stromboli - Archivio Storico Eoliano

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stromboli - Archivio Storico Eoliano
STROMBOLI
Per informazioni sulla storia e struttura dello Stromboli consultate qui di seguito il
dépliant edito dal Dip. della Protezione Civile e dal Gruppo Nazionale per la Vulcanologia nel
1999
Coordinamento G. PasquaréTesti e Foto L. Benciolini e G. Pasquaré
Disegni M. Pasquaré, Progetto graficoP. Moneta e D. Noya
adattamento web
L. Giacomelli, R. Scandone
Per una descrizione più completa dei fenomeni eruttivi e dei termini tecnici si veda la pagina di
vulcanologia del sito del GNV.
Un vulcano senza veli
Stromboli non è soltanto una delle numerose bellissime isole vulcaniche del Mediterraneo, è anche
l'unica dove l'attività vulcanica si svolge incessantemente sotto i nostri occhi e dove nel contempo le
vestigia di un passato tumultuoso si offrono senza veli al visitatore. Dai tempi più remoti della sua
emersione dalle acque del Tirreno fino al momento attuale, l'isola ci mostra con grande dovizia e
suggestione la sua storia di violente esplosioni e di tranquille ma inarrestabili colate laviche, di
rovinosi crolli e di vigorose e rapide ricostruzioni, in un avvicendamento di eventi che è un libro
aperto di vulcanologia. Questa piccola guida si propone di sfogliare questo libro insieme a tutti
coloro che sentono il fascino della natura in movimento.
Le Isole Eolie
L'arcipelago delle Eolie, composto da sette isole vulcaniche disposte a semicerchio, si sviluppa per
una lunghezza complessiva di 75 km nella porzione meridionale del Mar Tirreno, di fronte alle
coste siciliane.
La forma arcuata dell'arcipelago è simile a quella di ben più grandi "archi" vulcanici come quelli del
Giappone, della Sonda e delle Antille, con i quali ha in comune l'origine. Questi archi si formano
infatti in seguito allo scontro tra la crosta di un oceano e quella di un continente, con conseguente
riscaldamento delle rocce che in profondità fondono parzialmente generando i magmi vulcanici.
Frequentemente, alle spalle della zona interessata dalla compressione generata dallo scontro
crostale, si apre una zona in distensione che sprofonda creando un bacino marino denominato
"marginale".
L'arco eoliano è stato originato dalla collisione tra la crosta continentale calabro-sicula e la crosta
ionica, di tipo oceanico. In questo caso, il bacino marginale distensivo associato all'arco vulcanico è
rappresentato dal Mar Tirreno.
I vulcani dell'arco eoliano nacquero da profonde fratture del fondo marino e solo dopo un lungo
periodo di crescita sottomarina alcuni di essi riuscirono ad emergere. Da questo momento fino ad
oggi riconosciamo nella loro crescita quattro principali periodi di attività eruttiva:
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- un primo periodo (intorno a 1 milione di anni fa) in cui iniziò l'attività a Filicudi;
- un secondo periodo (tra 430.000 e 200.000 anni fa) in cui proseguì la crescita di Filicudi, si
formò Panarea, iniziò la crescita di Salina e Lipari e nacque Strombolicchio;
- un terzo periodo (tra 160.000 e 110.000 anni fa) in cui l'attività eruttiva fu particolarmente
intensa e continuò l'dificazione di Salina, Lipari e Filicudi mentre si formarano Alicudi e
Vulcano;
- un quarto periodo (da 110.000 anni fa ad oggi) in cui si concluse l'edificazione di Alicudi,
continuò quella di Vulcano e crebbe Stromboli.
Miti e primi cenni storici
Secondo la mitologia classica le Isole Eolie erano la dimora di Eolo, Dio dei venti, che egli teneva
racchiusi in una grotta. La leggenda vuole che Eolo riuscisse a prevedere le variazioni del tempo
osservando la nube di vapori che fuoriusciva da un vulcano attivo, probabilmente Stromboli: oggi si
sa infatti che la forma della nube di Stromboli è influenzata dall'andamento della pressione
atmosferica.
Secondo la mitologia greca il Dio del Fuoco, chiamato Efesto, possedeva la sua fucina sotterranea
nelle viscere dell'Etna, dove lavorava accanto ai Ciclopi, giganti il cui unico occhio richiama la
forma di un cratere. Secondo la mitologia romana, invece, il Dio del Fuoco era Vulcano, la cui
dimora si trovava nell'omonima isola dell'arcipelago eoliano. Proprio da Vulcano nascerà, alla fine
del Medioevo, il nome delle montagne di fuoco che chiamiamo vulcani.
Anche Ulisse, durante il viaggio di ritorno in patria narrato da Omero nell'Odissea, ebbe modo di
approdare alle Isole Eolie incontrandovi Eolo. I primi accenni storici alle Isole Eolie risalgono ad
Aristotele (384-322 a.C.), che descrisse la formazione di un nuovo vulcano (probabilmente
Vulcanello, attualmente unito all'isola di Vulcano), le cui ceneri coprirono la città di Lipari.
Stromboli è nominata negli scritti di Aristotele, Diadoro Siculo, Silio Italico, Lucilio e Plinio il
Vecchio. Strabone (63 a.C.-24 d.C.), geografo greco, decantò "le acque calde e i soffi di fuoco" di
Lipari, mentre descrisse Vulcano come "l'isola di fiamma con i suoi tre aliti provenienti come da tre
crateri". Nella narrazione del geografo greco infine, Stromboli detta Strogile (rotonda) era "inferiore
per la violenza della fiamma, ma superiore per la risonanza dei suoi boati".
Molto più recentemente Carducci ha così descritto in versi la leggendaria fine di Teodorico, re degli
Ostrogoti:
"Ecco Lipari, la reggia di Vulcano ardua che fuma
e tra bombiti lampeggia de l'ardor che la consuma:
quivi giunto il caval nero contro il ciel forte springò
annitrendo, e il cavaliero nel cratere inabissò."
Evoluzione di Stromboli
Il vulcano Stromboli, coi suoi fianchi simmetrici e con la sua accentuata forma conica, eleva le sue
cime gemelle a 927 m sopra il livello del mare. Quella che noi vediamo è peraltro solo la parte
emersa di un imponente vulcano di 3.000 metri di altezza il cui volume complessivo è 25 volte più
grande di quello della parte emersa.
Come si è formata l'isola di Stromboli? Malgrado la sua forma apparentemente semplice l'isola
nasconde la sovrapposizione di più vulcani che possono essere tuttora riconosciuti osservando i resti
delle loro forme e dei loro svariatissimi prodotti, sia lavici sia esplosivi.
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- 200.000 anni fa vi era un antichissimo vulcano emergente a Nord-Est dell'isola attuale; la
sua sommità fu quasi completamente erosa e ne resta solo il "camino" centrale rappresentato
dal faraglione di Strombolicchio;
- 100.000 anni fa, in corrispondenza dell'attuale Stromboli, cominciò ad emergere un nuovo
vulcano che gli studiosi chiamano Paleostromboli I°, che raggiunse un'altezza di circa 400
m; gran parte di questo vulcano sprofondò in seguito, con grandi esplosioni, lasciando al suo
posto una "caldera" di forma ellittica.
Questa grande depressione venne presto riempita dalla crescita di un nuovo vulcano che
raggiunse l'altezza di circa 700 m, cui si dà il nome di Paleostromboli II°.
La vita di questo vulcano si concluse circa 35.000 anni fa con lo sprofondamento di una
nuova caldera di forma pressoché circolare.
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- circa 34.000 anni fa un nuovo vulcano, detto Vancori, nacque all'interno della caldera
precedentemente formatasi, raggiungendo un'altezza di circa 350 m. Successivamente il
vulcano Vancori subì un gigantesco franamento dell'intera partte sommitale e del fianco
occidentale. A testimoniare questo collasso rimane un grande anfiteatro che tuttora circonda
quasi tutta l'attuale sommità dello Stromboli, ivi compreso il cratere attivo.
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- All'interno della depressione semicircolare lasciata dal vulcano Vancori nacque, circa
13.000 anni fa, un vulcano detto Neostromboli che mano a mano riempì parte della
depressione con grandi flussi di lava che ricoprirono tutto il fianco nord-occidentale
dell'isola, arrivando fino al mare. Durante l'attività del Neostromboli si aprirono diverse
bocche eccentriche, cioé lontane dal cratere centrale, tra cui ricordiamo quelle del Timpone
del Fuoco presso Ginostra, del Semaforo Labronzo nonché quelle situate a monte del
Semaforo S. Vincenzo le cui colate dilagarono fino al mare, ricoprendo gran parte del
territorio attualmente occupato dall'abitato di Stromboli.
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- Anche il vulcano Neostromboli venne squarciato da una grande frana che ricalcò più o
meno quella precedente del vulcano Vancori. Nell'anfiteatro della frana del Neostromboli,
circa 5.000 anni fa, si formò il cono sommitale attuale di Stromboli, che vide la luce con una
violenta e prolungata attività esplosiva, i cui resti sono tuttora visibili nel Pizzo Sopra la
Fossa. Dopo di che anche questo nuovo vulcano franò formando la Sciara del Fuoco, una
sorta di ampio canalone che si prolunga al di sotto del livello del mare fino ad una
profondità di circa 2.000 m.
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- Con lo sprofondamento della Sciara prese avvio quell'attività continua, moderatamente
esplosiva e con saltuarie emissioni laviche, chiamata appunto "attività stromboliana",
denominazione applicata in tutto il mondo a manifestazioni vulcaniche simili ad essa, sia
presenti sia passate. Gran parte dei prodotti esplosivi e delle lave dell'attività attuale di
Stromboli vengono canalizzate verso il mare all'interno della Sciara del Fuoco.