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La decorazione pittorica del soffitto della sala degli stemmi nel Palazzo
Abbaziale di Loreto in Mercogliano [1]
L'architetto irpino Giuseppe De Luca, da noi richiesto di una descrizione della decorazione da lui eseguita in una
sala al piano terra del Palazzo Abbaziale di Loreto, ci ha cortesemente fatto pervenire questa interessante e
articolata relazione, che molto volentieri pubblichiamo, corredandola da foto degli stemmi, anche queste
gentilmente concesseci dall'autore
Descrizione della decorazione pittorica del soffitto della sala degli stemmi nel Palazzo Abbaziale di Loreto
in Mercogliano (AV)
(di Giuseppe De Luca)
Il programma più squisitamente decorativo, a me affidato nella metà del 2007 e concluso nel 2009, che orna la
cosiddetta sala degli stemmi, già sala del parlatorio della portineria del palazzo abbaziale di Loreto in Mercogliano,
è costituito dalla decorazione dipinta eseguita ex novo sull’intonaco della originaria volta ad incannucciata
settecentesca. Questo soffitto voltato “a schifo”, e cioè, piano nella parte centrale e perimetralmente raccordato a
“padiglione” alle quattro pareti laterali, era in precedenza privo di qualsiasi intervento pittorico. La tecnica usata
per la decorazione è quella della tempera a secco, eseguita con gli ossidi e le terre colorate veicolate in acrilico ed
acqua distillata. I pigmenti adoperati sono gli stessi che solevano usare i decoratori del passato, fatta eccezione
per il “medium” cioè il fissativo dei colori, non potendo più essere utilizzata una sostanza naturale come l’uovo o
la caseina usati nell’antichità e tendenti a marcire se non adoperati tempestivamente. Anche la tecnica usata per
la
stesura del disegno (sinopia), successivamente ripreso a
pennello, è quella tradizionale costituita dall’approntamento di disegni e cartoni preparatori successivamente
riportati a “spolvero” sull’intonaco.
Venendo ora all’impostazione di tale decorazione, nata dalla semplice idea di dipingere alcuni stemmi abbaziali e
regali, successivamente, fu trasformata in un progetto compositivo molto più ambizioso. Tale programma
decorativo è ispirato alla pittura ornamentale del Settecento napoletano, esso è pensato a guisa di una
illusionistica copertura con aperture che sfondano a cielo aperto, simile a quella del Vecchione nell’androne del
palazzo, ed in tale struttura architettonica illusionistica (trompe l’oeil) trovano collocazione, quasi come gioielli
incastonati, alcuni stemmi legati alla storia della congregazione ed ai fautori della costruzione del palazzo
abbaziale di Loreto. Nella parte curva della volta si distinguono tra putti che giocano con festoni di melagrane, i
blasoni reali dei Borbone di Napoli e della Casa Sabauda che regnò dopo l’unità d’Italia, un riferimento alle due
ultime case reali con le quali Montevergine ebbe strette relazioni. In particolare voglio sottolineare la presenza delle
melagrane dei festoni decorativi sulla volta e molto presenti in tutti i miei lavori, un frutto a me molto caro, l’ultimo
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frutto che matura in inverno, esso è intriso di simbologie e di significati che da millenni affondano le radici nel mito,
un frutto che per una sorta di sincretismo religioso è divenuto caro alla tradizione cristiana, da simbolo di fecondità
pagano
a
simbolo
di
perfezione
divina
e
di
amore
ardente
(nel
rosso dei grani), umiltà, carità e unione di tutti i figli della
Chiesa.
Tornando ai blasoni delle case regnati, a quest’ultimi si contrappongono lo stemma generale abbaziale e quello
personale dell’abate corrente. Fanno corona a questi stemmi, alcune figure allegoriche rappresentate con i loro
attributi identificativi classici, che in ordine, così si susseguono: sul lato dello stemma borbonico del Regno delle
Due Sicilie sono collocate, rispettivamente a sinistra, la Virtù Cardinale della Fortezza, armata di corazza e cimiero
e nell’atto di reggere una colonna, a destra dello stesso stemma, la Virtù Cardinale della Giustizia che reca i
simboli di una bilancia e di una spada. Di fronte è lo stemma sabaudo, contornato a sinistra, dalla Virtù Cardinale
della Prudenza che si guarda le spalle attraverso uno specchio, mentre sul braccio ha un serpente attorcigliato a
ricordo di un consiglio evangelico di nostro Signore che raccomandava di essere candidi come colombe ed astuti
come serpenti; a destra del blasone sabaudo è invece riconoscibile l’allegoria della Virtù Cardinale della
Temperanza nell’atto d’immergere con una pinza un elemento incandescente, invitando simbolicamente alla
riflessione ed a smorzare gli animi troppo accesi. Gli altri due lati della sala sono completati dalle allegorie delle
Virtù Teologali che affiancano lo stemma generale di Montevergine e che presenta a sinistra, la Virtù Teologale
della Fede rappresentata con la croce ed il calice eucaristico, mentre a destra è visibile l’allegoria della Virtù
Teologale della Speranza tenente l’ancora; si contrappone a questa parete quella che reca lo stemma rimasto
momentaneamente vuoto e che dovrebbe accogliere lo stemma abbaziale, affiancato a sinistra, dalla allegoria
della Virtù Teologale della Carità con i pargoletti in braccio e a destra, l’Allegoria della Grazia Santificante che
elargisce i doni dello Spirito Santo, rappresentati dal latte che sgorga dal seno dell’allegoria, nella più classica
rappresentazione che la vede accomunata alla ben nota iconografia della Madonna delle Grazie, ugualmente
rappresentata con un seno scoperto da cui sgorga il
prezioso latte. Tutte le allegorie siedono adagiate su elementi architettonici angolari arricchiti da vari elementi
decorativi e simbolici come il “bucranio” un teschio di bue, desunto dal repertorio della decorazione classica antica
e ripresa nell’epoca rinascimentale anche da Michelangelo per la Sistina, e secondo alcuni studiosi, data la forma
vagamente richiamante quella dell’utero femminile, avrebbe perciò una forte connotazione simbolica di fecondità e
quindi augurate benessere e prosperità, simbolismo accentuato dalla cascata di frutta e fiori che ognuno dei
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bucrani vomita. Al di sotto, delle torce, simbolo della sapienza e della conoscenza pentecostale, illuminano una
conchiglia retrostante come fosse un riflettore ed ancora, la conchiglia quale simbolo mariano, è molto presente
nell’intera decorazione come richiamo che rimanda alla figura della Vergine presente al centro della volta.
Le architetture illusionistiche proseguono quindi nella parte piana del soffitto, anche qui si distinguono alcuni
stemmi, sono quelli degli ultimi otto abati sublacensi, come si entra nella sala, in ordine ed in senso antiorario
partendo dalla allegoria della Prudenza, così leggiamo lo stemma dell’ abate Corvaia, Grasso, Marcone, Tranfaglia,
D’Amore, Gubitosa, Tamburrino e Nazzaro. In più fanno bella mostra di sé, i quattro stemmi di alcuni degli abati
antichi che più hanno caratterizzato la storia del palazzo e della comunità monastica, quindi partendo sempre
dall’allegoria della Prudenza, in senso antiorario, a decoro di altrettanti finestroni curvilinei, leggiamo lo stemma
dell’abate Federici, promotore della costruzione del palazzo, l’abate Letizia, l’abate Iacuzio e quello
dell’abate Guglielmo De Cesare, ultimo abate Verginiano.
Infine, al centro della volta, tra vasi fioriti, si apre l’apertura maggiore di questa illusionistica copertura, attraverso
la quale campeggia nel cielo la Vergine Assunta, verso la quale un angelo fa cenno di porgerle un medaglione con
l’effige di “Mamma Schiavona”, mentre un altro angelo regge uno svolazzo che reca una scritta in latino,
inneggiante alla Vergine, e che recita così: “MARIA VIRGINE MATREQUE, TE QUAM AMOR EFFUNDIT, QUAE
TAM PULCHRITUDINEM IN UNIVERSUM DIFFUNDIS” e cioè “o Maria Vergine e Madre, quanto amore
promana da te, tanto quanta è la bellezza che diffondi nell’universo”. Tutta la scena è poi contemplata in basso
da un giovane S. Guglielmo affiancato dai simboli pastorali.
Postato da: Amministratore sito | 05/02/2014 | Una finestra sulla Biblioteca [5]
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L'attivita' di promozione e valorizzazione della Biblioteca di Montevergine nel
2013 [4]
(di Bianca Corcione)
A chiusura dell’anno è opportuno fare un resoconto dell’attività di promozione, valorizzazione e didattica svolta
dall’istituto. Corre l’obbligo di ringraziare quanti: associazioni, professionisti, musicisti, attori, hanno reso
realizzabile i vari progetti grazie alla loro collaborazione e partecipazione gratuita. Come si avrà modo di leggere
anche per il 2013 il programma è stato molto vasto e vario.
10 febbraio, Giorno del Ricordo
Il direttore della Biblioteca di Montevergine, p. Andrea Davide Cardin, per la Giornata del Ricordo ha spiegato agli
studenti presenti il significato di foiba, la localizzazione, la funzione originaria che svolgeva. Le foibe, fosse,
caratteristiche del paesaggio carsico istriano formatesi per l'azione corrosiva dell'acqua sulle rocce calcaree, erano
utilizzate come vere e proprie discariche, nelle quali era gettato ciò che non serviva più (carcasse di animali,
derrate alimentari avariate, sterpaglie, macerie e altro ancora); purtroppo negli anni '40 assunsero un'altra macabra
funzione, quella di tombe naturali, migliaia di persone, grandi fosse comuni per esecuzioni sommarie collettive. Tra
il 1943 e il 1945, i partigiani jugoslavi, che rivendicavano diritti sull'area, gettarono nelle foibe migliaia di persone,
per lo più italiane, generando nella popolazione un clima di vero e proprio terrore. La crudeltà di questi carnefici era
tale che non soddisfaceva uccidere il nemico, occorreva andare oltre, occultarne il corpo e la vita, eliminarne ogni
traccia, come se non fosse mai esistito. Le modalità di uccisione e di eliminazione fisica dei condannati erano
disumane, qui il racconto del direttore si fa più forte e carico di dolore ricordando la tortura cui fu sottoposto il padre
confinato in un campo di concentramento e tornato stranito e morto nel fisico e nello spirito.
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8 marzo, Festa della Donna
Il volume Delitti incrociati di Cecilia Valentino anima la Festa della Donna. Il racconto affronta le problematiche di
due donne del primo Novecento. È una ricostruzione storica dei mutamenti socio-culturali di un territorio negli Anni
Venti. La giovane maestra Gina Ceccacci viene uccisa in un mattino piovigginoso del novembre 1920 a Montella,
piccolo paese dell’Irpinia, mentre si reca a scuola, da colpo di rivoltella sparato da un giovane di sedici anni,
armato dalla madre, moglie di un avvocato di dubbia moralità che aveva sedotto la povera maestrina. Delitto
incrociato con il primo è quello del socialista e giornalista Ferdinando Cianciulli, ucciso sempre a Montella due anni
dopo per aver cercato la verità, per aver difeso coraggiosamente nelle pagine del suo giornale «Il Grido» il ricordo
e il nome della giovane maestra Gina Ceccacci e averne fatto il simbolo della lotta degli oppressi tra i monti dell'
Irpinia in anni di incipiente fascismo e di continue aggressioni contro gli antifascisti. Cecilia Valentino ha svolto per
questo suo lavoro una minuziosa ricerca di atti, processi, per mettere in luce e inquadrare la vicenda dal punto di
vista giudiziario e sociale, evidenziando una società fatta di soprusi, comportamenti umilianti, chiacchiere, omertà,
tradimenti. Questo libro, presentato il giorno 8 marzo, vuole ricordare tutte le donne che, a distanza di tanti
anni, muoiono per mano di mariti, fidanzati conoscenti che non sempre sono scoperti e non sempre pagano per la
loro atrocità.
21 marzo, Giornata della poesia
Nel cratere d’inverno di Ottaviano De Biase ricorda la giornata dedicata alla poesia. Il poeta in versi racconta il
proprio tempo, la propria esistenza, la speranza che ogni giorno alimenta con spirito umano; per lui scrivere
equivale interpretare il silenzio, il linguaggio della natura e tutte le cose buone che ci circondano.
23-24 marzo, XXI Giornata FAI di primavera
Giovani ciceroni per due giorni sono gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Guido Dorso” di
Mercogliano. Questi, accompagnati e supportati dal personale tecnico scientifico della biblioteca, il 23 e 24 marzo,
in occasione della XXI Giornata FAI di Primavera, hanno illustrato, ai circa 500 visitatori, la storia della
Congregazione dalle origini ai giorni nostri, le bellezze del palazzo settecentesco e la storia, il patrimonio e i servizi
offerti dalla Biblioteca Statale di Montevergine.
31 maggio-2 giugno, Campania Pro Loco expo
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Viale San Modestino a Mercogliano, nei giorni 31 maggio - 2 giugno ha ospitato gli stand della manifestazione
Campania Pro Loco Expo 2013. La manifestazione ha abbracciato e inglobato storia, cultura, usi, dialetti, tradizioni
gastronomiche con l’obiettivo di rafforzare l’identità del comparto enogastronomico, artigianale e culturale della
Campania. La Biblioteca, polo e complesso culturale unico nel territorio di Mercogliano, ha fatto da cornice alla
manifestazione con visite guidate ai presidenti delle varie Pro Loco e ai partecipanti
7-8 giugno, convegno di studi La Maestà di Montevergine
Il quadro della Madonna di Montevergine ritorna nella Cappella Imperiale, grande manifestazione il 7-8 giugno, con
la presentazione del restauro del trecentesco quadro e l’allestimento di una mostra arricchita da testi e pergamene
della Biblioteca.
21 giugno Festa della musica
Alessandro Crosta con Nadia Testa per il 21 giugno Festa della musica, ha proiettato una serie di spot pubblicitari
più e meno noti al fine di dimostrare, riprendendo un progetto iniziato alcuni anni fa con gli studenti del Liceo
Artistico, come ogni giorno senza avvedercene ascoltiamo musica classica e come questa sia diventata uno dei
mezzi più raffinati e ricercati per la moderna comunicazione.
21 luglio, inaugurazione della mostra”21 luglio 1938-21 luglio 2013”, 75 anni di storia e cultura della
Biblioteca Statale di Montevergine
Il 21 luglio è stata inaugurata la mostra ”21 luglio 1938-21 luglio 2013”, 75 anni di storia e cultura della Biblioteca
Statale di Montevergine. La documentazione intende evidenziare i danni causati dalla chiusura della biblioteca
monastica a causa della seconda legge di soppressione, i cinquanta anni per riaprirla, il suo trasferimento presso il
palazzo di Loreto, l’inaugurazione nel 1952 con la nomina di direttore del giovanissimo p. Placido Mario Tropeano
che l’ha diretta fino al 2008; l’evoluzione e i cambiamenti che hanno trasformato la biblioteca da raccolto e
silenzioso luogo di studio e ricerca a moderno e funzionale polo culturale.
1° settembre-13 ottobre, Sentieri mediterranei
Grazie alla sinergia tra enti e associazioni culturali nazionali e internazionali, a settembre si è dato il via alla
quindicesima edizione di Sentieri mediterranei, percorso storico culturale e musicale che si snoda tra artisti di
strada, laboratori didattici per bambini e concerti nel chiostro abbaziale di Loreto e al Santuario. All’interno di
questo progetto, il Salone degli Arazzi è stato degna cornice ai concerti cameristici organizzati dall’Associazione
Stravinsky; concerti rientranti nella rassegna musicale internazionale Gli anniversari della Musica.
28 settembre, Giornata Europea del Patrimonio
La Biblioteca ha partecipato con un'apertura straordinaria Storia, tradizione e Musica alla Giornata Europea del
Patrimonio. Sono state svolte visite guidate al compleso monumentale Biblioteca e settecentesco Palazzo
Abbaziale di Loreto. Il pubblico ha potuto ammirare il salone settecentesco, ricco degli arazzi di scuola fiamminga,
arredi dell’epoca e degli stucchi dei fratelli Conforti di Calvanico; la farmacia, sala museale, ricca del corredo
farmaceutico della fabbrica dei Giustiniani di Napoli. La giornata si è finita con il concerto cameristico La Musica
nell’anima, eseguito dalla soprana Nadia Rosolia, accompagnata da Leonardo Pavia al pianoforte e Zoya
Nademlynska al violino, organizzato dall’Associazione Stravinsky all’interno del più ampio programma Gli
anniversari della musica, nel 2013 dedicato a Verdi, Liszt e Wagner.
8-29 ottobre, Voci e note d’autore
Il mese di ottobre è sempre stato dedicato alla lettura e alla presentazione di testi di autori specialmente locali;
quest'anno ha goduto della presenza e della collaborazione di Angela Carterina, attrice, e Luigi Frasca, direttore
del Teatro D'Europa di Cesinali (AV). Voci e note d’autore - III edizione è stato il titolo della rassegna; dall’8 al 29
ottobre si sono susseguite le presentazioni dei seguenti libri: Attualità del pensiero di Jacques Maritain nella sfida
educativa del postmoderno di Concetta Coppola, presentato dalla dott.ssa Mirella Napodano. Tema dominante del
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testo l'attuale problema dell’emergenza educativa e la necessità di riprendere l’educazione del rispetto,
dell’ascolto, del personalismo nella sua dimensione spirituale e cristiana; seguendo la teoria di Maritain,
fondamento per una nuova forma educativa, rinsalda la speranza pedagogica di un’educazione integrale della
persona nel rispetto della dignità che le compete.
Avellino ricorda l’anniversario della morte
di Giuseppe Marotta con la presentazione di La memoria ricorrente. L'Irpinia letteraria di Giuseppe
Marotta, volume curato da Paolo Speranza, e presentato di Raffaele La Sala. «Ripeto, perdonami e fammi
perdonare. Facciamo corna, ma spero che la cara Avellino si ricordi di me quando si tratterà di commemorarmi, e
che m’intitoli il vico Casale, dove fui bambino e felice», così Giuseppe Marotta scriveva in una lettera del 1960
all'amico giornalista Carlo Barbieri. Il volume, edito da Mephite, ricostruisce il rapporto tra Marotta e la sua terra
d’origine.
Anna Maria Ortese, la ragazza che voleva scrivere di Adelia Battista è presentato da Lia Sellitto, che spiega come
l’autrice ha avuto, grazie alla sua caparbietà, la fortuna di aver conosciuto e frequentato personalmente
la Ortese, una delle scrittrici più importanti e originali della scena letteraria dell’ultimo secolo. In questo suo scritto
Adelia rievoca gli anni in cui Anna Maria Ortese visse a Roma agli inizi del 1970 con la sorella Maria. Roma, il
quartiere di Monte Mario, che accoglie e dà serenità alla fragile esistenza della scrittrice.
Le classi IV della Scuola Primaria Parificata Maria SS.ma di Montevergine il giorno 19 ottobre hanno incontrato
Margherita Capobianco e il fratello Pellegrino per la presentazione della favola Le Avventure di Holly.
Francesco Martani, libero docente di odontostomatologia presso l’Università di Bologna, ha presentato Tra terra e
cielo, introdotto dalla dott.ssa Dora Maria Siragusa e dal direttore della Biblioteca. L’autore con spigliatezza e
grande semplicità ne spiega il contenuto: «la vita è amore, è un dono universale e spirituale, va vissuta nella sua
interezza e piacevolmente, nel bene e con giustizia». La vita è fatta di bellezze, dolcezze e tante amarezze ma nel
suo complesso ci insegna che bisogna amare, aiutare il prossimo senza aspettarsi alcun compenso, alcun
riconoscimento. La vera salute del corpo è la serenità dell’anima. Nel suo testo ha affrontato le problematiche
della vita a 360 gradi, salute, politica, economia. L’uomo abituato al frastuono e al benessere perde di vista il vero
bene per la crescita propria e altrui, il bene e la fecondità che maturano con l’ascoltarsi «nel silenzio e
nascondimento». Del resto come riporta l’autore «Il chicco di grano ha bisogno di essere nascosto nella terra per
poter germogliare e dare nuova vita».
Avellino dall’Ottocento ad oggi, a cura di Armando Montefusco, Geppino Del Sorbo e Roberta Giordano,
Documentario molto interessante e argutamente montato, ha ricostruito con esattezza e grande precisione dei
dettagli la città fino al terremoto dell’80. Voci e note d’autore - III edizionedi Mirella Napodano e Fausto Russo. La
presentazione del volume è stata affidata al musicista avellinese Gianvincenzo Cresta.
28 novembre, Domenica di carta
Domenica di carta, progetto ministeriale rientrante nel piano di valorizzazione e promozione del territorio del
MiBACT per consentire una maggiore offerta culturale sul territorio nazionale in giorni
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normalmente di chiusura per Biblioteche e Archivi, è stato l'evento di fine anno. La Biblioteca ha aderito
programmando visite guidate, in orario anti e postmeridiano, al complesso monumentale Palazzo Abbaziale di
Loreto e Biblioteca, ospitata all’interno di questo storico edificio. Nonostante il tempo inclemente, la presenza
massiccia di pubblico ha gratificato i dipendenti che hanno aderito all’evento modificando quanto organizzato con
la propria famiglia per la domenica.
Nel chiudere questo breve report si desidera ringraziare i dirigenti scolastici, i docenti e gli studenti che hanno
aderito e partecipato alle manifestazioni.
Postato da: | 02/02/2014 | Una finestra sulla Biblioteca [5]
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