 100 Figura 50 - Piano di assetto idrogeologico Interregionale Sele. Carta del rischio da frana........ 101 Figura 51 - Piano di assetto idrogeologico Interregionale Sele. Carta del rischio idraulico....... 102 Figura 52 - Piano regionale delle attività estrattive. Litotipi estraibili..................................... 108 Figura 53 - Piano regionale delle attività estrattive. Aree perimetrate..................................... 109 Figura 54 - Piano regionale delle attività estrattive. Stralcio per la Piana del Sele ................... 111 Figura 55 - Piano regionale attività estrattive. Dettaglio per la zona nord del territorio di Eboli112 Figura 56 - I Parchi e le riserve naturali in Campania............................................................ 114 Figura 57 - I siti di importanza comunitaria in Campania...................................................... 115 Figura 58 - Parco regionale Monti Picentini e riserva naturale foce Sele-Tanagro................... 118 Figura 59 - Parco regionale Monti Picentini. Stralcio zonizzazione........................................ 119 Figura 60 - Siti di interesse comunitario e zone a protezione speciale..................................... 123 Figura 61 - Il sito di importanza comunitaria Monti Eremita Marzano .................................. 124 Figura 62 - La rete stradale della provincia di Salerno........................................................... 127 Figura 63 - La rete ferroviaria in Campania.......................................................................... 128 Figura 64 - La rete ferroviaria della provincia di Salerno ...................................................... 128 Figura 65 - Il progetto di rete ferroviaria in provincia di Salerno ........................................... 129 Figura 66 - Il sistema della mobilità nella Piana del Sele....................................................... 132 Figura 67 - Interporto di Salerno (presso Battipaglia)............................................................ 134 Figura 68 - Aeroporto di Salerno - Pontecagnano ................................................................. 136 Figura 69 - La popolazione agli anni del censimento dal 1951 al 2001 nei comuni dell'ambito intercomunale.................................................................................................................... 143 Figura 70 - Stato della strumentazione urbanistica comunale................................................. 144 Figura 71 - Vetustà degli strumenti urbanistici comunali....................................................... 145 Figura 72 - Mosaico strumentazione urbanistica comunale.................................................... 146 Figura 73 - Mosaico strumentazione urbanistica comunale. Dettaglio .................................... 147 Figura 74 - Ambito intercomunale....................................................................................... 149 Figura 75 - Evoluzione demografica agli anni di censimento dal 1951 al 2007 ....................... 164 Figura 76 - Evoluzione nati, morti, iscritti e cancellati dal 1989 al 2007................................. 166 Figura 77 - Evoluzione dei saldi naturali e dei saldi sociali dal 1989 al 2007.......................... 167 Figura 78 - La piramide dell'età al 1981............................................................................... 168 Figura 79 - La piramide dell'età al 1991............................................................................... 168 Figura 80 - La piramide dell'età al 2001............................................................................... 169 Figura 81 - Raffronto delle piramidi dell'età al 1991 e al 2001............................................... 169 Figura 82 - Matrimoni nel periodo 1997-2007 nel Comune di Eboli...................................... 171 Figura 83 - L’indice di affollamento per sezioni censuarie sull’intero territorio comunale, censimento Istat 2001......................................................................................................... 173 Figura 84 - L’indice di affollamento per sezioni censuarie nel capoluogo, censimento Istat 2001 ......................................................................................................................................... 174 Figura 85 - L’indice di affollamento per sezioni censuarie sull’intero territorio comunale, censimento Istat 2001......................................................................................................... 175 Figura 86 - L’indice di affollamento per sezioni censuarie nel capoluogo, censimento Istat 2001 ......................................................................................................................................... 176 Figura 87 - Densità di popolazione per sezioni censuarie sull’intero territorio comunale, censimento Istat 2001......................................................................................................... 177 Figura 88 - Densità di popolazione per sezioni censuarie nel capoluogo, censimento Istat 2001178 Figura 89 - Numero di abitanti per sezioni censuarie sull’intero territorio comunale, censimento Istat 2001 .......................................................................................................................... 179 Figura 90 - Numero di abitanti per sezioni censuarie nel capoluogo, censimento Istat 2001..... 180 Figura 91 - Variazione di popolazione per sezione censuaria sull’intero territorio comunale registrata tra i censimenti del 1991 e del 2001...................................................................... 181 Figura 92 - Variazione di popolazione per sezione censuaria nel capoluogo registrata tra i censimenti del 1991 e del 2001 ........................................................................................... 182 Figura 93 - Andamento della popolazione del Comune di Eboli, andamento lineare................ 185 Figura 94 - Andamento della popolazione del Comune di Eboli, andamento logaritmico......... 185 Figura 95 - Andamento della popolazione del Comune di Eboli, andamento polinomiale di ordine 2 ....................................................................................................................................... 186 Figura 96 - Andamento della popolazione del Comune di Eboli, potenza............................... 186 Figura 97 - Andamento della popolazione del Comune di Eboli, andamento esponenziale....... 186 Figura 98 - Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione................................................. 189 Figura 99 - Abitazioni occupate per titolo di godimento agli anni 1981, 1991, 2001................ 190 Figura 100 - Attività economiche al 2001. Numero di addetti................................................ 194 Figura 101 - Attività economiche al 2001. Numero di unità locali......................................... 195 Figura 102 - Articolazione delle attività economiche al 2007. Numero di imprese per sezione. 196 Figura 103 - Popolazione residente attiva in condizioni professionali per ramo di attività economica agli anni di censimento...................................................................................... 196 Figura 104 - Piano regolatore generale (Prg) del 1972. Perimetrazione del centro storico........ 201 Figura 105 - Piano di recupero (PdiR) del centro storico di Eboli del 1988............................. 201 Figura 106 - Piano regolatore generale (Prg) vigente. Zonizzazione del centro storico ............ 202 Figura 107 - Piano regolatore generale (Prg) vigente. Centro storico, articolazione in tessuto urbano storico di impianto e tessuto urbano di recente formazione di interesse storico e dotazione di attrezzature.................................................................................................................... 203 Figura 108 - Piano regolatore generale (Prg) vigente. Centro storico, classificazione tipologica204 Figura 109 - Analisi urbanistica del centro storico. I vincoli formali...................................... 207 Figura 110 - Analisi urbanistica del centro storico del centro storico. Servizi ed attrezzature esistenti............................................................................................................................. 208 Figura 111 - Analisi urbanistica del centro storico. Stato di conservazione degli edifici .......... 211 Figura 112 - Analisi urbanistica del centro storico. I pregi .................................................... 214 Figura 113 - Analisi urbanistica del centro storico. La pubblica illuminazione........................ 215 Figura 114 - Sovrapposizione delle perimetrazioni del centro storico negli strumenti urbanistici comunali........................................................................................................................... 216 Figura 115 - Centro contemporaneo. Agglomerati urbani recenti: la sottozona Ba, satura, e la sottozona Bc, nuclei periferici, previsti dal Prg vigente. Inquadramento................................. 220 Figura 116 - Inquadramento del centro contemporaneo. Agglomerati urbani recenti: la sottozona Ba, satura, e la sottozona Bc, nuclei periferici, previsti dal Prg vigente.................................. 221 695 696 Figura 117 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti: la sottozona Ba, satura, e la sottozona Bc, nuclei periferici, previsti dal Prg vigente.............................................................................. 222 Figura 118 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti: la sottozona Ba, satura, e la sottozona Bc, nuclei periferici, previsti dal Prg vigente - legenda ......................................................... 223 Figura 119 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti: la sottozona Ba, satura, e la sottozona Bc, nuclei periferici, previsti dal Prg vigente – quadrante A........................................................ 225 Figura 120 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti: la sottozona Ba, satura, e la sottozona Bc, nuclei periferici, previsti dal Prg vigente – quadrante B........................................................ 226 Figura 121 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti: la sottozona Ba, satura, e la sottozona Bc, nuclei periferici, previsti dal Prg vigente – quadrante C........................................................ 227 Figura 122 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: la sottozona Ba, satura. Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie .......................................................... 228 Figura 123 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: la sottozona Bc, nuclei periferici. Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie........................................... 228 Figura 124 - Le sottozone Fc nel Prg vigente. Pua centro sportivo Città di Eboli, attrezzature di trasformazione................................................................................................................... 235 Figura 125 - Le sottozone Fc nel Prg vigente. Pua Serracapilli, attrezzature di trasformazione236 Figura 126 - Le sottozone Fc nel Prg vigente. Il progetto di dettaglio del Pua Serracapilli, planimetria........................................................................................................................ 236 Figura 127 - Le sottozone Fc nel Prg vigente. Pua ex Pezzullo, attrezzature di trasformazione 237 Figura 128 - Progetto di realizzazione di un centro urbano polifunzionale Porta S.Giovanni. Variante al Prg................................................................................................................... 239 Figura 129 - Progetto di un centro urbano polifunzionale denominato porta S. Giovanni da realizzare sul sito dell'ex mattatoio comunale tramite contratto di concessione di lavoro pubblico. ......................................................................................................................................... 239 Figura 130 - Progetto di un centro urbano polifunzionale denominato porta S. Giovanni da realizzare sul sito dell'ex mattatoio comunale tramite contratto di concessione di lavoro pubblico. Dati di progetto.................................................................................................................. 240 Figura 131 - Realizzazione degli impianti fotovoltaici su immobili di proprietà comunale. Studio di fattibilità. Individuazione degli edifici interessati.............................................................. 242 Figura 132 - Ampliamento parcheggio multipiano ospedale Maria SS. Addolorata. Studio di fattibilità............................................................................................................................ 244 Figura 133 - Riqualificazione urbana rione Pescara. Alloggi e Palazzo di Giustizia – Studio di fattibilità – scheda 5 Nta Prg vigente................................................................................... 248 Figura 134 - Ambiti assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Inquadramento................................................................................................................... 253 Figura 135 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Fontanelle................................................................................................... 254 Figura 136 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Pezza delle Monache................................................................................... 255 Figura 137 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Cupe........................................................................................................... 256 Figura 138 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Rione Pescara............................................................................................. 257 Figura 139 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). S. Andrea.................................................................................................... 258 Figura 140 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), legenda ...................................................................................... 259 Figura 141 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), Fontanelle.................................................................................. 260 Figura 142 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), Pezza delle Monache................................................................... 261 Figura 143 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), Cupe.......................................................................................... 262 Figura 144 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), Rione Pescara............................................................................. 263 Figura 145 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), S. Andrea................................................................................... 264 Figura 146 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, Fontanelle.. 267 Figura 147 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, Pezza delle Monache........................................................................................................................... 267 Figura 148 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, Cupe.......... 268 Figura 149 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, Rione Pescara ......................................................................................................................................... 268 Figura 150 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, S. Andrea... 268 Figura 151 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di superfici fondiarie, totale rispetto agli usi269 Figura 152 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Attrezzature esistenti, per tipologia e in termini di superfici fondiarie..... 272 Figura 153 - Uso del suolo. Ambiti assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di superfici fondiarie, totale per gli 8 ambit.............................. 272 Figura 154 - Uso del suolo. Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Attrezzature esistenti, per tipologia e in termini di superfici fondiarie, per gli 8 ambiti............ 273 Figura 155 - Area Pip. Inquadramento dell’area sull’ortofoto................................................ 275 Figura 156 - Area Pip. I vincoli e le zone di rispetto ............................................................. 277 Figura 157 - Area Pip. I vincoli e le zone di rispetto ............................................................. 282 Figura 158 - Uso del suolo nell’area Pip. Riferimenti geografici per la lettura delle tabelle...... 284 Figura 159 - Area Pip e relativa ipotesi di ampliamento........................................................ 285 Figura 160 - Area Pip e relativa ipotesi di ampliamento. Uso del suolo, quadrante a.............. 286 Figura 161 - Area Pip e relativa ipotesi di ampliamento. Uso del suolo, quadrante b.............. 287 Figura 162 - Area Pip e relativa ipotesi di ampliamento. Uso del suolo, modello 3d................ 288 Figura 163 - Uso del suolo nell’area Pip. Tipo di attività in funzione della superficie fondiaria289 Figura 164 - Uso del suolo nell’area Pip. Numero di aziende per tipo di attività e per situazione aziendale........................................................................................................................... 290 Figura 165 - Uso del suolo nell’area Pip. Attività in esercizio in termini di superficie fondiaria290 Figura 166 - Attività produttive al di fuori del Pip. Distribuzione sul territorio comunale in rapporto con la zonizzazione del Prg vigente........................................................................ 296 Figura 167 - Attività produttive al di fuori del Pip. Distribuzione sul territorio comunale, quadrante a........................................................................................................................ 297 Figura 168 - Attività produttive al di fuori del Pip. Distribuzione sul territorio comunale, quadrante b........................................................................................................................ 298 Figura 169 - Attività produttive al di fuori del Pip. Distribuzione sul territorio comunale, quadrante c........................................................................................................................ 299 Figura 170 - Attività produttive al di fuori del Pip. Distribuzione sul territorio comunale, quadrante d........................................................................................................................ 300 697 698 Figura 171 - Attività produttive al di fuori del Pip. Superficie fondiaria e percentuale di aziende in esercizio o dismesse in termini di compatibilità con la zonizzazione del Prg vigente............... 301 Figura 172 - Attività produttive al di fuori del Pip. Superficie fondiaria e percentuale di aziende per funzione rilevata........................................................................................................... 301 Figura 173 - Attività produttive al di fuori del Pip. Numero di aziende in rapporto con la zonizzazione del Prg vigente in termini di compatibilità....................................................... 302 Figura 174 - Studio di fattibilità per la variante al Pip. Tavola dei vincoli dal Prg vigente....... 304 Figura 175 - Studio di fattibilità per la variante al Pip. Prima ipotesi di delocalizzazione dei lotti non assegnabili .................................................................................................................. 305 Figura 176 - Studio di fattibilità per la variante al Pip. Individuazione definitiva delle aree di compensazione per la delocalizzazione................................................................................ 306 Figura 177 - Studio di fattibilità per la variante al Pip. Zonizzazione di progetto..................... 307 Figura 178 - Le attività estrattive. Le aree perimetrate dal Prae............................................. 309 Figura 179 - Piano regionale attività estrattive. Cave n. 6505_01 – 65050_02 – 65050_03 riportate come Aree suscettibili di nuove estrazioni, aree di riserva, aree di crisi, zone critiche, zone altamente critiche, aree di particolare interesse ambientale............................................ 310 Figura 180 - Piano regionale attività estrattive. Cave n. 65050_01 – 65050_02 – 65050_03 su ortofoto Cgr 1998............................................................................................................... 311 Figura 181 - Piano regionale attività estrattive. Cava n. 65050_05 riportata come Aree suscettibili di nuove estrazioni, aree di riserva, aree di crisi, zone critiche, zone altamente critiche, aree di particolare interesse ambientale........................................................................................... 312 Figura 182 - Piano regionale attività estrattive. Cava n. 65050_05 su ortofoto Cgr 1998 ......... 313 Figura 183 - Piano regionale attività estrattive. Cave n. 65050_06 – 65050_07 riportate come Aree suscettibili di nuove estrazioni, aree di riserva, aree di crisi, zone critiche, zone altamente critiche, aree di particolare interesse ambientale................................................................... 314 Figura 184 - Piano regionale attività estrattive. Cave n. 65050_06 – 65050_07 su ortofoto Cgr 1998.................................................................................................................................. 315 Figura 185 - Individuazione dell’area di cava ed ipotesi di integrazione con le funzioni produttive dell’area Pip ai fini della delocalizzazione.......................................................................... 316 Figura 186 - Le zone F del Prg vigente. Sottozona Fa denominato parco urbano S. Donato scheda n. 9......................................................................................................................... 318 Figura 187 - Le zone F del Prg vigente. Sottozona Fa denominato parco urbano S. Donato ortofoto ............................................................................................................................. 318 Figura 188 - Le zone F del Prg vigente. Sottozona Fa denominato parco urbano S. Cataldo/S. Andrea - scheda n. 10......................................................................................................... 319 Figura 189 - Le zone F del Prg vigente. Sottozona Fa denominato parco urbano S. Cataldo/S. Andrea - ortofoto ............................................................................................................... 319 Figura 190 - Le zone F del Prg vigente. Sottozona Fa denominato parco urbano Costa S.Giovanni - scheda n.11...................................................................................................................... 320 Figura 191 - Le zone F del Prg vigente. Sottozona Fa denominato parco urbano Costa S.Giovanni – ortofoto .......................................................................................................................... 320 Figura 192 - Parco regionale dei Monti Picentini, area del parco San Donato ......................... 321 Figura 193 - Centro contemporaneo. Aree di completamento e sviluppo insediativo, Pip e attrezzature urbane. Inquadramento..................................................................................... 323 Figura 194 – Uso del suolo. Centro contemporaneo, aree di completamento e sviluppo insediativo, Pip e attrezzature urbane................................................................................... 324 Figura 195 – Uso del suolo. Centro contemporaneo. Attrezzature esistenti e superfici agricole 325 Figura 196 – Uso del suolo. Centro contemporaneo, aree di completamento e sviluppo insediativo. Distribuzione spaziale del rapporto di copertura fondiario................................... 326 Figura 197 – Proposta di variante alla Ss 18, porzione territorio nord di Eboli........................ 328 Figura 198 – Proposta di variante alla Ss 18, porzione territorio nord di Eboli........................ 329 Figura 199 - Il centro commerciale di San Nicola Varco e il polo agroalimentare. Inquadramento territoriale.......................................................................................................................... 332 Figura 200 - Piano urbanistico attuativo San Nicola Varco. Planovolumetrico d’insieme........ 333 Figura 201 - Piano urbanistico attuativo San Nicola Varco. Destinazioni funzionali................ 335 Figura 202 - Proposta di variante urbanistica del Consorzio per la progettazione e l’attuazione del comparto industriale e terziario Ss18 di Eboli. Zonizzazione esistente................................... 337 Figura 203 - Proposta di variante urbanistica del Consorzio per la progettazione e l’attuazione del comparto industriale e terziario Ss 18 di Eboli. Zonizzazione di progetto............................... 338 Figura 204 - Località Fiocche. Ex tabacchificio.................................................................... 339 Figura 205 - Inquadramento territoriale dell’intervento per la realizzazione del campo da golf Riviera del Sele.................................................................................................................. 341 Figura 206 - Complesso ricettivo con campo da golf Riviera del Sele .................................... 342 Figura 207 - Ambiti assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Inquadramento................................................................................................................... 344 Figura 208 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Cioffi.......................................................................................................... 345 Figura 209 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). S. Cecilia.................................................................................................... 346 Figura 210 - Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Corno d’Oro ............................................................................................... 347 Figura 211 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), legenda ...................................................................................... 348 Figura 212 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), Cioffi......................................................................................... 349 Figura 213 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), S. Cecilia.................................................................................... 350 Figura 214 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua), Corno d’Oro............................................................................... 351 Figura 215 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, Cioffi......................... 352 Figura 216 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, S. Cecilia.................... 352 Figura 217 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie, Corno d’Oro352 Figura 218 - Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di superfici fondiarie, totale per gli usi........................ 353 Figura 219 - Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Attrezzature esistenti per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città lineare ......................................................................................................................................... 357 Figura 220 - Uso del suolo. La Ss 18 e la Sp 30, città lineare della produzione e del commercio. Quadro di unione............................................................................................................... 358 Figura 221 - Uso del suolo. La Ss 18 e la Sp 30 città lineare della produzione e del commercio. Quadrante A...................................................................................................................... 359 Figura 222 - Uso del suolo. La Ss 18 e la Sp 30 città lineare della produzione e del commercio. Quadrante B...................................................................................................................... 360 Figura 223 - Uso del suolo. La Ss 18 e la Sp 30 città lineare della produzione e del commercio. Quadrante C...................................................................................................................... 361 Figura 224 - Uso del suolo. La Ss 18 e la Sp 30 città lineare della produzione e del commercio. Quadrante D...................................................................................................................... 362 699 700 Figura 225 - Uso del suolo. La Ss 18 e la Sp 30, città lineare della produzione e del commercio, quadro di unione................................................................................................................ 365 Figura 226 - Fascia costiera. Il sistema delle protezioni........................................................ 366 Figura 227 - Fascia costiera. Il sistema delle protezioni, quadrante 1 .................................... 367 Figura 228 - Fascia costiera. Il sistema delle protezioni, quadrante 2 .................................... 368 Figura 229 - Fascia costiera. Inquadramento dell’area di studio con riferimento al Prg vigente372 Figura 230 - Piano di utilizzazione delle aree del demanio. Planimetria di progetto................. 374 Figura 231 - Disposizioni per l’equipaggiamento e la fruizione della spiaggia. Indirizzi di dettaglio per la gestione delle aree demaniali....................................................................... 375 Figura 232 - Progetto di salvaguardia recupero e valorizzazione della fascia costiera. Inquadramento territoriale.................................................................................................. 379 Figura 233 - Progetto di salvaguardia recupero e valorizzazione della fascia costiera. Individuazione dell’area d’intervento con ortofoto ............................................................... 380 Figura 234 - Progetto di salvaguardia recupero e valorizzazione della fascia costiera. Planimetria e sezione........................................................................................................................... 380 Figura 235 - Villaggio turistico Casella Tonna. Inquadramento territoriale e ortofoto dell’intervento ................................................................................................................... 382 Figura 236 - Villaggio turistico Casella Tonna. Inquadramento territoriale e ortofoto dell’intervento ................................................................................................................... 383 Figura 237 - Villaggio turistico Casella Tonna. Render........................................................ 383 Figura 238 - Il porto turistico. Localizzazione...................................................................... 390 Figura 239 - Il porto turistico. Localizzazione...................................................................... 390 Figura 240 - Studio di fattibilità per la costruzione dell’attracco turistico lungo il fiume Sele. Zonizzazione, soluzione A.................................................................................................. 391 Figura 241 - Fascia costiera. Uso del suolo .......................................................................... 393 Figura 242 - Fascia costiera. Uso del suolo, quadrante 1 ....................................................... 394 Figura 243 - Fascia costiera. Uso del suolo, quadrante 2 ....................................................... 395 Figura 244 - Fascia costiera. Uso del suolo. Funzioni rilevate in termini di superfici fondiarie estensione e percentuale..................................................................................................... 397 Figura 245 - Linee di assetto per la fascia costiera................................................................ 399 Figura 246 - Linee di assetto per la fascia costiera, quadrante 1............................................. 400 Figura 247 - Linee di assetto per la fascia costiera, quadrante 2............................................. 401 Figura 248 - Uso del suolo in zona agricola......................................................................... 416 Figura 249 - Insediamenti edilizi in zona agricola. Consistenza in termini di volumi totali..... 417 Figura 250 - Insediamenti edilizi in zona agricola. Consistenza in termini di superfici fondiarie e distinzione in attivi e dismessi............................................................................................. 418 Figura 251 - Uso del suolo in zona agricola. Distribuzione delle serre sul territorio comunale. 419 Figura 252 - Uso del suolo in zona agricola. L’agriturismo e l’edilizia rurale, il turismo rurale equestre............................................................................................................................. 420 Figura 253 - Uso del suolo in zona agricola. L’agriturismo e l’edilizia rurale, scheda tipo di rilievo dell’edilizia rurale di pregio ..................................................................................... 420 Figura 254 - Uso del suolo in zona agricola. L’agriturismo e l’edilizia rurale, inquadramento dell’area della fattoria didattica........................................................................................... 421 Figura 255 - Uso del suolo in zona agricola. L’agriturismo e l’edilizia rurale, scheda tipo di rilievo dell’edilizia rurale nel caso della fattoria didattica...................................................... 421 Figura 256 - Uso del suolo in zona agricola. L’agriturismo e l’edilizia rurale, inquadramento dell'area di un allevamento zootecnico................................................................................. 422 Figura 257 - Uso del suolo in zona agricola. L’agriturismo e l’edilizia rurale - scheda tipo di rilievo dell’edilizia rurale – allevamento zootecnico............................................................. 422 Figura 258 - Accessibilità da/verso i capoluoghi di provincia................................................ 423 Figura 259 - Accessibilità da/verso alcuni poli rilevanti........................................................ 424 Figura 260 - Eboli. Rete viaria principale............................................................................. 425 Figura 261 - Eboli. Rete viaria principale e rete locale.......................................................... 425 Figura 262 - Percorsi delle linee del trasporto collettivo su gomma in ambito urbano.............. 426 Figura 263 - Accessibilità da/verso alcuni poli rilevanti per il trasporto collettivo................... 428 Figura 264 - Accessibilità da/verso alcuni poli rilevanti per il trasporto su ferro ..................... 430 Figura 265 - Territorio comunale di Eboli su ortofoto, quadro di unione............................... 432 Figura 266 - Inquadramento corografico del Comune di Eboli............................................... 434 Figura 267 – Programma di Recupero urbano del quartiere Pescara. Programma d’intervento, uso del suolo............................................................................................................................ 462 Figura 268 – Programma di Recupero urbano del quartiere Pescara. Programma d’intervento, ipotesi d’intervento ............................................................................................................ 463 Figura 269 - Piano regolatore generale (Prg) vigente. Zonizzazione....................................... 472 Figura 270 - Centro abitato vigente - capoluogo................................................................... 492 Figura 271 - Centro abitato vigente – frazioni...................................................................... 493 Figura 272 - Il programma di valorizzazione (PdV). Ambiti di intervento .............................. 497 Figura 273 - Il programma di valorizzazione (PdV). Il percorso dei mulini ............................ 498 Figura 274 - Digital terrain model (Dtm)............................................................................. 509 Figura 275 - Esempio di superfici artificiali: aree verdi attrezzate.......................................... 512 Figura 276 - Estrapolazione dei corpi idrici dall’ortofoto multispettrale................................. 513 Figura 277 - Firma spettale della vegetazione...................................................................... 514 Figura 278 - Utilizzo degli spazi ......................................................................................... 515 Figura 279 - Superfici artificiali.......................................................................................... 515 Figura 280 - Superfici agricole............................................................................................ 516 Figura 281 - Territori boscati e ambienti seminaturali........................................................... 516 Figura 282 - Schema della circolazione stradale del Comune di Eboli. Capoluogo.................. 521 Figura 283 - L’offerta di trasporto stradale e grafo del Comune di Eboli. Capoluogo .............. 523 Figura 284 - Larghezze delle infrastrutture stradali............................................................... 524 Figura 285 - Comparto continuo con aree contigue. Il comparto è formato dalle aree A, B, C e D ......................................................................................................................................... 533 Figura 286 - Comparto ad arcipelago con aree non limitrofe. Il comparto è formato dalle aree A, B e C................................................................................................................................. 534 Figura 287 - Concorso di idee per il logotipo del processo di pianificazione. I logotipi del Piano strategico comunale............................................................................................................ 542 701 Elenco tabelle 702 Tabella 1 - Densità di popolazione al 2007 dei comuni dell’ambito intercomunale.................. 142 Tabella 2 - La popolazione agli anni dei censimento dal 1951 al 2001 nei comuni dell’ambito intercomunale.................................................................................................................... 142 Tabella 3 - Le stanze totali agli anni dei censimento dal 1951 al 2001 nei comuni dell’ambito intercomunale.................................................................................................................... 143 Tabella 4 - Stato della pianificazione urbanistica generale nei comuni dell'ambito intercomunale di Eboli ............................................................................................................................. 144 Tabella 5 - Popolazione e densità di popolazione del comune di Eboli agli anni di censimento e al 2007.................................................................................................................................. 164 Tabella 6 - Evoluzione della popolazione per sesso e per famiglie dal 2000 al 2007................ 165 Tabella 7 - Evoluzione del saldo naturale e del saldo sociale dal 1980 al 2007........................ 166 Tabella 8 - Famiglie residenti per numero di componenti ai censimenti 1981, 1991, 2001....... 170 Tabella 9 - Numero di matrimoni annui nel periodo 1997-2007............................................. 170 Tabella 10 - Popolazione residente in età da 6 anni in poi per grado di istruzione................... 171 Tabella 11 - Popolazione residente attiva in condizione professionale per posizione nella professione........................................................................................................................ 172 Tabella 12 - Sintesi analisi grafici per determinare l’andamento che meglio descrive la tendenza futura................................................................................................................................ 187 Tabella 13 - Edilizia residenziale e sua utilizzazione agli anni di censimento.......................... 188 Tabella 14 - Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione................................................ 188 Tabella 15 - Abitazioni per servizio installato agli anni 1981, 1991, 2001 .............................. 189 Tabella 16 - Abitazioni occupate per titolo di godimento agli anni 1981, 1991, 2001.............. 190 Tabella 17 - Previsione di matrimoni nel periodo 2008-2018................................................. 191 Tabella 18 - Attività economiche al 2001. Numero di unità locali e numero di addetti, dati di sintesi................................................................................................................................ 194 Tabella 19 - Articolazione delle attività economiche al 2007. Numero di imprese, dati di sintesi ......................................................................................................................................... 195 Tabella 20 - Popolazione residente attiva in condizioni professionali per ramo di attività economica agli anni di censimento...................................................................................... 197 Tabella 21 - Strumento di intervento per l’apparato distributivo (Siad) per il centro storico. Attività commerciali ammissibili nei quattro comparti d’intervento commerciale in ambito 1.. 206 Tabella 22 - Analisi della popolazione nel centro storico agli anni 1991 e 2001 e variazioni nel decennio............................................................................................................................ 209 Tabella 23 - Analisi urbanistica del centro storico. Standard urbanistici................................. 209 Tabella 24 - Analisi urbanistica del centro storico. Centro di recente formazione, standard urbanistici.......................................................................................................................... 210 Tabella 25 - Analisi urbanistica del centro storico. Centro antico, standard urbanistici............ 210 Tabella 26 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: la sottozona Ba satura. Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie .......................................................... 227 Tabella 27 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: la sottozona Bc nuclei periferici. Ripartizione degli usi in termini di superfici fondiarie........................................... 227 Tabella 28 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: le sottozone Ba satura e Bc nuclei periferici. Dati di sintesi ...................................................................................... 228 Tabella 29 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: le sottozone Ba satura, attrezzature esistenti e verifica degli standard....................................................................... 229 Tabella 30 - Uso del suolo. Il centro contemporaneo. Attrezzature esistenti in rapporto alla sottozona Ba satura del Prg vigente..................................................................................... 229 Tabella 31 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: la sottozona Bc nuclei periferici, attrezzature esistenti e verifica degli standard ....................................................... 229 Tabella 32 - Uso del suolo. Agglomerati urbani recenti del Prg vigente: le sottozone Ba satura e Bc nuclei periferici, aree potenzialmente trasformabili.......................................................... 229 Tabella 33 - Riqualificazione urbana del Rione Pescara. Studio di fattibilità, alcuni dati di progetto............................................................................................................................. 246 Tabella 34 - La previsione di nuovi alloggi nel Prg vigente................................................... 252 Tabella 35 - Confronto tra le previsioni demografiche del Prg vigente e i dati dell’anagrafe comunale per il periodo 2000 - 2007 ................................................................................... 252 Tabella 36 - Ambiti relativi alle zone Bb per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Riepilogo dei contenuti delle schede del Prg vigente................................................... 252 Tabella 37 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, Fontanelle..................................... 265 Tabella 38 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, Pezza delle Monache...................... 265 Tabella 39 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, Cupe............................................. 265 Tabella 40 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, Rione Pescara................................ 266 Tabella 41 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, S. Andrea...................................... 266 Tabella 42 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). S................................................................................................ 266 Tabella 43 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Sintesi per uso ............................................................................ 267 Tabella 44 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua), verifica zone B.................................................................................... 269 Tabella 45 - Uso del suolo. Ambiti della città consolidata per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Le trasformazioni avvenute dal 1998 al 2008 ........................................ 270 Tabella 46 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città consolidata, Fontanelle............................................................................. 270 Tabella 47 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città consolidata, Pezza delle Monache.............................................................. 270 Tabella 48 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città consolidata, Cupe..................................................................................... 271 Tabella 49 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città consolidata, Rione Pescara........................................................................ 271 Tabella 50 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città consolidata, S. Andrea.............................................................................. 271 Tabella 51 – Ambiti della città consolidata per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Attrezzature esistenti per tipologia in termini di superfici fondiarie.............................. 271 Tabella 52 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua), sintesi per centro abitato relativamente agli ambiti della città consolidata, variazione della popolazione dal 2001 al 2008...................................................................................................................... 272 Tabella 53 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua), variazione della popolazione dal 2001 al 2008 per ciascuno degli 8 ambiti..................................................... 273 703 704 Tabella 54 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua), variazione della popolazione dal 2001 al 2008 per ciascuno degli 8 ambiti..................................................... 283 Tabella 55 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua), variazione della popolazione dal 2001 al 2008 per ciascuno degli 8 ambiti..................................................... 283 Tabella 56 – Uso del suolo nell’area Pip. Aziende per tipo di attività in termini di superficie fondiaria............................................................................................................................ 289 Tabella 57 – Uso del suolo nell’area Pip. Aziende per tipo di attività e per situazione aziendale ......................................................................................................................................... 289 Tabella 58 – Uso del suolo area Pip per topo di attività e situazione aziendale in termini di superfici fondiarie.............................................................................................................. 290 Tabella 59 – Uso del suolo nell’area Pip. Attività produttive per lotti occupati e liberi............ 291 Tabella 60 – Uso del suolo nell’area Pip. Attività produttive per situazione aziendale in termini di superficie fondiaria............................................................................................................ 291 Tabella 61 – Bilancio delle aree ai fini della espansione compensativa del Pip. Le superfici costituenti il Pip e l'area di potenziale espansione................................................................. 302 Tabella 62 – Bilancio delle aree ai fini della espansione compensativa del Pip. Aree con impedenze presenti nel Pip e nell’area di potenziale espansione............................................ 303 Tabella 63 – Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, Cioffi............................................................. 353 Tabella 64 – Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, S. Cecilia....................................................... 353 Tabella 65 – Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Ripartizione in termini di uso, Corno d’Oro .................................................. 354 Tabella 66 – Uso del suolo. Ambiti lungo la Ss 18 assoggettati alla formazione di piani urbanistici attuativi (Pua). Totale per uso ............................................................................................. 354 Tabella 67 – Uso del suolo. Ambiti lungo la ss 18 per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Sintesi per ambito........................................................................................ 354 Tabella 68 - Uso del suolo. Ambiti lungo la ss 18 per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Verifica zone B........................................................................................... 355 Tabella 69 - Uso del suolo. Ambiti lungo la ss 18 per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Le trasformazioni avvenute dal 1998 al 2008................................................. 355 Tabella 70 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città lineare, Cioffi........................................................................................... 355 Tabella 71 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città lineare, S. Cecilia ..................................................................................... 356 Tabella 72 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Standard esistenti e verifica deficit al 2008 per tipologia in termini di superfici fondiarie relativamente agli ambiti della città lineare, Corno d’Oro................................................................................. 356 Tabella 73 – Ambiti Ambiti lungo la ss 18 per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Attrezzature esistenti per tipologia in termini di superfici fondiarie.............................. 356 Tabella 74 – Ambiti per i quali è prescritta la formazione di piani attuativi (Pua). Sintesi per centro abitato lungo la Ss18, variazione della popolazione dal 2001 al 2008........................... 357 Tabella 75 – Fascia costiera. Uso del suolo, funzioni rilevate in termini di numero di lotti...... 396 Tabella 76 – Fascia costiera. Uso del suolo, funzioni rilevate in termini di superfici fondiarie. 396 Tabella 77 – Fascia costiera. Uso del suolo, raffronto tra le zone omogenee del Prg vigente e gli usi del suolo presenti in termini di superfici fondiarie........................................................... 398 Tabella 78 – Fascia costiera. Popolazione e abitazioni al censimento Istat 2001...................... 398 Tabella 79 – La dinamica delle aziende zootecniche di Eboli nel periodo 1990-2000.............. 407 Tabella 80 – L’andamento dei capi allevati di Eboli nel periodo 1990-2000........................... 407 Tabella 81 – La dinamica delle aziende a seminativi di Eboli nel periodo 1990-2000.............. 409 Tabella 82 – La dinamica delle aziende agrituristiche di Eboli nel periodo 1990-2000 ............ 410 Tabella 83 – La dinamica delle unità locali di Eboli nel periodo 1990-2000 ........................... 413 Tabella 84 – Insediamenti edilizi in zona agricola. Consistenza in termini di volumi............... 417 Tabella 85 – Insediamenti edilizi in zona agricola. Consistenza in termini di numero di insediamenti...................................................................................................................... 417 Tabella 86 – Insediamenti edilizi in zona agricola. Consistenza in termini di superfici fondiarie e distinzione in attivi e dismessi............................................................................................. 418 Tabella 87 – Cartografie topografiche Igm riguardanti il territorio del Comune di Eboli.......... 432 Tabella 88 – Dati statistici e fisiografici............................................................................... 433 Tabella 89 – Strumento di intervento per l’apparato distributivo (Siad). Medie e grandi strutture di vendita negli ambiti per i quali è prescritta la formazione di strumenti attuativi...................... 488 Tabella 90 – Strumento di intervento per l’apparato distributivo (Siad). Localizzazione degli esercizi di vendita al dettaglio............................................................................................. 488 Tabella 91 – Il sistema di nomenclatura del corine land cover (Clc) ...................................... 510 Tabella 92 – Approfondimenti tematici del 4° livello............................................................ 511 Tabella 93 – Caratteristiche rilevate.................................................................................... 524 Tabella 94 – Classificazione funzionale delle strade ai sensi del Ncs ..................................... 526 Tabella 95 – Gerarchia della rete stradale ai sensi del Dm 6792 del 5.11.2001........................ 526 Tabella 96 – Schema di contiguità gerarchico - funzionale.................................................... 527 Tabella 97 – Caratteristiche geometriche delle tipologie stradali come da Dm 6792 del 5.11.2001 ......................................................................................................................................... 528 Tabella 98 – Composizione della carreggiata. Indicatore: velocità di progetto ........................ 528 Tabella 99 – Composizione della carreggiata. Indicatore: dimensioni corsie........................... 529 Tabella 100 – Composizione della carreggiata. Indicatore: livello di servizio ......................... 529 Tabella 101 – Composizione della carreggiata. Indicatore: funzione...................................... 530 705 Elenco delle principali sigle utilizzate 706 Ac = amministrazione comunale aC = avanti Cristo AdiB = autorità di bacino Ap = area pedonale Api = atti di programmazione degli interventi Asi = area di sviluppo industriale Asl = azienda sanitaria locale AV = alta velocità Burc = bollettino ufficiale della Regione Campania CadA = commissario ad acta Ce = comunità europea Ce = comunità economica europea Cc = consiglio comunale Cgr = compagnia generale riprese aeree Cipet = comitato interministeriale per la programmazione economica Clc = corine land cover CoReCo = comitato regionale di controllo Cp = consiglio provinciale Cr = consiglio regionale Cnr = consiglio nazionale delle ricerche Ctl = circoscrizione territoriale litoranea Ctr = carta tecnica regionale dC = dopo Cristo ddil = disegno di legge Di = decreto interministeriale Dl = decreto legge DLgs = decreto legislativo Dm = decreto ministeriale dop = denominazione di origine controllata dop = denominazione di origine protetta Dpcm = decreto del presidente del consiglio dei ministri Dpcp = decreto del presidente del consiglio provinciale Dpgecm = decreto del presidente della giunta esecutiva della comunità montana Dpgr = decreto del presidente della giunta regionale Dpr = decreto del presidente della repubblica Dsr = documento strategico regionale Dst = distretto di sviluppo turistico Fesr = fondo europeo per lo sviluppo regionale Gecm = giunta esecutiva della comunità montana Geo = carte geognastiche Gr = giunta regionale GTpu = gruppo di tecnica e pianificazione urbanistica del DiCiv Gu = gazzetta ufficiale repubblica italiana ha = ettari Ied = intervento edilizio diretto Iff = indice di fabbricabilità fondiario Ift = indice di fabbricabilità territoriale igp = indicazione geografica protetta Ipu = indirizzi di pianificazione urbanistica Istat = istituto nazionale di statistica Iup = intervento urbanistico preventivo km = chilometri kmq = chilometri quadrati kv = kilovolt LLpp = lavori pubblici LLrr = leggi regionali Lr = legge regionale m = metri Ncs = nuovo codice della strada Nta = norme tecniche di attuazione OOpp = opere pubbliche Opcm = ordinanza del presidente del consiglio dei ministri Osc = orientamenti strategici comunitari Pbtr = piano di bacino di trasporto PdC = piano del colore pdic = permesso di costruire PdiF = programma di fabbricazione PdiR = piano di recupero PdiV = programma di valorizzazione PdS = Piana del Sele Peep = piano di edilizia economica e popolare Pep = piano energetico provinciale Petu = piano esecutivo del traffico urbano Pf = project financing Pgtu = piano generale del traffico urbano Pip = piano degli insediamenti produttivi Piruea = programma integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale Pit = progetto integrato territoriale Plc = piano di lottizzazione convenzionata Por = programma operativo regionale Ppa = programma pluriennale di attuazione Ppe = piano particolareggiato di esecuzione Ppr = piano provinciale rifiuti Ppt = piano provinciale dei trasporti Pptu = piano particolareggiato del traffico urbano Prae = piano regionale attività estrattive Prg = piano regolatore generale Prs = piano regionale di sviluppo Prt = piano regionale dei trasporti Psai = piano stralcio per l’assetto idrogeologico Psav = piano strategico di area vasta Psc = piano strategico comunale Psn = piano strategico nazionale Prs = piano regionale di sviluppo Prsr = piano regionale di sviluppo rurale Pt = patto territoriale Ptc = piano territoriale di coordinamento Ptcp = piano territoriale di coordinamento provinciale 707 708 Ptp = piano territoriale paesistico Ptr = piano territoriale regionale Ptve = piani del traffico della viabilità extraurbana Pua = piano urbanistico attuativo Puad = piano urbanistico delle aree demaniali Puc = piano urbanistico comunale Pudt = urbanistico del distretto turistico Pue = piano urbanistico esecutivo PUT = piano urbanistico territoriale Put = piano urbano del traffico Ppe = piano particolareggiato di esecuzione Ppve = piano provinciale della viabilità extraurbana Qcs = quadro comunitario di sostegno Ra = rapporto ambientale Rd = regio decreto Re = regolamento edilizio Ruec = regolamento urbanistico edilizio comunale Rcf = rapporto di copertura fondiario Ruec = regolamento urbanistico edilizio comunale Ruf = rapporto di utilizzazione fondiario Rut = rapporto di utilizzazione territoriale Sau = superficie agricola utilizzata Siad = strumento di intervento per l’apparato distributivo Sic = siti di importanza comunitaria Sll = sistema locale del lavoro slmm = sul livello medio del mare Slp = superficie utile lorda Slpnr = superfici lorde di pavimento non residenziali smi = sue modifiche e integrazioni Suap = sportello unico per le attività produttive Sug = strumento urbanistico generale Sur = servizio urbanistica regionale Sp = strada provinciale Ss = strada statale Sts = sistema territoriale di sviluppo Tosap = tariffa occupazione spazi ed aree pubbliche Uas = carta dell’uso agricolo del suolo Ue = unione europea Utc = ufficio tecnico comunale Uup = ufficio urbanistica provinciale Wwf = world wildlife fund Vas = valutazione ambientale strategica Zac = zonizzazione acustica Zps = zone a protezione speciale Ztl = zona a traffico limitato Zto = zona territoriale omogenea