Piano nazionale per la media education (“giovani e media”)
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Piano nazionale per la media education (“giovani e media”)
Piano nazionale per la media education (“giovani e media”) Premessa Dati i profondi cambiamenti introdotti dalla presenza dei media nella società contemporanea, è cresciuta l’esigenza di arricchire la gamma delle competenze di base che gli individui devono possedere per poter diventare cittadini attivi e consapevoli. Se è vero che la tradizionale alfabetizzazione scritta rimarrà una competenza chiave anche nella società del futuro, è altrettanto vero che si va affermando la necessità di fornire un’alfabetizzazione mediale (media literacy) nella duplice ottica di un’educazione ai media (i media come oggetto di analisi critica) e con/attraverso i media (i media come sussidio didattico e come mezzo di espressione/comunicazione). Il Piano, pertanto, interviene nel rapporto minori e media che si è sviluppato nel nostro Paese, cogliendone la complessità, ma anche l’opportunità offerta dai media per l’educazione delle nuove generazioni, preferendo l’intervento propositivo a quello censorio prevalente nel recente passato. La sollecitazione viene data all’amministrazione pubblica dalla problematicità inerente il rapporto minori e media, e dal moltiplicarsi di iniziative di educazione ai media sorte sul territorio (uso dei media nelle aggregazioni giovanili e in situazioni di disagio: carceri minorili, handicap, recupero, ecc.) ed anche nella scuola pubblica ad attuazione delle indicazioni contenute nei programmi curricolari e nei progetti di offerta formativa. Il Piano nazionale per la ME intende fornire non solo l’appoggio della pubblica amministrazione alle iniziative in atto sul territorio e nelle istituzioni, ma anche fornire ulteriori contributi per creare le condizioni favorevoli per l’incontro giovani e media, nella convinzione che nel rapporto costruttivo giovani-media si gioca un fattore importante della maturazione delle personalità giovanili e della convivenza costruttiva dei cittadini nel territorio. La ME offre, infatti, una nuova opportunità per l’innovazione scolastica e per l’animazione culturale del territorio coinvolgendo sia la pubblica amministrazione sia le aggregazioni di volontariato che già operano in attività culturali e di tempo libero. Il piano accoglie le raccomandazioni della Commissione europea in materia di elearning e le integra con le istanze presentate nella “Carta di Bellaria”, sottoscritta il 13 aprile scorso a conclusione della “Prima Convention della Media education in Italia”, e con le altre proposte che sono pervenute da parte di associazioni e istituzioni che operano sul territorio (precisare…) Impegni e proposte 1. Il governo italiano assume e sostiene la Carta di Bellaria sulla Media Education. 2. Il governo italiano si impegna a incrementare l’offerta di programmi culturali e di intrattenimento offerti dal servizio televisivo pubblico per i minori. A tale scopo verrà istituita, in collaborazione con la RAI, i Dipartimenti e i Corsi di laurea in Scienze della comunicazione e del’educazione delle Università italiane e altre realtà operanti sul territorio nazionale (ad es. l’Antoniano di Bologna), una scuola nazionale per la preparazione di autori dei programmi televisivi per i ragazzi (autori, sceneggiatori, registi…). Il governo si impegna a stimolare anche il settore privato (Mediaset, La7, ecc.) a partecipare a questo tipo di iniziative. 3. Il governo si impegna a favorire la nascita e il potenziamento di iniziative di ME sul territorio come sono i cineforum e i teleforum, le videoteche e le ludoteche, le varie espressioni della creatività giovanile con e attraverso i media come sono le compagnie teatrali e musicali, i gruppi di produzione televisiva e cinematografica, le iniziative tramite Internet e la multimedialità. A tale scopo verrà istituito un gruppo di lavoro interministeriale (MIUR, Ministeri del lavoro e welfare, delle comunicazioni e dei beni culturali, della salute, delle pari opportunità) che verrà attivato anche con previsioni in sede di bilancio. Tale bilancio potrà essere incrementato in sede locale attraverso la promozione della partecipazione alle iniziative di ME del settore privato (imprese, banche, fondazioni, ecc.). 4. Il governo si impegna ad attuare le raccomandazioni dell’Unesco (Dichiarazione di Grunwald del 1982, di Toulouse 1990 e Paris 1997) nell’implementazione dei nuovi programmi di ME per la scuola. A tale scopo si suggerisce la costituzione di un gruppo di lavoro presso il MIUR per formalizzare proposte operative da avviare già nel prossimo anno scolastico sia nella programmazione curricolare sia nella attività integrative. 5. Il governo si impegna a sostenere nelle Università, anche con previsioni di bilancio, programmi di ricerca sul rapporto media – minori, di favorire la sperimentazione di metodi e percorsi formativi per la ME nella scuola di base, e l’attuazione delle lauree triennali e i master di secondo livello in ME. 6. Il governo metterà allo studio la definizione della nuova professionalità del “media educator” a sostegno delle attività educative “con” e “ai” media nella scuola e nel territorio con particolare riferimento alle realtà del sociale e dell’educazione permanente. 7. Il governo, attraverso il MIUR, i Ministeri delle comunicazioni, dei beni culturali e del lavoro, promuoverà iniziative di studio e di progettazione nel campo della ME con i professionisti dei media (giornalisti, operatori della radio e della televisione, autori e registi del cinema). Una prima iniziativa sarà la “Convention nazionale sulla media education in Italia ” alla quale saranno invitati gli autori e produttori di programmi mediali di ME. 8. Il governo, tramite il MIUR e con la partecipazione dei Ministeri delle comunicazioni, dei beni culturali e del lavoro, istituirà nelle scuole pubbliche italiane la “settimana della comunicazione” sul modello francese della “Semaine de la presse” che trova attuazione nelle scuole di Francia, attraverso l’organismo ministeriale del CLEMI. Tra le tante iniziative attuabili durante questa settimana, nelle scuole che daranno la loro adesione, potranno accedere, su invito del dirigente scolastico e a titolo gratuito, i professionisti dei media (giornalisti, autori e registi di programmi televisivi e radiofonici, ecc.) per presentare agli alunni produzioni significative di loro competenza e discutere con i giovani e i loro insegnanti gli aspetti valoriali ed etici della cultura mediatica odierna. Il governo si impegna altresì a curare un rapporto periodico sull’avanzamento della ME in Italia, da coordinare insieme ai centri di ricerca che si occupano di ME. 9. Proprio sull’esempio francese del CLEMI, sarebbe opportuno che a livello nazionale venisse istituita un’Autorità di coordinamento per la promozione della ME. Tale autorità, lavorando a stretto contatto con le università, le associazioni e l’Autorità per le telecomunicazioni, potrebbe rinforzare la legittimazione istituzionale del movimento, svolgere una funzione di mediazione con la politica, garantire la verifica, la continuità, la copertura e il sostegno alle iniziative. Prof. Roberto Giannatelli, Presidente del MED Roma, Uniìversità salesiana, 15 aprile 2002