Gli animali dell`Egitto
Transcript
Gli animali dell`Egitto
Per saperne di più Ricostruire la storia Da “Le Storie” di Erodoto Gli animali dell’Egitto Durante il suo viaggio in Egitto, Erodoto ha raccolto molte informazioni sul territorio, sulla flora e la fauna, sulle tradizioni, gli usi e i costumi della civiltà egizia. Ecco che cosa racconta a proposito del rapporto degli Egizi con gli animali. “Pur confinando con la Libia, l'Egitto non è molto popolato da animali, ma quelli che vi sono, sono considerati sacri, senza eccezione, sia quelli domestici come i selvatici. Esiste una legge sugli animali: essa prescrive che alcuni uomini o donne vengano incaricati di provvedere al nutrimento di ciascuna specie; e tale onore si trasmette dal genitore al figlio. Gli abitanti delle città, ciascuno per conto suo, quando fanno voti al dio protettore di un dato animale compiono questi riti: radono il capo dei propri figli, per intero, per metà o per un terzo, e poi sui due piatti della bilancia pongono i capelli e dell'argento: l'argento che controbilancia il peso dei capelli lo danno alla guardiana degli animali; in cambio di tale somma essa sminuzza del pesce e lo dà in pasto alle bestie. Ecco dunque, come è prescritto che vengano nutrite. Se qualcuno uccide volontariamente uno di questi animali viene condannato a morte, se lo uccide involontariamente paga la pena stabilita dai sacerdoti. Nel caso si uccida un ibis o uno sparviero, volontariamente o involontariamente, la pena di morte è inevitabile. Il gatto Le bestie che vivono con l'uomo sono già molte, ma sarebbero ancora di più se ai gatti non accadesse una cosa strana: le femmine, dopo aver partorito, non si accoppiano più con i maschi. Questi ricorrono allora Mummie di gatti. a una astuzia: rapiscono e sottraggono alle femmine i piccoli e li uccidono, dopo, però, non li divorano. Le gatte, private dei figli, ne desiderano altri e così ritornano ad accoppiarsi con i maschi: i gatti sono animali che amano molto la loro prole. Nelle case in cui un gatto muore di morte naturale tutti gli abitanti della casa si radono solo le sopracciglia; dove muore un cane si radono tutto il corpo e la testa. © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education 1 Per saperne di più I gatti morti vengono trasportati in ricoveri sacri, dove vengono imbalsamati e seppelliti, nella città di Bubasti. I cani vengono invece seppelliti ciascuno nella propria città, in sacri loculi, e come i cani vengono sepolte anche le manguste. Il coccodrillo Ecco le caratteristiche del coccodrillo: nei quattro mesi più freddi non mangia nulla; ha quattro zampe e vive sia nell'acqua sia sulla terraferma, dove depone e fa schiudere le uova. Trascorre la maggior parte del giorno all'asciutto, ma passa l'intera notte nel fiume perché l'acqua è più calda dell'aria e della rugiada. Fra tutti gli animali conosciuti è Statua dedicata a un coccodrillo sacro. quello che dalle dimensioni più piccole raggiunge le più grandi: infatti depone uova non molto più grosse di quelle di un'oca e il piccolo appena nato è grande in proporzione; poi crescendo raggiunge i 17 cubiti (un cubito corrisponde a circa mezzo metro) e anche di più. Possiede occhi di maiale, denti e zanne smisurate; è l'unico degli animali a non possedere lingua. Non muove la mascella inferiore, ma, anche in questo unico fra gli animali, accosta la mascella superiore all'inferiore. Ha unghie robuste e sul dorso una pelle scagliosa indistruttibile; nell'acqua è cieco ma all'aria aperta possiede una vista acutissima. Poiché trascorre in acqua parte del suo tempo, ne esce con la bocca coperta di sanguisughe; e mentre tutti gli altri uccelli o fiere lo fuggono, un piccolo uccello, il trochilo gli rende invece un prezioso servizio: infatti quando il coccodrillo è uscito dall'acqua sulla riva e spalanca le fauci il trochilo gli penetra in bocca e ingoia le sanguisughe. Il coccodrillo gode del sollievo procuratogli dal trochilo e non gli fa alcun male. I coccodrilli sono sacri per alcuni Egizi ma altri li trattano invece con grande ostilità. Quanti abitano intorno alla città di Tebe e al lago di Meride li ritengono assolutamente sacri: in entrambe queste regioni la popolazione provvede al mantenimento di un coccodrillo scelto fra tutti, ammaestrato e addomesticato. Gli vengono ornate le orecchie con ciondoli di smalto e d'oro, e le zampe anteriori con anelli, viene nutrito con cibi scelti e con vittime di sacrifici, viene trattato insomma nel modo migliore finché è in vita. Quando muore viene imbalsamato e sepolto in loculi sacri. Al contrario, coloro che abitano nei pressi di Elefantina, non considerano sacri i coccodrilli e, addirittura, si cibano della loro carne. La cattura del coccodrillo avviene secondo molte e varie tecniche; io descriverò quella che mi sembra più meritevole di esposizione. Il cacciatore sistema su di un uncino una spalla di maiale e la lancia in mezzo al fiume; quindi stando sulla riva percuote un porcellino vivo. Il coccodrillo sente le grida del maialino e avanza in direzione della voce, si imbatte nell'esca e la divora: a quel punto i cacciatori lo trascinano a riva. Quando è sulla terraferma, il cacciatore per prima cosa gli copre gli © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education 2 Per saperne di più occhi con del fango, in questo modo riesce ad avere la meglio sull’animale abbastanza facilmente, altrimenti deve sudare parecchio! L’ippopotamo Gli ippopotami sono sacri nella regione di Papremi ma non lo sono per tutti gli Egizi. L’ippopotamo ha quattro zampe, lo zoccolo diviso a metà come quello dei buoi, il muso rincagnato, la criniera da cavallo, le fauci con zanne in bella evidenza, la coda e la voce simili a un cavallo; è grosso quanto il più grosso dei buoi. La sua pelle è talmente spessa che quando è secca se ne possono fare aste per frecce. Ippopotamo in ceramica. La fenice Esiste anche un uccello sacro, chiamato fenice, che però io non ho mai visto se non in dipinti; pare infatti che compaia in poche circostanze, ogni 500 anni, secondo gli abitanti di Eliopoli i quali sostengono che apparirebbe solo quando gli muore il padre. Se le raffigurazioni che ho visto sono fedeli, la fenice avrebbe le penne delle ali in parte dorate e in parte rosse, assomiglierebbe molto, come aspetto e grandezza, a un'aquila. Gli Egizi le attribuiscono un'impresa straordinaria, che però a me sembra poco credibile: la fenice volerebbe dall'Arabia fino al tempio del dio Elio trasportando il padre avvolto nella mirra, una sostanza gommosa ricavata dalla corteccia degli alberi utile all’imbalsamazione, per seppellirlo nel santuario. Secondo gli Egizi, la fenice fabbrica con la mirra un uovo molto grande ma comunque trasportabile in volo; dopo alcuni voli di prova lo svuota e vi introduce il padre; poi sigilla l’uovo con altra mirra. L'uovo con dentro il padre pesa quanto pesava quando era pieno di mirra, a questo punto la fenice lo trasporta in Egitto al tempio del dio Elio. L’ibis L'ibis è un uccello nero con zampe simili alle zampe di una gru e becco assai ricurvo; la taglia è quella di una gallinella. Gli ibis neri combattono contro i serpenti e ne Ibis. fanno strage: a ciò bisogna far risalire il grande onore che tributano loro gli Egizi. Esiste però anche un’altra specie di ibis che ha la testa e il collo nudi, le piume bianche tranne che sul capo, sulla gola, sulla punta delle ali e della coda, dove sono nere. Le zampe e il corpo sono simili all'altra specie. E quanto ho detto basti sul conto degli animali sacri. ” Erodoto, Le storie © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education 3 Per saperne di più Attività Cerca sui libri o su Internet informazioni attuali riguardanti gli animali descritti da Erodoto: ci sono delle differenze? Quali? Tutti gli animali descritti dallo storico greco sono reali? Prepara una scheda con le caratteristiche di ciascun animale, aggiungi anche un tuo disegno secondo le indicazioni date da Erodoto. © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education 4