L`informatica per il Barman - L`Antro delle Sigle

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L`informatica per il Barman - L`Antro delle Sigle
Giuseppe Mazzarella
L’informatica per il Barman
Giuseppe Mazzarella — L’informatica
informatica per il Barman — http://hotaku.altervista.org
Premessa
Sono un docente di trattamento testi ed economia aziendale nelle scuole superiori è mi occupo
anche dell’insegnamento dell’informatica, nonché anche di altre materie, nei progetti del Fondo
Sociale Europeo (P.O.R., P.O.N., P.I.T., I.F.T.S., ecc.).
Ho avuto l’incarico di trattare l’informatica in un corso di terza area professionalizzante di un
istituto professionale alberghiero, esperienza molto interessante che mi ha permesso di applicare le
mie conoscenze informatiche nel campo della somministrazione di bevande, attività di cui mi
occupo pure.
Ho temporaneamente trattato solo i primi quattro moduli dell’E.C.D.L., insieme al programma di
DTP, che sarebbe stato molto utile agli alunni per realizzare brochure e volantini, ripromettendomi
di trattare gli altri moduli magari in un incarico successivo.
Ho deciso di pubblicare le dispense create per il suddetto corso in un e-book, anche per averle
facilmente a portata di mano quando servono.
Questo e-book non vuole essere una guida esaustiva all’argomento, ma solo un ausilio alle
principali problematiche che un barman può incontrare nel corso della propria attività.
Anche questo lavoro, come i precedenti, nasce al solo scopo divulgativo, il suo contenuto è frutto di
ricerche da me effettuate a vario titolo e di esperienze ed osservazioni personali.
I marchi qui citati sono proprietà dei rispettivi aventi diritto, spetta a loro autorizzare per l’uso dei
predetti ed è possibile contattarli tramite le rispettive pagine web.
Qualora gli indirizzi qui forniti, per la qualsiasi causa, non dovessero essere attivi si consiglia di
procedere ad una ricerca del marchio o della ditta mediante l’utilizzo di un motore di ricerca, ogni
portale ne possiede almeno uno!
Giuseppe Mazzarella
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Introduzione
Il termine informatica deriva dalla fusione delle parole informazione e automatica, ecco
allora che la base di questa disciplina sono l’informazione ed il suo trattamento attraverso strumenti
elettronici di tipo automatico.
Una sigla con cui si avrà spesso a che fare è IT (Information Technology, tecnologia
dell’informazione) o nella sua forma completa ICT (Information and Communication Technology,
tecnologia dell’informazione e della comunicazione), spesso usata nella versione italiana di TIC.
Il corso non ha in alcun modo la pretesa di voler essere un compendio all’E.C.D.L., quanto
piuttosto di voler venire incontro alle esigenze che si possono incontrare durante la professione del
barman cercando di risolverle con l’aiuto delle nuove tecnologie multimediali.
Pur tuttavia, essendo oggi l’ambito informatico e scolastico permeato dalle certificazioni
informatiche ed in particolare dall’E.C.D.L., non si può tralasciare del tutto il suddetto argomento.
A tal proposito lo si affronta in maniera generica ed introduttiva e, in sede didattica, si segue
la falsa riga della struttura in cui si articola l’E.C.D.L. non perdendo di vista il fine ultimo del corso:
l’informatica in aiuto al barman professionista.
Che cos’è l’E.C.D.L.
E.C.D.L. è la sigla di European Computer Driving Licence (Patente Europea di Guida del
Computer), un attestato che certifica il possesso delle competenze informatiche di base, verificate
mediante il superamento di appositi esami, il cui contenuto è definito a livello internazionale nel
Syllabus.
È stata introdotta in Italia dall’A.I.C.A. (Associazione Italiana per l’Informatica ed il
Calcolo Automatico – www.aicanet.it), l’associazione no-profit che ne ha diffuso l’uso; unica
titolare riconosciuta a distribuire e conferire gli attestati con questa denominazione (si tratta di un
brevetto).
L’iniziativa E.C.D.L. risale alla metà degli anni ‘90, quando il C.E.P.I.S. (Council of
European Professional Informatics Societies) si pose l’obiettivo di favorire l’alfabetizzazione
informatica nei paesi europei - in sintonia con le direttive UE - attraverso una certificazione
indipendente delle competenze, con un occhio alle esigenze del mondo del lavoro.
Traendo spunto dalla Finish Computer Drive License, venne creata l’E.C.D.L. nel 1995, fu
introdotta in Svezia nell’agosto 1996. Nel 1997 viene creata a Dublino l’ECDL Foundations
(www.ecdl.com) che si occupò della sua diffusione in Europa.
Lo scopo era creare un sistema di attestazione delle competenze informatiche. Ha avuto un
notevole riscontro ed è diventato un fattore sociale e culturale. L’intero sistema è anzi destinato a
diffondersi e diventare uno standard da inserire nel proprio curriculum, come già succede in altri
paesi più avanzati.
Impiegata come attrattiva dalla scuole informatiche private, l’E.C.D.L. ha visto solo negli
ultimi anni un incremento esponenziale della propria diffusione grazie alla sua introduzione nella
Pubblica Istruzione. La sua adozione come standard di competenze informatiche in ambito
scolastico, insieme al riconoscimento di valore a livello pubblico-amministrativo (novembre 2001)
ed alla creazione di test center in numerose scuole, ne ha favorito la creazione di una posizione
monopolistica.
La sua unica concorrente attualmente in Italia, Tesi Automazione (www.tesiautomazione.it),
cerca di erodere tale situazione mediante altre due certificazioni: IC3 e Microsoft Office Specialist.
La prima, nuova, si antepone all’E.C.D.L. base (Core), mentre la seconda, esistente da parecchi
anni, si propone come standard certificativo specifico.
L’esigenza dell’alfabetizzazione informatica è destinata a sussistere anche nei prossimi anni.
L’E.C.D.L. si sta articolando su più livelli di complessità crescente (Core, Advanced, Specialised),
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sempre però rivolti al mondo dell’utenza. Le certificazioni professionali si pongono su un piano
diverso.
Materialmente l’E.C.D.L. è costituita da un certificato cartaceo, sottoscritto dal presidente di
AICA e timbrato, in cui sono riportati i dati anagrafici della persona che lo ha conseguito e un
identificativo numerico (corrispondente alla sua Skills Card). Tale certificato non ha valore legale di
titolo di studio e non va confuso con la Skill Card.
Si tratta di una certificazione di natura privata rivolta all’utente/operatore di un Pc che ha per
oggetto il “saper fare” (Know-how) che grazie ad una serie di accordi stabiliti tra A.I.C.A. e il
Ministero della Pubblica Istruzione ha ricevuto riconoscimento in ambito pubblico.
Si caratterizza per essere una certificazione multipiattaforma, in quanto presso i test center
abilitati è possibile scegliere fra differenti software come piattaforma per gli esami, permettendo di
certificare la competenza relativa a software anche diversi da quelli Microsoft (inizialmente era
possibile solo su questi, in quanto i più diffusi).
Si distingue quindi dalle certificazioni “vendor”, relative cioè alla capacità d’uso di specifici
prodotti dei vendor: il M.O.S. (Microsoft Office Specialist) come ne riporta la dicitura è una
certificazione specifica sul pacchetto della Microsoft.
Nata come certificazione standard, oggi si articola su tre livelli:
•Livello Base (Core)
•Livello Avanzato (Advanced)
•Livello Specialistico (Specialised)
Il livello Base (Core), l’originaria E.C.D.L., si compone di 7 moduli indipendenti fra loro,
ciascuno con un esame il cui superamento viene riportato nella Skill-card. Una volta superati tutti e
sette i moduli si rilascia il certificato “Core full”, mentre con 4 qualsiasi dei 7 moduli, su richiesta
del candidato, si rilascia il certificato “Core start”.
Questi i moduli del livello base (Core)
•Modulo 1: Concetti di base dell’IT
•Modulo 2: Il sistema operativo
•Modulo 3: L’elaboratore di testi
•Modulo 4: Il foglio di calcolo
•Modulo 5: L’archiviazione di dati
•Modulo 6: La presentazione
•Modulo 7: Le reti di computer
Il livello Avanzato (Advanced) si caratterizza come sviluppo ed approfondimento di quattro
moduli della Core, opera sul pacchetto office e si divide in quattro differenti certificazioni
indipendenti l’una dall’altra, ciascuna con un singolo esame da superare:
•Advanced Module 3: Elaborazione di testi
•Advanced Module 4: Foglio di calcolo
•Advanced Module 5: Base di dati
•Advanced Module 6: Presentazioni
Il livello Specialistico (Specialised), presenta al momento una sola certificazione
multipiattaforma:
•CAD – Disegno bidimensionale
L’A.I.C.A. cura anche le certificazioni professionali attraverso un altro strumento: l’EU.C.I.P.
(European Certification of Informatics Professional), che certifica le competenze delle tecnologie
ICT, ritenute indispensabili per esercitare la professione di specialista.
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IL PERSONAL COMPUTER
Si parla spesso di intelligenza artificiale, ma il computer non è intelligente. È solo uno stupido che
in compenso è molto più veloce dell’uomo.
Il computer si limita solo a fare ciò che gli viene chiesto, purché però sia fornito delle istruzioni e
del necessario per poterlo fare. La macchina non può sbagliare perché esegue solo delle istruzioni,
se c’è un errore questo è dovuto a noi che gli abbiamo fornito dei dati o delle operazioni da fare
errati oppure alle istruzioni sbagliate fornite dal programmatore.
La parola inglese computer significa “calcolatore”, infatti esso è una macchina per fare calcoli.
Le sue origini vanno cercate nel passato delle macchine calcolatrici: il pallottoliere, la macchina di
Pascal, ecc. Con l’avvento dell’elettricità e la creazione delle macchine elettriche nasce il
calcolatore, creato per effettuare calcoli molto più velocemente delle macchine meccaniche. I primi
calcolatori erano delle enormi strutture delle dimensioni di una stanza impiegati nei centri di ricerca
militare. Col tempo si è passati dalle valvole ai transistor, ai circuiti integrati fino a giungere ai
microcircuiti, diminuendo nelle dimensioni e aumentando nella potenza.
A seconda delle dimensioni si distinguono in Mainframe (dalle enormi dimensioni), Mini Computer
(delle dimensioni di un armadietto) e Micro o Personal Computer (quelli da scrivania). Antenati del
PC sono gli home computer, creati per la casa, i videogiochi, ma capaci anche di fare video scrittura
(es. Commodore, Amiga). L’evoluzione del pc ha portato negli ultimi anni alla nascita dei portatili
(Laptop e i più piccoli Notebook), computer delle dimensioni di un libro, fino a giungere ai
nuovissimi palmari (Palmtop) delle dimensioni di una calcolatrice o di un databank. Gli stessi
telefoni cellulari non sono altro che piccoli computer in grado di ricevere il segnale radio telefonico:
lo dimostra il fatto che sono dotati di un sistema operativo e che aggiungono e migliorano sempre
più funzioni che sono proprie dei personal computer: menu, internet, registrazione audio e video,
fotografia digitale, ecc.
La parti del computer vengono definite con tre termini: Hardware (la parte dura), che indica tutto
ciò che noi tocchiamo, la parte materiale; Software (o parte molle), che indica la parte intangibile,
che non possiamo toccare cioè i programmi, le istruzioni fornite alla macchina; Firmware (o parte
stabile), si tratta di un insieme di istruzioni o programmi che si trovano fusi con la parte materiale,
dei componenti del computer che al loro interno hanno delle istruzioni che non possono essere
cancellate e riscritte come avviene nel caso del software, ma solo lette.
Il computer è un macchina che funziona con l’energia elettrica e questa è stata utilizzata per la
trasmissione delle informazioni. L’energia elettrica conosce solo due stadi: c’è o non c’è. Si è allora
utilizzato per i dati la numerazione binaria, cioè composta da due sole cifre: 0 e 1.
Lo 0 viene rappresentato con l’assenza di corrente, l’1 con il passaggio di corrente. Il fatto che un
conduttore sia elettricamente carico (1) o scarico (0) costituisce l’unità base delle informazioni che
il computer riceve, chiamato bit (=binary digit, cioè cifra binaria) e viene indicato con “b”. Il bit
tuttavia non riusciva a codificare tutte le informazioni di cui necessitiamo in due soli modi, si pensò
allora di associare 8 bit insieme. La combinazione di 8 bit o possibilità di avere 0 oppure 1 eleva le
possibilità da 2 a 28=256 differenti informazioni. Si poteva così codificare non solo i caratteri, i
numeri, i segni, ma anche dei comandi; l’elenco che associa un carattere o segno ad ognuna delle
256 combinazioni di bit si chiama codice ASCII, mentre la singola combinazione di 8 bit è
chiamata byte (o genericamente word) e si indica con “B”, essa costituisce l’informazione base o
più piccola che l’elaboratore riceve.
Il personal computer, a seconda dell’involucro dei componenti (chassis o cabinet o case), si
distingue in Desktop (= sopra il tavolo), quando il cabinet è orizzontale; Tower (= torre), quando il
cabinet è verticale, alto e snello; Minitower (= piccola torre), quando il cabinet è verticale, basso e
tozzo; Notebook (= quaderno di annotazione), quando il cabinet contiene tutti i componenti esterni,
compreso il monitor, ed è delle dimensioni di un libro. Le dimensioni minori vengono però
raggiunte da palmari o PDA (Personal Digital Assistant).
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Il microprocessore
Il pc viene solitamente classificato mediante due suoi componenti interni: il microprocessore o CPU
(= Central Processing Unit, cioè unità centrale di elaborazione) e il Clock (= orologio). Il primo è il
cuore del computer, il componente che fa tutti i calcoli e le operazioni; il secondo è un misuratore
della velocità di elaborazione del primo in megahertz (Mhz) o milioni di cicli o operazioni al
secondo.
I primi pc apparvero nel 1978 con un’architettura a 16 bit e venivano chiamati 86 dalla sigla del
microprocessore (8086 prima, 8088 dopo), il 1° febbraio 1982 appare il 286 (80286) con 8/20 Mhz,
nell’ottobre 1985 si crea il primo processore con un’architettura a 32 bit, il 386 (80386), nel 1989
compare il 486 (80486). Il 22 marzo1993 compare il nuovo processore di quinta generazione ad
architettura x86, l’Intel 80586 o i586 chiamato, per questioni di marketing, Pentium caratterizzato
dal fatto che lo stesso tipo di processore è prodotto con diverse velocità. Il processore successivo
(686), con la nuova architettura P6, fa la sua comparsa il 7 maggio 1997 con il nome di Pentium II,
preceduto il 1° novembre 1995 dal Pentium Pro, anch’esso con diverse velocità. Il 28 febbraio 1999
sul mercato italiano appare il Pentium III (ancora su architettura P6) con frequenza dai 450 Mhz
fino ad 1,13 Ghz (~1130 Mhz), mentre il 20 novembre 2002 si giunge al Pentium 4 (su nuova
architettura 786) con frequenze che vanno da 1,5 a 3,4 Ghz. Già ai tempi del 386, un’altra azienda
appare a contendere il primato della Intel (la creatrice del Pentium), si tratta della AMD (Advanced
Micro Devices) che ha tirato fuori tutta una serie di processori concorrenti del Pentium (AMD K5 –
K6 – K7 o Athlon e K8 o Athlon 64), la classificazione si è spostata dal processore alla sua velocità.
Dopo anni in cui le frequenze sono cresciute vertiginosamente, si è arrivati velocemente ai 3 GHz e
sono nati i problemi di calore e di consumo. AMD aveva abbandonato la “corsa ai MHz” già da
diverso tempo e Intel si è trovata costretta a fare altrettanto, migliorando l’efficienza
dell’architettura e sviluppando il calcolo parallelo così da evitare che a quella velocità scaldasse
troppo. Se non si riesce ad aumentare la velocità con cui si esegue un’operazione, per aumentare le
prestazioni bisogna aumentare il numero di operazioni che si possono compiere nell’unità di tempo,
e il continuo affinamento dei processi costruttivi e la miniaturizzazione hanno consentito di
imboccare una nuova via rimasta sopita per molto tempo: la multicore. Essa consiste
nell’accoppiare due (dual core) o più core di esecuzione completi in un unico processore ottenendo
prestazioni uguali alla somma dei core, ma mantenendo costante il riscaldamento degli stessi.
Questo tipo di architettura consente di aumentare la potenza di calcolo senza aumentare la
frequenza di lavoro, a tutto vantaggio del calore dissipato.
La maggiore velocità è dovuta al fatto che la CPU Dual-Core si comporta come se ci fossero 2 CPU
distinte, e quindi se il software è scritto per sfruttare questa caratteristica, il sistema è più veloce,
poiché mentre un core elabora delle istruzioni, in parallelo l’altro core ne elabora altre.
I nuovi processori di ottava generazione Intel Core 2 Duo riescono a sviluppare fino ai 2,66 GHz.
Le macchine che utilizzano processori del tipo 80x86 vengono denominate IBM compatibili per il
fatto che la nota azienda fu la prima a costruirli.
Nel 1984 un’altra azienda, la Apple, costruì dei computer basati su un altro tipo di processore e su
un’altra architettura dei vari componenti, questi ultimi vennero chiamati MacIntosh o
semplicemente Mac dal nome del sistema operativo che utilizzavano. Il loro sistema operativo li
rende particolarmente adatti alla grafica, ma il costo elevato ed il monopolio della sua produzione
da parte della Apple ne ha impedito la diffusione ai livelli raggiunti dagli IBM compatibili. Oggi il
costo delle due gamme di computer è simile, ma fra il costo dei loro software il divario è ancora
ampio, ciò nonostante i Mac rimangono gli acerrimi concorrenti degli IBM, tanto da essere ancora
preferiti nell’ambito grafico. Il software dei primi non funziona sui secondi e viceversa, tuttavia
oggi si tende verso una interconnessione fra i due sistemi, inoltre i lavori possono essere trasformati
se il programma con cui lavoriamo ci permette la conversione di formato.
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Le memorie
Quando si parla di memoria del computer ci si riferisce alla memoria centrale o RAM (= Random
Access Memory, memoria ad accesso casuale) così chiamata dal modo con cui la CPU accede ai
dati in essa contenuti. È la memoria con cui lavora la macchina e viene detta volatile o temporanea
in quanto tutto ciò che contiene, una volta spento il computer, andrà perso, o anche riscrivibile
poiché possiamo scrivervi, cancellare e riscrivervi. La quantità di memoria RAM è un parametro
importante nell’acquisto di un PC e del relativo software, fra i parametri di quest’ultimo rientra
anche la configurazione minima di RAM, oltre al processore, al sistema operativo e allo spazio
disponibile su disco fisso.
Un altro tipo di memoria è la ROM (= Read Only Memory, memoria a sola lettura), così chiamata
perché non possiamo scrivervi, ma possiamo solo leggerne il contenuto che viene scritto dal
costruttore del pezzo dove si trova, per tale ragione viene detta stabile o permanente. In essa
risiedono le informazioni fondamentali del PC (il firmware), tutti quei dati e comandi che il
computer legge ed esegue al momento della sua accensione (configurazione, autodiagnostica,
caricamento del sistema operativo). Nella ROM risiede il BIOS, la parte del software che, tra le
altre cose, gestisce l’input e l’output del sistema, il BIOS contiene anche dei parametri che possono
essere modificati.
Col termine di memorie di massa si indicano quei dispositivi che permettono di immagazzinare e
conservare nel tempo i programmi e gli altri dati. Il primo tipo di memorie di massa fu la scheda
perforata con cui si trasmettevano e si immagazzinavano i dati, in seguito venne sostituita dai
supporti magnetici e oggi da quelli ottici. Il primo tipo di supporto magnetico fu il nastro magnetico
sostituto in seguito dal disco magnetico per la sua facilità e velocità di accesso ai dati in esso
contenuti. A differenza del primo, che obbligava a leggere i dati fino a quello che ci interessava
(accesso sequenziale), il secondo era diviso in spicchi (settori) all’interno dei quali si trovavano i
solchi magnetici (tracce) con i dati, un indice (FAT = File Allocation Table) permetteva di sapere
dove trovare il dato richiesto (accesso diretto). Il primo fra i dischi magnetici fu il floppy disk
(disco flessibile) comunemente detto dischetto o floppino, in principio erano di 5,25 pollici (5¼)
con capacità di registrazione dati da 160 KB a 2,8 MB, successivamente furono sostituiti dagli
attuali floppy da 3,5 pollici (3½) con capacità di 720 KB prima e 1,44 MB dopo. Si tratta di unità
rimovibili, cioè si possono trasferire da un computer all’altro. Il dispositivo in cui vanno inseriti i
floppy nel computer per essere letti è chiamato drive, mentre le istruzioni per comunicare con il
computer si chiamano driver.
In un periodo successivo hanno fatto la loro comparsa i dischi rigidi o fissi (Hard Disk o HD) che
offrivano capacità superiori ai floppy (dai 5 ai 20 MB, oggi si parla oramai di centinaia di GB) e che
erano sistemati dentro la macchina in modo fisso. Fisicamente è costituito da una serie di dischi
rigidi posti uno sopra l’altro su cui scorrono un gruppo di testine, una per ogni faccia. Esistono
anche dei dischi rigidi montati su un supporto estraibile e quindi rimovibili. Negli ultimi tempi
invece hanno fatto la loro comparsa gli Hard disk esterni, montati cioè su un supporto autonomo ed
esterno al pc che li rende facilmente trasportabili e che ne permette il collegamento al computer
tramite presa USB.
Quindi si sono avuti i nuovi supporti di tipo ottico, leggibili tramite un raggio laser. Capostipite del
genere è il CD-ROM (Compact Disk - Read Only Memory, disco compatto con memoria a sola
lettura), in tutto uguale ai CD musicali (tranne nel contenuto), viene inciso dal produttore ed è
possibile solamente leggerlo. Il passo successivo è stato il CD-WORM (Write Once Read Many,
scrivi una volta leggi molte), un CD in grado di essere inciso con un apposito drive (masterizzatore)
ed essere poi solamente letto detto anche CD-R (Recordable) o scrivibile. Successiva evoluzione è
stato il CD-RW (Rewrite) o riscrivibile che può essere scritto come i precedenti, ma anche
cancellato e quindi nuovamente scritto per un certo numero di volte. Gli attuali CD hanno una
durata (in senso musicale) di 80 minuti ed una capacità di 700 MB, ormai superati ma ancora
presenti sono i 74’/640Mb, mentre vengono poco usati e limitati alla sola musica, a motivo del loro
costo, i CD da 90’ e 100’.
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Con l’avvento del DVD (Digital Versatile Disk) il processo si è ripetuto: sono apparsi i
masterizzatori DVD-Ram, poi i DVD-R e i DVD-RW ed infine i DVD+R e i DVD+RW.
Nel 1997, intorno alla Pioneer, si crea il DVD forum, un consorzio con lo scopo di creare un solo
formato di registrazione di DVD. Oltre al DVD-R, presentato alla nascita del forum, sono stati poi
sviluppati due formati riscrivibili: il DVD-RW e il DVD-RAM (per l’archiviazione dei dati). Un
altro gruppo di produttori, capitanati da Philips ha invece lavorato per la realizzazione di un altro
formato: il DVD+RW e quindi il DVD+R (apparso solo nel 2002). Un DVD ha una capacità di 4,5
GB, mentre il DVD-RAM (grazie alla capacità di scrivere anche lo spazio fra i solchi di scrittura,
chiamato land) ha capacità di 9,4 GB per la singola faccia e di 18,8 GB per la doppia faccia. Intanto
un nuovo formato fa capolino in Giappone: il Blue-Ray. Basato su un laser a luce blu con lunghezza
d’onda inferiore al comune laser rosso, permette una maggiore densità di registrazione dati con una
capienza di 27 GB per disco. Sono già entrati in commercio, invece, i Double Layer che, con una
masterizzazione a doppio strato, raggiungono i 9 GB.
Poca fortuna ha avuto invece l’UMD (Universal Media Disk) sviluppato dalla Sony per visionare i
film sulla Playstation, forse dovuta alla mancata realizzazione di relativi supporti per la
masterizzazione.
A differenza dei supporti magnetici, quelli ottici hanno bisogno affinché possano essere scritti, oltre
al drive (masterizzatore) ed ai relativi driver, anche di un software per la scrittura denominato
comunemente “programma di masterizzazione”: i più diffusi sono il Nero Burning e l’Easy Cd
Creator. Il famoso Clone, nelle due versioni Cd e Dvd, è invece solo un programma di duplicazione,
con esso non è possibile costruire il contenuto del disco.
Esistono anche tutta una serie di sistemi di salvataggio dei dati (Backup) che vanno dalle semplici
unità a nastro fino ai compattatori di dati, denominati zippatori o semplicemente (unità) zip.
Nel gruppo delle memorie esterne la fanno attualmente da padroni le pen drive o chiavette, si tratta
di piccoli hard disk esterni delle dimensioni di mezza penna (da cui il nome) con presa USB
incorporata. Nati con dimensioni ridotte (256 Mb) arrivano oggi fino ai 2 Gb e finanche a 4.
I lettori mp3 sono anch’essi pen drive, ma hanno incorporato un lettore di file audio, un display con
pulsanti, l’uscita per le cuffie e la pila di alimentazione; possono tuttavia essere impiegati come
semplici pen drive per il trasporto dati (anche se i file che non sono audio non possono essere letti).
Caso particolare è rappresentato dall’i-Pod, un lettore multimediale portatile che si collega al pc da
cui prende file audio e video da riprodurre mediante un piccolo schermo e un’uscita per cuffie.
La scheda madre
L’anima del computer è una grossa scheda con tanti circuiti integrati su cui è incastonato il
microprocessore. Si trova alla base nel case desktop e da un lato nei tower ed è chiamata mainboard
o motherboard (piastra principale o scheda madre). In una zona abbastanza ampia della scheda
madre troviamo i connettori (da 3 a 8), strisce di plastica strette e lunghe dove vengono inserite e
collegate le schede di interfaccia. Si tratta di componenti hardware che mettono in comunicazione
due elementi diversi del sistema, di solito la CPU con un sistema periferico. Abbiamo la scheda
video per gestire il video, la scheda audio per gestire il suono, la scheda per collegare drive esterni,
scanner ecc.
Un breve cenno facciamo ai dispositivi di connessione detti BUS. Abbiamo il bus ISA (Industry
Standard Architecture) detto anche AT dal nome dei 286 IBM dove furono montati per la prima
volta, poi l’IBM ha costruito il bus MCA (Micro Channel Architecture) che però non è compatibile
con le schede costruite per l’ISA. Fu così creato l’EISA (Extended Industry Standard Architecture).
Con lo sviluppo di Windows sono nati i local bus: il bus VESA (Video Electronics Standards
Association) e il bus PCI (Peripheral Component Interconnect).
Il collegamento fra le unità esterne e la scheda madre è garantito dalla presenza delle porte esterne,
sul Pc se ne riscontrano due tipologie. Le porte seriali (indicate come COM1 e 2) sono quelle che
permettono il collegamento di tastiera, mouse e modem esterno e sono caratterizzate da una
trasmissione seriale dei dati. Più veloci delle prime sono le porte parallele (su un computer ne è
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presente almeno una ed indicata come LPT1), si caratterizzano per la trasmissione in parallelo dei
dati e vengono utilizzate per dispositivi che hanno bisogno di grandi quantità di dati, come
stampanti e scanners.
Più veloci risultavano le porte SCSI (Small Computer System Interface, chiamate scasi) e le
successive SCSI-2 che avevano bisogno di un supporto chiamato controller, che tuttavia non era in
dotazione nel pc, occorreva acquistarlo a parte. In dotazione si possono invece trovare le nuove
porte USB (Universal Serial Bus), che oggi hanno sostituito le SCSI, spesso utilizzate al posto della
parallela per stampanti, scanners e altro, sono adesso giunte alla versione 2.0. Nelle ultime
generazioni di computer si possono trovare anche le porte firewire, attualmente le più veloci,
permettono il collegamento con le telecamere digitali per la trasmissione dei dati video.
Le componenti esterne
Le componenti esterne del PC si dividono in unità di input e unità di output, a seconda che il flusso
dati viaggi rispettivamente verso il pc oppure da esso, e sono:
la tastiera, (input) con cui trasmettiamo al computer i nostri dati;
il monitor, (output) con cui il computer ci fornisce i dati;
il mouse, il trackball e il touchpad, (input) che ci permettono di muoverci nello schermo e
selezionare ciò che ci serve tramite una freccia chiamata puntatore;
il drive del floppy, in cui inseriamo il dischetto su cui leggere o scrivere (input/output);
il lettore CD-ROM e/o DVD, unità di input e nel caso del masterizzatore anche di output;
la penna ottica, (input) che ci permette di scrivere direttamente sullo schermo;
il lettore codici a barre, (input) con cui si inserisce il codice del prodotto;
l’unità di backup, di input/output per salvare e ripristinare i dati;
lo scanner, unità di input utilizzata per digitalizzare le immagini.
Un discorso a parte merita l’unità di output più conosciuta: la stampante. Serve a passare su
supporto cartaceo ciò che è digitalizzato (al contrario dello scanner). Il primo tipo di stampante fu
quello ad aghi o a matrice di punti (dot matrix), così chiamato perché una serie di aghi va a colpire
in nastro inchiostrato e il foglio, dove l’immagine si compone di una serie di punti, è molto
rumorosa. Il secondo tipo apparso sul mercato è stato la stampante a getto d’inchiostro (ink jet), così
chiamata perché l’inchiostro viene lanciato, attraverso dei fori microscopici, sotto pressione e
riscaldato, sul foglio dove si raffredda e si fissa. Ha una definizione maggiore del precedente tipo
tanto da essere usata per la grafica casalinga poiché è a basso costo. L’ultima nata è la stampante
laser, così chiamata perché impiega un procedimento di fissaggio con il laser come le fotocopiatrici,
ha un’elevata qualità di stampa, ma il prezzo elevato ne limita l’uso domestico relegandola in
ambito professionale.
La stampante viene anche chiamata (unità) periferica, altre periferiche sono il plotter, un stampante
per disegno che presenta dei bracci con dei pennini per disegnare; il modem, unità di input/output
che serve a trasformare i dati del computer in segnali telefonici per trasferirli attraverso i fili del
telefono e viceversa; il già citato scanner.
Tutti questi dispositivi sono (o forse è più corretto dire “erano”) collegati al pc attraverso piccoli
cavi chiamati in lingua inglese wire e pertanto i sistemi tradizionali basati su connessioni cablate
sono detti wired. Le stesse connessioni al computer dei telefoni cellulari avvenivano fino a poco
tempo fa attraverso costosissimi cavetti con presa USB che permettevano lo scambio di
informazioni fra le due unità con l’ausilio di un apposito software di gestione.
Col termine wireless (dall’inglese “senza fili”) indica i sistemi di comunicazione tra dispositivi
elettronici, che non fanno uso di cavi. La tecnologia wireless utilizza come mezzo di trasmissione
onde radio a bassa potenza, tuttavia la definizione si estende anche ai dispositivi, meno diffusi, che
sfruttano la radiazione infrarossa o il laser. Mouse e tastiere fruttano oggi la tecnologia wireless.
Le onde radio vengono utilizzate dalle reti tipo Wi-Fi (Wireless Fidelity, è il nome commerciale
delle reti locali senza fili (WLAN) basate sulle specifiche IEEE 802.11) cioè reti che devono coprire
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ambienti eterogenei dove le diverse postazioni da collegare non sono necessariamente visibili,
infatti possono essere separate da muri o da intercapedini.
Le reti basate su infrarosso vengono utilizzate per collegare dispositivi visibili direttamente, sono
lente e spesso utilizzano dispositivi dedicati infatti sono ormai in disuso sostituite quasi totalmente
dai dispositivi Bluetooth.
Le reti basate su Laser vengono utilizzate normalmente per collegare sottoreti costruite utilizzando
altre tecnologie. Il Laser viene utilizzato per la sua elevata velocità di trasmissione. Un tipico
esempio è il collegamento delle reti di due edifici vicini. Il laser ha il problema di essere sensibile
alle condizioni esterne e alle vibrazioni infatti anche queste tipologie di dispositivi sono considerati
in disuso e quasi sempre sostituiti da collegamenti via onde radio.
Il Bluetooth, nato per la connessione computer-periferiche, data la sua presenza su tutti gli
apparecchi cellulari di nuova generazione, viene usato anche per connessioni tra telefoni cellulari,
soprattutto fra i giovani.
I programmi
Un computer non è in grado di far niente se non ha le apposite istruzioni, queste istruzioni
costituiscono i programmi o software e ce ne sono di vario tipo a seconda di ciò che si vuol far fare
alla macchina e a seconda delle marche.
La categoria basilare di programmi è il sistema operativo, si tratta di quella serie di istruzioni che il
pc si carica al momento della sua accensione (boot strap o booting) e che serve a far funzionare il
computer e gli altri programmi di cui ha bisogno. È il programma fondamentale, senza di esso la
macchina si blocca e non fa più niente. Il più diffuso in passato era il DOS (Disk Operating System,
sistema operativo del disco) così chiamato perché in principio risiedeva, insieme ai dati da lavoro,
sul floppy disk, oggi ha sede nel disco fisso; quello della Microsoft (MS-DOS) era il più diffuso, ma
c’erano anche quello dell’IBM (PC-DOS) e quello della Novell (DR-DOS). Sugli IBM compatibili
possono anche girare altri sistemi operativi: Unix, Linux, Windows, Windows 9x, Windows NT,
Window XP, OS/2, ecc.
Attualmente il sistema operativo più diffuso è il Windows (della Microsoft) nelle sue varie versioni.
Ogni programma è riconoscibile per il nome commerciale, nella prima versione, accompagnato da
un numero nelle versioni successive. Il numero indica la versione, l’aumento del numero prima
della virgola indica cambiamenti fondamentali, mentre nel numero decimale indica un
perfezionamento della stessa versione (es. MS-DOS 6.2 = perfezionamento della versione 6;
Windows 3.11 = perfezionamento della versione 3.1), oggi viene impiegato sempre più spesso un
nome commerciale o una sigla..
Poiché il DOS utilizzava comandi in linea, cioè istruzioni precise da scrivere, risultava
particolarmente difficile per chi non avesse dimestichezza con tale programma, per questo motivo
sorsero le interfacce utente o grafiche (shell), programmi che fornivano una schermata che l’utente
leggesse facilmente su cui scegliere i comandi che poi venivano tradotti automaticamente in DOS.
Il più famoso è il Windows della Microsoft, nato per permettere all’utente di lavorare anche senza
avere una approfondita conoscenza del sistema e della sua struttura, divenne in seguito necessario
per altri programmi diventando un sistema operativo anche se ibrido (aveva bisogno del DOS).
Con l’avvento del Windows 95 si ha la fusione fra DOS e Windows, che diventano un unico
programma e quindi un vero e proprio sistema operativo. Il Windows ME ed XP non sono altro che
versioni successive del Windows 95 e del Windows 98.
I programmi si distinguono in software di base, programmi di utilità e programmi applicativi o
pacchetti.
Al software di base appartiene, oltre al sistema operativo e alle interfacce utente, i linguaggi di
programmazione e i driver. I linguaggi di programmazione sono particolari linguaggi che vengono
usati dai programmatori per dare istruzioni alla macchina, sono più descrittivi del linguaggio
macchina ma hanno bisogno di essere tradotti in esso per essere compresi dalla CPU. Questa
traduzione avviene a mezzo di un apposito programma, un interprete o un compilatore. Il primo
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traduce la sequenza di istruzioni in linguaggio macchina ogni volta che essa si usa, il secondo la
traduce una volta per tutte (creando un apposito file) e non è necessario nei successivi usi della
sequenza. Fra i più noti linguaggi di programmazione abbiamo: BASIC, COBOL, Fortran, C,
Pascal, LISP, RPG, Visual Basic e Visual C.
Ogni periferica o altro componente del PC ha bisogno di un programma che gestisca la
comunicazione con la CPU o altri programmi, è questo un driver. L’emulatore è invece un
programma che simula il funzionamento di un elaboratore su un secondo computer consentendo su
quest’ultimo di operare come se si fosse sul primo. Ne sono esempi gli emulatori di 386 su
macchine superiori o la DOS Compatibility Card usata nei Mac per utilizzare dischetti IBM
compatibili.
I programmi di utilità (utility), indirizzati a tecnici ed utenti esperti, permettono di gestire più o
meno direttamente le risorse specifiche del sistema.
I programmi o pacchetti applicativi (OPT = Office Productivity Tools, strumenti per la produttività
d’ufficio) sono specifici per un particolare tipo di lavoro che l’utente deve svolgere.
Si distinguono in:
• Elaboratore di testi (Word Processor o WP), evoluzione della macchina da scrivere elettronica,
permette di scrivere lettere o testi in genere di aggiungere immagini o altro e di perfezionare la
composizione scegliendo fra vari tipi e dimensioni di carattere. Consente di scrivere, cancellare,
memorizzare e stampare un testo. I più diffusi: “Word” della Microsoft, “Wordperfect” della
Novell, “Wordstar” della Wordstar Internetional, “Word Pro” della Lotus.
• Foglio elettronico (Spread Sheet) o di calcolo, un tabellone organizzato in righe e colonne con
cui si possono risolvere problemi matematici, statistici, finanziari. Abbastanza flessibile, vi si
possono inserire immagini e grafici che crea lo stesso programma. I più diffusi: “1-2-3” della
Lotus, “Excel” della Microsoft, “Quattro Pro” della Novell.
• Gestore di data base (DBMS = Data Base Management System, sistema di gestione delle basi di
dati), serve per la gestione degli archivi, ma offre tutta una serie di funzionalità aggiuntive e
molto complesse. I più diffusi: “dBase” e “Paradox” della Borland, “Access” della Microsoft,
“Approach” della Lotus e “Clipper” della Computer Association.
• Pacchetti grafici che si distinguono in business graphic e painting o grafica pittorica. I primi
servono per tutte le attività in cui necessitano rappresentazioni grafiche di dati, flussi, ecc. I
secondi sono utilizzati per disegnare con il computer. Si distinguono due sotto branche: la grafica
ad oggetti o vettoriale (drawing) e il fotoritocco. La prima utilizza immagini che rimangono
separate ed autonome e che possono essere montate assieme come in un mosaico. I più diffusi:
“Corel Draw” della Corel System, “Paintbrush” della Zsoft, “Freehand” della Macromedia,
“Illustrator” della Adobe. Al secondo appartengono tutti quei programmi utilizzati per ritoccare
immagini e per applicarvi particolari effetti. I più diffusi: “Corel Photopaint” della Corel System,
“Photoshop” di Adobe, “Photo Magic” di Micrografx, “Paint Shop Pro” della Jasc, adesso Corel.
• Editoria computerizzata (DTP = Desk Top Publishing, editoria da tavolo) o programmi di
impaginazione, evoluzione dell’elaboratore di testi, consente la realizzazione in proprio di
pubblicazioni come opuscoli, bigliettini, striscioni e materiale pubblicitario permettendo di avere
una piccola tipografia in casa. I più diffusi: “Ventura” di Corel System, “Publisher” di Microsoft,
“PageMaker” di Macromedia.
• Pacchetti integrati, sono programmi che integrano più moduli in un solo ambiente, di solito
contengono: un piccolo elaboratore di testi, un piccolo foglio elettronico e un piccolo data base.
Ognuno di questi moduli ha le funzionalità di base, non certo la vasta potenzialità dei
corrispondenti programmi specifici. I più diffusi: “Works” della Microsoft, “Framework” della
Borland, “Symphony” della Lotus.
Non si deve confondere il pacchetto integrato con la “suite”, quest’ultima è una riunione di
pacchetti specifici che permette di gestire alcuni aspetti in comune. Le più diffuse: Microsoft
“Office”, Corel “WordPerfect Suite” , Lotus “SmartSuite”.
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Infine abbiamo i browser, programmi per navigare in Internet, come MS Internet Explorer e
Netscape Communicator, ed i motori di ricerca, capaci di trovare indirizzi sul Web partendo da una
parola, come Altavista, Lycos, Yahoo, Arianna, Google.
Quando acquistiamo il programma ci viene dato anche un foglio con un numero di serie, è la licenza
d’uso che ci autorizza ad usare il programma su un solo computer, in quanto utilizzatori, non si
diventa proprietari del software di cui rimane titolare l’azienda. Se noi utilizziamo il programma su
un altro computer (senza aver chiesto la licenza aggiuntiva) oppure usiamo un programma senza la
licenza, perché magari ce l’ha prestato un amico o perché copiato come le musicassette (software
pirata) commettiamo un atto illegale, cioè un reato.
Il D. Lgs. 518/92 ha riconosciuto il software come opera dell’ingegno e l’ha sottoposto alla legge
sui diritti d’autore, pertanto si può incorrere in sanzioni amministrative e penali in caso di
violazione alle norme della suddetta legge.
Oltre la classica forma dell’acquisto del supporto (Cd e Dvd), esistono forme di distribuzione
gratuita del software (freeware) per il cui uso non occorre pagare, versioni in rpova a tempo
(shareware) o con funzioni disabilitate (demo).
Un caso particolare e quello delle licenze GNU (General Public License) con cui sono distribuiti il
sistema operativo Linux e altri software che funzionano su esso e non, il software in questione è
totalmente gratuito e può persino essere modificato (cosa vietata nel software classico) a patto che
le migliorie vengano messe a disposizione gratuitamente.
I file
Ogni programma è composto da numerosi gruppi di istruzioni o comandi, ciascun gruppo o insieme
di istruzioni è chiamato “file”. Ogni file è identificato da un nome e da una estensione. Il nome in
passato poteva contenere solo 8 caratteri (DOS e Windows 3.11), adesso può avere anche una
lunghezza superiore (Windows 95). L’estensione è formata da tre caratteri e indica il tipo di file, nel
Windows 95 di solito non appare, ma è indicata dalla differente icona che il programma associa al
file e che serve ad indicare il programma con cui poter leggere il file.
I principali tipi di estensione sono:
• EXE, indica i file eseguibili (applicazione), hanno priorità su tutti gli altri e di solito servono ad
avviare un programma;
• COM, indica i file contenenti comandi DOS, vengono dopo gli EXE e servono ad azionare i
suddetti comandi;
• BAT, indica i file batch, vengono dopo i COM che possono anche contenere insieme ad altre
istruzioni, usati per lo più sotto DOS;
• TXT, file di testo in formato ASCII, contengono solo testo, li apre il blocco note o Notepad;
• DOC, sono i file di lavoro del programma di videoscrittura Word;
• XLS, sono i file di lavoro del programma di foglio elettronico Excel;
• MDB, sono i file di lavoro del programma di archiviazione dati Access;
• BMP, sono i file di immagini in formato bitmap di Windows;
• WMF, sono i file di immagini in formato Windows MetaFile;
• JPG, sono i file di immagini in formato Jpeg;
• WAV, sono i file audio in formato digitale, hanno stessa dimensione del formato cd (cda);
• MP3, sono i file audio in formato compresso mpeg layer III;
• WMA, sono i file audio in formato media player;
• AVI, sono i file video in uno dei formati più diffusi;
• MPG, sono i file video in formato mpeg;
• WMV, sono i file video in formato media player
• 3GP, formato video per telefoni cellulari.
I file sono riuniti in contenitori chiamati directory nel DOS e cartelle nel Windows.
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Una precisazione è necessaria riguardo ai file video, il tanto famoso Divx o Dvx non è
un’estensione di file video bensì una compressione operata sul formato Avi attraverso vari codici di
compressione Mpeg4 (Divx, Xvid, 3iv, ecc.).
I virus informatici sono dei programmi creati per trasmettersi attraverso altri programmi, installarsi
su un hard disk e distruggerne il contenuto.
Si distinguono in tre categorie:
Virus propriamente detti, si attaccano nascosti all’interno di altri file (principalmente gli EXE di
un programma o le macro dei file di applicazioni office) o nella sezione di avvio (boot) di un
disco ed entrano in funzione da soli quando noi usiamo questi ultimi, allo scopo di creare
problemi e danni.
Virus worm, penetrano attraverso bug nel firewall del sistema operativo, infettano il programma
di posta elettronica che ne invia copia ai nominativi nella sua rubrica e provocano effetti
fastidiosi all’utilizzo dei software, incluso il gestore della posta elettronica.
Virus troiani (Trojan horse), come l’omonimo cavallo, penetrano nel computer e ne permettono
l’accesso a persone estranee (hacker) che possono così copiare indisturbati i dati in esso
contenuti o anche distruggerli.
Il pc può essere infettato attraverso supporti rimovibili di memoria (floppy, dischi o pen drive),
attraverso la rete (Internet o reti minori) o attraverso la posta elettronica (celato nell’allegato).
I dischetti vengono protetti con la tacca di sola lettura, per il computer esistono dei programmi
antivirus in grado di scovarli e, in molti casi, anche di eliminarli.
L’informatica nella somministrazione
L’aspetto che in questo momento va per la maggiore nell’ambito della somministrazione di alimenti
e bevande è certamente la comanda elettronica. Questo strumento informatico si ottiene attraverso
l’applicazione di una rete wireless all’azienda ristorativa, che si tratti di pizzerie, ristoranti, trattorie,
bar, gelaterie, pub, birrerie, paninerie o discoteche.
La cassa viene dotata di un personal computer dotato di monitor touch-screen da 15” o 17” che può
essere collegato o meno al registratore di cassa.
Le comande ai tavoli vengono prese attraverso con palmari con trasmettitore in radio frequenza che
inviano copia dell’ordine, oltre che alla cassa per la contabilizzazione, alle stampanti presenti nei
vari reparti come la cucina, il forno, il bar.
Gli alti costi dell’impianto sono dovuti, non tanto alla parte hardware che presenta costi piuttosto
contenuti, quanto piuttosto alla realizzazione del software di gestione della rete che presenta menu
con articolazioni funzionali e modalità e modalità input a schermo (touch-screen).
Un aspetto molto più vecchio dell’informatizzazione riguarda invece il pagamento che già da
parecchi anni può essere effettuato attraverso POS. Il Point Of Sale, questo il nome inglese, non è
altro che un apparecchio elettronico in collegamento con il sistema bancario attraverso la normale
linea telefonica che permette il pagamento attraverso carta di credito.
Con l’avvento della multimedialità prima e del dvd poi, si è avuta una vera e propria invasione di
corsi ed enciclopedie di ogni sorta e fra questi alcuni titoli riguardano proprio la somministrazione.
Occorre innanzitutto distinguere i corsi dai database, i primi sono dei corsi in formato multimediale
che associano parte teorica a filmati riguardanti alcune lezioni come la preparazione di un cocktail o
di un dolce, mentre i secondi sono dei programmi di archiviazione contenenti già un determinato
numero di ricette inerenti le preparazioni da cucina o da bar che è possibile personalizzare mediante
l’aggiunta di altre ricette.
Una terza categoria, sconosciuta ai non addetti ai lavori, è quella dei software applicativi come
programmi di contabilità o software specifici per la gestione di ciascun ambito di settore; accanto al
Progetto Tabaccaio, Parrucchiere o Albergatore abbiamo anche il Progetto Barman, il Progetto
Pizzeria ed il Progetto Chef o Ristorazione, il nome cambierà a seconda dell’azienda di produzione.
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IL WINDOWS
Nato come interfaccia grafica ed emulazione del sistema operativo MacIntosh, ben presto divenne
necessario per tutta una serie di programmi fino a costituire un ambiente di lavoro standard e
diventare un sistema operativo a tutti gli effetti. Basato su una serie di finestre (windows) e di icone
che identificano gli oggetti e sull’uso generalizzato del mouse, permette di maneggiare il computer
con estrema facilità, mediante i menù ed il trascinamento delle icone. Offre una serie di utilità che
permettono di gestire sistema e periferiche. Giunto alla versione 3.1, la successiva aggiunge delle
utility per la connessione in rete e prende il nome di Windows per Workgroup 3.11. Fino a tale
versione lo si chiama ambiente operativo e non sistema perché pur svolgendo le funzioni di un
sistema operativo necessitava ancora del DOS come sistema di base.
La successiva versione chiamata Windows NT, risolve quest’ultimo problema sganciandosi dal
DOS e diventando un sistema operativo, tuttavia questa versione è piuttosto complessa e presenta
un costo maggiore che la rilega ad un uso aziendale. Molto presto fa il suo ingresso sul mercato la
versione 4 che si presenta col nome commerciale di Windows 95. Oltre la possibilità di dare nomi
superiori a 8 lettere per i file, ad una nuova grafica e ad una nuova serie di utility, si caratterizza per
l’assorbimento al suo interno del DOS. Presenta i file del DOS insieme ai propri nella cartella
Windows e si può accedere al DOS come sottoprogramma dal menu Start alla voce Prompt di MSDOS (sotto programmi/accessori). Successiva evoluzione è il Windows 98, versione 4.10, con tutta
una serie di novità rispetto al Windows 95.
Le due versioni, casalinga (Win 95) e professionale (Win NT per Workstation) hanno
un’evoluzione separata. Nel 2000 esce la nuova versione del Windows NT che tuttavia prende il
nome commerciale di Windows 2000 creando grande confusione negli utilizzatori domestici che
subito si precipitano all’acquisto; la versione nuova del Windows 98 segue invece di alcuni mesi
con il nome commerciale di Windows Millennium Edition (ME), siamo alla versione 5. La
riunificazione del nome si ha con l’arrivo di Windows XP (che sta per eXPerience, cioè una nuova
esperienza), versione 5.1, caratteristica peculiare è il fatto che richiede software che siano
appositamente creati per esso e sconsiglia, ma permette l’installazione di tutti gli altri. Si presenta in
due versioni: la professional edition, evoluzione del Win NT e del Win 2000; e la home edition,
evoluzione del Win 9x e del Win Me.
Sono possibili aggiornamenti automatici in rete ed è stato rilasciato il Service Pack 2 con cui si
rettificano errori (bug) presenti nell’ultima versione (che saranno poi sistemati nella successiva).
Al momento è appena uscita la nuova versione chiamata Windows Vista, versione 6.0, che sarà
disponibile nelle versioni retailer il 30 gennaio 2007.
Windows Vista sarà distribuito in 6 versioni: 3 versioni “consumer” o Home (Basic, Premium e
Ultimate), 2 versioni “business” (Business e Enterprise) ed una appositamente pensata per i mercati
emergenti (Starter). Tutte le versioni saranno distribuite in doppia modalità di supporto per 32 e 64
bit. Microsoft rilascerà inoltre le versioni “N” prive di Windows Media Player per ottemperare alle
richieste dell’antitrust europea.
Che cos’è il Windows
È un sistema operativo per personal computer che si occupa di creare l’ambiente o interfaccia
attraverso cui l’utente colloquia con la macchina. Si tratta del software di base sul quale far
funzionare gli altri programmi (elaboratore di testi, foglio elettronico, database, ecc.) a cui fornisce
la struttura grafica, coordina le informazioni che entrano nel computer e quelle che escono, inoltre
presenta una serie di utilità per la gestione dei file e delle cartelle e per lo svolgimento delle
funzioni di gestione del computer.
Viene utilizzata un’interfaccia grafica completamente controllabile attraverso l’utilizzo del mouse,
ma vi si può accedere anche attraverso l’uso di appositi pulsanti della tastiera.
È attualmente giunto alla versione 5.1 nota con il nome commerciale di Windows XP, noi ci
indirizzeremo verso questa.
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Differenze fra una versione e la successiva sono rappresentate, oltre all’aggiunta di eventuali nuove
funzioni, dal diverso posizionamento di alcuni comandi, dal cambio del nome con cui sono indicati
o dalla rinnovata veste grafica: nuove colorazioni o conformazioni di pulsanti e finestre, ecc.
Si caratterizza per essere un sistema multitasking, permette cioè di svolgere più operazioni (task)
contemporaneamente. In realtà divide l’operazione in piccole parti e ne realizza una porzione per
ciascuna task attiva nella frazione di secondo dando così l’effetto di svolgere più operazioni
contemporaneamente.
Avvio di Windows
All’accensione il computer, dopo aver effettuato tutti i controlli di rito, carica il sistema operativo: il
Windows.
Al termine del caricamento una schermata azzurra permette di scegliere in quale account utente
entrare, poiché si può personalizzare il windows attraverso differenti account, alcuni anche con
limitazioni d’uso, quindi appare una schermata con i seguenti oggetti:
• Una barra delle applicazioni con il pulsante di avvio (start), nella parte in basso dello
schermo;
• Una serie di icone (simboli grafici che indicano programmi o risorse) ordinate o meno sullo
schermo;
• Lo sfondo, indicato da un colore unico, da una serie di disegni o da una immagine.
L’insieme di questi elementi, ossia la schermata, si chiama Desktop (= scrivania) e ci si muove tra i
suoi elementi attraverso l’uso del mouse. Il suo movimento sposta sulla schermata una freccia,
chiamata puntatore, che rappresenta la proiezione del mouse dentro al computer.
L’uso del mouse
Muovendo il mouse sul tappetino, corrispondentemente si muove sullo schermo la freccia.
Posizionandosi sopra un oggetto (la sua icona sullo scherma) con il puntatore si ha la possibilità di
selezionarlo (l’icona cambia colore) facendo un singolo clic con il tasto sinistro. Se si clicca su una
finestra presente sullo schermo, ma non attiva, la si rende attiva ossia disponibile all’uso.
Il doppio clic (due cliccate consecutive) serve invece ad aprire l’oggetto, ovvero ad azionarlo
(lanciarlo) se si tratta di un programma.
Per spostare un oggetto ci si posiziona su di esso e, tenendo premuto il tasto sinistro, si sposta il
mouse (trascinamento dell’oggetto).
Cliccando con il tasto destro mentre si è posizionati su un’icona/oggetto si apre un menu detto
scorciatoia o contestuale, in quanto permette di accedere rapidamente alle proprietà e ad altri
comandi che riguardano l’oggetto stesso.
Il puntatore cambia forma qualora ci deve indicare qualcosa:
Una mano indica che ci troviamo su un collegamento ipertestuale;
Una clessidra indica che sta operando ed occorre attendere;
Un “+” indica una selezione di precisione;
Una doppia freccia indica un ridimensionamento nei due sensi (orizzontale, verticale,
diagonale);
Un cerchio barrato indica che l’operazione non può essere effettuata sull’oggetto;
Un pennello indica lo strumento colora;
Una matita indica lo strumento disegna;
Ecc.
Posizionandosi fermi su un oggetto accanto al puntatore appare il nome o le proprietà dell’oggetto,
attraverso un riquadro chiamato fumetto.
La presenza di altri tasti o strumenti nel mouse, oltre ai due indicati, è irrilevante ai nostri fini ed il
loro uso va scoperto direttamente in presenza dei medesimi.
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Uscita da Windows
Per spegnere il computer, chiudere tutte le applicazioni e, facendo clic sul pulsante Start, scegliere
Spegni computer, apparirà una schermata con tre pulsantini quadrati (Sospendi, Spegni, Riavvia) ed
uno rettangolare (Annulla) più in basso.
Questa procedura permette di salvare tutte le impostazioni del programma, il suo mancato rispetto
crea all’accensione successiva una procedura di controllo per rilevare eventuali errori di sistema.
Il Desktop
Presenta una serie di oggetti ordinati sul lato destro, ciascuno rappresentato da una propria icona.
Fondamentali, quindi necessariamente presenti sono:
Documenti: la cartella che contiene tutti i file da noi creati;
Risorse del computer: la cartella che contiene tutti i supporti di memorizzazione (Hard Disk,
Floppy, Lettore CD, Cartella Stampanti e Pannello di controllo);
Risorse di rete: La cartella per la gestione dei collegamenti in rete;
Internet Explorer: il browser per visualizzare le pagine html di Internet;
Cestino: la cartella che contiene tutti i file cancellati, con possibilità di recuperarli.
A queste si aggiungono le icone di collegamento (hanno una piccola freccetta in basso a sinistra) ai
vari programmi (per un accesso immediato) ed i file o cartelle da noi direttamente posizionati qui.
La barra delle applicazioni, in fondo al Desktop (ma può anche essere posizionata lateralmente)
contiene il pulsante Start ed i pulsanti relativi ad ogni finestra o programma aperti: ciccando su
ciascuno di essi si rende attivo il relativo oggetto, quindi possono essere utilizzati per passare da
una finestra/programma ad un’altra/o. Sulla destra possiamo scorgere l’orologio, ciccandovi sopra
si apre il pannello Data e ora, preceduto da piccole icone relative a programmi caricati in sede di
accensione, eventualmente già attivi o immediatamente disponibili con doppio click (antivirus o
altri programmi).
Il pulsante Start serve ad aprire il relativo menu con i programmi più utilizzati ed il pulsante tutti i
programmi più le funzioni del menu classico, nella forma nuova in XP, mentre nell’impostazione
classica presenta le seguenti opzioni solamente:
Programmi: si accede al menu dei programmi;
Dati recenti: si accede ai file utilizzati di recente;
Impostazioni: si accede alle varie impostazioni (Pannello di controllo, Barra delle
applicazioni; Cartella Stampanti);
Trova: permette di effettuare la ricerca di file o cartelle sul pc;
Guida in linea: fornisce un aiuto sul Windows immediatamente disponibile per argomento;
Esegui: permette di far eseguire immediatamente un’applicazione mediante impostazione
del comando;
Disconnetti; per disconnettere l’account e passare ad un altro;
Spegni computer: per spegnere il computer.
Le finestre
La finestra rappresenta la visuale su un determinato oggetto sia esso una cartella contenente file,
una memoria di massa o un insieme di applicazioni.
Presenta in cima una striscia blu (il colore varia impostando altri Temi del desktop) su cui appare il
suo nome e viene detta Titolo, posizionandosi su di essa e trascinandola si sposta la finestra, mentre
un doppio clic la fa passare dalla sua grandezza attuale a “tutto schermo” e viceversa.
La stessa funzione si ottiene con il pulsantino centrale dei tre presenti sul Titolo a destra, mentre il
primo con la linea serve a ridurre ad icona (far sparire la finestra lasciando il pulsante sulla barra
delle applicazioni per poterla richiamare) ed il terzo in rosso con la X serve a chiudere la finestra.
Posizionandosi sui bordi (o sugli angoli) della finestra il puntatore del mouse assume la forma di
una doppia freccia, essa ci indica che è possibile ridimensionare (aumentare o diminuire) il lato in
oggetto (o entrambi i lati dell’angolo), trascinandolo ne otterremo l’effetto.
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Il colore della barra del titolo ci segnala lo stato della finestra: attivo se blu acceso, non attivo o in
secondo piano se grigio; in quest’ultimo caso le operazioni effettuate non avranno effetto sulla
finestra in oggetto, ma in quella attiva al momento.
Sotto il Titolo si trovano i Menu a tendina, si tratta di nomi che permettono di accedere a specifiche
funzioni di gestione della finestra:
o File: operazioni sugli oggetti della finestra e Chiudi;
o Modifica: Annulla, Taglia, Copia, Incolla e selezione dei file;
o Visualizza: differenti modi di mostrare il contenuto della finestra;
o ?: help, permette di accedere alla guida in linea e ad altre funzioni di aiuto.
Tali menu possono essere azionati anche tramite il tasto ALT seguito dalla lettera sottolineata nel
nome del menu o dai tasti freccia per spostarsi fra i differenti menu.
Sotto il titolo si trovano alcuni pulsanti con le operazioni di uso più frequente come Taglia, Copia,
Incolla, Cartella superiore, Nuova cartella, Annulla, Elimina, ecc.
Al suo interno possiamo trovare due principali tipologie di icone:
- Carpettine gialle che indicano delle cartelle con file all’interno (quindi altre finestre);
- Quadratini con decorazioni varie che indicano i differenti tipi di file.
Per selezionare un singolo elemento si può usare il mouse, ma anche adoperare i tasti freccia.
Operazioni sui file e sulle cartelle
Per effettuare una qualche operazione su un file occorre che esso sia selezionato (clic sull’icona),
ma se i file da selezionare sono più di uno?
Selezionare il primo e con il tasto Maiuscolo o Shift () premuto selezionare l’ultimo della fila.
Se invece i file che ci interessano sono sparsi per la finestra occorre, dopo aver selezionato il primo,
tenere premuto il tasto CTRL e con il mouse cliccare su ciascuno degli altri.
I file o cartelle possono essere selezionati anche da tastiera tramite i tasti freccia tenendo premuto
sempre il Maiuscolo; se invece sono sparsi si preme il CTRL, ci si sposta con i tasti freccia e si
selezione con la barra spaziatrice il file su cui ci troviamo (è indicato da un rettangolo di puntini).
Per spostare un file, dopo averlo selezionato lo si trascina nella corrispondente finestra di
destinazione, mentre se lo si vuole portare dentro una cartella contenuta nella stessa finestra basta
trascinarvelo sopra e quando la cartella si seleziona lasciare il pulsante del mouse.
Stesso risultato può essere ottenuto con i comandi Taglia o Copia sul file/cartella e Incolla nel luogo
di destinazione, ad essi si può accedere dal menu Modifica, dai pulsanti sotto la barra dei menu, dal
Menu scorciatoia del pulsante destro del mouse oppure semplicemente da tastiera.
Accanto a ciascun comando dei menu a tendina sulla barra sotto il titolo appaiono i corrispondenti
comandi da tastiera che possono essere impiegati quando non si vuole o non si può usare il mouse.
Il comando Copia (CTRL + C) serve a creare una copia da mettere nella voluta destinazione con
Incolla (CTRL + V), mentre sul luogo di origine il file rimane; il comando Taglia (CTRL + X)
sposta il file alla destinazione togliendolo dal posto in cui si trovata.
Il trascinamento di un file o cartella corrisponde all’operazione Taglia, mentre per effettuare
l’operazione di Copia occorre tenere premuto CTRL mentre si trascina, l’operazione viene indicata
dall’apparizione di un piccolo + alla base del puntatore.
Un altro utile comando da tastiera è ALT + F4, serve a chiudere l’applicazione attiva e corrisponde
al tasto X in alto a destra della finestra.
WORD
Si tratta di software per la videoscrittura o elaborazione dei testi, serve infatti a far diventare il Pc
come una macchina da scrivere.
Vi si accede dal menu Start/Programmi/Microsoft Word oppure Start/Nuovo (Apri) Documento
Office nel qual caso occorre scegliere il tipo di documento (video scrittura, foglio di calcolo,
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database, presentazione, ecc.). Vi si può anche accedere cliccando direttamente sul file già creato (si
avvia il programma necessario ad aprirlo) oppure da icona sul Desktop, ove presente.
Una volta aperto il programma appare un foglio bianco, siamo di fronte ad un File Nuovo… su cui
poter scrivere, possiamo richiamare un lavoro già iniziato attraverso Apri… dal menu File oppure
dal pulsante con il disegno di una cartella gialla aperta, mentre se il nostro lavoro è fra gli ultimi
quattro aperti lo si può richiamare dai collegamenti presenti in fondo al menu File.
La base dell’ambiente di lavoro Word è un foglio bianco in cui si può scrivere, mentre la struttura
delle finestre è uguale agli altri programmi (anche non Microsoft) poiché viene creata dal Windows.
Le finestre in Word (ma anche negli altri applicativi) sono due: la finestra madre (la più esterna) che
riguarda il programma e la finestra figlia relativa al file di lavoro. Entrambe sono gestibili come le
altre finestre di Windows: sposta, chiudi, riduci a icona, modifica dimensioni.
Con Word è facile scrivere un testo e in seguito cambiare, cancellare o aggiungere qualcosa, non
occorre inserire i dati in senso completo fin dall’inizio: si è sempre in tempo a correggerli più tardi
o a cambiarne la formattazione.
L’inserimento di elementi grafici permette inoltre di abbellire i nostri elaborati con disegni, foto,
grafici e altro.
La barre di Word
Proprio sotto la barra del titolo, si trova la barra dei menu da cui è possibile gestire tutti i comandi
relativi a Word, mentre sotto quest’ultima è presente la barra degli strumenti contenente i pulsanti
che permettono di accedere velocemente alle funzioni più utilizzate. Alla barra dei menu si può
accedere sia attraverso il mouse che mediante tastiera (si preme il tasto ALT e dopo quello della
lettera sottolineata nel titolo/comando del menu, oppure si utilizzano i tasti freccia), alla barra degli
strumenti invece si accede solamente mediante il mouse. Questa inoltre può essere personalizzata
mediante l’aggiunta o la rimozione di alcuni pulsanti. In genere contiene i comandi più diffusi
caratterizzati da un disegno che richiama l’idea del tipo di comando (es. la stampante per il
comando Stampa).
Esistono altri due modi per accedere ad un comando: il tasto destro del mouse e la combinazione di
tasti. Entrambi già visti in Windows (stiamo lavorando nel suo ambiente). Le combinazioni di tasti
si possono trovare accanto al relativo comando nei menu a tendina (si aprono proprio come una
tendina) della barra dei menu. Ecco di seguito i più diffusi:
Comando
Nuovo
Apri
Salva
Salva con nome
Anteprima di stampa
Stampa
Annulla
Ripeti
Taglia
Copia
Incolla
Seleziona tutto
Trova…
Sostituisci….
Vai…
Collegamento ipertestuale
Controllo ortografia e gramm.
Combinazione
Ctrl + N
Ctrl + F12
Maiusc + F12
F12
Ctrl + F2
Ctrl + Maiusc + F12
Ctrl + Z
Ctrl + Y
Ctrl + X
Ctrl + C
Ctrl + V
Ctrl + 5 (tast. numerico)
Ctrl + Maiusc + T
Ctrl + Maiusc + S
F5
Alt + Ctrl + K
F7
Menu
File
File
File
File
File
File
Modifica
Modifica
Modifica
Modifica
Modifica
Modifica
Modifica
Modifica
Modifica
Inserisci
Strumenti
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Giuseppe Mazzarella — L’informatica
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Le combinazioni di tasti servono ad impedire di perder tempo, durante la scrittura, abbandonando la
tastiera alla ricerca del mouse per premere il relativo comando, esse verranno memorizzate con
l’uso ricorrente dei comandi.
È possibile gestire le Proprietà del file Word dal menu File.
Il testo
Possiamo cominciare adesso a scrivere ricordandoci che abbiamo due possibilità:
• Stabilire la formattazione del testo (le caratteristiche) prima di cominciare e questa verrà
mantenuta fino alla successiva modifica;
• Scrivere mantenendo quella stabilita dal programma e successivamente, dopo aver
selezionato il testo, applicare la formattazione voluta.
Il cursore lampeggiante ci accompagna segnalandoci il punto in cui siamo giunti con l’immissione
del testo; occorre ricordarsi che non si può andare dove non è presente del testo (anche gli spazi
vuoti sono testo per il computer!). Ci si può muovere all’interno di un testo mediante il mouse (si
possono scorrere le pagine in su o in giù attraverso la barra di scorrimento laterale alla finestra
oppure, ove presente, attraverso la rotellina del mouse) oppure attraverso i tasti freccia e le loro
combinazioni.
Per spostarsi
A destra di un carattere
A sinistra di un carattere
In alto di una riga
In basso di una riga
Sulla parola precedente
Sulla parola successiva
All’inizio di una riga
Alla fine di una riga
All’inizio di un documento
Alla fine di un documento
Alla schermata precedente
Alla schermata successiva
Premere

Ctrl + 
Ctrl + (Home)
Fine (End)
Ctrl + Ctrl + Fine
Pag (PgUp)
Pag (PgDn)
Per Selezionare una parte del testo tenere premuto il tasto sinistro del mouse e trascinare (Ricordate
che un testo selezionato può essere trascinato con il mouse!) oppure muoversi con i tasti freccia
tenendo premuto anche il tasto Maiusc (Shift).
Un testo selezionato si può:
• Tagliare (per spostare) o copiare, per incollarlo in un altro posto (Taglia, Copia, Incolla del
menu Modifica);
• Trascinare, cliccandovi sopra e muovendosi con il tasto sinistro premuto;
• Cancellare, se premete il tasto Canc (a destra) o digitate mentre è in selezione;
• Formattare applicando gli appositi comandi;
• Applicare dei comandi specifici mediante tasto destro del mouse o menu a tendina.
È possibile fare delle correzioni ad un parola semplicemente mettendosi sulla parte errata con il
mouse e digitando la correzione, il testo verrà sovrascritto a quello esistente se è disabilitata la
funzione Inserimento testo del tasto Ins (SSC presente sulla barra sotto il foglio) altrimenti verrà
inserito spostando a destra il testo. In caso si commettono degli errori si può annullare il testo
digitato mediante il comando Annulla (Ctrl + Z) del menu Modifica così come si può ripetere un
comando o una digitazione attraverso il comando Ripeti (Ctrl + Y).
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La formattazione di un testo riguarda il tipo di carattere da usare, la sua grandezza, lo stile da
utilizzare: grassetto (Ctrl + G), corsivo (Ctrl + I) o sottolineato (Ctrl + S). Vi si accede dalla barra
degli strumenti attraverso i relativi pulsanti oppure da Formato/Carattere.
L’invio si utilizza solo per la fine del paragrafo, il testo torna altrimenti a capo automaticamente, in
questo caso l’allineamento può essere a sinistra (Ctrl + H o T), a destra (Ctrl + R), centrato (Ctrl +
A) oppure giustificato (Ctrl + F), anche qui si accede dai pulsanti sulla barra degli strumenti o da
Formato/Paragrafo.
Solitamente è inserito il controllo ortografico automatico che ci segnala le parole errate
suggerendoci (mediante tasto destro del mouse) quelle giuste oppure ce le corregge
automaticamente basandosi sul suo vocabolario (si raccomanda sempre di rileggere il testo scritto).
È prevista anche la funzione di salvataggio automatico del testo per impedire di perdere tutto il
lavoro non salvato, ciò nonostante ricordiamoci di salvare spesso!
Si salva dal menu File/Salva (Maiusc + F12) o dal pulsante con il floppino disegnato per risalvare
un file già salvato, Salva con nome (F12) qualora si voglia cambiare nome o destinazione al file da
salvare, mentre se si salva per la prima volta entrambe le procedure portano alla finestra di Salva
con nome,in cui digitare nome e/o destinazione del file.
Se cerchiamo una parola del testo possiamo utilizzare la funzione Trova… (Ctrl+Maiusc+T) su
Modifica, se poi vogliamo sostituirla con un’altra possiamo usare Sostituisci… (Ctrl+Maiusc+S),
sempre nella stessa finestra è presente la funzione Vai… (F5) che ci permette di spostarci
all’interno del file secondo precise indicazioni.
Qualora ci occorra un particolare carattere possiamo ricorrere ad Inserisci/Simbolo, una finestra ci
guiderà alla scelta del carattere speciale da inserire.
La pagina
Ci sono quattro differenti modi di visualizzare la pagina (Normale, Layout Web, Layout di stampa e
Struttura), si possono scegliere dal menu Visualizza oppure dai pulsanti posti in basso a sinistra,
mentre è possibile regolare la grandezza di visualizzazione della pagina attraverso lo Zoom (basta
cliccare sulla freccetta in basso, accanto alla finestrella con il numero percentuale, che si apre la
tendina con le opzioni di scelta) su Visualizza.
Si possono invece impostare i margini e quant’altro da File/Imposta pagina, apparirà una finestra in
cui modificare i valori dei margini, l’orientamento della pagina, impostazioni della carta e layout:
assicurarsi che le impostazioni siano applicate all’intero documento o alla parte che interessa!
Sul menu Visualizza si può gestire la presenza/assenza delle Barre degli strumenti e del Righello.
Abbiamo anche la possibilità di gestire le Intestazioni e piè di pagina (vedi titolo di pagina)
Dal menu Formato gestiamo la generazione di Elenchi puntati e numerati…, Bordi e sfondo…,
Colonne e Tabulazioni: apparirà una finestra che ci guiderà nell’impostazione dei parametri.
In una pagina si possono anche Inserire Numeri di pagina, Data e ora, Riferimento (es. Nota a piè di
pagina), Immagini, File (se riesce a gestirli il Word), Oggetti e Collegamenti ipertestuali.
Quando si desidera terminare una pagina e passare alla successiva senza digitare testo e senza dover
premere invio innumerevoli volte si deve Inserire una Interruzione… di pagina (Ctrl + Invio).
L’Interruzione… di sezione serve invece per separare un blocco di testo (anche all’interno della
stessa pagina) dal successivo, a cui verranno applicati altri parametri (come i margini) senza che
vengano automaticamente estesi al precedente.
All’interno di una pagina si possono creare delle tabelle in cui inserire dati, si creano e si gestiscono
con i comandi presenti nel menu Tabella, di particolare interesse il comando Ordina che permette di
ordinare alfabeticamente del testo anche non presente all’interno della tabella (es. un elenco) in
ordine crescente o decrescente, con o senza riga d’intestazione.
Attraverso Inserisci/ Oggetto… è possibile inserire, tra gli altri, anche un foglio di lavoro di Excel
con tutte le sue peculiari caratteristiche (vedi modulo 4: Il Foglio di Calcolo)
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La stampa
Prima di precipitarci a stampare è sempre bene controllare cosa abbiamo fatto, ci viene incontro
l’Anteprima di Stampa (Ctrl + F2) dal menu File oppure dal pulsantino con foglio e lente
d’ingrandimento, che ci fornisce un’anteprima fedele di ciò che verrà stampato.
Una volta accertati del risultato possiamo passare alla Stampa… (Ctrl + Maiusc + F12) da File
oppure dal pulsante con la stampante, accanto a quello dell’anteprima. Occorre tuttavia precisare
che utilizzando il pulsante si stamperà direttamente tutto il contenuto del file senza alcuna
limitazione, mentre il comando dal menu o da tastiera ci fanno accedere alla relativa finestra che
permettendoci di scegliere i vari parametri di stampa.
Il primo riquadro della suddetta finestra riguarda la stampante, è possibile scegliere fra le varie
stampanti (qualora ne abbiamo installate più d’una) e dal pulsante proprietà possiamo modificare
dei parametri relativi ad essa, tuttavia i cambiamenti andranno persi alla chiusura del file.
Nel secondo riquadro sulla sinistra si scelgono le pagine da stampare (tutte, pagina corrente,
pagine…, selezione), mentre in quello di destra si imposta il numero di copie e se vanno fascicolate
(stampate in sequenza: 1, 2, 3, 1, 2, 3…).
Nel riquadro in basso a destra vi è la sezione zoom in cui si imposta il numero di pagine per foglio
ed il loro adattamento.
A sinistra invece optiamo per la stampa del documento o di altre parti e se vogliamo stampare tutte
le pagine, solo le dispari o solo le pari.
La videoscrittura nella somministrazione
Come ovvio il Word serve per scrivere e molte sono le possibilità di impiego nel campo della
somministrazione, ma anche in altri campi.
Possiamo impiegare Word per scrivere le nostre lettere, i nostri ordinativi, il curriculum personale,
ma anche per realizzare menu, carte delle acque e dei vini, grazie alla possibilità di creare colonne e
di impostare la stampa in verticale. In Word si possono anche creare schede descrittive dei
cocktails, elencazioni degli stessi o di altri elementi de bar o anche della ristorazione.
EXCEL
La base dell’ambiente di lavoro Excel è un file chiamato cartella di lavoro contenente uno più fogli
di lavoro. Il foglio di lavoro è simile al libro mastro dei contabili, con numeri e calcoli allineati in
colonne e righe, ma a differenza del libro mastro, è Microsoft Excel che provvede ad eseguire
elettronicamente i calcoli.
Con Excel è facile inserire i dati in un foglio di lavoro e in seguito cambiare, cancellare o
aggiungere qualcosa, non occorre inserire i dati in senso completo fin dall’inizio: si è sempre in
tempo a correggerli più tardi.
All’interno di una cartella di lavoro si possono disporre di più fogli di lavoro contraddistinti da un
nome, in modo che le informazioni che servono siano velocemente reperibili.
I comandi comuni ad Excel e Word hanno la stessa collocazione nei menu e nei pulsanti e la stessa
combinazione di tasti, quindi ne verrà omessa al trattazione.
Il foglio di lavoro.
È costituito da colonne e righe: le colonne si sviluppano in verticale e vengono identificate da
lettere, le righe si sviluppano in orizzontale e vengono identificate da numeri.
L’intersezione tra una colonna e una riga è detta cella, essa prende il nome in base alla posizione
combinando una lettera con un numero, possiamo sempre assegnare un nostro nome alla cella.
Quando si seleziona una cella con il pulsante sinistro del mouse o con i tasti freccia, tale cella
prende il nome di cella attiva. Quando si attiva una cella si possono digitare nuovi dati al suo
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interno o semplicemente modificare quelli esistenti. La cella attiva è caratterizzata da un bordo
marcato che la circonda. Si può sempre determinare il riferimento per la cella in cui ci si trova
guardando nel riquadro Nome della barra della formula (qualora assegnato, appare il nome che
abbiamo dato).
Per cambiare cella attiva con il mouse, basta fare clic su un’altra cella. Per cambiare cella attiva con
la tastiera usare i tasti freccia.
Per spostarsi
A sinistra di una cella
A destra di una cella
Verso l’alto di una cella
Verso il basso di una cella
Verso l’alto di una schermata
Verso il basso di una schermata
All’inizio o alla fine del prossimo blocco di tasti a sinistra
All’inizio o alla fine del prossimo blocco di tasti a destra
All’inizio del foglio di lavoro
Sulla cella all’intersezione dell’ultima riga e colonna contenente i dati
Premere
Freccia a sinistra (
)
Freccia a destra (
)
Freccia su
(
)
Freccia giù
(
)
PagSu
PagGiù
Ctrl + freccia a sinistra
Ctrl + freccia a destra
Ctrl + Home
Ctrl + Fine
Per selezionare più celle contemporaneamente basta tenere premuto il tasto MAIUSC oppure CTRL
mentre si fa clic con il mouse. Per selezionare più celle adiacenti, fare clic sulla prima cella del
gruppo, tenere premuto il tasto MAIUSC e poi fare clic sull’ultima cella del gruppo. In alternativa
utilizzando soltanto il mouse si può selezionare la prima cella e trascinare fino all’ultima. Con
entrambe le procedure vengono selezionate tutte le celle comprese fra la prima e l’ultima del
gruppo. Il tasto CTRL abbinato all’uso del mouse consente di selezionare più celle non adiacenti.
Inserimento e correzione dei dati
Si seleziona la cella, si digita il testo/i dati da inserire e, al termine si preme INVIO, si possono
utilizzare anche i tasti freccia; in quest’ultimo caso ci spostiamo nella cella adiacente nella direzione
presa, mentre nel primo caso si passa alla cella sottostante.
Mentre si digitano i titoli di riga, il testo, se più lungo rispetto alla larghezza della colonna, occupa
anche le colonne successive oppure appare troncato, se la colonna successiva contiene già qualcosa.
Questi inconvenienti si possono risolvere modificando l’ampiezza della cella.
Si può risparmiare tempo durante l’inserimento selezionando prima l’intervallo di celle che
interessa ed utilizzando il tasto TAB per spostarsi da sinistra a destra ed il tasto INVIO per spostarsi
dall’alto verso il basso.
Modifica dei dati di una cella
I dati si possono modificare:
• selezionando la cella e modificando il contenuto nella barra della formula;
• facendo doppio clic sulla cella e posizionandosi nel punto da modificare;
• selezionando la cella e premendo F2.
Una volta effettuata la modifica si preme INVIO.
Per cancellare i dati della cella si può:
• selezionare la cella e premere CANC;
• selezionare la cella col tasto destro e scegliere “Cancella contenuto”
• selezionare la cella e digitare direttamente i nuovi dati.
La cartella di lavoro
Il file di Excel viene chiamato cartella di lavoro in quanto contiene più fogli di lavoro: standard 3.
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Ciascun foglio può essere rinominato con nomi logici ed è accessibile in qualunque momento
cliccando sulla relativa tacca presente in basso, sopra la barra di scorrimento. Utilizzando la tastiera
si passerà da un foglio al successivo con i tasti CTRL + Pag oppure si passerà al precedente con
CTRL + Pag .
È possibile selezionare contemporaneamente più fogli di lavoro adiacenti (Maiusc) e non adiacenti
(CTRL) come per le celle. Sulla barra del titolo apparirà la parola GRUPPO e i dati inseriti su una
cella di un foglio verranno automaticamente inseriti anche nelle corrispondenti celle dei fogli
selezionati.
Per inserire un nuovo foglio di lavoro si può:
• cliccare con il tasto destro sulla spunta, scegliere Inserisci e selezionare “Foglio di lavoro”;
• scegliere il menu Inserisci, Foglio di lavoro;
Per rimuovere un foglio:
• cliccare con il tasto destro sulla spunta, scegliere Elimina;
• scegliere il menu Modifica, Elimina foglio.
Si può anche spostare un foglio, creando o no una copia, sempre mediante tasto destro o Modifica –
Sposta o copia foglio. Posso anche trascinare col mouse il foglio nella posizione che desidero e
rilasciare.
Formule e funzioni.
Un foglio di calcolo serve principalmente ad eseguire calcoli ed operazioni.
Inserendo degli operatori aritmetici (+,-,*,/,=) all’interno delle celle è possibile far apparire
direttamente il risultato, ma le operazioni possono essere svolte, oltre che fra singoli dati, anche fra
le differenti celle: in questo caso sarà il contenuto della cella ad essere impiegato come fattore.
L’inserimento di una formula va preceduto dal segno “=”.
Le funzioni servono a semplificare le formule o a far loro eseguire calcoli altrimenti impossibili,
possono essere usate da sole o annidate in altre funzioni.
Si possono inserire digitandole direttamente nella cella oppure mediante Autocomposizione
funzione, alcune hanno bisogno di riferimenti di cella, si parla di argomenti della funzione, altre no.
La funzione OGGI inserisce in una cella la data corrente e non occorre di nessun argomento.
La funzione SOMMA serve ad eseguire una concatenazione di addizioni, è possibile inserirla
posizionandosi sulla cella e:
• cliccando sul pulsante ∑;
• cliccando sul simbolo fx, scegliendo SOMMA;
• dal menu Inserisci - Funzione, scegliendo SOMMA;
• scrivendo nella cella =somma(…..).
A questo punto occorre selezionare l’intervallo di celle (……), si possono inserire le singole celle
separate dal “;” oppure la prima e l’ultima cella di una sequenza separate dai “:”. Si scrive
direttamente il riferimento della cella oppure la si sceglie col mouse.
Es.: =somma(a1;c3;k2;r12)
=somma(g6:h12)
Operazioni sui dati delle celle
Per copiare il contenuto di una o più celle in un’altro punto del foglio di lavoro si possono:
• usare i pulsanti Copia e Incolla della Barra degli strumenti Standard;
• usare i pulsanti Copia e Incolla del menu Modifica;
• usare i pulsanti Copia e Incolla del menu scorciatoia (tasto destro del mouse);
• trascinare i dati con il mouse nella nuova posizione.
In quest’ultimo caso, selezionato l’intervallo, si posiziona il puntatore sul bordo e tenuto premuto
CTRL si trascina, se invece si omette di premere CTRL i dati verranno spostati (comando Taglia)
invece di copiati. Se i dati non sono una serie, si può anche trascinare il quadratino di riempimento.
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Quando si cancella una cella non ci si limita a cancellare il suo contenuto, ma si elimina l’intera
cella dal foglio e le altre celle si spostano da destra e dal basso per coprire lo spazio creatosi.
Per inserire una cella, una riga o una colonna, si possono usare i comandi Celle, Righe e Colonne
del menu Inserisci, mentre per eliminarle si usa il comando Elimina dal menu Modifica.
Quando si inserisce o si elimina una riga o una colonna occorre selezionare tutta la riga o colonna
cliccando sull’intestazione della stessa (rispettivamente il numero o la lettera).
Per inserire una cella, una riga o una colonna si deve selezionare immediatamente a destra o sotto il
punto in cui si vuole che appaia. Se si usano i comandi del menu per inserire una cella, si può
decidere quali celle spostare per far posto a quella nuova. Quando si cancellano delle celle, si può
decidere quali celle spostare perché prendano il posto di quelle cancellate.
Si possono inserire o cancellare intere colonne o righe e spostarle esattamente come per le celle.
Per mettere in ordine il contenuto delle celle basta selezionare l’intervallo e scegliere Dati – Ordina,
apparirà una schermata che ci chiederà la chiave di ordinamento primaria ed eventualmente quelle
secondaria e terziaria con ordine crescente o decrescente e con o senza riga d’intestazione. Dal
pulsante opzioni potremo scegliere se ordinare dall’alto verso il basso o da sinistra verso destra.
I riferimenti relativi ed assoluti
Il riferimento relativo viene indicato con il semplice indirizzo della cella (es. A1) e con la copiatura
o trascinamento della formula cambia in quanto descrive la posizione della cella in termini di
distanza dalla cella originaria della formula.
Il riferimento assoluto, indicato con la presenza del simbolo $, descrive uno specifico indirizzo di
cella che non deve cambiare con il trascinamento o la copiatura della formula e può riguardare riga
e colonna (es. $A$1) oppure solo la riga (es. A$1) o solo la colonna (es. $A1) secondo le esigenze.
La formattazione dei dati
Grazie alla funzionalità Formattazione automatica e Copia formato, nonché agli strumenti della
barra Formattazione si può migliorare l’estetica del foglio di lavoro.
Selezionata la cella di un intervallo, si usa il comando Formattazione automatica dal menu Formato
e si sceglie fra i sedici diversi formati di tabella. Con il pulsante Opzioni si possono selezionare gli
elementi esatti ed applicare delle formattazioni predefinite per numeri, bordi, tipi di carattere,
modelli, allineamenti, altezza ed ampiezza: sono abilitate per default, ma possono essere disattivate
od attivate singolarmente.
È possibile partire da un modello pronto, completo di relative formattazioni, aprendo Nuovo
documento Office e scegliendo dai modelli di Cartella di lavoro Excel.
Se si desidera copiare in un’altra sezione la formattazione usata in una determinata sezione del
foglio di lavoro, si può adoperare il pulsante Copia formato dopo aver selezionato una delle celle
che hanno la formattazione desiderata (il puntatore assumerà l’aspetto del pennello disegnato sul
pulsante), quindi selezionare la cella o l’intervallo su cui applicare la formattazione.
Come per il corrispondente pulsante presente su Word, è possibile azionarlo per un singolo utilizzo
(un click) oppure per più utilizzi successivi (doppio click), nel qual caso si disattiva ciccandovi
nuovamente una volta al termine delle operazioni.
È possibile personalizzare la formattazione con i pulsanti della barra degli strumenti Formattazione.
Per cambiare il formato dei numeri, selezionata la cella, si clicca sul corrispondente pulsante (Stile
valuta, Stile percentuale o Diminuisci decimali) oppure dal menu Formato si sceglie Celle (CTRL +
1) e si clicca sulla scheda Numero, scelto il formato si clicca su OK.
Per cambiare il tipo di carattere, selezionata la cella o l’intervallo, si sceglie il tipo/dimensione di
carattere dalla relativa casella sulla barra o si clicca sui pulsanti Grassetto, Corsivo o Sottolineato.
Lo stesso risultato lo si ottiene da Formato – Celle (CTRL + 1) e si clicca sulla scheda Carattere,
scelto il formato si clicca su OK.
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Per cambiare l’allineamento, sempre selezionando la cella o l’intervallo, si clicca sul corrispondente
pulsante oppure si va su Formato – Celle (CTRL + 1) e si clicca sulla scheda Allineamento, scelto il
formato si clicca su OK.
Per modificare la dimensione di riga/colonna si posiziona il puntatore sul separatore di riga/colonna
e, tenendo premuto il tasto sinistro del mouse, si trascina mentre facendovi doppio clic si adatta la
dimensione al contenuto. I relativi comandi da menu sono Formato – Riga / Colonna – Altezza /
Larghezza, si imposta il numero e si clicca su OK. La scelta Adatta serve per adattare la dimensione
al contenuto.
È possibile personalizzare una cella o un intervallo di celle mediante l’aggiunta di bordi e colore
mediante i relativi pulsanti presenti nella barra degli strumenti oppure dal menu Formato – Celle
(CTRL + 1) e si clicca sulla scheda Bordo / Motivo, scelto il bordo/colore si clicca su OK.
La creazione di un grafico
Un grafico può essere creato all’interno dello stesso foglio dati, con possibilità di vedere
contemporaneamente dati e grafico, oppure su un foglio separato nell’ambito della stessa cartella di
lavoro; nel primo caso si parla di grafico incorporato, mentre nel secondo di foglio grafico.
Per incorporare un grafico sul foglio, si selezionano le celle contenenti i dati e si clicca sul pulsante
Autocomposizione grafico oppure vi si accede dal menu Inserisci – Grafico, apparirà una finestra
che ci guiderà nella creazione. Alcuni grafici (es. Torta) prevedono una sola serie di dati, qualora
l’intervallo ne contenga di più verrà scelta la prima. Al termine dell’autocomposizione si dovrà
scegliere il punto in cui posizionare il grafico.
Per modificare il grafico occorre selezionarlo, quindi si potrà ridimensionare o spostare, mentre per
le altre modifiche occorre cliccarvi con il tasto destro ed accedere al relativo menu scorciatoia.
La stampa e la sua anteprima
La schermata di Stampa non è molto differente da quella visto in Word, si differenzia
principalmente per la diversa scelta riguardante l’intervallo delle pagine e per le opzioni di Stampa
Tutta la cartella e Fogli attivi. È possibile scegliere tutta una serie di opzioni di stampa dalla sua
anteprima, vi si può accedere:
• dal pulsante Anteprima presente sulla schermata di stampa;
• dal pulsante Anteprima di stampa presente sulla barra degli strumenti;
• dal menu File alla voce Anteprima di stampa.
Dall’anteprima si possono modificare i margini ed è possibile creare/modificare l’intestazione/piè di
pagina attraverso il pulsante Impostazioni.
Il foglio di calcolo nella somministrazione
Anche gli impieghi di questo programma possono essere i più svariati, come la creazione di un
calendario o un rapporto aziendale corredato di grafico. Nel nostro settore è possibile impiegarlo
per realizzare liste di acquisto degli alimenti, calcolo delle componenti alimentari e caloriche di un
menu, elenco dei cocktails con relativa composizione e decorazione, ma anche particolari
composizioni grafiche inerenti il nostro lavoro.
Data la particolare similitudine di struttura fra il foglio elettronico e la tabella di un database e
possibile passare dall’uno all’altra e viceversa con molta facilità, trasformando semplici elenchi in
file di archiviazione come per i cocktails ad esempio.
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APPENDICE
Scheda tecnica
Woman’s love
Categoria: aperitivo (pre-dinner)
Ingredienti e dosi:
30% triple sec
30% Red Bull
30% limonata
10% bitter
Bicchiere: Tumbler alto
Preparazione
Mischiare insieme i primi tre ingredienti, con l’aiuto di un mescolino, nel mixing
glass o direttamente nel bicchiere. Aggiungere il bitter senza mescolare, avendo cura
di produrre delle striature rossastre nel cocktail.
Decorazione
Usare indifferentemente fetta d’arancia o di limone, oppure entrambe,
eventualmente aggiungere altre decorazioni.
Utilizzare cannucce lunghe.
Storia
Il cocktail nasce nel dicembre 2004 al NONSOLOPUB di Palazzolo Acreide (SR),
viene assemblato dal barista come rimedio all’influenza. Notato da un cliente che lo
richiede, viene da questi fatto conoscere ai propri amici. Viene così successivamente
inserito nei menu del locale.
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Bar Code
Caffetteria, Pasticceria
Via Storage, 345
96100 Siracusa (SR)
Siracusa, 05/09/2006
Spett.le
Martini & Rossi S.p.A.
Viale Largone, 697
20230 Torino (TO)
c/a Resp. Distribuzione Italia
Oggetto: Proposta d’ordine per la fornitura autunnale di prodotti.
Spettabile Martini & Rossi,
In seguito alla ripresa dell’attività amministrativa autunnale nella nostra area, data la limitata
capacità delle nostre scorte di magazzino, ci occorre una grossa fornitura inerente i vostri prodotti.
Il pagamento verrà effettuato come solito a 60 giorni dalla consegna, a mezzo Ri.Ba domiciliato
presso la Banca San Paolo, filiale di Viale Teracati.
Di seguito elenchiamo i dettagli della nostra proposta di ordine:
Codice
Prodotto
Confezione
Quantità
Martini Dry
6
100
Martini Rosso
6
120
Martini Bianco
6
150
Martini Bitter
6
70
Gin Bombay Sapphire
6
100
Bacardi Carta Blanca
6
80
Bacardi Reserva
6
50
Bacardi 8
6
70
Bacardi Breezer Lime
24
50
Bacardi Breezer Orange
24
50
Bacardi Breezer Peach
24
50
Bacardi Bay Strawberry & Raspberry
24
50
Fiduciosi in una vostra solerte evasione del nostro ordine, aspettiamo conferma alle nostre richieste.
Il titolare
Orione Falloppi
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Bibliografia
L. Ferretti - P. Ferretti, Il nuovo F&B, Cappelli Editore, Bologna, 1997.
G. Donegani - G. Menaggia - W. Pedrazzi,, Nuovo manuale di Tecnica e pratica operativa di sala,
Vol. 1, Franco Lucisano Editore, Milano, 2001.
F. Lughezzani, Clippy per ECDL, Hulrico Hoepli Editore, Milano, 2003.
www.ecdl.it
www.bartime.it
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Giuseppe Mazzarella — L’informatica
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E-book n. 6
L’informatica per il Barman
Realizzazione terminata 12 maggio 2007.
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in formato Portable Document File (file con estensione pdf)
È possibile trovare questo file presso il sito personale dell’autore, al seguente indirizzo:
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Si tratta di un sito creato per scopi didattici avente per argomento principale i dati sulle sigle dei cartoni animati.
Il file potrà essere trovato presso l’apposita pagina di download oppure sulla pagina delle novità.
Altri e-book realizzati:
1. E.C.D.L. – Manuale d’uso
2. L’abete siciliano (arvulu cruci cruci)
3. La terra, l’acqua, la serpe e il Santo
4. Guida alla Fotografia (analogica e digitale)
5. Il Marketing nel Telelavoro
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