TUTTO VA AL CUORE

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TUTTO VA AL CUORE
Diego Gianvincenzo Civita
TUTTO VA AL CUORE
Poesie
Diego Gianvincenzo Civita
tutto va al cuore
Impaginazione: Marina Priori
Stampa: www.stampacom.it
Finito di stampare giugno 2010
ET/ET Edizioni
Andria
© Tutti i diritti riservati
Il libro è ordinabile online dal sito www.etet.it
La poesia del vento
Tempo fa definii quella di Diego Gianvincenzo Civita come la poesia dell’ombra.
E lo confermo. è, cioè, la poesia che non nasce solo nel buio, ma non è figlia
neanche soltanto della luce.
La poesia di Diego Civita è, appunto, il racconto della luce: e per raccontare la
luce bisogna confrontarsi, per forza, con l’ombra.
Ora che Civita diviene sempre più maturo nel suo scrivere poesia, ora che il suo
addentrarsi tra dolore e gioia è sempre più penetrante, si può giungere ad una
nuova, più completa definizione. Quella di Diego Gianvincenzo Civita è la poesia
del vento.
Sì, il vento che ci accarezza e che ci sferza. Il vento che ci accompagna e
che ci incupisce. Il vento che spazza via le nuvole, certo, ma che è capace di
portarne altre, nuove. Civita, come era accaduto con l’ombra, con il vento coglie
l’ambivalenza della nostra realtà. Quello che tutti cercano, da sempre, è l’Uno.
Viviamo, invece, in una realtà che si fonda sul Molteplice, almeno sul Doppio.
E questo scontro tra Uno e Doppio, oltre che nell’ombra, viene con chiarezza
espresso da Civita con il vento.
Anche Diego Civita cerca l’Uno, ma prende atto che bisogna confrontarsi con
il Doppio. Rimane quindi amareggiato nel constatare che le corde del male
piegano anche il vento (“Perplesso”). Ma c’è il sollievo nel sentire il respiro
(“Senza fuga”) ed il sibilo (“La mia messa”) dello stesso vento che portano con
sé la speranza (“Di questi tempi”). Naturalmente, in questa incessante lotta tra
l’Uno (quel che si vuole) ed il Doppio (quel che c’è) a volte non si ha più voglia
di calpestare il vento (“I’m tired”), ma si continua a rimanere sorpresi proprio dal
vento nel cercare parole d’amore (“Dall’amore”).
Il vento, dunque, simbolo e cifra dell’esistenza.
Il vento che paradossalmente divide ed unisce, tanto che si può rimanere
concatenati (“*****”), con suggerimenti (“La festa della donna”), pieni di lamenti
(“Erotico”), fermi ad ascoltare (“Pollino”), a parlar (“X” e “Verso il mare”) o anche a
pregare (“Donna del Kosovo che ha perso suo figlio”), fragili (“Fragile”), indifesi
(“Da vecchio” e “Il ghiacciolo dl mio cuore”) e stanchi (“Foglie”), ma pure ricchi
di sollievo (“Tempi nuovi” e “Scenario d’un tramonto velato”) e di carezze (“To
revolve”).
L’esistenza, dunque, come vento incessante, che scorre (“Nature’s mundi”), che si
distende nell’attesa (“Sul finale”) e che deve fare i conti con quello che la natura,
la natura proprio della nostra esistenza, ci offre come Doppio mentre cerchiamo
l’Uno. Conti che Diego Civita riassume nella sua poesia “Quadro notturno”: “La
rabbia o il soffio dolce del vento”. Appunto: il Doppio.
Il Vento.
Michele Palumbo
“Se il tutto nasce...
Passa, parte...
e finisce nel cuore o con il cuore?
C’è una pioggia di lacrime. Per raccontare anche il sorriso
e la gioia d’ogni nostro ricordo fattosi indelebile!”
Dedicato ai miei cari affetti,
agli amici e alla città intera.
A mio figlio
Avrai tempo
per imparare le miserie del mondo,
la meschinità,
la falsità;
ora vola tra le acque
ancora libere e azzurre dei sogni,
finchè ci saranno,
e sappi che il rispetto
è la prima cosa da imparare
per essere uomini giusti e liberi,
guarda gli occhi di una donna
che non ha il coraggio di fissare i tuoi
ma che vorrebbe farlo
e fai dell’amore il completamento dell’esistenza
e il più alto valore;
ascolta la musica
della natura intorno a te
e esercitati a usare i tuoi sensi
per entrare nel paradiso
anche in un mondo d’orrori
dalla porta segreta del tuo cuore.
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Apostrofo
Vivere sul lungomare della vita
per arrestarsi a freddo
e correre le ore… singhiozzando…
ogni sogno perduto!
Brillare anch’io d’una stella sacra
e piangermi l’inverno
cercando fontane d’illusa verità
per trovare d’ogni regola e forma di vita
…”il profondo”.
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Avvento e resurrezione
Senz’altro togliere
all’albergo della vita
la resurrezione è in noi
se la vogliamo,
come il pescatore sul mare
piegato a raccogliere il suo pane
su una distesa d’acqua
cangiante e persa nel silenzio
e tra la pace
che ancora lo incontrerà
per dirgli che Dio
è più grande
delle nostre promesse
e non abbandona gli uomini
di buona volontà
regalando se stesso per tutti
e la luce della gioia
per chi opera
e crede nel mistero
che collega il riso e il pianto
la gioia e il dolore
la vita e la morte,
augurandoci di riuscire
finalmente
a vedere oltre
il proprio stretto
e geloso sentire
per cogliere l’emozione
di essere uomini e fragili fratelli.
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Canto aperto
Cogliere i fiori
Per dare musica al respiro
Declamare il racconto della sera,
bisogna fermarsi
per sentire il suono della vita in noi,
cantare la luce
e spiare l’ombra
guardandola con curiosità
gridare la libera follia
e varcare le onde d’ogni dove,…
scalare in semplicità
è come correre su un prato.
I colori ci vengono incontro
E noi li accogliamo.
Sentire il passo del tempo galante
E odorare il ricordo per attingere saggezza,
bere il respiro del tempo
e addormentarsi a notte
per brillare di riflesso,
come una stella lontana.
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*****
Carezze di velluto
sulle tue cosce candide ti farei,
e spalmar gli umori della mia lingua su di te fremente,
sfiorarti il sesso dolcemente
mentre tu ti strusci e ti avvinghi come un serpente;
concatenati lì nel vento,
all’aperto della vita in abbracci da strazio;
come lì per perdersi per l’ultima volta,
a mordicchiarsi di baci
e pause profonde di profusione amorosa,
ad aspirarsi il cuore per averne ognuno
un pezzo dell’altro per sempre.
Con le labbra più che uniti,
lì,intrecciati d’improvviso
fuori dal mondo,
dentro di noi,
a sorvolare il quotidiano
a dar vita alla vita,
lì in un quadro immenso,noi protagonisti da invidia.
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Collasso
Di bianco
Coprirò
Il dolore
Che è immenso
Dentro me.
Nulla può distruggere
Un’anima felice
Ma il tuo nome
Sì,irrompe in me
Lì…
Nella tana dell’incanto
Ogni candido istante
Fattosi in ricordo!.
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Gianvincenzo Diego Civita
TUTTO VA AL CUORE
Gianvincenzo Diego Civita, 34 anni, è nato in Andria dove
risiede e lavora, appassionato di musica, studia e suona
percussioni.
La sua vera passione è la poesia e con le sue raccolte ha
ricevuto vari riconoscimenti in Italia in premi letterari.
Ha partecipato ad una raccolta di poesie della Book
Editore dedicata a Papa Giovanni Paolo II.
ISBN 9788890460630
€ 8,00
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