PREvisioni
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PREvisioni a cura di Arianna Dagnino, Stefano Gulmanelli, Giordano Stabile PERSONAGGI Patch Adams ce l’ha fatta (sul serio) È noto come il medico-pagliaccio (soprattutto grazie al film interpretato da Robin Williams) e c’è chi, per questo, non riesce a prenderlo davvero sul serio. Ma Hunter Patch Adams (www.patchadams.org) non si è mai dato per vinto. Ed è riuscito, diffondendo nei cinque continenti la sua «terapia del sorriso», a dimostrare che «la cura della salute è un’interazione d’amore non una transazione d’affari». «Nel mio ospedale (il Gesundheit Institute, fondato nel 1971, ndr)», racconta Adams, «siamo riusciti a mantenere le promesse fatte all’inizio: non abbiamo mai chiesto denaro per le cure prestate e per i medicinali; abbiamo deciso di creare la comunità per far sì che i pazienti non si sentissero debitori ma parte della comunità; non abbiamo rapporti con le assicurazioni mediche: sono un terribile sistema di controllo; il primo consulto da noi dura dalle 3 alle 4 ore e non i 10 minuti classici; abbiamo sviluppato un ampio programma di visite domiciliari; non diamo farmaci psichiatrici a pazienti psichiatrici: ci interessa la salute mentale, non il controllo del sintomo». Ma la battaglia di Adams è soprattutto quella di lasciare intravedere quale dovrebbe essere il futuro della Sanità: «Non possiamo separare la salute dell’individuo da quella della famiglia, della comunità e persino dell’ambiente in cui vive. Ricordiamocelo, la più grande delle sofferenze che possono affliggerci è quella dovuta alla solitudine e al sentirsi scollegato dagli altri e dal mondo che ci circonda». NUMERI DAL MONDO 85 costo in euro per un’ora con una «Venere sintetica» in un hotel dell’amore giapponese (Doll No Mori, «foresta di bambole», la società produttrice) i milioni di turisti previsti per il 2006 sulle coste del Mediterraneo (Onu, Progetto Ambiente, Info/Map) 385 170 i milioni di euro spesi nel 2005 in Italia in intercettazioni telefoniche (Ministero della Giustizia) La percentuale dei dottori formatisi in Africa ma che oggi lavorano in Paesi sviluppati (Organizzazione Mondiale Sanità) 24 ALIMENTAZIONE Mangeremo foglie di coca F ra 50 anni sarà commercializzata in supermercati ed erboristerie», sostiene Emma Cucchi, da 15 anni impegnata in progetti di ricerca e cooperazione sulle Ande peruviane. È la foglia di coca, oggi tuttora considerata altamente pericolosa. «Tutto per l’uso improprio e nocivo che se ne fa manipolandola chimicamente», dice la Cucchi: «Ma questa foglia sacra agli dei, utilizzata da 5000 anni dalle popolazioni andine per scopi rituali (ma anche come alimento, medicinale, mezzo d’identificazione culturale), potrebbe rappresentare, se usata al naturale, una manna sotto il profilo nutrizionale, soprattutto nei Paesi in cui l’alimentazione è carente». Già, perché nella sua composizione, la foglia di coca si presenta come un vero e proprio alimento: «Cento grammi di questa sostanza contengono, a parità di peso, più proteine della carne di vitello, più calorie del miele, gli stessi carboidrati del pane integrale, sei volte la quantità di ferro contenuta negli spinaci, dieci volte la vitamina A contenuta nelle carote, 15 volte il calcio contenuto nel latte», ha spiegato la Cucchi presentando la mostra La foglia sacra degli dei al Festi- LA FRASE val Latinoamericando di Milano. Un alto potere nutritivo di cui si può beneficiare ottenendo dalle foglie di coca – seccate e macinate – una farina Ciò che vendiaper torte, biscotti, caramelle, focacce. mo agli inserSenza controindicazioni: «La cottura zionisti pubblicitari sono pezdistrugge l’80% della cocaina natuzetti di tempo di cervello rale, il resto viene trasformato dalla umano disponibile saliva e dai succhi gastrici senza mai arrivare ad agire sul sistema nervoso», Patrick Le Lay, direttore precisa la dottoressa: «quindi senza di TF1, il più importante creare alcuna forma di dipendenza». canale televisivo francese SPECCHIO | 25 PREvisioni SCOPERTE Piero Bianucci Una soda suicida svelerà la Luna D SPECCHIO | 26 DOMANI La Rete ci rende soli L a quantità spesso non è qualità e questo sembra valere anche per il crescente numero di relazioni rese possibili dall’avvento della Rete. Proprio la possibilità di comunicare superando le barriere della distanza fisica starebbe facendo svanire la necessità di contatti vis à vis – che sono quelli però che creano il legame relazionale forte. È la conclusione cui sono giunti i ricercatori di due università Usa – Duke e Arizona – dopo uno studio incentrato sulle risposte date da un campione di statunitensi alla domanda: «Quante sono le persone con cui ti confideresti per cose davvero importanti della tua vita?». Se nel 1984 la risposta media era 3, vent’anni dopo le persone decisive nella vita dell’americano medio sono diventate 2. Per un intervistato su 4 la risposta è stata addirittura «nessuna» (vent’anni prima solo il 10% aveva dovuto dare una risposta così desolante). Fra i motivi del restringersi dell’ambito relazionale significativo dell’individuo gli studiosi includono l’incremento delle ore trascorse al lavoro e la tendenza del nucleo familiare a disperdersi sul territorio. Ma una fetta di responsabilità i ricercatori l’attribuiscono anche all’effetto di rimpiazzo esercitato dalla Rete e dai cyber-legami nei confronti delle relazioni create – e «nutrite», pur con fatica – nel mondo fisico. A conferma di ciò si sottolinea che ad aver sofferto di più in questi vent’anni sono i legami non familiari, non a caso proprio quelli che si plasmano vedendo gli amici, frequentando i vicini, entrando a far parte di club e associazioni. IL DATO E su Internet non si parla più soltanto inglese Lingue più diffuse in Rete. Si noti che ormai quasi un terzo dei surfer non usano l’alfabeto romano, che siamo abituati a dare per scontato PERCENTUALE 30,6 13,0 8,5 6,3 5,6 LINGUA Coreano Portoghese Italiano Russo PERCENTUALE 3,3 3,2 2,8 2,3 ▼ LINGUA Inglese Cinese Giapponese Spagnolo Tedesco ▼ omani all’alba diremo addio a Smart1, prima sonda lanciata dall’Agenzia spaziale europea verso la Luna. Sarà un suicidio in nome della scienza. Precipitando sul nostro satellite alla velocità di 2 chilometri al secondo, forse la navicella farà la sua ultima scoperta. O meglio: la renderà possibile alle centinaia di osservatori che cercheranno di cogliere l’attimo fatale. Grande come una lavatrice e con una massa di 360 chili, Smart-1 dovrebbe scavare un cratere largo qualche metro: nell’impatto, che avverrà in una regione buia vicino al confine tra ombra e luce, si solleverà una grande quantità di polvere. Se raggiungerà un’altezza sufficiente, questa polvere intercetterà i raggi del Sole e sarà facilmente visibile. Punteranno la Luna telescopi in Sud Africa, alle isole Canarie, in Brasile, Argentina e Florida, alle Hawaii. Si spera di ricavare la composizione della polvere analizzandone la luce diffusa. Ma Smart-1 di scoperte ne ha già fatte molte. Vicino al Polo nord lunare ha individuato il «picco della luce eterna», una vetta sulla quale non tramonta mai il Sole, come Luigi XIV poteva dire del suo impero. Ha fornito le migliori immagini ad alta risoluzione mai riprese orbitando intorno alla Luna. Per la prima volta ha rivelato calcio e magnesio con uno spettrometro a raggi X e ha fatto la mappa della diversa composizione dei picchi centrali dei crateri, delle formazioni vulcaniche e dei tubi di lava. E, soprattutto, «Smart-1» ha dimostrato la validità di un nuovo motore a ioni. Dava un’accelerazione minima (0,2 millimetri al secondo), una spinta pari al peso di una cartolina, ma per mesi e mesi. Lanciata nel settembre 2003, Smart-1 ha raggiunto la Luna più di un anno dopo, lungo un percorso a spirale di 100 milioni di chilometri usando 60 litri di carburante (ioni di xeno). Se la nostra auto fosse altrettanto efficiente, un pieno ci basterebbe per tutta la vita. Fonte: Internet World Stats PREvisioni INTERNET Se Google diventa il Grande Fratello E ora possiamo vedere cosa pensa la gente nel mondo». La battuta, che ha un’inquietante fondo di verità, è quella con cui un alto esponente di Google ha annunciato il lancio di un servizio che nella sua essenza permette davvero di farsi un’idea di quali siano gli argomenti prediletti dei navigatori del pianeta. Grazie a Trend (www.google.com/trend) è infatti possibile dare un «peso» alle parole ed alle materie ricercate su Google, classificando peraltro la provenienza delle richieste per Paesi e lingue del mondo. Un dato, quello della provenienza, significativo in quanto «relativo»: le richieste di un certo argomento in arrivo da un certo Paese sono rapportate al totale delle richieste provenienti da quello stesso Paese. E proprio questa opzione di analisi resa disponibile da Trend è quella che dà le maggiori sorprese, anche solo intraprendendo una rapida disamina delle parole che si immagina siano fra le più digitate nei motori di ricerca. A partire dalla più ovvia, sex: nessun Paese di lingua inglese – nonostante il termine lo sia – compare nelle prime 5 nazioni «richiedenti», quattro delle quali sono Stati islamici. TECNOLOGIA Scudo spaziale al plasma A ttivare scudo plasmatico». L’ordine – finora prerogativa di Capitan Kirk di StarTrek e di altri comandanti di telefilm di fantascienza – potrebbe diventare uno di quelli cruciali per colui che si troverà a guidare la prima missione umana su Marte. Solo così lui e il suo equipaggio potrebbero infatti sperare di proteggersi dall’esposizione ai micidiali raggi cosmici. «Il vero tallone d’Achille di chi si avventura nello spazio», li definisce John Slough dell’Università di Washington, a Seattle, che non a caso sta studiando una protezione da queste particelle di energia di origine galattica ed extragalattica. Dato per impraticabile uno scudo metallico da realizzare rivestendo con materiale ad hoc l’astronave («il vettore sarebbe così pesante da non poter staccarsi da Terra»), Slough sta sperimentando la possibilità di usare idrogeno scomposto per elettrolisi in protoni ed elettroni da «iniettare» nello spazio circostante l’astronave, creando una nuvola protettiva che una gabbia esterna di antenne elettriche provvederebbe a «plasmare» (in nomen omen!) sul vettore spaziale. Un procedimento in via teorica peraltro abbastanza semplice. Il team di Slough sta ora cercando di definire la miglior dimensione della bolla plasmatica: che fornisca cioè il giusto compromesso fra garanzia di protezione e peso del materiale supplementare per la gabbia elettrica. Ma si pensa già al lontano futuro: «Un giorno i vettori spaziali avranno un sistema di propulsione al plasma», dice Slough: «A quel punto per lo scudo si potrà usare il propellente dell’astronave. Che, in pratica, si proteggerà con il suo stesso scarico». ARCHIETTURA LA FRASE Mulini a vento sì, ma a forma di fiore S e c’è una critica che viene fatta agli impianti eolici è quella di avere un impatto visivo nella migliore delle ipotesi distonico rispetto all’ambiente in cui vengono localizzati. Ora, grazie a una ricerca per gli impianti futuri commissionata dal governo olandese a un gruppo di architetti locali, l’inconveniente è stato brillantemente superato – e anzi i pali con le grandi eliche finiranno per aggiungere poesia al paesaggio. Basta dar loro le fattezze di un albero – hanno suggerito One Architecture e Ton Matton (autori dello studio). Cioè dotarli di più braccia (a mo’ di rami) e più eliche, così che assomiglino a giganteschi fiori stilizzati. E anziché cercare di nasconderli, renderli il più possibile visibili. Il che non sarà difficile, una volta che si ergeranno con i loro 120 metri d’altezza sulle piatte distese del territorio olandese (www.flickr.com). SPECCHIO | 28 La crescita economica cinese sarà una grande opportunità per tutti. Ancora per molto tempo la nostra produzione sarà rivolta soprattutto a soddisfare la domanda interna Fan Gang, economista cinese