Donna e mamma - Linfa Solidale

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Donna e mamma - Linfa Solidale
Ritorno alle radici
di Rossella Molaschi
Quando aumenta la pressione e il ritmo diventa convulso c’è chi decide di rallentare. E riscopre
una dimensione più umana del vivere e del lavorare, dove i bambini possono crescere osservando il
ciclo della natura.
Sono storie diverse, con protagonisti di età differenti ma ambientate in uno scenario comune:
campagna, alberi, campi verdi e coltivati, animali da cortile e selvatici. È la collega d’ufficio che ha
scelto il part-time ciclico e passa l’inverno in città ma con la primavera riapre la fattoria in collina e
ospita turisti nel fine settimana e durante l’estate. È la libera professionista che lavora al computer
ed è collegata all’ufficio nella grande metropoli ma sta respirando l’aria pulita e profumata in un
paesino della provincia. È la famiglia che ha deciso di ristrutturare la vecchia masseria dei nonni e
riprendere a coltivare viti, ulivi e fichi. È la figlia di un’amica che ha deciso di aprire un asilo in una
valletta incantata tra i meli in fiore.
È sempre più frequente incontrare qualcuno che ha scelto di cambiare vita, lasciare la città cercando
un’alternativa allo stress per un amore a prima vista, dopo una vacanza agreste con i bambini
piccoli, come conseguenza di un lungo corteggiamento iniziato magari coltivando il piccolo orto sul
balcone o un desiderato ritorno alle radici tornando nei luoghi da dove anni prima era partita la
famiglia d’origine.
Campi creativi
Non è più solo l’attività tradizionale del coltivare o dell’allevare che permette di vivere in
campagna, nuove iniziative si affiancano e integrano il lavoro nei campi e le donne sono in prima
fila in questo rinnovamento. Secondo gli ultimi dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano
il 23 per cento delle aziende agricole lombarde è guidato da una donna e spesso da semplici
collaboratrici sono diventate le promotrici di nuove attività.
I dati confermano il crescente successo della vendita diretta di frutta e verdura, con il consumatore
che sceglie i prodotti tagliando i costi dell’intermediazione, e così spacci e punti vendita si aprono
sull’aia. Ma i nuovi contadini non perdono neppure le opportunità offerte dalla distribuzione
attraverso i Gas, i Gruppi di acquisto solidale, o la vendita online.
Capacità di innovare significa anche convertire la coltivazione convenzionale a quella biologica e
preparare prodotti bio freschi o trasformati, come conserve e marmellate, sempre più richiesti.
E senza dimenticare l’accoglienza degli ospiti nelle aziende che si aprono all’attività agrituristica e
alla creazione di forme di turismo sostenibile per promuovere la conoscenza del territorio e dei suoi
prodotti.
L’asilo in fattoria
Tra le nuove opportunità nascono gli agrinido e agriasilo che ospitano piccoli nuclei di bambini che
possono crescere in un ambiente didattico diverso, in mezzo alla natura, dove si impara anche
facendo. Giornate che scorrono scandite dal ritmo della natura osservando il lavoro della fattoria e
pranzando con cibo sano a chilometro zero.
L’idea nasce dalla mancanza di posti disponibili per i piccoli nei servizi all’infanzia sia in città sia
nei piccoli centri, dalla campagna, dopo anni di esperienza con le fattorie didattiche dove i bambini
imparano a conoscere e rispettare gli animali e le piante dell’orto, arriva la risposta: creare una
struttura all’interno delle aziende agricole con personale specializzato nella cura dei più piccoli.
Già diffuse in Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli, ispirate alle scuole nel bosco del Nord Europa,
queste strutture iniziano a comparire anche in altre regioni e ora dal Piemonte arriva la definizione
di una nuova figura professionale, l’Agritata.
Sul modello della Tagesmutter, la mamma di giorno, sono ospitati bambini da 3 mesi a 3 anni, fino
a un massimo di 9 ore al giorno. L’orario è più flessibile che nelle scuole tradizionali, mentre il
numero dei bambini è più ridotto: non più di 5 oltre ai figli della famiglia ospitante.
Per diventare Agritata è previsto un percorso formativo con nutrizionisti, psicoterapeuti, pedagoghi
e pediatri in cattedra (vedi Box) e l’adesione a un progetto pedagogico che include la riscoperta
della natura e delle stagionalità dell’agricoltura. Un’opportunità per chi è già attivo in un’azienda
agricola o è alla ricerca di una nuova scelta di vita.
BOX
Maestra Natura
Prendersi cura di un orto, veder crescere le piante, scoprire da dove arrivano pomodori e zucchine è
una parte importante del processo educativo. Non solo si impara sul campo a rispettare l’ambiente,
ma lavorare tra le zolle diventa uno spunto per spiegare le scienze naturali e la botanica, la storia e
la geografia, la narrativa e la poesia.
Il progetto di Slow Food, Orto in Condotta porta dal 2004 nelle classi l’esperienza della
coltivazione e della scoperta del cibo interessando quasi 100 scuole in tutta Italia con un programma
triennale che coinvolge nonni, genitori e insegnanti.
Numerose altre realtà riprendono una tradizione diffusa fin dall’Ottocento, nelle scuole ispirate al
metodo di Maria Montessori l’attività svolta nell’orto-giardino diventa uno stimolo a utilizzare i
sensi per entrare in contatto con la natura, sviluppare abilità diverse come l’esplorazione,
l’osservazione e la manipolazione e imparare attraverso l’esperienza diretta le basi del metodo
scientifico.
Alcuni enti locali sostengono queste attività, come la provincia di Mantova che, nell’ambito del
progetto “Educazione Alimentare 2011- 2012. Sana e corretta alimentazione… energia per il
Pianeta. Cibo cultura ed identità”, ha finanziato la realizzazione di un orto nella scuola primaria di
Solferino o la Regione Marche che ha promosso il concorso “Orto Biologico a Scuola” rivolto alle
scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e che prevede la realizzazione di un orto
biologico e l’istituzione di laboratori sensoriali e di cucina.
Per saperne di più:
Racconti dei bambini tra giardini e orti didattici sul sito:
• www.ortidipace.org
Il progetto Orto in Condotta di Slow Food:
• www.slowfood/educazione
BOX
Diventare Agritate
Il percorso sperimentale è iniziato in Piemonte su progetto della Coldiretti, l’associazione dei
coltivatori, con l’obiettivo di individuare una nuova figura professionale: l’Agritata. La formazione
è affidata a Domus, l’associazione trentina che raccoglie 30 cooperative di Tagesmutter, le mamme
di giorno, che sono già attive in diverse regioni.
Il corso professionale “Tecniche di assistenza all’infanzia in ambito domiciliare”, aperto per le
prime trenta aspiranti e riconosciuto dalla Regione Piemonte, prevede 400 ore di lezioni teoriche e
pratiche per acquisire competenze abilità nella cura del bambino, imparare a organizzare attività
ludiche e di animazione, garantire la sicurezza del bambino e quella igienico-ambientale. Nelle ore
complessive sono comprese 140 ore di stage da svolgere presso un servizio per la prima infanzia
autorizzato.
In autunno, attraverso la cooperativa Linfa Solidale, sarà attivo il primo servizio di Agritate in
Piemonte per le famiglie interessate.
Per saperne di più: Coldiretti Cuneo, tel. 0171 447281