Davide e il gigante_piccoli

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Davide e il gigante_piccoli
L’Ora di Religione – rubrica “Come narrare la Bibbia” – settembre 2013
Davide e il gigante
Davide stava pascolando le pecore. Le sorvegliava molto attentamente cercando di fare attenzione
che non si perdessero o fossero aggredite da qualche animale feroce.
Davide era un pastorello. Faceva bene il suo lavoro. Le pecore sapevano di essere al sicuro quando
pascolavano con Davide. Per le sue pecore cercava campi di buona erba verde. Le portava a bere
acqua fresca e limpida.
Davide stava suonando la sua arpa. Provava una canzone nuova. Era divertente comporre canzoni
nuove. Quello che gli piaceva di più era fare canzoni su Dio. Cantava a Dio canti di ringraziamento,
di lode e di supplica. Davide amava Dio.
La sua nuova canzone diceva così:
“Dio è il mio pastore,
mi dà tutto quello di cui ho bisogno.
Mi fa trovare campi di verde erba fresca.
Mi conduce all’acqua limpida e pura.
Mi guida nel giusto cammino.
Anche quando è buio, non ho paura,
perché Dio è con me,
mi protegge.
Dio è il mio buon pastore”.
“Davide! Davide!”. Uno dei suoi fratelli arrivò correndo su per la collina. (Davide aveva sette
fratelli grandi). “Vai a casa immediatamente. Samuele vuole vederti”.
Dio aveva mandato Samuele a casa di Davide per scegliere il nuovo re. Dio non era stato contento
di re Saul. Doveva succedergli un re che amava e aveva fiducia in Dio. E Dio aveva scelto Davide!
Il Popolo del Mare attaccò battaglia con re Saul e i suoi soldati. Avevano un uomo ENORME - il
gigante Golia - dalla loro parte; così erano sicuri di vincere.
Golia era proprio GIGANTESCO. Era come un uomo di ferro: nessuno poteva colpirlo.
“Vi sfido, vi sfido a combattere con me”, urlava ai soldati di re Saul. “Sfido chiunque a battersi con
me!”.
Avevano tutti una gran paura di questo uomo di ferro, per cui nessuno voleva battersi con lui.
Ogni mattina e ogni sera Golia si metteva là a gridare: “Vi sfido, vi sfido a combattere con me.
Sfido chiunque a battersi con me!”.
Ma nessuno si faceva avanti.
Avevano tutti troppa paura.
Tra i soldati c’erano tre dei fratelli grandi di Davide.
“Vai a vedere come stanno”, disse un giorno suo padre a Davide. “Magari hanno fame. Ecco dieci
pagnotte e dieci caciotte. Porta a loro anche del grano tostato... tutto quello che riesci a portare”.
Davide arrivò lì, proprio in tempo per sentire Golia che gridava: “Vi sfido, vi sfido a combattere
con me. Sfido chiunque a battersi con me!”.
Siccome nessuno si muoveva, Davide disse ai soldati:
“Quel gigante si dà troppe arie! Non dovremmo lasciargliela passare. Questo è l’esercito di Dio!”.
“Tu ti dai piuttosto troppe arie”, dissero i suoi fratelli stizziti.
Re Saul mandò a chiamare Davide.
“Io non ho paura”, disse Davide. “Io lo combatterò!”
“Ma tu sei solo un ragazzo”, disse il re.
“A casa mia pascolo le pecore”, disse Davide. “Qualche volta leoni e orsi vogliono ghermire un
agnello e io li devo uccidere. Se Dio mi ha salvato dai leoni e dagli orsi, mi proteggerà anche da
questo gigante”.
Editrice ELLEDICI
L’Ora di Religione – rubrica “Come narrare la Bibbia” – settembre 2013
Il re vestì Davide come un soldato, ma era tutto troppo grande per lui.
Diede a Davide la sua stessa spada, ma era troppo pesante.
“Non posso indossare tutte queste cose se voglio battermi con il gigante”, disse Davide, mentre
rimetteva i suoi vestiti. “Non riesco neanche a camminare!”.
Davide prese il suo robusto bastone e andò giù al torrente. Scelse cinque pietre lisce per la sua
fionda. Poi andò a combattere il gigante.
“Che cos’è questo?”, urlò il gigante. “Un ragazzo con un bastone viene contro di ME?”.
“Per salvare il suo popolo Dio non ha bisogno di uomini grandi e armati di spade”, rispose Davide.
Prese una delle cinque pietre lisce e la lanciò dalla sua fionda: ZZZIN!
La pietra colpì Golia proprio sulla fronte e lo fece cadere per terra. Poi Davide tagliò la testa di
Golia con la spada stessa del gigante.
L’esercito di re Saul gridò: “Evviva! Evviva!”, mentre il Popolo del Mare fuggì.
Grandi amici
Dopo aver ucciso il gigante, Davide andò a vivere a palazzo.
Re Saul aveva un figlio: il principe Gionata. Gionata era coraggioso ed era un bravo ragazzo.
Appena si conobbero, Davide e Gionata divennero amici, grandi amici; e si promisero di rimanere
amici per sempre.
Se re Saul era di cattivo umore, Davide cercava di fargli tornare il buon umore. Ogni giorno Davide
suonava la sua arpa e cantava per il re.
“Siate pieni di gioia.
Cantate canti allegri!
Non dimenticate mai che il Signore Dio ci ha creati.
Noi apparteniamo a lui.
Siamo il suo popolo, siamo il suo gregge.
Dio è buono e ci amerà per sempre”.
All’improvviso, il re tirò la sua lancia a Davide... che la scansò di un pelo!
Il re era geloso di Davide.
Davide era un eroe perché aveva ucciso Golia. Il popolo amava Davide più di re Saul.
Re Saul era così geloso che voleva far fuori Davide. Gionata era preoccupato.
“Perché vuoi colpire il mio amico Davide?”, Gionata chiese a suo padre.
“Non ha combattuto Golia per te? Avrebbe potuto essere ucciso”.
Il re si vergognava di se stesso.
“Hai ragione”, disse. “Non farò del male a Davide. Lo prometto”.
Un giorno però re Saul tirò di nuovo la sua lancia a Davide. Quella notte Davide fuggì via dal
palazzo.
A tavola, il posto di Davide era vuoto.
“Dov’è?”, chiese il re.
“È andato via”, disse Gionata.
A re Saul non piaceva che Gionata fosse dalla parte di Davide. Andò su tutte le furie.
Gionata incontrò l’amico Davide in un posto segreto.
“Il re ha davvero intenzione di farti fuori”, disse a Davide. “È meglio che tu non torni indietro”.
Si dissero addio abbracciandosi e piangendo. Non potevano più stare insieme adesso. Ma erano
ancora grandi amici, e rimasero grandi amici per sempre.
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L’Ora di Religione – rubrica “Come narrare la Bibbia” – settembre 2013
Il fuorilegge
Dopo Saul, Dio aveva scelto come re Davide. Re Saul aveva cercato di far del male a Davide, ma
Davide non avrebbe mai fatto del male a re Saul.
Il re mandò i suoi soldati a ricercare Davide. Davide ed i suoi uomini dovevano nascondersi.
Una volta si nascosero in una caverna. Si accovacciarono giù, proprio in fondo, al buio.
Re Saul entrò nella caverna e si sedette. Non li vide.
Pian pianino, Davide si avvicinò.
Il re non lo sentì.
Davide tirò fuori la spada e tagliò un pezzo del mantello di Saul.
Il re non lo vide.
Quando il re se ne andò via, Davide uscì fuori della caverna.
“Guarda qui!”, Davide gli gridò. “Ho preso la mia spada e ti ho tagliato un pezzo di mantello, ma
non ho colpito te: non ti farei mai del male. Allora, perché tu vuoi far del male a me?”.
Re Saul si vergognava di se stesso.
“Ho proprio sbagliato”, disse. E ritirò i suoi soldati.
Presto però furono di nuovo all’inseguimento di Davide. Una notte, quando il re Saul ed i suoi
soldati dormivano tutti profondamente, Davide si avvicinò piano piano.
Il re non lo sentì.
Davide afferrò la lancia del re e la brocca dell’acqua proprio vicino alla sua testa.
Il re non lo vide.
Davide se ne andò tranquillo. Poi gridò al re:
“Ehi! Mi senti? Ti ho preso la lancia e la brocca dell’acqua che erano vicino alla tua testa, ma non
ho colpito te: non ti colpirei mai. Allora perché tu vuoi colpirmi?”.
Il re Saul si vergognò di se stesso.
“Mi sono veramente sbagliato”, disse.
E ritirò nuovamente i suoi soldati.
Arrivò il Popolo dal Mare per combattere il popolo d’Israele. Ci fu una violenta battaglia. Re Saul e
Gionata furono entrambi uccisi.
Davide fu molto triste quando udì la notizia. Non aveva mai colpito re Saul, anche se il re era stato
molto cattivo con lui. E Gionata era il migliore amico di Davide.
Davide mise tutta la sua tristezza in una canzone fatta proprio per loro:
“Più veloci delle aquile
più forti dei leoni
erano Saul e Gionata.
I coraggiosi soldati sono caduti,
sono stati uccisi in battaglia.
Quanto sono triste per te Gionata,
Quanto mi mancherai,
tu, il migliore di tutti i migliori amici”.
Davide era triste... ma adesso poteva tornare a casa sicuro. Finalmente era re. Dio aveva mantenuto
la sua promessa.
(brani tratti da PAT ALEXANDER, La mia prima Bibbia, Elledici)
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