Sarò sempre So cosa hai fatto l'estate scorsa

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Sarò sempre So cosa hai fatto l'estate scorsa
Dicembre 2009
Volume 8 Numero 3
Settembre 2008
Notiziario del Volontariato Internazionale
Canossiano
Volume 6 · Numero
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In questo numero...
2-3 Africa o semplicemente
Amore?
4 Vangelo in azione
5 L’Africa mi ha invaso il
cuore
6 Cosa possimao fare?
7 Formazione VOICA T.L.
8 Perchè il VOICA?
9 Servizio Civile Internazio nale
10 Che lezione di saggezza
11 Una lettera del Timor Est
Preparazione per la Missione
12 Egli é Sempre Presente
13 Superate la pigrizia e
andate
14 Formazione alla vita formazione all’amore
15 Incontri di formazione
2010 per tempi brevi
16 Buon Natale!
News
VOICA
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Carissimi amici di Voica,
questo tempo di Avvento ci richiama in modo particolare il grande amore di
Dio per l’umanità, con il dono di sé nella persona del suo figlio Gesù.
Con voi rifletto sulla triplice venuta del Signore. Una venuta nascosta si colloca tra le altre due che sono manifeste. Nella prima venuta, nella debolezza
della carne; in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito; nell’ultima
verrà nella maestà della gloria.
Nella pienezza dei tempi Dio mandò il suo Figlio: “Ecco, la vergine concepirà
e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con
noi” (Mt 1,23). E la scrittura ci parla pure dell’ultima venuta del Signore alla
fine dei tempi.
Ed ora pensiamo alla venuta intermedia, quella che viviamo oggi, nel nostro
quotidiano. “Se uno mi ama, dice il Signore, conserverà la mia parola, e il
Padre mio lo amerà e noi verremo a lui” (Gv 14,23). Siamo chiamati a custodire la parola in modo che scenda nel profondo e ci trasformi. Questa venuta
intermedia apre il nostro cuore alle piccole ed a volte insignificanti presenze
di Cristo che viene e ci chiede di accoglierlo in coloro che incontriamo o ci
vivono accanto.
Gli eventi quotidiani ci invitano ad un Nuovo Natale di pace e gioia nell’accogliere la venuta di Gesù nelle più semplici presenze umane.
A ciascuno di voi, volontari ed amici di Voica, il mio più sentito augurio di un
Santo Natale e Felice Anno Nuovo. Che la
venuta di Gesù faccia rifiorire la speranza
nel mondo e l’entusiasmo Missionario in
ciascuno di noi nel servirlo con generosità
ovunque siamo.
Con affetto
Sr Angela G.
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Volume 86 · Numero
Mi chiamo Stefano, ho ventidue anni, abito a Bedizzole, in provincia di Brescia.
L’estate scorsa ho pensato di trascorrere le mie ferie in modo alternativo. Contattando il VO.I.CA. (Volontariato
Internazionale Canossiano), ho deciso di perseguire un progetto di volontariato nei paesi più poveri del Mondo.
Io ed altre sette persone, tra cui una Madre canossiana che vive a Mompiano, avevamo il compito di raccogliere i
fondi necessari per la costruzione di una nuova aula scolastica nella Repubblica Democratica del Congo; per
esattezza ad Aru un villaggio-città a circa 30 km da Arua, cittadina ugandese, nodo di frontiera nel nord-ovest
dell’Uganda. Aru è un villaggio al confine tra due paesi, Congo ed Uganda, con tutte le condizioni positive e negative di questa locazione. Conta circa 30.000 abitanti di varie tribù.
Il progetto è stata pensato a causa della scarsità di aule e scuole, infatti i numerosi alunni sono obbligati al doppio
turno di frequenza (i piccoli al mattino ed i grandi al pomeriggio). L’orario di lezione è molto faticoso a scapito del
rendimento, così come il rapporto classi/numero degli alunni.
I genitori, dato il basso reddito, non posso assolutamente farsi carico della costruzione di nuove classi: contribuiscono, però, ogni anno con una quota di manutenzione per la scuola e le sue attrezzature. Lo Stato è molto lontano dal farsi carico della Pubblica Istruzione.
L’obiettivo che le madri canossiane perseguono da tempo, è quello di offrire uno spazio educativo più adatto alle
esigenze della popolazione scolastica nel villaggio.
La nostra missione è stata quella di collaborare con la gente locale, già esperta nelle costruzioni.
Per ottenere i fondi necessari all’adempimento del progetto avevamo deciso di banchettare con torte e dolci all’uscita di alcune chiese in diversi paesi e province. Nemmeno noi ci aspettavamo un risultato simile. Grazie al contributo di associazioni, cittadini generosi, amici vicini e lontani e alla vendita dei nostri saporiti dolci, siamo riusciti
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a raccogliere all’incirca 8.200 €!!!!
La cifra racimolata ci ha permesso di realizzare completamente il progetto; non solo, i soldi sono stati sufficienti a
costruire le fondamenta di ben altre 5 aule. Davvero un risultato incredibile!!!
Raccontare di un’esperienza come quella che ho avuto la fortuna di vivere (e sicuramente altre seguiranno) non mi
è semplice. Potrei dire che attraversare mezzo continente obbliga a scontrarsi con situazioni di ogni tipo. Il viaggio è
stato davvero una delle cose più avventurose che io abbia mai fatto. Tra aerei, pullman, furgoncini e motorini non si
arrivava più a destinazione.
E’ cosa certa: l’Africa ti offre la possibilità di metterti in gioco. L’Africa ti mostra ciò che sei realmente. Non puoi nasconderti davanti ai suoi occhi. Non puoi sottrarti alla fatica e, a volte, anche alla timidezza, che leggi nei volti dei
tuoi compagni. Cerchi di dare il meglio di te stesso perché la paura di deludere è tanta. Il pensiero di fallire agli occhi
di alcune donne fantastiche, le SUPER MADRI MISSIONARIE, è vivo in ogni giorno della tua esperienza. Ho vissuto
26 giorni in un mondo dove non conta chi sei, cos’hai o quello fai. L’unica cosa che veramente conta, in questo
posto, è sapere che la gente non vive che per sopravvivere ed è indispensabile quanto sai donare. Quanto ti sai
donare, così semplicemente, come sei… vali più di quello che pensi, e lo scopri con gioia.
Non vorrei essere troppo dispersivo ma voglio permettermi di fare un esempio semplice a tutti: immaginate di vivere
per un mese in un mondo in cui i sentimenti sono veri, non esiste odio, solo pura e semplice sincerità, rispetto, amore per il prossimo. Penso che la Bibbia possa spiegare benissimo ciò che intendo dire. Attenzione a pensare che
l’Africa sia un posto magico o un paradiso terreno dove non esista il “male”. Quello che impari a vivere insieme ai
tuoi compagni, quello che persone come le madri (e parlo delle madri che in Africa hanno deciso di morire) sanno
trasmetterti tutti i giorni, ti rendono possibile la visione di un bene che possa andare oltre ogni ostacolo. E’ giusto
ricordare che esistono persone che tutti i giorni della loro vita, vivono per gli altri, che hanno DECISO di sacrificarsi
per il bene e per l’amore, che quando arrivano a casa la sera non possono permettersi di rilassarsi tranquillamente
sul divano, lamentandosi continuamente che anche domani al lavoro, sarà una giornata di difficile. Queste persone
hanno DECISO di sacrificare i loro affetti, e tutto ciò che hanno di più prezioso, perchè credono in un ideale; perché
non si stancheranno mai di credere che le cose possono cambiare!!!
La cosa più triste è che vivono e muoiono nell’ombra assoluta. Nessuno le ricorda al telegiornale, in pochi piangono
per la loro scomparsa. In pochi sanno che oggi ancora qualcuno crede nell’amore, nella fraternità, nella carità.
Ringrazio Dio di avermi regalato questa vita. Lo ringrazio tutti i giorni. Perché per mia fortuna tutte le mattine, tutti i
pomeriggi e tutte le sere so quanto sono fortunato, e mi sentirei egoista se anche io mi lamentassi continuamente
per quello che oggi CREDIAMO non funzioni nella nostra vita.
Io, nel mio piccolo, credo che la felicità sia più vicina di quanto si creda. Dobbiamo renderci conto che tutte le nostre
fatiche per il raggiungimento della sognata cima della montagna non sono altro che una grandissima presa in giro.
La felicità sta ai piedi della montagna, e
solo dopo, dandosi la mano si può arrivare
in cima, insieme.
Questo articolo spero faccia riflettere,
penso a quanto amore c’è ancora intorno a
noi. Lo vedo nei malati, nei sofferenti, nei
delusi. L’amore è vicino al dolore. La felicità è una conseguenza dell’amore.
Spero che queste righe siano riuscite a
toccarvi il cuore, perché io ho ancora voglia di credere.
NON LASCIAMOLI SOLI
- Stefano Cherubini
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Sono Clara Quadri, ho 35 anni, vivo a Montirone, in provincia di Brescia.
Sono laureata in Medicina Veterinaria e lavoro presso un ambulatorio di
Ghedi, vicino a casa. Nonostante il lavoro mi piaccia molto e nonostante mi
sia messa, in diversi modi, a disposizione della mia comunità parrocchiale,
sono almeno dieci anni che ho la sensazione di non arrivare a qualcosa di
completo, la sensazione che il Signore desideri da me qualcosa d’altro. E,
benché si dica spesso che la preghiera aiuta molto, assicuro che non è
affatto semplice capire quale via Dio ha scelto per te.
Tre anni fa, ad un incontro vocazionale (la tua vita per la sinfonia del sì), ho
ricevuto la mia “nota musicale” (naturalmente il “SI”) con scritto: leggi Is 6,8
(Poi udii la voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per
noi?”. Ed io risposi: “Eccomi, manda me!”). Mi si è stampata in testa questa risposta di Isaia, che doveva essere
la mia. Ma siccome non avevo la minima idea del “dove” il Signore voleva mandarmi, ho proseguito nella solita
frenetica routine che mi toglieva il tempo di pensare. Qualche mese dopo, mentre ero a una settimana di riflessione sulla Parola, ecco rincarare la dose e far trovare sotto il mio “gratta e vinci” (stavolta le frasi della Parola scelte
a caso erano sotto forma di gratta e vinci!) questa frase degli Atti degli Apostoli: Bisogna obbedire a Dio piuttosto
che agli uomini. Mi sono sentita come quel figlio che risponde, al comando del padre sì, sì e poi non fa quanto a
promesso. In effetti nelle mie preghiere ripetevo spesso, Signore eccomi, fa di me quello che vuoi però… , e non
riuscivo mai a liberarmi da quel però, da quella paura.
L’estate scorsa ho fatto una prima esperienza missionaria di sole tre settimane in Ecuador con le Ancelle della
Carità. Ero partita carica di aspettative e convinta che il solo scappare da qui avrebbe causato in me quella trasfigurazione tipica della vera conversione. Ovviamente questo non è successo, ho goduto di un’esperienza bellissima, ho visto veri testimoni del Vangelo in azione, ho assaporato l’accoglienza sincera e pura della gente povera,
ma il mio cuore era ancora transennato da quei “però..” e non è potuto cambiare. Ho capito una gran cosa che si
può essere seppelliti di amore o di odio ma se da dentro non si apre il cuore né l’uno né l’altro potrà causare mai
alcuna trasformazione dentro di noi.
Nello scorso mese Agosto, un po’ alla sprovvista, sono andata in Congo con il VOICA (Volontariato Internazionale
Canossiano) e con altri 6 giovani. Il progetto era raccogliere fondi da portare in quella terra e poi, con quanto
raccolto, costruire un’aula scolastica nel villaggio di Aru. Dopo un anno di allenamento a schiudere un po’ il cuore,
sono partita spensierata e serena con la sola idea di staccare un po’ dal solito lavoro, fare qualcosa che magari
poteva anche essere utile a qualcuno e raccogliere tutti quei doni che questo genere di esperienze ti lasciano.
Questo ho fatto, e tornando mi sono accorta di avere il cuore così strapieno, così sazio da non aver più alcuna
paura di lasciarlo nelle mani di Dio senza più però.
Ora che ho scoperto che la ricarica al mio cuore è sempre attiva ed ho, perciò, così tanto da donare, la mia intenzione è quella di diventare missionaria laica canossiana; partirò nel mese di Febbraio 2010, e ancora per Aru in
Congo, sempre con il VOICA , ma questa volta come volontaria a tempi lunghi (un anno circa). I progetti che il
VOICA sta realizzando ora nel villaggio sono nel campo dell’educazione: ampliamento della scuola elementare,
una biblioteca e un centro di aggregazione per giovani ed adulti. Userò questo anno di volontariato come discernimento, poi, se Dio vorrà (è proprio il caso di dirlo!) andrò a Lomè in Togo per confrontarmi e condividere il cammino missionario con Maristella e Federica, le uniche due missionarie laiche Canossiane.
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Molti chiedono cosa spinga le persone a lasciare la propria terra per
andare in missione o per fare una esperienza più o meno lunga di
volontariato… lasciare la propria terra nella quale è inserita la propria vita, i propri affetti, la propria casa per andare in un’altra nazione o continente che sia, da popoli con diverse culture, tradizioni
e stili di vita?!?. Io sono partita per un mese di volontariato con il
VOICA (dopo vari incontri di formazione) in Togo, ad Agoè, nella
comunità Yayra guidata da un’instancabile Maristella che da 11
anni opera in questa terra…
Non ho maturato all’improvviso la scelta di partire, ma penso che il
Signore dall’alto mi abbia guidato e abbia fatto scattare dentro di
me qualcosa che nonostante la mia giovane età mi ha spinto a partire; l’occasione giusta era in questo
momento: bisognava coglierla al volo, nonostante l’insicurezza dei miei genitori e lo stupore dei miei
amici. Sono queste persone, a me care, che involontariamente mi hanno dato la forza per partire, anche se
loro erano assaliti da dubbi ed insicurezze io invece sicura della mia decisione ci credevo veramente,
avevo esuberanza, entusiasmo e forza da vendere prima della partenza e al ritorno ne avevo ancora di più,
tanto ho vissuto intensamente e pienamente lo scopo della missione: donare se stessi. Più faticavo e mi
mettevo a servizio degli altri, più traevo soddisfazione e voglia di fare: penso di aver davvero vissuto il
mese più bello e intenso della mia vita! Con tutti gli altri volontari, sia a tempi brevi che a tempi lunghi,
lavoravo al “Centro Medico Sociale VOICA S.ta Bakhita”, il quale fornisce assistenza sanitaria a basso
costo, ed in certi casi gratuita, per far fronte al sistema sanitario togolese nel quale “solo i ricchi hanno la
possibilità di curarsi”. Ogni volontario aveva il suo compito, chi con competenze sanitarie e non collaborava dove vi era il bisogno, accettando ogni cosa proposta, non importa se piccolo o grande lavoro, del
quale magari non capiamo l’importanza perché non ne vediamo subito i frutti, ma senza accorgerci abbiamo seminato qualcosa che solo con il tempo e con altre persone che continueranno il nostro stesso
cammino diventerà frutto. E se non saremo noi a goderne in prima persona non conta, poiché nel nostro
piccolo siamo stati grandi essendo una tappa fondamentale di una lunga fila di persone che condividono
un progetto comune. Ogni sera, anche se affaticata, mi addormentavo con il sorriso e con la voglia che la
notte trascorresse in fretta per iniziare una nuova giornata. Lavorare a contatto con gente malata e che
soffre non è assolutamente facile, bisogna essere forti e non
farsi sopraffare dall’emozione. Ho visto cose che gelano il
sangue e ti cambiano la vita: una ragazza morire di AIDS
sola in un letto di ospedale e sapere che ce ne sono mille
altre come lei e io ad osservarla impotente, non potendo far
niente per evitarlo, se non starle vicino e farla sentire amata
negli ultimi minuti della sua vita. Fa tanta rabbia vedere
certe cose ed esse non sono facili da accettare, ma la voglia
di lottare contro queste ingiustizie dà la carica per continuare, come dà gioia vedere la luce negli occhi delle persone
che si aiutano, nonostante siano sconosciute, parlino un’altra
lingua o non capiscano il perché del nostro aiuto.
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Ho nostalgia di tutto questo… della gente, del cielo, della terra rossa, del profumo dell’Africa, della comunità. La mattina quando mi sveglio sento che mi manca qualcosa, che in Togo non mancava; sembra
un controsenso visto che sono nella mia casa, con tutte le mie cose, con tutta la mia famiglia. È diffici le
da spiegare, ma già dai primi giorni in Africa era come se io vivessi lì da sempre tanto ero felice; penso
sia stato il Signore e la grande famiglia della comunità, le mie guide lungo questo percorso, che ho percepito come un percorso di grandi esperienze che mi hanno fatto crescere; mi piacerebbe molto trasmettere
tutte le emozioni provate, alle persone che mi circondano, ma è davvero difficile perché non si riesce mai
a raccontarle come si vorrebbe.
Non ho ben capito se ho lasciato il mio cuore in Africa o se ho l’Africa nel cuore… Voglio ritornarci per
scoprirlo, spero di riuscire a lasciarmi guidare dal Signore…
Carolina Conter
Sono qui nella mia stanza in un pomeriggio di riposo, il rientro è sempre
più vicino e così penso un po' a questa missione.
È sicuramente una bella esperienza che però mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Finalmente la tanto desiderata Africa! Finalmente ho toccato con mano ciò che
per anni ho visto solo in tv e sentito raccontare.
Te la immagini, la sogni, ti prepari, ma poi l'Africa ti stravolge. La realtà della
missione è dura, quella del dispensario ancora di più. In un mese ho visto più
sofferenza che in tutta la mia vita, e che tu voglia o no la devi affrontare .
Ho visto tanta impotenza davanti alla fame, alla malattia e alla morte, ho visto che
anche chi ce la vuole fare ad uscire da questo baratro non può, non ha la possibilità. La cosa che più mi
ha colpito è proprio questa: il non avere l'opportunità di cambiare. Se sei nata povera non hai alternative:
farai una decina di figli con uomini o donne diverse e ti ammalerai di AIDS.
Anche i bambini più intelligenti e capaci che potenzialmente potrebbero studiare e migliorarsi sono costretti a questa vita: nessuna prospettiva, nessuna meta per cui lottare.
Chi offre una prospettiva futura a questa gente sono i missionari, che dedicano la loro intera esistenza ai
poveri.
Il magazzino della casa dei volontari è strapieno di quaderni e materiale scolastico che verranno distribuiti ai bambini a cui la Mari e la Fede pagano la tassa scolastica, il dispensario è pieno di medicine che
vengono vendute a prezzi stracciati ai malati.
Tutte le cose che vengono distribuite ai poveri vengono tutte da noi, dall'Italia, dalle donazioni e quindi
davvero ho capito quanto sia importante il nostro aiuto.
Allora penso a quando sento dire in Italia: “Ma noi cosa possiamo fare per loro?”, noi possiamo fare
tantissimo perchè noi, tramite i missionari che ci sono lì, diamo a tutti loro speranza.
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Ora davvero capisco quello che ci voleva dire Maristella quando, il primo giorno, ci ha raccontato
questa storia: Un uomo vecchio stava scavando nel suo giardino. “Che cosa stai facendo?” gli chiese
il suo vicino. “Pianto alberi di melograno” rispose. “Pensi di riuscire a mangiarne i frutti?” “No rispose - io non vivrò abbastanza a lungo, ma gli altri sì. Vedi per tutta la vita ho gustato melograni
piantati da altri. Questo è il modo di dimostrare la mia riconoscenza”.
Noi dobbiamo piantare tanti semi, loro, con il tempo, sapranno trarne il meglio.
Federica Trezzi
Formazione: questa è una parola-chiave
per un volontario VOICA. È uno dei quattro pilastri su cui si basa il programma
VOICA. Eppure, quando mi sono
“arruolata” come volontaria, avevo solo
una vaga idea di cosa fosse veramente
la formazione. “Capisco gli altri tre pilastri, e sono tutti ottimi, quindi mi basta
ignorare la parte sulla formazione, probabilmente non è poi così importante,”
pensavo fra me. Mi sono chiesta cosa
avrei fatto durante i due mesi e mezzo di formazione a Roma. Serve davvero così tanto tempo?
Io non credo. In effetti, avevo ragione. Per la formazione non servono due mesi e mezzo a Roma,
piuttosto è un processo continuo che può durare persino tutta la vita. La formazione VOICA ha molti
obiettivi. Innanzitutto, mi ha preparato per il Congo, insegnandomi il carisma e la storia di Maddalena
di Canossa, mi ha abituato a vivere in comunità, a cucinare, a fare le pulizie e i lavori di casa, e mi ha
fatto capire i principi su cui si basa il programma VOICA. In più, questo corso, mi ha insegnato che la
formazione non finirà quando lascerò Roma. E che non dovrebbe finire nemmeno quando lascerò il
Congo fra due anni. Non dovrebbe finire mai. Il corso di formazione mi ha insegnato a essere
consapevole di me stessa e del mio stato di vita, per potermi migliorare costantemente e raggiungere obiettivi sempre più alti. Mi ha mostrato l'importanza di vivere meno freneticamente e di
concedermi il tempo di mettere a fuoco il rapporto che ho con me stessa, con la mia comunità e con
Dio. Questa consapevolezza sarà sempre con me e mi aiu-terà immensamente in Congo e per il resto
della mia vita. Ormai si sta avvicinando
la fine del mio corso qui a Roma, ma
solo ora posso dire veramente che la
mia formazione è cominciata, che ho
imparato che passerò tutta la vita a formarmi in modo da diventare ciò che
Dio
mi chiede e che questa esperienza mi
ha mostrato come.
Karen D’Onofrio
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Perché lasciare il mio lavoro, la mia famiglia, per un volontariato in
terra di missione?
Perché ho terminato gli studi universitari e da alcuni anni lavoro, ma ora sento
il desiderio di interrompere per uno spazio di tempo, essendo anche abbastanza faticoso e, a volte, mi travolge la vita! Vorrei compiere qualcosa di significativo in questo tempo libero dal lavoro e imparare ad essere indipendente dalla
famiglia (sebbene, penso, sia ormai troppo vecchia per imparare a fare questo!). Così credo che la scelta di un tempo di volontariato in missione dovrebbe
essere senz’altro una scelta giusta per me, fatta senza alcun rimpianto.
Perché il VOICA?
Perché
Sono cattolica e in più provengo da una Scuola Canossiana in Hong
Kong. Essere Volontaria col VOICA mi dà la possibilità di far conoscere Dio e farlo amare, servendo il suo popolo,
incontrare volontari di altri paesi, culture, cammini di vita, ma con la stessa fede cristiana come la mia. Mi permetterebbe anche di servire con un senso di gratitudine verso le Madri Canossiane, che hanno iniziato la mia scuola,
dove ho ricevuto l’educazione e la formazione alle virtù cristiane durante i miei anni di scuola elementare e media.
Perché Aru, nella Repubblica Democratica del Congo in Africa?
Perché Mi offro ad andare in Congo col VOICA. Infatti, Non avrei alcuna preferenza e sono aperta a qualsiasi
luogo per servire nel piano di Dio.
Queste sono le domande sorte in me stessa e negli altri amici e queste sono anche le
mie risposte circa la mia decisione di essere volontaria nella missione di Aru, R.D. C., per un mese. Ciò che è più
importante è che capisco chiaramente che è un vero dono del Signore il sentire questa chiamata particolare e il
desiderio di servire la sua gente nella R.D. C. All’inizio, ero veramente entusiasta della mia decisione, perché sapevo che sarei andata a compiere qualcosa di significativo e di importante nella mia vita. Tuttavia, nel periodo di preparazione, ho avvertito dentro me delle incertezze e dubbi che provocarono una certa esitazione in diversi momenti:
lasciare tutto a metà strada? … Ma, tutte le volte che esitavo nella decisione presa, ero sicura che Dio, che conosce
le mie ansie e paure, sarebbe stato con me e mi avrebbe donato la forza di superare tutte le difficoltà che avrei
incontrato. Questo mi ricorda la storia delle “Impronte sulla sabbia”, immagine che mi sottolinea che Dio mi ama e
non mi lascerà mai. Egli mi aiuterà nei momenti più scabrosi.
E ora posso dire: Dio, ti ringrazio per …
* avermi donato questa meravigliosa esperienza in Aru, R.D. Congo, dove ho incontrato la gente del posto e sono
diventati miei amici, ho dedicato più tempo alla preghiera e alla riflessione religiosa, ho imparato a vivere uno stile di
vita più semplice, ho scoperto la bellezza della natura (specialmente le notti stellate. Una meraviglia inesprimibile!),
ho partecipato con gioia al lavoro dei volontari nel vendere il pane dove lo si cuoce e trascorrere il mio tempo con i
bambini dell’asilo nido …
* avermi dato questa opportunità di seguire il cammino di S. Maddalena di Canossa nel servire i poveri e ho compreso quanto sono fortunata e quanto ci sia più gioia nel
dare che nel ricevere …
* avermi dato la presenza di ogni Sorella e volontario in
questo cammino e per la loro premura, incoraggiamento,
ispirazioni e condivisione con me e …
* avermi dato mia madre e il suo amore, sentita molto
vicina e comprensiva della mia decisione mostrandomi
sempre la sua bontà e le sue premure.
Celia Cheng di Hong Kong
28 Novembre 2009
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FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Servizio
Internazionale Volontario), è la Federazione di 60 organizzazioni non governative (Ong) cristiane di servizio
internazionale volontario impegnate nella promozione di
una cultura della mondialità e nella cooperazione con i
popoli dei Sud del mondo, con l’obiettivo di contribuire
alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione,
all’affermazione della dignità e dei diritti dell’uomo, alla
crescita delle comunità e delle istituzioni locali.
Nata inizialmente sotto forma di coordinamento tra
diverse realtà laicali collegate al mondo missionario con il nome di FOLM (Federazione degli Organismi di Laicato
Missionario), e trasformata nel 1972 in FOCSIV, rappresenta oggi la più grande Federazione italiana di Organismi
cristiani di volontariato internazionale. Attualmente è presente in 86 Paesi tra Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio
Oriente e Oceania, con 641 interventi di sviluppo e con 817
volontari coinvolti in prima persona nella realizzazione di
progetti nei settori socio sanitario, agricolo, formativo, di
difesa dei diritti umani.
Quest’anno il Voica ha scelto otto volontari del Servizio Civile
Internazionale sotto l’auspicio della Focsiv, che si uniranno ai
volontari Voica nelle varie missioni. Essi sono: Laura Salomoni, Valentina Carnimeo, Samanta Vitulano, Elisa Tambini.
Questi sono andati in Togo il 30 novembre con Giacomo
Grillo ( che lavorerà come infermiere per circa due mesi).
Sono partiti con due volontarie Voica: Karen D’Onofrio e
Lydia Shives che invece serviranno nella Missione della
Repubblica Democratica del Congo.
A Timor Est sono andati Gionata Carnino e
Francesca Bennati. Questi lavoreranno nella
scuola per un anno con Trisha Bruecken volontaria Voica.
Eleonora Iannotta parte per il Cairo il 4 dicembre mentre Teresa Pepe la seguirà il 15 dicembre .
Il 25 Novembre abbiamo celebrato la messa
del mandato per tutti questi volontari del servizio civile e del VOICA.
Preghiamo per tutti questi volontari affinché
portino l’amore di Cristo ovunque, nelle loro
particolari missioni.
Diggy
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Un uomo si recò, un giorno, dal barbiere per farsi tagliare i capelli e rifarsi la barba.
L’uomo e il barbiere incominciarono a parlare di molteplici cose e di argomenti della più svariata natura.
All’improvviso si toccò il tema di Dio.
Il barbiere disse: “Io non credo affatto all’esistenza di
Dio”.
“Ma perché?” domandò il cliente.
“Perché? E’ semplicissimo! Basta uscire per strada per
accorgersi che Dio non esiste!”
“O … mi dica: se Dio veramente esistesse, ci sarebbero
tanti malati? Ci sarebbero bambini abbandonati? E la
sofferenza? E il dolore che pervade l’umanità? Io non posso pensare che esista un Dio che permetta tutte queste
cose!”.
Il cliente rimase per un attimo senza parole.
Decise infine di non rispondere per evitare la discussione.
Il barbiere finì il suo lavoro e il cliente uscì dal negozio.
Appena sulla strada, incontrò un uomo con la barba e i capelli lunghi e incolti.
La sua persona era molto disordinata e trasandata.
Ritornò allora di corsa nel negozio del barbiere esclamando: “Sa cosa le dico? I barbieri non esistono!”
“Come puoi dire ciò?”, replicò il barbiere. “Ma io sono qui e sono barbiere!”.
“No!”, continuò il cliente, “Non esistono, perché se esistessero non ci sarebbero persone coi capelli e la barba
tanto lunga e incolta come quella di quell’uomo che c’è fuori dal suo negozio, sulla strada!”.
“Eh, no! I barbieri esistono, è solo che quelle persone non vengono da me!”.
“Infatti, proprio questo è il punto! Dio esiste, solo che non tutte le persone lo cercano e vanno da Lui; forse perché
ancora non lo conoscono, forse perché non credono, o forse perché credono ma non si fidano totalmente: ecco il
motivo di tanto dolore e sofferenza in questo mondo!”.
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Ciao,
sono arrivata a Timor Leste (Est) come viene chiamato qui. E’ caldo e piove, per cui ci vuole un po’
di tempo per abituarsi. Le Suore si prendono cura
di noi. Al presente abitiamo nella casa delle educande ed nel prossimo weekend andremo nella casa Voica. La posta elettronica funziona bene e così
pure la luce. Mi hanno messo subito al lavoro,
questa mattina, per parlare con le ragazze che
fanno lezione di Inglese. Ho parlato dell’America
per 30 minuti. Non fu facile riassumere la mia
cultura in quel poco tempo, e spero abbiano imparato qualche cosa. Bene, questo è tutto per ora. Io
sto bene, al sicuro e contenta. Pace e amore.
Trisha
(Trisha bruecken è adesso in Timor Est per fare un anno di servizio)
Mentre mi preparo qui a Roma per partire per il Congo, rifletto sempre più che cosa
significhi realmente essere missionaria. Incomincio a sentire più entusiasmo, mentre
i giorni passano e la partenza si avvicina. Nell’ascoltare le vicende dei volontari, che
ritornano dalla missione, ha aumentato il mio desiderio di lanciarmi nel profondo.
Credo che la passione che scorgo nei loro occhi, l’emozione, l’entusiasmo delle
loro voci e la pace del loro animo, non sono solo il risultato dell’esperienza vissuta in
un nuovo paese e in una nuova cultura, ma il vedere Dio lavorare in loro e con loro.
Questo mi dona speranza, perché prima di partire sono stata bombardata anche
delle realtà negative che possono accadere ai volontari nel terzo mondo, ma nell’incontrare questi testimoni e ascoltarli mi ha incoraggiata a non lasciarmi prendere
dall’ansia e dalla paura. Ora desidero veramente partire per la mia missione ad Aru,
Congo, dove credo che il Signore mi chiami.
So con certezza che il Signore non mi sfiderà oltre quello che non posso sopportare.
Non vedo l’ora di ascoltare e osservare il modo di esistere in Africa e respirare la
bellezza intorno a me. Mi auguro di essere testimone dell’amore di Cristo in mezzo
alla gente.
Apprezzo la formazione ricevuta in Roma. Un messaggio si è impresso nella mia
mente: come volontaria, non dovrei andare pensando a tutto quello che posso FARE
in missione, ma semplicemente AMARE la gente, ascoltarla e incoraggiarla.
Lydia Shives
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Dicembre 2009
Settembre
2008
Volume
Numero 33
Volume 86 · Numero
Vorrei sottolineare che Cristo è presente in tutti gli aspetti della nostra vita. Nel
Vangelo si trovano molte circostanze in cui il Signore è presente: alle nozze di
Cana (Gv 2), alla mensa con i suoi amici e discepoli (Mt 9), mentre parla, lungo
la strada di Emmaus, con i due discepoli (Lc 24) e con i malati bisognosi del
suo potere di guarigione …
Durante il suo ministero, qui in terra, Gesù non possedeva nulla, ma aveva
tutto. Non solo ha donato a coloro che erano nel bisogno, guarigione, cibo e
benedizione, ma offrì se stesso nascendo in un’umile stalla, vivendo fra la
gente e poi, più drammaticamente,offrendo il suo sacrificio sulla croce.
Da allora a oggi, Gesù è presente ancora nella nostra vita. È presente nelle
nostre condivisioni e nel nostro dono. È presente quando riconosciamo le
nostre benedizioni e la sorgente di tutte le grazie: GESÙ. È presente quando lo
ringraziamo per tutto quello che riceviamo da Lui.
Sarò sempre grata a Dio per tutte le meraviglie che ha compiuto nella mia
esistenza! Mi ha fatto gustare la bellezza della vita quando mi ha dato l’opportunità di essere suo debole strumento d’amore per il suo amato popolo specialmente nel tempo vissuto in Papua New Guinea e poi in Togo. Mi ha ridonato la guarigione e posso camminare ancora e proclamare la sua
Parola! Mi ha messo accanto veri amici e una famiglia meravigliosa, che mi ha insegnato come donarmi agli
altri. Mi ha reso consapevole che nel mondo nulla è più importante che l’AMORE. Sì, Egli è sempre presente in
me.
Il Signore è presente quando, con umiltà, riconosciamo i nostri errori e chiediamo perdono. È presente quando
perdoniamo chi ci offende. Gesù stesso, nella sua estrema sofferenza, disse: “Padre, perdona loro perché non
sanno quello che fanno”.
Il Signore è presente quando amiamo il nostro prossimo specialmente i poveri: coloro che hanno fame e sete
non solo di cibo ma di amore, di premure, di attenzione, coloro che sono abbandonati, rifiutati, emarginati. È
presente quando soffriamo nel vedere gente morire di fame o malattia o violenza. È presente quando testimoniamo il suo amore di Padre in mezzo a coloro che soffrono.
Eliminare Gesù dalla nostra vita sarebbe incredibile, impossibile! Cristo è parte di noi. Cristo è sempre presente
nella nostra esistenza.
Se Gesù è in ogni stagione della nostra vita, allora è sempre Natale! Non possiamo dimenticare che condividere, ringraziare, perdonare, amare sono parte della quotidianità nostra. Lasciamo che Gesù entri nei nostri cuori
in questo Natale e sempre sia nella nostra vita!
Cristo è amore … Natale è amore … Cristo è nel Natale …
Auguri a Tutti!!
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Digna P. Esguerra
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La settimana scorsa, la comunità delle Suore che abita vicino alla nostra casa, mi ha invitato a celebrare l’Eucaristia
insieme a dodici giovani che in questi giorni stanno partendo per un anno di servizio volontario in paesi in via di
sviluppo. Alcuni giovani provenivano dagli USA, altri erano italiani, caschi bianchi del Sevizio Civile internazionale,
tutti legati ad un organismo missionario connesso con l’Istituto Religioso delle Suore Canossiane. Le destinazioni
erano Timor Est, R.D. Congo, Togo. I giovani opereranno in strutture e progetti presso case religiose.
Alla Messa erano presenti alcuni genitori dei giovani. Una ragazza era in crisi e mi ha confidato che i suoi genitori erano contrari alla sua decisione di partire per un anno. La liturgia e il rinfresco successivo, ambedue finemente
preparate dalle Suore, la commozione dei ragazzi, gli abbracci e i ringraziamenti, mi hanno emozionato.
Partire non è mai facile, lasciare le nostre sicurezze non è mai indifferente, spesso fa paura. Muoversi, tuttavia,
è garanzia di novità; lo Spirito Santo è il motore di ogni partenza e il Creatore di ogni cosa nuova. La mia esperienza è quella che ogni volta che ho vinto la pigrizia e la paura e mi sono messo in cammino ho ricevuto sempre in
cambio luce, ricchezza, gioia. Gesù per primo ha scelto di partire: è partito dal cuore della Trinità ed è venuto in
mezzo a noi; lo ha fatto, rischiando per amore. Lo stile della Chiesa e di ogni cristiano dovrebbe essere come quello
di Gesù: partire, andare, rischiare. Ogni incontro con chi è diverso da noi ci arricchisce. È necessario che noi
“andiamo” per primi, poi potremo dire a chi incontriamo “venite e vedrete”.
Un anno fa, in prossimità del Natale, con gli studenti di una delle mie classi scolastiche, sono andato a visitare
una comunità di anziani; la residenza era in un quartiere diverso da quello in cui abitava la gran parte dei ragazzi,
dignitoso ma molto più popolare; camminando ci siamo accorti che i rumori e la parola erano differenti da quelle
ascoltate normalmente, anche il comportamento della gente sull’autobus, le case, le vetrine, erano diverse. I ragazzi
sono rimasti colpiti dall’esperienza fatta del diverso; ne abbiamo parlato a scuola; erano contenti e arricchiti.
Avere uno spirito missionario non vuol dire fare grandi cose o preparare grandi piani; si tratta di andare, da soli,
a coppie, in gruppo, e incontrare le persone, uscire di casa, dall’ufficio, dalla propria stanza, dal proprio quartiere per
andare in un’altra casa, in un
altro ufficio, in un'altra stanza, in
altro quartiere. Si tratta di organizzare una festa, una cena o un
incontro culturale in meno e di
partecipare a una festa , una
cena o a un incontro culturali
organizzati da altri, là incontreremo fratelli e sorelle che non
frequentiamo abitualmente, ma
che hanno un enorme desiderio
di Dio e attendono l’”Avvento”, la
venuta di qualcuno che parli loro
di Gesù.
Don
Nicolò Anselmi
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Volume 86 · Numero
FORMAZIONE ALLA VITA
FORMAZIONE ALL’AMORE
Anno nuovo Voica nuovo!!! Non vuole essere una battuta, ma la presa di coscienza che c’è
stato un cambiamento nella direzione del nostro Gruppo. Sister Pat è stata chiamata a compiere un nuovo lavoro, nella famiglia Canossiana, al suo posto la Madre Generale ha chiamato Sister Angela. Come non ringraziare il Signore per il lavoro svolto da Pat. la nostra
carissima e amatissima Manager canossiana?! Un grazie che si completa nella preghiera che
innalziamo al Signore per quanto di nuovo è stata chiamata a compiere. La porteremo sempre nel cuore e ricorderemo i consigli che ci ha dato in questi lunghi anni di servizio.
Un grazie al Signore anche per Sister Angela che inizia un nuovo cammino accanto a noi e
per noi. Ci sarà utile la sua esperienza missionaria che, unita alla nostra, rafforzerà la nostra
grande e splendida famiglia Voica. Siamo in tanti e in continua crescita, una realtà di volontariato che incide nel mondo missionario di Maddalena di Canossa e nell’umile Josephine
Bakhita, una realtà che ci permette di esprimere al meglio le qualità che ciascuno ha, per il
servizio dei poveri; vogliamo sempre più essere poveri coi poveri.
CONTINUA LA NAVIGAZIONE…
e dopo questi preamboli ecco che il “tempo della pacchia è finito”, rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a pensare alla prossima estate, ai prossimi progetti. Progetti che quanto prima
verranno definiti, dopo il viaggio che Sister Angela compirà in Africa in questo mese di dicembre e in gennaio. Intanto il gruppo di coordinamento addetto alla formazione, ha fissato
le date di prossimi incontri formazione 2010. Naturalmente tutti sono invitati a parteciparvi,
anche quelli che forse non potranno venire con noi in missione. Sottolineo che il VOICA E’
UNA GRANDE FAMIGLIA, tutti devono sentirsi partecipi e membra attive per il bene
dell’umanità e per il servizio alla Chiesa. Inoltre, a
ciascuno un compito di responsabilità: invitare nuovi
amici, conoscenti, a farne
parte, sia che desiderino
partire, sia che vogliano
semplicemente conoscere la
nostra attività. VI SONO
TANTI MODI DI PARTECIPARE ALLA MISSIONE!
Claudio
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28 febbraio 2010 – Brescia, via S. Martino 13
1° incontro con i volontari: motivazioni e aspettative del viaggio in missione.
14 marzo 2010 – Magenta, via S. Biagio, 15
Vista alla fiera del mercato equo e solidale (cfr.: www.falacosagiusta.org); interscambio.
11 aprile 2010 – Brescia, via S. Martino 13
Modalità di presenza in missione; la cultura e le culture (Africa, Brasile, Asia).
25 aprile 2010 – Verona, Casa Generalizia via S. Giuseppe, 5
Essere missionari “Ad gentes”; comunione e comunità: fare gruppo in missione. Progetti e
presentazione dei Gruppi di partenza.
30 aprile – 2 maggio 2010 Tre giorni di spiritualità a Roma, Voica, Comunità S. Michele
16 maggio 2010 – Brescia, Costalunga Via Valbottesa, 19
Le Beatitudini evangeliche; essere testimoni della propria fede; divisione in gruppi di partenza.
30 maggio 2010 – Brescia, Costalunga Via Valbottesa, 19
Come essere “Buon Samaritano” verso i fratelli; testimonianza; divisione in gruppi di partenza.
13 giugno 2010 – Brescia, Costalunga Via Valbottesa, 19
Giornata del Mandato Missionario; consigli pratici per la missione, consegna dei biglietti.
INFORMAZIONI, ISCRIZIONI E CONTATTI:
Madre Angela Sambusida
e.mail: [email protected] - cell. 3278340496
Diacono Claudio Fiorini
[email protected]—cell. 3389048505
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Volume 86 · Numero
22-29 Novembre – formazione specifica per i volontari del Servizio Civile
25 Novembre – Messa del mandato per i due gruppi di volontari (Voica e Focsiv)
29 Novembre – Trisha Bruecken lascia per Dili, Timor Leste per un anno di volontariato
30 Novembre – Karen D’Onofrio parte per due anni di volontariato in Congo con Lydia
Shives per uno
6 Dicembre – Chiara Zilioli, Claudio Fiorini e altri amici arrivano al
Voica per preparare programmi estivi 2010
12 – 27 Dicembre – Sr Angela e Diggy visitano i volontari in Congo
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