Domus – Un punto di vista sul Salone 2015
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Domus – Un punto di vista sul Salone 2015
maggio/may 2015 10.00 euro Italy only periodico mensile A € 25,00 / B € 21,00 / CH CHF 25,00 CH Canton Ticino CHF 20,00 / D € 26,00 E € 19,95 / F € 16,00 / I € 10,00 / J ¥ 3,100 NL € 16,50 / P € 19,00 / UK £ 16,50 / USA $ 33,95 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004 n. 46), Articolo 1, Comma 1, DCB—Milano 991 LA CITTÀ DELL’ UOMO domus 991 Maggio / May 2015 SOMMARIO/CONTENTS IX Autore / Author Progettista / Designer Nicola Di Battista Vincenzo Trione Florian Beigel, Philip Christou API/Paola Zanacca Marco Diana Francesco Maggiore Wendy Wheatley Traduttori / Translators Paolo Cecchetto Barbara Fisher Emily Ligniti Annabel Little Ulisse Mangialaio Dario Moretti Rodney Stringer Editorial An appeal to the masters Coriandoli Confetti Padiglione Italia: l’allestimento • Cover: drawing based on a design sketch (right) by Antonio Citterio for the bridges of the 2015 Milan Expo © Antonio Citterio Patricia Viel and Partners Engaging people to love architecture 10 Scuola di architettura di Aarhus, Danimarca Aarhus School of Architecture, Denmark Beppe Finessi 16 Un punto di vista sul Salone 2015 A view of the 2015 Furniture Fair Attilio Stocchi 20 Favilla. Ogni luce una voce Favilla. Every light has a voice Michele De Lucchi 24 La Passeggiata The Walk Ricciarda Belgiojoso 28 Pierre Boulez: l’arte del comporre Pierre Boulez: the art of composing Peter Eisenman 32 Palladio Virtuel Palladio Virtuel Le Corbusier 38 L’Art Décoratif d’Aujourd’hui L’Art Décoratif d’Aujourd’hui Carl-Viggo Hølmebakk 42 Casa con campo da tennis Sofienlund, Tromøya Sofienlund tennis-court house, Tromøya Francesco Faccin 46 Apicoltura in chiave urbana Bee-keeping in an urban key Richard Meier & Partners Architects 49 Torri residenziali Harumi, Tokyo Harumi residential towers, Tokyo Antonio Citterio Patricia Viel and Partners 64 I ponti di Expo 2015, Milano The bridges of Expo 2015, Milan Youssef Tohme, Anastasia El Rouss 76 Villa T, Kornet Chehouane, Libano Villa T, Kornet Chehouane, Lebanon Hector Módica, Carlos Ledezma, Lourdes Del Rio 86 Casa Flora, Città del Messico Casa Flora, Mexico City 96 Danh Vo Danh Vo Progetti Francesco Garutti Piero Gandini Ron Gilad 100 The Flos Gallery The Flos gallery Jasper Morrison 106 80!Molteni 80!Molteni 112 Trampelpfad Trampelpfad Rassegna Centro Studi Projects Thomas Demand 118 Ufficio Feedback Rassegna Office Feedback Faruk Malhan 134 La Istanbul di Faruk Malhan Enrico Regazzoni 141 Merci, monsieur Le Corbusier Merci, monsieur Le Corbusier 144 Autori Contributors Elzeviro In copertina: disegno tratto da uno schizzo di progetto (a destra) di Antonio Citterio per i ponti di Expo 2015, Milano © Antonio Citterio Patricia Viel and Partners Codice Italia Display design of the Italian Pavilion Torben Nielsen Si ringraziano / With thanks to Jean-Louis Cohen Esther Dörring, Heike Holona/ Studio Thomas Demand Isabelle Godineau, Delphine Studer/Fondation Le Corbusier Signe Janderup/Arkitektskolen Aarhus Michele Reboli John Tree/Jasper Morrison Studio Editoriale Appello ai maestri 6 Far amare l’architettura Fotografi / Photographs Fulvio Ambrosio Roberto Apa Nick Ash Iwan Baan Gabriele Basilico Giulio Boem Adriano Brusaferri Santi Caleca Mario Carrieri Thomas Demand Kunihiko Ishijima Siegfried Lauterwasser Takumi Ota Ieva Saudargaite Delfino Sisto Legnani Leo Torri Tom Vack Title 1 Codice Italia Giovanni Francesco Frascino Collaboratori / Consultants Titolo Faruk Malhan’s Istanbul Elzeviro domus 991 Maggio / May 2015 16 CORIANDOLI / CONFETTI domus 991 Maggio / May 2015 CORIANDOLI / CONFETTI 17 UN PUNTO DI VISTA SUL SALONE 2015 Lasciati alle spalle i frenetici e densi giorni della Design Week milanese, abbiamo chiesto a Beppe Finessi di esprimere “a caldo” il suo personale punto di vista sull’intera kermesse. Ne viene fuori un agile e vivace manualetto d’uso che spazia dalle installazioni alle mostre fino alle nuove proposte, trovando visioni inedite, sorprese e riconferme Photo Takumi Ota After the frantic, jam-packed days of the Milan Design Week, we asked Beppe Finessi to give us an “impromptu” and personal point of view of the entire event. His agile and lively report scans installations, exhibitions and new products to seek out the unusual, the surprising and the confirmatory Beppe Finessi A ruota libera tra dentro e fuori, in un Salone che è parso più solido e maturo, e in un Fuorisalone che inizia a perdere i momenti di minore sostanza. Dentro, in generale, si sono viste meno mode imperanti, meno stili ricorrenti, meno colorini e forme che strizzano l’occhio ai trend più facili. Da Euroluce emergono per alcune aziende segnali netti tra conferma d’identità e consapevolezza della propria dimensione e ruolo. Lo stand concepito e allestito come una mostra museale da Ron Gilad per Flos ha impressionato per chiarezza e coraggio; quello di Ferruccio Laviani per Foscarini ha colpito per l’intuizione felice di un grande spazio aperto a gradoni, dove esporre i prodotti più significativi di 30 anni di lavoro; quello accogliente e minimale di Michael Anastassiades, con pochi sceltissimi segni che sembrano voler continuare a “trasformare in luce” la lezione dell’arte minimal e astratta; l’estrema coerenza di Davide Groppi, sempre più capace di unire un universo teso tra Turrell e Eliasson, ricordandosi del coraggio del maestro di tutti quelli che hanno inventato un’azienda a propria immagine e somiglianza, Ingo Maurer. Tra i pezzi singoli, su tutti, il nuovo progetto, semplicemente meraviglioso, di Francisco Gomez Paz, che con Mesh per Luceplan riesce a superare, se possibile, il precedente primato della lampada Hope: un Bucky Fuller, che incontra il mondo dei LED; poi la lampada da scrivania Volée di Odo Fioravanti per FontanaArte che conferma questo progettista, dopo il meritato Compasso d’Oro, come l’unico della nuova generazione italiana con un segno e un pensiero da vero industrial designer, tra Meda e Sapper; e, ancora, il sistema Olmo di Giulio Iacchetti per Danese: articolato intelligente e flessibile, qualità che corrispondono alla carta d’identità del suo autore. Nei mobili, impeccabile e baciato da perfette proporzioni, il tavolo di legno Santiago di Frank Rettenbacher per Zanotta, azienda che ha ripresentato se stessa e una storia di 60 anni di primati con un allestimento “alla Castiglioni” firmato da Calvi & Brambilla, e con la grafica di Leonardo Sonnoli. Sempre spiazzante, nel suo essere semplicemente di un altro pianeta, il lavoro di Konstantin Grcic, come dimostra la ricerca non codificabile della poltrona Sam Son per Magis. Altrettanto notevole, il tentativo di Gabriele e Oscar Buratti di ripensare il tavolo (Saen per Alias) oltre le solite quattro gambe. All’interno della direzione artistica tracciata con chiarezza e sostanza da Piero Lissoni per Glas Italia, i contenitori Boxinbox di Philippe Starck sono la (solita, per lui) zampata del fuoriclasse, mentre il suo allievo Eugeni Quitllet con la sedia Dream’AIR per Kartell dimostra che l’unica star del mondo del design è stato anche un bravissimo maestro, come lo è stato per tanti lustri Ettore Sottsass, a cui proprio Kartell rende un doveroso omaggio. Al SaloneSatellite è un regalo poter ammirare, con orgoglio tricolore, il migliore di tutti, quello che ha vinto il Design Report Award 2015: Vittorio Venezia, con il suo progetto OfficineCalderai, dove gli oggetti Ferro sono gioielli preziosi che hanno respirato una storia tra Mari e i Bouroullec. Tra le installazioni del Fuorisalone, riuscitissimo l’allestimento per Lexus di Philippe Nigro, che conferma la sua bravura su questo territorio disciplinare, con un linguaggio sostenuto da una scelta materica (il colore chiaro dei listelli di legno naturale non lucidato) che ormai è diventata una precisa cifra stilistica. Attilio Stocchi mette in scena Favilla, e fa parlare la luce, emozionandoci e facendoci trattenere il fiato di fronte a piccole, intense meraviglie; e anche arrivando alla summa di un percorso, fondendo una ricerca architettonica spinta, tra geodi e compenetrazioni di volumi tronco-piramidali e racconti spettacolari, tra multivisioni e testi di alto valore teatrale. Nendo si mette in mostra alla Permanente, con un’esposizione che impressiona per qualità e dimensioni: al piano terra, più affilato e coerente, tanti progetti ruotano attorno al cristallo usato come in un “esercizio di stile”, tra variazioni tipologiche e compositive, tra sfumature, riflessioni e colori; al primo piano, altri progetti mostrano sequenze combinatorie (su materiali e funzioni differenti) tra sorriso e sorpresa. La mostra “Rethink the Modular”, intorno al cinquantesimo compleanno di USM, ‘il’ sistema modulare per costruire contenitori per casa e ufficio che ancora incanta per una perfezione alla Konrad Wachsmann, è un’esposizione in uno spazio bellissimo, con tanti lavori riusciti e alcune cose superlative: quelle del duo Bless, sempre più brave nel loro lavoro oltre la moda; quelle di Allan Wexler, gigante tra arte, architettura e arredamento; quelle di Trix e Robert Haussmann, personaggi ormai leggendari nella storia “post-moderna” che intreccia arte e design. Nella propria galleria, Luisa delle Piane invita tre autori di generazioni differenti (70, 50 e 30 anni) a proporre nuove visioni: così, la poesia di Andrea Branzi si posa su una grande libreria trasparente/ fosforescente, tra natura e artificio; la sensibilità di Andrea Anastasio emerge vibrando in frammenti di specchi, dis-ordinati a parete; l’energia di Giorgia Zanellato accende Pagina a fronte, in alto: la mostra “Nendo Works 2014-2015” al Museo della Permanente di Milano ha presentato i lavori più recenti di Oki Sato, fondatore dello studio: oltre 100 progetti per 19 aziende. L’intero piano terra era dedicato alla collaborazione con Glas Italia con l’esposizione di alcuni pezzi inediti. Pagina a fronte, in basso: immagine del catalogo Zanotta 2015, con grafica di Leonardo Sonnoli e set design di Elisa Ossino Studio. Al centro della foto, il tavolo Santiago di Frank Rettenbacher in rovere naturale, con tiranti verniciati bordeaux (2015); le poltroncine Liza 2271/R di Lievore, Altherr, Molina, in tessuto Stelvio con gambe in rovere naturale (2015); la cassettiera Genesio di Alik Cavaliere (1990) Photo Adriano Brusaferri segni luminosi e sottili, sfumandoli nel colore. Normal Studio nella mostra “VIA Design 2015” prova a pensare a “un approccio non standardizzato al comfort” attraverso “Atmosphères”, una raffinata riflessione tra architettura degli interni e design, tra benessere domestico e qualità ambientale. Ancora, Paolo Ulian per Bufalini Marmi aggiunge ulteriori tasselli significativi alla lista ormai infinita dei suoi cimenti con questo materiale d’elezione, questa volta trasformandolo in superfici a pixel per disegnare decorazioni parietali insperate. Il pezzo più ‘speciale’ visto in quei giorni frenetici è il Mobile Frontale di Pietro Consagra del 1956, un qualcosa di sperimentale, povero e spiazzante, che sembra uscito dalle mani del ‘falegname’ Martino Gamper: alla Triennale di Milano, all’interno dell’imponente progetto espositivo “Arts & Foods” di Germano Celant, allestito con decine d’invenzioni/attenzioni dall’inesauribile talento di Italo Rota. Per finire, un’emozione inaspettata, intensa e commovente: uno spettacolo – parole immagini e musica – alla Fondazione Franco Albini, scritto e diretto da Paola Albini e allestito con segni sottili da Marco Marzini. Il Coraggio del proprio tempo. Uomini e valori del Movimento Moderno narra, con la voce di Enrico Ballardini e l’accompagnamento musicale di Alessandro Nidi, gli anni Trenta e Quaranta di Franco Albini e l’incontro con la lezione e il pensiero di Edoardo Persico e Giuseppe Pagano, ovvero la coscienza critica dell’Architettura Moderna italiana: una stagione eroica, sostenuta da un linguaggio volutamente teorico, dove con pochissimi capolavori si sono scritti i nostri fondamentali, a cui è bene tornare almeno col pensiero in questi nostri anni di difficili verità. • Top: the exhibition “Nendo Works 20142015” at the Museo della Permanente in Milan presented recent work – over 100 projects for 19 companies – by Oki Sato, the founder of Nendo. The entire ground floor hosted work made for Glas Italia, including several pieces that had not been shown before. Above: picture from the 2015 Zanotta catalogue, graphic design by Leonardo Sonnoli, set design by Elisa Ossino Studio. At the centre stands the Santiago table (2015) by Frank Rettenbacher, in natural oak with burgundy brackets. Designed by Lievore, Altherr, Molina are the four Liza 2271/R armchairs (2015), upholstered in Stelvio fabric, with natural oak legs. The Genesio chest of drawers (1990) is by Alik Cavaliere domus 991 Maggio / May 2015 18 CORIANDOLI / CONFETTI domus 991 Maggio / May 2015 CORIANDOLI / CONFETTI 19 Dal 13 al 19 aprile, Domus ha seguito in diretta Salone, Satellite, Euroluce e Fuorisalone. Su www.domusweb.it è possibile ripercorrere, attraverso circa 200 articoli a cura della redazione, un dettagliato resoconto della Design Week di Milano 2015 • From 13 to 19 April, Domus took a first-hand look at the Furniture Fair, SaloneSatellite, Euroluce and the events around the city. Two hundred articles by the editorial staff give a detailed account of the 2015 Milan Design Week at www.domusweb.it A VIEW OF THE 2015 FURNITURE FAIR At the Rho-Pero fairgrounds, the show appeared more solid and mature, while the events in the city seemed to have gotten rid of some of their unsubstantiality. Generally speaking, at the trade show there were not many ruling fashions to be seen. There were fewer recurrent styles, fewer pastel colours and fewer forms riding on the bandwagon of simplistic trends. At Euroluce, some companies sent out strong signals of confirmed identity, of an awareness of their scale and role in the lighting industry. The stand conceived as a museum exhibition by Ron Gilad for Flos was impressive in its clarity and courage. The one by Ferruccio Laviani for Foscarini was noteworthy for its effective creation of a large open space with many deeply treaded short steps forming platforms for the most significant products of 30 years in the trade. The welcoming and minimal space of Michael Anastassiades, with just a few very select signs, seemed to transform into light examples of minimal and abstract art. The coherency of the light designer Davide Groppi combines increasingly well a universe stretching from James Turrell to Olafur Eliasson. He is inspired by the talent of the lamp and lighting master Ingo Maurer. As for individual pieces, the new and simply marvellous project by Francisco Gomez Paz – Mesh for Luceplan – managed even to surpass his Hope lamp. With Mesh, Buckminster Fuller meets the world of LEDs. The Volée desk lamp by Odo Fioravanti for FontanaArte is a confirmation of his talent after receiving a well-deserved Compasso d’Oro. He is the only one among the new Italian generation with the mind of a true industrial designer, somewhere between Alberto Meda and Richard Sapper. The Olmo system by Giulio Iacchetti for Danese has the articulate, intelligent and flexible qualities that are the hallmark of its creator. A notable piece was the impeccable wooden Santiago table, blessed with perfect proportions by Frank Rettenbacher for Zanotta, a manufacturer that presented itself and its 60-year history of winners with a display “à la Castiglioni” by Calvi & Brambilla and graphics by Leonardo Sonnoli. Always breathtaking, in its being simply on another planet, is the work of Konstantin Grcic. His Sam Son armchair for Magis has an unclassifiable impact. Equally remarkable was the attempt by Gabriele and Oscar Buratti to revisit the table (Saen for Alias) beyond the usual four legs. Under the clear and substantial art direction of Piero Lissoni for Glas Italia, the Boxinbox units by Philippe Starck bore his usual mark of brilliance. Meanwhile, his pupil Eugeni Quitllet (Dream’Air chair for Kartell) proved that the only star in the design world has also been an excellent master, as Ettore Sottsass was for decades, to whom Kartell pays due homage in the shape of several vases that are emblematic of a true great. The SaloneSatellite gave us the patriotic pride of admiring the best of all, the winner of the “Design Report Award 2015”, Vittorio Venezia. His OfficineCalderai project includes Ferro, a gem of a furniture collection that contains references to Enzo Mari and the Bouroullec brothers. Among the installations around the city was the highly successful stand for Lexus by Philippe Nigro, confirming his talent for this sector of design with an idiosyncratic visual language and choice of materials – see the pale colour of his unvarnished naturalwood slats. In his Favilla installation, Attilio Stocchi gives speech to light and excitement to visitors by offering small, intense marvels to admire with bated breath. This is the height of his accomplishments to date for how it merges a powerful architectural approach – geodes and interpenetrating truncated pyramids – with spectacular stories, manifold visions and highly theatrical scripting. At the Permanente art museum, Nendo staged an exhibition of impressive quality and size. The ground floor was sharp and coherent with glass-based designs as an exercise in style, with variations of type, composition, nuance, reflection and colour. The first floor held other designs in combinatory sequences of different materials and functions, leading to smiles and surprises.The “Rethink the Modular” show celebrated the 50th birthday of USM, “the” modular cabinet system for home and office that continues to enchant us with perfection in the style of Konrad Wachsmann. This exhibition occupied a splendid space with many commendable and some superlative exhibits, such as those by the duo Bless, ever more gifted in their work beyond fashion; Allan Wexler, a giant of art, architecture and interior design; and Trix & Robert Haussmann, by now legendary figures of post-modern history with its interconnecting of art and design. In her gallery, Luisa delle Piane invited three designers of different generations (70-5030 years old) to propose their new visions. The poetry of Andrea Branzi settled on a large transparent/ phosphorescent bookcase, half natural and half artificial; the sensitivity of Andrea Anastasio emerged with vibrant fragments of mirrors hanging crooked on the wall; and the energy of Giorgia Zanellato lit up thin luminous lines that softly bathed the surroundings in nuanced colour. At the “VIA Design 2015” exhibition, In alto: nell’installazione disegnata da Philippe Nigro per Lexus (Fuorisalone, Zona Tortona), i visitatori erano invitati a esplorare tre cocoon in legno. Intitolati Pioggia, Foresta e Terra, offrivano un’esperienza sensoriale e rappresentavano un ambiente primordiale nel quale gustare le creazioni del food designer giapponese Hajime Yoneda Top: in Zona Tortona, the Lexus installation designed by Philippe Nigro invited visitors to explore three wooden cocoons. Named Pioggia (rain), Foresta (forest) and Terra (Earth), they offered a sensorial experience to represent a primeval setting in which to taste the creations of the Japanese food designer Hajime Yoneda • Normal Studio presented its carte blanche as “a new non-standardised approach to comfort”: “Atmosphères” is a refined set of four prototypes that mix interior design, domestic wellbeing and environmental quality. For Bufalini Marmi, Paolo Ulian added significant tesserae to the now infinite list of his ventures into the territory of marble. This time, he transformed it into pixellated surfaces with which to design unexpected wall decorations. The most special piece of the frenzied design week was Mobile Frontale (1956) by Pietro Consagra, an experimental, povera and unfamiliar piece that looks as if it had been made by the hands of “cabinetmaker” Martino Gamper. The work was featured at the Milan Triennale, in the impressive “Arts & Foods” display under curatorship of Germano Celant. The display was designed by the inexhaustible talent Italo Rota, featuring dozens of his attentive inventions. To conclude with an intensely moving experience, a performance with words, images and music at the Fondazione Franco Albini was written and directed by Paola Albini, and subtly designed by Marco Marzini. With the spellbinding voice of Enrico Ballardini and the musical accompaniment of Alessandro Nidi, Il coraggio del proprio tempo. Uomini and valori del movimento moderno narrates Franco Albini’s encounter with the teachings and thinking of Edoardo Persico and Giuseppe Pagano in the 1930s and 40s. They were the critical conscience of modern architecture in Italy, which was a heroic era, associated with a deliberately theoretical use of visual language. A very small number of masterpieces from then laid the cornerstones of our discipline. And our minds, at least, would do well to revisit them in these years of difficult truths. In alto: nell’installazione di Philippe Nigro, una serie di specchi avvolge la concept car Lexus realizzata da ED2 (European Design & Development) e ne rivela linee e dettagli di solito non visibili. Un’illuminazione RGB crea un flusso di movimenti e colori. Sopra: il percorso con pareti e pavimento in legno di abete e larice accompagna i visitatori e agisce come punto di passaggio tra mondo reale e onirico, preludio alla successiva installazione sensoriale • Top: in Nigro’s installation, a number of mirrors envelop the Lexus concept car developed by ED2 (European Design & Development) to reveal lines and details that are not usually visible. Red-green-blue lighting creates a flow of movement and colour. Above: as a prelude to the next sensorial installation, a walking route with walls and floors of fir and larch accompanies visitors on the passage between the real world and a dreamscape