Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria

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Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
Organo Ufficiale
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
Rivista Italiana
di Fisioterapia
e Riabilitazione
Respiratoria
ANNO XV NUMERO UNO
GENNAIO-APRILE 2016
in questo numero
Rimini 3 rd International Conference on Respiratory
Physiotherapy “You take my breath away...”
Periodico quadrimestrale Sped. in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - Filiale di Milano - Aut. Trib. Monza n. 1552 del 13/12/2001
Il direttivo ARIR
Il Mare d’Inverno
N. Ambrosino
Il fisioterapista respiratorio in Italia,
tra specializzazione e riconoscimento:
risultati di un questionario conoscitivo
C. Simonelli, T. Galli, A. Sanniti, V. Fabbri
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● L’analisi degli scambi gassosi
● La dispnea, come misurarla
● La valutazione della capacità d’esercizio
● La forza dei muscoli, compresi i muscoli respiratori
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Rivista Italiana
di Fisioterapia
e Riabilitazione Respiratoria
Anno XV
Gennaio-Aprile 2016 - NUMERO 1
Editor-in-Chief
Direttore Responsabile
Mara Paneroni
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Direttore Scientifico
Gabriela Ferreyra
Fisioterapista, Torino
Deputy Editor
Simone Gambazza
Fisioterapista, Milano
Associate Editors
Enrico Clini
Pneumologo, Modena
Vincenzo Squadrone
Intensivista, Torino
Michele Vitacca
Pneumologo, Lumezzane (BS)
Editorial Office
Clizia Cazzarolli
Fisioterapista, Verona
Tiziana Galli
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Barbara Garabelli
Fisioterapista, Milano
Antonella Occhi
Fisioterapista, Ferrara
Elena Repossini
Fisioterapista, Busto Arsizio (VA)
Manuela Saleri
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Antonella Sanniti
Fisioterapista, Cremona
Carla Simonelli
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Editorial Board
Roberto Adone
Fisiatra, Milano
Nicolino Ambrosino
Pneumologo, Pisa
Sergio Arlati
Intensivista, Milano
Paolo Banfi
Pneumologo, Milano
Francesco Blasi
Pneumologo, Milano
Cesare Braggion
Pediatra, Firenze
Annalisa Carlucci
Pneumologo, Pavia
Piero Ceriana
Pneumologo, Pavia
Roberto Cosentini
Pneumologo, Milano
Diana Costantini
Pediatra, Milano
Erminia D’Amanzio
Fisioterapista, Varese
Pamela Frigerio
Fisioterapista, Milano
Giancarlo Garuti
Pneumologo, Correggio (RE)
Giuseppe Gaudiello
Fisioterapista, Milano
Maurizio Grandi
Pneumologo, Costa Masnaga (CO)
Cesare Gregoretti
Intensivista, Torino
Salvatore Maggiore
Intensivista, Roma
Sara Mariani
Fisioterapista, Milano
Cristina Martorana
Fisioterapista, Milano
Stefano Nava
Pneumologo, Bologna
Lino Nobili
Neurologo, Milano
Rita Maria Nobili
Psicologa, Milano
Mario Nosotti
Chirurgo, Milano
Giovanni Oliva
Fisioterapista, Milano
Franco Pasqua
Pneumologo, Roma
Vincenzo Patruno
Pneumologo, Udine
Luciana Ptacinski
Fisioterapista, Milano
Paola Quadrelli
Fisioterapista, Massa
Mario Ravini
Chirurgo, Milano
Elena Repossini
Fisioterapista, Busto Arsizio (VA)
Luigi Santambrogio
Chirurgo, Milano
Debora Scorsone
Fisioterapista, Genova
Maurizio Sommariva
Fisioterapista, Milano
Antonio Spanevello
Pneumologo, Tradate (VA)
Soo-kyung Strambi
Fisioterapista, Pisa
Tartali Chiara
Fisioterapista, Verona
Andrea Vianello
Pneumologo, Padova
Elisabetta Zampogna
Fisioterapista, Tradate (VA)
Organo Ufficiale
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
Rivista Italiana di Fisioterapia
e Riabilitazione Respiratoria
Periodico quadrimestrale
Reg. Tribunale di Monza
n° 1552 del 13 dicembre 2001
Spedizione in A.P. 45%
art. 2 comma 20/B legge 662/96
Filiale di Milano
Direzione
Via F.lli Kennedy, 1L
25080 Mazzano (BS)
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Redazione
c/o MIDIA Edizioni
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Grafica e stampa
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Pubblicità e Marketing
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Edizione
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34133 Trieste
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L’abbonamento è gratuito per i soci ARIR.
Tutti i diritti sono riservati.
È vietata la riproduzione di testi
e immagini senza il permesso
scritto dell’Editore.
Rivista Italiana
di Fisioterapia
e Riabilitazione Respiratoria
Sommario
Comunicato del direttivo
Rimini 3rd International Conference on Respiratory Physiotherapy
“You take my breath away...”
Il direttivo ARIR ............................................................................................................10
Editoriale
Il Mare d’Inverno
N. Ambrosino ................................................................................................................11
Lavoro originale
Il fisioterapista respiratorio in Italia, tra specializzazione e riconoscimento:
risultati di un questionario conoscitivo
C. Simonelli, T. Galli, A. Sanniti, V. Fabbri .....................................................................12
Expert opinion
Riassunti delle presentazioni congressuali (congresso ARIR)
D. Hess .........................................................................................................................19
Poster ................................................................................................................ 22
Eventi ................................................................................................................ 38
Informazioni generali ................................................................................ 40
Scheda di iscrizione .................................................................................. 41
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
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Anno IX
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Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
Sede
A.O. Ospedale Niguarda Ca’Granda
c/o Unità Spinale
P.zza Ospedale Maggiore, 3
20162 Milano
DALLO STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE
Art. 1È costituita l’Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria
(A.R.I.R.).
Art. 3L’Associazione non ha finalità di lucro e intende promuovere la prevenzione e la riabilitazione delle patologie respiratorie.
Per il conseguimento dei suoi scopi l’Associazione concorre a:
• diffondere in campo clinico, terapeutico e home care, la pratica della fisioterapia e riabilitazione respiratoria;
• organizzare la formazione, l’aggiornamento, il coordinamento, la promozione dello sviluppo professionale dei fisioterapisti con specifiche
competenze in ambito respiratorio;
• sostenere in campo scientifico e sociale l’educazione e l’igiene respiratoria;
• promuovere la ricerca scientifica nel campo della fisioterapia e della riabilitazione respiratoria.
Art. 4Sono soci le persone e gli enti che verranno ammessi dal Consiglio e che
verseranno la quota di Associazione.
Presidente
Art. 5I soci si dividono in quattro categorie:
a – Soci fondatori,
b – Soci ordinari,
c – Soci sostenitori,
d – Soci onorari.
Sono Soci fondatori coloro che hanno sottoscritto l’atto costitutivo
dell’Associazione e coloro ai quali, pur non avendo sottoscritto l’atto costitutivo, sia attribuita dal Consiglio tale qualifica
Sono Soci ordinari i fisioterapisti accettati dal Consiglio direttivo e che
versano annualmente la quota associativa stabilita.
Sono Soci sostenitori persone fisiche o giuridiche che, intendono sostenere gli scopi che l’Associazione si prefigge
Sono Soci onorari le persone e gli enti ai quali il Direttivo attribuisce tale
qualifica, ritenendole in grado, per qualità, titoli o attività, di dare all’Associazione un contributo di opera o di prestigio.
Vice Presidente
Art. 6L’Associazione trae i mezzi per conseguire i propri scopi dai contributi dei
soci e da ogni altro provento che le affluisca.
Segreteria
c/o Victory Project Congressi
Via C.Poma, 2 - 20129 Milano
Tel.: 02 89053524
Fax: 02 201495
E-mail:[email protected]
Sito:www.arirassociazione.org
Consiglio direttivo
Marta Lazzeri
Andrea Lanza
Segretario
Martina Santambrogio
Tesoriere
Alessia Colombo
Consiglieri
Francesco D’Abrosca
Simone Gambazza
Giuseppe Gaudiello
Mara Paneroni
Giancarlo Piaggi
Emilia Privitera
Art. 9 I soci hanno diritto:
• di partecipare alle assemblee,
• di usufruire del materiale tecnico e didattico dell’Associazione, così come, in via prioritaria, di beneficiare delle iniziative promosse dall’Associazione,
• di essere informati sulle attività in essere e allo studio dell’Associazione,
• di richiedere all’Associazione, nei limiti degli scopi istituzionali della
stessa, collaborazione per la soluzione di problemi concreti,
• di richiedere al Consiglio Direttivo o al Presidente di inserire problemi
di carattere generale all’ordine del giorno della successiva assemblea,
• di richiedere al Presidente, in casi di estrema urgenza ed importanza, la
convocazione di un’assemblea straordinaria per la trattazione di problemi di carattere generale.
Detta richiesta dovrà essere sottoscritta da almeno il 10% dei soci iscritti.
Consiglieri Onorari
Roberto Adone
Andrea Bellone
Italo Brambilla
Giovanni Oliva
Commissione Scientifica
Paolo Banfi
Anna Brivio
Cesare Braggion
Luigi Olper
Luciana Ptacinsky
Elena Repossini
Elisabetta Roma
Antonella Sanniti
Maurizio Sommariva
Sergio Zuffo
ISCRIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE Ora anche online!
Iscrizione all’Associazione ARIR: e 60,00
Iscrizione per i soci AIFI: e 50,00
Iscrizione congiunta ARIR-AIPO: e 80,00
Iscrizione per studenti: e 50,00
Può essere effettuato tramite bonifico bancario o versamento su conto corrente postale a favore di
ARIR, specificando nome e causale
 Banca Prossima
IBAN IT64S0335901600100000121463
Nota bene: L’iscrizione congiunta non consente di usufruire di tutte le prerogative derivate dall’iscrizione all’AIPO; per ulteriori dettagli consultare i siti www.arirassociazione.org o www.aiponet.it
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
9
comunicato del direttivo
Rimini 3 rd International Conference on Respiratory
Physiotherapy “You take my breath away...”
Genova 2013 - Rimini 2016, un coast-to-coast in senso
geografico, un percorso lungo 3 anni durante i quali ARIR
ha lavorato alla realizzazione della 3rd International Conference
on Respiratory Physiotherapy.
Ci eravamo lasciati riflettendo su scenari sanitari che prospettavano all’orizzonte uno spostamento del setting di cura
sempre dall’ospedale al territorio; ci siamo ritrovati nel pieno di una crisi del sistema socio-sanitario, soffocato dalla
necessità inderogabile di trovare strategie capaci di ottimizzare l’efficienza degli interventi diagnostico-terapeutici. Così sostenibilità e nuove tecnologie, applicate alla valutazione, diagnosi, cura, riabilitazione e palliazione, hanno rappresentato il binomio intorno al quale è stato strutturato il programma scientifico del congresso appena conclusosi.
50 i relatori intervenuti per le 64 relazioni, i 3 casi clinici
interattivi e la tavola rotonda relativa alle prospettive di
sostenibilità per la gestione delle malattie respiratorie
croniche. Compliance e aderenza alle terapie, fisioterapia
respiratoria nei percorsi di preparazione e recupero dei
pazienti sottoposti a trapianto cardiaco e polmonare,
esercizio fisico, ricondizionamento allo sforzo, gestione
della ventilazione meccanica invasiva e non-invasiva sono
stati i topic principali ma si sono affrontati anche temi etici
come la palliazione nel fine vita e pratici quali la gestione
dei pazienti affetti da malattie rare. A completare il
programma scientifico, il corso pre-congressuale sull’approccio respiratorio al paziente neuromuscolare e i due
lunch-workshop sulla ventilazione non-invasiva e ossigenoterapia umidificata ad alti flussi proposti e organizzati da
aziende del settore.
Tra gli ospiti del congresso, esponenti di spicco del panorama scientifico internazionale come Dean Hess, direttore
della rivista scientifica Respiratory Care, Ioannis Vogiatzis,
professore associato dell’Università di Atene e segretario
dell’Assemblea sulla Riabilitazione Respiratoria e le Cure
Croniche della European Respiratory Society (ERS), Miguel
Gonçalves, professore dell’Università di Porto ed esperto
di fisioterapia nelle malattie neuromuscolari. Presenti
Pneumologi, Fisioterapisti e Ricercatori che rappresentano l’eccellenza in ambito respiratorio in Italia ed Europa.
A rappresentare il forte legame di collaborazione tra le nostre associazioni, hanno presenziato e contribuito alcuni
rappresentanti dell’Associazione Italiana Fisioterapisti
(AIFI) nelle persone della dott.ssa Paola Ammoniaci, in
rappresentanza di AIFI Emilia Romagna, e del dott. Simone
Cecchetto, membro del Direttivo Nazionale AIFI, che ha
partecipato e guidato insieme al Dr. Francesco D’Abrosca,
alla Dr.ssa Emilia Privitera e alla Dr.ssa Pamela Frigerio la
tavola rotonda dal titolo “Malattie respiratorie croniche,
10
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
quali prospettive di sostenibilità: la parola ai protagonisti”.
Una delle maggiori novità nella struttura del congresso
2016 è stato l’ampio spazio dedicato al confronto con le
aziende del settore, in particolare con gli home care provider,
sempre più fondamentali alleati di noi fisioterapisti nello
sviluppo delle tecnologie e dei servizi per il paziente respiratorio. Nei numerosi stand degli espositori sono state
presentate le più recenti tecnologie disponibili sul mercato oltre ad alcune anteprime a livello nazionale. Molti dei
relatori hanno presentato esperienze e dati sull’utilizzo di
alcuni di questi prodotti, tracciando interessanti scenari
di sostenibilità per il futuro.
Nuova anche la modalità di presentazione dei 46 poster
selezionati. Scambio professionale e convivialità hanno
rappresentato il leitmotiv dell’happy hour scientifico che ha
permesso a colleghi provenienti da diversi paesi del mondo (Italia, Svizzera, Spagna, Portogallo, Norvegia, Cile e
Brasile) di condividere i propri lavori scientifici e casi clinici. Il congresso è stata anche l’occasione per festeggiare,
insieme al Prof. Luigi Santambrogio che ne è coordinatore, la decima edizione del Master in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria dell’Università degli Studi di Milano
(percorso di specializzazione riconosciuto dall’International
Education Recognition System dell’American Association of Respiratory Care) di cui ARIR è partner e anima.
A dire di alcuni osservatori d’eccellenza, quali il Prof. Ambrosino, uno dei padri della pneumologia riabilitativa in
Italia, “un congresso come non se ne vedevano da anni”.
Parole che riempiono d’orgoglio e ripagano delle tante
energie spese. “Dove? Quando? Tra due o tre anni?”. Queste le prime parole che ci siamo scambiati davanti a un
bicchiere di vino nel tardo pomeriggio del 12 marzo, neanche un’ora dopo il termine congresso. L’onda dell’entusiasmo? Sicuramente, ma anche la convinzione che eventi di
questo tipo siano di grande importanza, specialmente per
un movimento in forte crescita come quello della fisioterapia respiratoria in Italia; momenti non solo di aggiornamento ma di condivisione e scambio di esperienze.
Prima di pensare al futuro è doveroso però rendere merito
a chi ha creduto e contribuito alla realizzazione di questo
Congresso appena passato. Un grazie quindi ai relatori,
alle aziende, ai colleghi che hanno partecipato e a tutti
coloro che in ARIR hanno fatto squadra e lavorato dietro
le quinte in questi tre anni. Senza un solido gruppo di lavoro, costanza e tanta passione, non si costruisce né si
realizza un evento di tale portata.
Un arrivederci al... 2018? Chissà!
Il Direttivo ARIR
editoriale
Il Mare d’Inverno
Rimini dal 10 al 12 marzo
Report dal “3rd International Conference on Respiratory Physiotherapy”
Nicolino Ambrosino, MD, Direttore Corsi Post-Laurea dell’ERS
“Ma voi che siete uomini sotto il vento e le vele,
non regalate terre promesse a chi non le mantiene”1
“Teresa ha gli occhi secchi e guarda verso il mare”1. È fin troppo
banale cominciare questo report della Conferenza organizzata a Rimini dall’ARIR, con il sommo poeta che comincia con uno sguardo di disperazione (lo stato della
Pneumologia in Italia) e finisce, togliendo “le manette ai
polsi”, con una flebile nota di speranza. Questa speranza
mi è apparsa chiara alle 4 del pomeriggio dell’ultimo giorno quando di solito nei Congressi la fuga prematura degli
uditori, una volta arraffato il certificato ECM è già avvenuta, non prima però di avere fruito del lunch. E l’ultimo relatore in programma parla a pochi.
Invece, questa volta nessuno (nessuno) ha abbandonato
il posto di combattimento. L’auditorium era pieno a
quell’ora di quel giorno. Merito dei relatori di notorietà
internazionale? Forse. Merito degli argomenti trattati?
Certamente. Ma soprattutto frutto della palpabile voglia
di conoscenza dei partecipanti. Una voglia che mi ha ricordato esattamente quella che riscontro sempre nelle
conferenze nei paesi emergenti dell’Asia e dell’America
Latina e nei corsi di aggiornamento che organizzo per
l’ERS. Il nuovo mondo nascente in confronto col vecchio
mondo in decadenza.
E ascoltando le relazioni e le molte e importanti domande
che suscitavano nell’uditorio non si poteva capire chi era
Fisioterapista, chi era Pneumologo, segno evidente del
progresso che la disciplina della Riabilitazione Respiratoria ha fatto in questi ultimi 25 anni, che (per caso?) coincidono con la nascita e lo sviluppo dell’ARIR. Ma si sa, io
sono favorevole all’abolizione del valore legale del titolo
di studio... Nessuno è perfetto.
Sostengo anche il ritorno ad una visione globale e individuale (o almeno fenotipica) del paziente, a causa delle
multimorbilità e delle restrizioni nelle risorse sanitarie e
quindi anche l’abbandono dell’esasperata subspecializzazione, pur con umana comprensione per i/le titolari dei
molti e più fantasiosi corsi di insegnamento metastatizzati negli ultimi anni. Anche loro tengono famiglia.
Paradossalmente quindi, nel momento forse scientificamente più alto della Riabilitazione Respiratoria in Italia, e
alla luce delle nozioni apprese proprio durante la Conferenza, si deve prendere atto che parlare di Riabilitazione
Respiratoria può essere limitante. Si dovrebbe parlare caso mai di Riabilitazione del Paziente con Problemi Respiratori. È stato quindi opportuno il focus rivolto alle singole tecniche fisioterapiche (l’utilità dell’Interval Training o
le tecniche di disostruzione ad esempio), e nello stesso
tempo al programma terapeutico complessivo (medico,
chirurgico etc.) in cui inserirle, alla luce dei progressi delle conoscenze dei vari fenotipi.
E ancora, non è comune nei Convegni Scientifici, affrontare i temi etici e della palliazione in modo non reticente,
anche al prezzo di qualche sconcerto da parte di qualche
giovane nel venire a sapere che contrariamente all’opinione corrente dei Talk Show e di qualche Onorevole, la Sospensione o il non inizio delle Cure non è Eutanasia (almeno nel mondo delle Invasioni Barbariche che minacciano il nostro civilissimo paese...).
Ma l’aspetto per me più entusiasmante, non essendo andato in discoteca per evidenti motivi anagrafici, sono state le parole scambiate, durante i break alimentari, con
tanti giovani di cui si percepisce l’entusiasmo della teoria
e allo stesso tempo, spesso, la frustrazione della pratica
nelle condizioni professionali della vita reale.
Infine, ma non ultima per me, l’occasione di rivedere molti amici con i quali (non mi fa velo il necessario senso delle proporzioni...), abbiamo contribuito al progresso della
ricerca Riabilitativa nel Mondo, con idee spesso scaturite
a cena. Amici che, come me, stanno consegnando il testimone ad una nuova generazione di Riabilitatori: fisioterapisti o pneumologi, che importanza ha?
Bibliografia
[1] De Andrè F, Bubola M. Rimini. In De Andrè F. Rimini. Dischi Ricordi. 1978.
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
11
lavoro originale
Il fisioterapista respiratorio in Italia, tra specializzazione
e riconoscimento: risultati di un questionario conoscitivo
Carla Simonelli, FT; Tiziana Galli, FT
Unità di Pneumologia e Cardiologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS, Lumezzane (BS)
Antonella Sanniti, FT
Fondazione Teresa Camplani, Cremona
Valentina Fabbri, FT
Ospedale di Faenza, AUSL della Romagna, Ravenna
Introduzione
In Italia, il primo tentativo di specializzazione in ambito
respiratorio da parte di personale sanitario è avvenuto nei
primi anni ‘70, seguendo il modello del Respiratory Therapist
(RT) che già esisteva presso il Royal Brompton Hospital di
Londra. Le competenze dei primi fisioterapisti respiratori
erano incentrate principalmente sulla somministrazione
di ossigenoterapia e sull’esecuzione di tecniche di clearance bronchiale [1]. Negli anni successivi si è assistito a
un’evoluzione del ruolo del fisioterapista (FT), le cui competenze si sono estese all’allenamento allo sforzo [2], alla
medicina d’urgenza [3], alla ventilazione meccanica non
invasiva [4], alle malattie neuromuscolari [5], e all’ambito
pediatrico [6], per citarne alcuni.
Un’ulteriore spinta allo sviluppo della professione è stata
determinata dalle crescenti evidenze scientifiche riguardanti i benefici della riabilitazione respiratoria in numerose patologie [7].
Nel 1989 è stata fondata l’Associazione Riabilitatori
dell’Insufficienza Respiratoria (ARIR), associazione non a
scopo di lucro con sede presso l’ASST Grande Ospedale
Metropolitano Niguarda a Milano, i cui obiettivi sono la
diffusione della pratica della fisioterapia e riabilitazione
respiratoria e la promozione della formazione, dell’aggiornamento e dello sviluppo professionale del FT con specifiche competenze in ambito respiratorio [8].
L’interesse verso la fisioterapia respiratoria è documentato dal numero di pubblicazioni contenenti la parola chiave Respiratory Therapist, che negli anni precedenti al 2000
era intorno ai 100 per anno ed è arrivato a triplicarsi nel
2014. Negli Stati Uniti, i RTs sono fra le professioni sanitarie più in crescita e ci si aspetta, secondo stime ufficiali,
un incremento del 28% nel numero di professionisti dal
2010 al 2020 [9].
Parallelamente alla crescente richiesta di specializzazione, si è verificata una cospicua evoluzione dei percorsi formativi universitari e post-universitari volti a sviluppare le
competenze dei FT nell’ambito respiratorio.
Negli Stati Uniti i percorsi formativi per RTs prevedono il
conseguimento di un associate degree e di un bachelor degree
(paragonabile alla nostra laurea magistrale) in Respiratory
Therapy [9]. In Italia e in molti Paesi europei la figura del
fisioterapista respiratorio non esiste a livello istituzionale, ma questo ruolo viene assunto da FT che abbiano specifiche competenze in ambito cardiorespiratorio, in grado
di fornire assistenza sia in fase acuta sia cronica, di eseguire appositi test di valutazione funzionale clinici e strumentali e di operare avvalendosi di apparecchiature e tecniche specifiche. Nel nostro Paese esistono ora percorsi
specifici di specializzazione post-laurea, come il master di
primo livello in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria.
Uno sforzo internazionale è attualmente in corso al fine di
definire quali siano le competenze specifiche richieste ai
FT respiratori. L’American Association for Respiratory Care ha
cercato di definire le necessità formative e le aree di competenza del RT attraverso una serie di report e conferenze
intitolate 2015 and Beyond [1,10]. In Europa, la European Respiratory Society sta attualmente portando avanti un progetto (HERMES project for Respiratory Therapy) con l’obiettivo di
sviluppare un programma formativo post-laurea comune
per i FT Respiratori europei [11].
Alla luce della continua evoluzione di questo settore sanitario, appare ora più che mai interessante descrivere lo
stato attuale della Riabilitazione Respiratoria italiana.
Scopo del presente lavoro è stato quello di svolgere, mediante un questionario appositamente strutturato, un’indagine fra i FT che hanno partecipato al III Congresso Internazionale di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria,
al fine di identificarne le caratteristiche, le competenze
CORRISPONDENZA
PAROLE CHIAVE
KEYWORDS
Carla Simonelli
[email protected]
Fisioterapista respiratorio, Ruolo, Italia,
Questionario.
Respiratory therapist, Physiotherapist, Italy,
Role, Survey.
12
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
cliniche, le attività di ricerca e di formazione, e descrivere le differenze
esistenti nell’offerta delle diverse
strutture in cui si pratica la riabilitazione respiratoria in Italia.
Metodi
Gli autori hanno stilato una prima
versione del questionario, che è stata successivamente sottoposta a revisione da parte dei membri della redazione della rivista ARIR e da due
Fisioterapisti esperti. Ogni definizione, domanda e sezione è stata modificata al fine di garantire che la versione finale del questionario potesse
accuratamente raccogliere i dati sulle attività praticate in ogni campo
della riabilitazione respiratoria. La
versione finale è stata infine approvata da tutti gli autori.
Il questionario ha incluso domande
in merito ai dati anagrafici del FT
(età, sesso, anni di lavoro totali e in
ambito respiratorio, titolo di studio)
e alle caratteristiche della struttura
lavorativa in cui il FT esercita (tipo di
struttura, attività settimanale).
Inoltre, sono stati indagati:
1. l’organizzazione e le attività svolte
presso la struttura in cui i FT esercitano la professione (tipologia di
pazienti trattati, esistenza di percorsi post-dimissione, setting lavorativo principale, responsabile del
servizio, grado di autonomia e attività cliniche eseguite dal FT);
2. le attività di ricerca e formazione
(tipo di attività formative e di ricerca eseguite, stima delle attività
basate su evidenze scientifiche,
mezzi utilizzati per la formazione,
collaborazione alla scrittura di articoli);
3. la necessità di certificazione e riconoscimento delle competenze
proprie del fisioterapista respiratorio (bonus salariali, motivi d’interesse nella Fisioterapia Respiratoria, proposte per il riconoscimento professionale).
I questionari sono stati distribuiti a
tutti i partecipanti durante il III Congresso dell’ARIR che si è tenuto a Rimini (RN) nel marzo 2016, insieme a
una breve introduzione esplicativa. I
questionari completati sono stati
raccolti prima della conclusione del
congresso al banco dell’accettazione. La ricerca è stata sostenuta economicamente da ARIR. Tutti i dati
sono stati raccolti in forma anonima
e inseriti in un database elettronico
attraverso Office Excel (Microsoft,
Redmond, Washington DC, USA).
Soltanto i questionari compilati da
FT che esercitano in Italia sono stati
considerati per l’analisi. Questionari
compilati da Medici o da Fisioterapisti che esercitano all’estero sono stati esclusi.
Risultati
Sono stati somministrati 197 questionari, pari al numero di partecipanti regolarmente iscritti al congresso e ne sono stati restituiti 139,
con un tasso di risposta pari al 70%.
Due questionari sono stati esclusi
perché compilati da medici e due
perché compilati da FT non operanti
in Italia. I questionari considerati per
l’analisi finale sono stati quindi 135.
Il campione che ha risposto al questionario ha un’età media pari a 40
anni (età minima 22, età massima 60
anni), ed è prevalentemente di sesso
femminile (n = 108). Gli anni di servizio dichiarati sono compresi in un
range tra 1 e 37 anni con una media
di circa 16,6 anni, di cui 10,6 anni
(range da 0 a 30 anni) dedicati in modo specifico all’ambito respiratorio.
76 intervistati hanno affermato di
possedere la laurea triennale in Fisioterapia e 51 il diploma universitario in Fisioterapia.
Sul totale, il 51% (n = 70) degli intervistati sono in possesso di ulteriori
titoli post-laurea: in particolare 49
hanno conseguito il master di primo
livello in Fisioterapia e Riabilitazione
Respiratoria, 18 altri master di primo
livello, 12 la laurea specialistica/magistrale, 2 un master di secondo livello, e un solo partecipante ha conseguito il dottorato di ricerca.
Organizzazione e attività
presso la struttura in cui i
FT esercitano la professione
Il 55% (n = 75) degli intervistati esercita la professione in ospedali pubblici; il 30% (n = 40) in ospedali privati
convenzionati con il Servizio Sanita-
rio Nazionale, il 7% (n = 10) in studi
privati, il 4% (n = 6) in ospedali riabilitativi, mentre quattro lavorano in
residenze socio-assistenziali, tre in
cooperative, due in ospedali privati e
uno in un servizio territoriale (CAD
distretto). Sei FT esercitano la professione in più tipologie di struttura.
I giorni lavorativi settimanali sono 5
su 7 per 70 intervistati (52%) e 6 su 7
per 49 professionisti (36%), in entrambi i casi con presenza soltanto
diurna. La presenza diurna 7 giorni
su 7 è garantita da 13 FT (10%), mentre 2 garantiscono una presenza 7 su
7 anche notturna.
La tipologia di pazienti trattati dai FT
è illustrata nella Figura 1.
Per quanto riguarda il setting in cui
viene svolta l’attività lavorativa, su
133 risposte pervenute, 78 indicavano più di un’opzione. Il 59% (n = 79)
degli intervistati ha indicato di lavorare in reparto, il 37% (n = 50) in palestra, il 27% (n = 36) in ambulatorio,
il 24% (n = 32) in area critica e infine
il 10% (n = 14) al domicilio.
L’autonomia professionale che i FT
intervistati ritengono di avere è riportata in Figura 2.
Il Responsabile del Servizio in cui
lavorano i FT interrogati è per il 37%
(n = 49) dei casi il medico fisiatra;
per il 36% (n = 47) lo specialista in
area cardio-respiratoria; per il 14%
(n = 18) il dirigente di servizio; per il
12% (n = 16) un altro medico specialista, in particolare in pediatria (n =
8), geriatria (n = 3), medicina interna
(n = 2), cardiochirurgia (n = 1), gastroenterologia (n = 1) e medicina
sportiva (n = 1). In tre questionari la
risposta era mancante.
Per il 55% (n = 72) degli intervistati il
paziente con patologia respiratoria
viene seguito esclusivamente dal FT
che si occupa sia degli aspetti respiratori sia delle problematiche motorie, neurologiche ed altro. Il 29% (n =
39) degli intervistati gestisce esclusivamente gli aspetti strettamente legati alla patologia respiratoria e, infine, nel 15% (n = 20) dei casi il paziente è preso in carico da un team
multidisciplinare che comprende il
FT respiratorio, che si occupa degli
aspetti respiratori, e da altri colleghi
con diverse specializzazioni. Anche
in questo caso, tre FT non hanno risposto alla domanda.
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
13
Altro
1; 0,75%
Ambito chirurgico
13; 9,7%
Altre patologie non
incluse quelle respiratorie
2; 1,5%
41; 30,8%
Qualsiasi tipo di patologia
Patologie respiratorie
e neurologiche
33; 24,8%
Patologie respiratorie
e cardiologiche
28; 21,0%
Esclusivamente
patologie respiratorie
29; 21,8%
0
10
20
30
40
50
Figura 1 Risposta alla domanda: “Quali pazienti tratta nella sua pratica quotidiana?”.
I dati espressi indicano il numero di FT che hanno barrato l’opzione indicata e la percentuale
sul totale dei FT che hanno risposto al quesito (n = 133).
Autonomia alta: il FT esegue valutazione
iniziale e finale del paziente, definisce il
programma riabilitativo individuale, collabora
nella scelta di ventilatori e devices.
12,9%
13,10%
60,46%
46,35%
Autonomia parziale: il FT esegue valutazione
iniziale e finale del paziente, definisce il
programma riabilitativo individuale. Il medico
sceglie ventilatori e devices.
Autonomia bassa: il medico definisce
il programma riabillitativo individuale.
Il medico sceglie ventilatori e devices.
Altro: il medico definisce il programma
riabillitativo individuale, il FT sceglie i
devices.
Figura 2 Risposta alla domanda: “Che grado di autonomia decisionale presenta il fisioterapista
Respiratorio all’interno della sua azienda?”. I dati espressi indicano il numero di FT che hanno
barrato l’opzione indicata e la percentuale sul totale di risposte pervenute (n = 131).
Una presa in carico post-dimissione
è presente saltuariamente nel 50%
(n = 66) dei casi, costantemente nel
14% (n = 19) dei casi, mentre non
esiste alcun percorso post-dimissione nel 36% (n = 47) dei casi. Quando
presente, essa comprende la gestione in regime di day-hospital, ambulatoriale o macro-ambulatoriale per
64 intervistati; percorsi di assistenza
e/o monitoraggio domiciliare per 30
intervistati; percorsi strutturati di telemedicina in 5 casi. Tre FT non hanno indicato alcuna risposta.
Le attività specialistiche svolte presso la realtà lavorativa degli intervistati sono illustrate nella Figura 3.
14
Attività di ricerca
e formazione
Secondo le 132 risposte pervenute
(89 rispondenti hanno selezionato
più opzioni), l’attività di formazione
svolta nella propria pratica professionale ha rivelato che l’86% (n = 114)
degli intervistati partecipa a corsi
ECM aziendali di aggiornamento e
formazione professionale con revisione di letteratura; il 51% (n = 68) è
assistente di tirocinio di studenti
universitari; il 48% (n = 63) partecipa
attivamente a congressi scientifici
come relatore o per presentare poster o comunicazioni; il 32% (n = 48)
svolge attività di docenza a corsi
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
ECM e durante altre attività formative; il 21% (n = 28) svolge attività di
docenza in università. Inoltre, 3 professionisti hanno indicato alla voce
“altro” modalità formative quali family learning e relatori di tesi.
Per quanto riguarda le attività di ricerca, solo il 55% (n = 75) dei professionisti ha indicato almeno una delle
opzioni elencate (e tra questi in 41
casi è stata scelta più di una opzione). Fra coloro che hanno risposto, il
68% (n = 51) ha presentato poster in
congressi; il 61% (n = 46) ha partecipato alla parte operativa di studi clinici; il 37% (n = 28) ha collaborato
alla scrittura di protocolli di ricerca e
studi randomizzati controllati (sul
totale, tale dato è pari al 21% dei FT);
l’8% (n = 11) ha partecipato a gruppi
di consenso o stesura di documenti
di indirizzo/linee guida; il 7% (n = 9)
collabora con riviste scientifiche e
alla revisione di articoli. Inoltre,
5 intervistati hanno aggiunto alla voce “altro” attività quali raccolta dati
di struttura e gruppi di miglioramento/lavoro.
In merito invece alla collaborazione
nella stesura e pubblicazione di articoli scientifici, dei 128 intervistati
che hanno risposto (dei quali 19
hanno indicato più opzioni), il 51%
(n = 65) ha dichiarato di non aver
mai collaborato a queste attività; il
34% (n = 44) ha lavorato a studi osservazionali o case report, il 18% (n =
23) ad articoli divulgativi o expert opinion e infine il 15% (n = 19) ha collaborato alla scrittura di studi randomizzati controllati e/o meta-analisi.
133 intervistati hanno indicato i metodi utilizzati per la propria crescita
professionale. Il 94% (n = 125) partecipa a corsi di formazione ECM residenziali e il 90% (n = 120) a convegni. A seguire, il 79% (n = 105) consulta articoli scientifici in inglese, il
60% (n = 80) in italiano; il 64% (n =
85) si confronta con colleghi più
esperti, il 61% (n = 81) consulta libri
e il 38% (n = 51) utilizza una ricerca
generica su motori di ricerca online.
La Figura 4 descrive il giudizio dei rispondenti (n = 123) riguardo alla
percezione che il proprio operato
quotidiano sia supportato da evidenze scientifiche.
105; 78,9%
Auscultazione
Utilizzo scale di misura della dispnea
109; 81,9%
63; 47,3%
Valutazione forza muscoli scheletrici
26; 19,5%
Valutazione deglutizione
68; 51,1%
Valutazione efficacia della tosse
102; 76,6%
Educazione terapeutica
81; 60,9%
Addestramento terapia aerosolica
22; 16,5%
Esecuzione PSG/MCR
20; 15,0%
Esecuzione EGA
59; 44,3%
Valutazione forza muscoli respiratori
58; 43,6%
Esecuzione PFR
42; 31,5%
Allenamento muscoli respiratori
85; 63,9%
Tracheo/broncoaspirazione
70; 52,6%
Gestione cannula tracheostomica
43; 32,3%
Respirazione diaframmatica
96; 72,1%
Esecuzione test da campo
26; 19,5%
Esecuzione test da sforzo
33; 24,8%
Allenamento allo sforzo con NIV
68; 51,1%
Allenamento allo sforzo ad alta intensità
51; 38,3%
Svezzamento da VMI
66; 49,6%
Adattamento NIV
120; 90,2%
Disostruzione bronchiale con tecniche manuali
95; 71,4%
Disostruzione bronchiale con ausili
0
20
40
60
80
100
120
Figura 3 Risposta alla domanda: “Quali di queste attività specialistiche svolge presso la realtà in cui lavora?”.
I dati espressi indicano il numero di intervistati che hanno barrato l’opzione indicata e la percentuale sul totale dei FT che hanno risposto al quesito.
Era possibile fornire più di una risposta. Legenda: PSG = polisonnografia; MCR = monitoraggio cardio-respiratorio; EGA = emogasanalisi; PFR = prove
di funzionalità respiratoria; NIV = ventilazione non invasiva; VMI = ventilazione meccanica invasiva.
Necessità di certificazione
e riconoscimento delle
competenze
La Figura 5 descrive la percentuale di
FT che dichiara di percepire una
maggiorazione di stipendio legata alle proprie competenze in ambito respiratorio.
L’indagine relativa ai motivi di interesse nei confronti della Fisioterapia
Respiratoria ha rivelato che, secondo
le 130 risposte pervenute dove erano
possibili risposte multiple, per il 74%
(n = 96) degli intervistati esso traeva
origine da un interessamento personale, per il 43% (n = 56) dalla richiesta della struttura lavorativa e per il
20% (n = 26) dalla crescita nel tempo
di questa casistica di pazienti.
6; 5%
38; 31%
31; 25%
5; 4%
47; 39%
129; 96%
EBM 20%
EBM 60%
SÌ
EBM 40%
EBM 80%
NO
Figura 4 Opinione dei FT in merito alla percentuale approssimativa del loro operato giornaliero
supportato dalla letteratura scientifica. I dati
espressi indicano il numero di FT che hanno
barrato l’opzione indicata e la percentuale
sul totale di risposte pervenute.
Legenda: EBM = Evidence Based Medicine.
Figura 5 Risposta alla domanda: “Percepisce
una maggiorazione dello stipendio in quanto
fisioterapista respiratorio?”.
I dati espressi indicano il numero di FT
che hanno barrato l’opzione indicata e la
percentuale sul totale delle risposte ottenute.
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
15
Tabella 1 Risposta alla domanda: “In che modo pensa che la figura del fisioterapista respiratorio
possa ottenere una valorizzazione delle proprie competenze?”.
I dati espressi indicano il numero di FT che hanno barrato l’opzione indicata, la % sul totale del
campione indagato e le eventuali indicazioni ulteriori aggiunte alla voce “altro”.
Nr. (%)
Costruzione di percorsi strutturati
di specializzazione post-laurea
25 (18%)
Associazione a società scientifiche
e di categoria
1
Entrambe le precedenti
97 (72%)
Altro
4 (3%)
Non risponde
8 (6%)
Le risposte illustrate in Tabella 1 indicano, infine, il parere dei FT indagati in merito a ciò che potrebbe essere utile per ottenere una valorizzazione delle proprie competenze.
Discussione
La presente indagine descrive in modo dettagliato la realtà lavorativa dei
fisioterapisti respiratori italiani che
hanno partecipato al III Congresso
Internazionale di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria, mostrando
competenze cliniche, scientifiche e
culturali di alto livello. Sono emerse
inoltre diverse peculiarità.
16
Ulteriori dettagli
5 intervistati aggiungono:
> istituire l’albo professionale;
> avviare un percorso di riconoscimento
giuridico;
> divulgare le competenze dei FT
tra la popolazione;
> riorganizzare le lezioni del Corso
di Laurea;
> non avere medici fisiatri come
responsabili.
6 intervistati aggiungono:
> istituire l’albo professionale;
> strutturare equipe multidisciplinari
e in rete;
> possibilità di eseguire tirocini
presso strutture organizzate;
> creazione di gruppi di interesse
specifico;
> rendere consapevoli medici fisiatri
delle competenze dei FT;
> avviare un percorso di riconoscimento
giuridico.
In particolare, aggiungono:
> istituire l’albo professionale;
> ottenere il riconoscimento istituzionale
del titolo;
> inserire corsi direttamente nel Corso
di Laurea triennale.
L’estensione dell’orario lavorativo
Dal sondaggio appare che ancora più
del 50% delle strutture prevede genericamente il FT presente solo dal lunedì al venerdì e nelle ore diurne. Da
molti anni e con sempre maggiore
forza specialisti medici e non cercano di evidenziare la necessità di una
diversa organizzazione delle strutture pubbliche o private che si occupano in regime di ricovero della gestione di pazienti con patologia respiratoria sia in fase acuta sia post acuta.
La richiesta, a più voci, è quella della
presenza del FT respiratorio anche
nei festivi, almeno nelle ore diurne,
meglio se anche in quelle notturne
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
[12]. Confrontando i vari dati, rileviamo che la stessa percentuale lavora
in ospedali pubblici e in reparto
(55% e 59% rispettivamente), mentre
meno del 30% segue aree critiche.
L’interpretazione di questi dati non è
univoca, si potrebbe ipotizzare che la
maggior parte dei FT che hanno un
interesse specifico per l’ambito respiratorio lavorino in reparti ospedalieri (di riabilitazione? pneumologia
o medicine?). Si potrebbe inoltre
supporre che i pazienti vengano seguiti nei fine settimana e nei giorni
festivi dagli infermieri, o che semplicemente si interrompa ogni tipo di
intervento nell’ipotesi che ciò non
abbia alcun tipo di conseguenze, oppure che il FT addestri un caregiver o il
paziente stesso all’autogestione della terapia, almeno in un contesto
non acuto.
La tipologia dei pazienti trattati
Osservando la Figura 1, sommando
la percentuale di FT che svolgono attività respiratoria o cardio-respiratoria e confrontandola con coloro che
si occupano anche di altre patologie,
appare che nel 32% dei casi la gestione del paziente è di tipo non specifico, ma che il 67,6% dei FT segue soltanto le problematiche respiratorie
in pazienti con patologia neurologica, post chirurgici o con patologia
respiratoria. Negli ultimi anni si va
sempre più identificando la necessità di avere dei professionisti specializzati nelle singole discipline [13],
siano esse respiratorie, neurologiche
o ortopediche, e questo dovrebbe
presupporre una diversificazione nella tipologia di pazienti seguiti. Questo sondaggio mostra una realtà almeno in parte in evoluzione positiva.
Tra il 2004 e 2005 ARIR propose un
sondaggio aperto a tutte le strutture
riabilitative e ai FT che erano intenzionati a rispondere, indipendentemente dall’interesse specifico. In esso si evinceva che la percentuale di
FT con preparazione specifica in ambito respiratorio era irrisoria [13].
Oggi, in molte realtà, esistono FT
con specifiche competenze respiratorie, e sempre più istituzioni cercano questo tipo di professionisti. Non
è possibile confrontare le percentua-
li di questo sondaggio con quello di
ARIR del 2004 per l’eccessiva diversità del campione, ma sarà interessante in futuro approfondire le informazioni ottenute.
Le basi culturali e la partecipazione
all’attività scientifica
Osservando il titolo di studio dichiarato dagli intervistati, si nota che il
57,8% dei FT intervistati possiede riconoscimenti post laurea triennale
(dato ottenuto dalla somma dei FT
che hanno conseguito la laurea specialistica o un qualunque master). In
un’indagine svolta da Fabbri nel
2014, attraverso un questionario inviato via e-mail a tutti gli iscritti alla
mailing list di Arir, tale percentuale era
pari al 40,7% degli intervistati [14].
Sebbene le due indagini siano state
condotte su campioni diversi della
popolazione di FT, ciò potrebbe comunque riflettere un incremento della percentuale di FT che hanno conseguito titoli post-laurea. Sembra
anche che la figura del FT in generale
e di quello respiratorio in particolare
stiano lentamente acquisendo maggiore autonomia e responsabilità,
come affermato dal 60,6% che, come
mostrato dalla Figura 2, ha dichiarato di avere più competenze anche
formali. Ci sembra un’immagine promettente e in evoluzione, per quanto
il confronto con molte realtà europee sia ancora frustrante. Nel 2004,
Lazzeri e coll parlavano di “un processo
evolutivo costante, generato da una sorta di
fermento scientifico e culturale” [15], e della necessità di definire nuovi percorsi formativi sia in ambito universitario che post laurea; oggi vediamo l’evoluzione avvenuta con percorsi universitari meglio organizzati, e con riconoscimenti post laurea sia di primo sia di secondo livello. Ora che
formalmente ci sono state molte
modifiche positive, spetta ai professionisti e alle organizzazioni e strutture sanitarie cambiare e rinnovarsi.
Per quanto riguarda l’attività scientifica, sembra essere svolta da una
percentuale comunque bassa di FT,
poiché solo il 55% ha risposto alla
domanda in merito alle attività di ricerca svolte e il 51% ha affermato di
non aver mai partecipato alla stesura
di un articolo scientifico. Tuttavia, fra
coloro che si occupano di ricerca, sono comunque discrete le percentuali
di FT che partecipano operativamente alla realizzazione di studi clinici
(più del 60%), e che hanno collaborato alla scrittura e pubblicazione di
studi randomizzati controllati e metanalisi (fra il 15 ed il 21%).
La tipologia di attività svolte
Il panorama è molto eterogeneo. Solo una percentuale compresa tra il
24,8 e il 49,6% si occupa in qualche
modo di ventilazione invasiva e/o
non invasiva, includendo lo svezzamento da ventilazione invasiva, l’adattamento alla ventilazione non invasiva e l’utilizzo durante l’esercizio
fisico; parallelamente si evidenzia un
percorso ancora lungo da fare se si
considera che il 30% dei colleghi propone ancora oggi ai propri pazienti la
respirazione diaframmatica, pur con
l’inconsistenza del razionale ormai
largamente dimostrata [16,18]. Inoltre, il 30% degli intervistati ritiene
che oltre metà dell’attività svolta
quotidianamente non sia basata su
evidenze scientifiche. È tuttavia da
sottolineare che più del 70% consulta letteratura scientifica in inglese.
Il contesto organizzativo
Dal punto di vista amministrativo sono emerse mancanze nel riconoscimento formale della professione,
probabilmente poiché la figura del
fisioterapista respiratorio non ha alcun riconoscimento giuridico e non
sono attualmente richiesti titoli di
studio specifici per lavorare in ambito respiratorio, nonostante vengano
richieste competenze specifiche. Meno di un terzo dei FT intervistati ha
conseguito il master in Fisioterapia e
Riabilitazione Respiratoria dopo la
laurea di primo livello, dato che è in
linea con l’indagine svolta da Fabbri
[14]. Pochissimi FT hanno uno stipendio diverso in quanto professionisti specializzati. Il 49% del campione lavora in reparti gestiti da fisiatri
o comunque da medici non specialisti del settore cardio-respiratorio,
mentre in minoranza sono i FT dirigenti di servizio o di area. Un’esigua
minoranza del campione lavora nei
festivi, e non è comunque possibile
stabilire se ciò sia dovuto a scelte
amministrative non collegate alla tipologia di pazienti trattati, oppure se
sia proprio per dare continuità al
processo di recupero o di mantenimento della condizione conquistata.
I percorsi post-dimissione
Solo il 14% dei pazienti ha accesso
ad un percorso post-dimissione
strutturato al domicilio, in day-hospital o in telemedicina, nonostante
la letteratura abbia ormai specificato
in modo risoluto la necessità di proseguire il percorso e di seguire l’evoluzione fino a modifiche sostanziali
dello stile di vita nel caso di patologie respiratorie croniche, sia di tipo
ostruttivo sia restrittivo [17,18]. Sebbene circa l’80% degli intervistati si
occupi anche di dare dei supporti
educazionali, l’impressione è che
manchi un’organizzazione di dimissione protetta nella maggior parte
dei casi o che non sia considerato
fondamentale un follow-up.
Limitazioni dello studio
Il sondaggio proposto evidenzia dei
limiti legati alla validità di costrutto
ed esterna dello studio, poiché ha visto come protagonisti un gruppo di
FT che partecipavano in modo autonomo e per interesse personale ad
un congresso sulla riabilitazione e fisioterapia respiratoria. Il campione
quindi risulta peculiare, e non rappresentativo di tutta la classe dei FT
italiani.
Conclusioni
Il panorama della fisioterapia sembra vada verso una continua specializzazione dei ruoli e delle competenze, con un’evoluzione che appare
spinta dagli stessi fisioterapisti più
che voluta dalle istituzioni. Sono
sempre di più i fisioterapisti che cercano di approfondire le proprie conoscenze di base con percorsi postlaurea e che mostrano autonomia e
competenza nella gestione di situazioni anche complesse. Questo sondaggio ci permette di favorire delle
riflessioni sul percorso fatto e soprattutto su quello ancora da fare.
La legge 251 del 2000 e quelle seguite nel 2004 hanno dato al fisioterapi-
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
17
sta maggiore autonomia, ma anche
maggiori responsabilità; i percorsi
universitari appaiono oggi rispondere meglio alle richieste formative e
quelli post-universitari sono finalmente una realtà. Tuttavia, la percentuale di professionisti con riconoscimenti specifici è ancora troppo bassa e in ogni ambito sarebbe auspicabile aumentarla.
Tutto questo si scontra con scelte
amministrative e organizzative che
mostrano ancora un certo ritardo
nell’adeguarsi alle nuove realtà, in
un contesto formale che non riconosce ancora la specializzazione del fisioterapista non solo respiratorio,
ma anche neuromotorio.
Sarebbe molto interessante, in un
prossimo futuro, che le informazioni
fornite in questo sondaggio potessero avere un riscontro in un campione
più ampio, ripetendolo negli istituti
di riabilitazione e negli ospedali per
acuti. La figura del fisioterapista respiratorio sembra essere sempre più
ricercata, ma ancora non ci sono
conseguenze reali nelle scelte delle
amministrazioni o degli organi che
hanno la facoltà di apportare sostanziali modifiche legali e formali. Per
quanto concerne i professionisti rileviamo ancora, come in passato, un
crescente entusiasmo verso questa
realtà, pur con i limiti e gli ostacoli
tuttora presenti.
18
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expert opinion
Riassunti delle presentazioni congressuali
(congresso ARIR)
Dean Hess, RT, Direttore della Rivista Americana “Respiratory Care”
Massachusetts General Hospital, Harvard University
Airway clearance techniques in chronic
obstructive pulmonary disease (COPD)
A number of therapies are now available to facilitate airway clearance. These include techniques such as cough, forced expiratory technique (FET), active cycle of breathing, autogenic drainage, postural
drainage with or without percussion and vibration, exercise; devices
such as positive expiratory pressure (PEP), oscillating PEP, intrapulmonary percussive ventilation (IPV); and drugs such as bronchodilators, mucokinetics, and mucolytics. Unfortunately, studies that provide solid evidence of the effectiveness of airway clearance techniques in
patients with COPD are scarce. Available evidence indicates that active cycle of breathing, autogenic drainage, and forced expiratory
technique can be effective. The evidence supporting traditional postural drainage and percussion is low. Physical exercise can be used for
the purpose of airway clearance, and further investigations of its effectiveness as an ACT are warranted. Clinical practice guidelines
from the American Association for Respiratory Care recommend that
ACT should not be used routinely in patients with COPD. ACT may
be considered in patients with COPD with symptomatic secretion retention, guided by patient preference, toleration, and effectiveness of
therapy. ACT is not recommended if the patient is able to mobilize
secretions with cough, but instruction in effective cough is useful.
High-level evidence is lacking related to the use of bronchodilators,
mucolytics, or mucokinetics to promote airway clearance in patients
with COPD. There are COPD phenotypes that might benefit from
ACT – these are patients with a large volume of secretions that they
have difficulty clearing. To identify such patients, the following questions can be asked. Is there a pathophysiologic rational for use of the
therapy? What is the potential for harm? What is the cost of therapy?
What are the patient’s preferences? An N-of-1 trial can be performed
to identify an ACT that benefits an individual patient. Given the
available evidence, ACT for the patient with COPD should be re-
served for those with difficulty clearing secretions, and who demonstrate an objective improvement with ACT.
Take-home points:
1. Many ACT are available.
2. The most important ACT is an effective cough.
3. ACT is not needed routinely for patients with COPD, but some
patients do benefit.
4. An N-of-1 trial can be used to identify the best ACT for an individual patient.
Tecniche di clearance delle vie aeree
nella broncopneumopatia cronica
ostruttiva (BPCO)
Per facilitare la disostruzione delle vie aeree sono attualmente disponibili diverse tecniche di clearance (ACT).
Queste includono la tosse, la tecnica dell’espirazione forzata (FET), il ciclo attivo delle tecniche respiratorie, il drenaggio autogeno, il drenaggio posturale con o senza percussione e vibrazione, l’esercizio; esistono poi dispositivi
a pressione positiva espiratoria (PEP), la PEP oscillatoria,
la ventilazione percussiva intrapolmonare (IPV) e farmaci
come broncodilatatori, mucocinetici e mucolitici. Purtroppo sono pochi gli studi che forniscono una solida prova
d’efficacia su quale tecnica di clearance utilizzare nei pazienti con BPCO. Le evidenze disponibili indicano che il
ciclo attivo delle tecniche respiratorie, il drenaggio autogeno, e la tecnica di espirazione forzata possono essere
efficaci. L’evidenza a supporto del tradizionale drenaggio
posturale e delle percussioni è invece bassa. Anche l’esercizio fisico può essere utilizzato allo scopo di promuovere
la clearance delle vie aeree ma sono necessarie ulteriori
ricerche, sulla sua efficacia come tecnica di disostruzione.
CORRISPONDENZA
[email protected]
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
19
Le linee guida dell’American Association for Respiratory Care (AARC)
non raccomandano sempre l’utilizzo
delle ACT nei pazienti con BPCO. Le
ACT possono essere considerate nei
pazienti con BPCO con sintomi da ristagno delle secrezioni e la scelta
della tecnica è guidata dalle preferenze del paziente, dalla tollerabilità,
e dall’efficacia della stessa. Le ACT
non sono raccomandate qualora il
paziente sia in grado di mobilizzare
le secrezioni con la tosse, ma è utile
fornire indicazioni su quest’ultima
per garantirne l’efficacia. È altresì assente un livello alto di evidenza rispetto all’utilizzo di broncodilatatori,
mucolitici o mucocinetici, per promuovere la clearance delle vie aeree
in pazienti con BPCO.
Esistono fenotipi di pazienti BPCO
che potrebbero trarre beneficio dalle
ACT (e.g. pazienti con un grande
quantitativo di secrezioni che non riescono a mobilizzare) e per riconoscerli ci si potrebbe chiedere se esista un razionale fisiopatologico per
l'utilizzo di una determinata tecnica,
quale sia il danno potenziale, quale
il carico della terapia e quali siano le
preferenze del paziente.
Si potrebbe progettare uno studio su
un singolo partecipante (N-of-1 trial)
per individuare una tecnica che sia di
beneficio a un particolare paziente;
ma sulla base delle evidenze disponibili, le ACT per pazienti BPCO dovrebbero essere destinate ai pazienti
con difficoltà a mobilizzare le secrezioni e che dimostrino un miglioramento oggettivo con l’utilizzo delle
ACT.
Concetti chiave:
1. Sono disponibili diverse tecniche
di clearance.
2. La tecnica più importante è la tosse (se efficace).
3. Non è necessario l’utilizzo routinario delle ACT nei pazienti BPCO,
ma alcuni pazienti ne possono
trarre beneficio.
4. P uò essere utilizzato un N-of-1
trial per individuare la migliore
ACT per uno specifico paziente.
20
New modalities for
noninvasive ventilation
(NIV)
The newest noninvasive respiratory support
therapy is high flow nasal cannula (HFNC).
The use of HFNC with flows or 40 to 60 L/
min minimizes room air dilution, which allows precise delivery of high oxygen concentrations. HFNC also flushes upper airway
dead space, which may reduce minute ventilation requirement; provides small CPAP,
which increases lung volume; and reduced
inspiratory resistance, which reduces the inspiratory work of breathing. Ventilators for
NIV can be classified as bilevel ventilators,
intermediate ventilators, and critical care
ventilators. Some of these use single limb
circuits, whereas others (e.g., critical care
ventilators) use dual limb circuits. Regardless of the ventilator type, leak compensation
is most important during NIV. Poor leak
compensation can lead to patient-ventilator
asynchrony. Recent evidence suggests that
some critical care ventilators, but not all, are
capable of good leak compensation. Average
volume assured pressure support (AVAPS)
is a mode available on some bilevel ventilators. It is an adaptive pressure mode that
changes inspiratory pressure to maintain a
target tidal volume, thus finding the lowest
pressure to maintain the delivered tidal volume. A limitation of this mode is that it
transfers work to the patient, which might
limit respiratory muscle unloading. Neurally adjusted ventilatory assistance (NAVA)
uses a special nasogastric tube that assesses
the electrical activity of the diaphragm and
adjusts support accordingly. NAVA should
improve patient-ventilator interaction by being affected less by leaks, and addressing
triggering issues in the setting of autoPEEP. However, it uses an invasive catheter,
the catheter must be precisely placed, and
there is additional cost for the catheter. Proportional assist ventilation (PAV) is a physiologically sound mode based on the equation
of motion. Like NAVA, PAV is a positive
feedback mode, meaning that the amount of
support is determined by the patient’s respiratory drive. Some, but not all, studies
have reported better patient-ventilator synchrony with PAV. Experience with NAVA
and PAV is limited because the modes are
available on a limited number of ventilators.
Patients with COPD receiving NIV benefit
from inhaled bronchodilators. Available evi-
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
dence supports that aerosolized bronchodilators can be delivered effectively during NIV
using either nebulizer or inhaler with spacer.
Take-home points:
1. Evolving evidence supports use of HFNC.
2. Leak compensation has improved in ventilators for NIV.
3. The role of AVAPS, NAVA, and PAV
during NIV is to be determined.
4. Aerosols can be delivered effectively with
NIV.
Nuove modalità per la
ventilazione non invasiva
(NIV)
La più recente terapia di supporto
respiratorio non invasiva impiega le
cannule nasali ad alto flusso (HFNC).
L’utilizzo della HFNC con flussi da 40
a 60 L/min minimizza la diluizione
dell’aria ambiente e ciò permette la
somministrazione di alte e precise
concentrazioni di ossigeno. L’HFNC
inoltre determina il lavaggio dello
spazio morto delle vie aeree superiori con una possibile riduzione della
ventilazione-minuto, fornisce una
piccola CPAP che aumenta il volume
polmonare e riduce infine la resistenza inspiratoria, diminuendo il lavoro respiratorio inspiratorio. I ventilatori polmonari per la NIV possono
essere classificati in ventilatori a due
livelli di pressione (bilevel), ventilatori intermedi e ventilatori da terapia
intensiva. Alcuni di questi utilizzano
circuiti semplici con un tubo mentre
altri (e.g. ventilatori da terapia intensiva) utilizzano circuiti a doppio tubo. A prescindere dal tipo di ventilatore, il compenso delle perdite è importantissimo durante la NIV. Uno
scarso compenso delle perdite può
portare a un asincronismo pazienteventilatore. Recenti evidenze suggeriscono che alcuni ventilatori da terapia intensiva hanno un buon livello di compensazione delle perdite.
In alcuni ventilatori bilevel è disponibile la modalità di ventilazione a
volume medio garantito in pressione
di supporto (AVAPS), che è una modalità di ventilazione con adattamento pressorio in cui la pressione
di supporto inspiratoria si modifica
per mantenere un determinato volu-
me corrente, impiegando così il minor livello di pressione per mantenere il volume corrente stabilito. Tuttavia, trasferendo il lavoro al paziente,
potrebbe essere ridotto lo scarico
dei muscoli respiratori, rappresentando dunque un limite di tale modalità. L’assistenza ventilatoria regolata a livello neurale (NAVA) utilizza
un particolare sondino naso-gastrico
che registra l’attività elettrica del
diaframma, adattando di conseguenza il supporto. La modalità NAVA dovrebbe migliorare l’interazione paziente-ventilatore a causa delle minori perdite aeree e grazie alla risoluzione dei problemi di trigger, qualora
impostata in auto-PEEP. La NAVA
utilizza un catetere invasivo che deve
essere posizionato con precisione, e
ha quindi costi aggiuntivi. La ventilazione assistita proporzionale (PAV) è
una modalità di ventilazione che dà
l’idea di essere più fisiologica, ed è
basata sull’equazione di moto del sistema respiratorio. Come la NAVA, la
PAV rappresenta una modalità a
feedback positivo, nel senso che la
quantità del supporto è determinata
dal drive respiratorio del paziente.
Alcuni studi descrivono un migliore
sincronismo paziente-ventilatore
con la PAV. L’esperienza con la NAVA
e la PAV è limitata poiché tali modalità sono disponibili su un ridotto
numero di ventilatori.
I pazienti con BPCO sottoposti a NIV
traggono beneficio dai broncodilatatori per via inalatoria. Le evidenze
disponibili supportano l’efficacia
della somministrazione di broncodilatatori per via aerosolica durante la
NIV, utilizzando il nebulizzatore oppure la camera spaziatrice.
Concetti chiave:
1. Nuove evidenze supportano l’utilizzo di HFNC.
2. Il compenso delle perdite è migliorato nei ventilatori per NIV.
3. Il ruolo delle modalità AVAPS, NAVA, e PAV deve essere ad oggi ancora determinato.
4. Gli aerosol possono essere somministrati in maniera efficace durante la NIV.
We love air heated
and humidified
In the lung parenchyma, gas is fully saturated with water vapor, 44 mg/L at 37° C.
The water and heat losses from the respiratory tract each day are 250 mL and 726 kJ,
respectively. Breathing cool dry gas contributes to drying of secretions, decreased compliance, atelectasis, and hypoxemia. The
nebulizer, by delivering aerosolized water or
saline, can humidify the inspired gas, but
this causes airway irritation and can lead to
contamination of the lower airway. A humidifier delivers water vapor rather than an
aerosol Active humidifiers heat the water
bath so that gas is delivered to the patient
fully humidified at body temperature if set
correctly. Humidifiers for low flow oxygen
cannula are unheated and inefficient. Active
humidifiers used with high flow nasal cannula are very efficient and some to the therapeutic benefit of this therapy might relate to
effective humidification of inspired gas. A
passive humidifier traps heat and humidity
in the expired gas, and delivers that back to
the patient on the subsequent inspiration.
Passive humidifiers are sometimes called
heat and moisture exchangers or artificial
noses. Generally, passive humidifiers are
less efficient than active humidifiers. Of concern is the additional dead space that the
passive humidifier adds to the airway, which
increases the minute ventilation requirement. In patients with an artificial airway,
either endotracheal tube or trachestomy
tube, it is important that the inspired gas is
adequately humidified; this is important
during either mechanical ventilation or
spontaneous breathing.
Take-home points:
1. Careful attention to humidity is necessary with high flow nasal cannula, noninvasive ventilation, invasive ventilation,
and tracheostomy.
2. Complications such as mucus plugging
occur with inadequate humidification.
3. Active humidification is more effective
than passive humidification.
Amiamo l’aria riscaldata
e umidificata
Nel parenchima polmonare i gas sono completamente saturi di vapore
acqueo (44 mg/L a 37°C). La perdita
di acqua e calore dal tratto respiratorio è rispettivamente di 250 ml e 726
KJ ogni giorno. Respirare gas freddi e
secchi contribuisce a disidratare le
secrezioni, a ridurre la compliance, a
favorire le atelettasie e l’ipossiemia.
La nebulizzazione mediante aerosol
di acqua o soluzione fisiologica può
umidificare i gas inspirati, ma può
causare l’irritazione delle vie aeree e
contaminare le vie aeree inferiori. Gli
umidificatori somministrano invece
vapore acqueo piuttosto che aerosol.
Gli umidificatori attivi riscaldano
l’acqua e, se il settaggio è corretto, il
gas è somministrato umidificato al
paziente completamente a temperatura corporea.
Gli umidificatori per cannule d’ossigeno a basso flusso non sono riscaldati e sono inefficienti. Gli umidificatori attivi utilizzati per le cannule nasali ad alto flusso sono molto efficienti e alcuni dei benefici di questo
trattamento possono essere attribuiti all’umificazione dei gas inspirati.
Gli umidificatori passivi intrappolano calore e umidità nel gas espirato
e lo restituiscono al paziente all’inspirazione successiva. Questi ultimi
sono talvolta denominati scambiatori di calore e umidità o nasi artificiali. Generalmente gli umidificatori
passivi sono meno efficienti di quelli
attivi. Fondamentale è lo spazio
morto addizionale che l’umidificatore passivo aggiunge alle vie aeree e
che aumenta la necessità di ventilazione minuto. Nei pazienti con una
via aerea artificiale, che sia un tubo
endotracheale o una cannula tracheostomica, è importante che il gas inspirato sia adeguatamente umidificato; ciò è importante sia durante la
ventilazione meccanica sia durante il
respiro spontaneo.
Concetti chiave:
1. È necessario porre attenzione
all’umidificazione durante il trattamento con le cannule nasali ad alto flusso, la ventilazione invasiva e
non-invasiva, e in presenza di tracheostomia.
2. Un’inadeguata umidificazione determina complicanze come la formazione di tappi di muco.
3. L’umidificazione attiva è più efficace di quella passiva.
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
21
poster
ARIR 3 rd International Conference
on Respiratory Physiotherapy
Rimini, 10-12 marzo 2016
Di seguito riportiamo gli abstract dei 2 poster vincitori e, a seguire, quelli che hanno ottenuto un punteggio
maggiore di 5 alla valutazione di un panel di esperti dedicato (rating 1-10).
La sequenza di esposizione è in ordine alfabetico, non di risultato alla valutazione.
POSTER VINCITORE “PREMIO A VALENZA SCIENTIFICA”
S. Becchiati
Università degli Studi di Milano, CdL Fisioterapia; Fondazione IRCCS
Cà Granda Ospedale
S. Gambazza, R. Guarise, A. Brivio, F. Carta, C. Colombo
Maggiore Policlinico, Centro di Riferimento Regionale per la Fibrosi Cistica
(CRRFC)
Background: Although some studies already showed the efficacy
of positive expiratory pressure (PEP) as airway clearance technique
[1], yet it is not clearly understood what is the impact of this technique on pulmonary ventilation inhomogeneity (VI), a typical feature
of patients with Cystic Fibrosis (CF). In this context, measures of VI
– derived from multiple-breath washout (MBW) – have grown in
prominence as an alternative to conventional spirometry due to
their sensitivity, shown by a number of cross-sectional and longitudinal studies, to early changes in peripheral airways [2].
Aim: To investigate how PEP-Mask affects ventilation inhomogeneity in clinically stable patients with mild to moderate CF, by the
change in Sacin, LCI2.5 and Scond indeces derived from nitrogen
multiple-breath washout test (N2-MBW).
Methods: A cross-over randomized controlled trial was run at the
CF Centre of Milan. Patients were enrolled at the end of an intravenous antibiotic. After performing spirometry before being discharged, as per clinical practice, and after checking the inclusion
criteria, they were asked to withheld their usual bronchodilator
therapy. Patients underwent the study procedure, consisting in four
N2-MBW, one before and one after the intervention with PEP-Mask,
either standard or sham, during two subsequent mornings (Figure
1). The order of application was randomly assigned. The standard
intervention with PEP-Mask was performed according to the protocol used at the CF Centre [3], that is 1 min of breaths with a slightly active expiration through the mask, repeated for 10 times, in a
forward lean position with elbows rested on a table; the expiratory
resistor had an internal diameter such as to ensure a pressure
range, controlled by a manometer, between 10 and 20 cmH20.
Between repetitions (30 sec) 3 huffs through standard mouthpiece
22
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
tubing were performed (forced expiration from TLC to FRC) together with and one cough. The sham intervention was performed in
the same way, caring to use an expiratory resistor with an internal
diameter such as to ensure less than 10 cmH20 pressure. Wet
sputum was collected at the end of every procedure as secondary
outcome measure while SpO2 was registered throughout the procedure as security measure. Physiotherapists (PTs) performing nitrogen multiple-breath washout test were blinded to treatment allocation as well as PTs performing standard or sham PEP were
blinded to LCI results. Patients were considered blinded to the purpose of the study. Sample size has been set at 30 patients in order
to give estimate of treatment variance and determine a larger sample size based on feasibility criteria as well.
Results: Since the study is still ongoing, treatment arms are blinded, and A and B just describe the two interventions performed.
Data are displayed as mean (standard deviation) (Table 1). Sacin
reached an average value of 0.22 (0.04) units/litre (pre) and 0.23
(0.04) units/litre (post) in treatment A, while it gave 0.21 (0.01)
units/litre (pre) and 0.23 (0.03) units/litre (post) in treatment B.
Scond remained unchanged before and after the intervention in both
treatment arms [0.10 (0.02) units/litre in treatment A and 0.10
(0.03) units/litre in treatment B]. Mean LCI2.5 was 18.04 (3.73)
(pre) and 17.95 (4.14) (post) in treatment A, differently than 17.61
(3.86) (pre) and 17.35 (3.72) (post) in treatment B. Sputum volume
throughout the procedure reached a mean weight of 5.53 (4.07) g
(treatment A) and 3.70 (2.99) g (treatment B).
Conclusions: Although it is not possible to draw any conclusion on
the efficacy of PEP-Mask therapy on distribution of ventilation in
small airways (Sacin), this primary outcome appears to be enough
Day 1
Randomization
Short-term effect of positive expiratory
pressure on ventilation inhomogeneity
in patients with Cystic Fibrosis
N2-MBW
A
Day 2
N2-MBW
N2-MBW
B
N2-MBW
Time
N2-MBW
B
N2-MBW
N2-MBW
Figure 1 Temporal sequence of the procedure.
A
N2-MBW
Table 1 N2-MBW data.
N2-MBW (before PEP-Mask)
LCI2.5
Scond,
units/litre
N2-MBW (after PEP-Mask)
Sacin,
units/litre
LCI2.5
Scond,
units/litre
Sacin,
units/litre
Wet sputum
weight, g
Intervention A
18.04 ± 3.73 0.10 ± 0.02
0.22 ± 0.04 17.95 ± 4.14 0.10 ± 0.02
0.23 ± 0.04
5.53 ± 4.07
Intervention B
17.61 ± 3.86 0.10 ± 0.03
0.21 ± 0.01 17.35 ± 3.72 0.10 ± 0.03
0.23 ± 0.03
3.70 ± 2.99
sensitive to detect differences in the distribution of ventilation in patients with CF, compared to FEV1 alone. Despite minimal clinical important difference for N2-MBW indices was not yet established,
these preliminary data provide an insight into good practice for respiratory physiotherapists. Concluding the ongoing study becomes
essential to prove PEP-MASK efficacy on small airways and to probe
the N2-MBW need in routine clinical setting. Furthermore, efforts for
inclusion and standardization of these indices might help interventional studies research and improve CF early lung management.
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POSTER VINCITORE “PREMIO A VALENZA ORGANIZZATIVA”
Hospital-community integration in als
Respiratory Care: the home need.
A telematics multicenter survey
B. Garabelli, A. Lizio, E. De Mattia, M. Iatomasi, F. Rao, C. Lunetta,
V. Sansone
NeMo Clinical Centre, Fondazione Serena Onlus, Niguarda Hospital, Milan
S. Cattaneo, M. Messina
Rehabilitation Department of S.Antonio Abate Hospital, ASST Valle Olona,
Gallarate
e-mail: Barbara Garabelli, [email protected]
Background: ALS is a rare, neurodegenerative fatal disease. Hub
and Spoke Centres in Italy provide multidisciplinary care pathways
specifically calibrated to ALS. Protected discharges and admissions guarantee care continuity, but home care is improvable, especially for the respiratory management.
Aim: To investigate the need of Respiratory Care (RC) for ALS patients with Non Invasive (NIV) or Invasive Ventilation (IMV) and
cough-machine at home, including a patient-caregiver subjective
assessment of available services.
Method: Prior to consent, an on-line survey was distributed to ALS
patients without cognitive impairment attending two multidisciplinary centres: Nemo in Milan (tertiary centre), and S.Antonio Abate
Hospital in Gallarate (secondary centre). We enrolled 103 patients
(53% Nemo, 47% Gallarate) between June 2014 and December
2015. 91% were from Lombardy, 9% from other regions. Descriptive analysis and correlations between categories were obtained.
Results: 80% patients used mechanical ventilation, 62% NIV, 38%
IMV. 92% required one or more caregivers to manage ventilation.
85% had a cough-machine at home. 87% needed one caregiver or
more for the management of the machine, 17% had constant trouble with secretion clearance while in 33% this was challenging
only during respiratory infections. Only 42% patients thought their
family doctors knew about the disease adequately, 37% received
no home care. None had home respiratory care assistance (a Pulmonologist and/or a Respiratory Therapist (RT) integrated in the
home multidisciplinary team). Only 46% patients never had Complicated Respiratory Infections (CRI) requiring antibiotics, 54% at
least one, 35% several. We sought for some correlations between
CRI and cough machine or mechanical ventilation use. Patients using cough-machines > 30 minutes/day and patients on ventilation
for > 16 hours/day were those having a higher incidence of CRI
(p < 0,05 and p < 0,0001 respectively) (Figure 1).
Ventilator-dependent patients > 16h had a higher incidence of
Emergency Call (EC) (p < 0,0001). Patients who had at least one
CRI had 13 times the relative risk to resort to EC compared to stable patients with no CRI (p < 0,0001) (Figure 2). Trying to counteract infection onset we could reduce risk of EC of 52%. This result
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
23
Figure 1 CRI trend in relation to cough machine and NIV use.
Figure 2 Emergency calls in relation to NIV use and CRI.
Useless
Maybe
Probably Yes
Absolutely Yes
Figure 3 Patients’ opinion on CRI prevention with a RT home
interventions.
also applies excluding IMV patients, considering the influence of
tracheostomy on infection onset. Once NIV patients have had at
least one CRI, the risk of EC becomes 5 times (p < 0,05). Counteracting infection onset we could reduce EC of 29% in NIV patients.
76% caregivers would like a better systematic specialist interaction to manage home RC. 84% would appreciate RT home visits,
24
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
89% felt they would have prevented CRI if a RT had been in their
homes (Figure 3).
Conclusions: At present interviewed ALS patients’ caregivers manage
home respiratory assistance almost alone. Adequate RC in ALS patients’ home is lacking and should be improved, especially for patients
in IMV, NIV > 16 hours/day and for cough-machine strong users.
Role of respiratory therapist in an adult
bronchiectasis clinic
Respiratory effects of specific lumbopelvic cylinder muscle training in obese men
S. Annoni, S.C. Zucchetti, E. Simonetta, A. Stainer, F. D’Arcangelo,
E. Oggionni, P. Faverio, A. Pesci, S. Aliberti
Scuola di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano Bicocca
Clinica Pneumologica, AO San Gerardo, Monza
e-mail: [email protected]
E. Bezzoli, L. Pianta, A. Salvadori, M. Mascheroni, L. Piccinno,
P. Capodaglio
Istituto Auxologico Italiano, Piancavallo (VB) Italy
D. Andreott
Physiotherapy, SMARTERehab, Gordola, Switzerland
L. Puricelli
Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italy
e-mail: [email protected]
Background: Bronchiectasis causes chronic cough, sputum production and recurrent respiratory infections [1]. Although airway
clearance techniques seem to be effective in removing secretions
and improving patients’ symptoms [2,3], evidence is scarce.
Aim: To evaluate the impact of respiratory therapy on quality of life,
cough and exacerbation frequency in adult patients with bronchiectasis.
Methods and Materials: This was an observational, prospective
study enrolling adult outpatients with non-CF bronchiectasis referring to the tertiary care bronchiectasis clinic of the San Gerardo
University Hospital, Monza, Italy, from 1st January 2014 to 31st
August 2015. Patients were reported by pneumologist to the attention of the respiratory therapist according to previously agreed criteria. Evaluations (E) included: E1) first assessment, including clinical examination, educational program and check-up of nebulized
therapy and equipment. Patients had to fill out a diary regarding
respiratory symptoms for 1 or 2 weeks to find out usual being.
E2) Choice and teaching of airway clearance techniques according
to patient’s skills and preferences. Patient had to fill out the diary
until next session to evaluate treatment effectiveness. E3) Assess
patient education in self-management of the learned technique or
start over with another technique. E4) Follow up at 6 months. Patient was also provided with some booklets about bronchiectasis
features, management during exacerbation, method and timing of
the learned technique and hygienic habits.
Outcome measures: Leicester Cough Questionnaire (LCQ), St.
George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ) from E1 to E4. Number
of exacerbations 6 months after first assessment compared to 6
months before first assessment. Patient satisfaction was also recorded by purpose-built questionnaire.
Results: Among the 59 patients referring to respiratory therapist,
17 were excluded (6 were lost to follow up, 5 underwent long-term
antibiotic therapy, 6 needed only the educational session). The final
population accounted for 42 patients (median age 68 years, 41%
males). An improvement in quality of life (–2.6 median points
SGRQ), cough symptom (+ 2.15 median points LCQ) and number
of exacerbations (20 out of 42 had lower number of exacerbations)
was registered after the intervention in comparison to baseline.
There was a fair level of satisfaction 6 months after first evaluation.
Conclusion: These data confirm the crucial role played by respiratory physiotherapy as treatment of adult patients with bronchiectasis in the context of a multidisciplinary approach.
References
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APRIL 2011 BMJ Clin Evid. Aug 16; 2011.
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[3] Flude LJ, Agent P, Bilton D. Chest physiotherapy techniques in
bronchiectasis. Clin Chest Med 2012;33(2):351-61.
Background: It is known that obese subjects may have decreased
pulmonary volume [1]. The major respiratory complications of obesity include a heightened demand for ventilation, an elevated workload for breathing, respiratory muscle inefficiency and diminished
respiratory compliance [1]. Obese men have an android adipose
tissue distribution and in standing their center of mass is anterior
to their base of support [2], provoking an alteration in automatic
trunk muscle activation [3]. The lumbo-pelvic cylinder musculature
influences breathing, postural control and lumbar stability by enhancing intra-abdominal pressure [4-9] and increasing the diaphragmatic oppositional area [10].
Aims: The purpose of the present study is to evaluate whether the
specific motor control exercises for the lumbar-pelvic cylinder
muscles are able to modify respiratory function in obese men
greater than general strengthening exercises.
Methods: Twenty obese male patients with forced vital capacity
(FVC) ≤ 80% were randomized into two groups. Five days per week
for three consecutive weeks both groups performed one session of
endurance training using a bicycle Ergometer and took part in a
30-minute group exercise session. The experimental group (SEG)
performed specific exercises aimed at increasing perception and
activation of the lumbar-pelvic musculature. The control group (CG)
performed general strengthening exercises. All subjects were evaluated by: spirometry, walking test (6MWT), thoracic excursion,
maximal respiratory pressure. Oxygen Cost Diagram (OCD) was
administrated for the evaluation of dyspnea.
Results: The SEG had significant improvements in: FVC (5,2% p =
0,038), slow vital capacity (VC) (p = 0,029), RV to TLC ratio (11.8%
p = 0,033), maximal voluntary ventilation (MVV) (11.9% p = 0,049),
MEP (9,3% p = 0,009), thoracic excursion (92.5% p ≤ 0,0001),
OCD (63,6 % p ≤ 0,0001) and 6MWT distance (15% p = 0,007).
The CG showed improvement in 6MWT distance (11% p = 0,001)
and OCD (47.2% p ≤ 0,0001). The MEP value worsened only in
absolute terms, while the thoracic excursion remained unchanged.
Conclusions: The study suggests that in obese men respiratory
function may benefit from specific exercises. This study was a pilot
study and is limited by low numbers and a lack of power calculation for a primary outcome measure. Therefore, the statistics
should be interpreted with caution.
References
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in obesity. Can Respir J 2006;13(4):203-210.
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compensation for respiration. Exp Brain Res, 2002;144:293-302.
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expansion produced by the diaphragm with abdominal support. J Appl Physiol 2015;118:989-995.
Respiratory muscle strength, lung volume
restriction and cough efficacy in DM1:
Impact on exercise performance
E. De Mattia, A. Lizio, B. Garabelli, M. Iatomasi, M. Gualandris,
V. Gatti, F. Rao, V. Sansone
NeMo Clinical Centre, Fondazione Serena Onlus, Niguarda Hospital, Milan
e-mail: [email protected]
Background: Myotonic dystrophy type 1 (DM1) is a slowly progressive multisystem disease with the main clinical features of muscular
weakness, wasting and myotonia. Many subjects with DM1 describe
limitations in ambulation, that influences activities in daily life and
enables participation. Moreover, respiratory involvement is very common in DM1 and it leads to hypercapnia and lung volume restriction.
Aim: To study correlation of different spirometry and respiratory
muscle strength variables with variables of Six minutes walk
(6MWT) and Ten meters walk (10T) tests in a DM1 population.
Methods: In our prospective study, 28 consecutive patients
(42,51±10,08 years), affected by DM1 without respiratory failure,
were enrolled from February 2015 to December 2015. We assessed the impact of respiratory muscle strength, lung volume restriction and cough efficacy – evaluated with the measure of Maximal Inspiratory and Expiratory Pressure (MIP and MEP), Forced Vital Capacity (FVC), and Peak cough Expiratory Flow (PcEF) – on
exercise performance – evaluated with two clinical walking field
tests (6MWT and 10T). Respiratory muscle tests, spirometry and
6MWT were performed according to the ATS guidelines [1-3]. 10T
was performed as described by Watson [4]. Correlation between
respiratory function variables and walking tests variables was assessed using the Pearson correlation coefficient and the non-parametric Spearman rank correlation coefficient, as appropriate, for
univariate analysis and multivariable regression model adjusted for
age, sex and BMI for multivariable analysis. A p-value < 0.05 was
considered significantly.
26
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
Results: FVC significantly correlated with 6MWT distance (in ortostatism: r=0,37692 for % predicted, and r=0,63573 for absolute
value; in clinostatism: r=0,33228 for % predicted, and r=0,69638
for absolute value) and 10T time (in ortostatism: r=-0,50608 for %
predicted, and r=–0,66168 for absolute value; in clinostatism:
r=–0,36528 for % predicted, and r=–0,68935 for absolute value).
MEP also significantly correlated both with 6MWT distance
(r=0,69362) and 10T time (r=–0,64968). Instead, MIP and PcEF
significantly correlated only with 6MWT distance (r=0,46826 and
r=0,49643, respectively), but not with 10T time.
Conclusions: At our knowledge, this is the first study showing correlation of respiratory muscle weakness and lung volume restriction with exercise performance in DM1. In our DM1 patients, respiratory function significantly correlates with walking tests variables. Basic differences between 6MWT and 10T could explain why
MIP and PcEF correlate only with 6MWT distance but not with 10T
time. Indeed, the 6MWT evaluates the global and integrated responses of all the systems involved during exercise, while the 10T
assesses just walking speed over a short distance.
References
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Crit Care Med 2002 Aug 15;166(4):518-624
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Ventilation inhomogeneity and lung
impairment in children with primary
immunodeficiency: an observational study
R. Guarise, S. Gambazza, M. Foà, M.C. Russo, A. Brivio, C. Colombo
Centro di Riferimento Regionale per la Fibrosi Cistica (CRRFC),
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
P. Pavesi, R.M. Dellepiane
UOS Immunologia Pediatrica, Clinica Pediatrica Media Intensità di Cura,
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
L. Dell’Era
UOC Pronto Soccorso, Pediatria Ambulatoriale, DH/MAC, Fondazione
IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
I.M. Borzani
UOC Radiologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore
Policlinico, Milano
e-mail: [email protected]
Background: Lung Clearance Index (LCI) is a measure of abnormal
ventilation distribution derived from the multiple breath inert gas
washout (MBW) technique for whom respiratory physiotherapy has
increased interest in the last decade. LCI has been reported as a
better predictor than FEV1 to assess early lung damage in patients
with Cystic Fibrosis according to computed tomography (CT) findings [1,2]. So far no study has investigated the presence of pulmonary ventilation inhomogeneity in children with Primary Immunodeficiencies (PID).
Aim: To detect ventilation inhomogeneity by nitrogen MBW technique and to assess clinical utility of LCI compared to the traditional spirometry and CT scan assessment in children with PID.
Methods: All children with PID referring to our clinic were recruited
from November 2015 to February 2016 during a scheduled followup. Spirometry, body pletismography, nitrogen MBW test were performed. CT scan was also performed in those children who had not
one in the year before. LCI percentage of predicted and upper limit
of normality (ULN) were calculated according to paediatric reference equations [3]. CT scans were evaluated according to Bhalla
score. Spearman correlation was calculated between LCI, FEV1 and
FVC. Fisher’s exact test was used to assess the association
between LCI below/above ULN and Bhalla score (positive/negative).
Sample characteristics are presented as mean(sd).
Results: Twelve children with PID (7 Common Variable Immunodeficiencies (CVID), 4 X-linked Agammaglobulinemia (XLA), 1 X-linked
Hyper-IgM, 1 IgA deficiency (IgAD), 1 IgG subclass deficiency),
7 female, aged 12(2)yrs were recruited. FEV1%pred. (114.9
(18.1)%) and a FVC (113.2(15)%) were normal in all patients.
Bhalla score detected abnormalities in 4 patients (3 CVID, 1 IgAD)
with an average value of 0.8(2)%. LCI reached an average value of
7.24(0.67) (6.33-8.25). Four children (2 XLA, 1 CVID, 1 IgAD) presented an LCI higher than ULN, 2 of which (1 CVID, 1 IgAD) had
altered Bhalla score values. No association was found between LCI
and CT scan scoring.
Conclusions: Unlike studies carried in patients with cystic fibrosis,
LCI doesn’t correlate with CT score in patients with PID. However it
seems that LCI changes earlier than FEV1 in patients with lung injury.
More studies on a large cohort of patients with PID are needed to
assess the sensitivity of LCI versus FEV1 to detect early lung disease
and to assess its utility in respiratory physioterapy clinical practice.
References
[1] Gustafsson PM, De Jong P, Tiddens H, Lindblad A. Multiplebreath inert gas washout and spirometry versus structural lung
disease in cystic fibrosis. Thorax 2008;63(2):129-134.
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Meghan Brown M, Paul Aurora P, Subbarao P, Hooe A, Sonnappa
S. Age and height dependence of lung clearance index and functional residual capacity. Eur Respir J 2013;41:1371-1377.
Ultrasonography evaluation of a weak
diaphragm after a respiratory muscle
training
A. Longoni
Cardiac-Respiratory Rehabilitation Gym, “Paola Giancola foundation”,
Asst Lariana, Como
A. Paddeu
U.O. of Specialistic Rehabilitation 2, “Paola Giancola foundation”,
Asst Lariana, Como
e-mail: [email protected]
We report a case of Osas with diaphragmatic limitation and paradoxical respiration despite a normal chest radiography. This manifestation would have been missed if ultrasound was not employed.
Keywords: Diaphragm; Sonography; Paradoxical respiration; Reahabilitative program.
Background: Several clinical problems may result in diaphragm
weakness and ultrasound can be a valid dynamic procedure for it’s
kinetics evaluation respect to typically most used imaging methods
like X-Ray, Fluoroscopy and MRI that use static images, ionization
with high costs.
Diaphragm ultrasonography techniques: Diaphragmatic excursion was measured with a lower frequency curvilinear probe (microconvex range 1.5-3.5 MHZ), in anterior subcostal view. The
transducer was placed between the mid-clavicular and anterior
axillary lines, directed medially, cranially and dorsally to visualize
the posterior third of the right diaphragm, approximately 5 cm lateral to the inferior vena cava foramen. The patient was examined
lyng at 45°using the liver and spleen acoustic windows. The diaphragm is commonly seen like a 2 echogenic layers (peritoneum
and pleura) sandwiching a hypoechoic thick line. Measurement
should be made in the M-mode, from the point of maximal excursion to the baseline and paradoxical motion is considered when the
diaphragm moves away from the transducer during inspiration.
Case report: A 61 years old woman, not smoker, was hospitalized
for OSAS (AHI 25,9). Comorbidity were obesity (BMI 33,8), hypertension and diabetes mellitus 2. Ten years ago she had surgery
gynecological problem that produced a weakening of the left diaphragm. The breathe, on sitting and lying, was normal on the first
examination. Normal X-ray and spirometry (VC max 101,9%; FEV1
108,8%) but ultrasound confirmed the weakness of the diaphragm.
Maximal excursion of diaphragmatic lyne was of 2 cm to right and
< 1 cm to left with a paradoxical respiration. For her problem the
patient was trained to the use of Cpap with diurnal cycles and all
night and RT educational program. Ultrasound during Cpap showed
good diaphragmatic excursion at 6,5 cmH2O without discomfort. In
addition, the patient was introduced to a rehabilitation program of
15 days. The Fkt program consisting of one daily session of 30’ of
physiotherapy (respiratory exercises, calisthenics exercises, elastic
theraband) and two sessions of 30’ of minibike for the upper and
lower limbs.
Discussion: The patient therapy was Cpap with 6.5 cmH2O pressure with oronasal mask. At the end of rehabilitative program the
patient values were: Diaphragmatic excursion = from 2 to 6,9 cm
on the right and from 1 to 5,6 cm on the left diaphragm. WT6’=
from 275 to 435 meters; Arm band sleep quality = from 39,2% to
83,9%; Night SpO2 saturation = 94,3%
Conclusion: Using M-mode ultrasonography, it’s possible to find
diaphragmatic dysfunction in a unexpected patients. We believe
that this tecnique is inexpensive, widely available, easy to use as a
bedside exame for clinicians and RT therapist. We can asses diaphragm excursion in quiet and deep breathing in real time motion
before and after a rehabilitative program.
References
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[2] Feletti F, Gardelli G, Mughetti M. L’ecografia toracica. Applicazioni ed imaging integrato 2010.
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[10] Diaphragmatic Motion Studied by M-Mode Us, Chest February
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Neuromuscular taping as support for
respiratory rehabilitation patients with
chronic obstructive pulmonary disease
M.E. Mantovani, A. Masciotti, L. Di Vincenzo, B. Bruni, M.L. Dottorini
Respiratory Rehabilitation and Thysiopneumologic Prevention Service,
AUSL Umbria 1, Perugia, Italy
e-mail: [email protected]
Introduction: As part of the rehabilitation therapy to motor retraining in recent years have established new techniques such as the
application of the “neuromuscular taping” [1-3]. A recent metaanalysis confirm its efficacy in combination with traditional therapies rehabilitative [4,5].
Aim: The aim is to verify whether the application of Neuromuscular
Taping in patients with COPD, as support to the program of retraining effort, can add additional therapeutic benefits compared to exercise alone.
Methods: Study of open-ended parallel group. Study population:
n. 9 COPD patients with functional deficits of mild to moderately
severe (criteria ERS/ATS 2005) divided into two groups: the study
group A n. 5 and the control group B n. 4 patients. Group A was
applied for the duration of the entire session on the Neuromuscular
Taping intercostal muscles in compression (30% voltage) and for 5
consecutive days every other week a bandage scapular in decompression (0% voltage). Exclusion criteria: neurological, bone and
joint and cognitive deficits. Tests performed at the beginning and at
the end of the rehabilitation cycle: complete spirometry, measurement of the maximum in and expiratory mouth pressures (MIPMEP), evaluation of the degree of dyspnea (MRC), evaluation of
exercise capacity (incremental shuttle walking test ISWT and six
minute walking test 6MWT) and the quality of life (St. Georges
Questionary SGQoL, COPD Assessment Test CAT).
Rehabilitation treatment included 20 sessions of 80 minutes each,
three times a week: aerobic training circuit (35 minutes) with cycle
ergometer, treadmill and device Davenbike®; free exercises of balance and coordination in posture (35 minutes); muscle stretching
in posture with coordination exercises respiratory (10 minutes).
Statistical analysis: T Student for paired data.
Results: Group A proved statistically significant improvements
(p < 0.05) relative to the ventilatory parameters, ISWT and 6MWT
28
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
and quality of life (SGQoL that CAT). In group B, while noting improvements in respiratory parameters, ISWT and 6MWT, quality of
life (SGQoL that CAT), these did not reach statistical significance. In
both groups, MIP, MEP and MRC haven’t demonstrated statistically
significant improvements.
Conclusions: Although the number of the study population is reduced, it is striking to say, in the light of the results obtained, the
application of the Neuromuscular Taping in addition to the rehabilitation program will add additional therapeutic benefits compared to
exercise alone. Further studies are needed with larger study populations to confirm the results.
References
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applicazione per disfunzioni della colonna vertebrale rachialgie
e disordini posturali. ED. Alea 2013.
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tape and throw it out with the sweat? A systematic review with
meta-analysis focused on pain and also methods of tape application. Br J Sports Med 2015.
Exercise capacity and lung impairment:
relationship between Wmax and LCI
in patients with Cystic Fibrosis
M. Mirabella
Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico,
U.O.C. Nefrologia, Dialisi e Trapianto di rene
F. Carta, S. Gambazza, A. Brivio
Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico,
Centro di Riferimento Regionale Fibrosi Cistica
C. Colombo
Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico,
Centro di Riferimento Regionale Fibrosi Cistica; Università degli Studi
di Milano
e-mail:[email protected]
Background: Cystic Fibrosis (CF) is a genetic disorder that affects
mostly the lungs, leading to a decline in lung function and poor
exercise tolerance. Exercise capacity can be evaluated in CF
through the Godfrey protocol, a continuous incremental cycle protocol to volitional fatigue, that has been used in patients with CF 6
years and older with various degree of pulmonary disease [1]. This
test has been also recommended as the second best option when
ventilatory gas analysis is not available. Lung Clereance Index (LCI)
is a measure of lung inhomogeneity derived from the Multiple
Breath Washout Test (MBWT) and it seems to be a stronger function predictor of disease progression than FEV1 alone in CF [2].
Aim: The aim of this study is to show a moderate correlation between Wmax (Godfrey’s output) and LCI.
Methods: All subjects regularly attending the CF Centre from February to July 2015 were considered eligible. They performed the
Godfrey protocol and MBWT according to clinical practice. 29 patients were necessary to determine whether the ρ coefficient differs from zero. Data are presented as mean (SD).
Results: 33 patients (18F) aged 19.3 (4.3) years were recruited:
39.4% had FEV1pred > 90%, LCI was 17. Only 39% performed a
maximal test, with a VO2 peak of 2.46 (0.71) l/min. Ninety-four
percent showed an abnormal response to exercise: 69.7% with
Wmax pred. < 93%, 33.3% with desaturation ≥ 4%, 69.7% with
inadequate cardiovascular response. Wmax (p=0.0006) and LCI
(p < 0.0001) differed among disease severity. A significant
negative correlation was detected between FEV1%pred. and LCI
(ρ=–0.7756); Wmax was significantly correlated to FEV1% pred.
(ρ=0.5988) as well as W/kg (ρ=0.6637), and both are significantly correlated to LCI.
Conclusion: Early detection of lung impairment, expressed as LCI,
when associated to an abnormal exercise response, seems to be
linked to functional capacity limitation even in those patients with
normal FEV1.
References
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Is early mobilization feasible and safe
in patients receiving left ventricular assist
device therapy?
C. Novo, S. Pellegrina, M.E. Mazzanti, C.L. Bioletto, M. Lazzeri,
M. Cipriani
Dipartimento Cardiotoracovascolare ASST Niguarda Milano
A. Toccafondi
U.O. di Riabilitazione Cardiologica. Istituto Don Gnocchi Milano
Background: Patients with severe end-stage heart failure often
have limited tolerance to activity, loss of muscle mass and become
severely symptomatic at rest or with minimal exertion, despite
maximal medical therapy. The treatment options include the placement of a left ventricular assist device (LVAD).
Aim: To determine whether early activity is feasible and safe, whether any activity-related adverse event occurred and the patient’s
health status at discharge time from hospital in LVAD patients.
Materials and methods: A retrospective observational study was
performed from January 2014 until December 2015 on LVAD patients at cardiovascular thoracic department in Niguarda Hospital
(Milan). After LVAD implantation, the number of rehabilitation activities and the starting of mobilization and walking training have been
recorded. In addition, activity-related adverse events and the patient’s health status have been described.
Results: Twenty-eight patients [24 male; age 57 (7,4); body mass
index 26,8 (4,2); ejection fraction 22% (5)] received LVDA implantation. 71% was NYHA class III and 29% was NYHA class IV. The
post-operative recovery period after implantation was of 32 (18)
days, of which 10 (4) in the intensive care unit. Patients started
rehabilitation activity 3 (3) days after surgery, transferred to chair
10 (3,7) days after surgery and started ambulate 15 (6,9) days after surgery. 782 physiotherapy sessions have been recorded
[mean 29 (19) session/patient]. These activities included a progressive activity regimen: sitting at the edge of the bed, transfer to
a chair; recumbent or upright cycling, standing, walking and stairs
training. During exercise training 18 adverse events have been described (0.02% of all physiotherapy treatments) by 8 (29%) patients (Table 1). Such events resulted in the rehabilitation suspension until the medical therapy was adjusted.
Before the discharge, 26 patients improved their functional capacity in the activity of daily living (ADL) and in ambulation. One patient
underwent heart transplantation and one died. The patients who
received LAVD implantation in 2015 performed 6 minute walk test
(6MWT) 31±12 days after surgery, covering in average 311±57
meters.
Conclusion: Early activity is feasible and safe in LVAD patients. Exercise training has positive effects on LAVD patient’s recovery and
on their performance of daily activities already at discharge time.
References
[1] Compostella L, et al. A practical review for cardiac rehabilitation
professionals of continuous-flow left Ventricular Assist Devices.
Journal of Cardiopulmonary Rehabilitation and Prevention
2015;35:301-311.
[2] Perme CS, et al. Early mobilization of LVAD recipients. Tex
Hearth Inst Journal 2006;33:130-133.
Tabella 1
Patients
Adverse events
Activity
1
2 hypotension
1 transfer to a chair 1 upright cycling
2
1 hypotension
walking
3
7 Nonsustained ventricular tachycardia
2 transfer to a chair 2 upright cycling 2 walking
4
1 atrial fibrillo-flutter
transfer to a chair
5
1 Nonsustained ventricular tachycardia
upright cycling
6
1 hypotension
transfer to a chair
7
1 hypotension
sitting at the edge of the bed
8
4 hypotension
standing
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
29
Non-invasive ventilation outside the
intensive care unit in patients with
hypoxemic acute respiratory failure after
cardiac surgery. A randomized trial
L. Olper, S. Albini
Department of Physical Rehabilitation, San Raffaele Scientific Institute,
Università Vita-Salute San Raffaele, Milan, Italy
E. Bignami, A.L. Di Prima, S. Nascimbene, L. Cabrini
Cardiothoracic and Vascular Department, IRCCS San Raffaele Scientific
Institute, via Olgettina 60, 20132 Milan, Italy
G. Landoni, O. Alfieri
Cardiothoracic and Vascular Department, IRCCS San Raffaele Scientific
Institute, via Olgettina 60, 20132 Milan, Italy
Vita-Salute San Raffaele University, via Olgettina 58, 20132 Milan, Italy
e-mail: [email protected]
Background: All randomized studies published so far demonstrating the effectiveness of non-invasive ventilation to prevent or to
treat acute respiratory failure after cardiac surgery, took place in
the Intensive Care Unit [1]. However, the commonly occurring
shortage of intensive care beds leads to evaluate if non-invasive
ventilation treatment can be conducted in non-intensive wards
while preserving its efficacy and safety.
Aim: The aim of the present study was to evaluate the effectiveness
of non-invasive ventilation therapy delivered in the cardiac surgical
ward to treat postoperative hypoxemic acute respiratory failure.
Methods: We randomly assigned 64 patients with hypoxemia admitted to the main ward after cardiac surgery to receive standard
treatment (oxygen, early mobilization, a program of breathing exercises and diuretics) or continuous positive airway pressure (oronasal mask consisting of 6 cycles of 1-3 hours each during a period of 48 hours) on top of standard treatment. Cross over to noninvasive ventilation treatment was allowed during the first 48 hours
in case of severe respiratory distress and after the first 48 hours in
case of persisting hypoxemia. All patients completed their 1-year
follow-up. The primary end point was the number of patients with
persisting acute respiratory failure, defined as a PaO2/FiO2 < 200
mmHg 48 hours after randomization. Secondary end-points included: incidence of severe acute respiratory distress; incidence of reintubation for respiratory failure; length of hospital stay. Data were
analyzed according to the intention-to-treat principle. Dichotomous
data were compared by two tailed c2 test. Continuous measurements were compared using the Mann-Whitney U test. Data are
presented as median [interquartile range].
Results: Continuous positive airway pressure use was associated
to a statistically significant reduction in the number of patients with
PaO2/FiO2 < 200 (5/33 (15%) versus 13/31 (42%), p=0.017). The
number of patients with severe acute respiratory distress was 1
(3.0%) and 4 (12%) respectively (p=0.23) with one patient in the
control group requiring tracheal re-intubation. Hospital length of
stay after randomization was not different between the control and
the treatment group (5 days [3-7] versus 4.5 days [3-6], respectively, p =0.51). One patient in the control group died at the 30
days follow up.
Conclusions: Among patients with acute respiratory failure following cardiac surgery, administration of continuous positive airway
pressure in the main ward is associated to an improved respiratory
30
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
outcome. This is the first study that was performed in the main
ward of post-surgical patients with acute respiratory failure.
References
[1] Landoni G, Zangrillo A, Cabrini L. Noninvasive ventilation after
cardiac and thoracic surgery in adult patients: a review. J Cardiothorac Vasc Anesth 2012;26:917-922.
Neuromuscular electrostimulation
of the quadriceps muscle during an
acute exacerbation of COPD
A. Panizzolo A
C.d.L in Fisioterapia, Università degli Studi dell’Insubria, Varese
D. Berra, E. Repossini
Ospedale di Busto Arsizio, ASST Valle Olona
E. Zampogna
Fondazione S. Maugeri I.R.C.C.S, Tradate
A. Spanevello
C.d.L in Fisioterapia, Università degli Studi dell’Insubria, Varese
Fondazione S. Maugeri I.R.C.C.S, Tradate
e-mail: [email protected]
Background: Chronic Obstructive Pulmonary Disease (COPD) is
often associated with extra-pulmonary manifestations; the dysfunction of lower-limb muscles limits physical activity and affects
quality of life (QoL). Exacerbations are events causing an additional
decrease in function.
Aims: To verify whether a short program of neuromuscular electrostimulation of the quadriceps (NMES), applied during an exacerbation, prevent the deterioration of muscular function and the consequent drops in functional capacity and QoL.
Methods: Between December 2014 and August 2015, 22 patients
– hospitalized for an exacerbation of COPD – were enrolled in the
study. 12 subjects in the control group underwent standard treatment for COPD exacerbation, while 10 patients in the study group
received, in addiction, daily electrostimulation of the quadriceps.
Both groups were then divided into two sub-groups depending on
whether a patient was dismissed or transferred to the Pulmonary
Rehabilitation department. The primary outcomes were quadriceps
muscle force (5STS Test) and QoL (SGRQ-C); the secondary outcomes were perceived dyspnoea and fatigue (modified Borg Scale).
Results: For the baseline comparison of the patients, we used either the Student’s t-test for independent samples or the MannWhitney U test. Due to the limited number of the sample, for the
comparisons across and within groups, we used the Mann-Whitney U and the Wilcoxon signed rank test, respectively. Values were
considered significant for p ≤ 0.05. The in-group comparison
showed that NMES induced an increase of the muscle strength at
the end of the acute episode in the study group, that was maintained or increased at follow-up, after two months; in the control
group, instead, the variation was smaller and it reversed in the following months. In the treated patients, NMES was associated with
a significant improvement in QoL, while in the control group we
observed an improvement in QoL only at the end of the acute episode and, after two months, the questionnaire score was unvaried.
The comparison between the two groups, instead, showed that
NMES induced a significant improvement in strength on the quadri-
ceps muscle and QoL at the end of the acute episode, and a further improvement of both parameters at follow-up. Subjects that,
at the end of the episode, followed a PR program showed an even
greater improvement in QoL compared to baseline.
Conclusions: A short program of NMES applied during an acute
exacerbation of COPD prevents the deterioration of muscular function and contributes to improve its strength. It also leads to a longterm improvement of functional capacity and, therefore, of perceived QoL.
References
[1] Spruit MA, Singh SJ, Garvey C, et al. and on behalf of the ATS/
ERS Task Force on Pulmonary Rehabilitation. An Official American Thoracic Society/European Respiratory Society Statement:
Key Concepts and Advances in Pulmonary Rehabilitation. Am J
Respir Crit Care Med 2013;188(8):e13-e64.
[2] V estbo J, Hurd SS, Agusti AG, et al. Global strategy for the diagnosis, management, and prevention of chronic obstructive pulmonary disease: GOLD executive summary. American Journal of
Respiratory and Critical Care Medicine 2013;187(4):347-365.
[3] M
altais F, Decramer M, Casaburi R, et al. An Official American
Thoracic Society/European Respiratory Society Statement: Update on Limb Muscle Dysfunction in Chronic Obstructive Pulmonary Disease. Am J Respir Crit Care Med 2014;189(9):e15-e62.
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COPD. COPD 2014;00:1-14.
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dysfunction during acute exacerbations of COPD. J Appl Physiol
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[6] Abdellaoui A, Préfaut C, Gouzi F, Couillard A, Coisy-Quivy M, Hugon G, Molinari N, Lafontaine T, Jonquet O, Laoudj-Chenivesse
D, et al. Skeletal muscle effects of electrostimulation after COPD
exacerbation: a pilot study. Eur Respir J 2011;38:78.
[7] V ivodtzev I, Pépin JL, Vottero G, Mayer V, Porsin B, Lévy P, Wuyam B. Improvement in quadriceps strength and dyspnea in daily
tasks after 1 month of electrical stimulation in severely deconditioned and malnourished COPD. Chest 2006;129:1540-1548.
Physical performance assessment
in subacute stroke patients: a comparison
between different tests
S. Pordon
Study University of Padua (Italy)
M. Donà, R. Mareschi, L. Nardin, S. Bargellesi
Rehabilitation Medicine, Severe Brain Injury Unit, Cà Foncello Hospital,
ULSS 9 Treviso (Italy)
e-mail: [email protected]; [email protected]
Background: Stroke represents the principle cause of invalidity in
the world [1,2]. It determines physical inactivity, the assumption of
a sedentary lifestyle and a low fitness level [3,4], which are associated with inability to perform daily activities and a decrease life
quality [4-6]. Evidence-based literature shows that exercise is an
essential element for post stroke rehabilitation [3,7,8]: so we need
adequate tests to estimate the level of physical performance in
post stroke patients.
Aim: This observational study aimed at finding appropriate stress
tests to measure physical performance in sub-acute stroke patients and to create personalized reconditioning programs. We
have compared three different tests (6 Minute Walking Test, Sit to
Stand Test, cycloergometer test) to find a correlation between them
that would allow the use of simpler but equally valid ways of assessing physical performance in these patients.
Methods: The study group consists of 9 post stroke patients in
sub-acute phase. Each patient underwent: spirometry to measure
the vital capacity and the forced vital capacity, BMI calculation,
modified Borg scale training for dyspnea and muscle fatigue, Sit to
Stand Test, 6 Minute Walking Test, incremental cycloergometer test
(with leg or arm cycloergometer). Cardiac frequency, saturation,
dyspnea and muscle fatigue were monitored in each test. A significant statistical correlation between 6 Minute Walking Test vs cycloergometer test watt, and 6 Minute Walking Test vs stand-up number in Sit To Stand Test were investigated.
Results: The statistical analysis showed a significant correlation
between 6 Minute Walking Test (metres) and the maximal cycloarmergometer watts (Person’s r=0,702), and between 6 Minute
Walking Test and stand-up number (Pearson’s r=0,695).
Conclusions: It has been shown that the cycloergometer test and
Sit To Stand Test can be used as a valid alternative to the 6 Minute
Walking Test to assess the physical performance of sub-acute
stroke patients. The possibility of assessing performances with only
the cycloergometer test allows an early assessment, when the patients have not yet recuperated walking ability (essential for 6 Minute Walking Test), while Sit To Stand Test could be used to assess
patients in settings without the equipment necessary for an incremental test. Early assessment allows the creation of a retraining
program to contrast the physical decline and its negative effects on
the daily life and to increase physical function, activity, participation, life satisfaction in the patients.
References
[1] Q
uaderni del Ministero della Salute, Organizzazione dell’assistenza
all’ictus: le Stroke Unit. 2010; (2).
[2] Billinger S, et al. Physical Activity and Exercise Recommendation
for Stroke Survivors: A Statement for Healthcare Professionals
From the American Heart Association/American Stroke Association.
Journal of the American Heart Association 2014(45):2532- 2553.
[3] Billinger S, Mattlage A, Ashenden A. Aerobic exercise in subacute stroke improves cardiovascular health and physical performance. J Neurol Phys Ther 2012;36(49):159-165.
[4] Brogardh C, Lexell J. Effects of cardiorespiratory fitness and
muscle-resistance traininig after stroke 2012:4:901-907.
[5] B oyne P, Dunning K, Carl D, et al. High-Intensity Interval Training
in stroke rehabilitation. Top Stroke Rehabil 2013;20(4):317-330.
[6] Pang M, Charlesworth S, et al. Using aerobic exercise to improve health outcomes and quality of life in stroke: evidencebased exercise prescription recommendations. Cerebrovasc Dis
2013;35:7-2.
[7] Stoller O, De Bruin ED, et al. Effects of cardiovascular exercise
early after stroke: systematic review and meta-analysis. BMC
Neurology 2012;12(45):1-16.
[8] Flöel A, Werner C, Grittner U, Hesse S, et al. Physical fitness
training in subacute stroke (PHYS-STROKE) – study protocol for
a randomized controlled trial” Trials 2014(15)45:1-12.
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
31
The delivery of a self-management
manual for COPD by practice nurses
in primary care: does it improve disease
knowledge?
Bacterial contamination of nebulizers
after aerosol-therapy in cystic fibrosis
patients: evaluation of the steam
disinfection efficacy
V. Rossi, L. Houchen-Wolloff, S. Schreder
Centre for Exercise and Rehabilitation Science, Leicester Respiratory
Biomedical Research Unit, University Hospitals Leicester NHS Trust,
Leicester, LE3 9QP, UK
S.J. Singh
Centre for Exercise and Rehabilitation Science, Leicester Respiratory
Biomedical Research Unit, University Hospitals Leicester NHS Trust,
Leicester, LE3 9QP, UK
School of Sport, Exercise and Health Sciences Loughborough
University, LE11 3TU, UK
e-mail: [email protected]
M. Rossitto, V. Tuccio Guarna Assanti
Fellowship, Children’s Hospital and Research Institute Bambino Gesù,
Rome
P. Leone
Rehabilitation Unit, Children’s Hospital and Research Institute Bambino
Gesù, Rome
F. Felicetti
Cystic Fibrosis Unit, Children’s Hospital and Research Institute Bambino
Gesù, Rome
I. Piermarini
Cystic Fibrosis Unit, Children’s Hospital and Research Institute Bambino
Gesù, Rome
G. Ricciotti, E.V. Fiscarelli
Cystic Fibrosis Microbiology, Children’s Hospital and Research Institute
Bambino Gesù, Rome
Background: Self-management plays a crucial role in the management of chronic obstructive pulmonary disease (COPD). The “Selfmanagement Programme of Activity, Coping and Education for
Chronic Obstructive Pulmonary Disease” (or “SPACE for COPD”)
manual is known to be effective when delivered by researchers [1].
However there is a need to examine this approach in primary care
when delivered by practice nurses.
Aim: To evaluate the effectiveness of the SPACE for COPD manual
when delivered in primary care by practice nurses.
Methods: 26 patients with mild to severe COPD in primary care
were recruited from 2 sites in the UK (Northampton and Leicester).
They received a self-management manual following a face-to-face
consultation and telephone follow-up support by practice nurses
for 6 weeks. The primary outcome was disease knowledge using
the Bristol COPD Knowledge Questionnaire (BCKQ). Secondary outcomes included: Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS),
COPD Assessment Test (CAT) and the Stanford Self efficacy questionnaire. Outcome measures were recorded at baseline, 6 weeks
and 6 months.
Results: A total of 26 patients (13 males: mean [SD] age 69 [±9.5]
years, FEV1% 1.99 [±0.8], BMI 27,4 [±5,4]; pack/years 25.2
[±16.9], MRC 3 [±1], HADS Depression 6.4 [±4.1], HADS Anxiety
6.3 [±4.1]), showed at 6 weeks a statistically significant improvement for the BCKQ Total Score [mean change 7.93 (95% confidence interval 3.19-12.67, p=0.003)] and HADS Depression
[mean change of –1.36 (95% confidence interval –2.22 to –0.49,
p=0.005)]. The BCKQ domains of dyspnea, phlegm, vaccination
and exercise showed a statistical change at 6 weeks (p<0.005).
There were no improvements for the other outcome measures at 6
weeks. There were no significant changes in the disease knowledge and depression at 6 months. There was no difference between the 2 sites.
Conclusion: This brief intervention seems to improve disease
knowledge and decrease depression levels in this population at 6
weeks. These changes were not sustained at 6 months. It may be
that for long-term improvements, a longer or more intense programme is required.
References
[1] Mitchell K, Johnson-Warrington V, Apps L, et al. A self-management programme for COPD: a randomised controlled trial. European Respiratory Journal 2014. DOI: 10.1183/09031936.
00047814.
32
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
Background: A key factor for preventing and controlling lung infections in cystic fibrosis (CF) is the use of effective methods for disinfecting the equipment used by the patient for home inhalation
therapy. IPC Guidelines of CFF recommend several methods. As
they are time-consuming for the patients and their families, home
steam disinfection is being widely used, having the advantage to
be compatible with the patients’ daily activities. However, studies
on its efficacy are still scarce.
Aims are to:
> describe the rate of bacterial contamination of an aerosol equipment after 1 inhalation session in CF patients with chronic pulmonary colonization;
> highlight the ampoule contamination rate after cleaning and disinfecting by using NUK sterilizer;
> define the correlation between the microorganisms that colonize
the patients’ lungs and microorganisms isolated in the ampoule.
Methods: Eighteen patients, followed at CF Center of Pediatric
Hospital Bambino Gesù, were enrolled. The patients, selected according to their microbiological status, underwent two consecutive
sessions of therapy with aerosolized saline solution (eFlow-rapid®,
Pari). The two ampoules of each patient, one of which washed with
water and detergent and disinfected through NUK, was sent to the
microbiology laboratory for investigations. Each ampoule, disassembled into mouthpiece, membranes, nebulizer cup has been
used in a culture test according to the standard procedures.
Results: Eighteen couples of ampoules were analyzed. All ampoules were contaminated (100%) with no relation among the bacterial species colonizing the lungs and the contaminating microorganisms. The 18 non-treated ampoules showed a growth with high
loads (cfu:>=106/mL) of microorganisms constituting the microflora of the oral cavity and thermophilic bacilli at environmental diffusion [viridans streptococci (18); coagulase-negative staphylococci (28) and Bacillus/Brevibacillus spp (35)]; 4 and 8 ampoules
were contaminated by coagulase-positive staphylococci and Enterococcus spp, respectively. The 18 ampoules subject to cleansing
and disinfection by NUK presented contamination by coagulasenegative staphylococci (8) and Bacillus/Brevibacillus spp (36); the
latter were also isolated from water samples used for rinsing the
ampoule and the vaporizer chamber inner surfaces.
Conclusions: After the first session of inhalation therapy, the ampoules result contaminated by commensal flora of the skin and oral
cavity, as well as by environmental thermophilic microorganisms,
with no correlation with the patients’ microbiological status. The
steam disinfection is bactericidal for almost all the contaminating
bacterial species with the exception of spore-forming organisms of
Bacillus/Brevibacillus that are ubiquitous in the environment and
thermotolerant for temperatures higher than 60° C.
References
[1] Vassal S, Taamma R, Marty N, Sardet A, d’Athis P, Bremont F, et
al. Microbiologic contamination study of nebulizers after aerosol
therapy in patients with cystic fibrosis. American Journal of Infection Control 2000;28(5):347-351.
[2] Conway S, Balfour-Lynn IM, De Rijcke K, Drevinek P, Foweraker,
J, Havermans, et al. European Cystic Fibrosis Society Standards
of Care: framework for the cystic fibrosis centre. Journal of
Cystic Fibrosis 2014;13:S3-S22.
[3] Saiman L, Siegel JD, LiPuma JJ, Brown RF, Bryson EA, Chambers MJ, et al. Infection prevention and control guideline for
cystic fibrosis: 2013 update. Infection Control and Hospital Epidemiology 2014;35(S1):S1-S67.
Cardiac and pulmonary rehabilitation:
results of an integrated training program
C. Simonelli, F. Rivadossi, S. Scalvini
Unità di Cardiologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS,
Lumezzane (BS)
M. Paneroni, M. Saleri, D. Trainini, M. Vitacca
Unità di Pneumologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS,
Lumezzane (BS)
e-mail: [email protected]
Background: Dyspnea and effort intolerance are typical symptoms
in patients with cardiac and pulmonary chronic diseases and exercise training is a key component of their management. It’s unknown if the administration of the same training protocol to cardiac
and respiratory patients will give similar results. After setting up a
problem-oriented prescriptive protocol of exercise training, we analyzed outcomes with the aim to find similarity and differences between cardiac (C) and respiratory (R) patients’ responses.
Methods: All consecutive outpatients referred to Cardiac and Pulmonary Rehabilitation Units completed 20 sessions (2-3/week,
lasting 2 hours each). At admission, each patients was assessed
in: 1) functional capacity by 6-minute walk test (6MWT), 2) peripheral muscle strength by dynamometer, 3) balance by Risk of Falls
Index, 4) inspiratory and expiratory muscle strength (MIP, MEP), 5)
level of physical activity by accelerometer. Exercise training was set
up by the physiotherapist, following a guided protocol based on a
prescriptive algorithm defined by the team. The training protocol
established the administration of training on the basis of the assessed area that had resulted impaired. According to the algorithm,
were administered: aerobic cycling or treadmill training (constantload or interval training), muscle strengthening, balance exercises,
respiratory muscle strengthening, and domiciliary walking with
pedometer.
Results: Between February and December 2015, 161 patients
[age 67.43 (10.02) years, BMI 27.05 (4.85), male 65,43%] completed the training program, of which 71 were cardiac patients (11
chronic heart failure, 29 after myocardial revascularization procedures, 21 coronary artery disease, 10 after hearth valve surgery),
and 90 were respiratory patients (63 chronic obstructive pulmonary disease, 17 chronic asthma). No major adverse events occurred. At admission, BMI [C 28.48(4.93) vs P 25.90 (4.5),
p=0.006] and functional capacity [C 466 (93) vs 433(102) meters,
p=0.0325] were different between groups. The training program
produced a significant improvement of functional capacity
[+30,64(68,56) meters, p<0,0001], quadriceps muscle strength
[+2,55(8,28) kg, p<0,0001], biceps muscle strength [+2,24(4,80)
kg, p<0,0001], inspiratory and expiratory muscle strength [+5,69
(14,38) and +7,40 (24,47) cmH2O, p<0,0001, respectively], and
daily steps [+120 (2817) steps, p=0,01]. Balance did not improve
significantly. C and P patients’ responses were not significantly different, except for physical activity that improved significantly more
in C than in P patients [C +1039 (2644) vs P –546 (2769) daily
steps, p=0.01].
Conclusions: Our training program produced similar functional improvements in cardiac and pulmonary patients, except for physical
activity. This suggests that a common and integrated training protocol could be feasible. Further studies to test impact on healthcare
organization and cost-effectiveness are needed.
Implementation of a guided protocol
to prescribe exercise training in
cardiopulmonary rehabilitation
C. Simonelli, F. Rivadossi, S. Scalvini
Unità di Cardiologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS,
Lumezzane (BS)
M. Paneroni, M. Saleri, D. Trainini, M. Vitacca
Unità di Pneumologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS,
Lumezzane (BS)
e-mail: [email protected]
Background: Exercise training is a key component of cardiac and
pulmonary chronic diseases management. The possibility to administer the same training protocol is understudied, but it may improve healthcare organization. Aims of this study were: 1) to test
the feasibility of a physiotherapist-driven problem-oriented protocol
for the prescription of exercise training; and 2) to compare the typology of delivered performance with those administered in the 10
months before protocol implementation.
Methods: All consecutive outpatients referred to Cardiac and Pulmonary Rehabilitation Units completed 20 sessions (2-3/week,
lasting 2 hours each). At admission, each patients was evaluated
in: 1) functional capacity by 6-minute walk test (6MWT), 2) peripheral muscle strength by dynamometer, 3) balance by Risk of Falls
Index, 4) inspiratory and expiratory muscle strength (MIP, MEP), 5)
level of physical activity by accelerometer. Exercise training was set
up by the physiotherapist, following a guided protocol based on a
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
33
prescriptive algorithm. The training protocol established the administration of training on the basis of the assessed area that had resulted impaired. According to the algorithm, were administered:
aerobic cycling or treadmill training (constant-load or interval training), muscle strengthening, balance exercises, respiratory muscle
strengthening, and domiciliary walking with pedometer.
Results: Between February and December 2015, 161 patients
[age 67.43 (10.02) years, BMI 27.05 (4.85), male 65,43%] completed the training program, of which 71 were cardiac patients (11
chronic heart failure, 29 after myocardial revascularization procedures, 21 coronary artery disease, 10 after hearth valve surgery),
and 90 were respiratory patients (63 chronic obstructive pulmonary
disease, 17 chronic asthma). 3780 sessions of rehabilitation were
administered. No major adverse events occurred. Comparisons of
prescription typology with the previous 10 months (From May
2014 to January 2015, 207 admitted patients, 4140 sessions) revealed significant changes: constant-load cycling training was less
prescribed (from 87% to 53%, p<0,05), while interval training increased (from 0 to 36%, p<0,05), and treadmill walking didn’t
change significantly; non-specific muscle strengthening was less
prescribed (from 100% to 23%, p<0,05), while specific muscle
training was prescribed significantly more than before (leg training
+32%, arm training +5%, combined arm and leg training +10%,
p<0,05), and also balance training (+30%, p<0,05). Furthermore,
7956 domiciliary sessions were prescribed. The training program
produced a significant improvement of all outcomes [6MWT +7.54
(16.78)%, quadriceps strength +14.26 (40.88)%, biceps strength
+15.26 (31.96)%, MIP +6.66 (22.16)%, MEP +9.25 (26.74)%,
daily steps +17.66 (76.98)%], except for balance.
Conclusions: The protocol proved to be feasible, safe and able to
improve tailoring of the rehabilitative program.
Preliminary data and feasibility of an
early pulmonary rehabilitation program
in surgically treated lung cancer patients
P.F. Sobral Rebelo, C. Mainini, R. Bardelli, B. Kopliku, C. Tedeschi,
S. Fugazzaro
Unit of Physical and Rehabilitation Medicine, Istituto di Ricerca e Cura
a Carattere Scientifico, Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia
S. Tenconi, C. Rapicetta
Unit of Thoracic Surgery, Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico,
Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia
R. Piro
Unit of Pneumology, Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico,
Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia
S. Costi
Unit of Physical and Rehabilitation Medicine, Istituto di Ricerca e Cura
a Carattere Scientifico, Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia
Department of Biomedical, Metabolic and Neural Sciences, University
of Modena and Reggio Emilia, Italy
e-mail: [email protected]
Background: Non-Small Cell Lung Cancer is one of the most frequent cancers. The election treatment for Non-Small Cell Lung
Cancer is lung resection by increasing survival, nevertheless, it has
a relevant impact in patients quality of life and functional conditioning. Therefore there is a growing interest in investigating the po34
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
tential effects of a pulmonary rehabilitation programme, either before and after surgery, aiming to improve patients’ physical and
mental condition.
Aim: Assess the immediate and long-term effects of a perioperative pulmonary rehabilitation programme for lung cancer patients
surgically treated.
Methods: Single blinded randomised controlled trial. Participants:
suspected or diagnosed primary lung cancer (stage Ia-IIb) eligible
for surgical treatment. Standard care: one therapeutic educational
session the day before surgery and standard inpatient pulmonary
rehabilitation after surgery. Intervention group: standard inpatient
pulmonary rehabilitation after surgery; preoperative pulmonary rehabilitation (14 sessions – 6 outpatients and 8 home based) and
postoperative pulmonary rehabilitation (39 session – 15 outpatients and 24 home based), both based on aerobic, resistance and
respiratory training, including an educational component in the first
preoperative session and scar massage and gymnastic group in
the postoperative programme. Outcomes: Six-Minutes Walk Test,
Pulmonary Function Tests, Short Form-12 assessment questionnaire, Hospital Anxiety and Depression Scale, Numeric Rating
Scale, length of hospital stay and perioperative complications. Assessments: T0 – baseline; T1 – one day before surgery; T2 – one
month after surgery; T3 – six months after surgery.
Results: To date we enrolled 24 patients, 13 in the intervention group
and 11 in the control group. Mean age: 68,3; 8 female, 16 male. We
observed a good compliance in the preoperative programme (96.6%
outpatients and 83.7% home based). We will present updated data
at T0, T1 and T2 and the corresponding comparisons.
Conclusions: Preliminary data confirm the feasibility of the treatment plan and patients’ compliance to protocol.
References
[1] Brocki BC, Andreasen J, Nielsen LR, Nekrasas V, Gorst-Rasmussen A, Westerdahl E. Short and long-term effects of supervised versus unsupervised exercise training on health-related
quality of life and functional outcomes following lung cancer
surgery – a randomized controlled trial. Lung Cancer 2014;
83(1):102-108.
[2] Crandall K, Maguire R, Campbell A, Kearney N. Exercise intervention for patients surgically treated for Non-Small Cell Lung
Cancer (NSCLC): a systematic review. Surg Oncol 2014;23(1):
17-30.
Video call educational program
in CF adolescents
F. Timelli, A. Fogazzi, A. Vezzoli
FT Centro Regionale di Supporto per la Fibrosi Cistica di Brescia,
Ospedale dei Bambini, Brescia
A. Zorzi, V. Tradati
Psicologa Centro Regionale di Supporto per la Fibrosi Cistica di Brescia,
Ospedale dei Bambini, Brescia
S. Timpano, R. Padoan
Dirigente medico Centro Regionale di Supporto per la Fibrosi Cistica
di Brescia, Ospedale dei Bambini, Brescia
Background: Airway clearance technique (ACT) and inhalation
therapy (IT) are essential in the management of cystic fibrosis (CF)
lung disease, however their benefits depend greatly on patients’
adherence. Lack of adherence to ACT is proven to occur more than
50% of the times, being common in adolescents.
Aim: Aim of our study was to evaluate if a video call educational
program is able to improve a) knowledge of the sequence of administration of inhaled drugs; b) ability to prepare and perform the
session of IT and ACT; c) ability to clean the devices for physiotherapy and IT in a population of CF adolescents.
Methods: Prospective 6mo interventional, single-arm open-label
study. Inclusion criteria: Diagnosis of CF, aged 12-18ys, ability to
perform spirometry, informed consent. Eleven patient were enrolled
(5 M). At start, all patients filled a Q1 (available technologies and
informed consent) and a Q2 questionnaires (personal expectations). At the end, they completed a Q3 satisfaction questionnaire.
At start and end, spirometry and 6 minute walking test were performed. A physiotherapist monitored patients home-program via
video call 2 times/week for 45’ for 6 months. At start, after 3 and 6
months, a form was filled for each patient, evaluating session’s independence and awareness (a, b, c). Qualitative and quantitative
evaluation of the variables considered in Q2 and Q3 and in forms
filled during video calls were performed. To evaluate statistical significance, the chi-square test was used.
Results: 6/11 patients were pleased to participate, considering
this study an opportunity to maintain frequent contact with physiotherapists (36.6%) and a way to monitor their home-program
(45.5%). 9/11 adhered spontaneously. Only 1 patient was forced.
All patients consider ACT very important to maintain their health.
Their main expectations were to improve technique (54.5%), receive helpful advice (54.5%), show their independence (18.2%).
At end a greater awareness and self-government in ACT and IT
was evident. Changes in their knowledge and ability (a, b) were
statistically significant (p<0,0001). No improvement in ability of
devices cleaning/disinfection appeared. Q3 showed that ACT was
considered important although the efforts it requires. 9/11 were
pleased to participate as they have received helpful advice maintaining a contact with physiotherapists (55%). 7/11 felt emotionally
supported.
Conclusion: Video call could be a helpful therapeutic tool in a CF
scenario. In the short period ACT monitoring and educational interventions, performed by video call, improved patient’s ability and
knowledge, promoting patient’s independence and awareness.
Grant GILEAD
References
[1] Savage E, Beirne PV, Ni Chroinin M, Duff A, Fitzgerald T, Farrell
D. Self-management education for cystic fibrosis. Cochrane
Database Syst Rev. 2011 Jul 6;(7):CD007641.
[2] O’Donohoe R, Fullen BM. Adherence of subjects with cystic fibrosis to their home program: a systematic review. Respir Care.
2014 Nov;59(11):1731-1746.
[3] Homnick DN. Making airway clearance successful. Paediatr
Respir Rev. 2007 Mar;8(1):40-45.
Effects of a comprehensive multimodal
intervention program in patients with
obstructive sleep apnea syndrome
O. Garmendia, J.D. Martí, C. Embid, J.M. Montserrat
Servicio de Neumología, Unidad del Sueño, Hospital Clínic de Barcelona,
Barcelona, Spain
R. Torres-Castro
Servicio de Neumología, Unidad del Sueño, Hospital Clínic de Barcelona,
Barcelona, Spain
Departamento de Kinesiología, Facultad de Medicina, Universidad
de Chile, Chile
J. Vilaró
FCS Blanquerna, Grup de Recerca en Salut, Activitat Física i Esport
(SAFE), Universitat Ramon Llull, Barcelona, Spain
B. Roman Andrioni
Servicio de Endocrinología, Hospital Clínic de Barcelona, Barcelona,
España
J. Rodriguez
Programa de Bioestadística, Escuela de Salud Pública, Universidad
de Chile, Chile
Background: Obstructive sleep apnea syndrome (OSA) is characterized by repetitive obstruction of the upper airway during sleep,
and is associated with a wide range of health consequences such
as cognitive impairment, metabolic and cardiovascular diseases.
Physical activity is associated with a decrease in the prevalence of
OSA, improved sleep efficiency and the Epworth Sleepiness Scale
and recent evidence has shown that oropharyngeal exercises may
be useful in the treatment of OSA, reducing the snoring, subjective
sleepiness, AHI and improving the quality of life.
Aim: To investigate, in patients with moderate to severe OSA, the
effects of a combined general physical training program, oropharyngeal exercises and weight loss in the AHI.
Methods: We conducted a randomized clinical trial (clinicaltrials.
org: NCT02482480) and recruited participants in the Hospital Clinic, Barcelona, Spain. Patients were screened daily to identify adults
(≥40 and ≤85 years of age) with recently diagnosed moderate or
severe OSA (AHI ≥15 events/hour) and candidates for CPAP. We
excluded patients with body mass index (BMI) >40 kg/m, invaliding
somnolence affecting patients’ physical or daily activity and muscle-skeleton alteration impairing exercise practice. Patients were
evaluated by polysomnography and respiratory polygraphy, anthropometrical measurements, six minutes walking test (6MWT) and
symptoms and quality of life questionnaires. Participants in the intervention group followed a combined program based in general
physical activity, oropharyngeal exercises and diet control. Physical
activity consisted in 30 minutes walking along urban park tracks
for 8 weeks with 3 sessions/week (24 sessions in total). Participants in the control group received general recommendations regarding physical activity, diet and sleep hygiene.
Results: A total of 33 patients were screened, of whom 27 were
enrolled and randomized. The mean age was 63.7±12.2 years.
The mean of AHI index was 33.9±14.1 events/hour. Patients in the
intervention group presented a decrease before-after intervention
in body weight (86.9±16.4 vs 84.9±15.6; p=0.001), BMI (31.3±
4.9 vs 30.6±4.7; p=0.001), hip circumference (109.4±10.4 vs
108.1±9.7; p=0.022), and distance walked during 6MWT
(548.2±83.9 vs 567.1±85.3; p=0.013). No significant changes
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
35
were observed in the AHI index. In subjects with less than 60 years
old (n=6) AHI pre and post intervention decreased from 34.5±16.8
to 20.5±11.8 events/h (p=0.016), while in subjects older than 60
years (n=8) AHI increased from 30.4±9.1 to 38.5±13.9 events/h
(p=0.013).
Conclusions: A comprehensive community combined global and
oropharyngeal exercise and diet therapy program reduced body
weight and increased walking distance capacity of patients with
moderate to severe OSA. In patients under 60 years old, a significant decrease in AHI was achieved.
Transdiaphragmatic phrenic nerve pacing:
a case report
P. Subert, M. Giacomini, F. Curto
Department of Emergency, Niguarda Ca’ Granda Hospital, Milan
G. Stagni
Department of Spinal Unit, Niguarda Ca’ Granda Hospital, Milan
Introduction: Children with high cervical spinal cord injury (SCI)
suffer from respiratory muscle paralysis resulting in the need for
long-term mechanical ventilation tracheostomy [1,2]. While effective in maintaining life support, mechanical positive pressure ventilation is associated with significant negative attributes and adds to
the complexity of care of the individual [3,4]. In order to restore a
para-physiological ventilation, diaphragmatic pacing system (DPS)
through electrical stimulation of the intact phrenic nerve has been
proposed [5-7]. In selected patients, electrodes are placed on the
abdominal side of the diaphragm via laparoscopy which when they
stimulated lead to muscle contraction and ventilation [8,9]. This
technique is less invasive and risky than phrenic nerve stimulation
[10]. In literature very few case reports have been described using
DPS in children with high cervical SCI [1-3].
Aim: This case report aims to show the feasibility of DPS in a two
years old child.
Materials: F.A, a two years old child, suffered a traumatic cervical
SCI (C 2 ASIA A) in November 18th 2014 that caused tetraplegia
and respiratory muscle failure. In December 12th the child was
surgically tracheostomized (Bivona Pediatric Flextend TSS Cuff, ID
4,5, OD 6,7, L 48 mm) and he required continuous mechanical
ventilation. The patient was unable to be disconnected from the
ventilation with no misurable vital capacity. After one year from the
trauma, 4 percutaneous intramuscular diaphragmatic electrodes
were placed within the costal portion of each hemidiaphragm.
Methods: Immediately after the implantation, stimulation trials
have been provided both in supine and sitting position with deflated tracheal cannula and heat and moisture exchanger (HME). Cardiac frequency (FC), oxygen saturation (SpO2) and current volume
(VC) were monitored at the beginning, after two minutes and every
five minutes. Each trial stopped if FC >160 bm or SpO2 <95%, or
for patient discomfort. No stimulation with the speaking valve occurred for acute respiratory distress. Among the stimuli there was
an interval of at least one hour.
Results: The first stimuli lasted between 10’-12’ and at the third
day the child was able to maintain the DPS for more than two
hours. After three months from the implantation, the DPS is provided for 11 hours at night and for 6 hours during the day but not
36
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
consecutively. The diurnal stimulation is indeed limited by the fact
that the young child is unable to speak with the DPS and therefore
mechanical ventilation is still necessary for fonation. Further investigations are needed to overcome this limit. No other complications, such as infections or desaturations have been reported.
Conclusions: This case illustrates that the DPS can be safely implanted in children with high SCI, allowing them the benefits of
natural negative pressure breathing with their own diaphragms.
DPS appears to be effective and offers substantial benefits compared to entire positive mechanical ventilation with also significant
advantages in quality life. The greatest advantage is the increased
mobility that means the possibility for the parents to hold the baby
without obstacles caused by mechanical ventilator.
References
[1] Onders RM. First reported experience with intramuscular diaphragm pacing in replacing positive pressure mechanical ventilators in children. Journal of Pediatric Surgery 2011;46(1):
72-76.
[2] Onders RP. Diaphragm pacing stimulation system for tetraplegia in individuals injured during childhood or adolescence. The
Journal of Spinal cord Medicine.
[3] Tibballs JA. Diaphragmatic pacing: an alternative to long-term
ventilation. Anaesth Intensive Care 1991;19:597-601.
[4] Garara B. Intramuscular diaphragmatic stimulation for patients
with traumatic high cervical injuries and ventilator dependent
respiratory failure: A systematic review of safety and effectiveness. Injury 2016.
[5] Glenn WW. Diaphragmatic pacing by electrical stimulation of
the phrenic nerve. Neurosurgery 1985;17:974-984.
[6] Tedde ML. Diaphragmatic pacing stimulation in spinal cord
injury: anesthetic and perioperative management. Clinics
2012;67(11):1265-1269.
[7] Posluszny JA. Multicenter review of diaphragm pacing in spinal cord injury: Successful not only in weaning from ventilators but also in bridging to independent. Journal Of Trauma
and Acute Care Surgery 2014;76(2):303-310.
[8] Di Marco AF. Inspiratory muscle pacing in spinal cord injury:
Case report and clinical commentary. J Spinal cord Med
2006;29(2):95-108.
[9] Di Marco A. Phrenic nerve pacing via intramuscular diaphragm
electrodes in tetraplegic subjects. Chest 2005;127(2):671-678.
[10] Di Marco A. Phrenic nerve stimulation in patients with spinal
cord injury. Respiratory Physiology & Neurobiology 2009;169:
200-209.
Skeletal muscles’ strength and exercise
capacity in patients with Cystic Fibrosis
B. Tavola
Università degli Studi di Milano, CdL Fisioterapia
A.M. Bulfamante, F. Carta, S. Gambazza, A. Brivio, C. Colombo
Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico,
Centro di Riferimento Regionale Fibrosi Cistica
e-mail: [email protected]
Background: Cystic Fibrosis (CF) is a multisystem disease that
leads to a progressive loss of muscles’ strength and endurance.
However high levels of exercise capacity are associated with a
slower progression of lung disease, and are associated with increased survival [1], higher bone density and muscles’ strength [2].
Aim: To show a moderate correlation (rho=0.5) between exercise
capacity and skeletal muscles’ strength (quadriceps femoris) in patients with CF.
Materials and methods: Patients with CF, aged between 16 and
30 years old, regularly followed-up at the CF centre of Milan, performed spirometry (FEV1% pred), incremental exercise test (Godfrey protocol), the 1RM test for the evaluation of skeletal muscles’
strength and underwent nutritional evaluation (Body Max Index –
BMI – triceps, biceps, suprailiac, subscapular skinfolds) during
February-September 2015. All patients were clinically stable without contraindications to test procedures. Data are presented as
mean (standard deviation).
Results: 10 patients were recruited (5F): mean age was 21±3.4
years, mean BMI was 19.73±2.86 kg/m2, and mean FEV1 of
86.1±39.6% predicted; 2 patients have CF-related diabetes and 9
show pancreas insufficiency. Quadriceps femoris’ strength and exercise capacity (Wmax) showed a very strong correlation (rho =
0.8868, p=0.0006) as well as biceps brachii’s strength and Wmax,
positively correlated (rho=0.7012, p=0.0239). 50% of patients
performed a maximal test and only 10% had a normal exercise
response; Wmax reached 146±65.35 Watt, corresponding to 81%
of predicted. 1RM of the quadriceps femoris was 97.78±151.89
kg, while the one of biceps brachii was 9.10±4.24 kg. The nutritional evaluation revealed that patients who performed a maximal
test (Wmax > 93% Wmax pred.) have lower lean body mass and
higher BMI.
Conclusions: Evaluation of exercise capacity gives useful information for the care of patients with CF, especially if combined with
nutritional evaluation. However we need to further verify the correlation between exercise capacity, nutritional status and muscle
strength, taking into considerations other muscle groups and a
larger sample.
References
[1] Nixon PA, Orenstein DM, Kelsey FS, Doershuk CF. The prognostic value of exercise testing in patient with cystic fibrosis. N Engl
J Med 1992;327:1785-1788.
[2] Paranjape SM, Barnes LA, Carson KA, von Berg K, Loosen H,
Mogayzel PJ. Exercise improves lung function and habitual activity in children with cystic fibrosis. J Cyst Fibros 2012;11(1):
18-23.
Assessment of airways protection:
Voluntary and reflex cough in ALS patients
C. Zanetti, C. Enrichi, I. Koch, S. Rossi, F. Piccione, I. Battel
I.R.C.C.S. Fondazione Ospedale San Camillo, Rehabilitation Institute,
Lido di Venezia (VE)
e-mail: [email protected]
Background: The present study investigates the presence and
strength of reflex and voluntary cough in patients with Amyotrophic
Lateral Sclerosis (ALS). The assessment of cough provides information regarding the ability not only to expel food and/or liquids
that could be inhaled but also to maintain airway [1] clearance.
This assessment is particularly fundamental in patients with ALS
who have a deficit of the [2,3] respiratory muscles and inability to
generate inspiratory and expiratory flow.
Aims: The first goal of this study is to provide preliminary data of
the PCF of voluntary and reflex cough in ALS patients and to compare them with a control group of healthy subjects.
Methods: It has been recruited 6 healthy participants (2 female-4
male; age mean 58±19.3); 16 patients (9 female-8 male; age
mean 61.9±15.3) with a diagnosis of ALS. Exclusion criteria were
bulbar onset and presence of tracheostomy. Subjects were assessed by spirometer as follow: a) FVC; b) Vt; c) MEP; d) MIP; e)
Voluntary and reflex PCF [2,3]. Cough Reflex would be trigged by
the inhalation of 0.4M of citric acid solution using the ultrasonic
nebulizer connected with the spirometer via a bidirectional valve
[4]. To our knowledge PCF of reflex cough has not already been
investigated and this study was registered to clinicaltrails.gov.
Results: These preliminary data have shown that there is significant discrepancy between the PCF of Voluntary and Reflex Cough
in the group of ALS patients and also in health group (T-test p-value < 0.001). In ALS patient PCF of voluntary cough ranges from 86
to 452 l/min mean 231±107 and PCF of reflex cough from 0 to
261 l/min, mean 124±80. In healthy subject PCF of voluntary
cough ranges from 280 to 495 l/min mean 372±76 and PCF of
reflex cough from 72 to 265 l/min mean 151±56. There is moderate correlation (r=0.4; p < 0.05) between the PCF of voluntary and
reflex cough in both groups and also a signficative correlation between PCF of reflex cough and FVC (r=0.612 p-value < 0.05) in
ALS group.
Conclusions: The results show the preliminary data regarding the
assessment of reflex and voluntary PCF. This study is ongoing and
it is part of a broad study which aims to verify if the voluntary and
reflex PCF could be a prognostic value of tracheostomy intervention in order to limit the risk of emergency event.
References
[1] Miller RG1, Jackson CE, Kasarskis EJ, England JD, Forshew D,
Johnston W, Kalra S, Katz JS, Mitsumoto H, Rosenfeld J, Shoesmith C, Strong MJ, Woolley SC. Practice parameter update:
the care of the patient with amyotrophic lateral sclerosis: drug,
nutritional, and respiratory therapies (an evidence-based review): report of the Quality Standards Subcommittee of the
American Academy of Neurology. Neurology 2009;73(15):12181226.
[2] Bach JR, Goncalves MR. Pulmonary Rehabilitation in Neuromuscular Disorder and Spinal Cord Injury. Revista Portuguesa
De Pneumologia 2006;S27(7), Supl 1.
[3] Gruis KL1, Lechtzin N. Respiratory therapies for amyotrophic
lateral sclerosis: a primer. Muscle Nerve 2012 Sep;46(3):313331.
[4] Morice A, Fontana G, Belvisi M, Birring S, Chung K, Dicpinigaitis
P, et al. ERS guidelines on the assessment of cough. Eur Respir
J 2007;29:1256-1276.
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
37
eventi
ASSOCIAZIONE RIABILITATORI
dell’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
CORSI ARIR 2016
Potete trovare i programmi dettagliati dei corsi e le modalità di iscrizione sul sito
www.arirassociazione.org
L’uso dell’ecografia del torace in Fisioterapia Respiratoria
Milano, 14 maggio 2016
Obiettivi
L’ecografia toracica è oggi considerata come un valido esame
diagnostico integrativo, ed in alcuni casi sostitutivo, di altre
tecniche radiologiche per immagini. Essa può rappresentare
un valido strumento nella integrazione alla valutazione
funzionale del paziente con patologia pleuropolmonare.
L’accuratezza delle moderne strumentazioni ecografiche
portatili permette di individuare e monitorare alterazioni
pleuropolmonari con elevata sensibilità e specificità, ma
anche di monitorare dinamicamente gli effetti degli interventi
terapeutici e riabilitativi sulla ventilazione e la meccanica
respiratoria. L’obiettivo del corso è di formare, dal punto di
vista teorico e pratico, il fisioterapista respiratorio all’utilizzo
dell’immagine ecografica come complemento agli strumenti
di valutazione funzionale già in suo possesso, per meglio
guidare le scelte terapeutiche e verificarne gli effetti in tempo
reale e non invasivo.
Orari
Ore 8.30 registrazione
partecipanti
Ore 9.00 inizio corso
Ore 18.30 fine corso
Docenti
A. Gramegna
I. Righi
Quote di partecipazione
> Soci ARIR:
€ 130,00 (IVA inclusa)
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 190,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 170,00 (esente IVA)
Il corso è in fase
di accreditamento
presso la Commissione
Nazionale ECM per la
figura professionale
del Fisioterapista
La gestione delle problematiche respiratorie in età pediatrica: ospedale e territorio, per una continuità
assistenziale
Firenze, 21-23 ottobre 2016
AOU Meyer, Ospedale Pediatrico
Obiettivi
Il corso si rivolge a fisioterapisti che operano sul territorio e
si propone di facilitare la presa in carico di pazienti cronici
con particolare complessità clinica, il cui crescente numero è
la diretta conseguenza della maggiore aspettativa di vita
dovuta al miglioramento della assistenza e delle tecniche
rianimatorie in senso lato. L’obiettivo principale è quello di
formare i fisioterapisti per acquisire competenze di base sulla
gestione delle problematiche respiratorie per rendere
possibile una collaborazione fattiva tra l’Ospedale e le ASL di
residenza di tali pazienti e poter assicurare loro un più
elevato livello di assistenza, migliore anche per facilità di
gestione da parte dei familiari dei pazienti.
Durante il corso verranno affrontate le tecniche di clearance
di più comune impiego, ma anche quelle che si avvalgono di
dispositivi relativamente complessi, valutandone indicazioni,
controindicazioni e rischi clinici. Verranno illustrate le
principali tecniche di riespansione polmonare e di assistenza
alla tosse, di aspirazione oro-nasofaringea e verrà trattato il
capitolo della care nei bambini portatori di cannula
tracheostomica, aspirazione compresa.
Verranno forniti elementi per valutare gli aspetti legati alla
disfagia al fine di migliorare la transdisciplinarietà in
relazione alle competenze logopediche. Il corso, verrà
suddiviso in sessioni teoriche e pratiche, con discussione di
casi clinici simulati con tempi pianificati per lo scambio
interattivo tra docenti e discenti.
38
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
Orari
21-22 ottobre
8.30-18.00
23 ottobre
8.30-12.30
Docenti
A. Barbanotti
A. Brivio
B. Ferrari
D. Innocenti
S. Zuffo
Quote di partecipazione
> Soci ARIR:
€ 230,00 (IVA inclusa)
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 320,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 300,00 (esente IVA)
Il corso è in fase
di accreditamento
presso la Commissione
Nazionale ECM per la
figura professionale
del Fisioterapista
Giornata ARIR: Fisioterapia respiratoria al domicilio: con e senza gli attrezzi del mestiere
Milano, 19 novembre 2016
Obiettivi
Come ogni anno l’Associazione organizza una giornata monotematica su un argomento di interesse generale. Quest’anno
ARIR offre gratuitamente ai propri soci e agli studenti di tutte
le edizioni del Master in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria l’occasione di confronto, informazione e formazione
sulla gestione delle problematiche respiratorie nel paziente
domiciliare. In questi ultimi anni si è assistito ad un aumento
delle richieste di interventi riabilitativi al domicilio,
soprattutto in funzione alternativa al ricovero.
L’intervento si è dimostrato fondamentale per mantenere lo
stato di salute del paziente e utile nel concorrere a ridurre le
ospedalizzazioni e l’impatto economico per la sanità
pubblica. Il fisioterapista respiratorio deve essere in possesso
delle necessarie competenze per valutare le reali necessità e
potenzialità del paziente per poter realizzare un progetto
terapeutico e riabilitativo adeguato al setting. L’evento vuole
fornire ai partecipanti, attraverso il confronto con i
professionisti coinvolti, modalità operative per affrontare
appropriati e efficaci programmi domiciliari al fine di
ottimizzare gli interventi, promuovendo la continuità di cura
e l’integrazione di obiettivi condivisi con il paziente, i
familiari, i care givers e con tutti gli attori delle cure e
dell’assistenza domiciliare.
Orari
Ore 8.30-9.00
registrazione partecipanti
Ore 9.00 inizio corso
Ore 18.30 fine corso
Quote di partecipazione
Gratuita per soci ARIR e
studenti di tutte le edizioni
del Master di Fisioterapia e
Riabilitazione Respiratoria
Docenti
In fase di definizione
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 190,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 170,00 (esente IVA)
Il corso è in fase
di accreditamento
presso la Commissione
Nazionale ECM per la
figura professionale
del Fisioterapista
Corso base di riabilitazione respiratoria
Milano, 14-18 dicembre 2016
Obiettivi
Il corso base, articolato su cinque giornate, si pone
l’obiettivo di fornire gli strumenti operativi e le conoscenze
teoriche in linea con i nuovi orientamenti in tema di
fisioterapia e riabilitazione respiratoria.
Verranno trattate le basi di fisiologia e fisiopatologia respiratoria, le principali indagini strumentali, l’inquadramento e
valutazione del paziente con problematiche respiratorie,
sviluppando frontalmente e con esercitazioni pratiche
specifiche le tecniche di disostruzione, il riallenamento allo
sforzo, l’utilizzo della pressione positiva e della ventilazione
non invasiva, interventi cardine della professione.
Orari
14 dicembre
12.30-18.30
15-17 dicembre
8.30-18.00
18 dicembre
8.30-15.00
Docenti
A. Bellofiore
R. Bellini
F. D’Abrosca
M. Lazzeri
S. Mariani
C. Martorana
G. Piaggi
Quote di partecipazione
> Soci ARIR:
€ 490,00 (IVA inclusa)
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 600,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 570,00 (esente IVA)
Il corso è in fase
di accreditamento
presso la Commissione
Nazionale ECM per la
figura professionale
del Fisioterapista
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
39
Informazioni generali
per la partecipazione alle iniziative ARIR
SEGRETERIA SCIENTIFICA:
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:
Angela Bellofiore
Sara Mariani
Emilia Privitera
Martina Santambrogio
Victory Project Congressi Srl
[email protected]
Tel. 02 89053524
Fax 02 201395
Iscrizione
Attenzione
Per accedere al corso inviare la scheda di iscrizione tramite
fax 02 201395 o e-mail [email protected] o iscriversi
dal sito www.arirassociazione.org, allegando copia dell’avvenuto pagamento, previo contatto con la segreteria organizzativa per verificare l’effettiva disponibilità dei posti.
Per informazioni rivolgersi a:
Victory Project Congressi Srl
[email protected]
Tel. 02 89053524 - Fax 02 201395
Pagamento iscrizione
Il saldo della quota di iscrizione deve essere effettuato entro e non oltre 30 gg. dall’inizio dell’iniziativa scelta. Si
prega di inviare copia del bonifico bancario alla Segreteria
Organizzativa.
Nota bene: nella causale del versamento va specificato con
esattezza il nome del partecipante ed il titolo dell’iniziativa cui il pagamento si riferisce.
Modalità di pagamento
Tramite bonifico bancario a favore di:
Victory Project Congressi Srl
Bonifico bancario sul seguente conto corrente:
Conto corrente bancario 9340484 intestato a
Victory Project Congressi Srl
Unicredit Banca - Agenzia 21903 - Via C. Poma, Milano
IBAN: IT58 Z 02008 09403 00000 9340484
40
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
L’accettazione all’iniziativa scelta è subordinata alla data
del bonifico di pagamento, pertanto si invita il partecipante a trasmettere tempestivamente alla Segreteria Organizzativa l’avvenuto versamento. L’accettazione
dell’iscrizione verrà comunicata dalla Segreteria stessa
tramite email. Le iscrizioni in esubero, saranno (a discrezione del partecipante) considerate valide per il corso successivo. La
disdetta dell’iscrizione sarà interamente rimborsata
(escluse spese di segreteria 30 e) se verrà comunicata alla
Segreteria Organizzativa via fax entro 20 gg. della data di
inizio del corso.
Dipendenti di Enti Pubblici
Per le iscrizioni fatte da Enti Pubblici la fattura sarà emessa in assenza di IVA secondo l’art. 10 DPR 633/72 a ricevimento di un’attestazione scritta da parte dell’Ente alla
scheda di iscrizione e al bonifico bancario.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: la quota scontata è esclusivamente riservata ai Soci (fisioterapisti e medici) in regola con l’iscrizione. La scelta della quota di partecipazione deve fare riferimento all’intestatario della fattura e
non al partecipante.
Fisioterapisti neolaureati
Per i fisioterapisti laureati negli anni accademici 2014-15 o
2015-16 è prevista una riduzione del 10% dalla quota socio.
Scheda di iscrizione
Compilare la scheda in stampatello
SCHEDA DI ISCRIZIONE da inviare alla Segreteria Organizzativa unitamente a copia dell’avvenuto pagamento
Victory Project Congressi srl – Via Poma, 2 – 20129 MILAN, Italy – Tel. 02 89 05 35 24 – Fax +39 02 20 13 95 – [email protected]
(si prega di compilare la scheda in stampatello in tutte le sue parti)
Cognome..............................................................................................................Nome.......................................................................................................................
Nato a...................................................................................................................il.............................................................................................................................
Socio ARIR  Socio AIPO 
Socio AIFI o N. socio........................................... Scadenza iscrizione ......................................................... Non Socio ARIR o AIPO 
Via/piazza....................................................................................................................................................................................................... N. ...............................
CAP.................................................Città....................................................................................................................................................... Prov. ...........................
Tel................................................................................Fax.........................................................................Cell. ..............................................................................
E-mail (scrivere chiaramente: obbligatoria per ricevere conferma iscrizione) .........................................................................................................................................
Codice fiscale
Partita IVA
Professione........................................................................................................... Specialità.................................................................................................................
Se diverso dall’iscritto intestare la Fattura a:....................................................................................................................................................................................
Via/piazza....................................................................................................................................................................................................... N. ...............................
CAP.................................................Città....................................................................................................................................................... Prov. ...........................
Partita IVA
Il saldo della quota di iscrizione deve avvenire entro un mese dall’inizio del corso. Per le iscrizioni fatte da enti pubblici, la fattura sarà emessa in assenza di IVA su richiesta
dell’interessato e a ricevimento di un’attestazione scritta da parte dell’Ente da allegare alla copia del bonifico. La disdetta dell’iscrizione sarà interamente rimborsata (escluse
spese di segreteria 30 €) se verrà comunicata alla Segreteria Organizzativa via fax entro 20 gg. della data di inizio del corso.
In allegato invio fotocopia dell’avvenuto bonifico bancario per l’importo di € .............................................................................................................................................
EFFETTUATO a favore di: Victory Project Congressi Srl – Bonifico bancario sul seguente conto corrente: Victory Project Congressi Srl - c/c 9340484 intestato a
Victory Project Congressi Srl Unicredit Banca - Agenzia 21903 - Via C. Poma, Milano - IBAN: IT58 Z 02008 09403 00000 9340484
Causale: Titolo corso e nome iscritto
Autorizzo,ai sensi del D Lgs. 196 del 30/6/2003 la Segreteria del Corso al trattamento dei miei dati personali contenuti nel presente modulo per le finalità di
organizzazione e gestione del Corso suddetto.
Data.....................................................................................................................Firma....................................................................................................................
Iscrizione al corso:

L’uso dell’ecografia del torace in Fisioterapia Respiratoria
Milano, 14 maggio 2016

La gestione delle problematiche respiratorie in età pediatrica:
ospedale e territorio, per una continuità assistenziale
Firenze, 21-23 ottobre 2016

Giornata ARIR: Fisioterapia respiratoria al domicilio:
con e senza gli attrezzi del mestiere
Milano, 19 novembre 2016

Corso base di riabilitazione respiratoria
Milano, 14-18 dicembre 2016
Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
41
Istruzioni per gli autori
La Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria accetta lavori
scientifici, in lingua italiana e/o inglese, inerenti la ricerca e le osservazioni cliniche pertinenti alla fisioterapia e riabilitazione respiratoria.
Invio del Manoscritto
I manoscritti devono essere inviati per mezzo e-mail al seguente indirizzo:
[email protected] oppure al direttore in carica all'indirizzo
[email protected].
I lavori devono essere accompagnati da una richiesta di pubblicazione e da
una dichiarazione, firmata da tutti gli autori, che il manoscritto non è stato inviato ad altra rivista. La segreteria editoriale invierà comunicazione di ricevimento del manoscritto. Vengono presi in considerazione per la pubblicazione
articoli originali, revisioni, expert-opinion, editoriali, case report, note tecniche e
lettere al direttore.
Preparazione del Manoscritto
I manoscritti devono pervenire in formato .doc o .rtf, con pagine progressive
numerate, utilizzando carattere 12, interlinea doppia. È necessario redigere il
manoscritto secondo il seguente ordine: Titolo, Autori, Abstract, Parole chiave,
Testo e Bibliografia.
Pagina di Titolo
Nella prima pagina dovrà essere indicato:
Titolo: iniziali e cognome degli autori, denominazione ed indirizzo del centro di
appartenenza degli autori, indirizzo completo con numeri telefonici, fax ed
e-mail dell’autore al quale inviare le comunicazioni.
Abstract: deve essere obbligatoriamente redatto in italiano ed inglese, strutturato con: premessa, scopo, metodi, risultati e conclusioni, della lunghezza massima di 250 parole.
Parole chiave: in numero massimo di 5, in italiano ed inglese, conformi alle
norme dell’Index Medicus.
Pagine di Testo
Il testo deve essere suddiviso in: Introduzione, Materiali e Metodi, Risultati,
Discussione, Conclusioni e Ringraziamenti. La lunghezza del testo di articoli di
revisione ed articoli originali non deve eccedere le 4000 parole.
Bibliografia
Le citazioni bibliografiche devono essere segnalate nel testo con numeri arabi
in ordine progressivo di apparizione, posti fra parentesi, e devono essere elencate seguendo la medesima numerazione, secondo lo stile utilizzato nell’Index
Medicus (Vancouver), come mostrato nei seguenti esempi:
Lavoro pubblicato su rivista: 1. Noseda A, Carpiaux JP, Schmerber J, Yernault
JC. Dyspoea assessed by visual analogue scale in patients with chronic obstructive lung disease during progressive and high intensity exercise. Thorax
1992;47:363-368.
Se un articolo citato è in corso di stampa, è necessario allegare al manoscritto
due copie dello stesso.
Libro e Monografia: 2. Muiesan G, Sorbini CA, Grassi V. Pneumologia. UTET,
Torino, 1987:25-28.
Capitolo di un libro a contributi: 3. Raschi S, Costantini D. Meccanismi fisiopatologici dell’ostruzione bronchiale. In: Brivio A, Lazzeri M, Oliva G, Zampogna E. La
Disostruzione bronchiale. Dalla teoria alla pratica. Masson, Milano, 2001:3-9.
Fonti internet
4. American Association of Respiratory Care. A guide to Aerosol Delivery Device
for Respiratory Therapists.
http://www.irccouncil.org/newsite/members/. Consultato il 03/05/2013.
Ai lettori
Tabelle
Le tabelle devono completare il testo, evitando ripetizioni dello stesso. Devono
essere numerate in ordine progressivo e richiamate nel testo. Ogni tabella deve essere intestata. Tutte le tabelle devono essere fornite in formato .doc. La
legenda delle tabelle deve essere scritta alla fine del testo, dopo le Conclusioni.
Il materiale estrapolato da altre fonti deve essere accompagnato da permesso
scritto dell’autore e dell’editore.
Figure
Tutte le figure devono essere numerate in ordine progressivo e richiamate nel
testo. Le didascalie devono essere riportate nella Pagina di Testo, dopo le Conclusioni. Il materiale estrapolato da altre fonti dovrà essere accompagnato da
permesso scritto dell’autore e dell’editore. Le figure devono pervenire in un file
separato, formato .xls o .jpeg.
Statistica
È necessario definire chiaramente la/le misura/e di outcome ed illustrare sinteticamente i metodi statistici standard utilizzati, altrimenti descriverli per esteso.
Le variabili normalmente distribuite devono essere riportate come media e deviazione standard (DS). Nel caso di distribuzioni non normali, utilizzare la mediana e il range interpercentile. Il P-value dovrebbe essere sempre riportato e
presentato come uguaglianza, quando possibile, con una o due cifre decimali
(e.g. P = 0,03 e non P < 0,05). In presenza di P value molto piccolo, riportarlo
a P < 0,001. Per ulteriori informazioni, consultare SAMPL Guidelines
(www.equatornetwork.org).
Case Report e Note tecniche: La rivista accetta anche brevi comunicazioni,
casi clinici di particolare interesse scientifico e note tecniche relative a strumentazioni o metodiche utilizzate. La lunghezza del manoscritto, compilato secondo le norme sopra esposte, non deve superare le 2000 parole, e non deve
contenere più di 10 riferimenti bibliografici.
Lettere al direttore: Potranno riguardare argomenti di particolare rilevanza scientifica, o commentare articoli comparsi sulla rivista. Il manoscritto non dovrà superare le 1000 parole e citare fino a 5 riferimenti bibliografici.
Abbreviazioni, Unità di misura, Nomi di Farmaci: La prima citazione di un’abbreviazione deve essere preceduta dal termine per esteso. Quando possibile utilizzare
abbreviazioni riconosciute (es: COPD, EPP). Le unità di misura devono essere
espresse secondo i sistemi internazionali. Utilizzare il nome generico dei farmaci.
Revisioni o Referee: Gli autori sono invitati ad indicare i nomi dei possibili revisori. La redazione si avvarrà di revisori scientifici anonimi per la revisione del
lavoro e l’eventuale pubblicazione potrà avvenire con o senza richiesta di correzione. Gli autori verranno informati della accettazione o meno del manoscritto entro sei settimane dall’invio.
Conflitto di interesse: Il conflitto di interesse è un rapporto di interesse finanziario, o intellettuale, o un altro insieme di circostanze che può ragionevolmente comportare (o ragionevolmente essere percepito da altri come aver comportato) un cambiamento del giudizio o comportamento degli autori ed aver influito sulla stesura del manoscritto. Tutti gli autori devono fornire una lista dei potenziali conflitti di interesse relativi al manoscritto, e tale lista verrà specificata
dopo il titolo. L’assenza di conflitto di interesse va dichiarata e firmata su apposito modulo da ciascun autore al momento della sottomissione dell’articolo.
Trattamento etico dei pazienti/soggetti in studio
Per ciascuno studio che includa pazienti o soggetti umani è necessario specificare l’organismo di controllo che ha supervisionato e approvato lo studio (istituzioni locali, comitato di revisione, comitati etici, etc). Gli autori devono specificare se è stato ottenuto un consenso informato dai pazienti per le procedure
cui sono stati sottoposti e per il trattamento dei dati personali sensibili.
ARIR si impegna a rispettare i più alti standard etici per la pubblicità presente sulla rivista e a garantire l’idoneità di prodotti e servizi pubblicizzati. ARIR non è responsabile per
prodotti, servizi o aziende pubblicizzati, o per reclami da essi derivanti. La presenza pubblicitaria di prodotti, servizi o aziende sulla rivista non implica il coinvolgimento dell’ARIR
in pubblicità collaterali. ARIR garantisce che la pubblicità che appare sulla rivista non è in contrasto con i principi e gli obiettivi dell’Associazione.
La rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria è spedita in abbonamento postale. L’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato per l’invio di questa e di altre pubblicazioni. Ai sensi ed in conformità con l’art. 10 Legge 31 dicembre 1996, n. 675, MIDIA informa che i dati inseriti nell’indirizzario della rivista e quelli ricevuti via fax o lettera
di aggiornamento verranno archiviati nel pieno rispetto delle normative vigenti e saranno utilizzati a fini scientifici. È nel diritto del ricevente richiedere la cessazione dell’invio
della rivista e/o l’aggiornamento dei dati in nostro possesso.
42
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1
[…] Questi editoriali sono purtroppo
Antonio Schiavulli
Antonio Schiavulli
20 di guerra
20 di guerra
1995-2015
sorprendentemente attuali: se il lettore
confronterà gli argomenti di quelli
recenti con quelli di 10 o 20 anni fa
si accorgerà che alla fine siamo sempre
venti anni di medicina respiratoria e altro
attraverso gli editoriali di Pneumorama
lo stesso paese dell’immobilismo frenetico.
presentazione di
Nicolino Ambrosino
Antonio Schiavulli ha fatto un’operazione
intelligente e direi necessaria che va al
di là della celebrazione del ventennale
di Pneumorama e del ricordo della Storia,
dei problemi della Pneumologia
(Pneumologie?) e dei suoi (loro?)
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piccoli/grandi personaggi.
La rilettura di questi editoriali
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all’emitorace destro e dispnea
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7 COUNTERPOINT: La malattia
chirurgica
controindicazione per la resezione
per i tumori del solco superiore? No
CORRESPONDENCE
Wilson W. Li; Jacobus A. Burgers e Coll.
Dell’Anna e Coll.
Domenico Luca Grieco; Antonio Maria
Risposta–Cenk Kirakli; Ilknur Naz e Coll.
60 Il ruolo della resezione endoscopica
e Silvestri
11 Risposta dei Dottori Tanner
Nichole T. Tanner; Gerard A. Silvestri
nei tumori carcinoidi tipici non invasivi
12 Risposta del Dottor Li e collaboratori
Wilson W. Li; Jacobus A. Burgers e Coll.
Simone Scarlata; Raffaele Antonelli Incalzi
Risposta–Dan J. Raz
ORIGINAL RESEARCH
Borja G. Cosio; Joan B. Soriano e Coll.
processo
23 Vari meccanismi implicati nel
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di invecchiamento sono alterati nella
64 Livelli sierici di citochine e depressione
miocardica in corso di sepsi. È questa
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Tabaccologia
Aspetti nutrizionali e patologie polmonari
croniche ostruttive: quale influenza?
3-2015 | xxxxxx
xxxxxxxxxxx
1 | 2016
1
ANNO XIV
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di Tabaccologia-SITA
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Official Journal
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co Day 2016
L’agopuntura
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Inquinamento indoo
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BPCO e alimentazi , bici e nuoto
Nordic Walking, corsaedusa per la vita
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news.it
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tion
La Guerra delle
Riviste
sulle sigarette Scientifiche
elettroniche
Cina: il celeste
impero del tabac
co
Il laboratorio
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come setting
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favorente la smok
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L’utilizzo degli
“SMS” come
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co
A proposito di
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Primavera
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Conoscere per capire, capire per crescere
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e Coll.
Elio Antonucci; Fabio Silvio Taccone
e infortuni
65 Apnea ostruttiva notturna (OSA)
33 CHEST INFECTIONS
- Aut. Trib. Monza n. 1552 del 13/12/2001
Francesca M. Trovato; Giuseppe Musumeci
Risposta–Hiroshi Sekiguchi; Ognjen Gajic
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Il direttivo ARIR
differenziale delle cause di insufficienza
respiratoria
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Definizione di Sindrome da Overlap
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Decima edizione del Master in Fisioterapia
e Riabilitazione Respiratoria
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62 Limiti dell’ecografia toracica
14 COPD
Erica P. A. Rutten; Poornima Gopal e
in questo numero
dall’intubazione
58 Adaptive support ventilation
all’estubazione. Una nota di cautela
- legge 662/96 - Filiale di Milano
1566 del 02/01/2002
AND SLEEP PEARLS
PULMONARY, CRITICAL CARE,
ricorrente
54 Donna di 34 anni con dolore
Nichole T. Tanner; Gerard A. Silvestri
Le
PerIOdICO trImestrA
Rivista Italiana Gli occhi
di Fisioterapia della speranza
e Riabilitazione
Respiratoria
ANNO XIV NUMERO TRE
SETTEMBRE-DICEMBRE 2015
Bandarn Suetrong; Keith R. Walley
per la resezione chirurgica per i tumori
del solco superiore? Sì
Filiale di Milano - Aut. trib. Monza n.
IN questo NuMeR
Implicazioni per la diagnosi e il trattamento
controindicazione
4 POINT: La malattia N2 è una
Place, 24 aprile 2015.
o
▶ Riflessioni sul ruolo del
medico oggi
L. Trianni
▶ Infiammazione e BPCO. Quale dieta
M. Baroni
▶ Effetto nocebo e aderenza
G. Oliva, R.M.V. Nobili
▶ Quando il trattamento chirurgico
del chilotorace?
M.Cortale, S.Lovad
ina
▶ Rane, ranocchi e principi azzurri
V. Donizetti
▶ È nata la SIP-IRS
▶ Commenti della letteratura interna
zionale
M. Vitacca, A. Sacchett
▶ Dove si nasconde l’eticaa, M. Malerba
solo anaerobiosi.
44 L’acidosi lattica nella sepsi: non
POINT AND COUNTERPOINT
- art. 2 comma 20/B - legge 662/96 -
Bruxelles, La Grand
IN CRITICAL
CONTEMPORARY REVIEWS
CARE MEDICINE
1 Asma-BPCO Overlap
Peter J. Barnes
Periodico trimestrale Sped. in A.P. 45%
- Aut. trib. Monza
- Filiale di Milano
- legge 662/96
- art. 2 comma 20/B
Sped. in A.P. 45%
Periodico trimestrale
Organo Ufficiale
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
registrazione tribunale2014
n.1274 del 11 aprile
Faraboni
Rivista Italiana
di Medicina
Respiratoria
Anno XXII
Numero 82
CHEST Edition
ITALY
Numero 1
Primavera 2016
di trieste
e sALute
Foto: Maurizio
1 | 2016
n. 1116 del 2/10/95
PNEUMORAM
ISSN 1970-4925
A
NS
E G E O F C H E S T P H YSIC I A
O F T H E A M E R IC A N C O L L
O F F IC I A L P U B L IC AT IO N
EDITORIAL
Anno IX
Numero 33
RESPIRO
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