Gare gas, falsa partenza Il bando di Varese incompleto, quello di

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Gare gas, falsa partenza Il bando di Varese incompleto, quello di
Gare gas, falsa partenza
Il bando di
Varese incompleto,
quello di
Udine
contestato
dagli
operatori (ed entrambi non notificati all’Autorità). I dubbi su Roma. Arrivare
al buon esito delle procedure non sarà facile
L'obiettivo del Governo di avviare finalmente le procedure per le gare gas
con il sistema degli Atem, spingendo le Amministrazioni a rispettare i
tempi, sta facendo emergere i temuti intoppi dovuti all'impreparazione.
Partiamo con un rapido bilancio. Al momento si ha notizia di sette bandi,
relativi agli ambiti di Varese2, Udine2, Torino2, Venezia1, Milano1, Massa
Carrara e Roma1.
I primi due non sono stati notificati all'Autorità per l'Energia per le
eventuali osservazioni, come prevede la normativa (il decreto Mise 12
novembre 2011, n. 226). La procedura di Varese è peraltro volutamente
piena di omissioni, legate al permanere (al momento della pubblicazione,
avvenuta lo scorso settembre) di diverse incertezze. In particolare sul valori
di rimborso sulle porzioni di impianto di proprietà dei gestori uscenti.
Il bando di Udine è stato invece contestato dalle associazioni di settore per
svariate
irregolarità: oltre alla mancata notifica all'Autorità e alla
necessaria verifica del delta Vir/Rab, si sottolineano i punteggi massimi
stabiliti per i criteri di gara non conformi ai decreti e a gli schemi del
Mise. La mancanza di punteggi per gli investimenti di sostituzione della
rete e il riferimento alla progettazione esecutiva anziché a quella definitiva.
Contestazioni che, oltre che all'attenzione del Mise e dell'Aeegsi, dovrebbero
probabilmente essere indirizzate anche all'Antitrust, in quanto alcuni criteri
possono favorire un concorrente piuttosto che un altro.
Tra i cinque bandi correttamente notificati al Regolatore, quello di
Torino2 è stato subito oggetto di richiesta di integrazioni. Su quello di
Roma1 aleggia invece qualche incertezza relativa al perimetro dell'Atem. Il
servizio di distribuzione della capitale è stato assegnato a Italgas nel 2012
per un periodo di 12 anni. Il bando dovrebbe comunque ricomprendere da
subito la più grande città italiana? I pareri raccolti da QE nel settore sono
discordi. Alcuni affermano che Roma debba andare subito a gara, con
subentro del nuovo gestore (sempre che cambi)solo dal 2024. Altri
sostengono che la procedura debba fermarsi ai soli sei Comuni limitrofi, con
durata della concessione abbreviata per coincidere con la scadenza del 2024
fissata per la capitale.
Quest'ultima è forse la soluzione più logica. Ma non sembra la più conforme
alla legge. Il DM 19 gennaio 2011 stabilisce infatti all'art.3 comma 1 che
"nel periodo di prima applicazione del nuovo sistema, il gestore risultato
vincitore della gara d'ambito subentra progressivamente nell'affidamento
del servizio dei vari impianti di distribuzione gas dell'ambito territoriale
minimo alla scadenza delle singole concessioni presenti nell'ambito, a
meno di una loro anticipata risoluzione concordata fra il gestore uscente e
l'Ente locale".
La norma sembra chiaramente sancire che la gara deve riguardare l’intero
ambito, e l'aggiudicatario dovrà subentrare nell'effetti va gestione del
servizio nei singoli Comuni che lo compongono una volta scadute le
precedenti concessioni.
Per Roma la differenza in termini di procedura, criteri per l'ammissione del
concorrenti, valore del bando, durata della concessione (nella Capitale il
tempo residuo rispetto al 2024 sarebbe di pochi anni) è enorme rispetto a
una gara limitata ai soli comuni limitrofi. Ma quest'ultima soluzione
potrebbe andare incontro a ricorsi al Tar.
In definitiva, di fronte a questo quadro a dir poco incerto e confuso
l'unico l’auspicio è che tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle stazioni
appaltanti, imparino in fretta la lezione e intervengano sub to per evitare
che anche i prossimi bandi seguano strade poco percorribili.
Carlo Maciocco - QE, 30-1115