Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
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Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
Organo Ufficiale Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria ANNO XV NUMERO UNO GENNAIO-APRILE 2016 in questo numero Rimini 3 rd International Conference on Respiratory Physiotherapy “You take my breath away...” Periodico quadrimestrale Sped. in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - Filiale di Milano - Aut. Trib. Monza n. 1552 del 13/12/2001 Il direttivo ARIR Il Mare d’Inverno N. Ambrosino Il fisioterapista respiratorio in Italia, tra specializzazione e riconoscimento: risultati di un questionario conoscitivo C. Simonelli, T. Galli, A. Sanniti, V. Fabbri Riassunti delle presentazioni congressuali (congresso ARIR) D. Hess Questo numero ha ricevuto un supporto finanziario da: Vivisol Ventiloterapia domiciliare Con oltre 275.000 pazienti serviti ogni giorno in Europa, mkr / Vtdp ubb.it/reV00.2 01 5 vivisol offre le migliori soluzioni per la terapia domiciliare delle patologie respiratorie. 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D’Abrosca e sAlute RESPIRO registrazione tribunale2014 n.1274 del 11 aprile strAle PerIOdICO trIme Numero 4 Inverno 2015-16 RESPIRO registrazione tribunale di trieste n.1274 del 11 aprile 2014 rIVIstA d’INformAzIoNe, AmbIeNte e sAlute PerIodICo trImestrAle Arte, salute del cuore rIvIstA d’INFOr mAzIONe, AmBIeNt Asma e allergie: un cane fa bene Patologie polmonari professionali Acque termali e aria di montagna Clima e vino: wine change? www.respironews.it Anno IX Numero 33 Numero 1 Primavera 2016 registrazione tribunale n.1274 del 11 aprile di trieste 2014 PerIOdICO trIme strALe Pia oMaggio gratuita - Co l’arte è terapia! Distribuzione DIAMO UN CALCIO AL FUMO! Distribuzione gratuita CoPia oMaggio oMagg gratuita CoPia Distribuzione CO Prevenzione e BP il cuore Camminando per attenti a quei due Alcol e respiro... ni: la spirometria Controllo dei polmo di vita ra est pal Arbitraggio, ws.it Ne ro Pi www.res e e sALute Gli occhi della speranza io Prevenzione. rdi Non è troppo ta Anno VIII Numero 32 Faraboni rIVIstA , AmBIeNte d’INfOrmAzIONe Numero 3 5 Autunno 201 di trieste Foto: Maurizio RESPIRO Anno VIII Numero 31 Inquinamento indoor BPCO e alimentazi one Nordic Walking, cor Fuocoammare. Lam sa, bici e nuoto pedusa per la vita www.respi ronews.it Primavera è rinascita Sostenere RESPIRO ha valore di impegno sociale e contribuisce alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla prevenzione delle malattie respiratorie www.midiaonline.it www.respironews.it • • • • • Numero Verde 800 010 033 Linde Medical Hub Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 3 MADE IN ITALY Da oggi la fisioterapia respiratoria ha un nuovo alleato: Flaem ProLine®. Solo per professionisti. Vibroflow® NeoSpire® AspiraGo30® AirPro3000Plus® Unico dispositivo polifunzionale che garantisce una rimozione rapida ed efficace delle secrezioni; combina due efficaci tecnologie in ambito di disostruzione bronchiale, le vibrazioni e un sistema PEP, alla funzione di nebulizzazione. 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Medical Product Group [email protected] www.flaem.it Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Anno XV Gennaio-Aprile 2016 - NUMERO 1 Editor-in-Chief Direttore Responsabile Mara Paneroni Fisioterapista, Lumezzane (BS) Direttore Scientifico Gabriela Ferreyra Fisioterapista, Torino Deputy Editor Simone Gambazza Fisioterapista, Milano Associate Editors Enrico Clini Pneumologo, Modena Vincenzo Squadrone Intensivista, Torino Michele Vitacca Pneumologo, Lumezzane (BS) Editorial Office Clizia Cazzarolli Fisioterapista, Verona Tiziana Galli Fisioterapista, Lumezzane (BS) Barbara Garabelli Fisioterapista, Milano Antonella Occhi Fisioterapista, Ferrara Elena Repossini Fisioterapista, Busto Arsizio (VA) Manuela Saleri Fisioterapista, Lumezzane (BS) Antonella Sanniti Fisioterapista, Cremona Carla Simonelli Fisioterapista, Lumezzane (BS) Editorial Board Roberto Adone Fisiatra, Milano Nicolino Ambrosino Pneumologo, Pisa Sergio Arlati Intensivista, Milano Paolo Banfi Pneumologo, Milano Francesco Blasi Pneumologo, Milano Cesare Braggion Pediatra, Firenze Annalisa Carlucci Pneumologo, Pavia Piero Ceriana Pneumologo, Pavia Roberto Cosentini Pneumologo, Milano Diana Costantini Pediatra, Milano Erminia D’Amanzio Fisioterapista, Varese Pamela Frigerio Fisioterapista, Milano Giancarlo Garuti Pneumologo, Correggio (RE) Giuseppe Gaudiello Fisioterapista, Milano Maurizio Grandi Pneumologo, Costa Masnaga (CO) Cesare Gregoretti Intensivista, Torino Salvatore Maggiore Intensivista, Roma Sara Mariani Fisioterapista, Milano Cristina Martorana Fisioterapista, Milano Stefano Nava Pneumologo, Bologna Lino Nobili Neurologo, Milano Rita Maria Nobili Psicologa, Milano Mario Nosotti Chirurgo, Milano Giovanni Oliva Fisioterapista, Milano Franco Pasqua Pneumologo, Roma Vincenzo Patruno Pneumologo, Udine Luciana Ptacinski Fisioterapista, Milano Paola Quadrelli Fisioterapista, Massa Mario Ravini Chirurgo, Milano Elena Repossini Fisioterapista, Busto Arsizio (VA) Luigi Santambrogio Chirurgo, Milano Debora Scorsone Fisioterapista, Genova Maurizio Sommariva Fisioterapista, Milano Antonio Spanevello Pneumologo, Tradate (VA) Soo-kyung Strambi Fisioterapista, Pisa Tartali Chiara Fisioterapista, Verona Andrea Vianello Pneumologo, Padova Elisabetta Zampogna Fisioterapista, Tradate (VA) Organo Ufficiale Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Periodico quadrimestrale Reg. Tribunale di Monza n° 1552 del 13 dicembre 2001 Spedizione in A.P. 45% art. 2 comma 20/B legge 662/96 Filiale di Milano Direzione Via F.lli Kennedy, 1L 25080 Mazzano (BS) [email protected] Redazione c/o MIDIA Edizioni Progetto Grafico MidiaDesign Grafica e stampa Artestampa srl Galliate Lombardo (VA) Pubblicità e Marketing Midia srl Edizione Midia srl Via Cesare Beccaria, 3 34133 Trieste Tel. +39 040 3720456 Fax +39 040 3721012 [email protected] www.midiaonline.it Questo periodico viene spedito in abbonamento postale Prezzo copia e 10,00 Abbonamento a 3 numeri e 30,00 da versare sul C/C postale n° 34827204 intestato a Midia srl Via Cesare Beccaria, 3 - 34133 Trieste L’abbonamento è gratuito per i soci ARIR. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione di testi e immagini senza il permesso scritto dell’Editore. Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Sommario Comunicato del direttivo Rimini 3rd International Conference on Respiratory Physiotherapy “You take my breath away...” Il direttivo ARIR ............................................................................................................10 Editoriale Il Mare d’Inverno N. Ambrosino ................................................................................................................11 Lavoro originale Il fisioterapista respiratorio in Italia, tra specializzazione e riconoscimento: risultati di un questionario conoscitivo C. Simonelli, T. Galli, A. Sanniti, V. Fabbri .....................................................................12 Expert opinion Riassunti delle presentazioni congressuali (congresso ARIR) D. Hess .........................................................................................................................19 Poster ................................................................................................................ 22 Eventi ................................................................................................................ 38 Informazioni generali ................................................................................ 40 Scheda di iscrizione .................................................................................. 41 Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 7 Anno IX Numero 33 RESPIRO Numero 1 6 Primavera 201 di trieste ale registrazione tribun 2014 n.1274 del 11 aprile Vuoi avere copie di RESPIRO da offrire ai tuoi Pazienti? CHIEDILE AI PARTNER estrALe PerIOdICO trIm sALute Ne, AmBIeNte e mAzIO rIvIstA d’INFOr gratuita - Co Faraboni Foto: Maurizio Pia oMaggio Gli occhi della speranza acquista online sul sito www.midiaonline.it oppure Distribuzione oor Inquinamento ind ne zio ta en m ali e CO BP rsa, bici e nuoto Nordic Walking, co pedusa per la vita m La Fuocoammare. ironews.it www.resp oppure Primavera a è rinascit telefona al numero 040 3720456 www.respironews.it ARIR Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria Sede A.O. Ospedale Niguarda Ca’Granda c/o Unità Spinale P.zza Ospedale Maggiore, 3 20162 Milano DALLO STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE Art. 1È costituita l’Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria (A.R.I.R.). Art. 3L’Associazione non ha finalità di lucro e intende promuovere la prevenzione e la riabilitazione delle patologie respiratorie. Per il conseguimento dei suoi scopi l’Associazione concorre a: • diffondere in campo clinico, terapeutico e home care, la pratica della fisioterapia e riabilitazione respiratoria; • organizzare la formazione, l’aggiornamento, il coordinamento, la promozione dello sviluppo professionale dei fisioterapisti con specifiche competenze in ambito respiratorio; • sostenere in campo scientifico e sociale l’educazione e l’igiene respiratoria; • promuovere la ricerca scientifica nel campo della fisioterapia e della riabilitazione respiratoria. Art. 4Sono soci le persone e gli enti che verranno ammessi dal Consiglio e che verseranno la quota di Associazione. Presidente Art. 5I soci si dividono in quattro categorie: a – Soci fondatori, b – Soci ordinari, c – Soci sostenitori, d – Soci onorari. Sono Soci fondatori coloro che hanno sottoscritto l’atto costitutivo dell’Associazione e coloro ai quali, pur non avendo sottoscritto l’atto costitutivo, sia attribuita dal Consiglio tale qualifica Sono Soci ordinari i fisioterapisti accettati dal Consiglio direttivo e che versano annualmente la quota associativa stabilita. Sono Soci sostenitori persone fisiche o giuridiche che, intendono sostenere gli scopi che l’Associazione si prefigge Sono Soci onorari le persone e gli enti ai quali il Direttivo attribuisce tale qualifica, ritenendole in grado, per qualità, titoli o attività, di dare all’Associazione un contributo di opera o di prestigio. Vice Presidente Art. 6L’Associazione trae i mezzi per conseguire i propri scopi dai contributi dei soci e da ogni altro provento che le affluisca. Segreteria c/o Victory Project Congressi Via C.Poma, 2 - 20129 Milano Tel.: 02 89053524 Fax: 02 201495 E-mail:[email protected] Sito:www.arirassociazione.org Consiglio direttivo Marta Lazzeri Andrea Lanza Segretario Martina Santambrogio Tesoriere Alessia Colombo Consiglieri Francesco D’Abrosca Simone Gambazza Giuseppe Gaudiello Mara Paneroni Giancarlo Piaggi Emilia Privitera Art. 9 I soci hanno diritto: • di partecipare alle assemblee, • di usufruire del materiale tecnico e didattico dell’Associazione, così come, in via prioritaria, di beneficiare delle iniziative promosse dall’Associazione, • di essere informati sulle attività in essere e allo studio dell’Associazione, • di richiedere all’Associazione, nei limiti degli scopi istituzionali della stessa, collaborazione per la soluzione di problemi concreti, • di richiedere al Consiglio Direttivo o al Presidente di inserire problemi di carattere generale all’ordine del giorno della successiva assemblea, • di richiedere al Presidente, in casi di estrema urgenza ed importanza, la convocazione di un’assemblea straordinaria per la trattazione di problemi di carattere generale. Detta richiesta dovrà essere sottoscritta da almeno il 10% dei soci iscritti. Consiglieri Onorari Roberto Adone Andrea Bellone Italo Brambilla Giovanni Oliva Commissione Scientifica Paolo Banfi Anna Brivio Cesare Braggion Luigi Olper Luciana Ptacinsky Elena Repossini Elisabetta Roma Antonella Sanniti Maurizio Sommariva Sergio Zuffo ISCRIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE Ora anche online! Iscrizione all’Associazione ARIR: e 60,00 Iscrizione per i soci AIFI: e 50,00 Iscrizione congiunta ARIR-AIPO: e 80,00 Iscrizione per studenti: e 50,00 Può essere effettuato tramite bonifico bancario o versamento su conto corrente postale a favore di ARIR, specificando nome e causale Banca Prossima IBAN IT64S0335901600100000121463 Nota bene: L’iscrizione congiunta non consente di usufruire di tutte le prerogative derivate dall’iscrizione all’AIPO; per ulteriori dettagli consultare i siti www.arirassociazione.org o www.aiponet.it Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 9 comunicato del direttivo Rimini 3 rd International Conference on Respiratory Physiotherapy “You take my breath away...” Genova 2013 - Rimini 2016, un coast-to-coast in senso geografico, un percorso lungo 3 anni durante i quali ARIR ha lavorato alla realizzazione della 3rd International Conference on Respiratory Physiotherapy. Ci eravamo lasciati riflettendo su scenari sanitari che prospettavano all’orizzonte uno spostamento del setting di cura sempre dall’ospedale al territorio; ci siamo ritrovati nel pieno di una crisi del sistema socio-sanitario, soffocato dalla necessità inderogabile di trovare strategie capaci di ottimizzare l’efficienza degli interventi diagnostico-terapeutici. Così sostenibilità e nuove tecnologie, applicate alla valutazione, diagnosi, cura, riabilitazione e palliazione, hanno rappresentato il binomio intorno al quale è stato strutturato il programma scientifico del congresso appena conclusosi. 50 i relatori intervenuti per le 64 relazioni, i 3 casi clinici interattivi e la tavola rotonda relativa alle prospettive di sostenibilità per la gestione delle malattie respiratorie croniche. Compliance e aderenza alle terapie, fisioterapia respiratoria nei percorsi di preparazione e recupero dei pazienti sottoposti a trapianto cardiaco e polmonare, esercizio fisico, ricondizionamento allo sforzo, gestione della ventilazione meccanica invasiva e non-invasiva sono stati i topic principali ma si sono affrontati anche temi etici come la palliazione nel fine vita e pratici quali la gestione dei pazienti affetti da malattie rare. A completare il programma scientifico, il corso pre-congressuale sull’approccio respiratorio al paziente neuromuscolare e i due lunch-workshop sulla ventilazione non-invasiva e ossigenoterapia umidificata ad alti flussi proposti e organizzati da aziende del settore. Tra gli ospiti del congresso, esponenti di spicco del panorama scientifico internazionale come Dean Hess, direttore della rivista scientifica Respiratory Care, Ioannis Vogiatzis, professore associato dell’Università di Atene e segretario dell’Assemblea sulla Riabilitazione Respiratoria e le Cure Croniche della European Respiratory Society (ERS), Miguel Gonçalves, professore dell’Università di Porto ed esperto di fisioterapia nelle malattie neuromuscolari. Presenti Pneumologi, Fisioterapisti e Ricercatori che rappresentano l’eccellenza in ambito respiratorio in Italia ed Europa. A rappresentare il forte legame di collaborazione tra le nostre associazioni, hanno presenziato e contribuito alcuni rappresentanti dell’Associazione Italiana Fisioterapisti (AIFI) nelle persone della dott.ssa Paola Ammoniaci, in rappresentanza di AIFI Emilia Romagna, e del dott. Simone Cecchetto, membro del Direttivo Nazionale AIFI, che ha partecipato e guidato insieme al Dr. Francesco D’Abrosca, alla Dr.ssa Emilia Privitera e alla Dr.ssa Pamela Frigerio la tavola rotonda dal titolo “Malattie respiratorie croniche, 10 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 quali prospettive di sostenibilità: la parola ai protagonisti”. Una delle maggiori novità nella struttura del congresso 2016 è stato l’ampio spazio dedicato al confronto con le aziende del settore, in particolare con gli home care provider, sempre più fondamentali alleati di noi fisioterapisti nello sviluppo delle tecnologie e dei servizi per il paziente respiratorio. Nei numerosi stand degli espositori sono state presentate le più recenti tecnologie disponibili sul mercato oltre ad alcune anteprime a livello nazionale. Molti dei relatori hanno presentato esperienze e dati sull’utilizzo di alcuni di questi prodotti, tracciando interessanti scenari di sostenibilità per il futuro. Nuova anche la modalità di presentazione dei 46 poster selezionati. Scambio professionale e convivialità hanno rappresentato il leitmotiv dell’happy hour scientifico che ha permesso a colleghi provenienti da diversi paesi del mondo (Italia, Svizzera, Spagna, Portogallo, Norvegia, Cile e Brasile) di condividere i propri lavori scientifici e casi clinici. Il congresso è stata anche l’occasione per festeggiare, insieme al Prof. Luigi Santambrogio che ne è coordinatore, la decima edizione del Master in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria dell’Università degli Studi di Milano (percorso di specializzazione riconosciuto dall’International Education Recognition System dell’American Association of Respiratory Care) di cui ARIR è partner e anima. A dire di alcuni osservatori d’eccellenza, quali il Prof. Ambrosino, uno dei padri della pneumologia riabilitativa in Italia, “un congresso come non se ne vedevano da anni”. Parole che riempiono d’orgoglio e ripagano delle tante energie spese. “Dove? Quando? Tra due o tre anni?”. Queste le prime parole che ci siamo scambiati davanti a un bicchiere di vino nel tardo pomeriggio del 12 marzo, neanche un’ora dopo il termine congresso. L’onda dell’entusiasmo? Sicuramente, ma anche la convinzione che eventi di questo tipo siano di grande importanza, specialmente per un movimento in forte crescita come quello della fisioterapia respiratoria in Italia; momenti non solo di aggiornamento ma di condivisione e scambio di esperienze. Prima di pensare al futuro è doveroso però rendere merito a chi ha creduto e contribuito alla realizzazione di questo Congresso appena passato. Un grazie quindi ai relatori, alle aziende, ai colleghi che hanno partecipato e a tutti coloro che in ARIR hanno fatto squadra e lavorato dietro le quinte in questi tre anni. Senza un solido gruppo di lavoro, costanza e tanta passione, non si costruisce né si realizza un evento di tale portata. Un arrivederci al... 2018? Chissà! Il Direttivo ARIR editoriale Il Mare d’Inverno Rimini dal 10 al 12 marzo Report dal “3rd International Conference on Respiratory Physiotherapy” Nicolino Ambrosino, MD, Direttore Corsi Post-Laurea dell’ERS “Ma voi che siete uomini sotto il vento e le vele, non regalate terre promesse a chi non le mantiene”1 “Teresa ha gli occhi secchi e guarda verso il mare”1. È fin troppo banale cominciare questo report della Conferenza organizzata a Rimini dall’ARIR, con il sommo poeta che comincia con uno sguardo di disperazione (lo stato della Pneumologia in Italia) e finisce, togliendo “le manette ai polsi”, con una flebile nota di speranza. Questa speranza mi è apparsa chiara alle 4 del pomeriggio dell’ultimo giorno quando di solito nei Congressi la fuga prematura degli uditori, una volta arraffato il certificato ECM è già avvenuta, non prima però di avere fruito del lunch. E l’ultimo relatore in programma parla a pochi. Invece, questa volta nessuno (nessuno) ha abbandonato il posto di combattimento. L’auditorium era pieno a quell’ora di quel giorno. Merito dei relatori di notorietà internazionale? Forse. Merito degli argomenti trattati? Certamente. Ma soprattutto frutto della palpabile voglia di conoscenza dei partecipanti. Una voglia che mi ha ricordato esattamente quella che riscontro sempre nelle conferenze nei paesi emergenti dell’Asia e dell’America Latina e nei corsi di aggiornamento che organizzo per l’ERS. Il nuovo mondo nascente in confronto col vecchio mondo in decadenza. E ascoltando le relazioni e le molte e importanti domande che suscitavano nell’uditorio non si poteva capire chi era Fisioterapista, chi era Pneumologo, segno evidente del progresso che la disciplina della Riabilitazione Respiratoria ha fatto in questi ultimi 25 anni, che (per caso?) coincidono con la nascita e lo sviluppo dell’ARIR. Ma si sa, io sono favorevole all’abolizione del valore legale del titolo di studio... Nessuno è perfetto. Sostengo anche il ritorno ad una visione globale e individuale (o almeno fenotipica) del paziente, a causa delle multimorbilità e delle restrizioni nelle risorse sanitarie e quindi anche l’abbandono dell’esasperata subspecializzazione, pur con umana comprensione per i/le titolari dei molti e più fantasiosi corsi di insegnamento metastatizzati negli ultimi anni. Anche loro tengono famiglia. Paradossalmente quindi, nel momento forse scientificamente più alto della Riabilitazione Respiratoria in Italia, e alla luce delle nozioni apprese proprio durante la Conferenza, si deve prendere atto che parlare di Riabilitazione Respiratoria può essere limitante. Si dovrebbe parlare caso mai di Riabilitazione del Paziente con Problemi Respiratori. È stato quindi opportuno il focus rivolto alle singole tecniche fisioterapiche (l’utilità dell’Interval Training o le tecniche di disostruzione ad esempio), e nello stesso tempo al programma terapeutico complessivo (medico, chirurgico etc.) in cui inserirle, alla luce dei progressi delle conoscenze dei vari fenotipi. E ancora, non è comune nei Convegni Scientifici, affrontare i temi etici e della palliazione in modo non reticente, anche al prezzo di qualche sconcerto da parte di qualche giovane nel venire a sapere che contrariamente all’opinione corrente dei Talk Show e di qualche Onorevole, la Sospensione o il non inizio delle Cure non è Eutanasia (almeno nel mondo delle Invasioni Barbariche che minacciano il nostro civilissimo paese...). Ma l’aspetto per me più entusiasmante, non essendo andato in discoteca per evidenti motivi anagrafici, sono state le parole scambiate, durante i break alimentari, con tanti giovani di cui si percepisce l’entusiasmo della teoria e allo stesso tempo, spesso, la frustrazione della pratica nelle condizioni professionali della vita reale. Infine, ma non ultima per me, l’occasione di rivedere molti amici con i quali (non mi fa velo il necessario senso delle proporzioni...), abbiamo contribuito al progresso della ricerca Riabilitativa nel Mondo, con idee spesso scaturite a cena. Amici che, come me, stanno consegnando il testimone ad una nuova generazione di Riabilitatori: fisioterapisti o pneumologi, che importanza ha? Bibliografia [1] De Andrè F, Bubola M. Rimini. In De Andrè F. Rimini. Dischi Ricordi. 1978. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 11 lavoro originale Il fisioterapista respiratorio in Italia, tra specializzazione e riconoscimento: risultati di un questionario conoscitivo Carla Simonelli, FT; Tiziana Galli, FT Unità di Pneumologia e Cardiologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS, Lumezzane (BS) Antonella Sanniti, FT Fondazione Teresa Camplani, Cremona Valentina Fabbri, FT Ospedale di Faenza, AUSL della Romagna, Ravenna Introduzione In Italia, il primo tentativo di specializzazione in ambito respiratorio da parte di personale sanitario è avvenuto nei primi anni ‘70, seguendo il modello del Respiratory Therapist (RT) che già esisteva presso il Royal Brompton Hospital di Londra. Le competenze dei primi fisioterapisti respiratori erano incentrate principalmente sulla somministrazione di ossigenoterapia e sull’esecuzione di tecniche di clearance bronchiale [1]. Negli anni successivi si è assistito a un’evoluzione del ruolo del fisioterapista (FT), le cui competenze si sono estese all’allenamento allo sforzo [2], alla medicina d’urgenza [3], alla ventilazione meccanica non invasiva [4], alle malattie neuromuscolari [5], e all’ambito pediatrico [6], per citarne alcuni. Un’ulteriore spinta allo sviluppo della professione è stata determinata dalle crescenti evidenze scientifiche riguardanti i benefici della riabilitazione respiratoria in numerose patologie [7]. Nel 1989 è stata fondata l’Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria (ARIR), associazione non a scopo di lucro con sede presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda a Milano, i cui obiettivi sono la diffusione della pratica della fisioterapia e riabilitazione respiratoria e la promozione della formazione, dell’aggiornamento e dello sviluppo professionale del FT con specifiche competenze in ambito respiratorio [8]. L’interesse verso la fisioterapia respiratoria è documentato dal numero di pubblicazioni contenenti la parola chiave Respiratory Therapist, che negli anni precedenti al 2000 era intorno ai 100 per anno ed è arrivato a triplicarsi nel 2014. Negli Stati Uniti, i RTs sono fra le professioni sanitarie più in crescita e ci si aspetta, secondo stime ufficiali, un incremento del 28% nel numero di professionisti dal 2010 al 2020 [9]. Parallelamente alla crescente richiesta di specializzazione, si è verificata una cospicua evoluzione dei percorsi formativi universitari e post-universitari volti a sviluppare le competenze dei FT nell’ambito respiratorio. Negli Stati Uniti i percorsi formativi per RTs prevedono il conseguimento di un associate degree e di un bachelor degree (paragonabile alla nostra laurea magistrale) in Respiratory Therapy [9]. In Italia e in molti Paesi europei la figura del fisioterapista respiratorio non esiste a livello istituzionale, ma questo ruolo viene assunto da FT che abbiano specifiche competenze in ambito cardiorespiratorio, in grado di fornire assistenza sia in fase acuta sia cronica, di eseguire appositi test di valutazione funzionale clinici e strumentali e di operare avvalendosi di apparecchiature e tecniche specifiche. Nel nostro Paese esistono ora percorsi specifici di specializzazione post-laurea, come il master di primo livello in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria. Uno sforzo internazionale è attualmente in corso al fine di definire quali siano le competenze specifiche richieste ai FT respiratori. L’American Association for Respiratory Care ha cercato di definire le necessità formative e le aree di competenza del RT attraverso una serie di report e conferenze intitolate 2015 and Beyond [1,10]. In Europa, la European Respiratory Society sta attualmente portando avanti un progetto (HERMES project for Respiratory Therapy) con l’obiettivo di sviluppare un programma formativo post-laurea comune per i FT Respiratori europei [11]. Alla luce della continua evoluzione di questo settore sanitario, appare ora più che mai interessante descrivere lo stato attuale della Riabilitazione Respiratoria italiana. Scopo del presente lavoro è stato quello di svolgere, mediante un questionario appositamente strutturato, un’indagine fra i FT che hanno partecipato al III Congresso Internazionale di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria, al fine di identificarne le caratteristiche, le competenze CORRISPONDENZA PAROLE CHIAVE KEYWORDS Carla Simonelli [email protected] Fisioterapista respiratorio, Ruolo, Italia, Questionario. Respiratory therapist, Physiotherapist, Italy, Role, Survey. 12 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 cliniche, le attività di ricerca e di formazione, e descrivere le differenze esistenti nell’offerta delle diverse strutture in cui si pratica la riabilitazione respiratoria in Italia. Metodi Gli autori hanno stilato una prima versione del questionario, che è stata successivamente sottoposta a revisione da parte dei membri della redazione della rivista ARIR e da due Fisioterapisti esperti. Ogni definizione, domanda e sezione è stata modificata al fine di garantire che la versione finale del questionario potesse accuratamente raccogliere i dati sulle attività praticate in ogni campo della riabilitazione respiratoria. La versione finale è stata infine approvata da tutti gli autori. Il questionario ha incluso domande in merito ai dati anagrafici del FT (età, sesso, anni di lavoro totali e in ambito respiratorio, titolo di studio) e alle caratteristiche della struttura lavorativa in cui il FT esercita (tipo di struttura, attività settimanale). Inoltre, sono stati indagati: 1. l’organizzazione e le attività svolte presso la struttura in cui i FT esercitano la professione (tipologia di pazienti trattati, esistenza di percorsi post-dimissione, setting lavorativo principale, responsabile del servizio, grado di autonomia e attività cliniche eseguite dal FT); 2. le attività di ricerca e formazione (tipo di attività formative e di ricerca eseguite, stima delle attività basate su evidenze scientifiche, mezzi utilizzati per la formazione, collaborazione alla scrittura di articoli); 3. la necessità di certificazione e riconoscimento delle competenze proprie del fisioterapista respiratorio (bonus salariali, motivi d’interesse nella Fisioterapia Respiratoria, proposte per il riconoscimento professionale). I questionari sono stati distribuiti a tutti i partecipanti durante il III Congresso dell’ARIR che si è tenuto a Rimini (RN) nel marzo 2016, insieme a una breve introduzione esplicativa. I questionari completati sono stati raccolti prima della conclusione del congresso al banco dell’accettazione. La ricerca è stata sostenuta economicamente da ARIR. Tutti i dati sono stati raccolti in forma anonima e inseriti in un database elettronico attraverso Office Excel (Microsoft, Redmond, Washington DC, USA). Soltanto i questionari compilati da FT che esercitano in Italia sono stati considerati per l’analisi. Questionari compilati da Medici o da Fisioterapisti che esercitano all’estero sono stati esclusi. Risultati Sono stati somministrati 197 questionari, pari al numero di partecipanti regolarmente iscritti al congresso e ne sono stati restituiti 139, con un tasso di risposta pari al 70%. Due questionari sono stati esclusi perché compilati da medici e due perché compilati da FT non operanti in Italia. I questionari considerati per l’analisi finale sono stati quindi 135. Il campione che ha risposto al questionario ha un’età media pari a 40 anni (età minima 22, età massima 60 anni), ed è prevalentemente di sesso femminile (n = 108). Gli anni di servizio dichiarati sono compresi in un range tra 1 e 37 anni con una media di circa 16,6 anni, di cui 10,6 anni (range da 0 a 30 anni) dedicati in modo specifico all’ambito respiratorio. 76 intervistati hanno affermato di possedere la laurea triennale in Fisioterapia e 51 il diploma universitario in Fisioterapia. Sul totale, il 51% (n = 70) degli intervistati sono in possesso di ulteriori titoli post-laurea: in particolare 49 hanno conseguito il master di primo livello in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria, 18 altri master di primo livello, 12 la laurea specialistica/magistrale, 2 un master di secondo livello, e un solo partecipante ha conseguito il dottorato di ricerca. Organizzazione e attività presso la struttura in cui i FT esercitano la professione Il 55% (n = 75) degli intervistati esercita la professione in ospedali pubblici; il 30% (n = 40) in ospedali privati convenzionati con il Servizio Sanita- rio Nazionale, il 7% (n = 10) in studi privati, il 4% (n = 6) in ospedali riabilitativi, mentre quattro lavorano in residenze socio-assistenziali, tre in cooperative, due in ospedali privati e uno in un servizio territoriale (CAD distretto). Sei FT esercitano la professione in più tipologie di struttura. I giorni lavorativi settimanali sono 5 su 7 per 70 intervistati (52%) e 6 su 7 per 49 professionisti (36%), in entrambi i casi con presenza soltanto diurna. La presenza diurna 7 giorni su 7 è garantita da 13 FT (10%), mentre 2 garantiscono una presenza 7 su 7 anche notturna. La tipologia di pazienti trattati dai FT è illustrata nella Figura 1. Per quanto riguarda il setting in cui viene svolta l’attività lavorativa, su 133 risposte pervenute, 78 indicavano più di un’opzione. Il 59% (n = 79) degli intervistati ha indicato di lavorare in reparto, il 37% (n = 50) in palestra, il 27% (n = 36) in ambulatorio, il 24% (n = 32) in area critica e infine il 10% (n = 14) al domicilio. L’autonomia professionale che i FT intervistati ritengono di avere è riportata in Figura 2. Il Responsabile del Servizio in cui lavorano i FT interrogati è per il 37% (n = 49) dei casi il medico fisiatra; per il 36% (n = 47) lo specialista in area cardio-respiratoria; per il 14% (n = 18) il dirigente di servizio; per il 12% (n = 16) un altro medico specialista, in particolare in pediatria (n = 8), geriatria (n = 3), medicina interna (n = 2), cardiochirurgia (n = 1), gastroenterologia (n = 1) e medicina sportiva (n = 1). In tre questionari la risposta era mancante. Per il 55% (n = 72) degli intervistati il paziente con patologia respiratoria viene seguito esclusivamente dal FT che si occupa sia degli aspetti respiratori sia delle problematiche motorie, neurologiche ed altro. Il 29% (n = 39) degli intervistati gestisce esclusivamente gli aspetti strettamente legati alla patologia respiratoria e, infine, nel 15% (n = 20) dei casi il paziente è preso in carico da un team multidisciplinare che comprende il FT respiratorio, che si occupa degli aspetti respiratori, e da altri colleghi con diverse specializzazioni. Anche in questo caso, tre FT non hanno risposto alla domanda. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 13 Altro 1; 0,75% Ambito chirurgico 13; 9,7% Altre patologie non incluse quelle respiratorie 2; 1,5% 41; 30,8% Qualsiasi tipo di patologia Patologie respiratorie e neurologiche 33; 24,8% Patologie respiratorie e cardiologiche 28; 21,0% Esclusivamente patologie respiratorie 29; 21,8% 0 10 20 30 40 50 Figura 1 Risposta alla domanda: “Quali pazienti tratta nella sua pratica quotidiana?”. I dati espressi indicano il numero di FT che hanno barrato l’opzione indicata e la percentuale sul totale dei FT che hanno risposto al quesito (n = 133). Autonomia alta: il FT esegue valutazione iniziale e finale del paziente, definisce il programma riabilitativo individuale, collabora nella scelta di ventilatori e devices. 12,9% 13,10% 60,46% 46,35% Autonomia parziale: il FT esegue valutazione iniziale e finale del paziente, definisce il programma riabilitativo individuale. Il medico sceglie ventilatori e devices. Autonomia bassa: il medico definisce il programma riabillitativo individuale. Il medico sceglie ventilatori e devices. Altro: il medico definisce il programma riabillitativo individuale, il FT sceglie i devices. Figura 2 Risposta alla domanda: “Che grado di autonomia decisionale presenta il fisioterapista Respiratorio all’interno della sua azienda?”. I dati espressi indicano il numero di FT che hanno barrato l’opzione indicata e la percentuale sul totale di risposte pervenute (n = 131). Una presa in carico post-dimissione è presente saltuariamente nel 50% (n = 66) dei casi, costantemente nel 14% (n = 19) dei casi, mentre non esiste alcun percorso post-dimissione nel 36% (n = 47) dei casi. Quando presente, essa comprende la gestione in regime di day-hospital, ambulatoriale o macro-ambulatoriale per 64 intervistati; percorsi di assistenza e/o monitoraggio domiciliare per 30 intervistati; percorsi strutturati di telemedicina in 5 casi. Tre FT non hanno indicato alcuna risposta. Le attività specialistiche svolte presso la realtà lavorativa degli intervistati sono illustrate nella Figura 3. 14 Attività di ricerca e formazione Secondo le 132 risposte pervenute (89 rispondenti hanno selezionato più opzioni), l’attività di formazione svolta nella propria pratica professionale ha rivelato che l’86% (n = 114) degli intervistati partecipa a corsi ECM aziendali di aggiornamento e formazione professionale con revisione di letteratura; il 51% (n = 68) è assistente di tirocinio di studenti universitari; il 48% (n = 63) partecipa attivamente a congressi scientifici come relatore o per presentare poster o comunicazioni; il 32% (n = 48) svolge attività di docenza a corsi Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 ECM e durante altre attività formative; il 21% (n = 28) svolge attività di docenza in università. Inoltre, 3 professionisti hanno indicato alla voce “altro” modalità formative quali family learning e relatori di tesi. Per quanto riguarda le attività di ricerca, solo il 55% (n = 75) dei professionisti ha indicato almeno una delle opzioni elencate (e tra questi in 41 casi è stata scelta più di una opzione). Fra coloro che hanno risposto, il 68% (n = 51) ha presentato poster in congressi; il 61% (n = 46) ha partecipato alla parte operativa di studi clinici; il 37% (n = 28) ha collaborato alla scrittura di protocolli di ricerca e studi randomizzati controllati (sul totale, tale dato è pari al 21% dei FT); l’8% (n = 11) ha partecipato a gruppi di consenso o stesura di documenti di indirizzo/linee guida; il 7% (n = 9) collabora con riviste scientifiche e alla revisione di articoli. Inoltre, 5 intervistati hanno aggiunto alla voce “altro” attività quali raccolta dati di struttura e gruppi di miglioramento/lavoro. In merito invece alla collaborazione nella stesura e pubblicazione di articoli scientifici, dei 128 intervistati che hanno risposto (dei quali 19 hanno indicato più opzioni), il 51% (n = 65) ha dichiarato di non aver mai collaborato a queste attività; il 34% (n = 44) ha lavorato a studi osservazionali o case report, il 18% (n = 23) ad articoli divulgativi o expert opinion e infine il 15% (n = 19) ha collaborato alla scrittura di studi randomizzati controllati e/o meta-analisi. 133 intervistati hanno indicato i metodi utilizzati per la propria crescita professionale. Il 94% (n = 125) partecipa a corsi di formazione ECM residenziali e il 90% (n = 120) a convegni. A seguire, il 79% (n = 105) consulta articoli scientifici in inglese, il 60% (n = 80) in italiano; il 64% (n = 85) si confronta con colleghi più esperti, il 61% (n = 81) consulta libri e il 38% (n = 51) utilizza una ricerca generica su motori di ricerca online. La Figura 4 descrive il giudizio dei rispondenti (n = 123) riguardo alla percezione che il proprio operato quotidiano sia supportato da evidenze scientifiche. 105; 78,9% Auscultazione Utilizzo scale di misura della dispnea 109; 81,9% 63; 47,3% Valutazione forza muscoli scheletrici 26; 19,5% Valutazione deglutizione 68; 51,1% Valutazione efficacia della tosse 102; 76,6% Educazione terapeutica 81; 60,9% Addestramento terapia aerosolica 22; 16,5% Esecuzione PSG/MCR 20; 15,0% Esecuzione EGA 59; 44,3% Valutazione forza muscoli respiratori 58; 43,6% Esecuzione PFR 42; 31,5% Allenamento muscoli respiratori 85; 63,9% Tracheo/broncoaspirazione 70; 52,6% Gestione cannula tracheostomica 43; 32,3% Respirazione diaframmatica 96; 72,1% Esecuzione test da campo 26; 19,5% Esecuzione test da sforzo 33; 24,8% Allenamento allo sforzo con NIV 68; 51,1% Allenamento allo sforzo ad alta intensità 51; 38,3% Svezzamento da VMI 66; 49,6% Adattamento NIV 120; 90,2% Disostruzione bronchiale con tecniche manuali 95; 71,4% Disostruzione bronchiale con ausili 0 20 40 60 80 100 120 Figura 3 Risposta alla domanda: “Quali di queste attività specialistiche svolge presso la realtà in cui lavora?”. I dati espressi indicano il numero di intervistati che hanno barrato l’opzione indicata e la percentuale sul totale dei FT che hanno risposto al quesito. Era possibile fornire più di una risposta. Legenda: PSG = polisonnografia; MCR = monitoraggio cardio-respiratorio; EGA = emogasanalisi; PFR = prove di funzionalità respiratoria; NIV = ventilazione non invasiva; VMI = ventilazione meccanica invasiva. Necessità di certificazione e riconoscimento delle competenze La Figura 5 descrive la percentuale di FT che dichiara di percepire una maggiorazione di stipendio legata alle proprie competenze in ambito respiratorio. L’indagine relativa ai motivi di interesse nei confronti della Fisioterapia Respiratoria ha rivelato che, secondo le 130 risposte pervenute dove erano possibili risposte multiple, per il 74% (n = 96) degli intervistati esso traeva origine da un interessamento personale, per il 43% (n = 56) dalla richiesta della struttura lavorativa e per il 20% (n = 26) dalla crescita nel tempo di questa casistica di pazienti. 6; 5% 38; 31% 31; 25% 5; 4% 47; 39% 129; 96% EBM 20% EBM 60% SÌ EBM 40% EBM 80% NO Figura 4 Opinione dei FT in merito alla percentuale approssimativa del loro operato giornaliero supportato dalla letteratura scientifica. I dati espressi indicano il numero di FT che hanno barrato l’opzione indicata e la percentuale sul totale di risposte pervenute. Legenda: EBM = Evidence Based Medicine. Figura 5 Risposta alla domanda: “Percepisce una maggiorazione dello stipendio in quanto fisioterapista respiratorio?”. I dati espressi indicano il numero di FT che hanno barrato l’opzione indicata e la percentuale sul totale delle risposte ottenute. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 15 Tabella 1 Risposta alla domanda: “In che modo pensa che la figura del fisioterapista respiratorio possa ottenere una valorizzazione delle proprie competenze?”. I dati espressi indicano il numero di FT che hanno barrato l’opzione indicata, la % sul totale del campione indagato e le eventuali indicazioni ulteriori aggiunte alla voce “altro”. Nr. (%) Costruzione di percorsi strutturati di specializzazione post-laurea 25 (18%) Associazione a società scientifiche e di categoria 1 Entrambe le precedenti 97 (72%) Altro 4 (3%) Non risponde 8 (6%) Le risposte illustrate in Tabella 1 indicano, infine, il parere dei FT indagati in merito a ciò che potrebbe essere utile per ottenere una valorizzazione delle proprie competenze. Discussione La presente indagine descrive in modo dettagliato la realtà lavorativa dei fisioterapisti respiratori italiani che hanno partecipato al III Congresso Internazionale di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria, mostrando competenze cliniche, scientifiche e culturali di alto livello. Sono emerse inoltre diverse peculiarità. 16 Ulteriori dettagli 5 intervistati aggiungono: > istituire l’albo professionale; > avviare un percorso di riconoscimento giuridico; > divulgare le competenze dei FT tra la popolazione; > riorganizzare le lezioni del Corso di Laurea; > non avere medici fisiatri come responsabili. 6 intervistati aggiungono: > istituire l’albo professionale; > strutturare equipe multidisciplinari e in rete; > possibilità di eseguire tirocini presso strutture organizzate; > creazione di gruppi di interesse specifico; > rendere consapevoli medici fisiatri delle competenze dei FT; > avviare un percorso di riconoscimento giuridico. In particolare, aggiungono: > istituire l’albo professionale; > ottenere il riconoscimento istituzionale del titolo; > inserire corsi direttamente nel Corso di Laurea triennale. L’estensione dell’orario lavorativo Dal sondaggio appare che ancora più del 50% delle strutture prevede genericamente il FT presente solo dal lunedì al venerdì e nelle ore diurne. Da molti anni e con sempre maggiore forza specialisti medici e non cercano di evidenziare la necessità di una diversa organizzazione delle strutture pubbliche o private che si occupano in regime di ricovero della gestione di pazienti con patologia respiratoria sia in fase acuta sia post acuta. La richiesta, a più voci, è quella della presenza del FT respiratorio anche nei festivi, almeno nelle ore diurne, meglio se anche in quelle notturne Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 [12]. Confrontando i vari dati, rileviamo che la stessa percentuale lavora in ospedali pubblici e in reparto (55% e 59% rispettivamente), mentre meno del 30% segue aree critiche. L’interpretazione di questi dati non è univoca, si potrebbe ipotizzare che la maggior parte dei FT che hanno un interesse specifico per l’ambito respiratorio lavorino in reparti ospedalieri (di riabilitazione? pneumologia o medicine?). Si potrebbe inoltre supporre che i pazienti vengano seguiti nei fine settimana e nei giorni festivi dagli infermieri, o che semplicemente si interrompa ogni tipo di intervento nell’ipotesi che ciò non abbia alcun tipo di conseguenze, oppure che il FT addestri un caregiver o il paziente stesso all’autogestione della terapia, almeno in un contesto non acuto. La tipologia dei pazienti trattati Osservando la Figura 1, sommando la percentuale di FT che svolgono attività respiratoria o cardio-respiratoria e confrontandola con coloro che si occupano anche di altre patologie, appare che nel 32% dei casi la gestione del paziente è di tipo non specifico, ma che il 67,6% dei FT segue soltanto le problematiche respiratorie in pazienti con patologia neurologica, post chirurgici o con patologia respiratoria. Negli ultimi anni si va sempre più identificando la necessità di avere dei professionisti specializzati nelle singole discipline [13], siano esse respiratorie, neurologiche o ortopediche, e questo dovrebbe presupporre una diversificazione nella tipologia di pazienti seguiti. Questo sondaggio mostra una realtà almeno in parte in evoluzione positiva. Tra il 2004 e 2005 ARIR propose un sondaggio aperto a tutte le strutture riabilitative e ai FT che erano intenzionati a rispondere, indipendentemente dall’interesse specifico. In esso si evinceva che la percentuale di FT con preparazione specifica in ambito respiratorio era irrisoria [13]. Oggi, in molte realtà, esistono FT con specifiche competenze respiratorie, e sempre più istituzioni cercano questo tipo di professionisti. Non è possibile confrontare le percentua- li di questo sondaggio con quello di ARIR del 2004 per l’eccessiva diversità del campione, ma sarà interessante in futuro approfondire le informazioni ottenute. Le basi culturali e la partecipazione all’attività scientifica Osservando il titolo di studio dichiarato dagli intervistati, si nota che il 57,8% dei FT intervistati possiede riconoscimenti post laurea triennale (dato ottenuto dalla somma dei FT che hanno conseguito la laurea specialistica o un qualunque master). In un’indagine svolta da Fabbri nel 2014, attraverso un questionario inviato via e-mail a tutti gli iscritti alla mailing list di Arir, tale percentuale era pari al 40,7% degli intervistati [14]. Sebbene le due indagini siano state condotte su campioni diversi della popolazione di FT, ciò potrebbe comunque riflettere un incremento della percentuale di FT che hanno conseguito titoli post-laurea. Sembra anche che la figura del FT in generale e di quello respiratorio in particolare stiano lentamente acquisendo maggiore autonomia e responsabilità, come affermato dal 60,6% che, come mostrato dalla Figura 2, ha dichiarato di avere più competenze anche formali. Ci sembra un’immagine promettente e in evoluzione, per quanto il confronto con molte realtà europee sia ancora frustrante. Nel 2004, Lazzeri e coll parlavano di “un processo evolutivo costante, generato da una sorta di fermento scientifico e culturale” [15], e della necessità di definire nuovi percorsi formativi sia in ambito universitario che post laurea; oggi vediamo l’evoluzione avvenuta con percorsi universitari meglio organizzati, e con riconoscimenti post laurea sia di primo sia di secondo livello. Ora che formalmente ci sono state molte modifiche positive, spetta ai professionisti e alle organizzazioni e strutture sanitarie cambiare e rinnovarsi. Per quanto riguarda l’attività scientifica, sembra essere svolta da una percentuale comunque bassa di FT, poiché solo il 55% ha risposto alla domanda in merito alle attività di ricerca svolte e il 51% ha affermato di non aver mai partecipato alla stesura di un articolo scientifico. Tuttavia, fra coloro che si occupano di ricerca, sono comunque discrete le percentuali di FT che partecipano operativamente alla realizzazione di studi clinici (più del 60%), e che hanno collaborato alla scrittura e pubblicazione di studi randomizzati controllati e metanalisi (fra il 15 ed il 21%). La tipologia di attività svolte Il panorama è molto eterogeneo. Solo una percentuale compresa tra il 24,8 e il 49,6% si occupa in qualche modo di ventilazione invasiva e/o non invasiva, includendo lo svezzamento da ventilazione invasiva, l’adattamento alla ventilazione non invasiva e l’utilizzo durante l’esercizio fisico; parallelamente si evidenzia un percorso ancora lungo da fare se si considera che il 30% dei colleghi propone ancora oggi ai propri pazienti la respirazione diaframmatica, pur con l’inconsistenza del razionale ormai largamente dimostrata [16,18]. Inoltre, il 30% degli intervistati ritiene che oltre metà dell’attività svolta quotidianamente non sia basata su evidenze scientifiche. È tuttavia da sottolineare che più del 70% consulta letteratura scientifica in inglese. Il contesto organizzativo Dal punto di vista amministrativo sono emerse mancanze nel riconoscimento formale della professione, probabilmente poiché la figura del fisioterapista respiratorio non ha alcun riconoscimento giuridico e non sono attualmente richiesti titoli di studio specifici per lavorare in ambito respiratorio, nonostante vengano richieste competenze specifiche. Meno di un terzo dei FT intervistati ha conseguito il master in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria dopo la laurea di primo livello, dato che è in linea con l’indagine svolta da Fabbri [14]. Pochissimi FT hanno uno stipendio diverso in quanto professionisti specializzati. Il 49% del campione lavora in reparti gestiti da fisiatri o comunque da medici non specialisti del settore cardio-respiratorio, mentre in minoranza sono i FT dirigenti di servizio o di area. Un’esigua minoranza del campione lavora nei festivi, e non è comunque possibile stabilire se ciò sia dovuto a scelte amministrative non collegate alla tipologia di pazienti trattati, oppure se sia proprio per dare continuità al processo di recupero o di mantenimento della condizione conquistata. I percorsi post-dimissione Solo il 14% dei pazienti ha accesso ad un percorso post-dimissione strutturato al domicilio, in day-hospital o in telemedicina, nonostante la letteratura abbia ormai specificato in modo risoluto la necessità di proseguire il percorso e di seguire l’evoluzione fino a modifiche sostanziali dello stile di vita nel caso di patologie respiratorie croniche, sia di tipo ostruttivo sia restrittivo [17,18]. Sebbene circa l’80% degli intervistati si occupi anche di dare dei supporti educazionali, l’impressione è che manchi un’organizzazione di dimissione protetta nella maggior parte dei casi o che non sia considerato fondamentale un follow-up. Limitazioni dello studio Il sondaggio proposto evidenzia dei limiti legati alla validità di costrutto ed esterna dello studio, poiché ha visto come protagonisti un gruppo di FT che partecipavano in modo autonomo e per interesse personale ad un congresso sulla riabilitazione e fisioterapia respiratoria. Il campione quindi risulta peculiare, e non rappresentativo di tutta la classe dei FT italiani. Conclusioni Il panorama della fisioterapia sembra vada verso una continua specializzazione dei ruoli e delle competenze, con un’evoluzione che appare spinta dagli stessi fisioterapisti più che voluta dalle istituzioni. Sono sempre di più i fisioterapisti che cercano di approfondire le proprie conoscenze di base con percorsi postlaurea e che mostrano autonomia e competenza nella gestione di situazioni anche complesse. Questo sondaggio ci permette di favorire delle riflessioni sul percorso fatto e soprattutto su quello ancora da fare. La legge 251 del 2000 e quelle seguite nel 2004 hanno dato al fisioterapi- Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 17 sta maggiore autonomia, ma anche maggiori responsabilità; i percorsi universitari appaiono oggi rispondere meglio alle richieste formative e quelli post-universitari sono finalmente una realtà. Tuttavia, la percentuale di professionisti con riconoscimenti specifici è ancora troppo bassa e in ogni ambito sarebbe auspicabile aumentarla. Tutto questo si scontra con scelte amministrative e organizzative che mostrano ancora un certo ritardo nell’adeguarsi alle nuove realtà, in un contesto formale che non riconosce ancora la specializzazione del fisioterapista non solo respiratorio, ma anche neuromotorio. Sarebbe molto interessante, in un prossimo futuro, che le informazioni fornite in questo sondaggio potessero avere un riscontro in un campione più ampio, ripetendolo negli istituti di riabilitazione e negli ospedali per acuti. La figura del fisioterapista respiratorio sembra essere sempre più ricercata, ma ancora non ci sono conseguenze reali nelle scelte delle amministrazioni o degli organi che hanno la facoltà di apportare sostanziali modifiche legali e formali. Per quanto concerne i professionisti rileviamo ancora, come in passato, un crescente entusiasmo verso questa realtà, pur con i limiti e gli ostacoli tuttora presenti. 18 Bibliografia [1] Kacmarek RM, Durbin CG Jr, Barnes TA, Kageler WV, Walton JR, O’Neil EH. Creating a vision for respiratory care in 2015 and beyond. Resp Care 2009;54(3):375-389. [2] Rochester CL, Vogiatzis I, Holland AE, Lareau SC, Marciniuk DD, Puhan MA, Spruit MA, et al. 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These include techniques such as cough, forced expiratory technique (FET), active cycle of breathing, autogenic drainage, postural drainage with or without percussion and vibration, exercise; devices such as positive expiratory pressure (PEP), oscillating PEP, intrapulmonary percussive ventilation (IPV); and drugs such as bronchodilators, mucokinetics, and mucolytics. Unfortunately, studies that provide solid evidence of the effectiveness of airway clearance techniques in patients with COPD are scarce. Available evidence indicates that active cycle of breathing, autogenic drainage, and forced expiratory technique can be effective. The evidence supporting traditional postural drainage and percussion is low. Physical exercise can be used for the purpose of airway clearance, and further investigations of its effectiveness as an ACT are warranted. Clinical practice guidelines from the American Association for Respiratory Care recommend that ACT should not be used routinely in patients with COPD. ACT may be considered in patients with COPD with symptomatic secretion retention, guided by patient preference, toleration, and effectiveness of therapy. ACT is not recommended if the patient is able to mobilize secretions with cough, but instruction in effective cough is useful. High-level evidence is lacking related to the use of bronchodilators, mucolytics, or mucokinetics to promote airway clearance in patients with COPD. There are COPD phenotypes that might benefit from ACT – these are patients with a large volume of secretions that they have difficulty clearing. To identify such patients, the following questions can be asked. Is there a pathophysiologic rational for use of the therapy? What is the potential for harm? What is the cost of therapy? What are the patient’s preferences? An N-of-1 trial can be performed to identify an ACT that benefits an individual patient. Given the available evidence, ACT for the patient with COPD should be re- served for those with difficulty clearing secretions, and who demonstrate an objective improvement with ACT. Take-home points: 1. Many ACT are available. 2. The most important ACT is an effective cough. 3. ACT is not needed routinely for patients with COPD, but some patients do benefit. 4. An N-of-1 trial can be used to identify the best ACT for an individual patient. Tecniche di clearance delle vie aeree nella broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) Per facilitare la disostruzione delle vie aeree sono attualmente disponibili diverse tecniche di clearance (ACT). Queste includono la tosse, la tecnica dell’espirazione forzata (FET), il ciclo attivo delle tecniche respiratorie, il drenaggio autogeno, il drenaggio posturale con o senza percussione e vibrazione, l’esercizio; esistono poi dispositivi a pressione positiva espiratoria (PEP), la PEP oscillatoria, la ventilazione percussiva intrapolmonare (IPV) e farmaci come broncodilatatori, mucocinetici e mucolitici. Purtroppo sono pochi gli studi che forniscono una solida prova d’efficacia su quale tecnica di clearance utilizzare nei pazienti con BPCO. Le evidenze disponibili indicano che il ciclo attivo delle tecniche respiratorie, il drenaggio autogeno, e la tecnica di espirazione forzata possono essere efficaci. L’evidenza a supporto del tradizionale drenaggio posturale e delle percussioni è invece bassa. Anche l’esercizio fisico può essere utilizzato allo scopo di promuovere la clearance delle vie aeree ma sono necessarie ulteriori ricerche, sulla sua efficacia come tecnica di disostruzione. CORRISPONDENZA [email protected] Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 19 Le linee guida dell’American Association for Respiratory Care (AARC) non raccomandano sempre l’utilizzo delle ACT nei pazienti con BPCO. Le ACT possono essere considerate nei pazienti con BPCO con sintomi da ristagno delle secrezioni e la scelta della tecnica è guidata dalle preferenze del paziente, dalla tollerabilità, e dall’efficacia della stessa. Le ACT non sono raccomandate qualora il paziente sia in grado di mobilizzare le secrezioni con la tosse, ma è utile fornire indicazioni su quest’ultima per garantirne l’efficacia. È altresì assente un livello alto di evidenza rispetto all’utilizzo di broncodilatatori, mucolitici o mucocinetici, per promuovere la clearance delle vie aeree in pazienti con BPCO. Esistono fenotipi di pazienti BPCO che potrebbero trarre beneficio dalle ACT (e.g. pazienti con un grande quantitativo di secrezioni che non riescono a mobilizzare) e per riconoscerli ci si potrebbe chiedere se esista un razionale fisiopatologico per l'utilizzo di una determinata tecnica, quale sia il danno potenziale, quale il carico della terapia e quali siano le preferenze del paziente. Si potrebbe progettare uno studio su un singolo partecipante (N-of-1 trial) per individuare una tecnica che sia di beneficio a un particolare paziente; ma sulla base delle evidenze disponibili, le ACT per pazienti BPCO dovrebbero essere destinate ai pazienti con difficoltà a mobilizzare le secrezioni e che dimostrino un miglioramento oggettivo con l’utilizzo delle ACT. Concetti chiave: 1. Sono disponibili diverse tecniche di clearance. 2. La tecnica più importante è la tosse (se efficace). 3. Non è necessario l’utilizzo routinario delle ACT nei pazienti BPCO, ma alcuni pazienti ne possono trarre beneficio. 4. P uò essere utilizzato un N-of-1 trial per individuare la migliore ACT per uno specifico paziente. 20 New modalities for noninvasive ventilation (NIV) The newest noninvasive respiratory support therapy is high flow nasal cannula (HFNC). The use of HFNC with flows or 40 to 60 L/ min minimizes room air dilution, which allows precise delivery of high oxygen concentrations. HFNC also flushes upper airway dead space, which may reduce minute ventilation requirement; provides small CPAP, which increases lung volume; and reduced inspiratory resistance, which reduces the inspiratory work of breathing. Ventilators for NIV can be classified as bilevel ventilators, intermediate ventilators, and critical care ventilators. Some of these use single limb circuits, whereas others (e.g., critical care ventilators) use dual limb circuits. Regardless of the ventilator type, leak compensation is most important during NIV. Poor leak compensation can lead to patient-ventilator asynchrony. Recent evidence suggests that some critical care ventilators, but not all, are capable of good leak compensation. Average volume assured pressure support (AVAPS) is a mode available on some bilevel ventilators. It is an adaptive pressure mode that changes inspiratory pressure to maintain a target tidal volume, thus finding the lowest pressure to maintain the delivered tidal volume. A limitation of this mode is that it transfers work to the patient, which might limit respiratory muscle unloading. Neurally adjusted ventilatory assistance (NAVA) uses a special nasogastric tube that assesses the electrical activity of the diaphragm and adjusts support accordingly. NAVA should improve patient-ventilator interaction by being affected less by leaks, and addressing triggering issues in the setting of autoPEEP. However, it uses an invasive catheter, the catheter must be precisely placed, and there is additional cost for the catheter. Proportional assist ventilation (PAV) is a physiologically sound mode based on the equation of motion. Like NAVA, PAV is a positive feedback mode, meaning that the amount of support is determined by the patient’s respiratory drive. Some, but not all, studies have reported better patient-ventilator synchrony with PAV. Experience with NAVA and PAV is limited because the modes are available on a limited number of ventilators. Patients with COPD receiving NIV benefit from inhaled bronchodilators. Available evi- Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 dence supports that aerosolized bronchodilators can be delivered effectively during NIV using either nebulizer or inhaler with spacer. Take-home points: 1. Evolving evidence supports use of HFNC. 2. Leak compensation has improved in ventilators for NIV. 3. The role of AVAPS, NAVA, and PAV during NIV is to be determined. 4. Aerosols can be delivered effectively with NIV. Nuove modalità per la ventilazione non invasiva (NIV) La più recente terapia di supporto respiratorio non invasiva impiega le cannule nasali ad alto flusso (HFNC). L’utilizzo della HFNC con flussi da 40 a 60 L/min minimizza la diluizione dell’aria ambiente e ciò permette la somministrazione di alte e precise concentrazioni di ossigeno. L’HFNC inoltre determina il lavaggio dello spazio morto delle vie aeree superiori con una possibile riduzione della ventilazione-minuto, fornisce una piccola CPAP che aumenta il volume polmonare e riduce infine la resistenza inspiratoria, diminuendo il lavoro respiratorio inspiratorio. I ventilatori polmonari per la NIV possono essere classificati in ventilatori a due livelli di pressione (bilevel), ventilatori intermedi e ventilatori da terapia intensiva. Alcuni di questi utilizzano circuiti semplici con un tubo mentre altri (e.g. ventilatori da terapia intensiva) utilizzano circuiti a doppio tubo. A prescindere dal tipo di ventilatore, il compenso delle perdite è importantissimo durante la NIV. Uno scarso compenso delle perdite può portare a un asincronismo pazienteventilatore. Recenti evidenze suggeriscono che alcuni ventilatori da terapia intensiva hanno un buon livello di compensazione delle perdite. In alcuni ventilatori bilevel è disponibile la modalità di ventilazione a volume medio garantito in pressione di supporto (AVAPS), che è una modalità di ventilazione con adattamento pressorio in cui la pressione di supporto inspiratoria si modifica per mantenere un determinato volu- me corrente, impiegando così il minor livello di pressione per mantenere il volume corrente stabilito. Tuttavia, trasferendo il lavoro al paziente, potrebbe essere ridotto lo scarico dei muscoli respiratori, rappresentando dunque un limite di tale modalità. L’assistenza ventilatoria regolata a livello neurale (NAVA) utilizza un particolare sondino naso-gastrico che registra l’attività elettrica del diaframma, adattando di conseguenza il supporto. La modalità NAVA dovrebbe migliorare l’interazione paziente-ventilatore a causa delle minori perdite aeree e grazie alla risoluzione dei problemi di trigger, qualora impostata in auto-PEEP. La NAVA utilizza un catetere invasivo che deve essere posizionato con precisione, e ha quindi costi aggiuntivi. La ventilazione assistita proporzionale (PAV) è una modalità di ventilazione che dà l’idea di essere più fisiologica, ed è basata sull’equazione di moto del sistema respiratorio. Come la NAVA, la PAV rappresenta una modalità a feedback positivo, nel senso che la quantità del supporto è determinata dal drive respiratorio del paziente. Alcuni studi descrivono un migliore sincronismo paziente-ventilatore con la PAV. L’esperienza con la NAVA e la PAV è limitata poiché tali modalità sono disponibili su un ridotto numero di ventilatori. I pazienti con BPCO sottoposti a NIV traggono beneficio dai broncodilatatori per via inalatoria. Le evidenze disponibili supportano l’efficacia della somministrazione di broncodilatatori per via aerosolica durante la NIV, utilizzando il nebulizzatore oppure la camera spaziatrice. Concetti chiave: 1. Nuove evidenze supportano l’utilizzo di HFNC. 2. Il compenso delle perdite è migliorato nei ventilatori per NIV. 3. Il ruolo delle modalità AVAPS, NAVA, e PAV deve essere ad oggi ancora determinato. 4. Gli aerosol possono essere somministrati in maniera efficace durante la NIV. We love air heated and humidified In the lung parenchyma, gas is fully saturated with water vapor, 44 mg/L at 37° C. The water and heat losses from the respiratory tract each day are 250 mL and 726 kJ, respectively. Breathing cool dry gas contributes to drying of secretions, decreased compliance, atelectasis, and hypoxemia. The nebulizer, by delivering aerosolized water or saline, can humidify the inspired gas, but this causes airway irritation and can lead to contamination of the lower airway. A humidifier delivers water vapor rather than an aerosol Active humidifiers heat the water bath so that gas is delivered to the patient fully humidified at body temperature if set correctly. Humidifiers for low flow oxygen cannula are unheated and inefficient. Active humidifiers used with high flow nasal cannula are very efficient and some to the therapeutic benefit of this therapy might relate to effective humidification of inspired gas. A passive humidifier traps heat and humidity in the expired gas, and delivers that back to the patient on the subsequent inspiration. Passive humidifiers are sometimes called heat and moisture exchangers or artificial noses. Generally, passive humidifiers are less efficient than active humidifiers. Of concern is the additional dead space that the passive humidifier adds to the airway, which increases the minute ventilation requirement. In patients with an artificial airway, either endotracheal tube or trachestomy tube, it is important that the inspired gas is adequately humidified; this is important during either mechanical ventilation or spontaneous breathing. Take-home points: 1. Careful attention to humidity is necessary with high flow nasal cannula, noninvasive ventilation, invasive ventilation, and tracheostomy. 2. Complications such as mucus plugging occur with inadequate humidification. 3. Active humidification is more effective than passive humidification. Amiamo l’aria riscaldata e umidificata Nel parenchima polmonare i gas sono completamente saturi di vapore acqueo (44 mg/L a 37°C). La perdita di acqua e calore dal tratto respiratorio è rispettivamente di 250 ml e 726 KJ ogni giorno. Respirare gas freddi e secchi contribuisce a disidratare le secrezioni, a ridurre la compliance, a favorire le atelettasie e l’ipossiemia. La nebulizzazione mediante aerosol di acqua o soluzione fisiologica può umidificare i gas inspirati, ma può causare l’irritazione delle vie aeree e contaminare le vie aeree inferiori. Gli umidificatori somministrano invece vapore acqueo piuttosto che aerosol. Gli umidificatori attivi riscaldano l’acqua e, se il settaggio è corretto, il gas è somministrato umidificato al paziente completamente a temperatura corporea. Gli umidificatori per cannule d’ossigeno a basso flusso non sono riscaldati e sono inefficienti. Gli umidificatori attivi utilizzati per le cannule nasali ad alto flusso sono molto efficienti e alcuni dei benefici di questo trattamento possono essere attribuiti all’umificazione dei gas inspirati. Gli umidificatori passivi intrappolano calore e umidità nel gas espirato e lo restituiscono al paziente all’inspirazione successiva. Questi ultimi sono talvolta denominati scambiatori di calore e umidità o nasi artificiali. Generalmente gli umidificatori passivi sono meno efficienti di quelli attivi. Fondamentale è lo spazio morto addizionale che l’umidificatore passivo aggiunge alle vie aeree e che aumenta la necessità di ventilazione minuto. Nei pazienti con una via aerea artificiale, che sia un tubo endotracheale o una cannula tracheostomica, è importante che il gas inspirato sia adeguatamente umidificato; ciò è importante sia durante la ventilazione meccanica sia durante il respiro spontaneo. Concetti chiave: 1. È necessario porre attenzione all’umidificazione durante il trattamento con le cannule nasali ad alto flusso, la ventilazione invasiva e non-invasiva, e in presenza di tracheostomia. 2. Un’inadeguata umidificazione determina complicanze come la formazione di tappi di muco. 3. L’umidificazione attiva è più efficace di quella passiva. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 21 poster ARIR 3 rd International Conference on Respiratory Physiotherapy Rimini, 10-12 marzo 2016 Di seguito riportiamo gli abstract dei 2 poster vincitori e, a seguire, quelli che hanno ottenuto un punteggio maggiore di 5 alla valutazione di un panel di esperti dedicato (rating 1-10). La sequenza di esposizione è in ordine alfabetico, non di risultato alla valutazione. POSTER VINCITORE “PREMIO A VALENZA SCIENTIFICA” S. Becchiati Università degli Studi di Milano, CdL Fisioterapia; Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale S. Gambazza, R. Guarise, A. Brivio, F. Carta, C. Colombo Maggiore Policlinico, Centro di Riferimento Regionale per la Fibrosi Cistica (CRRFC) Background: Although some studies already showed the efficacy of positive expiratory pressure (PEP) as airway clearance technique [1], yet it is not clearly understood what is the impact of this technique on pulmonary ventilation inhomogeneity (VI), a typical feature of patients with Cystic Fibrosis (CF). In this context, measures of VI – derived from multiple-breath washout (MBW) – have grown in prominence as an alternative to conventional spirometry due to their sensitivity, shown by a number of cross-sectional and longitudinal studies, to early changes in peripheral airways [2]. Aim: To investigate how PEP-Mask affects ventilation inhomogeneity in clinically stable patients with mild to moderate CF, by the change in Sacin, LCI2.5 and Scond indeces derived from nitrogen multiple-breath washout test (N2-MBW). Methods: A cross-over randomized controlled trial was run at the CF Centre of Milan. Patients were enrolled at the end of an intravenous antibiotic. After performing spirometry before being discharged, as per clinical practice, and after checking the inclusion criteria, they were asked to withheld their usual bronchodilator therapy. Patients underwent the study procedure, consisting in four N2-MBW, one before and one after the intervention with PEP-Mask, either standard or sham, during two subsequent mornings (Figure 1). The order of application was randomly assigned. The standard intervention with PEP-Mask was performed according to the protocol used at the CF Centre [3], that is 1 min of breaths with a slightly active expiration through the mask, repeated for 10 times, in a forward lean position with elbows rested on a table; the expiratory resistor had an internal diameter such as to ensure a pressure range, controlled by a manometer, between 10 and 20 cmH20. Between repetitions (30 sec) 3 huffs through standard mouthpiece 22 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 tubing were performed (forced expiration from TLC to FRC) together with and one cough. The sham intervention was performed in the same way, caring to use an expiratory resistor with an internal diameter such as to ensure less than 10 cmH20 pressure. Wet sputum was collected at the end of every procedure as secondary outcome measure while SpO2 was registered throughout the procedure as security measure. Physiotherapists (PTs) performing nitrogen multiple-breath washout test were blinded to treatment allocation as well as PTs performing standard or sham PEP were blinded to LCI results. Patients were considered blinded to the purpose of the study. Sample size has been set at 30 patients in order to give estimate of treatment variance and determine a larger sample size based on feasibility criteria as well. Results: Since the study is still ongoing, treatment arms are blinded, and A and B just describe the two interventions performed. Data are displayed as mean (standard deviation) (Table 1). Sacin reached an average value of 0.22 (0.04) units/litre (pre) and 0.23 (0.04) units/litre (post) in treatment A, while it gave 0.21 (0.01) units/litre (pre) and 0.23 (0.03) units/litre (post) in treatment B. Scond remained unchanged before and after the intervention in both treatment arms [0.10 (0.02) units/litre in treatment A and 0.10 (0.03) units/litre in treatment B]. Mean LCI2.5 was 18.04 (3.73) (pre) and 17.95 (4.14) (post) in treatment A, differently than 17.61 (3.86) (pre) and 17.35 (3.72) (post) in treatment B. Sputum volume throughout the procedure reached a mean weight of 5.53 (4.07) g (treatment A) and 3.70 (2.99) g (treatment B). Conclusions: Although it is not possible to draw any conclusion on the efficacy of PEP-Mask therapy on distribution of ventilation in small airways (Sacin), this primary outcome appears to be enough Day 1 Randomization Short-term effect of positive expiratory pressure on ventilation inhomogeneity in patients with Cystic Fibrosis N2-MBW A Day 2 N2-MBW N2-MBW B N2-MBW Time N2-MBW B N2-MBW N2-MBW Figure 1 Temporal sequence of the procedure. A N2-MBW Table 1 N2-MBW data. N2-MBW (before PEP-Mask) LCI2.5 Scond, units/litre N2-MBW (after PEP-Mask) Sacin, units/litre LCI2.5 Scond, units/litre Sacin, units/litre Wet sputum weight, g Intervention A 18.04 ± 3.73 0.10 ± 0.02 0.22 ± 0.04 17.95 ± 4.14 0.10 ± 0.02 0.23 ± 0.04 5.53 ± 4.07 Intervention B 17.61 ± 3.86 0.10 ± 0.03 0.21 ± 0.01 17.35 ± 3.72 0.10 ± 0.03 0.23 ± 0.03 3.70 ± 2.99 sensitive to detect differences in the distribution of ventilation in patients with CF, compared to FEV1 alone. Despite minimal clinical important difference for N2-MBW indices was not yet established, these preliminary data provide an insight into good practice for respiratory physiotherapists. Concluding the ongoing study becomes essential to prove PEP-MASK efficacy on small airways and to probe the N2-MBW need in routine clinical setting. Furthermore, efforts for inclusion and standardization of these indices might help interventional studies research and improve CF early lung management. References [1] Pfleger A, Steinbacher M, Schwantzer G, Weinhandl E, Wagner M, Eber E. Short-term effects of physiotherapy on ventilation inhomogeneity in cystic fibrosis patients with a wide range of lung disease severity. J Cyst Fibros 2015;14:627-631. [2] Al-Khathlan NA. The involvement of the lung periphery in cystic fibrosis: an exploration using multiple-breath nitrogen washout and helium-3 diffusion magnetic resonance. Department of Infection, Immunity and Inflammation, Division of Child Health, University of Leicester. https://lra.le.ac.uk/bitstream/2381/325 13/1/2015ALKHATHLANNPhD.pdf. Accessed on September 2015. [3] Falk M, Kelstrup M, Andersen JB, Kinoshita T, Falk P, Støvring S, Gøthgen I. Improving the ketchup bottle method with positive expiratory pressure, PEP, in cystic fibrosis. Eur J Respir Dis 1984;65:423-432. POSTER VINCITORE “PREMIO A VALENZA ORGANIZZATIVA” Hospital-community integration in als Respiratory Care: the home need. A telematics multicenter survey B. Garabelli, A. Lizio, E. De Mattia, M. Iatomasi, F. Rao, C. Lunetta, V. Sansone NeMo Clinical Centre, Fondazione Serena Onlus, Niguarda Hospital, Milan S. Cattaneo, M. Messina Rehabilitation Department of S.Antonio Abate Hospital, ASST Valle Olona, Gallarate e-mail: Barbara Garabelli, [email protected] Background: ALS is a rare, neurodegenerative fatal disease. Hub and Spoke Centres in Italy provide multidisciplinary care pathways specifically calibrated to ALS. Protected discharges and admissions guarantee care continuity, but home care is improvable, especially for the respiratory management. Aim: To investigate the need of Respiratory Care (RC) for ALS patients with Non Invasive (NIV) or Invasive Ventilation (IMV) and cough-machine at home, including a patient-caregiver subjective assessment of available services. Method: Prior to consent, an on-line survey was distributed to ALS patients without cognitive impairment attending two multidisciplinary centres: Nemo in Milan (tertiary centre), and S.Antonio Abate Hospital in Gallarate (secondary centre). We enrolled 103 patients (53% Nemo, 47% Gallarate) between June 2014 and December 2015. 91% were from Lombardy, 9% from other regions. Descriptive analysis and correlations between categories were obtained. Results: 80% patients used mechanical ventilation, 62% NIV, 38% IMV. 92% required one or more caregivers to manage ventilation. 85% had a cough-machine at home. 87% needed one caregiver or more for the management of the machine, 17% had constant trouble with secretion clearance while in 33% this was challenging only during respiratory infections. Only 42% patients thought their family doctors knew about the disease adequately, 37% received no home care. None had home respiratory care assistance (a Pulmonologist and/or a Respiratory Therapist (RT) integrated in the home multidisciplinary team). Only 46% patients never had Complicated Respiratory Infections (CRI) requiring antibiotics, 54% at least one, 35% several. We sought for some correlations between CRI and cough machine or mechanical ventilation use. Patients using cough-machines > 30 minutes/day and patients on ventilation for > 16 hours/day were those having a higher incidence of CRI (p < 0,05 and p < 0,0001 respectively) (Figure 1). Ventilator-dependent patients > 16h had a higher incidence of Emergency Call (EC) (p < 0,0001). Patients who had at least one CRI had 13 times the relative risk to resort to EC compared to stable patients with no CRI (p < 0,0001) (Figure 2). Trying to counteract infection onset we could reduce risk of EC of 52%. This result Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 23 Figure 1 CRI trend in relation to cough machine and NIV use. Figure 2 Emergency calls in relation to NIV use and CRI. Useless Maybe Probably Yes Absolutely Yes Figure 3 Patients’ opinion on CRI prevention with a RT home interventions. also applies excluding IMV patients, considering the influence of tracheostomy on infection onset. Once NIV patients have had at least one CRI, the risk of EC becomes 5 times (p < 0,05). Counteracting infection onset we could reduce EC of 29% in NIV patients. 76% caregivers would like a better systematic specialist interaction to manage home RC. 84% would appreciate RT home visits, 24 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 89% felt they would have prevented CRI if a RT had been in their homes (Figure 3). Conclusions: At present interviewed ALS patients’ caregivers manage home respiratory assistance almost alone. Adequate RC in ALS patients’ home is lacking and should be improved, especially for patients in IMV, NIV > 16 hours/day and for cough-machine strong users. Role of respiratory therapist in an adult bronchiectasis clinic Respiratory effects of specific lumbopelvic cylinder muscle training in obese men S. Annoni, S.C. Zucchetti, E. Simonetta, A. Stainer, F. D’Arcangelo, E. Oggionni, P. Faverio, A. Pesci, S. Aliberti Scuola di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano Bicocca Clinica Pneumologica, AO San Gerardo, Monza e-mail: [email protected] E. Bezzoli, L. Pianta, A. Salvadori, M. Mascheroni, L. Piccinno, P. Capodaglio Istituto Auxologico Italiano, Piancavallo (VB) Italy D. Andreott Physiotherapy, SMARTERehab, Gordola, Switzerland L. Puricelli Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italy e-mail: [email protected] Background: Bronchiectasis causes chronic cough, sputum production and recurrent respiratory infections [1]. Although airway clearance techniques seem to be effective in removing secretions and improving patients’ symptoms [2,3], evidence is scarce. Aim: To evaluate the impact of respiratory therapy on quality of life, cough and exacerbation frequency in adult patients with bronchiectasis. Methods and Materials: This was an observational, prospective study enrolling adult outpatients with non-CF bronchiectasis referring to the tertiary care bronchiectasis clinic of the San Gerardo University Hospital, Monza, Italy, from 1st January 2014 to 31st August 2015. Patients were reported by pneumologist to the attention of the respiratory therapist according to previously agreed criteria. Evaluations (E) included: E1) first assessment, including clinical examination, educational program and check-up of nebulized therapy and equipment. Patients had to fill out a diary regarding respiratory symptoms for 1 or 2 weeks to find out usual being. E2) Choice and teaching of airway clearance techniques according to patient’s skills and preferences. Patient had to fill out the diary until next session to evaluate treatment effectiveness. E3) Assess patient education in self-management of the learned technique or start over with another technique. E4) Follow up at 6 months. Patient was also provided with some booklets about bronchiectasis features, management during exacerbation, method and timing of the learned technique and hygienic habits. Outcome measures: Leicester Cough Questionnaire (LCQ), St. George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ) from E1 to E4. Number of exacerbations 6 months after first assessment compared to 6 months before first assessment. Patient satisfaction was also recorded by purpose-built questionnaire. Results: Among the 59 patients referring to respiratory therapist, 17 were excluded (6 were lost to follow up, 5 underwent long-term antibiotic therapy, 6 needed only the educational session). The final population accounted for 42 patients (median age 68 years, 41% males). An improvement in quality of life (–2.6 median points SGRQ), cough symptom (+ 2.15 median points LCQ) and number of exacerbations (20 out of 42 had lower number of exacerbations) was registered after the intervention in comparison to baseline. There was a fair level of satisfaction 6 months after first evaluation. Conclusion: These data confirm the crucial role played by respiratory physiotherapy as treatment of adult patients with bronchiectasis in the context of a multidisciplinary approach. References [1] Ten Hacken NH, Kerstjens HA. Bronchiectasis Search date APRIL 2011 BMJ Clin Evid. Aug 16; 2011. [2] Dentice R. Airway clearance physiotherapy improves quality of life in patients with bronchiectasis. Aust J Physiother 2009;55(4):285. [3] Flude LJ, Agent P, Bilton D. Chest physiotherapy techniques in bronchiectasis. Clin Chest Med 2012;33(2):351-61. Background: It is known that obese subjects may have decreased pulmonary volume [1]. The major respiratory complications of obesity include a heightened demand for ventilation, an elevated workload for breathing, respiratory muscle inefficiency and diminished respiratory compliance [1]. Obese men have an android adipose tissue distribution and in standing their center of mass is anterior to their base of support [2], provoking an alteration in automatic trunk muscle activation [3]. The lumbo-pelvic cylinder musculature influences breathing, postural control and lumbar stability by enhancing intra-abdominal pressure [4-9] and increasing the diaphragmatic oppositional area [10]. Aims: The purpose of the present study is to evaluate whether the specific motor control exercises for the lumbar-pelvic cylinder muscles are able to modify respiratory function in obese men greater than general strengthening exercises. Methods: Twenty obese male patients with forced vital capacity (FVC) ≤ 80% were randomized into two groups. Five days per week for three consecutive weeks both groups performed one session of endurance training using a bicycle Ergometer and took part in a 30-minute group exercise session. The experimental group (SEG) performed specific exercises aimed at increasing perception and activation of the lumbar-pelvic musculature. The control group (CG) performed general strengthening exercises. All subjects were evaluated by: spirometry, walking test (6MWT), thoracic excursion, maximal respiratory pressure. Oxygen Cost Diagram (OCD) was administrated for the evaluation of dyspnea. Results: The SEG had significant improvements in: FVC (5,2% p = 0,038), slow vital capacity (VC) (p = 0,029), RV to TLC ratio (11.8% p = 0,033), maximal voluntary ventilation (MVV) (11.9% p = 0,049), MEP (9,3% p = 0,009), thoracic excursion (92.5% p ≤ 0,0001), OCD (63,6 % p ≤ 0,0001) and 6MWT distance (15% p = 0,007). The CG showed improvement in 6MWT distance (11% p = 0,001) and OCD (47.2% p ≤ 0,0001). The MEP value worsened only in absolute terms, while the thoracic excursion remained unchanged. Conclusions: The study suggests that in obese men respiratory function may benefit from specific exercises. This study was a pilot study and is limited by low numbers and a lack of power calculation for a primary outcome measure. Therefore, the statistics should be interpreted with caution. References [1] Parameswaran, DC Todd, Soth M. Altered respiratory physiology in obesity. Can Respir J 2006;13(4):203-210. [2] Clark KN. Balance and Strength Training for Obese Individuals. ACSM’S Health & Fitness Journal. January/February 2004. [3] O’Sullivan PB, Beales DJ, Beetham JA, et al. Altered motor control strategies in subjects with Sacroiliac Joint Pain during the Active Straight-Leg-Raise Test. Spine. 2002;27(1):E1-E8. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 25 [4] Cresswell A, Grundstrom H, Thorstensson A. Observations on intraabdominal pressure and patterns of abdominal intramuscular activity in man. Acta Physiol Scand 1992;144:409-418. [5] Hodges PW, Gurfinkel VS, Brumagne S, et al. Coexistence of stability and mobility in postural control: evidence from postural compensation for respiration. Exp Brain Res, 2002;144:293-302. [6] Hodges PW, Eriksson AE, Shirley D, et al. Intraabdominal pressure increases stiffness of the lumbar spine. J Biomech. 2005;38(9):1873-1880. [7] Hodges P, Sapsford R, Pengel L. Postural and respiratory functions of the pelvic floor muscles. Neurourol Urodyn. 2007;26:362-371. [8] Malatova R, Drevikovska P. Testing procedures for abdominal muscles using the muscle dynamometer. Proc Inst Mech Eng H. 2009; 223(8):1041-1048. [9] Kolar P, Sulc J, Kyncl M, et al. Stabilizing function of the diaphragm: dynamic MRI and synchronized spirometric assessment. J Appl Physiol. 2010;109(4):1064-1071. [10] De Troyer A, Wilson TA. Mechanism of the increased rib cage expansion produced by the diaphragm with abdominal support. J Appl Physiol 2015;118:989-995. Respiratory muscle strength, lung volume restriction and cough efficacy in DM1: Impact on exercise performance E. De Mattia, A. Lizio, B. Garabelli, M. Iatomasi, M. Gualandris, V. Gatti, F. Rao, V. Sansone NeMo Clinical Centre, Fondazione Serena Onlus, Niguarda Hospital, Milan e-mail: [email protected] Background: Myotonic dystrophy type 1 (DM1) is a slowly progressive multisystem disease with the main clinical features of muscular weakness, wasting and myotonia. Many subjects with DM1 describe limitations in ambulation, that influences activities in daily life and enables participation. Moreover, respiratory involvement is very common in DM1 and it leads to hypercapnia and lung volume restriction. Aim: To study correlation of different spirometry and respiratory muscle strength variables with variables of Six minutes walk (6MWT) and Ten meters walk (10T) tests in a DM1 population. Methods: In our prospective study, 28 consecutive patients (42,51±10,08 years), affected by DM1 without respiratory failure, were enrolled from February 2015 to December 2015. We assessed the impact of respiratory muscle strength, lung volume restriction and cough efficacy – evaluated with the measure of Maximal Inspiratory and Expiratory Pressure (MIP and MEP), Forced Vital Capacity (FVC), and Peak cough Expiratory Flow (PcEF) – on exercise performance – evaluated with two clinical walking field tests (6MWT and 10T). Respiratory muscle tests, spirometry and 6MWT were performed according to the ATS guidelines [1-3]. 10T was performed as described by Watson [4]. Correlation between respiratory function variables and walking tests variables was assessed using the Pearson correlation coefficient and the non-parametric Spearman rank correlation coefficient, as appropriate, for univariate analysis and multivariable regression model adjusted for age, sex and BMI for multivariable analysis. A p-value < 0.05 was considered significantly. 26 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Results: FVC significantly correlated with 6MWT distance (in ortostatism: r=0,37692 for % predicted, and r=0,63573 for absolute value; in clinostatism: r=0,33228 for % predicted, and r=0,69638 for absolute value) and 10T time (in ortostatism: r=-0,50608 for % predicted, and r=–0,66168 for absolute value; in clinostatism: r=–0,36528 for % predicted, and r=–0,68935 for absolute value). MEP also significantly correlated both with 6MWT distance (r=0,69362) and 10T time (r=–0,64968). Instead, MIP and PcEF significantly correlated only with 6MWT distance (r=0,46826 and r=0,49643, respectively), but not with 10T time. Conclusions: At our knowledge, this is the first study showing correlation of respiratory muscle weakness and lung volume restriction with exercise performance in DM1. In our DM1 patients, respiratory function significantly correlates with walking tests variables. Basic differences between 6MWT and 10T could explain why MIP and PcEF correlate only with 6MWT distance but not with 10T time. Indeed, the 6MWT evaluates the global and integrated responses of all the systems involved during exercise, while the 10T assesses just walking speed over a short distance. References [1] ATS/ERS Statement on respiratory muscle testing. Am J Respir Crit Care Med 2002 Aug 15;166(4):518-624 [2] ATS/ERS Task force: standardization of lung function testing. Eur Respir J 2005;26:319-338. [3] ATS statement: Guidelines for the six minute walk test. Am J Respir Crit Care Med 2002;166:11-117. [4] W atson MJ. Refining the ten-metre walking test for use with neurologically impaired people. Physiotherapy 2002;88(7):386-397. Ventilation inhomogeneity and lung impairment in children with primary immunodeficiency: an observational study R. Guarise, S. Gambazza, M. Foà, M.C. Russo, A. Brivio, C. Colombo Centro di Riferimento Regionale per la Fibrosi Cistica (CRRFC), Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano P. Pavesi, R.M. Dellepiane UOS Immunologia Pediatrica, Clinica Pediatrica Media Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano L. Dell’Era UOC Pronto Soccorso, Pediatria Ambulatoriale, DH/MAC, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano I.M. Borzani UOC Radiologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano e-mail: [email protected] Background: Lung Clearance Index (LCI) is a measure of abnormal ventilation distribution derived from the multiple breath inert gas washout (MBW) technique for whom respiratory physiotherapy has increased interest in the last decade. LCI has been reported as a better predictor than FEV1 to assess early lung damage in patients with Cystic Fibrosis according to computed tomography (CT) findings [1,2]. So far no study has investigated the presence of pulmonary ventilation inhomogeneity in children with Primary Immunodeficiencies (PID). Aim: To detect ventilation inhomogeneity by nitrogen MBW technique and to assess clinical utility of LCI compared to the traditional spirometry and CT scan assessment in children with PID. Methods: All children with PID referring to our clinic were recruited from November 2015 to February 2016 during a scheduled followup. Spirometry, body pletismography, nitrogen MBW test were performed. CT scan was also performed in those children who had not one in the year before. LCI percentage of predicted and upper limit of normality (ULN) were calculated according to paediatric reference equations [3]. CT scans were evaluated according to Bhalla score. Spearman correlation was calculated between LCI, FEV1 and FVC. Fisher’s exact test was used to assess the association between LCI below/above ULN and Bhalla score (positive/negative). Sample characteristics are presented as mean(sd). Results: Twelve children with PID (7 Common Variable Immunodeficiencies (CVID), 4 X-linked Agammaglobulinemia (XLA), 1 X-linked Hyper-IgM, 1 IgA deficiency (IgAD), 1 IgG subclass deficiency), 7 female, aged 12(2)yrs were recruited. FEV1%pred. (114.9 (18.1)%) and a FVC (113.2(15)%) were normal in all patients. Bhalla score detected abnormalities in 4 patients (3 CVID, 1 IgAD) with an average value of 0.8(2)%. LCI reached an average value of 7.24(0.67) (6.33-8.25). Four children (2 XLA, 1 CVID, 1 IgAD) presented an LCI higher than ULN, 2 of which (1 CVID, 1 IgAD) had altered Bhalla score values. No association was found between LCI and CT scan scoring. Conclusions: Unlike studies carried in patients with cystic fibrosis, LCI doesn’t correlate with CT score in patients with PID. However it seems that LCI changes earlier than FEV1 in patients with lung injury. More studies on a large cohort of patients with PID are needed to assess the sensitivity of LCI versus FEV1 to detect early lung disease and to assess its utility in respiratory physioterapy clinical practice. References [1] Gustafsson PM, De Jong P, Tiddens H, Lindblad A. Multiplebreath inert gas washout and spirometry versus structural lung disease in cystic fibrosis. Thorax 2008;63(2):129-134. [2] Owens CM1, Aurora P, Stanojevic S, Bush A, Wade A, Oliver C, Calder A, Price J, Carr SB, Shankar A, Stocks J. Lung Clearance Index and HRCT are complementary markers of lung abnormalities in young children with CF. Thorax 2011;66(6):481-488. [3] L um S, Stocks J, Stanojevic S, Wade A, Robinson P, Gustafsson P, Meghan Brown M, Paul Aurora P, Subbarao P, Hooe A, Sonnappa S. Age and height dependence of lung clearance index and functional residual capacity. Eur Respir J 2013;41:1371-1377. Ultrasonography evaluation of a weak diaphragm after a respiratory muscle training A. Longoni Cardiac-Respiratory Rehabilitation Gym, “Paola Giancola foundation”, Asst Lariana, Como A. Paddeu U.O. of Specialistic Rehabilitation 2, “Paola Giancola foundation”, Asst Lariana, Como e-mail: [email protected] We report a case of Osas with diaphragmatic limitation and paradoxical respiration despite a normal chest radiography. This manifestation would have been missed if ultrasound was not employed. Keywords: Diaphragm; Sonography; Paradoxical respiration; Reahabilitative program. Background: Several clinical problems may result in diaphragm weakness and ultrasound can be a valid dynamic procedure for it’s kinetics evaluation respect to typically most used imaging methods like X-Ray, Fluoroscopy and MRI that use static images, ionization with high costs. Diaphragm ultrasonography techniques: Diaphragmatic excursion was measured with a lower frequency curvilinear probe (microconvex range 1.5-3.5 MHZ), in anterior subcostal view. The transducer was placed between the mid-clavicular and anterior axillary lines, directed medially, cranially and dorsally to visualize the posterior third of the right diaphragm, approximately 5 cm lateral to the inferior vena cava foramen. The patient was examined lyng at 45°using the liver and spleen acoustic windows. The diaphragm is commonly seen like a 2 echogenic layers (peritoneum and pleura) sandwiching a hypoechoic thick line. Measurement should be made in the M-mode, from the point of maximal excursion to the baseline and paradoxical motion is considered when the diaphragm moves away from the transducer during inspiration. Case report: A 61 years old woman, not smoker, was hospitalized for OSAS (AHI 25,9). Comorbidity were obesity (BMI 33,8), hypertension and diabetes mellitus 2. Ten years ago she had surgery gynecological problem that produced a weakening of the left diaphragm. The breathe, on sitting and lying, was normal on the first examination. Normal X-ray and spirometry (VC max 101,9%; FEV1 108,8%) but ultrasound confirmed the weakness of the diaphragm. Maximal excursion of diaphragmatic lyne was of 2 cm to right and < 1 cm to left with a paradoxical respiration. For her problem the patient was trained to the use of Cpap with diurnal cycles and all night and RT educational program. Ultrasound during Cpap showed good diaphragmatic excursion at 6,5 cmH2O without discomfort. In addition, the patient was introduced to a rehabilitation program of 15 days. The Fkt program consisting of one daily session of 30’ of physiotherapy (respiratory exercises, calisthenics exercises, elastic theraband) and two sessions of 30’ of minibike for the upper and lower limbs. Discussion: The patient therapy was Cpap with 6.5 cmH2O pressure with oronasal mask. At the end of rehabilitative program the patient values were: Diaphragmatic excursion = from 2 to 6,9 cm on the right and from 1 to 5,6 cm on the left diaphragm. WT6’= from 275 to 435 meters; Arm band sleep quality = from 39,2% to 83,9%; Night SpO2 saturation = 94,3% Conclusion: Using M-mode ultrasonography, it’s possible to find diaphragmatic dysfunction in a unexpected patients. We believe that this tecnique is inexpensive, widely available, easy to use as a bedside exame for clinicians and RT therapist. We can asses diaphragm excursion in quiet and deep breathing in real time motion before and after a rehabilitative program. References [1] Soldati G, Copetti R. Ecografia toracica. Edizioni Medico Scientifica 2012. [2] Feletti F, Gardelli G, Mughetti M. L’ecografia toracica. Applicazioni ed imaging integrato 2010. [3] Sarwal A, Walker FO, Cartwright MS. Neuromuscular Ultrasound for evaluation of diaphragm. Muscle Nerve 2013;47(3): 319-329. [4] Zanforlin A. Applicazioni cliniche e sperimentali dell’ecografia toracica in pneumologia: la diagnostica precoce delle patologie pleuropolmonari 2012. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 27 [5] Gerscovich EO, Cronan M, McGahan JP, Jain K, Jones CD, McDonald C. Ultrasonographic evaluation of diaphragmatic motion. Ultrasound Med 2001;20(6):597-604. [6] Ferrari G, De Filippi G, Elia F, Panero F, Volpicelly G, Aprà F. Diaphragm ultrasound as a new index of discontinuation from mechanical ventilation. Critical Ultrasound Journal 2014;6:8. [7] Boussuges A, Gole Y, Blanc P. Diaphragmatic motion studied by M-mode ultrasonography: Methods, reproducibility and normal values. Chest 2009;135(2):391-400. [8] Block B. Guida ecografica: Atlante di diagnostica ecografica, Verduci 2012. [9] Soladati G. Ecografia dell’apparato respiratorio, Ed. Guidotti 2015. [10] Diaphragmatic Motion Studied by M-Mode Us, Chest February 2009:135(2):391-400. Neuromuscular taping as support for respiratory rehabilitation patients with chronic obstructive pulmonary disease M.E. Mantovani, A. Masciotti, L. Di Vincenzo, B. Bruni, M.L. Dottorini Respiratory Rehabilitation and Thysiopneumologic Prevention Service, AUSL Umbria 1, Perugia, Italy e-mail: [email protected] Introduction: As part of the rehabilitation therapy to motor retraining in recent years have established new techniques such as the application of the “neuromuscular taping” [1-3]. A recent metaanalysis confirm its efficacy in combination with traditional therapies rehabilitative [4,5]. Aim: The aim is to verify whether the application of Neuromuscular Taping in patients with COPD, as support to the program of retraining effort, can add additional therapeutic benefits compared to exercise alone. Methods: Study of open-ended parallel group. Study population: n. 9 COPD patients with functional deficits of mild to moderately severe (criteria ERS/ATS 2005) divided into two groups: the study group A n. 5 and the control group B n. 4 patients. Group A was applied for the duration of the entire session on the Neuromuscular Taping intercostal muscles in compression (30% voltage) and for 5 consecutive days every other week a bandage scapular in decompression (0% voltage). Exclusion criteria: neurological, bone and joint and cognitive deficits. Tests performed at the beginning and at the end of the rehabilitation cycle: complete spirometry, measurement of the maximum in and expiratory mouth pressures (MIPMEP), evaluation of the degree of dyspnea (MRC), evaluation of exercise capacity (incremental shuttle walking test ISWT and six minute walking test 6MWT) and the quality of life (St. Georges Questionary SGQoL, COPD Assessment Test CAT). Rehabilitation treatment included 20 sessions of 80 minutes each, three times a week: aerobic training circuit (35 minutes) with cycle ergometer, treadmill and device Davenbike®; free exercises of balance and coordination in posture (35 minutes); muscle stretching in posture with coordination exercises respiratory (10 minutes). Statistical analysis: T Student for paired data. Results: Group A proved statistically significant improvements (p < 0.05) relative to the ventilatory parameters, ISWT and 6MWT 28 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 and quality of life (SGQoL that CAT). In group B, while noting improvements in respiratory parameters, ISWT and 6MWT, quality of life (SGQoL that CAT), these did not reach statistical significance. In both groups, MIP, MEP and MRC haven’t demonstrated statistically significant improvements. Conclusions: Although the number of the study population is reduced, it is striking to say, in the light of the results obtained, the application of the Neuromuscular Taping in addition to the rehabilitation program will add additional therapeutic benefits compared to exercise alone. Further studies are needed with larger study populations to confirm the results. References [1] Bellia R. Taping Kinesiologico e colonna vertebrale, manuale di applicazione per disfunzioni della colonna vertebrale rachialgie e disordini posturali. ED. Alea 2013. [2] Ozmen T, Aydogmus M, Dogan H, Acar D, Zoroglu T, Willems M. The effect of KT on muscle pain sprint performance, and flexibility in recovery from exercise. J Sport Rehabil 2015. [3] Bravi R, Quarta E, Cohen EJ, Gottard A, Minciacchi D. A little elastic for a better performance: KT of the motor effector modulates neural mechanisms for rhytmic movements. Frontiers in Systems Neuroscienze, 2014. [4] Montalvo AM, Cara EL, Myer GD. Effect of KT on pain in individualis with muscoloskeletal injuries; systematic review and meta-analysi. Phys Sportsmed 2014. [5] Lim EC, et al. Kinesio taping in musculoskeletal pain and disability that lasts for more than 4 weeks: is it time to peel off the tape and throw it out with the sweat? A systematic review with meta-analysis focused on pain and also methods of tape application. Br J Sports Med 2015. Exercise capacity and lung impairment: relationship between Wmax and LCI in patients with Cystic Fibrosis M. Mirabella Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, U.O.C. Nefrologia, Dialisi e Trapianto di rene F. Carta, S. Gambazza, A. Brivio Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Centro di Riferimento Regionale Fibrosi Cistica C. Colombo Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Centro di Riferimento Regionale Fibrosi Cistica; Università degli Studi di Milano e-mail:[email protected] Background: Cystic Fibrosis (CF) is a genetic disorder that affects mostly the lungs, leading to a decline in lung function and poor exercise tolerance. Exercise capacity can be evaluated in CF through the Godfrey protocol, a continuous incremental cycle protocol to volitional fatigue, that has been used in patients with CF 6 years and older with various degree of pulmonary disease [1]. This test has been also recommended as the second best option when ventilatory gas analysis is not available. Lung Clereance Index (LCI) is a measure of lung inhomogeneity derived from the Multiple Breath Washout Test (MBWT) and it seems to be a stronger function predictor of disease progression than FEV1 alone in CF [2]. Aim: The aim of this study is to show a moderate correlation between Wmax (Godfrey’s output) and LCI. Methods: All subjects regularly attending the CF Centre from February to July 2015 were considered eligible. They performed the Godfrey protocol and MBWT according to clinical practice. 29 patients were necessary to determine whether the ρ coefficient differs from zero. Data are presented as mean (SD). Results: 33 patients (18F) aged 19.3 (4.3) years were recruited: 39.4% had FEV1pred > 90%, LCI was 17. Only 39% performed a maximal test, with a VO2 peak of 2.46 (0.71) l/min. Ninety-four percent showed an abnormal response to exercise: 69.7% with Wmax pred. < 93%, 33.3% with desaturation ≥ 4%, 69.7% with inadequate cardiovascular response. Wmax (p=0.0006) and LCI (p < 0.0001) differed among disease severity. A significant negative correlation was detected between FEV1%pred. and LCI (ρ=–0.7756); Wmax was significantly correlated to FEV1% pred. (ρ=0.5988) as well as W/kg (ρ=0.6637), and both are significantly correlated to LCI. Conclusion: Early detection of lung impairment, expressed as LCI, when associated to an abnormal exercise response, seems to be linked to functional capacity limitation even in those patients with normal FEV1. References [1] Hebestreit H, et al. Statement on exercise testing in Cystic Fibrosis. Respiration 2015. DOI: 10.1159/000439057. [2] Horsley A. Lung clereance index in the assessment of airways disease. Respiratory Medicine 2009;103:793-799. Is early mobilization feasible and safe in patients receiving left ventricular assist device therapy? C. Novo, S. Pellegrina, M.E. Mazzanti, C.L. Bioletto, M. Lazzeri, M. Cipriani Dipartimento Cardiotoracovascolare ASST Niguarda Milano A. Toccafondi U.O. di Riabilitazione Cardiologica. Istituto Don Gnocchi Milano Background: Patients with severe end-stage heart failure often have limited tolerance to activity, loss of muscle mass and become severely symptomatic at rest or with minimal exertion, despite maximal medical therapy. The treatment options include the placement of a left ventricular assist device (LVAD). Aim: To determine whether early activity is feasible and safe, whether any activity-related adverse event occurred and the patient’s health status at discharge time from hospital in LVAD patients. Materials and methods: A retrospective observational study was performed from January 2014 until December 2015 on LVAD patients at cardiovascular thoracic department in Niguarda Hospital (Milan). After LVAD implantation, the number of rehabilitation activities and the starting of mobilization and walking training have been recorded. In addition, activity-related adverse events and the patient’s health status have been described. Results: Twenty-eight patients [24 male; age 57 (7,4); body mass index 26,8 (4,2); ejection fraction 22% (5)] received LVDA implantation. 71% was NYHA class III and 29% was NYHA class IV. The post-operative recovery period after implantation was of 32 (18) days, of which 10 (4) in the intensive care unit. Patients started rehabilitation activity 3 (3) days after surgery, transferred to chair 10 (3,7) days after surgery and started ambulate 15 (6,9) days after surgery. 782 physiotherapy sessions have been recorded [mean 29 (19) session/patient]. These activities included a progressive activity regimen: sitting at the edge of the bed, transfer to a chair; recumbent or upright cycling, standing, walking and stairs training. During exercise training 18 adverse events have been described (0.02% of all physiotherapy treatments) by 8 (29%) patients (Table 1). Such events resulted in the rehabilitation suspension until the medical therapy was adjusted. Before the discharge, 26 patients improved their functional capacity in the activity of daily living (ADL) and in ambulation. One patient underwent heart transplantation and one died. The patients who received LAVD implantation in 2015 performed 6 minute walk test (6MWT) 31±12 days after surgery, covering in average 311±57 meters. Conclusion: Early activity is feasible and safe in LVAD patients. Exercise training has positive effects on LAVD patient’s recovery and on their performance of daily activities already at discharge time. References [1] Compostella L, et al. A practical review for cardiac rehabilitation professionals of continuous-flow left Ventricular Assist Devices. Journal of Cardiopulmonary Rehabilitation and Prevention 2015;35:301-311. [2] Perme CS, et al. Early mobilization of LVAD recipients. Tex Hearth Inst Journal 2006;33:130-133. Tabella 1 Patients Adverse events Activity 1 2 hypotension 1 transfer to a chair 1 upright cycling 2 1 hypotension walking 3 7 Nonsustained ventricular tachycardia 2 transfer to a chair 2 upright cycling 2 walking 4 1 atrial fibrillo-flutter transfer to a chair 5 1 Nonsustained ventricular tachycardia upright cycling 6 1 hypotension transfer to a chair 7 1 hypotension sitting at the edge of the bed 8 4 hypotension standing Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 29 Non-invasive ventilation outside the intensive care unit in patients with hypoxemic acute respiratory failure after cardiac surgery. A randomized trial L. Olper, S. Albini Department of Physical Rehabilitation, San Raffaele Scientific Institute, Università Vita-Salute San Raffaele, Milan, Italy E. Bignami, A.L. Di Prima, S. Nascimbene, L. Cabrini Cardiothoracic and Vascular Department, IRCCS San Raffaele Scientific Institute, via Olgettina 60, 20132 Milan, Italy G. Landoni, O. Alfieri Cardiothoracic and Vascular Department, IRCCS San Raffaele Scientific Institute, via Olgettina 60, 20132 Milan, Italy Vita-Salute San Raffaele University, via Olgettina 58, 20132 Milan, Italy e-mail: [email protected] Background: All randomized studies published so far demonstrating the effectiveness of non-invasive ventilation to prevent or to treat acute respiratory failure after cardiac surgery, took place in the Intensive Care Unit [1]. However, the commonly occurring shortage of intensive care beds leads to evaluate if non-invasive ventilation treatment can be conducted in non-intensive wards while preserving its efficacy and safety. Aim: The aim of the present study was to evaluate the effectiveness of non-invasive ventilation therapy delivered in the cardiac surgical ward to treat postoperative hypoxemic acute respiratory failure. Methods: We randomly assigned 64 patients with hypoxemia admitted to the main ward after cardiac surgery to receive standard treatment (oxygen, early mobilization, a program of breathing exercises and diuretics) or continuous positive airway pressure (oronasal mask consisting of 6 cycles of 1-3 hours each during a period of 48 hours) on top of standard treatment. Cross over to noninvasive ventilation treatment was allowed during the first 48 hours in case of severe respiratory distress and after the first 48 hours in case of persisting hypoxemia. All patients completed their 1-year follow-up. The primary end point was the number of patients with persisting acute respiratory failure, defined as a PaO2/FiO2 < 200 mmHg 48 hours after randomization. Secondary end-points included: incidence of severe acute respiratory distress; incidence of reintubation for respiratory failure; length of hospital stay. Data were analyzed according to the intention-to-treat principle. Dichotomous data were compared by two tailed c2 test. Continuous measurements were compared using the Mann-Whitney U test. Data are presented as median [interquartile range]. Results: Continuous positive airway pressure use was associated to a statistically significant reduction in the number of patients with PaO2/FiO2 < 200 (5/33 (15%) versus 13/31 (42%), p=0.017). The number of patients with severe acute respiratory distress was 1 (3.0%) and 4 (12%) respectively (p=0.23) with one patient in the control group requiring tracheal re-intubation. Hospital length of stay after randomization was not different between the control and the treatment group (5 days [3-7] versus 4.5 days [3-6], respectively, p =0.51). One patient in the control group died at the 30 days follow up. Conclusions: Among patients with acute respiratory failure following cardiac surgery, administration of continuous positive airway pressure in the main ward is associated to an improved respiratory 30 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 outcome. This is the first study that was performed in the main ward of post-surgical patients with acute respiratory failure. References [1] Landoni G, Zangrillo A, Cabrini L. Noninvasive ventilation after cardiac and thoracic surgery in adult patients: a review. J Cardiothorac Vasc Anesth 2012;26:917-922. Neuromuscular electrostimulation of the quadriceps muscle during an acute exacerbation of COPD A. Panizzolo A C.d.L in Fisioterapia, Università degli Studi dell’Insubria, Varese D. Berra, E. Repossini Ospedale di Busto Arsizio, ASST Valle Olona E. Zampogna Fondazione S. Maugeri I.R.C.C.S, Tradate A. Spanevello C.d.L in Fisioterapia, Università degli Studi dell’Insubria, Varese Fondazione S. Maugeri I.R.C.C.S, Tradate e-mail: [email protected] Background: Chronic Obstructive Pulmonary Disease (COPD) is often associated with extra-pulmonary manifestations; the dysfunction of lower-limb muscles limits physical activity and affects quality of life (QoL). Exacerbations are events causing an additional decrease in function. Aims: To verify whether a short program of neuromuscular electrostimulation of the quadriceps (NMES), applied during an exacerbation, prevent the deterioration of muscular function and the consequent drops in functional capacity and QoL. Methods: Between December 2014 and August 2015, 22 patients – hospitalized for an exacerbation of COPD – were enrolled in the study. 12 subjects in the control group underwent standard treatment for COPD exacerbation, while 10 patients in the study group received, in addiction, daily electrostimulation of the quadriceps. Both groups were then divided into two sub-groups depending on whether a patient was dismissed or transferred to the Pulmonary Rehabilitation department. The primary outcomes were quadriceps muscle force (5STS Test) and QoL (SGRQ-C); the secondary outcomes were perceived dyspnoea and fatigue (modified Borg Scale). Results: For the baseline comparison of the patients, we used either the Student’s t-test for independent samples or the MannWhitney U test. Due to the limited number of the sample, for the comparisons across and within groups, we used the Mann-Whitney U and the Wilcoxon signed rank test, respectively. Values were considered significant for p ≤ 0.05. The in-group comparison showed that NMES induced an increase of the muscle strength at the end of the acute episode in the study group, that was maintained or increased at follow-up, after two months; in the control group, instead, the variation was smaller and it reversed in the following months. In the treated patients, NMES was associated with a significant improvement in QoL, while in the control group we observed an improvement in QoL only at the end of the acute episode and, after two months, the questionnaire score was unvaried. The comparison between the two groups, instead, showed that NMES induced a significant improvement in strength on the quadri- ceps muscle and QoL at the end of the acute episode, and a further improvement of both parameters at follow-up. Subjects that, at the end of the episode, followed a PR program showed an even greater improvement in QoL compared to baseline. Conclusions: A short program of NMES applied during an acute exacerbation of COPD prevents the deterioration of muscular function and contributes to improve its strength. It also leads to a longterm improvement of functional capacity and, therefore, of perceived QoL. References [1] Spruit MA, Singh SJ, Garvey C, et al. and on behalf of the ATS/ ERS Task Force on Pulmonary Rehabilitation. An Official American Thoracic Society/European Respiratory Society Statement: Key Concepts and Advances in Pulmonary Rehabilitation. Am J Respir Crit Care Med 2013;188(8):e13-e64. [2] V estbo J, Hurd SS, Agusti AG, et al. Global strategy for the diagnosis, management, and prevention of chronic obstructive pulmonary disease: GOLD executive summary. American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine 2013;187(4):347-365. [3] M altais F, Decramer M, Casaburi R, et al. An Official American Thoracic Society/European Respiratory Society Statement: Update on Limb Muscle Dysfunction in Chronic Obstructive Pulmonary Disease. Am J Respir Crit Care Med 2014;189(9):e15-e62. [4] Barreiro E, Gea J. Respiratory and limb muscle dysfunction in COPD. COPD 2014;00:1-14. [5] Gayan-Ramirez G, Decramer M. Mechanisms of striated muscle dysfunction during acute exacerbations of COPD. J Appl Physiol 114:1291-1299, 2013. [6] Abdellaoui A, Préfaut C, Gouzi F, Couillard A, Coisy-Quivy M, Hugon G, Molinari N, Lafontaine T, Jonquet O, Laoudj-Chenivesse D, et al. Skeletal muscle effects of electrostimulation after COPD exacerbation: a pilot study. Eur Respir J 2011;38:78. [7] V ivodtzev I, Pépin JL, Vottero G, Mayer V, Porsin B, Lévy P, Wuyam B. Improvement in quadriceps strength and dyspnea in daily tasks after 1 month of electrical stimulation in severely deconditioned and malnourished COPD. Chest 2006;129:1540-1548. Physical performance assessment in subacute stroke patients: a comparison between different tests S. Pordon Study University of Padua (Italy) M. Donà, R. Mareschi, L. Nardin, S. Bargellesi Rehabilitation Medicine, Severe Brain Injury Unit, Cà Foncello Hospital, ULSS 9 Treviso (Italy) e-mail: [email protected]; [email protected] Background: Stroke represents the principle cause of invalidity in the world [1,2]. It determines physical inactivity, the assumption of a sedentary lifestyle and a low fitness level [3,4], which are associated with inability to perform daily activities and a decrease life quality [4-6]. Evidence-based literature shows that exercise is an essential element for post stroke rehabilitation [3,7,8]: so we need adequate tests to estimate the level of physical performance in post stroke patients. Aim: This observational study aimed at finding appropriate stress tests to measure physical performance in sub-acute stroke patients and to create personalized reconditioning programs. We have compared three different tests (6 Minute Walking Test, Sit to Stand Test, cycloergometer test) to find a correlation between them that would allow the use of simpler but equally valid ways of assessing physical performance in these patients. Methods: The study group consists of 9 post stroke patients in sub-acute phase. Each patient underwent: spirometry to measure the vital capacity and the forced vital capacity, BMI calculation, modified Borg scale training for dyspnea and muscle fatigue, Sit to Stand Test, 6 Minute Walking Test, incremental cycloergometer test (with leg or arm cycloergometer). Cardiac frequency, saturation, dyspnea and muscle fatigue were monitored in each test. A significant statistical correlation between 6 Minute Walking Test vs cycloergometer test watt, and 6 Minute Walking Test vs stand-up number in Sit To Stand Test were investigated. Results: The statistical analysis showed a significant correlation between 6 Minute Walking Test (metres) and the maximal cycloarmergometer watts (Person’s r=0,702), and between 6 Minute Walking Test and stand-up number (Pearson’s r=0,695). Conclusions: It has been shown that the cycloergometer test and Sit To Stand Test can be used as a valid alternative to the 6 Minute Walking Test to assess the physical performance of sub-acute stroke patients. The possibility of assessing performances with only the cycloergometer test allows an early assessment, when the patients have not yet recuperated walking ability (essential for 6 Minute Walking Test), while Sit To Stand Test could be used to assess patients in settings without the equipment necessary for an incremental test. Early assessment allows the creation of a retraining program to contrast the physical decline and its negative effects on the daily life and to increase physical function, activity, participation, life satisfaction in the patients. References [1] Q uaderni del Ministero della Salute, Organizzazione dell’assistenza all’ictus: le Stroke Unit. 2010; (2). [2] Billinger S, et al. Physical Activity and Exercise Recommendation for Stroke Survivors: A Statement for Healthcare Professionals From the American Heart Association/American Stroke Association. Journal of the American Heart Association 2014(45):2532- 2553. [3] Billinger S, Mattlage A, Ashenden A. Aerobic exercise in subacute stroke improves cardiovascular health and physical performance. J Neurol Phys Ther 2012;36(49):159-165. [4] Brogardh C, Lexell J. Effects of cardiorespiratory fitness and muscle-resistance traininig after stroke 2012:4:901-907. [5] B oyne P, Dunning K, Carl D, et al. High-Intensity Interval Training in stroke rehabilitation. Top Stroke Rehabil 2013;20(4):317-330. [6] Pang M, Charlesworth S, et al. Using aerobic exercise to improve health outcomes and quality of life in stroke: evidencebased exercise prescription recommendations. Cerebrovasc Dis 2013;35:7-2. [7] Stoller O, De Bruin ED, et al. Effects of cardiovascular exercise early after stroke: systematic review and meta-analysis. BMC Neurology 2012;12(45):1-16. [8] Flöel A, Werner C, Grittner U, Hesse S, et al. Physical fitness training in subacute stroke (PHYS-STROKE) – study protocol for a randomized controlled trial” Trials 2014(15)45:1-12. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 31 The delivery of a self-management manual for COPD by practice nurses in primary care: does it improve disease knowledge? Bacterial contamination of nebulizers after aerosol-therapy in cystic fibrosis patients: evaluation of the steam disinfection efficacy V. Rossi, L. Houchen-Wolloff, S. Schreder Centre for Exercise and Rehabilitation Science, Leicester Respiratory Biomedical Research Unit, University Hospitals Leicester NHS Trust, Leicester, LE3 9QP, UK S.J. Singh Centre for Exercise and Rehabilitation Science, Leicester Respiratory Biomedical Research Unit, University Hospitals Leicester NHS Trust, Leicester, LE3 9QP, UK School of Sport, Exercise and Health Sciences Loughborough University, LE11 3TU, UK e-mail: [email protected] M. Rossitto, V. Tuccio Guarna Assanti Fellowship, Children’s Hospital and Research Institute Bambino Gesù, Rome P. Leone Rehabilitation Unit, Children’s Hospital and Research Institute Bambino Gesù, Rome F. Felicetti Cystic Fibrosis Unit, Children’s Hospital and Research Institute Bambino Gesù, Rome I. Piermarini Cystic Fibrosis Unit, Children’s Hospital and Research Institute Bambino Gesù, Rome G. Ricciotti, E.V. Fiscarelli Cystic Fibrosis Microbiology, Children’s Hospital and Research Institute Bambino Gesù, Rome Background: Self-management plays a crucial role in the management of chronic obstructive pulmonary disease (COPD). The “Selfmanagement Programme of Activity, Coping and Education for Chronic Obstructive Pulmonary Disease” (or “SPACE for COPD”) manual is known to be effective when delivered by researchers [1]. However there is a need to examine this approach in primary care when delivered by practice nurses. Aim: To evaluate the effectiveness of the SPACE for COPD manual when delivered in primary care by practice nurses. Methods: 26 patients with mild to severe COPD in primary care were recruited from 2 sites in the UK (Northampton and Leicester). They received a self-management manual following a face-to-face consultation and telephone follow-up support by practice nurses for 6 weeks. The primary outcome was disease knowledge using the Bristol COPD Knowledge Questionnaire (BCKQ). Secondary outcomes included: Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS), COPD Assessment Test (CAT) and the Stanford Self efficacy questionnaire. Outcome measures were recorded at baseline, 6 weeks and 6 months. Results: A total of 26 patients (13 males: mean [SD] age 69 [±9.5] years, FEV1% 1.99 [±0.8], BMI 27,4 [±5,4]; pack/years 25.2 [±16.9], MRC 3 [±1], HADS Depression 6.4 [±4.1], HADS Anxiety 6.3 [±4.1]), showed at 6 weeks a statistically significant improvement for the BCKQ Total Score [mean change 7.93 (95% confidence interval 3.19-12.67, p=0.003)] and HADS Depression [mean change of –1.36 (95% confidence interval –2.22 to –0.49, p=0.005)]. The BCKQ domains of dyspnea, phlegm, vaccination and exercise showed a statistical change at 6 weeks (p<0.005). There were no improvements for the other outcome measures at 6 weeks. There were no significant changes in the disease knowledge and depression at 6 months. There was no difference between the 2 sites. Conclusion: This brief intervention seems to improve disease knowledge and decrease depression levels in this population at 6 weeks. These changes were not sustained at 6 months. It may be that for long-term improvements, a longer or more intense programme is required. References [1] Mitchell K, Johnson-Warrington V, Apps L, et al. A self-management programme for COPD: a randomised controlled trial. European Respiratory Journal 2014. DOI: 10.1183/09031936. 00047814. 32 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Background: A key factor for preventing and controlling lung infections in cystic fibrosis (CF) is the use of effective methods for disinfecting the equipment used by the patient for home inhalation therapy. IPC Guidelines of CFF recommend several methods. As they are time-consuming for the patients and their families, home steam disinfection is being widely used, having the advantage to be compatible with the patients’ daily activities. However, studies on its efficacy are still scarce. Aims are to: > describe the rate of bacterial contamination of an aerosol equipment after 1 inhalation session in CF patients with chronic pulmonary colonization; > highlight the ampoule contamination rate after cleaning and disinfecting by using NUK sterilizer; > define the correlation between the microorganisms that colonize the patients’ lungs and microorganisms isolated in the ampoule. Methods: Eighteen patients, followed at CF Center of Pediatric Hospital Bambino Gesù, were enrolled. The patients, selected according to their microbiological status, underwent two consecutive sessions of therapy with aerosolized saline solution (eFlow-rapid®, Pari). The two ampoules of each patient, one of which washed with water and detergent and disinfected through NUK, was sent to the microbiology laboratory for investigations. Each ampoule, disassembled into mouthpiece, membranes, nebulizer cup has been used in a culture test according to the standard procedures. Results: Eighteen couples of ampoules were analyzed. All ampoules were contaminated (100%) with no relation among the bacterial species colonizing the lungs and the contaminating microorganisms. The 18 non-treated ampoules showed a growth with high loads (cfu:>=106/mL) of microorganisms constituting the microflora of the oral cavity and thermophilic bacilli at environmental diffusion [viridans streptococci (18); coagulase-negative staphylococci (28) and Bacillus/Brevibacillus spp (35)]; 4 and 8 ampoules were contaminated by coagulase-positive staphylococci and Enterococcus spp, respectively. The 18 ampoules subject to cleansing and disinfection by NUK presented contamination by coagulasenegative staphylococci (8) and Bacillus/Brevibacillus spp (36); the latter were also isolated from water samples used for rinsing the ampoule and the vaporizer chamber inner surfaces. Conclusions: After the first session of inhalation therapy, the ampoules result contaminated by commensal flora of the skin and oral cavity, as well as by environmental thermophilic microorganisms, with no correlation with the patients’ microbiological status. The steam disinfection is bactericidal for almost all the contaminating bacterial species with the exception of spore-forming organisms of Bacillus/Brevibacillus that are ubiquitous in the environment and thermotolerant for temperatures higher than 60° C. References [1] Vassal S, Taamma R, Marty N, Sardet A, d’Athis P, Bremont F, et al. Microbiologic contamination study of nebulizers after aerosol therapy in patients with cystic fibrosis. American Journal of Infection Control 2000;28(5):347-351. [2] Conway S, Balfour-Lynn IM, De Rijcke K, Drevinek P, Foweraker, J, Havermans, et al. European Cystic Fibrosis Society Standards of Care: framework for the cystic fibrosis centre. Journal of Cystic Fibrosis 2014;13:S3-S22. [3] Saiman L, Siegel JD, LiPuma JJ, Brown RF, Bryson EA, Chambers MJ, et al. Infection prevention and control guideline for cystic fibrosis: 2013 update. Infection Control and Hospital Epidemiology 2014;35(S1):S1-S67. Cardiac and pulmonary rehabilitation: results of an integrated training program C. Simonelli, F. Rivadossi, S. Scalvini Unità di Cardiologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS, Lumezzane (BS) M. Paneroni, M. Saleri, D. Trainini, M. Vitacca Unità di Pneumologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS, Lumezzane (BS) e-mail: [email protected] Background: Dyspnea and effort intolerance are typical symptoms in patients with cardiac and pulmonary chronic diseases and exercise training is a key component of their management. It’s unknown if the administration of the same training protocol to cardiac and respiratory patients will give similar results. After setting up a problem-oriented prescriptive protocol of exercise training, we analyzed outcomes with the aim to find similarity and differences between cardiac (C) and respiratory (R) patients’ responses. Methods: All consecutive outpatients referred to Cardiac and Pulmonary Rehabilitation Units completed 20 sessions (2-3/week, lasting 2 hours each). At admission, each patients was assessed in: 1) functional capacity by 6-minute walk test (6MWT), 2) peripheral muscle strength by dynamometer, 3) balance by Risk of Falls Index, 4) inspiratory and expiratory muscle strength (MIP, MEP), 5) level of physical activity by accelerometer. Exercise training was set up by the physiotherapist, following a guided protocol based on a prescriptive algorithm defined by the team. The training protocol established the administration of training on the basis of the assessed area that had resulted impaired. According to the algorithm, were administered: aerobic cycling or treadmill training (constantload or interval training), muscle strengthening, balance exercises, respiratory muscle strengthening, and domiciliary walking with pedometer. Results: Between February and December 2015, 161 patients [age 67.43 (10.02) years, BMI 27.05 (4.85), male 65,43%] completed the training program, of which 71 were cardiac patients (11 chronic heart failure, 29 after myocardial revascularization procedures, 21 coronary artery disease, 10 after hearth valve surgery), and 90 were respiratory patients (63 chronic obstructive pulmonary disease, 17 chronic asthma). No major adverse events occurred. At admission, BMI [C 28.48(4.93) vs P 25.90 (4.5), p=0.006] and functional capacity [C 466 (93) vs 433(102) meters, p=0.0325] were different between groups. The training program produced a significant improvement of functional capacity [+30,64(68,56) meters, p<0,0001], quadriceps muscle strength [+2,55(8,28) kg, p<0,0001], biceps muscle strength [+2,24(4,80) kg, p<0,0001], inspiratory and expiratory muscle strength [+5,69 (14,38) and +7,40 (24,47) cmH2O, p<0,0001, respectively], and daily steps [+120 (2817) steps, p=0,01]. Balance did not improve significantly. C and P patients’ responses were not significantly different, except for physical activity that improved significantly more in C than in P patients [C +1039 (2644) vs P –546 (2769) daily steps, p=0.01]. Conclusions: Our training program produced similar functional improvements in cardiac and pulmonary patients, except for physical activity. This suggests that a common and integrated training protocol could be feasible. Further studies to test impact on healthcare organization and cost-effectiveness are needed. Implementation of a guided protocol to prescribe exercise training in cardiopulmonary rehabilitation C. Simonelli, F. Rivadossi, S. Scalvini Unità di Cardiologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS, Lumezzane (BS) M. Paneroni, M. Saleri, D. Trainini, M. Vitacca Unità di Pneumologia Riabilitativa, Fondazione S.Maugeri IRCCS, Lumezzane (BS) e-mail: [email protected] Background: Exercise training is a key component of cardiac and pulmonary chronic diseases management. The possibility to administer the same training protocol is understudied, but it may improve healthcare organization. Aims of this study were: 1) to test the feasibility of a physiotherapist-driven problem-oriented protocol for the prescription of exercise training; and 2) to compare the typology of delivered performance with those administered in the 10 months before protocol implementation. Methods: All consecutive outpatients referred to Cardiac and Pulmonary Rehabilitation Units completed 20 sessions (2-3/week, lasting 2 hours each). At admission, each patients was evaluated in: 1) functional capacity by 6-minute walk test (6MWT), 2) peripheral muscle strength by dynamometer, 3) balance by Risk of Falls Index, 4) inspiratory and expiratory muscle strength (MIP, MEP), 5) level of physical activity by accelerometer. Exercise training was set up by the physiotherapist, following a guided protocol based on a Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 33 prescriptive algorithm. The training protocol established the administration of training on the basis of the assessed area that had resulted impaired. According to the algorithm, were administered: aerobic cycling or treadmill training (constant-load or interval training), muscle strengthening, balance exercises, respiratory muscle strengthening, and domiciliary walking with pedometer. Results: Between February and December 2015, 161 patients [age 67.43 (10.02) years, BMI 27.05 (4.85), male 65,43%] completed the training program, of which 71 were cardiac patients (11 chronic heart failure, 29 after myocardial revascularization procedures, 21 coronary artery disease, 10 after hearth valve surgery), and 90 were respiratory patients (63 chronic obstructive pulmonary disease, 17 chronic asthma). 3780 sessions of rehabilitation were administered. No major adverse events occurred. Comparisons of prescription typology with the previous 10 months (From May 2014 to January 2015, 207 admitted patients, 4140 sessions) revealed significant changes: constant-load cycling training was less prescribed (from 87% to 53%, p<0,05), while interval training increased (from 0 to 36%, p<0,05), and treadmill walking didn’t change significantly; non-specific muscle strengthening was less prescribed (from 100% to 23%, p<0,05), while specific muscle training was prescribed significantly more than before (leg training +32%, arm training +5%, combined arm and leg training +10%, p<0,05), and also balance training (+30%, p<0,05). Furthermore, 7956 domiciliary sessions were prescribed. The training program produced a significant improvement of all outcomes [6MWT +7.54 (16.78)%, quadriceps strength +14.26 (40.88)%, biceps strength +15.26 (31.96)%, MIP +6.66 (22.16)%, MEP +9.25 (26.74)%, daily steps +17.66 (76.98)%], except for balance. Conclusions: The protocol proved to be feasible, safe and able to improve tailoring of the rehabilitative program. Preliminary data and feasibility of an early pulmonary rehabilitation program in surgically treated lung cancer patients P.F. Sobral Rebelo, C. Mainini, R. Bardelli, B. Kopliku, C. Tedeschi, S. Fugazzaro Unit of Physical and Rehabilitation Medicine, Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia S. Tenconi, C. Rapicetta Unit of Thoracic Surgery, Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia R. Piro Unit of Pneumology, Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia S. Costi Unit of Physical and Rehabilitation Medicine, Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia Department of Biomedical, Metabolic and Neural Sciences, University of Modena and Reggio Emilia, Italy e-mail: [email protected] Background: Non-Small Cell Lung Cancer is one of the most frequent cancers. The election treatment for Non-Small Cell Lung Cancer is lung resection by increasing survival, nevertheless, it has a relevant impact in patients quality of life and functional conditioning. Therefore there is a growing interest in investigating the po34 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 tential effects of a pulmonary rehabilitation programme, either before and after surgery, aiming to improve patients’ physical and mental condition. Aim: Assess the immediate and long-term effects of a perioperative pulmonary rehabilitation programme for lung cancer patients surgically treated. Methods: Single blinded randomised controlled trial. Participants: suspected or diagnosed primary lung cancer (stage Ia-IIb) eligible for surgical treatment. Standard care: one therapeutic educational session the day before surgery and standard inpatient pulmonary rehabilitation after surgery. Intervention group: standard inpatient pulmonary rehabilitation after surgery; preoperative pulmonary rehabilitation (14 sessions – 6 outpatients and 8 home based) and postoperative pulmonary rehabilitation (39 session – 15 outpatients and 24 home based), both based on aerobic, resistance and respiratory training, including an educational component in the first preoperative session and scar massage and gymnastic group in the postoperative programme. Outcomes: Six-Minutes Walk Test, Pulmonary Function Tests, Short Form-12 assessment questionnaire, Hospital Anxiety and Depression Scale, Numeric Rating Scale, length of hospital stay and perioperative complications. Assessments: T0 – baseline; T1 – one day before surgery; T2 – one month after surgery; T3 – six months after surgery. Results: To date we enrolled 24 patients, 13 in the intervention group and 11 in the control group. Mean age: 68,3; 8 female, 16 male. We observed a good compliance in the preoperative programme (96.6% outpatients and 83.7% home based). We will present updated data at T0, T1 and T2 and the corresponding comparisons. Conclusions: Preliminary data confirm the feasibility of the treatment plan and patients’ compliance to protocol. References [1] Brocki BC, Andreasen J, Nielsen LR, Nekrasas V, Gorst-Rasmussen A, Westerdahl E. Short and long-term effects of supervised versus unsupervised exercise training on health-related quality of life and functional outcomes following lung cancer surgery – a randomized controlled trial. Lung Cancer 2014; 83(1):102-108. [2] Crandall K, Maguire R, Campbell A, Kearney N. Exercise intervention for patients surgically treated for Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC): a systematic review. Surg Oncol 2014;23(1): 17-30. Video call educational program in CF adolescents F. Timelli, A. Fogazzi, A. Vezzoli FT Centro Regionale di Supporto per la Fibrosi Cistica di Brescia, Ospedale dei Bambini, Brescia A. Zorzi, V. Tradati Psicologa Centro Regionale di Supporto per la Fibrosi Cistica di Brescia, Ospedale dei Bambini, Brescia S. Timpano, R. Padoan Dirigente medico Centro Regionale di Supporto per la Fibrosi Cistica di Brescia, Ospedale dei Bambini, Brescia Background: Airway clearance technique (ACT) and inhalation therapy (IT) are essential in the management of cystic fibrosis (CF) lung disease, however their benefits depend greatly on patients’ adherence. Lack of adherence to ACT is proven to occur more than 50% of the times, being common in adolescents. Aim: Aim of our study was to evaluate if a video call educational program is able to improve a) knowledge of the sequence of administration of inhaled drugs; b) ability to prepare and perform the session of IT and ACT; c) ability to clean the devices for physiotherapy and IT in a population of CF adolescents. Methods: Prospective 6mo interventional, single-arm open-label study. Inclusion criteria: Diagnosis of CF, aged 12-18ys, ability to perform spirometry, informed consent. Eleven patient were enrolled (5 M). At start, all patients filled a Q1 (available technologies and informed consent) and a Q2 questionnaires (personal expectations). At the end, they completed a Q3 satisfaction questionnaire. At start and end, spirometry and 6 minute walking test were performed. A physiotherapist monitored patients home-program via video call 2 times/week for 45’ for 6 months. At start, after 3 and 6 months, a form was filled for each patient, evaluating session’s independence and awareness (a, b, c). Qualitative and quantitative evaluation of the variables considered in Q2 and Q3 and in forms filled during video calls were performed. To evaluate statistical significance, the chi-square test was used. Results: 6/11 patients were pleased to participate, considering this study an opportunity to maintain frequent contact with physiotherapists (36.6%) and a way to monitor their home-program (45.5%). 9/11 adhered spontaneously. Only 1 patient was forced. All patients consider ACT very important to maintain their health. Their main expectations were to improve technique (54.5%), receive helpful advice (54.5%), show their independence (18.2%). At end a greater awareness and self-government in ACT and IT was evident. Changes in their knowledge and ability (a, b) were statistically significant (p<0,0001). No improvement in ability of devices cleaning/disinfection appeared. Q3 showed that ACT was considered important although the efforts it requires. 9/11 were pleased to participate as they have received helpful advice maintaining a contact with physiotherapists (55%). 7/11 felt emotionally supported. Conclusion: Video call could be a helpful therapeutic tool in a CF scenario. In the short period ACT monitoring and educational interventions, performed by video call, improved patient’s ability and knowledge, promoting patient’s independence and awareness. Grant GILEAD References [1] Savage E, Beirne PV, Ni Chroinin M, Duff A, Fitzgerald T, Farrell D. Self-management education for cystic fibrosis. Cochrane Database Syst Rev. 2011 Jul 6;(7):CD007641. [2] O’Donohoe R, Fullen BM. Adherence of subjects with cystic fibrosis to their home program: a systematic review. Respir Care. 2014 Nov;59(11):1731-1746. [3] Homnick DN. Making airway clearance successful. Paediatr Respir Rev. 2007 Mar;8(1):40-45. Effects of a comprehensive multimodal intervention program in patients with obstructive sleep apnea syndrome O. Garmendia, J.D. Martí, C. Embid, J.M. Montserrat Servicio de Neumología, Unidad del Sueño, Hospital Clínic de Barcelona, Barcelona, Spain R. Torres-Castro Servicio de Neumología, Unidad del Sueño, Hospital Clínic de Barcelona, Barcelona, Spain Departamento de Kinesiología, Facultad de Medicina, Universidad de Chile, Chile J. Vilaró FCS Blanquerna, Grup de Recerca en Salut, Activitat Física i Esport (SAFE), Universitat Ramon Llull, Barcelona, Spain B. Roman Andrioni Servicio de Endocrinología, Hospital Clínic de Barcelona, Barcelona, España J. Rodriguez Programa de Bioestadística, Escuela de Salud Pública, Universidad de Chile, Chile Background: Obstructive sleep apnea syndrome (OSA) is characterized by repetitive obstruction of the upper airway during sleep, and is associated with a wide range of health consequences such as cognitive impairment, metabolic and cardiovascular diseases. Physical activity is associated with a decrease in the prevalence of OSA, improved sleep efficiency and the Epworth Sleepiness Scale and recent evidence has shown that oropharyngeal exercises may be useful in the treatment of OSA, reducing the snoring, subjective sleepiness, AHI and improving the quality of life. Aim: To investigate, in patients with moderate to severe OSA, the effects of a combined general physical training program, oropharyngeal exercises and weight loss in the AHI. Methods: We conducted a randomized clinical trial (clinicaltrials. org: NCT02482480) and recruited participants in the Hospital Clinic, Barcelona, Spain. Patients were screened daily to identify adults (≥40 and ≤85 years of age) with recently diagnosed moderate or severe OSA (AHI ≥15 events/hour) and candidates for CPAP. We excluded patients with body mass index (BMI) >40 kg/m, invaliding somnolence affecting patients’ physical or daily activity and muscle-skeleton alteration impairing exercise practice. Patients were evaluated by polysomnography and respiratory polygraphy, anthropometrical measurements, six minutes walking test (6MWT) and symptoms and quality of life questionnaires. Participants in the intervention group followed a combined program based in general physical activity, oropharyngeal exercises and diet control. Physical activity consisted in 30 minutes walking along urban park tracks for 8 weeks with 3 sessions/week (24 sessions in total). Participants in the control group received general recommendations regarding physical activity, diet and sleep hygiene. Results: A total of 33 patients were screened, of whom 27 were enrolled and randomized. The mean age was 63.7±12.2 years. The mean of AHI index was 33.9±14.1 events/hour. Patients in the intervention group presented a decrease before-after intervention in body weight (86.9±16.4 vs 84.9±15.6; p=0.001), BMI (31.3± 4.9 vs 30.6±4.7; p=0.001), hip circumference (109.4±10.4 vs 108.1±9.7; p=0.022), and distance walked during 6MWT (548.2±83.9 vs 567.1±85.3; p=0.013). No significant changes Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 35 were observed in the AHI index. In subjects with less than 60 years old (n=6) AHI pre and post intervention decreased from 34.5±16.8 to 20.5±11.8 events/h (p=0.016), while in subjects older than 60 years (n=8) AHI increased from 30.4±9.1 to 38.5±13.9 events/h (p=0.013). Conclusions: A comprehensive community combined global and oropharyngeal exercise and diet therapy program reduced body weight and increased walking distance capacity of patients with moderate to severe OSA. In patients under 60 years old, a significant decrease in AHI was achieved. Transdiaphragmatic phrenic nerve pacing: a case report P. Subert, M. Giacomini, F. Curto Department of Emergency, Niguarda Ca’ Granda Hospital, Milan G. Stagni Department of Spinal Unit, Niguarda Ca’ Granda Hospital, Milan Introduction: Children with high cervical spinal cord injury (SCI) suffer from respiratory muscle paralysis resulting in the need for long-term mechanical ventilation tracheostomy [1,2]. While effective in maintaining life support, mechanical positive pressure ventilation is associated with significant negative attributes and adds to the complexity of care of the individual [3,4]. In order to restore a para-physiological ventilation, diaphragmatic pacing system (DPS) through electrical stimulation of the intact phrenic nerve has been proposed [5-7]. In selected patients, electrodes are placed on the abdominal side of the diaphragm via laparoscopy which when they stimulated lead to muscle contraction and ventilation [8,9]. This technique is less invasive and risky than phrenic nerve stimulation [10]. In literature very few case reports have been described using DPS in children with high cervical SCI [1-3]. Aim: This case report aims to show the feasibility of DPS in a two years old child. Materials: F.A, a two years old child, suffered a traumatic cervical SCI (C 2 ASIA A) in November 18th 2014 that caused tetraplegia and respiratory muscle failure. In December 12th the child was surgically tracheostomized (Bivona Pediatric Flextend TSS Cuff, ID 4,5, OD 6,7, L 48 mm) and he required continuous mechanical ventilation. The patient was unable to be disconnected from the ventilation with no misurable vital capacity. After one year from the trauma, 4 percutaneous intramuscular diaphragmatic electrodes were placed within the costal portion of each hemidiaphragm. Methods: Immediately after the implantation, stimulation trials have been provided both in supine and sitting position with deflated tracheal cannula and heat and moisture exchanger (HME). Cardiac frequency (FC), oxygen saturation (SpO2) and current volume (VC) were monitored at the beginning, after two minutes and every five minutes. Each trial stopped if FC >160 bm or SpO2 <95%, or for patient discomfort. No stimulation with the speaking valve occurred for acute respiratory distress. Among the stimuli there was an interval of at least one hour. Results: The first stimuli lasted between 10’-12’ and at the third day the child was able to maintain the DPS for more than two hours. After three months from the implantation, the DPS is provided for 11 hours at night and for 6 hours during the day but not 36 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 consecutively. The diurnal stimulation is indeed limited by the fact that the young child is unable to speak with the DPS and therefore mechanical ventilation is still necessary for fonation. Further investigations are needed to overcome this limit. No other complications, such as infections or desaturations have been reported. Conclusions: This case illustrates that the DPS can be safely implanted in children with high SCI, allowing them the benefits of natural negative pressure breathing with their own diaphragms. DPS appears to be effective and offers substantial benefits compared to entire positive mechanical ventilation with also significant advantages in quality life. The greatest advantage is the increased mobility that means the possibility for the parents to hold the baby without obstacles caused by mechanical ventilator. References [1] Onders RM. First reported experience with intramuscular diaphragm pacing in replacing positive pressure mechanical ventilators in children. Journal of Pediatric Surgery 2011;46(1): 72-76. [2] Onders RP. Diaphragm pacing stimulation system for tetraplegia in individuals injured during childhood or adolescence. The Journal of Spinal cord Medicine. [3] Tibballs JA. Diaphragmatic pacing: an alternative to long-term ventilation. Anaesth Intensive Care 1991;19:597-601. [4] Garara B. Intramuscular diaphragmatic stimulation for patients with traumatic high cervical injuries and ventilator dependent respiratory failure: A systematic review of safety and effectiveness. Injury 2016. [5] Glenn WW. Diaphragmatic pacing by electrical stimulation of the phrenic nerve. Neurosurgery 1985;17:974-984. [6] Tedde ML. Diaphragmatic pacing stimulation in spinal cord injury: anesthetic and perioperative management. Clinics 2012;67(11):1265-1269. [7] Posluszny JA. Multicenter review of diaphragm pacing in spinal cord injury: Successful not only in weaning from ventilators but also in bridging to independent. Journal Of Trauma and Acute Care Surgery 2014;76(2):303-310. [8] Di Marco AF. Inspiratory muscle pacing in spinal cord injury: Case report and clinical commentary. J Spinal cord Med 2006;29(2):95-108. [9] Di Marco A. Phrenic nerve pacing via intramuscular diaphragm electrodes in tetraplegic subjects. Chest 2005;127(2):671-678. [10] Di Marco A. Phrenic nerve stimulation in patients with spinal cord injury. Respiratory Physiology & Neurobiology 2009;169: 200-209. Skeletal muscles’ strength and exercise capacity in patients with Cystic Fibrosis B. Tavola Università degli Studi di Milano, CdL Fisioterapia A.M. Bulfamante, F. Carta, S. Gambazza, A. Brivio, C. Colombo Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Centro di Riferimento Regionale Fibrosi Cistica e-mail: [email protected] Background: Cystic Fibrosis (CF) is a multisystem disease that leads to a progressive loss of muscles’ strength and endurance. However high levels of exercise capacity are associated with a slower progression of lung disease, and are associated with increased survival [1], higher bone density and muscles’ strength [2]. Aim: To show a moderate correlation (rho=0.5) between exercise capacity and skeletal muscles’ strength (quadriceps femoris) in patients with CF. Materials and methods: Patients with CF, aged between 16 and 30 years old, regularly followed-up at the CF centre of Milan, performed spirometry (FEV1% pred), incremental exercise test (Godfrey protocol), the 1RM test for the evaluation of skeletal muscles’ strength and underwent nutritional evaluation (Body Max Index – BMI – triceps, biceps, suprailiac, subscapular skinfolds) during February-September 2015. All patients were clinically stable without contraindications to test procedures. Data are presented as mean (standard deviation). Results: 10 patients were recruited (5F): mean age was 21±3.4 years, mean BMI was 19.73±2.86 kg/m2, and mean FEV1 of 86.1±39.6% predicted; 2 patients have CF-related diabetes and 9 show pancreas insufficiency. Quadriceps femoris’ strength and exercise capacity (Wmax) showed a very strong correlation (rho = 0.8868, p=0.0006) as well as biceps brachii’s strength and Wmax, positively correlated (rho=0.7012, p=0.0239). 50% of patients performed a maximal test and only 10% had a normal exercise response; Wmax reached 146±65.35 Watt, corresponding to 81% of predicted. 1RM of the quadriceps femoris was 97.78±151.89 kg, while the one of biceps brachii was 9.10±4.24 kg. The nutritional evaluation revealed that patients who performed a maximal test (Wmax > 93% Wmax pred.) have lower lean body mass and higher BMI. Conclusions: Evaluation of exercise capacity gives useful information for the care of patients with CF, especially if combined with nutritional evaluation. However we need to further verify the correlation between exercise capacity, nutritional status and muscle strength, taking into considerations other muscle groups and a larger sample. References [1] Nixon PA, Orenstein DM, Kelsey FS, Doershuk CF. The prognostic value of exercise testing in patient with cystic fibrosis. N Engl J Med 1992;327:1785-1788. [2] Paranjape SM, Barnes LA, Carson KA, von Berg K, Loosen H, Mogayzel PJ. Exercise improves lung function and habitual activity in children with cystic fibrosis. J Cyst Fibros 2012;11(1): 18-23. Assessment of airways protection: Voluntary and reflex cough in ALS patients C. Zanetti, C. Enrichi, I. Koch, S. Rossi, F. Piccione, I. Battel I.R.C.C.S. Fondazione Ospedale San Camillo, Rehabilitation Institute, Lido di Venezia (VE) e-mail: [email protected] Background: The present study investigates the presence and strength of reflex and voluntary cough in patients with Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS). The assessment of cough provides information regarding the ability not only to expel food and/or liquids that could be inhaled but also to maintain airway [1] clearance. This assessment is particularly fundamental in patients with ALS who have a deficit of the [2,3] respiratory muscles and inability to generate inspiratory and expiratory flow. Aims: The first goal of this study is to provide preliminary data of the PCF of voluntary and reflex cough in ALS patients and to compare them with a control group of healthy subjects. Methods: It has been recruited 6 healthy participants (2 female-4 male; age mean 58±19.3); 16 patients (9 female-8 male; age mean 61.9±15.3) with a diagnosis of ALS. Exclusion criteria were bulbar onset and presence of tracheostomy. Subjects were assessed by spirometer as follow: a) FVC; b) Vt; c) MEP; d) MIP; e) Voluntary and reflex PCF [2,3]. Cough Reflex would be trigged by the inhalation of 0.4M of citric acid solution using the ultrasonic nebulizer connected with the spirometer via a bidirectional valve [4]. To our knowledge PCF of reflex cough has not already been investigated and this study was registered to clinicaltrails.gov. Results: These preliminary data have shown that there is significant discrepancy between the PCF of Voluntary and Reflex Cough in the group of ALS patients and also in health group (T-test p-value < 0.001). In ALS patient PCF of voluntary cough ranges from 86 to 452 l/min mean 231±107 and PCF of reflex cough from 0 to 261 l/min, mean 124±80. In healthy subject PCF of voluntary cough ranges from 280 to 495 l/min mean 372±76 and PCF of reflex cough from 72 to 265 l/min mean 151±56. There is moderate correlation (r=0.4; p < 0.05) between the PCF of voluntary and reflex cough in both groups and also a signficative correlation between PCF of reflex cough and FVC (r=0.612 p-value < 0.05) in ALS group. Conclusions: The results show the preliminary data regarding the assessment of reflex and voluntary PCF. This study is ongoing and it is part of a broad study which aims to verify if the voluntary and reflex PCF could be a prognostic value of tracheostomy intervention in order to limit the risk of emergency event. References [1] Miller RG1, Jackson CE, Kasarskis EJ, England JD, Forshew D, Johnston W, Kalra S, Katz JS, Mitsumoto H, Rosenfeld J, Shoesmith C, Strong MJ, Woolley SC. Practice parameter update: the care of the patient with amyotrophic lateral sclerosis: drug, nutritional, and respiratory therapies (an evidence-based review): report of the Quality Standards Subcommittee of the American Academy of Neurology. Neurology 2009;73(15):12181226. [2] Bach JR, Goncalves MR. Pulmonary Rehabilitation in Neuromuscular Disorder and Spinal Cord Injury. Revista Portuguesa De Pneumologia 2006;S27(7), Supl 1. [3] Gruis KL1, Lechtzin N. Respiratory therapies for amyotrophic lateral sclerosis: a primer. Muscle Nerve 2012 Sep;46(3):313331. [4] Morice A, Fontana G, Belvisi M, Birring S, Chung K, Dicpinigaitis P, et al. ERS guidelines on the assessment of cough. Eur Respir J 2007;29:1256-1276. Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 37 eventi ASSOCIAZIONE RIABILITATORI dell’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CORSI ARIR 2016 Potete trovare i programmi dettagliati dei corsi e le modalità di iscrizione sul sito www.arirassociazione.org L’uso dell’ecografia del torace in Fisioterapia Respiratoria Milano, 14 maggio 2016 Obiettivi L’ecografia toracica è oggi considerata come un valido esame diagnostico integrativo, ed in alcuni casi sostitutivo, di altre tecniche radiologiche per immagini. Essa può rappresentare un valido strumento nella integrazione alla valutazione funzionale del paziente con patologia pleuropolmonare. L’accuratezza delle moderne strumentazioni ecografiche portatili permette di individuare e monitorare alterazioni pleuropolmonari con elevata sensibilità e specificità, ma anche di monitorare dinamicamente gli effetti degli interventi terapeutici e riabilitativi sulla ventilazione e la meccanica respiratoria. L’obiettivo del corso è di formare, dal punto di vista teorico e pratico, il fisioterapista respiratorio all’utilizzo dell’immagine ecografica come complemento agli strumenti di valutazione funzionale già in suo possesso, per meglio guidare le scelte terapeutiche e verificarne gli effetti in tempo reale e non invasivo. Orari Ore 8.30 registrazione partecipanti Ore 9.00 inizio corso Ore 18.30 fine corso Docenti A. Gramegna I. Righi Quote di partecipazione > Soci ARIR: € 130,00 (IVA inclusa) > Non Soci ARIR, Aziende ed Enti privati: € 190,00 (IVA inclusa) > Aziende ospedaliere ed Enti pubblici: € 170,00 (esente IVA) Il corso è in fase di accreditamento presso la Commissione Nazionale ECM per la figura professionale del Fisioterapista La gestione delle problematiche respiratorie in età pediatrica: ospedale e territorio, per una continuità assistenziale Firenze, 21-23 ottobre 2016 AOU Meyer, Ospedale Pediatrico Obiettivi Il corso si rivolge a fisioterapisti che operano sul territorio e si propone di facilitare la presa in carico di pazienti cronici con particolare complessità clinica, il cui crescente numero è la diretta conseguenza della maggiore aspettativa di vita dovuta al miglioramento della assistenza e delle tecniche rianimatorie in senso lato. L’obiettivo principale è quello di formare i fisioterapisti per acquisire competenze di base sulla gestione delle problematiche respiratorie per rendere possibile una collaborazione fattiva tra l’Ospedale e le ASL di residenza di tali pazienti e poter assicurare loro un più elevato livello di assistenza, migliore anche per facilità di gestione da parte dei familiari dei pazienti. Durante il corso verranno affrontate le tecniche di clearance di più comune impiego, ma anche quelle che si avvalgono di dispositivi relativamente complessi, valutandone indicazioni, controindicazioni e rischi clinici. Verranno illustrate le principali tecniche di riespansione polmonare e di assistenza alla tosse, di aspirazione oro-nasofaringea e verrà trattato il capitolo della care nei bambini portatori di cannula tracheostomica, aspirazione compresa. Verranno forniti elementi per valutare gli aspetti legati alla disfagia al fine di migliorare la transdisciplinarietà in relazione alle competenze logopediche. Il corso, verrà suddiviso in sessioni teoriche e pratiche, con discussione di casi clinici simulati con tempi pianificati per lo scambio interattivo tra docenti e discenti. 38 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Orari 21-22 ottobre 8.30-18.00 23 ottobre 8.30-12.30 Docenti A. Barbanotti A. Brivio B. Ferrari D. Innocenti S. Zuffo Quote di partecipazione > Soci ARIR: € 230,00 (IVA inclusa) > Non Soci ARIR, Aziende ed Enti privati: € 320,00 (IVA inclusa) > Aziende ospedaliere ed Enti pubblici: € 300,00 (esente IVA) Il corso è in fase di accreditamento presso la Commissione Nazionale ECM per la figura professionale del Fisioterapista Giornata ARIR: Fisioterapia respiratoria al domicilio: con e senza gli attrezzi del mestiere Milano, 19 novembre 2016 Obiettivi Come ogni anno l’Associazione organizza una giornata monotematica su un argomento di interesse generale. Quest’anno ARIR offre gratuitamente ai propri soci e agli studenti di tutte le edizioni del Master in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria l’occasione di confronto, informazione e formazione sulla gestione delle problematiche respiratorie nel paziente domiciliare. In questi ultimi anni si è assistito ad un aumento delle richieste di interventi riabilitativi al domicilio, soprattutto in funzione alternativa al ricovero. L’intervento si è dimostrato fondamentale per mantenere lo stato di salute del paziente e utile nel concorrere a ridurre le ospedalizzazioni e l’impatto economico per la sanità pubblica. Il fisioterapista respiratorio deve essere in possesso delle necessarie competenze per valutare le reali necessità e potenzialità del paziente per poter realizzare un progetto terapeutico e riabilitativo adeguato al setting. L’evento vuole fornire ai partecipanti, attraverso il confronto con i professionisti coinvolti, modalità operative per affrontare appropriati e efficaci programmi domiciliari al fine di ottimizzare gli interventi, promuovendo la continuità di cura e l’integrazione di obiettivi condivisi con il paziente, i familiari, i care givers e con tutti gli attori delle cure e dell’assistenza domiciliare. Orari Ore 8.30-9.00 registrazione partecipanti Ore 9.00 inizio corso Ore 18.30 fine corso Quote di partecipazione Gratuita per soci ARIR e studenti di tutte le edizioni del Master di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Docenti In fase di definizione > Non Soci ARIR, Aziende ed Enti privati: € 190,00 (IVA inclusa) > Aziende ospedaliere ed Enti pubblici: € 170,00 (esente IVA) Il corso è in fase di accreditamento presso la Commissione Nazionale ECM per la figura professionale del Fisioterapista Corso base di riabilitazione respiratoria Milano, 14-18 dicembre 2016 Obiettivi Il corso base, articolato su cinque giornate, si pone l’obiettivo di fornire gli strumenti operativi e le conoscenze teoriche in linea con i nuovi orientamenti in tema di fisioterapia e riabilitazione respiratoria. Verranno trattate le basi di fisiologia e fisiopatologia respiratoria, le principali indagini strumentali, l’inquadramento e valutazione del paziente con problematiche respiratorie, sviluppando frontalmente e con esercitazioni pratiche specifiche le tecniche di disostruzione, il riallenamento allo sforzo, l’utilizzo della pressione positiva e della ventilazione non invasiva, interventi cardine della professione. Orari 14 dicembre 12.30-18.30 15-17 dicembre 8.30-18.00 18 dicembre 8.30-15.00 Docenti A. Bellofiore R. Bellini F. D’Abrosca M. Lazzeri S. Mariani C. Martorana G. Piaggi Quote di partecipazione > Soci ARIR: € 490,00 (IVA inclusa) > Non Soci ARIR, Aziende ed Enti privati: € 600,00 (IVA inclusa) > Aziende ospedaliere ed Enti pubblici: € 570,00 (esente IVA) Il corso è in fase di accreditamento presso la Commissione Nazionale ECM per la figura professionale del Fisioterapista Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 39 Informazioni generali per la partecipazione alle iniziative ARIR SEGRETERIA SCIENTIFICA: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Angela Bellofiore Sara Mariani Emilia Privitera Martina Santambrogio Victory Project Congressi Srl [email protected] Tel. 02 89053524 Fax 02 201395 Iscrizione Attenzione Per accedere al corso inviare la scheda di iscrizione tramite fax 02 201395 o e-mail [email protected] o iscriversi dal sito www.arirassociazione.org, allegando copia dell’avvenuto pagamento, previo contatto con la segreteria organizzativa per verificare l’effettiva disponibilità dei posti. Per informazioni rivolgersi a: Victory Project Congressi Srl [email protected] Tel. 02 89053524 - Fax 02 201395 Pagamento iscrizione Il saldo della quota di iscrizione deve essere effettuato entro e non oltre 30 gg. dall’inizio dell’iniziativa scelta. Si prega di inviare copia del bonifico bancario alla Segreteria Organizzativa. Nota bene: nella causale del versamento va specificato con esattezza il nome del partecipante ed il titolo dell’iniziativa cui il pagamento si riferisce. Modalità di pagamento Tramite bonifico bancario a favore di: Victory Project Congressi Srl Bonifico bancario sul seguente conto corrente: Conto corrente bancario 9340484 intestato a Victory Project Congressi Srl Unicredit Banca - Agenzia 21903 - Via C. Poma, Milano IBAN: IT58 Z 02008 09403 00000 9340484 40 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 L’accettazione all’iniziativa scelta è subordinata alla data del bonifico di pagamento, pertanto si invita il partecipante a trasmettere tempestivamente alla Segreteria Organizzativa l’avvenuto versamento. L’accettazione dell’iscrizione verrà comunicata dalla Segreteria stessa tramite email. Le iscrizioni in esubero, saranno (a discrezione del partecipante) considerate valide per il corso successivo. La disdetta dell’iscrizione sarà interamente rimborsata (escluse spese di segreteria 30 e) se verrà comunicata alla Segreteria Organizzativa via fax entro 20 gg. della data di inizio del corso. Dipendenti di Enti Pubblici Per le iscrizioni fatte da Enti Pubblici la fattura sarà emessa in assenza di IVA secondo l’art. 10 DPR 633/72 a ricevimento di un’attestazione scritta da parte dell’Ente alla scheda di iscrizione e al bonifico bancario. QUOTA DI PARTECIPAZIONE: la quota scontata è esclusivamente riservata ai Soci (fisioterapisti e medici) in regola con l’iscrizione. La scelta della quota di partecipazione deve fare riferimento all’intestatario della fattura e non al partecipante. Fisioterapisti neolaureati Per i fisioterapisti laureati negli anni accademici 2014-15 o 2015-16 è prevista una riduzione del 10% dalla quota socio. Scheda di iscrizione Compilare la scheda in stampatello SCHEDA DI ISCRIZIONE da inviare alla Segreteria Organizzativa unitamente a copia dell’avvenuto pagamento Victory Project Congressi srl – Via Poma, 2 – 20129 MILAN, Italy – Tel. 02 89 05 35 24 – Fax +39 02 20 13 95 – [email protected] (si prega di compilare la scheda in stampatello in tutte le sue parti) Cognome..............................................................................................................Nome....................................................................................................................... Nato a...................................................................................................................il............................................................................................................................. Socio ARIR Socio AIPO Socio AIFI o N. socio........................................... Scadenza iscrizione ......................................................... Non Socio ARIR o AIPO Via/piazza....................................................................................................................................................................................................... N. ............................... CAP.................................................Città....................................................................................................................................................... Prov. ........................... Tel................................................................................Fax.........................................................................Cell. .............................................................................. E-mail (scrivere chiaramente: obbligatoria per ricevere conferma iscrizione) ......................................................................................................................................... Codice fiscale Partita IVA Professione........................................................................................................... Specialità................................................................................................................. Se diverso dall’iscritto intestare la Fattura a:.................................................................................................................................................................................... Via/piazza....................................................................................................................................................................................................... N. ............................... CAP.................................................Città....................................................................................................................................................... Prov. ........................... Partita IVA Il saldo della quota di iscrizione deve avvenire entro un mese dall’inizio del corso. Per le iscrizioni fatte da enti pubblici, la fattura sarà emessa in assenza di IVA su richiesta dell’interessato e a ricevimento di un’attestazione scritta da parte dell’Ente da allegare alla copia del bonifico. La disdetta dell’iscrizione sarà interamente rimborsata (escluse spese di segreteria 30 €) se verrà comunicata alla Segreteria Organizzativa via fax entro 20 gg. della data di inizio del corso. In allegato invio fotocopia dell’avvenuto bonifico bancario per l’importo di € ............................................................................................................................................. EFFETTUATO a favore di: Victory Project Congressi Srl – Bonifico bancario sul seguente conto corrente: Victory Project Congressi Srl - c/c 9340484 intestato a Victory Project Congressi Srl Unicredit Banca - Agenzia 21903 - Via C. Poma, Milano - IBAN: IT58 Z 02008 09403 00000 9340484 Causale: Titolo corso e nome iscritto Autorizzo,ai sensi del D Lgs. 196 del 30/6/2003 la Segreteria del Corso al trattamento dei miei dati personali contenuti nel presente modulo per le finalità di organizzazione e gestione del Corso suddetto. Data.....................................................................................................................Firma.................................................................................................................... Iscrizione al corso: L’uso dell’ecografia del torace in Fisioterapia Respiratoria Milano, 14 maggio 2016 La gestione delle problematiche respiratorie in età pediatrica: ospedale e territorio, per una continuità assistenziale Firenze, 21-23 ottobre 2016 Giornata ARIR: Fisioterapia respiratoria al domicilio: con e senza gli attrezzi del mestiere Milano, 19 novembre 2016 Corso base di riabilitazione respiratoria Milano, 14-18 dicembre 2016 Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 41 Istruzioni per gli autori La Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria accetta lavori scientifici, in lingua italiana e/o inglese, inerenti la ricerca e le osservazioni cliniche pertinenti alla fisioterapia e riabilitazione respiratoria. Invio del Manoscritto I manoscritti devono essere inviati per mezzo e-mail al seguente indirizzo: [email protected] oppure al direttore in carica all'indirizzo [email protected]. I lavori devono essere accompagnati da una richiesta di pubblicazione e da una dichiarazione, firmata da tutti gli autori, che il manoscritto non è stato inviato ad altra rivista. La segreteria editoriale invierà comunicazione di ricevimento del manoscritto. Vengono presi in considerazione per la pubblicazione articoli originali, revisioni, expert-opinion, editoriali, case report, note tecniche e lettere al direttore. Preparazione del Manoscritto I manoscritti devono pervenire in formato .doc o .rtf, con pagine progressive numerate, utilizzando carattere 12, interlinea doppia. È necessario redigere il manoscritto secondo il seguente ordine: Titolo, Autori, Abstract, Parole chiave, Testo e Bibliografia. Pagina di Titolo Nella prima pagina dovrà essere indicato: Titolo: iniziali e cognome degli autori, denominazione ed indirizzo del centro di appartenenza degli autori, indirizzo completo con numeri telefonici, fax ed e-mail dell’autore al quale inviare le comunicazioni. Abstract: deve essere obbligatoriamente redatto in italiano ed inglese, strutturato con: premessa, scopo, metodi, risultati e conclusioni, della lunghezza massima di 250 parole. Parole chiave: in numero massimo di 5, in italiano ed inglese, conformi alle norme dell’Index Medicus. Pagine di Testo Il testo deve essere suddiviso in: Introduzione, Materiali e Metodi, Risultati, Discussione, Conclusioni e Ringraziamenti. La lunghezza del testo di articoli di revisione ed articoli originali non deve eccedere le 4000 parole. Bibliografia Le citazioni bibliografiche devono essere segnalate nel testo con numeri arabi in ordine progressivo di apparizione, posti fra parentesi, e devono essere elencate seguendo la medesima numerazione, secondo lo stile utilizzato nell’Index Medicus (Vancouver), come mostrato nei seguenti esempi: Lavoro pubblicato su rivista: 1. Noseda A, Carpiaux JP, Schmerber J, Yernault JC. Dyspoea assessed by visual analogue scale in patients with chronic obstructive lung disease during progressive and high intensity exercise. Thorax 1992;47:363-368. Se un articolo citato è in corso di stampa, è necessario allegare al manoscritto due copie dello stesso. Libro e Monografia: 2. Muiesan G, Sorbini CA, Grassi V. Pneumologia. UTET, Torino, 1987:25-28. Capitolo di un libro a contributi: 3. Raschi S, Costantini D. Meccanismi fisiopatologici dell’ostruzione bronchiale. In: Brivio A, Lazzeri M, Oliva G, Zampogna E. La Disostruzione bronchiale. Dalla teoria alla pratica. Masson, Milano, 2001:3-9. Fonti internet 4. American Association of Respiratory Care. A guide to Aerosol Delivery Device for Respiratory Therapists. http://www.irccouncil.org/newsite/members/. Consultato il 03/05/2013. Ai lettori Tabelle Le tabelle devono completare il testo, evitando ripetizioni dello stesso. Devono essere numerate in ordine progressivo e richiamate nel testo. Ogni tabella deve essere intestata. Tutte le tabelle devono essere fornite in formato .doc. La legenda delle tabelle deve essere scritta alla fine del testo, dopo le Conclusioni. Il materiale estrapolato da altre fonti deve essere accompagnato da permesso scritto dell’autore e dell’editore. Figure Tutte le figure devono essere numerate in ordine progressivo e richiamate nel testo. Le didascalie devono essere riportate nella Pagina di Testo, dopo le Conclusioni. Il materiale estrapolato da altre fonti dovrà essere accompagnato da permesso scritto dell’autore e dell’editore. Le figure devono pervenire in un file separato, formato .xls o .jpeg. Statistica È necessario definire chiaramente la/le misura/e di outcome ed illustrare sinteticamente i metodi statistici standard utilizzati, altrimenti descriverli per esteso. Le variabili normalmente distribuite devono essere riportate come media e deviazione standard (DS). Nel caso di distribuzioni non normali, utilizzare la mediana e il range interpercentile. Il P-value dovrebbe essere sempre riportato e presentato come uguaglianza, quando possibile, con una o due cifre decimali (e.g. P = 0,03 e non P < 0,05). In presenza di P value molto piccolo, riportarlo a P < 0,001. Per ulteriori informazioni, consultare SAMPL Guidelines (www.equatornetwork.org). Case Report e Note tecniche: La rivista accetta anche brevi comunicazioni, casi clinici di particolare interesse scientifico e note tecniche relative a strumentazioni o metodiche utilizzate. La lunghezza del manoscritto, compilato secondo le norme sopra esposte, non deve superare le 2000 parole, e non deve contenere più di 10 riferimenti bibliografici. Lettere al direttore: Potranno riguardare argomenti di particolare rilevanza scientifica, o commentare articoli comparsi sulla rivista. Il manoscritto non dovrà superare le 1000 parole e citare fino a 5 riferimenti bibliografici. Abbreviazioni, Unità di misura, Nomi di Farmaci: La prima citazione di un’abbreviazione deve essere preceduta dal termine per esteso. Quando possibile utilizzare abbreviazioni riconosciute (es: COPD, EPP). Le unità di misura devono essere espresse secondo i sistemi internazionali. Utilizzare il nome generico dei farmaci. Revisioni o Referee: Gli autori sono invitati ad indicare i nomi dei possibili revisori. La redazione si avvarrà di revisori scientifici anonimi per la revisione del lavoro e l’eventuale pubblicazione potrà avvenire con o senza richiesta di correzione. Gli autori verranno informati della accettazione o meno del manoscritto entro sei settimane dall’invio. Conflitto di interesse: Il conflitto di interesse è un rapporto di interesse finanziario, o intellettuale, o un altro insieme di circostanze che può ragionevolmente comportare (o ragionevolmente essere percepito da altri come aver comportato) un cambiamento del giudizio o comportamento degli autori ed aver influito sulla stesura del manoscritto. Tutti gli autori devono fornire una lista dei potenziali conflitti di interesse relativi al manoscritto, e tale lista verrà specificata dopo il titolo. L’assenza di conflitto di interesse va dichiarata e firmata su apposito modulo da ciascun autore al momento della sottomissione dell’articolo. Trattamento etico dei pazienti/soggetti in studio Per ciascuno studio che includa pazienti o soggetti umani è necessario specificare l’organismo di controllo che ha supervisionato e approvato lo studio (istituzioni locali, comitato di revisione, comitati etici, etc). Gli autori devono specificare se è stato ottenuto un consenso informato dai pazienti per le procedure cui sono stati sottoposti e per il trattamento dei dati personali sensibili. ARIR si impegna a rispettare i più alti standard etici per la pubblicità presente sulla rivista e a garantire l’idoneità di prodotti e servizi pubblicizzati. ARIR non è responsabile per prodotti, servizi o aziende pubblicizzati, o per reclami da essi derivanti. La presenza pubblicitaria di prodotti, servizi o aziende sulla rivista non implica il coinvolgimento dell’ARIR in pubblicità collaterali. ARIR garantisce che la pubblicità che appare sulla rivista non è in contrasto con i principi e gli obiettivi dell’Associazione. La rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria è spedita in abbonamento postale. L’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato per l’invio di questa e di altre pubblicazioni. Ai sensi ed in conformità con l’art. 10 Legge 31 dicembre 1996, n. 675, MIDIA informa che i dati inseriti nell’indirizzario della rivista e quelli ricevuti via fax o lettera di aggiornamento verranno archiviati nel pieno rispetto delle normative vigenti e saranno utilizzati a fini scientifici. È nel diritto del ricevente richiedere la cessazione dell’invio della rivista e/o l’aggiornamento dei dati in nostro possesso. 42 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 […] Questi editoriali sono purtroppo Antonio Schiavulli Antonio Schiavulli 20 di guerra 20 di guerra 1995-2015 sorprendentemente attuali: se il lettore confronterà gli argomenti di quelli recenti con quelli di 10 o 20 anni fa si accorgerà che alla fine siamo sempre venti anni di medicina respiratoria e altro attraverso gli editoriali di Pneumorama lo stesso paese dell’immobilismo frenetico. presentazione di Nicolino Ambrosino Antonio Schiavulli ha fatto un’operazione intelligente e direi necessaria che va al di là della celebrazione del ventennale di Pneumorama e del ricordo della Storia, dei problemi della Pneumologia (Pneumologie?) e dei suoi (loro?) � � � � � � � � � � � � � � � � ����� piccoli/grandi personaggi. La rilettura di questi editoriali ����� � � � � � � � � � � � � � � � � Disponibile nelle migliori librerie scientifiche è una lezione sulla nostra società (quella di ora dico). Dalla Presentazione di Nicolino Ambrosino Direttamente a casa tua Midia srl Tel. 040 3720456 Fax 040 3721012 [email protected] www.midiaonline.it Acquista online sul sito www.midiaonline.it Midia Edizioni, 2015 218 pagine e 13,00 L’EDITORIA DELLE MALATTIE CARDIO-RESPIRATORIE Cultura e Comunicazione ] ONe, AmBIeNte rIvIstA d’INFOrmAzI all’emitorace destro e dispnea Jeffrey Albores; Gregory Fishbein e Coll. N2 è una 7 COUNTERPOINT: La malattia chirurgica controindicazione per la resezione per i tumori del solco superiore? No CORRESPONDENCE Wilson W. Li; Jacobus A. Burgers e Coll. Dell’Anna e Coll. Domenico Luca Grieco; Antonio Maria Risposta–Cenk Kirakli; Ilknur Naz e Coll. 60 Il ruolo della resezione endoscopica e Silvestri 11 Risposta dei Dottori Tanner Nichole T. Tanner; Gerard A. Silvestri nei tumori carcinoidi tipici non invasivi 12 Risposta del Dottor Li e collaboratori Wilson W. Li; Jacobus A. Burgers e Coll. Simone Scarlata; Raffaele Antonelli Incalzi Risposta–Dan J. Raz ORIGINAL RESEARCH Borja G. Cosio; Joan B. Soriano e Coll. processo 23 Vari meccanismi implicati nel BPCO di invecchiamento sono alterati nella 64 Livelli sierici di citochine e depressione miocardica in corso di sepsi. È questa Coll. Efficacia e sicurezza dei corticosteroidi per la polmonite acquisita in comunità. Review sistematica con meta-analisi sul lavoro. In cerca dell’evidenza e Coll. Sergio Garbarino; Ottavia Guglielmi Hirsch Allen Risposta–Najib T. Ayas; A. J. Marcus You-Dong Wan; Tong-Wen Sun e Coll. www.chest.it Utilizzo del taping neuromuscolare (TN) nel dolore post-toracotomia: serie di casi S.C. Montaldo, G. Rubino, C. Simonelli Il delirium: dall’epidemiologia alla terapia A. Morandi, G. Bellelli ELSEVIER � � � � � � � � � � � � � � � � Tabaccologia Aspetti nutrizionali e patologie polmonari croniche ostruttive: quale influenza? 3-2015 | xxxxxx xxxxxxxxxxx 1 | 2016 1 ANNO XIV Organo Ufficiale della Società Italiana di Tabaccologia-SITA B Official Journal of the Italian Society of Tobaccology www.tabaccologi a.it Tabaccologia Poste italiane SPA Spedizione in Abbonamento Postale 70%-LO/VA Tobaccology World No Tobac co Day 2016 L’agopuntura r Inquinamento indoo one BPCO e alimentazi , bici e nuoto Nordic Walking, corsaedusa per la vita Lamp Fuocoammare. news.it www.respiro Contaminiamoci in smoking cessa tion La Guerra delle Riviste sulle sigarette Scientifiche elettroniche Cina: il celeste impero del tabac co Il laboratorio di fisiopatolo come setting gia respiratoria favorente la smok ing cessation L’utilizzo degli “SMS” come suppo nell’astinenza dal fumo di tabacrto co A proposito di carne e tabac co Primavera è rinascita E. Orsi in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B ����� Periodico quadrimestrale Sped. ine.it Conoscere per capire, capire per crescere S. Maiocchi la chiave? e Coll. Elio Antonucci; Fabio Silvio Taccone e infortuni 65 Apnea ostruttiva notturna (OSA) 33 CHEST INFECTIONS - Aut. Trib. Monza n. 1552 del 13/12/2001 Francesca M. Trovato; Giuseppe Musumeci Risposta–Hiroshi Sekiguchi; Ognjen Gajic C. Barbisan www.midiaonl Il direttivo ARIR differenziale delle cause di insufficienza respiratoria di Asma Definizione di Sindrome da Overlap BPCO e BPCO in una coorte di pazienti con journal.publications.chestnet.org Decima edizione del Master in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria e Coll. nella diagnosi 62 Limiti dell’ecografia toracica 14 COPD Erica P. A. Rutten; Poornima Gopal e in questo numero dall’intubazione 58 Adaptive support ventilation all’estubazione. Una nota di cautela - legge 662/96 - Filiale di Milano 1566 del 02/01/2002 AND SLEEP PEARLS PULMONARY, CRITICAL CARE, ricorrente 54 Donna di 34 anni con dolore Nichole T. Tanner; Gerard A. Silvestri Le PerIOdICO trImestrA Rivista Italiana Gli occhi di Fisioterapia della speranza e Riabilitazione Respiratoria ANNO XIV NUMERO TRE SETTEMBRE-DICEMBRE 2015 Bandarn Suetrong; Keith R. Walley per la resezione chirurgica per i tumori del solco superiore? Sì Filiale di Milano - Aut. trib. Monza n. IN questo NuMeR Implicazioni per la diagnosi e il trattamento controindicazione 4 POINT: La malattia N2 è una Place, 24 aprile 2015. o ▶ Riflessioni sul ruolo del medico oggi L. Trianni ▶ Infiammazione e BPCO. Quale dieta M. Baroni ▶ Effetto nocebo e aderenza G. Oliva, R.M.V. Nobili ▶ Quando il trattamento chirurgico del chilotorace? M.Cortale, S.Lovad ina ▶ Rane, ranocchi e principi azzurri V. Donizetti ▶ È nata la SIP-IRS ▶ Commenti della letteratura interna zionale M. Vitacca, A. Sacchett ▶ Dove si nasconde l’eticaa, M. Malerba solo anaerobiosi. 44 L’acidosi lattica nella sepsi: non POINT AND COUNTERPOINT - art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - Bruxelles, La Grand IN CRITICAL CONTEMPORARY REVIEWS CARE MEDICINE 1 Asma-BPCO Overlap Peter J. Barnes Periodico trimestrale Sped. in A.P. 45% - Aut. trib. Monza - Filiale di Milano - legge 662/96 - art. 2 comma 20/B Sped. in A.P. 45% Periodico trimestrale Organo Ufficiale Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria registrazione tribunale2014 n.1274 del 11 aprile Faraboni Rivista Italiana di Medicina Respiratoria Anno XXII Numero 82 CHEST Edition ITALY Numero 1 Primavera 2016 di trieste e sALute Foto: Maurizio 1 | 2016 n. 1116 del 2/10/95 PNEUMORAM ISSN 1970-4925 A NS E G E O F C H E S T P H YSIC I A O F T H E A M E R IC A N C O L L O F F IC I A L P U B L IC AT IO N EDITORIAL Anno IX Numero 33 RESPIRO gio uita - CoPia oMag A R ZO 2016 UMERO 1 | GENNA IO-M IANA | ANNO XVIII | N C H E S T E D I Z I O N E I TA L grat Distribuzione [ Trimestrale a Questo numero ha ricevuto un supporto finanziario da: www.midiaonline.i t carattere scienti fico per lo studio del tabagismo del tabacc e delle patolo gie fumo-correla o, Quarterly scienti te fic journa tobacco use and l for the study of tobacco, tobacco-relat ed diseases Vivisol Tel. +39 040 3720456 - [email protected] - www.midiaonline.it SSINESI ALLI – GRAZIA ME GUGLIELMO MEREG E VENTILAZIONA NON INVASIV ieri rm Manuale per infe zione di Casali Con la collabora sella Ratti, Walter zia Colombo, Ros Chetti Zulian, Leti Direttamente a casa tua Acquista online sul sito www.midiaonline.it Midia Edizioni, 2010 64 pagine e 24,00 Disponibile nelle migliori librerie scientifiche Midia srl - Tel. 040 3720456 - Fax 040 3721012 [email protected] - www.midiaonline.it 44 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2016 • Numero 1 0 7 S ATO L’Assistente Tosse ATOS 70 libera le vie aeree dalle secrezioni, simulando un vero e proprio colpo di tosse. 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