ambito distrettuale di Imola - ANCI

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ambito distrettuale di Imola - ANCI
Consorzio Servizi Sociali Imola
-
Provincia di Bologna
Enti consorziati: Comuni di Imola, Castel S.Pietro Terme, Dozza, Castel Guelfo,
Mordano, Comunità Montana Valle del Santerno, AUSL di Imola,
Amministrazione Istituzioni Riunite Imola I.P.A.B.
Casa di Riposo per Inabili al Lavoro Imola I.P.A.B.
Opera Pia “S.Maria” Tossignano I.P.A.B.
2002/2003
ambito distrettuale
di Imola
programma attuativo 2002
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Indice
Premessa
pag.
3
Capitolo 1 - Il contesto socio economico del territorio: analisi della domanda
sociale e dell’offerta
pag.
10
Capitolo 2 - Gli obiettivi strategici e le priorità generali del Piano
pag.
29
2.1 Definizione delle priorità e degli indirizzi per le aree di intervento
del sistema integrato
pag.
30
2.2 La gestione del Piano e la valutazione
pag.
34
pag.
35
3.1 Area responsabilità familiari
pag.
38
3.2 Area diritti dell’infanzia ed adolescenza
pag.
57
3.3 Area disabilità
pag.
75
3.4 Area anziani
pag.
86
3.5 Area immigrazione
pag.
103
3.6 Area contrasto all’esclusione – povertà - dipendenze
pag.
115
3.7 Titolarità degli interventi, modalità di produzione e gestione dei
servizi
pag.
126
3.8 Le risorse finanziarie del piano di zona
pag.
151
3.9 Il progetto sovrazonale ISE
pag.
162
3.10 Il programma degli interventi di formazione e aggiornamento
pag.
165
Capitolo 3 - Il programma attuativo 2002
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PREMESSA
La “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” n.
328/2000 prevede una serie di atti applicativi necessari affinché le Regioni e gli Enti locali possano
procedere alla realizzazione delle novità introdotte dalla legge.
L’atto più importante è certamente il Piano nazionale degli interventi e servizi sociali 2001-2003,
previsto nell’art. 18 della legge di riforma, evocativamente titolato “Libertà, responsabilità, e
solidarietà nell’Italia delle autonomie”. Esso costituisce il cardine del complesso impianto
programmatorio a tre livelli territoriali (Piano nazionale, piani regionali, piani di zona) previsto
dalla Legge (artt. 18 e 19). Il Piano nazionale orienta verso l’integrazione dei diversi attori perché si
attivi una rete progettuale e gestionale, seleziona gli obiettivi di priorità sociale, destina i fondi.
La nostra Regione ha deliberato un Programma di interventi che, in attesa dell’approvazione della
nuova Legge regionale sul tema, si colloca in una fase di passaggio prima del varo di un vero e
proprio Piano sociale regionale. Tale Programma, facendo riferimento al Piano sociale nazionale,
definisce gli ambiti territoriali dei Piani di zona (il territorio corrispondente al Distretto sanitario),
prevede la predisposizione di Piani di zona sperimentali per un anno, ripartisce i fondi e indica i
seguenti obiettivi prioritari: valorizzare e sostenere le responsabilità famigliari e le capacità
genitoriali, rafforzare i diritti dei minori assicurandone l’esigibilità anche tramite l’attivazione di
servizi e iniziative all’interno di una progettazione di più ampie politiche di territorio, potenziare gli
interventi a contrasto della povertà, sostenere con servizi domiciliari le persone non autosufficienti
(in particolare le persone anziane e le disabilità gravi), prevenire le dipendenze, integrare
socialmente gli immigrati. Alle Province viene delegato un ruolo di coordinamento.
La Provincia di Bologna ha approvato un Documento di indirizzi per la definizione dei Piani di
zona che fornisce anche indicazioni metodologiche, delineando la costituzione di un Tavolo
Politico-Istituzionale, un Tavolo Tecnico Provinciale e Tavoli Sociali di Zona (che per il nostro
territorio, sulla base di precedenti esperienze, è stato definito Tavolo welfare territoriale).
Il Tavolo welfare territoriale è stato costituito, sulla base delle indicazioni dell’Assemblea del
Consorzio Servizi Sociali di Imola, in modo rappresentativo della realtà locale, così come i Gruppi
di lavoro operativi afferenti alle aree minori, adulti immigrati, adulti-disabili, anziani.
L’attività è stata facilitata da diversi fattori che caratterizzano il territorio: una infrastrutturazione di
servizi forti con la presenza di forme gestionali innovative (Consorzio, Istituzione), la presenza
della rete fra diversi soggetti che operano nell’ambito e che condividono la premessa e l’abitudine
al lavoro integrato, una modalità operativa che fa della programmazione il perno dell’operatività.
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Documento di base per la proposta di Piano di zona sono stati gli “Indirizzi dell’Assemblea degli
Enti aderenti al Consorzio servizi sociali per il piano triennale della rete dei servizi territoriali” e i
piani programma di attività che ne sono derivati. Questi, assieme ad altri prodotti del lavoro della
rete territoriale, sono stati portati al confronto nei Gruppi di lavoro, in modo da realizzare la rete
integrata dei servizi sociali auspicata dalla L. 328/00.
Nella definizione del Programma attuativo 2003 bisognerà tener conto dell’ingresso del Comune di
Medicina nell’AUSL di Imola. E’ del tutto
evidente che tale territorio andrà coinvolto fin
dall’inizio nell’elaborazione del prossimo Programma.
Sempre per il 2003 un’esigenza che si pone è quella dell’aumento delle risorse stanziate per
finanziare gli interventi che verranno individuati.
L’attuazione del presente Piano richiede adeguate risorse pubbliche e private, locali e nazionali con
particolare riferimento al DPEF che è in fase di definizione.
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TAVOLO DEL WELFARE
ENTE D’APPARTENENZA
COMPONENTI
Gabriele Zaniboni
Consorzio dei servizi sociali di Imola
Raffaella Salieri
Consorzio dei servizi sociali di Imola
Andrea Garofani
Consorzio dei servizi sociali di Imola
Claudio Tassoni
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali
del Comune di Castel S.Pietro Terme
Alberto Minardi
Ausl Imola
I.P.A.B.
Bona Sandrini
CISL Imola
Walter Balducci
CGIL
Elisabetta Marchetti
Furio Ramerini
UIL
Giuseppe Rago
UGL
Giorgio Valvassori
Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Miliana Bettuzzi
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Giulio Dall’Orso
Volontariato Castel San Pietro Terme
Distretto Scolastico 33
Lucia Leggieri
Bruno Timoncini
Ecap Imola
Savio Sangiorgi
LEGACOOP
Luca Dal Pozzo
Confcooperative
Marziano Marfisi
Tavolo di coordinamento delle
organizzazioni imprenditoriali del territorio
imolese
Benedetta Prugnoli
Dipartimento di Salute Mentale Ausl Imola
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GRUPPO DI LAVORO AREA MINORI
ENTE D’APPARTENENZA
COMPONENTI
Daniele Chitti
Consorzio dei servizi sociali di Imola
Paola Caroli
Ausl Imola
Adriana Saloni
CISL
Gabriella Dionigi
CGIL
Bruno Cecchini
UGL
Albertina Folli
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Teresa De Brasi
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Loris Pagani
Volontariato Castel San Pietro Terme
Distretto Scolastico 33
Lucia Leggieri
Ecap Imola
Cristina Scardovi
LEGACOOP
Maria Pia Gentilini
Alfredo Loreti
Confcooperative
Maurizia Gasparetto
Comune di Imola
Annalisa Vignoli
Comune di Castel S.Pietro T.
Roberta Olivato
Comune di Imola
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GRUPPO DI LAVORO AREA ADULTI - DISABILI
ENTE D’APPARTENENZA
COMPONENTI
Maria Grazia Ciarlatani
Consorzio dei servizi sociali di Imola
Riccardo Ragazzini
Consorzio dei servizi sociali di Imola
Giuliano Giovannini
Consulta del volontariato
Francesca Marchetti
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali
del Comune di Castel San Pietro Terme
Eleonora Emiliani
Ausl Imola
Benedetta Prugnoli
Dipartimento di Salute Mentale Ausl Imola
CISL Imola
Walter Balducci
Guerrino Pierazzoli
UIL
Giuseppe Rago
UGL
Roberto Poli
CGIL
Marta Manuelli
Cristina Baldazzi
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Volontariato Castel San Pietro Terme
Distretto Scolastico
Maria Marani
Ecap Imola
Bruno Timoncini
LEGACOOP
Letizia Bassi
Coonfcooperative
Stefano Golini
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GRUPPO DI LAVORO AREA ANZIANI
ENTE D’APPARTENENZA
COMPONENTI
Laura Barelli
Gilberta Ribani
Consorzio dei servizi sociali di Imola
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali
del Comune di Castel San Pietro Terme
Ausl Imola
Maria Mastroianni
I.P.A.B.
Bona Sandrini
Opera Pia “S. Maria”
Antonio Caravita
Auterio Brusa
CISL Imola
Aldo Rizzi
CISL Imola
Furio Ramerini
UIL
Grillini Mauro
UGL
Francesco Poggiali
CGIL
Giorgio Valvassori
Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Mauro Peppi
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Carlo Bruni
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Alberto Poggi
Volontariato Castel San Pietro Terme
IAL Imola
Luca Galipò
Roberta Tattini
LEGACOOP
Stefano Canova
Confcooperative
Angioletta Sartoni
Servizio Prevenzione Tempo Libero Terza
età (Comune di Imola)
Gallegati Gregorio
CUPLA
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GRUPPO DI LAVORO AREA ADULTI IMMIGRATI
ENTE D’APPARTENENZA
COMPONENTI
Maria Grazia Ciarlatani
Susi Lamieri
Consorzio dei Servizi Sociali di Imola
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali
del Comune di Castel San Pietro Terme
Ausl Imola
Maria Grazia Saccottelli
Chaoui Youness
CISL
Cesare Ronchi
UIL
Antonio Pezzi
UGL
Ahmed Hissane
CGIL
Carla Cavina
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Tiziana Dal Pra
Assemblea delle Organizzazioni Sociali e
delle Associazioni di volontariato di Imola
Francesco Bottacin
Volontariato Castel San Pietro Terme
IAL Imola
Daniela Rocchi
Maria Rosa Franzoni
LEGACOOP
Carlo Alberto Gollini
LEGACOOP
Simone Sartini
Coonfcooperative
Luciano Fiorentini
Coonfcooperative
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CAPITOLO 1
Il contesto socio economico del
territorio: analisi della domanda
sociale e dell’offerta
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Nella definizione del Piano di Zona 2002/2003, ci si è avvalsi di tutti gli strumenti
disponibili per riuscire a creare un quadro realistico della realtà territoriale, partendo dai dati
statistici e demografici a disposizione, dai risultati delle ricerche già svolte all’interno del territorio
e approfondendo l’analisi dei bisogni con i membri dei Gruppi di lavoro, che per le loro posizioni
lavorative o sociali, rappresentano sicuramente dei testimoni significativi.
POPOLAZIONE RESIDENTE AL 31 DICEMBRE PER CLASSI QUINQUENNALI DI ETÀ E COMUNE
ANNO 2000. MASCHI E FEMMINE
Fonte: Anagrafi comunali
FASCE D’ETÀ
COMUNI
TOTALE
0-14
15-19
15-29
30-64
60-64
65 E OLTRE
Borgo Tossignano
399
132
533
1.389
165
634
2.955
Casalfiumanese
374
112
490
1.415
155
610
2.889
Castel del Rio
122
42
176
532
83
387
1.217
Castel Guelfo di Bologna
460
143
594
1.729
184
672
3.455
Castel San Pietro Terme
2.314
770
3.098
9.934
1.228
4.036
19.382
Dozza
760
275
1.080
2.818
334
944
5.602
Fontanelice
219
81
299
844
109
423
1.785
10.384 31.987
4.391
14.733
64.926
Imola
Mordano
7.822 2.554
506
154
719
2.009
279
931
4.165
totale popolazione anno 2000
12.976 4.263
17.373
6.928
52.657
23.370
106.376
proiezione anno 2005
13.359
15.040
54.552
24.906
107.857
Provincia di Bologna
99.762
140.871
469.058
Dall’esame di tutte queste fonti si è rilevato come i bisogni più importanti del Circondario di Imola
siano quelli legati agli andamenti e ai cambiamenti strutturali e demografici, come, ad esempio, la
presenza sempre maggiore di anziani soli e non autosufficienti, con un incremento della demenza
senile e il cambiamento della fisionomia delle famiglie.
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CONFRONTO NEI DIVERSI COMUNI TRA ANZIANI
AL 31/12/2001
SINGLE E ANZIANI CHE VIVONO IN COPPIA
Fonte: nostre elaborazioni su dati anagrafici
Comuni
totale popolazione anziana per
comune
percentuale degli anziani
che vivono SOLI sul
totale della popolazione
anziana
percentuale degli anziani che
vivono in COPPIA sul totale
della popolazione anziana
14.931
387
418
641
633
24,72%
25,06%
28,47%
26,05%
24,49%
37,71%
29,46%
29,64%
39,81%
31,63%
Imola
Castel del Rio
Fontanelice
Borgo Tossignano
Casalfiumanese
Dozza
956
20,82%
29,19%
Castel Guelfo
Mordano
Castel S.Pietro T.
664
948
4.059
19,28%
21,62%
21,41%
34,94%
21,57%
32,13%
Totale
23.637
media del territorio:
23,55%
media del territorio:
33,94%
POPOLAZIONE RESIDENTE AL 31 DICEMBRE: PRINCIPALI INDICI DI STRUTTURA PER
COMUNE - ANNO 2000. MASCHI E FEMMINE
Fonte: nostre elaborazioni su dati anagrafici
Indice di vecchiaia = Pop. 65 anni e più / Pop. 0-14 anni x 100
Indice di dipendenza = Pop. (0-14 anni + 65 anni e più) / Pop.15-64 anni x 100
Indice di sostituzione = Pop. 15-19 anni /Pop. 60-64 anni x 100
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
Indice di
sostituzione
Borgo Tossignano
Casalfiumanese
Castel del Rio
Castel Guelfo di Bologna
Castel San Pietro Terme
Dozza
Fontanelice
Imola
Mordano
158,9
163,1
317,2
146,1
174,4
124,2
193,2
188,4
184,0
53,7
51,7
71,9
48,7
48,7
43,7
56,2
53,2
52,7
80,0
72,3
50,6
77,7
62,7
82,3
74,3
58,2
55,2
totale territorio 2000
180,1
51,9
61,5
Comuni
Proiezione anno 2005
Indice di
vecchiaia
totale territorio 2005
186,4
Indice di
dipendenza Indice di sostituzione
55,0
Pagina 12 di 167
63,6
La famiglia è infatti caratterizzata sempre più da nuclei monoparentali che si trovano spesso con
problemi anche economici.
Tali criticità, difficili da gestire in presenza di deboli reti di relazioni parentali o amicali, gravano
soprattutto sulle donne.
Un aspetto che si conferma prioritario è quello della prevenzione, soprattutto in ambito giovanile,
del disagio, di tutte quelle situazioni che portano i giovani ad isolarsi dalla società ed a
intraprendere percorsi devianti.
Infine l’immigrazione rappresenta, ormai da molti anni, un fenomeno sociale che riguarda tutto il
territorio. Il numero di cittadini immigrati è stato caratterizzato in questi ultimi anni da un trend in
crescita e questo impatta con il tema dell’inclusione sociale.
STRANIERI RESIDENTI AL 31 DICEMBRE PER COMUNE
ANNI 1992-2000. MASCHI E FEMMINE. PERCENTUALE SUL TOTALE DELLA POPOLAZIONE
Fonte: Istat, Osservatorio Comunale delle Immigrazioni su dati anagrafici
Comuni
1992
1993
Borgo Tossignano
0,65%
Casalfiumanese
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
1,06% 1,34%
1,92%
2,77%
3,25%
3,86%
4,48%
4,42%
0,58%
0,69% 0,53%
0,64%
0,74%
0,83%
1,03%
1,48%
1,92%
Castel del Rio
0,28%
0,00% 0,18%
0,35%
0,69%
1,38%
3,00%
4,55%
6,39%
Castel Guelfo di Bologna
0,79%
1,35% 1,69%
1,61%
1,83%
1,88%
2,21%
3,13%
3,67%
Castel San Pietro Terme
1,19%
1,26% 1,31%
1,33%
1,52%
1,79%
1,99%
2,43%
2,54%
Dozza
0,85%
1,07% 1,39%
1,37%
1,50%
1,64%
1,95%
2,15%
2,85%
Fontanelice
0,86%
0,80% 0,86%
1,15%
2,40%
3,13%
3,52%
5,22%
6,40%
Imola
0,68%
0,84% 0,93%
1,08%
1,23%
1,46%
1,66%
1,96%
2,29%
Mordano
0,64%
0,72% 0,99%
0,96%
1,25%
1,74%
2,10%
2,12%
2,34%
totale
0,77%
0,93% 1,04%
1,16%
1,36%
1,61%
1,86%
2,21%
2,57%
Provincia di Bologna
1,20%
1,32% 1,48%
1,65%
2,04%
2,33%
2,67%
3,12%
3,56%
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STRANIERI EXTRA UE DIVISI PER NAZIONALITÀ
TOTALE COMPRENSORIO AL 31/12/2000
Fonte: nostre elaborazioni su dati anagrafici
Nazionalità
N°
Albania
Algeria
Angola
Argentina
Bangladesh
Benin
Bielorussia
Bosnia
Brasile
Bulgaria
Burkina Faso
Burundi
Camerun
Canada
Capo Verde
Cile
Cina
Colombia
Congo
Costa d'Avorio
Croazia
Cuba
Egitto
Equador
Eritrea
Etiopia
Filippine
Ghana
Giappone
Giordania
India
Indonesia
Iran
Israele
Kazakistan
Libano
Lituania
439
35
54
15
1
2
8
19
27
11
1
2
1
1
2
17
89
4
13
4
47
25
27
3
4
6
16
13
4
2
18
1
20
3
1
4
5
%
14,70%
1,00%
2,00%
0,50%
0,03%
0,06%
0,26%
0,63%
0,90%
0,36%
0,03%
0,06%
0,03%
0,03%
0,06%
0,60%
2,90%
0,10%
0,40%
0,10%
1,50%
0,83%
1,00%
0,10%
0,10%
0,20%
0,50%
0,43%
0,10%
0,06%
0,60%
0,03%
0,67%
0,10%
0,03%
0,13%
0,16%
Macedonia
Malta
Marocco
Messico
Moldova
Nigeria
Norvegia
Pakistan
Peru
Polonia
Rep.Ceka
Rep.Dem.del Congo
Rep.Dominicana
Rep.San Marino
Romania
Russia
Senegal
Singapore
Siria
Slovacchia
Slovenia
Somalia
Sri Lanka
Sudan
Svizzera
Thailandia
Togo
Tunisia
Turchia
Ucraina
Uganda
Ungheria
Usa
Venezuela
Vietnam
Yugoslavia
Zambia
23
1
1046
8
10
35
3
116
7
34
4
41
19
4
109
20
33
1
7
5
8
9
16
4
15
9
2
316
4
19
3
2
15
5
1
83
1
0,80%
0,03%
35,00%
0,26%
0,30%
1,20%
0,10%
4,00%
0,20%
1,10%
0,13%
1,30%
0,63%
0,13%
3,70%
0,67%
1,10%
0,03%
0,20%
0,16%
0,26%
0,30%
0,50%
0,13%
0,50%
0,30%
0,06%
10,60%
0,13%
0,60%
0,10%
0,06%
0,50%
0,16%
0,03%
2,70%
0,03%
Totale
2982
100,00%
Il saldo demografico naturale permane negativo, compensato dall’insediamento di cittadini stranieri.
Poiché la carenza di risorse umane è il punto più critico del sistema economico locale, appare chiaro
che le politiche del lavoro si intrecciano in modo indissolubile con le politiche dell’immigrazione.
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Tra tutti i problemi che il processo di integrazione può comportare quello dell’alloggio ad un affitto
sostenibile è quello principale, sia per i lavoratori provenienti dal Sud che da altri paesi.
È importante specificare come questi bisogni si differenzino molto nelle diverse realtà del territorio.
Il Circondario imolese è costituito dai comuni di Imola, Castel San Pietro Terme, Dozza, Castel
Guelfo di Bologna, Mordano, Castel del Rio, Fontanelice, Casalfiumanese e Borgo Tossignano. Le
dimensioni differiscono notevolmente passando da un centro come Imola con una popolazione
residente superiore alle 64.000 persone a realtà come Castel del Rio che registra una popolazione di
poco superiore alle mille unità. I centri di dimensioni più piccole sono distribuiti lungo la vallata
del Santerno nella zona collinare e fanno parte della Comunità montana Valle del Santerno.
La popolazione è aumentata negli ultimi anni, con trend diversi, in tutti i centri. Ciò è attribuibile al
fenomeno dell’immigrazione che soprattutto a Imola, Castel del Rio e Fontanelice costituisce un
elemento assai rilevante rispetto al totale della popolazione. L’immigrazione molto spesso interessa
persone di età giovane
I cittadini che vivono nei centri più piccoli del territorio non esprimono gli stessi bisogni propri dei
cittadini residenti nel centro più grande del territorio e cioè Imola. Nei piccoli centri, ad esempio,
molti anziani vengono assistiti dalla famiglia fino a quando le loro condizioni fisiche e psichiche
non diventano totalmente insostenibili. Il controllo sociale, inoltre, è assai elevato e questo fa sì che
non si riscontrino casi di persone in stato di abbandono, o con problemi legati all’abuso di droghe o
di alcool e, nel caso in cui se ne presentino alcuni, difficilmente degenerano, grazie al fatto che se
ne viene a conoscenza in tempi assai brevi.
In generale, per quanto concerne il sistema dei servizi sociali territoriali si può affermare che i
servizi esistono e sono assai numerosi, ma potrebbero essere ulteriormente differenziati, il che
implica forse la necessità di una decodifica più attenta delle varie domande che arrivano dal
territorio. Quello che si può affermare è che dall’analisi dei bisogni, suddivisi in base alle diverse
aree indicate per la stesura del Piano di Zona, non sono emerse aree di bisogno totalmente scoperte,
ma richieste per un miglioramento dei servizi esistenti. Prendiamo brevemente in considerazione
tali aree.
I cittadini seguiti dall’area anziani esprimono il bisogno di un potenziamento dei servizi domiciliari
e degli interventi finalizzati all’aggregazione sociale, in modo tale da garantire sia alla famiglia
degli anziani qualche ora di sollievo dalla cura dei propri cari, che una maggiore prevenzione nei
confronti dell’anziano che non ha ancora bisogno di assistenza, così come interventi specificamente
indirizzati ai soggetti che iniziano a manifestare i sintomi della demenza. Molti cittadini/utenti
dell’area anziani hanno espresso la necessità di ricevere un servizio più flessibile a seconda delle
diverse necessità delle famiglie. È emerso anche il bisogno di un miglioramento dei percorsi di
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accesso ai servizi socio-sanitari e la necessità di agevolare la regolamentazione del lavoro degli
stranieri che svolgono assistenza agli anziani.
Per quanto riguarda l’area disabilità è emerso il bisogno di potenziare i servizi di secondo livello,
come quelli riguardanti il tempo libero, lo sport, le vacanze, una domanda cioè di socializzazione,
rivolta dalle famiglie dei soggetti disabili, che permetta a quest’ultimi di crearsi delle reti sociali
esterne alla famiglia. La rete di servizi rivolti a questi utenti è molto ricca, ma è emersa una certa
difficoltà nel personalizzare l’intervento al massimo livello. Appare evidente l’esigenza di
differenziare ulteriormente i servizi tenendo presente i diversi bisogni degli utenti e delle loro
famiglie.
Nell’area adulti-immigrati un bisogno emerso è quello legato alla difficoltà, soprattutto per le
donne, di trovare un’occupazione e di integrarsi nel contesto sociale. Molti sono poi i casi di
persone sprovviste del permesso di soggiorno, situazione che ostacola ancor più l’integrazione
sociale.
Per quanto riguarda l’area minori, un bisogno da soddisfare è quello di una maggiore informazione
sui servizi esistenti (bisogno tra l’altro espresso anche dai cittadini/utenti delle altre aree).
Da questa analisi emerge l’immagine di un sistema di servizi sociali che riesce a rispondere alle
domande dei cittadini e che quindi deve agire per migliorare i servizi esistenti, più che crearne di
nuovi.
È, infine, importante sottolineare come la necessità di una comunicazione più costante tra servizi e
servizi, soprattutto fra ambito sociale e ambito sanitario, tra questi ultimi e i cittadini, ma anche tra i
cittadini, servizi ed associazioni di volontariato è emersa dall’analisi dei bisogni di tutte le aree. Una
buona capacità organizzativa e una buona capacità comunicativa consentono di instaurare un
rapporto ottimale con il territorio e con le risorse che esso mette a disposizione, al fine di realizzare
una rete integrata di servizi e di perseguire l’obiettivo della qualità sociale.
Ciò che in questa sede preme evidenziare è l’importanza che assumono - ai fini del perseguimento
della qualità sociale - fattori quali: integrazione e coordinamento dei diversi attori impegnati nella
gestione delle problematiche sociali e capacità relazionale che il servizio è in grado di impiegare.
L’utilizzo del lavoro di “rete” consente di mettere assieme una varietà di risorse e di rafforzare le
peculiarità e le specificità.
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TABELLA 1
-
STATO DELL'ARTE AL 31/12/2001
(I DATI FANNO RIFERIMENTO ALL’AMBITO DISTRETTUALE)
AREA RESPONSABILITA’ FAMILIARE
ATTIVITÀ IN CORSO
UTENZA SERVITA
n° donne in carico al servizio
12
di cui con figli
•
5
n° posti disponibili in struttura di accoglienza
14
n° presenze giornaliere nella struttura di accoglienza
7
n° nuovi ingressi nella struttura di accoglienza
20
sostegno alle donne maltrattate o in difficoltà
di cui figli al seguito delle madri
8
•
erogazione contributi assegni nucleo familiare di maternità
n° domande raccolte
300
•
sostegno alla genitorialità
n° incontri e laboratori svolti per i genitori
21
AREA DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
ATTIVITÀ IN CORSO
UTENZA SERVITA
•
Tutela dell’infanzia e dell’adolescenza con problemi di trascuratezza, maltrattamento,
abusi o a rischio di devianza
n° casi di minori gestiti su decreto del T.M. per tutele
15
n° casi di minori gestiti su decreto del T.M. per vigilanze
33
n° casi di minori gestiti su decreto del T.M. per indagine
63
n° altri minori in carico
280
Pagina 17 di 167
di cui stranieri
n° nuovi casi di minori gestiti su decreto del T.M. per tutele avviati
nell'anno
5
n° nuovi casi di minori gestiti su decreto del T.M per vigilanze avviati
nell'anno
7
n° contributi economici a minori
n° minori in istituto
di cui minori stranieri non accompagnati
•
Affidi eterofamiliari
175
257
8
3
n° casi di abuso/ maltrattamento su minori rilevati
15
n° affidi preadottivi in corso
13
n° istruttorie iniziate di idoneità all'affido familiare
7
n° affidi familiari in corso
30
n° casi di minori gestiti su decreto del T.M. per affidi
97
n° nuovi casi di minori gestiti su decreto del T.M. per affidi avviati nell'anno
16
•
Adozioni
n° istruttorie iniziate di idoneità all'adozione
21
•
Servizi alla prima infanzia
n° asili nido
15
•
Prevenzione e promozione dell’agio
n° posti disponibili presso il Centro diurno
12
n° minori frequentanti il centro diurno
17
n° presenze medie giornaliere del centro diurno
10
n° ore di apertura settimanali del centro diurno
25
n° minori coinvolti nel Progetto Agio
n° classi coinvolte progetto Agio
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1300
72
n° centri giovanili attivi
11
n° utenti frequentanti i centri giovanili
873
n° ore di apertura settimanali dei centri giovanili
187
n° minori coinvolti in progetti di mediazione linguistico-culturale nelle
scuole
80
AREA DISABILITA’
ATTIVITÀ IN CORSO
•
•
•
•
Assistenza scolastica disabili
Centro diurno “Casa Azzurra”
Centro diurno “Ali Blu”
Laboratorio occupazionale “La Tartaruga”
UTENZA SERVITA
n° assistiti
19
n° presenze medie giornaliere
19
n° disabili in lista d'attesa
0
n° ore settimanali di apertura
40
n° posti
21
n° utenti
25
n° presenze medie giornaliere
9
n° disabili in lista d'attesa
0
n° ore settimanali di apertura
37,5
n° posti
12
n° utenti
9
n° disabili inseriti nel centro per attività occupazionali
24
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n° ore settimanali di apertura del centro per attività occupazionali
•
•
•
•
•
•
•
Laboratorio occupazionale “Zabina”
Assistenza educativa domiciliare
Assistenza domiciliare
Pasti a domicilio
Trasporto
Mediazione e sostegno all’inserimento lavorativo
Inserimenti in strutture residenziali
n° disabili inseriti nel centro per attività occupazionali
18
n° ore settimanali di apertura del centro per attività occupazionali
32
n°ore totali di assistenza educativa domiciliare
625
n° prestazioni erogate
1456
n° utenti in assistenza domiciliare
Inserimenti lavorativi protetti
•
RSA Disabili “Don Leo Commissari”
19
n° ore totali
1.512
n° pasti erogati
2.178
n° utenti servizio consegna pasti
4
n° disabili utenti servizio buono taxi
14
n° utenti servizi trasporto in collaborazione con il Volontariato
17
n° disabili in ambito formativo
36
n° disabili in percorso riabilitativo/occupazionale
35
n° disabili in percorso di transizione al lavoro
17
n° disabili in Istituti esterni
8
di cui con contributo del Consorzio o dell’Istituzione di C.S.P.T.
•
37,5
8
n° disabili in contesti occupazionali protetti
31
n° disabili in RSA
15
n° disabili in lista d'attesa per RSA
4
•
Contributi economici
n° contributi economici erogati
38
•
S.A.P. servizio di aiuto personale
n° utenti
19
•
Corso di formazione per famiglie con disabili
n° partecipanti
12
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•
Appartamenti protetti
n° utenti
5
n° utenti in lista d’attesa
0
AREA ANZIANI
ATTIVITÀ IN CORSO
UTENZA SERVITA
n° anziani in assistenza domiciliare
•
•
•
•
Assistenza domiciliare
Gruppi appartamento
Telesoccorso – televideo
Centro di animazione sociale
381
n° ore ass. dom. erogate
29.762
n° prestazioni ass.dom erogati
81.848
n° gruppi appartamento attivi
5
n° anziani in lista d’attesa per gruppi appartamento
2
n° anziani in lista d'attesa x appartamento
22
n° anziani in gruppi appartamento
10
n° anziani in appartamento
55
n° anziani utenti servizio teleassistenza
114
n° anziani utenti servizio telesoccorso video
50
n° posti centri di animazione
15
n° presenze giornaliere centri di animazione
15
n° utenti centri di animazione
32
•
Centri sociali
n° centri sociali attivi
9
•
Inserimenti in Casa di Riposo
n° anziani in casa di riposo
11
•
Casa Protetta comunale Castel San Pietro Terme
n° posti Casa Protetta Castel San Pietro Terme
57
23
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•
Casa Protetta comunale Toschi Dozza
•
Centro diurno comunale “Villa Scardovi” Castel San Pietro Terme
•
Alloggi protetti
n° posti Casa Protetta Toschi Dozza
n° posti Centro diurno “Villa Scardovi” Castel San Pietro Terme
n° alloggi protetti
45
n° anziani in alloggi protetti
10
n° anziani in lista d’attesa per alloggi protetti
22
n° buoni taxi erogati
•
Trasporto
16
n° utenti buoni taxi
n° trasporti effettuati in collaborazione con il Volontariato
1.468
16
9.173
•
Orti anziani
n° orti assegnati
857
•
Pasti a domicilio
n° pasti erogati
42.532
•
Servizio assistenza anziani/e: area socio sanitaria (S.A.A.)
n° posti convenzionati in Casa Protetta
n° anziani temporaneamente in Casa Protetta
351
3
n° anziani in Casa Protetta
351
di cui con contributo
64
di cui ultra settantacinquenni
41
n° anziani in lista d’attesa per casa protetta
37
n° utenti valutati per erogazioni assegno di cura
640
n° anziani assegni di cura
314
n° posti convenzionati in RSA
70
n° anziani in RSA
70
di cui n° anziani temporaneamente in RSA
Pagina 22 di 167
7
di cui ultra settantacinquenni
8
di cui con contributo
11
n° anziani in lista d’attesa per RSA
n° ore di apertura settimanali centri diurni anziani
•
Assistenza economica e sociale
Attività promozionali
132
n° anziani in lista d'attesa x centri diurni
0
n° utenti centri diurni anziani
36
di cui con contributo
•
0
7
n° casi di assistenza domiciliare integrata
166
n° contributi economici erogati
140
n° presenze attività corsistica
638
n° presenze attività di spettacolo
3.800
n° presenze attività aggregative e di informazione
3.068
n° presenze attività turistica
1.270
n° presenze vacanze anziani
627
n° presenze attività del “Progetto Anziani Soli” e “Progetto Solitudine”
912
n° presenze corsi di ginnastica e nuoto
620
n° anziani coinvolti in attività di pubblica utilità
43
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AREA IMMIGRAZIONE
ATTIVITA’ IN CORSO
•
•
Progetti di reinserimento sociale
Alloggi di prima accoglienza
UTENZA SERVITA
n° nuclei familiari immigrati in carico
183
n° contributi economici erogati a singoli immigrati
13
n° contributi economici erogati a famiglie immigrate
84
n° posti in alloggi di prima accoglienza
55
n° presenze giornaliere negli alloggi di prima accoglienza
52
n° nuovi ingressi negli alloggi di prima accoglienza
15
n° persone in lista d'attesa per alloggi di prima accoglienza
22
•
Sportello immigrati
n° contatti sportello immigrati
500
•
Servizi di assistenza, consulenza ed informazione legale
n° cittadini immigrati che hanno fruito dell’intervento
180
•
Biblioteca giuridica sull’immigrazione
n° cittadini immigrati che hanno fruito dell’intervento
100
•
Formazione professionale
n° partecipanti ai corsi programmati
59
•
Prevenzione e promozione dell’agio dei minori
n° minori coinvolti in progetti di mediazione linguistico-culturale nelle
scuole
80
•
Spazio per la salute della donna migrante e Consultorio familiare AUSL
n° donne migranti rivoltesi al Consultorio
188
n° donne e coppie migranti rivoltisi agli psicologi
10
n° visite eseguite
154
n° iscritti corsi di alfabetizzazione
122
n° iscritti corso di alfabetizzazione specifico per donne
34
•
ambulatorio medico AUSL per stranieri irregolari
•
centri territoriali di educazione permanente
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•
•
•
Centro interculturale donne di “Trama di terre”
Centro di ascolto CARITAS diocesana Imola
Associazione ARC-EN-CIEL
n° donne accolte
200
n° donne corso alfabetizzazione
70
n° neonati accompagnati alle viste specialistiche
3
n° donne assistite al parto
2
n° neonati accompagnanti alle visite di controllo
7
n° donne fruitrici consulenza legale
10
n° bambini/e corso di arabo
12
n° adolescenti migranti laboratorio
15
n° donne accolte nell’alloggio
10
n° nuclei familiari accolti
18
n° pasti distribuiti settimanalmente
36
n° utenti che accedono al servizio docce settimanalmente
90
n° utenti che accedono al servizio distribuzione abiti e scarpe
settimanalmente
50
n° pacchi viveri distribuiti mensilmente
1500
n° utenti che accedono alla distribuzione del pane giornalmente
20
n° utenti che accedono al centro di ascolto settimanalmente
40
n° utenti che accedono dell’ambulatorio medico settimanalmente
30
n° utenti della scuola di alfabetizzazione
20
n° posti prima accoglienza
19
n° alloggi in affitto reperiti
9
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AREA CONTRASTO ALL’ESCLUSIONE - POVERTA’ - DIPENDENZE
ATTIVITÀ IN CORSO
•
•
Progetto prostituzione
Progetti di reinserimento sociale
UTENZA SERVITA
n° utenti
5
n° utenti in carico
73
n° contributi economici erogati
111
n° appartamenti di servizio
4
n° utenti inseriti in strutture residenziali (Istituzione CSPT)
2
•
Sostegno all’inserimento lavorativo
Borse lavoro
63
•
Interventi semiresidenziali
n° utenti laboratorio per attività artistiche ed espressive “il girasole” DSM
50
•
Banco alimentare
n° associazioni assistite
36
•
Strutture residenziali per cronicità psichiatrica
n° utenti in comunità
92
n° utenti in strutture socio-assitenziali per anziani
55
N.B.: al 31/12/2001 sono in corso attività che riguardano il tema del miglioramento continuo dei servizi e delle prestazioni (albero della qualità, indicatori di qualità,
consolidamento buone prassi, consolidamento azioni relative alla certificazione di qualità ISO 9002
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TABELLA 2
- FATTORI POSITIVI E CRITICI EMERGENTI DALL’ANALISI DI DOMANDA ED OFFERTA
- SINTESI DISTRETTUALE FATTORI POSITIVI
FATTORI CRITICI
Elevato numero di servizi
Scarto tra i bisogni di assistenza domiciliare e
l’offerta di servizi nelle sue diverse articolazioni
Differenziazione dei servizi esistenti
Carenza di servizi di secondo livello per le persone
disabili (tempo libero, sport)
Presenza dei servizi in tutto il territorio
Risposta alla domanda crescente di
personalizzazione degli interventi /servizi
Erogazione di servizi innovativi
Mancanza di un servizio di pronto soccorso sociale
nell’arco delle 24 ore
Presenza della rete fra i servizi
Risposta all’esigenza di miglioramento dei percorsi
d’accesso ai servizi socio-sanitari della rete
(interfaccia unificata)
Avvio interventi di sollievo alle famiglie
Risposta all’aumento della domanda di sollievo per
le famiglie che assistono anziani e disabili a
domicilio
Protocollo operativo con il SERT
Insufficiente definizione di Protocolli operativi fra i
servizi della rete
Protocollo operativo per le dimissioni
ospedaliere protette
Risposta all’aumento delle “badanti” a domicilio non
professionalizzate e non regolarizzate
Crescita della cultura della domiciliarità
Risposta all’aumento dei bisogni di prevenzione
sociale, in modo particolare per anziani soli
(singoli o in coppia)
Modello organizzativo di trasporto per anziani
non autosufficienti e disabili a Castel San
Pietro, Dozza, Castel Guelfo, e Comunità
Montana gestito con il volontariato
Insufficienza di un adeguato servizio di trasporto
agevolato per persone con problemi di mobilità nei
Comuni di Imola e Mordano
Presenza del Consorzio come entità che
Insufficiente risposta al problema della casa per gli
favorisce l’integrazione della rete sul piano della
immigrati
pianificazione e della gestione
Istituzione di Castel San Pietro Terme come
modello gestionale che produce “best practics”
Risposta all’esigenza di valorizzazione e
formazione del lavoro di cura
Unificazione dell’accesso ai servizi sociosanitari per gli anziani (SAA)
Risposta all’esigenza di miglioramento della
transizione al lavoro per le persone socialmente
svantaggiate
Buone relazioni fra istituzioni e Terzo Settore
Mancanza del Forum permanente del Terzo Settore
Forte presenza della Cooperazione Sociale
Forte presenza dell’associazionismo del
volontariato
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TABELLA
RIASSUNTIVA BILANCI 2000/2001
In migliaia di Lire
CONTO CONSULTIVO 2000
AREA
entrate
(somma entrate
comuni, Consorzio,
Istituzione della
zona divise per
area)
spesa sociale
(somma spesa
soc.comuni
Consorzio,
Istituzione della
zona) divisa per
aree
PREVISIONE DEFINITIVA 2001
spesa
sanitaria
(costo
bil.sanitario
AUSL)
Totale spesa
sociale + spesa
sanitaria
accertamenti
(somma
accertamenti
comuni della
zona divisi per
area)
impegni di
spesa sociale
(somma impegni
soc. comuni del
distretto+ costi
bil.sociale Ausl)
spesa
sanitaria
(costo
bil.sanitario
AUSL)
Totale spesa
sociale + spesa
sanitaria
158.762
980.950
-
980.950
32.460
1.070.602
700
1.071.302
DIRITTI DELL'INFANZIA E
DELL'ADOLESCENZA
2.599.149
10.127.249
364.353
10.491.602
2.496.859
10.636.980
34.958
10.971.938
DIRITTI DELL’INFANZIA E
DELL’ADOLESCENZA : DI CUI NIDI
1.911.059
7.761.011
-
7.761.011
1.998.551
7.179.299
-
7.179.299
561.796
4.370.990
41.700
4.412.690
747.439
4.699.374
41.700
4.741.074
4.548.869
8.362.770
10.538.019
18.900.789
4.746.346
9.107.956
10.956.098
20.064.054
IMMIGRAZIONE
86.604
535.445
17.000
552.445
196.936
684.664
18.914
703.578
CONTRASTO ALL'ESCLUSIONE,
POVERTÀ, DIPENDENZE
41.736
573.374
8.830.565
9.403.939
65.596
648.318
9.558.855
10.207.173
ALTRO
303.945
1.652.225
-
1.652.225
45.000
1.865.127
-
1.865.127
totale
10.211.920
34.364.014
19.791.637
54.155.651
10.329.187
35.892.320
20.911.225
56.803.545
RESPONSABILITÀ FAMILIARE
DISABILITÀ
ANZIANI
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CAPITOLO 2
Gli obiettivi strategici
e le priorità generali del Piano
2.1 Definizione delle priorità e degli indirizzi per le aree di intervento del
sistema integrato
2.2 La gestione e la valutazione del Piano e del Programma attuativo 2002
Pagina 29 di 167
2.1 DEFINIZIONE DELLE PRIORITA’ E DEGLI INDIRIZZI PER LE AREE
DI INTERVENTO DEL SISTEMA INTEGRATO
Nel prossimo biennio il Welfare imolese dovrà “rimodellare il proprio orizzonte” alla luce dei
mutamenti avvenuti in ambito sociale, istituzionale e normativo.
Diventa necessaria la costruzione di un nuovo sistema locale di servizi e prestazioni rivolte alle
persone e alle famiglie, caratterizzato da livelli essenziali accessibili a tutti ed in particolare a chi
vive in condizioni di fragilità sociale. Il processo di potenziamento e riorganizzazione dei servizi e
di diversificazione dell’offerta operato in questi anni ha portato ad una situazione valutata buona e
ad una rete di servizi adeguata e flessibile al mutare dei bisogni. Il mantenimento dell’attuale livello
quali-quantitativo dei servizi è, pertanto un obiettivo di qualità e richiede uno sforzo organizzativo e
gestionale rilevante.
L’accesso deve essere di tipo universale con una partecipazione alla spesa degli utenti, riferita alla
loro condizione economico patrimoniale (ISE).
Strategica sarà la cooperazione tra comuni ed altre istituzioni (AUSL, IPAB, realtà economiche con
finalità sociali come la Fondazione Cassa di Risparmio, ecc.) e la sussidiarietà orizzontale,
coinvolgendo nella programmazione tutti gli Enti, il Terzo Settore (volontariato, associazionismo,
cooperazione) famiglie ed utenti, i sindacati, il contesto economico, culturale e della formazione,
l’economia locale, riaffermando così il valore della coesione sociale del nostro territorio.
Si evidenzia la necessità di rafforzare l’integrazione tra gli Enti territoriali soprattutto tra quelli che
hanno fatto nascere esperienze di qualità: Consorzio e Istituzione di Castel S. Pietro Terme.
Oggi s’impone una riflessione che faccia fare un salto in avanti alla collaborazione tra questi due
Enti sia sul terreno della programmazione, sia nella gestione diretta dei servizi facendo leva sui
punti d’eccellenza.
Lo strumento di Programmazione e integrazione delle politiche socio-sanitarie è individuato nel
Consorzio per i Servizi Sociali.
La gestione associata di servizi e funzioni ha favorito e potrebbe ulteriormente favorire negli Enti
Locali una crescita culturale e solidale concretizzatasi nella programmazione sovracomunale con
importanti risultati rispondenti ai principi di equità sociale (omogeneizzazione di servizi, tariffe e
pari opportunità nell’utilizzo di strutture) e razionalizzazione dei costi con conseguente invarianza
di tariffe.
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Primario dovrà essere l’obiettivo di elevare la qualità e l’efficienza dei servizi e delle prestazioni
erogate, al fine di cogliere il gradimento dei cittadini, sostenendo e promuovendo le capacità
individuali e le reti familiari.
Elemento di arricchimento della qualità è rappresentato sicuramente dalla massima integrazione che
dovrà essere attuata tra gli interventi sanitari e sociali al fine di ottimizzare i servizi, in particolare a
sostegno delle cure domiciliari per le persone non autosufficienti, ritardando così il ricorso alle
strutture protette.
Per quanto riguarda il tema delle dipendenze, va valorizzata ed utilizzata l’esperienza di
integrazione tra pubblico e privato, denominata “sistema dei servizi per le tossicodipendenze”
(delibera di Giunta regionale n.722/95), che ha la sua espressione tecnica nel coordinamento tecnico
territoriale (C.T.T.) al quale partecipano i SERT, gli Enti Locali, gli Enti ausiliari (le cosiddette
“comunità terapeutiche”) e il volontariato.
Nei servizi alla persona assume particolare rilievo la professionalità dell’operatore sia esso pubblico
che privato. Sulla formazione si dovrà pertanto investire sia in termini di riqualificazione che di
aggiornamento del personale:
Al fine di monitorare gli standard qualitativi, occorre definire un sistema di valutazione e controllo
che abbia come riferimento un apposito comitato a composizione mista che comprenda le
rappresentanze degli utenti, OO.SS. e professionalità varie.
Di particolare rilevanza è la rilevazione della Carta dei servizi di cui anche il Consorzio dovrà
dotarsi non appena definiti i riferimenti normativi.
La Carta, sentite le Organizzazioni sindacali, dovrà indicare la mappa dei servizi ai quali ogni
persona può accedere, gli standard di qualità e le forme di tutela dei diritti dei cittadini e costituirà
un’importante strumento, oltre che di tutela dei cittadini, anche di crescita organizzativa per il
Consorzio.
Per potere predisporre una efficace programmazione e un livello adeguato di risposte ai bisogni
sarà necessario rafforzare gli Osservatori che supportino la lettura e il monitoraggio costante dei
bisogni nei vari ambiti di intervento sociale.
Si indicano cinque priorità per questo Piano di Zona:
-
valorizzazione e sostegno delle responsabilità familiari e genitoriali;
-
rafforzamento dei diritti dei minori;
-
rafforzamento dei servizi a rete per le persone anziani e disabili, in particolare sulla
domiciliarità;
Pagina 31 di 167
-
prevenzione del disagio sociale con particolare riferimento all’integrazione degli immigrati, la
prevenzione dalle droghe, l’attenzione agli adolescenti;
-
potenziamento degli interventi a contrasto della povertà;
Promozione agio giovanile e superamento dell’approccio istituzionale
− Promozione dell’Agio Giovanile mediante una estesa e consolidata rete di luoghi di
aggregazione aperti a tutti i cittadini adolescenti
− Rafforzamento dei Progetti di prevenzione del disagio giovanile attraverso attività formative per
insegnanti e genitori in tutte le scuole del territorio
− Estensione, per i minori a rischio, di istituzionalizzazione dei progetti di affido familiare.
Aumento delle famiglie disponibili ad esperienze di affido.
− Applicazione delle nuove procedure previste dalla legge sull’adozione (L.149/01)
Famiglia come risorsa sociale
-
Aiuto per le famiglie che vivono conflitti relazionali e difficoltà socio-economiche
-
Sostegno per le famiglie in difficoltà per la presa in carico di persone non autosufficienti
-
Sostegno dell’integrazione dei cittadini e delle famiglie di immigrati regolari
-
L’assistenza economica dovrà essere sempre meglio coordinata con l’attività di aiuto e
beneficenza portata avanti dall’Associazionismo presente sul territorio.
-
Realizzare un migliore coinvolgimento ed integrazione Consorzio dei Servizi Sociali e
Consultorio familiare dell’AUSL e Neuro Psichiatria Infantile
Handicap: territorializzare gli interventi
-
Promuovere un maggiore impegno territoriale privilegiando, rispetto alle attività svolte nelle
strutture, un aumento dell’intervento gestito a livello di territorio con il concorso non solo delle
istituzioni ma anche del volontariato e delle famiglie associate.
-
Supportare e affiancare concretamente le famiglie anche con la risposta innovativa degli
assegni di cura.
-
Programmare un percorso per il “Dopo Noi” nel momento in cui la famiglia non è più in grado
di assistere il disabile.
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-
Ampliare le risposte all’integrazione e inserimento lavorativo.
Anziani: rispondere al diritto alla cura e sostegno alla domiciliarità
-
Potenziare gli interventi a domicilio (interventi finalizzati all’aggregazione sociale, ADI, SADI,
Appartamenti protetti telesoccorso, teleassistenza, assegni di cura, ricoveri di sollievo)
-
sperimentare l’ospitalità temporanea in strutture residenziali nella logica del sollievo alle
famiglie
-
rafforzare l’integrazione fra gli interventi sociali e quelli sanitari
-
Dotare il territorio di posti residenziali protetti adeguati ai bisogni
-
Individuare risposte specifiche, alla luce di quanto previsto dalla nuova normativa per le
demenze senili e le patologie ad esse collegate. Particolare attenzione, dovrà essere riservata al
Consultorio per le demenze, all’adeguamento “protesico” degli ambienti e delle strutture che
ospitano soggetti dementi e a realizzare programmi in ambito distrettuale per il sostegno e la
cura dei familiari che assistono pazienti affetti da sindromi demenziali.
Immigrazione: costruire relazioni positive
-
Interventi di sostegno all’apprendimento della lingua italiana da parte dei minori stranieri e
degli stranieri adulti
-
Sostegno alle Associazioni e ai Centri interculturali esistenti quali luoghi di mediazione e
confronto tra culture
-
Formazione professionale per lavoratori con bassissima qualifica incentivando la frequentazione
con l’istituzione di bonus sociali ed economici
-
Collaborazione dei servizi per la ricerca di una attività lavorativa
-
Definizione di politiche sinergiche per la realizzazione e per le assegnazioni di un alloggio
stabili per i nuclei familiari consolidati
-
Interventi di sostegno al riappropriarsi da parte della donna immigrata, di un ruolo attivo
all’interno della famiglia ricostituita e del nuovo contesto sociale; interventi di aiuto al
superamento della conflittualità familiare potenzialmente presente nelle famiglie ricongiunte, in
particolare tra genitori (ancora molto vincolati alla cultura d’origine) e figli (più propensi a far
propri stili occidentali di vita).
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2.2 LA GESTIONE E LA VALUTAZIONE DEL PIANO E DEL
PROGRAMMA ATTUATIVO 2002
In questa prima versione del Piano, approvata quando già l’operatività 2002 è in corso e alle porte
della stesura del programma attuativo 2003, la gestione e la valutazione si approcciano in termini
non solo sperimentali, ma più che mai processuali.
Per il tipo di organizzazione territoriale, il Consorzio Servizi Sociali di Imola, nel suo ruolo di
programmazione e integrazione degli interventi sociali e socio-sanitari di ambito, si farà carico del
coordinamento e della sollecitazione rispetto a tutti gli attori del Piano.
Nello specifico, rispetto alla gestione del Piano la “cabina di regia”rimarrà il Tavolo del Welfare
territoriale che si è dimostrato altamente rappresentativo ed adeguato alla definizione degli indirizzi
strategici. Per le attività delineate nel Programma attuativo la responsabilità gestionale resta in capo
ai singoli soggetti attuatori. - come da Tabella 5 - tranne che per i Progetti innovativi a livello
distrettuale, elaborati dai Gruppi di lavoro, che restano in capo al tavolo del Welfare territoriale.
Per quello che riguarda la valutazione, si utilizzeranno gli indicatori di attività già in uso (cfr. Tab.1
– Stato dell’arte -) con rilevazione periodica a cura di ogni soggetto attuatore.
A questo monitoraggio si affiancherà un sistema di valutazione dello stato di avanzamento dei
Progetti innovativi a livello distrettuale che saranno in capo ai Gruppi di lavoro che li hanno
definiti.
Entrambi gli elementi verranno restituiti al Tavolo del Welfare e ai Gruppi di lavoro, in modo da
fornire tutti gli elementi per una valutazione di Piano.
La tempistica di questo Piano è tale per cui la prima rilevazione (Ottobre 2002) sarà anche base per
la definizione del secondo Programma attuativo.
Ogni ulteriore sistema di valutazione successivamente fornito da Provincia e Regione sarà,
naturalmente, implementabile all’interno di questa logica.
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CAPITOLO 3
Il programma attuativo 2002
3.1 Area responsabilità familiari
3.2 Area diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
3.3.Area disabilità
3.4 Area anziani
3.5 Area immigrazione
3.6 Area contrasto all’esclusione - povertà - dipendenze
3.7 Titolarità degli interventi, modalità di produzione e gestione
dei servizi
3.8 Le risorse finanziarie del Piano di Zona
3.9 Il programma degli interventi di formazione e aggiornamento
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Le tabelle seguenti sono frutto dell’elaborazione dei Gruppi di lavoro tecnici istituiti per supportare
il Tavolo istituzionale nella predisposizione del Piano di zona.
Per ovvi motivi, base di partenza della discussione sono stati i Piani Programma degli Enti Pubblici
già approvati e concertati con le OO.SS. .
Le attività in grassetto sono il valore aggiunto dei gruppi che dall’analisi dei bisogni, dei servizi
esistenti e delle criticità hanno estrapolato Progetti innovativi a livello distrettuale per l’anno
2002 sintetizzati nelle schede di seguito alle tabelle 4. Per i temi “casa” e “lavoro”, così rilevati sul
piano sociale, sono state predisposte tabelle riassuntive di attività già programmate che si integrano
con i Progetti innovativi a livello distrettuale.
Il nostro territorio ha affrontato di recente un ricco dibattito intorno ai temi della psichiatria e salute
mentale: ci è sembrato opportuno che il Programma attuativo 2002 si facesse carico degli esiti di
tale confronto riassunti nel Verbale di accordo che segue le tabelle di attività “contrasto
all’esclusone, povertà e dipendenze”.
Qui di seguito, inoltre, abbiamo sintetizzato gli interventi programmati per incrementare la qualità
nei servizi di tutte le Aree.
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GLI INTEVENTI PROGRAMMATI
PER INCREMENTARE LA QUALITA’ NEI SERVIZI
Istituzione per la gestione dei Servizi sociali di
Castel S.Pietro Terme
Consorzio Servizi sociali di Imola
Indagine conoscitiva sulla situazione delle famiglie e
sull'emergere dei nuovi bisogni in collaborazione con
l’Università di Bologna
Ricerca sulla soddisfazione degli utenti
Messa a regime dell’Osservatorio permanente
Costituzione Gruppi di miglioramento con il
sull’evoluzione dei bisogni, delle problematiche locali
coinvolgimento degli operatori sulle criticità emerse e delle modificazioni del tessuto sociale: in particolare
monitoraggio delle famiglie e del tema della casa per
dalla ricerca
le fasce deboli
Attuazione proposte scaturite dai gruppi di
miglioramento
Gestione delle funzioni con sistema di qualità ISO
9002
Verifica sull'attuazione delle proposte di
miglioramento e loro eventuale generalizzazione
Corsi di formazione aggiornamento del personale
Realizzazione di un Convegno su Qualità ed
accreditamento
Estensione della certificazione ad altri servizi
dell’Istituzione
Corso di formazione e aggiornamento del personale
Avvio sperimentazione raccolta e utilizzo indicatori
e verifica
Corso di formazione sul tema dell’accreditamento
Avvio procedura carta dei servizi legata alla
definizione degli standard e all'avvio della
procedura di accreditamento e individuazione
indicatori chiave
Proseguimento dell’attività successive alla ricerca
sulla soddisfazione degli utenti: gruppi di
miglioramento, attuazione proposte, verifiche
Presentazione della ricerca sui bisogni coordinata
dal Prof. Cipolla
Creazione di un osservatorio per il monitoraggio dei
bisogni sociali del territorio
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3.1 AREA RESPONSABILITÀ FAMILIARI
TABELLA 2
- FATTORI POSITIVI E CRITICI EMERGENTI DALL’ANALISI DI DOMANDA ED OFFERTA
FATTORI POSITIVI
FATTORI CRITICI
Quantità dell’offerta di servizi
Articolazione dell’offerta di servizi
Buona strutturazione della rete dei soggetti Necessità di formalizzare la rete in Protocolli
territoriali
operativi
Buona collaborazione con la scuola
Scarsa integrazione fra Enti Pubblici: necessità
di percorsi di accessi ai servizi unificati
Presenza minima di minori in istituto
Forte presenza di affidi eterofamiliari
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TABELLA 3 - PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 2002 AREA RESPONSABILITÀ FAMILIARI
CONSOLIDAMENTO
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE
DI NUOVI INTERVENTI O SERVIZI
Gestione di una casa alloggio, in convenzione con
l’associazione “La Cicoria”, per l'accoglienza
temporanea di donne maltrattate o in difficoltà
Attivazione di percorsi di autonomia sociale e di tutela
ambientale per le donne inserite e per i loro figli (in
particolare per facilitare il reperimento di alloggi e
lavoro)
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Mediazione del conflitto familiare, sia come parte di
una prescrizione dell'autorità giudiziaria, che sulla
base di un accesso spontaneo
Sperimentazione, previo approfondimento
giuridico, di una regolamentazione per la
contribuzione economica durante la fase di
allontanamento del minore dalla famiglia
Mediazione del rapporto tra famiglie disagiate e
società esterna, con particolare riferimento al mondo
della scuola e dei servizi sanitari.
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO FAMILIARE
Consolidamento e formalizzazione operativa
dell’integrazione con le associazioni che
svolgono attività di sostegno economico e
Mediazione del rapporto genitori/figli nella gestione del sociale
"diritto di visita" per i genitori non conviventi
Realizzazione di un Protocollo d'intesa con la
Predisposizione di forme di accoglienza psicosociale
neuropsichiatria infantile
adeguata, con il coinvolgimento dell’associazionismo
Sostegno e indirizzo educativo alle famiglie in
difficoltà, in particolare alle famiglie con minori colti in
flagranza di reato
Sostegno economico e sociale
Contributi economici di varia natura
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Sperimentazione dei "prestiti sull'onore"
a favore di famiglie che si trovano in una
condizione transitoria di difficoltà:
redazione progetto, verifica risorse
disponibili, primi interventi e
monitoraggio risultati
Centro per le famiglie (corsi, gruppi di lavoro,
mediazione familiare, assegni di maternità e nucleo
familiare, consulta comunale del volontariato …)
INTERVENTI
TERRITORIALI, DI
ORIENTAMENTO E
PREVENZIONE
Sostegno alla funzione genitoriale ( vedi scheda
progetto n° 2-3 del Piano territoriale 285/97)
Sostegno alla funzione genitoriale (vedi scheda
progetto n° 2-3 del Piano territoriale 285/97)
Attività di sensibilizzazione al tema del maltrattamento
intrafamiliare anche tramite iniziative nelle scuole
Promuovere l'integrazione sociale del minore
immigrato e della madre: (vedi scheda progetto
n° 5 del Piano territoriale 285/97)
Promuovere l'integrazione sociale del minore
immigrato e della madre: (vedi scheda progetto n°
5 del Piano territoriale 285/97)
Baby sitting per i bambini delle madri che
frequentano corsi di alfabetizzazione
Sostegno alla funzione genitoriale:
(vedi scheda progetto n° 2-3 del Piano
territoriale 285/97)
Promuovere l'integrazione sociale del
minore immigrato e della madre (vedi
scheda progetto n° 5 del Piano
territoriale 285/97)
Osservazione/prevenzione del disagio
familiare e intervento precoce di
sostegno attraverso i Centri Gioco
Sostegno alla donna immigrata durante la gravidanza
e il parto (accompagnamento nella fruizione dei servizi
sanitari di ostetricia, ginecologia e pediatria) e
sostegno nell'affermazione del proprio ruolo familiare
Sperimentazione in un plesso
scolastico di Imola di
accompagnamento comune di
bambini a scuola
Predisposizione strumento
informativo sulle opportunità sociali,
da distribuire alle nuove famiglie
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Gestione di una casa alloggio, in convenzione con
l’associazione “La Cicoria”, per l'accoglienza
temporanea di donne maltrattate o in difficoltà
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TABELLA 4 - AMBITO TERRITORIALE DI EROGAZIONE: AREA RESPONSABILITÀ FAMILIARE
PROVINCIA
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
AMBITO DISTRETTUALE
SUB AMBITO
SINGOLO COMUNE
Gestione di una casa alloggio, in convenzione con l’associazione “La Cicoria”,
per l'accoglienza temporanea di donne maltrattate o in difficoltà
Attivazione di percorsi di autonomia sociale e di tutela ambientale per le donne
inserite e per i loro figli (in particolare per facilitare il reperimento di alloggi e
lavoro)
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Sperimentazione, previo approfondimento giuridico, di una regolamentazione
per la contribuzione economica durante la fase di allontanamento del minore
dalla famiglia
Consolidamento e formalizzazione operativa dell’integrazione con le
associazioni che svolgono attività di sostegno economico e sociale
Sostegno economico e sociale
Contributi economici di varia natura
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO FAMILIARE
Realizzazione di un Protocollo d'intesa con la neuropsichiatria infantile
Sperimentazione dei "prestiti sull'onore" a favore di famiglie che si trovano in
una condizione transitoria di difficoltà: redazione progetto, verifica risorse
disponibili, primi interventi e monitoraggio risultati
Mediazione del conflitto familiare, sia come parte di una prescrizione
dell'autorità giudiziaria, che sulla base di un accesso spontaneo
Mediazione del rapporto tra famiglie disagiate e società esterna, con particolare
riferimento al mondo della scuola e dei servizi sanitari
Mediazione del rapporto genitori/figli nella gestione del "diritto di visita" per i
genitori non conviventi
Predisposizione di forme di accoglienza psicosociale adeguata, con il
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Centro per le famiglie (corsi,
gruppi di lavoro, mediazione
familiare, assegni di
maternità e nucleo familiare,
consulta comunale del
volontariato …)
coinvolgimento dell’associazionismo
Sostegno e indirizzo educativo alle famiglie in difficoltà, in particolare alle
famiglie con minori colti in flagranza di reato
Sostegno alla funzione genitoriale ( vedi scheda progetto n° 2-3 del Piano
territoriale 285/97)
Attività di sensibilizzazione al tema del maltrattamento intrafamiliare anche
tramite iniziative nelle scuole
Promuovere l'integrazione sociale del minore immigrato e della madre:
(vedi scheda progetto n° 5 del Piano territoriale 285/97)
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
Sostegno alla donna immigrata durante la gravidanza e il parto
(accompagnamento nella fruizione dei servizi sanitari di ostetricia, ginecologia e
pediatria) e sostegno nell'affermazione del proprio ruolo familiare
Osservazione/prevenzione del disagio familiare e intervento precoce di
sostegno attraverso i Centri Gioco
Predisposizione strumento informativo sulle opportunità sociali, da
distribuire alle nuove famiglie
Baby sitting per i bambini delle madri che frequentano corsi di alfabetizzazione
Sperimentazione in un plesso scolastico di Imola di accompagnamento
comune di bambini a scuola
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Gestione di una casa alloggio, in convenzione con l’associazione “La Cicoria”,
per l'accoglienza temporanea di donne maltrattate o in difficoltà
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SCHEDA RIASSUNTIVA PROGETTO 2 E 3: AZIONI PER FAVORIRE LE COMPETENZE GENITORIALI E
SOCIALI DEI GENITORI CON BAMBINI/E E RAGAZZI/E IN ETÀ 0-14 ANNI
OGGETTO
Il progetto intende coordinare e valorizzare tutte le iniziative svolte dai diversi soggetti del territorio
e che siano in qualche modo attinenti al sostegno comunitario alle famiglie, in particolare alle
famiglie che si trovano in situazione di potenziale o conclamata difficoltà o a rischio di
emarginazione. La riflessione condotta all’interno del gruppo tecnico ha evidenziato come nel
nostro territorio esistano molteplici iniziative di questo genere, promosse dalle scuole, dai servizi
sociali, dal centro per le famiglie, dai comuni e dall’associazionismo.
Lo scopo del progetto è quello di valorizzare queste iniziative, estenderle in territori in cui ancora ce
n’è carenza e promuovere una serie di nuove azioni, denominate “progetti pilota” che hanno lo
scopo di sperimentare nuove modelli di intervento di cui l’intero gruppo tecnico si fa garante della
realizzazione, al di là del territorio in cui effettivamente viene realizzato
OBIETTIVI
-
Prevenire la solitudine della famiglia promuovendo maggiori opportunità di scambi sociali
-
Sostenere le Incertezze educative della famiglia aumentando i punti di riferimento consulenziali
facilmente accessibili
-
Prevenire l’eccessiva chiusura della vita famigliare (famiglie “centripete”) promuovendo luoghi
di aggregazione spontanea per famiglie
-
Affrontare la complessità attuale dei problemi della famiglia aumentando la capacità degli
operatori dei servizi di saperla leggere
-
Contrastare l’eccesso di delega educativa delle famiglie promuovendo l’integrazione tra i
diversi momenti dell’educazione collettiva dei figli
-
Promuovere nei genitori la capacità di vivere praticamente la dimensione relazionale-affettiva
con i loro figli aumentando le iniziative comunitarie che la facilitino
TEMPI DI REALIZZAZIONE.
Il progetto si realizzerà nel triennio di validità del secondo Piano (ottobre 2001-settembre 2004).
Nel corso del tempo si attueranno i necessari cambiamenti a cura del gruppo tecnico, cambiamenti
che saranno pubblicizzati in appositi report.
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INDICATORI DI PROCESSO E DI RISULTATO
-
N° famiglie partecipanti; % del target potenziale
-
N° e % di padri; % del target potenziale
-
N° incontri e n° gruppi, distinti per età dei figli e per collocazione geografica
-
N° iniziative promosse dai partecipanti
-
N° gruppi stabili costituiti e n° dei relativi partecipanti
-
Tipo di attività dei gruppi di famiglie che si sono costituiti grazie ai progetti
-
N° famiglie con disagio contattate attraverso questo progetto
-
N° bambini facilitati nell’accesso in attività di pre e post scuola
-
N° famiglie di recente radicamento contattate dal progetto
-
Soddisfazione dei partecipanti
-
Effettiva esecuzione dei progetti pilota
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INTERVENTI: SOGGETTO PROMOTORE, LUOGO, PARTECIPANTI E PROSPETTIVE
1. Interventi promossi dalla Scuola e realizzati con risorse proprie
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DOVE
PROSPETTIVE
Sportelli di accoglienza: si tratta di un servizio di
accoglienza gestito direttamente dalla scuola di norma
attraverso insegnanti formati a questo. Ci si possono
rivolgere i genitori per problemi scolastici o
personali/famigliari. Solitamente sono attivi una volta alla
settimana o su appuntamento
-
I.C. n°4 (Valsalva)
I.C. n°7 (Orsini)
I.C. Dozza Castel Guelfo
S.E. Castel s. Pietro
I.C. n° 1 (Innocenzo): solo per stranieri
I.C. n° 2 (Marconi): solo per stranieri
-
-
Coinvolgimento dei genitori nei progetti “continuità ed
orientamento” (materna-elementare-media): si tratta di
incontri di gruppo per sostenere le famiglie e l’alunno
durante il passaggio tra i diversi ordini di scuola, essendo un
momento tipico di potenziale disagio. Gli incontri si
svolgono di norma all’inizio o alla fine dell’anno scolastico)
Incontri: conferenze, seminari a tema sulla genitorialità. Di
norma si tratta di incontri a tema (da 2 a 5) condotti da un
esperto
-
S.E. e dell’Infanzia di C.S.P.T.
I.C. n° 4 (Valsalva)
I.C. n° 7 (Orsini)
I.C. n° 2 (Marconi)
I.C. n° 5 (S. Zennaro)
I.C. n° 6 (Villa Clelia)
S.M.P. Visitandine C.S.P.T.
S.I. s. Caterina, il Leoncino e Arcobaleno
-
I.C. Vallata del Santerno
Scuole dell’Infanzia, S.E., S.M. di
C.S.P.T.
I.C. n° 4 (Valsalva)
I.C. n° 7 (Orsini)
I.C. n° 2 (Marconi)
I.C. Dozza Castel Guelfo
-
Laboratori: con la partecipazione o meno dei
bambini/ragazzi. Si tratta di attività creativa ed espressiva per favorire la relazione e la socializzazione delle famiglie.
-
I.C. n° 7 (Orsini)
I.C. n° 2 (Marconi)
I.C. n° 5 (S. Zennaro)
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-
-
-
Allargamento dell’esperienza in altre scuole,
utilizzando gli insegnanti attualmente in
formazione;
Costruzione di un gruppo di lavoro stabile formato
dagli insegnanti degli sportelli e da tecnici del
Consorzio Servizi Sociali e dell’AUSL (obiettivi:
sostegno, supervisione, analisi della domanda;
stabilizzazione e valutazione dell’intervento nel suo
complesso)
Elaborare strumenti per favorire l’accesso dei
genitori, soprattutto di quelli più in difficoltà
Stabilizzazione dell’intervento
Coinvolgimento dei genitori nei progetti continuità
che ancora non lo prevedono
Monitoraggio e valutazione delle esperienze in
corso; riflessione metodologica comune
Sviluppare strategie atte a coinvolgere i genitori più
in difficoltà
Promuovere gruppi stabili di incontro tra genitori a
partire dalle iniziative attivate
Promuovere iniziative che coinvolgano più scuole,
per ottimizzare le risorse
Sviluppare strategie atte a coinvolgere i genitori più
in difficoltà
Promuovere gruppi stabili di incontro tra genitori a
Consistono in alcuni incontri caratterizzata da specifiche
attività di gruppo (teatro ed altre attività espressive),
concentrate nella parte centrale dell’anno scolastico
-
I.C. n° 6 (Villa Clelia
I.C. Vallata del Santerno
Scuole dell’Infanzia, S.E., S.M. di
C.S.P.T.
S.I. S. Caterina, il Leoncino e Arcobaleno
-
-
partire dalle iniziative attivate
Coinvolgimento maggiore dei genitori nella fase
progettuale
2. Interventi promossi dal Consorzio Servizi Sociali, realizzati nell’ambito della gara d’appalto in essere con il Consorzio Sol.co. Imola
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DOVE/CON CHI E N° CLASSI
Incontri con i genitori abbinati ai laboratori svolti nelle
classi: si tratta di incontri abbinati alle attività laboratoriali che
il consorzio svolge nelle classi con dinamiche complesse o con
bambini o ragazzi in difficoltà. Questa attività comporta due
incontri per ogni classe coinvolta
-
S.E. e dell’Infanzia di C.S.P.T. (6 classi)
I.C. n° 3 (Campanella) (6 classi)
I.C. n° 4 (Valsalva) (17 classi)
I.C. n° 7 (Orsini) (6 classi)
I.C. n° 2 (Marconi) (4 classi)
I.C. n° 5 (S. Zennaro) (4 classi)
I.C. n° 6 (Villa Clelia) (9 classi)
I.C. Dozza e Castel Guelfo (1 classe)
Incontri sull’orientamento: sono analoghi a quelli svolti dalle
scuole, ma il Consorzio Servizi Sociali li conduce solo nel
biennio delle superiori. In più, tenuto dell’età dei figli di questi genitori, si affronta nello specifico il tema dell’adolescenza e
dell’autonomia. Consistono in 4 incontri che si tengono
all’inizio dell’anno scolastico
Polo Umanistico (scientifico, liceo
Psicopedagogico, Classico)
Incontri per la continuità/accoglienza: sono simili a quelli
svolti dalle scuole. Il Consorzio Servizi Sociali li ha attivati in
una scuola che non aveva possibilità di farlo. L’intervento
consisto in 2 incontri all’inizio dell’anno scolastico)
PROSPETTIVE
-
-
I.C. n° 2 (Marconi)
Pagina 46 di 167
Estendere il coinvolgimento dei genitori anche in
quei laboratori dove si lavora solo con i bambiniragazzi (attualmente: 58 classi in totale)
Formare gli insegnanti affinché possano condurre
autonomamente alcuni degli incontri
Promuovere la sperimentazione di laboratori
congiunti genitori figli, almeno a livello di scuola
dell’infanzia e scuola elementare
Promuovere durante gli incontri la produzione da
parte dei genitori di materiale educativo (storie,
disegni ecc.) che poi sarà proposto ai bambini nelle
classi
3. Interventi promossi dai Comuni. Le attività dei comuni sono per lo più connesse alla gestione dei Nidi e degli altri interventi per la prima Infanzia, o come progetti di
coinvolgimento delle associazioni di famiglie. Sono realizzati con fondi dei Comuni interessati
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
Scuole aperte: apertura al pubblico dei nidi e delle scuole
dell’Infanzia comunali con la finalità di iniziare la conoscenza
delle famiglie ed aiutare le stesse a rapportarsi positivamente
con il mondo della scuola
DOVE
-
Laboratori genitori figli: con la partecipazione dei
bambini/ragazzi. Si tratta di attività creativa ed espressiva per
favorire la relazione e la socializzazione delle famiglie.
Consistono in alcuni incontri caratterizzata da specifiche
attività di gruppo (teatro ed altre attività espressive),
concentrate nella parte centrale dell’anno scolastico
Dozza
Castel s. Pietro
Mordano
Imola
Borgo Tossignano
Vallata del Santerno
Mordano
Dozza
Collaborazione con associazioni di genitori: si tratta di
sostenere le iniziative promosse dalle associazioni di famiglie:
conferenze, incontri, attività socializzanti, feste interventi
home care di assistenza e accadimento dei figli
-
Mordano
Dozza
Incontri tematici: conferenze, seminari a tema sulla
genitorialità. Di norma si tratta di incontri a tema (da 2 a 5)
condotti da un esperto
-
Vallata del Santerno
Mordano
Dozza
Laboratori per genitori: si tratta di attività creativa ed
espressiva per favorire la relazione e la socializzazione delle
famiglie. Consistono in alcuni incontri caratterizzati da
specifiche attività di gruppo (teatro ed altre attività espressive),
concentrate nella parte centrale dell’anno scolastico
Castel s. Pietro Terme
Iniziative socializzanti:
-
Vallata del Santerno
Pre e post scuola: attività educativa e assistenziale svolta
presso le scuole dove è alta l’esigenza delle famiglie di
-
Imola (in collaborazione con Consorzio
Servizi Sociali)
Pagina 47 di 167
PROSPETTIVE
-
Da definire
-
Facilitare l’accesso delle iniziative alle famiglie
più svantaggiate
-
Far crescere queste associazioni anche sul piano
operativo. Allargare la loro base soprattutto alle
famiglie più in difficoltà
Promuovere analoghe forme di associazionismo in
altri territori
-
-
Facilitare l’accesso delle iniziative alle famiglie
più svantaggiate
-
Facilitare l’accesso delle iniziative alle famiglie
più svantaggiate
-
Facilitare l’accesso delle iniziative alle famiglie
più svantaggiate
-
Essendo un servizio per lo più frequentato da
famiglie con risorse limitate, utilizzare il pre e post
collocazione dei figli prima e dopo l’orario scolastico
-
Dozza (in collaborazione con Ass. di
famiglie Agendo)
Castel s. Pietro
scuola come luogo di osservazione per la
prevenzione del disagio
4. Interventi promossi dal Centro per le Famiglie finanziati dal Comune di Imola con fondi propri
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
Progetto orientamento “Il Viaggio”: si tratta di un pacchetto
formativo proposto nelle terze medie per preparare gli alunni alla
scelta della scuola media superiore. Prevede un incontro con i genitori
DOVE/CON CHI
-
Incontri e conferenze a tema per genitori: si tratta di attività simile a
quella promossa da molte scuole, ma sono aperti a chiunque voglia
parteciparvi. Cobsistono di 4-5 incontri ogni iniziativa
I.C. n° 1 (Innocenzo)
I.C. n° 2 (Marconi)
I.C. n° 5 (S. Zennaro)
PROSPETTIVE
-
mettere questa attività più strettamente in rete con
quella svolta dalle scuole e dal Consorzio Servizi
Sociali
-
mettere questa attività più strettamente in rete con
quella svolta dalle scuole e dal Consorzio Servizi
Sociali
Favori l’accesso alle fasce più svantaggiate di
popolazione
Imola
-
Mediazione famigliare: con la collaborazione del CEDIM (Centro
Emiliano di Mediazione Famigliare). L’attività consiste in consulenza
a singoli e famiglie, nonché l’attivazione di gruppi di autoaiuto
-
Dati ancora non disponibili
Corso per baby sitter: per mettere a disposizione delle famiglie che
ne hanno la necessità del personale preparato all’accudimento
domestico dei bambini
-
Dati ancora non disponibili
Pagina 48 di 167
-
-
mettere questa attività più strettamente in rete con
quella svolta dal Consorzio Servizi Sociali
Il Centro per le Famiglie ha l’obiettivo di
intensificare questa attività
mettere questa attività più strettamente in rete con
quella svolta dal Consorzio Servizi Sociali
5. PROGETTI PILOTA: Si tratta di azioni di tipo innovativo o rispetto alle quali il gruppo tecnico si impegna con obiettivi di sperimentazione tecnica e metodologica. Sono
realizzati con il concorso finanziario di tutti i soggetti interessati e con fondi “(% per il progetto della Vallata del Santerno
creazione di Reti stabili di mutuo e auto aiuto tra famiglie
Si tratta di azioni di tipo innovativo o rispetto alle quali il gruppo tecnico si impegna con obiettivi di
sperimentazione tecnica e metodologica,
gruppi di coordinamento
Tesi a favorire il raccordo e la continuità educativa tra le Istituzioni Educative che accolgono i bambini e i ragazzi
del Circondario
Sportello di ascolto
Ampliare la rete degli sportelli; costituire un gruppo di riferimento di secondo livello.
Formazione per gli educatori
Per favorire l’adozione di atteggiamenti tesi a prevenire il disagio educativo e sociale
Pre e post scuola
Prevede che il Consorzio Servizi Sociali sosterrà le famiglie bisognose nel pagamento della retta
Interventi destinati all’infanzia e all’adolescenza nei comuni
della comunità montana valle del santerno
Si è concordato di sostenere progetti particolari nella vallata che, pur rientrando in tipologie tradizionali, si attuano
in un territorio con caratteristiche uniche e per certi versi critiche
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SCHEDA RIASSUNTIVA PROGETTO 5:MINORI STRANIERI A SCUOLA E NELLA SOCIETÀ: UN VIAGGIO
ATTRAVERSO NUOVE CONOSCENZE LINGUISTICHE, CULTURALI E SOCIALI
OGGETTO
Questo progetto deve essere considerato in modo strettamente connesso al progetto presentato dal
comune di Imola nel 2001 nell’ambito del Diritto allo Studio, e che verrà reiterato nei prossimoi
anni, coinvolgendo anche glia altri comuni.
Il progetto si impegna a svolgere per i comuni diversi da Imola le attività di mediazione linguistica
e seconda alfabetizzazione: in questo senso può considerarsi un’estensione del progetto già in essere
negli anni scorsi e gestito in convenzione con Trama di terre. Inoltre, è promossa la nascita di 5
spazi interculturali (nei luoghi e nei territori più interessati al fenomeno migratorio) collocati sia in
ambienti scolastici che in altri ambienti ( ex uffici comunali, centro interculturale).
OBIETTIVI
-
la pianificazione di una serie di interventi integrati finalizzati all'accoglienza e alla presa in
carico dei problemi specifici dei minori e delle famiglie sia in ambito scolastico che
extrascolastico;
-
la messa in rete delle competenze, delle risorse e delle capacità progettuali dei Soggetti pubblici
(Ente locale, Scuole, Consorzio Servizi Sociali) e privati (associazioni, cooperazione sociale,
liberi cittadini, ecc.);
-
la realizzazione di un tavolo interculturale permanente che, oltre a monitorare la realtà
immigratoria sotto il profilo quantitativo, sappia valutare i bisogni emergenti, documentare le
risposte date e verificarne l'efficacia
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Il progetto si realizzerà nel triennio di validità del secondo Piano (ottobre 2001-settembre 2004).
Nel corso del tempo si attueranno i necessari cambiamenti a cura del gruppo tecnico, cambiamenti
che saranno pubblicizzati in appositi report.
INDICATORI DI PROCESSO E DI RISULTATO
-
N. famiglie e n. minori contattati attraverso lo sportello di prima accoglienza, consulenza e
orientamento
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-
N. minori stranieri distribuiti nella scuole del circondario
-
N. minori stranieri coinvolti nei corsi di prima e seconda alfabetizzazione linguistica
-
N. centri aggregativi extrascolastici attivati per corsi di seconda alfabetizzazione e di progetti
interculturali
-
N. genitori stranieri coinvolti (distinti tra padri e madri) ed effettivamente frequentanti
-
N. insegnanti e operatori sociali coinvolti nelle attività e nei percorsi formativi e di
aggiornamento
-
N. Associazioni coinvolte
-
N. documenti prodotti a cura del tavolo interculturale
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INTERVENTI
1. interventi per l’integrazione scolastica
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DOVE
Iscrizioni scolastiche orientate.
Questa attività comporta la distribuzione degli alunni stranieri in modo uniforme per
classi e per plessi, in base a parametri quali: n. max di alunni stranieri per classe
(3/4); assegnazione ai plessi scolastici più vicini alla residenza dei minori, con posti
disponibili nella classe di pertinenza; numero complessivo di alunni stranieri già
presenti nel plesso.
Si tratta di una azione importante sul piano organizzativo, ma senza oneri finanziari
diretti.
-
Sportello informativo di prima accoglienza, consulenza e orientamento.
Lo sportello è collocato presso il Consorzio Servizi Sociali ed è aperto un
pomeriggio e il sabato mattina
Presso lo sportello opereranno: la Commissione tecnica per le iscrizioni scolastiche
orientate; i docenti che procedono alla valutazione del livello di maturità culturale
dell'alunno; i mediatori linguistici per la comunicazione tra famiglie, alunni e docenti
Corsi di alfabetizzazione di base, intensivi
Sono allestiti presso i singoli plessi e condotti da docenti e mediatori linguisticoculturali in base a progetti elaborati congiuntamente.
-
Corsi di alfabetizzazione di secondo livello.
I corsi saranno svolti a scuola dai docenti e dai mediatori, oppure svolti in orario
extrascolastico presso le strutture scolastiche che attiveranno spazi intercultuirali.
La realizzazione dell'attività anche in centri extrascolastici attrezzati nelle strutture
scolastiche (v. direttiva 133/96 e dpr.567/96) permetterà il coinvolgimento di studenti
italiani quali agenti diretti di interventi di seconda alfabetizzazione e di pratica
dell'interculturalità a favore di giovani stranieri coetanei e/o di minore età.
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REALIZZAZIONE
Istituti comprensivi di Imola
Attività del gruppo di progetto. I
componenti intervengono a spese del
proprio ente di appartenenza
Consorzio Servizi Sociali, ma
potranno accedervi alunni di
altri territori. La commissione è
disponibile ad attività
decentrata
Attvità del Comune di Imola, realizzato
con fondi del diritto allo studio e
affidato all’Ass. Trama di Terre in
convenzione. Il Consorzio ha messo a
disposizione la sede e si accolla le
utenze.
A Imola con i fondi del diritto
allo Studio; negli altri comuni
con i fondi 285
A Imola con i fondi del diritto allo
Studio; negli altri comuni con i fondi
285. In entrambi i casi la realizzazione
si attua attraverso la convenzione con
l’Ass. Trama di Terre
A Imola con i fondi del diritto
allo Studio; negli altri comuni
con i fondi 285
A Imola con i fondi del diritto allo
Studio; negli altri comuni con i fondi
285. In entrambi i casi la realizzazione
si attua attraverso la convenzione con
l’Ass. Trama di Terre
2. Interventi per l’integrazione sociale e il sostegno al compito geniutoriale delle madri immigrate
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DOVE
Attivazione di un Tavolo permanente interculturale.
Ha il compito di assicurare una regia unitaria alle azioni programmate a livello del
territorio circondariale e subentrando, in tempi successivi, nello svolgimento dei
compiti del Gruppo tecnico di coordinamento e della Commissione tecnica per le
iscrizioni orientate
-
REALIZZAZIONE
Tavolo comprensoriale,
coincidente sia con il gruppo
tecnico della legge per il Diritto
allo Studio, che quello della 285
Presso l’Ufficio Scuola del Comune di
Imola. I partecipanti vi intervengono a
spese del proprio Ente di appartenenza
Educazione all'interculturalità.
Si prevede di promuovere iniziative di questo tipo in modo generalizzato in tutte le
scuole e presso i centri aggregativi del territorio, secondo progetti redatti dai docenti,
dai mediatori culturali e dagli operatori sociali o da altri soggetti, differenziando gli
utenti in base all'età e ai contesti di riferimento.
Nella realizzazione di tale attività si procederà al coinvolgimento anche delle
famiglie dei minori stranieri per l'attivazione di iniziative genericamente
riconducibili alla "promozione della genitorialità".
Nel Circondario
Attivati dal Gruppo Tecnico. Si prevede
l’assegnazione degli interventi a Trama
di terre
Spazio interculturale 1
Riconoscendo tale realtà come la scuola con più alta concentrazione di studenti
immigrati a Imola, sono state raccolte segnalazioni di bisogno da parte degli
insegnanti e degli stessi genitori, italiani e stranieri, lasciati soli nella difficile
gestione interculturale. Per questo si rende necessario un intervento al fine di
prevenire le diverse situazioni di conflitto, fra i ragazzi, fra i genitori, fra gli
insegnanti. Tali interventi si sviluppano in un’ottica di conoscenza reciproca e di
approfondimento culturale, con l’obiettivo di abbattere il muro degli stereotipi e dei
pregiudizi che nel contatto fra culture diverse, facilmente entra in gioco
-
Scuole Carducci Innocenzo. lo
spazio ha luogo presso un’aula
dell’istituto a ciò adibita per 8
ore alla settimana
Gestiti dal Consorzio Servizi Sociali
attraverso la convenzione con l’Ass.
Trama di Terre
-
L’intervento totale sarà di 8 ore
settimanali suddivise fra lo
spazio di animazione
interculturale il martedì e il
venerdì pomeriggio per i ragazzi
della scuola media di Sesto
Imolese, lo spazio di ascolto e
alfabetizzazione per le donne,
presso la scuola elementare di.
Sasso Morelli.il giovedì
pomeriggio
Gestiti dal Consorzio Servizi Sociali
attraverso la convenzione con l’Ass.
Trama di Terre e l’appalto con il
Consorzio Sol.co. Imola
Spazio interculturale 2
Si sono progettati gli interventi costituendo uno SPAZIO DI AGGREGAZIONE
GIOVANILE INTERCULTURALE presso la sala “ex-quartiere” di Sesto Imolese
con la presenza di una mediatrice culturale di lingua araba e di una educatrice per 6
ore settimanali.Altre 2 ore vengono garantite presso la scuola elementare di Sasso
Morelli come luogo d’ascolto per madri immigrate.
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Spazio interculturale 3
La forte presenza nel territorio di Borgo Tossignano di minori immigrati (a Imola
sono il 26,4% e a Borgo Tossignano il 34%) motiva l’esistenza di bisogni e
necessità, individuati dai diversi attori territoriali (sindaci della vallata, insegnanti,
mediatrici, servizi sociali).
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Le proposte si sviluppano presso
il centro giovanile di Borgo
Tossignano . Si prevedono 2
pomeriggi alla settimana per
attività di animazione e
organizzazione di attività per i
giovani e per donne, per un
totale di 6 ore
Gestiti dal Consorzio Servizi Sociali
attraverso la convenzione con l’Ass.
Trama di Terre e l’appalto con il
Consorzio Sol.co. Imola
I CENTRI GIOCO COME LUOGHI DI OSSERVAZIONE/PREVENZIONE DEL DISAGIO
FAMILIARE, E DI INTERVENTO PRECOCE DI SOSTEGNO
I Centri Gioco gestiti dai comuni e frequentati da bambini in età 1-6 anni insieme ad un adulto di
riferimento, si prestano ad essere luogo di osservazione per la prevenzione precoce del disagio
familiare, grazie alle relazioni che si instaurano tra i frequentanti e le educatrici, che in questo tipo
di servizio svolgono per lo più un ruolo di facilitazione e mediazione educativa e relazionale. Tali
spazi sono frequentati anche da molte famiglie di recente immigrazione. Si propone di attivare un
gruppo di riflessione formato dalle educatrici del centri gioco, dai tecnici dei servizi pubblici che si
occupano di famiglia e infanzia (Comuni, Consorzio Servizi Sociali, AUSL), e da referenti
dell’associazionismo a ciò interessati. Il coordinamento del progetto è affidato al Servizi Infanzia
del Comune di Imola.
STRUMENTO INFORMATIVO SULLE OPPORTUNITÀ SOCIALI,
DA DISTRIBUIRE ALLE NUOVE FAMIGLIE
Le nuove famiglie possono essere aiutate da forme di accoglienza che facilitino i rapporti sociali e
la fruizione delle opportunità del territorio. Si propone di costruire uno strumento informativo da
parte di tutti i soggetti che si occupano di infanzia da consegnare alle famiglie che si iscrivono alle
liste anagrafiche dei Comuni del comprensorio, utilizzando anche il progetto del Centro per le
Famiglie “La famiglia al centro: servizi, associazioni in rete per dare una mano a svolgere il
mestiere più difficile e più importante del mondo ” e l’iniziativa programmata dal Comune di Imola,
“La città presentata ai bambini” e in cui viene presentato in modo semplice e divertente quello che
la città offre. Il coordinamento del progetto è affidato congiuntamente al Consorzio Servizi Sociali e
al Servizio Infanzia del Comune di Imola.
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IPAB ISTITUZIONI RIUNITE DI IMOLA
FINALITA' STATUTARIE:
AZIONI ATTUALI
-
concessione in uso gratuito al Consorzio Servizi Sociali di 3 alloggi per persone svantaggiate;
-
concessione in uso gratuito al Consorzio Servizi Sociali della struttura in Comune di Dozza
via Capitolo Toscanella utilizzata per disabili,
-
assegnazione diretta di alloggi a famiglie in cui è presente un portatore di handicap;
-
aiuto economico diretto a persone o nuclei famigliari disagiati con presenza di minori;
-
concorso al bilancio consortile con assunzione a carico della spesa del progetto Alzaimer
AZIONI DI SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
-
recupero funzionale dell' edificio ex Orfanotrofio Maschile di via Casoni 42 a fini sociali e
assistenziali.
Destinazione: scuola materna di quartiere articolate in 4 sezioni;
14 alloggi privi di barriere architettoniche da assegnare a famiglie in difficoltà
o a persone in condizioni di disagio anche conseguente l' abitazione.
-
incrementare l' azione di intervento in rete con il complesso dei servizi;
-
incrementare le rendite del proprio patrimonio per destinarle all' erogazione di servizi.
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3.2 AREA DIRITTI DELL’INFANZIA ED ADOLESCENZA
TABELLA 2 - FATTORI POSITIVI E CRITICI EMERGENTI DALL’ANALISI DI DOMANDA ED OFFERTA
FATTORI POSITIVI
FATTORI CRITICI
Quantità dell’offerta di servizi
Articolazione dell’offerta di servizi
Buona strutturazione della rete dei soggetti Necessità di formalizzare la rete in Protocolli
territoriali
operativi
Buona collaborazione con la scuola
Scarsa integrazione fra Enti Pubblici: necessità
di percorsi di accessi ai servizi unificati
Forte presenza di affidi eterofamigliari
Presenza minima di minori in istituto
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TABELLA 3 - PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 2002 AREA DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
CONSOLIDAMENTO
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI
DIURNI E
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE
DI NUOVI INTERVENTI O SERVIZI
Inserimento in struttura di tipo educativo di minori
allontanati dalla famiglia e non inseribili in famiglie
affidatarie
Riduzione per il 2002 degli inserimenti di minori
allontanati dalla famiglia in strutture protette di
tipo educativo. (Obiettivi: non inserire minori di
anni 13; non effettuare inserimenti superiori ad
un anno per minori di anni 15)
Inserimento di minori nel centro diurno "Peter Pan", gestito
dal Consorzio
Per il 2002 nel Centro diurno “Peter Pan”
aumento da 10-12 a 15 dei posti disponibili a
parità di costi
Inserimento di minori in contesti
educativi diurni gestiti da enti del terzo
settore (associazioni). Qualificazione
dell’intervento offerto
Miglioramento del coordinamento delle famiglie
affidatarie e aumento del loro numero (obiettivo
5 famiglie in più per il 2002) con il
coinvolgimento dell'associazionismo
Sensibilizzazione della comunità alle
tematiche dell'affido eterofamiliare
tramite almeno 3 iniziative pubbliche;
completamento e distribuzione librodocumento sull'esperienza delle famiglie
affidatarie imolesi
Inserimento di minori nel Centro Alice dell’associazione
“La Cicoria”
SEMIRESIDENZIALI
Centri estivi e soggiorni di vacanza
Servizi alla prima infanzia
Valutare le coppie e i singoli candidati ai progetti di affido
familiare
Gestione dei casi di singoli affidi familiari
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Informare, formare e valutare le coppie candidate
all'adozione internazionale e nazionale
Sostenere le famiglie adottive durante la prima fase di
accoglienza del figlio adottato
Sostegno educativo domiciliare a minori appartenenti a
nuclei familiari multiproblematici
Formalizzazione di un documento tecnico sul
processo di formazione-valutazione. Contenere
le istruttorie entro i tempi stabiliti dalla legge (4
mesi dalla dichiarazione di disponibilità)
Estendere la mediazione linguistica e culturale
a tutte le scuole del territorio
Convegno sul tema dell'affido familiare
Attivare almeno 5 spazi distinti per il
doposcuola per bambini immigrati, in
collaborazione con le scuole e
l'associazionismo (vedi progetto n° 5
del Piano territoriale L.285/97)
Progetti di recupero di minori colti in flagranza di reato
Attivazione di uno sportello di
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accoglienza per la facilitazione e
valutazione dell’inserimento
scolastico (vedi progetto n° 5 del
Piano territoriale L.285/97)
Mediazione linguistica e culturale per i minori immigrati
all'interno delle classi
Mediazione linguistica e culturale per la
responsabilizzazione delle madri immigrate nei percorsi
scolastici dei figli
INTERVENTI
TERRITORIALI, DI
ORIENTAMENTO E
PREVENZIONE
Centro per la valutazione prevenzione e
cura dei traumi da maltrattamento e
abuso dei minori
Centri giovanili: vedi scheda progetto n° 1 del Piano
territoriale 285/97
Centri giovanili: vedi scheda progetto n° 1
del Piano territoriale 285/97
Centri giovanili: vedi scheda progetto
n° 1 del Piano territoriale 285/97
Trattazione dei singoli casi, in rapporto con l’equipe
multiprofessionale creata a livello provinciale
Coordinamento operativo con la scuola, i
servizi sanitari e le forze dell'ordine. Attuazione
di almeno un'iniziativa di sensibilizzazione con
la scuola
Prevenzione del disagio in ambito
scolastico: vedi scheda progetto n° 4
del Piano territoriale 285/97
Prevenzione del disagio in ambito scolastico: vedi
scheda progetto n° 4 del Piano territoriale 285/97
Interventi socio-educativi extrascolastici
Prevenzione del disagio in ambito
scolastico: vedi scheda progetto n° 4 del
Piano territoriale 285/97
Programma adolescenza e salute mentale
Coordinamento Provinciale e formazione Affido
e Adozione
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Inserimento in luogo protetto dei minori stranieri non
accompagnati da adulti di riferimento e valutazione per
l'eventuale rimpatrio assistito
Formalizzazione del processo tecnicometodologico per la valutazione del rimpatrio
assistito
Collocazione residenziale emergente, all’interno di un
accordo con le forze dell’ordine, presso l’istituto S.
Caterina
Individuazione di una struttura di accoglienza
residenziale emergente per ragazze
Rete di accoglienza per bambini 0/6 anni in stato di
abbandono
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Allargamento ai nidi e alle scuole
dell’Infanzia comunali dei “gruppi
operativi misti” per la riflessione sui
casi
Apertura “Spazio Sportello” per la
prevenzione all’uso degli stupefacenti
c/o i Centri giovanili
TABELLA 4
- AMBITO TERRITORIALE DI EROGAZIONE: AREA DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
PROVINCIA
AMBITO DISTRETTUALE
Inserimento di minori nel centro diurno "Peter Pan", gestito dal
Consorzio. Per il 2002 aumento da 10-12 a 15 dei posti disponibili a
parità di costi
INTERVENTI DIURNI E
Inserimento di minori nel Centro Alice dell’associazione “La Cicoria”
SEMIRESIDENZIALI
Inserimento di minori in contesti educativi diurni gestiti da enti del
terzo settore (associazioni). Qualificazione dell’intervento offerto
SOSTEGNO FAMILIARE
SINGOLO COMUNE
Inserimento in struttura di tipo educativo di minori allontanati dalla
famiglia e non inseribili in famiglie affidatarie. Per il 2002 riduzione
degli inserimenti di minori allontanati dalla famiglia in strutture
protette di tipo educativo. (Obiettivi: non inserire minori di anni 13;
non effettuare inserimenti superiori ad un anno per minori di anni
15)
INTERVENTI COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI DOMICILIARI E DI
SUB AMBITO
Centro per la
valutazione
prevenzione e
cura dei traumi
da
maltrattamento
e abuso dei
minori
Valutare le coppie e i singoli candidati ai progetti di affido familiare
Gestione dei casi di singoli affidi familiari
Convegno sul tema dell'affido familiare
Miglioramento del coordinamento delle famiglie affidatarie e
aumento del loro numero (obiettivo 5 famiglie in più per il 2002) con
il coinvolgimento dell'associazionismo
Sensibilizzazione della comunità alle tematiche dell'affido
eterofamiliare tramite almeno 3 iniziative pubbliche; completamento
e distribuzione libro-documento sull'esperienza delle famiglie
affidatarie imolesi
Attivare almeno 5 spazi distinti per il doposcuola per bambini
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Servizi alla prima infanzia
Centri estivi e soggiorni di
vacanza
immigrati, in collaborazione con le scuole e l'associazionismo
(vedi progetto n° 5 del Piano territoriale L.285/97)
Attivazione di uno sportello di accoglienza per la facilitazione e
valutazione dell’inserimento scolastico (vedi progetto n° 5 del
Piano territoriale L.285/97)
Mediazione linguistica e culturale per i minori immigrati all'interno
delle classi
Mediazione linguistica e culturale per la responsabilizzazione delle
madri immigrate nei percorsi scolastici dei figli
Estendere la mediazione linguistica e culturale a tutte le scuole del
territorio
Informare, formare e valutare le coppie candidate all'adozione
internazionale e nazionale
Sostenere le famiglie adottive durante la prima fase di accoglienza
del figlio adottato
Formalizzazione di un documento tecnico sul processo di
formazione-valutazione. Contenere le istruttorie entro i tempi stabiliti
dalla legge (4 mesi dalla dichiarazione di disponibilità)
Sostegno educativo domiciliare a minori appartenenti a nuclei
familiari multiproblematici
Progetti di recupero di minori colti in flagranza di reato
INTERVENTI TERRITORIALI, A BASSA
SOGLIA, DI PREVENZIONE
Coordinamento
Provinciale e
formazione
affido e
adozione
Programma adolescenza e salute mentale
Centri giovanili: vedi scheda progetto n° 1 del Piano territoriale
285/97
Prevenzione del disagio in ambito scolastico: vedi scheda
progetto n° 4 del Piano territoriale 285/97
Coordinamento operativo con la scuola, i servizi sanitari e le forze
dell'ordine. Attuazione di almeno un'iniziativa di sensibilizzazione
con la scuola
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Interventi socio-educativi
extrascolastici
Apertura “Spazio Sportello” per
la prevenzione all’uso degli
stupefacenti c/o i Centri
giovanili
Trattazione dei singoli casi, in rapporto con l’equipe
multiprofessionale creata a livello provinciale
Allargamento ai nidi e alle scuole dell’Infanzia comunali dei
“gruppi operativi misti” per la riflessione sui casi
Rete di
accoglienza per
bambini 0/6
anni in stato di
abbandono
INTERVENTI DI EMERGENZA
Inserimento in luogo protetto dei minori stranieri non accompagnati
da adulti di riferimento e valutazione per l'eventuale rimpatrio
assistito
Collocazione residenziale emergente, all’interno di un accordo con
le forze dell’ordine, presso l’istituto S. Caterina
Formalizzazione del processo tecnico-metodologico per la
valutazione del rimpatrio assistito
Individuazione di una struttura di accoglienza residenziale
emergente per ragazze
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SCHEDA RIASSUNTIVA PROGETTO N. 1: LA RETE DEI CENTRI GIOVANILI
OGGETTO
Il progetto consiste in un consolidamento ed in una qualificazione di interventi già esistenti, il suo
obiettivo principale è infatti quello di mettere in rete gli 11 centri di aggregazione giovanile già
operanti nel distretto di Imola (3 a Imola città, 1 nel Comune di Mordano, Casalfiumanese, Borgo
Tossignano, Fontanelice, Toscanella, Castel S. Pietro, Osteria Grande, Castel Guelfo) valorizzando
da un lato la dimensione della territorialità e il coinvolgimento della comunità locale, dall’altra
promuovendo una metodologia unitaria, anche dal punto di vista della rilevazione della qualità, per
una più efficace azione di coinvolgimento degli adolescenti del territorio e delle loro famiglie,
soprattutto quelle appartenenti a contesti a rischio.
I centri sono rivolti ai ragazzi ed alle ragazze dai 10 ai 17 anni, sono diffusi capillarmente sul
territorio e integrati tra loro nella programmazione.
Non si pongono solo come luogo fisico di socializzazione ma anche come “laboratorio” facilitatore
di relazioni comunitarie positive ed occasione per esperienze di relazione intergenerazionale.
OBIETTIVI
−
Favorire la partecipazione ai centri di tutti i ragazzi e le ragazze del territorio.
−
Lavorare in rete con le famiglie per favorire l’accoglienza e la partecipazione di tutti i
ragazzi.
−
Rendere i centri sempre maggiormente accessibili ai ragazzi con bisogni specifici senza
creare situazioni e contesti ghetizzanti: ragazzi stranieri con difficoltà di integrazione,
ragazzi con disabilità fisica/psichica, ragazzi con povertà di relazioni, ragazzi a rischio di
devianza, ragazzi carenti di luoghi di socializzazione.
−
Promuovere un miglioramento della qualità della vita di tutti i ragazzi ed in particolare dei
ragazzi con bisogni specifichi.
−
Promuovere i fattori preventivi dell’emarginazione e della devianza, aiutando i ragazzi a
costruire relazioni positive trai coetanei e con gli adulti, a conoscere ed inserirsi nelle
opportunità offerte del territorio, ad organizzare autonomamente attività.
−
Attuare il coinvolgimento dei gruppi informali di adolescenti già esistenti
sul territorio.
−
Promuovere occasioni di incontro tra le generazioni e l’attivazione e la sensibilizzazione
della comunità adulta nei confronti dei ragazzi e delle ragazze.
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−
Coinvolgere le realtà educative che si occupano di adolescenti e giovani in
quel territorio e lavorare in rete con le scuole.
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Il progetto si realizzerà nel triennio di validità del secondo Piano (ottobre 2001-settembre 2004).
Nel corso del tempo si attueranno i necessari cambiamenti a cura del gruppo tecnico, cambiamenti
che saranno pubblicizzati in appositi report.
INDICATORI PER IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE
−
N° Partecipanti, distinti per età, sesso, stato sociale; indicatori di frequenza; % del target
potenziale, N° di gruppi informali coinvolti;
−
% partecipazione femminile rispetto al totale, % disabili coinvolti: evoluzione, % stranieri
coinvolti: evoluzione nel tempo;
−
N° ragazzi socialmente disagiati;
−
N° di attività organizzate direttamente dai ragazzi;
−
N° di ragazzi segnalati per devianza e già conosciuti;
−
N° famiglie coinvolte in attività collaterali;
−
Monitoraggio dell’evoluzione della dispersione scolastica;
−
N° ragazzi a rischio di emarginazione inseriti in altre attività di aggregazione del territorio.
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INTERVENTI
Interventi gestiti dal Consorzio Servizi Sociali attraverso l’appalto con il Consorzio Sol.co. Imola
AZIONE
Aperture fisse presso le sedi dei Centri giovanili
Educativa di strada/attività sul territorio
DESCRIZIONE
I Centri si pongono prima di tutto come un centro di aggregazione giovanile
tradizionale, con aperture pomeridiane fisse 3 o 4 giorni alla settimana presso la
sede del centro stesso. In questo modo il centro è un punto di riferimento stabile e
riconoscibile per tutti i ragazzi di quel territorio. Il centro infatti è frequentato oltre
che dai ragazzi che partecipano alle attività stabilmente, anche da molti ragazzi che
vi partecipano in base alle attività proposte o semplicemente che “fanno un salto”
con la sicurezza di trovare qualche amico con cui parlare e divertirsi
I centri svolgono attività sul territorio nei luoghi frequentati abitualmente dai gruppi
informali o da singoli ragazzi e ragazze che in alcuni casi hanno condotte a rischio di
devianza. I ragazzi nei loro luoghi di ritrovo abituali vengono così coinvolti
spontaneamente dai loro coetanei che già frequentano i centri e dagli educatori. Da
questo può nascere una relazione importante con un adulto conosciuto sul territorio e
quindi percepito come “vicino” e “reperibile” in caso di bisogno. In questo modo i
ragazzi sentono vicina la comunità locale e nell’incontro con gli altri adulti che a questa
età sono più importanti per i ragazzi: allenatori, parroci, baristi, centri sociali...
I centri collaborano con la scuola per facilitare “l’aggancio” dei ragazzi socialmente
svantaggiati e delle loro famiglie.
Attività nelle Scuole di riferimento dei Centri
Giovanili
Le difficoltà scolastiche, collegate a difficoltà famigliari o relazionali con i coetanei
(compagni di scuola e non), possono purtroppo concretizzarsi in situazioni di
disagio più o meno gravi.
Il comprensorio, i quartieri ed in generale le realtà dove sorgono i centri sono ricche di
iniziative ed attività rivolte sia agli adulti che ai ragazzi, i centri partecipano quindi alle
manifestazioni più significative che il territorio offre e ne propongono di nuove
Partecipazione ed organizzazione con i ragazzi di
attività sul territorio (partecipazione a feste…)
I ragazzi partecipano alle varie manifestazioni, ma di impegnarli anche a livello
organizzativo
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ATTIVITÀ
Attività di socializzazione, laboratori, attività
ludico-ricreative, attività riflessive, momenti
di confronto, attività con gli adulti
Tornei di calcio, Giornale XXX all’interno del
settimanale Sabato Sera, Programma radio
“Mito” su Radio-Logica, complessi musicali
Incontro con gli insegnanti per attivare
interventi nei confronti dei ragazzi in
difficoltà, laboratori di animazione nelle
classi, laboratori teatrali, mostre fotografiche
od altre attività svolte sia a scuola che nei
centri
Organizzazione e partecipazione a feste di fine
anno delle scuole, feste paesane, di
Carnevale….
PROGETTI PILOTA
Oltre all’intervento di messa in rete e di qualificazione degli interventi, il Progetto comprende per il primo anno, 5 Progetti Pilota che, condividendo finalità e metodologia del
progetto stesso, vogliono sperimentare strategie e collaborazioni nuove
INTERVENTO
Centro di Aggregazione
interculturale di Sesto Imolese
DESCRIZIONE
Il progetto si concretizza in 2 pomeriggi rivolti ai ragazzi ed alle ragazze4 delle
Scuole Medie di aggregazione e con una forte immigrazione per i ragazzi e le
ragazze delle Scuole medie, in cui si realizzano attività di animazione e di aiuto
compiti, con l’obiettivo principale di favorire la socializzazione e la reciproca
conoscenza personale e culturale. Parte integrante del progetto sarà la cura del
rapporto personale con le famiglie, nell’ottica di facilitare il rapporto con le
attività scolastiche, sviluppando un confronto sul ruolo educativo con figli
adolescenti.
REALIZZAZIONE
Consorzio Servizi Sociali attraverso l’appalto con il
Consorzio Sol.co. Imola e la la convenzione con Trama
di terre. Il Comune di Imola interviene per gli spazi e il
pasto
Il patronato gestisce un dopo-scuola con servizio di mensa ed eventualmente di
pre-scuola nel Centro Storico presso il Silvio Pellico di Imola ed è aperto tutti i
giorni dalle 11,30 alle 18. E’ rivolto a ragazzi e ragazze dai 6 ai 14 anni con
Patronato Fanciulli attraverso fondi propri e il
particolare
attenzione a quelli appartenenti a famiglie con problematiche diverse
Dopo Scuola Patronato Fanciulli
contributo 285 come da piano finanziario.
bisognosi di vivere una esperienza che li stimoli a superare le difficoltà che molti
vivono nel loro ambiente familiare. Vengono svolte attività di aiuto compiti,
laboratori, giochi liberi.
Biblioteche e ludoteche
Arciragazzi
L’Associazione Arciragazzi gestisce la biblioteca “Pippi Calzelunghe” e la
ludoteca “Ludoteca” nel quartiere Zolino, la Biblioteca ” Zigo Zago” nel
ArciRagazzi attraverso fondi propri e il contributo 285
quartiere Pedagna est ad Imola. Vengono svolte attività di socializzazione, lettura
come da piano finanziario
e laboratori per i bambini/ragazzi dai 3 ai 17 anni con l’obiettivo di promuovere
il benessere di tutti i minori e fornire occasioni di incontro sul territorio.
Progetto allenatori:
Consiste nel valorizzare il ruolo educativo di tecnici e presidenti delle
polisportive che si occupano di ragazzi attraverso una serie di incontri di
confronto sulla situazione giovanile del territorio, sui bisogni dei singoli ragazzi,
e l’eventuale predisposizione di progetti individualizzati per ragazzi a rischio di
disagio
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Consorzio Servizi Sociali attraverso appalto con Il
Consorzio Sol.co. Imola. Concorso realizzativi
dell’AUSL, consultorio Giovani con personale proprio
Osservatorio sulla condizione
giovanile
Consiste nel valorizzare il Gruppo tecnico, eventualmente allargato nei suoi
componenti, come luogo pace di analizzare e promuovere interventi concreti a
Attività del gruppo di progetto. Ciascuno interviene a
favore delle realtà giovanili, anche attraverso la produzione di una
documentazione visibile all’intera comunità. L’idea è quella di monitorare alcuni spese del proprio ente di appartenenza.
ambiti ed alcuni temi principali come l’osservazione delle dinamiche famigliari,
l’immigrazione interna ed esterna, i cambiamenti negli insediamenti territoriali.
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SCHEDA RIASSUNTIVA PROGETTO N.4: AGIO E DISAGIO A SCUOLA
OGGETTO
La Scuola è il luogo dove vengono coinvolti tutti i bambini e tutti i ragazzi, lavorare nella e con la
scuola è quindi di grande importanza per cogliere tempestivamente le situazioni di disagio sociofamigliare e per proporre interventi condivisi con la scuola e con le famiglie stesse in un momento
della vita che consente ancora margini di crescita e di cambiamento.
L’obiettivo principale di questo progetto è quindi quello di giungere alla creazione di un linguaggio
condiviso con la scuola e all’adozione di prassi metodologie condivise allo scopo di prevenire il
disagio dei bambini, dei ragazzi e l’abbandono scolastico, coinvolgendo anche le famiglie e le realtà
extrascolastiche.
Il progetto è attualmente presente nelle Scuole Elementari e Medie degli Istituti Comprensivi di
Imola, di Dozza – Castel Guelfo, della Vallata e nelle Scuole Elementari di Castel S. Pietro ed in
alcune Scuole Superiori.
A livello di metodologia di lavoro, ci si propone la strada della co-progettazione con la scuola in
modo da giungere ad un’ottimizzazione delle risorse e alla proposta di interventi condivisi in tutte le
fasi e quindi particolarmente efficaci.
OBIETTIVI
− Creare un modello funzionale di rapporto stabile tra scuola e Servizi Pubblici per gli interventi a
favore dei bambini e dei ragazzi a rischio.
− Cogliere tempestivamente le situazioni di disagio socio-famigliare.
− Progettare ed attivare interventi educativi rivolte ai singoli ed ai gruppi di minori, in sinergia tra
scuola, Enti pubblici, famiglie e realtà educative del territorio (Centri giovanili, Parrocchie,
associazioni, Biblioteche..).
− Apprendimento da parte degli operatori scolastici e sociali di nuovi strumenti per l’intervento
sui singoli minori o sui gruppi classe problematici.
− Prevenzione dell’abbandono scolastico e del non raggiungimento degli obiettivi formativi
minimali.
− Favorire l’integrazione tra la Scuola e gli Enti di Formazione Professionale.
− Promuovere occasioni di incontro e di formazione tra gli insegnanti per favorire la lettura
precoce delle situazioni di disagio e di abuso ed adottare strategie di prevenzione.
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− Promuovere la messa in rete delle risorse e delle realtà esistenti che operano nella Scuola.
− Promuovere una ricerca sulla dispersione scolastica ed interventi di prevenzione.
TEMPI DI REALIZZAZIONE.
Il progetto si realizzerà nel triennio di validità del secondo Piano (ottobre 2001-settembre 2004).
Nel corso del tempo si attueranno i necessari cambiamenti a cura del gruppo tecnico, cambiamenti
che saranno pubblicizzati in appositi report.
INDICATORI DI PROCESSO E DI RISULTATO
−
N° alunni partecipanti
−
N° insegnanti coinvolti
−
N° casi trattati congiuntamente tra scuola e servizi
−
% copertura degli istituti e delle richieste
−
monitoraggio dell’andamento dell’abbandono scolastico .
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INTERVENTI: SOGGETTI PROMOTORI, LUOGO, PARTECIPANTI E PROSPETTIVE
1. Interventi promossi dal Consorzio Servizi Sociali e realizzati all’interno dell’appalto con il Consorzio Sol.co. Imola
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
Attività di formazione/auto-formazione con
insegnanti: consiste nella creazione di gruppi formati da
insegnanti di singoli Istituti Comprensivi o di più Istituti,
dove gli operatori promuovono l’autoformazine degli
insegnanti, lavorando soprattutto a livello
metodologico.La scommessa del percorso è quella di
partire da problemi concreti per individuare delle
strategie e delle tecniche applicabili nel quotidiano ai
singoli ed al gruppo classe.
Gruppi di lavoro misti: Il gruppo di lavoro misto è un gruppo di lavoro formato da operatori sociali e insegnanti
di singoli Istituti Comprensivi o scuole, che,
ritrovandosi stabilmente durante l’anno scolastico (3 o 4
volte), persegue i seguenti obiettivi:creare una
metodologia di lavoro e un linguaggio condiviso tra
Scuola e Servizi Sociali, affrontare in modo condiviso le
difficoltà dei singoli alunni o dei gruppi classe che
presentano disagi conclamati o che vengono individuati
come a rischio, progettare gli interventi di promozione
dell’agio nella scuola.
DOVE/CON CHI E N° CLASSI
I.C. n° 7 (Scuola Elementare Pedagna 6 insegnanti)
I.C. n° 6 (Scuola Media Villa Clelia 3 insegnanti , Scuola Elementare Zolino 5
insegnanti, Scuola Elementare Capuccini 2 insegnanti)
I. C n.4 (Scuola Elementare Pelloni Tabannelli 15 insegnanti)
I.C. n° 2 (Scuole Elementari Sasso Morelli 10 insegnanti, Scuole Medie ed
elementari di Sesto Imolese10 insegnanti)
PROSPETTIVE
-
Estendere questa tipologia
di intervento anche in altri
Istituti Comprensivi
-
Favorire i gruppi composti
da insegnanti delle scuole
Medie e da insegnanti delle
scuole Elementari
-
Estendere questa tipologia
di intervento anche ad altri
Istituti Comprensivi, in
particolare all’Istituto
Comprensivo della Vallata
-
Elaborare delle prassi di
intervento trasferibili a tutti
gli insegnanti per
affrontare in modo
condiviso le situazioni di
minori in difficoltà
Scuole Elementari e dell’Infanzia di Castel S. Pietro (12 insegnanti)
I. C n.4 (Scuola Media Valsalva 10 insegnanti)
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Laboratori nelle classi con incontri con i genitori
(nelle scuole elementari e medie): consistono in 2
incontri con gli insegnanti di ogni classe coinvolta, 4
incontri con i bambini all’interno delle classi 1 o 2
incontri con i genitori.Gli interventi nelle classi si
propongono di contribuire ad attivare le risorse degli
alunni, dall’altro di attuare eventualmente interventi nei
confronti di ragazzi in difficoltà. Gli interventi,
attraverso sfondi ed ambientazioni, si propongono di
valorizzare l’identità di genere, aiutando i
bambini/ragazzi a verbalizzare le proprie emozione,
sogni, paure, desideri collegati .
-
S.E. e dell’Infanzia di C.S.P.T.(8 classi, 160 alunni, 14 insegnanti)
I.C. n° 2 (Marconi, Sasso Morelli, Sesto Imolese, Medie Sesto Imolese; 18
classi, 287 alunni, 34 insegnanti)
I.C n. 3 )Pulicari, Mordano, Bubano, medie Bubano; 163 alunni, 10 classi, 11
insegnanti
I.C. n° 4 (Elem. Rodari, pelloni Tabanelli, Medie Valsalva; 364 alunni, 31
insegnanti, 22 classi)
I.C. n° 5 (Elem. S. Zennaro, Ponticelli, Medie S. Zennaro; 178 alunni, 16
insegnanti, 10 classi)
I.C. n° 6 (Elem. Zolino,Medie Villa Clelia, 188 alunni, 16 insegnanti, 12
classi)
I.C. n° 7 (Elem. Pedagna, medie Orsini 115 alunni, 10 insegnanti, 6 classi)
I.C Dozza Castel Guelfo (Elem. Dozza, Toscanella, Castel Guelfo, mediev
Toscanella; 362 alunni, insegnanti 27 insegnanti, 21 classi)
I:C della Vallata (Medie di Fontanelice, Borgo Tossignano, Casalfiumanese,
castel del Rio; 4 classi 100 alunni
-
Promuovere l’autogestione
dei laboratori da parte degli
insegnanti delle classi,
mantenendo la
supervisione dei progetti e
l’attenzione alle situazioni
di bambini/ragazzi in
difficoltà
-
Collegare maggiormente
gli interventi sul gruppo
classe con gli interventi sui
singoli alunni disagiati o a
rischio di disagio.
2. interventi promossi dagli altri Enti/realtà con fondi propri e senza la contribuzione 285
Scuola
A.USL
Centro delle famiglie
– Comune di Imola -
Comune di Imola Diritto allo studio
Associazioni/altre realtà educative del
territorio
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
Insegnati a disposizione per
progetti di prevenzione del
disagio
Educazione all’affettività e
Il viaggio: progetto continuità
sessualità (classi III Scuole Medie,
nelle III classi delle Scuole
classi II Scuole Superiori) interventi
Medie, interventi nelle classi
nelle classi di sei ore complessive.
Pre e post scuola
Ass. La Cicoria
− Corso di formazioneper
insegnanti “Mappamondo
emotivo”
− Teatro delle Differenze
CD Rom sull’identità di genere
Progetti di prevenzione di
istituto
Educazione tra pari: prevenzione
dell’HIV (Scuole Superiori)
Corsi di formazione per
insegnanti
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Progetti proposti dalle Agenzie
formative sulla salute psico
fisica, sicurezza, diritti umani,
Ass. Trama di Terre
− Mediazione culturale
linguaggi...
Progetti continuità ed
orientamento di istituto
Consulenza psicologica all’interno
degli Istituti superiori
Sportelli di ascolto per
alunni e famiglie
Tutoring nei confronti di gruppi di
insegnanti delle Scuole Medie
Superiori
Laboratori espressivi rivolti
ad alunni con bisogni
specifici
Incontri tematici con
insegnanti/genitori/educatori del
territorio
Corsi di formazione/incontri a
tema per genitori
− Sportello “Il mondo a Scuola”
Arciragazzi/Coop.Soc. “Grillo
Interventi per favorire e sostenere Parlante”, Sol.co Imola
l’accesso scolastico
Dopo scuola e pre-scuola
Ass. La Strada
− Interventi con i ragazzi
svantaggiati
Ass. Agendo
− Laboratori nelle Scuole ., pre e
postscuola
Altre associazioni del territorio
Percorsi integrati con enti di
formazione
Professionisti e specialisti esterni
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3.
Progetti Pilota. Si tratta di azioni innovative o rispetto alle quali il gruppo tecnico si impegna con obiettivi di sperimentazione tecnica e metodologica. I progetti
sono realizzati dal Consorzio Servizi Sociali attraverso l’appalto con la coop. Il Consorzio Sol.co. Imola. Per solo progetto n°2 si prevede la realizzazione
attraverso una specifica consulenza in via di identificazione
La metodologia utilizzata è quella dei laboratori di animazione all’interno delle classi, già esposta in
Laboratori all’interno delle classi e parallelamente con i
precedenza. Durante il laboratorio si faranno emergere i in modo esplicito i contenuti relativi ai diritti ed ai
genitori sulle tematiche dei diritti e dei doveri dei
doveri dei bambini. Il prodotto del gruppo dei bambini verrà confrontato con quello emerso dal lavoro del
bambini e delle bambine
gruppo dei genitori.
Orientamento nelle Scuole Medie
E’ un percorso triennale per le tre classi la scuola media che verrà proposto in alcune Scuole Medie del
territorio allo scopo di prevenire il disagio derivante dalla mancanza di orientamento scolastico che, spesso
nei minori più deboli può essere causa di ulteriori difficoltà.
I contenuti del percorso riguardano: a) conoscenza di sé; b) rapporti con gli altri; c) rapporti con la realtà.
Scuola dell’Infanzia
Formazione con gli insegnanti della Scuola Materna sulla prevenzione del disagio e sulla lettura precoce dei
segni di disagio.
La formazione può essere realizzata o attraverso la metodologia del gruppo misto di lavoro o tramite una
serie di incontri a tema.
Il progetto prevede anche la costituzione di una rete di supporto per gli insegnanti, formata da insegnanti
stessi, da operatori della Neuropsichiatria infantile e del Consorzio Servizi Sociali.
Insegnanti tutor
Progetto longitudinale “Pollicino”
Il progetto consiste nella valorizzazione di quelli insegnanti che da anni sono impegnati in progetti di prevenzione del
disagio. La scelta è di contribuire a formare questi insegnanti affinché possano proporre interventi non solo nelle proprie
classi ma anche nelle altre classi della scuola. Ciò consente di creare all’interno dei plessi in cui essi operano una rete di
risorse di riferimento per ampliare gli interventi nelle classi e con le famiglie attraverso progetti trasversali che
potrebbero comprendere anche laboratori per alunni e genitori in orario extrascolastico.
Il progetto, longitudinale, in quanto verrà realizzato in tutti gli ordini di scuola, a partire dalle scuole
dell’infanzia Pubbliche e paritarie, per passare alle scuole Elementari fino alla Scuola media dell’Istituto
comprensivo n. 4 si propone prima di tutto finalità di studio e di creazione di prassi metodologiche.
Il progetto prevede laboratori nelle classi sull’accoglienza e il miglioramento delle relazioni sociali, attività
di formazione con gli insegnanti, interventi nelle classi con alunni particolarmente disagiati, azioni a
supporto della genitorialità.
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SPERIMENTAZIONE IN UN PLESSO SCOLASTICO DI IMOLA
DI ACCOMPAGNAMENTO COMUNE DI BAMBINI A SCUOLA
La socializzazione e il sostegno delle nuove famiglie passa anche attraverso azioni semplici che
abbiano un’importanza costante nella vita quotidiana. Si nota, così, che la maggior parte delle
famiglie ha ormai l’abitudine di accompagnare personalmente i figli a scuola, mentre è praticamente
venuta meno l’abitudine di condividere tale compito, turnandosi nella sua esecuzione, con le altre
famiglie aventi lo stesso problema e abitanti nella stessa zona. Si concorda con l’idea che se
avvenisse questa semplice, ma quotidiana, interazione sociale basata sul mutuo aiuto, si
realizzerebbe un importante contesto di potenziale socializzazione volta al mutuo aiuto, al di là
della semplice questione dell’accompagnamento dei figli. Si propone, quindi di avviare un progetto
pilota in questo senso, a partire da una scuola del Comune di Imola. Il coordinamento del progetto è
affidato congiuntamente al Consorzio Servizi Sociali e al Servizio Infanzia del Comune di Imola
ALLARGAMENTO AI NIDI E ALLE SCUOLE DELL’INFANZIA COMUNALI
DEI “GRUPPI OPERATIVI MISTI” PER LA RIFLESSIONE SUI CASI
In molti istituti comprensivi del territorio sono attivi del gruppi operativi misti tra insegnanti e
operatori sociali per riflettere sui casi di minori provenienti da famiglie in difficoltà e inseriti nella
scuola. Questi gruppi hanno la finalità di accelerare e migliorare i processi di aiuto, integrando
l’intervento che può essere fatto nella scuola con quello svolto dai servizi sociali. Si propone di
estendere questa metodologia operativa ai nidi e alle scuole dell’Infanzia gestite dai Comuni,
nell’ottica di anticipare il più possibile gli interventi di prevenzione e tenendo conto che il servizio
nidi è fruito da moltissime famiglie di recente immigrazione nel territorio e carente sotto il profilo
degli aiuti esterni alla famiglia stessa. Il coordinamento del progetto è affidato al Consorzio Servizi
Sociali di Imola.
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3.3 AREA DISABILITÀ
TABELLA 2 - FATTORI POSITIVI E CRITICI EMERGENTI DALL’ANALISI DI DOMANDA ED OFFERTA
FATTORI POSITIVI
FATTORI CRITICI
Offerta di servizi su tutto il territorio
Insufficiente differenziazione delle risposte al tema
del “dopo di noi” a seconda del livello di gravità
dell’handicap
Avvio servizi di sollievo
Insufficienti interventi forti di sollievo alla famiglia a
domicilio
Diversificazione di servizi
Carenza di reti di auto – aiuto familiari
Modello organizzativo di trasporto gestito con il
volontariato a Castel S. Pietro, Dozza, Castel
Guelfo e in Vallata
Insufficienza di un adeguato servizio di trasporto
agevolato per persone con problemi di mobilità nei
Comuni di Imola e Mordano
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TABELLA 3
- PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 2002
AREA DISABILITÀ
CONSOLIDAMENTO CONTENIMENTO
Gestione R.S.A. disabili “Don Leo Commissari”
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Inserimenti in strutture residenziali e RSA
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE
DI NUOVI INTERVENTI O SERVIZI
Sviluppo integrazione servizi sociali con servizi Apertura Gruppo appartamento di Via
sanitari; riformulazione del gruppo di lavoro con Venturini (progetto "Dopo di noi")
AUSL per valutazione casi specifici e
formalizzazione UVH
Sviluppo azioni di coinvolgimento delle famiglie
sia nel controllo qualità che nella gestione
Assistenza in orario scolastico
Sostegno all’inserimento lavorativo
Sostegno all’inserimento sociale; interventi per il
tempo libero
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Centro Casa Azzurra: ampliamento orario di
accesso (obiettivo 2 ore in più su 3 giorni alla
settimana) e verifica ulteriore estensione dell'
ampliamento di orario su 5 giorni alla settimana
Sviluppo di azioni di coinvolgimento delle
famiglie sia nel controllo qualità che nella
gestione
Centro Casa Azzurra: consolidamento della gestione,
approvazione regolamento di funzionamento;
Organizzazione secondo soggiorno estivo
consolidamento azioni di coinvolgimento delle famiglie protetto (una settimana in collina e una al mare)
Gestione Centro Ali Blu: approvazione nuovo
regolamento di funzionamento, conferma
autorizzazioni al funzionamento
Gestione centro occupazionale “ La Tartaruga”
Attività del laboratorio occupazionale protetto
Zabina con interventi di formazione
professionale (settore agricoltura e
florivivaistica. Sviluppo della serra nell’attività
produttiva vera e propria
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Definizione di un progetto di
qualificazione del Centro occupazionale
La Tartaruga" anche nell'ottica
dell'appalto del servizio
Creazione cooperativa sociale di tipo B o
appalto a cooperativa sociale di tipo B
del Laboratorio occupazionale protetto
Zabina e relativa serra.
Servizio di aiuto alla persona (SAP)
Interventi ad integrazione del reddito con criteri ISEE
Assistenza educativa domiciliare
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
Assistenza domiciliare
SOSTEGNO FAMILIARE
Pasti a domicilio
Trasporti: ricognizione fattispecie esistenti (costi,
modelli organizzativi, funzionalità)
Incremento assistenza domiciliare e consegna
pasti, definizione di un regolamento e verifica
modalità organizzative per l'accesso al servizio
Progetto "Una città in rete": potenziamento di
interventi orientati ad un utilizzo di offerta di
assistenza domiciliare e/o di aiuto domestico
Gestione assegni di cura a fronte di
specifico finanziamento regionale.
Monitoraggio degli effetti
dell’introduzione di questa nuova
prestazione sulla domanda di servizi
Ipotesi di convenzionamento per lo
svolgimento del Servizio civile volontario
Trasporti: ulteriore potenziamento del servizio
(più un automezzo attrezzato); ampliamento del Trasporti:progetto per la progressiva
coinvolgimento del volontariato
dotazione di veicoli "ecologici”
Progettazione per l’ introduzione
dell’istituto del Reddito Minimo di
Inserimento sul territorio
Coinvolgimento del volontariato
Percorso di formazione permanente per obiettori di
coscienza e volontari
Sviluppo della rete dei servizi pubblici, privati e
del Terzo settore
Gestione del progetto EQUAL
“P.O.R.T.I.C.I.” in ambito territoriale
Corso di formazione per famiglie con disabili a
domicilio
Protocollo di intesa con il Dipartimento
Salute Mentale per la gestione dei casi a
doppia diagnosi
INTERVENTI
TERRITORIALI, A BASSA
SOGLIA, DI
Protocollo operativo con il Dipartimento
di Salute Mentale per interventi di
integrazione con la comunità “ Ca’ del
Picchio”
PREVENZIONE
Tavolo per la transizione al lavoro
delle fasce socialmente svantaggiate
Protocollo con l’Università di Bologna
per tirocini, stage e ricerche
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Inserimenti in RSA disabili “Don Leo Commissari”
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TABELLA 4
- AMBITO TERRITORIALE DI EROGAZIONE: AREA DISABILITÀ
SUB AMBITO
SUB AMBITO
PROVINCIA
AMBITO DISTRETTUALE
CONSORZIO SERVIZI SOCIALI DI IMOLA
Gestione R.S.A. disabili “Don Leo Commissari”
ISTITUZIONE PER LA GESTIOEN DEI
SERVIZI SOCIALI DI CASTEL SAN PIETRO
TERME
Inserimenti in strutture residenziali
e RSA
Sviluppo integrazione servizi sociali con servizi sanitari;
riformulazione del gruppo di lavoro con AUSL per
valutazione casi specifici e formalizzazione UVH
INTERVENTI COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Sviluppo azioni di coinvolgimento delle famiglie sia nel
controllo qualità che nella gestione
Apertura Gruppo appartamento di Via Venturini (progetto
"Dopo di noi")
Inserimenti in strutture residenziali
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Assistenza in orario scolastico
Assistenza in orario scolastico
Sostegno all’inserimento lavorativo
Sostegno all’inserimento lavorativo
Sostegno all’inserimento sociale; interventi per il tempo
libero
Sostegno all’inserimento sociale: interventi per il tempo libero
- laboratorio teatrale
Centro Casa Azzurra: consolidamento della gestione,
approvazione regolamento di funzionamento e sviluppo di
azioni di coinvolgimento delle famiglie sia nel controllo
qualità che nella gestione. Ampliamento orario di accesso
(obiettivo 2 ore in più su 3 giorni alla settimana) e verifica
ulteriore estensione dell' ampliamento di orario su 5 giorni
alla settimana
Gestione centro occupazionale “ La Tartaruga”
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Gestione Centro Ali Blu:
approvazione nuovo regolamento di
funzionamento, ottenimento
autorizzazioni al funzionamento
Organizzazione secondo soggiorno
estivo protetto (una settimana in
collina e una al mare)
Definizione di un progetto di qualificazione del Centro
occupazionale La Tartaruga" anche nell'ottica dell'appalto
del servizio
Consolidamento delle attività del
laboratorio occupazionale presso il
podere Zabina e dell'intervento di
formazione professionale (settore
agricoltura e florivivaistica). Sviluppo
della serra nell’attività produttiva
vera e propria
Creazione cooperativa sociale di
tipo B o appalto a cooperativa
sociale di tipo B del Laboratorio
occupazionale protetto Zabina e
relativa serra
Progettazione dell’ introduzione
dell’istituto del Reddito Minimo
di Inserimento sul territorio
INTERVENTI DOMICILIARI E
DI SOSTEGNO FAMILIARE
Servizio di aiuto alla persona (SAP)
Servizio di aiuto alla persona (SAP)
Assistenza educativa domiciliare
Assistenza educativa domiciliare
Incremento assistenza domiciliare e consegna pasti,
definizione di un regolamento e verifica modalità
organizzative per l'accesso al servizio
Assistenza domiciliare
Ipotesi di convenzionamento per lo svolgimento del
Servizio civile volontario
Progetto "Una città in rete":
potenziamento di interventi orientati
ad un utilizzo di offerta di assistenza
domiciliare e/o di aiuto domestico
Servizi di trasporto: potenziamento, studio di fattibilità di
un nuovo modello di risposta con una particolare
attenzione alla possibilità di coinvolgimento del
volontariato
Pasti a domicilio
Ipotesi di convenzionamento per lo
svolgimento del Servizio civile
volontario
Interventi ad integrazione del reddito
Gestione assegni di cura a fronte di specifico
finanziamento regionale. Monitoraggio degli effetti
dell’introduzione di questa nuova prestazione sulla
domanda di servizi
Servizi di trasporto: progetto per la
progressiva dotazione di veicoli
"ecologici”; ulteriore potenziamento
del servizio (più un automezzo
attrezzato); ampliamento del
coinvolgimento del volontariato
Interventi ad integrazione del reddito
con criteri ISEE
Gestione assegni di cura a fronte di
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specifico finanziamento regionale.
Monitoraggio degli effetti
dell’introduzione di questa nuova
prestazione sulla domanda di servizi
Tavolo per la transizione al
Gestione del
progetto EQUAL lavoro per le fasce socialmente
“P.O.R.T.I.C.I.” in svantaggiate
ambito territoriale
Sviluppo della rete tra i servizi pubblici, privati e del Terzo
settore
Sviluppo della rete tra i servizi
pubblici, privati e del Terzo settore
Coinvolgimento del volontariato
Coinvolgimento del volontariato
Protocollo di intesa con il Dipartimento Salute Mentale per
la gestione dei casi a doppia diagnosi
Percorso di formazione permanente
per obiettori di coscienza e volontari
Corso di formazione per famiglie
con disabili a domicilio
INTERVENTI
TERRITORIALI, A BASSA
SOGLIA, DI PREVENZIONE
Protocollo di intesa con il
Dipartimento Salute Mentale per la
gestione dei casi a doppia diagnosi
Protocollo operativo con il
Dipartimento di Salute Mentale per
interventi di integrazione con la
comunità “ Ca’ del Picchio”
Protocollo con l’Università di
Bologna per tirocini, stage e
ricerche
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Inserimenti in RSA disabili “Don Leo Commissari”
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LA TRANSIZIONE AL LAVORO DELLE FASCE SOCIALMENTE SVANTAGGIATE:
UNA NUOVA FILOSOFIA PER L’INTEGRAZIONE LAVORATIVA DELLE PERSONE
IN DIFFICOLTA’
Lo scopo delle politiche sociali non è quello di assistere le persone ma, se possibile, di fornire loro
gli strumenti per raggiungere una piena autonomia ed una reale integrazione sociale. Il lavoro
assume in questa logica un’importanza spesso decisiva, perché permette di ottenere una fonte di
sostentamento ed una precisa e positiva identità sociale. Ciò vale in modo particolare per coloro i
quali denunciano situazioni di svantaggio: disabili fisici e/o psichici, adolescenti e giovani
disoccupati a bassa qualificazione, tossicodipendenti, sofferenti mentali, uomini e donne in
condizioni di isolamento sociale, lavoratori prematuramente accantonati dal circuito produttivo.
In questi casi, il lavoro si rivela anche una fondamentale occasione per socializzare, per scandire i
ritmi della giornata, per acquisire nuove capacità professionali; per evitare, insomma, una spirale
perversa di emarginazione, in cui rischiano di assommarsi l’isolamento sociale, il logorio dei
rapporti familiari, la mancanza di fiducia, il declino delle abilità professionali, il degrado della
salute psicofisica.
Con questa tematica il territorio imolese si è da tempo confrontato, caratterizzandosi
per la
particolare sensibilità ed attenzione che ha portato, in ambiti specifici (disabilità, problematiche
psichiatriche, tossicodipendenza), alla promozione di iniziative rivolte ad una politica attiva del
lavoro attraverso l’azione congiunta delle Istituzioni Pubbliche (Consorzio Servizi Sociali,
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel San Pietro Terme, AUSL,
Amministrazione Prov.le), Enti di Formazione, Organizzazioni Sindacali, Istanze Imprenditoriali,
Mondo dell’Associazionismo e della Cooperazione Sociale.
La ricchezza esperenziale costruita in questi anni rappresenta senza dubbio un’ importante
peculiarità di questo territorio ed un patrimonio da valorizzare nell’ambito del dibattito in atto e
delle azioni che ne conseguiranno.
Il quadro di riferimento normativo e non, in cui oggi ci si muove è fortemente mutato; ciò che
sottende il nuovo assetto legislativo è in forte cambiamento, ma anche in questo ambito la rete di
relazioni gia esistente e gli strumenti di intervento avviati e consolidati negli anni passati sono un
patrimonio funzionale e coerente con la filosofia della legge 328/00 che vede nei Piani di Zona lo
strumento locale per favorire il riordino e la messa in rete di interventi e servizi, in modo da
programmarli e realizzarli secondo un ottica integrata.
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Possiamo contare su un consolidato di relazioni fra le varie istanze interessate che sempre più si
traduce nell’adozione di codici di comportamento comuni, in una diffusione metodologica
omogenea di modalità e procedure, nell’unitarietà di strumenti operativi e tecnici che connota un
rapporto di “rete” per certi aspetti acquisito.
Questa dimensione, se condivisa, può essere il presupposto su cui continuare il confronto avviato e
al tempo stesso una straordinaria opportunità per rilanciare esperienze di lavoro comune tra soggetti
diversi in una logica sinergica e di reciprocità; può favorire altresì, evitando inutili contrapposizioni
d’interesse, la nascita di nuove consapevolezze su reciproche convenienze; soluzioni concertate tra
le parti che possono produrre combinazioni ottimali tra finalità produttive, finalità educativoformative e finalità sociali.
Può essere un nuovo modo di impostare i rapporti tra le varie istanze della comunità locale; una
straordinaria opportunità per mettere in rete soggetti diversi proponendo un’attenzione nuova al
tema dell’integrazione, attribuendo un valore aggiunto alla cooperazione tra coloro che agiscono
con competenze, ruoli e vocazioni diverse.
Ed è in questa visione anche strategica che si colloca la costituzione di un ”Tavolo per la
transizione al lavoro delle fasce socialmente svantaggiate”; un ambito in cui far convergere
innanzi tutto unitarietà d’intenti ed identità di obiettivi con il compito di contribuire alla costruzione
di “un sistema territoriale integrato di accoglienza” capace di dare continuità agli interventi dei
diversi soggetti in campo e soprattutto di sostenere la realizzazione di un percorso che accompagni
le persone in difficoltà nella scuola, nella formazione professionale per giungere ad un effettivo e
stabile inserimento lavorativo in una logica di sinergia e continuità.
Un tavolo di confronto nell’ambito del Consorzio, poiché il sociale, essendo per sua natura orientato
all’integrazione, può fungere da tessuto connettivo consolidando identità e competenze.
In questo modo la nuova normativa può rappresentare il segno evidente e concreto di una rinnovata
concezione del ”welfare” inteso sempre più come sistema di opportunità e promozione sociale degli
individui piuttosto che, come ambito di interventi assistenziali. Allo stesso tempo, è innegabile
come esista una continuità e un intreccio fra gli interventi socio-educativi e quelli più specifici di
transizione al lavoro. Gli ospiti delle strutture ( da quelle residenziali psichiatriche alla comunità
terapeutica per tossicodipendenti “Il sorriso”), ad esempio sono coinvolti, con i loro operatori di
riferimento, in una progettazione complessiva che riguarda anche il tema dell’occupabilità,
attraverso interventi mirati che, per gradi, li avvicini al mondo del lavoro.
Partendo da questa modalità di approccio possono essere individuate alcune piste di lavoro su cui
continuare il confronto al fine di promuovere azioni specifiche già a partire dal Programma
Attuativo 2002:
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•
Estendere e consolidare esperienze di “collocamento mirato” così come previsto dalla L.
68/99, attraverso un nuovo modo di impostare i rapporti tra le varie istanze della Comunità
locale, rispondendo tra l’altro, all’esigenza di un maggiore intreccio tra sistema informativo
e sistema produttivo.
E’ questa la condizione necessaria affinché l’azione di mediazione nel rapporto
soggetto/azienda sia sempre più la conseguenza di una vasta rete di relazioni ed opportunità
e sempre meno frutto della casualità o delle limitate relazioni storicamente consolidate.
E’ quindi strategico sviluppare un sistema territoriale per l’inserimento mirato che ponga in
rete servizi e soggetti sociali interessati approfondendo i bisogni sia dei disabili che delle
imprese presenti sul territorio, raccogliendo le istanze di entrambi.
D’altra parte, come si può facilmente intuire, affinché la nuova legge possa divenire
occasione di reale cambiamento, l’efficacia delle nuove modalità di inserimento è legata ad
una forte azione di decentramento territoriale, alla varietà degli strumenti esistenti sul
territorio, alla ricchezza delle esperienze agite ed alla molteplicità dei soggetti in rete.
Proponiamo di valutare le soluzioni organizzative e definire i percorsi formativi più
opportuni per favorire l’attuazione dei processi di inserimento lavorativo mirato in ambito
territoriale, con il coinvolgimento dei Centri per l’impiego.
•
Estendere e consolidare esperienze tese a sperimentare modalità di permanenza nel mondo
del lavoro, senza l’obiettivo prioritario ed immediato dell’occupazione ma con quello di un
auto realizzazione in virtù dello straordinario contenitore di identità che il lavoro
rappresenta.
Fondamentale in questo, il condividere un’idea di impresa come “sistema aperto” che si
relaziona sempre più con il territorio ed il suo tessuto sociale.
Tutto ciò in funzione di una diversa organizzazione dell’attività occupazionale protetta,
attraverso un graduale passaggio dalla gestione diretta e centralizzata in strutture apposite,
come il Centro Occupazionale “La Tartaruga”, al decentramento sul territorio di piccoli
nuclei operanti all’interno di aziende resesi disponibili, quale risposta socio-riabilitativa a
quei soggetti le cui capacità lavorative sono alquanto limitate, se rapportate ai parametri di
produttività connessi all’attività lavorativa,
ma tali da non giustificare un intervento
esclusivamente assistenziale.
•
Estendere e consolidare il rapporto con la Cooperazione sociale, non solo in quanto impresa
a “solidarietà allargata” che la distingue da altre forme di impresa cooperativa; ma
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soprattutto perché le imprese sociali rappresentano un settore imprenditoriale destinato ad
ulteriori sviluppi per la vivacità delle istanze culturali e professionali che interpretano.
Tale collaborazione può esprimersi in due distinte direzioni: quale risorsa occupazionale
vera e propria, particolarmente attenta anche ai bisogni relazionali di carattere soggettivo;
quale esperienza propedeutica all’inserimento nel mondo del lavoro (occupabilità),
attraverso graduali processi di maturazione delle capacità prestazionali e sociali dei diretti
interessati.
Da ciò ne consegue la necessità di avviare un organico programma di sostegno prevedendo
un impegno da parte degli Enti Pubblici e delle aziende private ad utilizzare in modo più
ampio e sistematico cooperative sociali di tipo B per lo svolgimento di servizi adatti al loro
impiego, affidando loro, in via prioritaria, committenze e/o promuovendo attivamente il
“mercato” sollecitandole ad impegnarsi in ambiti di attività che permettano anche lo
sviluppo di nuovi piani imprenditoriali.
Una straordinaria occasione, un’azione propedeutica e di sperimentazione territoriale di modelli
operativi, che vede come protagonisti tutti gli attori citati, sarà il progetto europeo EQUAL
“P.O.R.T.I.C.I.”, coordinato dalla Provincia di Bologna e di prossima attuazione.
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GLI INTERVENTI PROGRAMMATI PER FAVORIRE LA TRANSIZIONE AL LAVORO
Consorzio
Istituzione per la gestione dei
servizi sociali di C.S.P T.
Organizzazione di iniziative di
sensibilizzazione e informazione
alla cittadinanza sui problemi della
Elaborazioni di progetti volti a disabilità
sviluppare azioni di
Indagine sulle aziende del
orientamento e formazione
territorio, rispetto alla loro
professionale
disponibilità a collaborare a
progetti di transizione al lavoro
Elaborazione di progetti volti
Consolidamento interventi di
a sviluppare azioni di
inserimento lavorativo e
mediazione e sostegno
all'inserimento lavorativo e/o opportunità
occupazionale
Proseguimento collaborazione
cooperativa sociale Labor
Potenziare le azioni di
Studio fattibilità gestione del
consulenza ed informazione
Centro occupazionale da parte di
alle Imprese ed ai Soggetti
una cooperativa di tipo B
economici per un'efficace
incontro domanda/offerta
Proseguimento attività di tirocini
formativi
Ridefinizione modalità di
Partecipazione al tavolo tecnico
partecipazione alle
della Provincia di Bologna (L.
commissioni (L.104/92 68/99)
L.68/99) per valutazione
gravità handicap e
compatibilità lavorativa
Ampliare le relazioni con le
entità presenti sul territorio
Predisposizione di idonei
percorsi di inserimento
attraverso adeguate azioni di
accompagnamento e
tutoraggio
Ausl
Impegno a d utilizzare
cooperative Sociali di tipo B per
lo svolgimento di servizi
(attività di manutenzione quali
falegnameria e verde; attività di
stampa) e per lo sviluppo di
iniziative innovative di
occupazione e lavorativa e
integrazione sociali (gestione di
attività di bar e ristorazione)
Realizzazione di un nuovo corso
di formazione professionale
finanziato dall’Assessorato alla
Formazione Professionale della
Provincia di Bologna, progettato
e gestito dal Consorzio Sol.Co. e
dal DSM.
Ampliamento della
collaborazione con il Consrizo
Sol.Co per nuovi inserimenti
lavorativi e progettuali di
transizione al lavoro (borsa
lavoro)
Nascita nuova Cooperativa di
tipo B per la gestione di un bar
(ex centro sociale del DSM)
Partecipazione al tavolo tecnico
provinciale Salute Mentale e
lavoro
Ampliare gli interventi
catamnestici sugli inserimenti
problematici pregressi
Sviluppo dell’integrazione con
Consorzio e Istituzione di Castel
San Pietro Terme
Prosecuzione
convenzionamento con
Coop.Sociali di tipo B per
tirocini riabilitativooccupazionali
Partecipazione alle
commissioni (L.104/92 L.68/99) per valutazione
gravità handicap e
compatibilità lavorativa
Partecipazione al tavolo
tecnico della Provincia di
Bologna (L. 68/99)
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3.4 AREA ANZIANI
TABELLA 2 – FATTORI POSITIVI E CRITICI EMERGENTI DALL’ANALISI DI DOMANDA ED OFFERTA
FATTORI POSITIVI
FATTORI CRITICI
Elevato numero di servizi
Risposta all’aumento dei bisogni di prevenzione
sociale, in modo particolare per anziani soli (
singoli o in coppia)
Diversificazione dei servizi
Scarto tra i bisogni di assistenza domiciliare e
l’offerta di servizi nelle sue diverse articolazioni
Diffusione e interventi di prevenzione
sociale
Risposta all’aumento della domanda di
personalizzazione dei servizi
Ricchezza ed articolazione
dell’associazionismo e del volontariato
Risposta all’aumento dell’esigenza di ambienti
protesici nelle case abitate dagli anziani
Avvio interventi di sollievo
Risposta all’aumento della domanda di sollievo
per le famiglie che assistono anziani a domicilio
Crescita della cultura della domiciliarità
Mancanza di offerta agli anziani di servizi
domiciliari gestiti dal privato sociale
Lavoro di rete tra le associazioni,
volontariato e servizi pubblici
Risposta all’esigenza di potenziare il lavoro di
rete tra istituzioni, volontariato e associazioni
Presenza del Consorzio come entità che
favorisce l’integrazione della rete sul piano
della pianificazione e della gestione
Risposta all’aumento delle “badanti” non
professionalizzate e non regolarizzate
Istituzione di Castel San Pietro Terme
come modello gestionale che produce
“best practics”
Mancanza di un servizio di pronto soccorso
sociale nell’arco delle 24 ore
Modello organizzativo di trasporto per
anziani non autosufficienti e disabili a
Castel San Pietro Terme, Dozza, Castel
Guelfo e in Vallata gestito con il
volontariato
Insufficienza di un adeguato servizio di
trasporto agevolato per persone con problemi di
mobilità nei Comuni di Imola e Mordano
Cento Polifunzionale “Villa Scardovi” come
modello di integrazione fra servizi
Monitoraggio giornaliero degli utenti degli
alloggi protetti
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TABELLA 3
- PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 2002 AREA ANZIANI
CONSOLIDAMENTO
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
Inserimento di anziani a rischio di non
autosufficienza in Gruppi Appartamento
Formulazione di un piano per un intervento
sociale qualificato nei Gruppi Appartamento
Alloggi comunali ad uso sociale(alloggi per
l'emergenza e alloggi protetti): gestione dell'attuale
patrimonio ristrutturazione e messa a norma
Ricerca appartamenti nei Comuni del Consorzio
per promozione del servizio
Avvio di n° 3 posti convenzionati in casa protetta
Convenzioni con le Strutture pubbliche e private che per il sollievo delle famiglie; eventuale aumento di
ospitano anziani con retta a carico del Consorzio
ulteriori n.3 posti a carico del Consorzio in
relazione alla domanda
Verifica programmata dei piani personalizzati degli
ospiti in strutture da parte dell’èquipe che ha in
Approfondimento del confronto con Ausl Imola
carico l’anziano
sulla possibilità di ampliare il numero dei posti
convenzionati in casa protetta anche in relazione
Gestione Casa protetta comunale di Castel S. Pietro alla prossima attivazione di 25 nuovi posti alla
Terme: mantenimento e consolidamento degli
Casa protetta di Castel S. Pietro e alla situazione
standard qualitativi
della Casa protetta “Toschi” di Dozza
Analisi dei costi delle case protette con posti
convenzionati
Definizione e verifica degli indicatori di comfort
alberghieri
Gruppo di lavoro coordinato dal Distretto per
definire elementi comuni che devono essere
contenuti nei PAI di strutture residenziali e
semiresidenziali, territoriali e con la
partecipazione di figure professionali sociali e
sanitarie
Affidamento al Gruppo tecnico del SAA della
definizione di linee guida per gli strumenti di
informazione all’utenza sui livelli e la tipologia
dell’intervento assistenziale
Casa protetta comunale di Castel San Pietro
Terme: potenziamento della presenza del
personale, miglioramento del comfort abitativo
(ampliamento spazi comuni, istallazione area
condizionata)
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INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE
DI NUOVI INTERVENTI O SERVIZI
"Condominio solidale": gestione, verifica
semestrale del progetto (ammissioni,
domanda, costi) ed implementazione del
Gruppo di Gestione sociale quale équipe
corresponsabile nella realizzazione d i
tale progetto
Case protette comunale di Castel San
Pietro Terme e “Toschi” di Dozza:
modifica del servizio di ristorazione
(produzione diretta tramite cucine
comunali Certificate)
Gestione Casa protetta "Toschi" di Dozza:
integrazione con la rete dei servizi (anche
attraverso il trasporto)
Centro di Animazione Sociale: introduzione di
nuove competenze professionali e ampliamento
dell'apertura giornaliera, con fornitura dei pasti;
allestimento e trasferimento del Centro di
Animazione Sociale nella nuova sede presso S.
Zennaro
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Potenziamento delle attività del Centro diurno in
collegamento con il Centro sociale e in generale
del Centro Polifunzionale "Villa Scardovi "
Interventi di assistenza economica: valutazione
sull'andamento degli interventi ed eventuale
modifica criteri e modalità di erogazione
Assegno di cura a favore degli anziani colpiti da
demenza (progetto consortile demenze
finanziamento RER)
Gestione fondo unico per gli Assegni di cura.
Incremento delle risorse disponibili del 39,1%
rispetto al 2001 - Obiettivo circa 460 utenti (+83
sul 2001)
Verifica dell'andamento demografico e quindi del
rispetto degli indici regionali
Elaborazione di ipotesi per l'accreditamento di
Attuazione del nuovo regolamento sugli assegni
strutture e soggetti fornitori di assistenza al domicilio di cura per gli anziani
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
Organizzazione iniziativa di formazione rivolta alle
figure coinvolte nell'accreditamento
Trasporto: estensione al territorio di Dozza,
potenziamento con un automezzo attrezzato,
ipotesi mezzi ecologici
SOSTEGNO FAMILIARE
Potenziamento interventi di Assistenza
domiciliare (compresi pasti a domicilio) +8,7%
sulla spesa del 2001con l'obiettivo di arrivare a
300 utenti, 18.041 ore e 86.635 prestazioni;
+4,8% nel 2003 sulla spesa del 2002 che viene
consolidato nel 2004
Qualificazione del servizio di assistenza
domiciliare (compresi pasti a domicilio) con
interventi completativi
Telesoccorso: accordo con Azienda
Municipalizzata Imola per la gestione,
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Sperimentazione prestiti sull'onore
Sensibilizzazione della comunità al tema
della demenza e realizzazione di un
corso di formazione per familiari di
anziani affetti da demenza in
collaborazione con l’Associazione
Alzheimer
potenziamento del servizio, iniziative promozionali
DSM: sostegno ai care givers
Promozione del volontariato e gestione delle
convenzioni con AUSER e ANTEA
Collaborazione alla ricerca sugli anziani con i
Comuni consorziati
Organizzazione iniziative ricreative e culturali in
collaborazione con i Centri sociali, pro loco e
Associazioni
Rafforzamento attività di volontariato
Rinnovo convenzioni con Centri Sociali e orti
anziani e contestuale riprogettazione.
INTERVENTI
TERRITORIALI, DI
ORIENTAMENTO E
PREVENZIONE
Avvio progetto "Anziani soli" nel Forum Centro in
collaborazione con Associazioni di volontariato
AUSER, ANTEA, Gruppo Tempo Libero, OO.SS. Di
categoria
Predisposizione di un nuovo regolamento per
l'incentivazione delle attività di pubblica utilità
Collaborazione con l'Amministrazione comunale di
Corciano per attività " in rete" fra gli anziani dei due
Comuni
Promozione del volontariato sia all'interno delle
strutture che a domicilio (vacanze estive protette,
spesa a domicilio, consegna farmaci, …)
Estensione convenzione con Auser
Progetto "insieme": azioni positive per
ridurre la solitudine e favorire un ruolo
attivo (anche a favore di nuclei di
recente insediamento)
Ampliamento ore affidate ad anziani di pubblica
utilità
Organizzazione Centro estivo di
socializzazione per anziani
Rafforzare l'integrazione con i servizi sanitari per
le cure domiciliari (applicazione di protocolli,
metodologie e procedure per il SADI, l'ADI):
approfondimento sulle modalità di integrazione
per la realizzazione dell’ADI
Predisposizione della rilevazione dei
tempi di attivazione dell’UVG
Protocollo d’intesa con il Dipartimento Salute
Mentale per i casi seguiti congiuntamente
Gestione integrata delle nuove procedure per le
dimissioni protette e loro valutazione
Completamento della attività prevista nel progetto
sulle demenze a finanziamento regionale
(assistenza psicologica, domiciliare e legale) con
verifica dei risultati
Elaborazione del programma proposte vacanze e
turismo in Italia e all'estero
Organizzazione programma di attività di
prevenzione e tempo libero "Dall'autunno all'estate"
Erogazione contributi per la vacanza
Avvio di uno studio per la "messa in rete" di risorse
e collaborazioni con i Centri Sociali e anziani della
città
Gestione progetto per minorati sensoriali
Gestione di laboratorio di animazione sociale presso
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Studio di fattibilità per creare
l’Osservatorio per il monitoraggio dei
bisogni e la promozione di azioni
formative nell’ambito socio-sanitario
Studio sull’assistenza ad anziani
fornita da cittadini immigrati ed
emersione del lavoro sommerso
(badanti)
Studio di fattibilità per pianificare gli
interventi rivolti ad anziani affetti da
demenza senile.
La studio va collegato
all’approfondimento sulle possibilità
di ampliamento dei posti
convenzionati in Case protette. Va,
inoltre, definito un progetto per la
ristrutturazione della struttura
protetta per anziani attualmente
situata presso l’Ospedale Vecchio
il Centro Sociale INA CASA
Analisi delle qualità della vita degli anziani, in
collaborazione con i Centri Sociali, l'
Associazione Orti anziani e i Forum per una
valutazione sulle risposte finora offerte
Gestione convenzioni con i Centri Sociali:
programmazione comune vacanze estive (due
montagna, due mare) e soggiorni estivi in città
Iniziative culturali per la terza età e laboratori
tematici (anche nell'ambito dei progetti "Città
amiche dei bambini")
Partecipazione al Gruppo di lavoro per la direttiva
regionale demenze presso il Distretto
Proseguimento della collaborazione con il
Consultorio per le demenze/presenza di 1
assistente sociale
INTERVENTI DI
EMERGENZA
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TABELLA 4
- AMBITO TERRITORIALE DI EROGAZIONE
AREA ANZIANI
SUB AMBITO
PROVINCIA
AMBITO DISTRETTUALE
Gruppo di lavoro coordinato
dal Distretto per definire
elementi comuni che devono
essere contenuti nei PAI di
strutture residenziali e
semiresidenziali, territoriali e
con la partecipazione di figure
professionali sociali e sanitarie
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
CONSORZIO SERVIZI SOCIALI
DI IMOLA
Formulazione di un piano per un
intervento sociale qualificato nei
Gruppi Appartamento
SUB AMBITO
ISTITUZIONE PER LA GESTIONE DEI SERVIZI
SOCIALI DEL COMUNE DI
CASTEL SAN PIETRO TERME
Alloggi comunali ad uso sociale(alloggi
per l'emergenza e alloggi protetti):
gestione dell'attuale patrimonio,
ristrutturazione e messa a norma
Ricerca appartamenti nei Comuni
del Consorzio per promozione del Gestione Casa protetta comunale di
Castel S. Pietro Terme: mantenimento
servizio
e consolidamento degli standard
Inserimento di anziani a rischio di qualitativi, potenziamento della
Affidamento al Gruppo tecnico non autosufficienza in Gruppi
presenza del personale, modifica del
del SAA della definizione di
servizio di ristorazione (produzione
Appartamento "Condominio
linee guida per gli strumenti di solidale": gestione, verifica
diretta tramite cucine comunali
informazione all’utenza sui
Certificate), miglioramento del confort
semestrale del progetto
livelli e la tipologia
abitativo (ampliamento spazi comuni,
dell’intervento assistenziale
istallazione area condizionata)
"Condominio solidale"
(ammissioni, domanda, costi) ed
Analisi dei costi delle case protette con
implementazione del Gruppo di
posti convenzionati
Gestione sociale quale équipe
corresponsabile nella
Definizione e verifica degli indicatori di
realizzazione di tale progetto
comfort alberghieri
Convenzioni con le Strutture
pubbliche e private che ospitano Approfondimento del confronto con
Ausl Imola sulla possibilità di ampliare
anziani con retta a carico del
il numero dei posti convenzionati in
Consorzio
casa protetta anche in relazione alla
prossima attivazione di 25 nuovi posti
Verifica programmata dei piani
alla casa protetta di Castel S. Pietro e
personalizzati degli ospiti delle
strutture da parte dell’èquipe che alla situazione della Casa protetta
“Toschi” di Dozza
ha in carico l’anziano
Analisi dei costi delle case
protette con posti convenzionati
Definizione e verifica degli
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Gestione Casa protetta "Toschi" di
Dozza: integrazione con la rete dei
servizi (anche attraverso il trasporto),
modifica del servizio di ristorazione
SINGOLO COMUNE
IMOLA
indicatori di comfort alberghieri
(produzione diretta termite cucine
comunali Certificate)
Approfondimento del confronto
con Ausl Imola sulla possibilità di
ampliare il numero dei posti
convenzionati in casa protetta
anche in relazione alla prossima
attivazione di 25 nuovi posti alla
casa protetta di Castel S. Pietro
Avvio di n° 3 posti convenzionati
in casa protetta per il sollievo
delle famiglie; eventuale aumento
di ulteriori n.3 posti a carico del
Consorzio in relazione alla
domanda
Centro di Animazione Sociale:
introduzione di nuove
competenze professionali e
ampliamento dell'apertura
giornaliera, con fornitura dei
pasti;
allestimento e trasferimento del
Centro di Animazione Sociale
nella nuova sede presso S.
Zennaro
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
DSM: sostegno ai care givers
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Interventi di assistenza
economica: valutazione
Gestione fondo unico per gli
sull'andamento degli interventi di
Assegni di cura. Incremento delle assistenza economica ed
risorse disponibili del 39,1%
eventuale modifiche criteri e
rispetto al 2001 - Obiettivo circa modalità di erogazione
460 utenti (+83 sul 2001)
Elaborazione di ipotesi per
Verifica dell'andamento
l'accreditamento di strutture e
demografico e quindi del rispetto soggetti fornitori di assistenza al
degli indici regionali
domicilio
Attuazione del nuovo
Potenziamento interventi di
regolamento sugli assegni di cura Assistenza domiciliare +8,7%
per gli anziani
sulla spesa del 2001con
l'obiettivo di arrivare a 300 utenti,
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Potenziamento delle attività del Centro
diurno in collegamento con il Centro
sociale e in generale del Centro
Polifunzionale "Villa Scardovi"
Interventi di assistenza economica:
potenziamento e avvio della revisione
del regolamento
Sperimentazione prestiti sull'onore
Organizzazione iniziativa di
formazione rivolta alle figure coinvolte
nell'accreditamento
Qualificazione del servizio di
assistenza domiciliare con interventi
completativi
Telesoccorso: potenziamento del
servizio, iniziative promozionali
18.041 ore e 86.635 prestazioni;
+4,8% nel 2003 sulla spesa del
2002 che viene consolidato nel
2004
Telesoccorso: accordo con
Azienda Municipalizzata Imola
per la gestione, iniziative
promozionali
Sensibilizzazione della comunità
al tema della demenza e
realizzazione di un corso di
formazione per familiari di anziani
affetti da demenza in
collaborazione con l’Associazione
Alzheimer
Rafforzare l'integrazione con i
servizi sanitari per le cure
domiciliari (applicazione di
protocolli, metodologie e
procedure per il SADI, l'ADI):
approfondimento sulle modalità di
integrazione per la realizzazione
dell’ADI
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
Gestione integrata delle nuove
procedure per le dimissioni
protette e loro valutazione
Partecipazione al Gruppo di
lavoro per la direttiva regionale
demenze presso il Distretto
Predisposizione della rilevazione
dei tempi di attivazione dell’UVG
Studio di fattibilità per creare
l’Osservatorio per il
monitoraggio dei bisogni e la
promozione di azioni formative
nell’ambito socio-sanitario
Studio sull’assistenza ad
Ampliamento ore affidate ad
anziani di pubblica utilità
Assegno di cura a favore degli anziani
colpiti da demenza (progetto consortile
demenze finanziamento RER)
Attività di formazione e sostegno alle
famiglie
Trasporto: estensione al territorio di
Dozza, potenziamento con un
automezzo attrezzato, ipotesi mezzi
ecologici
Iniziative culturali per la terza età e
Erogazione contributi per la
laboratori tematici (anche nell'ambito
vacanza
dei progetti "Città amiche dei bambini")
Collaborazione alla ricerca sugli
Organizzazione iniziative
anziani con i Comuni consorziati Promozione del volontariato sia
ricreative e culturali in
all'interno delle strutture che a
collaborazione con i Centri
Promozione del volontariato e
domicilio (vacanze estive protette,
sociali, pro loco e Associazioni
gestione delle convenzioni con
spesa a domicilio, consegna farmaci,
AUSER e ANTEA
…) Estensione convenzione con Auser Rafforzamento attività di
volontariato
Completamento della attività
Gestione convenzioni con i Centri
prevista nel progetto sulle
Sociali: programmazione comune
Rinnovo convenzioni con
demenze a finanziamento
vacanze estive (due montagna, due
Centri Sociali e orti anziani e
regionale (assistenza psicologica, mare) e soggiorni estivi in città
contestuale riprogettazione
domiciliare e legale) con verifica
dei risultati
Progetto "insieme": azioni positive per Avvio progetto "Anziani soli"
ridurre la solitudine e favorire un ruolo nel Forum Centro in
Protocollo d’intesa con il
attivo (anche a favore di nuclei di
collaborazione con
Dipartimento Salute Mentale per i recente insediamento)
Associazioni di volontariato
casi seguiti congiuntamente
AUSER, ANTEA, Gruppo
Protocollo d’intesa con il Dipartimento Tempo Libero, OO.SS. Di
Salute Mentale per i casi seguiti
categoria
congiuntamente
Predisposizione di un nuovo
regolamento per
l'incentivazione delle attività di
pubblica utilità
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anziani fornita da cittadini
immigrati ed emersione del
lavoro sommerso (badanti)
Collaborazione con
l'Amministrazione comunale di
Corciano per attività " in rete"
fra gli anziani dei due Comuni
Studio di fattibilità per
pianificare gli interventi rivolti
ad anziani affetti da demenza
senile.
La studio va collegato
all’approfondimento sulle
possibilità di ampliamento dei
posti convenzionati in Case
protette. Va, inoltre, definito il
progetto per la ristrutturazione
della struttura protetta per
anziani attualmente situata
presso l’Ospedale Vecchio
Elaborazione del programma
proposte vacanze e turismo in
Italia e all'estero
Organizzazione Centro estivo
di socializzazione per anziani
Organizzazione programma di
attività di prevenzione e tempo
libero "Dall'autunno all'estate"
Avvio di uno studio per la
"messa in rete" di risorse e
collaborazioni con i Centri
Sociali e anziani della città
Consultorio per le
demenze/presenza di 1
assistente sociale
Protocollo d’intesa con il
Dipartimento Salute Mentale per i
casi seguiti congiuntamente
Gestione progetto per minorati
sensoriali
Gestione di laboratorio di
animazione sociale presso il
Centro Sociale INA CASA
Analisi delle qualità della vita
degli anziani, in
collaborazione con i Centri
Sociali, l' Associazione Orti
anziani e i Forum per una
valutazione sulle risposte
finora offerte
INTERVENTI DI
EMERGENZA
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STUDIO SULL’ASSISTENZA AD ANZIANI FORNITA DA CITTADINI IMMIGRATI
ED EMERSIONE DEL LAVORO SOMMERSO (BADANTI)
La realtà imolese, al pari di altri contesti, è interessata in questi ultimi anni da due fenomeni tra loro
interrelati che hanno un impatto diretto non solo sul quadro demografico ma anche nei sistemi
socio-economici e di erogazione dei servizi: l’invecchiamento della popolazione con la sua crescita
di fabbisogno assistenziale e l’immigrazione con la conseguente disponibilità femminile al lavoro di
cura.
Parallelamente, con tratti pressoché uniformi nel distretto, si è significativamente evidenziata la
riduzione della domanda per il ricovero in struttura, la limitata propensione ad utilizzare servizi
territoriali di tipo formale come il Centro Diurno e l’assistenza domiciliare, la forte richiesta di
assegni di cura.
La diffusione crescente di forme di aiuto informale, non ancorate alla rete familiare, ma piuttosto
alla presenza di persone straniere,in particolare donne, viene percepita in maniera unanime
dall’osservatorio dei servizi (sociali e sanitari), del privato sociale e del volontariato, delle
organizzazioni sindacali, di differenti agenzie economiche e produttive, degli organi di polizia ecc..
Le esperienze concrete di assistenza ad anziani più o meno non autosufficienti fornita da stranieri
sono estremamente articolate e diversificate e il fenomeno non è certo di facile lettura anche per il
ricorso frequente al lavoro cosiddetto sommerso. Nel nostro territorio pare comunque aver maggior
diffusività presso le famiglie che si avvalgono di personale straniero, l’assistenza full time o night
and day data la difficoltà a reperire personale italiano disponibile a sostenere assistenze giornaliere
prolungate a costi estremamente vantaggiosi o a ricondurre i diversificati bisogni propri del menage
quotidiano ad una unica figura assistenziale. Il ricorso al mercato delle “badanti straniere” è inoltre
rafforzata dalla incapacità/impossibilità dei servizi domiciliari pubblici di offrire prestazioni
complessive e di lunga durata e a costi sostenibili per le famiglie.
Oggi non disponiamo di dati precisi sulle modalità di reclutamento attivate dalle famiglie, sulle
attività svolte (di colfaggio, di assistenza tutelare, di compagnia, ecc.), sui livelli formativi, sulle
tutele previdenziali e assicurative di cui realisticamente godono.
Allo stesso modo non è precisato quali siano da un lato i ruoli e i bisogni dell’utenza che vi ricorre,
e d’altro lato le competenze e le abilità professionali richieste a questo personale; infine da ultimo,
anche quali siano gli standard per le prestazioni assistenziali e domestiche svolte da immigrati di
conseguenza i punti di convergenza tra domanda e offerta.
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Da quanto detto si evince che le tematiche che caratterizzano l’assistenza ad anziani prestata da
immigrati sono diverse, complesse e interdipendenti e pertanto ognuna deve essere adeguatamente
rilevata, valutata e sviluppata: infatti la comprensione del fenomeno si pone come essenziale per
volgere a soluzioni che riguardino l’emersione di questa tipologia di lavoro con strategie che siano
di sviluppo della domiciliarità e di promozione sociale.
Una prima importante azione progettuale scaturita anche dalle riflessioni del Tavolo Area Anziani
potrebbe essere la realizzazione di uno Studio-ricerca a livello locale capace di fornire elementi
quantitativi e qualitativi relativamente al fenomeno da osservare. L’indagine potrà focalizzarsi su
campi di osservazione predeterminati, a titolo di esempio potrebbero essere studiate le famiglie
titolari di assegno di cura e le famiglie che accedono a servizi o interventi socio-sanitari come le
dimissioni protette, l’assistenza domiciliare e i Centri Diurni. Al fine di allargare la conoscenza del
fenomeno, potrà essere oggetto di osservazione anche la tipologia assistenziale messa in atto
antecedentemente al ricovero in struttura e in caso di uscita/rinuncia della struttura, in modo da
rilevare l’esistenza di un legame tra i flussi di ricovero in struttura e l’assistenza di badanti.
Affinché si possa affrontare il tema con un approccio mirato, basato sull’informazione e la
conoscenza, che possa condurre a percorsi formativi flessibili e innovativi, è indispensabile la
collaborazione di diversi soggetti e il collegamento sia con la situazione regionale (o provinciale)
sia con ricerche, esperienze, o progetti già realizzati come ad esempio quella del Comune di
Modena o delle ACLI di Bologna.
Lo Studio proposto potrebbe confluire in seno all’Osservatorio dei bisogni e percorsi formativi, un
punto integrato di rilevazione di rivisitazione e di progettazione di itinerari di prima formazione e
di aggiornamento.
Lo Studio potrà altresì , in fasi successive, condurre a intravedere modalità per l’ottimizzazione del
lavoro di cura prestato da immigrati, costituendo la premessa conoscitiva per azioni coordinate che
riguardano i
processi di inculturazione e inserimento sociale, la regolarizzazione del lavoro,
l’accreditamento delle strutture impegnate nel settore.
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STUDIO DI FATTIBILITÀ SULLA PIANIFICAZIONE DI INTERVENTI RIVOLTI AD
ANZIANI AFFETTI DA DEMENZA SENILE
La popolazione anziana affetta dalle diverse forme di demenza è in crescita costante; questa
tendenza è destinata ad aumentare in considerazione della prevalenza delle demenze nella
popolazione ultraottantenne e dell’allungamento della aspettativa di vita.
Secondo uno studio del CNR, nel nostro territorio vengono stimati al 31.12.98 n. 1276 casi di
demenza con una incidenza di 223 nuovi casi all’anno. Si è riscontrato che la rete integrata dei
servizi socio-sanitari dell’imolese , in particolare RSA, Case Protette e Centri Diurni, accoglie già
una percentuale molto elevata di anziani affetti da demenza o Alzheiemer. I rilevanti risvolti di tipo
relazionale, affettivo, sociale ed economico, oltre che naturalmente sanitario richiedono progetti di
intervento fortemente caratterizzati dalla globalità dell’approccio e dalla qualificazione
dell’assistenza.
Le politiche territoriali rivolte al tema della demenza , che sono state più volte oggetto di riflessione
nel processo di costruzione dei Piani di zona, sia che riguardino la domiciliarità sia che riguardino
la residenzialità, devono obbligatoriamente confrontarsi con bisogni complessi della sfera personale
delle persone malate,
delle reti di supporto familiare ma anche delle strutture preposte
all’erogazione dei servizi e interventi.
Infatti se occorre consolidare e rafforzare il lavoro di cura dei familiari e migliorare le condizioni
assistenziali dei malati, è anche vero che occorre adeguare e in un certo modo specializzare la rete
dei servizi nella assistenza ai dementi.
In questa sede va posto l’obiettivo di una valutazione circa la capacità di risposta e il grado di
qualificazione
delle strutture
esistenti con riguardo particolare alle strutture residenziali e
semiresidenziali. La misura dell’adeguatezza può essere fatta prendendo a riferimento alcuni
parametri di per sé indicativi (peraltro già contenuti nella direttiva regionale) e cioè la creazione di
un ambiente protesico, la personalizzazione dei piani di assistenza, la formazione degli operatori.
Oggi alcune criticità appaiono ricondursi da un lato alla formazione degli operatori in una
prospettiva di integrazione, anche se da parte delle strutture e dei servizi già si sono realizzate
esperienze significative e integrate di crescita professionale e dall’altro alla scarsa domanda di
Centro Diurno. Quest’ultimo, che accoglie già una alta percentuale di persone affette da demenza,
oggi ha un carattere polivalente e soprattutto è poco richiesto: le ragioni sono state individuate nelle
limitazioni connesse al servizio di trasporto e nell’elevato costo della retta, al di là delle integrazioni
economiche del Consorzio applicate su una parte dei casi inseriti.
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Collocandoci in una prospettiva futura, utilizzando i dati e le conoscenze oggi disponibili, non
possiamo comunque esimerci da un approfondimento sulla necessità di creare o non nuovi presidi,
residenziali o diurni, per l’accoglienza di persone dementi. Uno studio di fattibilità orientato a nuovi
o diversi interventi a favore di questa particolare tipologia di anziani, richiede necessariamente
l’apporto di diversi soggetti, in primo luogo di quanti gestiscono già presidi o detengono risorse per
nuove realizzazioni. Va colta indubbiamente sia la proposta avanzata dalle IPAB di riconvertirsi
rispetto ai nuovi bisogni sia l’orientamento della Fondazione a realizzare strutture specializzate.
La studio va collegato all’approfondimento sulle possibilità di ampliamento dei posti convenzionati
in Case protette. Va, inoltre, definito il progetto per la ristrutturazione della struttura protetta per
anziani attualmente situata presso l’Ospedale Vecchio.
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OSSERVATORIO PER IL MONITORAGGIO DEI BISOGNI E LA PROMOZIONE DI
AZIONI DI FORMAZIONE NELL’AMBITO SOCIO-SANTIARIO
Le politiche di rete caratterizzanti gli interventi sociali, stanno assumendo contorni più precisi e si
stanno definendo quali interventi “personalizzati” capaci di superare i limiti di un sistema di welfare
standardizzato e burocratico per tendere a “modellarsi sulle specifiche esigenze di chi vi si affida”.
In questo ambito la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi passa attraverso
politiche e prestazioni coordinate nei diversi settori della vita sociale, integrando servizi alla
persona e alla famiglia con eventuali misure economiche di sostegno e attraverso la definizione di
percorsi miranti ad ottimizzare le risorse, impedire sovrapposizione di competenze e
settorializzazione delle risposte.
Aspetto importante di questa tematica è quello riguardante le professioni socio-sanitarie. Esiste
infatti una stretta correlazione tra qualità del servizio erogato e qualità del personale, e la
valorizzazione di questa relazione va considerata uno dei livelli essenziali che ogni ambito
territoriale deve assicurare ai cittadini presenti su quel territorio.
I dati rilevabili sul nostro territorio e le sollecitazioni poste dalle varie istanze presenti al tavolo
indicano come sia necessario realizzare un’assistenza più individualizzata di quella che oggi si
eroga; ciò al fine di migliorare il servizio reso all’utente ma anche per evitare percorsi generici che
rischiano di polverizzare le figure professionali senza qualificarne le competenze.
In questo contesto tuttavia sono sempre più evidenti elementi di criticità con i quali è più che mai
opportuno confrontarsi:
•
Il fenomeno delle badanti è ormai una presenza forte nel mercato dell’assistenza a fronte di
una potenzialità competitiva dei servizi assai scarsa nell’erogazione di interventi con quelle
caratteristiche.
•
La proliferazione di corsi, percorsi, titoli di studio che ha visto moltiplicarsi l’offerta
formativa non sempre indirizzata in modo coerente e governabile.
•
La “gravosità” di alcuni percorsi formativi se rapportata alla realtà del mercato del lavoro
nel nostro territorio e al profilo professionale acquisito.
Oltre a ciò appare sempre più evidente la necessità di garantire un’adeguata risposta in termini di
professionalità dinamiche ed aggiornate a tutte le figure che operano nel settore sociale per
migliorare, aggiornare e riqualificare la professione posseduta, consolidando competenze e standard
formativi.
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Va sperimentata in tal senso la capacità dei sistemi di istruzione e di formazione di rendere
operativo lo strumento del riconoscimento reciproco dell’istituto dei “crediti formativi” per
un’effettiva alternanza scuola/lavoro e formazione/lavoro, che costituisce premessa necessaria alla
realizzazione della formazione continua, quale percorso che accompagna tutte le fasi della vita
professionale, adeguando in tempo reale le competenze al mutare della realtà in cui si opera.
E’ comunque importante in questa prima fase cogliere le indicazioni emerse dal dibattito per creare
le premesse per un coordinamento operativo tra le diverse istanze istituzionali variamente
interessante a dare una risposta qualitativamente efficace alla domanda di qualificazione del settore
fornendo al contempo un contributo per la costruzione di politiche e strategie dell’assistenza
finalizzate a costruire ed orientare sia i cambiamenti nei servizi e nelle professionalità, sia nella
formazione degli operatori.
Si sottolinea altresì la necessità di prevedere percorsi di formazione anche per le famiglie (in
particolare titolari di assegno di cura) e per il volontariato.
In questa visione anche strategica si colloca la proposta di costituzione di un tavolo di confronto in
ambito consortile, con la partecipazione di Enti Pubblici (Consorzio Servizi Sociali di Imola,
Istituzione per la gestione dei Servizi Sociali del Comune di Castel San Pietro Terme,
Amministrazione Provinciale - Circondario di Imola), AUSL, IPAB, Organizzazioni Sindacali di
categoria, Cooperazione Sociale, Enti di Formazione ed Istituti Scolastici ad indirizzo sociale, in cui
realizzare uno studio di fattibilità volto ad individuare modalità, strumenti e risorse atte alla
creazione di un “ Osservatorio per il monitoraggio dei bisogni e la promozione di azioni di
formazione nell’ambito socio-assistenziale.”
Si tratta in altri termini di contribuire, con la creazione di un tavolo di lavoro interistituzionale, alla
sistematizzazione delle figure professionali appartenenti al settore socio-assistenziale avviando al
contempo, là dove possibile, un’azione di “manutenzione” sull’esistente per adeguare le professioni
ai mutamenti prima indicati, (con particolare riferimento all’emersione del fenomeno “badanti”)
analizzarne i bisogni formativi, individuare attività, conoscenze e competenze necessarie alle stesse
figure, affinché siano in grado di rispondere alle nuove caratteristiche dei servizi e alle mutate
esigenze degli utenti, e, conseguentemente elaborare i relativi Piani formativi.
L’obiettivo quindi è quello di arrivare a condividere una modalità strategica di lavoro comune che
vada nello stile della responsabilità condivisa e quindi del necessario coinvolgimento delle famiglie
mediante attività conoscitive e formative per svolgere un ruolo attivo nel dialogo con gli
“operatori”.
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ISTITUZIONI PUBBLICHE DI ASSISTENZA E BENEFICENZA DEL TERRITORIO IMOLESE
Casa di Riposo per Inabili al Lavoro di Imola
AZIONI DI CONSOLIDAMENTO
Sulle tre seguenti strutture sono in corso interventi tesi al miglioramento continuo della qualità del servizio
Partendo dalle azioni finalizzate al mantenimento e consolidamento degli standard qualitativi raggiunti nel
corso degli anni precedenti, per il 2002 nella pianificazione dell’Ipab sono previste le seguenti azioni di
sviluppo e miglioramento:
STRUTTURA
CASA PROTETTA
posti residenziali
convenzionati: 185
CENTRO DIURNO
posti residenziali
convenzionati: 20
AZIONI DI SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
comfort alberghiero
attivazione impianto aria condizionata
potenziamento impianto aerazione bagni ciechi
imbiancature reparti
sistemazione area verde
attivazione impianto ossigeno centralizzato
sistemazione magazzini
sostituzione arredi zone comuni e stanze
qualificazione ulteriore del servizio di pulizie e ristorazione
animazione:
potenziamento del servizio sia nei contenuti che nelle ore dedicate
formazione:
indirizzata ad ADB e RAA per una maggiore consapevolezza del ruolo
integrazione
ripuntualizzazione e verifica contenuti dei pai
riproposizione e sviluppo del lavoro integrato
pianificazione attività terapisti della riabilitazione
qualita’:
audit interni programmati
altro:
attivazione posti di temporaneità
innovazione
definizione di un sistema di rilevazione
valutazione e soluzione delle criticità
comfort alberghiero:
edificazione magazzini nuovi
qualificazione ulteriore del servizio di pulizie e ristorazione
animazione:
potenziamento del servizio sia nei contenuti che nelle ore dedicate
formazione:
indirizzata ad adb e raa per una maggiore consapevolezza del ruolo
integrazione:
ripuntualizzazione e verifica contenuti dei pai
riproposizione e sviluppo del lavoro integrato
pianificazione attività terapisti della riabilitazione
qualità:
audit interni programmati
altro:
riduzione costo trasporti
innovazione:
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definizione di un sistema di rilevazione
valutazione e soluzione delle criticità
RESIDENZA
SANITARIA ASS.LE
posti residenziali
convenzionati:70
comfort alberghiero:
qualificazione ulteriore del servizio di pulizie e ristorazione
animazione:
potenziamento del servizio sia nei contenuti che nelle ore dedicate
formazione:
indirizzata ad adb e raa per una maggiore consapevolezza del ruolo
integrazione:
ripuntualizzazione e verifica contenuti dei pai
riproposizione e sviluppo del lavoro integrato
pianificazione attività terapisti della riabilitazione
qualità:
audit interni programmati
innovazione:
definizione di un sistema di rilevazione
valutazione e soluzione delle criticità
AZIONI INNOVATIVE
Definizione di un sistema di rilevazione
valutazione e soluzione delle criticità
Accreditamento:integrazioni e verifica scheda auto valutazione,
Formazione quadri
Carta dei Servizi
formazione
Specifica sulle demenze per tutto il personale
Studio di fattibilità finalizzato ad una gestione associata
dei servizi
Opera Pia “S.Maria”
CASA PROTETTA DI
TOSSIGNANO
n° utenti 43
CASA PROTETTA DI
FONTANELICE
n° utenti 30
CONSOLIDAMENTO
Mantenimento e consolidamento degli standard qualitativi.
Concretizzazione del sistema a rete di gestione con l’Istituzione di C.S. Pietro
Terme e Ipab di Imola.
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
Mantenimento della cucina interna – Progetto sperimentale di personalizzazione del
gusto.
Progetto Alzheimer . ritinteggiatura interna dei muri
Formazione mirata del personale
CONSOLIDAMENTO
Mantenimento e consolidamento degli standard qualitativi
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
Progettazione del nuovo appalto per la gestione globale
Progetto Alzheimer – Progettazione giardino con percorsi mirati
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3.5 AREA IMMIGRAZIONE
TABELLA 2 - FATTORI POSITIVI E CRITICI EMERGENTI DALL’ANALISI DI DOMANDA ED OFFERTA –
FATTORI POSITIVI
FATTORI CRITICI
Integrazione mediata nella scuola
Accesso ai diritti di cittadinanza
Lavoro integrato fra gli operatori
Concentrazione nelle aree rurali meno servite dai
trasporti pubblici
Attività di mediazione culturale che salvaguarda
Mancata unificazione dei percorsi d’accesso ai
la conservazione della cultura delle persone
servizi sociali e sanitari
straniere
Diffusa presenza di soggetti che organizzano la
domanda
Necessità di un maggior numero di mediatori culturali
Presenza dei servizi pubblici, privati e del
Terzo Settore
Scarso utilizzo dei servizi sanitari da parte delle
donne
Mancanza di una sede (Conferenza permanente)
dove gli stranieri possano esprimere le proprie
istanze
Problema casa (compresa la necessità di una sua
definizione quantitativa)
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TABELLA 3
- PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 2002 AREA IMMIGRAZIONE
CONSOLIDAMENTO E CONTENIMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
Gestione alloggi di prima accoglienza
Avvio di una struttura di prima
accoglienza per donne sole o con prole
INTERVENTI COMUNITARI
E RESIDENZIALI
Studio di fattibilità per la ridefinizione
delle risposte di prima accoglienza
abitativa
Gestione Sportello di prima accoglienza
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Mediazione linguistica e culturale per i minori
all’interno delle classi
ORIENTAMENTO E
PREVENZIONE
Estensione della mediazione linguistica e
culturale a tutte le scuole del territorio
Mediazione linguistica e culturale per la
responsabilizzazione delle madri nei percorsi
scolastici dei figli
Ambulatorio medico per cittadini stranieri
irregolarmente presenti sul territorio nazionale
INTERVENTI
TERRITORIALI, DI
Potenziamento del Servizio di assistenza,
consulenza e informazione legale
Realizzazione di uno sportello di
intermediazione tra domanda e offerta di
alloggio
Potenziamento del Centro interculturale per
donne native e migranti
Contributi economici
INTERVENTI DOMICILIARI
E DI SOSTEGNO
FAMILIARE
INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE
DI NUOVI INTERVENTI O SERVIZI
Attivazione di almeno 5 spazi distinti per
il doposcuola per bambini immigrati, in
collaborazione con le scuole e
l’associazionismo
Attivazione di uno sportello di
accoglienza per la facilitazione e la
valutazione dell’inserimento scolastico
Promuovere l'integrazione sociale del minore
immigrato e della madre (corsi di
alfabetizzazione di base e intensivi, educazione
all’interculturalità)
Sostegno alla donna immigrata durante la gravidanza
e il parto (accompagnamento nella fruizione dei servizi
Osservatorio delle immigrazioni
sanitari di ostetricia, ginecologia e pediatria) e
sostegno nell'affermazione del proprio ruolo familiare
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Promuovere l'integrazione sociale del
minore immigrato e della madre (corsi di
alfabetizzazione di secondo livello con il
coinvolgimento di studenti italiani)
Ricerca sui motivi di esclusione sociale
all’accesso dei servizi sanitari da parte
delle donne immigrate
Progetto formativo a supporto
dell’integrazione delle donne immigrate
nella Comunità montana Valle del
Santerno
Ricerca sui motivi di esclusione sociale
all’accesso dei servizi sanitari da parte
delle donne immigrate
Studio di fattibilità per un’agenzia per
la casa per i lavoratori in mobilità
Definizione di un progetto per un
Osservatorio permanente
sull’accesso alla salute per le donne e
le famiglie migranti
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Inserimento in luogo protetto dei minori stranieri non
accompagnati da adulti di riferimento e valutazione
per l’eventuale rimpatrio assistito
Formalizzazione del processo tecnico –
metodologico per la valutazione del rimpatrio
assistito
N.B. Le attività in corsivo sono rilevate anche nelle aree “diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” e “responsabilità familiari” che gestiscono la
materia e il finanziamento iscritto nella relativa tabella 6.
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TABELLA 4
- AMBITO TERRITORIALE DI EROGAZIONE: AREA IMMIGRAZIONE
PROVINCIA
AMBITO DISTRETTUALE
Gestione alloggi di prima accoglienza
INTERVENTI COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Avvio di una struttura di prima accoglienza per donne
sole o con prole
Studio di fattibilità per la ridefinizione delle risposte di
prima accoglienza abitativa
Gestione Sportello di prima accoglienza
Potenziamento del Servizio di assistenza,
consulenza e informazione legale
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Potenziamento del Centro interculturale per donne
native e migranti
Realizzazione di uno sportello di intermediazione tra
domanda e offerta di alloggio
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SUB AMBITO
SINGOLO COMUNE
Contributi economici
Mediazione linguistica e culturale per i minori
all’interno delle classi
Mediazione linguistica e culturale per la
responsabilizzazione delle madri nei percorsi
scolastici dei figli
INTERVENTI DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO FAMILIARE
Estensione della mediazione linguistica e culturale a
tutte le scuole del territorio
Attivazione di almeno 5 spazi distinti per il
doposcuola per bambini immigrati, in collaborazione
con le scuole e l’associazionismo
Attivazione di uno sportello di accoglienza per la
facilitazione e la valutazione dell’inserimento
scolastico
Ambulatorio medico per cittadini stranieri
irregolarmente presenti sul territorio nazionale
Sostegno alla donna immigrata durante la
gravidanza e il parto (accompagnamento nella
fruizione dei servizi sanitari di ostetricia, ginecologia
e pediatria) e sostegno nell'affermazione del proprio
ruolo familiare
INTERVENTI TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
Promozione dell'integrazione sociale del minore
immigrato e della madre (corsi di alfabetizzazione di
base e intensivi, corsi di alfabetizzazione di secondo
livello con il coinvolgimento di studenti italiani
educazione all’interculturalità)
Ricerca sui motivi di esclusione sociale all’accesso
dei servizi sanitari da parte delle donne immigrate
Progetto formativo a supporto dell’integrazione delle
donne immigrate nella Comunità montana Valle del
Santerno
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Studio di fattibilità per un’agenzia per la casa per
i lavoratori in mobilità
Definizione di un progetto per un Osservatorio
permanente sull’accesso alla salute per le donne
e le famiglie migranti
Inserimento in luogo protetto dei minori stranieri non
accompagnati da adulti di riferimento e valutazione
per l’eventuale rimpatrio assistito
INTERVENTI DI EMERGENZA
Formalizzazione del processo tecnico –
metodologico per la valutazione del rimpatrio
assistito
N.B. Le attività in corsivo sono rilevate anche nelle aree “diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” e “responsabilità familiar”i che gestiscono la
materia e le modalità di gestione nella relativa tabella 5.
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AGENZIA PER LA CASA PER I LAVORATORI IN MOBILITA’:
LINEE DI INDIRIZZO PER UN’ IPOTESI DI FATTIBILITA’
La casa deve essere considerato un diritto universale.
La garanzia di una casa accogliente e dignitosa, a canone sostenibile, con contratto sicuro e
trasparente è parte integrante delle politiche sociali che si caratterizzano per favorire
l’accoglienza, la coesione, l’integrazione.
Anche nella politiche abitative vanno evitate, nel limite del possibile, logiche dettate
dall’emergenza, perché producono effetti disgreganti a livello urbanistico e sociale.
Possono essere attivati interventi di emergenza, in una logica di servizio alla persona, qualora
siano chiare regole, tempi e responsabilità.
La richiesta di case per lavoratori in mobilità e per le loro famiglie ha attualmente carattere
molto esteso e richiede interventi differenziati, con la presenza di una pluralità di iniziative
pubbliche e private e la contemporanea presenza di più soggetti che operino altresì sul
versante culturale.
E’ consapevolezza diffusa che sono estese sia le preoccupazioni relative a concedere case in
affitto a cittadini non del luogo, sia le situazioni di rapporti senza legalità e rispetto delle
condizioni elementari di vita.
L’idea di costruire un’agenzia per la casa a favore dei lavoratori in mobilità appare un
obiettivo coerente all’analisi fin qui brevemente delineata.
Gli obiettivi dell’Agenzia sono:
acquisire la disponibilità di vani in affitto presso le abitazioni dei residenti per
ospitalità temporanee
favorire la locazione di alloggi , ponendosi come punto di incontro tra proprietari ed
inquilini nella salvaguardia degli interessi e dei diritti delle parti;
stimolare l’utilizzo ed il recupero del patrimonio edilizio esistente e disponibile,
attraverso interventi di auto manutenzione e contratti prolungati
garantire un sistema di garanzie per i locatari privati (fondo rotazione crediti, depositi
cauzionali, interventi straordinari, ecc)
studiare formule diverse a favore dei locatari :benefici fiscali, livelli di tassazione
locale, ecc
sostenere la disponibilità dei soggetti pubblici e privati a costruire nuovi alloggi in
affitto
fornire la necessaria assistenza legale ed assicurativa
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compiere qualsiasi operazione finanziaria , bancaria, mobiliare ed immobiliare utile
allo scopo
Si ritiene opportuno proporre uno studio di fattibilità , da concludersi entro l’anno 2002 che
veda operativamente impegnati fin dalla fase progettuale oltre i soggetti pubblici,
adeguatamente coordinati tramite il Circondario, i rappresentanti delle imprese e dei
lavoratori, la cooperazione, che per sua natura può svolgere un ruolo attivo molto importante
e le fondazioni bancarie.
Aldilà dell’ipotesi Agenzia, sul tema casa si segnala l’esigenza più complessiva dell’aumento
e di un miglior utilizzo del patrimonio ERP (recupero alloggi vuoti, applicazione Legge
Regionale).
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GLI INTERVENTI PROGRAMMATI PER AFFRONTARE IL PROBLEMA CASA
COMUNI DEL TERRITORIO
ISTITUZIONE PER LA
GESTIONE DEI SERVIZI
SOCIALI DI C.S.P.T.
TERZO SETTORE
Gestione patrimonio Edilizia
Residenza Pubblica
Gestione patrimonio Edilizia
Residenza Pubblica
UNICOOP- Gestione degli alloggi in
affitto (a canone contenuto)
Gestione fondo sociale per l'affitto
Gestione fondo sociale per
l'affitto
UNICOOP- Ampliamento patrimonio da
destinare all'affitto a favore di anziani e
famiglie svantaggiate
Tavolo di lavoro del Circondario di
Imola per programmare e
armonizzare gli interventi dei
Comuni
COOPERAZIONE IMOLESE- Progetto
Tavolo di lavoro del Circondario
"Insieme - Cooperare per Imola":
di Imola per programmare e
soluzione abitative per i lavoratori in
armonizzare gli interventi dei
mobilità, l'ipotesi di un'agenzia per la
Comuni
casa.
Consulta economica del
Circondario: Commissione tecnica
per l'elaborazione di progettualità
specifiche.
Gestione alloggi sociali
UNICOOP- Progetto "Gerico" (locazione
permanente per anziani)
ARC-EN-CIEL - Gestione struttura di
prima accoglienza (n. 19 posti),
ristrutturazione per ampliamento
dell'accoglienza di n. 5 posti, attività di
reperimento alloggi in affitto (n. 9 nel
2001)
Utilizzo della leva fiscale come
incentivo al mercato dell'affitto
privato (Imola)
Programma di intervento per
l'incremento di patrimonio pubblico
in locazione permanente (Imola)
Acquisto alloggi da ACER
Programma intervento
interistituzionale per la costruzione
di alloggi a canone contenuto
Aiuto alle giovani coppie per
l'acquisto della prima casa
(sostegno nel pagamento dei
ratei dei mutui)
Interventi di ripristino su alloggi
pubblici da ri-affittare
Interventi manutentivi
Interventi a favore dell'emergenza
abitativa
Sportello casa-immigrati
(Consorzio)
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DEFINIZIONE DI UN PROGETTO PER UN OSSERVATORIO PERMANENTE
SULL’ACCESSO ALLA SALUTE
PER LE DONNE E LE FAMIGLIE MIGRANTI IN ITALIA
L’esperienza diretta ha messo in luce in questi anni la rilevanza dell’impatto che la variabile
culturale esercita sulla percezione della salute e sull’espressione della domanda di assistenza.
Che l’integrazione sia un elemento cruciale, è dimostrato dal fatto che esiste una stretta
correlazione tra i problemi di salute dei migranti e i fattori di rischio socio-ambientali e di
emarginazione che li caratterizzano.
Il processo di cambiamento cui deve far fronte l’immigrato richiede una continua messa in
discussione della propria identità storica e culturale.
Il patrimonio di salute in dotazione all’immigrato si dissolve sempre più rapidamente per una
serie di fattori di rischio: il malessere psicologico legato alla condizione di migrante, lo
svolgimento di lavori usuranti e precari, a volte rischiosi e non tutelati, il degrado abitativo,
l’assenza di supporto familiare e l’isolamento, il clima e le abitudini alimentari differenti, le
discriminazioni frequenti, anche di tipo istituzionale
In Italia la recente normativa nazionale sull’immigrazione (legge quadro 40/1998) e i
successivi decreti attuativi garantiscono il diritto alla salute e l’accesso ai servizi sociosanitari alle persone immigrate e in particolare tutelano la maternità e la salute delle donne.
Inoltre, nel Piano Sanitario Nazionale 2001-2003 i migranti vengono espressamente compresi
tra i soggetti deboli di cui il Piano si propone di rafforzare la tutela, attraverso un quadro
legislativo favorevole, un miglioramento dell’informazione e cambiamenti nei modelli
organizzativo-gestionali dei servizi.
Tuttavia, come si evince dall’ultimo rapporto del Dipartimento Affari Sociali, molto deve
essere fatto per garantire una reale fruibilità dei servizi da parte dei migranti, soprattutto
applicando una prospettiva olistica che consideri come le politiche del lavoro, dell’istruzione
della casa condizionano in modo rilevante la salute psico-fisica degli individui e le loro
possibilità di integrazione. Dal rapporto emerge infatti che esistono ancora sistematiche
disparità e disuguaglianze sociali tra differenti gruppi socio-economici della popolazione.
I dati statistici più recenti e dettagliati riguardano in gran parte la salute riproduttiva delle
donne migranti. Da questi dati emerge che spesso il parto e la maternità sono vissute dalle
donne migranti in solitudine, aggravata da difficoltà di comprensione e da senso di
inadeguatezza. Una ricerca condotta dall’istituto Superiore della Sanità nel 1999 ha
evidenziato una grave “sottoesposizione assistenziale” delle donne straniere rispetto alle
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italiane, che si esplicita con un basso ricorso a servizi di cura e prevenzione e un conseguente
ricorso frequente ai servizi di pronto Soccorso degli Ospedali , ad un aumento dei parti cesarei
(tre volte superiore alla percentuale delle donne italiane) e dei tassi di mortalità perinatale.
Una delle sfide odierne dei professionisti della salute è quella di intrecciare il proprio sapere
alle diversità delle culture di appartenenza
ed attrezzarsi per
sperimentare risposte
innovative.
Esiste inoltre un problema di esercizio del diritto alla salute, già riconosciuto dalle legge 40 :
infatti, i dati rilevati alla fine dell’anno 2000 ci indicano che solo il 50% degli immigrati
aventi diritto si iscrivono al Servizio Sanitario Nazionale e questo non può essere attribuito a
incapacità di orientamento o a difficoltà burocratiche. Esiste un problema di accessibilità più
globale, strutturale, sociale e culturale, da affrontare per rendere fruibile il sistema dei servizi
esistenti e migliorare l’efficacia dell’incontro domanda di salute-offerta di servizi.
Le politiche dei servizi, in ambito comunale e regionale mettono in evidenza una risorsa ricca
di elaborazione ed esperienze. Si può affermare che nel corso degli ultimi cinque anni
l’ambito locale è stato il livello in cui c’è stata più innovazione e concretezza. Le innovazioni
progettuali si sono misurate con la diversificazione dei bisogni lungo il ciclo di vita, la
difficile conciliazione tra impegni di cura e di lavoro, i rilevanti mutamenti demografici, la
crescita delle disuguaglianze, sperimentando nuove modalità di concertazione tra soggetti
pubblici e soggetti privati, promuovendo relazioni di reciprocità e responsabilità, e una cultura
dei servizi non discriminante e pienamente consapevole delle risorse di cura e degli spazi
pubblici di riconoscimento sociale.
Negli ultimi dieci anni le trasformazioni delle politiche sociali hanno ricondotto il dibattito
sui parametri della coesione sociale, in particolare sulla necessità di invertire i processi di
deprivazione e destituzione delle capacità di scelta e di azione delle persone, riformulando
quindi la posizione dei destinatari degli interventi, e sulla necessità di sperimentare nuovi
modelli di integrazione delle politiche
Tuttavia, le politiche della differenza e dell’accoglienza, che hanno caratterizzato molti
interventi mirati con la conseguente apertura di servizi ad hoc per donne immigrate, hanno
rivelato elementi di debolezza e hanno in qualche caso ritardato il processo di integrazione
delle donne nella società italiana, relegandole in spazi di emarginazione e di esclusione.
Questo perché il riconoscimento della differenza culturale non basta da solo ad alleviare certe
forme di oppressione che hanno molteplici radici economiche e sociali, che potrebbero essere
superate solo intrecciando riconoscimento culturale, nuove politiche di redistribuzione e
uguali diritti di cittadinanza.
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Paradossalmente, l’avvio di alcuni servizi innovativi rivolti a gruppi di soggetti emarginati
apparentemente rispettosi della loro diversità culturale e dei loro bisogni, ha in realtà
indebolito l’immagine
di queste persone come soggetti di diritto e ne ha accentuato
l’immagine di fragilità e il conseguente bisogno di assistenza.
Partendo da questa premessa l’Associazione Trama di Terre ha proposto e ottenuto il
finanziamento, nell’ambito del Programma contro l’esclusione sociale della Commissione
Europea, di un progetto di ricerca dell’accesso alla salute per le donne e le famiglie migranti
in Italia. Tale progetto è diventato una risorsa del sistema integrato dei servizi.
Il suo naturale proseguimento sarà la creazione di un Osservatorio permanente sull’accesso
alla salute per le donne migranti in Italia .
Tale osservatorio si occuperà anche della costruzione del relativo sito web per la raccolta e la
messa in rete di materiale e la creazione di un forum virtuale di discussione.
Si ipotizza di lavorare già da quest’anno su tale progetto da presentare come rete al prossimo
Programma contro l’esclusione sociale della Commissione Europea.
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3.6 AREA CONTRASTO ALL’ESCLUSIONE – POVERTÀ –
DIPENDENZE
TABELLA 2 - FATTORI POSITIVI E CRITICI EMERGENTI DALL’ANALISI DI DOMANDA ED
OFFERTA
FATTORI POSITIVI
Presenza di servizi
FATTORI CRITICI
Carenza di risposte residenziali per
l’emergenza
Presenza gruppi di auto-aiuto
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TABELLA 3
- PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 2002 AREA CONTRASTO ALL’ESCLUSIONE – POVERTÀ – DIPENDENZE
CONSOLIDAMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
Differenziare le strutture destinate a pazienti
psichiatrici su specifiche tipologie di utenza e di
intervento integrato sul territorio
Gestione appartamenti di servizio
INTERVENTI COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE
DI NUOVI INTERVENTI O SERVIZI
Progetto regionale "Oltre la strada”:
convenzionamento con associazione per
l'inserimento in nuclei familiari di donne
disponibili ad abbandonare la prostituzione
Gestione delle 8 comunità residenziali per
cronicità psichiatrica
Sostegno all’inserimento sociale
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI DOMICILIARI E DI
Interventi di transizione al lavoro: progetti
provinciali di formazione, borse lavoro,
collaborazione con cooperative sociali di tipo B
Progettazione per l’ introduzione
dell’istituto del Reddito Minimo di
Inserimento sul territorio
Interventi a integrazione del reddito
SOSTEGNO FAMILIARE
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Sostegno a gruppi di auto-aiuto di familiari e
utenti psichiatrici
Verifica
gestione
protocollo
introduzione eventuali modifiche
SERT
e Attivazione di una consulta sulle
tossicodipendenze e sulle dipendenze
da alcool con il coinvolgimento del terzo
Costituzione di una rete significativa di rapporti settore, delle OO.SS., dei Comuni e
tra il Servizio e le associazioni di volontariato
dell'AUSL Imola
Definizione e gestione di progetti sulla
prevenzione delle tossicodipendenze e delle
dipendenze da alcool
INTERVENTI TERRITORIALI,
DI ORIENTAMENTO E
PREVENZIONE
Studio del fenomeno prostituzione nel
territorio del Consorzio (collaborazione
con le forze di polizia e Associazioni del
territorio), verifica risultati ed eventuale
ridefinizione dell'azione di accoglienza
Analisi e valutazione del fenomeno
povertà a livello territoriale e relativo
progetto di intervento
Tavolo per la transizione al lavoro
delle fasce socialmente svantaggiate
INTERVENTI DI EMERGENZA
Progetto regionale "Oltre la strada:
convenzionamento con associazione per
l'inserimento in nuclei familiari di donne
disponibili ad abbandonare la prostituzione
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TABELLA 4
- AMBITO TERRITORIALE DI EROGAZIONE: AREA CONTRASTO ALL’ESCLUSIONE - POVERTA’- DIPENDENZE
SUB AMBITO
PROVINCIA
Gestione delle 8 comunità
residenziali per cronicità psichiatrica
INTERVENTI COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
SUB AMBITO
AMBITO DISTRETTUALE
Differenziare le strutture destinate a
pazienti psichiatrici su specifiche
tipologie di utenza e di intervento
integrato sul territorio
Interventi di transizione al lavoro:
progetti provinciali di formazione,
borse lavoro, collaborazione con
cooperative sociali di tipo B
CONSORZIO SERVIZI SOCIALI DI IMOLA
ISTITUZIONE PER LA GESTIONE DEI
SERVIZI SOCIALI
DI CASTEL S. PIETRO T.
Gestione appartamenti di servizio
Progetto regionale "Oltre la strada”:
convenzionamento con associazione per
l'inserimento in nuclei familiari di donne
disponibili ad abbandonare la prostituzione
Interventi di transizione al lavoro: progetti
provinciali di formazione, borse lavoro,
collaborazione con cooperative sociali di
tipo B
Interventi di transizione al lavoro
Sostegno all’inserimento sociale
Sostegno all’inserimento sociale
Interventi a integrazione del reddito
INTERVENTI DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO FAMILIARE
Interventi a integrazione del reddito
Costituzione una rete significativa di
rapporti tra il Servizio e le associazioni di
volontariato
Gestione Protocollo SERT
Progettazione per l’introduzione
dell’istituto del Reddito Minimo di
Inserimento sul territorio
Sostegno a gruppi di auto-aiuto di
familiari e utenti psichiatrici
INTERVENTI TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI PREVENZIONE
Interventi a integrazione del reddito
Tavolo per la transizione al lavoro
delle fasce socialmente
Definizione e gestione di progetti sulla
svantaggiate
prevenzione delle tossicodipendenze e
delle dipendenze da alcool
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Verifica gestione protocollo SERT e
introduzione eventuali modifiche
Attivazione di una consulta sulle
tossicodipendenze e sulle dipendenze da
alcool con il coinvolgimento del terzo
settore, delle OO.SS., dei Comuni e
dell'AUSL Imola
Analisi e valutazione del fenomeno povertà
a livello territoriale e relativo progetto di
intervento
Studio del fenomeno prostituzione nel
territorio del Consorzio (collaborazione con
le forze di polizia e Associazioni del
territorio), verifica risultati ed eventuale
ridefinizione dell'azione di accoglienza
INTERVENTI DI EMERGENZA
Progetto regionale "Oltre la strada”:
convenzionamento con associazione per
l'inserimento in nuclei familiari di donne
disponibili ad abbandonare la prostituzione
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LA PROGETTAZIONE PER L’INTRODUZIONE DEL
REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO NEL TERRITORIO IMOLESE
Le situazioni di povertà degli utenti dei servizi sociali e socio-sanitari del territorio imolese, sono
state tradizionalmente affrontate con una gamma di prestazioni che comprendono i contributi
economici.
Tali prestazioni si collocano all’interno di un progetto complessivo di reinserimento sociale della
persona o del nucleo familiare. Vale a dire che anche il contributo economico ha una funzione non
di tipo assistenziale, ma, se pur funzionale a rispondere a un bisogno immediato, è collegato ad altri
interventi che aiutino l’utente a fuoriuscire dalla marginalità (sostegno all’inserimento lavorativo,
percorsi di emancipazione dalle dipendenze, ecc…).
All’interno dei servizi pubblici era già in corso una riflessione sulla necessità di modificare il
Regolamento che sovrintende all’erogazione di contributi, perché si riferiva a parametri non più
aderenti alla realtà.
Il Gruppo di lavoro del Piano di Zona Area disabilità, ha proposto la sperimentazione del Reddito
Minimo di Inserimento, così come previsto dalla L.328/00 e dalle Linee guida regionali per la
predisposizione del Piano di zona.
Il nostro territorio non era compreso in quelli oggetto della precedente sperimentazione nazionale,
ma le verifiche di quell’esperienza, ci fanno pensare che ben si innesterebbe un una rete dei servizi
sociali che,culturalmente e metodologicamente, già condivide quelle premesse filosofiche.
La nostra proposta è di utilizzare l’anno 2002 per progettare l’applicazione dell’istituto del Reddito
Minimo di Inserimento nel nostro territorio a risorse invariate. Non sono, infatti, previsti altri flussi
specifici di finanziamento, per cui si possono destinare alla sperimentazione le risorse attualmente
previste per i contributi economici, compresi quelli utilizzati a sostegno degli inserimenti lavorativi
protetti (cosiddette “borse lavoro” e similari).
Lo strumento operativo potrebbe essere il nuovo Regolamento dei contributi economici modificato
in questa chiave.
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VERBALE DI ACORDO SULEL POLITICHE PER LA SALUTE MENTALE E
PER IL WELFARE LOCALE
PREMESSA
Il dibattito sviluppatosi negli ultimi mesi intorno ai temi della psichiatria e della salute mentale, ha
indotto la comunità locale e in particolare i soggetti attuatori delle politiche socio-assistenziali e
sanitarie a una riflessione sullo stato sociale realizzato nel territorio e sulle esigenze e
possibilità di un suo adeguamento e sviluppo.
E' convinzione comune che il livello di servizi e strutture realizzati siano elevati e di qualità, come
pure all'avanguardia siano stati gli interventi attuativi della legge 180/78 rivolti al superamento
dei presidi manicomiali. Questo giudizio non esclude l'esigenza di continuare la verifica delle
esperienze fatte sia per superare i problemi, che per migliorare ulteriormente la qualità dei
servizi.
In questo ambito si individuano punti di criticità nei ruoli e nei livelli di responsabilità dei vari
soggetti.
I risultati conseguenti sono il frutto di un efficace rapporto di partnership tra EE. PP .e Privato
Sociale che va sicuramente confermato e potenziato sviluppando una maggiore e più ampia
concertazione anche nella fase progettuale.
Alla luce delle esperienze maturate, si valuta necessario e possibile realizzare nel nostro territorio
un ulteriore "salto di qualità" teso alla costruzione di un Welfare di Comunità universale, in cui
le categorie più deboli trovino pieno diritto di cittadinanza. Ciò significa, con riguardo alle
persone disabili, superare una visione riduzionistica del concetto di malattia e avviare percorsi
tesi al miglioramento delle condizioni di salute e più complessivamente di benessere e
integrazione sociale della persona e della propria famiglia.
Infatti la condizione di benessere o di malessere mentale delle persone, che in un continuum
sfuma nella vera e propria malattia, è grandemente condizionata dalla organizzazione sociale,
dai suoi valori e modelli, dai suoi processi relazionali.
D'altra parte, le risposte che mirano alla promozione della salute e alla cura della malattia
mentale, se vogliono comprenderla ed attivare processi efficaci, debbono collocare le persone
nel loro preciso contesto e coinvolgere, stimolare, responsabilizzare quel contesto sociale a
farsi carico del problema degli "altri".
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Tutto ciò premesso assumono particolare rilievo i seguenti obiettivi:
1) Sostenere e sviluppare l'autonomia e le capacità possibili delle persone portatrici di disagio
psichico e sociale (pazienti e loro familiari) al fine di renderli sempre più protagonisti dei processi e
delle scelte di salute che li riguardano.
2) Potenziare e diversificare le opportunità di integrazione ed inserimento sociale per coloro che si
trovano in situazione di grave disagio psichico e sociale, attraverso progetti personalizzati di
riabilitazione, inserimento sociale e lavorativo, piani di apprendimento, recupero di capacità,
creazioni di reti di servizi sempre più articolate.
3) Sviluppare la cultura delle diversità, intesa come risorsa da includere e non come limite da
escludere, attraverso azioni di promozione, informazione e sensibilizzazione rivolte alla
cittadinanza e in particolare al mondo della scuola, finalizzate alla costruzione di reti solidali che
contrastino lo stigma ed il pregiudizio, favorendo una cultura di accoglienza e integrazione.
4) Mettere in atto concrete iniziative di prevenzione, intese sia come azioni volte a sviluppare la
conoscenza e la diffusione tra la popolazione di comportamenti che favoriscano il mantenimento
della salute, sia come rete di servizi che consentano di intervenire prima che si instaurino percorsi di
cronicizzazione della malattia, particolarmente di quella mentale, riducendo il più possibile la
disabilità sociale che solitamente si accompagna alle situazioni di disagio
psichico.
5) Adottare la concertazione nella programmazione degli interventi e dei servizi sanitari e sociali
valorizzando competenze e professionalità dei vari soggetti locali interessati, riconoscendo alla
cooperazione sociale e più complessivamente al terzo settore, in virtù del loro radica mento nel
tessuto sociale, capacità di lettura dei bisogni e dinamicità nella elaborazione di risposte da
svilupparsi con l'obiettivo di coniugare sempre più qualità e professionalità nei servizi, attivazione
di reti sociali diffuse, coinvolgimento della comunità locale.
6) Qualificare e riorganizzare le strutture e i servizi già attivati perseguendo obiettivi di qualità e
sicurezza sia per gli assistiti che per gli operatori impiegati, promuovendo una costante formazione
del personale, d'intesa fra pubblico e privato e la definizione delle rispettive responsabilità.
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Per avviare la pratica attuazione degli obiettivi le parti concordano di attivare le seguenti
azioni:
l) Costituire un tavolo di concertazione sul Welfare composto da Az. U5L, EE.LL., Associazioni
Cooperative, Ass. Volontariato e Famigliari, 00.55. e altri eventuali soggetti pubblici e privati, con
il compito di individuare obiettivi, proposte e priorità programmatiche per la definizione delle
politiche socio-sanitarie, strumenti e mezzi per la relativa realizzazione.
Il tavolo, inoltre, propone: Forme di rilevazione dei dati per una lettura e analisi dei bisogni sociali e
di salute presenti sul territorio .Interventi operativi specifici in rapporto alle criticità rilevate,
.Modalità di verifiche organizzative dei servizi tese a obiettivi di qualità, efficienza, efficacia delle
prestazioni.
.Modalità di verifica attuativa dei programmi approvati. In questo percorso al tavolo di
concertazione sul Welfare sono riconosciute specifiche funzioni propositive al processo di
committenza per la definizione dei piani per la salute (DPR. 229/99) e del Piano di Zona (L.
328/2000).
AI tavolo di concertazione sul Welfare fa riferimento il " tavolo di concertazione sulla salute
mentale" istituito il 21/2/2001 che mantiene, così come altri settori di intervento, proprie specificità
tecniche, operative e propositive.
2) Costituire un Osservatorio territoriale sugli appalti composto dalle parti firmatarie del presente
accordo, che definisca parametri di costo in rapporto alla qualità delle prestazioni da considerare
nella stesura dei capitolati di appalto e più complessivamente attui un monitoraggio delle condizioni
di aggiudicazione a livello locale. Tale Osservatorio, collegato con l'Osservatorio Provinciale sulla
Cooperazione Sociale della Provincia di BO, potrà essere localizzato presso il Circondario. La
costituzione dell'Osservatorio è demandata al tavolo di concertazione sul Welfare.
3) Nella definizione di appalti e convenzioni computare costi non inferiori alle tabelle previste dal
C.C.N.L. per le cooperative del settore socio-sanitario incrementati dagli oneri sulla sicurezza del
lavoro come stabilito dal Decreto Salvi. Visto la Legge riferita alla figura del Socio Lavoratore, le
parti, esprimono la volontà di ricercare condizioni per anticipare la massima scadenza legislativa dei
5 anni impegnandosi a salvaguardare gli aspetti previdenziali dei soci lavoratori. AI fine di
anticipare la scadenza legislativa, nei capitolati di appalto, normativa permettendo, verranno
attribuiti maggiori punteggi di qualità a tutte le Cooperative Sociali che andranno ad equiparare il
regime contributivo dei soci a quello dei dipendenti.
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4) Incentivare progetti innovativi nel campo della prevenzione, della riabilitazione e della
promozione culturale, finalizzati all'integrazione sociale e all'inserimento lavorativo di cittadini in
situazioni di disagio psichico e sociale. A tal fine I'AUSL e i Comuni, come riportato nel
documento approvato in data 21/2/2001, si impegnano a garantire ogni anno specifiche risorse da
destinare alla attivazione di progetti di nuova realizzazione oltre che a progetti di miglioramento
continuo della qualità dei servizi già in essere. Tali progetti dovranno rispondere alle finalità e agli
obiettivi individuati dal Tavolo di Concertazione e garantire efficacia e qualità degli interventi
sviluppando reti sociali diffuse con il coinvolgimento attivo delle comunità locale.
5) Dare attuazione al documento, "Sintesi condivisa degli elaborati prodotti dai gruppi di lavoro
delle Comunità in merito all'aggiornamento delle modalità di gestione, di coordinamento degli
interventi e di verifica dei programmi terapeutico -riabilitativo -assistenziali" del 13.11.2000.
Vanno quindi individuate e attuate le azioni concrete in grado di valorizzare le competenze di tutti i
soggetti interessati nel rispetto delle reciproche autonomie attraverso la definizione di
"responsabilità, procedure, forte
informazioni, disponibilità delle integrazione, relazioni certe, livelli di formazione degli operatori,
risorse necessarie.
Presidente Conferenza dei Sindaci
Direttore generale A.U.SL.
Presidente Consorzio Sevizi Sociali
Presidente Confcooperative
Presidente Lega delle Cooperative
Presidente Associazione Ca’ del Vento
Presidente Associazione E pass e Temp
Gruppo Auto – Aiuto Familiari Insieme
Segretario C.G.I.L.
Segretario C.I.S.L.
Segretario U.I.L.
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COOPERATIVA SOCIALE " IL SORRISO" s.a.l. FONTANELICE
AZIONI ATTUALI
Costituita nel 1984 in una proficua collaborazione pubblico - privato sociale, enumera tra i soci
fondatori i Comuni di Imola, Castel Del Rio, Fontanelice, Borgo Tossignano, Mordano,
gestisce le Comunità Terapeutiche riconosciute dalla Regione E.R. per il recupero di soggetti
Di ambo i sessi, singoli o in coppia anche con prole. Opera nelle sedi di Fontanelice via Torre 8
- 9 - 11 e a Borgo Tossignano via Santerno 1/b, ospita mediamente circa 50 persone.
Nel 2002nella pianificazione della C.T. sono previste le seguenti azioni di sviluppo e
miglioramento
STRUTTURA
AZIONI DI SVILUPPO
C.T. Maschile residenziale
"Il Busco" via Torre 9
posti 16
- lavori in corso per miglioramento del comfort
- adeguamento della cucina alle norme d' igiene
- programma terapeutico biennale "Ulisse"
- progetto "L' ultimo bicchiere" per recupero di soggetti
anche alcoldipendenti
- sviluppo attività ergoterapeutiche finalizzate al futuro
reinserimento lavorativo
C.T. Femminile residenziale
Con o senza prole al seguito
"Villa Traversa" via Torre 8/10
posti 30
- lavori in corso per formazione di vano cucina a norma
- miglioramento del comfort alberghiero
- miglioramento del progetto biennale " Una Casa per
Virginia Woolf"
- miglioramento progetto educativo dei minori
- formazione del personale
Casa per Coppie o Famiglie
Reinserimento "Casoncello"
Via Torre 11, Posti 12
- miglioramento del comfort residenziale con messa a
norma della centrale termica;
- formazione psicologica di gruppo familiare
- sperimentazione di pratiche lavorative con attività di
formazione presso ditte artigiane
Strutture di reinserimento
Individuale maschile e femm.le
Borgo Tossignano via
Codrignano Imola via Selice
Posti 12
- pratiche lavorative esterne mediante borse lavoro o
tirocini formativi
- azione di ripuntualizzazione del vissuto terapeutico
- preparazione ad affrontare i problemi della quotidinità
Per tutte le strutture : costante attività di formazione del personale, collaborazione costante
col SER.T. dell' AUSL di Imola, col Consorzio Servizi Sociali e con i Ser.T e i Servizi
Sociali di provenienza degli ospiti
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3.7 TITOLARITÀ DEGLI INTERVENTI, MODALITÀ DI PRODUZIONE E
GESTIONE DEI SERVIZI
Tabella 5 - Titolarità dell’intervento e forme di gestione
– area responsabilità familiari
– area diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
– area disabilità
– area anziani
– area immigrazione
– area contrasto all’esclusione – povertà - dipendenze
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- TITOLARITÀ DELL’INTERVENTO E FORME DI GESTIONE – AREA RESPONSABILITÀ FAMILIARI -
CONSORZIO
Gestione di una casa alloggio, in convenzione con l’Associazione “la
Cicoria” per l'accoglienza temporanea di donne maltrattate o in
difficoltà
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Attivazione di percorsi di autonomia sociale e di tutela ambientale per
le donne inserite e per i loro figli (in particolare per facilitare il
reperimento di alloggi e lavoro)
X
X
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Centro per le
famiglie (corsi,
gruppi di lavoro,
mediazione
familiare,
assegni di
maternità e
nucleo familiare,
consulta
comunale del
volontariato …)
X
Pagina 127 di 167
X
ALTRE FORME
(specificato)
AUSL
ISTITUZIONE O
AZIENDA SPECIALE
(SPECIFICARE)
DELEGA
AUSL
AFFIDAMENTO
IMPRESA SOCIALE
COMUNE
DI IMOLA
FORME DI GESTIONE
DIRETTA
TITOLARITA’ DELL’INTERVENTO
CONV. NE
VOLONTARIATO
TABELLA 5
Sperimentazione, previo approfondimento giuridico, di una
regolamentazione per la contribuzione economica durante la fase di
allontanamento del minore dalla famiglia
X
Consolidamento e formalizzazione operativa dell’integrazione con le
associazioni che svolgono attività di sostegno economico e sociale
X
Sostegno economico e sociale
X
Contributi economici di varia natura
X
Realizzazione di un Protocollo d'intesa con la neuropsichiatria infantile
X
Sperimentazione dei "prestiti sull'onore" a favore di famiglie che si
trovano in una condizione transitoria di difficoltà: redazione progetto,
verifica risorse disponibili, primi interventi e monitoraggio risultati
X
Mediazione del conflitto familiare, sia come parte di una prescrizione
dell'autorità giudiziaria, che sulla base di un accesso spontaneo
X
Mediazione del rapporto tra famiglie disagiate e società esterna, con
particolare riferimento al mondo della scuola e dei servizi sanitari
X
Mediazione del rapporto genitori/figli nella gestione del "diritto di visita"
per i genitori non conviventi
X
Predisposizione di forme di accoglienza psicosociale adeguata, con il
coinvolgimento dell’associazionismo
X
Sostegno e indirizzo educativo alle famiglie in difficoltà, in particolare
alle famiglie con minori colti in flagranza di reato
X
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
Sostegno alla funzione genitoriale ( vedi scheda progetto n° 2-3
del Piano territoriale 285/97)
X
PREVENZIONE
Attività di sensibilizzazione al tema del maltrattamento intrafamiliare
anche tramite iniziative nelle scuole
X
Pagina 128 di 167
X
X
Promuovere l'integrazione sociale del minore immigrato e della
madre: (vedi scheda progetto n° 5 del Piano territoriale 285/97)
X (*)
(* convenzione con associazione)
Sostegno alla donna immigrata durante la gravidanza e il parto
(accompagnamento nella fruizione dei servizi sanitari di
ostetricia, ginecologia e pediatria) e sostegno nell'affermazione
del proprio ruolo familiare (* convenzione con associazione)
X (*)
Osservazione/prevenzione del disagio familiare e intervento
precoce di sostegno attraverso i Centri Gioco (**da individuare)
X (**)
Sperimentazione in un plesso scolastico di Imola di
accompagnamento comune di bambini a scuola
X
Predisposizione strumento informativo sulle opportunità sociali,
da distribuire alle nuove famiglie (**da individuare)
Baby sitting per i bambini delle madri che frequentano corsi di
alfabetizzazione
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Gestione di due case alloggio per l'accoglienza temporanea in
convenzione con associazioni) per il sostegno alle donne maltrattate o
in difficoltà
Pagina 129 di 167
X (**)
X
X
AREA DIRITTI DELL’INFANZIA
Inserimento in struttura di tipo educativo di minori
allontanati dalla famiglia e non inseribili in famiglie
affidatarie. Per il 2002 riduzione degli inserimenti di minori
allontanati dalla famiglia in strutture protette di tipo
educativo. (Obiettivi: non inserire minori di anni 13; non
effettuare inserimenti superiori ad un anno per minori di
anni 15)
X
Inserimento di minori nel centro diurno "Peter Pan",
gestito dal Consorzio Per il 2002 aumento da 10-12 a 15
dei posti disponibili a parità di costi
X
X
Servizi alla prima
infanzia
X
X
Centri estivi e soggiorni
di vacanza
X
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
DELEGA
AUSL
AUSL
Inserimento di minori nel Centro Alice dell’associazione
“La Cicoria”
Pagina 130 di 167
X
X
X
ALTRE FORME
(specificato)
CONSORZIO
COMUNE
ISTITUZIONE O
AZIENDA SPECIALE
(SPECIFICARE)
FORME DI GESTIONE
DIRETTA
TITOLARITA’ DELL’INTERVENTO
AFFIDAMENTO
IMPRESA SOCIALE
- TITOLARITÀ DELL’INTERVENTO E FORME DI GESTIONE:
CONV. NE
VOLONTARIATO
TABELLA 5
Centro per la valutazione prevenzione e cura dei traumi
da maltrattamento e abuso dei minori
X(***)
(*** Convenzione capofila AUSL Bologna città)
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Inserimento di minori in contesti educativi diurni gestiti da
enti del terzo settore (associazioni). Qualificazione
dell’intervento offerto
X
Valutare le coppie e i singoli candidati ai progetti di affido
familiare
X
Gestione dei casi di singoli affidi familiari
X
Convegno sul tema dell'affido familiare
X
Miglioramento del coordinamento delle famiglie affidatarie
e aumento del loro numero (obiettivo 5 famiglie in più per
il 2002) con il coinvolgimento dell'associazionismo
X
Sensibilizzazione della comunità alle tematiche dell'affido
eterofamiliare tramite almeno 3 iniziative pubbliche;
completamento e distribuzione libro-documento
sull'esperienza delle famiglie affidatarie imolesi
X
Attivazione di almeno 5 spazi distinti per il
doposcuola per bambini immigrati, in collaborazione
con le scuole e l'associazionismo (vedi progetto n° 5
del Piano territoriale L.285/97) (*Convenzione con
X (*)
associazione)
Attivazione di uno
sportello di
accoglienza per la
facilitazione e
valutazione
dell’inserimento
scolastico (vedi
progetto n° 5 del Piano
territoriale L.285/97)
X*)
(*Convenzione con
associazione)
Pagina 131 di 167
INTERVENTI
TERRITORIALI,
A BASSA SOGLIA,
DI PREVENZIONE
Mediazione linguistica e culturale per i minori immigrati
all'interno delle classi
X
Mediazione linguistica e culturale per la
responsabilizzazione delle madri immigrate nei percorsi
scolastici dei figli
X
Estendere la mediazione linguistica e culturale a tutte le
scuole del territorio
X
Informare, formare e valutare le coppie candidate
all'adozione internazionale e nazionale
X
Sostenere le famiglie adottive durante la prima fase di
accoglienza del figlio adottato
X
Formalizzazione di un documento tecnico sul processo di
formazione-valutazione delle adozioni. Contenere le
istruttorie entro i tempi stabiliti dalla legge (4 mesi dalla
dichiarazione di disponibilità)
X
Sostegno educativo domiciliare a minori appartenenti a
nuclei familiari multiproblematici
X
Progetti di recupero di minori colti in flagranza di reato
X
Programma
adolescenza e
salute mentale
X
Centri giovanili: vedi scheda progetto n° 1 del Piano
territoriale 285/97
X
Prevenzione del disagio in ambito scolastico: vedi
scheda progetto n° 4 del Piano territoriale 285/97
X
Coordinamento operativo con la scuola, i servizi sanitari e
le forze dell'ordine. Attuazione di almeno un'iniziativa di
sensibilizzazione con la scuola
Pagina 132 di 167
X
Coordinamento Provinciale e formazione affido e
adozione (**** Gruppo di lavoro provinciale)
Trattazione dei singoli casi di abuso, in rapporto con
l’equipe multiprofessionale creata a livello provinciale
X(****)
X
Interventi socio-educativi
extrascolastici
X
Apertura “Spazio
Sportello” per la
prevenzione all’uso degli
stupefacenti c/o i Centri
giovanili
X
Allargamento ai nidi e alle scuole dell’Infanzia
comunali dei “gruppi operativi misti” per la
riflessione sui casi (**da individuare)
INTERVENTI DI
EMERGENZA
X (**)
Inserimento in luogo protetto dei minori stranieri non
accompagnati da adulti di riferimento e valutazione per
l'eventuale rimpatrio assistito
X
Collocazione residenziale emergente, all’interno di un
accordo con le forze dell’ordine, presso l’istituto s.
Caterina
X
Formalizzazione del processo tecnico-metodologico per la
valutazione del rimpatrio assistito
X
Individuazione di una struttura di accoglienza residenziale
emergente per ragazze
X
Rete di accoglienza per bambini 0/6 anni in stato di
abbandono
(*****Convenzione tra Comuni e AUSL, gestione affidata al
Comune di Bologna)
Pagina 133 di 167
X(*****)
TABELLA 5
- TITOLARITÀ DELL’INTERVENTO E FORME DI GESTIONE AREA DISABILI
PROVINCIA
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI Gestione del progetto EQUAL “P.O.R.T.I.C.I.” in ambito territoriale (**Cooperazione Sociale)
X (**)
PREVENZIONE
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Inserimenti in strutture residenziali e RSA
INTERVENTI
DIURNI E
Assistenza in orario scolastico
X
X
X
COMUNE
SEMIRESIDENZIALI
Sostegno all’inserimento lavorativo
X
Sostegno all’inserimento sociale: interventi per il tempo libero, laboratorio teatrale
X
Gestione Centro Ali Blu: approvazione nuovo regolamento di funzionamento, ottenimento autorizzazioni al
funzionamento
X
Organizzazione secondo soggiorno estivo protetto (una settimana in collina e una al mare)
X
Pagina 134 di 167
ALTRE FORME
(specificato)
ISTITUZIONE
INTERVENTO
AFFIDAMENTO
IMPRESA SOCIALE
INTERVENTO
CONV. NE
VOLONTARIATO
TITOLARITA’ DELL’
DIRETTA
FORME DI GESTIONE
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Consolidamento delle attività del laboratorio occupazionale presso il podere Zabina e dell'intervento di
formazione professionale (settore agricoltura e florivivaistica). Sviluppo della serra nell’attività produttiva vera e
propria
X
Creazione cooperativa sociale di tipo B o appalto a cooperativa sociale di tipo B del Laboratorio occupazionale
protetto Zabina e relativa serra
X
Servizio di aiuto alla persona (SAP)
X
Assistenza educativa domiciliare
X
Assistenza domiciliare
X
Pasti a domicilio
X
Progetto "Una città in rete": potenziamento di interventi orientati ad un utilizzo di offerta di assistenza domiciliare
e/o di aiuto domestico
X
Ipotesi di convenzionamento per lo svolgimento del Servizio civile volontario
X
Servizi di trasporto: progetto per la progressiva dotazione di veicoli "ecologici”; ulteriore potenziamento del
servizio (più un automezzo attrezzato); ampliamento del coinvolgimento del volontariato
X
Interventi ad integrazione del reddito con criteri ISEE
X
Gestione assegni di cura a fronte di specifico finanziamento regionale. Monitoraggio degli effetti
dell’introduzione di questa nuova prestazione sulla domanda di servizi
X
INTERVENTI
TERRITORIALI, A Percorso di formazione permanente per obiettori di coscienza e volontari
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
X
X
Corso di formazione per famiglie con disabili a domicilio
X
Protocollo di intesa con il Dipartimento Salute Mentale per la gestione dei casi a doppia diagnosi
X
Pagina 135 di 167
Protocollo operativo con il Dipartimento di Salute Mentale per interventi di integrazione con la comunità “ Ca’ del
Picchio”
X
Sviluppo della rete tra i servizi pubblici, privati e del Terzo settore
X
Protocollo con l’Università di Bologna per tirocini, stage e ricerche
X
Coinvolgimento del volontariato
X
INTERVENTI DI
EMERGENZA
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI
DIURNI E
AUSL
SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
CONSORZIO
INTERVENTI DI
EMERGENZA
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Inserimenti in strutture residenziali
X
Gestione R.S.A. disabili “Don Leo Commissari”
X
Apertura Gruppo appartamento di Via Venturini (progetto "Dopo di noi")
Pagina 136 di 167
X
Sviluppo integrazione servizi sociali con servizi sanitari; riformulazione del gruppo di lavoro con AUSL per
valutazione casi specifici e formalizzazione UVH
X
Sviluppo azioni di coinvolgimento delle famiglie sia nel controllo qualità che nella gestione
X
Sostegno all’inserimento lavorativo
X
X
Sostegno all’inserimento sociale; interventi per il tempo libero
X
X
Centro Casa Azzurra: consolidamento della gestione, approvazione regolamento di funzionamento e sviluppo di
azioni di coinvolgimento delle famiglie sia nel controllo qualità che nella gestione. Ampliamento orario di
accesso (obiettivo 2 ore in più su 3 giorni alla settimana) e verifica ulteriore estensione dell' ampliamento di
orario su 5 giorni alla settimana
X
Gestione centro occupazionale “ La Tartaruga”
X
Definizione di un progetto di qualificazione del Centro occupazionale La Tartaruga" anche nell'ottica dell'appalto
del servizio
X
Interventi ad integrazione del reddito
X
Gestione assegni di cura a fronte di specifico finanziamento regionale. Monitoraggio degli effetti
dell’introduzione di questa nuova prestazione sulla domanda di servizi
X
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Assistenza educativa domiciliare
X
Servizio di aiuto alla persona (SAP)
X
Incremento assistenza domiciliare e consegna pasti, definizione di un regolamento e verifica modalità
organizzative per l'accesso al servizio
X
Ipotesi di convenzionamento per lo svolgimento del Servizio civile volontario
X
Progettazione dell’ introduzione dell’istituto del Reddito Minimo di Inserimento sul territorio
(*da individuare)
Pagina 137 di 167
X(*)
Servizi di trasporto: studio di fattibilità di un nuovo modello di risposta con una particolare attenzione alla
possibilità di coinvolgimento del volontariato
X
Protocollo di intesa con il Dipartimento Salute Mentale per la gestione dei casi a doppia diagnosi
X
INTERVENTI
Sviluppo della rete tra i servizi pubblici, privati e del Terzo settore
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
Coinvolgimento del volontariato
PREVENZIONE
X
X
Tavolo per la transizione al lavoro per le fasce socialmente svantaggiate (*da individuare)
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Inserimenti in RSA disabili “Don Leo Commissari”
X(*)
X
Pagina 138 di 167
TABELLA 5
- TITOLARITÀ DELL’INTERVENTO E FORME DI GESTIONE AREA ANZIANI
COMUNE
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
Gestione Casa protetta comunale di Castel S. Pietro Terme: mantenimento e consolidamento degli standard
qualitativi, potenziamento della presenza del personale, modifica del servizio di ristorazione (produzione
diretta tramite cucine comunali Certificate), miglioramento del confort abitativo (ampliamento spazi comuni,
istallazione area condizionata)
X
Analisi dei costi delle case protette con posti convenzionati
X
Definizione e verifica degli indicatori di comfort alberghieri
X
Approfondimento del confronto con Ausl Imola sulla possibilità di ampliare il numero dei posti convenzionati in
casa protetta anche in relazione alla prossima attivazione di 25 nuovi posti alla casa protetta di Castel S.
Pietro
X
Gestione Casa protetta "Toschi" di Dozza: integrazione con la rete dei servizi (anche attraverso il trasporto),
modifica del servizio di ristorazione (produzione diretta termite cucine comunali Certificate)
X
Alloggi comunali ad uso sociale(alloggi per l'emergenza e alloggi protetti): gestione dell'attuale patrimonio,
ristrutturazione e messa a norma
X
Potenziamento delle attività del Centro diurno in collegamento con il Centro sociale e in generale del Centro
Polifunzionale "Villa Scardovi"
X
Pagina 139 di 167
ALTRE FORME
(specificato)
ISTITUZIONE
INTERVENTO
AFFIDAMENTO
IMPRESA SOCIALE
INTERVENTO
CONV. NE
VOLONTARIATO
TITOLARITA’ DELL’
DIRETTA
FORME DI GESTIONE
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
Interventi di assistenza economica: potenziamento e avvio della revisione del regolamento
X
Sperimentazione prestiti sull'onore
X
Organizzazione iniziativa di formazione rivolta alle figure coinvolte nell'accreditamento
X
Qualificazione del servizio di assistenza domiciliare con interventi completativi
X
Telesoccorso: potenziamento del servizio, iniziative promozionali
X
Assegno di cura a favore degli anziani colpiti da demenza (progetto consortile demenze finanziamento RER)
X
Trasporto: estensione al territorio di Dozza, potenziamento con un automezzo attrezzato, ipotesi mezzi
ecologici
X
Attività di formazione e sostegno alle famiglie
X
COMUNE DI CASTEL SAN PIETRO TERME
Iniziative culturali per la terza età e laboratori tematici (anche nell'ambito dei progetti "Città amiche dei
bambini")
Promozione del volontariato sia all'interno delle strutture che a domicilio (vacanze estive protette, spesa a
domicilio, consegna farmaci, …) Estensione convenzione con Auser
X
X
X
Gestione convenzioni con i Centri Sociali: programmazione comune vacanze estive (due montagna, due
mare) e soggiorni estivi in città
X
Progetto "insieme": azioni positive per ridurre la solitudine e favorire un ruolo attivo (anche a favore di nuclei di
recente insediamento)
X
Protocollo d’intesa con il Dipartimento Salute Mentale per i casi seguiti congiuntamente
X
COMUNE DI IMOLA
Pagina 140 di 167
Erogazione contributi per la vacanza
X
Rafforzamento attività di volontariato
X
Elaborazione del programma proposte vacanze e turismo in Italia e all'estero
X
Collaborazione con l'Amministrazione comunale di Corciano per attività " in rete" fra gli anziani dei due
Comuni
X
Predisposizione di un nuovo regolamento per l'incentivazione delle attività di pubblica utilità
X
Avvio progetto "Anziani soli" nel Forum Centro in collaborazione con Associazioni di volontariato AUSER,
ANTEA, Gruppo Tempo Libero, OO.SS. Di categoria
Analisi delle qualità della vita degli anziani, in collaborazione con i Centri Sociali, l' Associazione Orti anziani e
i Forum per una valutazione sulle risposte finora offerte
X
X
X
Rinnovo convenzioni con Centri Sociali e orti anziani e contestuale riprogettazione
Gestione di laboratorio di animazione sociale presso il Centro Sociale INA CASA
X
Avvio di uno studio per la "messa in rete" di risorse e collaborazioni con i Centri Sociali e anziani della città
X
Organizzazione iniziative ricreative e culturali in collaborazione con i Centri sociali, pro loco e Associazioni
X
Organizzazione Centro estivo di socializzazione per anziani
X
Organizzazione programma di attività di prevenzione e tempo libero "Dall'autunno all'estate"
X
DELEGA
USL
INTERVENTI
D’EMERVENZA
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Pagina 141 di 167
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
INTERVENTI .
D’EMERGENZA
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Gruppo di lavoro coordinato dal Distretto per definire elementi comuni che devono essere contenuti nei PAI di
strutture residenziali e semiresidenziali, territoriali e con la partecipazione di figure professionali sociali e
sanitarie
X
DSM: sostegno ai care givers
X
AUSL
I. T. A B.S. DI P.
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI Gestione integrata delle nuove procedure per le dimissioni protette e loro valutazione
X
PREVENZIONE
Gruppo di lavoro per la direttiva regionale demenze
X
Protocolli d’intesa Dipartimento Salute Mentale – Consorzio Servizi Sociali e Istituzione per i casi seguiti
congiuntamente
X
Consultorio per le demenze/presenza di 1 assistente sociale
X
Pagina 142 di 167
NTERVENTI
D’EMERGENZA
Formulazione di un piano per un intervento sociale qualificato nei Gruppi Appartamento
X
X
Ricerca appartamenti nei Comuni del Consorzio per promozione del servizio (*Comuni Consorziati)
Inserimento di anziani a rischio di non autosufficienza in Gruppi Appartamento
X
"Condominio solidale": gestione, verifica semestrale del progetto (ammissioni, domanda, costi) ed
implementazione del Gruppo di Gestione sociale quale équipe corresponsabile nella realizzazione di tale
progetto
X
Analisi dei costi delle case protette con posti convenzionati
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
X (*)
(**II.PP.AA.BB.)
X (**)
Definizione e verifica degli indicatori di comfort alberghieri
X
Convenzioni con le Strutture pubbliche e private che ospitano anziani con retta a carico del Consorzio
X
CONSORZIO
Verifica programmata dei piani personalizzati degli ospiti delle strutture a cura dell’èquipe che ha in carico
l’anziano (**II.PP.AA.BB.)
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
X (**)
Affidamento al Gruppo tecnico del SAA della definizione di linee guida per gli strumenti di informazione
all’utenza sui livelli e la tipologia dell’intervento assistenziale
X
Approfondimento del confronto con Ausl Imola sulla possibilità di ampliare il numero dei posti convenzionati in
casa protetta anche in relazione alla prossima attivazione di 25 nuovi posti alla casa protetta di Castel S.
Pietro
X
Avvio di n° 3 posti convenzionati in casa protetta per il sollievo delle famiglie; eventuale aumento di ulteriori
n.3 posti a carico del Consorzio in relazione alla domanda
X
Centro di Animazione Sociale: introduzione di nuove competenze professionali e ampliamento dell'apertura
giornaliera, con fornitura dei pasti; allestimento e trasferimento del Centro di Animazione Sociale nella nuova
sede presso S. Zennaro
X
Interventi di assistenza economica: valutazione sull'andamento degli interventi di assistenza economica per
integrazione del reddito ed eventuale modifiche criteri e modalità di erogazione
X
Pagina 143 di 167
X
FAMILIARE
Elaborazione di ipotesi per l'accreditamento di strutture e soggetti fornitori di assistenza al domicilio
X
X
Potenziamento interventi di Assistenza domiciliare +8,7% sulla spesa del 2001con l'obiettivo di arrivare a 300
utenti, 18.041 ore e 86.635 prestazioni; +4,8% nel 2003 sulla spesa del 2002 che viene consolidato nel 2004
X
X
Telesoccorso: accordo con Azienda Municipalizzata Imola per la gestione, iniziative promozionali
X
Sensibilizzazione della comunità al tema della demenza e realizzazione di un corso di formazione per familiari
di anziani affetti da demenza in collaborazione con l’Associazione Alzheimer
X
Ampliamento ore affidate ad anziani di pubblica utilità
X
Collaborazione alla ricerca sugli anziani con i Comuni consorziati
X
Promozione del volontariato e gestione delle convenzioni con AUSER e ANTEA
X
Completamento della attività prevista nel progetto sulle demenze a finanziamento regionale (assistenza
psicologica, domiciliare e legale) con verifica dei risultati
Gestione fondo unico per gli Assegni di cura. Incremento delle risorse disponibili del 39,1% rispetto al 2001 Obiettivo circa 460 utenti (+83 sul 2001)
X
Verifica dell'andamento demografico e quindi del rispetto degli indici regionali
X
Attuazione del nuovo regolamento sugli assegni di cura per gli anziani
X
INTERVENTI
Rafforzare l'integrazione con i servizi sanitari per le cure domiciliari (applicazione di protocolli, metodologie e
TERRITORIALI, A procedure per il SADI, l'ADI): approfondimento sulle modalità di integrazione per la realizzazione dell’ADI
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
X
X
Gruppo di lavoro per la direttiva regionale demenze
X
Consultorio per le demenze/presenza di 1 assistente sociale
X
Predisposizione della rilevazione dei tempi di attivazione dell’UVG
X
Protocollo d’intesa con il Dipartimento Salute Mentale per i casi seguiti congiuntamente
X
Pagina 144 di 167
Studio di fattibilità per creare l’Osservatorio per il monitoraggio dei bisogni e la promozione di azioni
formative nell’ambito socio-sanitario (*** da individuare)
X(***)
Studio sull’assistenza ad anziani fornita da cittadini immigrati ed emersione del lavoro sommerso
(badanti) (*** da individuare)
X(***)
Studio di fattibilità per pianificare gli interventi rivolti ad anziani affetti da demenza senile. La studio
va collegato all’approfondimento sulle possibilità di ampliamento dei posti convenzionati in Case
protette. Va, inoltre, definito il progetto per la ristrutturazione della struttura protetta per anziani
attualmente situata presso l’Ospedale Vecchio (*** da individuare)
X(***)
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Pagina 145 di 167
- TITOLARITÀ DELL’INTERVENTO E FORME DI GESTIONE AREA IMMIGRAZIONE
CONSORZIO
Gestione alloggi di prima accoglienza
INTERVENTI COMUNITARI
E RESIDENZIALI
X
Avvio di una struttura di prima accoglienza per donne sole
o con prole (* convenzione associazione)
Studio di fattibilità per la ridefinizione delle risposte di prima
accoglienza abitativa
X(*)
X
Gestione Sportello di prima accoglienza
INTERVENTI DIURNI E
SEMIRESIDENZIALI
X
Potenziamento del Servizio di assistenza, consulenza e
informazione legale
X
Potenziamento del Centro interculturale per donne native e
migranti (* convenzione associazione)
X(*)
Realizzazione di uno sportello di intermediazione tra
domanda e offerta di alloggio
INTERVENTI DOMICILIARI
Contributi economici
E DI SOSTEGNO
Pagina 146 di 167
ALTRE FORME
(specificato)
AUSL
ISTITUZIONE O
AZIENDA SPECIALE
(SPECIFICARE)
DELEGA
AUSL
AFFIDAMENTO
IMPRESA SOCIALE
COMUNE
FORME DI GESTIONE
DIRETTA
TITOLARITA’ DELL’INTERVENTO
CONV. NE
VOLONTARIATO
TABELLA 5
X
X
E DI SOSTEGNO
FAMILIARE
Ambulatorio
medico per
cittadini stranieri
irregolarmente
presenti sul
territorio
nazionale
X
Ricerca sui motivi di esclusione sociale all’accesso dei
servizi sanitari da parte delle donne immigrate
(* convenzione associazione)
Progetto formativo a supporto dell’integrazione delle donne
immigrate nella Comunità montana Valle del Santerno
INTERVENTI
TERRITORIALI, A BASSA
SOGLIA, DI
X(*)
X
Studio di fattibilità per un’agenzia per la casa per i
lavoratori in mobilità (da individuare)
X(**)
Definizione di un progetto per un Osservatorio
permanente sull’accesso alla salute per le donne e le
famiglie migranti (da individuare)
X(**)
PREVENZIONE
Osservatorio delle immigrazioni
(***Convenzione Comune di Bologna e Provincia di Bologna)
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Pagina 147 di 167
X(***)
TABELLA 5
- TITOLARITÀ DELL’INTERVENTO E FORME DI GESTIONE AREA CONTRASTO ALL’ESCLUSIONE – POVERTÀ – DIPENDENZE
INTERVENTI DIURNI
COMUNE
E SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
X
X
Interventi a integrazione del reddito
X
Ampliamento del coinvolgimento del volontariato
X
Gestione Protocollo SERT
X
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Pagina 148 di 167
ALTRE FORME
(SPECIFICATO)
X
Sostegno all’inserimento sociale
INTERVENTI DI
EMERGENZA
DELE
GA
AUSL
ISTITUZIONE
Interventi di transizione al lavoro
AFFIDAMENTO
IMPRESA SOCIALE
INTERVENTO
CONV. NE
VOLONTARIATO
TITOLARITA’
DELL’INTERVENTO
DIRETTA
FORME DI GESTIONE
INTERVENTI DIURNI
E SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Differenziare le strutture destinate a pazienti psichiatrici su specifiche tipologie di utenza e di intervento
integrato sul territorio
X
Gestione delle 8 comunità residenziali per cronicità psichiatrica
X
X
INTERVENTI DIURNI
E SEMIRESIDENZIALI
Interventi di transizione al lavoro: progetti provinciali di formazione, borse lavoro, collaborazione con
cooperative sociali di tipo B
X
X
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
Interventi a integrazione del reddito
X
SOSTEGNO
FAMILIARE
Progettazione per l’ introduzione dell’istituto del Reddito Minimo di Inserimento sul territorio
X
Sostegno a gruppi di auto-aiuto di familiari e utenti psichiatrici
X
INTERVENTI
AUSL
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Pagina 149 di 167
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI DIURNI
Gestione appartamenti di servizio
X
Progetto regionale "Oltre la strada”: convenzionamento con associazione per l'inserimento in nuclei familiari di
donne disponibili ad abbandonare la prostituzione
X
Interventi di transizione al lavoro: progetti provinciali di formazione, borse lavoro, collaborazione con
cooperative sociali di tipo B
X
Sostegno all’inserimento sociale
X
Interventi a integrazione del reddito
X
Costituzione di una rete significativa di rapporti tra il Servizio e le associazioni di volontariato
X
Attivazione di una consulta sulle tossicodipendenze e sulle dipendenze da alcool con il coinvolgimento del terzo
settore, delle OO.SS., dei Comuni e dell'AUSL Imola
X
Analisi e valutazione del fenomeno povertà a livello territoriale e relativo progetto di intervento
X
Definizione e gestione di progetti sulla prevenzione delle tossicodipendenze e delle dipendenze da alcool
X
X
X
E SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
Tavolo per la transizione al lavoro delle fasce socialmente svantaggiate (* da individuare)
X(*)
CONSORZIO
Progettazione dell’Introduzione del Reddito Minimo di Inserimento (* da individuare)
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Verifica gestione protocollo SERT e introduzione eventuali modifiche
X
Studio del fenomeno prostituzione nel territorio del Consorzio (collaborazione con le forze di polizia e
Associazioni del territorio), verifica risultati ed eventuale ridefinizione dell'azione di accoglienza
X
Progetto regionale "Oltre la strada”: convenzionamento con associazione per l'inserimento in nuclei familiari di
donne disponibili ad abbandonare la prostituzione
X
Pagina 150 di 167
X
3.8 LE RISORSE FINANZIARIE DEL PIANO DI ZONA
Tabella 6 - Finanziamento previsto per intervento
– Area responsabilità familiari
– Area diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
– Area disabilità
– Area anziani
– Area immigrazione
– Area contrasto all’esclusione – povertà - dipendenze
Pagina 151 di 167
TABELLA 6
- FINANZIAMENTO PREVISTO PER INTERVENTO – AREA RESPONSABILITÀ FAMILIARI
CONSOLIDAMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
SPESE
INVESTIMENTO
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
SPESE
CORRENTI
INNOVAZIONE SPERIMENTAZIONE
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE
CORRENTI
Consorzio
12.146,00
INTERVENTI DIURNI
E
SEMIRESIDENZIALI
Consorzio
86.267,00
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Comune di Castel
Guelfo
10.000,00
Consorzio
Consorzio
24.292,00
6.073,00
Consorzio
Consorzio
14.575,00
9.717,00
Comune di
Casalfiumanese
1.137,24
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Consorzio
24.292,00
Comune di Imola
512.324,98
Consorzio 6.073,00
Non sono pervenuti tutti i dati
Pagina 152 di 167
TABELLA 6 - FINANZIAMENTO PREVISTO PER INTERVENTO – AREA DIRITTI DELL’INFANZIA E
DELL’ADOLESCENZA
CONSOLIDAMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
SPESE
INVESTIMENTO
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
SPESE
CORRENTI
INNOVAZIONE SPERIMENTAZIONE
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE CORRENTI
Consorzio
Consorzio 63.457,00
6.073,00
Consorzio 60.763,00
Comune di Mordano
254.745,00
Comune di Dozza
248.371,20
Comune di Borgo
Tossignano
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZIA
LI
197.791,00
Comune di Castel
S.Pietro Terme
975.143,00
Comune di
Borgo T.
30.000,00
Consorzio
Consorzio
6.073,00
6.073,00
comune di Castel
Guelfo
83.666,00
Comune di Imola
3.126.113,61
Comune di
Casalfiumanese
64.370,00
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
Consorzio
Consorzio 164.348,00
Comune di Mordano
516,00
Consorzio
14.575,00
13.361,00
Centro per abuso
e maltrattamento
(1)
7.377,96
Consorzio 182.400,00
Comune di Mordano
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA,
DI PREVENZIONE
1033,00
Centri giovanili Comune
di Castel S.Pietro
Terme 51.277,00
Comune di Imola
25.461,33
Consorzio
57.578,00
coordinamento
affido-adozioni
Provincia
Consorzio
51.505,00
Comune di Castel
S.Pietro Terme
13.556,00
3.615,00
Consorzio 51.981,00
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Rete di accoglienza 0/6:
i costi sono sostenuti
dal Comune di Bologna
con finanziamento
Provinciale
Consorzio
6.073,00
(1)Spesa ancora da quantificare ipoteticamente tot. € 232.405,60 di cui € 51.645,70 da Provincia di Bologna, € … Comune di Bologna restante
quota da ripartire tra le Aziende USL.
Pagina 153 di 167
TABELLA 6
-
FINANZIAMENTO PREVISTO PER INTERVENTO – AREA DISABILITÀ
CONSOLIDAMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
SPESE
INVESTIMENTO
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
SPESE
CORRENTI
INNOVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE
CORRENTI
Consorzio
Consorzio
Consorzio
365.961,80
4.564,00
61.076,00
Consorzio
936.309,56
Istituzione
407.900,00
Comune di
Mordano
20.500,00
INTERVENTI DIURNI
E
SEMIRESIDENZIALI
Comune di Dozza
33.311,47
Comune di Borgo
Tossignano
Consorzio
21.497,00
Istituzione
Consorzio
6.086,00
80.100,00
11.104,00
comune di Castel
Guelfo
13.200,00
Comune di Imola
339.312,18
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Consorzio
Consorzio
Consorzio
115.273,34
27.012,00
9.129,00
Consorzio
Consorzio
3.042,88
3.042,88
Consorzio
9.128,64
Comune di Imola
10.571,87
Consorzio
147.050,20
Pagina 154 di 167
TABELLA 6
- FINANZIAMENTO PREVISTO PER INTERVENTO – AREA ANZIANI
CONSOLIDAMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
SPESE
INVESTIMENTO
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
INTERVENTI DIURNI
E
SEMIRESIDENZIALI
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
SPESE
CORRENTI
Consorzio
Consorzio
822.607,86
50.182,00
Istituzione
Istituzione
1.956.380,00
470.000,00
Consorzio
Consorzio
52.093,00
84.684,00
Consorzio
Consorzio
1.330.683,51
247.957,00
Istituzione
Istituzione
492.336,00
10.400,00
Consorzio
36.018,00
Comune di Imola
22.000,00
Comune di Imola
7.230,26
Comune di Imola
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA, DI
PREVENZIONE
67.000,00
Consorzio
Istituzione
30.808,00
37.950,00
Comune di
Mordano
1.807,60
Comune di Borgo
Tossignano
3.848,00
Comune di
Casalfiumanese
5.144,94
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Istituzione
60.000,00
Pagina 155 di 167
INNOVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE
CORRENTI
Consorzio
16.734,00
TABELLA 6
-
FINANZIAMENTO PREVISTO PER INTERVENTO – AREA IMMIGRAZIONE
CONSOLIDAMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE
CORRENTI
INNOVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE
CORRENTI
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Consorzio
Consorzio
114.088,20
21.545,91
INTERVENTI DIURNI
E
SEMIRESIDENZIALI
Consorzio
Consorzio
Consorzio
105.331,56
84.265,24
21.066,31
INTERVENTI
DOMICILIARI E DI
SOSTEGNO
FAMILIARE
INTERVENTI
TERRITORIALI, A
BASSA SOGLIA DI
PREVENZIONE
Consorzio
12.050,67
Comune di Imola
27.165,63
Provincia per
Osservatorio
Immigrazione
1936,71
+Fondo RER
D.Leg.286
INTERVENTI DI
EMERGENZA
Pagina 156 di 167
TABELLA 6
- FINANZIAMENTO PREVISTO PER INTERVENTO - AREA CONTRASTO
ALL’ESCLUSIONE - POVERTÀ - DIPENDENZE
CONSOLIDAMENTO
SVILUPPO E MIGLIORAMENTO
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE
CORRENTI
INNOVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
SPESE
INVESTIMENTO
SPESE
CORRENTI
Consorzio
131.325,00
Comunità DSM
3.320.874,00
INTERVENTI
COMUNITARI E
RESIDENZIALI
Case protette private
convenzionate con
DSM
1.223.460,00
Case protette
pubbliche/RSA con
DSM
218.667,00
Consorzio
14.130,00
INTERVENTI
DIURNI E
SEMIRESIDENZI
ALI
Il Girasole AUSL
57.912,00
Borse lavoro DSM
13.290,00
INTERVENTI
DOMICILIARI E
DI SOSTEGNO
FAMILIARE
Consorzio 40.116,00
Consorzio
14.130,00
comune di Mordano
9.470,41
Consorzio 28.259,00
INTERVENTI
TERRITORIALI,
A BASSA
SOGLIA DI
PREVENZIONE
comune di Mordano
45.075,00
comune di Castel
Guelfo
6.713,00
Consorzio
INTERVENTI DI
EMERGENZA
24.625,00
Istituzione
17.700,00
Pagina 157 di 167
Consorzio
Consorzio
21.194,00
35.324,00
TABELLA 7
- RIPARTIZIONE DEI FINANZIAMENTI PER PROVENIENZA DELLE RISORSE
RISORSE PROPRIE
RISORSE
PRIVATE/DONAZIONI
ECC.
Consorzio
109.907,00
RESPONSABILITÀ
FAMILIARI
FONDO SOCIALE
FONDI
VINCOLATI ECC.
CONTRIBUZIONE
UTENTI
ALTRE
Contributo
regionale sulla
gestione
Istituzione
27.269,00
49.200,00
Consorzio
comune di Castel
Guelfo
8.000,00
73.528,00
Provincia ex
L.67/93
175.184,91
Consorzio
Consorzio
73.528
610.732,00
comune di Borgo
Tossignano
114.945,00
DIRITTI
DELL’INFANZIA E
ADOLESCENZA
comune di Dozza
250.953,00
comune di Castel
S.Pietro Terme
comune di Dozza
16.010,00
11.995,00
comune di
Dozza
comune di Castel
S.Pietro Terme
178.178,00
comune di
Castel S.Pietro
Terme
63.010,00
comune di Castel
Guelfo 83.666,00
49.322,00
comune di
Borgo
Tossignano
2.014,00
788.515,00
comune di Borgo
Tossignano
comune di Castel
Guelfo
10.329,00
Fondi
provinciali per
affido
3.615,59
comune di
Borgo
Tossignano
(Comuni
associati con
convenzione)
47.514,00
comune di
Castel S.Pietro
Terme
(contribuzioni
Comuni)
10.073,00
Istituzione
246.176,00
Consorzio
1.411.717,00
comune di Borgo
Tossignano
DISABILITÀ
4.804,00
Consorzio
108.350,00
Istituzione
13.050,00
comune di Dozza
3.073,00
comune di
Borgo
Tossignano
6.300,00
Consorzio
189.107,00
Istituzione
158.780,00
Istituzione
67.694,00
comune di Castel
Guelfo
13.200,00
Consorzio
1.683.267
ANZIANI
Istituzione
606.660,00
comune di Borgo
Tossignano
Consorzio
293.703
Consorzio
73.646
Istituzione
Consorzio
621.152,00
43.170,00
Istituzione
1.500.000,00
comune di Borgo
Tossignano
2.866,00
982,00
Pagina 158 di 167
Istituzione
849.100.00
comune di Castel
Guelfo
2.000,00
IMMIGRAZIONE
[CMG1]Consorzio
236.357
Consorzio
Consorzio
70.345,00
51.646,00
Provincia per
Osservatorio
Immigrazione
1936,71
+Fondo RER
D.Leg.286
AUSL
4.924.200,00
CONTRASTO
ESCLUSIONE POVERTÀ DIPENDENZE
Consorzio
279.147,00
Consorzio
AUSL
29.955,00
464.811,00
Istituzione
20.000,00
Istituzione
INTERVENTI NON
RIPARTIBILI NELLE
AREE
15.236,00
Istituzione
comune di Castel
Guelfo
6.713,00
7.700,00
Non sono pervenuti i dati di tutti i Comuni
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Provincia da del.
RER 246/01
30.470,96
TABELLA 8 - PROGRAMMA DELLE AZIONI DI SUPPORTO
ATTIVITÀ PREVISTE
Attività istituzionali e tecniche di costruzione del Pdz e
dell’Adp
Attività di gestione del pdz
COSTI STIMATI
20.882,06 (Consorzio)
18.075,99 (Provincia)
1.047,22 (Consorzio)
27.180,00 (Consorzio)
Attività di valutazione del pdz
3.615,20 (Provincia)
Attività formative di supporto
3.615,20 (Provincia)
Attività di accompagnamento amministrativo
Pagina 160 di 167
1.551,63 (Consorzio)
5.164,57 (Provincia)
TABELLA 9
- LE RISORSE FINANZIARIE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2002
ENTRATE
Fondo sociale nazionale (risorse indistinte)
103.292,00
Fondo sociale regionale
650.902,00
Risorse proprie dei comuni
7.250.829,61
Risorse dell’Azienda Usl
2.165.678,00
Risorse provinciali
375.108,95
Quota compartecipazione utenti
1.604.556,00
Fondi vincolati (*)
247.556,00
Totale entrate
12.367.451,60
USCITE
Spese per interventi area responsabilità familiari
519.132,98
Spese per interventi area diritti dei minori
5.126.535,59
Spese per interventi area disabilità
2.089.814,40
Spese per interventi area anziani
2.671.768,00
Spese per interventi area immigrazione
385.513,63
Spese per interventi area contrasto all’esclusione – povertà – dipendenze
309.102,00
Spese per attività istituzionali e tecniche di costruzione del Pdz e dell’Adp
38.958,05
Spese per attività di gestione del Pdz
1.047,22
Spese per attività di valutazione del Pdz
30.795,20
Spese per interventi formativi e di supporto Pdz
Spese per attività di accompagnamento amministrativo
Totale uscite
3.615,20
1.221.640,29
12.367.451,60
(*) N.B.: il valore comprende le risorse private per un importo pari a € 74.679,00
Non sono pervenuti i dati di tutti i Comuni
Pagina 161 di 167
3.9 PROGETTO SOVRAZONALE ISE
I Comuni della zona Imola si impegnano:
1 ad approvare, ove non sia già stato fatto, un atto di indirizzo o regolamento che dia atto delle
disposizioni normative vigenti e del percorso finora fatto dal Comune in tema di ISE e formalmente
introduca (o modifichi) la precedente introduzione dell’ISE, come strumento di calcolo della
condizione economica di coloro che richiedono servizi, benefici, prestazioni non destinati alla
generalità dei soggetti o comunque collegati nella misura o nel costo alle condizioni economiche del
richiedente.
2 a considerare l’accesso alle prestazioni servizi non come subordinati alle condizioni economiche
dei soggetti richiedenti in accordo con gli articoli 2 e 3 della Costituzione. Coloro che accedono al
servizio/ prestazione, possono richiedere una tariffa agevolata, ove sia previsto, in base all’ISE.
L’ISE può essere considerato tra i criteri di accesso solo nei casi in cui la domanda di servizi /
interventi ecceda significativamente l’offerta.
L’accesso a contributi economici può invece essere determinato da una soglia ISEE definita
dall’Ente, salvo i casi in cui una norma sovraordinata non ne specifichi l’entità.
3 riguardo al nucleo familiare di far riferimento al nucleo così come definito nel DLGS 130 /00 e
DPCM 242 / 01 art. 1bis ( cosiddetto nucleo anagrafico) ; di sperimentare in alcuni territori
eccezioni per i servizi territoriali ( semiresidenziali e domiciliari…)agli anziani per i quali si
considerera’ oltre al richiedente soltanto il coniuge o convivente, per i servizi per disabili per i
quali si farà riferimento alla delibera 477/01 della RER, per i servizi educativi e scolastici con
riferimento al solo nucleo genitoriale. Tale sperimentazione sarà monitorata al fine di approfondire
gli effetti delle diverse applicazioni ( sia dal punto di vista della equità per i cittadini che della
sostenibilità economica )e addivenire ad una condivisione delle scelte relative al nucleo nel
prossimo piano.
4
ad introdurre, progressivamente, l’ISE nei seguenti servizi:
a)
agevolazioni tariffarie su servizi a retta diversificata in base alle capacità economiche
dell’utenza:
− nidi e servizi all’infanzia
Pagina 162 di 167
− alloggi ad uso sociale
− servizi domiciliari e semiresidenziali
b) contributi e benefici economici:
− continuativi ( es. reddito minimo di inserimento, integrazione minimo vitale…)
− straordinari
− ad integrazione rette
5 Orientarsi verso la applicazione della retta unica ( a livello Comunale) ai seguenti servizi:
− refezione scolastica
− pre e post scuola
− trasporto scolastico
− centri e soggiorni estivi
− altri servizi assimilabili (in relazione all’entità della retta o alle funzioni di integrazione,
supporto che svolgono rispetto a “servizi principali”)
Per i servizi di cui sopra, potranno essere concesse esenzioni, tariffe agevolate o contributi ad
integrazione della retta, su richiesta dell’interessato a fronte di situazioni di disagio economico. In
questi casi verrà applicato l’ISE ai richiedenti.
6 Tendere al progressivo superamento del sistema per fasce per addivenire ad una
personalizzazione delle rette nei servizi interessati.
7 A migliorare le relazioni e la collaborazione con INPS e CAF ed ad ampliare il livello di
informazione ed assistenza data ai cittadini da parte dei singoli Comuni
8 a mantenere in sede provinciale il gruppo di lavoro “coordinamento ISE” confermando o
indicando uno o più referenti per la zona. L’operatore indicato svolgerà funzioni di raccordo e punto
di riferimento per i Comuni .
Il gruppo di lavoro sarà finalizzato a sostenere gli operatori con occasioni formative, socializzazione
delle prassi interpretative, facilitazione delle relazioni con gli altri attori istituzionali coinvolti,
supporto , consulenza e monitoraggio dell’applicazione.
Pagina 163 di 167
I Comuni si impegnano inoltre a collaborare per:
1- individuare “criteri ulteriori di selezione dei beneficiari” ( come previsto dall’art.2 comma 4 del
Dlgs 130/00) omogenei sul territorio .
2- regolamentare in modo omogeneo le dichiarazioni “ISE 0”, e quindi il tema dei redditi
legittimamente e non legittimamente esenti
3- regolamentazione omogenea del sistema dei controlli .
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3.10 IL PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI DI FORMAZIONE E
AGGIORNAMENTO
In coerenza con quanto il progetto di legge regionale ribadisce e con le indicazioni contenute nelle
“Linee Guida per la predisposizione e l’approvazione dei Piani di Zona 2002/2003” della Regione
Emilia-Romagna, la formazione è strumento fondamentale per realizzare un sistema integrato di
interventi e servizi di qualità ed efficace. I Piani di Zona dovranno quindi contenere una prima
riflessione e analisi sulle esigenze di formazione, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo strategico
dei Piani, nonché le prime indicazioni operative.
In particolare è importante individuare in modo distinto, da un lato, la domanda di aggiornamento
degli operatori occupati nelle diverse aree di intervento e servizi, e dall’altro il fabbisogno di nuove
figure/funzioni, anche in relazione a riconversioni di servizi esistenti, creazione di servizi unificati o
innovativi e sperimentali.
Nell’individuare la domanda di formazione e nel delineare le risposte adeguate si terrà conto di
alcuni aspetti specifici:
•
l’opportunità di sostenere la qualificazione delle attività e degli operatori dei diversi soggetti
del terzo settore, nonché la formazione e il supporto di cittadini e famiglie, nell’ottica della
promozione di azioni di auto-aiuto e di solidarietà sociale, anche non mediata da
organizzazioni ( in specifico attraverso i Piani formativi 2002 del Consorzio e
dell’Istituzione, il Progetto Demenze, i Gruppi di auto-aiuto)
•
il raccordo da attivare, nell’ambito di progetti destinati a soggetti in situazione o a rischio di
esclusione sociale, tra interventi di assistenza e reinserimento sociale e azioni formative e di
inserimento e accompagnamento lavorativo (in specifico con il Tavolo per la transizione al
lavoro delle fasce socialmente svantaggiate)
•
l’individuare momenti di coordinamento tecnico zonale tra responsabili di tipologie
analoghe di servizi o di servizi dello stesso settore (anziani, disabili, immigrati, ecc.), in
modo da costruire una rete di confronti e scambi che sostenga e valorizzi l’azione tecnica e
faccia emergere nel tempo elementi per i Piani di Zona oltrechè specifiche esigenze
formative degli operatori (cfr. Studio di fattibilità per la creazione di un Osservatorio per il
monitoraggio dei bisogni formativi e la promozione di azioni di qualificazione professionale
nel settore socio-assistenziale).
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PIANO FORMATIVO ANNO 2002
CONSORZIO SERVIZI SOCIALI DI IMOLA
DESCRIZIONE DELL’AZIONE FORMATIVA
AREA/SETTORE DI RIFERIMENTO
Corso di formazione sulla relazione interpersonale,
l’auto-efficacia e sulla comunicazione. “Persone
efficaci”
Minori
Stage di formazione “Handicap e sessualità” I livello
Adulti
Stage di formazione “Handicap e sessualità” II livello
Adulti
Minori
Seminario “Le tematiche giuridiche prevalenti
nell’esercizio del lavoro sociale”
Adulti
Anziani
Corso di formazione “Amministrazione, finanza e
controllo di gestione”
Affari Generali e Progetti Formazione Lavoro
Corso di formazione sull’utilizzo del programma
informatico di gestione della contabilità finanziaria e
dei programmi collegati (Iva, compensi a terzi, ecc.)
Affari Generali
Seminario sull’utilizzo del programma informatico di
gestione del patrimonio e tenuta inventari
Affari Generali
Corso di formazione sulle modalità di applicazione
dell’ISEE
Affari Generali
Seminario di formazione “Semplificazione
amministrativa e controllo auto dichiarazioni”
Affari Generali
Seminario di formazione “Atti amministrativi,
delibere e determinazioni”
Affari Generali
Corso di formazione “Il centralino”
Progetti, formazione, lavoro
Corso di formazione “Il ruolo del front-line”
comunicare l’azienda e soddisfare il cliente
Progetti, formazione, lavoro
Corso di formazione su Word e Excel
Progetti, formazione, lavoro
Corso di formazione su Word e Excel avanzato
Progetti, formazione, lavoro
Corso di formazione sull’utilizzo di posta elettronica e
Internet
Progetti, formazione, lavoro
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PIANO FORMATIVO ANNO 2002
ISTITUZIONE PER LA GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE
DI CASTEL SAN PIETRO TERME
Servizi residenziali e semiresidenziali
FIGURA PROFESSIONALE
TIPOLOGIA DI FORMAZIONE
Operatore Socio - Assistenziale
Prevenzione lombare
Corso antincendio
Formazione sulla deglutizione
Passaggio da A.d.B. a O.S.
Formazione sull’Alzheimer
Coordinatore ,Quadri, Dirigenti, Personale area medica
Accreditamento dei servizi residenziali per anziani
Servizi territoriali e servizi generali amministrativi
FIGURA PROFESSIONALE
TIPOLOGIA DI FORMAZIONE
Assistenti Sociali e Amm. allo sportello
ISE
Assistente sociale
La Costruzione di reti sociali
Segretariato sociale
Ass. Soc. Amministrativi
Comunicazione e orientamento
Amministrativi
Corso avanzato di informatica
Privacy
Autocertificazione
Uff. Tecnico
Amministratore immobiliare
Coordinatore ,Quadri, Dirigenti, Commissione qualità e
C.d.A.
Qualità dei servizi socio - assistenziali
Giornata seminariale sulla nuova Legge Regionale
dell’Assistenza
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