relazione del presidente federale - ravenna 22

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relazione del presidente federale - ravenna 22
ASSEMBLEA BIENNALE ORDINARIA
RELAZIONE PRESIDENTE
Ravenna, 22 gennaio 2011
INTRODUZIONE
Cari amici della scherma italiana,
l’assemblea biennale ordinaria non deve essere vissuta solo come un passaggio statutario, bensì come
l’occasione per confrontarsi, analizzare e fornire nuovi input a quel percorso che, insieme, stiamo affrontando.
Un percorso che ci vede a metà del quadriennio che ci condurrà verso l’appuntamento olimpico di Londra
2012.
Mi piace considerare questa occasione dunque, non solo quale momento per stilare un bilancio dell’azione di
questo Consiglio federale, ma, fondamentalmente, per “fotografare” quella che è, oggi, la scherma in Italia.
Premessa necessaria per “mettere a fuoco” il nostro movimento e valutarne eventuali luci ed ombre è la
situazione socio-economica che sta vivendo il Paese e quindi le difficoltà economiche in cui tutti siamo
costretti ad operare.
Stiamo attraversando infatti un periodo certamente non facile, per via della crisi che sta toccando tutti gli
aspetti della quotidianità e da cui lo sport non è esente. Sia a livello federale che nelle singole società, si
stanno attuando politiche di contenimento delle spese e, nel contempo, si stanno individuando soluzioni e
contromisure alle difficoltà, cercando di non ridurre l’attività e, quindi, di non dare il via ad una pericolosa
involuzione.
I risultati che arrivano, non soltanto dal punto di vista agonistico, ma anche numerico, ci danno l’esatta
percezione di come il mondo della scherma italiana stia affrontando a testa alta queste difficoltà.
La capacità di far fronte a mutati scenari è anche frutto dell’orgoglio, dell’autorevolezza e di quel senso di
appartenenza che rappresentano le caratteristiche principali ed il vero segreto del mondo della scherma
italiana.
Il nostro è un movimento che viene osservato con attenzione non solo dalle realtà schermistiche
internazionali, ma anche da Federazioni nazionali di altre discipline olimpiche. Ultimamente anche i vertici del
CONI hanno sottolineato la sana e lungimirante politica sportiva attuata dalla nostra Federazione. Di ciò non
posso che ringraziare, per il gratificante giudizio, il Presidente Giovanni Petrucci ed il Segretario generale
Raffaele Pagnozzi, oltre a tutti coloro che a vario titolo collaborano e contribuiscono alla gestione della nostra
federazione.
Ci viene riconosciuto infatti un forte, vero ed incisivo ruolo legato ai valori autentici dello sport, che fa della
scherma un modello ed un traino per il movimento sportivo italiano. Un risultato frutto sia delle medaglie e
degli allori che i nostri atleti riescono a conquistare, sia della capacità di programmazione e di investimento sui
giovani, sulla promozione, sull’immagine e sull’innovazione.
Il tutto senza mai perdere il ruolo di federazione vincente.
Siamo un movimento in crescita nei numeri e nel “peso specifico”. La conferma arriva anche dall’analisi
dell’area Preparazione Olimpica del Coni presentata nella recente riunione degli Stati Generali dello sport
italiano. I dati evidenziano come la scherma, nelle ultime tre Olimpiadi, abbia avuto un trend di crescita che
l’ha portata dal 14% del totale delle medaglie dall’Italia a Sidney 2000 al 23 % di Atene 2004 sino al 27 % di
Pechino 2008.
Queste percentuali hanno consolidato il ruolo di leadership della scherma tra le Federazioni olimpiche italiane
e sono frutto dell’impegno costante e degli investimenti che, in questi anni, le società e tutto il mondo della
scherma hanno saputo fare.
E’ necessario continuare con questo entusiasmo e questa perseveranza, affinché i successi ottenuti si
consolidino e su questi si gettino le basi per il futuro .
Non si può oggi infatti non pensare a come l’Italia schermistica sia divenuta punto di riferimento per la
scherma mondiale. La nostra attività, l’organizzazione federale, le politiche in ambito giovanile,
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l’organizzazione dello staff medico, vengono prese a modello e fungono da spunto per altre federazioni e
molte organizzazioni sovranazionali.
Deve inorgoglirci, oltre che responsabilizzarci, l’apprendere che un commentatore sportivo come Brice Guyart
scriva sull’ “Equipe” che la Federazione francese per programmare il futuro “dovrebbe prendere a modello
l’organizzazione e la cura che la Federscherma italiana riserva al settore giovanile, dagli under 14 agli under
20”.
Emblematico è il dato che arriva poi dal nostro sito federale, visitato con cadenza quotidiana da utenti di tutti i
Continenti. Inoltre non si può non rilevare, con soddisfazione, come alcune iniziative messe in atto dalla
Federazione italiana, siano poi state riprodotte anche in ambito internazionale. Una per tutte il Campionato
Under 23.
L’Italia, grazie anche ai nostri atleti, ottimamente rappresentati in consiglio da Elisa Uga e Giampiero Pastore,
è dunque al centro del proscenio mondiale e non è un caso che il mondo della scherma internazionale abbia
premiato il nostro Paese permettendo, nel volgere di cinque anni, l’organizzazione di ben due Campionati del
Mondo Assoluti (Torino 2006 ed il prossimo ottobre a Catania), un Campionato del Mondo Cadetti e Giovani
ad Acireale nel 2008, un Campionato europeo under 23 a Monza nel 2008, un Europeo Cadetti a Rovigo nel
2007, un Campionato del Mediterraneo a Siracusa nel 2007, oltre ai Campionati Europei Assoluti in
programma a Legnano nel 2012, senza dimenticare che l’Italia è l’unico paese ad organizzare nel 2011
quattro prove di Coppa del Mondo Assoluti ed altrettanto Under 20.
A completare il mosaico degli appuntamenti internazionali è però mancato il Campionato Europeo Giovani che
aveva visto la città laziale di Anzio proporsi per l’organizzazione ma, da un sopralluogo svolto dal Consigliere
federale Ezio Rinaldi, si è constatato che non vi erano le condizioni logistiche e finanziarie per l’organizzazione
di un evento di tale portata.
Un menzione speciale merita poi l’organizzazione del Congresso della Federazione internazionale, nel 2009, a
Palermo.
E’ stato proprio in quell’occasione, nel Congresso da tutti ritenuto il “migliore mai organizzato”, che il nostro
movimento non solo ha dimostrato ottime capacità organizzative e logistiche, ma ha anche dato prova della
bontà dei rapporti internazionali instaurati in questi anni.
Ma il ritrovato ruolo da protagonista dell’Italia sulla scena internazionale era stato già attestato nel corso del
Congresso elettivo della FIE a Parigi nel dicembre del 2008.
L’aver riportato l’Italia, ad essere rappresentata, non solo nel Consiglio direttivo con la vicepresidenza del
massimo organo della scherma mondiale, ma anche nelle più importanti commissioni FIE da esponenti quali
Marco Siesto nella commissione arbitrale, Antonio Fiore nella commissione medica, Giuseppe Cafiero nella
“statuti e regolamenti”, Margherita Alciati nella “giuridica”, Gianandrea Nicolai nella “SEMI” e Valentina Vezzali
nella commissione atleti, deve essere motivo di soddisfazione ed orgoglio da parte di tutti.
A ciò si aggiunga poi l’elezione di Giuseppe Cafiero a componente il Comitato esecutivo della Confederazione
Europea e le nomine di Antonio Fiore e Giandomenico Varallo rispettivamente nella commissione medica e
Semi della Confederazione continentale, oltre a quelle di Andrea Aquili nella commissione atleti, Francesca
Bortolozzi nella commissione donne e sport, Dario Chiadò nella commissione tecnici e Fabio Giovannini nella
commissione scherma paralimpica.
Non si può inoltre dimenticare la nomina di Raniero Bernardini quale “Sport Event Manager” della FIE e la
riconferma di Lioniero Del Maschio a Presidente della Confederazione del Mediterraneo, nata nel 2003 proprio
su input dell’Italia e che oggi rappresenta il punto di incontro, confronto e crescita comune di realtà
schermistiche di ben tre Continenti. Nell’ambito di questa Confederazione vanno poi ricordati i ruoli di Renato
Del Mastro e di Nando Fanelli rispettivamente nella commissione arbitrale e tecnico-organizzativa.
Che l’immagine dell’Italia schermistica nel Mondo sia cresciuta in maniera esponenziale, è testimoniata dalla
firma di oltre 60 protocolli d’intesa con altrettante Federazioni nazionali e Confederazioni continentali, che
vanno dall’area del Mediterraneo al Sud America, dai Paesi Arabi all’estremo Oriente.
Il Mondo guarda quindi all’Italia schermistica come modello.
Dobbiamo mostrarci orgogliosi e ben consapevoli anche di quanto realizzato nel processo di miglioramento
che ha visto impegnati attivamente tutti i protagonisti della scherma italiana, nessuno escluso.
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Uno dei meriti più grandi che questo consiglio direttivo può attribuirsi oggi è quello di aver dotato la
federazione di una struttura organizzativa di primissimo ordine.
Quanti di noi lamentavamo, fino a qualche tempo fa, che, contattando la Federazione difficilmente si riuscisse
a parlare con qualcuno e, non sempre, quel qualcuno avesse una risposta ai nostri quesiti?
E quanti ancora lamentavamo come il tesseramento fosse il settore maggiormente problematico?
Per non parlare della pubblicazione dei risultati o delle classifiche per società che avvenivano con settimane o
mesi di ritardo.
Oggi, grazie agli innesti operati negli ultimi anni di figure altamente professionali e dedite all’attività con grande
passione, possiamo vantare una Segreteria in grado di rispondere appieno alle istanze del nostro movimento,
sempre particolarmente esigente.
Chi non ricorda poi le ore passate in fila per le iscrizioni alle gare, ad inizio di ogni giornata, con il conseguente
ritardo nell’avvio degli assalti e lo svolgimento delle finali in orari ai limiti della “sopravvivenza”?
Oggi, grazie alla pre-iscrizione ed al pagamento on line, chiunque può conoscere in anticipo non solo l’orario
ma perfino il girone dove è inserito e su quale pedana andrà a gareggiare. Ciò consente di programmare al
meglio il viaggio e l’approccio alla gara.
L’organizzazione federale attuale, dunque, risponde appieno a tutte le esigenze, le problematiche e le
aspettative del nostro movimento e di ciò voglio dare atto al Segretario generale Marco Cannella e a tutti i suoi
collaboratori. Del resto, in ciascuno dei dipendenti c’è la consapevolezza che alla “Base” spetta la massima
attenzione e considerazione, poiché motore trainante della scherma italiana.
In questo contesto inoltre, mi riempie d’orgoglio potervi informare dell’esito dell’ispezione, condotta da una
società specializzata per conto del Coni.
Gli ispettori, analizzando in modo accurato e fiscale gli ultimi due anni di attività amministrativa, hanno
verificato che la gestione economica dell’attività federale, nel perseguimento costante dei propri fini
istituzionali, è avvenuta nel pieno rispetto delle normative vigenti e nella massima trasparenza.
Tutto ciò è stato possibile anche grazie agli indirizzi normativi ed al costante controllo dai componenti del
collegio dei revisori dei Conti, presieduto da anni da un profondo conoscitore del nostro mondo quale
Gianfranco Picco.
La “Base”, dal canto suo, è in grado di controllare e valutare l’andamento della vita amministrativa e le scelte
attuate dalla Federazione, attraverso i bilanci che vengono integralmente pubblicati sul sito federale.
Quando si parla poi di Federazione, non si deve pensare esclusivamente a Roma.
Fondamentale, nell’ambito organizzativo-gestionale, è l’apporto dei Comitati Regionali. Grazie all’azione di
raccordo svolta dalla Consulta, ben presieduta da Matteo Autuori, si è lavorato all’unisono affrontando, in
maniera sinergica e nella piena condivisione con gli obiettivi del Consiglio federale, temi importanti riguardanti
la promozione sul territorio e l’organizzazione delle gare a livello regionale ed interregionale.
Se oggi si può parlare della scherma come una disciplina praticata non solo in alcuni contesti socio-economici
del nostro Paese, ma di uno sport diffuso su tutto il territorio nazionale, il merito è delle società: da quelle che
hanno fatto la storia della scherma, alle società medio-piccole, nate in città di provincia ed in ambiti locali a
volte anche difficili.
L’analisi delle provenienze territoriali degli atleti delle Nazionali Assolute, ma soprattutto delle Nazionali
giovanili, evidenzia come la scherma sia oramai espressione di tutto il Paese, dal nord al sud, dall’Adriatico al
Tirreno. Questo è il risultato del lavoro, quotidiano dei maestri e dirigenti in ogni parte d’Italia, motivati dalla
grande passione verso questa disciplina.
Un impegno che si concretizza ogni anno, in quello che è l’evento centrale di tutta l’attività nazionale. Non c’è
Mondiale, Europeo o altra competizione, che si possa paragonare – per interesse e coinvolgimento da parte
del nostro mondo – al Gran Premio Giovanissimi “Renzo Nostini”.
I circa 2800 atleti presenti quest’anno a Rimini hanno ancora una volta testimoniato il trend di crescita positivo
del nostro movimento cosi ben evidenziato nell’interessante pubblicazione “I numeri oltre le medaglie”, frutto
del meritorio lavoro di Lioniero Del Maschio ed edito grazie al contributo del comitato “Sicilia Scherma”.
Troppo spesso, colpevolmente, ci dimentichiamo di questi numeri correndo il rischio di assecondare chi
impropriamente ritiene la scherma uno “sport minore”.
E invece no!
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Dobbiamo renderci conto di come non vi siano altre discipline olimpiche individuali, che vedano migliaia di
piccoli atleti under 14 protagonisti di un’attività agonistica che dia vita ad un intero circuito e ad un evento
sportivo quale il Gran Premio Giovanissimi.
Anche il dato complessivo dei tesserati premia la politica adottata in questi ultimi anni dalla nostra gestione e
ci induce a continuare sulla strada intrapresa.
La Federazione Italiana Scherma conta su numeri parecchio elevati, soprattutto se si considera che in
pochissimi hanno un approccio squisitamente amatoriale al nostro mondo. La stragrande maggioranza, infatti,
pratica scherma a livello agonistico. Chi si tessera, dunque, sa bene che la sua attività sarà agonistica, in
senso tecnico. Ogni tesserato, a prescindere dal suo valore, è dunque un atleta che ha il proprio calendario
stagionale di gare ed eventi ed il proprio ranking.
Non va dimenticato poi che il nostro è uno dei pochi sport che va in controtendenza rispetto al calo della
nascite e al già citato momento congiunturale economico: le presenze alla gare lo testimoniano in modo
inequivocabile! Basti pensare al record di partecipanti alle ultime prove nazionali Cadetti.
Questi sono dati su cui riflettere e dai quali prendere atto: il nostro non è un movimento “minore”, né
tantomeno “inferiore” a qualunque altro, sia sul piano dei numeri che della valenza.
E’ da questa consapevolezza che è partita e si sviluppa, e continuerà a farlo, l’attività di promozione e di
immagine della scherma italiana.
Il progetto “A Scuola di Scherma” ne è testimonianza piena. Questa iniziativa, nei confronti della quale ho
notato con piacere un’attenzione particolare da parte di numerose società che hanno avanzato richiesta
d’adesione, non è solamente un validissimo strumento di promozione nelle scuole, ma è anche un progetto di
diffusione e conoscenza della nostra disciplina nella popolazione scolastica italiana.
Inoltre, passaggio da non sottovalutare, rappresenta l’emblema del coinvolgimento di un’importante azienda
privata italiana in ambito schermistico.
Con Kinder-Ferrero si è infatti avviato un rapporto che va oltre la partnership commerciale. L’azienda ha scelto
di investire sulla scherma e nella promozione della stessa. Ci ha osservato, conosciuto ma, soprattutto i
vertici aziendali hanno compreso la valenza di questa disciplina nella formazione e nell’educazione dei
giovani. Alla luce di ciò hanno deciso di abbinare il loro “nome” alla nostra Federazione, diventando partner,
alleati ed amici, in un rapporto che può ancora evolversi.
Basti pensare che proprio Kinder-Ferrero ha, da tempo ormai, scelto quale testimonial colei che – a detta di
tutti – è il simbolo della scherma italiana, Valentina Vezzali, apprezzandone le doti umane e quelle
straordinarie di atleta.
Lo spot pubblicitario di un prodotto Kinder, trasmesso sui canali televisivi e che vede protagonista Valentina,
ha creato un virtuoso processo coinvolgente che vede migliaia di bambini “riconoscere” immediatamente la
scherma e i suoi volti più noti.
Passando agli atleti impegnati nell’attività agonistica internazionale, non si possono in questa sede non citare
gli entusiasmanti successi ottenuti in questi anni dagli azzurri, a tutti i livelli.
Non è di certo intenzione di questo Consiglio federale vantare risultati o acquisire meriti che sono ovviamente
dei singoli atleti, dei loro maestri e delle società di formazione, oltre che dei gruppi sportivi militari
d’appartenenza. Ma è indubbio che, come mondo della scherma italiana, si viva con grande soddisfazione ed
orgoglio la messe di successi ottenuti in questa prima parte del quadriennio che ci porterà a Londra.
I Campionati del Mondo di Antalya e quelli di Parigi 2010 non hanno solamente regalato all’Italia grandi
soddisfazioni ed emozioni, ma hanno soprattutto ribadito la leadership internazionale con la vittoria sia del
medagliere che della classifica per Nazioni.
A livello mondiale, poi, i risultati sono giunti anche in ambito giovanile, con i successi ai Mondiali Cadetti e
Giovani ed alle Olimpiadi della Gioventù, senza dimenticare le vittorie ed i podi nelle varie prove di Coppa del
Mondo Assoluti e under 20.
Nel contesto Europeo, dopo l’esito di Plovdiv 2009 si pensava di aver toccato il massimo, ma siamo stati tutti
smentiti dal record di medaglie conquistate a Lipsia nel 2010, a dimostrazione dell’ottimo stato di salute della
scherma italiana.
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Risultati di primissimo ordine sono stati raggiunti poi a livello europeo, tra gli under 23, tra i Giovani e tra i
Cadetti, oltre che ai Campionati del Mediterraneo.
Ritengo sia superfluo, in questa Assemblea, elencare risultati e titoli conquistati, in quanto ogni successo
internazionale, dalla prova di Coppa del Mondo sino alla competizione iridata, viene vissuto con soddisfazione
e partecipazione da tutto il mondo della scherma qui rappresentato.
Ma se una valutazione va fatta, non si può non sottolineare che la scherma italiana, seppure in misura diversa
ha raccolto successi e soddisfazioni in tutte le specialità.
Naturalmente, ogni arma ha i suoi punti di forza e le sue specifiche problematiche. In alcuni casi, si tratta di
gestire al meglio una straordinaria abbondanza di talenti, in altri di accompagnare l’inserimento di nuovi atleti,
per favorire un graduale ricambio generazionale. In altri ancora, si avverte l’esigenza di allargare il tradizionale
bacino di provenienza degli atleti di vertice, valorizzando quanto di buono si sta facendo in giro per l’Italia.
Una realtà così varia difficilmente potrebbe essere gestita da un unico commissario.
Il Consiglio Federale ha dunque scelto bene quando ha deciso di affidarsi a tre commissari, ciascuno
responsabile di una singola arma.
Questa scelta, tra l’altro, ha avuto il merito di rendere più omogeneo il lavoro e ha consentito di razionalizzare
le spese.
Se l’Italia vince sulle pedane del Mondo è anche – e soprattutto – perché ha alle spalle un’invidiata tradizione
magistrale. E’ questo un altro elemento, fondamentale, che rappresenta l’orgoglio della scherma italiana.
Prima ancora di esprimere una serie di considerazioni relative alle innovazioni già realizzate e a quelle in fase
di programmazione in questo settore così importante, non posso fare a meno di rivolgere un ringraziamento
speciale ad Andrea Cipressa, il quale, nella sua veste di Vicepresidente federale ma anche di Consigliere
rappresentante dei tecnici, si è fatto carico di un lavoro oltremodo oneroso nel corso di tutto il proprio
mandato, al fine di cercare una soluzione all'insieme delicato e complesso di problematiche che caratterizzano
il mondo dei maestri di scherma italiani.
Il lavoro di Andrea Cipressa è stato oscuro, tenace e costante. Non posso fare a meno di dargliene atto
pubblicamente, in virtù del rapporto di stima, di fiducia, di affettuosa amicizia che abbiamo da anni.
La scherma italiana e, la nostra classe magistrale nello specifico, può contare su figure di prim’ordine e su una
base preparata, attenta e di grande tradizione che necessita da parte della Federazione di un sostegno
continuo e della realizzazione di alcuni interventi, soprattutto in funzione di un rinnovamento.
Finalmente, è il caso di dirlo, oggi il rapporto tra la Federazione e l’associazione Maestri è regolato da una
convenzione. Un risultato raggiunto tra difficoltà che in casi come questi sono fisiologiche. Oggi però si può
contare su uno strumento che disciplina il rapporto e, fondamentalmente, determina le funzioni dell’una e
dell’altra parte, con un corrispettivo elargito dalla Federazione in maniera chiara e trasparente.
Non più dunque contributi discrezionali per il funzionamento, bensì risorse messe a disposizione per svolgere
determinati progetti ed iniziative ben precise.
L’AIMS, pertanto, così come sarà proposto nelle modifiche statutarie, diverrà una libera associazione
riconosciuta, a cui verrà elargito, da parte della Federazione, un contributo per adempiere a quanto richiesto
dalla Federazione stessa, in termini di organizzazione di corsi, stage e nella formazione continua.
La nascita poi dell’ “Accademia della Scherma”, testimonia l’esigenza, da parte del mondo magistrale, di un
accresciuto senso di appartenenza alla categoria e di voglia di partecipazione, ma anche di accresciuta
autostima. Tutto ciò non può che ricevere il plauso e l’augurio che si possa proseguire lungo questa scia
evitando di spostare il confronto su aspetti politici che potrebbero rivelarsi disgreganti.
Il mio auspicio, che è anche il principio cardine dell'attività di tutto il Consiglio, è che si vada sempre, con
ostinazione, in una direzione unitaria mirata al superamento di ogni conflittualità all'interno del mondo
magistrale.
Un mondo magistrale italiano che sta crescendo, sia nell’ottica dell’organizzazione interna che della proficua
collaborazione con la Federazione, come testimoniato dall’approvazione, da parte di tutte le componenti , delle
iniziative federali relative alla Scuola Magistrale.
Una Scuola Magistrale che vuole essere il fiore all’occhiello dell’attività politica di questo quadriennio, in
quanto – a nostro avviso – getta le basi per una formazione in linea con le normative europee, consentendo
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quindi ai futuri maestri di poter spendere questo titolo non solo nel contesto Italiano ma anche in ambito
europeo e quindi mondiale.
La nascita della Scuola Magistrale e l’adesione allo SNAQ (Sistema Nazionale di Qualifica dei Tecnici
Sportivi), frutto dell’impegno dell’intero Consiglio federale e, in particolare, del Consigliere Gigi Campofreda, ci
pone al passo con i tempi.
Il valore aggiunto di questa iniziativa è, senza dubbio, l’introduzione di un linguaggio comune, non solo a tutte
le discipline, ma anche nell’ambito universitario e degli enti di formazione in Italia ed all’estero.
E’ stato poi di fondamentale importanza l’aver scelto di adottare un percorso formativo che prevede carichi di
lavoro teorici e pratici, riconosciuti e verificati, nel pieno mantenimento della tradizione e nell’ottica dello
sviluppo della scherma e delle sue esigenze didattiche.
La Scuola Magistrale, inoltre, poiché pienamente in linea con gli accordi ed i trattati internazionali, consentirà
ai nostri futuri maestri di entrare a pieno titolo nella grande famiglia dei tecnici europei.
La Scuola Magistrale ha inoltre il grande merito di prevedere una sinergica collaborazione fra le esigenze, le
capacità e competenze della periferia, ed il necessario ed opportuno confronto ed approfondimento con il
sistema di qualificazione centrale retto dalla Scuola dello Sport.
Si sono già conclusi i primi corsi regionali e sono già in corso i tirocini pratici presso le strutture affiliate
accreditate. In questa delicata ed importante fase ci si è affidati ai maestri che, dando la propria disponibilità a
seguire come “tutor” i giovani candidati istruttori, hanno dimostrato la grande considerazione che il mondo
magistrale riconosce alla formazione dei nuovi tecnici.
Questo schema organizzativo ricalca quella che è il grande tesoro della scherma agonistica: la ricchezza della
diversità espressa in periferia, in costante osmosi con l’eccellenza raccolta periodicamente al centro.
La gestione operativa della Scuola Magistrale è affidata ad un Comitato neo costituito, dove oltre alla
Federazione sono protagonisti in forma ufficiale l’AIMS, la Scuola dello Sport e l’Accademia Nazionale di
Napoli. Tutta la scherma italiana, quindi, è pienamente rappresenta nel progetto, ma ciascun componente del
nostro mondo, deve sentirsi sempre più coinvolto nel far crescere e consolidare la Scuola Magistrale.
Questa, nei meno giovani, richiama a quella che fu la prestigiosa “Scuola Magistrale” che, in un primo tempo
vide interessati giovani sottufficiali dell’esercito per poi coinvolgere numerosi insegnanti di Educazione fisica
permettendo loro di apprendere le tecniche schermistiche e gettare le basi per diventare quindi maestri di
primissimo ordine che hanno contribuito alla crescita della scherma italiana.
La situazione socio-economica attuale non consente di replicare quell’esperienza. Bisogna però credere
fortissimamente in questo progetto che rappresenta il vero processo di “rinnovamento nel solco della
tradizione”.
Bisogna avere coraggio, sia nell’attuare questa scelta che nell’investire in questo settore.
Non può infatti esservi ulteriore crescita nella scherma italiana, senza una classe magistrale numericamente e
professionalmente preparata!
Ma maestri, società ed atleti non completano il quadro delle componenti della scherma italiana.
Oltre alla classe magistrale c’è un altro settore fondamentale del nostro movimento, che ci viene invidiato fuori
dai confini nazionali.
E’ il mondo arbitrale.
Un movimento che negli ultimi anni si è molto sviluppato seguendo la scia della grande tradizione
dell’arbitraggio italiano.
Mentre gli spazi a livello internazionale si restringono per effetto delle nuove regole imposte dalla FIE, i nostri
arbitri sono chiamati ad un impegno sempre maggiore in campo nazionale. Le gare sono numerose e il livello
di aspettativa di atleti e tecnici è molto alto. Ciononostante, i nostri arbitri, direttori di torneo e computeristi si
dimostrano sempre all’altezza e assicurano standard di qualità che, in altri Paesi, non sarebbero neppure
immaginabili.
A questo proposito, vorrei ricordare che l’Italia, prima e unica nazione al mondo, ha adottato il sistema del
video arbitraggio per le più importanti gare nazionali. Un’innovazione fortissimamente voluta e caldeggiata dal
Vicepresidente federale, Paolo Azzi, referente per il settore arbitrale. L’introduzione del videoarbitraggio si
inquadra perfettamente in una politica che, da tempo, guarda con estrema attenzione alla formazione ed
all’aggiornamento della classe arbitrale.
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Tutti noi siamo ormai abituati a competizioni gestite in maniera impeccabile. Proteste e polemiche, un tempo
frequenti, si sono fatte sempre più rare e isolate. Mi piace sottolineare che questo vale anche quando la
conduzione delle gare è affidata ai numerosi volti nuovi che negli ultimi tempi hanno iniziato la loro carriera. Il
merito di tutto questo va al Presidente Pietro Ingargiola, a tutti coloro che, in questi anni hanno collaborato con
lui all’interno della Commissione arbitrale e ai delegati regionali del GSA, che hanno il delicato compito di
individuare e formare gli aspiranti arbitri da avviare alla carriera arbitrale.
Il valore dei nostri arbitri è ampiamente riconosciuto anche a livello internazionale: lo testimoniano gli
apprezzamenti ricevuti ed i successi in campo mondiale ed europeo.
A tal proposito, una particolare menzione, va espressa al nostro rappresentante nella Commissione arbitrale
internazionale, Marco Siesto, per essere riuscito, in poco tempo, a diventare il punto di riferimento
dell’arbitraggio a livello mondiale.
Ma, per avere una esatta percezione della crescita complessiva del movimento schermistico italiano, è
necessario aprire l’orizzonte sui rapporti esterni che la Federazione e, dunque, la scherma, ha saputo
intrecciare, ampliare, mantenere e ravvivare in questi anni.
Rapporti che vanno anche al di là del quadro strettamente istituzionale sportivo. Oltre al Coni ed alle altre
istituzioni sportive, vi è una rete di legami che vedono la Federazione accanto ad Università prestigiose, enti
locali, aziende e rappresentanti della società civile.
Diversi sono stati gli atenei con cui si sono stipulate convenzioni o anche legami didattici. Gli ultimi, in ordine di
tempo, riguardano l’Università di Bologna, quella di Teramo e la “Kore” di Enna. Quest’ultima ha scelto di
ospitare, per l’inaugurazione dell’anno accademico della facoltà di Scienze motorie e del benessere, la
Nazionale di sciabola maschile, con il Commissario tecnico Giovanni Sirovich che ha anche tenuto una breve
lezione illustrativa della disciplina sotto i diversi punti di vista. E’ stata l’occasione non solo per toccare con
mano l’entusiasmo e la vicinanza da parte degli studenti e del mondo universitario alla scherma ed ai nostri
atleti di punta, ma anche per promuovere ancora di più la disciplina quale materia curriculare. Prova ne sia il
fatto che è stato istituito, proprio ad Enna, un laboratorio didattico dedicato alla scherma, con docente, tra gli
altri, lo stesso Gigi Tarantino, mentre per Aldo Montano l’ateneo ennese ha dato inizio all’iter per il
conferimento della laurea honoris causa.
Sono solo esempi dell’attenzione che viene riversata sul nostro mondo che vede al suo fianco, come partner o
interlocutori privilegiati, diverse istituzioni politiche. Dal Ministero della Gioventù che ha salutato positivamente
l’organizzazione del Gran Premio Giovanissimi ed i risultati alle Olimpiadi della Gioventù di Singapore, al
Ministero delle Pari Opportunità che ha sposato invece alcune nostre iniziative sociali, sino alle
rappresentanze diplomatiche estere ed alle amministrazioni locali, Province e Comuni, che in più di una
occasione ed in diversi contesti hanno confermato la loro vicinanza, stipulando convenzioni e mettendo in atto
iniziative volte alla promozione della disciplina.
Questi rapporti con le istituzioni permettono alla scherma di cogliere diversi risultati.
Avviare relazioni proficue con le istituzioni statali permette di acquisire una forte capacità relazionale.
Promuovere scambi con le realtà diplomatiche all’estero significa ricevere importanti supporti in termini logistici
e di accoglienza per i nostri atleti e le nostre Nazionali in giro per il Mondo.
Stringere rapporti con gli enti locali è invece un’ulteriore possibilità per attingere a risorse aggiuntive non solo
in termini economici.
In tal senso un caso particolare è rappresentato dal Comune di Napoli dove le relazioni con il Sindaco Rosa
Russo Jervolino e, soprattutto, con l’Assessore allo Sport, Alfredo Ponticelli, hanno portato ad una vera e
propria rivoluzione nell’impiantistica partenopea dedicata alla scherma, permettendo uno sviluppo
esponenziale della nostra disciplina.
Nel resto d’Italia un numero sempre maggiore di società schermistiche è stato chiamato a gestire impianti per
la scherma. Non più sale che operano nei sottoscala o locali angusti o “di fortuna”, bensì realtà sportive che
possono svolgere attività di crescita tecnica, in contesti d’impiantistica di primissimo livello.
La “metaforica” uscita dai sottoscala rappresenta, a nostro avviso, l’immagine reale e concreta dello sviluppo
del mondo della scherma italiana.
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Uno sviluppo che non può prescindere anche da un vero e proprio cambio di mentalità nel rapporto tra
Federazione e società. Il caso simbolo è quello legato all’acquisto del materiale sportivo.
Grazie anche al sostegno dell’Istituto per il Credito Sportivo, si è scelto di dire “basta” a quella prassi che
vedeva le società chiedere alla Federazione il materiale sportivo innescando un processo “clientelare”
assolutamente nocivo per la reale crescita della scherma italiana.
Adesso una società, in maniera assolutamente trasparente, accede, attraverso un’apposita graduatoria, al
finanziamento per l’acquisto del materiale tecnico e sportivo. E’ la Federazione a venire incontro, rimborsando
il 25% della rata annuale ed addossandosi gli interessi passivi.
Nell’ultimo periodo, la Federazione ha voluto poi avviare rapporti con gli enti pubblici, modificandone la
prospettiva. Non più infatti un atteggiamento da “questuanti” bensì la promozione di azioni sinergiche con gli
stessi, creando vere e proprie relazioni di partnership.
Reputo che il caso-simbolo sia rappresentato dal rapporto tra la Federazione e la Regione Sicilia. L’ente
regionale ha infatti, come più volte ribadito, intravisto nella scherma e nell’organizzazione di importanti eventi
schermistici, quali i Campionati del Mondo Assoluti del prossimo ottobre, una straordinaria forma di
promozione del territorio ed un eccezionale veicolo per apportare benefici all’intera isola. La testimonianza
scientifica è giunta dallo studio condotto dalla facoltà di Economia dell’Università di Catania, che ha dimostrato
che gli investimenti sull’organizzazione di eventi sportivi, hanno importanti ritorni nel tessuto socio-economico
delle realtà locali.
L’aver sposato il progetto “Sicilia Scherma” da parte della Regione siciliana, dunque , va al di là del “semplice
e solito” contributo elargito. Non si tratta di finanziamenti “dirottati” sul singolo evento e quindi tolti alle società
schermistiche Siciliane o allo sport regionale.
Si tratta, è bene sottolinearlo ancora una volta, di risorse che la Regione poteva scegliere di destinare alla
promozione turistica del territorio isolano, magari acquistando spazi televisivi o negli aeroporti, o ancora in
fiere o altri eventi promozionali. Gli amministratori regionali, stimolati dal Comitato promotore “Sicilia
Scherma”, mirabilmente diretto da Sebastiano Manzoni, hanno invece scelto di investirli nello sport e nella
scherma in particolare, tracciando, insieme a questa Federazione, un percorso sul quale stanno adesso
muovendosi altre discipline sportive, quale la Pallavolo, il Golf, il Nuoto. Alla scherma rimane la soddisfazione
di aver per prima individuato questo iter oggi da tanti seguito ed inseguito.
Da parte federale, i benefici di questo “matrimonio” con la Regione siciliana sono stati straordinari. Basti
pensare che abbiamo potuto organizzare, a costo zero per la Federazione, il Congresso FIE a Palermo, la
cena del centenario della FIS a Roma, i Campionati Italiani Assoluti di Siracusa che tutti noi abbiamo vissuto
ed apprezzato, sino ai Mondiali del prossimo mese di ottobre che permetteranno ai nostri atleti di “giocarsi” in
casa buona parte della qualificazione olimpica.
Tutti eventi finanziati con fondi che, si badi bene, non sono stati elargiti alla Federazione e quindi da questa
discrezionalmente gestiti. Si tratta infatti di risorse inserite in progetti specifici e vincolati, della cui rigorosa
attuazione è responsabile il funzionario delegato della Regione Siciliana, Antonio Belcuore, col quale si è
oramai instaurato un rapporto di proficua collaborazione e condivisione degli obiettivi.
Mi auguro che quello della Regione Sicilia possa essere il primo di una lunga serie di interventi di altre Regioni
ed Istituzioni, rappresentando così un esempio. Anche perché, ricordo che quelli intercettati dalla Sicilia sono
fondi europei e, dunque, a disposizione di tutte le altre Regioni italiane.
Nessuna “sicilianizzazione” della Federazione quindi bensì un’opportunità offerta dalla Sicilia e che non si
poteva non sfruttare. Così come non si possono tralasciare i segnali positivi che, in tal senso, giungono anche
dalla Regione Friuli Venezia Giulia che , grazie alle capacità relazionali del Presidente del Comitato regionale
Paolo Menis, sta anch’essa oggi guardando alla scherma come veicolo di promozione del territorio. Non è un
caso, dunque, che la Federazione abbia concentrato a Lignano Sabbiadoro tutte le prove di Coppa del Mondo
under 20 assegnate all’Italia.
Non meno interessante è l’apertura dimostrata dalla Regione Lombardia, in virtù dell’azione di
sensibilizzazione attuata dal Comitato regionale, sia in occasione dell’organizzazione del Trofeo delle Regioni,
e soprattutto in vista dei Campionati Europei Assoluti in programma a Legnano nel giugno 2012.
Casi come questi dimostrano come, molto spesso, spetti a noi dirigenti federali, regionali e locali fungere da
pungolo e stimolo nei confronti dei funzionari amministrativi e della politica locale e nazionale.
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Nulla viene dal nulla e niente può essere lasciato al caso o al “destino”.
Solo così possiamo avviare rapporti, stringere legami e, quindi, attingere a risorse che ci permettano di
ampliare le fonti di entrate e non essere totalmente dipendenti dal Coni: con il quale, come Federazione,
nutriamo, ovviamente, il rapporto più intenso.
Durante la passata stagione, ho inviato a tutte le società una lettera, sentendomi in dovere di spiegare a
ciascun componente del nostro mondo, il sistema di elargizione dei contributi da parte del Coni. Una
contribuzione che, oltre ad essere vitale, è anche la risorsa economica principale dell’attività federale.
In quella lettera ho cercato di illustrare quanto complessa sia la materia e quanto importante sia, per la
dirigenza federale, far valere le ragioni di un movimento che si è sempre distinto per un’oculata gestione
amministrativa.
Non vi è stato, nei mesi scorsi, una “guerra” con i vertici del Coni, né tantomeno ripercussioni sul piano politico
come qualche “mestierante” della bassa politica andava insinuando ed oggi qualcun altro tenta di riesumare.
La Federazione Italiana Scherma non è ai “ferri corti” con il Coni.
C’è stata piuttosto, da parte di questa dirigenza federale, una forte esigenza di evidenziare come la paventata
e poi attuata contrazione dei contributi a favore della Federazione avrebbe comportato un abbassamento degli
investimenti soprattutto nel settore giovanile, con una consequenziale forte ripercussione sul futuro della
disciplina.
L’azione finanziaria da parte del Comitato olimpico, dovuta alla diminuzione della contribuzione da parte del
Governo nazionale, ha comportato, per il Consiglio federale, l’attuazione di alcune variazioni di bilancio. Si è
stati costretti infatti a fare fronte al taglio di circa 130mila euro: una cifra assai ragguardevole, specie se si
considera che la Federazione ha avuto contezza del “taglio” dei fondi solo a metà anno.
Va dato atto, però, che il Coni ha poi, attraverso il finanziamento di progetti specifici permesso di recuperare
una parte se pur esigua di queste risorse importanti per il nostro bilancio e per il 2011 ha previsto oltre
all’ordinaria assegnazione dei fondi un contributo straordinario di 300.000 euro finalizzati alla qualificazione
olimpica in vista di Londra 2012. Testimonianza questa del grande favore con cui i vertici dello sport italiano
guardano la nostra federazione.
Quanto sopra dimostra come cercare di far valere le esigenze e la ragioni di una federazione sia il compito
principe di ogni dirigente, se tale si ritiene.
Questo Consiglio federale che mi onoro di presiedere, non intende vivere alla giornata sui risultati dell’oggi,
che sono il frutto degli investimenti degli anni precedenti. Obiettivo comune e condiviso è quello di mettere
nelle migliori condizioni possibili le squadre di oggi, investendo al tempo stesso sul futuro, affinché chi vi sarà
negli anni successivi possa contare su atleti in linea con la grande tradizione della scherma italiana, figli degli
investimenti che oggi più che mai vanno assicurati ed attuati nel settore giovanile.
Proprio per mantenere alto il livello tecnico della scherma di oggi e, soprattutto, di domani, si è dovuto
scegliere, nostro malgrado di ritoccare sia le quote d’iscrizione alle gare che quelle per il tesseramento.
Tutto ciò potrebbe essere letto, da occhi poco attenti, come un fattore negativo per la crescita numerica della
disciplina. In realtà, il trend positivo degli ultimi anni ci conferma come la dovuta, chiara, trasparente e
costante informazione che dagli uffici federali si è fatta nei confronti della base, abbia consentito di superare i
primi momenti d’impatto. Ciò sia perché gli aumenti sono stati di per sé contenuti e, dunque, non hanno inciso
in maniera significativa sulla scelta di continuare o meno nella pratica della scherma, e sia perché le dirigenze
societarie, ben informate sulle motivazioni che hanno indotto ad assumere certe scelte, hanno ben compreso
e condiviso le azioni operate.
Sarebbe semplice, quando diminuiscono le entrate come è successo in questi anni, scegliere di diminuire
l’attività. Lo sforzo più complesso e più difficile è stato, invece, mantenere alto il livello dell’attività agonistica,
cercando al contempo di razionalizzare al massimo le spese, individuando possibili nuove entrate.
In tal senso si è lavorato e si continua alacremente nella ricerca di sponsor e partner pubblici e privati.
Un’attività che, sia per la peculiarità del nostro movimento e sia per la difficoltà economica a tutti i livelli, non è
stata certamente facile. Eppure, nonostante questo, va dato atto che oggi sono in tanti a credere nella
scherma.
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I rapporti commerciali intessuti dalla Federazione possono oggi dirsi soddisfacenti. Spesso ci si chiede
“quanto” – in termini economici – dia quello sponsor o quel partner.
Non sempre però l’elargizione di fondi rientra nella politica di marketing delle aziende. Alcune, soprattutto in
questo periodo economico assai difficile, preferiscono dare un supporto in termini di servizi e materiale. E’ il
caso di “Kappa” che, assieme ad un contributo economico, fornisce alla Federazione il materiale tecnico per
gli atleti delle varie Nazionali, per un ammontare complessivo che supera i 150mila euro annui. Stessa cosa
vale per “Faro Assicurazioni” che ha stipulato polizze assicurative che ammontano ad oltre 200mila euro
annui. Polizze che la Federazione, per legge, avrebbe dovuto stipulare e quindi pagare. Fondamentale è
anche il contributo, in termini di fornitura, dell’azienda “Pradis”.
Potremmo elencare poi il materiale medico che ci viene fornito da “Farmacia Lo Priore” ed “RGMD”o anche i
servizi per la comunicazione interna ed esterna forniti da “Telpress”, come ad esempio un innovativo sistema
d’archiviazione fotografica che presto sarà a disposizione dei media. Senza dimenticare l’indispensabile
apporto fornito da “Atleticom” e le già citate ed assai importanti iniziative poste in essere con “Kinder-Ferrero”
Il nostro mondo sta, pian piano, imparando a gestire il rapporto con gli sponsor, soprattutto per ciò che
concerne l’esposizione e la visibilità mediatica sia negli eventi nazionali che in quelli internazionali.
In tal senso, un riscontro assolutamente positivo, si è registrato in seguito al Workshop promosso a Siracusa,
in occasione dei Campionati Italiani Assoluti.
La Federazione, grazie al Comitato organizzatore SiciliaScherma, che ha finanziato l’iniziativa, ha riunito nella
città aretusea i rappresentanti dei vari sponsor federali, fidelizzandoli e permettendo l’avvio di rapporti tra di
essi che stanno portando oggi benefici per il nostro mondo. Ciò testimonia anche l’ottimo lavoro svolto
dall’ufficio preposto e permette inoltre di avere un ritorno di immagine che rappresenta il valore aggiunto
fondamentale per proseguire questi rapporti.
Alcune aziende sponsor, inoltre, hanno espresso negli ultimi tempi giudizi positivi sulla crescita della visibilità
mediatica della nostra disciplina. Al di là delle sensazioni e percezioni, sono i numeri, oggi, a sancire il trend di
crescita della scherma nell’ambito dell’attenzione mediatica e della presenza costante sui mezzi di
informazione, soprattutto in ambito locale e sul web.
L’attestazione maggiore arriva dai numeri della presenza sui media. La scherma, alla luce dei dati del 2010,
cresce nella sua visibilità e soprattutto esce dagli schemi che la vuole “sotto i riflettori” solo in occasione di
Mondiali ed Olimpiadi.
Con l’avvento del digitale terrestre, le dirette televisive sui canali tematici Rai, hanno comportato l’approdo
della scherma nelle case di tutti gli italiani e non solo di chi possiede un abbonamento o un decoder satellitare.
I numeri della presenza sulla stampa nazionale, oltre che dei passaggi televisivi e radiofonici sui media
nazionali, sono in crescita grazie anche all’appeal mediatico dei nostri atleti e grazie agli eventi organizzati.
Crescono anche i numeri circa la presenza sulla stampa locale, per merito delle società e dei Comitati
regionali che hanno preso piena coscienza dell’importanza dei contatti costanti con gli organi di informazione.
Il trend di crescita mostra oggi numeri importanti che evidenziano l’attenzione crescente da parte del mondo
mediatico, attorno alla scherma ed ai suoi atleti e che, è bene che si sappia, sono anche il frutto del quotidiano
lavoro certosino svolto dall’area comunicazione nei confronti degli operatori dell’informazione.
Un lavoro che sta puntando anche sui nuovi media, quali ad esempio i social network. La Federazione ha
scelto di essere presente e di scommettere sul potenziale comunicativo di Facebook e di Twitter. I quasi
10mila fan di Facebook ed il sempre maggiore numero di utenti che seguono la Fis su Twitter, aiutano a
divulgare le notizie relative al nostro mondo e creano un circuito virtuoso di comunicazione che sta aiutando la
scherma sempre più ad uscire da quell’alone di “sport di nicchia” o “poco seguito”, fino al punto di essere
definito, a torto, “minore”. Tra l’altro, anche in questo caso, la Federazione ha fatto da apripista, nel mondo dei
social network, per altre discipline. Sull’esempio della Fis, infatti la FedeRugby, la Fidal ed altre Federazioni
hanno scelto di aprire delle pagine dedicate sia su Facebook che su Twitter, innescando un fenomeno
mediatico-sportivo su cui è posta l’attenzione degli esperti del settore.
Capitolo a parte va dedicato a FederschermaTv, la web tv edita da Atleticom e che, in occasione dei momenti
agonistici, diventa vero e proprio punto di riferimento non solo per la scherma italiana ma per il movimento
schermistico internazionale.
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La web tv cresce nei numeri, ma ciò che mi piace sottolineare in questa sede è la “qualità” e la provenienza
dei contatti. In occasione dei Mondiali di Parigi, ad esempio, su alcuni siti sportivi francesi è stato consigliato di
collegarsi alla nostra web tv quale unico modo per poter seguire integralmente la competizione iridata.
Un’azione che ha costretto Atleticom, per evitare problemi di sovraffollamento dei server, ad imporre il “geo
blocking” e dunque consentendo la visione solo agli utenti italiani.
Anche il sito federale è sempre più il biglietto da visita anche internazionale del nostro mondo. I numeri
attestano gli accessi, costanti, da parte di utenti francesi, tedeschi, statunitensi, centro e sudamericani oltre
che del bacino del Mediterraneo e finanche dall’Asia.
Un sito che, indubbiamente, è il punto di riferimento di noi tutti e che è anche “cartina al tornasole” della vita
federale. I numeri degli accessi e della pagine viste mensilmente, relative al 2010, ad esempio dimostrano la
crescita dell’attenzione, con una media di visite mensili, fino a novembre, di 107mila utenti e di 546mila pagine
viste ogni mese. Dati che inoltre, da un’attenta lettura, danno l’esatta dinamica dell’anno federale e mostrano,
ad esempio, come nel mese di maggio, in occasione del Gran Premio Giovanissimi, vi siano state 858.546
pagine viste, più di novembre, mese dei Campionati del Mondo, dove le pagine viste sono state 743mila e
dove, tra l’altro, si è registrato il record di accessi al sito dalla sua nascita, con 156.083 utenti collegati.
Il sito web costantemente aggiornato, la presenza sui social network e la web tv, stanno sempre più rendendo
la Federazione una “Casa di vetro” dove tutti sanno ciò che avviene e tutti si sentono partecipi.
Se l’attenzione del mondo della comunicazione è sempre crescente, gran parte del merito è dei nostri atleti.
Sono loro infatti le punte di diamante e l’orgoglio del nostro movimento. Ma soprattutto sono loro che riescono
a veicolare i valori della nostra disciplina. Attraverso il loro esempio non solo tanti giovanissimi si avvicinano
alla pratica sportiva e schermistica, in particolare, ma anche ricevono input relativamente agli stili di vita, alla
passione ed a come le vittorie siano figlie di lavoro e sacrifici.
Lo sforzo della Federazione è anche quello di promuovere i “volti” degli atleti, oltre che le loro vittorie. Ma
anche quello di creare eventi mediatici che possano consentire alla “scherma” di avere una visibilità sempre
maggiore.
Non è un caso, ad esempio, l’organizzazione delle conferenze stampa di presentazione dei principali
appuntamenti della stagione nel prestigioso Salone d’Onore del CONI, così come non è una casualità
l’organizzazione di eventi promozionali, in ambito nazionale o locale, che puntano alla conoscenza,
promozione e diffusione della scherma. Un esempio concreto è stata l’iniziativa che ha portato la scherma in
piazza Navona a Roma, nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario delle Olimpiadi di
Roma 1960, per non citare poi i diversi momenti di incontro negli istituti scolastici.
Nelle realtà locali poi, mi piace ribadire, come diverse società e comitati regionali abbiano intuito e colto gli
input federali, puntando molto sulla comunicazione e sull’organizzazione di queste tipologie di eventi
promozionali, oltre che di appuntamenti di “lancio” delle gare previste dal calendario federale.
Iniziative che, spesso, hanno visto l’abbinamento della disciplina a progetti di natura sociale.
Il successo del progetto “Scherma per l’Africa” che ha visto una raccolta di materiale schermistico da destinare
alle federazioni africane che stanno iniziando con difficoltà il loro cammino di crescita, ha attestato la
straordinaria sensibilità del nostro movimento.
Non mera solidarietà o beneficenza fine a se stessa, ma un braccio teso verso gli altri nella piena condivisione
ed attuazione dei valori olimpici e sportivi.
L’interesse della Federazione è, inoltre, quello di dialogare e collaborare con quelle realtà schermistiche che
guardano all’Italia come punto di riferimento e ne riconoscono la leadership internazionale. In quest’ottica si
inquadra l’organizzazione dello stage internazionale promosso nei mesi scorsi a Formia di concerto con il
CONI e la Confederazione del Mediterraneo e che ha visto 43 tecnici ed istruttori provenienti dal NordAfrica e
dal Medio Oriente, senza tralasciare gli innumerevoli rapporti di collaborazioni che hanno visto tantissimi
maestri Italiani impegnati in giro per il mondo
La Federazione, inoltre, guarda con attenzione non soltanto ai rapporti con l’esterno, ma anche e soprattutto
alla promozione socio-culturale del nostro movimento. Mi piace ricordare, a tal proposito, l’iniziativa legata
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all’incentivazione allo studio. Un progetto, che vede al nostro fianco l’Istituto per il Credito Sportivo, il cui
obiettivo è quello di far crescere il movimento nell’abbinamento studio e scherma. I nostri atleti non sono
solamente campioni nello sport ma anche nella vita. Ciò deve essere ereditato anche dai giovani e da coloro
che, soprattutto, iniziano a cogliere i primi risultati nell’ambito schermistico. Devono comprendere l’importanza
di crescere in pedana e, al tempo stesso, di maturare come uomini grazie all’istruzione.
Non si può poi dimenticare il progetto legato alle “Disposizioni per le atlete in maternità”. La nostra
Federazione è stata antesignana ed esempio per altre discipline ed anche per il Coni che ha poi mutuato
l’iniziativa estendendola al mondo dello sport italiano.
L’attività di questo Consiglio federale si è mossa poi nella direzione del pieno coinvolgimento di tutto il mondo
della scherma italiana.
Un percorso affrontato seriamente e che ha portato, innanzitutto, ad un’attenzione nuova per il settore dei
Master. Quest’ultimo, un tempo quasi a margine dell’attività federale, è oggi a pieno titolo parte integrante non
solo del calendario agonistico ma anche delle attività. Basti pensare all’attenzione che la Federazione riserva
all’organizzazione delle attività internazionale del settore Master o anche alla scelta di farsi carico
dell’organizzazione dei Campionati Italiani Master del 2011.
Sulla stessa direzione si è mossa l’attività che ha visto il pieno riconoscimento del movimento della Scherma
Storica ; lo scorso anno è stato organizzato il primo Campionato Italiano, a testimonianza del ruolo che ad
essa viene riservato.
In quest’ottica dunque, non rappresenta un’eccezione la scelta operata dalla Federazione, di adoperarsi in
questi mesi per l’integrazione piena e reale del movimento paralimpico della scherma in carrozzina. L’obiettivo
che di concerto con il Comitato Paralimpico Italiano stiamo portando avanti, è quello di unificare il mondo della
scherma portando gli atleti in carrozzina ad una totale completa integrazione. A seguito del protocollo d’intesa
firmato giorno 3 con il CIP, la Segreteria federale ha già istituito un settore specifico che gestirà il movimento
della scherma in carrozzina come una branca federale, garantendo così a tutti gli atleti la stessa dedizione ed
attenzione nella logistica e nell’organizzazione delle trasferte. L’obiettivo Londra 2012 è infatti divenuto un
obiettivo comune.
Il 2011 apre una fase nuova. E’ infatti quella che ci avvicina a Londra 2012 con la delicata ed ’avvincente
stagione di qualificazione olimpica che inizierà per gli atleti paraolimpici il prossimo mese a Malaga per
concludersi a fine dicembre mentre per gli atleti della scherma olimpica l’anno di qualificazione avrà inizio il 1
di Aprile per concludersi il 31 marzo 2012 . Tutti insieme dunque , impegnati a garantire a ciascuno degli atleti
azzurri la migliore condizione per “giocarsi” le chance di partecipare alla competizione olimpica.
Il 2011 è anche l’anno dei Mondiali in Italia. Sarà fondamentale l’apporto di tutti, nessuno escluso. E’ infatti la
scherma italiana, nel suo complesso, a scommettere sulle sue qualità e capacità organizzative, ma soprattutto
ad avere, con i Campionati del Mondo, proiettati su di sé i riflettori della scena internazionale.
Non sarà però esclusivamente l’anno della qualificazione olimpica e dei Mondiali. Nella quotidianità andranno
assunte anche delle scelte che dovranno assecondare le richieste e mantenere in crescita il trend della
disciplina.
Un tema particolarmente sentito e che ci vedrà impegnati come Consiglio federale, è quello relativo al
trasferimento degli atleti. Si tratta di una tematica assai delicata e che, proprio per questo, ha visto un ampio
lavoro di studio portato avanti minuziosamente dal gruppo di lavoro coordinato dal Consigliere Renato Buratti.
E’ necessaria un’attenta riflessione, affinché la norma possa salvaguardare le esigenze delle società di
formazione e, dall’altro, non penalizzare il doveroso processo di crescita e a volte salto di qualità dell’atleta.
Il 2011 dunque ci pone delle sfide, ma soprattutto ci chiama ad essere protagonisti attivi: tutti insieme, con i
diversi ruoli, per la crescita complessiva del nostro movimento sempre nell’ambito della grande tradizione della
scherma italiana con lo sguardo verso il futuro.
Una corretta gestione federale significa avere rispetto della grande tradizione della scherma italiana.
La storia centenaria di questa Federazione deve essere da ciascun componente del nostro mondo,
conosciuta, rispettata e scritta con orgoglio nella quotidianità, così come testimoniato dal lavoro fatto del M°
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Toran nel volume “la Federazione Italiana Scherma compie 100 anni” o come è stato il mese scorso con il
riposizionamento nei giardini del Campidoglio di due lapidi che ricordano i successi della scherma alle
olimpiade di Berlino. Di ciò voglio ringraziare il delegato allo Sport di Roma Capitale, Alessandro Cochi ed il
Consigliere federale Vincenzo De Bartolomeo che ha curato la cerimonia.
Tutto ciò mi auguro possa essere utile per mettere a fuoco ad apprezzare la straordinaria tradizione che siamo
incaricati di proseguire, rinverdire e mantenere.
A legare il passato con il presente ed il futuro è lo statuto federale. Una “carta” che rappresenta la colonna
vertebrale della vita della nostra Federazione e che, nel pieno rispetto dei principi fondanti, si adatta
all’evolversi delle esigenze e dei tempi.
In tal senso si è mosso il meritorio impegno profuso dall’apposita commissione, coordinata dal consigliere
referente Giuseppe Cafiero, a cui va il sentito ringraziamento a nome della scherma italiana. La Federazione
infatti oggi potrà scegliere di dotarsi di uno statuto che non stravolge il vecchio ma lo rende aderente alle
normative impartite dal Coni.
Le modifiche inoltre rendono il testo più leggibile, più chiaro e soprattutto lo privano di alcune contraddizioni
interne.
L’appello che oggi faccio è quello di non stravolgere l’attuale statuto, sulla scorta dell’esperienza maturata già
nelle passate assemblee, dove, seppur animati da ottimi intenti, gli interventi richiesti da più parti,
relativamente a modifiche a volte scoordinate, hanno portato ad esitare statuti incompleti e contradditori. Il
sincero auspicio è che l’assemblea odierna possa vivere di dialogo e confronto costruttivo, nell’esclusivo
interesse del movimento, trattando ed approfondendo i punti all’ordine del giorni, riferite alle modifiche
statutarie proposto dal Consiglio e dagli affiliati.
Lo Statuto inoltre ci responsabilizza e ci impegna.
Un impegno che ha in sé il carico dell’eredità del passato. Un carico che va sostenuto, ribadisco, con la forza
dell’orgoglio e la consapevolezza di rappresentare, ciascuno di noi, la Federazione Italiana Scherma. Ciò detta
anche lo spirito con cui si deve lavorare ogni giorno al servizio del mondo schermistico italiano e nell’interesse
collettivo della Federazione. Uno spirito che non è mancato in ogni seduta, fin qui svolta, del Consiglio
federale, nel lavoro quotidiano degli uffici della Segreteria e nei lavori di tutte le commissioni federali che,
ciascuno per le proprie competenze, hanno dato sino ad oggi un contributo assai importante.
Il segreto della scherma italiana è presto detto: lavoro, passione, dedizione. A tutti i livelli.
Forti dunque della tradizione che abbiamo ereditato e consapevoli dell’autorevolezza che viene riconosciuta
oggi, a più livelli, alla scherma italiana, siamo chiamati ad affrontare il futuro.
Un futuro di cui tutti siamo artefici, sin da oggi.
A metà del quadriennio, è tempo di lavorare tutti insieme sui tanti progetti citati in questa relazione.
E’ il tempo dei “fatti” e non delle “parole” o peggio ancora della politica fine a se stessa che spesso si traduce
in ambizioni personali che nulla hanno a che fare con le tematiche del nostro movimento.
La “fotografia” della scherma italiana che con questa relazione abbiamo voluto scattare, chiama ciascuno di
noi ad un impegno forte.
Per ruolo e responsabilità, spetta al Consiglio federale operare scelte ed azionare tutte le leve possibili per
proseguire lungo il percorso di crescita tracciato, nella consapevolezza di avere alle spalle un grande
movimento che merita impegno e dedizione.
Un movimento ai cui rappresentanti, oggi, non abbiamo timore di chiedere il giudizio e dai quali ci attendiamo
eventuali indicazioni dettate esclusivamente dal quel forte spirito di appartenenza che contraddistingue il
mondo della scherma nel panorama sportivo italiano.
Giorgio Scarso
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