trattamento delle entesopatie con iniezione peritendinea di
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trattamento delle entesopatie con iniezione peritendinea di
TRATTAMENTO DELLE ENTESOPATIE CON INIEZIONE PERITENDINEA DI OSSIGENO/OZONO E COLLAGENOTERAPIA SOTTO GUIDA ECOGRAFICA INTRODUZIONE Il trattamento delle strutture tendinee e legamentose è quanto mai ostico e senza risultati garantiti. In questi ultimi anni nell'ambito della medicina fisiatrica, riabilitativa e ortopedica son state introdotte numerose tecniche dipendenti da apparecchiature (prima le terapie fisiche, poi le onde d'urto e recentemente la Tecar terapia), tutte se ben applicate, secondo un’adeguata selezione del paziente, possono avere risultati positivi. In alcuni casi, forzando le indicazioni si registrano sofferenze tissutali soprattutto determinate dall'onda d'urto che produce un’iperemia locoregionale. Scopo del lavoro è definire una metodica terapeutica facile nell'uso, non dannosa, efficace e riproducibile. MATERIALI E METODI Tra il gennaio 2009 e gennaio 2013 sono stati individuati 269 pazienti portatori di patologia tendinea-legamentosa accertata e documentata, suddivisi in due grandi gruppi: • • a) - 140 pazienti, di cui 81 uomini, portatori di patologia traumatica non completamente fratturativa, esclusi dall'atto chirurgico - età media 28 anni b) - 129 pazienti, di cui 78 donne, portatori di patologia degenerativa - età media 47 anni. Gruppo a: ü sessantasei pazienti nell'ambito della patologia traumatica la parte del leone la fa il comparto tendineo - muscolare del quadricipite e del bicipite femorale e dei flessori di gamba, per pratica del calcio. ü Tredici pazienti soffrivano di patologia del tendine achilleo per microtrauma ripetutoprevalentemente podisti. ü Cinque pazienti soffrivano di patologia della bandeletta ileo tibiale. ü Cinque pazienti presentavano tendinopatia della zampa d'oca. ü Sei entesite epicondilare-epitrocleare. ü Dodici tendinopatia di cuffia dei rotatori e del TCLB omerale. ü Otto pazienti presentavano flogosi legamentosa - capsulare alla tibiotarsica. ü Tre pazienti accusavano sintomatologia in corrispondenza del tendine abduttore primo dito e relativi legamenti carpali associati. ü Tre pazienti dolenzia elettiva all'origine del tendine lungo e mediale del tricipitale. ü Tre pazienti accusavano dolore e deficit tendineo all'estensore in sede interfalangea distale alle dita dopo trauma distrattivo. ü Quattordici manifestavano segni di entesite inserzionale degli adduttori isolata o inserita nell'ambito di una pubalgia. ü Due casi di fascite dei muscoli retti anteriori. Gruppo b: ü Quarantacinque pazienti presentavano conflitto di spalla sottoacromiale con o senza borsite della SubAcromionDeltoidea, tutti con tenosinovite al TCLB omerale. Di questi il 65% presentava calcificazioni sia intra che extra tendinee con dimensioni variabili tra 3 e 21 mm. In questi casi si proponeva anche una terapia ü ü ü ü ü ü ü ü mediante assunzione di colchicina cf, due al giorno per un mese, una al giorno per due mesi, sfruttandone l'effetto chelante del calcio. Dodici pazienti accusavano borsite trocanterica ed entesopatia alla fascia lata. Quattordici pazienti lamentavano sindrome epicondilare-trocleare, in questo ultimo caso anche con sindrome del tunnel ulnare-80%. Diciotto pazienti manifestavano sindromi dell'avampiede tipo neuroma o borsite intermetatarsale. Nove erano i casi di entesopatia del tendine achilleo, con funzionalità nettamente compromessa, infiltrato granulomatoso accertato ecograficamente e all'ecocolordoppler e reduci da terapie senza successo. Sedici casi manifestavano complicanze capsulo legamentose in seguito a rizartrosi. Otto casi riguardavano l'inserzione del legamento rotuleo sull'apofisi tibiale anteriore-Osgood-Schlatter- eta media 12 anni. Un caso di apofisite giovanile del malleolo mediale-9 anni. Sei casi di capsulite post fratturativa o degenerativa alla tibiotarsica con o senza tendipatia dei peronieri. TECNICA: i pazienti erano stati indagati con ecografia o Rm, positive per patologia tendinea e sono stati sottoposti ad ulteriore ecografia pretrattamento. Son stati usati aghi dai 27 ai 30 G a secondo della sede di trattamento, con lunghezza variabile da 4 sino a 20 mm. La procedura iniettiva è stata condotta con ausilio ecografico per maggior precisione nel trattamento che deve esse quanto mai mirato. La procedura si divide in due momenti. Iniezione di quantità variabile tra 2 e 6-8 cc di ossigeno-ozono a 5mc per ml in duplice o triplice iniezione a seconda del distretto corporeo. Iniezione di 2-3 ml di collagene liquido in unica procedura nella sede focale di patologia indicata dall'ecografia e dalla sintomatologia clinica e dal deficit funzionale. L'autore è assertore del trattamento monosettimanale in quanto trattasi di metodica naturale che va a stimolare un processo di riparazione fisiologica che pertanto necessita dei suoi tempi di recupero. In nessun caso è stato somministrato steroide, sia perchè alcuni pazienti traumatologici erano sportivi professionisti sia per il danno long acting causato dallo steroide su tendini e legamenti. Inoltre dall'associazione di ossigeno-ozono e collageno terapia si ottiene effetto: - anti edema - flogosi tipico dell'ossigeno ozono - nutritivo - restitutivo del collagene, elemento fondamentale dei tessuti di derivazione connettivale. La guida ecografica con sonda lineare a frequenza variabile permette di identificare con certezza la sede di patologia. In taluni casi si è proceduto anche all’iniezione del solo ossigeno-ozono in sede intrarticolare per capsuliti adesive di spalla, rizartrosi, capsuliti di tibiotarsica- via preferenziale tibiale anteriore o sottomalleolare esterna. Si sottolinea l'assenza di complicanze, l'assenza di dolore alla iniezione del collagene: con questo si consiglia di creare dei piccoli ponfi nella sede di patologia, che si riassorbono nel giro di circa 12 ore, determinando una efficacia terapeutica che raggiunge la sua massima espressione dopo 3-4 giorni. Il numero di sedute è variabile e dipende fondamentalmente da due fattori: il distretto corporeo e la durata della patologia. Un ciclo varia tra le 6 e 12 sedute. Nei cicli più lunghi si propone le ultime sedute quindicinali, per non creare "dipendenza dal buco". RISULTATI La guarigione con la remissione del sintomo è del 100% nella patologia traumaticosportiva. Il risultato clinico ottimale nella patologia degenerativa è del 90 %. Risultato accettabile nel restante 10%. Maggiormente resistivo alla terapia è ovviamente il distretto tendineo achilleo e il distretto entesopatico del gomito, anche perchè i più si propongono tardivamente e dopo numerosi insuccessi terapeutici al nostro trattamento. Il tendine d'Achille in particolare dopo la remissione del dolore permane lievemente inspessito ma il dolore scomparso e la funzionalità recuperata. Notevole la remissione delle calcificazioni di spalla: personalmente son contrario all'onda d'urto, per il danno a lungo termine creato in sede locale e la dose d’insuccesso. Preferisco creare un ambiente fisiologico di riassorbimento dell'edema tendineo, sfruttare l'effetto chelante della colchicina, introdurre un ciclo di FKT e successivamente di attività motoria teso a riossigenare il distretto muscolare - tendineo trattato CONCLUSIONI L'utilizzo del doppio approccio terapeutico ossigeno-ozono e collageno terapia apre nuove prospettive di trattamento: - il paziente è seguito dal medico dalla diagnosi alla terapia e sino alla guarigione: ciò permette al medico di seguirne l'evoluzione, anche con maggior soddisfazione del paziente. Eventuali altre figure terapeutiche svolgono una funzione riabilitatoria e complementare, volta ad un recupero funzionale più rapido; - l'assoluta innocuità dei trattamenti eseguiti rendono la metodica consigliabile anche agli sportivi professionisti, per una volta liberi dall'incubo farmacologico; - l'elevatissima risposta clinica permette di recuperare agli ozonoterapeuti, fiducia nei loro mezzi e riavvicinare tutta quella patologia " minore" che fino ad ora tendevano a inviare ad altri. Si creano pertanto nuovi campi di intervento, con bassissima dose di rischio e elevato costo-beneficio; - i risultati sono davvero incoraggianti con una risposta clinica del 100% in tutti i trattati sia del gruppo a) che del gruppo b). La risposta migliore si ha nel soggetto giovane, atletico che necessita di pronta guarigione. Il tempo di recupero si dimezza rispetto alla normale pratica medico sportiva e la risposta tendinea alla riparazione è più efficace, con riduzione dei fenomeni di fibrosi post trauma che affliggono l'atleta, timoroso di recidiva nella medesima sede muscolare. L'associazione del binomio terepeutico ossigenoozono/collagene può esser anche supportato dalla tecarterapia, potenziando ancor di più l'efficacia terapeutica e riducendo lo stop forzoso, con maggior soddisfazione soprattutto dell'atleta professionista. Tuttavia anche nel soggetto portatore di patologia degenerativa la risposta terapeutica è del 100% con risposta ottimale del 90% e accettabile nel 90% dei casi. Discriminante a tal proposito è il tempo di latenza intercorso tra l'esordio di patologia e la terapia: più rapido è l'intervento, più favorevole è il decorso terapeutico e valida la risposta. Nel paziente anziano una noxa patogena se non risolta in tempi brevi tende a creare una cronicizzazione di patologia, innescando anche altri circoli viziosi legati fondamentalmente all'inabilità dell'articolazione: edemi o neuro-mialgie " da non uso" sono i maggiori nemici della ripresa. Si può pertanto valutare caso per caso l'introduzione di altre pratiche riabilitative es. massaggio linfodrenante, fkt, rieducazione motoria in acqua ecc.. Determinante è anche stimolare il paziente a introdurre costantemente , dove possibile, una attività motoria attiva e non solo riabilitativa passiva. Si è notato inoltre che mentre il paziente del gruppo a) chiude il suo iter con la restitutio ad integrum, il paziente del gruppo b) si sottopone spontaneamente a richiami- quindicinali o mensili o trimestrali, a seconda dell'indicazione clinica ma anche della necessità fisiologica, fidelizzando il rapporto medico –paziente; - l'assoluta tollerabilità del collagene permette di trattare anche soggetti atopici o portatori di gravi patologie sistemiche che viceversa mal sopportano le terapie tradizionali farmacologiche o manuali.