pompe di bordo
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www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Chiodi e martello LE POMPE A GIRANTE L’idraulico velista Qualche concetto base su come funzionano e cosa sono le pompe che abbiamo a bordo di Marco Scarpa enso che siano solo i pedalò a non avere una pompa a bordo; persino le piccole derive infatti ne sono provviste: si chiama sassola o sessola ed è propriamente “manuale”, nel senso che é azionata dal braccio e dalla mano dell’atletico velista. Chi di noi, nella sua più o meno lontana gioventù, ha mai provato a sgottare in questa maniera, si ricorda senz’altro della fatica che già dopo cinque minuti di lavoro si comincia ad avvertire, ansimando e guardando con sgomento il fondo della barca ancora ben pieno d’ acqua. P 92 Aprile 2005 L’ acqua pesa, e il lavoro necessario per sollevarla è proporzionale alla sua quantità (meglio sarebbe parlare di massa) e all’altezza alla quale la si vuole portare (meglio sarebbe parlare di prevalenza, che nel nostro caso arriva almeno fin sopra la falchetta della barca). La potenza che consumiamo invece dipende dal tempo che impieghiamo a fare quel lavoro: meno tempo, più potenza. Collegando il concetto di quantità d’acqua a quello del tempo che passa, ne esce una grandezza che prende il nome di portata. Poiché, però, le definizioni della fisica sono forse ancora più “pesanti” dell’acqua, è bene limitarsi a dire che i concetti fondamentali per classificare una pompa sono semplicemente due: la portata, che si misura in litri al secondo e la prevalenza, che si misura in metri. Ci sono due sistemi per aspirare meccanicamente l’acqua: lo si può fare con continuità oppure a intervalli. Per aspirare con continuità occorre un mulinello dotato di pale e di forza motrice posto in un certo punto lungo un tubo: questa è la pompa cosiddetta a girante, adatta a piccole portate e medie o grandi prevalenze. Ne sono un esempio le pompe di Alcune tipiche pompe di sentina: sopra e a sentina a immersione: quelle con destra due pompe a immersione; l’involucro di plastica colorato che sotto, una pompa (nera) a girante giacciono a bagno dentro la sentina in posizione verticale. Cruccio dei diportisti è il filtro, che va sempre tenuto pulito e che sembra avere una predilizione per i capelli delle signore. Un’altra pompa a girante, sempre presente a bordo, è quella dell’acqua di mare per il raffreddamento del motore. Le prime, quelle a bagno nella ma. Se rimane per troppo tempo sentina, sono dette “a girante a ferma, perché la barca non viene immersione”; le seconde, quelle utilizzata, si secca e screpola, e del motore, si chiamano “a giranquando la si farà ripartire, nei te a secco”. Entrambe sono delle primi pochi giri a secco d’acqua, buone pompe che, però, richiedono attenzioni. Le prime hanno si rovinerà irremediabilmente. Conclusione, la girante va semin genere solo problemi di pulizia al filtro, in quanto il loro pre controllata e cambiata almeno ogni tre anni. motorino elettrico si trova non solo a far la fatica di aspirare l’acqua - con aggiunta di detersivi, gasolio e quant’altro si LE POMPE A MEMBRANA trova in sentina - ma anche a contrastare l’azione frenante delle Sino a qui abbiamo visto le pompe ad aspirazione continua, ora varie “schifezze” solide imprigionate sull’albero del mulinello; vediamo quelle ad aspirazione a intervalli. insistendo a farle lavorare senza pulire il filtro, c’è il rischio di Le pompe che aspirano a intervalli sono una specie di polmone bruciare gli avvolgimenti del motorino elettrico. con due valvole (come se fosse un cuore con tanto di ventricoSe la pompa a immersione non funziona, prima di sostituirla é lo e tricuspide): queste sono le pompe cosiddette “a membrabene armarsi di guanti di gomma e tanta pazienza. In genere na”, adatte a grandi portate e medie o piccole prevalenze. Ne sono un esempio le tradizionali pompe di sentina manuali dopo una bella pulizia essa torna a girare tranquillamente. La pompa dell’impianto di raffreddamento, mossa dal moto (quelle dal tubo inox che si infila in un soffietto sotto la stesso del motore, gira sempre, ma non è detto che aspiri panca del pozzetto) oppure le ben note “pompe a pedale” che comunque acqua. Molti possono essere i motivi che non per- portano acqua al lavello della cucina; o quelle dotate di motomettono all’acqua di mare di raggiungere la pompa: presa a re elettrico, che si usano in genere su barche di dimensioni mare chiusa; busta di plastica o alghe sotto la pigna della presa importanti, collocate in qualche gavone a poppa. a mare; eccessivo sbandamento dello scafo (questo problema Funzionano tutte benissimo: aspirano (quasi) di tutto, non può sussistere solo per imbarcazioni molto datate). Se la giran- hanno particolari problemi di pulizia e durano un’eternità. te lavora a secco, si brucia con la conseguenza che dopo un po’ Quelle elettriche che si vedono in giro presentano, dopo un bel pò d’anni, qualche problema di corrosione delle parti metallianche il motore fa la stessa fine. La girante, come abbiamo detto, è di gomma e quindi sogget- che meccaniche ed elettriche. ta a usura, irrigidimento e screpolamento. Non si cada nell’er- C’è chi, per evitare il fenomeno di corrosione, pone vicino alle rore di pensare che una girante che non lavora, non si consu- pompe le vaschette deumidificanti. Aprile 2005 93 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Chiodi e martello Di fianco, una grande autoclave di un ottanta piedi. Sotto, il polmone di un autoclave. In basso a sinistra, la leva di una pompa a pedale skipper dovrebbe comperare una pompa a membrana dotata di un motore della potenza di circa 90 Watt (si dovrà scegliere la pompa a membrana perchè la portata richiesta- 3,33 litri/secondo -è alta). L’ AUTOCLAVE Questo tipo di pompe sono delle entità particolari in quanto non si bagnano con l’acqua, né si abbassano a spingere acque luride all’interno di tubazioni spiralate, tantomeno si preoccupano di raffreddare motori sotto il cocente sole d’agosto. L’ autoclave vive pompando esclusivamente aria, lasciando che sia questa a mantenere in pressione l’acqua all’interno di un circuito di tubi; essa lavora ignorando se l’acqua scorrerà verso la toilette di prua per lavare i denti alla figlia dell’armatore, o se scorrerà verso il lavello della cucina per lavare l’insalata. L’ unico difetto in tanta poesia è dato dal fatto che essa (l’autoclave, non la poesia) è piuttosto rumorosa, tanto è vero che viene spesso montata su silent-block e relegata in un gavone, il più lontano possibile dalle cabine. Di fatto nelle imbarcazioni da diporto quelle che vengono definite come autoclavi non sono altro che pompe a girante munite di un accessorio sensibile alla pressione che si chiama pres- LA POTENZA Chi vende pompe é abituato a classificarle in base alla loro tipologia e alla potenza; ecco quindi che quei “barbosissimi” concetti di portata e prevalenza, inizialmente definiti, tornano utili non solo per scegliere il tipo di pompa, ma anche per definirne l’acquisto e l’installazione. 94 Aprile 2005 sostato: questo funge da interruttore e spegne l’autoclave quando sente che la pressione ha raggiunto un certo valore prefissato (intorno alle 2 atmosfere). Per mantenere in pressione il circuito l’autoclave ha bisogno che il pressostato funzioni correttamente e che non ci siano perdite nel circuito stesso. Sorvegliare tutto ciò non è complesso, perché l’autoclave ha, come detto, il pregio-difetto di essere rumorosa: se, quando la si mette in funzione, non si spegne automaticamente dopo un pò di tempo che si è chiuso il rubinetto - orientativamente intorno ai dieci-venti secondi - significa che qualcosa non funziona; evidentemente il circuito perde, il pressostato si è rotto o i serbatoi dell’acqua sono vuoti. In questi casi occorre chiudere immediatamente l’interruttore, altrimenti la pompa rischia di bruciarsi, cosa che comunque avverrà molto più tardi di quanto accade alle altre pompe prese in esame. In questi casi se c’è una perdita di pressione nel circuito bisogna esaminarlo tutto e, spesso, l’inconveniente si risolve stringendo una fascetta inox allentata. Se, viceversa è il pressostato che non funziona, l’ unico cosa da fare è di accendere manualmente l’autoclave solo nel momento in cui si fa uso dell’acqua o, molto meglio, di usare le tradizionali pompe a pedale. Complicato? Non molto, perché la potenza stessa (quella che si misura in Watt, per capirci) è facilmente ricavabile dagli altri due concetti. Se, infatti, uno skipper volesse una pompa capace di togliere dalla sentina 1000 litri d’acqua di mare in 5 minuti, alzandoli a 2 metri di altezza, il calcolo sarebbe il seguente: portata = 1000: (5x60) = 3,33 litri/sec (dove 5x60 sta per 5 minuti x 60 secondi, in modo da ottenere il tempo espresso in secondi, invece che in minuti). Prevalenza di progetto = m.2. Ricordando che: il peso specifico dell’acqua di mare è = kg 1,030 x litro; la portata, come abbiamo visto prima è di 3,33 litri secondo; la prevalenza, come stabilito in progetto è = 2 metri; calcoliamo la Potenza necessaria al motore della nostra pompa per effettuare il lavoro con la seguente formula: potenza = peso specifico x portata x prevalenza x 9,81 = 1,030 x 3.33 x 2 x 9.81 = 66 W. (dove 9,81 è un coefficiente di conversione di misura). Naturalmente poi, come fanno sempre quei “pressappochisti degli ingegneri”, il risultato andrebbe amplificato per tener conto del rendimento della pompa e degli attriti dello scorrere dell’acqua nel tubo che, di fatto, vengono a innalzare il valore della prevalenza di circa il 30-40%. Alla fine insomma quello Aprile 2005 95