Progetto diocesano di PG 2014

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Progetto diocesano di PG 2014
DIOCESI DI NOVARA
PROGETTO
DI
PASTORALE GIOVANILE INTRODUZIONE
Il nuovo progetto di Pastorale Giovanile per la Diocesi di Novara vuole ridare attualità al Progetto Emmaus che resta il riferimento fondamentale come frutto dell’ultimo Sinodo della Chiesa di Novara. Il documento sinodale così diceva: “La pastorale giovanile si propone di formare dei giovani maturi nella crescita umana e adulti nella fede, capaci di gestire i propri doni nella prospettiva di una chiara scelta vocazionale in riferimento al matrimonio o alla vita di consacrazione, alla professione e alle assunzioni delle proprie responsabilità nella Chiesa, nella società e nella politica” (cfr XX Sinodo diocesano, Progetto Emmaus). Restando fedele a questa intuizione, il nuovo progetto vuole mettere al centro la persona, al cui servizio si mettono le strutture, dando le linee per un progetto educativo diocesano, vicariale e parrocchiale o di unità pastorale. FINALITA’
PUNTO FONDAMENTALE: L’INCONTRO CON CRISTO E LA VITA NUOVA
Il ragazzo, l’adolescente e il giovane devono prima di tutto vivere l’incontro personale con Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio, Crocifisso e Risorto. Occorre ripartire in ogni età della vita da un Primo Annuncio del kerygma che faccia cogliere la rilevanza esistenziale della Pasqua di Gesù Cristo nel suo mistero di vita, passione, morte e risurrezione. Essere “adulti” nella fede vuol dire vivere la piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13) nel suo Spirito: è la Vita Nuova donata nel Battesimo che ci chiama alla Santità. Come indicano i documenti della Cei del decennio 2000-­‐20101 e ribadiscono gli orientamenti pastorali per il decennio 2010-­‐20202, questo incontro personale con Gesù Cristo non va mai dato per scontato neanche per gli animatori, gli educatori e gli operatori pastorali che devono riscoprire questo Primo Annuncio per poi portarlo a tutti coloro a cui sono mandati ad annunciare la Buona Notizia di Gesù. 1 Cfr Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Orientamenti pastorali dell'Episcopato italiano per il primo decennio del 2000;"Questa è la nostra fede" -­‐ Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo 2005; Il volto missionario delle Parrocchie in un mondo che cambia. Nota Pastorale 2004.
2 Cfr EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO -­‐ Orientamenti pastorali dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-­‐2020
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”3. La Vita Nuova è vivere nello Spirito di Gesù Cristo che ricostituisce la relazione fondante con Dio ferita dal peccato: vivere da Figli di un Dio che è Padre. Questo permette di ricostituire le altre relazioni fondamentali interrotte dal peccato: -­‐ Amore fraterno: vivere da Fratelli nella comunità e verso tutti gli uomini -­‐ Amore coniugale: vivere da Sposi nella relazione Uomo-­‐Donna non più come seduzione e dominio, ma come affettività e sessualità liberate -­‐ Amore per il creato: vivere da Custodi del dono della creazione La fede è fiducia, vivere affidati, vivere da figli, fratelli, sposi e custodi del dono della creazione. Vivere secondo lo Spirito di Gesù permette di attraversare in maniera nuova tutte le esperienze umane, anche quelle di fallimento, di limite, di male, di sofferenza e di morte. Vivere in Cristo vuol dire vivere in pienezza la vera umanità salvata, liberata e risanata. LE DIMENSIONI DEL CRISTIANO ADULTO NELLA FEDE
Teniamo come riferimento -­‐ già scelto dal Sinodo Diocesano -­‐ l’icona di Emmaus (Lc 24) che ci indica le dimensioni del cristiano “adulto” nella fede, punto di arrivo dei cammini di pastorale giovanile. 1. “Gesù in persona si accostò e camminava con loro” -­‐ Una vita nuova come Incontro con Cristo, Vocazione, Progetto di Vita, Accompagnamento Spirituale 2. “Spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” -­‐ Una vita nuova in rapporto con la Parola di Dio per il Discernimento sulla propria vita nella Preghiera 3. “Prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro” -­‐ Una vita nuova eucaristica e riconciliata: Mistero Pasquale e Sacramenti (Eucarestia e Confessione) 4. “Trovarono riuniti gli Undici e gli altri” -­‐ Una vita nuova insieme agli altri: Comunità, Chiesa, Comunione 5. “Riferirono ciò che era accaduto” -­‐ Una vita nuova che annuncia: Testimonianza e Missione 6. “Tornarono a Gerusalemme con grande gioia” (Lc 24,52) -­‐ Una vita nuova nel mondo o Etica personale: relazione con gli altri, affettività e sessualità, relazione con i beni o Etica sociale: professionale, ecclesiale, sociale, politica, ecologica (cura del creato), rapporto con i beni
o Approfondimento culturale: mettere in dialogo la fede con la società e la cultura
o Servizio e Carità 3
Papa Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 1
I SOGGETTI DELLA PASTORALE GIOVANILE
Soggetti locali di pastorale giovanile
Unità di Pastorale Giovanile
L’Unità di Pastorale giovanile ha come scopo una più adeguata evangelizzazione dei giovani. E’ costituita su base territoriale per favorire il coinvolgimento delle giovani generazioni tenendo conto dei cambiamenti ecclesiali, sociali e demografici del nostro tempo. Deve essere costituita tenendo presente le Unità Pastorali già strutturate o che si stanno strutturando all’interno dei Vicariati. Le Unità di pastorale giovanile invitano innanzitutto ad un rinnovamento della cura dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani all’interno di una pastorale d’insieme che coinvolga l’intera comunità e di una pastorale che ritrovi un slancio missionario verso tutti i giovani del territorio: una Chiesa “in uscita”4 capace di obbedire al mandato missionario di Gesù. Equipe dell’Unità di Pastorale Giovanile
Per ogni Unità di Pastorale Giovanile ci sia un’equipe che si prenda cura di portare avanti un progetto educativo verso ragazzi, adolescenti e giovani. L’equipe sarà formata dal Responsabile di Unità di Pastorale Giovanile, dagli educatori e animatori dei gruppi di pastorale giovanile, ma anche da altri educatori (insegnanti di religione, insegnanti, allenatori,...) di appartenenza ecclesiale che si dedicano alle giovani generazioni. L’equipe mette in atto una rete educativa ecclesiale, distinta ma in relazione con una eventuale rete educativa territoriale promossa dai Comuni o da altre agenzie educative. Il centro giovanile
Ogni Unità di Pastorale Giovanile abbia un unico Centro Giovanile per la promozione delle attività e delle proposte educative rivolte ai giovani (dai 18 ai 35 anni). Può anche essere individuato in un luogo (un oratorio o un centro apposito), ma soprattutto deve essere una proposta specifica su questa fascia di età, portata avanti da una Equipe di educatori che si dedicano ai giovani con proposte formative e accompagnamento personale. Il Centro giovanile è coordinato dal Responsabile di Unità di Pastorale Giovanile e dovrebbe avere un progetto educativo che tenga presente il progetto diocesano di pastorale giovanile e la realtà specifica del proprio territorio. L’Oratorio
Ogni Unità di Pastorale Giovanile, nella tradizione della nostra realtà ecclesiale e in continuità con le attività delle varie parrocchie, abbia uno o più Oratori capaci di promuovere una formazione umana e nella fede di ragazzi (12-­‐14 anni) e adolescenti (14-­‐18 anni). L’oratorio propone un’esperienza di vita totalizzante che vuole investire tutte le dimensioni proprie della vita di preadolescenti e adolescenti attraverso la proposta della preghiera, dell’ascolto della Parola con la catechesi, della forte esperienza comunitaria, del gioco e dello sport, dell’apertura culturale, dell’impegno caritativo e sociale, della testimonianza e dell’evangelizzazione. Ogni Oratorio abbia un Direttore di Oratorio che formi una Equipe di animatori e di educatori, coordinando le variegate attività e promuovendo la 4
Papa Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 20
corresponsabilità educativa in una sinergia che si indirizzi su un comune Progetto Educativo di Oratorio. Responsabili di Istituzioni di Pastorale Giovanile
Occorre individuare e formare dunque due figure fondamentali: -­‐ il Responsabile di Unità di Pastorale Giovanile e del Centro Giovanile -­‐ il Direttore di Oratorio Questi ruoli, fino ad oggi ricoperti genericamente dai sacerdoti, chiedono una apertura forte ad una corresponsabilità tra sacerdoti, religiosi e laici. A seconda delle situazioni sarà possibile individuare le persone più adatte a ricoprire questi ruoli, grazie anche all’iter formativo che propone la diocesi. Dove il ruolo di responsabile di PG o direttore d'oratorio è dato a un sacerdote, è necessario che egli individui e formi uno o più laici corresponsabili che formino una equipe e abbiano insieme con lui la regia del progetto di UPG o di Oratorio. Anche questa figura di corresponsabile è istituzionale con mandato diocesano. La formazione personale
I responsabili delle istituzioni di pastorale giovanile siano individuati preferibilmente tra persone adulte o giovani adulti (almeno con 25 anni di età). I tratti che dovrebbero connotare le persone idonee a svolgere questo compito educativo di responsabilità educativa istituzionale devono essere: una solida struttura umana e relazionale, un buona sensibilità ecclesiale e comunitaria, una provata capacità educativa, una sincera ricerca spirituale. La formazione proposta dalla diocesi e organizzata dal Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, dovrà pertanto offrire: -­‐ formazione spirituale -­‐ formazione teologica e comunitaria -­‐ formazione pastorale ed educativa (con tirocinio pastorale) L’abilitazione diocesana
L’abilitazione diocesana a responsabile di Unità di Pastorale Giovanile e del Centro Giovanile o a Direttore di Oratorio è conferita mediante attestato rilasciato dall’Ordinario diocesano con la durata di cinque anni e la possibilità poi che sia rinnovata. Con l’abilitazione, la Diocesi, attraverso i suoi organismi competenti, riconosce che una determinata persona, dopo aver concluso il cammino di formazione, possiede l’idoneità a svolgere un compito specifico nelle parrocchie o nelle unità di pastorale giovanile della diocesi. L’abilitazione si riferisce alla persona e non al luogo di una eventuale responsabilità educativa. L’abilitazione sia data a seguito della verifica delle formazione personale, del tirocinio pastorale e del parere favorevole dei sacerdoti responsabili della parrocchia e dell’unità pastorale di appartenenza. L’incarico pastorale
Il Responsabile delle Istituzioni di Pastorale Giovanile inizierà il suo compito a seguito di un mandato pastorale dato per iscritto dall’Ordinario diocesano. Il mandato preciserà il luogo, il tipo di incarico e la sua durata nel tempo. Con il mandato si indicherà il nome del sacerdote della parrocchia o dell’unità pastorale che costituisce il riferimento autorevole primo per colui che viene nominato. L’incarico pastorale potrà innanzitutto essere svolto come collaborazione gratuita a servizio della propria comunità parrocchiale o unità pastorale. In alcune situazioni potranno invece essere pensate, con il coordinamento diocesano, anche forme di collaborazione retribuita. Strutture di servizio alla pastorale giovanile
A partire dal “vivo creativo” esistente nei gruppi parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti, l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile assume il ruolo di coordinamento propositivo, ruolo che a livello vicariale è fatto proprio dalle Commissioni Giovanili Vicariali e a livello diocesano dal Laboratorio Diocesano di Pastorale Giovanile e dalla Presidenza. La commissione giovanile vicariale
Alla commissione giovanile vicariale partecipano due rappresentanti (con incarico annuale) di ogni parrocchia e movimento presente nel vicariato. Partecipano inoltre due adulti cooptati dal Consiglio di vicariato. E’ coordinata dal sacerdote responsabile della pastorale giovanile vicariale, coadiuvato da una segreteria. Opera in collegamento con il Consiglio pastorale e con il Laboratorio diocesano di pastorale giovanile. Le finalità e i compiti della commissione giovanile vicariale possono essere così precisati: -­‐ il collegamento dei gruppi parrocchiali, dei movimenti, delle associazioni presenti nel vicariato, in un clima di disponibilità all’ascolto e al confronto, superando il rischio dei gruppi chiusi e favorendo lo scambio delle ricchezze creative di ogni gruppo; -­‐ la lettura della realtà giovanile vicariale (in ambito ecclesiale, civile, culturale, ricreativo, politico) per coglierne i problemi emergenti, le sfide, le esperienze positive, così da aiutare i gruppi a crescere nella attenzione ai problemi del territorio e nel senso di appartenenza alla Chiesa locale; -­‐ la progettazione di itinerari pastorali, (con attenzione anche alle piccole parrocchie, alle realtà dove diventa difficile l’esperienza di gruppo e alle situazioni di marginalità, coniugando sapientemente le linee diocesane con le varie realtà giovanili territoriali). Il laboratorio diocesano di pastorale giovanile
Al laboratorio diocesano di pastorale giovanile partecipano: -­‐ tre delegati da ogni vicariato: il sacerdote responsabile per la pastorale giovanile vicariale e due giovani con incarico annuale (rinnovabile) -­‐ un delegato da ogni associazione e movimento che in diocesi opera in pastorale giovanile (con incarico annuale rinnovabile) -­‐ la Presidenza La convocazione è prevista con cadenza mensile. Le finalità e i compiti del laboratorio diocesano possono essere così precisati: essere luogo di incontro di gruppi, associazioni, movimenti (nella consapevolezza che la crescita nella comunione è già un grande valore) e di convergenza di problemi, esperienze, proposte e della loro rielaborazione e valorizzazione; progettare un cammino di pastorale giovanile in riferimento a contenuti, tappe, concrete attuazioni; farsi carico del progetto insieme elaborato per portarlo alla base (nei vicariati, nelle parrocchie, nei gruppi). La Presidenza
Alla presidenza partecipa un gruppo di persone scelte dal Vescovo. I compiti della presidenza sono: -­‐ il coordinamento propositivo delle attività e delle strutture, a diverso titolo, operanti nell’ambito della pastorale giovanile; -­‐ il convocare e il moderare il laboratorio diocesano di pastorale giovanile; -­‐ il tenere i rapporti con i vicariati e con gli organismi diocesani. LINEE PASTORALI PER FASCE DI ETA’
PREADOLESCENZA 10-14 anni
PERCORSI PASTORALI
1.La vita come cammino: identità e relazioni nel cambiamento Occorre accompagnare i preadolescenti nel lungo cammino della costruzione della propria identità con educatori capaci di ascolto e orientamento nel cambiamento e nella crisi. In un momento in cui cambiano tutti gli orizzonti di identità e relazionali, i preadolescenti vanno accompagnati e aiutati a vivere i vari ambienti di vita come occasioni di crescita personale e relazionale: amicizia, amore, famiglia, scuola, oratorio, tempo libero. E’ importante in questa età favorire la formazione di un gruppo con cui confrontarsi e condividere il proprio cammino. Occorre aiutare i ragazzi a confrontarsi con modelli positivi da cui trarre valori e ideali. 2. L’ascolto della Parola: una Parola che mi rende libero Occorre risvegliare il senso critico verso la società e la cultura, consapevoli del rischio di vivere una schiavitù-­‐dipendenza da sostanze, mode, stili comportamentali. Occorre educare i preadolescenti ad una libertà profonda che in ultima analisi solo l’ascolto della Parola di Dio è in grado di donare. Sarà utile sottolineare l’umanità pienamente riuscita di Gesù. E’ importante vivere momenti guidati di confronto con la Parola suscitando curiosità e interesse per lo stile di vita e le scelte di Gesù. 3. La centralità dell’Eucarestia: l’incontro con l’Amico della vita che è Gesù Occorre aiutare i preadolescenti nel processo di personalizzazione della fede, soprattutto nel riconoscimento della relazione con Gesù Cristo come amico della propria vita. Occorre riscoprire in maniera nuova la possibilità di entrare in un rapporto vivo con il Signore nella preghiera personale e nella celebrazione eucaristica. Sarà importante aiutare i ragazzi a vivere l’Eucarestia domenicale da protagonisti e anche a vivere momenti di preghiera silenziosa davanti all’Eucarestia. 4. La testimonianza: annuncio e servizio Occorre aiutare i preadolescenti a riconoscersi parte di un oratorio e di una comunità che li accoglie e li accompagna come una famiglia. In questa comunità anche il preadolescente deve poter trovare un suo spazio da protagonista in forme semplici ma concrete di servizio e di dedizione agli altri. E’ utile anche favorire momenti comunitari più allargati rispetto al gruppo di appartenenza. Nelle forme possibili anche i preadolescenti sono inviati ad essere nei loro ambienti di vita missionari ed evangelizzatori per tutti i loro coetanei. METODO E STRUMENTI
L’età della preadolescenza è solitamente quella del compimento del percorso di Iniziazione Cristiana. La proposta pastorale deve in prima istanza tenere conto di una catechesi in stile di animazione, capace di comunicare una fede che intercetti la vita, i bisogni e i vissuti dei ragazzi. Da curare particolarmente il passaggio al cammino post-­‐cresima, preceduto e accompagnato dal costituirsi del gruppo di coetanei con la presenza di animatori ed educatori di riferimento. L’Oratorio è il luogo privilegiato di appartenenza e formazione per questa fascia di età, non dimenticando l’importanza di abitare ed evangelizzare anche tutti i luoghi in cui vivono i preadolescenti. “La necessità di rispondere alle loro esigenze porta a superare i confini parrocchiali e ad allacciare alleanze con le altre agenzie educative. Tale dinamica incide anche su quell’espressione, tipica dell’impegno educativo di tante parrocchie, che è l’oratorio. Esso accompagna nella crescita umana e spirituale le nuove generazioni e rende i laici protagonisti, affidando loro responsabilità educative. Adattandosi ai diversi contesti, l’oratorio esprime il volto e la passione educativa della comunità, che impegna animatori, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sintesi armoniosa tra fede e vita. I suoi strumenti e il suo linguaggio sono quelli dell’esperienza quotidiana dei più giovani: aggregazione, sport, musica, teatro, gioco, studio.”5 Il Gruppo resta lo strumento privilegiato per questa età per vivere l’appartenersi reciproco e garantire un cammino formativo intenso per i ragazzi: una “proposta di itinerari di fede in grado di garantire una maturazione spirituale progressiva e integrale. Questa prassi ampiamente diffusa è molto importante e risponde all’esigenza di sviluppare una crescita armonica e solida in cui la catechesi sia costantemente coniugata con le scelte di vita”6. E’ importante in questa età cominciare a vivere esperienze forti, coinvolgenti nelle relazioni e formativamente serie e curate quali i Campi Scuola e i ritiri. Un momento particolarmente favorevole è l’esperienza del gruppo estivo (Grest) che può favorire l’appartenenza alla comunità e all’Oratorio. E’ utile favorire in diocesi, nei vicariati e nelle zone pastorali momenti di incontro, formazione e condivisione tra i vari gruppi di post-­‐cresima delle diverse parrocchie, per aiutare a percepire il proprio cammino di gruppo all’interno della chiesa locale. ADOLESCENZA (14-18 anni)
PERCORSI PASTORALI
1. La vita come cammino: identità e relazioni nel cambiamento Occorre accompagnare gli adolescenti in questa età di scoperta e cambiamenti per orientare le energie, gli slanci e anche le fatiche verso la costruzione della propria identità. In questa età sono particolarmente preziosi animatori ed educatori attenti e capaci di ascolto, che offrano una relazione stabile e significativa agli adolescenti in cerca di nuovi punti di riferimento. Gli adolescenti devono essere aiutati a compiere passi nella costruzione della propria identità: partendo dal riconoscimento positivo del proprio valore, dei propri talenti e risorse, è importante accompagnare gli adolescenti nella costruzione di un proprio modello valoriale capace di guidare le scelte di vita. Occorre aiutare a riconoscere il valore e a intraprendere la costruzione di relazioni amicali positive e costruttive con cui camminare. Occorre aiutare gli adolescenti a scoprire il mondo dell’affettività e della sessualità, a capirne il valore e a scegliere di gestire la propria vita nella direzione dell’amore che si dona. 2. Ascolto della Parola: una Parola viva Occorre far scoprire la Parola di Dio come Buona Notizia capace di dare senso alla vita personale, alla società, al mondo e alla storia umana. Gli adolescenti siano aiutati ad accostare la Parola di Dio sia a livello comunitario, sia a livello personale, dando loro i necessari strumenti per poter interagire con il testo biblico nella lectio e nella preghiera personale. Occorre riscoprire la vicenda di Gesù come capace di parlare con forza alla nostra vicenda, aprendoci all’incontro con Cristo. 3. La centralità dell’Eucarestia: l’incontro con Gesù maestro della nostra vita Occorre mettere al centro la relazione personale con Gesù vivo e risorto, capace di interagire con la storia degli adolescenti che vanno aiutati e orientati progressivamente a sceglierlo come Maestro della propria 5
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CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n.42
Nota Pastorale CEI Il laboratorio dei talenti, n.13
vita. L’incontro con Lui richiede di riscoprire l’eucarestia domenicale come dono prezioso e irrinunciabile in cui fare memoria della vita, della passione e morte e della risurrezione di Gesù Cristo. Occorre aiutare gli adolescenti a trovare nell’adorazione eucaristica una preghiera vive e feconda per la propria vita spirituale. 4. La testimonianza: annuncio e servizio Gli adolescenti devono essere messi davanti ad esperienze concrete di servizio, di gratuità, di carità: solo così ci si orienta concretamente all’amore del prossimo e al dono gratuito. Occorrerà offrire agli adolescenti diversificate esperienze di servizio che facciano incontrare in una certa misura la povertà e la fragilità dell’uomo, uscendo dal proprio piccolo mondo per entrare gradualmente nella società. E’ importante favorire negli adolescenti una graduale assunzione di responsabilità per aprirsi ad una attenzione e disponibilità verso il prossimo. E’ importante anche offrire agli adolescenti esperienze e proposte in cui possano essere annunciatori della buona notizia del Vangelo verso i loro coetanei. METODO E STRUMENTI
Il luogo privilegiato per la proposta agli adolescenti è l’Oratorio come luogo di appartenenza alla Comunità parrocchiale. Lo strumento privilegiato per la proposta formativa agli adolescenti deve essere quello del Gruppo proprio perchè è il gruppo di coetanei a diventare il nuovo punto di riferimento per l’adolescente che pian piano si allontana dal riferimento primario ai genitori. Un gruppo ha bisogno di educatori e animatori che siano prima di tutto testimoni con la propria vita. Il metodo sarà quello di una catechesi in stile di animazione, capace di far interagire fede e vita in maniera significativa e creativa. Tuttavia sarà importante che “in oratorio siano compresenti cammini differenziati: alcuni chiaramente riferiti all’azione evangelizzatrice della Chiesa, come i cammini di iniziazione cristiana e di formazione religiosa; altri che rispondono alle esigenze del primo annuncio, soprattutto nell’incontro con giovani provenienti da altre culture e religioni oppure di giovani battezzati non praticanti; insieme a questi vi sono molti percorsi educativi di aggregazione e formazione che si concretizzano nelle molteplici attività oratoriali messe in atto come risposta alle sfide culturali e ai bisogni dei ragazzi e dei giovani stessi: sport, esperienze comunitarie, animazione, teatro, volontariato sociale e missionario, laboratori artistici, pellegrinaggi, cinema, web sono solo alcuni degli ambiti in cui la comunità educativa dell’oratorio si cimenta”7. Occorrerà tenere presenti i luoghi dove vivono gli adolescenti e favorire la creazione di una rete educativa tra tutte le agenzie educative del terriroio: la famiglia, la scuola, lo sport, la musica, il teatro e tutti i luoghi reali e virtuali (internet, social network) di aggregazione degli adolescenti. Importante è proporre agli adolescenti momenti forti di condivisione e di formazione quali campi scuola e ritiri. Occorre proporre esperienze significative di servizio. Prima di tutto l’esperienza a servizio della propria comunità nell’animazione o nelle altre forme di volontariato in Oratorio: un tempo particolarmente favorevole è quello estivo con il Grest e i campi scuola. Ma poi è utile anche offrire esperienze diverse a contatto con la povertà e la fragilità (minori, anziani, diversamente abili). Nell’individuare esperienze significative occorre una collaborazione con la Caritas diocesana. Dai 16 anni in su la Diocesi propone il cammino delle Lectio e della Veglia delle Palme come percorso diocesano di ascolto della Parola e condivisione con gli adolescenti e giovani delle altre comunità riuniti attorno al Vescovo. La Diocesi offre anche alcune esperienze particolarmente significative e di qualità formativa: -­‐ il percorso di Antiochia (17-­‐21 anni) per riscoprire il Vangelo come Buona Notizia e scegliere Gesù come Maestro da seguire nella vita -­‐ il percorso di Betania per coltivare il desiderio di scoprire la propria Vocazione La Diocesi progetta e organizza in collaborazione con i vicariati una scuola animatori stabile a livello vicariale o inter-­‐vicariale per formare gli adolescenti al servizio della comunità come animatori di grest, animatori di gruppo e educatori. 7
Nota pastorale CEI Il laboratorio dei talenti, n.13
Il cammino diocesano si inserisce nel cammino dei giovani della chiesa italiana e mondiale, accogliendo e partecipando alle iniziative proposte dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, in particolare alle Giornate Mondiali della Gioventù, aiutando gli adolescenti a sentirsi parte di una chiesa veramente cattolica e universale. GIOVINEZZA (18-35 ANNI)
PERCORSI PASTORALI
La vita come cammino I giovani a contatto con le nuove sfide del mondo dell’università e del lavoro devono saper rendere ragione della propria speranza negli ambienti che abitano e contribuiscono a costruire. Sarà importante in questa età curare l’intelligenza della fede, così da aiutare i giovani a comporre fede e ragione per poter vivere e annunciare il Vangelo nella nostra cultura contemporanea. Occorre offrire ai giovani occasioni per comprendere e approfondire il senso e il valore del proprio impegno universitario e lavorativo: è urgente riscoprire un’etica bella e profonda del lavoro e anche dello studio. L’età della giovinezza apre verso le scelte stabili di vita e quindi sarà fondamentale aiutare i giovani in un cammino di serio discernimento della propria vocazione. Occorre offrire esperienze e strumenti per il discernimento e la comprensione degli stati vita cristiana, proponendo scelte coraggiose di consacrazione e di vita matrimoniale. Proprio vedendo la fragilità della vita affettiva del mondo adulto, sarà utile fornire ai giovani strumenti e approfondimenti sull’affettività e la vita di coppia. Il giovane in questa età pian piano struttura anche la sua dimensione relazionale e sociale: sarà importante aiutare i giovani a trovare una propria dimensione stabile nell’appartenenza ecclesiale e comunitaria (parrocchie, associazioni e movimenti), ma anche sociale e civile. Parola ed Eucarestia: la vita spirituale Nell’età giovanile in cui si strutturano la personalità, lo stile di vita e le scelte fondamentali occorre riscoprire in maniera nuova e più profonda la Buona Notizia del Vangelo come pilastro fondamentale della propria vita. Occorre che il giovane sia aiutato a mettere al centro della propria vita il Signore Gesù come colui che dona senso all’esistenza con il suo amore, colui che libera la vita da ogni schiavitù, colui che salva tutta la storia personale e comunitaria di ogni uomo e di ogni donna. Questo incontro con Cristo è oggi possibile soprattutto nella Parola e nei Sacramenti, in particolare l’Eucarestia e la Riconciliazione. Occorre quindi risvegliare una conoscenza sempre più profonda e un amore per la Parola di Dio come lampada per i propri passi con l’accostamento personale e comunitario alla lectio divina. Fondamentale è anche appropriarsi di uno stile di preghiera silenziosa e personale davanti all’Eucarestia. Tutto questo per nutrire e rafforzare una vita spirituale solida che ha bisogno di trovare le giuste forme di accompagnamento spirituale e un costante sostegno nella messa domenicale e nel sacramento della Confessione. Testimonianza e servizio La carità non può essere un momento solo espressivo della propria fede ma costruisce l’identità cristiana. Per un giovane diventa molto importante la scelta di sperimentarsi e pian piano assumere forme più stabili di esercizio della carità in qualche campo specifico nella comunità cristiana o in qualche associazione di volontariato. L’esperienza di servizio, soprattutto nei primi anni dell’età giovanile, può essere occasione per conoscere e incontrare la vasta realtà del bisogno e della povertà: una carità educativa verso i minori, una carità solidale con i poveri, una carità al servizio della maternità e della vita, una carità che accoglie lo straniero, una carità che visita il carcerato, una carità che affianca il malato e il sofferente, una carità che accompagna l’anziano e il disabile, una carità politica, una carità culturale. Pian piano però occorre aiutare i giovani a discernere una forma più stabile nel tempo di impegno nel servizio. L’età giovanile è anche il tempo opportuno per avvicinarsi ad una cittadinanza attività sviluppando un’attenzione alla responsabilità sociale, culturale, politica ed ecologica. Su questo occorrerebbe l’ideazione di qualche percorso di formazione socio-­‐politica per offrire strumenti e confronto adeguato ai giovani. Molto importante è tenere alta l’attenzione e la tensione dei giovani a orizzonti ampi, che vanno al di là della nostra chiesa locale e società italiana, e si spingono a tutta la chiesa cattolica e a tutto il mondo. Nella formazione occorre dare spazio ad un orizzonte missionario che permetta un grande arricchimento nella conoscenza e dove necessario in forme di aiuto verso tutti i popoli e tutte le culture. Questo chiede anche un nuovo modo di pensare il rapporto con tanti giovani che provengono da ogni parte del mondo e sono già presenti nella nostra diocesi. Il desiderio inscritto nel Battesimo di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini e le donne di questo mondo deve trovare la sua maturazione nell’età giovanile, capace di slanci e creatività nuova di cui la chiesa ha grande bisogno. METODO E STRUMENTI
L’allungamento dell’età giovanile in cui si prolunga l’adolescenza chiede di individuare almeno tre fasce di età che hanno bisogno di attenzioni specifiche: i giovani dai 18 ai 21 anni, i giovani dai 23 ai 30 anni e i giovani-­‐adulti dai 30 ai 35 anni. In particolare occorre sottolineare il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza segnato dal raggiungimento della maggiore età e dal passaggio dal mondo della scuola a quello dell’università o del lavoro: il cammino della Traditio -­‐ Redditio Fidei vuole accompagnare proprio questo cruciale passaggio. TRADITIO - REDDITIO FIDEI e REGOLA DI VITA
Nell’anno del compimento dei 18 anni (o al massimo 19 anni) i giovani ricevono la Traditio Fidei: il cammino fatto negli anni dell’adolescenza viene simbolicamente e pubblicamente consegnato ad ogni giovane che ha ricevuto dalla comunità cristiana il dono della fede. Da quel momento il giovane sarà invitato a fare la sua Redditio Fidei: scegliendo un accompagnatore spirituale il giovane traccia i tratti essenziali della propria Regola di Vita in una risposta libera al dono della Fede che si traduce in una scelta di appartenenza alla Chiesa in una comunità particolare, in una scelta di cammino più deciso alla luce del Vangelo e in una scelta di servizio concreta. Il tempo per questa scelta e per fare la Redditio, calibrato sulla situazione personale, può prendere uno o più anni di cammino. Sarà importante vivere la Traditio Fidei e la Redditio Fidei in una celebrazione diocesana presieduta dal Vescovo a Novembre, in occasione della Solennità della Chiesa Locale (33° domenica del Tempo Ordinario). Giovani/1: 18-22 anni
In questa età è particolarmente importante accompagnare il passaggio dalla scuola superiore all’università o al mondo del lavoro. Occorre ancora una catechesi in stile di animazione attraverso lo strumento del gruppo, ma questo deve trovare forme nuove e più adatte alla nuova condizione dei giovani i cui orizzonti si ampliano enormemente. Sarà utile trovare forme più allargate di cammino che lascino spazio a cammini e proposte differenziate da scegliere pian piano anche personalmente, accompagnati dagli educatori di riferimento. Occorrerà tenere presente che i giovani di un gruppo hanno in questo periodo esigenze, disponibilità di tempo e collocazione di luogo anche molto diversi tra loro per l’impegno universitario o lavorativo. Bisogna uscire dall’idea che l’unico luogo e attore della formazione possa essere l’Oratorio o la parrocchia per guidare i giovani a scegliere esperienze formative nei tempi e nei luoghi che abitano, pur mantenendo il riferimento e l’appartenenza alla propria comunità. Particolarmente importante sarà l’accompagnamento spirituale che deve trovare una forma un po’ più stabile. La proposta di pastorale giovanile deve con slancio missionario pensare anche a tutti quei giovani che non frequentano più gli itinerari proposti negli oratori, tenendo conto che i giovani “hanno esigenze e storie diverse, per cui è opportuno che il dono di vita buona del Vangelo si adatti ad ogni singola persona, incontrando i giovani al punto in cui si trova la loro libertà e accompagnandoli nella loro piena maturazione”8. 8
Nota Pastorale CEI Il laboratorio dei talenti, n.14
Giovani/2: 23-30 anni
In questa età è molto importante affiancare all’esperienza del gruppo parrocchiale (che deve ripensare tempi e condizioni) un cammino differenziato e personalizzato. Nell’accompagnamento personale occorre aiutare i giovani a scegliere ogni anno il proprio cammino che tenga presente un equilibrio di esperienze formative, esperienze spirituali ed esperienze di servizio. Questo richiede che ogni educatore raccolga e proponga le varie esperienze utili e possibili per il giovane tenendo conto dei suoi tempi, luoghi ed esigenze. La Diocesi offrirà alcuni spunti raccogliendo le esperienze sul nostro territorio e sui territori limitrofi maggiormente frequentati dagli universitari e lavoratori. Sarà tuttavia necessario seguire e accompagnare a distanza quei giovani che appartengono alla comunità ma che per brevi o lunghi periodi se ne trovano molto distanti. Le esperienze e le offerte formative presenti sul nostro territorio raccolte e conosciute daranno anche possibilità di proposta e annuncio ai giovani che non vengono dai cammini di parrocchie, associazioni e movimenti. In questa età infatti può tornare nei giovani in maniera nuova e seria la domanda sul senso della vita e sulla fede: sarà importante trovare nuove forme di evangelizzazione dei giovani, di proposte formative e spirituali, di esperienza di testimonianza e servizio e di alcune esperienze straordinarie che possono essere vissute in questa età che ha possibilità e prospettive uniche. Giovani-adulti/3: 30-35 anni
Il ritardo nell’ingresso nella vita adulta porta a dover considerare anche questo particolare periodo della vita che ha una sua situazione specifica. La comunità cristiana deve trovare forme nuove di ospitalità e inserimento che non possono più essere quelle dei gruppi giovanili. Occorre offrire un inserimento serio e stabile nella comunità adulta, in una scelta di servizio o di volontariato. La comunità deve essere capace di dare spazio e credito ai giovani adulti che desiderano impegnarsi e mettere a disposizione energie nuove che sappiano anche rinnovare il volto della comunità cristiana. La maturità della fede chiede di trovare la propria strada di impegno particolare nel mondo attraverso una scelta di vita, di testimonianza e di servizio nella comunità cristiana e civile, sociale e politica, nel mondo del lavoro e nel volontariato. Proposte formative
La cura dell’intelligenza della fede chiede di pensare a forme nuove di catechesi con incontri ben curati, magari a livello più allargato, capaci di intercettare le sfide culturali che i giovani si trovano ad affrontare. Tali proposte devono essere capaci di accogliere anche quei giovani che non sono già coinvolti nei cammini parrocchiali. Si rende anche necessario trovare per chi ne ha bisogno forme di approfondimento della fede più serio e sistematico sullo stile della scuola di teologia per laici. L’Ufficio Diocesano per le Vocazioni offre un percorso di discernimento vocazionale (il gruppo Ricerca) serio e aperto a tutte le scelte che offre strumenti solidi per chi è in un cammino di ricerca sulla propria scelta di vita. In collaborazione con la pastorale universitaria e del lavoro occorre offrire percorsi per universitari e lavoratori che aprano lo sguardo ad un orizzonte etico di senso e di vocazione del proprio impegno nello studio e nel lavoro. In collaborazione con la pastorale famigliare si rende necessario offrire percorsi di educazione all’affettività, all’amore, al tempo del fidanzamento e alla vita di coppia che precedano e preparino al corso pre-­‐
matrimoniale. Proposte spirituali
Nel cammino dei giovani occorre puntare all’ascolto della Parola -­‐ con la lectio personale e comunitaria -­‐ e alla preghiera silenziosa e personale davanti all’Eucarestia. Sarà inoltre importante offrire occasioni per riaccostarsi al sacramento della Riconciliazione in tempi e modalità pensati con attenzione. L’Ufficio di Pastorale Giovanile offre il percorso delle Lectio e della Veglia delle Palme a tutti i giovani per rimettere al centro l’ascolto della Parola, l’adorazione Eucaristica e la Confessione. Un’esperienza fondamentale per il cammino dei giovani è quella degli esercizi spirituali. La Diocesi offre tre corsi di esercizi: uno per i giovani dai 19 ai 21 anni, uno per i giovani dai 22 ai 30 anni e uno per i fidanzati. Nel corso dell’anno sarà importante chiedere ai giovani di vivere almeno una esperienza di esercizi spirituali, magari offrendo anche altre possibilità per venire incontro alle diverse esigenze di tempi e luoghi. Si offrono anche due percorsi di annuncio forte della Buona Notizia del Vangelo (Antiochia 17-­‐21 anni e Effatà 22-­‐30 anni) per riscoprire in questa età la relazione con Gesù Cristo come pilastro fondamentale della vita: sono percorsi adatti sia ai giovani che hanno un percorso di fede già ben avviato, sia a giovani che desiderano accostarsi o riaccostarsi seriamente alla fede cristiana. Esperienze di testimonianza e servizio
Occorre mettere i giovani nelle condizioni di vivere significative esperienze di servizio in tempi e luoghi per loro praticabili. Accanto alle forme di servizio all’interno della comunità (educatori, animatori, catechisti) è importante favorire l’impegno in tutte le forme di volontariato che possono contribuire in maniera positiva alla formazione e all’impegno verso gli altri. In collaborazione con la Caritas diocesana sarà importante individuare le esperienze più significative e formative nei vari territori abitati dai giovani: sia durante l’anno sia per alcune esperienze straordinarie durante il periodo estivo. In collaborazione con l’Ufficio Missionario sarà importante offrire percorsi ed esperienze missionarie di apertura alla mondialità, di solidarietà e di annuncio del Vangelo. La Pastorale Giovanile diocesana offre anche l’esperienza delle Sentinelle del Mattino che vuole aprire i giovani ad un servizio di testimonianza e di nuova evangelizzazione verso altri giovani lontani dai percorsi ecclesiali del nostro territorio. Occorre anche offrire dei percorsi formativi e di impegno socio-­‐politico per educare i giovani ad assumersi anche responsabilità civili e politiche per portare il Vangelo e i suoi valori nella società. Esperienze straordinarie
La condizione dell’età giovanile offre per alcuni anni l’occasione per i giovani di vivere in alcuni periodi (in particolare quello estivo) esperienze straordinarie in termini di tempi, luoghi e qualità. Diventa molto importante offrire ai giovani esperienze significative e forti con il proprio gruppo giovanile ma anche a livello personale cogliendo le tante opportunità che sono offerte oggi. L’Ufficio di Pastorale Giovanile, in collaborazione con gli altri uffici di competenza, si impegna a raccogliere e far conoscere le varie possibili esperienze missionarie, caritative, spirituali, culturali che possono essere proposte a tutti i giovani del nostro territorio. Un posto particolare hanno le Giornate Mondiali della Gioventù che aprono i giovani ad una dimensione di chiesa universale e all’incontro con i popoli di tutto il mondo. AZIONI DEL PROGETTO DI PASTORALE GIOVANILE
Qui di seguito vengono indicati le azioni cui si vuole dare priorità all’interno del Progetto di Pastorale Giovanile Diocesano. 1. Individuare le unità di Pastorale Giovanile su tutto il territorio diocesano Ogni Vicariato deve individuare le Unità di Pastorale Giovanile. Occorre tenere presente, confermare o modificare la divisione delle Unità Pastorali dove sono già state organizzate. In ogni Unità di Pastorale Giovanile occorre individuare gli Oratori in cui si vuole che ci sia una attività per preadolescenti e adolescenti. 2. Individuare i Responsabili di Pastorale Giovanile, i Direttori d’Oratorio e gli eventuali co-­‐responsabili per ogni unità di Pastorale Giovanile Occorre individuare per ogni Unità di Pastorale Giovanile un responsabile di Unità di Pastorale Giovanile ed eventuali co-­‐responsabili laici o religiosi. Occorre individuare per ogni Oratorio un Direttore di Oratorio ed eventuali co-­‐responsabili laici o religiosi. 3. Attivare i percorsi formativi per i Responsabili di Pastorale Giovanile, i Direttori d’Oratorio e i co-­‐
responsabili Il corso di formazione, organizzato in collaborazione con l’ISSR della Diocesi di Novara, si struttura su 2 anni: ANNO 1 -­‐ Corso Base: 6 sabati mattina + un week end spirituale ANNO 2 -­‐ Master Direttori d’Oratorio: 6 sabati mattina + un ritiro + stage pastorale -­‐ Master Responsabili di Pastorale Giovanile: 6 sabati mattina + un ritiro + stage pastorale 4. Far partire il percorso di Traditio e Redditio Fidei per i 18\19enni Nella 33° domenica del tempo ordinario (o più probabilmente il sabato) si vuole organizzare per i 18\19enni (4°\5° superiore) l’evento della Traditio Fidei: -­‐ un pomeriggio di percorso e scambio a gruppi per capire il senso della proposta -­‐ un momento celebrativo con il Vescovo che consegna ai giovani la Traditio, con l’impegno di stendere con il proprio accompagnatore spirituale la propria regola di vita che sarà riconsegnata come Redditio Fidei. 5. Dare un supporto ai Vicariati e alle Unità di Pastorale Giovanile per far partire cammini differenziati per giovani (18-­‐35 anni) a. Pastorale Giovanile e Missione: offrire percorsi missionari per i giovani (Cammino Giovani e Missione con il Pime) b. Pastorale Giovanile e Carità: raccogliere e offrire esperienze di servizio caritativo per adolescenti e giovani c. PG e Scuola d. PG e Famiglia e. PG e Vocazione f. PG e Lavoro g. PG, Sport e Tempo Libero h. PG e cittadinanza e impegno socio-­‐politico 6. Organizzare Scuole stabili per Educatori ed Animatori a livello vicariale o inter-­‐vicariale a. Formare una o più equipe per la progettazione b. Progettare e realizzare percorsi formativi adeguati ai destinatari nei vari territori