accorciato di mezz`ora e ha tirato fuori un film che è molto bello
Transcript
accorciato di mezz`ora e ha tirato fuori un film che è molto bello
Torino accorciato di mezz’ora e ha tirato fuori un film che è molto bello: Misteryous skin. Questo film è molto divertente, molto veloce, lampante nella sua metafora e coloratissimo. Ho visto molti horror e non ce ne sono molti che mi abbiano colpito. Vanishing on 7th Street, di Brad Anderson, il regista di Session 9, ha una buona partenza, inquietante e progressiva, ma l’impianto non regge un’ora e mezza. La prima volta che cerco di vedere Vanishing è la stessa giornata del planning man di fronte al Greenwich: quello psicopatico Imprevedibile ci fa ritardare al Massimo e così quando arriviamo gli steward stanno già buttando fuori la gente dall’anticamera. Tento di buttarla à la David Copperfield e dico: “Sono il figlio segreto di Brad Anderson e non lo vedo da 30 anni, vi prego fatemelo conoscere”, ma ovviamente il trucco non attacca e vengo scambiato per il pazzo del festival. Damned by dawn che veniva spacciato come un La casa-trent’anni-dopo è una delusione totale, sia per la trama, per com’è girato, per i brividi (facilissimi) che regala generosamente, per la recitazione, la fotografia, per tutto insomma. E poi è zeppo di citazioni da Raimi che non di- ventano mai l’omaggio esaltante in un film sulfureo: rimangono citazioni-omaggi che non mi danno niente in termini emotivi. E soprattutto mi restano alcuni frammenti di esperienze cinematografiche. I capelli lunghissimi di Audrey Hepburn in The unforgiven (John Huston) oppure Burt Lancaster che, nello stesso film, fa il bagno vestito dentro un fiume; il sonno terribile che mi prende quando vedo Moby Dick; la violenza di Animal town e i suoi straordinari interpreti, la musica incipitale di White Irish drinkers e gli applausi fragorosi che si prende dal pubblico (grandi attori, a proposito); il regista filippino John Torres che deve introdurre il suo film Refrains happen like revolutions in a song e prende dieci minuti per dire che non capisce l’italiano e non sa parlare l’italiano eppure gli piace il suono dell’italiano e lo ripete per un numero grottesco di volte, finché non comincia a declamare qualcosa in filippino (che non è lo spagnolo) e il suono delle sue parole, per quanto inopportunamente lunghe, è piacevole e sonnacchioso e il suo film è allo stesso modo: piacevolmente conciliante, anche se si tratta di una visione estenuante. Mi resteranno 6]W^MLQZMbQWVQn. 2 marzo-aprile 2011 93