[TesiTriennale] ELearning_Ficetola

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[TesiTriennale] ELearning_Ficetola
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Facoltà di Ingegneria
Corso di Studi in Ingegneria Informatica
tesi di laurea
Progettazione di un sistema di e-learning
attraverso gli strumenti di learning
management e lo standard SCORM
Anno Accademico 2004/2005
relatore
Ch.mo prof. Angelo Chianese
correlatore
Ing. Vincenzo Moscato
candidato
Francesco Ficetola
matr. 534/785
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
A Papà, Mamma e Dina
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Indice
INTRODUZIONE………………………………………………..........………......1-5
Obiettivi……….………………………...…………………………………………………...2
Sommario……..………………………...…………………………………………………...4
CAPITOLO 1: la formazione a distanza e l’e-Learning …………………..…6-25
1.1 Nozioni di base delle tecnologie e-learning web-based ……………………………....8
1.2 I contenuti didattici e le caratteristiche della formazione online ………...…...…….9
1.3 Formazione online: un “investimento” per il futuro …………..…………………...10
1.4 I contenuti didattici nelle applicazioni e-learning …………………………
...……..11
1.5 I learning objects: cosa sono e come si “riusano”? …………………………………12
1.6 Definizioni date ai learning objects dalle organizzazioni e-learning ………………15
1.7 Proprietà dei learning objects ………………………………………………………..15
1.8 I tipi di learning object ……………………………………………………………….18
1.9 Metadati per i learning objects ………………………………………………………20
1.10 Descrivere i dati con i metadati …..………………………………………………...21
1.11 Standard per i metadati …………………………………..………………………...23
CAPITOLO 2: Uno standard per l’interoperabilità: lo SCORM………..…26-60
2.1 Stato dell’arte degli standard di metadatazione ……………………………………28
2.2.1 AICC …………………………………………………………………………....29
2.2.2 IMS ……………………………………………………………………………..29
2.2.3 ADL ……………………………………………………………………………..30
2.2.4 IEEE/LTSC …………………………………………………………………….. 31
2.2 Lo Standard SCORM: cos’è e perchè? ……………………………………...……...31
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
2.3 Concetti generali del modello di riferimento SCORM………………….…………
..32
2.4 Descrizione e organizzazione dello SCORM ………………………………………..33
2.5 Prerequisiti di alto livello dell’ADL …………………………………………………35
2.6 I Learning Management Systems in SCORM ………………………………………36
2.7 Tracciamento del learner …………………………………………………………….38
2.8 Overview dello SCORM ……………………………………………………………...39
2.9 I moduli funzionali di un sistema di e-learning ……………………………………..40
2.10 Che cos’è lo SCORM Content Aggregation Model ? ……………..………………41
2.11 Le componenti dello SCORM Content Model ……………………..……………...42
2.11.1 Assets ……………………………………………..……………………………43
2.11.2 Sharable Content Object (SCO) ………………..………………………………43
2.11.3 Content Aggregation ………..………………………………………………….44
2.12 Le componenti dello SCORM Metadata …………………………..………………46
2.13 Meccanismo di estensione dell’XML …………………………………..…………..46
2.14 Content Packaging …………………………………………………………..………47
2.15 Content Structure …………..……………………………………………………….48
2.16 Descrizione dell’IMS Package ……………………………………………..……….50
2.17 Premessa all’ambiente di esecuzione in SCORM ……………………..…………..53
2.17.1 Il Lancio (Launch) ……………………………………………..………………54
2.17.2 L’API (Application Program Interface) ………………..…………...…………56
2.18 Transizione degli stati nella comunicazione tra SCO e LMS con l’API Adapter ………..57
2.19 Responsabilità dell’LMS ……………………...……………………………………..58
2.20 Il modello dei dati (Data Model) ………………………………………..…………..60
CAPITOLO 3: I sistemi di distribuzione per l’e-Learning …………………61-76
3.1 Learning Management System……………………………………………………….63
3.2 Learning Content Management System …………………………………...…...…...65
3.3 Strumenti per la distribuzione e l’accesso ai contenuti …………...………..………66
3.4 Elementi costituenti una piattaforma FAD …………………………………………67
3.5 LMS SCORM 1.3-compliant VS. LMS SCORM 1.2-compliant …………………69
3.6 Livelli di interazione interessati da SCORM ……………………………………….70
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
3.6.1 Importazione dei corsi ……………………………………………………….70
3.6.2 Presentazione dei contenuti ………………………………………………….71
3.6.3 Fruizione e colloquio con la piattaforma …………………………………….72
6.4.4 Descrizione …………………………………………………………………..73
3.7 Attività di un LMS in funzione dei componenti SCORM ………………………….74
3.8 I servizi offerti dalle piattaforme per l’e-learning ………………………………….75
3.9 L’Open-Source per l’e-Learning ………………………..…………………………...76
CAPITOLO 4: Analisi di benchmarking delle piattaforme ………………...77-117
4.1 I prodotti esistenti per i moduli funzionali e l’analisi del COL ……………………79
4.2 Analisi dell’E-Learning Lab dell’Università di Bologna …………………………..82
4.3 Analisi dell’Osservatorio Tecnologico del MIUR …………………………………..84
4.4 Analisi diretta …………………………………………………………………………86
4.5 Le piattaforme commerciali per l’e-Learning ………………………………………87
4.6 Lo scenario e-Learning italiano ……………………………………………………...88
4.7 Comparazione delle piattaforme e-learning Open Source più diffuse ……………
.89
4.8 MOODLE …………………………………………………………………………..…90
4.8.1 Che cos’è Moodle? ……………………………………………………………...90
4.8.2 Architettura di Moodle e sue caratteristiche …………………………………….92
4.8.3 Moduli funzionali di Moodle ……………………………………………………93
4.8.4 Funzionalità di Moodle ………………………………………………………….94
4.8.5 Grafica e usabilità ……………………………………………………………….97
4.8.6 Navigazione ……………………………………………………………….…….98
4.8.7 Tabella sintetica delle caratteristiche di Moodle ………………………………..98
4.8.8 Conformità agli standard e-Learning ……………………………………………99
4.9 ATUTOR …………………………………………………………………………….100
4.9.1 Che cos’è ATutor? ……………………………………………………………..100
4.9.2 Tools inclusi in ATutor ………………………………………...……………...101
4.9.3 Accessibilità di ATutor e conformità agli standard e-Learning ……………....104
4.9.4 Requisiti tecnici e valutazioni sull’installazione …………………………….104
4.9.5 Tabella sintetica delle caratteristiche di ATutor ………………………………105
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4.10 ILIAS……………………………………………………………………………….106
4.10.1 Che cos’è Ilias? ………………………………………………………………107
4.10.2 Requisiti tecnici ….………………………………………………………..….107
4.10.3 Linguaggio di sviluppo e profilo architetturale ……………………………..108
4.10.4 Funzioni della piattaforma, moduli funzionali e profili di operatività ………109
4.10.5 Accessibilità della piattaforma e standard adottati da Ilias ………………...…112
4.10.6 Problematiche riscontrate nelle prime versioni di Ilias ………………...……..112
4.10.7 Tabella sintetica delle caratteristiche di Ilias ………………..………………..113
4.11 Analisi diretta e valutazioni sulle tre piattaforme testate …………..…………...114
4.12 Valutazione conclusiva ………………………………………………..…………...117
CAPITOLO 5: Gli strumenti per la comunicazione sincrona …………...118-148
5.1 L’infrastruttura tecnologica ………………………………………………………..120
5.2 Strumenti di Skill Assessment ……………………………………………………...122
5.3 Strumenti di comunicazione asincrona a distanza interattiva …………………...123
5.4 Strumenti di comunicazione sincrona a distanza interattiva …………………….124
5.5 Importanza degli strumenti di insegnamento sincrono negli ambienti e-Learning……...126
5.6 Web Meeting, Conferencing e Virtual Classroom tools …………………………..127
5.7 Le Virtual Classrooms ………………………………………………………………128
5.8 I “luoghi logici” di una Virtual Classroom ………………………………………...130
5.9
Interazione sincrona: può il docente veder ridere i propri studenti online? …………...131
5.10 Valutazione delle funzionalità delle alternative per la formazione in “tempo reale”
……………………………………………………………………………….….……132
5.11 Akiva WebMeeting ………………………………………………………………...133
5.12 Centra Symposium ………………………………………………………………...136
5.13 Elluminate Live! …………………………………………………………………...139
5.14 Microsoft Live Meeting …………………………………………...……………….141
5.15 WebHuddle …………………………………………………………………………143
5.16 Riflessioni conclusive……………………….………………………………………147
APPENDICE: SCORM Conformance Requirements 1.2…………………150-157
Riferimenti bibliografici e sitografici……………………………………….158-161
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gli strumenti di learning management e lo
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Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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Introduzione
Lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione stanno mutando in
modo sempre più rapido e incisivo nella società in cui viviamo: tuttavia, l’innovazione
dilaga sempre più a macchia di leopardo, creando disparità nelle varie comunità.
L’evoluzione e i cambiamenti non interessano solo gli strumenti e le tecniche di
comunicazione, ma l’intera società e le forme in cui essa si esprime, a partire dalla cultura,
i costumi e il modo di pensare. Le funzionalità di base offerte dalla telematica (accesso a
risorse, comunicazione differita e in tempo reale…) possono essere utilizzate direttamente
come risorse nell’ambito di processi didattici di tipo tradizionale o possono servire a dare
modelli di insegnamento-apprendimento innovativi, basati su processi di comunicazione
collaborativi e bidirezionali. Si è coniato a tal punto il termine di istruzione a distanza o
formazione a distanza (FAD, Distance Learning).
Volendo dare una risposta concreta alle esigenze più disparate di coloro che intendono
intraprendere un percorso di apprendimento flessibile e che faciliti la gestione integrata di
tutti gli aspetti della formazione e della capacità personale di ciascun fruitore, sono state
promosse tecnologie e tecniche sofisticate per porre le basi per la creazione di quello che
attualmente è noto come e-learning.
L’accrescimento e il cambiamento continuo sia dei sistemi informatici che delle
infrastrutture di comunicazione consentono la sperimentazione e la concretizzazione di
modelli comunicativi più sofisticati, capaci di offrire nuove opportunità di apprendimento
sia in termini economici che qualitativi.
L'aumento incessante dell'utilizzo di Internet non produce semplicemente la corsa alla
realizzazione di diverse tecnologie, ma modifica in maniera rapida e assidua il modo di
lavorare delle persone. Per questo motivo il concetto di e-learning non si limita a quello di
trasferimento di contenuti formativi attraverso la rete, ma è un modo di concepire la
didattica che accresce il valore dell’insegnamento tradizionale con l'integrazione delle
tecnologie della comunicazione.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
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La Formazione a distanza è intesa come “istruzione del domani”, il nuovo modo di
insegnare e apprendere reso possibile dalle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione.
FAD significa progettare, selezionare, distribuire, amministrare, supportare e diffondere la
formazione, realizzando percorsi formativi personalizzati. Volendo adattare a questa
situazione il detto, "Se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna",
possiamo dire che questo nuovo aspetto didattico presuppone che non sia l’utente a
dirigersi verso la formazione, ma è la formazione a plasmarsi in base alle esigenze e alle
conoscenze dell’utente. L’insegnamento è sostanzialmente rimpiazzato da un processo
continuo di apprendimento in rete, in cui il discente assume costantemente un ruolo attivo.
Le attività di formazione in rete appaiono più sostenibili quanto più riescono a garantire
flessibilità e libertà di azione ai discenti.
La metodologia utilizzata dalla FaD per la costruzione dell’ambiente virtuale di
apprendimento è costituita dall’erogazione dell’esperienza didattica attraverso una
piattaforma web, un software che permette di monitorare percorsi formativi degli utenti e
accedere a una serie di strumenti di comunicazione e di servizi collegati, quali forum
(comunicazione asincrona), la chat (comunicazione sincrona) e il tutoring (appoggio di un
tutor on line). Il continuo confronto tra i partecipanti al processo formativo dà luogo ad
uno scambio di idee e conoscenze che permettono la rielaborazione e la costruzione di
nuove conoscenze, che diverranno la base per un nuovo ciclo di apprendimento. Si attua
così un percorso formativo in cui non esistono più discenti passivi, ma individui partecipi
della loro stessa formazione.
Obiettivi
L’obiettivo principale di questo lavoro di tesi è quello di capire, innanzitutto, i vantaggi
che vengono forniti dalle tecnologie per l’apprendimento a distanza. Si cerca di fornire
una prima visione di alto livello a supporto del cosiddetto costruttivismo didattico, ovvero
una nuova modalità di insegnare, facendo diventare il discente non più un semplice
fruitore, ma una figura attiva nel processo di apprendimento. Si realizza la completa
interazione tra le figure del tutor e del fruitore, mantenendo un continuo scambio di
feedback che tende ad arricchire l’esperienza didattica erogata “online”.
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Oltre a discutere i vantaggi a cui una formazione online può portare, ci si addentra nei
meandri di quel nuovo settore che si è venuto a creare parlando di FAD: il settore dell’elearning. Non più semplice disciplina da trattare dal punto di vista teorico, ma soprattutto
un nuovo settore di mercato, in cui organizzazioni e società, private e non, cercano di dare
il loro contributo per migliorare e rendere disponibili tecnologie all’avanguardia, capaci di
garantire il requisito indispensabile dell’interoperabilità. Finita la descrizione ad alto
livello, sull’elearning e sulla formazione a distanza, si passa alla trattazione dei contenuti
didattici e alla loro descrizione. Contenuti che costituiranno le esperienze di
apprendimento, visti come moduli a sé stanti e capaci di essere riusati e condivisi. Grazie
alla descrizione di questi “blocchi di sapere”, attraverso l’uso dei metadati, si cerca di
effettuare la catalogazione e la indicizzazione degli stessi, rendendoli disponibili in
differenti contesti formativi. Si fornisce una prima introduzione agli standard per la
catalogazione e la descrizione dei metadati, discutendo la necessità di uno standard
comune capace di rendere le tecnologie per l’elearning non proprietarie, ma pienamente
interfacciabili e comunicanti, a scapito della sostanziale diversità funzionale e fisiologica.
Tutta la parte introduttiva ha spianato la strada all’analisi dello “standard de facto” più
diffuso e adottato nel settore: lo SCORM (Sharable Content Objects Reference Model).
Ormai adottato da molteplici organizzazioni del settore, lo SCORM risolve il problema
della interoperabilità tra le piattaforme e i contenuti didattici, realizzati anche da produttori
differenti. Descritti i tratti essenziali di questo modello di riferimento, ci addentriamo nel
cuore della presente tesi, che tratta proprio la progettazione degli strumenti di learning
management, soprattutto per quanto riguarda la loro conformità allo standard SCORM
(SCORM compliant). A corredo delle piattaforme per la distribuzione e l’erogazione di
contenuti didattici per l’elearning, ci sono anche una serie di strumenti per l’interazione e
la comunicazione asincrona e sincrona. A tal proposito, prima di discutere dei pro e i
contro di queste due categorie di tools di supporto, si passa alla valutazione sulla base di
criteri specifici e generali di alcune delle piattaforme Open Source più diffuse e valide
attualmente, in particolare Moodle, ATutor e Ilias.
Si conclude con la valutazione degli strumenti di videoconferencing e virtual classroom,
per l’interazione sincrona tra discenti e tutor, soffermandosi con particolare enfasi su
alcune delle soluzioni trial e Open Source di cui è stata possibile effettuare una stima
diretta.
Concludendo, si intendono definire come obiettivi globali di questo lavoro, la discussione
e il dibattito sulle alternative commerciali e opensource nel settore dell’elearning,
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fornendo la descrizione delle loro funzionalità e dei loro vantaggi, nonché alcune
riflessioni sullo sviluppo futuro di questo nuovo settore dell’Informazione, che da alcuni
anni sta prendendo piede anche in Italia, nella Pubblica Amministrazione, nelle aziende
per la formazione del personale e negli Atenei per la formazione a distanza.
Sommario
Nel Capitolo 1, si vuole fornire una descrizione di alto livello sulla formazione online a
distanza e sull’e-Learning, introducendo i primi concetti fondamentali. Vengono fornite le
nozioni di base sulle tecnologie web-based, senza entrare ulteriormente nei particolari,
nonché una prima trattazione sui contenuti didattici, sulla necessità della loro descrizione e
catalogazione, attraverso i metadati, e gli standard per la metadatazione. Si definisce,
inoltre, il learning object, enumerandone i tipi e le proprietà fondamentali.
Nel Capitolo 2, si affronta il problema della necessità di uno standard comune per
l’interoperabilità. Prerogativa che fa da introduzione allo standard SCORM, passando
comunque attraverso lo stato dell’arte degli standard di metadatazione (AICC, IMS, ADL,
IEEE/LTSC). Vengono successivamente approfonditi nel dettaglio gli aspetti essenziali
dello SCORM, partendo da una visione di insieme, passando per il modello di
aggregazione dei contenuti, arrivando alla descrizione dell’ambiente di esecuzione e del
modello dei dati.
Nel Capitolo 3, vi è una prima introduzione ai sistemi di distribuzione ed erogazione per
l’e-learning, analizzando gli elementi costituenti una piattaforma FAD, dal punto di vista
generale e a vari livelli di interazione. Inoltre, si analizzano le attività di un LMS in
funzione dei componenti SCORM, in modo da discutere sulla conformità delle piattaforme
LMS con lo standard.
Nel Capitolo 4, inizia l’analisi e la valutazione di una serie di strumenti opensource per la
erogazione dei corsi in modalità e-learning, sia LMS che LCMS, soffermandoci su alcuni
documenti di report rilasciati da organizzazioni del settore. Viene condotta un’analisi di
benchmarking su criteri specifici e generali di tre piattaforme in particolare, Moodle, Ilias
e ATutor, enumerando in modo discorsivo i moduli funzionali e le caratteristiche di
ognuna di essa, con una comparazione tecnica finale.
Nel Capitolo 5, si vuole terminare con gli strumenti a corredo delle piattaforme,
commerciali e non, per l’elearning. Si effettua una prima distinzione delle categorie di
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tools di comunicazione sincrona e asincrona, valutandone pregi e difetti, per poi stimare
direttamente strumenti che supportano la videoconferencing e l’incontro nelle “aule
virtuali”, per l’interazione in tempo reale. Anche qui si passano in rassegna alcune delle
alternative trial e opensource fruibili via rete, per arrivare ad una analisi e conclusione
finale delle stesse.
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Capitolo 1
La formazione a distanza e l’e-Learning
Ma cos’è effettivamente l’e-learning ? Volendo essere concisi è “un nuovo modo di
imparare”. Chi sceglie di imparare con l’e-learning può:
•
studiare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo connesso alla rete;
•
costruirsi percorsi di studio “su misura” e “ad hoc”;
•
vedere, ascoltare, interagire con i materiali didattici;
•
controllare il proprio stato di avanzamento grazie a test ed esercitazioni;
•
ricevere aggiornamenti e integrazioni in tempo reale;
•
chiedere il supporto di un tutor in caso di dubbi e difficoltà.
Creare contenuti per l’e-learning è un mestiere complesso, fatto di didattica, metodologia,
tecnologia.
Per quanto riguarda la didattica, tutto parte dall'autore. Esperto della materia, prepara i
contenuti che intende insegnare: da semplici documenti di testo a slide animate, da
materiali integrativi a esercizi e verifiche dell'apprendimento. A volte è una risorsa interna,
altre un partner esterno, altre ancora proviene dal team del cliente.
Continuiamo con la metodologia: presupposto imprescindibile a una buona attività di elearning è la riprogettazione dei contenuti tradizionali in formato multimediale. Essi
devono essere costruiti ed erogati tenendo conto dei canali percettivi che si attivano in un
ambiente formativo online e di quel modo di imparare strettamente connesso al fare.
Passiamo per la tecnologia: contenuti + tecnologia, la chiave di volta per il successo di un
prodotto formativo. Fare e-learning vuol dire sfruttare al meglio le potenzialità didattiche
offerte dalle nuove tecnologie. Partire da buoni contenuti e, grazie alla tecnologia, erogare
conoscenza. Nessuna competizione, ma la ricerca di equilibrio tra idea e forma, sapere e
funzionalità.
L’e-learning è una metodologia formativa che non fa altro che utilizzare la rete Internet
come canale di comunicazione. Ci sta un motivo non irrilevante: le tecnologie
multimediali e informatiche di Internet contribuiscono ad arricchire i contenuti
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d’apprendimento e mettono a disposizione risorse e servizi di comunicazione e di
collaborazione a distanza, quali forum, chat, email…
Queste caratteristiche rendono i corsi più coinvolgenti e attrattivi, migliorando la qualità e
l’efficacia dell’apprendimento. In realtà, la definizione data precedentemente di e-learning
fruibile solo attraverso Internet è abbastanza restrittiva. Infatti, l’apprendimento
“elettronico” è un settore applicativo delle Tecnologie dell’Informazione, che utilizza un
complesso di tecnologie e strumenti per distribuire contenuti didattici multimediali, quali
videoconferenze, teletrasmissioni, streaming video, comunicazione satellitare, reti
Intranet/Extranet, ecc.
C’è un aspetto abbastanza sottile che tuttavia bisogna cercare di cogliere: la differenza che
esiste tra l’e-learning e altre “versioni” di formazione a distanza come i Computer Based
Training (CBT) e i Web Based Training (WBT). Si parla di e-learning come terza
generazione (o evoluzione) della formazione a distanza.
Innanzitutto, il CBT è una modalità di insegnamento interattivo, svolto attraverso il
computer, che fornisce all'allievo una serie di stimoli, come domande cui rispondere,
esercizi da svolgere, decisioni da prendere, provvedendo infine a una valutazione dello
studente relativamente alle conoscenze e alle abilità acquisite. Tuttavia, a differenza
dell’e-learning, questo non usa una tecnologia di erogazione specifica. Nell’e-learning
compare un attore “tecnologico” molto importante: l’LMS.
Invece, il WBT è una forma di computer-based training, in cui i materiali didattici sono
resi disponibili attraverso Internet, intranet o extranet. I sistemi di WBT utilizzano corsi di
auto-istruzione, visualizzabili tramite il browser, e strumenti come le e-mail, i newsgroup,
le chat, per consentire la comunicazione con i tutor e con gli altri allievi. Però, manca la
capacità di tracciabilità (tracking), che permette di tenere una serie di informazioni del
discente circa il suo percorso formativo all’interno della piattaforma, propria dell’elearning.
Ma perché l’e-learning? Ecco alcuni dei maggiori vantaggi:
1. risponde alle esigenze di aggiornamento senza richiedere spostamenti;
2. tempi rapidi di formazione;
3. riduce i costi per la formazione;
4. percorsi di apprendimento personalizzati;
5. favorisce la nascita di una comunità virtuale.
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1.1 Nozioni di base delle tecnologie e-learning web-based
Come già detto nel paragrafo precedente, una componente base dell’e-learning, che lo
distingue dalle altre “versioni” di tecnologie per la formazione a distanza, è la piattaforma
tecnologica, denominata Learning Management System o LMS. Tuttavia, tale tecnologia
verrà descritta dettagliatamente in un capitolo a parte, in modo da cogliere una serie di
aspetti tecnici più sottili e descrivere nel dettaglio il suo funzionamento.
Anticipando la trattazione tecnica, un LMS è un sistema gestionale che permette di
tracciare la frequenza ai corsi e le attività formative dell’utente (accesso ai contenuti,
tempo di fruizione, risultati dei momenti valutativi, …). Tutte le informazioni sui corsi e
gli utenti restano indicizzate nel database della piattaforma: questa caratteristica permette
all’utente di accedere alla propria offerta formativa effettivamente da qualsiasi computer
collegato ad Internet, generalmente senza la necessità di scaricare software ad hoc dal lato
server, e a volte perfino senza necessariamente consentire attraverso il proprio browser il
deposito e la memorizzazione di cookies. L’utente è insomma in questo caso
“delocalizzato” e, in virtù di ciò, più semplice risulta il suo accesso al proprio percorso
formativo modellizzato sul server, da qualsiasi luogo in qualsiasi momento (anywhere /
anytime).
Si introduce uno specifico “ambiente” della piattaforma, l’aula virtuale, in cui si ha
l’interazione (soprattutto in modalità sincrona) fra gli utenti: si tratta infatti di strumenti
che favoriscono la comunicazione immediata tramite chat, lavagne condivise e
videoconferenza e così via. Tuttavia, è possibile gestire anche l’apprendimento asincrono
(che non necessita la presenza di utenti nello stesso momento): forum di discussione,
document repository, accesso ai materiali didattici o di supporto…
Altre tecnologie orientate all’e-learning web-based sono i sistemi noti come Learning
Content Management System (LCMS), che si occupano della gestione dei contenuti
(come gli LMS), ma permettono anche il supporto alla fase di creazione degli stessi oltre
che alla loro erogazione. Questi, insieme agli LMS, completano il quadro delle
“piattaforme di e-learning”.
1.2 I contenuti didattici e le caratteristiche della formazione online
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I contenuti dei corsi didattici possono essere progettati in diversi formati: pagine HTML,
animazioni 2D o 3D, contributi audio, contributi video, simulazioni, esercitazioni
interattive, test, ecc. In qualsiasi caso, si tratta di contenuti realizzato in modalità
multimediale e possono essere costruiti ad hoc o essere stati modificati da materiale già
esistente in formato elettronico.
Gli aspetti di e-learning sostengono che i materiali didattici dovrebbero essere costruiti ad
hoc in modo da garantire le cinque caratteristiche della formazione online:
•
modularità: il materiale didattico deve essere composto da moduli, che
chiameremo Learning Objects (LOs) , in modo che l’utente possa dedicare alla
formazione brevi lassi di tempo (indicativamente 15/20 minuti di tempo),
personalizzando così tempi e modalità di approccio ai contenuti;
•
interattività: l’utente deve interagire con il materiale didattico, che deve
rispondere efficacemente alle necessità motivazionali dell’interazione uomomacchina;
•
esaustività: ogni LO deve rispondere a un obiettivo formativo e portare l’utente al
completamento di tale obiettivo;
•
interoperabilità: i materiali didattici devono essere predisposti per poter essere
distribuiti su qualsiasi piattaforma tecnologica e per garantire la tracciabilità
dell’azione formativa. A tal fine sono stati individuati quindi degli standard (tra cui
AICC, SCORM, IMS,…) che devono essere implementati per garantire la
comunicazione fra diversi sistemi e fare in modo che un contenuto didattico
concepito su una piattaforma possa essere integrato in un’altra. Attualmente lo
standard che va per la maggiore è lo SCORM, su cui si concentrerà il presente
lavoro di studio e di tesi.
Una delle maggiori criticità dell’e-learning rispetto alla formazione tradizionale è
l'apparente mancanza del docente.
L'assenza di questa figura viene sopperita con azioni di tutoraggio che supportano la
formazione degli utenti per quanto riguarda l'approfondimento degli argomenti di studio: il
tutor agisce in modo da limitare l'effetto “abbandono dell'apprendimento prima del
termine della formazione” (drop-out), che nell'e-learning ha un tasso di rischio
notevolmente più alto rispetto alla formazione tradizionale.
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•
Il tutor agisce sulle attività del singolo e del gruppo attraverso gli strumenti
disponibili: chat, forum, posta elettronica, ...
•
Ha il compito di distribuire i materiali di didattici e di supporto
•
Si relaziona con gli esperti di contenuto per aiutare gli utenti nella formazione
•
In molti casi gestisce le aree di collaborazione degli LMS.
1.3 Formazione online: un “investimento” per il futuro
Le aziende stanno investendo sempre di più in questo settore anche perché, stando ai dati,
utilizzare tale strumento di formazione costituisce anche un notevole risparmio a livello di
costi (si parla di una riduzione di circa il 35%). Inoltre, l’aumento delle connessioni a
banda larga anche in Italia, renderà tale strumento sempre più appetibile ed accessibile da
parte di privati o aziende.
Non dovrebbe meravigliarci che il settore dell’e-learning sia diffusissimo negli Stati Uniti,
ma anche in Europa se ne sta verificando un crescente sviluppo. A favore del trend
positivo statunitense, giocano sicuramente la tipologia organizzativa di molte aziende
(multinazionali e grandi aziende decentrate su un vasto territorio) e una componente
culturale nei confronti dell’educazione aperta (sicuramente più che in Europa) all’utilizzo
di strumenti intermedi, non solo nelle aziende, ma anche nell’università e negli istituti di
educazione superiore.
Per molte ragioni, in Italia la diffusione dell’e-learning è notevolmente più lenta e
difficoltosa rispetto ai trend americani: la tradizione culturale della formazione in aula è
molto più radicata e, nonostante gli incentivi (sia rivolti alle aziende pubbliche e private,
che alle istituzioni educative) per la sua diffusione, sembra che il panorama formativo
italiano sia “timoroso” rispetto all’implementazione di programmi e-learning. Si parla di
un nuovo traguardo che le aziende vogliono raggiungere: l’interaction design in ambiente
e-learning.
L’interaction design è un nuovo termine, coniato nell’ambito delle ricerche sui servizi di
comunicazione, per definire l’attività di progettazione e sviluppo degli strumenti, delle
interfacce e dei sistemi di comunicazione, resi possibili dalle nuove tecnologie
informatiche.
L’obiettivo dell’interaction design è quello di comprendere la relazione tra gli artefatti, le
persone e i contesti (fisici, culturali, storici, virtuali) e definire, di conseguenza, la forma
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degli artefatti e il loro modello di interazione. Scopo ultimo è quello di portare l’usabilità
nel processo di progettazione.
All’interno di un processo di interaction design, si investigano l’uso che verrà fatto
dell’artefatto e il target a cui esso si rivolge. Questo significa che le questioni legate agli
utenti guidano il processo più di quanto non facciano le questioni tecniche. Il modo
migliore di assicurarsi che tutto lo sviluppo tenga in considerazione le necessità dell’utente
è quello di coinvolgere utenti reali per la durata dell’intero processo. In questo modo gli
sviluppatori riescono a raggiungere una migliore comprensione dei bisogni degli utenti,
arrivando a realizzare un prodotto più appropriato e maggiormente usabile. Le forze
trainanti per lo sviluppo di un prodotto dovrebbero essere quindi gli utenti reali e i loro
bisogni e non solo le tecnologie.
Tuttavia, non ci si vuole soffermare su questi aspetti di progettazione, dato che
l’attenzione è diretta in questo caso alla creazione di contenuti didattici, alla loro
erogazione e gestione attraverso sistemi e piattaforme preesistenti nel modo più
interoperabile possibile.
1.4 I contenuti didattici nelle applicazioni e-learning
Nei paragrafi precedenti è stata fornita una prima panoramica, piuttosto generale, sull’elearning e le prime definizioni sulle tecnologie utilizzate per poter fare “formazione a
distanza”. In questo capitolo si parlerà degli “attori” principali che devono essere forniti ed
erogati ai cosiddetti “fruitori” di contenuto: i contenuti didattici.
Tuttavia, questo termine è ancora troppo generico, infatti, si preferisce parlare di learning
objects (LOs), ovvero come contenuti “predisposti” all’apprendimento attraverso
tecnologie infotelematiche. Il loro uso affonda le radici nel paradigma della
programmazione object oriented, in cui si ricorda che prerogativa essenziale è la creazione
di componenti (gli objects) indipendenti l’uno dall’altro, riutilizzabili in contesti diversi
grazie alla loro duttilità nell’essere riadattati a esigenze e obiettivi via via diversi.
Questa è soprattutto l’idea base del learning object: si possono creare piccoli
(relativamente alla lunghezza del corso intero) blocchi di istruzione indipendenti dal
contesto e autonomi l’uno dall’altro che possono essere assemblati e riutilizzati in maniera
ogni volta diversa, in contesti differenti, senza dover riprogettare ogni volta l’intero corso.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
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Il loro assemblaggio avverrà seguendo una sequenzialità che permetta di dar luogo a veri e
propri percorsi didattici distinti adeguati alle esigenze peculiari dell’utente finale.
Supponiamo che su una piattaforma vengano creati due corsi distinti, ad esempio un corso
di fisica e un corso di analisi matematica. Supponiamo, inoltre, che uno studente che
intenda iscriversi ad un corso di fisica, si veda un argomento in cui ha necessariamente
bisogno di dimostrazioni di analisi matematica per capire a fondo l’argomento. La
potenzialità del riuso dei contenuti didattici disponibili e “allegati” al corso di analisi
possono essere “trasferiti” nel corso di fisica attraverso dei riferimenti e adattati per fornire
una base di studio completa al fruitore. Si ha semplicemente il riuso dei contenuti già
disponibili altrove sulla piattaforma.
È proprio questo il vantaggio che è possibile avere considerando i LOs come se fossero
dei “bagagli” didattici singolarmente distinti, ma che nel complesso potrebbero formare un
vero e proprio percorso di apprendimento di grande immediatezza.
Tuttavia, cosa distingue un oggetto didattico, qual è il learning object, da un normale
contenuto didattico? Innanzitutto, gli oggetti in questione non sono composti solo da una
parte di contenuto: questo li renderebbe dei semplici oggetti di formazione e non degli
elementi didattici veri e propri. Per essere tali, e quindi elementi di un percorso di
apprendimento, essi devono contenere almeno 4 elementi di base:
-
la dichiarazione dell’obiettivo;
-
una parte di contenuto, che può essere proposta sotto diverse forme medianiche:
testo, audio, video o multimediale, e più o meno interattivo;
-
esercizi per un migliore apprendimento, attraverso la pratica, delle teorie
presentate;
-
un feedback immediato che avviene tramite la valutazione.
1.5 I learning objects: cosa sono e come si “riusano”?
Il Web e tutti gli altri strumenti che Internet mette a disposizione hanno reso possibile
pensare a nuovi approcci al concetto di formazione a distanza. I Learning Objects sono
attualmente al centro dell’attenzione nel mondo dell’e-learning proprio perché sembrano
dare una risposta a esigenze molto sentite nella formazione aziendale, nell’aggiornamento
professionale e nella didattica tradizionale. Le parole chiave degli “oggetti di
apprendimento” sono quindi: riusabilità, adattabilità, condivisione e standard di
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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descrizione. Sulla base di questi assunti si stanno realizzando dei repository (archivi) di
learning objects a cui insegnanti e formatori possono attingere per costruire courseware
personalizzati. Questa visione innovativa della didattica però risente ancora di problemi
d’impostazione teorica e pratica che devono essere risolti per poterne garantire una reale
diffusione ed un uso efficace.
Quasi sempre i contenuti per l’apprendimento vengono creati su sistemi software
proprietari, inutilizzabili in altri contesti. In un futuro prossimo quindi lo studente o il
docente potrebbero muoversi liberamente all’interno di più sistemi o anche selezionare
risorse educative da più sistemi differenti. Per raggiungere questo ambizioso traguardo è
stato necessario pensare a dei modelli modulari e condivisi di rappresentazione della
conoscenza e di descrizione dei contenuti: in questo contesto si è affermato il concetto di
“oggetto di apprendimento” o “learning object”.
I learning objects sono identificabili come dei “blocchi” autonomi tra loro e indipendenti
dal contesto che possono essere assemblati in ogni momento in cui vengono richiesti ed in
base alle esigenze del discente.
Sono una sorta di risorse didattiche “modulari”, risorse digitali che possono essere
riutilizzate per supportare l’apprendimento. In questa definizione, è inclusa qualsiasi cosa
che possa essere disponibile online. Generalmente, in un contesto più strettamente legato
all’e-learning, i LOs possono essere intesi come entità digitali gestibili e fruibili attraverso
Internet o una Intranet, grazie ad un sistema di applicazioni distribuite alla cui base vi è un
LCMS (Learning Content Management System), in grado di far fronte in tempo utile ed in
regime di concorrenza, alle richieste di risorse provenienti dagli attori dell’evento
formativo, a cui si aggiungono gli sviluppatori di software e di corsi.
Ciò costituisce una grande potenzialità poiché i progettisti possono collaborare
all’implementazione delle banche dati da luoghi diversi e utilizzare valutazioni dei corsi in
atto, per sostenere un continuo feedback progettuale atto a migliorare continuamente la
qualità della formazione erogata.
Il concetto essenziale è la riusabilità: i learning objects sono risorse didattiche che è
possibile riusare in qualunque momento e luogo senza modificarne il contenuto. È per
questo che si è parlato di repository di learning objects, come un nuovo modo di
memorizzare dati persistenti “portatori di conoscenza”.
Oltre al concetto di riusabilità, un’altra caratteristica è la modularità. Alcuni autori usano
la dizione di Reusable Learning Object (RLO), che si contrappone alla odierna visione
“monolitica” che è irradiata nei tradizionali metodi per la creazione di materiale didattico
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per l’e-learning: spesso in questa ottica “monolitica” è il solo docente che crea un corso, lo
sviluppa e lo utilizza. Tuttavia, il risultato è un blocco semanticamente molto consistente,
ma di cui è difficile modificare o adattare delle parti per corsi simili o per esigenze di un
gruppo di particolari studenti. I LO sembrano appunto offrire una soluzione a questi
problemi sia dal punto di vista degli utenti che degli sviluppatori: gli utenti si vedono
offrire una modalità adattativa per la creazione di courseware “su misura” in base ai
bisogni e agli stili di apprendimento propri di ciascuno; gli sviluppatori si vedono
soddisfare il requisito di condivisione e riutilizzo delle risorse, facilità di aggiornamento,
risparmio di tempo e di costi.
Alcuni si riferiscono spesso ai LO con una metafora, forse un poco fuorviante, che li
accomuna a moduli simili ai blocchetti del lego che contengono una piccola unità di
apprendimento su di un argomento specifico: questa unità oltre al materiale didattico,
dovrebbe contenere anche una parte dedicata alla valutazione dell’apprendimento,
completa di esercizi e di soluzioni. Come detto precedentemente, il modulo così creato
può essere poi usato in molti courseware diversi di Fisica, Chimica o Scienze,
prelevandoli da appositi Learning Objects Repositories.
Esistono in effetti già molti “depositi” su web dove è possibile recuperare learning objects.
Per cui altro problema che si pone dinanzi è fornire un servizio di indicizzazione di queste
risorse online, che si risolve con l’uso dei cosiddetti metadati.
Infatti, tutti i learning object prodotti vengono inseriti all’interno di quelli che abbiamo
definito repository (depositi) o database elettronici per essere a disposizione di chiunque
ne avesse bisogno, sia esso il discente, il docente o l’instructional designer, in qualsiasi
parte del mondo si trovi e in qualsiasi momento abbia intenzione di accedere ai materiali
didattici.
Per poterli usare è però necessario poterli trovare. Non è facile trovare qualsiasi cosa in un
sistema di distribuzione di contenuti grande come il World Wide Web o una grande
intranet. La soluzione non sta solo nell’immagazzinare i learning object ma soprattutto
nella loro descrizione. Se si pensa ai learning object come ad un insieme di dati, allora la
loro descrizione sarà data dai metadati cioè “dati che descrivono gruppi di dati” (di cui
parleremo dettagliatamente in seguito) che contengono informazioni sull’oggetto, come ad
esempio l’Autore, il Titolo, il Numero di versione, il Formato, la Durata, gli Obiettivi
didattici, i Prerequisiti tecnici necessari, ecc.
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Per facilitare il loro utilizzo le diverse associazioni che si occupano di creare metadati
hanno raggiunto la finalità di creare standard condivisi, in modo da rendere più facile e
veloce il reperimento in rete dei learning object.
Attraverso l’uso dei repository, la persona che voglia cercare un determinato tipo di
learning object può farlo, ad esempio, inserendo la parola chiave all’interno di un motore
di ricerca adatto e utilizzarlo per i propri scopi didattici.
1.6 Definizioni date ai learning objects dalle organizzazioni e-learning
La IEEE-LTSC (Learning Technology Standard Committee) definisce i learning objects
come “a learning object is defined as any entity - digital or non-digital - that may be used
for learning, education or training” (IEEE, 2002) - “ogni entità digitale o non digitale
che può essere utilizzata, riutilizzata o indicata come riferimento durante l’apprendimento
supportato dalle nuove tecnologie”.
David Wiley, un esperto del settore che lavora con la IEEE, propone una definizione più
precisa rispetto a quella dell’LTSC, che dice che un LO è “ogni risorsa digitale che può
essere riutilizzata per supportare l’apprendimento”. Con tale definizione si include
qualsiasi cosa che può essere erogata attraverso la rete, su richiesta, sia essa piccola
(immagini digitali, video o audio in streaming o live, animazioni, piccole applicazioni
erogate dal web) o grande (pagine web con contenuti testuali, immagini o media di ogni
genere).
A differenza della definizione dell’LTSC che considera i LO entità sia digitali che non,
Wiley rifiuta il termine “non digitali”. Come un qualcosa che sia disponibile e fruibile solo
attraverso un mezzo tecnologico quale la rete.
In effetti, questa definizione conclude la distinzione con cui abbiamo iniziato questo
capitolo: i learning objects come specializzazione dei contenuti didattici, fruibili attraverso
la rete Internet o Intranet. Inutile dilungarci ulteriormente su altre definizioni di LO,
l’importante è ricordare che proprio come i mattoncini di lego sono assemblati per creare
delle vere e proprie costruzioni, così i LO vengono “assemblati” per creare dei veri e
propri percorsi didattici personalizzati.
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1.7 Proprietà dei learning objects
Un learning objects deve possedere alcune proprietà fondamentali, così come elencate da
Stephen Downes (Downes, 2002):
•
condivisibile, riusabile: deve essere possibile riutilizzare un contenuto didattico
pensato per un determinato corso, in un certo contesto, in un diverso corso. Diverse
persone devono avere accesso all’oggetto. Deve essere possibile condividere
l’oggetto tra più utilizzatori. La riusabilità è l’elemento cardine dell’intera
“economia” dei LO, in quanto consente di non reinventare contenuti già sviluppati
da altri e di ottimizzare quindi gli investimenti nell’e-learning;
•
digitale: sebbene, come visto nel paragrafo precedente, una delle definizioni
ufficiali più accreditate (IEEE) includa nel concetto di LO anche risorse non
digitali, come libri o qualunque altra risorsa didattica, una definizione operativa
legata all’e-learning e basata su tecnologie web-based deve per forza di cose
limitare il suo campo alle sole risorse digitali, dove per “digitale” si intende che i
LO possano essere distribuiti utilizzando Internet;
•
modulare: gli oggetti di apprendimento non sono interi corsi monolitici, con un
inizio e una fine e senza possibilità di scomposizione, ma piuttosto unità di
contenuti più piccole, utilizzabili in diversi contesti. Il singolo LO deve tuttavia
costituire un’entità autonoma o, in termini pedagogici, dotata di un obiettivo
didattico ben identificato;
•
interoperabile: non ha senso creare contenuti didattici utilizzabili all’interno di
una sola piattaforma tecnologica, senza la possibilità di passarli ad un diverso
sistema. Alla base di questa necessità c’è la volontà degli utenti (discenti e docenti)
di accedere al “mercato” della formazione a distanza via Internet in modo “aperto”,
non soggetto alle impostazioni tecniche e commerciali di un singolo produttore.
Deve essere possibile utilizzare LO prodotti da diversi fornitori, con tecnologie
diverse, per sistemi diversi, ed assemblarli senza dover apportare significative
modifiche ai singoli oggetti per renderli compatibili con il nuovo contesto. Inoltre
si tratta di creare contenuti “attivi” che, attraverso apposite interfacce,
comunichino quello che accade rispetto alla fruizione, allo svolgimento di test di
valutazione, ai tempi di apprendimento ed altri parametri interessanti per la
valutazione sia dell’allievo che della validità del contenuto stesso;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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•
facilmente recuperabile: la ricerca e il recupero dei LO è, assieme alla
interoperabilità, altro elemento chiave dell’intera filosofia dei LO. Per poter
utilizzare un determinato contenuto devo sapere se esiste, dove poterlo rintracciare.
È necessario per questo che un LO possieda anche una chiara caratterizzazione
didattica, ovvero contenga informazioni di carattere pedagogico. Come già
anticipato, tale servizio è fornito dalla descrizione dei dati fornita dai metadati, che
analizzeremo successivamente.
Quindi, possiamo di nuovo arricchire la definizione di learning object: non solo un LO
deve essere una unità didattica modulare e digitale, fruibile attraverso una applicazione
distribuita in rete, riusabile ed adattabile alle esigenze e alle esperienze didattiche di
apprendimento, qualunque esse siano, ma deve avere anche una chiara descrizione in
maniera tale da essere facilmente reperibile e rintracciabile per poterla riutilizzare in altri
contesti.
Quindi, una normale presentazione di una lezione in PowerPoint può essere considerato un
learning object? La risposta è no: la presentazione .ppt è sì un elemento fruibile dalla rete,
contiene sì una unità didattica di un determinato corso, è sicuramente digitale, ma
sicuramente è “proprietario” (senza Microsoft PowerPoint non è possibile visualizzarlo, e
non contiene metadati che possono descrivere il suo contenuto e una serie di informazioni
utili al suo reperimento e alla sua classificazione).
Un LO è logicamente composto da due elementi: il contenuto e i metadati. Ma di questi
ultimi ci si occuperà in un paragrafo a parte in maniera dettagliata, in modo da capire
come sono organizzati i contenuti didattici in ambiente e-learning.
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Un altro aspetto che bisogna prendere in considerazione quando si parla di learning object
è quello di granularità: quanto deve essere grande ogni singola unità didattica “modulare”
per essere considerata “esaustiva” singolarmente? Non esiste uno standard che fissa tale
aspetto, ma di sicuro più un LO è grande e meno sarà riutilizzabile. Sicuramente la
decisione viene presa dal punto di vista didattico, dallo scopo che si intende perseguire. In
termini temporali, si sostiene che un LO dovrebbe durare tra i 5 e i 10 minuti, ma
ovviamente questa misura non è standardizzata. L’importante è non considerare un LO
come un piccolo “elemento di informazione”, ma intenderlo come un vero e proprio
“contenuto didattico”, che di per se espone in maniera esaustiva un preciso argomento.
Inoltre, un LO deve essere in grado di soddisfare un singolo obiettivo.
1.8 I tipi di learning object
Non esistono tipologie standardizzate di learning object: ne esistono di diversi. Nel caso
generale, essi possono essere:
-
semplici: contengono solo del testo e delle immagini, video, suoni anche integrati
tra loro, ma con una funzione prettamente informativa;
-
pratici: possono essere altamente interattivi e favorire l’apprendimento attraverso
la pratica: casi di studio, giochi, simulazioni, test e autovalutazioni, ecc.
-
integrati: uniscono una parte informativa a una pratica, come potrebbe esserlo ad
esempio una simulazione supportata da informazioni sul “come procedere”.
Vediamo più nello specifico e dal punto di vista esemplificativo, quali possono essere le
tipologie di learning objects:
-
lezioni: in rete, come in un’aula reale, ci sono contenuti precisi che dovranno
essere forniti ai corsisti: fatti, descrizioni, regole, principi, leggi, procedure…
Dovranno essere, dunque, prodotte lezioni sotto forma di testi accompagnati da
immagini, disegni, suoni/registrazioni, filmati;
-
animazioni/simulazioni: lezioni che si limitano a “spiegare”. Sono meno efficaci
di lezioni interattive, in cui agli studenti sia richiesto di “agire”;
-
test ed esercizi con autocorrezione: sempre nella logica di proporre un
apprendimento non passivo, esiste la possibilità di creare test o altre esercitazioni
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forniti di autocorrezione, con aiuti e feedback, con assegnazione di punteggi e
valutazioni sul risultato;
-
proposte di lavoro individuali: la presenza di un docente/tutor in grado di
interferire con correzioni e suggerimenti permette di proporre anche esercizi aperti,
in ogni caso attività da svolgere e da inviare direttamente al tutor, oppure ad un
forum se si ritiene opportuno che i “prodotti” siano visibili da tutta la classe
virtuale, in modo che le correzioni fatte ad uno possano servire a molti;
-
proposte di lavoro di gruppo: altre proposte di lavoro possono essere rivolte ad
un gruppo, o a tutta la classe. Sono utili per suscitare discussioni in rete, oppure
possono offrire uno studio di un caso, o proporre la creazione di un programma, la
progettazione di un dispositivo elettronico, la definizione di un piano d’impresa, …
L’idea per il futuro è quella di estendere la filosofia OpenSource al paradigma del content
management distribution, in modo tale che chiunque possa creare risorse didattiche e porle
a disposizione di chi ne fa richiesta.
1.9 Metadati per i learning objects
I learning objects, grazie al fatto di avere i metadati che li esplicitano, possono essere
individuati, aggiornati e ricomposti, dagli LCMS, per formare nuovi “moduli didattici”
rispondenti in modo innovativo agli obiettivi formativi dei learners. Creare LOs efficaci e
soprattutto riutilizzabili richiede una specifica metodologia di progettazione e
realizzazione, seguendo la quale, è possibile realizzare in tempi rapidi e a costi contenuti
LO di elevata qualità. Per garantire che essi siano anche aggregati, suddivisi e riutilizzati è
necessario standardizzare la loro descrizione ovvero definire quelli che in gergo vengono
chiamati set di metadati.
I metadati, ovvero i “dati che descrivono i dati”, sono delle descrizioni standardizzate del
contenuto di un “oggetto di apprendimento”. Essi hanno semplicemente la funzione di
classificarli e di identificarli, grazie ad una serie di campi che li rendono facilmente
reperibili grazie a criteri di ricerca avanzati e personalizzati.
I metadati per le risorse didattiche funzionano pressappoco come un catalogo di una
biblioteca: gli elementi contenuti nella descrizione di un libro sono il titolo, l’autore, la
localizzazione ed altre informazioni. Lo scopo del catalogo è quello di identificare un libro
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nella collezione e consentirne l’accesso e la reperibilità. Quindi, i metadati sono usati per
identificare, localizzare e usare una risorsa didattica in Internet. Senza i metadati non si
potrebbe sapere se esiste una risorsa didattica. Si può quindi affermare che un learning
object = contenuto + metadati, come già anticipato nei paragrafi precedenti.
Si garantiscono quelle proprietà che abbiamo definito interoperabilità e integrazione
delle diverse tipologie di risorse didattiche in Internet, che consente di riusare un
contenuto evitando di duplicarlo.
I metadati forniscono “valore aggiunto” alla risorsa, consentendo anche di stabilire la
modalità di uso di un oggetto sia dal punto di vista pedagogico che delle condizioni di
utilizzo.
I metadati sono utilissimi per la reperibilità di tutte le risorse in Internet, sia strettamente
legate che non alla formazione a distanza. Gli stessi motori di ricerca riescono a
rintracciare le pagine web e le risorse sulla base delle descrizioni a corredo delle stesse.
Quindi, è stato necessario creare degli standard che potessero dettare delle “regole” nella
descrizione dei contenuti in rete. Ad esempio, un documento web viene descritto
attraverso degli appositi tag HTML, in modo da inserire i metadati, oppure lo standard
emergente per la descrizione delle risorse Internet sta diventando il Dublin Core.
Tuttavia, ci concentriamo sullo standard strettamente legato al contesto dell’e-learning:
l’IEEE-LTSC LOM.
L’IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers), in particolare la sezione
Learning Technology Standards Committee (LTSC) ha creato uno standard per Learning
Object Metadata (LOM). L’IEEE LOM tenta di definire l’insieme minimo di attributi
necessari per gestire, localizzare e valutare le risorse didattiche. Lo standard è stato
utilizzato dal progetto europeo Ariadne, che ne cura il continuo aggiornamento.
Il progetto più importante che si basa su IEEE LOM è sviluppato dall’IMS Global
Learning Consortium, che è una organizzazione no-profit costituita da più di 50 membri
ed affiliati provenienti da ogni settore della comunità di e-learning, inclusi i venditori di
hardware e software, istituzioni formative, pubblicitari, agenzie governative, esperti di
multimedia, tutti con l’obiettivo di collaborare al fine di produrre criteri di interoperabilità
e riutilizzo delle piattaforme di e-learning. L’IMS sviluppa e promuove l’adozione di
specifiche tecniche per l’apprendimento interoperativo, alcune delle quali sono diventate,
de facto, standard universalmente accettati per lo sviluppo di prodotti software rivolti al
mercato dell’e-learning.
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Inoltre, l’IMS fornisce le linee guida e buone prassi per la localizzazione e l’uso delle
risorse didattiche, indicazioni che sono estese a comprendere tutte le interazioni tra gli
attori coinvolti nel processo di apprendimento e le risorse didattiche nelle varie fasi
dell’apprendimento.
1.10 Descrivere i dati con i metadati
Il LOM è uno degli standard più diffusi per la catalogazione delle risorse didattiche per la
formazione a distanza.
Supponiamo di voler effettuare una ricerca di una risorsa didattica in base al contenuto:
utilizziamo a tal punto una parola chiave e la inseriamo in un motore di ricerca. Se la
risorsa non contiene nel suo contenuto quella parola chiave, anche se potrebbe contenere
l’argomento giusto per quel tipo di ricerca, essa non viene elencata dal motore di ricerca.
Al contrario, anche se una risorsa didattica contiene quella parola chiave ma non è
pertinente all’argomento da ricercare, avremo un elenco di materiale ridondante che
produrrà solo “rumore” nell’informazione da ritrovare. Si parla di questi problemi
associati ai motori di ricerca attuali come high recall e low precision: ovvero difficoltà di
trovare informazioni rilevanti e presenza di dati non pertinenti nell’informazione ritrovata.
Ma la situazione è ancora peggiore sul fronte delle risorse multimediali: come si fa a
cercare un video che contiene una scena nella quale recita un determinato attore?
Nessun motore di ricerca è in grado di rispondere ad una tale richiesta.
Dal momento che uno degli obiettivi, nel paradigma dei LO, è la facile reperibilità degli
oggetti, non è pensabile che per questo scopo ci si possa affidare ai motori di ricerca.
Occorre trovare una soluzione alternativa fornita appunto dai metadati.
In pratica, occorre associare ad ogni oggetto che deve essere reperito, un insieme di
informazioni, una sorta di “cartellino” che fornisca la possibilità di identificare e
descrivere in modo rilevante per l’utente che sta cercando la risorsa didattica.
Le ricerche avverrebbero quindi non puntando sull’indicizzazione dei contenuti (o almeno
non soltanto su questa) ma sui dati strutturati presenti nei metadati.
Tuttavia, per fare in modo che gli sviluppatori di contenuti descrivano i dati seguendo un
criterio standardizzato, è stato definito uno schema comune di metadati, in modo da non
far sorgere dubbi o incertezze sul significato di qualche elemento descrittivo. Questa
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modalità a uno standard comune è la chiave per il buon funzionamento di un sistema di
ricerca stesso.
L’IEEE LOM fa proprio questo, definire uno schema comune affinché i campi di
descrizione dei contenuti siano praticamente sempre gli stessi. I LOM sono scritti in XML
(eXtensible Markup Language): il nuovo linguaggio a marcatura che dovrebbe aggiungere
della semantica alle pagine web, realizzato apposta per la “descrizione dei dati”.
Non è sufficiente “attaccare” un insieme di metadati ad una risorsa per renderla
automaticamente reperibile con facilità. I metadati sono, infatti, costituiti da dati
strutturati. Possedere una struttura, in questo contesto, significa che i dati sono
classificati secondo uno schema. Pensiamo ad una base di dati relazionale in cui nelle
colonne sono i campi, in corrispondenza dei quali vanno messi i dati per ogni singola
risorsa da rintracciare.
Perché usare XML per la creazione dei metadati?
Anche il linguaggio HTML mette a disposizione dei marcatori (tag) specifici per
introdurre informazioni descrittive, i tag META attraverso i quali è possibile inserire nella
intestazione della pagina il nome dell’autore, parole chiave per la ricerca e qualsiasi altra
informazione si desideri ancora. Questo pregio ha indubbiamente il vantaggio della
semplicità ma è fortemente condizionato dalla limitatezza della struttura esprimibile con
questa codifica (l’HTML).
Tuttavia, il LOM, standard di catalogazione che fissa lo schema a cui si rifanno gli
sviluppatori di contenuti per descrivere i loro contenuti, usa come linguaggio semantico
l’XML, creato dal W3C (il consorzio che si occupa del World Wide Web), come
evoluzione dell’HTML allo scopo di superarne i limiti, dovuti all’assenza di una
strutturazione dei dati che è totalmente assente nell’HTML. In HTML, infatti, non è
possibile distinguere tra struttura, contenuto e presentazione del documento. Con XML è
possibile scrivere documenti nei quali la struttura e il contenuto sono chiaramente separati
e interpretabili.
Abbiamo parlato di schemi per fissare la organizzazione delle descrizioni dei nostri
contenuti. Sul sito dell’IMS Global Learning Consortium (www.imsglobal.org) sono
gratuitamente scaricabili gli XML Schema, che vengono forniti dall’IMS come specifiche
per la descrizione dei contenuti didattici. L’aggiunta di uno schema è di enorme
importanza perché rende il file XML validabile: è possibile cioè per un programma
controllare la corrispondenza tra lo schema “dichiarato” e quello effettivamente impiegato
con l’indicazione di elementi obbligatori e facoltativi, oltre che del formato previsto per
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ogni elemento (se si aggiunge un elemento “tag” non approvato dallo schema, viene
fornito un errore in fase di validazione).
Ogni documento XML può anche contenere riferimenti a diversi schemi (detti
namespace) in modo da realizzare uno “spazio dei nomi” modulare e sempre controllato.
Allo stesso modo una organizzazione può crearsi un proprio “profilo applicativo adottando
parti di diversi namespace standard. Gli schemi possono essere introdotti in XML con
diverse tecniche (DTD, XML-Schema). In ogni caso l’aggiunta di uno schema è di enorme
importanza perché rende il file XML validabile: è possibile, cioè, per un programma,
controllare la corrispondenza tra lo schema “dichiarato” e quello effettivamente impiegato
per l’indicizzazione di elementi obbligatori e facoltativi, oltre che del formato previsto per
ogni elemento. Lo schema può essere integrato con il documento XML o recuperato
tramite un collegamento ipertestuale. Questa seconda possibilità rende ancora più
efficiente la scrittura in quanto è possibile utilizzare schemi standard memorizzati senza
doverli riscrivere ogni volta e ci si può riferire a schemi di organizzazioni standard. È
infine possibile che alcuni schemi prevedano la possibilità di estensione a cura dell’utente,
in modo da gestire particolari situazioni non previste dagli schemi standard (naturalmente
a scapito dell’interoperabilità). La X in eXtensible, della sigla XML, sta proprio a
significare che tutti possono creare nuovi tag.
1.11 Standard per i metadati
L’area dei metadati è probabilmente la più prolifica in materia di proposte e specifiche di
standardizzazione ed è anche l’unica nella quale esista una specifica emessa da
un’istituzione internazionale di alto profilo. Come accennato nel paragrafo precedente, nel
2002 l’IEEE ha emesso la specifica 1484.12.1 “Standars for Learning Object Metadata”,
conosciuta con la sigla LOM.
In precedenza, una delle prime organizzazioni che si è occupata di metadati è stata Dublin
Core, la cui proposta è rivolta alla descrizione di qualunque risorsa (quindi anche non
specificamente didattica) presente sul web. Ecco di seguito i 10 attributi degli elementi
del Dublin Core:
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Tuttavia, nel Dublin Core mancano totalmente elementi descrittivi di tipo pedagogico
(anche se sono proposte estensioni in tal senso), pertanto non è considerabile come uno
standard effettivamente utilizzabile per la descrizione efficace di LO.
La Dublin Core è stata, comunque, la prima iniziativa che ha fatto emergere la necessità di
introdurre i metadati per la descrizione delle risorse in rete e ha costituito la base di
partenza per le successive organizzazioni (ARIADNE, IMS, IEEE e altre) che si sono
occupate e si occupano tuttora dei metadati.
L’IEEE/LOM consiste in un insieme
di circa 70 elementi descrittivi, di cui
molti obbligatori, suddivisi in 9
gruppi, specificamente destinati alla
descrizione di risorse didattiche. Si
tratta dell’unico standard emesso da
un’organizzazione di “alto livello”
nel
settore
dell’e-learning.
Il
documento finale è stato, infatti,
approvato nel 2002 (IEEE 2002).
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L’insieme dei descrittori dell’IEEE/LOM è praticamente uguale a quello dell’IMS e
fornisce la base per i metadati dell’iniziativa ADL/SCORM, argomento centrale di questa
tesi.
Le 9 categorie in cui è suddiviso il modello LOM sono:

General: comprende informazioni generali che descrivono l’oggetto nel
complesso, come la descrizione, il titolo, il livello di aggregazione (corso, modulo,
lezione).

Lyfecicle: questa categoria raggruppa i descrittori relativi alle versioni del LO e
allo stato attuale come numero di versione, chi ha contribuito.

Meta-metadata: include informazioni sui metadati stessi;

Technical: in questa sezione si indicano i requisiti tecnici necessari per il
funzionamento del LO e le caratteristiche tecniche del LO stesso come il formato,
la dimensione e la dipendenza da particolari sistemi operativi.

Educational: caratteristiche pedagogiche ed educative del LO.

Rights: sono raggruppati gli elementi che descrivono i diritti di proprietà
intellettuale e le eventuali condizioni di utilizzo del LO come il costo e
informazioni di copyright.

Relation: eventuali relazioni del LO con altri correlati.

Annotation: comprende descrittori che consentono di inserire commenti
sull’utilizzo educativo dei LO, inclusi l’identificazione di chi ha creato
l’annotazione. Si possono trovare in questa sezione anche recensioni e commenti
da parte di esperti e utilizzatori.

Classification: attraverso gli indicatori di questa categoria è possibile classificare
il LO in relazione ad un particolare sistema di classificazione e si possono inserire
riferimenti a più sistemi contemporaneamente. Si può anche estendere in modo
personalizzato il sistema di descrizione in modo personalizzato.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Capitolo 2
Uno standard per l’interoperabilità: lo SCORM
Fino a poco tempo fa, lo sviluppo di software educativo è stato spesso il risultato di
iniziative individuali con poca o nessuna attenzione alla durata dei prodotti nel tempo, nel
senso che i rapidi cambiamenti tecnologici hanno reso presto obsoleti moltissimi materiali
didattici, magari anche di buona qualità. Volendo usare una definizione dell’Ingegneria del
Software, “il software (così come tutte le tecnologie informatiche) si usura nel tempo”.
Le piattaforme per la fruizione dei prodotti per l’e-learning, ovvero gli LMS (Learning
Management System), si sono contraddistinte subito per la straordinaria proliferazione di
prodotti
disponibili
sul
mercato e per la mancanza di
compatibilità
reciproca,
ovvero l’interoperabilità.
Ogni
sistema,
infatti,
memorizza i dati dei discenti
con
formati
proprietari,
rendendo
difficile
o
impossibile
trasferire
o
condividere
queste
informazioni con sistemi di
fornitori diversi. Parallelamente i sistemi per la creazione dei contenuti LCMS hanno
seguito la stessa strada, portando all’esistenza di una miriade di formati proprietari nei
quali sono registrati i materiali digitali.
La “babele dell’elearning” che si viene a creare con questa mancanza di interoperabilità
va contro la filosofia stessa dello scambio di informazioni su rete.
Chiunque vorrebbe trovare facilmente contenuti didattici che gli interessano sul Web e
poterli inserire nei loro corsi; i discenti vorrebbero poter scegliere e cambiare le istituzioni
erogatrici di formazione potendo portare con sé la propria “storia formativa” (percorso
formativo) in formato elettronico; i docenti vorrebbero poter comporre i loro corsi
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
riutilizzando materiali già disponibili ed avere supporto per le questioni amministrative,
come risultati di test, documentazione, valutazioni didattiche.
Sono questi i motivi di fondo, unitamente all’ingrandirsi del mercato dell’e-learning e
all’aumentare degli investimenti da parte di organizzazioni pubbliche e private, che hanno
portato ad iniziare ad occuparsi di standard. L’e-learning è, dunque, alla ricerca di uno
standard comune che consenta agli strumenti e ai metodi di formazione l’interoperabilità
e la condivisione di risorse.
Disporre di uno standard comune significherebbe, infatti, poter trasferire i contenuti da
un’architettura all’altra, poterli integrare tra loro, saperli scegliere in base a caratteristiche
e classificazioni univoche e, infine, poterli certificare con un attestato che indichi le
competenze acquisite.
La figura precedente mostra come con il termine interoperabilità si intende
sostanzialmente la più ampia condizione di libertà e di indipendenza dai singoli produttori
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
di soluzioni hardware/software, sia dal lato dei produttori stessi per la creazione e
l’assemblaggio di contenuti attraverso la combinazione di LO, sia dal lato degli utilizzatori
(sia docenti che allievi) per la scelta della piattaforma di erogazione preferita, il tutto senza
necessità di modificare i contenuti originari dei singoli LO.
La definizione di standard che rendono compatibili corsi e piattaforme sviluppati con
diversi sistemi presenta molteplici vantaggi. In primo luogo, gli insegnanti e gli allievi non
devono imparare ad usare più piattaforme, con notevole risparmio di tempo, denaro e
fatica. Dal punto di vista squisitamente tecnico, curare la manutenzione di più piattaforme
è più complesso che occuparsi di una sola.
Per finire, l’adozione di standard di sviluppo permette al docente di integrare un corso già
esistente aggiungendo del materiale didattico creato con un diverso sistema di authoring.
In passato, ma ancora oggi in alcune realtà aziendali, non si poteva fruire di certi contenuti
didattici se non si disponeva di una piattaforma creata con lo stesso sistema proprietario, e
viceversa.
Negli ultimi anni diverse aziende, enti governativi e università, soprattutto d’oltre oceano,
hanno mostrato interesse per la definizione di standard di progettazione destinati
espressamente al settore dell’e-learning. I più diffusi e accreditati sono senza dubbio AICC
(Aviation Industry CBT Committee), ADL SCORM (Advanced Distributed Learning –
Sharable Content Objects Reference Model), IEEE LTSC, già analizzata a livello di
standard di descrizione dei contenuti (metadati) nel Capitolo 1, e IMS, tutti adottati dai
principali produttori di software per la formazione a distanza.
Tuttavia, almeno in Italia, la loro diffusione incontra ancora una certa resistenza.
2.1 Stato dell’arte sugli standard di metadatazione
In questo paragrafo, vogliamo discutere per completezza, sullo stato dell’arte, ovvero sul
livello delle conoscenze tecnico-scientifiche e sulla storia evolutiva degli standard AICC,
IMS e DUBLIN CORE che sono precursori dello SCORM.
La parola chiave che sta alla base della maggior parte degli standard, soprattutto del
settore informatico, è l’interoperabilità, cioè la possibilità, da parte delle entità coinvolte,
di comunicare tra loro, riuscendo a comprendersi reciprocamente senza sforzo, usando una
sorta di “linguaggio universale”.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
“Lo standard è un documento fondato sul consenso e approvato da un organismo
qualificato, che fornisce, per uso comune e ripetuto, regole, linee guida o caratteristiche
per attività o per i loro risultati, allo scopo di raggiungere un ottimo grado di ordine in
un determinato contesto” (definizione di standard data dall’ISO – International Standard
Organization).
Già abbiamo introdotto gli standard nel paragrafo precedente, limitandoci alla descrizione
dei dati e dei contenuti didattici attraverso i metadati. Ma non bisogna standardizzare
soltanto i metadati, ma l’intero processo di creazione e distribuzione dei contenuti
didattici, in modo da garantire l’interoperabilità tra tecnologie, tecniche e metodologie di
sviluppo diverse.
L’ADL (Advanced Distributed Learning), come già citato, è una delle principali
organizzazioni che si occupa di standard per l’e-learning. Le singole organizzazioni e le
relative iniziative di standardizzazione possono essere suddivise in tre gruppi:
-
il primo comprende le organizzazioni più importanti la cui opera è dedicata
esplicitamente all’e-learning, tra cui ci sta l’AICC , l’ADL, e l’IMS;
-
il secondo gruppo include altre organizzazioni, meno importanti, operanti a livello
regionale;
-
il terzo comprende le grandi organizzazioni normative internazionali, sottolineando
il lavoro che stanno svolgendo nel settore specifico per giungere alla definizione
eventuale di standard formali.
2.1.1 AICC
L’AICC (Aviation Industry CBT Committee) è una associazione internazionale di
professionisti specializzati nella formazione basata sulle tecnologie didattiche,
originariamente nata per operare nel campo dell’industria aeronautica, settore dove già da
tempo è emerso il bisogno di avere standard di riferimento per l’addestramento del
personale mediante sistemi informatici (ecco perchè il nome si riferisce al CBT –
Computer Based Training).
2.1.2 IMS
L’IMS (Instructional Management System Global Learning Consortium) ha iniziato
l’attività nel 1997 come progetto all’interno del consorzio no-profit EDUCOM (ora
chiamato EDUCAUSE), formato da istituzioni universitarie statunitensi e dai loro fornitori
di soluzioni e-learning con l’obiettivo di riunire le forze per lo sviluppo di standard aperti,
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
non proprietari, per l’educazione a distanza e non. Attualmente IMS opera negli USA e in
Europa (dal 2001) come una società no-profit. Le specifiche IMS coprono praticamente
tutti gli ambiti della ricerca del settore, inclusi l’accessibilità, l’interoperabilità tra
piattaforme, il packaging dei contenuti, la progettazione didattica, i metadati. In
particolare, le specifiche IMS Metadata sono state recepite dall’IEEE LTSC per la
definizione del LOM (Learning Object Metadata), come anticipato nel Capitolo 1.
Tutte le specifiche IMS sono basate esclusivamente su XML (eXtensible Markup
Language), attraverso la definizione di DTD (Document Type Definition) o schemi XML
che descrivono gli elementi obbligatori e opzionali di un generico file XML. L’IMS ha
creato raccomandazioni per quasi tutti gli aspetti di una piattaforma LMS per corsi on-line.
Tra tutte le specifiche dell’IMS quella più interessante è quella relativa al content
packaging, le quali raccolgono materiale didattico in forma di corso o collezione di corsi e
lo rendono un pacchetto interoperabile. Parleremo del content packaging nei capitoli
successivi.
2.1.3 ADL
L’ADL (Advanced Distributed Learning) è una iniziativa congiunta del Dipartimento della
Difesa statunitense (DOD) in coordinamento con l’Office of Science and Technology della
Casa Bianca. Attualmente è strutturata come un consorzio di organizzazioni pubbliche e
private con il concorso di istituzioni accademiche, sempre di area statunitense. Il progetto,
più che a creare nuove specifiche, mira a integrare gli standard prodotti dalle altre
organizzazioni per creare un modello di riferimento per gli elementi condivisibili di
software didattico (SCORM – Sharable Courseware Object Reference Model, ribattezzato
dalla versione 1.1 in poi, Sharable Content Object Model). Si tratta di linee guida per
definire un formato di software didattico trasportabile attraverso piattaforme LMS
differenti.
SCORM vuole definire le interrelazioni dei componenti di un corso e il modello secondo
cui il contenuto didattico (inteso nel senso più ampio, includendo anche obiettivi didattici,
requisiti, ecc.) deve organizzarsi. Attualmente proprio ADL/SCORM è il modello di
riferimento più avanzato sulla strada dell’unificazione degli standard esistenti nel settore.
Ci soffermeremo più in dettaglio su tale modello, ma tuttavia anticipiamo che esso
comprende tre elementi principali: i metadati (con riferimento a quelli definiti dall’IMS),
l’ambiente di runtime, ovvero la comunicazione tra la piattaforma LMS e i singoli LO per
la tracciatura del percorso didattico individuale (basato sulle specifiche AICC), la
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
struttura del corso (basata su XML), necessaria per l’interoperabilità tra diverse
piattaforme LMS.
2.1.4 IEEE/LTSC
L’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers)/LTSC (Learning Technology
Standards Committee) è un comitato costituito all’interno dell’IEEE, che si occupa di
creare specifiche per ognuna delle aree connesse all’apprendimento, come i metadati, i
profili degli studenti, la sequenzialità dei corsi, la definizione delle competenze, la
localizzazione e lo sviluppo dei contenuti. Nel 2002 l’IEEE/LTSC ha emesso uno standard
relativo ai metadati, l’IEEE 1484.12.1 “Standards for Learning Object Metadata”, meglio
noto come IEEE LOM (o anche solo LOM). Si tratta di un importante passo verso la
definizione di uno standard de jure ed è comunque un punto di riferimento della massima
importanza, dato il prestigio e l’autorevolezza dell’IEEE a livello internazionale.
2.2 Lo Standard SCORM: cos’è e perché?
Abbiamo visto perché usare uno standard comune ed eccoci allora ad analizzare uno dei
modelli di aggregazione dei contenuti, che garantisce il requisito indispensabile
dell’interoperabilità nelle tecnologie per la formazione a distanza: lo SCORM.
Non è corretto considerare SCORM (Sharable Content Objects Reference Model) uno
standard, ma più precisamente esso è un modello di riferimento, una collezione di
specifiche adottate da molte fonti per fornire una suite completa di strumenti di e-learning
che permettono l’interoperabilità, l’accessibilità e riusabilità dei contenuti formativi basati
sul Web.
Prima di tutto lo SCORM nasce come una raccolta di indicazioni per gli sviluppatori di
piattaforme LMS e per gli sviluppatori di courseware, affinché i loro prodotti siano
facilmente interfacciabili gli uni con gli altri. Esso fissa le specifiche per il riutilizzo,
tracciamento, catalogazione degli oggetti didattici, che abbiamo chiamato learning
objects.
Tuttavia, lo SCORM non è solo un modello, ma è diventato uno standard de facto (ovvero
uno standard di “mercato”, diventato tale dopo la promozione da parte di organizzazioni
no-profit che lo hanno divulgato). Volendo essere più precisi, rispondendo alla domanda,
“che cos’è lo SCORM?”, possiamo dire che esso è un modello che serve ad erogare
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
contenuti didattici, tracciandone la fruizione e documentando il comportamento da parte di
chi studia, secondo criteri predefiniti, così che gli stessi contenuti possano essere
classificati, archiviati e resi disponibili come risorse per altri percorsi formativi. Esso
consente di gestire attività formative differenti e complesse che vanno molto aldilà di
quanto si potrebbe fare realizzando un contenuto con semplici pagine web.
Lo SCORM nasce dal lavoro di ricerca del Dipartimento della Difesa statunitense (DoD)
in coordinamento con l’Office of Science and Technology Policy della Casa Bianca nel
1997. Esso significa letteralmente “Modello di riferimento ad oggetti per la condivisione
dei contenuti”, una sorte di modello di riferimento per gli elementi condivisi di software
didattico. Si tratta di linee guida per definire un formato di software didattico trasportabile
attraverso piattaforme LMS differenti. L’iniziativa che ha integrato tutti gli standard più
accreditati esistenti nel campo dell’e-learning, dell’area americana e non (AICC, IMS,
IEEE, Microsoft LRN, ARIADNE) nello SCORM è stata l’ADL (Advanced Distributed
Learning). L'ADL è attualmente strutturata come un consorzio di organizzazioni
pubbliche e private con il concorso di istituzioni accademiche, sempre di area statunitense.
Attualmente è proprio ADL/SCORM il modello di riferimento più avanzato sulla strada
dell’unificazione degli standard esistenti nel settore.
L’ADL Initiative dichiara come scopi principali della propria attività:
o la riusabilità, ovvero la capacità di utilizzare gli stessi contenuti didattici in
contesti diversi, senza necessità di pesanti modifiche e adattamenti a diversi
sistemi operativi e piattaforme di erogazione;
o la durabilità, cioè l’attitudine di un certo contenuto a rimanere valido anche in
versioni successive del software di sviluppo o del sistema di erogazione;
o l’interoperabilità, intesa in questo contesto in modo più restrittivo, specificamente
focalizzato sulla possibilità di scambio di dati sia sui contenuti didattici che sugli
allievi da parte di diverse piattaforme, sulla base di formati comuni;
o l’accessibilità, intesa come la possibilità di recuperare i LO tramite indicizzazione
delle loro caratteristiche.
2.3 Concetti generali del modello di riferimento SCORM
In questo capitolo vengono dati solo dei concetti essenziali sulla organizzazione e sulla
terminologia adottata dal modello SCORM, per poi analizzare ogni “componente” nel
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
dettaglio nei capitoli seguenti. Innanzitutto, la potenza dello SCORM risiede nella capacità
dell’ADL di compendiare al meglio gli standard di organizzazioni preesistenti.
Sicuramente, come si vedrà meglio, l’adozione del linguaggio XML per la descrizione dei
contenuti è un altro suo punto di forza. Sotto la sigla GRIN indichiamo i seguenti aspetti
su cui il modello si basa (oltre a quelli elencati nell’ADL): granularità, riutilizzabilità,
interoperabilità, networkable.
Lo SCORM è stato elaborato per rendere generalmente riusabili i learning objects,
conseguentemente all’esplosione del World Wide Web. Con la certificazione SCORM, i
learning objects possono essere riusati in qualunque programma di supporto alla didattica,
che sia ovviamente SCORM-compliant (conforme allo SCORM).
Il modello comprende tre elementi principali: i metadati (con riferimento a quelli definiti
da IMS), l’ambiente di runtime (ovvero la comunicazione tra la piattaforma LMS e i
singoli LOs per la tracciatura del percorso didattico individuale - basato sulle specifiche
AICC ), la struttura del corso, basato su XML, necessaria per l’interoperabilità tra
diverse piattaforme LMS.
Secondo l’ADL, “lo SCORM costituisce un importante passo verso la liberazione dei
contenuti d’apprendimento dalle implementazioni locali”.
2.4 Descrizione e organizzazione dello SCORM
Il Dipartimento della Difesa (DoD) fondò l’ADL (Advanced Distributed Learning)
Initiative nel 1997 per sviluppare strategie di standardizzazione per l’apprendimento,
tecnologie di informazione per lo sviluppo dell’educazione e per rafforzare una stringente
cooperazione tra i governi, le accademie e le industrie coinvolte nel settore dell’e-learning.
L’ADL ha definito requisiti di alto livello per i contenuti didattici, intesi come componenti
riusabili, accessibili, durabili e interoperabili, cercando di riadottare soluzioni e tecnologie
già esistenti.
Lo SCORM definisce un Web-based learning “Content Aggregation Model” e un “RunTime Environment”
per i learning object. Tuttavia è possibile trattare lo SCORM
suddividendolo in specifiche di riferimento differenti, raccolte e descritte in “book”
diversi. Lo SCORM 1.2 è organizzato in tre sezioni (così come è organizzata la
documentazione stessa dell’ADL), come segue:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
-
nel Book 1 (Overview) è contenuta una veduta di insieme dell’ADL Initiative e un
sommario di specifiche tecniche e linee guida;
-
nel Book 2 (The SCORM Content Aggregation Model) ci sono i dettagli relativi
alla identificazione e all’aggregazione delle risorse presenti nei contenuti didattici
strutturati. In questo Book si descrive la nomenclatura per i contenuti didattici, si
descrive lo SCORM Content Packaging e ci si riferisce all’IMS Learning Resource
Meta-Data Information Model, esso stesso basato sull’IEEE-LTSC LOM, come
specificato nei capitoli precedenti (che era stato sviluppato come il risultato
congiunto dell’IMS Global Learning Consortium e dell’ARIADNE). Insieme, tutte
le precedenti specifiche sfociano nello SCORM Content Aggregation Model;
-
nel Book 3 (SCORM Run-Time Environment) si includono i dettagli per il
lancio, la comunicazione e il tracciamento dei contenuti in un ambiente web-based.
L’ADL collaborò con i membri dell’AICC per lo sviluppo di un comune Launch e
le specifiche per le API, adottando l’AICC Data Model per gli elementi di dati
web-based.
Come si può vedere nella figura di seguito riportata, le varie “sezioni” dello SCORM
prendono spunto da una serie di standard delle organizzazioni che hanno aderito all’ADL
Initiative, tra cui AICC, IMS e IEEE.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Il requisito chiave dell’ADL per i contenuti didattici è l’abilitazione degli stessi al riuso di
componenti di apprendimento in applicazioni multiple e in ambienti indipendentemente
con quali tools essi sono stati creati. Ciò comporta che i contenuti siano separati dal
contesto specifico dell’ambiente e dei vincoli di run-time e dai sistemi proprietari, così che
essi possano essere incorporati in qualsiasi altra applicazione. Si ha possibilità al riuso, il
contenuto può avere interfacce e dati comuni. Alcuni studi hanno dimostrato che
l’istruzione basata su tale tecnologia porta ad una riduzione significativa dei costi di
produzione del 30-60 %.
L’ADL Initiative è basata su varie tecnologie di apprendimento online. Esempi di queste
tecnologie possono essere classificate in due categorie: tecnologie asincrone e tecnologie
sincrone.
I programmi d’apprendimento a distanza tradizionale enfatizzano il concetto di tecnologie
sincrone, tra cui indichiamo il video teletraining e la video teleconferencing,
“costringendo” gli studenti ad incontrarsi tutti assieme in un posto e un dato momento. In
riferimento a questi tipi di tecnologie sincrone si è coniato il termine Distance Learning.
L’ADL enfatizza l’uso di tecnologie asincrone, che possono essere rivolte direttamente ad
ogni singolo studente senza che essi si vedano in uno specifico posto e una certa ora.
2.5 Prerequisiti di alto livello dell’ADL
Si vuole ora fornire una visione d'insieme di alto livello dello scopo e dei presupposti che
lo SCORM vuole raggiungere.
Parliamo dei cosiddetti High-Level Requirements dell’ADL, già incontrati nei capitoli
precedenti:
-
accessibilità: l’abilità di localizzare e accedere ai componenti didattici in remoto e
di distribuirli in qualunque altra locazione;
-
interoperabilità: l’abilità di portare i componenti didattici sviluppati in una
precisa locazione e in un dato ambiente, con un set di tool e piattaforme specifiche,
in un’altra locazione con un differente set di tool e ambienti. Ci sono diversi livelli
d’interoperabilità;
-
durabilità: l’abilità di resistere ai cambiamenti delle tecnologie senza prevedere la
riprogettazione, la riconfigurazione e la registrazione;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
-
riusabilità: la flessibilità di incorporare componenti didattici in applicazioni e
contesti multipli.
Nel contesto dell’ADL, la funzione base di un LMS è la gestione dei content objects.
Infatti, un LMS dovrebbe essere capace di lanciare un contenuto a prescindere da quale
tipo di tool è stato realizzato (anche se questo è proprietario) e modificare i dati sulla base
di quel contenuto al momento della sua esecuzione.
2.6 I Learning Management Systems in SCORM
L’LMS è inteso nello SCORM come la suite di tecnologie per il progetto funzionale
relativo alla distribuzione, al tracciamento, al report e alla gestione dei learning content
dell’interazione degli studenti con i contenuti. Il termine LMS nell'accezione SCORM può
essere usato per indicare tanto i più semplici sistemi di gestione dei corsi quanto gli
ambienti distribuiti di alta complessità (sviluppati da aziende e organizzazioni private).
Possiamo schematizzare un LMS come una suite di servizi, ma lo SCORM non traccia le
specifiche di queste funzionalità fornite da ogni LMS. Diciamo che dovrà essere l’LMS
compatibile con lo standard, per fare in modo che i contenuti SCORM-compliant siano
perfettamente tracciabili e trattabili. Di seguito viene mostrata una schematizzazione dei
servizi offerti da un LMS, da un punto di vista generale di alto livello:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Un LMS, infatti, può includere nuove funzionalità e servizi, come connessioni back-end
con altri sistemi informativi, tracciamento e report complessi per i contenuti, registrazioni
centralizzate, collaborazioni online e distribuzione adattativa dei contenuti (requisito che
abbiamo considerato importante per realizzare quello che è definito “apprendimento
personalizzato”) – tutti servizi richiesti per la gestione dell’avanzamento formativo degli
studenti.
Come già precisato, SCORM si concentra sulle interfacce tra i contenuti e gli ambienti
LMS, ma non ha alcuna voce in capitolo nella specifica delle caratteristiche e delle
capacità di ogni particolare LMS.
Lo SCORM supporta la nozione di learning content composti da risorse relativamente
piccole, riusabili e aggregate assieme per formare unità di apprendimento come corsi,
moduli, capitoli, lezioni, ecc. Ma le stesse risorse formative non hanno uno specifico
contesto. Esse vengono semplicemente combinate per formare i più disparati contesti che
verrano poi gestiti e resi fruibili dagli LMS, responsabile della “visualizzazione”
dell’esperienza formativa. Quindi, le risorse stesse potranno essere riusate in contesti
multipli, opportunamente e consciamente aggregate.
Ciò significa che le risorse didattiche non determinano esse stesse una sequenza di
navigazione nell’unità di apprendimento. Altrimenti sarebbe necessario che ogni risorsa
contenga informazioni su altre risorse.
Invece, la potenza dello SCORM è stata quella di suggerire che la sequenza di navigazione
attraverso i contenuti e le unità di aggregazione fossero interpretate e quindi definite
dall’LMS stesso (anche se la specifica sulla Sequenziazione/Navigazione è stata definita
solo a partire dallo SCORM 1.3).
Soltanto l’LMS, esaminando le regole esterne fissate per le aggregazioni di contenuti e
interpretandole “a suo modo”, conosce come i contenuti sono organizzati. Infatti, riesce a
scovare nei content package, le regole fondamentali che riguardano la struttura dell’unità
didattica stessa. Ciò permette allo sviluppatore di contenuti di specificare la sequenza di
attributi e le regole di navigazione mentre conserva la possibilità di riusare una risorsa
didattica attraverso contesti di aggregazione multipla.
Quindi, in poche parole, si ha la netta separazione tra le risorse didattiche, viste come
contenuti autonomi, e le regole di navigazione/sequenziazione, le quali verranno fissate in
un secondo momento, quando quella risorsa verrà a far parte di un contesto di
aggregazione (content package). Regole visibili e interpretabili dall’ambiente di fruizione
ed erogazione che è l’LMS.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
2.7 Tracciamento del learner
L’attore/destinatario dell’esperienza didattica è proprio il learner (lo studente). Il
tracciamento delle attività dello studente effettuato da tradizionali sistemi, come i
Computer Based Training (CBT) e i Web Based Training (WBT), fornisce le linee
guida per la costruzione degli ambienti di apprendimento adattativi. Storicamente, i
sistemi CBT hanno la capacità di tracciare le interazione del learner, sebbene lo facciano
in un ambiente proprietario e attraverso tool specifici. I sistemi WBT cercano di effettuare
il tracciamento cercando di eliminare l’ostacolo degli ambienti e dei tools proprietari.
I sistemi di apprendimento basati sul Web (Web-based learning systems) differiscono
dalle architetture Web site per un aspetto molto importante. Molti siti Web distribuiscono i
contenuti essenzialmente in una direzione: dal server all’utente. Le informazioni
occasionalmente provengono dall’utente, salvo il caso in cui, ad esempio, si ordina
qualcosa online, si compila qualche form che viene poi spedito indietro al server. Ma i
server Web non possono mantenere traccia delle attività dell’utente attraverso i contenuti,
se non viene inoltrata dall’utente stesso una specifica richiesta.
Un LMS, viceversa, può mantenere traccia dell’avanzamento del learner e del dominio
delle risorse. Infatti, cerca di conglobare il profilo informativo dello studente, i contenuti
distribuiti al learner, le interazioni monitorate e il grado di apprendimento, determinando
anche come lo studente possa proseguire verso altre esperienze.
I siti Web non hanno l’intento di tracciare consistentemente l’avanzamento formativo
dello studente. Creando gli Sharable Content Objects (di cui parleremo in questo
capitolo) si rende tracciabile un contenuto formativo, ma ciò richiede un modello standard
per renderli tracciabili. Sarà poi il Run-Time Environment che provvederà a creare un
meccanismo di comunicazione per la tracciabilità dei contenuti, in maniera standardizzata.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
2.8 Overview dello SCORM
Adesso vogliamo introdurre una breve visione d’insieme dello SCORM, fornendo in
poche parole una introduzione a quelle che sono le sue maggiori caratteristiche che
riguardano lo SCORM Content Aggregation Model e il Run-Time Environment.
Lo scopo dello SCORM Content Aggregation Model (modello di aggregazione dei
contenuti SCORM - CAM) è quello di delineare le specifiche comuni per la composizione
di contenuti per risorse condivisibili, riusabili e interoperabili. Inoltre, esso definisce come
i learning content possono essere identificati e descritti, aggregati in un corso o in una
parte di un corso e trasferito tra i vari sistemi come gli LMS e i repositories. Lo SCORM
Content Aggregation Model definisce i metodi tecnici per gli scopi precedentemente citati.
Il modello include le specifiche per l’aggregazione dei contenuti e la definizione dei
metadati. Il tutto è descritto nel Book 2 della Documentazione dello SCORM.
Lo scopo dello SCORM Run-Time Environment (ambiente di esecuzione SCORM RTE) è quello di dettare specifiche per l’interoperabilità tra i contenuti didattici Sharable
Content Object e l’ambiente di erogazione LMS. Un requisito dello SCORM è quello
dell’interoperabilità del learning content attraverso LMS multipli, malgrado i tools usati
per creare i contenuti siano i più disparati, anche proprietari. Per questo motivo, si cerca di
definire un modo comune per il lancio dei contenuti, per la comunicazione tra i contenuti e
l’LMS e si definisce un modello comune dei data elements che vengono scambiati tra un
LMS e i contenuti durante la loro esecuzione. Queste tre attività (lancio, comunicazione e
scambio dei dati tra LMS e contenuti) specificate dallo SCORM Run-Time Environment
sono definiti come Launch (lancio), Application Program Interface (API) e Data Model. I
dettagli di questi tre elementi dello SCORM Run-Time Environment sono descritti nel
Book 3 della Documentazione SCORM.
L’architettura di SCORM è composta di quattro elementi essenziali:
1. Learning Object, la cellula minima della quale si compone un corso. Uno stesso
Learning Object, se compatibile con lo standard SCORM, può essere utilizzato
all’interno di corsi diversi (architettura modulare);
2. Learning Management System (LMS), il sistema di gestione del corso che ne
consente la fruizione;
3. Course Structure Format (CSF), file d’interscambio in grado di tradurre lo
stesso corso in LMS differenti;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
4. Runtime Environment, il sistema che avvia il corso, soddisfacendo le richieste
dell’utente finale.
2.9 I moduli funzionali di un sistema di e-Learning
Prendendo come modello l’architettura funzionale tipica di una piattaforma per l’eLearning, vista in precedenza, un sistema di e-Learning può essere schematizzato, ad un
livello di astrazione molto alto, come nella figura seguente.
Il modulo di creazione delle Learning Resources deve implementare una suite di metodi
per la gestione (creazione, importazione ed esportazione) e l’aggregazione dei contenuti
didattici strutturati e riusabili (learning objects), descrivendo un dizionario per i metadati
dei contenuti IEEE LOM ed un meccanismo di “impacchettamento” e di traduzione in
XML. Tutti i suddetti meccanismi si appoggiano sugli standard tecnologici discussi nei
capitoli precedenti. Lo scopo principale è quello di creare dei package di contenuto di
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
alto livello da riutilizzare in servizi comuni a tutti i corsi. Tale sistema deve essere dotato
di un apposito motore di ricerca e di strumenti di authoring dei contenuti. Facendo il
parallelo con i sistemi classici di e-Learning, tale modulo ha le funzionalità di un LCMS
avanzato.
Il modulo di gestione del Learning Management System (LMS) è il sistema di gestione
del corso che ne consente la fruizione. Questo modulo integra gli strumenti per gestire sia
l’offerta formativa tradizionale che quella su web. L’LMS deve gestire quindi un’aula
tradizionale idealizzata attraverso una “classe virtuale”; amministra i ruoli professionali ed
i cammini formativi; consentendo di controllare le strutture logistiche ed i passaggi
organizzativi, abilitando alla gestione del catalogo e dei contenuti dei corsi, e deve essere
in grado di monitorare le docenze e lo skill management.
Il modulo di interscambio dei contenuti formativi (CSF – Course Structure Format) ha
la funzione di creare file di interscambio in grado di tradurre lo stesso corso in LMS
differenti.
Per realizzare questa funzionalità si può ricorrere all’uso di specifiche basate sul
linguaggio XML, proposte dall’IMS nel suo Content Packaging, che permettano di
collegare i “depositi” di contenuto informativo ai sistemi di gestione dei contenuti. Tale
modulo, non presente in un’architettura classica di e-learning, ha lo scopo di garantire
l’interoperabilità tra diversi sistemi di LMS risolvendo le eterogeneità strutturali
attualmente rilevabili.
Il modulo di Run-time (ambiente di elaborazione) permette al sistema di avviare i corsi,
soddisfacendo le richieste dell’utente finale. Questo modulo rende possibile il riutilizzo
dei learning object e l’interoperabilità tra molteplici Learning Management System.
Creando un meccanismo comune di comunicazione fra i vari LMS e gli oggetti didattici
partendo da un vocabolario condiviso. Tale meccanismo sarà caratterizzato da tre aspetti
fondamentali: un modo comune di organizzare l’avvio delle risorse di apprendimento
(Launch), un comune meccanismo per comunicare con un qualsiasi LMS (API –
Application Interface) e un linguaggio predefinito che costituisce la base di comunicazione
(Data Model). Tale modulo rappresenta l’interfaccia verso l’intero sistema e il punto di
accesso ai servizi disponibili.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Altre componenti, connesse alle principali su menzionate, sono le seguenti: i servizi di
interoperabilità basati su XML, i servizi di amministrazione del sistema.
2.10 Che cos’è lo SCORM Content Aggregation Model ?
Lo SCORM Content Aggregation Model rappresenta uno strumento per gli sviluppatori e i
progettisti di attività di apprendimento per aggregare risorse didattiche in modo da
renderle distribuibili per una esperienza formativa particolare. Una risorsa didattica può
essere qualsiasi rappresentazione di informazioni che possono essere utili nel processo
formativo. L’esperienza didattica è di per sé un insieme di attività supportato da risorse
elettroniche o non elettroniche.
Attività fondamentale per la creazione dell’esperienza didattica è quella relativa
all’aggregazione di semplici unità (che chiameremo assets) in risorse più complesse, e
all’organizzazione delle stesse risorse in una sequenza predefinita di distribuzione e
fruizione.
Lo SCORM Content Aggregation Model è costituito dalle seguenti componenti:
-
Content Model: che definisce i contenuti che costituiscono un'esperienza
formativa;
-
MetaData: meccanismo per la descrizione di istanze specifiche delle componenti
del modello dei contenuti;
-
Content Packaging: definisce come rappresentare il comportamento desiderato di
una esperienza didattica (Content Structure) e come impacchettare (package) le
risorse didattiche in modo da poterle distribuire tra ambienti diversi (Content
Packaging).
2.11 Le componenti dello SCORM Content Model
Lo SCORM Content Model descrive le componenti dello SCORM usate per costruire
un’esperienza didattica a partire da risorse riusabili. Il Content Model definisce anche
come aggregare queste risorse di basso livello per comporre unità d’apprendimento di più
alto livello. Le componenti del Content Model sono tutte considerate specializzazioni delle
risorse didattiche.
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Ecco quali sono queste componenti: assets, Sharable Content Objects (SCO) e Content
Aggregations. L’ADL prevede che molte altre specializzazioni delle risorse didattiche
saranno introdotte nelle versioni future dello SCORM.
2.11.1 Assets
I contenuti didattici (learning content), nella loro forma base, sono costituiti dai cosiddetti
Assets che sono rappresentazioni elettroniche formati da media, testo, suoni, pagine web,
oggetti per la valutazione e altri “pezzi” di dati e informazioni che possono essere
distribuiti con un Web Client.
Un asset è inteso come un componente “atomico”, non ulteriormente divisibile, ma che
aggregato agli altri può creare unità più complete dotate anche di un certo contesto. Un
Asset può essere descritto attraverso l’Asset MetaData (ovvero i metadati per gli assets)
per permetterne la ricerca e la loro localizzazione attraverso i repositories online, così da
favorirne il riuso. Il meccanismo per collegare all’Asset il proprio Asset Meta-Data è
fornito dal Content Package che verrà introdotto di seguito.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
2.11.2 Sharable Content Object (SCO)
Uno Sharable Content Object (SCO) rappresenta una collezione di uno o più assets che
include uno specifico asset lanciabile che utilizza lo SCORM Run-time Environment per
comunicare con il Learning Management System (LMS). Uno SCO rappresenta il più
piccolo livello di granularità delle risorse didattiche che possa essere tracciato da un LMS
usando lo SCORM Run-Time Environment.
Ecco di seguito un esempio di SCO:
Uno SCO deve essere interpretabile dallo SCORM Run-Time Environment. Questo
implica che si dovrebbe avere un modo per localizzare un’API Adapter dell’LMS e
bisogna predisporre di almeno un numero minimo di chiamate API (LMSInitialize(“”) e
LMSFinish(“”)). Altre chiamate API non sono obbligatorie e dipendono dalla natura del
contenuto. Quindi, l’ambiente di run-time deve sapere quando lanciare e quando terminare
uno SCO, il quale rintracciato quello che è detto API Adapter, oggetto responsabile
dell’inoltro delle chiamate e della comunicazione tra SCOs e LMS, detta quando essere
inizializzato (LMSInitialize ()) e terminato (LMSFinish()). Quindi, nel lancio di uno SCO
attraverso l’LMS, partecipa lo SCORM Run-Time Environment. Uno SCO non può
lanciare altri SCOs.
La collaborazione che si viene a creare tra ambiente di run-time e lo SCO nell’attività di
lancio di quest’ultimo comporta una serie di benefici, infatti qualsiasi LMS che supporti lo
SCORM Run-Time Environment:
-
può lanciare SCOs e tracciarli, a scapito di come essi siano stati generati;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
-
può tracciare qualsiasi SCO e conoscere quando essi siano stati inizializzati e
terminati;
-
può lanciare qualsiasi SCO nello stesso modo
Nella filosofia SCORM, lo SCO è l’unità minima “lanciabile” e tracciabile (nel senso di
poter verificare che un utente abbia iniziato e finito la fruizione di quel contenuto) da una
piattaforma.
2.11.3 Content Aggregation
Un Content Aggregation (aggregazione dei contenuti) è una struttura che può essere usata
per aggregare le risorse didattiche in unità coesive di apprendimento (ad esempio, corsi,
capitoli, moduli, ecc.), applicando una gerarchia e associando delle tassonomie di
apprendimento. La content structure definisce la rappresentazione tassonomica delle
risorse didattiche. Un content aggregation può essere riferito attraverso il Content
Aggregation MetaData per permettere la ricerca e la localizzazione attraverso i
repositories online, per favorirne il riuso.
Il meccanismo per collegare il content aggregation al Content Aggregation Meta-data è il
Content Package che verrà introdotto di seguito.
Il Content Aggregation definisce la struttura dei contenuti che definirà la sequenza di
presentazione delle risorse all’utente. Quindi, è inteso come il processo di aggregazione
delle risorse (SCO/Assets) in una struttura definita (content structure) per costruire una
particolare esperienza formativa.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
In questa versione dello SCORM, la navigazione e la sequenziazione tra le risorse
didattiche è definita nella content structure usando dei prerequisiti per ogni risorsa
didattica o content aggregation. L’LMS è il responsabile dell’interpretazione della
sequenza desiderata e descritta nella content structure e del controllo della sequenziazione
attuale per le risorse didattiche a run-time.
Ovviamente la content structure è vista esternamente alla risorsa didattica, ricordando che
quest’ultima è autonoma e non ha un proprio contesto definito. Questo per migliorare la
riusabilità delle componenti didattiche.
2.12 Le componenti dello SCORM Metadata
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
I metadati, come già abbiamo visto nel capitolo 1, descrivono ogni componente dello
SCORM Content Model, focalizzando l’attenzione sulla loro utilità e sugli argomenti
trattati. Quindi, sia gli SCOs, che gli Assets e i Content Aggregations possono essere
descritti in maniera consistente per renderli facilmente reperibili attraverso i sistemi di
fruizione.
Lo SCORM non cerca di imporre il corredo dei metadati ai componenti del Content
Model, ma detta una serie di linee guida e di pratiche da adottare per fare in modo che le
diverse organizzazioni possano rispettare il requisito di condivisione e di riusabilità che è
fondamentale per il processo di standardizzazione.
A seconda dell’oggetto a cui sono applicati i metadati distinguiamo come componenti
dello SCORM Meta-data i Content Aggregation Meta-data (per la descrizione dei content
aggregations e dei content package in cui essi sono contenuti), gli Sharable Content
Object (SCO) Meta-data (per la descrizione dei contenuti di uno SCO) e gli Asset Metadata (per la definizione delle informazioni e dell’uso potenziale di un asset in un
determinato courseware).
Lo SCORM Metadata si riferisce allo standard IEEE LTSC Learning Object Meta-data
(LOM) e alla specifica IMS Learning Resource Meta-data XML Binding Specification. Lo
SCORM applica le definizioni degli elementi di metadati definiti dallo standard IMS ai tre
componenti del content model: SCO, Asset e Content Aggregation. Per essere più precisi,
per quanto riguarda la descrizione dei componenti e dei learning objects lo standard di
riferimento è quello IEEE/LOM, ma per la descrizione dei package e della
sequenzializzazione dei LO le specifiche derivano dall’IMS e dall’AICC.
2.13 Meccanismo di estensione dell’XML
La specifica dell’IMS Learning Resource Meta-data permette alla comunità di piazzare i
propri elementi di metadati attraverso un record IMS Meta-data. Tutti gli elementi che
sono etichettati come elementi contenitore nell’Information Model permettono di
aggiungere delle estensioni. Lo SCORM, tuttavia, suggerisce di non abusare del
meccanismo di estensione, creando metadati “personalizzati”, dato che ciò va a scapito
dell’interoperabilità. Infatti, un sistema conforme allo standard che si trova a leggere una
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
istanza di metadati definita dall’utente potrebbe ignorare gli elementi XML dato che non
fanno parte dello schema definito dallo SCORM Versione 1.2. La comunità ADL sta
cercando di sopperire alla mancanza di elementi specifici, cercando di inserire nel modello
potenziali aggiunte e modifiche, in accordo con le richieste di tutte le organizzazioni
coinvolte.
È importante notare che lo SCORM non prevede una guida specifica sull’uso degli
elementi di metadati. È lasciato alle organizzazioni e alle comunità prevedere delle linee
guida specifiche su come devono essere applicati e usati i metadata elements.
I documenti di metadati in XML devono essere validi e corrispondenti a quelli che sono
gli XML Schema Definition (XSD) definiti dall’IMS Learning Resource Metadata XML
Binding Specification.
2.14 Content Packaging
Lo scopo del Content Packaging è fornire una standardizzazione per lo scambio delle
risorse didattiche digitali tra differenti sistemi o tools. Il Content Packaging definisce
anche la struttura (o organizzazione) e il comportamento desiderato di una collezione di
risorse didattiche. Inoltre, detta le linee guida per la creazione di un manifest file per la
descrizione del package stesso in cui sono presenti i metadati, un sezione Organization
opzionale che definisce la content structure e il comportamento, e una lista di riferimento
alle risorse del package.
Il Content Packaging dichiara anche come creare un Manifest scritto in XML e come
assemblare lo stesso e i files fisici in un file zip o in un CD-ROM ecc.
I Content Package hanno l’intento di trasferire risorse digitali o una loro collezione tra
LMS differenti o repositories di contenuti. La specifica del Content Packaging prevede un
comune formato di “input/output” che qualsiasi sistema possa supportare.
Lo SCORM Content Packaging è una collezione di esempi di uso specifici e di profili di
applicazione provenienti dall’IMS Content Packaging Specification, definendone però una
serie di linee guida addizionali specifiche per le componenti del Content Model.
Tale sezione del Book 2 della documentazione SCORM 1.2 è suddivisa nelle seguenti
sottosezioni:
Content Structure (meccanismo per aggregare le risorse didattiche in unità coesive di
apprendimento, creando una struttura e associando tassonomie), IMS Package Description
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
(prevede una veduta d’insieme dell’IMS Content Packaging Structure), SCORM Content
Packaging Information Model (definisce il modello di informazione per i package basati
direttamente sull’IMS Content Packaging Specification), SCORM Content Package XML
Binding (definisce come codificare l’information model in un documento XML) e
SCORM Content Packaging Application Profiles (definisce come creare packages
SCORM conformant che contengono assets, SCOs e content aggregations).
2.15 Content Structure
Lo scopo della Content Structure è quello di fornire allo sviluppatore di contenuti gli
strumenti per poter “collezionare” le risorse didattiche in un’unità coesiva di
apprendimento, applicando una struttura definita e comportamenti specifici che possano
essere uniformemente riprodotti attraverso gli ambienti degli LMS.
La Content Structure può essere considerata la mappa di riferimento usata per definire la
sequenza di navigazione degli oggetti didattici in un content package. Essa non contiene
solo la struttura ma anche tutti i comportamenti da applicare all’esperienza formativa. La
Content Structure non definisce le funzionalità dell’LMS. Infatti, ogni LMS può avere una
rappresentazione personale e univoca per gli elementi, può esportare un content structure,
attraverso un content package, il quale può a sua volta essere importato da un altro LMS e
memorizzato nel suo formato locale. La Content Structure non descrive affatto i requisiti
del modello di content structure o di rappresentazione interna di ogni LMS.
La Content Structure è redatta dall’Aviation Industry Computer-Based Training
Committee (AICC) Computer Managed Instruction. Le specifiche dell’AICC definisce un
modello di informazione per la struttura del corso, delle proprietà e degli obiettivi.
Invece l’IMS Content Packaging Model fornisce un limpido modo per impacchettare e
raccogliere i file fisici richiesti per distribuire le risorse didattiche, per identificare le
relazioni esistenti tra questi, nonché i riferimenti esterni ad altre risorse che non sono
contenute nello stesso package. L’IMS Content Packaging Specification separa le risorse
didattiche dal modo in cui esse stesse sono organizzate, permettendo di riusarle in contesti
e usi completamente diversi.
Nello SCORM, è l’LMS che determina l’ordine (la sequenza) con cui i contenuti verranno
presentati al discente. Ciò significa che l’LMS deve conoscere come e quando uno
sviluppatore intende presentarli e lo fa grazie alla Content Structure.
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Ci sono parti differenti che costituiscono una Content Structure e ognuna definisce aspetti
specifici di una collezione di risorse didattiche:
-
gerarchia dei contenuti: definisce la struttura ad albero che raggruppa gli LO in
un ordine logico preciso;
-
metadati legati al contesto specifico: quando una collezione di risorse didattiche
viene “impacchettata” con i metadati a suo corredo, essa sarà dipendente dallo
specifico contesto in cui verrà usata. I singoli LO hanno una descrizione
“autonoma” che non dipende dal contesto, ma qualora vengono accorpati tra di
loro allora lo sviluppatore deve giustificare il perché dell’aggregazione;
-
sequenziazione e navigazione: si danno all’LMS le informazioni necessarie per
determinare come presentare le risorse al discente e quando. Ad esempio, alcune
risorse possono essere accessibili solo al completamento di altre, per cui la
struttura di navigazione potrebbe dipendere dallo stato di avanzamento e
completamento di alcune di loro. Lo SCORM prevede l’uso di strumenti opzionali
per la sequenzializzazione degli LO usando dei prerequisiti. L’uso dei prerequisiti
deriva dalle specifiche emesse dall’AICC.
Questi prerequisiti, inseriti in un content aggregation o content package, costituiscono dei
campi che verranno usati algoritmicamente per presentare la sequenza di navigazione.
Questi elementi rispecchiamo i data elements definiti nel Run-time Environment Data
Model (dello SCORM Run-Time Environment book). Il data model fornisce un mezzo per
dire a un LMS quando una parte del LO è “completo” o “incompleto”. Un LMS valutando
la dichiarazione contenuta nei prerequisiti determina quando l’LO può essere reso
disponibile allo studente.
In questo modo si definiscono percorsi multipli che verranno presentati dall’LMS. Le
dichiarazioni presentate nei prerequisiti sono determinate dall’elemento del data model
cmi.core.lesson_status di uno SCO. Il valore di questo elemento è relativo al singolo SCO.
Un content aggregation può dirsi completato se tutti i membri che lo costituiscono sono
stati completati. I valori dell’elemento cmi.core-lesson_status sono: PASSED,
COMPLETED, BROWSED, FAILED, NOT ATTEMPTED, INCOMPLETE. Per quanto
riguarda la sintassi per esprimere i prerequisiti si fa riferimento ad un linguaggio di
scripting che prende il nome di AICC script. I prerequisiti si trovano espressi nella
sezione Organization del Content Packaging.
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gli strumenti di learning management e lo
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2.16 Descrizione dell’IMS Package
La specifica IMS Content Packaging descrive le strutture dei dati che sono usate per
garantire che i contenuti siano interoperabili con qualsiasi tool, LMS o ambiente di runtime. L’obiettivo dell’IMS Content Packaging Specification è definire un set di strutture
standardizzate che possano essere usate per lo scambio dei contenuti. Quindi, esso cerca di
garantire l’esportazione, l’importazione, l’aggregazione e il disassemblaggio dei package
di contenuti didattici.
Un IMS Content Package contiene due componenti importanti:
-
un documento speciale in XML che descrive l’organizzazione dei contenuti e le
risorse del package. Questo speciale documento è chiamato file Manifest
(imsmanifest.xml).
-
i files fisici referenziati nel Manifest.
La figura seguente mostra le componenti di un IMS Content Package:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Un package rappresenta un’unità di contenuti usabili (e riusabili). Esso può far parte di un
corso e può essere aggregato o disassemblato in altri packages. Un package può anche
essere utilizzato autonomamente, dato che contiene tutte le informazioni necessarie per
usarlo in un determinato contento disciplinare.
Un manifest è una descrizione XML delle risorse e della loro organizzazione educativa
preposta per la presentazione. Esso può descrivere o una parte di un corso visto al di fuori
del contesto di un corso stesso (un “oggetto didattico”) o un intero corso o collezioni di
corsi. È lasciato agli sviluppatori decidere sul come impacchettare e disassemblare i loro
contenuti. La regola generale è che un package abbia sempre un Manifest di alto-livello
che possa contenere uno o più sub-manifests. Il Manifest di alto livello descrive sempre il
package. I sub-manifests descrivono i contenuti al loro livello di scope, come corsi, oggetti
didattici o altro.
Anche qui si usano i metadati per descrivere i componenti dell’IMS Content Package ai
vari livelli. Inoltre, essi descrivono le organizzazioni e le risorse del package. Le
organizations sono usate per fornire una struttura ai contenuti, sotto forma di una
gerarchia. Tuttavia, l’IMS Content Packaging Specification non lega un utente ad una
particolare struttura. Le componenti Organizations forniscono i mezzi per descrivere
qualsiasi numero di tassonomie differenti che potrebbero essere richieste.
Le Resources descrivono le risorse del manifesto sia quelle esterne che quelle fisiche nel
package. Questi files possono essere di vari formati: testo, immagini, suoni o altro. La
combinazione di più risorse costituisce il “contenuto”. Le risorse sono referenziate in vari
punti attraverso un componente della sezione Organizations per descrivere la struttura.
I Files fisici sono i files referenziati dalle componenti della sezione Resource, sia interni e
locali al package che quelli esterni referenziati attraverso un URI (Universal Resource
Indicator).
Il Package Interchange File (PIF) è il risultato dell’archiviazione di un content package in
un file zip, cab, jar, tar, ecc. Non è obbligatorio che un content package sia archiviato in
un PIF, ma è utile per portare il contenuto sui vari sistemi.
I Content Packaging Application Profiles (profili di applicazione per il Content
Packaging) definiscono due tipi di impacchettamento del contenuto didattico:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
•
Resource Package
•
Content Aggregation Package
Il Resource Package è uno strumento per impacchettare le risorse didattiche (assets e
SCOs) senza includere una organizzazione del contenuto o tassonomie. Questo strumento
consente quindi di impacchettare le risorse per favorirne lo scambio tra i diversi sistemi di
gestione didattica. Nella maggior parte dei casi un Asset o uno SCO sono compresi in un
singolo file. Comunque, non mancano situazioni in cui essi sono costituiti da più files ed il
profilo di applicazione per il Resource Package prevede anche questa possibilità.
Il Content Aggregation Package comprende oltre alla dichiarazione delle risorse anche
rappresentazioni
della
loro
struttura
organizzativa.
L’IMS
Content
Packaging
Specification separa la descrizione delle risorse didattiche dalla loro organizzazione,
permettendo il riuso degli oggetti didattici in diversi contesti.
Ecco un esempio di imsmanifest.xml record di un Asset e di uno SCO:
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gli strumenti di learning management e lo
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2.17 Premessa all’ambiente di esecuzione in SCORM
L’obiettivo dello SCORM, sulla base dei concetti discussi nei capitoli precedenti, è
rendere i learning objects riusabili e interoperabili attraverso diversi LMS. Questo può
essere realizzato soltanto se esiste un modo comune per inizializzare le risorse didattiche,
un meccanismo comune per far comunicare i LO con un LMS e un linguaggio predefinito
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
per porre le basi per la comunicazione. Quindi il Run-Time Environments dello SCORM
tratta gli aspetti quali il Lancio (Launch), Application Program Interface (API) e Data
Model.
Il meccanismo del Lancio definisce un modo comune per gli LMS di inizializzare le
risorse didattiche web-based. Questo meccanismo definisce le procedure e le
responsabilità per stabilire la comunicazione tra la risorsa didattica e l’LMS. I protocolli di
comunicazione sono standardizzati attraverso l’uso di un’API in comune.
L’API è il meccanismo di comunicazione che serve ad informare l’LMS dello stato del LO
(ad esempio, inizialized, finished o una condizione di errore), ed è usato per prelevare e
settare dati (ad esempio, punti, limiti di tempo, ecc.) tra l’LMS e lo SCO.
Un Data Model è un set standard di elementi usati per definire le informazioni comunicate
e lo stato del LO. Nella sua forma più semplice, il data model definisce elementi che sia
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gli strumenti di learning management e lo
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l’LMS che lo SCO si aspettano di “conoscere”. L’LMS mantiene lo stato degli elementi di
dati attraverso le sessioni, e il contenuto didattico utilizza degli elementi di dati predefiniti
che riusa attraverso sistemi multipli quando occorre. L’ambiente di runtime è responsabile
del tracciamento delle attività svolte dall’utente, a livello di SCO, in quanto i singoli asset
non sono tracciabili.
2.17.1 Il Lancio (Launch)
Come descritto nel Content Aggregation Model, lo SCORM Content Model è
caratterizzato da tre componenti:
•
Asset
•
SCO
•
Content Aggregation
Le due componenti che però possono essere lanciate da un LMS sono gli Assets e gli
SCOs. I requisiti di lancio sono diversi per queste due componenti. Il meccanismo di
lancio definisce uno schema comune per l’inizializzazione delle risorse da parte di un
LMS. Le procedure e le responsabilità per l’instaurazione della comunicazione tra le
risorse e l’LMS varia in dipendenza del tipo della risorsa didattica SCORM che deve
essere lanciata.
È responsabilità dell’LMS gestire la sequenziazione e la navigazione dei LO, basati su una
struttura definita in un content package. Gli LMS devono determinare in modo adattativo
la sequenza sulla base dell’adempimento di requisiti definiti nella risorsa didattica.
L’avanzamento tra i LOs di una particolare esperienza didattica può essere sequenziale,
non sequenziale, decisa dall’utente o da sue azioni, o adattativa, in dipendenza delle
capacità dell’LMS. A questo punto lo SCORM non standardizza la sequenziazione e la
navigazione tra LO (nella versione 1.2). Questo significa che non ci sono linee guida per la
visualizzazione delle componenti della relativa sequenziazione. Nella versione 1.3
(SCORM 2004) la sequenziazione e la navigazione vengono invece standardizzate
(Sequencing & Navigation).
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
L’LMS ha la responsabilità di determinare quale risorsa didattica deve essere lanciata.
L’LMS può lanciare la risorsa successiva nella sequenza definita nella content structure,
lanciare uno SCO selezionato dall’utente, o determinare quale SCO lanciare sulla base
delle performance dello studente in modo adattativo. Per determinare in modo appropriato
quale risorsa lanciare, l’LMS usa la URL definita nella launch location della risorsa,
definita nel content package.
Ogni LMS può implementare il lancio in qualsiasi modo desiderato e può delegare la
responsabilità del lancio ad una parte client o server dell’LMS stesso se necessario. Il
lancio potrebbe essere effettuato usando il protocollo HTTP. Sarà il client browser
l’ambiente di distribuzione della risorsa.
Per quanto riguarda il lancio degli Assets, il modello di lancio dello SCORM richiede che
un LMS lanci l’Asset usando il protocollo http. Appena un Asset cessa di comunicare,
usando l’API e il Data Model, cede il controllo all’LMS senza aver bisogno di ricercare
l’API Adapter fornito dall’LMS.
Per quanto riguarda il lancio degli SCOs, il modello di lancio dello SCORM richiede che
un LMS lanci uno SCO alla volta e che solo uno SCO sia attivo in quel momento. Il
modello di lancio richiede anche che solo gli LMS possono lanciare gli SCOs. Gli SCO
non possono lanciare altri SCOs.
L’LMS lancia lo SCO in una finestra di un browser che può essere una finestra “figlia” o
un frame “figlio” della finestra principale dell’LMS che mette a disposizione l’API
Adapter, come oggetto Document Object Model (DOM). L’API Adapter dovrebbe essere
fornito dall’LMS.
È responsabilità dello SCORM cercare ricorsivamente la window parent e/o la window
opener gerarchicamente fino a che l’API Adapter non sia stato trovato. Una volta che
l’API Adapter è stato ritrovato lo SCO può iniziare la comunicazione con l’LMS.
2.17.2 L’API (Application Program Interface)
Lo SCORM è basato direttamente sull’ambiente di run-time funzionalmente definito nel
documento AICC’s CMI001 Guidelines for Interoperability. L’ADL collaborò con i
membri dell’AICC per sviluppare una specifica comune per il Lancio e l’API e adottò gli
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elementi dei dati (data elements) basati sul web. Quindi, gli elementi chiave dell’API
SCORM sono tratti dalla specifica dell’AICC API.
Descriviamo la comunicazione tra SCO e LMS utilizzando l’API: l’uso di un’API comune
richiede allo SCORM molti requisiti di alto livello per l’interoperabilità e il riuso. È
previsto un modo comune per gli SCOs per la comunicazione con gli LMS, che protegge
l’implementazione della particolare comunicazione dal contenuto sviluppato. In poche
parole, un’API è soltanto un set di funzioni predefinite su cui lo SCO può contare per
promuovere il riuso e l’interoperabilità. Un’API Adapter è un pezzo di software funzionale
che implementa e mette in mostra le funzioni dell’API. Come l’API Adapter è
internamente implementato non interessa agli sviluppatori di contenuto, purché esso usi la
stessa interfaccia pubblica. L’LMS fornisce l’API Adapter che implementa la funzionalità
dell’API e la mette a disposizione dei client SCO.
Un aspetto chiave dell’API è che questo è un meccanismo di comunicazione che permette
allo SCO di comunicare con l’LMS. È permesso a un solo SCO di essere lanciato e solo
questo può effettuare le operazioni di “get” e “set” sulle informazioni interagendo con
l’LMS. Tutte le comunicazioni tra l’API Adapter e lo SCO vengono iniziate dallo SCO.
Non è supportato il meccanismo di chiamata attivata dall’LMS per le funzioni
implementate in uno SCO. Le funzioni dell’oggetto API Adapter sono di tre tipi:
-
stato di esecuzione: due funzioni dell’API modificano lo stato di esecuzione (
LMSInitialize( ), LMSFinish ( ) );
-
gestione dello stato: l’API ha tre funzioni che sono usate per monitorare gli errori (
LMSGetLastError(), LMSGetErrorString(errornumber) e LMSGetDiagnostic());
-
trasferimento dei dati: le rimanenti tre funzioni dell’API usate per il trasferimento
dei dati a e da un LMS sono: LMSGetValue(data model element),
LMSSetValue(data model element, value) e LMSCommit(“”). Notare che l’API è
progettata per prelevare e settare valori dei dati che sono definiti separatamente da
un modello dei dati esterno. Le specifiche AICC definiscono un simile modello dei
dati, noto come “cmi”. Altri modelli possono comunque essere usati e sviluppati
con quest’API.
2.18 Transizione degli stati nella comunicazione tra SCO e LMS con l’API Adapter
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
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La comunicazione tra SCO e LMS attraverso un’API Adapter attraversa una serie di stati
(rappresentati dalla figura seguente), per quella data istanza di uno SCO, a tempo di
esecuzione. Lo stato dell’API Adapter influenza le risposte a ogni specifico evento di
input. Durante ognuno di questi stati ci sono differenti attività che uno SCO può effettuare.
Gli stati in cui può trovarsi l’API sono: Not Initialized, Initialized e Finished.
Not Initialized. Questo è lo stato in cui uno SCO si può trovare tra il lancio dello stesso e
prima della chiamata alla funzione dell’API LMSInitialize(“”). Durante questo stato è
responsabilità dello SCO cercare l’API Adapter fornito dall’LMS. Una volta che l’API
Adapter è stato trovato dallo SCO, lo SCO può invocare le seguenti funzioni API:
-
LMSInitialize(“”),
LMSGetLastError(
),
LMSGetErrorString
(
),
LMSGetDiagnostic( )
Initialized. Lo SCO si viene a trovare in questo stato una volta che è stata chiamata la
funzione LMSInitialize( ) e prima che venga invocata la funzione LMSFinish ( ). In questo
stato lo SCO può chiamare qualsiasi funzione API eccetto LMSInitialize(“”).
Finished. Quando lo SCO ha chiamato la funzione LMSFinish( ) si viene a trovare in
questo stato. Se l’API Adapter ritorna “false” allo SCO una volta chiamato LMSFinish(“”
), ad esso è permesso di chiamare le seguenti funzioni API:
-
LMSGetLastError( ), LMSGetErrorString ( ), LMSGetDiagnostic ( )
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Tuttavia, qualora l’API Adapter dell’LMS ritorna un valore false non viene garantito che
esso possa appropriatamente rispondere a qualsiasi chiamata di funzione API.
2.19 Responsabilità dell’LMS
Lo SCORM richiede che un LMS fornisca un’API Adapter che implementi le funzionalità
API richieste descritte nei paragrafi precedenti. Questo Adapter è indipendente dalle
particolari implementazioni degli LMS, nel senso che ad uno SCO non interessa come
esso sia implementato ma interessa l’interfaccia di programma fornita dall’LMS (LMS
Application Program Interface) che deve essere standardizzata. I requisiti per l’uso
dell’API Adapter sono i seguenti:

l’LMS dovrebbe lanciare lo SCO in una finestra del browser che sia una finestra
“figlia” o un frame “figlio” dell’LMS che contiene l’API Adapter;

l’API Adapter dovrebbe essere fornito dall’LMS;

il solo meccanismo di supporto per l’interazione API con gli SCO avviene tramite
chiamate ECMAScript (JAVASCRIPT);

l’API Adapter dovrebbe essere accessibile attraverso il DOM (Document Object
Document) mediante un oggetto chiamato API.
Un’API Adapter potrebbe essere implementato attraverso un'Applet Java che dovrebbe
avere la seguente signature:
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Si noti che un’API Adapter può essere implementata in altri linguaggi di programmazione
come C++ e può essere caricato, ad esempio, come un browser plug-in.
L’implementazione dell’API Adapter è specifica per l’LMS.
È responsabilità dello SCO emettere almeno le chiamate API LMSInitialize e LMSFinish.
Per effettuare ciò, il contenuto deve rintracciare l’API Adapter che è fornito dall’LMS.
L’LMS è responsabile della fornitura dell’API Adapter nella gerarchia di finestre DOM
così che lo SCO può ricorsivamente ricercare l’API nelle parent windows e/o la opener
windows. È il contenuto a trovare e stabilire la comunicazione con l’API Adapter
dell’LMS. Come lo SCO opera questa scelta e ricerca è dettata dallo SCORM.
2.20 Il modello dei dati (Data Model)
Lo scopo di un comune modello dei dati è garantire che un set definito di informazioni
degli SCOs possano essere tracciati da ambienti LMS differenti. Se, per esempio, viene
determinato come requisito generale il tracciamento del punteggio di uno studente, è
necessario stabilire un modo comune per il contenuto di riportare il punteggio negli
ambienti LMS. Se gli SCOs usassero una propria rappresentazione dei punteggi, gli LMS
potrebbero non sapere come ricevere, memorizzare o eseguire le informazioni.
Vari modelli dei dati sono stati sviluppati dalle varie comunità e organizzazioni. Ma quasi
tutte fissano requisiti relativi a: informazioni sul profilo dello studente, interazioni con
domande e test, informazioni sullo stato, valutazioni, ecc. Tuttavia, il data model definito
nello SCORM Run-Time Environment derivano direttamente dall’AICC CMI Data
Model. Quindi tutti i nomi degli elementi in questa versione di SCORM inizieranno con
cmi.
I membri dell’AICC e dell’IEEE decisero di ridurre sostanzialmente il numero degli
elementi nell’AICC CMI Data Model, per semplificare la transizione verso nuovi modelli
dei dati in via di sviluppo, ma anche perché molti degli elementi rimossi non erano più
implementati dagli sviluppatori. Quindi, lo SCORM Run-Time Environment Data
Model contiene la versione “ridotta” dell’AICC CMI Data Model.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
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Capitolo 3
I sistemi di distribuzione per l’e-Learning
Sul mercato sono attualmente disponibili un grande numero di piattaforme online, ognuna
con un certo numero di servizi e caratteristiche più o meno diverse. Una serie di
funzionalità può essere valutata con un’analisi diretta, verificandone l’accessibilità e
l’usabilità, nonché l’utilità nel contesto dell’organizzazione sociale e culturale in cui la
piattaforma viene impiegata. Ovviamente, l’analisi delle caratteristiche di un sistema non è
sufficiente: è importante anche capire come esse sono integrate per facilitare
l’apprendimento, quali principi sono applicati per guidare nell’uso del sistema. Per
valutare sia gli aspetti tecnologici che pedagogici bisogna proseguire in modo prudente.
Internet offre strumenti efficaci per lo scambio di informazioni che possono essere usate
nei modi più disparati per la formazione online. La chat (scambio di messaggi testuali) e
le email sono i mezzi correntemente più usati dagli albori di Internet. Grazie alle nuove
tecnologie che sfruttano la comunicazione a larga banda e la comunicazione in tempo
reale, è esploso lo scambio e la condivisione anche dei contenuti multimediali audio/video.
Le piattaforme di e-learning cercano di integrare i precedenti servizi. NetMeeting della
Microsoft è un esempio di applicazione che integra servizi di chat testuale, chat audio,
applicazione di condivisione e lavagna.
Le industrie a partire dagli anni ‘90 cominciarono ad introdurre moduli e servizi capaci di
gestire aspetti pedagogici, arrivando ad integrare nelle piattaforme esistenti diversi moduli
funzionali o macrocomponenti.
Ecco i moduli funzionali introdotti nelle piattaforme per l’e-learning:
•
Learning Content Management System (LCMS): consente la creazione, gestione
e archiviazione dei contenuti didattici; consente inoltre l’assemblaggio e la
condivisione tramite archivi digitali (Digital Repository). Esso eventualmente
integra sistemi di authoring per la produzione dei Learning Objects e per il loro
aggiornamento;
•
Learning Management System (LMS): consente l’erogazione dei corsi ed il
tracciamento delle attività di formazione, nonché la gestione delle attività
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
amministrative (ad esempio: iscrizione dei discenti, gestione di classi, ecc.). Può
integrare sistemi di testing;
•
Classe Virtuale (virtual classroom – VC): consente l’organizzazione di eventi dal
vivo; il docente, ad esempio, comunica in tempo reale in video, in audio e
scambiando dati con i discenti collegati al sistema. Prevede anche la registrazione
degli eventi e delle interazioni, al fine di riproporle in modalità asincrona, e
l’integrazione con strumenti idonei a porre in comunicazione e a fare cooperare
discenti e docenti tra loro;
•
Sistemi di gestione delle competenze: supportano la rilevazione delle
competenze, l’identificazione dei fabbisogni formativi e la proposta dei relativi
percorsi formativi.
3.1 Learning Management System
Un Learning Management System (LMS), di cui abbiamo parlato indirettamente nei
capitoli precedenti, è un software per erogare formazione online. E’ come una scuola
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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standard SCORM
online, con caratteristiche e organizzazione simili, sia dal punto di vista amministrativo
che didattico.
Si appoggia ad Internet come canale per veicolare le informazioni e si presentano
all’utente finale come un sito Internet o Intranet.
L’LMS abbraccia tutti i servizi utili alla gestione delle attività di apprendimento online. In
particolare, cerca di offrire funzionalità di gestione per gli utenti: amministratori,
insegnanti e studenti. Dal punto di vista dello studente, un LMS offre servizi utili alla
valutazione e al report dei punteggi acquisiti durante il percorso formativo (grazie agli
skill assessment, che permettono la valutazione grazie a test e compiti assegnati agli
studenti). Il sistema di amministrazione dà la possibilità di tracciare statistiche sull’uso dei
servizi della piattaforma. Inoltre, un LMS deve aiutare l’insegnante a verificare la giusta
formulazione e presentazione delle proprie lezioni e suggerire cambiamenti sulla base del
tracciamento dello studente nel percorso formativo.
Quindi, le funzionalità di un LMS possono essere sintetizzate di seguito:
-
gestione degli studenti;
-
gestione dei corsi;
-
student skill assessment;
-
attività di gestione e monitoraggio degli studenti;
-
attività di reporting.
Un sistema di gestione degli studenti integrato in un LMS può gestire un database
contenente descrizioni degli studenti, identificandoli ed elencando le loro caratteristiche.
La descrizione è generalmente scritta in linguaggio XML, per garantire la portabilità dei
dati.
La portabilità è la caratteristica peculiare che deve essere garantita in una piattaforma elearning.
Ogni LMS può inserire proprie funzionalità, al fine di monitorare le attività dello studente
e fornirgli un tracciamento del suo percorso formativo. L’importante è fare in modo che i
dati e le informazioni possano essere rese disponibili in qualunque ambiente, separando
l’implementazione dei servizi dalla descrizione dei dati che un LMS raccoglie e gestisce.
Ovvero il modo in cui un LMS opera può essere “privato” alla piattaforma in questione,
ma il modo in cui le informazioni sono presentate e rese disponibili deve essere “comune”
per garantire l’interoperabilità e la portabilità dei contenuti.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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standard SCORM
Un LMS può fornire servizi erogati in modalità sincrona o asincrona, per permettere lo
scambio e la comunicazione bidirezionale tra gli studenti e l’insegnante. I corsi
“sincroni” generalmente implicano una certa “collaborazione didattica”, permettendo
interazione in tempo reale tra studenti e istruttore. L’LMS tiene traccia di chi partecipa al
corso, in modo che lo studente possa conoscere come usare il corso e che l’insegnante
possa controllare la partecipazione dello studente. Inoltre, l’amministratore valuta
l’efficienza e la convenienza dei corsi online grazie al reporting delle statistiche raccolte
dall’LMS.
Un LMS permette, quindi, di:
-
erogare formazione a distanza strutturata, solitamente strutturata in un corso (o
WBT, Web Based Training). Possono essere erogati tramite un LMS anche e-book,
filmati, dialoghi, software di tipo didattico, link ad altri siti;
-
assegnare i WBT agli utenti o a classi di utenza;
-
rilevare delle statistiche di fruizione dei corsi stessi da parte degli studenti ed altri
feedback;
-
creare i contenuti didattici, o importare contenuti didattici creati esternamente
all’LMS.
I corsi sono formati digitali importati direttamente in un sistema di LMS. I formati
possono essere standardizzati o meno (a discrezione dello sviluppatore dei contenuti), ma
nella maggior parte dei casi, per renderli compatibili, portabili ed interoperabili, si sceglie
una rappresentazione standard, come appunto quella tratta dalla specifica SCORM.
Questi formati devono essere implementati sia sull’LMS, sia all’interno del corso. Se i
formati sono diversi o implementati male, il corso non è importato sull’LMS. È importante
verificare la tipologia del formato di impacchettamento dei contenuti di un WBT
acquistato o prodotto in casa, per poter sfruttare le peculiarità dell’LMS con cui erogarlo.
Tutti questi formati sono gestiti con tool per creare/modificare i contenuti e impacchettarli
in forma più automatica possibile nei formati standard di importazione dei contenuti stessi.
3.2 Learning Content Management System
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Un LCMS include tutte le funzioni utili alla creazione, descrizione, importazione,
esportazione di contenuti per il loro riuso e condivisione. I contenuti sono generalmente
organizzati in contenitori indipendenti, detti learning objects, utili a soddisfare uno o più
obiettivi didattici. Un LCMS avanzato deve memorizzare le interazioni tra utenti e ogni
LO, cercando di raggruppare le informazioni dettagliate sulla loro utilizzazione e efficacia.
I contenuti vengono generalmente presentati in formato HTML, anche se possono essere
introdotti componenti multimediali (audio, video e altre risorse didattiche) usando altri
tool (come Flash). Un buon LCMS dovrebbe scegliere accuratamente i contenuti da offrire
allo studente durante la fruizione nel modo più adattativo possibile. L’importanza
dell’LCMS è quella di imprimere una forte impronta nella produzione dei contenuti, oltre
che alla loro erogazione. Dovrebbe garantire il riuso dei contenuti stessi, in modo da
permettere la migrazione degli stessi in altri ambienti e piattaforme, nonché creare dei veri
e propri archivi (repositories) per la condivisione degli oggetti didattici stessi (riusabili
anche in contesti diversi). Infatti, un LCMS deve progettare e rendere possibile
l’aggiornamento dei suoi contenuti, in modo semiautomatico. Gli oggetti vengono così
visti come componenti esterni alla piattaforma ma parte integrante di quest’ultima. Questo
è possibile grazie ai servizi che costituiscono l’LCMS.
Un numero molto elevato di risorse, non solo rende difficile la gestione da parte dei tutor,
ma anche la fruizione da parte dello studente risulta abbastanza disorientata,
impossibilitando la scelta, durante il processo di autoapprendimento, di contenuti adattati
alle proprie esigenze. Una soluzione a questo problema è quella di dotare di molti dettagli
descrittivi ogni singolo contenuto per meglio identificarlo all’interno del dominio in cui
può essere riusato e permettere all’LCMS di tracciare informazioni sulla condivisione
delle risorse. In letteratura, questo procedimento prende il nome di metadatazione,
definita grazie a standard che fissano una serie di campi convenzionali comunemente
rispettati dalla comunità elearning. In questo modo, viene facilitata e automatizzata la
ricerca e l’acquisizione di materiale didattico sul web, anche sulla base delle esigenze e
sulle capacità del fruitore (fruizione “adattativa”).
3.3 Strumenti per la distribuzione e l’accesso ai contenuti
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standard SCORM
L’efficienza dell’apprendimento online è legata direttamente agli strumenti (tools) resi
disponibili nella piattaforma per facilitare il suo uso. I servizi devono soddisfare i bisogni
dell’insegnante e degli studenti e devono essere i più variegati, in accordo con l’utilità di
cui i fruitori possono beneficiare. Si dovrebbero fornire servizi che permettano una
comunicazione
sincrona
e
asincrona
per
far
comunicare
ambo
gli
attori
dell’apprendimento. Ecco una serie di servizi che possono essere integrati nelle
piattaforme e-learning:
Virtual ClassRoom Service è un servizio creato per la distribuzione di corsi in modalità
sincrona e che supporta la presenza dell’istruttore online (online live). Questo tipo di
servizio cerca di riprodurre una vera e propria atmosfera di “aula virtuale”, simulando
l’interazione e la partecipazione attiva di tutti gli attori del processo formativo.
I sistemi di comunicazione sincrona sono basati su tecnologie di audio e video
conferencing, grazie all’introduzione di tecniche di compressione video che permettono
di ridurre l’uso della banda durante la trasmissione, anche se ciò può non comportare una
rappresentazione ottimale e con alta risoluzione dei contenuti didattici.
Gli strumenti di audio/video conferencing permettono la comunicazione in tempo reale
nelle aree più disparate della Terra. Questi servizi permettono ai partecipanti di mandare
messaggi che vengono visionati da tutti oppure in modo privato. I servizi di chat
sicuramente aumentano la collaborazione attraverso l’ambiente e garantiscono un maggior
controllo da parte del tutor dell’interazione con gli allievi, anche se non efficace come
nelle virtual classroom basate sull’audio/video conference.
Ultimo tra i servizi sincroni, ma non meno importante, è quello che simula la cosiddetta
“lavagna virtuale” (whiteboard) che permette ai tutor e agli studenti di avere a
disposizione uno “spazio virtuale”, in cui poter scrivere e tracciare, nonché visualizzare
presentazioni PowerPoint e immagini.
L’email è il primo strumento asincrono per eccellenza usato negli ambienti di elearning.
Grazie a questo servizio, gli studenti possono spedire messaggi a specifici indirizzi e
alcune piattaforme possono includere, sotto le loro infrastrutture, funzionalità per lo
scambio dei messaggi email o permettono l’integrazione con strumenti “ad hoc” per la
gestione di posta elettronica (come Eudora, Outlook Express, Netscape Messenger, ecc.).
Un altro tool di cui potrebbe essere equipaggiata una piattaforma di e-learning è l’ITS
(Intelligent Tutoring System). L’ITS è un'applicazione (in genere esterna e indipendente
dalla piattaforma, ma integrata con essa) che in modo semiautomatico prende decisioni
sulla base di informazioni acquisite dall’LMS o LCMS. In altre parole, un ITS ha il
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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compito di monitorare il comportamento degli studenti e avvertirli sugli appropriati
programmi di recupero. Inoltre, sulla base dei dati acquisiti, si avvisa il tutor su una
differente organizzazione della lezione e su differenti tecnologie da impiegare.
3.4 Elementi costituenti una piattaforma FAD
E’ spesso sentita l’esigenza di dotare di funzionalità SCORM le piattaforme di formazione
a distanza. A questo scopo vengono definiti gli ambiti di intervento in cui operare e le
conoscenze tecniche necessarie per migrare da un sistema di formazione a distanza senza
reference model SCORM ad una piattaforma che lo implementi, a partire da una generale
descrizione dell’architettura del modello.
Il reference model SCORM conosce una fase di sempre maggiore attenzione nei sistemi
di formazione a distanza grazie alla definizione di un livello complessivamente accettato
di omogeneizzazione delle modalità tecniche di funzionamento dei sistemi FAD e alla
garanzia di riusabilità e riorganizzazione dei contenuti.
Molte delle piattaforme di formazione oggi utilizzate sono la capitalizzazione di sforzi di
progetto, realizzazione e testing; lavori basati sulla volontà di creazione di un ambiente
funzionale, efficace dal punto di vista didattico, adattato alle realtà organizzative, ma
spesso carente dal punto di vista dell’aderenza al reference model SCORM, sempre più
richiesto.
Un LMS, a grandi linee, è costituito da un server web che interagisce con un database per
fornire agli utenti pagine personalizzate contenenti materiali didattici e sistemi
collaborativi. Compito principale è mantenere e gestire il contatto e la comunicazione tra
materiali didattici e persone, siano esse utenti o organizzatori della formazione.
Un LMS è costituito da alcuni sottoinsiemi:
-
il database utenti è l’insieme di tutte le persone iscritte a vario titolo; possono
essere o meno raggruppate in classi e possono avere funzioni specifiche (tutor,
gestore, esperto, utente…);
-
il database dei corsi è costituito dai percorsi formativi utilizzabili, che possono o
meno fare perno su specifici materiali didattici creati;
-
i servizi forniti sono l’insieme dei sistemi di visualizzazione, collaborazione ed
interazione che, in modo sincrono o asincrono, costituiscono il momento formativo
vero e proprio.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Il processo che avviene nella fruizione di un corso di formazione a distanza è normalmente
costituito dalle fasi:
-
ingresso nel sistema di formazione, normalmente è un accesso personalizzato
vincolato da login e password;
-
associazione dell’utente ad un corso, in modo volontario o prestabilito;
-
erogazione di servizi all’utente;
-
presentazione dei servizi a disposizione;
-
ingresso in un servizio, utilizzo e tracking;
-
uscita dal servizio.
I servizi a cui si fa riferimento sono quelli classicamente utilizzati negli LMS, quali
forum, chat, presentazione di documenti, files, videoconferenze …
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standard SCORM
In particolare un servizio può occuparsi della visualizzazione dei corsi (WBT), che
tipicamente avviene tramite finestra di browser su materiale HTML o comunque
veicolabile su browser web.
E’ esattamente a questo punto che va situato l’oggetto SCORM Viewer, in grado di avviare
un corso SCORM e di gestire le interazioni tra corso e utente così come sono state definite
dall’autore del corso stesso. Terminata la visualizzazione del corso lo SCORM Viewer
ripasserà il controllo alla piattaforma, sulla quale potranno essere utilizzati tutti i servizi
precedentemente citati.
Questo è l’ambito “tipico” di influenza di SCORM; ciò non vieta che anche servizi diversi
dalla presentazione dei corsi (forum, chat, ecc.) possano utilizzare il modello di
riferimento di SCORM per colloquiare con la piattaforma.
3.5 LMS SCORM 1.3-compliant VS. LMS SCORM 1.2-compliant
Le specifiche di SCORM 1.3, pubblicate nei primi mesi del 2004, seguono quelle di
SCORM 1.2, infatti le prime sono una evoluzione delle seconde. Le due versioni, pur
essendo l’evoluzione dell’altra, non sono compatibili: i materiali realizzati secondo
SCORM 1.2 non possono essere visualizzati con un LMS SCORM 1.3; quindi per poter
visualizzare tutti i corsi un LMS dovrebbe avere due diversi fronti di applicazione, uno per
i corsi 1.2 e l’altro per quelli 1.3.
Tuttavia, indicazioni riportare dagli ambienti di sviluppo del modello, indicano come
buona norma il riferimento a SCORM 1.2.
Le differenze vanno ricercate in due aspetti diversi:
-
da un lato l’introduzione del simple sequencing, il sistema di sequenziamento degli
oggetti didattici;
-
dall’altra il cambiamento del modello di run-time, che è passato dal riferimento
AICC a quello IEEE.
Tuttavia, facciamo un piccolo passo indietro per vedere di quanto SCORM 1.2 differisce
dall’ultima versione 1.3. Lo SCORM 1.2 nasce con lo scopo di rendere possibile
l’impacchettamento del materiale di apprendimento e di metadati per la loro importazione
ed esportazione. Tale versione include già l’IMS Global Consortium’s Content Packaging
Specification e lo espande inglobando nuove abilità. È un modello basato sulle specifiche
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
dell’XML e rappresenta un legame cruciale tra “semplici depositi” di LO (repositories) ed
LMS.
In definitiva, un sommario dei cambiamenti potrebbe essere:
-
aggiunta la possibilità in SCORM 1.3 di sequenzializzare i contenuti didattici
definito dalle Global Learning Consortium’s Simple Specifications della IMS, che
mirano a risolvere il bisogno di distribuire contenuti a seconda dei risultati del
discente (tutto descritto nel Book 4, Sequencing & Navigation, assente in SCORM
1.2);
-
aggiornate le specifiche IMS Content Packaging;
-
approvazione dell’ECMAScript API e Learning Object Metadata come standard
formali IEEE e conseguente modifica di questi argomenti nello SCORM;
-
continui sforzi di standardizzazione per l’IEEE Data Model for Content Object
Communication e XML Schema Binding for LOM e conseguente aggiornamento di
questi argomenti nello SCORM;
-
diversi perfezionamenti editoriali e tecnici basati sui riscontri degli studi della
comunità ADL e sui drafts (bozze) e lezioni implementati con lo standard
SCORM.
3.6 Livelli di interazione affrontati dallo SCORM
L’interazione tra piattaforma e reference model avviene a livello di importazione dei corsi,
di presentazione dei contenuti, di fruizione e colloquio con la piattaforma, di descrizione
dei corsi e dei loro componenti. Analizziamo i diversi livelli separatamente e le funzioni
dell’LMS a tali livelli:
3.6.1 Importazione dei corsi
La piattaforma deve essere in grado di importare corsi realizzati secondo il modello; a
partire da un singolo file compresso devono essere ricavati tutti i componenti e le modalità
di interazione previste dal progettista del corso. Non è necessario che la piattaforma sia in
grado di disaggregare i contenuti in modo che siano raggruppabili in modo diverso da
quanto previsto dall’autore, né sono previste capacità di authoring.
L’LMS svolge le seguenti funzioni per garantire l’importazione dei corsi:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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standard SCORM
-
decompattazione del file compresso;
-
lettura del file imsmanifest.xml;
-
eventuale controllo di congruenza;
-
sistemazione dei files in zona di pubblicazione sotto server web;
-
lettura dei metadati per la presentazione del corso ai fruitori/gestori.
3.6.2 Presentazione dei contenuti
Un primo livello di interazione diretta con l’utente lo si ha a livello di indicazione dei
contenuti del corso. In una piattaforma non SCORM la modalità con la quale descrivere i
collegamenti ai contenuti (indice, link ai capitoli/paragrafi) è normalmente proprietario e
diverso da caso a caso; nella migliore delle ipotesi consiste in un elenco di link html che
visualizzano le risorse costituenti il corso.
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In una piattaforma SCORM l’elenco dei contenuti deve essere ricavato dal corso stesso
così come l’autore l’ha implementato, con il rispetto di tutti i vincoli a cui può essere
sottoposto.
A differenza delle piattaforme non SCORM è quindi necessario creare un oggetto che
estragga i contenuti dal corso e li presenti all’utente nella giusta sequenza; con SCORM
1.3 è stato notevolmente ampliato il meccanismo di presentazione dei contenuti in base a
condizioni specifiche definite/ottenute dall’utente e dall’autore del materiale (Simple
Sequencing).
A questo livello l’LMS garantisce:
-
l’estrazione dei contenuti dai metadati;
-
la presentazione all’utente;
-
l’eventuale organizzazione dei contenuti secondo simple sequencing;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
-
implementazione dei meccanismi di navigazione, se richiesti;
-
implementazione del meccanismo di lancio delle risorse.
3.6.3 Fruizione e colloquio con la piattaforma
Un secondo livello di interazione è presente al momento del run-time; durante la fruizione
del corso SCORM il materiale didattico deve poter agganciare alcune funzioni che l’LMS
deve presentare; in assenza delle risposte alle chiamate del materiale ne può essere inibito
il funzionamento.
Queste chiamate avvengono dal primo momento di apertura del materiale didattico, cioè
appena azionato uno dei link ai contenuti precedentemente definiti.
Tali interazioni inoltre devono prevedere la possibilità di fissare i dati in modo permanente
su un database, in modo da poter essere ripresentati agli utenti nelle successive sessioni.
Queste interazioni sono presenti sia nella direzione dall’LMS verso il materiale didattico
(ad esempio, l’LMS passa il nome dell’utente al materiale didattico) sia in senso inverso
(ad esempio, il materiale didattico comunica all’LMS il risultato di un test).
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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standard SCORM
Le funzioni dell’LMS per garantire la fruizione e il colloquio sono:
-
implementazione delle API e relativo Data Model;
-
compilazione delle variabili nel Data Model da presentare al fruitore;
-
estrazione dei dati da imsmanifest.xml;
-
eventuale recupero di dati da precedenti fruizioni;
-
risposte alle chiamate del materiale secondo standard API;
-
implementazione del meccanismo di ritorno per fissare i dati di fruizione sul
database.
3.6.4 Descrizione
Un terzo livello di interazione riguarda la lettura dei metadata, ovvero di tutti i descrittori
del corso che sono contenuti nel materiale didattico e che, a vario livello, possono essere
presentati come informazioni agli utenti della piattaforma. Questi dati hanno maggiore
importanza nel caso di LCMS, mentre per un LMS sono dati di semplice lettura.
Dal punto di vista tecnico si deve considerare che il materiale didattico va visto in una
finestra diversa rispetto a quella dell’LMS; ovvero il corso deve avere una finestra-parente
con la quale comunicare, o aprendo una finestra di pop-up, o costruendo una interfaccia a
frames.
L’LMS deve in questo caso effettuare la lettura dell’XML, per presentazione, repository,
editor di corsi, dati sul copyright, browser, sistema operativo, ecc.
3.7 Attività di un LMS in funzione dei componenti SCORM
Per quanto riguarda il Content Aggregation (CAM, organizzazione dei contenuti),
oggetto che descrive il corso nella sua interezza, l’LMS deve essere in grado di aprire il
file XML che lo descrive e da esso estrarre tutti i dati relativi agli oggetti che costituiscono
il corso, ai loro descrittori, alle modalità di funzionamento comprensive di sequenziamento
e navigazione.
Una volta identificate le risorse che fanno capo al corso, è compito dell’LMS il lancio del
primo oggetto che deve essere visualizzato dall’utente o presentare un menù che proponga
tutti gli oggetti lanciabili. Invece, per quanto riguarda i metadati, l’LMS deve essere in
grado di estrarli per proporli all’utente quando ritenuto necessario.
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Dal momento in cui viene individuata la risorsa che deve essere lanciata sul browser deve
iniziare un dialogo tra materiale didattico e piattaforma. Questo dialogo avviene attraverso
JavaScript. Da un lato l’LMS deve esporre le chiamate API, dall’altro il materiale
didattico deve agganciare le API per poter effettuare il colloquio. L’oggetto che si occupa
di esporre le API può essere un insieme di funzioni JavaScript presenti nella pagina o un
oggetto Java che presenta le stesse funzioni interrogabili via JavaScript. Quindi, attraverso
un mezzo di comunicazione (JavaScript) vengono esposte delle chiamate, le cui
interrogazioni e risposte avvengono secondo un Data Model.
Fino a SCORM 1.2 le API sono state definite in base al modello di AICC, ma nello stesso
tempo IEEE stava valutando la proposta AICC per farne un modello proprio. Da SCORM
1.3 (2004) il modello utilizzato è IEEE 1484.11.2 per le API e 1484.11.1 per il data model,
cambiando la modalità di funzionamento dell’ambiente di runtime; ci sono cambiamenti
che si riflettono in differenze, anche sostanziali, di funzionamento tra SCORM 1.2 e
SCORM 1.3.
Compito dell’LMS è quello di costruire l’ambiente nel quale l’oggetto didattico SCORM
trovi le condizioni per agire come previsto dal suo autore; tecnicamente si risolve
nell’esporre le API e consentirne il funzionamento secondo il data model.
Dal punto di vista delle API, si può far riferimento allo schema in figura seguente, che
evidenzia il rapporto tra SCO (a destra) e LMS (a sinistra) passando attraverso le API
disponibili:
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gli strumenti di learning management e lo
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Da notare che la piattaforma LMS diventa più complicata qualora ci si ritrova a dover
gestire anche la modalità di navigazione tra LO, con inserimento di vincoli relativi al
raggiungimento degli obiettivi prefissati per consentire la prosecuzione della fruizione. Si
parla infatti di Sequencing & Navigation, introdotto a partire dallo SCORM 1.3.
3.8 I servizi offerti dalle piattaforme per l’e-Learning
L’e-learning supporta varie modalità di supporto per realizzare l’integrazione di tecnologie
di rete per progettare, distribuire, scegliere, gestire e ampliare le risorse di apprendimento
e, nella pratica, le modalità più utilizzate per realizzare tale integrazione sono:
•
online in modalità sincrona, attraverso lo strumento della classe virtuale (VC), in
cui gli utenti/discenti interagiscono con un docente o tutor della materia: durante la
sessione live i discenti possono parlare, utilizzare materiali in vari formati,
navigare sul web sotto la guida del tutor, scrivere su una lavagna, fare dei test,
formare gruppi di lavoro guidati;
•
online in modalità asincrona, con una fruizione di contenuti interattivi che
favoriscono la partecipazione attiva dell’utente singolo, o della classe virtuale, al
processo di apprendimento; può trattarsi di testi, ipertesti, voce, animazioni,
organizzati dai docenti e dagli editor multimediali e fruibili dalla rete;
•
offline, con l’utilizzo di supporti quali testi cartacei, CD-Rom, video, DVD, altri
materiali scaricabili, con possibilità di stampa dei contenuti in formato testo o
immagine.
3.9 L’Open Source per l’e-Learning
Le pubbliche amministrazioni che decidono di erogare progetti formativi in modalità elearning si trovano di fronte alla necessità di adottare una piattaforma. Quelle
maggiormente diffuse sul mercato sono di tipo proprietario, ma esiste una soluzione
alternativa costituita dalla scelta dei sistemi Open Source (OS). Una piattaforma OS è
caratterizzata dall’essere fornita in codice sorgente aperto e libero, esso cioè può essere
letto, riutilizzato ed eventualmente modificato direttamente dai clienti o da altri soggetti.
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In questa prospettiva, le piattaforme OS costituiscono una valida alternativa, non
obbligano a pagare royalties, assicurano totale indipendenza dai fornitori. Oltre a ciò, esse
si basano su un modello di sviluppo dove il risultato è possibile grazie al contributo di
molti e differenti soggetti, in un’ottica di lavoro e apprendimento collaborativo. L’OS
offre quindi un modello di accesso aperto alla cultura e alla conoscenza e si presenta come
un ottimo schema di gestione del patrimonio informativo. Dal punto di vista della Pubblica
Amministrazione, infatti, l’orientamento verso l’OS può essere l’occasione non solo per
rivedere nuovi processi strategici riguardanti l’ingegnerizzazione dei sistemi di produzione
del software e lo sviluppo autonomo basato su specifiche documentate e standard, ma
anche per ridefinire processi e servizi andando verso un nuovo modello di sviluppo che
contribuisca all’acquisizione della capacità di assumersi in proprio la responsabilità e la
gestione del sistema informatico.
La tendenza attuale dovrebbe essere quella di partire da una soluzione “base o core” di
natura open-source, quanto più completa possibile, e di sviluppare moduli aggiuntivi
capaci di soddisfare le specifiche esigenze, da integrare nel sistema complessivo e
rispettanti i vincoli e gli standard tecnologici più volte sottolineati.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Capitolo 4
Analisi di benchmarking delle piattaforme per l’e-Learning
Gli LMS (Learning Management Systems) e gli LCMS (Learning Content Management
Systems) sono le piattaforme per l’e-learning, nonché i moduli funzionali dell’architettura
di sistema delle piattaforme esistenti, largamente diffuse sul mercato.
Nell’articolo “Evaluating On-line Learning Platforms: a Case Study” di F. Colace, M. De
Santo, M.Vento, dell’Università degli Studi di Salerno, una piattaforma per la formazione
a distanza può essere caratterizzata attraverso un’analisi che tiene conto di:
-
metodologie adottate;
-
livello di personalizzazione del percorso di apprendimento;
-
modalità operative e qualità dell’interazione didattica;
-
learning assessment e metodi di tracciamento dello studente;
-
tipologia e qualità dei materiali didattici e del sistema di supporto.
Lo studente dovrebbe avere un pieno beneficio dall’autoapprendimento, dai metodi di
autovalutazione e automotivazione, e gli insegnanti dovrebbero avere un diretto e continuo
contatto con gli allievi. Si parla di “costruttivismo didattico” qualora lo studente viene reso
partecipe in una realtà che si basa su un modo di educare a distanza e dove lo studente
assume il ruolo centrale nel processo cognitivo. Infatti, le piattaforme di e-learning,
seguendo questo approccio costruttivistico, permettono:
-
l’incoraggiamento e l’accettazione dell’autonomia e dell’iniziativa dello studente;
-
l’incoraggiamento dello studente nell’impegno attraverso dialoghi, sia con
l’insegnante che con il gruppo di studio;
-
continui feedback.
In altre parole, una piattaforma e-learning ha quattro importanti funzioni: comunicazione,
condivisione informazioni, accesso alle informazioni e cooperazione. Queste funzionalità
caratterizzano sia l’approccio tecnologico che pedagogico della piattaforma.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Dato il gran numero di piattaforme di e-Learning presenti sul mercato, nasce l’esigenza di
definire opportuni criteri di valutazione al fine di guidare un'istituzione o organizzazione
nella scelta del sistema e-Learning più idoneo alle proprie esigenze. Consci del fatto che
l’unico modo per conoscere un sistema è utilizzarlo, dopo aver analizzato le differenti
piattaforme open-source presenti sul mercato, molte organizzazioni e commissioni di
valutazione hanno redatto una serie di report in cui vengono comparati i sistemi più diffusi
del momento.
A tale proposito, nel vasto panorama delle piattaforme per la gestione della formazione a
distanza, la principale classificazione adoperata è sicuramente quella che distingue tra
prodotti “commerciali” e prodotti “open-source”. Per quanto concerne la prima categoria
di prodotti, i prodotti più importanti e diffusi del settore sono sicuramente Saba,
Blackboard Learning System (Microsoft), Oracle iLearning e l’IBM Lotus Learning
Management System; per quanto attiene invece alla categoria dei prodotti open-source, si
distinguono tra gli altri i sistemi ATutor ed ILIAS.
Si noti che nel presente documento non sono prese in considerazione la categoria delle
piattaforme che possiamo definire “di Ateneo” (in quanto sviluppate ed utilizzate
all’interno di Atenei). Sebbene alcune mostrino caratteristiche interessanti, esse sono
fortemente orientate alla formazione universitaria.
Per ciò che concerne le piattaforme open-source, una trattazione a parte merita il sistema
SCORM Sample Run-Time Environment sviluppato dall’ADL. Esso rappresenta un
LMS “base” concepito con la finalità di essere un’implementazione pratica di esempio per
i concetti fondamentali espressi nello standard SCORM. In particolare, tale sistema offre
un ambiente di run-time (API e DataModel) SCORM-compliant e un insieme di tool per le
attività di Sequencing e Navigation sui Learning Objects, che possono essere integrati o
costituire il punto di partenza di un più complesso sistema di e-learning.
Tale sistema, implementato attraverso un’applicazione web-based usando HTML,
JavaScript, JavaServerPages, JavaApplets e Java Servlets, rappresenta quindi un LMS con
funzionalità minimali di importazione, tracking e running di contenuti didattici.
4.1 I prodotti per i moduli funzionali e l’analisi del CommonWealth of Learning
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
I moduli funzionali, LMS e LCMS, su cui si basa l’architettura di sistema delle
piattaforme esistenti largamente diffusi sul mercato sono le componenti principali di tutte
le piattaforme di e-Learning. Si vuole riportare un breve stato dell’arte delle piattaforme
open-source e commerciali maggiormente diffuse ed una loro comparazione sulla base di
alcuni parametri di benchmarking.
Presentiamo lo studio effettuato dalla società 3waynet per il “Commonwealth of Learning”
(COL), un’associazione intergovernativa fondata dai capi di stato aderenti al
Commonwealth che ha fra i suoi obiettivi la diffusione dell'istruzione nei paesi in via di
sviluppo attraverso le nuove tecnologie. La 3waynet è una società che si occupa di elearning basata a Vancouver, Canada.
La Commonwealth of Learning nel Giugno del 2003 ha stilato un documento che
raccoglieva i risultati di una serie di valutazioni di LMS open-source, fino ad allora i più
diffusi e usati sul mercato, sulla base di alcuni criteri di valutazione (il documento prende
il nome di COL LMS OpenSource report, 25 Giugno 2003).
Nel suo report, il Commonwealth of Learning ha fissato una serie di criteri di valutazione
o benchmarking (più o meno universali) e li ha applicati per classificare ben 35 diversi
LMS Open Source (tecnologie senza limitazioni sulla distribuzione). I prodotti
commerciali sono stati espressamente esclusi da questa analisi.
Gli obiettivi del report sono:
-
identificare i criteri con cui valutare gli LMS;
-
valutare gli LMS candidati usando i criteri;
-
raccomandare un LMS per l’installazione e l’uso, sulla base delle performance
valutate.
Sia gli LMS (che contengono caratteristiche di amministrazione, valutazione, gestione
corsi e contenuti e authoring) che LCMS (che enfatizzano la gestione dei
contenuti/authoring e includono molte caratteristiche di un LMS) vengono presi in
considerazione per la valutazione.
L’analisi condotta dal COL si svolge seguendo i seguenti passi esecutivi:
-
criteri di valutazione di distribuzione;
-
identificazione dei candidati OpenSource;
-
candidati “filtrati” per la produzione della Short List (ovvero della minilista che
contiene gli LMS che hanno superato la preventiva analisi di valutazione);
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
-
valutazione sistematica delle caratteristiche;
-
valutazione sistematica dei criteri generali;
-
raccomandazioni.
I criteri di valutazione adoperati si distinguono in criteri generali e criteri specifici per
particolari caratteristiche. I criteri generali comprendono:
•
caratteristiche e funzionalità;
•
costi di avviamento;
•
manutenibilità e facilità di manutenzione;
•
usabilità, facilità d’uso e documentazione fornita all’utente;
•
livello di adozione del codice e possibilità di estensione;
•
possibilità di integrazione con altri sistemi;
•
conformità agli standard del settore;
•
integrazione LOM;
•
affidabilità;
•
scalabilità;
•
sicurezza della proprietà intellettuale;
•
requisiti hardware e software;
•
supporto multilingua.
I criteri specifici comprendono invece:
•
sicurezza (criptazione ed autenticazione);
•
gestione degli accessi e dei privilegi;
•
facilità del progetto, sviluppo ed integrazione dei corsi;
•
monitoraggio di corsi;
•
gestione e progetto di strumenti di assessment (per la valutazione);
•
supporto per la collaborazione e comunicazione online;
•
tools per la produttività.
Attualmente esistono più di un centinaio di prodotti open-sorce presenti sul mercato. Una
lista quasi completa di questi prodotti (con la relativa tipologia di licenza d’uso) si può
trovare al seguente link:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
EdTechPost, “Open Source Course Management Systems”,
http://www.edtechpost.ca/pmwiki/pmwiki.php/EdTechPost/OpenSourceCourseManageme
ntSystems
Il Commonwealth of Learning, dopo la preventiva analisi delle 35 piattaforme opensource,
ha prodotto una short list con le tecnologie più valide e funzionali sulla base dei criteri
generali di valutazione. Dopo una prima analisi sono stati presi in considerazione per la
successiva valutazione solo Moodle, LON-CAPA, ILIAS, dotLRN, ATutor, mentre gli
altri sistemi non sono stati ritenuti candidati validi (le motivazioni per la loro esclusione è
dichiarata nel report del COL).
I criteri di selezione non sono stati esplicitamente pubblicati nell'articolo, ma i motivi di
esclusione più comuni risultano:
-
povertà di caratteristiche
-
stato non avanzato di sviluppo
-
scarsa attività del gruppo di sviluppatori
-
interfaccia non in lingua inglese
-
documentazione non chiara/non reperibile
-
supporto non efficace/non reperibile
-
sistema non adottato in pratica
-
installazione difficile/non documentata
Di seguito sono riportati i punteggi totali ottenuti da ciascuno dei cinque candidati presi in
considerazione, sia per quanto riguarda i criteri generali sia per quanto riguarda i criteri
specifici.
Si rimanda al seguente link per i dettagli del punteggio:
Commonwealth of Learning, 3WAYNET, “COL LMS Open Source”, Giugno 2003,
http://www.col.org/Consultancies/03LMSOpenSource.pdf. )
Criteri generali
Criteri specifici
ATutor
42
94
dotLRN
30
64
ILIAS
41
92
LON-CAPA
31
74
Moodle
37
69
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Dall’analisi dei punteggi assegnati emerge chiaramente che ATutor supera tutti i
concorrenti, mentre il secondo classificato risulta ILIAS.
4.2 Analisi dell’E-Learning Lab dell’Università di Bologna
Anche l’E-Learning Lab, dell’Università di Bologna, nell’Aprile 2004 ha condotto una
analisi di alcune tra le più diffuse piattaforme di apprendimento online. Il documento di
report prende il nome di “La scelta di un Learning Management System Open Source:
ATutor vs. Ilias vs. Moodle ”, in cui si valutano proprio i tre LMS più usati e validi, stimati
anche dal COL.
Dall’esame del report, stilato ad un anno dal documento del COL, l’E-Learning Lab
effettua una comparazione tra i tre prodotti segnalati dal COL stesso come migliori,
adottando criteri di giudizio in parte diversi. Anche in questa analisi, ATutor si rivela il
migliore tra i prodotti considerati.
Le versioni valutate dall’E-Learning Lab sono:
•
ATutor vers. 1.3.1 (http://www.atutor.ca)
•
Ilias vers. 2.4.3
(http://www.ilias.de)
•
Moodle vers. 1.1
(http://www.moodle.org)
I criteri di analisi adottati sono:
-
facilità di gestione e mantenimento dell’LMS;
-
usabilità e accessibilità dei corsi erogati tramite LMS;
-
disponibilità di documentazione e supporto tecnico per l’LMS da adottare;
-
conformità agli standard IMS e SCORM e rispetto degli standard Web del World
Wide Web Consortium (W3C);
-
supporto multipiattaforma (la capacità dell’LMS di “girare” su più sistemi
operativi);
-
presenza di funzionalità sia per l’apprendimento (ad esempio, dispense online) che
per il lavoro collaborativi (ad esempio, funzionalità di groupware come mailing
list, forum, ecc.);
L’E-Learning Lab è arrivata alla seguenti conclusioni:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
La scelta di un software non è matematica e derivabile solo in funzione dei punteggi riscontrati
nella tabella di confronto. I risultati sono stati integrati da un’analisi sull’usabilità dei
programmi e in base a tutte le informazioni raccolte siamo riusciti a formulare la nostra ipotesi
di scelta. I punteggi presi semplicemente come somma sembrerebbero favorire Moodle, ma
occorre scindere ulteriormente le valutazioni attribuendo pesi diversi alle funzioni. Occorre
quindi definire una gamma di operazioni da tenere in maggiore considerazione rispetto alle
altre, potremmo riassumerle in:
1. Possibilità di importare package IMS (Ilias e ATutor la supportano, Moodle no);
2. Scambio file (in Moodle i file possono essere postati nel forum, in Ilias la condivisione
avviene solo in gruppi);
3. Redazione di test online (complessa in ATutor, invece Moodle e Ilias sono a pari
livello);
4. Dimensione della base installata (Moodle e ATutor sono diffusi in tutto il mondo);
5. Facilità di gestione e mantenimento (Moodle e ATutor sono facili da gestire, Ilias è
più complesso);
6. Tracking (ATutor vince perché consente di visionare anche istogrammi riassuntivi);
7. Meccanismi di accesso al sistema e ai corsi (Moodle vince per tre motivi: buona
scrematura nell’accesso ai corsi, miglior autenticazione, consente accesso senza
identificazione);
Utilizzando i tre applicativi oltre a valutazioni oggettive abbiamo avuto modo di formulare
anche le nostre personali opinioni sul loro funzionamento in generale.
Moodle è il più intuitivo da usare grazie alla buona grafica e alla schematizzazione delle
funzioni.
ATutor è il più ostico in questi termini in quanto i contenuti sono basati principalmente
sull’inserimento di testo e oggetti in codice HTML, è comunque possibile utilizzarlo con relativa
semplicità.
Ilias, una volta superato il primo approccio (il suo apprendimento non è immediato), offre una
varietà di funzioni ampia e dettagliata che consentono di creare contenuti molto personalizzati.
I tre programmi si sono rilevati affidabili e non ci hanno restituito particolari errori, quelli
riscontrati sono dovuti a errori tecnici.
Ilias consente di rendere off-line anche solo una pagina per aggiornamenti, lasciando all’utente
un messaggio di aggiornamento in corso su quella pagina. Moodle e ATutor invece lasciano
all’utente la vecchia versione fino a quando non è terminato l’upload dei contenuti da parte del
titolare del corso.
Veniamo alla nostra conclusione: la scelta ricade su ATutor
Sebbene Moodle sia molto intuitivo ed efficace, il peso della mancata possibilità di importare
package IMS gioca fortemente in suo sfavore. ATutor offrendo le stesse opportunità di Moodle
e in più supportando i package IMS risulta essere la scelta migliore, inoltre la comunità di
sviluppatori sta lavorando attivamente per rendere la piattaforma anche SCORM compatibile e
pensiamo che alcune funzionalità, come quelle collaborative potrebbero essere introdotte
grazie alla compatibilità con ACollab.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Ilias è una buona piattaforma ma la difficoltà di utilizzo, il troppo carico di lavoro per
l’amministrazione, la complessità nel creare test-online, la scarsa documentazione e la ristretta
base installata giocano fortemente a suo sfavore.
4.3 Analisi dell’Osservatorio Tecnologico del MIUR
Un’altra interessante analisi di prodotti open-source e commerciali è quella proposta
dall’Osservatorio Tecnologico del MIUR.
Secondo l’Osservatorio Tecnologico, che pone online una serie di riflessioni sulla
progettazione di tecnologie per l’e-Learning e sulle metodologie (all’indirizzo
www.osservatoriotecnologico.it), in un processo di e-learning l’attenzione deve essere
incentrata sull’utente, poiché la formazione dovrebbe essere intesa come un percorso al
quale l’utente partecipa attivamente e cioè con una concezione diversa rispetto alla
formazione unidirezionale, dal docente al discente.
L’approccio metodologico adottato per un corso erogato in modalità e-learning dovrebbe
sfruttare tutte le specificità della rete, in particolare l’interattività e la multimedialità.
Perché lo studente abbia un ruolo attivo e sia coinvolto, è preferibile optare per quelle
piattaforme open source che presentano alcune scelte opzionali come:
•
condivisione di materiali
•
esercitazioni o progetti da sviluppare in un preciso arco temporale;
•
strumenti per pianificare le attività da svolgere come un calendario o un’agenda
settimanale che suggerisca il ritmo di studio consigliato ricordando gli
appuntamenti presi e gli impegni da rispettare, l’impiego di un’agenda consente,
peraltro di sincronizzare una classe e di coordinarne il lavoro.
Le piattaforme open-source testate dall’Osservatorio Tecnologico si basano su una
metodologia di apprendimento asincrono e con contenuti offline. Non vengono prese in
considerazione piattaforme che usano una modalità di presentazione sincrona.
L’Osservatorio ha testato tra le piattaforme di e-learning: Moodle, Claroline,
SpaghettiLearning, Movable Type, ADA, al fine di determinare la più idonea per la
formazione a distanza nelle scuole. Le piattaforme testate hanno le seguenti caratteristiche:
•
rispondono alla tipologia di formazione on-line in modalità asincrona;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
•
rispondono alle tipologie LMS e LCMS;
•
sono web-based.
I criteri di comparabilità tra soluzioni open source per la formazione a distanza nella
scuola dell’obbligo sono stati stabiliti attraverso tre livelli di analisi: l’analisi delle
piattaforme attraverso la procedura di installazione, acquisizione di documentazione
ufficiale ed il testing delle funzionalità sulle piattaforme installate.
Oltre ai criteri standard definiti dal CoL, sono stati inseriti inoltre dei criteri di valutazione
sulla usabilità per definire in maniera più circostanziata le caratteristiche di ciascuna
piattaforma. I criteri complessivi fanno riferimento a: parametri tecnici (Sistemi Operativi
supportati, architettura del sistema, ecc.), caratteristiche dell’interfaccia utente, strumenti
di gestione e sviluppo dei contenuti, strumenti di testing e valutazione, supporto agli
standard, capacità di lavoro collaborativo, possibilità di personalizzazione, supporto a
clienti e servizi, parametri generali (possibilità di recuperare password, disattivazione
corsi, ecc.).
L’analisi di valutazione è stata rivolta anche a una serie di piattaforme commerciali, quali
Saba Learning Enterprise, Lotus Learning Space, WebCT Campus Editino, Docent
Enterprise, Click2Learn Aspen.
Ecco a quali conclusioni è arrivato l’Osservatorio Tecnologico del MIUR dopo l’analisi
delle piattaforme open-source elencate precedentemente.
Le piattaforme Open Source che sono state oggetto di questa trattazione, hanno tutte
raggiunto un buon grado di sviluppo in termini software che si traduce in un buon livello delle
funzionalità.
Tutte le piattaforme consentono più o meno agevolmente la creazione e la fruizione di corsi via
web, e attraverso modalità sincrone o asincrone l’interazione dei corsisti tra loro e con il
docente.
Le piattaforme di e-learning sul mercato business presentano una complessità decisamente
maggiore, ma per un uso scolastico e soprattutto, per il grado di alfabetizzazione informatica
dei soggetti che le andranno ad utilizzare, queste piattaforme sono uno strumento di supporto
validissimo alla formazione in aula di tipo tradizionale.
Claroline e Spaghetti Learning sono quelle che sembrano aver raggiunto un maggior grado
di maturità e, che, per funzionalità, semplicità di utilizzo, e interfaccia appaiono più adatte ad
un contesto d’uso scolastico.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
4.4 Analisi diretta
Si riporta di seguito la tabella con i risultati della valutazione di alcune piattaforme opensource riportata dal documento di Report Interno (Ing. Massimiliano Albanese - Ing.
Vincenzo Moscato). I parametri di valutazione sono: compatibilità con lo standard
SCORM, presenza di tools di comunicazione (email, forum, chat, web conference),
Si
No
No
ND
ND
No
ND
ND
ND
ND
No
No
ND
ND
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
ND
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Corsi off-line
2
1
3
2
1
1
2
1
2
3
3
2
3
2
Statistiche
Accessibilità W3C
3
3
3
3
1
3
3
3
3
3
3
3
3
3
Creazione Test
No
ND
No
No
No
No
Si
No
No
No
No
No
No
No
Accessibilità (1 -3)
Si
Si
No
Si
No
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Web conference
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
(1 - 3)Usabilità
Si
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Chat
Si
Si
IMS
Si
Si
IMS
Si
Si
Si
Si
IMS
Si
Si
Si
E-mail Forum
Atutor
Bazar
Bodington
Claroline
Colloquia
COSE
Dokeos
GANESHA
ILIAS
LearnLoop
LON-CAPA
Moodle
OpenLMS
SpaghettiLearning
Erogazione materiali
multimediali
CompliantSCORM
accessibilità, usabilità e presenza di skill assessment tool, statistiche e corsi off-line.
Si
ND
No
No
Si
Si
Si
ND
Si
No
Si
No
ND
ND
Osservando la precedente tabella, possiamo vedere che quasi tutte le piattaforme opensource analizzate sono SCORM compliant (vedremo nel capitolo seguente come testare la
conformità SCORM di un LMS). Dall’analisi risulta che le piattaforme ATutor,
Claroline, Dokeos, LearnLoop, Moodle e SpaghettiLearning, sono tra quelle più valide
(solo Dokeos supporta la web conference).
4.5 Le piattaforme commerciali per l’e-Learning
Per completezza, menzioniamo anche un’analisi condotta su una serie di piattaforme
commerciali, anche se non è stato possibile effettuare una prova diretta come per le
piattaforme open-source.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
A differenza delle piattaforme open-source, non è presente in letteratura uno studio
completo e affidabile atto a valutare, secondo i criteri precedentemente esposti, la qualità
degli LMS di natura commerciale. Inoltre, l’assenza di una documentazione precisa sulle
caratteristiche di alcuni di essi, rende difficoltoso il processo di valutazione qualora non si
abbiano a disposizione tali prodotti.
Tra le valutazioni più interessanti disponibili sulla rete va, senza dubbio, menzionata la
“platform evaluation” proposta dalla società svizzera EduTech, cha ha valutato 6 LMS
commerciali (Blackboard, Globalteach, IBT Server, QualiLearning, WebCT e Clix)
secondo parametri e criteri di valutazione molto approfonditi.
Oltre a questa, un'ulteriore analisi sulle funzionalità degli LMS di tipo commerciale, cha
va ricordata, è quella proposta dall’Osservatorio Tecnologico del MIUR che ha esaminato
le piattaforme Click2Learn Aspen, Docent Enterprise, Lotus Learning Space
(precedente piattaforma IBM), Saba Learning Enterprise e WebCT.
Ai primi posti, per quel che concerne le piattaforme commerciali precedentemente
elencate, troviamo: Lotus Learning Space, Docent e Click2Learn.
Attualmente esistono numerose piattaforme commerciali di e-Learning, adottate sia in
ambito aziendale che accademico, oltre alle 10 già menzionate, vanno sicuramente
ricordate quelle per così dire di “ultima generazione”:
•
IBM Lotus Learning Management System (www.ibm.com)
•
Oracle iLearning (www.oracle.com)
•
Centra-Cisco (www.centra.com)
Tutti i suddetti sistemi sono classificabili come Enterprise Learning Management
System e forniscono, con caratteristiche più o meno simili, una soluzione di e-Learning di
tipo web-based fortemente modulare. Esse riuniscono in una comunità di tipo
“collaborativo” docenti, discenti, produttori di contenuti, amministratori e tutor e, nel
contempo, forniscono tutti i classici strumenti che caratterizzano un moderno Learning
Management System.
Tra tali strumenti annoveriamo quelli già elencati precedentemente: publishing and
management dei contenuti e dei corsi, profilazione e gestione degli utenti, tracking e
monitoraggio delle attività degli utenti, user assessment al fine della valutazione dagli
skills raggiunti, tool di comunicazione sincrona (chat, webconference, virtual classroom,
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
ecc…) ed asincrona (forum, email, ecc.) (non sempre però presenti nell’installazione base,
ma forniti attraverso pacchetti a parte).
Sulla base dei criteri di valutazione finora proposti, si riportano di seguito quelle che, nella
nostra analisi, sono stati ritenuti i punti di forza ed i punti deboli di ognuna delle tre
suddette piattaforme.
4.6 Lo scenario e-Learning Italiano
In Italia, l’attenzione all’e-Learning comincia a diventare significativa a partire dal 2000, ma
il mercato si presenta disomogeneo e con investimenti ancora bassi rispetto alle metodologie
tradizionali di formazione a distanza. È dal 2001 che comincia a svilupparsi una maggiore
consapevolezza del significato dell’e-Learning, delle sue metodologie formative, della sua
innovatività ed enorme potenzialità nell’ambito della formazione.
Il motore della crescita sul fronte della domanda è rappresentato dal comparto aziendale, che
da solo nel 2004 (secondo l’Osservatorio Anee/Assinform) rappresenta l’82,5% del valor del
mercato. Per quanto concerne il settore educational (Scuole e Università), le percentuali di
mercato sono ancora piuttosto basse, attribuibili a fattori storici di arretratezza. Soprattutto
nelle scuole, il passaggio a forme tecnologiche di trasmissione della conoscenza prevede una
fase di formazione dei formatori e per cui un trend di crescita più lento.
Lo sviluppo dell’e-Learning nella Pubblica Amministrazione, è strettamente legato ad una
serie di elementi di carattere normativo (legislativo, organizzativo e finanziario), di
dotazione tecnologica e di alfabetizzazione informatica. L’armonica sintesi di questi fattori
permetterà una crescita più rapida e una maggiore diffusione dell’ e-Learning in tutti i settori
delle Pubblica Amministrazione.
Possiamo dunque individuare due scenari evolutivi del mercato: da una parte il
ridimensionamento dell’aspetto tecnologico, che aveva caratterizzato una prima fase come
conseguenza di rilevanti investimenti iniziali, a vantaggio della produzione dei contenuti e
dell’erogazione dei servizi. Il secondo scenario concerne la progressiva concentrazione della
domanda nelle mani di pochi e grandi clienti.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
La diffusione di queste nuove tecnologie didattiche nella Pubblica Amministrazione e
l’attuazione di progetti formativi erogati in modalità e-learning richiedono l’impegno di
personale qualificato e di un management all’interno delle amministrazioni che sappia
gestire e sfruttare appieno tutte le opportunità che queste nuove metodologie possono
offrire. Questa esigenza comporta la necessità di formare e reperire profili di competenze
specifici ed aggiornati e di informare in maniera mirata le figure apicali dei singoli enti sia
locali che centrali sulle modalità gestionali di tali progetti. A tal proposito occorre che, in
qualunque settore in cui vengano impiegate tecnologie per l’e-Learning, siano previsti
appositi seminari e incontri per la formazione del personale e la presentazione dei progetti
all’utenza.
4.7 Comparazione delle piattaforme e-learning Open Source più diffuse
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Intendiamo esaminare dettagliatamente alcune caratteristiche dell’offerta presente di LMS
open source, e alcune delle tendenze in atto, anche in relazione all’affermarsi di alcuni
standard. Nei paragrafi precedenti, sulla base delle valutazioni e analisi di benchmarking
effettuate da molte organizzazioni del settore, abbiamo notato che tra le piattaforme più
affermate e gratuitamente distribuibili, sono di gran rilievo Moodle, ATutor e Ilias. Dopo
una superficiale descrizione delle tre piattaforme, la loro installazione, il testing della
conformità allo SCORM (effettuato con il Conformance Test Suite dello standard ADL,
descritto nell’Appendice) vogliamo effettuare un’analisi diretta delle performance delle tre
piattaforme, arrivando ad una serie di conclusioni. Non si è cercato di essere esauristici e
sistematici, ma si è piuttosto compiuta una sorta di “riflessione ad alta voce”, cercando di
riunire e riordinare informazioni e convinzioni potenzialmente utili per effettuare una
scelta in situazioni concrete.
Da notare che tutte e tre le piattaforme sono sviluppate in ambiente LAMP (LinuxApache-MySQL-PHP), di cui due, Moodle e ILIAS, sono abbastanza diffusi, mentre il
terzo, ATutor è piuttosto recente.
Tali sistemi, cercano di rispondere in modo semplice e non ideologico ad esigenze non
sempre ben definite, ma comunque concrete, di istituzioni che ricevono poche direttive
dall’alto e hanno in generale un limite economico di investimento definito a priori; quando
provano a rivestirsi di un’ideologia, questi sistemi si rifanno per lo più a termini come
costruzionismo (Moodle, Ilias), apprendimento collaborativo, socializzazione della
conoscenza (Ilias).
Abbiamo evitato di descrivere e comparare Claroline, che forse è il “decano” degli LMS
open source usati nelle università italiane, ma ci siamo soffermati solo sui tre LMS
elencati perché sono quelli che, nelle analisi delle organizzazioni inserite nei paragrafi
precedenti, sono i più validi in tutti i testing di benchmarking.
Nei paragrafi seguenti si descrivono le piattaforme installate e valutate da me
personalmente, elencandone le caratteristiche salienti, in modo da “giustificare” anche le
conclusioni a cui sono pervenute le varie organizzazioni che hanno effettuato un’analisi
prestazionale delle stesse piattaforme.
4.8 MOODLE
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
4.8.1 Che cos’è MOODLE?
Moodle è un pacchetto software per produrre corsi basati su Internet e siti Web. È una
piattaforma web-based che ha la funzione di LCMS, poiché fornisce strumenti per la
gestione di corsi e per l’inserimento, da parte di studenti e docenti, dei relativi contenuti
(documenti ed esercizi). È un progetto in continuo sviluppo, volto a creare un ambiente
educativo basato sul costruttivismo sociale. Moodle viene fornito gratuitamente come
software Open Source (sottostante alla GPL - GNU Public License). Fondamentalmente
questo significa che Moodle è protetto da copyright ma che si hanno molte libertà in più. È
possibile copiare, usare, modificare Moodle, basta sottostare a queste condizioni: fornire
agli utilizzatori i sorgenti, non modificare o rimuovere la licenza originale e il
copyright e applicare la stessa licenza ad ogni lavoro derivato.
Moodle può essere eseguito su qualsiasi computer che supporti PHP e supporta diversi tipi
di database (in particolare MySQL). La parola Moodle era in origine un acronimo di
Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment (ambiente di apprendimento
dinamico modulare orientato agli oggetti), particolarmente utile per programmatori e
teorici dell’educazione, ma è anche un verbo che descrive il processo di viaggiare
pigramente attraverso qualcosa, fare le cose come viene, un bighellonare che spesso porta
a momenti di introspezione e creatività. Questa filosofia si applica molto bene al modo in
cui è stato sviluppato Moodle e al modo in cui uno studente o un docente possono
avvicinarsi allo studio o all’insegnamento in un corso in linea. Chiunque usi Moodle è un
Moodler.
Moodle è un’opera in lavorazione attiva ed in continua evoluzione. A cominciare lo
sviluppo è stato Martin Dougiamas, il quale è tuttora a capo del progetto. Secondo
Dougiamas, che ha lavorato per anni alla piattaforma commerciale WebCT, si aveva
bisogno di un'alternativa gratis al labirinto delle tecnologie e pedagogie esistenti. Si
doveva dare una mano alle scuole e alle piccole istituzioni nel poter trasferire le loro
capacità di insegnamento nell’ambiente in linea.
L’influenza del costruttivismo sociale ha portato a considerare l’apprendimento come
un’attività sociale, ma a porre attenzione su ciò che si impara durante la costruzione attiva
di manufatti (come i testi) da essere visti ed utilizzati da altri.
Moodle è stato progettato con l’intento di essere il più intuitivo possibile. Infatti, Moodle è
stato acclamato come “la piattaforma più facile da installare, usare e mantenere in
ambienti Linux, Windows e Mac OS X” (cfr. “Online Classrooms for FREE?! A Review of
Free Online LMSs”, del TESL-EJ).
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Moodle ora è utilizzato non solo nelle università ma anche nelle scuole superiori, scuole
elementari, organizzazioni senza fini di lucro, aziende private, da docenti indipendenti ed
anche genitori che istruiscono i figli in casa.
L’accesso a Moodle è previsto per tre figure: studente, insegnante ed amministratore. La
figura di amministratore consente di gestire i ruoli di tutti gli insegnanti e di attribuire loro
diverse funzioni all’interno del corso.
4.8.2 Architettura di MOODLE e sue caratteristiche
Dal punto di vista di un amministratore di sistema, Moodle è stato progettato secondo i
seguenti criteri:
-
deve girare sulla più grande varietà di piattaforme possibili;
-
deve essere facile da installare, imparare e modificare;
-
deve essere facile effettuare l’aggiornamento da una versione software alla
successiva;
-
deve essere modulare per garantire la propria crescita;
-
deve poter essere utilizzato congiuntamente ad altri sistemi;
Moodle è dotato delle seguenti caratteristiche:

promuove una pedagogia costruzionista sociale (collaborazione, attività, riflessione
critica, ecc.);

adattabilità al 100% delle lezioni on-line come anche ad integrare l’apprendimento
faccia a faccia;

interfaccia browser a tecnologia non avanzata, semplice, leggera, efficiente,
compatibile;

semplice da installare su quasi ogni piattaforma che supporta PHP. Richiede solo
un database (ed è in grado di condividerlo);

completa astrazione del database con il supporto di tutti i principali tipi di database
(tranne che per la definizione iniziale delle tabelle);

l’elenco dei corsi descrive ciascun corso presente sul server, compresa
l’accessibilità agli ospiti;

è possibile categorizzare e ricercare i corsi – un sito Moodle è in grado di
supportare migliaia di corsi;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM

rilevanti le misure di sicurezza: tutti i moduli sono controllati, i dati convalidati, i
cookie criptati, ecc.

la maggior parte delle aree di immissione di testo (risorse, interventi nel forum,
annotazioni nel diario, ecc.), può essere modificata utilizzando un editor HTML
WYSIWYG incorporato.
4.8.3 Moduli funzionali di MOODLE
Moodle prevede i seguenti moduli:
Compito. Un compito è un modulo dove è possibile impostare un lavoro che gli studenti
dovranno svolgere entro una determinata data e che sarà valutato con un voto. La
consegna da parte degli studenti avviene attraverso l'invio di un file che contiene lo
svolgimento dello stesso. Moodle provvederà alla registrazione della data di consegna del
file, dopodichè l’insegnante potrà visualizzare una pagina con l’elenco di tutti i file inviati
e la data di consegna corrispondente. In questo modo è possibile valutare facilmente i
compiti nonché aggiungere ad ognuno un commento e un voto. Trascorsa mezz’ora dalla
valutazione di ogni singolo studente, Moodle invierà automaticamente una mail di avviso
al diretto interessato.
Domanda. Una domanda è un’attività piuttosto semplice; viene posta una domanda di cui
vengono fornite delle possibili risposte. Gli studenti possono scegliere quella che
ritengono corretta e si avrà come risultato una schermata dove si possono esaminare le
risposte date; questo modulo è possibile utilizzarlo anche per sondaggi.
Forum. Questo è senz’altro il modulo più importante di Moodle; è qui, infatti, che si
svolgono tutte le discussioni. Quando si aggiunge un nuovo forum viene presentata una
scelta tra tipologie differenti (una discussione su un singolo argomento, un forum di
discussione generale, o ancora un filone di discussione per utente).
Diario. L'attività di tipo diario rappresenta uno spazio dove vengono annotate questioni
riguardanti il corso. Per ogni diario è possibile specificare sia una domanda aperta, che
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
funge da guida alle riflessioni dello studente, sia un lasso di tempo in cui il diario resta
aperto (quest’opzione è valida solo nei corsi in formato settimanale).
Può valere come regola generale la creazione di un diario alla settimana e incoraggiare gli
studenti a scrivere riflessioni e critiche.
È possibile inoltre valutare e commentare tutte le annotazioni per ogni settimana o
argomento e gli studenti riceveranno automaticamente un’email che li informerà di una
data risposta.
Risorse. Le risorse sono i contenuti del corso, ogni risorsa può essere costituita da un
qualsiasi file caricato sul server o in rete (raggiungibile attraverso un’URL); è possibile
anche usare semplici pagine di testo che è possibile scrivere direttamente in un form.
Quiz. Questo modulo permette di proporre quiz di diversa tipologia: scelta multipla,
vero/falso oppure domande a risposta breve. Le domande sono memorizzate in un
database diviso per categorie in modo tale da poter essere riusate all’interno del corso o
anche in altri corsi. I quiz possono permettere più tentativi che saranno registrati da
Moodle. Per la valutazione delle risposte il docente può scegliere se mostrare i commenti o
le risposte giuste. Questo modulo include la possibilità di dare voti.
Sondaggio - Inchiesta - Indagine. Il modulo d’indagine mette a disposizione del docente
alcuni esami predefiniti, utili per valutare e comprendere il livello della classe. Al
momento comprendono gli strumenti COLLES (Constructivist On-Line Learning
Environment Survey - indagine costruttivista d’ambiente di apprendimento on line) e
ATTLS (Attitudes to Thinking and Learning Survey - attitudini a pensare e indagini
d’apprendimento). L'indagine può essere proposta agli studenti sia al principio del corso,
come strumento di valutazione iniziale, sia alla fine, come momento di verifica. Questi
sondaggi possono essere inoltre molto utili se usati con frequenza settimanale per
monitorare l’andamento della classe.
4.8.4 Funzionalità di MOODLE
Per quanto riguarda la gestione del sito:
-
il sito è gestito da un utente-amministratore, definito durante l’installazione;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
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-
i “temi” plug-in consentono all’amministratore di personalizzare i colori, i
caratteri, la disposizione, ecc. del sito;
-
i pacchetti di lingue plug-in consentono la completa localizzazione di qualsiasi
lingua. Si possono modificare utilizzando un editor incorporato basato su Internet.
Al momento esistono pacchetti linguistici per oltre 34 lingue;
-
il codice è PHP scritto in modo pulito e sotto licenza GPL - facile da modificare
per soddisfare ogni bisogno.
Per quanto riguarda la gestione dell’utente:
-
gli obiettivi mirano a ridurre al minimo il coinvolgimento dell’amministratore,
conservando allo stesso tempo un alto livello di sicurezza;
-
supporta una serie di meccanismi di autenticazione tramite moduli di
autenticazione plug-in, consentendo una facile integrazione con i sistemi già
presenti;
-
metodo di email standard: gli studenti possono creare i propri account di accesso.
Gli indirizzi e-mail sono verificati tramite conferma;
-
il metodo LDAP: le connessioni agli account possono essere controllate rispetto ad
un server LDAP. L’amministratore può specificare quali campi utilizzare;
-
IMAP, POP3, NNTP: le connessioni agli account sono controllate rispetto ad un
server di posta o di notizie. Sono supportati SSL (Secure Socket Layer) e i
certificati;
-
database esterno: qualsiasi database che contenga almeno due campi può essere
utilizzato come fonte di autenticazione esterna;
-
ciascuna persona necessita di un solo account per l’intero server - ogni account può
avere differente accesso;
-
un account di amministratore controlla la creazione di corsi e crea docenti
assegnando utenti ai corsi;
-
ad un account di creatore di corso è solo consentito di creare corsi e di insegnare in
essi;
-
ai docenti possono essere ritirati i privilegi di modifica cosicché non possono
mutare il corso (ad esempio per i tutor part time);
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
-
per la sicurezza, i docenti possono aggiungere una “chiave di accesso” ai loro corsi
per tenere fuori quelli che non sono studenti. Possono distribuire tale codice di
persona o tramite email personali, ecc.
-
i docenti possono annullare l’iscrizione degli studenti manualmente qualora sia
desiderato, altrimenti la loro iscrizione è annullata automaticamente dopo un certo
periodo di inattività (impostato dall’amministratore);
-
gli studenti sono incoraggiati a costruire un profilo online comprendente foto,
descrizione. Qualora sia richiesto, è possibile proteggere gli indirizzi di posta
elettronica affinché non siano visualizzati;
-
ciascun utente può specificare il proprio fuso orario ed ogni data presente in
Moodle è tradotta secondo quel fuso orario (ad esempio, gli orari di invio dei
messaggi, le date di scadenza dei compiti, ecc. );
-
ciascun utente può scegliere la lingua utilizzata per l’interfaccia di Moodle
(inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano, ecc.);
Per quanto riguarda la gestione del corso:
-
un docente con un ruolo più elevato ha il pieno controllo delle impostazioni di un
corso, compreso il potere di limitare gli altri docenti;
-
è possibile scegliere i formati del corso per settimana, per argomento o per un
formato sociale incentrato sulla discussione;
-
disposizione flessibile delle attività del corso - forum, diari, quiz, risorse, domande,
sondaggi, compiti, chat, workshop;
-
sulla home page del corso è possibile visualizzare i più recenti cambiamenti
avvenuti in esso dopo l’ultima connessione - ciò contribuisce a dare un senso di
comunità;
-
la maggior parte delle aree di immissione di testo (risorse, interventi nel forum,
annotazioni del diario, ecc.) può essere modificata utilizzando un editor HTML
incorporato;
-
tutti i voti relativi ai forum, ai diari, ai questionari ed ai compiti sono visibili su una
pagina (e scaricati come file di foglio di lavoro);
-
per ogni studente sono disponibili report completi dell'attività relativa alle
connessioni ed alla rintracciabilità insieme a grafici e dettagli su ciascun modulo
(ultimo accesso, lettura del numero di volte) ed inoltre anche una "storia"
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dettagliata del coinvolgimento di ogni studente compresi i messaggi postati, gli
interventi nel diario, ecc., su una pagina;
-
integrazione della posta - copie degli interventi nel forum, il feedback del docente,
ecc., possono essere inviati in formato HTML o in testo normale;
-
scale di valutazione personalizzate - i docenti possono definire le proprie scale da
utilizzare per valutare forum, compiti e diari;
-
è possibile compattare i corsi in un solo file zip utilizzando la funzione Backup.
Possono poi essere ripristinati su qualsiasi server Moodle;
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
4.8.5 Grafica e usabilità
L’approccio grafico di Moodle è riconducibile al classico portale web a tre colonne. La
home page del corso infatti è strutturata in questo modo.
Il livello di usabilità è non eccellente: la piattaforma al primo impatto, soprattutto quando
si visualizza la pagina principale del corso, non consente una pronta individuazione delle
principali risorse e funzionalità disponibili; l’impressione è confermata anche dalle
procedure che il docente o l’amministratore devono adottare per gestire i corsi e per creare
questionari. Occorre aggiungere che le funzionalità presenti su questa piattaforma sono
piuttosto evolute e, come nel caso della configurazione dei questionari, le opzioni di
configurazione sono numerose.
Un altro aspetto positivo è la possibilità di configurare, spostare o anche eliminare alcuni
menù, funzionalità particolarmente utile per personalizzare l’interfaccia.
L’impressione d’uso complessiva per Moodle non comporta un giudizio positivo per
l’usabilità forse proprio per la ricchezza di funzionalità e possibilità di configurazione
presenti.
4.8.6 Navigazione
La piattaforma ha buoni requisiti grafici, ma presenta qualche difficoltà nella navigazione
per via delle numerose funzioni che in fase di gestione sono alquanto lunghe da gestire e
configurare. I limiti nella usabilità di Moodle, che peraltro non ne inficiano le qualità
complessive, sono ampiamente compensati anche dall’help contestuale e dagli aiuti che
sono presenti in tutte le sezioni e spesso per molti menù e per le funzionalità più
complesse da utilizzare e configurare. Un limite che si è riscontrato in alcune voci
dell’help contestuale è la mancata traduzione dall’inglese.
La versione demo della piattaforma è disponibile al sito www.moodle.org. La versione da
me personalmente valutata, installata e testata è la MOODLE 1.5.
4.8.7 Tabella sintetica delle caratteristiche di Moodle
MOODLE
Gira su server NT
Si
Gira su UNIX server
Si
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Altri tipi di server supportati
Usa Microsoft SQL
Altri formati di database
Ovunque sia disponibile
Apache e PHP
Si
Quelli Supportati da PHP
Può sincronizzare i dati relativi alla performance su server multipli
No
Può fornire differenti look&feel e regole di gestione per
organizzazioni differenti sotto una singola installazione dell’LMS
No
Le versioni multilingua possono operare contemporaneamente sotto
un’unica installazione
Si
Architettura di sistema modulare, che permette il deployment della
sole funzionalità richieste (ad esempio, corsi senza modulo chat)
Si
Interfaccia utente
Capacità avanzate di ricerca
Cerca nei forum
Pianificazione personalizzata delle lezioni
Si
Catalogo dei corsi può contenere altre risorse, oltre al materiale
relativo al corso stesso (Riferimenti a libri, audio/video, ecc.)
Si
Gli utenti possono cercare nel catalogo prima di effettuare il log al
sistema (pre-browsing)
Si
Auto-registrazione e pre-registrazione dell’utente
Si
Al discente vengono fornite funzionalità e strumenti per prendere
delle note personali
No
Il discente può cercare del contenuto formativo specifico per una
particolare funzione o compito richiesto dall’organizzazione
Si
Gestione e sviluppo del contenuto
Strumenti di creazione del contenuto (content authoring) integrati
nel sistema
Si
Strumenti di gestione del contenuto (content management) integrati
nel sistema. (Implica l’utilizzo di un database per immagazzinare i
contenuti)
Si
Testing e Valutazione
Interfaccia per scrivere e sviluppare le domande dei test
Si
Flessibilità e adattabilità dei meccanismi di gestione
È possibile definire nelle impostazioni di richiedere l’approvazione
del manager per la registrazione ai corsi ?
Si, anche tramite password
La piattaforma supporta profili diversi rispetto a docente/discente?
Amministratore,
Insegnante e Studente
Reportistica
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Fornisce i dati relativi ai test
Si
Vengono forniti report standardizzati
Si
E possibile definire nuovi report?
No
Supporto agli standard
Supporto o certificazione AICC?
Supporto SCORM?
No
SCORM 1.2 a partire da
Moodle 1.5
Capacità di lavoro cooperativo
Gruppi di discussione con thread
Si
Chat
Si
Sistema integrato di e-mail
No
Capacità di gestire gruppi di lavoro (che lavorano assieme su
specifici progetti)
Si
Messaggistica globale broadcast
Si
Agenda condivisa
Si
IstantMessaging
Si
Personalizzazione
L’interfaccia può essere personalizzata
Si
Sia l’interfaccia del discente che quella dell’amministratore sono
personalizzabili
Si
Il layout su schermo può essere modificato
Si
Supporto al cliente e servizi
Supporto via e-mail
Si
Supporto attraverso gruppi di utenti attivi
Si
Sono disponibili corsi di formazione offerti dal Vendor sull’uso del
prodotto
Si
Sono disponibili corsi di formazione offerti da altri partner (training
partners)
Si
Sono disponibili tutorial offerti da terza parti
Si
Altro
Sistema automatico di recupero della password in caso di necessità
Si
Registrazione batch (automatica)
Si
Permette la definizione dei prerequisiti all’accesso
No
È possibile disabilitare un corso senza rimuoverlo permanentemente
dal catalogo
Si
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Supporto e Formazione nell’uso della piattaforma in lingua diversa
dall’italiano
Diverse lingue
4.8.6 Conformità agli standard e-Learning
Il modulo SCORM incluso in Moodle 1.5 è stato testato con il sistema dell'ADL ed è
risultato completamente conforme allo standard 1.2 (LMS-RTE3). Inoltre è stata
migliorata notevolmente la pagina dei rapporti e delle attività degli studenti.
Più in generare il modulo è stato riprogettato in modo da permettere un'integrazione più
facile con altri standard (AICC, SCORM 1.3/2004).
4.9 ATUTOR
4.9.1 Che cos’è ATUTOR?
ATutor è un progetto nato nel 2002 con la collaborazione del Centro di Ricerche per le
Tecnologie Adattabili (Adaptive Technology Resource Centre - ATRC) dell'Università di
Toronto, di cui Grag Gray è il responsabile del progetto. Questo centro è
internazionalmente riconosciuto come leader nello sviluppo di tecnologie e di standard che
assicurano alle persone con disabilità la possibilità di avere accesso alle opportunità
fornite dall’elearning e, questa missione, ha profondamente influenzato lo sviluppo della
piattaforma. Nello sviluppo è stata data particolare attenzione agli aspetti della
accessibilità.
ATutor è il primo LCMS che rispetta le specifiche di accessibilità della W3C (W3C
WCAG 1.0), accessibile da tutti i potenziali fruitori, istruttori e amministratori, nonché da
persone disabili grazie a tecnologie di supporto. La conformità all’accessibilità W3C
implica la compatibilità con gli standard tecnologici del settore.
ATutor ha adottato le specifiche dell’IMS/SCORM Content Packaging, per rendere
distribuibile e riusabile il contenuto tra sistemi e piattaforme differenti. I contenuti creati
in altri sistemi conformi all’IMS o allo SCORM, possono essere importati in ATutor e
viceversa. ATutor include anche la SCORM 1.2 RunTime Environment / LMS RTE3 per il
lancio e la gestione degli SCOs.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Il software di ATutor è disponibile gratuitamente sotto i termini della GNU General
Public License (GPL). Gli amministratori possono scaricare e importare language pack
(sono disponibili fino a 30 lingue).
ATutor è l’unica piattaforma open-source quasi del tutto accessibile alla Legge n. 4 del 4
gennaio 2004 (disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti
informatici), la cosiddetta Legge Stanca. L’accessibilità è la capacità dei sistemi
informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare
servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a
causa di disabilità necessitano di tecnologie assistite o configurazioni particolari.
Da qui la necessità non solo per le Pubbliche Amministrazioni, ma per tutti i soggetti che
decidono di erogare progetti formativi in modalità FAD (formazione a distanza) di
utilizzare una piattaforma accessibile.
4.9.2 Tool inclusi in ATutor
Ecco gli strumenti usati in ATutor, classificati in diverse categorie di applicazione
(Strumenti di comunicazione, Strumenti di produttività, Strumenti di coinvolgimento degli
studenti, Strumenti di supporto per l’amministratore, Strumenti per la distribuzione dei
corsi, Creazione dei Curriculum):
Strumenti di comunicazione
Forum di discussione: le discussioni possono essere visualizzate attraverso dei thread. I
post possono includere URLs, e possono essere scritti usando un testo formattato o
semplice. I threads di discussione sono espandibili o si possono ridurre per visualizzare
una lista di topic o per vedere intere conversazioni su schermo intero. I threads possono
essere ordinati per autore, topic, data, e livello di attività. Gli studenti possono abilitare o
disabilitare notifiche di nuovi post attraverso la ricezione di email. I threads sono possono
essere bloccati dall’istruttore in lettura e/o scrittura, o essere posizionati in relazione alla
loro importanza o priorità. I thread attivi appaiono vicino alla lista principale. Un
amministratore può condividere discussioni sui corsi, dipartimenti o unità istituzionali.
Scambio File: gli studenti e gli istruttori possono uploadare files in molti formati per una
libreria di corso o di gruppo condivisa. Gli studenti possono condividere contenuti della
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
loro cartella personale con altri studenti e con un istruttore o insegnante. Gli studenti
consegnano i loro compiti in una drop box.
Email: gli studenti possono usate un tool per l’invio email o per i messaggi istantanei per
comunicare con gli studenti iscritti.
Note/Diario Online: gli studenti possono prendere nota privata o condivisa nella loro area
personale di lavoro. Inoltre, è condivisibile un diario online dello studente con gli istruttori
e altri studenti.
Chat real-time: c’è uno strumento di chat PHP-based per lo scambio messaggi a livello di
corso o di gruppo. Gli studenti vedono chi c’è online nel loro corso o gruppo. Gli istruttori
hanno pieno accesso alla chat. Il sistema crea dei logs per tutte le chat rooms. Gli istruttori
possono programmare discussioni di chat usando il calendario dei gruppi. La chat tool
supporta discussioni simultanee multiple di gruppo.
Lavagna: il software supporta una lavagna controllata dall’istruttore che può avere istanze
multiple nello stesso corso usando il Java/Jabber based AComm aggiunto a ATutor.
Strumenti di produttività
Progress Review/Calendario: il Calendario è reso disponibile grazie ad ACollab incluso in
ATutor. Calendari privati, di gruppo e di corso possono essere usati per tenere traccia di
compiti, scadenze, ecc.
Help/Orientamento: il sistema include un corso online per aiutare gli studenti e gli
istruttori ad imparare a usare il sistema. Gli studenti possono accedere all’help contestuale
in qualsiasi tool grazie a dei campi predefiniti.
Ricerca nei corsi: gli studenti possono usare delle parole chiave per cercare singoli corsi o
tutti i corsi disponibili;
Work Offline/Sincronizzazione: gli studenti possono compilare contenuti di corsi
selezionati o interi corsi in un package scaricabile per la visualizzazione offline usando un
visualizzatore di contenuti a corredo della piattaforma. Entrato nel corso, lo studente può
visionare l’ultima pagina visualizzata. Gli istruttori possono registrare sessioni di
sincronizzazione così che gli studenti possono visionarle in maniera asincrona in un
secondo momento.
Strumenti di coinvolgimento degli studenti
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
GroupWork: è reso disponibile grazie ad ACollab incluso in ATutor. Gli istruttori possono
creare attività di gruppo e decidere i leader del gruppo per creare e gestire i gruppi. Ogni
gruppo ha la sua propria pagina di gruppo, l’area per lo scambio dei file, forum di
discussione, chat room, mailing list del gruppo, compiti e calendari condivisi. Gli studenti
possono redigere documenti grazie a dei tool “ad-hoc”.
Autovalutazione: gli istruttori possono creare dei test di autovalutazione che gli studenti
possono svolgere in qualunque momento. Possono essere a risposta multipla o Vero/Falso
e le domande possono essere ordinate in maniera random.
Costruzione di una comunità di studenti: gli studenti possono creare dei gruppi di studio,
mandare mail ai loro gruppi, usare uno spazio di chat e materiale condiviso al gruppo.
Inoltre partecipano attivamente alle discussioni di forum.
Student PortFolios: gli studenti hanno cartelle pubbliche e personali che possono
condividere con altri studenti, con i membri del gruppo, con un istruttore.
Strumenti di supporto per l’amministrazione
Autenticazione: gli amministratori e gli istruttori possono settare l’accessibilità ai corsi,
rendendolo pubblico o accessibile previa username e password. I dati di autenticazione
possono essere criptati con SSL.
Autorizzazione Corso: gli istruttori possono assegnare a ciascuno studente dei limiti di
accesso, dando una serie di privilegi o limitandone nel tempo la possibilità di
partecipazione al corso. Gli amministratori possono creare limiti di accesso e decidere una
serie di ruoli amministrativi. Istruttori e studenti possono possedere diversi ruoli in diversi
corsi o in differenti gruppi.
Integrazione di registrazione: gli studenti possono autoiscriversi. Gli amministratori e gli
istruttori possono aggiungere gli studenti a un corso e il sistema genererà un messaggio di
email invitandoli a completare la registrazione. La registrazione prevede l’aggiunta delle
informazioni dello studente nella lista di sistema.
Strumenti per la distribuzione del corso
Testing e punteggio automatico: gli istruttori possono creare dei test a risposta multipla o
Vero/Falso, randomizzando il pool di domande disponibili nel sistema. Inoltre, gli
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
istruttori possono settare le date e i tempi per far accedere gli studenti ai test. Possono
preparare dei feedback, visionare il punteggio automatico e analizzare le statistiche
personali di ogni utente.
Gestione del corso: gli istruttori possono rilasciare contenuti e compiti classificandoli per
date di inizio e fine pubblicazione.
Instructor Helpdesk: gli istruttori possono accedere al manuale online dell’istruttore, alla
guida contestuale e al forum di supporto istruttori sul sito del prodotto.
Strumenti di classificazione online: gli istruttori possono assegnare crediti parziali per
alcune risposte. Inoltre possono visionare gli andamenti dello studente per tutti i test cui ha
partecipato. Tali risultati possono essere esportati con i più comuni strumenti di
spreadsheet. L’istruttore fornisce appositi feedback generali o personali e condividere le
informazioni tracciate per ciascun studente. Esiste inoltre un report che tiene traccia delle
durate delle sessioni impiegate dallo studente per ogni lezione o test.
4.9.3 Accessibilità di ATutor e conformità agli standard e-Learning
Il prodotto è conforme alle direttive WAI WCAG 1.0 di accessibilità. Gli istruttori
possono condividere contenuti attraverso un sistema di repository di LO, accessibile anche
agli studenti. Il sistema supporta la condivisione dei contenuti attraverso corsi e gli
istruttori possono decidere i diritti di accesso a tali risorse, in modo da favorirne il riuso. Il
software prevede il supporto per la creazione di contenuti template-based. I contenuti dei
corsi possono essere uploadati grazie ad un file manager, importati o esportati da/a
repository, importati direttamente dal web previa URL o importati da un HTML editor.
Gli istruttori possono clonare o modificare i template o crearne di nuovi.
Il software supporta la creazione, l’importazione e l’esportazione in conformità con l’IMS
1.3 e SCORM 1.2 content packages. Il software è conforme allo SCORM 1.2 RunTime
Environment Specification (LMS-RTE 3). Il sistema include strumenti per facilitare la
migrazione dei contenuti tra differenti versioni del software e altri sistemi LMS comformi
allo standard SCORM.
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standard SCORM
4.9.4 Requisiti tecnici e valutazioni sull’installazione
Il software supporta qualsiasi browser successivo a Internet Explorer 4+, Netscape 6+ e
Opera 5+. Il sistema richiede un database MySQL e software web server come Apache o
Microsoft IIS che supportino PHP e MySQL. ATutor è disponibile anche per ambienti
Unix e Linux, oltre Windows.
L’installazione è semplice e non è necessaria alcuna particolare configurazione postinstallazione. ATutor si differenzia per la particolare cura con la quale viene realizzato. Ad
esempio, il software ACollab non è un software maturo, ma è realizzato talmente bene che
si ha la sensazione di lavorare con qualcosa di stabile, ed è snello e funzionale.
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La versione da me personalmente valutata, installata e testata è ATutor 1.5.2, disponibile
al sito www.atutor.ca.
Aspetti da migliorare:
•
il runtime SCORM non è ancora supportato
•
documentazione solo in inglese
•
dovrebbero essere realizzati maggiori strumenti per la comunicazione sincrona
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4.9.5 Tabella sintetica delle caratteristiche di ATutor
Interfaccia diretta per l’amministrazione del corso
Possibilità di costruire corsi progettando una serie di pagine di contenuti
Possibilità di importare contenuti conformi agli standard IMS e SCORM
Possibilità di esportare i contenuti in formato IMS
Funzione integrata di posta attraverso messaggi interni con possibilità di contattare
simultaneamente tutti gli iscritti a un particolare corso
Forum e chat
Alta semplicità di creazione e navigazione dei corsi seppur sia richiesta da parte dell’insegnante
una rudimentale conoscenza dell’HTML
Help contestuale e possibilità di accedere a ulteriori aiuti sul sito
Possibilità di creare un glossario
Ampia gamma di sviluppatori che lavorano attivamente al progetto fornendo il supporto per
future versioni di ATutor, cercando di implementare gli standard presenti e futuri dell’elearning
e di integrare WYSIWYG per creare i contenuti dei corsi pur non richiedendo la conoscenza
dell’HTML.
4.10 ILIAS
4.10.1 Che cos’è ILIAS?
ILIAS, acronimo di Integrated Learning Information and Co-operative Work-System, è
una piattaforma per l’elearning nata in Germania e sviluppata dall’Università di Colonia. È
stato originariamente sviluppato dalle Facoltà di Economia, Amministrazione Aziendale e
Scienze Sociali di alcune università tedesche e si colloca nella categoria delle piattaforme
Open Source.
ILIAS è una piattaforma LMS disponibile come Open Source nei termini di GNU/GNU
not Unix – GPL, capace di gestire insegnamento e apprendimento tramite Internet, in un
contesto di tipo groupware. È basato su http server (Web Server) e acceduto tramite
browser.
I browser testati sono Internet Explorer (5.x), Mozilla (1.x), Opera (5.x) e devono
supportare frame (ad esempio, per accedere all’help) e il linguaggio JavaScript.
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
ILIAS è principalmente un prodotto del mondo accademico e le istituzioni educative,
anche se non sono escluse collaborazioni third party: ciò garantisce una solida base di
risorse umane per lo sviluppo e il consolidamento della piattaforma, come attesta l’ampia
documentazione su questa materia.
ILIAS consente di sviluppare corsi e di costituire gruppi in relazione a materiali
multimediali di apprendimento. I componenti dei gruppi stabiliscono fra loro relazioni
interattive, cooperando fra loro in ambienti sincroni e asincroni di comunicazione e
scambio.
Può forse essere utile accennare al fatto che ILIAS si caratterizza come ambiente di tipo
groupware con una filosofia delle risorse e con caratteristiche sue proprie dal punto di
vista procedurale.
Infatti, mentre le più conosciute piattaforme di tipo groupware, proprietarie e non, e
orientate al mercato tendono a disegnare e sviluppare corsi e solo successivamente, dopo
la registrazione dei clienti, a costituire una classe virtuale, più o meno numerosa, una
comunità di pratica, un soggetto collettivo, nella filosofia che sottende il disegno e lo
sviluppo di ILIAS, il gruppo precede il corso e finisce per rimanere il baricentro di tutto il
sistema.
Infatti, è interessante rilevare che gli stessi studenti possono costituire gruppi che
cooperano utilizzando i materiali di apprendimento e strumenti di comunicazione sincrona
e asincrona: fra di loro, con gli insegnanti e con i loro tutor.
Il focus è centrato sui fabbisogni di apprendimento di un gruppo, non su un gruppo astratto
che afferisce a un corso, disegnato e sviluppato indipendentemente dai suoi utilizzatori e
solo successivamente adattato a fabbisogni reali.
Come dire che il gruppo e la dinamica che si instaura fra i suoi componenti - persone
giovani e selezionate, certamente motivate - crea valore aggiunto agli stessi corsi e alla
stessa tecnologia.
In sintesi, ILIAS consente di fare quello che piattaforme evolute LMS ormai offrono:
gestire registrazioni degli utenti ai corsi, costituire gruppi, erogare unità di formazione,
scambiarle con altre piattaforme, consentire operatività individuale e di gruppo, interagire
in ambienti sincroni e asincroni di comunicazione, monitorare i processi di
apprendimento, attivare procedure di misurazione dell’apprendimento.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
4.10.2 Requisiti Tecnici
L’applicazione ha portabilità in quanto può essere installata su vari sistemi operativi.
Tuttavia UNIX rimane il sistema operativo di elezione. Con l’apporto di alcune modifiche
può anche essere installata su sistema operativo Windows (98, 2000, XP) o Mac OS X.
Il pacchetto software rilasciato comprende solo il codice sorgente, sviluppato in PHP,
dell’applicazione e-learning LMS che interfaccia sia il database sia il server http.
Sono esclusi quindi: il server http su cui viene installato ILIAS, il database, librerie di
vario tipo, software di compressione e decompressione dati, strumenti grafici (che devono
essere opportunamente preinstallati prima della piattaforma stessa).
4.10.3 Linguaggio di sviluppo e profilo architetturale
L’architettura di sistema di ILIAS segue una metodologia di programmazione di tipo
Object Oriented per cui il codice è costituito da un insieme di moduli (oggetti).
Tali oggetti, interagenti tra loro e organizzati secondo un ordine gerarchico, sono regolati
dal meccanismo di eredità di features dal livello superiore a quello inferiore così da
condividere attributi e funzioni, senza necessità di duplicare il codice. Si tratta di una
metodologia che consente aggiornamenti in minor tempo, con più affidabilità e con
interfacce utente migliori. Modularità e flessibilità, come confermato dal ritmo serrato di
release, documentate dalla roadmap, attestano l’impiego a tutto regime delle potenzialità
della metodologia di programmazione di ILIAS.
La gestione dei corsi è possibile, ma ancor più viene supportato il concetto di client,
ovvero la possibilità di amministrare più ambienti diversi, anche su database diversi,
all'interno della stessa piattaforma. Inoltre, è possibile creare direttamente all'interno di
ILIAS i propri contenuti.
Vediamo l’architettura di ILIAS, costituita da tre moduli funzionali:
-
l’applicazione vera e propria: costituita da scripting Php, comprende tutte le
funzioni di tipo LMS, che consentono di supportare, mediante il database
utilizzato, erogazione e gestione dei corsi, gestione e monitorino delle classi
virtuali e delle varie forme di operatività individuale e collettiva connesse a un
corso. Integra nella piattaforma, acceduta da Web, vari tipi di applicazioni server
per lo scambio dei dati (upload e download), per la comunicazione asincrona
(messaggistica e forum) e sincrona (chatting testuale). Rende possibile accesso
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standard SCORM
remoto in scrittura con generazione automatica dell’output, secondo il profilo
predisposto.
-
l’interfaccia grafica, in formato HTML con fogli di stile è disponibile anche in
template per le diverse versioni linguistiche;
-
il database è MySQL;
In sintesi: la piattaforma si presenta con una architettura aperta che consente di sviluppare
in PHP l’interfacciamento con vari tipi di applicazioni; è dimensionabile (scalabilità) alla
crescita degli utenti e adattabile (personalizzazione) alle esigenze degli erogatori del corso
e degli studenti, compresa la lingua di comunicazione dell’interfaccia utente.
4.10.4 Funzioni della piattaforma, moduli funzionali e profili di operatività
Le funzioni generali della piattaforma ILIAS offrono:
•
una “scrivania personale” per ogni utente
•
ambiente di apprendimento con motore di ricerca, funzioni automatizzate di
stampa, accesso a test, glossario, possibilità di scrivere che connotano il percorso
di formazione, versione offline dei corsi
•
sistema per la gestione dei corsi
•
strumenti di comunicazione asincrona di tipo mail e forum, e sincrona (chatting
testuale e lavagna)
•
sistema per attivare e gestire gruppi in attività di tipo collaborativi
•
programma autore per disegnare e sviluppare corsi senza avere competenze in
HTML scripting
•
supporto di metadata per ogni livello degli oggetti di apprendimento
•
help attivo contestuale sia per chi apprende sia per chi sviluppa corsi
•
interfaccia per l’amministrazione del sistema e degli utenti
•
sistema delle lingue: inglese, tedesco, francese, spagnolo, norvegese, svedese,
danese, polacco, italiano
Vediamo i moduli funzionali della piattaforma:
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gli strumenti di learning management e lo
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Desktop personale
-
pagina iniziale
-
informazioni riguardanti le ultime unità di apprendimento visitate (tempo e ultima
pagina)
-
notifica di articoli newsgroup non esplorati, amministrazione dei dati personali
-
gestione dei dati personali
-
scelta linguistica
Ambiente di apprendimento
-
visualizzazione di tutte le unità di apprendimento accessibili e iscrizione
-
dalla versione 1.8 operatività offline mediante le funzioni offline reader
-
funzione di navigazione attraverso le unità di apprendimento
-
ricerca in una singola o in tutte le unità di apprendimento mediante nomi o parole
chiave
-
glossario navigabile riferito alle unità di apprendimento
-
informazioni generali sulle unità di apprendimento e lo staff dei professori
-
automazione delle funzioni di stampa con formati dedicati dei documenti (formati
non html)
-
redazione di note personali e sistema di gestione
Ambiente di comunicazione
-
sistema di posta interna con possibilità di gestire i messaggi
-
possibilità di attivare messaggi per gruppi
-
informazioni sulle unità di apprendimento e sul corso automaticamente distribuite
agli iscritti
Ambiente di gestione dei gruppi
-
visualizzazione e amministrazione di tutti i gruppi
-
attivazione di gruppi di sistema, aperti, chiusi
-
facoltà di ogni utente di creare gruppi e gestirli con conferimento di privilegi
-
sistema di amministrazione strutturata (proprietario, amministratore, membri)
-
gestione di inviti, esclusioni di membri in un gruppo
-
gestione di tutte le risorse di un gruppo (unità di apprendimento, forum)
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Ambiente autore (editor)
-
disegnare e sviluppare unità di apprendimento nel proprio ambiente autore
-
disegnare e sviluppare unità di apprendimento in collaborazione con altri autori
-
utilizzare ogni tipo di formato nell’unità di apprendimento
-
importare testi con la funzione copia/incolla utilizzando le funzioni disponibili di
layout
-
utilizzare immagini ed elementi multimediali (suoni, filmati, animazioni …)
-
creare e editare tabelle e mappe di immagini con l’editor integrato
-
ideare test a scelta multipla con gli strumenti offerti dalla piattaforma
-
creare link dinamici interni con ILIAS VRI (VIRTUS Resource Identifier)
-
gestire applicazioni multimediali (ad esempio Java, Flash, QuickTime, wav, Real,
ecc.)
-
editor di corsi correlati a gruppi e riutilizzo di corsi preesistenti mediante lo
strumento Broker – Tool (IBO), tool che permette di pubblicare corsi centrati sui
fabbisogni di gruppi di studenti o su speciali gruppi
Ambiente di gestione della piattaforma
-
gestione degli utenti (registrazione, login password, gruppi di sistema)
-
gestione delle unità di apprendimento
-
gestione dei template
-
gestione di speciali campi, tipi di contenuti, speciali caratteri e plugin
-
gestione del server webmail, newsgroup, chatting
-
configurazione del sistema
-
gestione dell’help
-
messa a punto di moduli (IBO, Logfile, Autenticazione)
-
gestione dei pagamenti per utenti esterni
Sistema di Metadata
-
descrizione dei dati riguardanti l’apprendimento ad ogni loro livello: unità, pagine
e elementi secondo le istruzioni di IMS e Ariadne
-
creazione e gestione di metadati in ambiente autore
Profili di operatività
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Le figure professionali supportate dal sistema, che nasce in relazione a fabbisogni di un
ambiente accademico, sono:
-
studente
-
autore delle unità di apprendimento, dei loro materiali e profili di operatività
-
amministratore di sistema
-
ricercatore per la valutazione del progetto e della piattaforma
-
ospite (è possibile accedere alla piattaforma per sperimentare le funzioni mediante
login (guest) e password (guest))
4.10.5 Accessibilità della piattaforma e standard adottati da ILIAS
Non è stata rilevata nella documentazione online di ILIAS un esplicito riferimento alla
questione degli standard di accessibilità della piattaforma o test mediante validatori W3C.
Non è chiaro ad esempio se e come gli utenti non visuali di applicazioni Internet possano
giungere alla comprensione del layout e del contesto della pagina Web.
Per consentire la massima possibilità di reimpiego, sulla stessa o su altre piattaforme,
ILIAS sceglie di contrassegnare i corsi mediante alcuni standard internazionali e relativi
metadati per la descrizione dei contenuti:

IMS – Global Learning Consortium

AICC

SCORM 1.2

EML – Educational Modeling Language

Dublin Core Metadata Initiative

ARIADNE – Educational Metadata Recommendation 3.0
ILIAS implementa corsi online in formato XML, lo standard più accreditato per lo scambio
di dati nel settore e-learning LMS.
4.10.6 Problematiche riscontrate nelle prime versioni di ILIAS
Al momento del rilascio ILIAS disponeva di due versioni linguistiche: tedesco e inglese.
La filosofia di sperimentazione e sviluppo del software andava nella direzione di
potenziamento delle versioni linguistiche, come ben attesta la stessa collocazione
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standard SCORM
dell’opzione linguistica al momento di collegarsi alla piattaforma. La traduzione sembrava
inizialmente questione di semplice investimento di risorse.
Al contrario due problemi emergevano:
1. lo scripting PHP dell’applicazione ILIAS, al momento di prendere in carico, con la
sua struttura di controllo, i dati linguistici, rischiava di non funzionare più se solo
incontrava un pur minimo errore di sintassi
2. al momento di aggiornare l’applicazione ILIAS con una nuova release, le
specificità terminologiche implementate nelle lingue d’interfaccia e eventuali
modifiche allo script dei dati linguistici venivano persi
Il problema è stato così risolto: quando ILIAS è in funzione tutti gli script dei dati
linguistici sono letti dal database. Tutti i dati per una versione linguistica sono in un unico
file con la corrispondente abbreviazione internazionale della lingua nel formato file name.
Prima di importare i dati, ogni file è testato per rilevare eventuali incoerenze e errori. Ciò
evita l’effetto bloccante di scripting corrotti.
La versione da me personalmente testata è stata ILIAS 2.4.7
In conclusione, le caratteristiche di ILIAS mettono in evidenza come il modo di fare
formazione è cambiato se rapportato all’ambito dell'e-learning. La nuova tecnologia
richiede contenuti più mirati, riusabili, leggeri e velocemente fruibili. Unità formative
troppo ampie rischiano sia di essere troppo dispersive sia di portare ad un crollo totale
dell'attenzione dell'utente. Il mondo della formazione a distanza necessita di materiale
molto interattivo, dinamico, che avvicina ad un nuovo modo di pensare e di
riorganizzare la conoscenza. Tutto rimane spesso nell'incertezza e necessita di essere
sperimentato e ricreato, giorno dopo giorno.
Gli aspetti da migliorare riguardano alcune funzionalità, non molto intuitive.
L’installazione è un pò complicata (ci sono molti pacchetti aggiuntivi da configurare se
vogliamo che tutte le funzionalità siano disponibili). Infatti, non esiste alcun programma
guidato per effettuare l’installazione, ma tutto va configurato a mano, con operazioni
comunque ben documentate. Dovrebbero esserci più strumenti sincroni di comunicazione
e, inoltre, la documentazione a corredo è più scarsa rispetto agli altri LMS testati.
Tuttavia, ILIAS è un valido sistema per realizzare ambienti di LMS, sia per piccole
realizzazioni che per scenari più complessi di grandi Università ed imprese
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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standard SCORM
4.10.7 Tabella sintetica delle caratteristiche di ILIAS
Personal desktop per ogni visitatore contenente informazioni sugli ultimi corsi visitati, nuovi
messaggi o nuovi post forum
Ambiente di studio con annotazioni personali, test, glossario, funzioni di stampa, di ricerca e di
download
Sistema di gestione del corso
Funzioni di comunicazione come chat, forum, email
Gruppi di sistema per funzioni collaborative di organizzazione e ricerca
Integrated authoring environment (Editor) per creare corsi senza alcuna conoscenza dell’HTML
Supporto di metadati a tutti i livelli per i learning object
Help contestuale per studenti e autori
4.11 Analisi diretta e valutazioni sulle tre piattaforme testate
Dopo la precedente analisi, adesso viene effettuata la valutazione delle tre
piattaforme sulla base delle seguenti considerazioni. Come si può vedere le funzioni
supportate sono svariate ed ogni sistema ha le sue lacune e i suoi punti di forza. I
parametri di valutazione da me adottati per l’analisi diretta sono raggruppati in modo
sistematico e sintetico, racchiudendo le funzioni in diverse categorie, quali:

autenticazione

tracciabilità

supporto al software

funzioni a disposizione dello studente

amministratore
Per quanto riguarda l’autenticazione:
tutti i tre gli LMS supportano il login tramite username e password, ma in ATutor è
presente anche l’opzione per l’autologin. In ILIAS si può usare il protocollo di
autenticazione LDAP, esistono categorie predefinite di utenti con permessi già settati
ed è l’amministratore a creare gruppi di sistema delineando i relativi permessi. In
Moodle, l’amministratore definisce i criteri di registrazione e creazione nuovo
account, inoltre si usano i protocolli POP3, IMAP e NNTP, un database esterno o il
protocollo LDAP per controllare la validità del login.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
ATutor e Moodle permettono l’accesso senza identificazione (guest), se non
impostato diversamente dall’amministratore, invece in ILIAS è necessario registrarsi
per accedere come ospite.
Considerano l’accessibilità ai corsi, ATutor è il programma che permette meglio di
scremare gli accessi a seconda della tipologia di utente. Moodle ha una buona
scrematura ma è il docente a dover decidere gli studenti per ogni corso. In ILIAS,
solamente creando un gruppo è possibile limitare gli accessi a un corso.
Quindi, per l’autenticazione vince MOODLE.
Per quanto riguarda la tracciabilità:
in ATutor, se settato dall’amministratore, il sistema memorizza gli accessi, in modo
che l’istruttore del corso può vedere il numero di persone, l’identità di queste e
quando e per quanto tempo hanno effettuato l’accesso. Inoltre, è possibile visionare
un istogramma riassuntivo degli accessi ad ogni singolo strumento del corso,
scaricando le statistiche degli accessi con un file Excel.
In ILIAS, l’amministratore decide se e per quali argomenti è possibile il tracking, può
vedere le statistiche delle visite, esportarle e cancellarle. Il docente può visualizzare
le statistiche del suo corso.
In Moodle, gli istruttori e l’amministratore possono vedere i log. Gli istruttori hanno
accesso solo al log dei loro corsi.
Per la tracciabilità, vince ATutor, dato che è il migliore per quanto riguarda il
tracking degli accessi, sia per la grafica di visualizzazione sia come gamma delle
possibilità offerte. Invece in ILIAS il meccanismo per effettuare il tracking è
alquanto complicato.
Per quanto riguarda il supporto al software:
la documentazione di ATutor e Moodle è completa e precisa, invece per ILIAS non è
molto precisa e specifica. Tuttavia, in ILIAS, oltre ai normali forum di discussione
sul sito, è disponibile già nel programma una guida in linea di buon livello, facile da
usare ed esplicativa. Moodle predispone anche di una chat di supporto. In ATutor è
disponibile solo una chat, anche se molti servizi offerti sono a pagamento. Quindi,
per il supporto al software, vince MOODLE.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Per quanto riguarda le funzioni a disposizione dello studente distinguiamo i moduli
funzionali a corredo delle piattaforme:
•
Forum: in ATutor la discussione può avvenire tramite thread. Il forum deve
essere creato dal docente e lo studente può accedervi se il corso è pubblico,
altrimenti è necessario iscriverlo. In ILIAS, il forum di discussione può essere
creato per corsi specifici oppure per parti di questi corsi. In aggiunta ogni
gruppo può creare un forum, senza vincolarlo ad un corso. In Moodle, il
forum è basato su thread e gli ospiti possono vedere le site news senza
rispondere. Gli studenti possono partecipare alle discussioni ma non crearne
delle nuove. I professori possono creare delle discussioni e parteciparvi
•
Scambio di forum: in ATutor, il docente può memorizzare sul server file in
qualsiasi formato ed aggiungere un link nelle pagine del corso permettendo il
download ai propri studenti. In ILIAS, il docente può creare un link ad una
URL dove risiede un file, ma non caricare file sul server. È possibile
aggiungere come oggetti dei file all’interno di un gruppo a quali gruppi farli
visualizzare/scaricare. In Moodle, gli studenti possono allegare file ai
messaggi nei forum e sono poi condivisibili da tutti coloro che possono
accedere ai forum. Il docente può mettere sul server dei file in qualsiasi
formato ed aggiungere un link nella home permettendo il download ai propri
studenti.
•
Mailing List: ILIAS è ottimo per la gestione della posta, ha tutte le funzioni di
un programma di posta elettronica, anche se non si possono aggiungere
allegati ai messaggi. In ATutor, esistono messaggi interni provati. Moodle
non gestisce mail interne.
•
Test online: in Moodle è semplice creare un test e settare un numero di
opzioni disponibili. ATutor permette di gestire test online con semplicità,
mentre in ILIAS creare e utilizzare test online è complesso.
•
Chat: in ATutor sono presenti chat basate su PHP in cui tutti possono entrare
dopo aver selezionato un corso. In ILIAS, l’amministratore può settare
l’opzione on per le chat e rendendo possibile il loro utilizzo purchè il package
relativo sia stato installato. In Moodle, si può accedere ad una chat solo se
questa è stata creata da un professore. Supporta chat con immagini.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Data la poca versatilità di ATutor nella gestione forum e scambio file, ILIAS e
Moodle vincono a pari livello per quanto riguarda le funzioni a disposizione dello
studente.
Per quanto riguarda l’amministratore:
ATutor e Moodle hanno la possibilità di gestire il sistema con semplicità, potendosi
avvalere di molte alternative. In ILIAS, l’amministratore ha troppe funzioni da
svolgere.
Quindi, vincono ATutor e Moodle.
4.12 Valutazione conclusiva
ATutor e Moodle sono diffusi in tutto il mondo ed utilizzati in svariati contesti. ILIAS è
diffuso principalmente in Germania e poco nel resto del mondo. Tutti i software sono
distribuibili gratuitamente sotto licenza GNU e supportano sia server Windows che Linux.
Sulla base dei precedenti parametri di valutazione, anche se la valutazione è stata fatta con
osservazione diretta, citando i risultati in maniera discorsiva, sembrerebbe che la
piattaforma che prevale per funzionalità, semplicità e versatilità sia Moodle.
Tuttavia, bisogna effettuare una valutazione anche considerando i diversi punti di vista
degli attori coinvolti nell’utilizzo delle piattaforme. Considerando anche la praticità di
importare corsi e contenuti SCORM-compliant, meccanismi di creazione account, processi
di amministrazione, monitoraggio delle lezioni e delle attività di tutoring, si è riscontrato
che è ATutor a fornire più funzionalità dal punto di vista dell’utenza, più che dal punto di
vista del sistema e della stabilità.
Quindi, siamo pienamente d’accordo con la maggior parte delle valutazioni qualitative
analizzate nei paragrafi precedenti.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
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Capitolo 5
Gli strumenti per la comunicazione sincrona
L’uso di trasmissioni televisive in diretta, di video interattivo, di posta elettronica
abbattono le frontiere presenti nei luoghi classicamente destinati all’insegnamento. La
creazione delle reti telematiche e, di conseguenza, l’adozione del computer come
strumento di comunicazione oltre che come piattaforma di lavoro, consente di liberare
l’istruzione dai vincoli del tempo e della distanza. La convenienza di accedere da casa, da
scuola, dall’università o dall’ufficio alle risorse educative permette a molti studenti ed
insegnanti di coniugare nel migliore dei modi l’attività di insegnamento/apprendimento
con le difficoltà connesse ai viaggi, alle attività lavorative, alle responsabilità familiari.
Tali strumenti tecnologici consentono agli insegnanti e agli studenti di disporre di
strumenti tali da svolgere il processo educativo in ogni settore, in ogni tempo e in ogni
luogo.
Molti corsi web-based confidano principalmente sulla comunicazione asincrona per
distribuire informazioni agli studenti. Con questa forma di interazione, gli istruttori e gli
studenti non interagiscono simultaneamente. Infatti, i messaggi sono postati su un forum,
su una pagina Web o mandati via mail. I destinatari leggeranno le informazioni con i
relativi ritardi o quando avranno la disponibilità tale da visionare i messaggi. Quindi,
questo processo di scambio asincrono delle informazioni limita la possibilità di interazione
riguardo i materiali e le procedure da seguire durante un corso. La comunicazione
asincrona limita profondamente l’interazione diretta tra istruttori e studenti, in quanto
tende a rimuovere ogni sensazione di contatto tra studente e insegnante.
Molti corsi traggono sicuramente più benefici qualora si introducano degli strumenti
sincroni di comunicazione. Questa forma di comunicazione solitamente si verifica
all’interno di una chat room online dove studenti e istruttori si ritrovano per un tempo
specifico comunicando direttamente tra di loro. Qui, gli istruttori possono tenere vere e
proprie lezioni e assegnare dei questionari, avendo risposta immediata dagli studenti. In
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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questo modo gli istruttori possono fare domande dirette e diverse in base al livello di
dettaglio di ogni singolo studente, esaminando se alcuni aspetti del corso sono stati ben
percepiti dal singolo fruitore. La risposta immediata garantisce che tutti i partecipanti
acquistino le informazioni necessarie, così da creare un contatto più diretto con l’istruttore
e aumentare l’attenzione al corso.
Sfortunatamente soltanto pochi istruttori usano regolarmente le chat rooms online per
comunicare con gli studenti, in sostanza per due ragioni:
primo, molti programmi di educazione a distanza non permettono di avere molti
partecipanti in una chat room (in genere, il numero di partecipanti è al massimo di 25-30
membri); secondo, gli insegnanti potrebbero pensare che ci sia la tendenza da parte dei
loro studenti di inserire informazioni errate oppure non seguire attivamente il corso usando
un mezzo informatico a distanza.
Da non sottovalutare anche il fatto che un istruttore impiega molto tempo per preparare,
mantenere e pubblicare un corso online. Potrebbe essere sufficiente dal punto di vista del
carico di lavoro, preparare solo materiale utile per tool di comunicazione asincrona,
screditando l’utilità e l’importanza che solo un’interazione sincrona può dare.
Volendo usare un termine usato da Cheng-Chang (Sam) Pan e Michael Sullivan nel loro
articolo “Promoting Synchronous Interaction in an eLearning Environment” (settembre
2005), gli istruttori diventano dei cyber-instructors, continuamente alla ricerca di
strumenti di istruzione che attraggono l’attenzione degli studenti e che possano rendere la
comunicazione online efficiente e efficace.
“I mezzi di comunicazione asincroni sono per la formazione online la spina dorsale e la
muscolatura che permette l’erogazione di contenuti e argomenti didattici, ma i media
sincroni, come chat e video/audio tools, sono il cuore e il motore per i corsi online”.
Questo perché questi ultimi tendono a dare assistenza diretta, a formulare risposte
immediate e a favorire l’attenzione e la ricognizione.
5.1 L’infrastruttura tecnologica
Una delle prime problematiche che gli organizzatori di una attività formativa devono
affrontare e risolvere è la messa a punto dell’infrastruttura tecnologica del corso; la
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soluzione del problema infrastrutturale incide sulla sostenibilità complessiva del corso
stesso.
Stabilire i criteri di classificazione può rivelarsi molto utile nella fase di progettazione di
un’attività formativa in rete: nella scelta della piattaforma da implementare bisogna tenere
conto della stretta relazione tra le caratteristiche degli strumenti utilizzati, delle
problematiche organizzative e delle aspettative dei destinatari dell’esperienza formativa.
Un primo criterio di classificazione può rivelarsi molto utile nella fase di progettazione di
un’attività formativa in rete: nella scelta della piattaforma da implementare bisogna tenere
conto della stretta relazione esistente tra le caratteristiche degli strumenti utilizzati, delle
problematiche organizzative e delle aspettative dei destinatari dell’esperienza formativa.
Un primo criterio di classificazione può essere rappresentato dalla tipologia
dell’interazione che lo strumento esalta in maniera caratterizzante; sulla base di questo
principio si propone un primo raggruppamento degli strumenti disponibili:
La collaborazione online può esprimersi mediante diverse forme di interazione, sincrono e
asincrono, e in contesti differenti.
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Il tipo asincrono:
-
quando le persone risiedono in differenti luoghi geografici e la comunicazione
avviene tramite posta elettronica e scambio di documenti;
-
quando fra i diversi attori lo scambio di domande e risposte avviene mediante
conversazioni online;
-
quando vengono condivisi siti web, documenti e prospetti di interesse comune.
Il tipo sincrono:
-
quando le persone si incontrano online tramite chat;
-
quando vengono usati sistemi di videoconferencing.
Ambienti tipicamente sincroni come il chatting e la videoconferenza; il chatting può
rappresentare una buona opportunità nelle situazioni formative in cui l’elemento
motivazionale è particolarmente importante, in quanto il suo carattere socializzante
accelera il coinvolgimento.
La videoconferencing è meno diffusa, necessitando di un’implementazione hardware e
software superiori; viene impiegata soprattutto come mezzo di comunicazione rapido in
ambito aziendale, in cui i dipendenti siano distribuiti sul territorio, o in situazioni in cui sia
garantibile la velocità di connessione. I più diffusi strumenti per l’interazione asincrona,
oltre alle pagine internet, sono i forum web, i BBS (Bullettin Board System) e la posta
elettronica sotto forma di mailing list.
La mailing list è tendenzialmente una tecnologia di tipo push, il forum è al contrario una
tecnologia di tipo pull.
Si parla di tecnologia di tipo push quando l'iniziativa della comunicazione proviene da
una fonte o da un intermediario, in cui l'utente si limita a ricevere le informazioni; nelle
mailing lists ogni messaggio viene automaticamente inoltrato contemporaneamente a tutti
i componenti e sarà ricevuto anche da chi in quel momento era esterno alla discussione.
Si ha invece una tecnologia di tipo pull quando è l'utente ad assumere l'iniziativa di
verificare determinate informazioni; in un forum online sono i destinatari che si assumono,
se lo desiderano, il compito di richiamare e leggere un messaggio “appeso” tra quelli
visualizzabili in bacheca.
Si possono infine considerare sia asincrone che sincrone le tecniche di erogazione di
materiali audio e video in rete che puntano sull’effetto streaming: uno streaming medium
è asincrono in quanto il materiale così erogato è accessibile secondo modalità individuali
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e non determinate, ma si rivela anche sincrono nella misura in cui permette la riproduzione
in rete della classica situazione frontale (un soggetto illustra un concetto ad altri soggetti
che ascoltano/vedono in quel momento), anche se in realtà è in differita.
La tecnologia streaming ben si presta all'erogazione di un corso in rete: il mezzo consente
di raggiungere un vasto bacino d'utenza con costi piuttosto contenuti.
5.2 Strumenti di Skill Assessment
Il termine strumenti di skill assessment è genericamente usato per indicare l’insieme di
tutti gli strumenti atti a fornire una valutazione delle abilità e dell’apprendimento raggiunti
dagli utenti di un processo di elearning. È auspicabile che un tool di skill assessment
fornisca una misura dei livelli di apprendimento quanto più possibile oggettiva.
Il mercato degli strumenti di skill assessment costituisce in un certo senso un mercato
trasversale rispetto a quello delle piattaforme, in quanto molte piattaforme si affidano a
strumenti o servizi di skill assessment forniti da terze parti.
Il mercato offre una vasta gamma di prodotti commerciali e di servizi di certificazione.
Molti prodotti e servizi sono tuttavia mirati a certificare le competenze in specifici settori
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(come Microsoft Skill Assessment, per certificare la competenza su tecnologie Microsoft) o
sono offerti come servizi in hosting o pacchetti chiusi e dunque difficilmente integrabili
con altri sistemi (come TeckChek). In altri casi ancora (Livelink Skill Assessment), gli
strumenti di skill assessment sono forniti come moduli aggiuntivi di soluzioni di elearning
proprietarie.
5.3 Strumenti di comunicazione asincrona a distanza interattiva
Per completezza, elenchiamo alcuni strumenti per la comunicazione asincrona comunque
adottati nelle piattaforme e validi per la formazione a distanza. Gli strumenti più adottati
per la comunicazione asincrona nell’elearning sono di sicuro i forum, i newsgroup,
newletter e mailing list.
Il forum è un “luogo” di discussione online, dove in differita è possibile scambiarsi
opinioni e commenti su uno specifico tema proposto dall’amministratore del forum. I
forum sono gestiti in lettura e scrittura solo tramite il browser e in questa caratteristica
tecnologica, sta la fondamentale differenza tra i forum e i newsgroup. La loro visibilità e
utilizzo sono limitate al sito in cui sono ospitati, ma ciò permette di essere gestiti
autonomamente dall’amministratore del forum.
Gli attori del forum sono: l’amministratore, che gestisce il funzionamento del sistema, il
backup dei dati, gli utenti, la creazione/modifica/cancellazione delle “stanze virtuali”; il
moderatore, legge i messaggi di una stanza e verifica che chi scriva segua le regole del
forum; l’utente registrato, che ha il diritto di scrivere messaggi del forum; l’utente guest
(ospite), può leggere i messaggi dei forum pubblici, ma non può scrivere da nessuna parte.
I newsgroup sono aree messaggi e annunci gestibili online e offline, definiti per
argomenti, che costituisce parte di Usenet, una grande rete mondiale di messaggi,
suddivisi per stanze.
Dal punto di vista tecnologico, i newsgroup sono nati molto prima dei forum. Un utente
inserisce un messaggio in una certa area tematica (il newsgroup) e altri che leggono il suo
messaggio, possono inviargli una risposta pubblica nel newsgroup, oppure privatamente
alla sua e-mail.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Come i forum, i newsgroup sono strumenti di comunicazione asincrona. Si differenziano
dai forum perché un newsgroup utilizza protocolli di comunicazione standard di Internet,
possono essere consultati sia online (tramite browser), ma di solito offline, tramite i
programmi che gestiscono protocolli dei newsgroup (Microsoft Outlook Express, Free
Agent).
La loro visibilità non è limitata ad un solo sito, ma ad una comunità di utenti nazionali se
non addirittura mondiale.
La newsletter è una email, con la quale una organizzazione invia novità e notizie di vario
genere alle e-mail degli iscritti. In origine la newsletter era una email in formato testo
(TXT), oggi spesso arrivano in formato HTML ed utilizzando questo formato, sono più
ricche nel layout. Di solito l’iscrizione ad una mailing list avviene per iniziativa
dell’utente di iscriversi ad una o più newsletter proposta da un sito. Comunicando la
propria e-mail al sito, l’utente entra nella mailing list del sito stesso. La newsletter viene
inviata tramite appositi programmi che generano in replica tante email quanti sono gli
iscritti alla mailing list. In questo modo la privacy dei destinatari è rispettata, in quanto la
loro email non è conosciuta dagli altri destinatari, come nel caso di una spedizione con un
programma di email tradizionale (come Outlook e Eudora), utilizza il campo CC.
Di solito le newsletter sono gratuite e gli editori si finanziano inserendo dei contenuti
pubblicitari all’interno delle newsletter.
5.4 Strumenti di comunicazione sincrona a distanza interattiva
Ecco una prima introduzione sugli strumenti più adottati per la comunicazione sincrona
nell’elearning. Di sicuro i più utilizzati sono le chat, l’istant messaging, la videconferenza
e aula virtuale.
La chat significa letteralmente “chiacchierare” ed è uno spazio di discussione su Internet
nel quale i partecipanti conversano grazie a strumenti di e-mail istantanea, in cui le
risposte sono generalmente pubbliche. A differenza dei forum di discussione, gli scambi di
“brevi” messaggi sono sincroni. L’accesso alle chat può avvenire tramite browser, o
tramite un software specifico. Sono più versatili dei newsgroup, ma anche meno
controllabili e disciplinabili nei contenuti.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
L’instant messaging prevede software che permette ad un utente di sapere se un altro
utente nella sua rubrica elettronica è online e organizzare in quel momento un
appuntamento elettronico. La premessa è che tutti e due gli utenti devono aver avviato il
software di Instant Messaging per rendersi visibili online ai propri “conoscenti”. Se uno
dei due vede il secondo, può inviargli un messaggio per invitarlo ad una discussione
(privata e non pubblica come il contatto iniziale nelle chat). Naturalmente l’utente che
viene visto, ha espressamente dato un’autorizzazione tramite il software stesso, ad essere
visto dagli altri utenti suoi conoscenti. Dalla comunicazione “testuale” a due, si può poi
passare ad una comunicazione vocale o in “videoconferenza privata”.
Il limite principale dei software di Instant Messaging è la mancanza di un protocollo
standard riconosciuto da tutti i produttori di software, cosicché l’utente di un software di
Instant Messaging non può comunicare con l’utente di un software diverso. Comunque, ci
sono evoluzioni future anche su questo fronte.
La videoconferenza è una chat con audio e video. Oltre ai sistemi costosi di
videoconferenza ci sono sistemi popolari, attualmente utilizzati per comunicazioni a
distanza che grazie ad una webcam e una cuffia con microfono, permettono di
videocomunicare tramite Internet. La banda richiesta per una comunicazione efficace è
superiore a quella di una comunicazione mediante modem e linea telefonica tradizionale (è
necessaria una linea ISDN o meglio ADSL) per cui questi prodotti di videocomunicazione
lanciati con grande slancio, si sono poi ridimensionati e nelle aziende sono entrati
timidamente, in molti casi sono anche subito usciti in attesa di tempi migliori.
La diffusione delle bande larghe di comunicazione e della videocomunicazione anche nel
mondo della telefonia forse riporterà alla ribalta questo modo di comunicare.
Altro tool è la lavagna elettronica (electronic blackboard) che può essere usata con
connessioni VoIP (un nuovo protocollo di Internet dedicato allo streaming audio e vocale,
infatti è acronimo di Voice on IP) per l’apprendimento sincrono. Questa nuova tecnologia
fa nascere il concetto di audiographic teleconferencing (un esempio è dato da NetMeeting
della Microsoft).
La web whiteboarding è una forma di conferenza grafica usata un combinazione con
VoIP in un unico tool per applicazioni web generali che supportino collaborazione in
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
tempo reale. La whiteboarding emula la scrittura e il disegno su una lavagna reale. Sia gli
insegnanti che gli studenti possono creare, manipolare, rivedere e scaricare informazioni
grafiche online in tempo reale, mentre partecipano ad una discussione o lezione. Inoltre,
attualmente molti prodotti del genere hanno incorporata una piccola immagine video, nota
come Web Safaris, in cui l’insegnante guida la classe a visitare vari siti, e hanno incluse
applicazioni condivise che permettono agli utenti di controllare alcune funzionalità nella
discussione. L’adozione di questa lavagna elettronica emula le vere e proprie lezioni che si
tengono in una classe reale. Gli studenti in posti diversi possono partecipare attivamente e
in modo collaborativo con l’insegnante e con altri studenti grazie alla creazione e adozione
di informazioni grafiche.
L’aula virtuale oggi prende sempre più slancio dato che permette la formazione
contemporanea a più studenti presenti in sedi diverse da parte di un unico docente. Con
questo tipo di comunicazione, il docente comunica a distanza tramite sistemi sofisticati di
videoconferenza e gli studenti lo vedono su uno schermo tramite un proiettore o sul
proprio computer. L’aula virtuale richiede la presenza contemporanea di un formatore e
degli studenti in sedi diverse e la presenza di particolari attrezzature per la
videoconferenza. È subito chiaro che l’investimento iniziale in un’aula virtuale è maggiore
rispetto ad altre soluzioni di FAD, ma offre la possibilità di essere immediatamente
alternativa alla formazione in aula, con risparmio sui costi di trasferta degli studenti. Le
valutazioni da fare sono quindi prettamente di tipo economico nella scelta a favore o
sfavore di una soluzione formativa che faccia uso di aule virtuali.
Una Community è una raccolta di strumenti virtuali di comunicazione, con la quale un
gruppo chiuso di utenti possono comunicare e lavorare insieme. Gli utenti di una
Community sono sempre persone riconosciute e possono accedere alla community solo
tramite una user-id e password di accesso.
La Community offre i seguenti servizi:
-
l’utilizzo integrato degli strumenti di comunicazione digitale: forum, email, chat,
visibili ed utilizzabili solamente ai partecipanti della community;
-
condividere documenti, progetti, scheduling delle attività.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
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5.5 Importanza degli strumenti di insegnamento sincrono negli ambienti eLearning
Le prime generazioni di corsi online furono esclusivamente asincroni. Tipicamente le
prime generazioni di corsi online permettevano al massimo accesso ad ambienti di chat
testuale, dove la manipolazione da parte degli studenti era abbastanza complicata e usata
soltanto per scopi educazionali.
Attualmente esiste una ricca varietà di strumenti sincroni, derivanti dalla primordiale chat
testuale, come strumenti di conferencing sincrona (tool come Elluminate, HorizonLive
e Centra), che permettono di condividere applicazioni, ascoltare audio e video, avendo a
disposizione una connessione a banda larga.
Gli LMS furono sviluppati principalmente per supportare ambienti asincroni, ma
attualmente molti arrivano a essere integrati da strumenti prettamente sincroni, addirittura
basati sull’Instant Messaging. Negli ambienti di formazione a distanza, esistono opinioni
divergenti sui tipi di strumenti di interazione sincrona che dovrebbero essere adottati e
come essi devono essere usati. A causa delle forti limitazioni tecnologiche e della presenza
di forti problemi tecnici, pochi tool di comunicazione sincrona sono pienamente impiegati
e sfruttati. Importanti e ora abbastanza utilizzati sono gli ambienti di virtual classroom,
chat audio e video, l’instant messaging, che permettono partecipazione multipla.
Anche lo streaming video ha subito un profondo sviluppo, grazie alla creazione di nuove
tecniche di compressione e codifica, e alla introduzione delle connessioni a banda larga.
Tuttavia trova, almeno in Italia, una certa difficoltà ad essere inserita fuori dal mondo
aziendale, universitario e delle pubbliche amministrazioni, per cui l’uso di tecnologie di
videoconferencing sono ancora abbastanza poco diffuse.
Centra Software (www.centra.com) è un sistema di e-learning web-based, che offre le
funzionalità avanzate di web conference, virtual classroom, web seminar, net meetings,
ecc. Essenzialmente è una piattaforma di tipo collaborativo che può essere integrato con
altri sistemi enterprise come un LMS o CMS per la gestione del processo formativo.
Anche Elliminate (www.elluminate.com) è una soluzione simile a Centra.
5.6 Web meeting, Conferencing e Virtual Classroom tools
Come rilevato in precedenza, uno dei valori aggiunti di un sistema di e-learning consiste
nell’insieme di tool di supporto al processo di apprendimento che la piattaforma è in grado
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di offrire. In tale ottica, particolare importanza assumono i tool collaborativi tra docenti e
discenti per la comunicazione sincrona, come chat, virtual classroom, web conference o
meeting, ecc.
A tale proposito, una caratteristica che accomuna la maggioranza delle piattaforme di tipo
open-source è l’assenza di tool avanzati di comunicazione sincrona che, nella maggior
parte dei casi, si riconducono a semplici strumenti di chatting. Di contro, alcune
piattaforme commerciali offrono avanzati tool per la collaborazione sincrona (ad esempio,
VLC di Oracle, IBM Learning Virtual Classroom), ma spesso questi sono forniti come
pacchetti aggiuntivi, e, quasi mai, nell’installazione base.
Per questa ragione i sistemi di elearning basati sia su tecnologie open-source che
commerciali mancano del tutto di tool avanzati per il web conferencing, oppure integrano
componenti esterne per l’implementazione di tali processi.
Vari prodotti offrono strumenti che vanno dai classici tool per l’audio e video
conferencing via web, a quelli più avanzati di lavagna e classe virtuale, o di screen e
application sharing. Quello che si nota, analizzando nel dettaglio vari prodotti, è che la
maggior parte di essi è di natura commerciale (molti di questi sono offerti come “hosted
services”), mentre l’unica soluzione di tipo open-source di un certo rilievo appare essere la
sola Web-Huddle.
Ancora in fase di beta testing, Web-Huddle offre una soluzione di web-conferencing che
integra chat, VoIP, screen e application sharing (in particolare presentazioni PowerPoint) e
funzionalità ridotte di lavagna virtuale. Viene, inoltre, offerta la possibilità di registrare le
conferenze e rendere sicuro il flusso di informazioni dal server verso i client (web
browser) mediante HTTPs.
5.7 Le Virtual Classrooms
L’attuale era delle comunicazioni è paragonabile al sistema nervoso, diversamente dall’era
industriale che invece era associata al sistema muscolare, e il sistema nervoso ha bisogno
di stimoli e non di spiegazioni. Anche l’insegnamento è inteso come pieno di stimoli e con
poche spiegazioni.
Si può aggiungere anche il concetto di cocreazioni. La classe viene intesa come un
concetto nuovo che è basato su una idea che si sta sperimentando in Canada: la virtual
classroom. Anche se il nome è abbastanza banale, l’idea della virtual classroom è di
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creare una rete di dieci o quindici scuole, una rete di produzione dei contenuti del lavoro
della classe, e ogni giorno una, due o tre scuole devono creare il contenuto digitale che si
mostra a tutte le altre via cavo, o via satellite. Tutto questo funziona molto bene con il
satellite, e non costa molto. Ogni scuola dovrebbe avere un sistema di ricezione satellitare,
una linea telefonica per il telefono e una linea telefonica per Internet. Su Internet
convergono tutte le informazioni su tutte le scuole e tutti gli studenti, su tutte le classi: è
facile da realizzare. Ogni scuola si serve di una linea telefonica per mandare i materiali al
professore. Poi il professore distribuisce, con i suoi studenti, il corso a tutti gli altri.
L’illustrazione del corso è fatta per gli studenti su CD-ROM, su Web, quindi su supporti
digitali, per permettere a tutti: primo, di imparare come realizzare prodotti multimediali
-siti Internet, CD-ROM- ; secondo, come imparare il contenuto del lavoro della classe e,
terzo, come lavorare in equipe e moltiplicare le intelligenze individuali di ogni studente.
Gli strumenti web sono di sussidio alla didattica tradizionale e non solo per esperienze di
didattica a distanza, di carattere sostitutivo dei corsi di lezioni. Il primo esperimento che
può essere considerato “pionieristico” e punto di riferimento delle virtual classrooms fu il
corso denominato “Electric Renaissance. An Experiment in Learning”. Si tratta di
un’esperienza piuttosto antica (del 1995), che ebbe grande successo. Tuttavia, nonostante
l’utilizzazione di questi strumenti come supporto, in generale è sempre forte, nella
presentazione dei corsi, il richiamo all’indispensabile ruolo di stimolo del docente, alla
presenza fisica alle discussioni in aula, all’importanza delle lezioni e dello studio sul
tradizionale materiale bibliografico.
Importante è l’adozione e l’integrazione della posta elettronica, che rende immediata la
comunicazione, in modo da rendere possibile il continuo feedback reciproco tra studenti e
docenti. L’e-blackboard, tuttavia, è uno strumento che richiede un grosso impegno di
lavoro aggiuntivo per i docenti e si ha la sensazione che in questa forma la sua
utilizzazione sia piuttosto ridotta.
Le virtual classroom si propongono di simulare le caratteristiche di una classe reale
attraverso l’uso dei nuovi sistemi di comunicazione. L’implementazione delle virtual
classroom dipende da alcuni fattori; in particolare compiti e attività devono essere
appropriati alla tecnologia, consistenti con la filosofia dell’istruttore e lo stile
dell’insegnante, convenienti, rilevanti ed accessibili allo studente, altamente interattivi ed
infine, bene organizzati e ben presentati.
Una virtual classroom è costituita da luoghi logici che consentono: l'erogazione di lezioni
(on-line o ad accesso remoto), la possibilità di accedere a librerie digitali, il dialogo (via e-
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mail o private chat) con il docente e gli altri studenti, la creazione di workgroup e
l'esecuzione di lavori cooperativi, la partecipazione a seminari e conferenze con esperti del
settore.
Il successo di un insegnamento in un gruppo che collabora in uno spazio virtuale richiede:
1. facilità di accesso, che include la convenienza e l’accessibilità alla tecnologia;
2. senso di responsabilità, nell’istruzione in classe e nei progetti di gruppo;
3. condivisione d’informazione;
4. gratificazione individuale o soddisfazione personale derivante dall’esperienza.
5.8 I “luoghi logici” di una Virtual Classroom
Una virtual classroom è costituita da luoghi logici che consentono:
1. l’erogazione di lezioni (online o ad accesso remoto): può avvenire attraverso la
trasmissione di slide show; essi sono paragonabili ai lucidi utilizzati nelle classi
tradizionali. L’erogazione della lezione può avvenire sia in maniera remota, che
real time combinando la visione dei lucidi via rete con una video-conferenza.
All’interno dei singoli documenti digitale vengono inseriti dei riferimenti che
rimandano ad altri documenti testuali, oppure a immagini video, suoni, animazioni,
simulazioni interattive, qualsiasi cosa il docente ritenga interessante associare per
realizzare i suoi obiettivi didattici. Tali files possono essere memorizzati su uno
stesso server o su server diversi. Frequente è il caso in cui durante una lezione si
faccia riferimento a spiegazioni precedenti; la presenza di un riferimento alla
precedente spiegazione consente allo studente di rivedere i concetti basilari per una
migliore assimilazione dei nuovi argomenti di studio;
2. la possibilità di accedere a librerie digitali: in ogni lezione sono presenti
riferimenti bibliografici per l’approfondimento degli argomenti; la presenza di una
digital library organizzata dal docente, consente di avere a disposizione testi cui
fare riferimento e le loro pagine in forma elettronica;
3. il dialogo (via email o private chat) con il docente e gli altri studenti: la
comunicazione tra studente e docente o tra due studenti può avvenire via email o
private chat. Messaggi di email oltre che dati testuali possono contenere grafici,
fogli elettronici, immagini, suoni, programmi eseguibili, ed altri tipi di documenti;
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4. la creazione di workgroups e l’esecuzione di lavori cooperativi: l’uso di strumenti
che consentono la collaborazione bidirezionale, sincrona tra docenti e studenti in
una virtual classroom, permette di realizzare ambienti di lavoro in cui gruppi di
studenti partecipano ad esercitazioni collettive dove sistemi di supporto al lavoro
cooperativo presentano non solo una overview su un progetto condiviso ma anche
dettagli sulle attività individuali.
5. la partecipazione a seminari e conferenze con esperti del settore: si devono inoltre
prevedere dei luoghi in cui attivare delle conferenze sia on-line che ad accesso
remoto. La realizzazione di tali luoghi consente di leggere messaggi, aggiungere
commenti, repliche e documenti a conferenze su argomenti didattici cui
partecipano esperti del settore da ogni parte del mondo.
L’educazione a distanza ha successo quando i compiti e le attività si adattano alla
tecnologia e sono accessibili, convenienti e rilevanti per lo studente, fornendo la massima
interazione.
5.9 Interazione sincrona: può il docente veder ridere i propri studenti online?
Mentre si insegna è utile, per non dire fondamentale, osservare le reazioni di chi sta di
fronte, per percepire malumori, incomprensioni, eccitazioni, entusiasmi, ecc… Mezzi
come la piattaforma Centra Symposium consentono una risposta immediata da parte
degli studenti a quelle domande tipiche di una lezione qualsiasi, che vanno dal “capite
bene quello che vi sto dicendo” a “qualcuno di voi si annoia?”.
La cosa apparirà molto banale, ma grazie ad una serie di emoticon e di opzioni “alzare la
mano” per chiedere la parola e comunicare a voce con il docente, simulando così quanto
avviene in una normale classe, si è avuto un ampiamento considerevole dell’interazione
metalinguistica tra studente e docente/tutor. Gli studenti e il tutor manifestano in tempo
reale le proprie sensazioni stilizzare attraverso semplici ma efficacissimi simboli
appartenenti all’interfaccia di Centra.
Chiaramente, tutto questo è difficilmente comparabile a quanto avviene in presenza;
mancano ancora sguardi e gesti, ma quello che ulteriormente colpisce in questo tipo di
esperienza didattica è la familiarità comunicativa in grado di instaurarsi nel corso di poche
lezioni tra docente e studenti. Infatti, in questo tipo di comunicazione mediata da un
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computer, gli studenti più timidi si sentono più a proprio agio di quanto lo siano in un’aula
reale di fronte al docente. Ciò invoglia gli studenti a mettersi maggiormente in gioco,
secondo studi psicologici in cui tuttavia non ci addentreremo.
A questo punto, l’obiezione potrebbe comunque essere che quella descritta non è che una
misera pantomima di quello che succede in una “vera” classe, e che si chiede di più all’elearning per poter asserire che la distanza tra la cattedra ed i banchi sia davvero
accorciabile tramite i mezzi di comunicazione elettronici. Ebbene, da quanto visto in casi
complessi, è stato incredibile vedere come quelli che vengono definiti strumenti asincroni
abbiano consentito una comunicazione fitta e mirata tra docenti e studenti. Nel caso di
insegnamento a distanza, in proporzione alle dimensioni della classe, il numero di
domande poste al docente è di gran lunga maggiore. Queste vengono postate sul forum o
inviate a lui direttamente via email. In questo secondo caso si contribuisce fortemente ad
instaurare, tra il professore e gli studenti, un tipo di comunicazione personale uno ad uno
che, nelle situazioni tradizionali, è molto rara.
Il registro comunicativo è di tipo colloquiale, le risposte possono essere molto mirate e lo
studente viene in alcuni casi “preso per mano” e guidato passo passo. Tramite le aule
virtuali, infatti, gli allievi hanno la possibilità in qualsiasi momento di poter porre
domande al loro insegnante sugli argomenti trattati, hanno la possibilità di poter inviare
non solo messaggi di testo, ma anche files contenenti gli esercizi svolti a casa, affinché il
docente li possa correggere e, una volta rispediti, consentire all’allievo di proseguire senza
sforzi ed omissioni con il piano di studi. Tramite questo strumento gli allievi possono
collaborare fra loro, inviarsi gli appunti presi in classe, scambiarsi idee e opinioni.
Il poter disporre di un insegnante online tranquillizza lo studente nell’approccio anche alle
problematiche più difficili, migliorando il profitto finale sia del singolo studente che della
classe.
Tramite le virtual classroom sicuramente si rafforza lo spirito di gruppo, la collaborazione
e l'amicizia. Anche qui si potrebbero però effettivamente aprire altre questioni relative al
carico di lavoro del docente (che alla lunga qui rischia di essere compromesso da una
comunicazione a volte eccessivamente colloquiale), all’impegno in termini di tempo che
comporta per lui stesso di leggere molti messaggi da parte di una miriade di studenti, alle
esagerate pretese che talvolta in questo modo vengono accampate dai più assillanti.
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5.10 Valutazione delle funzionalità delle alternative per l’interazione “real-time”
Intendiamo analizzare alcune delle alternative commerciali e opensource nel mercato dei
tools per la comunicazione sincrona. A tale scopo, ho cercato di mirare la mia attenzione a
prodotti che sono stati citati anche nel World Summit on the Information Society
organizzato in Tunisia nel 2005 (ancora prima il summit si tenne a Genova nel 2003). In
tale conferenza si è effettuata una ricerca e una valutazione dei tools per il virtual
conferencing.
Ecco di seguito il link dove è possibile reperire il documento Search & Evaluation of
virtual
conferencing
http://www.wsis-pct.org/virtual-conf-
tools,
tools.html .
I prodotti che ho testato sono stati:

Akiva
WebMeeting
per
la
condivisione
e
la
collaborazione
in
videoconference;

Centra Live for Virtual Classes, un esempio di virtual classroom;

Elluminate Live!, un esempio di piattaforma ibrida per virtual classroom ed econferencing;

Microsoft Live Meeting, prodotto commerciale per l’organizzazione degli emeeting;

WebHuddle della SourceForge, alternativa open-source particolarmente flessibile,
per la presentazione dei contenuti e per l’audio conferenza.
Da notare che le precedenti (esclusa WebHuddle) sono state valutate nelle versioni demo o trial, dato che la
maggior parte delle piattaforme per l’interazione in tempo reale sono prettamente commerciali e acquistabili.
5.11 Akiva WebMeeting
Dal 1998, Akiva è stata una delle società per la
creazione di software di gestione e per la
realizzazione di servizi capaci di rendere più
innovativa la realtà della formazione online. Oltre
al software per la condivisione e la collaborazione
audio e video (videoconferencing) da me personalmente valutato, chiamato Akiva
WebMeeting, la società ha realizzato numerosi prodotti per la formazione a distanza che
permettono una esperienza collaborativa di tipo sincrono tra fruitori e tutor. Da
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annoverare, la piattaforma per l’erogazione della cosiddetta lavagna virtuale (o
elettronica) WebBoard, e un ambiente di chatroom in cui mettersi a confronto con tutti i
partecipanti, ChatSpace. Il sito ufficiale è www.akiva.com.
Secondo la società, che annota tali motivazioni nella documentazione ufficiale a corredo
del prodotto, ci sono una serie di motivi per cui le organizzazione che operano
nell’ambiente dell’e-Learning debbano provvedere a rendere efficace lo scambio e la
condivisione di informazioni:
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-
competizione globale: garantendo una maggiore flessibilità del prodotto per
quanto riguarda la comunicazione e facendo in modo che il “colloquio” non
avvenga solo in modo differito (comunicazione asincrona), si crea un prodotto più
consono alla esperienza didattica online in tempo reale;
-
molteplici aree di applicazione: un prodotto con tali caratteristiche è mirato alla
collaborazione online in vari ambiti lavorativi, in tutti questi settori dove bisogna
rafforzare e garantire una certa flessibilità di aggiornamento di chi è obbligato a
farlo a causa della vertiginosa crescita tecnologica della società attuale;
-
formazione a distanza: il “mercato” della formazione sta crescendo rapidamente.
Attualmente lo studente ha capacità più avanzate di apprendere ad un certo livello,
quindi anche la formazione deve garantire continui stimoli e collaborazioni per
questo pubblico particolarmente avanzato.
Osservando WebMeeting, una soluzione software per la collaborazione online che
supporta a superare l’ostacolo della comunicazione su Internet, possiamo notare che è uno
strumento web-based che si presenta in modo semplice ad un fruitore per distribuire
presentazioni online e far interagire un audience che abbia tutti gli stessi requisiti
tecnologici (non sono richiesti strumenti tecnologici potenti per garantire la
comunicazione). Usando WebMeeting, i fruitori possono trasmettere il loro desktop,
compresi i documenti e le applicazioni, a chiunque e dovunque esso si trovi, usando
semplicemente un browser Web. WebMeeting include:
-
comunicazioni real-time;
-
collaborazione e controllo remoto;
-
indipendenza della piattaforma;
-
interazione da browser a browser;
-
web conferencing;
-
sistema di recupero
Diversamente dai tradizionali sistemi e servizi di presentazione web-based, WebMeeting
permette agli utenti di fornire una vista dei loro desktop agli sviluppatori, agli altri fruitori
o partner in modo da permettere un controllo totale dei contenuti, garantendo una
interattività eccellente. Il vantaggio di WebMeeting sta nei tools software integrati che
permettono di osservare e interagire con le dimostrazioni sullo schermo. Le caratteristiche
chiave della collaborazione e la conferenza offerte da WebMeeting includono:
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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-
trasmissione di file: permette al fruitore di una sessione di WebMeeting lo
scambio di files da tutti o da alcuni corsisti. I file distribuiti possono essere di
qualsiasi tipo e distribuiti in modo veloce tra tutti i partecipanti al meeting;
-
registrazione e playback: si può registrare una sessione di incontro e salvare la
registrazione per fornirla in playback in un secondo momento. Questa caratteristica
permette al fruitore di rendere disponibili sessioni registrate in qualsiasi momento
quando desidera;
-
integrazione Outlook Email: permette l’integrazione tra WebMeeting e Microsoft
Outlook per permettere ad una sessione di incontro di mandare una mail attraverso
WebMeeting. Le sessioni di incontro sono schedulate nel Calendario di Outlook:
qualora la sessione di default si verifica, Outlook lo notifica. Un’altra caratteristica
dell’integrazione con Outlook è l’abilità nell’importare nomi e indirizzi email da
Outlook o dalla rubrica di Outlook Express nella rubrica di WebMeeting;
-
rappresentazione true color: i colori disponibili vanno dai 256, agli High Color
(16-bit) e True Color (32-bit) in modo da rendere una risoluzione più alta delle
presentazioni;
-
video Conferencing: usando le caratteristiche della Video Conferencing del
sistema WebMeeting i partecipanti assistono alle sessioni di incontro mandando
video e immagini dalle loro videocamere PC. Questo componente è unicamente
integrato con Voice Chat, che permette alle immagini video di sincronizzarsi con
l’audio.
Con WebMeeting, gli “appuntamenti” online sono sicuramente meno costosi di un
meeting face-to-face, o di sessioni di apprendimento e di conferenza. Altri guadagni si
hanno grazie all’uso di applicazioni software per la presentazione come Word, PowerPoint
e Excel, che si integrano perfettamente con l’ambiente WebMeeting.
La versione demo da me personalmente valutata è reperibile al seguente link:
http://www.webboard.com/products/webmeeting/prodinfo/index.cfm
5.12 Centra Symposium
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Centra Live for Virtual Classes, meglio conosciuta come Centra Symposium, è
attualmente uno dei prodotti più utilizzato per l’interazione con una classe virtuale. Altri
prodotti realizzati dalla società Centra tendono a rafforzare quello che il paradigma della
comunicazione sincrona nelle piattaforme per la formazione a distanza, da noi trattato in
questi ultimi capitoli. Centra Symposium replica una tipica interazione che è possibile
incontrare in una classe – con un set completo di caratteristiche per una stretta interazione,
gruppi di apprendimento che comunicano in audio/videoconference, scambiandosi dati e
grafica in un ambiente strutturato che può accogliere fino a 500 utenti simultaneamente.
È alta anche l’integrazione con altri programmi per l’elearning, permettendo di registrare
le sessioni live e di importare oggetti personali garantendo un facile accesso alle risorse
didattiche.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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Le caratteristiche essenziali di Centra Symposium si possono riassumere nelle seguenti
categorie:
-
interazione real-time: si possono simulare grazie a emoticon e effetti sonori le
“volontà” e le emozioni del discente, aprire chat pubbliche o private verso gli
utenti, comprese le chat audio; grazie alla lavagna elettronica è possibile interagire
e visionare contenuti didattici disponibili sulla stessa; grazie al Web Safari, il tutor
può guidare i partecipanti a sincronizzarsi in un web tour. I partecipanti possono
vedere il “puntatore” del tutor muoversi sulla pagina web. Garantita interazione
peer-to-peer: il tutor può scegliere di aprire la “finestra” per alcuni partecipanti in
modo da permettere lo scambio peer-to-peer. Chat testuale peer-to-peer: i tutor
possono scegliere se abilitare o meno la chat testuale in modo da permettere ai
partecipanti di mandare messaggi privati;
-
catalogo didattico: include oggetti per l’autoapprendimento nelle sessioni live;
importa i contenuti direttamente nell’agenda in tempo reale o prima della sessione.
Ciò è ideale per permettere ai partecipanti online di prender parte ad esercizi di
autoapprendimento;
-
ricchi contenuti multimediali: sono integrati nella piattaforma Flash, Shockwave,
GIFs animati e streaming audio e video;
-
applicazioni condivise: si può condividere qualsiasi applicazione Windows,
incluso l’intero desktop o un server remoto, con tutti i partecipanti e i prodotti
software di apprendimento. Uno “snapshot” dell’applicazione tiene traccia delle
ultime visioni;
-
presentatori multipli: permette ai partecipanti di presentare contenuti propri
durante la sessione “on-the-fly”;
-
importazione PowerPoint con animazione: importa slides in un evento, on-thefly e in tempo reale. Le presentazioni PowerPoint – con animazioni o oggetti
multimediali incorporati – possono essere importati in Centra Symposium prima o
durante un evento live. I segnalibri marcano le slides nella sessione, poi tengono
traccia dell’ultima visione effettuata;
-
stanze e laboratori: la sessione principale è divisa in piccoli gruppi per esercizi di
laboratorio individuali o di gruppo. I tutor possono visionare i partecipanti o
prendere il controllo delle loro applicazioni;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
-
test e quiz: sono disponibili test di autovalutazione, revisioni individuali e risposte
di gruppo dopo la sessione;
-
VoIP integrato o Teleconferenza: si possono scegliere gli strumenti di
conferenza full-duplex voice-over-IP (VoIP) o usare i servizi di teleconferenza;
-
videoconferenza integrata: si può vedere il tutor o altri partecipanti attraverso
l’interfaccia, addirittura con una connessione di rete a banda limitata.
Centra Symposium è la soluzione più utilizzata per effettuare attività di eLearning dal vivo
in tutta l'impresa. A differenza della tecnologia di broadcast in streaming o delle pagine
Web statiche, Symposium consente a grandi gruppi di dipendenti, partner e clienti
geograficamente dispersi di interagire, collaborare e imparare - sul modello della
interazione tipica di una classe - in tempo reale tramite intranet, extranet e Internet.
Avvalendosi dell'infrastruttura elaborativa aziendale in essere e di Internet, Centra
Symposium permette di realizzare risparmi senza precedenti rispetto ai metodi tradizionali
di insegnamento e condivisione della conoscenza. Solo Centra offre una gamma completa
di funzionalità di eLearning dal vivo in un'applicazione Web thin-client scalabile,
estensibile e facilmente implementabile.
Oltre alla versione virtual classroom del prodotto della Centra, uno strumento
prettamente dedicato all'audio e videoconferenza via Internet è Centra Conference.
La versione di Centra Symposium da me personalmente valutata è disponibile in
versione demo al seguente link:
5.13 Elluminate Live!
http://www.centra.com/demovideo/index.asp
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gli strumenti di learning management e lo
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Realizzato dall’omonima società, Elluminate
Live! È uno strumento per la collaborazione
online in tempo reale e soprattutto sincrona.
Rispetto agli altri prodotti, comunque commerciali esaminati precedentemente, questo
software è stato il solo che è stato possibile installare nella sua versione trial, senza
particolari problemi. La flessibilità nell’installazione è dovuta al supporto del toolkit Java
Web Start; tuttavia, requisiti indispensabile è quello di avere a disposizione una
connessione a banda larga per poter caricare l’applicativo correttamente e in maniera
completa. La versione da me valutata è stata la Elluminate Live! Academic version 6.5 .
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L’installazione prevede la configurazione delle periferiche audio e della connessione
utilizzata per la sessione.
L’interfaccia grafica è curata totalmente in Java con una serie di menù contestuali, tra cui
una whiteboard per la stanza principale (main room), una lista con i partecipanti e
informazioni su di loro, comprese una serie di emoticon per esprimere “alzata di mano”,
“volontà di parlare”, “voglia di scrivere”, “uso della lavagna”. Tutte queste possibilità che
vengono date ai partecipanti possono essere condivise o private tra gli altri utenti. Altro
menù è quello relativo ai Direct Messaging, una sorta di chat istantanea in cui scrivere a
un particolare partecipante in modalità privata, oppure lasciare un messaggio all’intero
gruppo di lavoro.
È possibile istanziare nuove finestre per la lavagna elettronica, nonché salvare sessioni di
conversazione testuale e di whiteboarding, per tenere traccia e memorizzare particolari
incontri di colloquio. Ecco in breve quali sono i servizi che sono supportati da Elluminate
Live!:
-
stanza virtuale e per conferenze: si dispone di una lavagna interattiva e
condivisa, di instant messaging, condivisione di applicazioni, quiz interattivi e
gestione delle valutazioni dei fruitori;
-
sviluppo di contenuti: importazione PowerPoint, slides private e loro
memorizzazione, creazione dinamica dei contenuti e tools di editing; calcolatrice
grafica, libreria di simboli matematici;
-
supporto ai contenuti multimediali: live video via webcam, playback
multimediale, web tour;
-
gestione e usabilità: strumenti avanzati per facilitare l’uso ai moderatori, gestione
individuale di larghezza di banda di connessione, votazione istantanea, indicatori
emotivi e di attività, supporto alla lingua spagnola, facile creazione di sessioni con
inviti email;
-
accessibilità e sicurezza: compatibilità con piattaforme Windows, MacOs, Java
Desktop System, Solaris; requisiti di banda di connessione non eccessivamente
spinti; automatica connessione ad Internet; massima sicurezza grazie all’uso del
protocollo SSL.
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gli strumenti di learning management e lo
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La versione demo di Elluminate Live! Academic vers. 6.5 valutabile è disponibile al
seguente link: http://www.elluminate.com/demo/live_demo.jsp
5.14 Microsoft Live Meeting
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Come al solito non è da meno casa Microsoft con un prodotto dedicato alla
videoconferencing. Live Meeting è un servizio per le conferenze web che consente a
organizzazioni e singoli dipendenti di creare e partecipare a riunioni interattive con gruppi
di lavoro, clienti, partner, fornitori, in tempo reale e con la massima facilità. Direttamente
dal loro computer, tutti i partecipanti possono scambiarsi idee, condividere informazioni,
rivedere documenti, collaborare utilizzando una lavagna o concludere trattative di business
a costi nettamente inferiori rispetto alle riunioni tradizionali. La possibilità di comunicare
in modo più semplice e rapido contribuisce ad abbreviare i cicli di vendita, migliorare la
produttività e aumentare i profitti.
In base alle esigenze dell’azienda, è possibile organizzare da riunioni con un numero
ristretto di partecipanti fino a sessioni di training o presentazioni su vasta scala. I numerosi
ambienti per lo svolgimento delle riunioni virtuali possono essere ottimizzati a seconda del
numero di partecipanti e del livello di interattività desiderato.
La possibilità di salvare o stampare il contenuto delle presentazioni, o perfino di registrarle
sincronizzando audio e immagini, è particolarmente utile per condividere le informazioni
con tutti i partecipanti, ovunque si trovino. È possibile assistere a più riunioni
contemporaneamente e salvare le presentazioni per guardarle in un secondo momento. Il
servizio può essere distribuito in modo estremamente semplice a livello di reparto o
nell’intera azienda.
Le riunioni e i seminari in Live Meeting possono essere pianificati tramite Microsoft
Office Outlook. Gli obiettivi che la Microsoft si è imposta con questo prodotto riguardano
la massima produttività per tutti i reparti:
-
presentare dimostrazioni commerciali online;
-
invitare i potenziali clienti ad assistere a dimostrazioni e presentazioni immediate;
-
invitare esperti del settore a partecipare a incontri con il personale o i clienti, attuali
o potenziali;
-
creare sondaggi e moduli per la raccolta di informazioni sui partecipanti;
-
invitare a una chat un partecipante che si è mostrato interessato alla presentazione,
al prodotto o al servizio offerto;
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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-
creare eventi virtuali per il lancio di prodotti;
-
presentare le funzionalità di un’applicazione e affidarne il controllo ai partecipanti,
in modo che possano esercitarsi;
-
creare sessioni di discussione e collaborazione con manager e responsabili
aziendali.
Con Live Meeting è possibile visualizzare e condividere presentazioni, collaborando a
distanza nell’ambito di riunioni, sessioni di formazione interattive o presentazioni virtuali
su vasta scala. Ecco di seguito le principali caratteristiche di questo prodotto:
•
due tipi di sale riunioni virtuali: Live Meeting consente di collaborare in sessioni
di qualunque dimensione, grazie a due tipi di sale riunioni, ottimizzate per
agevolare le presentazioni e garantire a organizzatori e partecipanti un’esperienza
piacevole e produttiva;
•
condivisione di applicazioni e visualizzazioni: è possibile condividere in tempo
reale immagini, applicazioni, pagine web, file o software. I partecipanti possono
seguire tutte le operazioni effettuate, compresi i movimenti del puntatore del
mouse e gli input della tastiera. È anche possibile condividere solo una parte dello
schermo, per focalizzare l’attenzione del pubblico sulle informazioni più
importanti;
•
pagine web: condividendo la visualizzazione di pagine web, è possibile consentire
ai partecipanti di fare clic sui collegamenti, compilare moduli o utilizzare risorse
interattive. La funzionalità di anteprima permette di controllare la pagina prima di
condividerla con il pubblico;
•
sondaggi: la funzionalità per i sondaggi in tempo reale permette di ricevere un
feedback immediato dai partecipanti. È possibile scegliere se condividere i risultati
o evitarne la visualizzazione;
•
lavagne elettroniche: Live Meeting consente di chiarire immediatamente i concetti
tracciando disegni e grafici su una lavagna. Tutti i partecipanti possono essere
autorizzati ad utilizzare la lavagna e ognuno dispone di un set di strumenti di un
particolare colore;
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•
invio di inviti: è possibile inviare automaticamente inviti alle riunioni di Live
Meeting da Microsoft Office Outlook® e da altre applicazioni di posta elettronica;
•
accesso protetto: l’accesso alle riunioni può essere controllato mediante
l'assegnazione di ID e chiavi oppure tramite sistemi di autenticazione basati su
ACL (Access Control List). È possibile creare chiavi per tutti i partecipanti o
richiedere un ID utente e una password per ciascun invitato, a seconda delle
esigenze.
La versione di Microsoft Live Meeting da me personalmente valutata è disponibile in
modalità demo al seguente link:
http://www.microsoft.com/italy/office/livemeeting/default.mspx
5.15 WebHuddle
A causa degli alti costi e delle stringenti
disponibilità di budget, molte organizzazioni
oggi si stanno spingendo sempre più verso i
“meeting virtuali” online. Ma non tutte le soluzioni web per il conferencing sono
realizzate in modo efficace e paritetico. WebHuddle della SourceForgevuole fornire un
modo alternativo alla comunicazione, facile da usare nel garantire l’incontro fra gli utenti,
quando ne hanno l’esigenza.
Progettato per un facile uso, WebHuddle soddisfa molte delle comuni richieste affrontate
dalle altre applicazioni di virtual meeting disponibili sul mercato, abbattendo gli alti costi,
garantendo sicurezza online e grande affidabilità, supporto ad un alto numero di clienti.
Esso è infatti scritto interamente in Java.
La versione da me personalmente valutata è direttamente valutabile online all’indirizzo
www.webhuddle.com , previa creazione di un account.
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Vediamo le caratteristiche di WebHuddle:
•
gira su qualunque piattaforma: molte delle versioni dei prodotti per il web
conferencing sono realizzate tipicamente per girare su Microsoft Windows,
considerandola come piattaforma tipica per il loro funzionamento. WebHuddle
esce da questi canoni comuni ed è supportato virtualmente da una delle piattaforme
più portabili fino a questo momento: la Java RunTime. Allo stato attuale,
qualunque piattaforma Windows, Linux, UNIX e Mac OSX, su cui sia installata
Java, può eseguire correttamente WebHuddle, con alta sicurezza e velocità. Molti
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produttori, nonostante usino Java per i loro prodotti, si poggiano completamente
sul pieno supporto soltanto di Microsoft Windows. Ovviamente, ciò costituisce una
infamia, dato che va contro il principio di portabilità di Java stesso. Inoltre, molti
concorrenti del settore usano Java ma non sfruttano il pieno supporto della
Microsoft Java runtime (o Java Virtual Machine). In questo modo, il numero di
utenti che possono partecipare viene notevolmente ridotto, dato che la Microsoft
JVM è molto lontana della più distribuita Java RunTime. Sfruttando le potenzialità
sia della Microsoft JVM che delle versioni di Java disponibili per piattaforme nonWindows, WebHuddle significa più meeting per tutti!
•
decisamente semplice: basta iniziare e selezionare i meetings in WebHuddle, in
modo molto facile e in pochissimi minuti. La funzione di scheduling dei meeting di
WebHuddle è molto semplice…non esiste! Invece di cercare di reinventare la
ruota, WebHuddle lascia all’utente il modo di programmare i meeting: infatti, esso
è la tua stanza personale di incontro, e per cominciare un meeting ci si deve solo
entrare insieme alle persone che vuoi incontrare. Per aprire la meeting room
personale, basta iscriversi e loggarsi con il proprio account in WebHuddle e
cliccare sul bottone Begin. Tutto ciò che si deve fare è dare un nome al meeting e
scegliere le opzioni che si presentano (attivazione VoIP o se registrare o meno il
meeting), per poi cominciare il meeting. Gli altri partecipanti devono solo andare
sul sito www.webhuddle.com e cliccare sul bottone Join Meeting. Per entrare nel
meeting da me creato devono semplicemente inserire la loro mail, la mia email e la
password della mia meeting room (non la password del mio account). Ecco tutto!
•
interfaccia grafica elementare: entrando nel meeting, si può subito notare una
semplice interfaccia grafica. I clienti di WebHuddle non hanno menù, non possono
accedere a menù a tendina, non ci sono finestre di pop-up. Una semplice e
ridimensionabile finestra visualizza tutto il contenuto. L’area strumenti può essere
nascosta completamente, permettendo agli utenti di vedere l’area contenuti per
intero. Il moderatore può passare il controllo del meeting agli altri partecipanti in
qualsiasi momento. Non c’è bisogno di specificare per quanto tempo rilasciare il
controllo al co-moderatore e non c’è bisogno di installare particolari plugin o
client.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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•
sicurezza online: WebHuddle è realmente differente da altre soluzioni di web
conferencing, specialmente per quanto riguarda la semplicità, il supporto
multipiattaforma, ma soprattutto per la vantaggiosa sicurezza che garantisce. La
sicurezza include la protezione della privacy e l’integrità dei dati durante il
meeting. Tali aspetti sono garantiti dall’uso esclusivo dell’HTTPS per criptare tutti
i contenuti del meeting. Come l’SSL (Secure Sockets Layer), l’HTTPS è stato
testato ed è usato da milioni di banche online per la transazioni commerciali,
dunque “nessuno” su Internet potrebbe conoscere o alterare ciò che ci sta in un
meeting. In WebHuddle, tutti i dati sono criptati con HTTPS, a differenza di altri
sistemi che ne criptano solo una parte. Durante la registrazione dell’emeeting è
possibile anche scegliere di attivare l’opzione per l’SSL a 128 bit, in modo da
permettere solo ai partecipanti che hanno browser che supportano una crittografia a
128 bit, di iniziare il meeting. Questa opzione è data per avere una assoluta
sicurezza e solo WebHuddle la offre. Una delle “piaghe per la sicurezza dei
moderni sistemi software” è il buffer overflow attack. La percentuale più elevata di
attacchi da parte di virus e worm ai nostri pc avvengono proprio mediante buffer
overflow. Come fa WebHuddle a gestire questo problema? Semplice, usa Java, che
lo fa per lui in automatico garantendo la sicurezza sia sulle applet client che server.
Infatti Java, a differenza di altri linguaggi di programmazione, non permette di
leggere e scrivere in locazioni di memoria arbitrarie.
•
opensource: WebHuddle lascia il beneficio dell’OpenSource, garantendo
trasparenza e flessibilità. Basta scaricarlo dal sito ufficiale e usarlo dovunque sotto
licenza GNU-GPL.
In breve, usando WebHuddle, si hanno diverse scelte e grande flessibilità. I meeting
possono essere condotti sia in accordo con il servizio esistente di teleconferenza o usando
un protocollo VoIP per conversazioni audio. WebHuddle offre la capacità di poter
registrare e tracciare le presentazioni, per i playback su altri web browser in modo che si
può lasciare il live meeting in ogni momento senza perdere l’evento.
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5.16 Riflessioni conclusive
Dall’analisi effettuata, si è potuto osservare che pochissime sono le piattaforme e i prodotti
distribuibili gratuitamente per una formazione e una comunicazione sincrona. Il motivo è
dovuto sicuramente al fatto che tale mercato è ancora in fase di sviluppo e solo le società
prettamente finanziate riescono a spingersi verso questa direzione innovativa. Si vede
quindi una forte separazione tra le piattaforme di e-Learning che sono caratterizzate in
modo esasperato da tool di comunicazione asincrona e questi nuovi tool per l’interazione
in tempo reale. Di sicuro, questo nuovo modo di insegnamento ha bisogno di tecnologie e
strumenti più all’avanguardia di una “semplice” piattaforma per l’erogazione dei contenuti
in modo asincrono. Da non sottovalutare che per poter effettuare una videoconferenza o un
audio conferenza, l’utente deve avere a disposizione una connessione a banda larga e che i
sistemi che permettono tale interazione devono poter “reggere” una serie di problematiche,
quali la sicurezza, il sovraccarico di utenze…
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Esistono molti strumenti per la comunicazione sincrona di tipo open-source, ma nessuno
riesce a integrare bene alcune delle esigenze di base in questi tipi di tecnologie: sicurezza,
flessibilità e semplicità. L’unico che sono riuscito a reperire online, gratuitamente
scaricabile sotto licenza GNU-GPL è stato WebHuddle, con tutti i pregi che sono stati
elencati nel paragrafo precedente. Le altre sono tutte alternative commerciali, che di sicuro
nelle loro versioni estese avranno molte funzionalità e maggiori sicurezze di una semplice
versione open-source. Quindi, la mia valutazione finale sulle quattro piattaforme testate si
sposta su WebHuddle, innanzitutto perché è Open-Source. Perché rinunciare ad uno
strumento gratuito quando ti offre gli stessi vantaggi di altre alternative commerciali,
nonostante dal mio punto di vista, la scarna interfaccia che presenta all’utente finale?
E poi da non tralasciare un grande vantaggio di WebHuddle: realizzato completamente in
Java, lontano dai problemi di buffer overflow, maggiore sicurezza grazie alla crittografia
dei dati con HTTPS e SSL e, inoltre, non si installa, ma è disponibile online usando un
semplice browser web!
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gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
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Appendice
Scorm Conformance Requirements 1.2
La Documentazione SCORM 1.2 Suite contiene una grande quantità di informazioni diretta
a chiunque abbia competenze nel campo dell’elearning, ma specialmente è usata dai
produttori per avere informazioni sulla conformità dei loro prodotti allo SCORM 1.2.
L’ADL Technical Team ha strutturato e raccolto queste informazioni in un formato
conciso a cui i produttori possono riferirsi per la creazione dei loro prodotti.
Questo documento fornisce un elenco dettagliato dei requisiti di conformità SCORM
come definito nello standard stesso. Learning management System (LMSs), Sharable
Content Object (SCOs), Metadata e/o Content Packages devono aderire a questi requisiti
per essere riconosciuti “conformi allo SCORM”. Per raggiungere un’etichetta di
conformità, si dovrebbero provare tutti i requisiti di conformità per il prodotto associato.
Questo documento è di natura tecnica ed è diretto a venditori di LMS, Content Providers,
creatori di Metadati, creatori di Content Packages e a tutti gli strumenti costruiti per
supportare le loro attività.
Il Dipartimento della Difesa (DoD) fondò la Advanced Distributed Learning (ADL)
Initiative per sviluppare una strategia DoD-wise per l’uso di tecnologie per
l’apprendimento e l’informazione per modernizzare l’educazione. La ADL Initiative ha
definito requisiti di alto livello (o “ilities”) per i contenuti didattici, come
interoperabilità, accessibilità, riusabilità, durabilità, manutenibilità, adattabilità per
promuovere l’uso di tecnologie basate sull’apprendimento e prevedere una base per
l’investimento economico.
Lo SCORM 1.2 definisce un modello di riferimento per gli oggetti di contenuto didattico
condiviso che rispondano ai requisiti di alto-livello. SCORM è un’integrazione delle
specifiche tecniche che permettono di realizzare prodotti didattici web-based e contenuti
didattici per l’interoperabilità.
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standard SCORM
Il documento redatto dall’ADL per i Requisiti di Conformità, prende il nome di SCORM
Version 1.2 Conformance Requirements Version 1.2, disponibile sul sito dell’ADL
(www.adlnet.org).
Questo documento definisce i requisiti di conformità allo SCORM 1.2, che dovrebbero
essere presenti in un LMS e/o nel contenuto didattico per ritenersi conformi allo SCORM
1.2.
I requisiti di conformità riguardano:
•
Learning Management Systems
•
Sharable Content Objects (SCOs)
•
Metadata
a) Asset Meta-data Application Profiles
b) SCO Meta-data Application Profiles
c) Content Aggregation Meta-data Application Profiles
•
Content Packages:
a) Resource Packaging Application Profiles
b) Content Aggregation Packaging Application Profiles
Esistono allegate al documento una serie di tabelle che definiscono i requisiti di
conformità di alto livello per determinare la conformità allo SCORM 1.2. Queste tabelle
prendono il nome di Matrici di conformità e sono suddivise nelle sezioni precedentemente
elencate. Queste matrici elencano le etichette di conformità cui i test eseguiti sui prodotti
ne validano la conformità ad una particolare categoria dello standard. Ogni etichetta
contiene una breve descrizione dei requisiti che dovrebbero essere implementati dal
componente testato per raggiungere quella relativa etichetta di conformità.
La Conformance Label è l’etichetta che viene usata dallo SCORM 1.2 Conformance Test
Suite quando il componente testato è conforme ai requisiti di conformità. La Conformance
Category descrive la categoria per cui l’oggetto testato sarà valutato per la conformità.
Lo SCORM Conformance Test Suite usa queste categorie di conformità e le loro
corrispondenti etichette attraverso il processo di testing per delineare gli aspetti a cui
l’oggetto testato è conforme. Per essere etichettato come SCORM 1.2 conformant,
l’oggetto testato deve rispondere ai requisiti di conformità in ogni categoria identificata.
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standard SCORM
Di seguito alleghiamo soltanto la matrice di conformità per gli LMS, dato che il testing di
conformità è stato personalmente effettuato soltanto sulle piattaforme e non sui contenuti o
metadati.
LMS Conformance Matrix
Conformance Label: LMS-RTE1
-
LMS SCORM 1.2 Run-Time Environment Conformant
Elenco requisiti:
L’LMS:
• deve essere capace di importare e eseguire uno specifico Content Aggregation Content Package
conforme come definito nella Sezione 2.3 dello SCORM Content Aggregation Model, e
•
deve essere capace di lanciare uno specifico Sharable Content Object (SCO) come definito nella
Sezione 2.1 dello SCORM Content Aggregation Model, e
•
deve essere capace di lanciare un Asset come definito nella Sezione 2.1 del Content Aggregation
Model, e
•
deve prevedere e rendere disponibile un’API Adapter come oggetto Document Object Model
(DOM) e implementare correttamente tutte le funzioni API come descritto nella Sezione 3.3
dello SCORM Run-Time Environment, e
•
deve implementare correttamente il supporto per tutti gli elementi obbligatori dello SCORM
Run-Time Environment Data Model come descritto nella Sezione 3.4 dello SCORM Run-Time
Environment.
Nota: se l’LMS implementa non correttamente uno o più elementi opzionali dello SCORM Data
Model, e non implementa alcuni di questi elementi opzionali del data model correttamente, allora
l’LMS è considerato essere conforme all’LMS-RTE1 in base ai criteri precedentemente definiti.
Conformance Category: LMS-RTE2
-
LMS SCORM 1.2 Run-Time Environment Conformant – con alcuni elementi opzionali del
Data Model
Elenco requisiti:
-
L’LMS deve aver superato la categoria di conformità LMS-RTE1
-
L’LMS deve essere correttamente implementare uno o più (non tutti) gli elementi opzionali del
Data Model
Nota: Se l’LMS implementa non correttamente uno o più elementi opzionali del Data Model, l’LMS
può ancora essere considerato conforme all’LMS-RTE2 purchè uno o più degli elementi opzionali del
data model siano implementati correttamente.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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Conformance Category: LMS-RTE3
-
LMS SCORM 1.2 Run-Time Environment Conformant – con tutti gli elementi opzionali del
Data Model
Elenco requisiti:
-
L’LMS deve aver superato la categoria di conformità LMS-RTE1
-
L’LMS deve essere correttamente implementare tutti gli elementi opzionali del Data Model
Lo scopo dell’LMS Run-Time Environment Test è verificare che un LMS testato
implementi i requisiti di conformità definiti nella precedente tabella. Si usa a tale scopo il
Conformance Test Suite a corredo dello standard e si importano nell’ambiente di
esecuzione della piattaforma da testate due test courses. Entrambi i package courses
importati sono utili a verificare la validità di tutte le precedenti categorie di conformità
della piattaforma. In particolare, si valuta l’abilità di importare un Content Aggregation
Content Package usando uno SCORM Packaging Interchange File (PIF), un prerequisito
prestazionale rilevante per il testing dell’ambiente di runtime della piattaforma. Inoltre, è
necessario che l’LMS sia capace di usare un IMS Manifest in modo da riuscire a validare
le categorie di conformità viste precedentemente.
Per l’elenco dettagliato di tutte le etichette di conformità e di tutte le altre sezioni relative
agli altri componenti dello standard vedere la documentazione SCORM Version 1.2
Conformance Requirements Version 1.2 (disponibile al sito www.adlnet.org)
Metodologia per la verifica della conformità
Dove è possibile, i requisiti di conformità vengono convalidati in modo automatico,
usando lo SCORM 1.2 Conformance Test Suite. Non è possibile validare
l’implementazione di tutti i requisiti di conformità usando il test suite automatico. Alcuni
requisiti vengono validati attraverso un'ispezione manuale o osservazione da parte di
revisori.
Compliant vs. Conformant vs. Certified
I termini “compliant”, “conformant” e “certified” sono usati dalla Comunità ADL in
differenti contesti. L’ADL evita di usare il termine “SCORM compliant” in favore di
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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standard SCORM
“SCORM conformant”, anche se gli esperti di e-learning usano i due termini in modo
intercambiabile. La ragione di questa distinzione è che il termine “compliant” si riferisce
“andare incontro ai requisiti”, ma “conformant” significa “seguire uno standard o una
specifica”, come lo SCORM. Il termine “conformant” potrebbe essere usato quando si
descrive un prodotto che segue le specifiche SCORM 1.2.
Un prodotto “SCORM conformant” è definito come un prodotto che ha superato lo
SCORM Conformance Test Suite (Self Test), che indica che il prodotto è conforme alla
versione ultima della specifica SCORM come delineato nello SCORM Conformance
Requirements. Qualunque prodotto superi lo SCORM Conformance Test Suite può
ritenersi “SCORM conformant”.
Un prodotto “SCORM certified” è stato testato indipendentemente da uno dei centri
dell’ADL Certification Testing Centers e poi ha superato lo SCORM Conformance Test
Suite, divenendo “certificato ADL”. L’ADL Certification garantisce ai consumatori di
contenuti didattici e sistemi che i prodotti certificati hanno implementato le specifiche
SCORM nel modo appropriato.
Da un punto di vista tecnico, un prodotto certificato dall’ADL non è diverso da un
prodotto “SCORM conformant”. La differenza chiave è che il prodotto “ADL certified” è
stato testato indipendentemente non da un venditore di LMS o un creatore di contenuti, ma
da un’indipendente ADL Certification Testing Center.
CONFORMANCE TEST SUITE VERSION 1.2.7 (Self Test)
L’ADL SCORM® Version 1.2 Conformance Test Suite Version 1.2.7 (Self Test), del
Maggio 2004, è stata progettata per rendere disponibile alle organizzazioni uno strumento
capace di effettuare un autotest su Learning Management System, Sharable Content
Objects, Metadata documents e Content Packages.
Lo SCORM 1.2 Conformance Test Suite Version 1.2.7 (Self Test) (riferito da adesso in poi
come Test Suite) permette di effettuare il testing per aiutare le organizzazioni a
determinare se i loro prodotti sono conformi allo SCORM 1.2.
Questa versione del Test Suite è progettata per aiutare a testare la conformità con lo
SCORM 1.2 . Non c’è modo di usare questo software per fornire una certificazione allo
SCORM. Certificazione e Conformità sono due termini distinti e separati.
Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
gli strumenti di learning management e lo
standard SCORM
Per dettagli vedere Conformance e/o Certification dell’adlnet.org. Questo software in
nessun caso permette di determinare la Certificazione allo SCORM.
Lo SCORM definisce un “Content Aggregation Model” per l’apprendimento web-based e
un “Run-Time Environment” per gli oggetti di contenuto.
Alcuni aspetti specifici dello SCORM sono:
•
un comune Content Aggregation Model che include il Content Packaging;
•
una comune specifica per un Run-Time Environment (RTE) che facilita
l’interoperabilità nella comunicazione tra gli Learning Management Systems
(LMS) e i componenti dei corsi;
•
una comune rappresentazione dei metadati che possono essere utilizzati per
migliorare la ricerca e il riuso dei contenuti;
•
una comune metodologia per rappresentare il comportamento desiderato di una
esperienza didattica proprietaria su un qualsiasi LMS, che si comporterà seguendo
dei passi “standard” e consistenti.
Il Test Suite può essere usato per testare la conformità delle tre aree dello SCORM
attraverso quattro possibili testing:
•
LMS Run-Time Environment Conformance Test;
•
Sharable Content Object (SCO) Run-Time Environment Conformance Test;
•
Metadata Conformance Test;
•
Content Package Conformance Test.
Il Test Suite prevede una struttura comune per tutti i test di conformità. Ogni test include
un set di istruzioni step-by-step in risposta a ogni tipo di azione ed esito del test stesso.
Il Test Suite funziona interamente su un browser Web della macchina locale. Tutto il
software è caricato su un HD locale e non richiede un http web server attivo.
Ci soffermiamo solo sul Testing della conformità dell’LMS dato che è stato usato per
valutare se le piattaforme impiegate nelle analisi di benchmarking sono conformi allo
standard SCORM 1.2. Da notare che la conformità allo SCORM 1.3 non implica la
conformità allo SCORM 1.2, e viceversa.
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LMS Run-Time Environment Conformance Test
Questo test permette di verificare che un LMS sia conforme alla sezione The Run-Time
Environment dello SCORM. Si verifica che l’LMS testato sia capace di:
•
lanciare uno specifico Sharable Content Object (SCOs) conforme allo SCORM
•
supportare le funzioni Application Program Interface (API)
- LMSInitialize(“”)
- LMSFinish(“”)
- LMSCommit(“”)
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standard SCORM
- LMSGetValue(“datamodel.group.element”)
- LMSSetValue(“datamodel.group.element”, “value”)
- LMSGetLastError ( )
- LMSGetErrorString ( )
- LMSGetDiagnostic ( )
•
determinare se tutti gli elementi del data model obbligatori siano implementati
correttamente dall’LMS
•
determinare quali elementi del data model opzionali siano supportati dall’LMS e
implementati correttamente.
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Riferimenti bibliografici e sitografici
Riferimenti Bibliografici
o Technologies of online learning (e-Learning) , Rory McGreal, Arhabasca University,
& Michael Elliorr, Mosaic Technologies
o Report sullo stato dell’arte delle piattaforme di e-learning , Ing. Albanese – Ing.
Moscato
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Progettazione di un sistema di e-learning attraverso
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o Tool per la comunicazione sincrona Elluminate Live!, www.elluminate.com
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o Commonwealth of Learning (COL), http://www.col.org
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o Web Conferencing Tools, http://www.thinkofit.com/webconf/realtime.htm
o Web Conferencing Tools, htto://www.roseindia.net/opensource/webconferencing.php
o World Summit on the Information Society (Geneva 2203-Tunis 2005), Search &
Evaluation of Virtual Conference Tools, http://www.wsis-pct.org/virtual-conftools.html