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GIROTONDO
commedia in dieci quadri
di Arthur Schnitzler
traduzione di Gianni Lamanna
PERSONAGGI
la prostituta
il soldato
la cameriera
il giovane
la signora
il marito
la donnina
il poeta
l’attrice
il conte
PROLOGO
Coreografia sulla musica di A. Parson.
Con una musica entra una dama in un immaginario immenso salone.
Riceve un fiore gettatole da un ignoto galante.
Entra uno sconosciuto con fare minaccioso che la insegue, il
rincorrersi frenetico termina con la giovinetta che viene
violentata.
Le figure si congelano per un istante e con il cambio del brano
musicale (“Sul bel Danubio blu” di Strauss) entrano tre coppie
che mimano incontri galanti prima di ballare.
Dall’alto cala un lampadario.
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QUADRO I - LA PROSTITUTA E IL SOLDATO
C’è un séparé. La scena rappresenta una strada.
PROSTITUTA
(entra cantando)
Bei der Kaserne vor der Grossen Tor,
stand eine Laterne und steht sie noch
davon….
SOLDATO
(giunge fischiettando)
PROSTITUTA
Vieni angelo bello!… Non vuoi venire
con me?
SOLDATO
Ah! Sono io l’angelo bello?
PROSTITUTA
Ma certo, chi vuoi che sia? Su vieni
con me. Sto qui vicino!
SOLDATO
Non ho tempo. Debbo tornare in caserma.
PROSTITUTA
In caserma? C’è sempre tempo per
tornarci! Con me si sta meglio.
SOLDATO
(avvicinandosi)
Può darsi.
PROSTITUTA
(le sembra di vedere
un’ombra)
Può venire una guardia da un momento
all’altro.
SOLDATO
Che storie, la guardia? Ce l’ho anch’io
l’arma!
PROSTITUTA
Su, vieni!
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SOLDATO
Lasciami stare, non ho soldi.
(fa per andare)
PROSTITUTA
Non te ne chiedo di soldi.
SOLDATO
(si ferma)
Non vuoi soldi?
PROSTITUTA
I borghesi pagano, ma un tipo come te
mi può avere quando vuole, per la sua
bella faccia.
SOLDATO
Ma di’ un po’, sei mica quella di cui
mi ha parlato Huber…
PROSTITUTA
Non ne conosco di Huber.
SOLDATO
Devi proprio essere quella. Lo so… Nel
caffè della Schiffgasse… vi siete
incontrati là.
PROSTITUTA
Ne ho incontrati tanti al caffè…
SOLDATO
E allora andiamo, su andiamo.
PROSTITUTA
Che fretta, adesso!
SOLDATO
Che bisogno c’è di aspettare ancora?
Poi alle dieci debbo essere in caserma.
Stai lontano?
PROSTITUTA
Dieci minuti.
SOLDATO
È troppo lontano!
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PROSTITUTA
Da quando sei sotto?
SOLDATO
Che t’importa? Dammi un bacio.
(si baciano)
PROSTITUTA
È quello che preferisco, quando uno mi
piace.
SOLDATO
A me no, non vengo da te. Stai troppo
lontano!
PROSTITUTA
Sai cosa devi fare? Vieni domani nel
pomeriggio.
SOLDATO
D’accordo, dammi l’indirizzo.
PROSTITUTA
Ma poi va a finire che non vieni.
SOLDATO
Se ti dico di sì!
PROSTITUTA
Sai cosa facciamo? Se questa sera è
troppo lontano, il Danubio è così
tranquillo, a quest’ora non viene
nessuno.
SOLDATO
Non sta bene…
PROSTITUTA
Con me sta sempre bene. Vieni adesso.
Chissà se domani saremo vivi!
SOLDATO
E allora facciamo in fretta su…
PROSTITUTA
Sta attento. È buio. Se scivoli, cadi
nell’acqua!
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SOLDATO
Sarebbe la soluzione migliore.
PROSTITUTA
Aspetta, c’è una panca qua vicino.
SOLDATO
Li conosci bene i posti tu!
PROSTITUTA
Mi ci vorrebbe un tipo come te per
amante.
SOLDATO
Sarei troppo innamorato.
PROSTITUTA
Te lo farei passare!
SOLDATO
Vieni qui, vicino.
(stringendola)
PROSTITUTA
Sta’ ben appoggiato.
SOLDATO
Niente paura…
(scompaiono dietro il
séparé)
Un dolce valzer copre l’estasi della coppia.
PROSTITUTA
Sulla panca sarebbe stato meglio.
SOLDATO
Qui o là… Su scostati.
PROSTITUTA
Che fretta…
SOLDATO
Devo tornare in caserma, sono già in
ritardo.
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PROSTITUTA
Vai, vai… Come ti chiami?
SOLDATO
E che te ne importa di come mi chiamo?
PROSTITUTA
Io mi chiamo Leocadia.
SOLDATO
Che razza di nome! Non l’ho mai
sentito.
PROSTITUTA
Amore…
SOLDATO
Cosa vuoi?
PROSTITUTA
Dieci soldi per il portinaio, me li
dai?
SOLDATO
Ma per chi mi hai preso? Servo
umilissimo, Leocadia…
PROSTITUTA
Beccamorto!
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QUADRO II - IL SOLDATO E LA CAMERIERA
Musica. Con un valzer entrano due coppie. Una balla e l’altra
porta una panca camminando al ritmo del brano musicale. Le
coppie escono.
Entrano ballando il soldato e la cameriera. La musica si sente
in sottofondo fino a scomparire.
CAMERIERA
Adesso mi dica, perché ha voluto venir
via a tutti i costi.
(smette di ballare)
Era così bello. Mi piace tanto ballare.
SOLDATO
(la stringe in vita e
ride imbarazzato)
CAMERIERA
E adesso non balliamo più. Perché mi
stringe così?
SOLDATO
Come si chiama? Caterina?
CAMERIERA
Lei ha sempre in testa una Caterina.
SOLDATO
Ma sì, ma sì… Maria!
CAMERIERA
È buio. Ho paura.
SOLDATO
Quando è con me non c’è da aver paura.
Grazie al cielo, i muscoli li ho buoni!
CAMERIERA
Ma dove mi porta? E tutto deserto.
Venga, torniamo indietro… È così buio!
SOLDATO
(fa luce con il suo
accendino)
Ecco un po’ di luce. Ah! Tesoro bello!
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CAMERIERA
Che cosa fa! Se l‘avessi immaginato!
SOLDATO
(si accende una
sigaretta)
Che mi cadano gli occhi, se oggi da
Swoboda ce n’era una più grassottella
di lei, signorina Maria.
CAMERIERA
Ha provato con tutte?
SOLDATO
Ballando si sentono tante cose!
CAMERIERA
Ma con quella bionda con la faccia
storta ha ballato più che con me.
SOLDATO
È una vecchia conoscenza di un mio
amico.
CAMERIERA
Del caporale con i baffi arricciati?
SOLDATO
No, di quel borghese, sa, che era
seduto in principio vicino a me e che
parlava con tanta foga…
CAMERIERA
Ho capito. Un ragazzo in gamba.
SOLDATO
Ha tentato un approccio? Cosa le ha
fatto?
CAMERIERA
Ma no, ho visto come faceva con le
altre…
SOLDATO
Dica un po’ signorina Maria…
CAMERIERA
Stia attento ché adesso mi brucia con
la sua sigaretta.
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SOLDATO
Scusi signorina Maria… Diamoci del tu!
CAMERIERA
Ma ci conosciamo appena!
SOLDATO
Ce ne sono tanti che non si possono
soffrire e si danno del tu .
CAMERIERA
La prossima volta quando ci… ma signor
Franz!
SOLDATO
Mi chiami Franz, signorina Maria.
CAMERIERA
Non sia tanto sfacciato… Ma se venisse
qualcuno?
SOLDATO
Se anche viene qualcuno, non ci si vede
a due passi di distanza.
CAMERIERA
Ma Dio santo… dove andiamo?
SOLDATO
Guardi, lì ce ne sono due altri come
me!
CAMERIERA
E dove? Non vedo niente.
SOLDATO
Lì, davanti a noi!
CAMERIERA
Perché dice: “Come me?”
SOLDATO
Mah, voglio dire che gli piace…
CAMERIERA
Stia attento, cosa c’è? C’è mancato
poco che cadessi.
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SOLDATO
Ah, è la ringhierina attorno al prato.
CAMERIERA
Non mi spinga così, mi fa cadere!
SOLDATO
Ssst! Parli piano.
CAMERIERA
Attento, perché adesso grido davvero…
Ma cosa fa…
SOLDATO
Ma se non c’è anima viva…
CAMERIERA
Torniamo indietro, dove c’è qualcuno.
SOLDATO
Ma che ce ne facciamo della gente,
Maria, noi abbiamo bisogno di…
CAMERIERA
Ma signor Franz… La prego in nome del
cielo… Se l’avessi saputo… Oh! Vieni!
Buio.
Una musica heavy-metal assordante copre i mugolii della coppia.
Luce.
SOLDATO
Accidenti! Ah!
CAMERIERA
Non riesco a vedere la tua faccia.
SOLDATO
Lascia stare la faccia…
CAMERIERA
Sei cattivo Franz!
SOLDATO
(fa per avviarsi)
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CAMERIERA
Cosa fai, te ne vai?
SOLDATO
Debbo ben riaccendere il virginia.
(accende la sigaretta)
CAMERIERA
È così buio.
SOLDATO
Domattina farà di nuovo chiaro!
CAMERIERA
Dimmi almeno se ti piaccio!
SOLDATO
Deve ben averlo capito signorina Maria!
CAMERIERA
E adesso dove andiamo?
SOLDATO
Torniamo indietro.
(cammina)
CAMERIERA
Ti prego non camminare così svelto!
(lo segue)
SOLDATO
Non mi piace camminare qui al buio!
CAMERIERA
Dimmi Franz, ti piaccio?
SOLDATO
Ho appena finito di dirtelo che mi
piaci.
CAMERIERA
E allora dammi un bacetto!
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SOLDATO
(si ferma)
Toh! Ascolta, si sente di nuovo la
musica!
CAMERIERA
Scommetto che in fin dei conti vorresti
tornare a ballare.
SOLDATO
Certo, e con questo?
CAMERIERA
Sì Franz, ma io debbo tornare a casa.
Mi sgrideranno di già. La mia padrona è
un tipo… preferirebbe che una non
uscisse mai.
SOLDATO
Già, e allora va’ a casa.
CAMERIERA
Avevo pensato, signor Franz, che lei mi
avrebbe accompagnata…
SOLDATO
Accompagnata? Ah già! Dove stai di
casa?
CAMERIERA
Non molto lontano, nella
Porzellangasse.
SOLDATO
Ah, laggiù. C’è un bel pezzo di strada…
Ma per me è ancora troppo presto… Oggi
ho tempo d’avanzo… basta che sia in
caserma a mezzanotte. Torno a ballare.
CAMERIERA
Certo adesso tocca alla bionda con la
faccia storta.
SOLDATO
Non ha poi una faccia così storta!
CAMERIERA
Mio Dio! Come sono cattivi gli uomini.
Certo, lei le tratta tutte così?
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Da qui la musica sarà sempre più alta.
SOLDATO
Sarebbero troppe.
CAMERIERA
Franz, ti prego, oggi basta. Oggi
rimanga con me…
SOLDATO
Sì, sì, va bene. Ma ballare almeno
potrò, no?
CAMERIERA
Oggi non ballo più con nessun altro.
SOLDATO
Eccolo!
CAMERIERA
Chi?
SOLDATO
Lo Swoboda! Come abbiamo fatto presto.
Suonano ancora…
(canticchia )
Se vuoi aspettami, poi ti accompagno a
casa, sennò, buona notte!
(rientra)
CAMERIERA
Sì, ti aspetterò…
(rimane ferma)
La musica riprende con forza come all’inizio del secondo quadro.
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QUADRO III - LA CAMERIERA E IL GIOVANE
Entrano coppie danzanti. Il séparé viene coperto da un lenzuolo.
La panca viene sostituita da un divano. Si agiunge un comodino.
Sul comodino verranno posati un campanello e un libro.
GIOVANE
(legge seduto sul
divano; suona la
campanellina)
CAMERIERA
(entra con grembiule e
tacchi a spillo)
Desidera signorino?
GIOVANE
Ah già Maria, ho suonato sì… cosa
volevo? Ah già lasci giù le tapparelle…
Fa più fresco quando sono abbassate.
CAMERIERA
Sì signorino.
(si avvicina alla
finestra e abbassa le
tapparelle)
GIOVANE
(continua a leggere)
Cosa fa Maria? Ah già! Ma ora non ci si
vede più a leggere.
CAMERIERA
Lei signorino, lavora sempre.
GIOVANE
Va bene, puoi andare.
(Maria sta per uscire,
ma il giovane lascia
cadere il libro per
terra; Maria si ferma)
Senta Maria… Cosa le volevo dire… già…
C’è del cognac in casa?
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CAMERIERA
Sì, ma è chiuso nello stipo.
GIOVANE
E chi ce l’ha la chiave?
CAMERIERA
La Lini!
GIOVANE
Chi è la Lini?
CAMERIERA
La cuoca signor Alfredo!
GIOVANE
E allora la chieda alla Lini.
CAMERIERA
Ma la Lini è uscita!
GIOVANE
Ah!
CAMERIERA
Devo andare a prenderne per il signore
qui al caffè?
GIOVANE
No, no! Fa già abbastanza caldo. Non
voglio cognac. Sa cosa Maria, mi porti
un bel bicchier d’acqua e la lasci
venir giù per un po’, che sia bella
fresca.
CAMERIERA
(prima di uscire,
lascia cadere
volontariamente il
grembiulino )
GIOVANE
(fa finta di non aver
notato niente e si
rimette a leggere)
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CAMERIERA
(rientra con il
bicchier d’acqua, lo
porge al giovane
signore; le loro dita
si toccano e poco dopo
l’acqua si versa…)
GIOVANE
Grazie… cosa c’è? Stia attenta, posi il
bicchiere sul tavolo…
(si ricompone)
Che ore sono?
CAMERIERA
Le cinque signore.
GIOVANE
Le cinque? Va bene.
La cameriera esce. Il giovane Alfredo, si alza; si risiede,
tenta di leggere, poi prende la campanella e suona. La cameriera
si ripresenta sorridente.
GIOVANE
Mi è venuto in mente quello che volevo
chiederle poco fa. Non è stato qui
stamattina il dottor Schuller?
CAMERIERA
No, stamane non è venuto nessuno.
GIOVANE
Stranissimo. Dunque il dott. Schuller
non è venuto? Ma lei lo conosce il
dott. Schuller?
CAMERIERA
Ma certo, è quel signore alto con la
barba.
GIOVANE
Dunque non è proprio venuto?
CAMERIERA
No signore, non è venuto nessuno!
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GIOVANE
Venga qui, Maria!
CAMERIERA
(si avvicina di qualche
passo)
Comandi.
GIOVANE
Più vicino… così… ho creduto solo che…
CAMERIERA
Che cos’ha il signore?
GIOVANE
Credevo… ho creduto… solo per via della
sua camicetta… che stoffa è, su venga
più vicino! Non la mangio mica…
CAMERIERA
(timidamente)
Cos’ha la mia camicetta? Non piace al
signore?
GIOVANE
(attira a sé la
cameriera)
Azzurro? Un bellissimo azzurro! È molto
elegante Maria.
CAMERIERA
Ma signore, cosa fa?
GIOVANE
(le ha aperto la
camicetta)
Ha una bellissima pelle Maria!
CAMERIERA
Il signore mi lusinga…
GIOVANE
(tenta di baciarla sul
seno)
Non fa mica male!
CAMERIERA
(allontanandolo con
gentilezza)
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Oh no!
GIOVANE
Perché sospira così? Perché sospira?
CAMERIERA
Signor Alfredo!
GIOVANE
E che belle pantofoline…
CAMERIERA
Ma… signorino… e se suonassero…
GIOVANE
Ma chi può suonare a quest’ora?
CAMERIERA
Ma signore vede… è ancora giorno…
GIOVANE
Davanti a me non deve vergognarsi. E
davanti a nessuno quando si è così
belle! Sì, anima mia, Maria lei è… Sa,
i suoi capelli hanno un così buon
profumo?
CAMERIERA
Ma signor Alfredo!
GIOVANE
(si alza di scatto)
Ma non faccia tanto la difficile Maria,
l’ho vista anch’io in tutt’altra
acconciatura. Una di queste sere, che
son tornato a casa tardi, andavo a
prendermi un bicchier d’acqua…
(afferra la scarpetta)
e la porta della sua camera era aperta…
allora…
CAMERIERA
Oh signore, ma io non credevo che il
signor Alfredo potesse essere così
cattivo!
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GIOVANE
(versa il bicchiere
d’acqua nella
scarpetta)
Ho visto molte cose… questo e quello… e
quest’altro e…
CAMERIERA
Ma signor Alfredo!
GIOVANE
Vieni, vieni… quindi… già…
CAMERIERA
Ma se adesso suonano…
GIOVANE
(è su di lei e le porge
la scarpina da bere)
Ma la smetta… tutt’al più non apriremo…
Buio. Musica heavy-metal copre le effusioni.
Suonano alla porta. Luce.
GIOVANE
(si ricompone)
Accidenti! E che baccano fa quel
tanghero… sta a vedere che aveva già
suonato prima e non abbiamo sentito.
CAMERIERA
(si abbottona la
camicetta)
No, io sono stata attenta.
GIOVANE
E allora vada a vedere… guardi dalla
spia…
CAMERIERA
Signor Alfredo… lei però… sa… è troppo
cattivo.
GIOVANE
La prego, vada a vedere…
(la cameriera sta per
uscire)
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Senta Maria, vado al caffè…
CAMERIERA
Va bene, signor Alfredo.
GIOVANE
(serio)
Vado al caffè. Se dovesse venire il
dott. Schuller…
CAMERIERA
Per oggi non torna più.
GIOVANE
(duro)
Se dovesse venire il dottor Schuller,
io sono al caffè…
(esce)
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QUADRO IV - IL GIOVANE E LA SIGNORA
Musica. Con il valzer entrano coppie che cambiano lo spazio
scenico. Un tappeto, un tavolino, una sedia sul proscenio. Il
séparé assume la posizione verticale. Il comodino viene portato
sul fondo.
GIOVANE
(è in scena, si mette a posto e attende
una visita. Entra dopo un po’ Emma, la
giovane Signora) Grazie!
SIGNORA
Alfredo, Alfredo!
GIOVANE
Venga Signora… Venga, Signora Emma.
SIGNORA
Mi lasci un momento la prego… la prego,
Alfredo dove sono?
GIOVANE
A casa mia!
SIGNORA
Ma questa casa è terribile Alfredo!
GIOVANE
Perché, è una casa molto signorile…
SIGNORA
Ho incontrato due signori sulle scale!
GIOVANE
Conoscenti?
SIGNORA
Non so, può anche essere…
GIOVANE
Mi scusi signora, ma lei conosce le sue
relazioni?
SIGNORA
Non so, non ho neppure guardato!
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GIOVANE
Se anche fossero stati i suoi migliori
amici, non possono averla riconosciuta.
Io stesso, se non sapessi che è lei,
con questo velo!
SIGNORA
Sono due!
GIOVANE
Non vuole venire avanti? Levi almeno il
cappello!
SIGNORA
Cosa le viene in mente, Alfredo! Le ho
detto cinque minuti… Non di più glielo
giuro.
GIOVANE
Dunque il velo…
SIGNORA
Sono due!
GIOVANE
Ah già, dunque tutti e due. Almeno la
potrò vedere!
SIGNORA
Mi ami veramente Alfredo?
GIOVANE
Emma, mi chiede…
SIGNORA
Fa tanto caldo qua dentro.
GIOVANE
Ma ha ancora sulle spalle la mantella,
vuol prendere una infreddatura?
(le toglie la mantella)
SIGNORA
Sono stanca morta!
GIOVANE
Permette?
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(le toglie il cappello)
SIGNORA
Cosa c’è?
GIOVANE
Non è mai stata così bella!
SIGNORA
Come?
GIOVANE
Sono solo con lei Emma!
(iniziano a
rincorrersi)
SIGNORA
E adesso, mi lasci andar via, quello
che lei voleva l’ho fatto! Mi ha
promesso di essere bravo.
GIOVANE
Sì!
SIGNORA
Si soffoca in questa stanza!
GIOVANE
Tolga la camicetta…
SIGNORA
(leva in fretta la
camicetta)
La posi vicino al cappello. E adesso, e
adesso?
GIOVANE
Emma, Emma…
SIGNORA
I cinque minuti sono passati da un
pezzo.
GIOVANE
Neppure uno!
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SIGNORA
Alfredo, mi dica, ma esattamente, che
ore sono?
GIOVANE
Le sei e cinquanta in punto.
SIGNORA
È un pezzo che dovrei essere a casa da
mio marito.
GIOVANE
A casa ci può tornare più tardi.
SIGNORA
Oh Alfredo, perché mi ha fatto fare
questa cosa?
GIOVANE
Perché l’adoro Emma!
SIGNORA
A quante lo ha già detto?
GIOVANE
Da quando l’ho veduta, a nessuna! E le
voglio dire una cosa Emma: se lei si
vergogna di essere qui, se io le sono
proprio indifferente, se non sente che
lei per me è tutta la felicità, è
meglio che se ne vada…
SIGNORA
Sì, e così farò
(fa per muoversi)
GIOVANE
Ma se sa intuire che non posso vivere
senza di lei, che un bacio sulla sua
mano, per me vale più di di tutte le
carezze di tutte le donne del mondo…
Emma io non sono come gli altri
giovani, che sanno fare la corte… forse
sono troppo ingenuo… io.
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SIGNORA
E se invece fosse come gli altri
giovani?
GIOVANE
Allora lei oggi non sarebbe qui… Perché
lei non è come le altre donne.
SIGNORA
E come fa a saperlo?
GIOVANE
Ho riflettuto molto su di lei. So che
non è felice.
SIGNORA
Sì!
GIOVANE
La vita è così vuota, così breve; così
terribilmente breve! C’è solo una
felicità… Trovare una persona che ci
ami…
(abbraccia Emma)
SIGNORA
Ma cosa fa, Alfredo… è così che tiene
le promesse?
GIOVANE
La vita è tanto breve!
SIGNORA
Cosa fa, si ripete? E poi non è una
buona ragione!
GIOVANE
Oh sì!
SIGNORA
Via Alfredo, ha promesso di essere
savio…
(viene adagiata sul
tavolo)
Ma cosa fa? Oh mio Dio Alfredo, cosa
sta facendo di me?
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GIOVANE
Ti adoro Emma!
SIGNORA
Aspetta, aspetta almeno… mi strappi
tutta…
GIOVANE
Non porti busto?
SIGNORA
No, ma puoi sfilarmi la sottoveste… Che
freddo…
GIOVANE
Tra un po’ non lo sentirai più!
SIGNORA
(ride)
Credi?
GIOVANE
(seccato)
Non avrebbe dovuto dirlo!
SIGNORA
(consolatorio)
Vieni, vieni!
GIOVANE
Subito!
SIGNORA
Oh, che profumo di viole!
GIOVANE
Sei tu, sì… sei tu…
Buio. Non c’è musica, ma silenzio per qualche secondo. Luce.
GIOVANE
(resosi conto di aver
fatto cilecca)
Evidentemente ti amo troppo… sì ho
perso la testa! Sono giorni che sono
come pazzo… Dovevo immaginarlo.
SIGNORA
Non prendertela!
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GIOVANE
Certo, no. È quasi naturale quando un
uomo…
SIGNORA
No! Sei nervoso. Calmati.
GIOVANE
Conosci Stendhal?
SIGNORA
Stendhal?
GIOVANE
La ”psychologie de l’amour”?
SIGNORA
No. Perché me lo chiedi?
GIOVANE
Perché c’è una storia molto
interessante.
SIGNORA
Che storia?
GIOVANE
Tutto un gruppo di ufficiali di
cavalleria…
SIGNORA
Ah sì?
GIOVANE
Racconta le proprie avventure amorose.
E tutti sono d’accordo nell’affermare
che con le donne che hanno amato di
più, con più passione… che con quella…
che proprio con lei… insomma che a
ognuno di loro, con quella donna è
successo come a me poco fa…
SIGNORA
Ah sì?
GIOVANE
Ma non è finita. Solo uno sostenne… che
non gli era ancora successo in vita
27
sua. Però Stendhal soggiunse che era un
noto millantatore…
SIGNORA
Però!
GIOVANE
Eppure sono cose che seccano, questo è
il lato stupido, nonostante abbiano
così poca importanza.
SIGNORA
(ridendo)
Certo, poi… del resto mi avevi promesso
di essere bravo.
GIOVANE
Dai, non ridere, ché non aggiusta certo
le cose!
SIGNORA
Ma no che non rido. Quello che mi dici
di Stendhal è molto interessante. Ho
sempre creduto che solo i vecchi… o le
persone che hanno stravizi…
GIOVANE
Che ti viene in mente! Non ha nulla a
che vedere. Poi ho dimenticato la più
bella delle storie di Stendhal. Uno di
quegli ufficiali di cavalleria racconta
che per tre notti, o sei che siano… non
ricordo bene, era stato con la donna
che desiderava da settimane: ”desirée”
capisci? E per tutte quelle notti non
hanno fatto altro che piangere di
gioia… tutti e due.
SIGNORA
Tutti e due?
GIOVANE
Sì, te ne stupisci? Io lo capisco tanto
bene, proprio quando si ama…
SIGNORA
Però ce ne saranno certo molti che non
piangono.
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GIOVANE
(nervoso)
Certo, si trattava di un caso
eccezionale!
SIGNORA
Ah, credevo che Stendhal sostenesse che
in quei casi tutti gli ufficiali di
cavalleria piangono.
GIOVANE
E ora mi prendi anche in giro?
SIGNORA
Su, non fare il bambino Alfredo!
GIOVANE
Sono cose che innervosiscono. E per di
più ho l’impressione che tu non faccia
altro che pensare a quello!
SIGNORA
Ma non ci penso neppure.
GIOVANE
Altro che! Se almeno fossi persuaso che
mi ami!
SIGNORA
Hai bisogno di altre prove?
(silenzio)
Vieni qui, dammi la tua testolina
GIOVANE
Ah! Com’è bello!
SIGNORA
Mi ami?
GIOVANE
Sono così felice!
(piange)
SIGNORA
Però non c’è bisogno che tu pianga per
giunta!
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GIOVANE
(si scosta
irritatissimo)
Ancora? Ma se ti ho già pregata…
SIGNORA
Se ti dico che non devi piangere…
GIOVANE
Sono un po’ nervoso!
SIGNORA
Ma non devi esserlo. Mi fa quasi
piacere che noi per così dire rimaniamo
buoni amici.
GIOVANE
E ricominci daccapo.
SIGNORA
Non ti ricordi? Fu uno dei nostri primi
discorsi. Volevamo rimanere buoni
amici, nient’altro… Oh, era così bello!
Fu da mia sorella a Janner, al grande
ballo, durante la quadriglia… Oh mio
Dio, dovrei essere già via da un pezzo!
Mia sorella mi aspetta. Che cosa le
dirò?
GIOVANE
Emma, mi vuoi lasciare così?
SIGNORA
Sì così!
GIOVANE
Ancora cinque minuti!
SIGNORA
Va bene. Ancora cinque minuti. Ma devi
promettermi di stare tranquillo… sì? Ti
darò un bacio prima di andarmene… Fermo
non muoverti ho detto altrimenti mi
alzo subito… amore mio!
GIOVANE
Emma, angelo mio!
Buio. Musica heavy-metal copre le effusioni.
30
GIOVANE
(la luce rivela la
coppia in una posizione
sconcia)
Tesoro!
SIGNORA
È però stato meglio che non abbiamo
pianto!
GIOVANE
Come si possono dire cose simili!
SIGNORA
Come facciamo adesso se ci incontriamo
per caso in società?
GIOVANE
Per caso? Domani sei certo dai
Lobheimer.
SIGNORA
Sì, anche tu?
GIOVANE
Certo. Posso invitarti per il cotillon?
SIGNORA
Non verrò. Cosa credi? Sprofonderei
sotto terra…
GIOVANE
Dunque dai Lobheimer, benissimo.
SIGNORA
Il mio Alfredo…
GIOVANE
Accanto a te è il paradiso!
SIGNORA
Ma adesso devo proprio andarmene.
GIOVANE
Ma lasci che aspetti, tua sorella!
SIGNORA
Debbo andare a casa. Per mia sorella
ormai è troppo tardi. Che ore sono?
31
GIOVANE
(prende dal taschino
l’orologio)
Le otto!
SIGNORA
Alfredo, possiamo essere rovinati tutti
e due!
GIOVANE
(seccato)
Come?
SIGNORA
Cosa posso dire se mi domanda: da dove
vieni?
GIOVANE
Da tua sorella.
SIGNORA
Se sapessi mentire!
GIOVANE
Bisogna bene.
SIGNORA
Tutto per un uomo. Vieni qua… che ti
dia ancora un bacio.
(lo abbraccia)
E adesso lasciami sola, vai nell’altra
stanza. Non posso vestirmi se ci sei
tu.
(esce il giovane)
32
QUADRO V - LA SIGNORA E IL MARITO
Musica. Con il valzer si cambia l’assetto scenico. Il séparé
portato a ridosso del tavolino in orizzontale. Il divano si
trasforma in un letto. La signora è seduta come davanti ad uno
specchio e si strucca. Entra da dietro il séparé in vestaglia il
marito.
SIGNORA
Hai smesso di lavorare?
MARITO
Sì, sono troppo stanco. E poi…
SIGNORA
Cosa c’è?
MARITO
Tutt’a un tratto mi sono sentito tanto
solo alla mia scrivania che ho sentito
desiderio di te!
SIGNORA
(lo guarda dallo
specchio)
Davvero? Cos’hai?
MARITO
Niente, piccina mia, sono innamorato di
te. Lo sai bene!
SIGNORA
Si potrebbe quasi scordarsene a volte…
MARITO
Bisogna qualche volta scordarsene.
SIGNORA
Perché?
MARITO
Perché altrimenti il matrimonio sarebbe
una cosa imperfetta. Sarebbe…come dire…
perderebbe la sua santità!
SIGNORA
Ah!
33
MARITO
Credimi, è proprio così… Se nei cinque
anni di matrimonio non ci fossimo
dimenticati di essere innamorati l‘uno
dell’altro, probabilmente non lo
saremmo più.
SIGNORA
Troppo difficile per me.
MARITO
La cosa è proprio così: siamo stati
innamorati l’uno dell’altro dieci o
dodici volte… non lo senti anche tu?
SIGNORA
Io non le ho contate.
MARITO
Se fossimo andati fino in fondo le
prime volte, se mi fossi abbandonato
alla passione che provavo per te,
sarebbe successo anche a noi come ad un
milione di altre coppie. Non ci sarebbe
più nulla fra noi.
SIGNORA
Credi proprio?
MARITO
Credi a me, Emma. Nei primi giorni del
nostro matrimonio temevo che sarebbe
successo così.
SIGNORA
Anch’io.
MARITO
Vedi? Non ho avuto ragione? Ecco perché
è bene, a intervalli, vivere come buoni
amici.
SIGNORA
Già, già!
MARITO
Così succede che noi possiamo
trascorrere assieme tutta una serie di
34
lune di miele, perché io non permetto
che la luna di miele…
SIGNORA
Si prolunghi per mesi.
MARITO
Giusto!
SIGNORA
E ora si direbbe che un periodo di
amicizia stia per finire?
MARITO
Potrebbe essere così.
SIGNORA
Ma se per me le cose fossero diverse?
MARITO
Per te non sono diverse. Sei l’essere
più intelligente e seducente che
esista. Sono così felice di averti
scoperta!
SIGNORA
Sai far bene la corte… di tanto in
tanto.
MARITO
(si stende sul letto)
Per un uomo che conosce il mondo, il
matrimonio è una cosa molto più
misteriosa che per una fanciulla che
esce dalla sua famiglia. Vieni qui… Voi
ci venite incontro, innocenti; ragione
per cui guardate l’amore con un occhio
molto più limpido del nostro…
SIGNORA
(è presso il marito nel
letto)
Oh, davvero!
MARITO
Certo, perché noi le molte esperienze
che abbiamo vissuto necessariamente
prima del matrimonio ci hanno reso
confusi e malsicuri. Voi sentite tante
35
cose, sapete troppe cose e soprattutto
leggete eccessivamente, ma un giusto
concetto non ce l’avete. A noi quello
che si suol chiamare comunemente
l’amore, viene ben presto a noia,
perché in fin dei conti che razza di
esseri sono quelli ai quali ci
rivolgiamo!
SIGNORA
Già che razza di esseri sono?
MARITO
(la bacia sulla fronte)
Puoi chiamarti fortunata, piccina mia,
di non aver mai gettato un’occhiata in
quel mondo. Per lo più sono persone che
fanno pietà. Non gettar loro la prima
pietra.
SIGNORA
Ti prego, questa pietà mi sembra un po’
fuori luogo.
MARITO
Ma la meritano. Voi che siete state
delle fanciulle di buona famiglia, che
potevate attendere al sicuro protette
dai genitori un uomo che vi volesse
sposare, non conosceste certo la
miseria che ha gettato la maggior parte
di quelle disgraziate nelle braccia del
peccato…
SIGNORA
Ma si vendono tutte?
MARITO
Non dico questo. Non alludo neppure
soltanto alla miseria materiale. C’è
infatti anche una miseria, vorrei dire
morale, una scarsa comprensione di ciò
che è permesso, e soprattutto di ciò
che è nobile.
SIGNORA
Ma perché sono da compiangere? Se la
passano benissimo.
36
MARITO
Hai delle idee molto strane, piccina
mia. Non devi dimenticarti che esseri
come quelli sono destinati per la loro
natura a cadere sempre più in basso,
che non hanno più nessun punto
d’appoggio.
SIGNORA
È molto piacevole cadere!
(incomincia a vestirsi)
MARITO
(dolorosamente colpito)
Come fai a dire cose simili Emma? A me
pare che proprio per voi, donne per
bene, non debba esserci cosa più
ripugnante di quelle che non lo sono.
SIGNORA
Certo Carlo, certo; si fa così per
dire. Ma raccontami ancora. Mi piace
tanto sentirti parlare. Raccontami
qualche cosa.
MARITO
Cosa vuoi che ti racconti?
SIGNORA
Ma… di quelle creature…
MARITO
Cosa ti viene in mente?
SIGNORA
Lo sai, una volta, proprio in
principio, ti ho pregato di raccontarmi
la tua gioventù…
MARITO
Ma come può interessarti?
SIGNORA
Non sei forse mio marito? È
un’ingiustizia vera e propria che io
non sappia nulla del tuo passato!
37
MARITO
Non penserai che io abbia il cattivo
gusto di… Basta Emma… è come una
profanazione.
SIGNORA
Eppure… chissà quante altre donne hai
tenute fra le tue braccia!
MARITO
Non parlare di “donne”, la mia donna
sei tu!
SIGNORA
Ma una cosa almeno me la devi dire…
altrimenti… altrimenti niente luna di
miele!
MARITO
Hai un certo modo di parlare… pensa che
sei mamma… che c’è di là la nostra
bambina che dorme…
SIGNORA
Ma io voglio anche un maschietto.
MARITO
Emma!
SIGNORA
(termina di vestirsi)
Non essere così! Certo, io sono la
moglie, ma vorrei essere un po’ anche
la tua amante…
MARITO
Vorresti?
SIGNORA
Dunque: prima la mia domanda.
MARITO
Fuori!
SIGNORA
(entra nel letto)
Tra quelle c’era anche una donna
maritata?
38
MARITO
Come? Cosa vuoi dire?
SIGNORA
Lo sai benissimo!
MARITO
(inquieto)
Perché mi fai questa domanda?
SIGNORA
Donne come quelle ce ne sono… lo so… ma
se tu…
MARITO
Ma come puoi fare domande simili? Pensa
un po’ che razza di vita conducono.
Bugie, trucchi, volgarità e cento
pericoli.
SIGNORA
Certo, hai ragione…
MARITO
Davvero che la pagano quella poca
felicità,quel po’ di…
SIGNORA
Di piacere.
MARITO
Perché piacere, come ti salta in mente
di chiamarlo piacere?
SIGNORA
Mah! Qualche cosa ci deve essere…
Altrimenti perché lo farebbero?
MARITO
Non c’è nulla, un’ebrezza!
SIGNORA
(soprapensiero)
Un’ebbrezza…
MARITO
Ma neppure un’ebbrezza: è come sempre
pagato caro, è fuori di dubbio!
39
SIGNORA
Dunque hai provato anche tu, vero?
MARITO
Sì Emma. È il mio ricordo più doloroso.
SIGNORA
Chi era? Dimmi, la conosco?
MARITO
Cosa ti viene in mente? È stato molto
tempo fa, molto tempo prima che ci
sposassimo. Non farmi domande.
(le toglie il cappello)
SIGNORA
Ma Carlo!
MARITO
È morta!
SIGNORA
Davvero?
MARITO
Sì… È quasi ridicolo, ma ho la
sensazione che tutte queste donne
muoiano presto.
SIGNORA
Ne sei stato molto innamorato?
MARITO
Non si ama chi mente!
SIGNORA
Ma allora perché?
MARITO
Un’ebbrezza!
SIGNORA
Ma allora è vero?
40
MARITO
Non parliamone più, ti prego. È passato
tanto tempo. Amata ne ho una sola: te.
Si amano solo le cose pure e vere!
SIGNORA
Certo!
MARITO
Come ci si sente sicuri, come si sta
bene tra queste braccia! Perché non ti
ho conosciuto da piccina? Credo che non
avrei più guardato nessun altra donna…
Spegne la luce con un gesto. Buio. Musica heavy-metal che copre
per qualche secondo le loro effusioni. Con la luce si rivela la
posizione della gondola.
SIGNORA
Sai cosa mi ricorda oggi?
MARITO
Cosa amore?
SIGNORA
Venezia!
MARITO
La prima notte…
SIGNORA
Sì!
(silenzio)
Mi ami tanto oggi…
MARITO
Tanto, sì!
SIGNORA
Mah… se avessi sempre…
MARITO
Cosa?
SIGNORA
Carlo mio!
41
MARITO
Cosa dici, se avessi sempre…
SIGNORA
Se avessi sempre saputo che tu mi ami.
MARITO
Ma devi saperlo anche così. Non si può
essere sempre un marito innamorato. Di
tanto in tanto bisogna anche uscire,
andare incontro alla vita ostile,
bisogna combattere. Non ce ne sono
molti che dopo cinque anni possono
ricordarsi così di Venezia.
SIGNORA
Oh certo!
MARITO
E adesso… Buona notte piccina!
SIGNORA
Buona notte.
42
QUADRO VI - IL MARITO E LA DONNINA
Musica. Con il valzer entrando danzando i personaggi. Si sposta
il tappeto con il tavolo verso la sinistra del palco. Si
aggiunge una sedia. Il séparé si posiziona in verticale sulla
destra come a creare un divisorio. Il letto torna divano e si
porta verso il fondo. Sul tavolo una tovaglia e una candela.
MARITO
(seduto al tavolino
osserva la donnina)
Buona?
DONNINA
(seduta, gusta la crema)
Mhmm!
MARITO
Ne vuoi ancora una?
DONNINA
No. È così bello aver mangiato “solo”
un po’ troppo. La ringrazio.
MARITO
Mi dai di nuovo del lei?
DONNINA
Sa, è così difficile abituarsi.
MARITO
SAI.
DONNINA
Cosa?
MARITO
Devi dire “sai” e non “sa”.
Si alza e va dietro alla ragazza, le gira la testa verso di sé.
DONNINA
Cosa c’è?
MARITO
Voglio un bacio.
43
DONNINA
(glielo dà)
Lei è… scusa… sei un tipo in gamba.
MARITO
Adesso ti viene in mente?
DONNINA
No, mi è già venuto in mente da un
pezzo… fin da quando eravamo per la
strada. Lei deve…
MARITO
Tu devi…
DONNINA
Devi esserti fatto un bel concetto di
me!
MARITO
E perché?
DONNINA
Perché ho accettato subito di venire
con lei in un salotto riservato…
MARITO
Ma “subito” non si può dire.
DONNINA
Ma lei sa dire le cose così bene…
MARITO
Ti pare?
DONNINA
E poi cosa c’è di male che si vada a
spasso o che…
MARITO
Per andare a spasso fa troppo freddo.
(si risiede)
Ma qui fa un bel caldino, vero? Dimmi
un po’, mi avevi già notato prima?
DONNINA
Naturalmente. Fin dalla Singergasse.
44
MARITO
Non parlo di oggi. Voglio dire
avantieri e anche il giorno avanti,
quando ti ho seguita.
DONNINA
Ce ne sono tanti che mi seguono…
MARITO
Me lo immagino…
DONNINA
Sa… ah… sai cosa mi è successo pochi
giorni fa? Il marito di mia cugina mi è
venuto appresso, al buio, senza
riconoscermi.
MARITO
Ti ha parlato?
DONNINA
Cosa credi? Che tutti siano sfacciati
come te?
MARITO
Però succede!
DONNINA
Certo che succede.
MARITO
Cosa fai in quei casi?
DONNINA
Niente. Non rispondo.
MARITO
A me però hai risposto!
DONNINA
E ti lamenti?
MARITO
(la bacia con foga)
Le tue labbra sanno di crema!
DONNINA
Forse sono così dolci di natura.
45
MARITO
Te lo hanno già detto in tanti?
DONNINA
Tanti? Che idee ti fai di nuovo?
MARITO
Sii sincera una volta! Quanti hanno già
baciato quella bocca?
DONNINA
Che domande mi fai. Non mi crederesti
lo stesso se te lo dicessi.
MARITO
E perché no?
DONNINA
Indovina!
MARITO
Diciamo… ma tu non devi arrabbiarti…
DONNINA
Perché dovrei arrabbiarmi?
MARITO
Direi una ventina.
DONNINA
(respingendolo)
E perché non cento?
MARITO
Ho detto a caso!
DONNINA
Ma non hai indovinato.
MARITO
Allora dieci.
DONNINA
(offesa)
Certo. Una che si lascia fermare per la
strada o che ti segue subito in un
salotto riservato…
46
MARITO
Non fare la bambina. Che si giri per le
strade o che si stia seduti in una
stanza… Siamo in un ristorante. Il
cameriere può entrare da un momento
all’altro… Non c’è proprio niente di
male…
DONNINA
Me lo son detto anch’io!
MARITO
Sei già stata in un salotto riservato?
DONNINA
Se devo essere sincera: sì.
MARITO
Vedi, così mi piace. Che almeno tu sia
sincera.
DONNINA
Ma non come tu te lo immagini. Ci sono
stata con una amica e il suo fidanzato,
a carnevale.
MARITO
Non ci sarebbe stato niente di male, se
tu una volta, con il tuo innamorato…
DONNINA
Certo non ci sarebbe nulla di male. Ma
io di innamorati non ne ho.
MARITO
Non vorrai mica farmi credere che io…
DONNINA
Cosa? Non ne ho… da più di sei mesi.
MARITO
Ho capito… Ma come mai? Chi era?
DONNINA
Perché è tanto curioso?
MARITO
Sono curioso perché mi piaci.
47
DONNINA
Davvero?
MARITO
Ma certo. Devi ben essertene accorta.
Dunque racconta.
(vicinissimo a lei)
DONNINA
Dio mio quegli occhi…
MARITO
Come si chiamava?
DONNINA
Ti prego non guardarmi così!
(sta per alzarsi)
MARITO
Perché vuoi allontanarti?
DONNINA
(si alza)
È ora di tornare a casa!
MARITO
Aspetta più tardi!
DONNINA
No, debbo proprio andare. Pensa cosa
dirà la mamma!
MARITO
Vivi con la mamma?
DONNINA
Certo vivo con la mamma. Cosa pensavi?
MARITO
Aspetta un attimo cara…
Vede passare il cameriere, gli va incontro, gli sussurra due
paroline all’orecchio, si fa consegnare i flûte e la bottiglia e
gli dà una banconota.
48
MARITO
Grazie.
(si avvicina al
tavolino)
Su, salutiamoci almeno con un bicchiere
di champagne.
DONNINA
(si risiede)
Va bene, ma solo per un po’…
MARITO
(mentre versa)
Cosa racconti alla mamma quando torni
così tardi?
DONNINA
Succede tanto di rado. Comunque a
qualsiasi ora rientri si sveglia…
MARITO
E allora cosa le dici?
DONNINA
Che sono stata a teatro.
MARITO
E ci crede?
DONNINA
Certo. E perché non dovrebbe credermi?
Ci vado spesso. Anche domenica sono
stata all’opera con la mia amica e il
suo fidanzato.
MARITO
E chi vi ha dato i biglietti ?
DONNINA
Un nostro amico parrucchiere!
MARITO
Parrucchiere del teatro immagino.
(versa nel bicchiere)
DONNINA
Ma quante domande!
49
MARITO
Mi interessa. Sei proprio una cara
ragazza!
(la bacia)
Quanti anni hai? Diciotto?
DONNINA
Diciannove passati.
MARITO
Diciannove… e io …
DONNINA
Trenta?
MARITO
Eh! Qualcuno in più. È meglio non
parlarne.
DONNINA
Non so neanche come ti chiami!
MARITO
Carlo!
DONNINA
Che coincidenza, anche lui si chiama
Carlo, aveva trentadue anni quando l’ho
conosciuto…
MARITO
Quanto tempo fa?
DONNINA
Non so più… Dì, cosa c’era in questo
vino?
MARITO
Perché?
DONNINA
Sono tutta… Sai, vedo tutto che gira…
(lui la tocca)
Cosa fai?
(le bacia i capelli)
50
Dì, cosa c’era nel vino? Oh Dio santo!
Cosa succede se non riesco più a stare
in piedi? Ma guarda Carlo… se entra
qualcuno, ti prego… il cameriere…
MARITO
Vieni… il cameriere non entra… per
nessuna ragione al mondo!
Buio. Musica heavy-metal che copre le effusioni dei due amanti.
DONNINA
Ci dev’essere stato qualche cosa in
quel vino!
MARITO
Champagne, prego, e dei più cari! E poi
perché vuoi dare tutta la colpa a lui?
(si allontana)
DONNINA
Dove sei? Perché sei così lontano?
Vieni qua da me!
(Carlo si avvicina)
E adesso dimmi se mi vuoi proprio un
po’ di bene.
MARITO
Lo sai, che… Ma certo!
DONNINA
Sai che… Dimmi la verità, cosa c’era
nel vino? Pardon nello champagne?
MARITO
Ma dì un po’ credi che sia un
avvelenatore?
DONNINA
Ma non riesco a capire. Non sono fatta
così… Ci conosciamo solo… Credimi non
sono così. Se tu pensassi questo di me…
MARITO
Ma cosa vai cercando, non penso certo
male di te. Credo solo che ti sono
piaciuto.
51
DONNINA
Sì…
MARITO
Dopo tutto, quando due persone giovani
sono in una stanza, cenano assieme e
bevono un po’, non occorre mica che nel
bicchiere ci sia qualcosa…
DONNINA
Ho detto solo così…
MARITO
E perché?
DONNINA
Perché mi vergognavo.
MARITO
Ma va! Non c’è ragione. Sai che ore
sono?
DONNINA
No!
MARITO
Le undici e mezzo.
DONNINA
Ah sì?
MARITO
Sì… E la mamma è abituata vero?
DONNINA
Ma vuoi proprio mandarmi già a casa?
MARITO
Ma se sei stata tu la prima a…
DONNINA
Sei diventato un altro! Cosa ti ho
fatto? È stato solo il tuo modo di
guardarmi, amore mio, altrimenti
avresti potuto aspettare… Ce ne sono
stati tanti che mi hanno scongiurato di
andare con loro in un salotto
riservato.
52
MARITO
Allora vuoi che ci torniamo presto qui…
o in un altro posto? Bisognerà che ti
dica che non sto a Vienna, vengo qui di
tanto in tanto, un paio di giorni…
DONNINA
Ma va? Non sei viennese?
MARITO
Sì, sono viennese, ma vivo fuori!
DONNINA
Dove?
MARITO
Oh Dio, cosa importa?
DONNINA
Non temere, non ci vengo.
MARITO
Per me puoi anche venirci se ti fa
piacere, vivo a Graz.
DONNINA
Sei sposato vero?
MARITO
Sì, non ti spiace?
DONNINA
Preferirei che tu fossi libero, ma
visto che sei ammogliato…
MARITO
Dimmi un po’, come hai fatto a capirlo?
DONNINA
Quando uno ti dice che non abita a
Vienna ed è sempre libero…
MARITO
E tu non ti fai nessuno scrupolo di far
deviare un marito dalla retta via?
DONNINA
Ma va! Tua moglie fa certo lo stesso…
53
MARITO
(indignato)
Dì un po’ non permetto che tu dica di
queste cose.
(si allontana)
DONNINA
Carlo, cosa c’è? Sei arrabbiato? Credi,
non sapevo proprio che fossi
ammogliato. Ho detto tanto per dire.
Va’! Vieni qui e torna buono.
MARITO
(le si avvicina dopo un
po’)
Siete degli esseri strani… voi donne.
DONNINA
Va’… basta… è già tardi.
MARITO
E adesso ascoltami bene. Parliamo
seriamente. Vorrei che ci vedessimo di
nuovo. Molto spesso.
DONNINA
Davvero?
MARITO
Ma è necessario che io possa fidarmi di
te. Tu sei… non dico ingenua, ma
giovane e… gli uomini sono in generale
senza scrupoli… Tu mi capisci,vero?
DONNINA
Ma dimmi un po’ che idea ti fai di me
in fin dei conti?
MARITO
Dunque, se vorrai bene solo a me,
potremo aggiustare le cose; anche se io
di solito sto a Graz. Un posto come
questo non fa per noi…
DONNINA
La prossima volta ci troveremo in un
altro posto?
54
MARITO
Dove nessuno potrà disturbarci!
DONNINA
Sì!
MARITO
Sul resto ci metteremo d’accordo,
adesso, strada facendo. Cameriere il
conto!
Si avviano all’uscita.
FINE PRIMO ATTO
55
QUADRO VII - LA DONNINA E IL POETA
La scena si presenta con una scrivania e una sedia messi in
diagonale rispetto al pubblico. Il séparé è al centro in
orizzontale. Tutti gli altri oggetti usati sono sul fondo.
POETA
Dunque, tesoro.
(la bacia)
DONNINA
Ah! Com’è bello qui! Solo che non ci si
vede!
POETA
Bisogna che abitui gli occhi alla mezza
luce. I tuoi dolci occhi…
DONNINA
I dolci occhi però non ne avranno il
tempo…
POETA
E perché?
DONNINA
Perché resterò un minuto soltanto!
POETA
Leverai però il cappello.
DONNINA
Per un minuto?
POETA
(toglie il cappello e
lo getta dall’altra
parte del séparé)
E la mantellina…
DONNINA
Ma che vuoi? Debbo andarmene subito.
POETA
Dovrai pur riposarti un momento.
Abbiamo camminato per tre ore.
56
DONNINA
Ma mica a piedi.
POETA
Per venire a casa no, ma a Weidling,
lungo il ruscello abbiamo camminato tre
ore buone. Adesso siediti piccina… dove
vuoi. Qui alla scrivania.
(la fa salire sulla
scrivania)
Se sei molto stanca puoi anche
stenderti. Così…
(la adagia)
DONNINA
Ma non sono mica stanca!
POETA
Lo credi! Così se hai sonno puoi anche
dormire. Io starò zitto zitto. Posso
anche recitarti una poesia… che ho
composta io.
DONNINA
Tua?
POETA
Sì!
DONNINA
Roberto, io credevo che tu fossi
dottore.
POETA
Ma come? Non t’ho detto che sono
scrittore?
DONNINA
Ma gli scrittori sono tutti dottori.
POETA
No, mica tutti. Io per esempio non lo
sono. Ma come ti salta in mente?
DONNINA
Perché hai detto che la poesia è tua!
57
POETA
Ma è indifferente di chi sia la poesia;
l’importante è che sia bella. Vero?
DONNINA
Certo deve essere bella, è la cosa più
importante!
POETA
Sai cosa intendevo dire?
DONNINA
Cosa?
POETA
Ma quello che ho detto poco fa!
(la donnina lo guarda
inebetita)
Nemmeno una parola hai capito!
DONNINA
Ma va’, non sono mica stupida!
POETA
Certo che sei stupida, ma è proprio
questo che mi piace di te. È così bello
quando siete stupide! Voglio dire come
lo sei tu!
DONNINA
Dài non prendermi in giro. Non sarebbe
meglio fare un po’ di luce?
POETA
Oh no… È così bello questo crepuscolo.
Siamo stati tutto il giorno come
immersi nei raggi del sole. Adesso
siamo, per così dire, usciti dal bagno
e ci avvolgiamo…n ella penombra come un
accappatoio…
(ride)
No, non è così che si deve dire. Non
trovi?
DONNINA
Non so.
58
POETA
(prende un foglio di
carta e lo appoggia
sulla schiena della
ragazza)
Divina questa testolina!
(scrive qualcosa)
DONNINA
Cosa fai? Cosa scrivi?
POETA
Sole, bagno, penombra, mantello… così.
Niente, e adesso dimmi tesoro, non vuoi
qualche cosa da bere o da mangiare?
DONNINA
Sete non ne ho, ma fame sì.
POETA
Hmm… Io preferirei che avessi sete.
Perché il cognac l’ho in casa, ma
qualcosa da mangiare devo andarlo a
comprare fuori.
DONNINA
Non puoi mandarlo a prendere?
POETA
Difficile, perché la donna non è più
qui. Aspetta, preferisco andarci io…
Cosa vuoi?
DONNINA
Non ne vale la pena. Tanto devo andare
a casa.
POETA
Neanche per idea. Ti faccio una
proposta. Quando usciamo andiamo a
cenare assieme in qualche posto.
DONNINA
Oh no! Non ho tempo. E poi dove
andiamo, potrebbero vederci.
59
POETA
Conosci così tanta gente?
DONNINA
Basta che ci veda uno e siamo fritti!
POETA
Fritti come?
DONNINA
Pensa un po’ se la mamma venisse a
sapere…
POETA
Possiamo andare in un posto dove non ci
vede nessuno. Ci sono i ristoranti che
hanno i salotti riservati.
DONNINA
(cantando)
Sì, la cenetta nella saletta.
POETA
Ci sei già stata in un salotto
riservato?
DONNINA
Se debbo confessare la verità: sì.
POETA
E chi era il fortunato?
DONNINA
Oh, non era quello che ti immagini… ero
con la mia amica e il suo fidanzato. Mi
hanno portato con loro.
POETA
Ah già! E io dovrei crederci?
DONNINA
Se non vuoi, non crederci!
POETA
Sei diventata rossa? Non ci si vede
più, non distinguo più i tuoi tratti.
Ma ti riconosco anche così…
60
DONNINA
Sta’ attento a non scambiarmi con
un’altra.
POETA
Strano, non ricordo più che faccia hai.
DONNINA
Grazie e tanto!
POETA
Senti, è quasi strano. Non riesco a
vederti. In un certo senso ti ho già
dimenticata. Se non potessi ricordare
più nemmeno il suono della tua voce…
cosa saresti? Vicina e lontana al tempo stesso… stranissimo…
DONNINA
Ma va’, cosa stai dicendo?
POETA
Niente angelo mio, niente. Dove sono le
tue labbra?
DONNINA
Non è meglio fare un po’ di luce?
POETA
(la bacia)
No, dimmi se mi ami!
DONNINA
Tanto… oh tanto!
POETA
Hai già amato qualcuno quanto me?
DONNINA
Ti ho già detto di no!
POETA
Mah!
DONNINA
Era il mio fidanzato.
61
POETA
Preferirei che in questo momento non
pensassi a lui…
DONNINA
Va’! Cosa fai… guarda…
POETA
Potremmo anche immaginarci di essere in
un castello in India…
DONNINA
Certo, laggiù non sono cattivi come te!
POETA
Che sciocchezze, sapessi cosa sei tu
per me!
DONNINA
Mah!
(si sente togliere
tutto)
POETA
Dimmi non ti interessa proprio sapere
il mio cognome?
DONNINA
Non scrivi col tuo vero nome? … Mi
strappi tutta…
POETA
Via, via tutte queste cose inutili…
DONNINA
Ma Roberto!
POETA
E adesso vieni nel nostro castello
indiano…
DONNINA
Prima dimmi se mi ami davvero…
POETA
Ti adoro, tesoro mio, primavera…
62
DONNINA
Roberto, Roberto!
Buio. La musica heavy-metal copre le effusioni.
POETA
È stata una beatitudine ultraterrena…Mi
chiamo…
DONNINA
Roberto, o mio Roberto!
POETA
Mi chiamo Biebitz.
DONNINA
Perché ti chiami Biebitz?
POETA
Non mi chiamo Biebitz, ma ho preso
questo nome… Non lo conosci forse?
DONNINA
No!
POETA
Non conosci il nome di Biebitz?
Davvero? Fai apposta a dire che non lo
conosci vero?
DONNINA
Anima mia, ma non l’ho mai sentito!
POETA
Al teatro di prosa non vai mai?
DONNINA
Non mi regalano mai dei biglietti!
POETA
Te li manderò io!
DONNINA
Oh sì! E non scordartene, per una cosa
allegra.
POETA
Sì, allegra… a sentire una cosa triste
non ci vuoi andare?
63
DONNINA
Non ci vado volentieri.
POETA
Anche se è una cosa che ho scritto io?
DONNINA
Ma va’! Una cosa tua? Scrivi per il
teatro?
POETA
Sei quello che cerco da sempre… Tu mi
ami e mi ameresti anche se fossi
commesso in un negozio dei generi
alimentari. È bello. Debbo confessarti
che fino a poco tempo fa non riuscivo a
vincere un sospetto. Dimmi sinceramente
che non hai sospettato che io fossi
Biebitz?
DONNINA
Ma va’! Non capisco cosa vuoi sapere da
me. Non conosco nessun Biebitz.
POETA
Cos’è mai la gloria! No, dimentica
quello che ho detto. Dimenticati anche
il mio nome. Io sono Roberto e per te
voglio rimanere tale. Ho fatto per
scherzo, non sono scrittore. Sono un
commesso e la sera suono il piano per i
cantori popolari.
DONNINA
Adesso non capisco più niente… No! E
come guardi le persone. Cosa c’è?
Cos’hai?
POETA
È stranissimo, una cosa che non mi è
mai accaduta. Scusa, tesoro sto per
piangere. Mi commuovi. Vogliamo stare
assieme? Ci ameremo molto!
DONNINA
Dimmi, è vera quella storia dei cantori
popolari?
64
POETA
Sì, ma non domandare più nulla. Se mi
ami, non domandarmi mai niente. Dimmi,
puoi essere completamente libera per
qualche settimana?
(le raccoglie gli
indumenti)
DONNINA
Come: completamente libera?
POETA
Venir via di casa.
DONNINA
Di’ un po’! Come potrei? Cosa direi
alla mamma?
POETA
Mi ero già immaginato di poter
trascorrere con te, solo con te, un
paio di settimane, in un qualche luogo
solitario. Nel bosco in mezzo alle
praterie… La Natura! E poi un bel
giorno dirsi addio. Lasciarsi senza
sapere dove andiamo…
DONNINA
Parli già di lasciarci! E io che
credevo che mi amassi tanto.
POETA
Proprio per questo.
(la bacia in fronte)
Dolce creatura.
DONNINA
Tienimi stretta, ho freddo.
POETA
È ora che tu ti vesta… Allora domenica…
sì domenica. Debbo spiegarti una cosa.
Io non sono Biebitz; Biebitz è un mio
amico. Te lo farò conoscere, ma
domenica danno una commedia di Biebitz,
ti manderò un biglietto e ti verrò a
65
prendere in teatro. Mi dirai se la
commedia ti è piaciuta vero?
DONNINA
Adesso salti fuori di nuovo con la
storia di Biebitz. Non capisco più
niente.
POETA
Ti conoscerò davvero quando saprò che
cosa hai sentito assistendo a quello
spettacolo.
La accompagna fuori.
66
QUADRO VIII - IL POETA E L’ATTRICE
Il valzer introduce nuovi elementi: la scrivania viene portata
sul fondo come se fosse una bara; il séparé messo in verticale;
il letto cambiato d’aspetto prende il posto della scrivania. Il
tappeto rimane dov’è.
POETA
(entrando con una
candela)
Oh…
ATTRICE
Cosa c’è?
POETA
La luce! Ma non ce n’è bisogno. Guarda
com’è chiaro. Che meraviglia.
L’attrice si inginocchia improvvisamente davanti alla finestra a
mani giunte.
POETA
Cos’hai? … Ma cosa fai?
ATTRICE
(irritata)
Non vedi che sto pregando? …
POETA
Credi in Dio?
ATTRICE
Certo, per chi mi hai presa, per
l’ultima delle disgraziate?
POETA
Allora…
ATTRICE
Vieni e inginocchiati davanti a me.
Potresti pregare una volta anche tu,
senza perdere un fiore della tua
corona.
Il poeta si inginocchia vicino a lei e l’abbraccia.
ATTRICE
Lussurioso!
67
(si alza)
Sai poi chi pregavo?
POETA
Dio, credo?
ATTRICE
(con disprezzo)
Sissignore, te pregavo.
POETA
E allora perché guardavi fuori dalla
finestra?
ATTRICE
Dimmi, piuttosto, in che posto mi hai
portato, seduttore?
POETA
Ma l’hai scelto tu piccina mia. Non hai
detto che volevi andare in campagna e
proprio qui?
ATTRICE
E non ho avuto ragione?
POETA
Certo, è una meraviglia. Quando ci si
pensa, a due ore da Vienna… Questa
solitudine.
ATTRICE
Vero? Potresti scrivere qualcosa se
avessi un po’ d’ingegno.
POETA
Ci sei già stata?
ATTRICE
Se ci sono già stata? Ma ci ho vissuto
per un anno!
POETA
Con chi?
ATTRICE
Con Fritz naturalmente!
68
POETA
Ah già!
ATTRICE
L’ho adorato quell’uomo!
POETA
Me l’hai già detto!
ATTRICE
Scusa, se ti annoio posso anche
andarmene.
POETA
Annoiarmi tu? Non sai quello che
rappresenti per me… sei tutto il mondo…
sei il divino, ma in questo momento non
dovevi parlarmi di Fritz!
ATTRICE
Sì, è stata una mossa falsa! Amen.
POETA
Mi piace che tu lo senta.
ATTRICE
Vieni qui, dammi un bacio!
(la bacia)
E adesso buona notte, stammi bene
tesoro!
POETA
Cosa significa?
ATTRICE
Che mi reco a dormire!
POETA
D’accordo, ma quanto a darsi la buona
notte… Dove vado a dormire io?
ATTRICE
Non mancano certo camere nell’albergo!
POETA
Ma le altre non mi seducono per niente.
Adesso sarà però meglio accendere che
ne dici?
69
(accende la luce)
ATTRICE
Che bella camera!
POETA
E che gente devota. Tutti quadri di
santi! Sarebbe interessante vivere un
po’ tra questa gente. È tutt’altro
mondo… Sappiamo così poco degli altri.
ATTRICE
E adesso vattene Roberto!
POETA
Ma che scherzi sono? Non posso
aiutarti?
ATTRICE
No, adesso devi andartene!
POETA
E quando posso tornare?
ATTRICE
Fra dieci minuti.
POETA
(la bacia)
Arrivederci.
ATTRICE
Dove vai?
POETA
Camminerò in giù e in su qui sotto la
tua finestra. Mi piace molto
passeggiare all’aperto. È allora che mi
vengono le idee migliori…
(esce)
ATTRICE
Ma dove vai sciocco, scherzavo! Girati
e non guardare.
70
(il poeta si gira, lei
si spoglia ,si infila
nel letto)
Adesso puoi sederti qui accanto a me e
raccontarmi qualcosa.
POETA
(si siede sul letto)
Devo chiudere la finestra, non hai
freddo?
ATTRICE
Oh no!
POETA
Che devo raccontarti?
ATTRICE
Chi stai tradendo in questo momento?
POETA
Purtroppo, finora, nessuno.
ATTRICE
Consolati ché anch’io tradisco
qualcuno!
POETA
Me lo immagino.
ATTRICE
Chi credi che sia?
POETA
Mia adorata, come posso saperlo?
ATTRICE
Indovina!
POETA
Aspetta… il tuo direttore!
ATTRICE
Non sono mica una corista mio caro!
POETA
Tradisci il tuo collega Benno…
71
ATTRICE
Ma se a quello lì le donne non
piacciono! Non lo sai? È l’amico del
suo portalettere.
POETA
Ma va’!
ATTRICE
Dammi un bacio…
(il poeta l’abbraccia)
Ma cosa fai?
POETA
Su, non tormentarmi!
(si stende accanto a
lei abbracciato)
Senti?
ATTRICE
Cosa?
POETA
I grilli, non lo senti? Cantano là
fuori!
ATTRICE
Sei diventato matto, caro Roberto! Non
ce ne sono di grilli qui…
(PAUSA)
POETA
Di’, cosa stai meditando?
ATTRICE
Ti piacerebbe diventare mio amante?
POETA
Non dovresti avere dubbi ormai su
questo!
ATTRICE
Non sei il solo!
72
POETA
Ne sono certo, però, chi ha più
probabilità in questo momento sono io!
ATTRICE
Vieni qui grillo mio! Ti chiamerò
sempre grillo.
POETA
Mi piace.
ATTRICE
Allora chi tradisco io?
POETA
Chi? … Forse me!
ATTRICE
Bambino mio, sei malato di cervello!
POETA
Oppure uno che non hai mai veduto… uno
che non conosci… uno… che ti è
destinato e che non riesci a trovare.
ATTRICE
Ti prego di non dire cose così
meravigliosamente stupide!
POETA
Non dirò più nulla!
Si avvinghia all’attrice. Buio. La musica heavy-metal copre i
loro gemiti.
ATTRICE
È molto più bello che recitare quelle
sciocche commedie… che ne pensi?
POETA
Ma io dico che è una bella fortuna per
te di recitarne di tanto in tanto una
un po’ più intelligente!
ATTRICE
Tu, sporco vanitoso, certo alludi di
nuovo alla tua?
73
POETA
Sissignore!
ATTRICE
È veramente una commedia magnifica!
POETA
Vedi?
ATTRICE
Sì, sei un vero genio Roberto!
POETA
E già che ci siamo, potresti anche
dirmi perché l’altro giorno hai
rifiutato. Non avevi nessuna ragione al
mondo per farlo!
ATTRICE
Così, volevo farti un dispetto.
POETA
E perché poi? Cosa ti ho fatto?
ATTRICE
Sei stato arrogante!
POETA
Io?
ATTRICE
Tutti l’hanno detto in teatro; io però
gli ho risposto che un uomo come te ha
il diritto di esserlo.
POETA
E gli altri cosa hanno risposto?
ATTRICE
Cosa dovevano rispondere, io non parlo
con nessuno!
POETA
Ho capito.
ATTRICE
Morta mi vorrebbero, tutti quanti. Ma
questa soddisfazione non gliela darò.
74
POETA
Non pensare agli altri, ora. Godiamo
d’essere assieme e dimmi che mi ami.
ATTRICE
Hai bisogno d’altre prove?
POETA
È una cosa che non si può provare in
nessun modo!
ATTRICE
Senti questa! Cosa vuoi di più?
POETA
A quanti hai già voluto provare in
questo modo che… e li hai amati tutti?
ATTRICE
Oh no! Ne ho amato soltanto uno!
(il poeta sta per
abbracciarla)
Fritz!
POETA
Io mi chiamo Roberto. Cosa sono allora
per te?
ATTRICE
Un capriccio!
POETA
Mi fa piacere saperlo!
ATTRICE
E dimmi: non ne sei fiero?
POETA
E perché dovrei esserlo?
ATTRICE
Mi pare che ne avresti di che!
POETA
Per questo?
75
ATTRICE
Sì, per questo, mio pallido grillo. Non
mi hai ancora detto una sola parola su
come ho recitato!
POETA
Quando?
ATTRICE
Ma…
POETA
Ah già, ma non ero a teatro!
ATTRICE
Vuoi scherzare?
POETA
Per niente, poiché avantieri avevi
rifiutato, ho pensato che anche ieri
non saresti stata nella pienezza dei
tuoi mezzi, e ho preferito rinunciare!
ATTRICE
Hai perso!
POETA
Davvero?
ATTRICE
È stata una serata sensazionale! Il
pubblico era impallidito.
POETA
L’hai proprio visto tu?
ATTRICE
Benno mi ha detto: ragazza, hai
recitato come una dea!
POETA
E avantieri eri così ammalata!
ATTRICE
Sissignore ero ammalata! E sai di che?
Avevo nostalgia di te.
76
POETA
Un momento fa volevi farmi un dispetto!
Ed è per questo che hai rifiutato.
ATTRICE
Ma che ne sai dell’amore che provo per
te? Tu non ti commuovi per niente. E
sono notti che mi struggo di febbre!
Quaranta gradi.
POETA
Per un capriccio è molto!
ATTRICE
Lo chiami capriccio? Muoio d’amore per
te e tu lo chiami capriccio?
POETA
E Fritz?
ATTRICE
Fritz? … Non parlarmi di quell’avanzo
di galera!
77
QUADRO IX - L’ATTRICE E IL CONTE
Con un valzer l’assetto scenico cambia nuovamente. Il séparé
viene posto sul fondo in centro, orizzontalmente. Il letto viene
spostato leggermente in diagonale. Si aggiungono due nastri
attaccati al séparé e due candelabri in mano a due attori che,
di spalle, fungeranno da porta.
ATTRICE
(nel letto,coperta)
Ah conte!
CONTE
(entra con un frustino
da cavallerizzo)
La signora mamma mi ha permesso,
altrimenti non avrei…
ATTRICE
La prego, entri pure!
CONTE
Le bacio la mano.
(gesto lontano da lei)
Quando si viene dalla… strada non
riesco a vedere nulla, ah ecco! Qui
siamo, le bacio la mano.
ATTRICE
Si accomodi conte, s’accomodi.
CONTE
La signora mamma mi ha detto che la
signorina non si sente bene… spero che
non sia niente di grave.
ATTRICE
Niente di grave? Sono stata in punto di
morte!
CONTE
Dio del cielo, possibile?
ATTRICE
È molto carino d’essere venuto!
78
CONTE
In punto di morte? E ieri sera ha
recitato come una dea.
ATTRICE
È stato un vero trionfo.
CONTE
Colossale, il pubblico era come
trascinato. Non parliamo poi di me!
ATTRICE
Grazie per i magnifici fiori che mi ha
mandato in camerino.
CONTE
Ma le pare, signorina. Ieri l’hanno
sepolta sotto i fiori e le corone.
ATTRICE
Tra tutti ho apprezzato solo i suoi
caro conte!
CONTE
(baciandole la mano)
È stata molto cara!
(si vede prendere la
mano a baciarla)
Signorina!
ATTRICE
Non abbia paura conte, non la obbligo a
niente!
CONTE
Che strana natura… enigmatica starei
per dire…
ATTRICE
La signorina Birke è più facile a
decifrare.
CONTE
La piccola Birke non è un problema, per
quanto… io la conosca solo
superficialmente.
79
ATTRICE
Ah sì?
CONTE
Può crederci. Ma lei invece è un
problema. Una cosa di cui ho sempre
avuto desiderio. Perciò, ho perso molto
in vita mia, perché io l’ho vista
recitare… ieri per la prima volta.
ATTRICE
Possibile?
CONTE
Sì, vede signorina, è così difficile
col teatro. Sono abituato a pranzare
molto tardi, e quando si arriva, la
parte migliore è già passata. Non ho
ragione?
ATTRICE
Adesso sarà costretto a pranzare
presto!
CONTE
Ci ho già pensato anch’io. Oppure non
pranzare affatto. Per quel piacere che
è un pranzo.
ATTRICE
Oh mio giovane vecchietto, che piacere
le rimane ancora nella vita?
CONTE
A volte me lo domando anch’io. Però
vecchietto non lo sono ancora. La
ragione deve essere un’altra.
ATTRICE
Crede?
CONTE
Sì. Lulù, per esempio, dice che sono un
filosofo. Sa, signorina, trova che
penso troppo.
ATTRICE
Pensare? è una disgrazia.
80
CONTE
Ho troppo tempo a mia disposizione,
ecco perché penso. Vede, signorina, mi
ero sempre detto: quando ti
trasferiranno a Vienna andrà meglio. Ci
sono distrazioni, ci sono mille cose.
Ma in fondo non è molto diverso da
quand’ero lassù!
ATTRICE
Dov’era questo “lassù”?
CONTE
Ma, laggiù signorina, in Ungheria, in
quei posti dove sono stato di
guarnigione.
ATTRICE
E cos’ha fatto in Ungheria?
CONTE
Cosa vuole, signorina, il soldato!
ATTRICE
Ma perché c’è rimasto tanto tempo?
CONTE
Sono cose che succedono.
ATTRICE
Dev’essere da impazzire!
CONTE
Perché? C’è più da fare che qui!
Istruire le reclute, montare i puledri.
E poi i posti non sono brutti come si
dice. C’è anche del bello. La pianura…
e certi tramonti…
(allusivo)
Peccato che io non sia pittore; a volte
penso che mi sarebbe piaciuto
dipingerli. Ne avevamo uno al
reggimento, un certo Splanej, quello
sapeva. Ma che stupida storia racconto…
scusi signorina.
81
ATTRICE
Ma anzi, mi diverto moltissimo.
CONTE
Sa signorina che con lei si chiacchiera
volentieri? Me lo aveva detto Lulù, ed
è una cosa così rara…
ATTRICE
Certo in Ungheria!
CONTE
No, no a Vienna! Gli uomini sono tutti
uguali. Quando sono molti, c’è più
ressa. Ecco tutta la differenza! Mi
dica signorina, le piace il suo
prossimo?
ATTRICE
Se mi piace? Lo odio. Non lo posso
vedere. Non vedo difatti nessuno. Sono
sempre sola in questa casa e non entra
mai anima viva!
CONTE
(va a chiudere la
porta)
Vede, l’avevo capito che lei doveva
essere una solitaria. Deve essere
frequente fra gli artisti. Quando si
sta nelle regioni sublimi… mah! Basta
lei, che almeno sa perché vive.
ATTRICE
Chi glielo dice? Non so affatto perché
vivo!
CONTE
Ma signorina! Celebre… festeggiata…
ATTRICE
Ma è la felicità?
CONTE
Felicità? La prego signorina, la
felicità non esiste. Sono proprio
queste cose delle quali si parla di
82
più, quelle che non esistono! Per
esempio l’amore. Altro bell’argomento!
ATTRICE
Ha ben ragione!
CONTE
Godimento… Ebbrezza… non si può dire…
qualcosa di indefinito. In questo
momento godo… d’accordo, lo so. O sono
ebbro, benissimo. Anche questo è certo.
Ma quando è passato è passato.
ATTRICE
(solenne)
È passato.
CONTE
Ma quando non ci si… come dire, quando
non ci si affida all’istante, ossia si
pensa al prima o al poi… è finita. Poi
è morto, il prima è incerto. Insomma,
non si fa altro che confondersi, ho
ragione?
ATTRICE
Eh già, è proprio così.
CONTE
(inizia a togliersi la
giacca)
Vede signorina, quando si son capite
queste cose non ha più importanza
vivere a Vienna o a Steinemanger.
Guardi per esempio, dove posso mettere
la giacca?
(gli fa cenno sulla
sedia)
Ah grazie! Di che cosa stavamo
parlando?
ATTRICE
Di Steinemanger!
CONTE
Giusto. Dicevo, la differenza è minima.
Che io passi la sera al circolo del
83
reggimento o al club, è proprio
identico.
ATTRICE
Ma cosa c’entra con l’amore?
CONTE
Quando si crede a quello che abbiamo
detto, c’è sempre una a cui uno piace.
ATTRICE
Per esempio la signorina Birke.
CONTE
Non capisco signorina perché lei torni
sempre su questa signorina Birke.
ATTRICE
Perché è la sua amante.
CONTE
Cosa dice?
ATTRICE
Lo sanno tutti.
CONTE
Eccetto io, strano vero?
ATTRICE
Ma se ha anche avuto un duello con lei.
CONTE
Può anche darsi che mi abbiano ucciso e
che io non me ne sia accorto.
ATTRICE
Caro conte, lei è un gentiluomo. Si
sieda qui vicino.
CONTE
Grazie, volentieri
ATTRICE
(gli toglie la
cravatta)
Lo sapevo che oggi sarebbe venuto.
84
CONTE
Come mai?
ATTRICE
È fin da ieri in teatro che lo so.
CONTE
Mi ha forse visto dal palcoscenico!
ATTRICE
Ma come, non si è accorto che ho
recitato solo per lei? Ho fatto un
salto quando l’ho vista seduto in prima
fila.
CONTE
Un salto, per me? Non mi è venuto in
mente che mi avesse notato.
ATTRICE
Con la sua signorilità, lei può ridurre
alla disperazione.
CONTE
Ma signorina.
ATTRICE
Ma signorina.
(slaccia la cintura dei
pantaloni)
CONTE
Se lei permette…
(si toglie le scarpe)
ATTRICE
Sarebbe stato meglio che non ti avessi
mai guardato.
CONTE
Invece è meglio così
(ha tolto i pantaloni)
ATTRICE
Signor conte tu sei un gran posatore.
85
CONTE
Io, e perché?
ATTRICE
Cosa credi? Ma sai come sarebbero
felici certuni se potessero trovarsi al
tuo posto?
CONTE
Io sono molto felice.
ATTRICE
Come! Io pensavo che la felicità non
esistesse. Ma come mi guardi? Credo di
farti paura conte!
CONTE
Sì, signorina, lei è un problema.
ATTRICE
Ma lasciami in pace con la tua
filosofia… Vieni qui. E adesso chiedimi
quello che vuoi… Puoi avere tutto
quello che vuoi, sei troppo bello!
(prende un cofanetto e
lo apre mostrando una
serie di oggetti
sadomaso)
CONTE
(confronta il proprio
frustino con quello del
cofanetto)
Chiedo il permesso di poter tornare
stasera.
ATTRICE
Questa sera io recito.
CONTE
Dopo teatro.
ATTRICE
E non chiedi altro?
CONTE
Tutto il resto lo domanderò dopo
teatro.
86
ATTRICE
(offesa)
Potrai chiedere per un pezzo,
miserabile posatore!
CONTE
Guardi, o guarda, noi siamo stati tanto
sinceri l’uno con l’altra. Trovo che
sia tutto più bello la sera. Più
confortevole che non ora… Ho sempre
l’impressione che la porta si
spalanchi…
ATTRICE
Non si apre dal di fuori.
CONTE
Vedi, io credo che non si debba
sciupare per leggerezza, a priori, una
cosa che può essere molto bella.
ATTRICE
Che può essere…!
CONTE
La mattina, se debbo dirti la verità,
trovo che l’amore sia una cosa
orribile.
(usa il frustino)
ATTRICE
Vedi un po’! Sei il più pazzo che ho
incontrato in vita mia!
CONTE
Non parlo di donne qualunque. In linea
generale, la cosa è indifferente. Ma
donne come te, no! Puoi darmi cento
volte del matto, ma donne come te… non
si possiedono prima di colazione. Così
sai, così…
(frusta)
ATTRICE
(gode)
Dio, che tesoro!
87
CONTE
Penso che dopo teatro ti aspetterò in
una carrozza, poi andremo assieme a
cena in qualche posto…
ATTRICE
Non sono la signorina Birke.
CONTE
Non l’ho detto infatti. Ma trovo che
bisogna sempre creare un ambiente… è
così bello rientrare a casa assieme
dopo cena e poi…
ATTRICE
E poi cosa?
CONTE
Tutto sta nella piega che prendono le
cose!
Buio e musica heavy-metal. I due candelabri rimangono accesi per
qualche secondo. I due attori che li reggono sbirciano la scena,
si guardano e poi soffiano sulle candele spegnendole.
ATTRICE
E come va il tono posatore?
CONTE
Sei un diavolo!
ATTRICE
Che espressione!
(inizia a riporre gli
oggetti nel cofanetto)
CONTE
Come vuoi, un angelo!
ATTRICE
E tu dovresti diventare attore! Ma
davvero tu conosci le donne! E sai cosa
facciamo adesso?
CONTE
Cosa?
88
ATTRICE
Ti dico che non voglio più rivederti.
CONTE
E perché?
ATTRICE
No e poi no, sei pericoloso. Fai
impazzire una donna! E adesso sei lì
davanti a me come se non fosse successo
niente!
CONTE
Ma…
ATTRICE
La prego signor conte, di ricordarsi
che sono stata la sua amante un momento
fa.
CONTE
Non lo dimenticherò mai.
ATTRICE
E allora questa sera cosa succede?
CONTE
Non capisco.
ATTRICE
Volevi aspettarmi dopo la
rappresentazione.
CONTE
Già benissimo, facciamo dopodomani.
ATTRICE
Cosa vuol dire dopodomani? Avevamo
parlato di oggi.
CONTE
Non avrebbe più molto senso.
ATTRICE
Vecchietto!
89
CONTE
Non capisci quello che voglio dire.
Alludo piuttosto, non so bene come
esprimermi, allo spirito.
ATTRICE
Che cosa me ne importa dello spirito?
CONTE
Credimi, che conta anche quello!
Considero che sia uno sbaglio voler
distinguere così le cose.
ATTRICE
Lasciami in pace con la tua filosofia.
Quando me ne verrà il ticchio la
cercherò sui libri.
CONTE
Dai libri non si impara niente!
ATTRICE
Com’è vero. Ecco perché devi aspettarmi
questa sera. Per quanto riguarda lo
spirito ci metteremo d’accordo.
Furfante!
CONTE
Allora se me lo permetti verrò con la
mia carrozza…
ATTRICE
Mi aspetterai qui a casa mia!
CONTE
Dopo teatro?
ATTRICE
Naturalmente!
Il conte si rimette nel letto.
ATTRICE
Cosa fai?
CONTE
Credo che sia ora che me ne vada! Per
una visita di convenienza mi sono
fermato già troppo.
90
ATTRICE
Ma questa sera non sarà più una visita
di convenienza!
CONTE
Credi?
ATTRICE
Lascia che ci pensi io. E adesso dammi
ancora un bacio mio piccolo filosofo.
(gli dà dei baci)
Signor conte è stato un gran piacere
per me!
CONTE
Le bacio la mano signorina,
arrivederci.
(le bacia la mano)
91
QUADRO X - IL CONTE E LA PROSTITUTA
Musica: un valzer in cui entrano tutti indistintamente. Rimane
in scena il letto così com’è. Il séparé viene portato più
avanti.
Entra nel letto, insieme al conte, la prostituta. Tutti gli
altri, in ordine sparso, sono sul fondo assieme agli altri
oggetti come manichini. Dietro al séparé si metterà una sedia.
CONTE
(si sveglia, si guarda
attorno)
Ah già! Sono proprio tornato a casa con
quella donna! Cosa non succede a un
uomo della mia età! Non mi ricordo se
mi ci hanno portato oppure… è
incredibile come alle volte tutte le
donne si assomigliano…
PROSTITUTA
(svegliandosi)
Cosa c’è? Buondì Bubi!
CONTE
Buongiorno! Hai dormito?
PROSTITUTA
Vieni qui, dammi un bacetto!
CONTE
(si curva su di lei,
poi ci ripensa)
Stavo per andarmene.
PROSTITUTA
Andartene?
CONTE
Credo che sia ora!
PROSTITUTA
Come vuoi… addio. Vieni un’altra volta.
CONTE
Sì, addio. Mi vuoi dare la manina?
(si vede porgere la
mano)
92
Come una principessa. Del resto
basterebbe solo che…
PROSTITUTA
Cos’hai da guardarmi così?
CONTE
Quando si vede solo la testolina, come
ora… Quando ci si sveglia, si ha l’aria
innocente… Povero me! Si potrebbe
immaginare qualunque cosa, se non
puzzasse tutto così di petrolio.
PROSTITUTA
Con quella lampada è sempre una
scocciatura.
CONTE
Quanti anni hai?
PROSTITUTA
Quanti me ne dai?
CONTE
Trentacinque.
PROSTITUTA
Già!
CONTE
O ne hai di più?
PROSTITUTA
Entro nei trentacinque!
CONTE
E da quanto tempo…
PROSTITUTA
La vita la faccio da dieci anni…
CONTE
Hai cominciato presto.
PROSTITUTA
Meglio presto che troppo tardi.
CONTE
Dimmi, sei felice?
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PROSTITUTA
Cosa?
CONTE
Voglio dire, se nel complesso te la
passi bene.
PROSTITUTA
Oh, per me va sempre bene.
CONTE
Ah sì? … Dimmi, non ti è mai venuto in
mente che avresti potuto diventare
qualcos’altro?
PROSTITUTA
E cosa secondo te?
CONTE
Mah… sei una bella donna. Avresti
potuto avere un marito. Uno che pensi a
te, in modo che tu non abbia da andare
con chiunque!
PROSTITUTA
Ma io non vado con chiunque. Grazie al
cielo non ho bisogno e posso scegliere.
(il conte si guarda
attorno)
Il mese prossimo traslochiamo. Andiamo
a stare in città, nella Spiegelgasse.
CONTE
Noi? E chi sono?
PROSTITUTA
Ma la signora e le altre ragazze che
abitano qui.
CONTE
Ce ne stanno delle altre qui?
PROSTITUTA
Qui accanto, non senti? Questa è la
Milly che era prima al caffè.
CONTE
Infatti si sente uno che russa.
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(mette l’orecchio al
muro, poi inizia a
vestirsi)
Che vita!
PROSTITUTA
Vai già? Buona notte… Torna presto.
CONTE
Ma dimmi un po’, per te è tutto lo
stesso vero?
PROSTITUTA
(sdraiata di spalle al
conte)
Cosa?
CONTE
Per te non è più un piacere…
PROSTITUTA
(sbadigliando)
Ho un sonno!
CONTE
Non te ne importa niente che uno sia
giovane o vecchio o se…
PROSTITUTA
Che cosa vuoi sapere?
CONTE
Ecco…
(come se avesse trovato
quello che cerca)
…adesso ho trovato a chi mi fai
pensare, al …
PROSTITUTA
(destandosi)
Assomiglio a qualcuno?
CONTE
(le si siede a fianco)
Incredibile, la stessa faccia, precisa
identica…
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(la bacia sugli occhi)
Gli occhi, proprio gli occhi… Lulù
direbbe certo che sono pazzo, ma io ti
voglio baciare ancora una volta gli
occhi… così. E adesso che Dio ti
protegga, io me ne vado.
PROSTITUTA
Salute!
CONTE
Dimmi una cosa, non ti fa specie che io
non ti chieda nulla?
PROSTITUTA
Ce ne sono tanti che alla mattina
presto non sono in forma.
(fa il gesto di farsi
pagare)
CONTE
Già, già.
(le dà una banconota)
Lo so bene che donne di questa specie
pensano solo al denaro; mi piace però
che almeno non si nascondono. È una
cosa di cui ci si dovrebbe rallegrare.
Sai, verrò presto a trovarti.
PROSTITUTA
(si rimette giù)
Bene!
CONTE
A che ora sei sicuramente in casa?
PROSTITUTA
Sono sempre in casa, basta che tu
chieda di Leocadia.
CONTE
Leocadia… bello. Ho ancora la testa
intronata di vino. Ma questo è proprio
il colmo. Sono con una di quelle e mi
accontento di baciarla sugli occhi,
perché mi ha fatto pensare a… Senti
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Leocadia, succede sovente che uno se ne
vada via così?
PROSTITUTA
Così come?
CONTE
Intendo dire, se ci sia già stato
qualcuno che sia venuto con te e che
poi non ti abbia chiesto nulla.
PROSTITUTA
No, non mi è mai accaduto.
CONTE
E allora cosa credi, di non piacermi?
PROSTITUTA
E perché non dovrei piacerti? Stanotte
ti sono ben piaciuta.
CONTE
E cosa te lo fa credere?
PROSTITUTA
Non fare domande sciocche!
CONTE
Stanotte… già. Ma dimmi un po’, non
sono caduto lungo e disteso sul divano?
PROSTITUTA
Già, certo. Ma con me!
CONTE
Con te?
PROSTITUTA
Già, non te ne ricordi più?
CONTE
Io ho… abbiamo fatto… già…
PROSTITUTA
Ma ti sei subito addormentato.
CONTE
Subito… così allora. È andata così!
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PROSTITUTA
Sì Bubi! Devi aver avuto una bella
stoppa, se non ti ricordi di niente.
CONTE
Già, una lontana somiglianza c’è!
Addio.
(ha finito di vestirsi)
PROSTITUTA
Dai qualcosa alla donna di servizio
quando esci.
CONTE
(sulla soglia)
Già, sarebbe stato bello se l’avessi
baciata solo sugli occhi. Quasi avrei
potuto chiamarla un’avventura. Ma non è
cosa per me.
Esce, e spunta poco dopo dietro il séparé accasciandovisi sopra
come un manichino.
Musica. Entra la ragazza del prologo vestita con un costume
medievale e con una rosa perlustra tutto lo spazio scenico e per
ogni manichino stacca un petalo. Poi si accomoda sulla sedia
della prostituta.
FINE.