Donne - Monza Club
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Donne - Monza Club
EDITORIALE L’altra metà del cielo L ’8 marzo 1908 uno stabilimento tessile situato in Washington Square a New York venne devastato da un incendio e le 129 operaie presenti, che protestavano da giorni per le condizioni disumane in cui erano costrette a lavorare, non ebbero via di scampo e andarono incontro ad una morte orribile. Il proprietario della fabbrica, un certo Donald Johnson, per ritorsione, aveva bloccato tutte le vie d’uscita impedendo alle donne di salvarsi. Questo gravissimo episodio, una vera e propria strage commessa a sangue freddo, diede origine alla Giornata Internazionale della Donna, un anniversario che ancora oggi si celebra in tutto il mondo a favore delle donne e delle loro conquiste sociali e civili. Sono passati cento anni da quella data: eppure ancora oggi, mai come oggi, la cronaca racconta storie di violenza, di emarginazione e di sopraffazione di cui molte donne sono vittime. Non passa giorno che le tv e i giornali non entrino nelle nostre case raccontando fatti e mostrando immagini che ci lasciano sgomenti e ci provocano un senso di angoscia difficile da rimuovere. Roma, Bologna, Milano: squallide location dove si sono perpetrati fatti di violenze inaudite su giovani vittime che avevano l’unico torto di camminare per la strada, sole o in compagnia dei loro fidanzati. Non è tutto. A fronte di questi crimini, amplificati dalla stampa per il clamore che hanno suscitato nell’opinione pubblica, vi sono i dati pubblicati dall’Istat su uno studio effettuato recentemente su commissione del Ministero dei Diritti e delle Pari Opportunità: numeri agghiaccianti, che fanno riflettere e che ci obbligano ad interrogarci su un fenomeno che inquieta le nostre coscienze di gente civile. I numeri raccontano che oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita: con l’aggravante che oltre il 94% di queste violenze non è mai stata denunciata e che solo l’8% degli autori, quando sono denunciati, vengono condannati con pene irrisorie. Lo stupro resta l’arma preferita e più efficace del razzismo sessuale. E di solito funziona. Le donne, spaventate, si ritirano, perdono fiducia. Insomma, disarmano. La pubblicità, i fumetti, la moda e molte trasmissioni televisive sembra che difendano una mentalità davvero poco educativa: il mondo pare fatto per i più forti che devono dominare sui più deboli, i ricchi sui poveri, coloro che hanno la verità in mano su coloro che dubitano, i vecchi sui giovani, gli adulti sui bambini, gli uomini sulle donne. Fin quando questa gerarchia è accettata, e più o meno applicata, le guerre di genere, più che taciute, vengono rimosse. Ma quando la gerarchia viene messa in discussione, quando le donne entrano in settori tradizionalmente affidati agli uomini, quando si mostrano autonome, capaci, indipendenti in ogni campo dello scibile, quel mare limaccioso che giace nel fondo della cultura patriarcale sale in superficie e ribolle minaccioso. C’è anche chi tenta la carta dell’ipocrita adulazione nel diffondere accattivanti modelli femminili dediti al sacrifico e all’obbedienza. Ma quando nemmeno quella carta funziona, si passa alle armi più efficaci del disprezzo pubblico, della denigrazione. E, in un clima di diffamazione culturale, i più deboli e spaventati si buttano sullo stupro che fomenta in loro i sentimenti dell’onnipotenza virile. Da piccoli abbiamo sentito narrare una storia per cui la donna è stata creata dalla costola dell’uomo, «Dal lato per essere uguale, da sotto il braccio per essere protetta. Vicino il cuore per essere amata». Questa storia bellissima ci dice che uomo e donna sono le metà dello stesso cielo. Vorremmo che fosse veramente così, come vorremmo che il rispetto e la condivisione dei ruoli aiutasse tutti, donne e uomini, a diventare migliori. di Toni Liguori N.42 M C 1 MONZA YOUNG MONZACLUB www.monzaclub.it PERIODICO REALIZZATO DA Monza Club Edizioni srl Piazza Carrobiolo, 5 - Monza Tel. 039/5961872 [email protected] Prezzo di copertina: 5 euro DIRETTORE EDITORIALE Pietro Fortunato DIRETTORE RESPONSABILE Toni Liguori SEGRETERIA DI REDAZIONE Chiara Bramati 68 E M M A M DONNE & A volte non serve avere la bacchetta magica, basta un pizzico di organizzazione e la convizione di voler essere madri senza rinunciare a se stesse. Altre volte invece, tra urla, pianti e pappe da scaldare, la bacchetta magica è proprio indispensabile... Ecco le storie di cinque giovani mamme che, tra pannolini, giochi e riunioni in ufficio trovano anche il tempo per divertirsi REDAZIONE Sara Re (caporedattore) Francesca Barzaghi Chiara Bramati Sara Franchini Greta La Rocca Laura Marinaro Francesco Pozzi Martina Primavesi Valentina Rigano Valentina Terruzzi Elisa Tosi Benedetta Trabattoni Paola Vanni GRAFICA Andrea Giarola Ilaria Nigro FOTOGRAFIE Marco Brioschi Foto di copertina: Marco Brioschi Gaetano Galbiati PUBBLICITÀ Hubnet Communication Paolo Marchettini Tel. 039/2315288 e-mail [email protected] STAMPA Vamaprint - Melzo Periodico registrato presso il Tribunale di Milano al n.242 Registro stampa periodica N.42 M C 3 Un diavolo per capello oppure un taglio invidiabile? I consigli di un hair stylist, tra nuove tendenze e qualche pettegolezzo 108 12 La solidarietà è un appuntamento fisso per i tanti amici che, anche quest’anno, si sono raccolti intorno alla Fondazione Niños de Quito Annamaria Di Oreste è approdata da poco a Monza con la qualifica di Presidente del settimo tribunale d’Italia 92 40 74 Campionessa del Mondo di super G negli Special Olympics: risultato niente male per Alessandra Riboldi, ventenne tutta grinta e voglia di vincere Chi l’ha detto che la Brianza non ha il calore del Sud? Senza dimenticare la sua terra, qui Mino Reitano ha costruito una vita ricca di affetti SOMMARIO WHAT’S ON 8 - Progetti, turismo e cultura 12 - Una cena solidale per i bambini dell’Ecuador 16 - Donne e lavoro: ora è possibile 19 - Regione Lombardia, la cultura della fede 20 - Il jazz racconta Matisse 22 - Rotary Club Monza Est, un compleanno con i giovani 24 - I circoli del Buongoverno 25 - Laura Valagussa, un medico per il cuore 27 - Immagini dal mondo dei ghiacci 4 M C N.42 IL CLUB DEI PROTAGONISTI 28 - Cover: Vanna Balestrieri Buelli, lady wine 34 - Briancar, assistenza d’avanguardia 39 - Sette donne molto speciali 56 - Samantha Ceccardi, una donna, un’amica MONZA YOUNG 62 - Elena, la mia passione per la tv 65 - Lady Dior, un trucco da diva 66 - Elisa, un angelo sui pattini 68 - Cinque mamme per sette bebè 102 Design di scarpe negli States, ma produzione in Italia. La moda, secondo Tania Spinelli I quadri materici, intensi e pieni di forza, di una donna colma di delicatezza: Federica Varotto 100 FASHION BRIANZA CLUB 74 - Mino Reitano, un calabrese in 102 - Tania Spinelli, talento su misura 105 - Ombrello, english style Brianza 106 - Gemelli, classe nei gioielli 78 - Emanuela Sironi, passione 108 - Una piega impeccabile politica 82 - Adealide Asnaghi, il futuro IL CONSULENTE della ricerca 112 - Impresa 85 - Silvia Redaelli, quando il 113 - Lavoro business è di famiglia 114 - Legale 115 - Dentista PASSIONI 116 - Finanza 88 - Il francese anche sul web 117 - Assicurazioni 92 - Federica Varotto, quando il quadro è scultura 97 - Daniela Sangalli, la danza che TEMPO LIBERO 6 - Chi sale comunica 118 - Dove&Come 99 - Mulino a Vino Ombrello e gemelli: 100 - Alessandra, una campionessa 119 - Mostre&Eventi quale il modello giusto per essere un vero 120 - Oroscopo molto Special 105 gentleman? N.42 M C 5 TEMPO LIBERO Chi sale WAVE TANGRAM PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA Dalla politica all’imprenditoria, la Brianza e i suoi protagonisti assurgono alla ribalta di palcoscenici internazionali. Una volta di più a dimostrazione che idee nuove e grande qualità manifatturiera riescono ancora a scacciare la parola “crisi” di Elisa Tosi M artina Sassoli Dal pubblico monzese a quello internazionale. La notizia che a Monza in queste settimane 200 scatole rosa verranno installate in via sperimentale sulle vetture di atrettante donne, ha fatto il giro delle diverse filiali europee della BBC, che hanno dato risalto alla notizia soprattutto attraverso il loro sito internet. Le edizioni di Inghilterra, Portogallo e Brasile hanno infatti pubblicato un’intervista a Martina Sassoli, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Monza ed editore di Monza Club, in cui anticipa che si sta lavorando anche allo sviluppo di un prodotto che consenta alle donne che viaggiano sui mezzi pubblici o camminano per strada di farlo in sicurezza. «Tuttavia - aggiunge - sappiamo che il maggiore problema da affrontare è che i crimini commessi siano poi effettivamente denunciati, in particolare quando si tratta di violenze e aggressioni compiute all’interno dell’alveo familiare». La cultura del rispetto, insomma, deve ancora farsi strada, ma - che si chiami securidad o security - ben venga l’attenzione sempre più vigile da parte dei media verso la sicurezza delle donne. M atteo Parravicini Dopo Canali che veste Barack Obama, l’imprenditoria brianzola mette a segno un altro colpo oltreoceano, anche questa volta nientemeno che nel cuore dell’amministrazione democratica. Sarà infatti Arazzo, azienda biellese appartenente al Gruppo Parà Tempotest di Sovico, ad arredare con i suoi tessuti la Casa Bianca, secondo quanto deciso dal designer incaricato dal Presidente stesso di effettuare il tradizionale restyling degli ambienti. Una tradizione che questa volta premia una solida realtà italiana, con sede in Brianza ma partecipazioni e controllate anche in altri distretti d’Italia, tra cui quello particolarmente rinomato per i tessuti del biellese. I duecento metri di stoffa ordinati (color ecrù, 90% seta e 10% cotone, soffice e vellutato al tatto) sono già arrivati a destinazione. Il Gruppo Parà, guidato da Matteo Parravicini, che è anche a capo dell’Aimb Giovani di Monza e Brianza, vanta un fatturato di circa 80 milioni di euro e garantisce occupazione a 600 persone. WAVE STEELS È COMMERCIALIZZATO DA STAINLESS PRODUCTS S.R.L. VIALE DELLE INDUSTRIE, 9 - 20040 CAMBIAGO (MI) ITALY - TEL. +39 02.959.499.640 - FAX +39 02.959.499.641 WWW.WAVE-STEELS.IT 6 M C N.42 WHAT’S ON WHAT’S ON Progetti e cultura verso l’estate Il Brianza Malpensa Express al via Sta per nascere il nuovo centro per la mamma e il bambino e intanto la Brianza si prepara alle elezioni provinciali con nuove infrastrutture, turismo e tanta cultura a cura della redazione La Brianza e il turismo Culle al Nuovo La data è ormai fissata. Dal 10 marzo i reparti di Ostetricia e Ginecologia del San Gerardo si trasferiranno definitivamente dalla vecchia sede di via Solferino all’Ospedale Nuovo, in attesa che venga completato il nuovo centro di Monza per il bambino e la sua mamma (progetto della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma, insieme all’opera del Comitato Maria Letizia Verga). I due reparti continueranno ad essere diretti dal dottor Paolo Tagliabue, per la Neonatologia e dal dottor Rodolfo Milani per l’Ostetricia e verranno dotati di nuove e moderne attrezzature all’interno di ambienti completamente ristrutturati ed accoglienti. Queste unità andranno ad affiancare l’Unità di Pediatria ed Ematologia Pediatrica (fiore all’occhiello dell’ospedale monzese, Ndr) diretta dal professor Giuseppe Masera. Per il momento i reparti saranno sistemati al terzo piano dei settori B e C, insieme a Ginecologia (che si trova nel settore A), con 4 sale operatorie ostetriche nuove, 4 sale parto di cui 2 con possibilità di parto in acqua. L’Unità ostetrico ginecologica comprende anche 9 ambulatori e sale per medici e prericovero chirurgico. L’Ostetricia potrà contare anche su un Pronto soccorso dedicato. Il nuovo Istituto per madri e figli, che sorgerà in una nuova palazzina, verrà completato in almeno tre anni e costerà 21 milioni di euro: sarà dotato di 115 posti letto, 7 sale parto, 2 sale operatorie, 18 ambulatori e una casa del parto con 4 posti per le mamme. I nuovi pacchetti turistici proposti per la prima volta in Brianza sono stati presentati durante la scorsa edizione della Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, che si è svolta dal 19 al 22 febbraio. Anche quest’anno la Brianza ha avuto la sua vetrina nel Padiglione della Regione Lombardia, dove ha fatto bella mostra di sè una moto Ducati del Campionato Superbike. I 7 pacchetti sviluppati in gite, fine settimana e vacanze intelligenti costituiscono la formula per valorizzare al meglio il territorio, promuovendo lo sviluppo del turismo sociale e culturale, insieme alla “mobilità dolce”. Durante la Fiera è stata presentata, infatti, anche Go-slow, fiera del turismo lento e della mobilità dolce, che si terrà presso l’Autodromo di Monza, il 19 e 20 settembre 2009. Anche il Touring Club ha presentato la nuova Guida Verde dedicata a Monza e alla Brianza. Una riedizione della guida del 2001, oggi più snella e arricchita da una sezione dedicata alle imprese storiche del territorio, come la Carrier, la Canali, la Candy, la Rovagnati e la Colmar, che sono un simbolo imprescindibile dell’identità della Brianza. In treno diretti fino a Malpensa. Il sogno del “Brianza Malpensa Express” sta per diventare realtà. Il Ministero delle Infrastrutture ha dato il via libera al progetto - nato da un’interpellanza del deputato leghista brianzolo Paolo Grimoldi - di ristrutturazione della tratta ferroviaria Saronno - Seregno, oggi adibita a merci, e della costruzione del nodo di interscambio di Cesano Maderno. Il progetto, finanziato con 70 milioni di euro per la prima parte e 7 milioni circa per la nuova stazione, costituirà la nuova linea tra la Brianza e l’hub più importante del Nord. Il percorso dovrebbe coprire l’intera tratta partendo da Monza, per poi fermarsi a Seregno, Saronno, Cesano Maderno e da lì riprendere la linea che da Milano va a Malpensa, il tutto in circa 40 minuti, quasi un’ora in meno dell’attuale ora e mezza. Soddisfatti soprattutto i rappresentanti delle imprese. Design in luce Arredare con la Luce. Questo il tema della seconda edizione del Concorso Internazionale “Premio Lissone Design”, patrocinato dal Comune e appena concluso in città. I 187 progetti pervenuti dai giovani designer di tutto il mondo, sono stati esposti in una mostra al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone lo scorso primo marzo, quando sono stati premiati i primi dieci. Questi ultimi saranno poi protagonisti alla prossima fiera Euroluce. 8 M C N.42 In aiuto dei papà Decine e decine di scatoloni pieni di generi alimentari per bambini e adulti sono stati distribuiti, lo scorso 2 marzo, nella Casa del Volontariato dall’associazione Papà Separati Lombardia Onlus. Grazie ad una convenzione con la Fondazione Banco Alimentare, l’associazione ha aiutato decine di papà separati che, a causa del divorzio, si sono trovati in stato di povertà. N.42 M C 9 WHAT’S ON WHAT’S ON Nardi lascia a Meregalli Sulle orme di Sant’Agostino Un nuovo pellegrinaggio che collega nelle sue tappe i 25 Santuari mariani in Brianza, partendo da Monza e ritornandoci dopo 350 chilometri, in 14 giorni. Un percorso che, oltre ai santuari, offre la possibilità di visitare i più importanti siti artistici del territorio brianzolo che si incontrano sulla strada. L’itinerario, molto ricco dal punto di vista paesaggistico, riprende il più celebre Cammino di Santiago de Compostela, malgrado la sua matrice sia marcatamente mariana. Infatti nel territorio della Brianza, la venerazione della Madonna si è manifestata in una serie di edifici di culto e più in generale di testimonianze popolari di fede, tuttora evidenti nella miriade d’icone, edicole, cappelle, grotte mariane ammirabili in una passeggiata non distratta per uno qualsiasi dei comuni del territorio. Ad arricchire questo patrimonio pressoché unico di testimonianze di fede nella Vergine, va a unirsi l’attestato domicilio di Sant’Agostino di Ippona in Brianza, nel Comune brianzolo di Cassago, documentato dal Santo nelle sue Confessioni. A differenza di altri cammini religiosi, quello di Sant’Agostino ha la caratteristica di essere chiuso e circolare, quindi da vivere anche solo semplicemente come momento di svago e di vacanza intelligente a piedi o in bicicletta, un vero e proprio percorso di turismo sostenibile. Informazioni www.camminodiagostino.com. Mici in piazza Arriva la provincia “Storie di uomini col cappello” è il titolo della mostra che la Provincia di Milano dedica a tutti i lavoratori e alla nuova Provincia di Monza e Brianza (dal 7 al 17 marzo, ingresso libero). La mostra è la prima occasione per il pubblico di accedere alla futura sede del Consiglio Provinciale, ovvero la palazzina della ex Pastori e Casanova di via Tommaso Grossi. La mostra è curata per la parte storica da Mito in Villa, istituto che si occupa di beni culturali. 10 M C N.42 Una giornata tutta dedicata ai nostri amici gatti. In occasione della giornata internazionale del felino, lo scorso 21 febbraio, l’Ente Nazionale Protezione Animali di Monza e Brianza ha organizzato una serie di iniziative in Arengario per grandi e piccini. Grazie agli animatori del Truccabimbi, i piccoli si sono improvvisati in gattini, nello stesso tempo sotto i portici dell’Arengario una mostra fotografica ha illustrato il mondo dei gatti. Nel gattile di Monza sono migliaia i felini abbandonati in attesa di aiuto e adozione. Mille artisti in mostra a Cesano Maderno Nelle magnifiche sale affrescate di Palazzo Arese Borromeo è stata inaugurata il 7 marzo, e rimarrà aperta al pubblico fino al 13 aprile, la grande festa dell’arte e del colore di Cesano Maderno. Ideata da Fiorenzo Barindelli, detentore del Guinness World Record dal 1998 per il maggior possesso di orologi Swatch, la mostra, che trasmette una grande sensibilità verso il panorama artistico contemporaneo, vede la partecipazione di 1200 artisti rappresentativi del mondo dell’arte internazionale del primo decennio del terzo millennio, che hanno donato le loro opere, realizzate in svariate tecniche e nei più diversi stili. Tante opportunità d’espressione, per avviare un confronto tra artisti in ampiezze d’orizzonti culturali che si allargano in molte nazioni del pianeta. Curatore della mostra e del catalogo, è un nome di rilevanza nel mondo dell’arte, il famoso critico d’arte Luciano Caramel. Grande la soddisfazione espressa nei confronti dell’iniziativa sia da parte del sindaco di Cesano, Paolo Vaghi, che dall’assessore alla Cultura, Turismo e Biblioteche, Luciano Guazzarini, che hanno sottolineato la vocazione artistica della città. Durante la kermesse d’arte è stato anche effettuato un annullo postale ad opera delle Poste Italiane, con l’utilizzo di cartoline realizzate appositamente per l’evento e disponibili nel corso della manifestazione per chi ne facesse richiesta. Per coinvolgere nell’evento artistico l’intera città, grazie alla collaborazione con i commericanti, nei negozi e nei bar sono state allestite delle vetrine originali con svariati colori che richiamano in un certo senso le opere d’arte. Infine un laboratorio artistico per i bambini sotto i dieci anni rimarrà attivo ogni domenica pomeriggio, durante l’orario di apertura della mostra, dalle ore 15,00 alle 18,00. Per informazioni: World Museum, Piazza Arese n. 12, tel. e fax. 0362/570971, oppure www.worldmuseum2000.com. Cambio al vertice dell’Unione Commercianti di Monza e Brianza. Luigi Nardi, titolare dell’Hotel de la Ville, ha lasciato il suo incarico lo scorso 15 febbraio. Una decisione presa al termine della scadenza del suo mandato e anche per far fronte ai suoi impegni di imprenditore. L’Unione Commercianti, dopo aver accettato le dimissioni, ha affidato l’incarico per la conduzione dell’associazione a Giuseppe Meregalli, titolare dell’omonimo gruppo enologico. Nardi, dopo 18 mesi di mandato, rimarrà comunque in carica come vicepresidente. Durante il suo mandato si è impegnato nel consolidamento dei rapporti istituzionali e nello sviluppo dell’associazione che si sta trasformando. «Ora, però, il suo hotel - come ha dichiarato - ha bisogno del suo massimo impegno a causa della crisi». N.42 M C 11 WHAT’S ON WHAT’S ON Hana Da Ros, Sandra D’Angelo e Dino Musio Donatella Colombo e Gianbattista Begnini Los Niños de Quito Solidarietà e divertimento Gianandrea Sassoli Sandra D’Angelo L’annuale appuntamento di fund raising consente di sostenere la formazione scolastica dei bambini dell’Ecuador di Francesca Barzaghi - foto Marco Brioschi Valerio Merola, padrino dell’Associazione da diversi anni, ha guidato la gara di solidarietà V enerdì 20 febbraio, alla presenza di 150 amici, si è svolta la tradizionale cena charity a favore dell’Associazione Los Niños de Quito. Diventata ormai un’immancabile consuetudine, l’evento ha coniugato il piacere di ritrovarsi tra tanti amici e la volontà di contribuire al progetto di scolarizzazione dei bambini meno fortunati. La Onlus, infatti, attiva da oltre quindici anni, si propone di garantire finanziamenti per il mantenimento della Missione, fondata nel 1993 da Suor Serafina Ferrari, ex insegnante del Collegio Paola di Rosa di Desio, nel barrio de ’Yaguachi, alle porte di Quito. Qui si lavora per offrire un aiuto concreto per migliorare le condizioni di vita dei bambini, puntando tutto sulla preparazione e formazione scolastica. Attraverso il sostegno di tanti amici, infatti, in questi anni oltre 60 ragazzi sono stati adottati a distanza, garantendo loro continuità scolastica dall’asilo all’università, e più di 300 bambini sono seguiti giornalmente nelle attività di sostegno scolastico presso la casa delle 12 M C N.42 suore, dove trovano anche un pasto garantito. Proprio grazie alla generosità dimostrata, anno dopo anno, dai sostenitori, la Missione ha potuto estendere il proprio raggio di azione, realizzando anche le prime opere pubbliche di canalizzazione dell’acqua, costruzione dell’infermeria e del presidio di polizia, oltre che intraprendendo percorsi di assistenza medica, psicologica e di inserimento lavorativo volto alle giovani donne per le quali, diversamente, non ci sarebbero prospettive. La cena conviviale è anche l’occasione per realizzare una raccolta fondi senza la quale questi obiettivi resterebbero solo grandi sogni. Anche quest’anno battitore d’eccellenza dell’asta è stato Valerio Merola, padrino dell’Associazione, a cui ha fatto da spalla la meravigliosa Patrizia Hnatek, conduttrice di Domenica Stadio in onda ogni domenica su Italia 1 e modella internazionale. A contribuire al successo della cena anche la performance di Alberto Caiazza, professionista “rumorista” del Bagaglino, che ha regalato ai presenti delle vere e proprie perle musicali. Martina Sassoli, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Monza ed editore di Monza Club Da sinistra, Giovanni Trapattoni, Andrea Sassoli, Marco Lanzetta e Graziella Sassoli Rosalba Citterio e Fortunato Galbiati N.42 M C 13 WHAT’S ON WHAT’S ON Da sinistra, Giovanni Trapattoni, Andrea Sassoli, Marco Lanzetta; in piedi, da sinistra, Gianandrea Sassoli e Valerio Merola Alberto Caiazza, rumorista del Bagaglino e artista di Zelig e Colorado Cafè L’ex Ct della Nazionale, Giovanni Trapattoni, ha contribuito alla raccolta fondi Simone D’Angelo con la fidanzata 14 M C Vanna Buelli e Gianni Mainardi N.42 Valerio Merola e Patrizia Hnatek Patrizia Hnatek, Martina Sassoli e Doda Gulfi Monsignor Giuseppe Arosio N.42 M C 15 WHAT’S ON Pari opportunità Pronto? Risponde la mamma La conciliazione di famiglia e lavoro, l’imprenditoria e la formazione sono al centro di un’iniziativa promossa dalle istituzioni monzesi di Elisa Tosi foto Marco Brioschi D a una parte il telefono che squilla, dall’altra un bambino affamato e urlante; da un lato il pc portatile, dall’altro il biberon da scaldare; insomma, di qua il lavoro, di là la maternità. È così, in versione decisamente “casalinghe disperate”, che siamo abituati a immaginare le donne che non rinunciano nè ai figli nè alla carriera. Una vita complessa e intensa la loro, costellata di difficoltà quotidiane tra spostamenti, orari molto poco flessibili e scarso aiuto da parte di aziende e istituzioni. Per aiutarle, lo scorso 3 febbraio, è stato firmato il Protocollo d’Intesa per lo Sviluppo di Azioni di Pari Opportunità nella Provincia di Monza e Brianza; un documento 16 M C N.42 promosso e sottoscritto da Martina Sassoli, che ricopre la carica di assessore alle Pari Opportunità per il Comune di Monza, Mina Pirovano, presidente del Comitato per la promozione dell’Imprenditoria, femminile in seno alla Camera di Commercio di Monza e Brianza, Giusy Mingolla, dirigente Area Imprenditorialità e Scuola Formaper, Laura Cesena, responsabile Area Relazioni Esterne e Stampa per Confindustria di Monza e Brianza. Non una semplice dichiarazione d’intenti, ma un aiuto concreto per conciliare maternità e attività lavorativa, da realizzarsi in particolare attraverso la creazione di micro asili nido aziendali. In particolare la Camera di Commercio mette a disposizione 120 mila euro, attraverso un bando per aziende che presenteranno adeguati progetti per la cura dei bambini da 0 a 4 anni all’interno dei propri spazi. «Centomila euro – ha spiegato l’assessore Sassoli – sono destinati all’adeguamento degli immobili e saranno concessi in conto capitale, i rimanenti 20 mila sono invece stanziati per sostenere percorsi formativi per il personale che sarà chiamato a prendersi cura dei bambini». Un investimento che, secondo uno studio elaborato dalla Camera di Commercio, consentirà alle famiglie interessate di risparmiare fino a 4 mila euro l’anno, il costo da sostenere per ottenere lo stesso servizio presso una struttura privata, a cui occorre aggiungere il non quantificabile sollievo per le madri che sanno di avere i propri figli vicino: «Sono frequenti i casi in cui le madri si licenziano o passano al part time al momento della maternità – spiega Mina Pirovano – con questa iniziativa vogliamo dare la possibilità, qualora una madre lo volesse, di poter continuare a lavorare nelle migliori > “ WHAT’S ON Centomila euro sono destinati all’adeguamento degli immobili; 20 mila sono stati stanziati per sostenere percorsi formativi per il personale che sarà chiamato a prendersi cura dei bambini Sotto, i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto al momento della firma del Protocollo N.42 M C 17 WHAT’S ON WHAT’S ON A sinistra, Giusy Minghella, dirigente Area Imprenditorialità e Scuola Formaper. Sotto, Martina Sassoli, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Monza Sopra, Mina Pirovano, del Comitato imprenditoria femminile della Camera di Commercio. A lato, Laura Cesana, responsabile Area Relazione Esterne e Stampa di Confindustria di Monza e Brianza condizioni, garantendo la massima cura e sicurezza per il proprio figlio, in modo tale che la maternità non sia più vista come una malattia, ma come un’occasione di sviluppo sociale». Tuttavia, non solo la maternità è al centro dei contenuti del Protocollo d’intesa, che prevede anche iniziative volte a sostenere e promuovere l’imprenditoria femminile, cresciuta del 5,4% in Brianza nel periodo 2006/2007 (dati Camera di Commercio). Verranno realizzate, infatti, attività di formazione, con incontri e seminari pensati per aspiranti imprenditrici (e, ovviamente, imprenditori), ma anche convegni ed eventi che focalizzano l’attenzione e mirano a promuovere il dibattito sul complesso mondo delle pari opportunità. In programma, dunque, la nuova edizione di “Ottobre in rosa”, contenitore di attività dedicate al mondo femminile, che lo scorso anno ha riscosso un notevole successo: autodifesa, salute, life skills, imprenditoria, sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati, mentre saranno organizzati anche gli stati generali dell’imprenditoria femminile, un evento di respiro internazionale che si propone come luogo di riflessione sulle prospettive e le potenzialità per il rilancio economico. Regione Lombardia Protagonista della fede Pontefici legati alla loro terra e che da essa sanno prendere il meglio: laboriosità, capacità di innovare e, soprattutto, coraggio di Sara Re « Esempio di grande spiritualità, di profonda cultura, fede e carità cristiana, ma anche di intelligenza e capacità». Queste le peculiarità che Massimo Zanello, assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, riconosce come tipiche della cultura lombarda nei Papi del Novecento che, proprio da questo suolo hanno preso i natali: Pio XI, Giovani XXIII, Paolo VI. «Tre in cento anni, fatto rarissimo, – continua Zanello – segno di grande vitalità da molteplici punti di vista e che ha reso la nostra cultura protagonista della storia recente della Chiesa». Pio XI, al secolo Achille Ratti, ha inaugurato un secolo in cui sono stati protagonisti ben tre Papi originari della Lombardia. «Lui è brianzolo doc: nato a Desio nel 1857, studiò a Monza da seminarista e ricoprì numerosi incarichi nella Curia milanese, con cui intrattenne stretti rapporti. Fu prefetto della Biblioteca Ambrosiana e arcivescovo di Milano, ma solo per qualche settimana, perché poi, deceduto improvvisamente Benedetto XV, fu chiamato a Roma a partecipare al conclave da cui uscì Papa». Come ricordare la sua figura, come pontefice e come uomo? «Papa Ratti è di fondamentale importanza nella storia della Chiesa: i papi che vennero dopo il Risorgimento vivevano in uno splendido isolamento, disdegnando qualsiasi contatto con il mondo al di là delle mura vaticane. Lui, invece, vi si aprì completamente, creando uno Stato vero e proprio, dandogli delle regole, intessendo rapporti con le nazioni di tutto il mondo e con l’Italia in particolare: non dimentichiamo che fu l’artefice dei Patti Lateranensi, che stabilirono il mutuo riconoscimento tra il Regno d’Italia e lo Stato di Città del Vaticano. Rispetto ai suoi predecessori, dunque, egli mise in campo un’attività molto più 18 M C N.42 incisiva, non solo sul piano religioso, ma anche su quello organizzativo. Un’impostazione pratica, concreta, di matrice chiaramente brianzola. Un affetto per la sua terra che si è portato dietro tutta la vita e alla cui solidità ha continuato a ispirarsi anche da lontano». A Desio c’è ancora la sua casa? «Sì, è di proprietà della Fondazione casa natale Pio XI ed è diventata un museo, in cui tra il dicembre e il gennaio scorsi è stato esposto il manto papale del pontefice. Inoltre è sede del Centro Internazionale di Studi e Documentazione Pio XI, nato per tenere viva la sua memoria promuovendo studi e convegni che ne mettano in luce l’opera e il magistero, e dell’Associazione Amici della casa natale di Pio XI, un gruppo di volontari che si adoperano per sostenere e valorizzare la dimora papale». A lato, Pio XI. Sotto, l’assessore Massimo Zanello N.42 M C 19 WHAT’S ON WHAT’S ON Scuola d’Arte Balletto L a ritmo di jazz Un’iniziativa per conoscere i grandi pittori del passato attraverso eventi coinvolgenti e dinamici di Valentina Rigano foto Ateneo della Danza 20 M C N.42 ’ispirazione è un attimo; coglierla e darle forma è una sublime capacità che attraverso la pittura, la musica o la danza, rende magico un momento, un quadro, una melodia o un passo di danza. L’Arte nelle sue molteplici forme, compenetrate e complici di un unico fine, è ciò che ha spinto il Circolo Arti Figurative di Monza a creare occasioni di incontro ed approccio alla storia dei grandi maestri di pittura attraverso il dinamismo della musica, della danza e della parola. È accaduto lo scorso 22 febbraio nel Teatrino della Villa Reale, dove una “lezione di storia dell’arte” su Henry Matisse si è trasformata in spettacolo, in collaborazione con la Circoscrizione 5 e il Comune di Monza. Un grande telo sullo sfondo ha fatto da specchio alla proiezione delle più importanti opere del pittore francese, al suo percorso personale, di studio e d’artista, guidato dalla voce della giovane attrice monzese Vanessa Fanelli, su testi di Claudia Poschner e dalle note del Trio Jazz Nannicini. Le parole e le note del Jazz, a cui Matisse dedicò un libro, hanno fatto da sottofondo alla proiezione di opere, schizzi e fotografie della sua intera produzione. Sulle sue tele più significative, le ballerine dell’Ateneo della Danza hanno dato vita a forme e colori. «La nostra attività consiste nel creare momenti di cultura e divertimento, oltre che esporre le nostre opere – spiega il presidente del Circolo Arti Figurative Enrico Negri – abbiamo pensato a conferenze “animate”, perché rende piacevole e interessante ciò che altrimenti sarebbe apprezzato dai soli appassionati di pittura. La scorsa estate abbiamo realizzato una conferenza-evento sulla Gioconda Leonardesca, con attori in costume e suonatori di strumenti d’epoca. Per Matisse, che ha scritto un libro sul Jazz e si è ispirato alla danza, per alcune opere, è venuto naturale inserire musica e balletto per raccontare la sua storia». Il Circolo, fondato nel 1982, conta oggi di 45 soci e si preoccupa di cercare nuovi spazi espositivi per i suoi artisti, organizzare eventi ed anche trasferte alla scoperta di musei e mostre «Ci piacerebbe proseguire su questa strada – aggiunge Negri – ma attendiamo sponsor che ci permettano di realizzare le conferenze dinamiche». Per lui dipingere «è una sensazione individuale, a volte per un soggetto mi basta una giornata, a volte mi servono dei mesi. Quando concludo un quadro, è puro godimento dello spirito, ma tutto dipende dal momento in cui si dipinge». La magia di un dipinto, connubio tra le emozioni del pittore regalate alla tela e le sensazioni che l’osservatore ne ricava, è analoga a quella scaturita dalle dita che sfiorano il pianoforte o ai piedi delle ballerine che calcano la scena. Per raccontare alcune opere di Matisse, le ballerine di Ateneo Della Danza, scuola che prepara le allieve secondo il metodo Royal Academy of Dance di Londra, si sono esibite sul palco del Teatrino. «È stata un’esperienza interessante e un modo nuovo di rappresentare l’arte», spiega Liliana Ventura, coreografa e direttrice della scuola. I pittori del Circolo Arti Figurative, a Marzo espongono a Palazzo Terragni di Lissone. Alcuni momenti dello spettacolo tenutosi al Teatrino della Villa Reale con Enrico Negri, presidente del Caf e Liliana Ventura, direttore del’Ateneo della Danza N.42 M C 21 WHAT’S ON WHAT’S ON I responsabili del progetto Rotary e di Axioma durante la presentazione dell’iniziativa Iniziative Il compleanno C si festeggia con i giovani Un’iniziativa per promuovere la consapevolezza delle proprie aspirazioni lavorative nei giovani di Toni Liguori foto Marco Brioschi 22 M C N.42 i sono molti modi per festeggiare un anniversario, ma quello scelto dal Rotary Club Monza Est è stato certamente uno dei più singolari. Per celebrare il quarantennale dalla fondazione, invece della solita cena di gala, il presidente Raffaele Cascella, che è anche il direttore generale dell’Associazione Industriali Monza e Brianza, ha voluto offrire a 50 giovani monzesi la possibilità di sottoporsi gratuitamente ad un test attitudinale in grado di fornire indicazioni precise e certe sulle loro capacità e propensioni sia per l’orientamento scolastico, sia per le scelte professionali. Il titolo dell’iniziativa, “I nostri quarant’anni per i futuri quarantenni”, sottintende che il vero scopo è quello di farli arrivare ai loro quarant’anni soddisfatti e realizzati. Il test, originario delle università americane, è stato messo a punto da Axioma, importante società specializzata in prodotti software e servizi per le medie imprese appartenenti ai settori dell’Industria, della Distribuzione, della Moda, della Finanza, del Turismo e dei Servizi. Per poter dare all’iniziativa un respiro ed un impatto rilevante sulla comunità monzese, Rotary Club Monza Est e Axioma si sono rivolti ad altro sponsor, in particolare alla Banca di Credito Cooperativo di Carate Brianza e alla Camera di Commercio di Monza, che hanno voluto, con la loro partecipazione, conferire al progetto un aspetto sociale non trascurabile, riaffermando il concetto che vede alla base di una società equilibrata le corrette scelte dei giovani e delle loro famiglie in merito alla carriera scolastica e professionale degli stessi. Mentre i risultati dei singoli test sarà consegnato, nel rispetto della privacy, a ciascuno degli interessati, l’insieme dei risultati darà origine ad uno studio che sarà presentato in un convegno che si terrà alla conclusione dell’operazione il 23 maggio 2009. In tale occasione sarà verificata la corrispondenza delle aspettative e delle potenzialità degli intervistati con la realtà socioeconomica del territorio della Brianza. Un’azione di alta utilità sociale, capace di disinnescare molte delle insoddisfazioni giovanili che rendono difficile l’inserimento di chi inizia ad entrare nel mondo del lavoro. N.42 M C 23 WHAT’S ON WHAT’S ON Amico cuore Prevenire e conoscere salva la vita Personaggi N Marcello Dell’Utri battezza i Circoli del Buongoverno Incontro a Canonica di Triuggio con il senatore e i circoli culturali brianzoli di Laura Marinaro foto Marco Brioschi Il senatore Marcello Dell’Utri durante la sua visita a Triuggio 24 M C N.42 on vogliono fare politica pura, ma occuparsi di cultura legata al territorio e alle amministrazioni locali. Sono i responsabili dei Circoli del Buongoverno della Brianza che, venerdì 20 febbraio, si sono presentati ufficialmente e sono stati battezzati dal senatore del Pdl Marcello Dell’Utri. Lui è venuto in Brianza a parlare della sua grande passione: i cinque diari segreti di Benito Mussolini trovati per caso nel 2007 a casa di un ex partigiano e ritenuti autentici da alcuni e falsi da altri. La descrizione del ritrovamento e l’illustrazione di questa opera inedita, che racconta la vita del Duce dal 1934 al 1939, sono stati il suggello all’attività puramente culturale dei quattro circoli del Buongoverno appena nati in Brianza. A capo di quello di Monza città è l’avvocato Luigi Paganelli, Serenella Corbetta, donna impegnata nelle pari opportunità guida il circolo di Brianza Nord, Michele Messina quello di Muggiò e Claudio Bertani, Brianza Est. «Vogliamo dimostrare che è possibile aprire un dialogo con tutti gli esponenti del Pdl sul territorio e non solo», ha dichiarato Paganelli. «Non abbiamo tessere di partito, ma siamo impegnati sul territorio nella cultura, come collante e cerniera tra le parti – ha aggiunto la Corbetta – e dimostreremo con discussioni, incontri e dibattiti culturali che non è vero che in Brianza non si fa cultura».Alla serata hanno partecipato Dario Allevi, Martina Sassoli e Cesare Boneschi, assessori monzesi, e Attilio Gavazzi, consigliere provinciale di Forza Italia. Laura Valagussa, alla professione di cardiologo, affianca la dedizione per l’Associazione Brianza per il Cuore di Chiara Bramati - foto Marco Brioschi È appena terminata “La settimana del cuore”, una delle iniziative promosse a livello nazionale per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione cardiovascolare e Brianza per il Cuore Onlus, associazione di Monza e Brianza impegnata da 13 anni in prima linea. Ma il sodalizio, nato per volontà del cardiologo Franco Valagussa, scomparso circa tre anni fa, va avanti grazie all’impegno di tanti brianzoli. Tra loro Laura Valagussa, figlia del fondatore e responsabile del Comitato Scientifico e dell’organizzazione di corsi di educazione alla salute e di prevenzione delle malattie cardiovascolari per insegnanti e alunni della scuola primaria e secondaria. La Valagussa è membro del Consiglio direttivo di IRC Comunità (Italian Resuscitation Council) e in questa veste sovrintenderà alla definizione delle principali linee guida di formazione per l’esecuzione della manovra salvavita di Rianimazione Cardio Polmonare. E proprio per la prevenzione, in collaborazione con la Commissione Sport della Circoscrizione 2 di Monza, l’Associazione ha appena donato altri due defibrillatori alla scuola Media Bellani e al Centro Natatorio Pia Grande. Come è nata Brianza per il Cuore? «È nata nel 1995 per promuovere e coordinare iniziative finalizzate alla diffusione della prevenzione delle malattie cardiovascolari in molti ambiti come quello sanitario, scolastico e della popolazione in genere». L’impegno verso il sociale è quindi un’eredità di famiglia? «Sì, è una cosa venuta naturalmente; con mio padre collaborava anche mia madre che si occupava delle scuole. Quando loro sono mancati, insieme a Laura Colombo, figlia di Giancarlo, abbiamo voluto dare una svolta, per non perdere la potenzialità di una associazione che era conosciuta». Ritiene che l’attenzione all’associazionismo sia adeguata in un territorio come questo? «Di associazioni ce ne sono molte, ma per quanto riguarda la nostra otteniamo un discreto riscontro: la gente riconosce quello che facciamo e ci dà fiducia nei progetti». Quali i risultati? «Decisamente buoni; siamo una realtà riconosciuta a livello europeo come modello di effcienza». Nella foto Laura Valagussa N.42 M C 25 WHAT’S ON AUTONOLEGGIO CON CONDUCENTE AUTO PRIVATA CON AUTISTA MILANO MONZA TUTTE LE DESTINAZIONI Immagini della fantasia Dal mondo dei ghiacci Torna all’Arengario la rassegna internazionale dedicata all’illustrazione. Numerose le novità e un grande ospite dal Nord di Laura Marinaro T re percorsi espositivi diversi per narrare le fiabe e le leggende dei paesi lontani e artici attraverso l’arte; 39 artisti provenienti da 20 Paesi e 330 opere originali. Tutto questo è la rassegna Immagini della fantasia, giunta alla ventiseiesima edizione e per il dodicesimo anno ospitata a Monza, come una delle poche tappe lombarde. Si tratta di un percorso creativo che va alla scoperta di opere e pubblicazioni per l’infanzia di grande valore artistico e spesso introvabili in Italia, illustrate dalle mani di artisti speciali. Una sorta di antologia della parola scritta e del dipinto su tutto quello che ogni anno viene prodotto a livello internazionale per il mondo dei più piccoli. Quest’anno all’Arengario il tema è “I canti dei ghiacci, fiabe delle Regioni Artiche” e l’ospite è il tedesco Ivan Gantschev, artista dell’acquerello per eccellenza. Luminosità, trasparenza ed armonia sono le cifre della sua arte, impegnata a raccontare le bellezze della natura in straordinari albi illustrati tradotti in numerose lingue. L’allestimento proposto è adatto ad una fruizione a misura di bambino e un’ immediata visibilità del legame tra illustrazione e libro cartaceo. Per gli stessi motivi, sono stati proposti alcuni nuovi percorsi di visita della mostra, in modo da offrire ai ragazzi una visione più completa delle opere e la possibilità di sperimentare, con un laboratorio pratico, le problematiche che affrontano gli illustratori. Anche per questa edizione della rassegna, infatti, nella Galleria Civica di via Camperio a Monza, verrà ospitata DiscaricArte (fino al 28 marzo), lo spazio dove svolgere i laboratori didattici. Infine a Brughero, in Galleria Civica, saranno esposti contemporaneamente alla mostra, i lavori degli allievi della scuola di illustrazione di Sarmede, la cittadina che ha dato i natali all’evento. TRASFERIMENTI PER AEROPORTI SERVIZI AZIENDALI SERVIZI PERSONALIZZATI TURISMO WE SPEAK ENGLISH Ing. MISHA JANKOVIC w w w. c l a s s l i m o . i t - i n f o @ c l a s s l i m o . i t C e l l . 3 3 3 . 1 7 2 11 6 9 - Te l . e F a x 0 3 9 4 9 2 2 3 9 V i a P a r a d a , 4 0 - 2 0 0 5 7 Ve d a n o a l L a m b r o ( M I ) Un acquerello del tedesco Ivan Gantschev, ospite della mostra N.42 M C 27 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Vanna Balestrieri Buelli La signora dei vini Una laurea nel cassetto e una passione che profuma di uva, di mosto e di natura. Storia di una lady con il gusto per la terra di Toni Liguori - foto Marco Brioschi V anna Buelli: ritratto di un’imprenditrice di successo in un settore ritenuto, a torto, esclusivamente maschile. Tanta grinta, un pizzico di civetteria e due amori inconfessati: i figli Filippo e Michele e “La Rocchetta”, l’azienda di famiglia dove nascono i famosi vini della Valcalepio. Lei è una monzese doc? «No, sono nata a Cremona. Cremonese purosangue, figlia di agricoltori, che mi hanno trasmesso un grande amore per la campagna, per l’agricoltura, per l’aria sana e i grandi spazi che solo la natura della Val Padana può offrire. Dopo il Liceo, mi sono laureata in lingue alla Bocconi, poi ho incontrato mio marito a Milano, ci siamo sposati e sono venuta a vivere a Monza». Perché proprio a Monza? «Perché mio marito era monzese, figlio di un bergamasco e di una milanese. Mio suocero era venuto a Monza negli Anni Trenta, ma aveva conservato delle vaste proprietà a Sarnico e a Villongo, una zona immersa nei 28 M C N.42 vigneti dove il lago d’Iseo si trasforma nel fiume Oglio, separata soltanto da un ponte dalla Franciacorta, terra famosa per i suoi vini conosciuti in tutto il mondo. Proprio a Castel Merlo e a La Rocchetta, due antiche fortezze costruite al tempo dei Longobardi e situate sulla sommità di una dolce collina che domina un’immensa vallata, produciamo i nostri vini e ha sede la nostra azienda vinicola». Che cosa l’ha convinta a prendere in mano fin dall’inizio le redini di questa attività? «Mio padre era un agricoltore e ho trascorso la mia infanzia tra i campi del cremonese a contatto con la natura e ai prodotti che coltivavamo. Mio marito si era sempre occupato di assicurazioni e quando, nel 1990, se ne andò l’affittuario della cascina de La Rocchetta, mi sembrò naturale cogliere quell’occasione che si presentava e di occuparmi personalmente di un settore che mi aveva sempre affascinato». Si è mai pentita di quella scelta? «Assolutamente, no perché ho potuto fare > N.42 M C 29 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI soddisfatta dei risultati ottenuti? «Direi proprio di sì: il posto è bellissimo, l’ambiente è piacevole e si mangia piuttosto bene, specialmente da quando abbiamo avuto la fortuna di trovare un ottimo Chef. Lo gestisce mia nuora Sophie, che è molto brava ed è riuscita a dare al locale quel tocco di classe in più. Mio figlio Filippo lo ha fatto restaurare a sue spese e sembra che i monzesi abbiamo apprezzato i cambiamenti, visto che lo considerano un po’ come la loro seconda casa». a liberarsi dagli impegni legati alla società assicurativa di cui è responsabile». Lei è un’imprenditrice di successo che si è fatta strada in un settore prevalentemente riservato agli uomini: che cosa prova a condividere questo palco con altre donne che hanno fatto la storia dei nostri vini e hanno contribuito a renderli famosi nel mondo? «Per fortuna i tempi sono cambiati e anche in questo mestiere le donne hanno dimostrato di saperci fare; esiste, infatti, un’associazione, di cui faccio parte, che si chiama “Le Donne del Vino” di cui il presidente è Pia Donata Berlucchi e tra le altre socie vi sono le sorelle Nonino, Josè Rallo, le sorelle Argiolas e tante altre ancora che hanno intrapreso questa carriera portando le loro imprese ai vertici delle classifiche mondiali. Nel 2002, quando mio marito è mancato, mi occupavo già da diversi anni de “La Rocchetta” e seguivo personalmente tutti i processi legati alla produzione e, soprattutto, alla distribuzione sviluppando una strategia di marketing che nel tempo si è dimostrata vincente. Certo, mio marito risolveva i problemi più importanti ma, standogli vicino, imparavo giorno per giorno a mettere in pratica i suoi insegnamenti addentrandomi sempre più nei meccanismi, a volte complicati e difficili, che consentono a un buon imprenditore di fare impresa correttamente e di vincere le sfide di una società sempre più composita e globalizzata. Anche oggi sono sola sul ponte di comando e le decisioni più importanti continuano a ricadere su di me, ma posso contare sull’aiuto di mio figlio Michele, soprattutto quando riesce sono arrivata a Monza, gli inizi non sono stati facili poi, a poco, la gente ha incominciato a conoscermi meglio e ad apprezzarmi per quello che realmente sono: una persona semplice e solare, che fa amicizia anche con i muri ed è molto disponibile nei confronti degli altri. Può sembrare un paradosso, ma in fondo sono stata io ad introdurre mio marito nella società monzese perché lui, anche se professionalmente molto rispettato e tenuto in grandissima considerazione, fuori dall’ambito lavorativo era molto riservato». “ Com’è il suo rapporto con Monza? «Ottimo, anche se Monza è una città piuttosto chiusa che, prima di accettarti, vuole conoscerti abbastanza a fondo. Quarant’anni fa, quando Questo è un mestiere che bisogna amare, un’arte da affinare giorno dopo giorno con pazienza e sacrifici, facendo i conti con i capricci del tempo e della natura, in attesa di una buona annata un lavoro bellissimo, faticoso e impegnativo, ma anche pieno di grandissime soddisfazioni. L’attività assicurativa ci consentiva di vivere senza dovere dipendere da quella di viticoltori e questo, nel contempo, ci permetteva di affinare la qualità dei nostri vini mantenendo sul mercato prezzi assolutamente competitivi». È vero che negli ultimi anni le sono stati assegnati un’infinità di premi? «Sì, è vero e le confesso che questi riconoscimenti, oltre che dare lustro alla mia azienda, hanno gratificato non poco gli sforzi e i sacrifici che hanno caratterizzato il mio percorso di imprenditrice. Sono nove anni che La Rocchetta è presente al Vinitaly, la rassegna vinicola più prestigiosa nel nostro Paese e forse nel mondo, dove ha ottenuto ben 15 premi». Tra i suoi vini ce ne è uno che ama particolarmente? «Il più amato è uno spumante bianco, che mi ha dato tante soddisfazioni vincendo tante medaglie d’oro. È un vero e proprio fiore all’occhiello che ha conquistato molti consensi tra i clienti più raffinati. Si tratta di uno spumante italiano realizzato con metodo champenoise, di altissima qualità, che viene imbottigliato e lasciato maturare per due anni sui lieviti (tre per lo spumante rosè) 30 M C N.42 nella cantina scavata nei sotterranei di Castel Merlo: condizione ideale per mantenere luce e temperatura a livelli costanti. Questa lavorazione, naturalmente, comporta tempi piuttosto lunghi, l’impiego di manodopera specializzata ed ha un’incidenza sui costi piuttosto elevata. Ma i risultati che ne conseguono sono davvero straordinari; inoltre nella nostra azienda i prezzi di vendita rimangono contenuti e il rapporto qualitàprezzo è più che soddisfacente. Questo mi consente di fare apprezzare i miei vini sulle tavole dei locali più prestigiosi d’Italia, come quelle di Cala di Volpe e Pitrizza in Costa Smeralda, del Saint Ambroeus e del Baretto di Milano, del Grand Hotel Villa Torretta di Sesto San Giovanni, di Villa Oretta a Cortina e del ristorante Saint Georges Premier di Monza. I miei vini sono presenti anche negli Stati Uniti, a Hong Kong, in Ungheria, in Repubblica Ceca e nei Paesi Baltici. La nostra produzione è “limitata” a 150 mila bottiglie l’anno; preferisco selezionare i miei clienti e soddisfare quelli che apprezzano i miei prodotti e che risentono meno delle crisi che, inevitabilmente, ogni tanto scuotono il mercato». Faceva accenno al ristorante Saint Georges Premier di cui la sua famiglia ha la gestione e che si trova nel cuore del Parco di Monza: è Situata sulla sommità di una collina che domina la valle dell’Oglio, la tenuta “La Rocchetta” è attiva dal 1990 e occupa 18 ettari di terreno C’è qualcosa che non è riuscita a realizzare e di cui ora si pente? «No, sono sempre stata talmente occupata che > Tra i vini più importanti prodotti dalla signora Buelli figurano La Rocchetta Spumante Bianco Brut, La Rocchetta Spumante Rosè e La Rocchetta Rosso Riserva N.42 M C 31 IL CLUB DEI PROTAGONISTI Sopra un’immagine di Castel Merlo. Sotto, da sinistra Loretta Zammarchi, Maila Pelucchi, Gianluca Baldassarri, Vanna Buelli, Riccardo Broggi, Bruna Morina, Franco Brignoli, Gabriella Cortinovis la mia vita, praticamente, si è dipanata come un filo veloce e inarrestabile, senza soste e senza pause: un marito impegnatissimo professionalmente, i suoceri e due bimbi da accudire, una laurea riposta nel cassetto in attesa di poter lavorare. Poi è arrivata l’occasione di realizzare un’azienda vinicola in terreni che si erano liberati dagli affittuari, ideali per la viticoltura, di natura morenica ed esposti a sud. Così è nata “La Rocchetta”, nome della prima proprietà in cui abbiamo cominciato. Nel Duemila ci siamo spostati a Castel Merlo, nel comune di Villongo, proprietà adiacente dotata di edifici con più ampi spazi. Da amante dei libri di storia quale sono, conoscevo le vicende della Valcalepio e sapevo che fin dal tempo dei Romani, si producevano buonissimi vini. Abbiamo avuto sin dall’inizio un ottimo enologo, il dottor Schiavi di Brescia, che è stato determinante nel farci produrre IL CLUB DEI PROTAGONISTI pure attenuarsi… Certo, ci aspettano un paio d’anni non bellissimi: dovremo ridimensionare le nostre ambizioni, continuare ad avere fiducia nelle nostre capacità di imprenditori, fare ulteriori sacrifici per tenere in piedi le nostre aziende senza chiuderle, anche perché poi riaprirle sarebbe davvero complicato». Quindi è fiduciosa? «Per forza, non può andare avanti così per altri cento anni: se non saranno due, saranno tre, ma prima o poi usciremo da questa crisi, magari più forti e più agguerriti di prima». subito vini eccellenti tanto che nel 1999 al primo Vinitaly a cui abbiamo partecipato, il nostro Brut ha vinto la medaglia d’argento internazionale. Oggi il nostro enologo è il figlio del dottor Schiavi, Alessandro, altrettanto competente. A lui e al nostro cantiniere, Franco Brignoli, va il merito dei tanti premi vinti. Le confesso che, a parte le difficoltà iniziali, ho capito subito che quella era la mia strada e la mia fortuna è stata quella di dovermi occupare di un settore a me congeniale. Questo è un mestiere che bisogna amare molto, è un’arte che occorre affinare giorno dopo giorno con pazienza e sacrifici, senza mai lasciarsi prendere dallo sconforto, lavorando duramente e senza sosta, facendo sempre i conti con i capricci del tempo e della natura, in attesa di una buona vendemmia e di una buona annata: fattori questi ultimi che non dipendono dagli uomini». Visto che non ha rimpianti, ha almeno qualche sogno che vorrebbe realizzare? «Sì, vorrei vedere completato il restauro di Castel Merlo, una struttura bellissima che risale al X secolo e che potrebbe essere collegata da una stradina con una piccola chiesa romanica, di una bellezza straordinaria, che rimanda ad un mondo fatto di devozione e di religiosità. Qui potrebbe sorgere un albergo con 16 camere e ospitare ricevimenti fino a 150 persone. Volendo si potrebbe anche utilizzare un altro ambiente per organizzare matrimoni fino a 300 persone». Quando parla di quel posto le brillano gli occhi dalla gioia… Pensa un giorno di trasferirsi lì, magari insieme ai suoi figli? «Dipende dalla piega che prenderà la vita, da quello che accadrà domani. Per adesso i miei figli sono impegnati nel campo assicurativo e non credo che abbiano intenzione di cambiare mestiere. Ma ogni volta che torno a La Rocchetta e mi immergo nella magia dei vigneti, provo una felicità immensa, in una dimensione umana che non ha eguali». Un’interno della tenuta di Castel Merlo. In questa zona si produce vino fin dal tempo degli antichi Romani Che cosa pensa della crisi che il nostro Paese sta attraversando? Riusciremo prima o poi a venirne fuori? «Innanzitutto, questa è una crisi che non riguarda soltanto l’Italia ma il mondo intero. Ciò non significa “mal comune mezzo gaudio” ma, almeno ci fa sentire meno colpevoli per una situazione che, seppure grave, ci vede tra i paesi meno compromessi e meno esposti al vento della recessione che, prima o poi, dovrà 32 M C N.42 N.42 M C 33 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Briancar G Una marcia in più iancarlo Fundoni è titolare di Briancar, una delle concessionarie BMW più importanti della Lombardia. Speranze e progetti di un imprenditore alle prese con la crisi che attanaglia il settore delle auto. C’è chi, non lasciandosi vincere dalla crisi e dal segno meno registrato nelle vendite, risponde investendo e inaugurando un’avveniristica officina di Toni Liguori foto Marco Brioschi 34 M C N.42 Il mercato automobilistico europeo è in caduta libera: a gennaio, nei Paesi Ue, le immatricolazioni sono calate del 27% rispetto allo stesso mese del 2008, mentre quelle che si riferiscono all’Italia registravano addirittura un saldo negativo del 32,6%. Che cosa sta succedendo? «La crisi che investe tutti i settori dell’economia mondiale si fa sentire in modo particolare su quello dell’automobile e quella a cui assistiamo oggi non è minimamente paragonabile a quella del ’92 e neppure a quella del ’29: è una crisi biblica gravissima che nessuno è in grado di prevedere quando finirà». Eppure lei, a differenza di molti altri suoi colleghi, continua ad investire e ad avere fiducia nel futuro: a cosa deve tanto ottimismo? «Nella mia azienda lavorano circa 60 persone e dietro di loro ce ne sono almeno il doppio che ogni mese vivono con lo stipendio che queste portano a casa. Il mio dovere di imprenditore è quello di fare il possibile affinché il loro posto di lavoro venga salvaguardato e la loro esistenza non venga travolta dal vento di una recessione che è sotto gli occhi di tutti. Anzi, proprio in questi giorni, sto assumendo personale specializzato che viene licenziato da aziende che chiudono. In Brianza, il 76% delle imprese è in difficoltà e il 64% ha problemi con le banche che, comunque, continuano ad aumentare i loro profitti. Dal canto suo, il Governo non adotta provvedimenti seri per aiutare le imprese in crisi che rischiano di chiudere per sempre. Il problema fiscale è ancora insoluto anzi, mai come ora, frena lo sviluppo delle aziende e le attanaglia in una spirale irreversibile senza che nessuno riesca a scioglierle da questo cappio mortale». Ma lei non demorde, anzi ha ingranato una marcia in più: qual è la ricetta che le ha consentito questa inversione di tendenza che ha dell’incredibile, visto il momento che stiamo attraversando? «Non è una ricetta miracolosa, e non è ascrivibile neppure all’impiego di una bacchetta magica che non ho mai avuto la fortuna di possedere: è soltanto il frutto di una strategia dettata da anni e anni di esperienza e che oggi sto mettendo in pratica con un buon margine di successo». Si spieghi meglio. «Già da tempo ho cominciato a credere che prima o poi il tempo delle vacche grasse sarebbe finito e la sostituzione di una macchina per molte persone avrebbe rappresentato un problema. Quindi ho puntato molto sull’assistenza ed ho potenziato questo servizio, investendo in uomini e mezzi, ampliando l’officina che già esisteva qui a Desio e creandone una nuova, modernissima e tecnologicamente molto avanzata, a Mariano Comense. Entrambe, coprono una superficie di circa 9 mila metri quadrati e sono in grado di soddisfare ampiamente le esigenze di una clientela in continua crescita proveniente da tutta la Lombardia e anche oltre. È motivo di soddisfazione sottolineare che le auto che entrano nelle mie officine non sono state vendute soltanto dalla Briancar, ma il 46% di queste sono state acquistate da altre concessionarie che non sono in grado, evidentemente, di rendere un servizio efficiente e completo come quello offerto dalla mia struttura. A tutt’oggi, quella di Desio può fornire l’assistenza ad una quarantina di macchine al giorno mentre quella di Mariano Comense, quando sarà a regime, potrà accoglierne altre 30. Di più non sarebbe possibile perché diventerebbe un problema di spazio difficilmente risolvibile. Per arrivare a questo punto ho dovuto sostenere uno sforzo che ha comportato molti sacrifici e notevoli investimenti. Un esempio per tutti: soltanto per la trasmissione dei dati e per il controllo elettronico > Sono due le autofficine Briancar dedicate all’assistenza: quella di Desio e quella di Mariano Comense N.42 M C 35 IL CLUB DEI PROTAGONISTI delle macchine ho speso più di 200 mila Euro, una cifra che le piccole officine che non potevano certamente sostenere. Proprio da quelle officine ho potuto attingere una forza lavoro altamente qualificata, che è venuta ad ingrossare le fila dei miei collaboratori specializzati nel settore dell’assistenza». Che cosa offre in particolare ai clienti che si rivolgono alle sue officine? «Un servizio rapido ed efficiente, accurato e tempestivo: la sicurezza di un lavoro eseguito alla perfezione e con grande professionalità. Quando gli Atd (persone preposte da BMW per il controllo elettronico delle vetture, Ndr) effettuano i necessari controlli rimangono molto soddisfatti di quello che vedono anche perchè, non lo dimentichiamo, gli operai che svolgono questo lavoro frequentano periodicamente i corsi di specializzazione organizzati dalla casa madre che li tengono costantemente aggiornati sull’evoluzione tecnologica dei sofisticati apparecchi che vengono utilizzati nella loro quotidiana attività. Anche questa è una forma di investimento, di tempo e di denaro, alla quale mi sottopongo volentieri perché è una garanzia in più per i clienti che frequentano la Briancar». È vero che ai clienti che frequentano i IL CLUB DEI PROTAGONISTI vostri centri di assistenza viene riservata un’accoglienza particolare? «Non so se tratta di un’assistenza “particolare”, ma noi lo interpretiamo come un modo per farli sentire a casa loro. Da parte nostra, li accogliamo con molta cordialità cercando di rendere meno noiosi i tempi di attesa. Possono guardare la televisione, leggere un giornale, bere una buona tazza di caffè. Il tutto, in ambienti sobri e rilassanti dove i minuti scorrono piacevolmente, lontani dallo stress e dai rumori. Per noi, il cliente è un bene prezioso che va curato, “coccolato”, fidelizzato con un servizio efficiente assolutamente ineccepibile ma anche con un pacchetto “cortesia” che gli viene offerto in qualità di ospite gradito, indipendentemente dalla cifra che spende». Come avete affrontato il problema dei pezzi di ricambio? Anche in questo caso, grandi spazi e notevoli investimenti… «Questo problema l’abbiamo affrontato addirittura 25 anni fa e, visti i risultati, posso affermare di averlo risolti brillantemente. Oltre naturalmente a soddisfare le esigenze dei nostri due centri di assistenza, abbiamo creato un’organizzazione vendita che si rivolge alle officine di riparazione e alle carrozzerie del territorio in grado di fornire loro in tempi velocissimi tutto il materiale che necessitano. Questo servizio funziona benissimo Il personale dedito all’assistenza in Briancar è continuamente aggiornato attraverso corsi di formazione proposti dalla casa madre e le aziende che acquistano da noi i pezzi di ricambio BMW sono in continuo aumento. Con i responsabili di queste strutture, abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione particolarmente proficuo: da parte nostra li riforniamo dei pezzi di ricambio occorrenti e loro possono usufruire gratuitamente dei nostri macchinari per effettuare i necessari controlli sulle macchine sulle quali sono intervenuti. Un do ut des che consolida i nostri rapporti e li rende vantaggiosi per entrambi». Il suo ottimismo è contagioso, tutti si lamentano e affermano che siamo in piena recessione eppure lei continua a credere nel suo lavoro e ad investire quando, invece, potrebbe benissimo tirare i remi in barca e godersi un lungo e meritato riposo: qual è la molla che la spinge a continuare imperterrito per la sua strada? «Quando mi alzo la mattina e mi reco in azienda, spesso mi domando chi me la fa fare a continuare a lavorare dieci ore al giorno quando, magari, potrei rallentare i ritmi della mia attività e dedicarmi con più attenzione ai miei hobbies, alla mia famiglia, a mia moglie che amo da sempre, a tutte quelle cose che fanno parte integrante della mia natura. Mi considero un buon maratoneta e, come tale, quando più di mezzo secolo fa ho iniziato la mia corsa, decisi di dividere il percorso a tappe: una tappa per raggiungere un traguardo, un’altra tappa 36 M C N.42 per raggiungerne un altro, e così via, alla ricerca di un traguardo sempre migliore, spesso al di là dell’orizzonte che mi appariva davanti, ma sempre con i piedi ben piantati per terra e sempre senza fare voli pindarici. Così, la mia azienda è cresciuta e così spero che anche i miei figli e i miei nipoti la facciano crescere e prosperare e si impegnino a ricercare nuovi traguardi, non dimenticando mai che nella vita nulla si conquista se non con la fatica e il sacrificio, investendo in maniera intelligente e oculata, amando il proprio lavoro più di se stessi. Per adesso, e fino a che il buon Dio lo vorrà, continuo a tenere saldo nelle mie mani il timone dell’azienda cercando di farla navigare anche in questo mare che proprio tranquillo non è… Certo, stiamo attraversando un periodo difficilissimo e nessuno può prevedere quando la crisi finirà. È il momento delle incertezze, delle riflessioni, dell’attesa per i grossi eventi che certamente ancora si verificheranno e che, in ogni caso, potranno portare pesanti contraccolpi sull’economia mondiale. Niente sarà più come prima, ma sono certo che tutto si risolverà per il meglio e si potrà progredire su quella strada che ormai è segnata dalla storia e che non potrà più essere cambiata, nemmeno dalla cecità e dalla stupidità degli uomini che antepongono i loro interessi personali alla serenità e al benessere di intere popolazioni». N.42 M C 37 Club delle Donne Sette esponenti del gentil sesso dimostrano come grinta e determinazione, ma soprattutto passione per quello che si fa, sono doti che aiutano a vivere la propria femminilità con successo, giorno per giorno IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Annamaria Di Oreste Il fascino P discreto della Legge Dopo 12 anni di assenza, il magistrato ritorna a Monza a presiedere un Tribunale che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello della nuova Provincia. Se non fosse che… di Toni Liguori foto Marco Brioschi residente Di Oreste, non è contenta di sedere sul gradino più alto del Tribunale di Monza? Mi sembra un po’ preoccupata… «Sono molto felice di essere ritornata in questa città dove avevo già trascorso 26 anni, prima come giudice dell’allora Pretura, poi come magistrato della Prima Sezione Civile e dopo ancora come presidente della Sezione Fallimentare. Dopo dodici anni passati a dirigere il Tribunale di Novara, il rientro a Monza mi ha riempito di soddisfazione, ma mi ha anche causato una sensazione di grande sconforto». Perché? «Ho trovato tutto come prima, con molti problemi ancora irrisolti, soprattutto per l’assetto logistico, che non rispetta minimamente la dignità del personale. Quando sono arrivata qui la prima volta, questo era considerato un tribunale di punizione, dove i magistrati non sceglievano di andare, ma venivano mandati. Con gli anni, invece, è diventato uno dei primi tribunali italiani per efficienza e funzionalità grazie ad una leva di professionisti eccellenti, a partire dal presidente Lo Turco a Improta, da Belviso a Laudisio e a giudici come Bibolini, in assoluto il miglior fallimentarista d’Italia con il quale si sono formati magistrati della levatura di La Manna, Lapertosa, Davino, la dottoressa Paluchowski…». Eppure, Monza continua ad essere vista come una rarità rispetto al panorama non proprio edificante dei tribunali sparsi nel resto della Penisola… «Sicuramente è un tribunale che ha sempre mantenuto un ritmo di forte attività ed oggi il problema più grande che devo affrontare è proprio quello di mantenere alta questa > 40 M C N.42 N.42 M C 41 IL CLUB DEI PROTAGONISTI produttività, soprattutto la qualità dei servizi che vengono erogati. I magistrati hanno continuato a lavorare con grande determinazione e con assoluta professionalità ma, nel contempo, si sono ridotte le strutture di base e di supporto indispensabili per operare dignitosamente. E allora, per assurdo, io mi trovo nella condizione di dire ai colleghi di lavorare meno, perché è inutile emettere una sentenza quando poi questa rimane in cancelleria per un tempo indefinito per mancanza di strutture e di supporti amministrativi». Questo, comunque, è un problema che investe tutta la macchina giudiziaria italiana. «Sì, è vero, ma da Monza tutti si aspettano risultati sempre più eclatanti, non risultati in decrescita, ed io ho il compito di non deludere questa aspettativa». Da ogni parte si invoca la riforma della giustizia: i cittadini si lamentano di come vanno le cose e la politica va in tilt quando cerca di affrontare questo annoso problema. Cosa ne pensa? «La penso anch’io così e aggiungo che dal quadro che le ho fatto prima, un’azienda privata che si trovasse nelle stesse condizioni sarebbe già fallita. Anche qui la gente è insoddisfatta, ci sono arretrati che restano nel cassetto, i locali sono angusti, non abbiamo nemmeno un ufficio informazioni in grado di dare risposte ai cittadini. Eppure, il personale di questo Tribunale continua a lavorare con grande professionalità, come risulta dai rilevamenti di gradimento, continuando a riscuotere il consenso delle persone che lo frequentano». Ho sentito parlare di prossimi cambiamenti che dovrebbero migliorare tutto il sistema… «Sono cambiamenti che riguardano la Procura, da noi non muterà nulla. Quando si dice che la Giustizia è inefficiente, la prima cosa da fare sarebbe quella di recuperare risorse umane aumentando l’organico della cancelleria, che è insufficiente a fronte delle richieste sempre più incalzanti che provengono dai cittadini». Sono solo questi i mali della Giustizia? «Assolutamente no, ci sono altri aspetti che riguardano il penale e che andrebbero affrontati serenamente senza contrapposizioni politiche 42 M C N.42 IL CLUB DEI PROTAGONISTI e senza fare muro contro muro, atteggiamento che non fa altro che danneggiare il sistema impedendo quella sana riforma che molti vorrebbero. Un esempio: il problema delle intercettazioni telefoniche. Le indagini che si facevano una volta ormai non rendono più perchè, dopo avere chiuso le stazioni dei carabinieri nei piccoli centri o ridotto gli orari dei commissariati di polizia, è venuto a mancare quel controllo sul territorio che consentiva agli investigatori di svolgere le loro indagini in maniera tempestiva e capillare. Quando per ragioni economiche queste strutture vengono smontate, o ridotte al lumicino, tutto il sistema della giustizia ne risente, rischia di incepparsi e comunque crea grandi difficoltà al meccanismo che la fa funzionare». “ Sono tornata a Monza dopo dodici anni di assenza e ho trovato un tribunale con ottime professionalità Codice Penale, Codice Civile, due grandi libri zeppi di leggi e di leggine che risalgono agli Anni Trenta e che forse nemmeno gli addetti ai lavori sanno leggere e interpretare con facilità: a lei non sembra che andrebbero aggiornati? «Anche per noi, mi creda, non è facile stare dietro alla quantità enorme di leggi che ogni giorno si addensano sui nostri tavoli. È un problema che ci angoscia e che cerchiamo di risolvere con programmi che aggiorniamo continuamente, sempre però con il terrore di prendere una decisione in base ad una norma che è stata improvvisamente modificata. Pensi che la riforma del diritto fallimentare, ad esempio, ha comportato una modifica normativa entrata in vigore in differita: una parte subito, una parte dopo e un’altra ancora in un momento successivo. Una situazione pazzesca, che molto spesso mette a dura prova pazienza ed quilibrio». Presidente, quando parla di Legge e di Diritto, le brillano gli occhi e le si accende una luce intensissima: lei ama molto il suo lavoro, vero? «Mio padre era un magistrato, una persona di vecchio stampo, irreprensibile, rigoroso e assolutamente riservato. Mi ricordo una sua frase che ripeteva spesso e che ancora oggi risuona nelle mie orecchie: “La Legge è sempre il risultato dell’esperienza e del buonsenso tradotto in norme codificate, che si forma dal convincimento comune”. Aggiungeva che quando il buonsenso non coincide con la norma, ha torto l’interprete, perché la norma non può essere diversa da quello che dice il buonsenso. Mi ha educato a lavorare così, a seguire certe regole che non ho mai disatteso e che sono sempre state alla base del mio percorso professionale». Che cosa ne pensa dei magistrati che un giorno sì e l’altro pure vanno in Tv o sui giornali a parlare di processi che magari sono ancora in corso e che con le loro dichiarazioni potrebbero influenzare il parere delle giurie che poi saranno chiamate a giudicare? «Mio padre, i suoi colleghi, tutto l’ambiente giudiziario di Venezia che ho frequentato da bambina, interpretavano il lavoro come una missione al servizio della Legge e dei cittadini, lontana dai clamori e dalle luci della ribalta. Ho respirato quell’aria, che è entrata nel mio Dna, ha formato il mio carattere e mi ha resa quella che sono. Poi, il mio percorso è continuato qui a Monza, quando presidente del Tribunale era Lo Turco, quando si facevano le camere di consiglio e dove i concetti di disciplina e di riservatezza non erano soltanto optional ma regole deontologiche da osservare scrupolosamente. Oggi le cose sono cambiate, i giudici sono monocratici, godono di molti “diritti”, possono apparire sui media quando vogliono senza che nessuno possa richiamarli ad un uso meno disinvolto della loro immagine. Il Presidente di un tribunale deve cercare di non entrare mai in conflitto con loro…». Un suo giudizio lapidario sul Consiglio Superiore della Magistratura? «Credo che ormai la sua autorevolezza si sia affievolita e che anche questo organismo andrebbe riformato». Com’è la vita di un magistrato donna, con una carica istituzionale così prestigiosa, in un ambiente da molti definito maschilista come quello della Brianza? «Innanzitutto non è vero che i brianzoli sono tutti maschilisti. Non dimentichi che qui ho vissuto 26 anni, conosco molte persone e credo che la gente mi rispetti e che mi voglia anche un po’ di bene. Cerco di essere presente dove è opportuno e necessario, non voglio passare per scorbutica anche se, lavorando dieci ore al giorno, spesso anche il sabato e la domenica, la sera sono piuttosto stanca e preferisco riposarmi. Ho una casetta in campagna che amo moltissimo e che nei fine settimana, quando posso, raggiungo volentieri per dedicarmi ai miei fiori e alla natura nella quale mi rigenero e ritrovo le mie forze. E poi, ho due figli meravigliosi i quali, anche se non vivono con me, riempiono i miei pochissimi momenti di solitudine». Il giudice Di Oreste nell’ ufficio che ha arredato lei stessa Che cosa vorrebbe per il “suo” tribunale, qualcosa che le manca e che potrebbe renderla felice? Chiuda per un attimo gli occhi e mi risponda con sincerità… «Vorrei completare l’assetto di ogni sezione, migliorarlo e renderlo funzionale al cento per cento. Vorrei assumere un dirigente amministrativo che mi sollevi da questa attività che mi assorbe moltissimo tempo e che mi impedisce di continuare a svolgere come vorrei quell’attività giudiziaria, come le udienze di separazione o quelle degli accertamenti tecnici preventivi, che a me piace tanto. Vorrei un po’ di personale in più per consentire al Tribunale di Monza di dare risposte rapide e concrete alle istanze della cittadinanza e al suo diritto di ottenere soddisfazione dalla Legge e da chi la legge l’amministra. Chiedo troppo?». N.42 M C 43 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Mina Pirovano Una donna a M tutto tondo Presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Monza e Brianza, è imprenditrice, mamma e moglie, ma anche sportiva dentro di Sara Franchini foto Marco Brioschi 44 M C N.42 ina Pirovano, 39 anni portati splendidamente è l’esempio lampante di come una donna possa realizzarsi al cento per cento, pur sacrificandosi molto, nel lavoro e nella carriera, ma anche nella vita privata. Sposata con Roberto, imprenditore nel settore informatico e mamma di Carlo, 7 anni, e Giulia, 3, Mina è la titolare della Simpeg, azienda di famiglia che opera dal 1968 nel settore della progettazione e costruzione di stampi e realizzazione di articoli tecnici termoplastici. Non solo: dal 2008 è presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Monza e Brianza e da venerdì 13 febbraio è amministratore di una società tutta sua, la Mina Design, che si occupa di oggetti di alto livello per food and beverage. Una delle sue ultime fatiche, insieme al progetto dei microasili nelle piccole e medie imprese della Brianza. e vestiario, mio marito si organizza per accompagnare a scuola i bambini, poi io mi preparo ed esco. La sera, per quanto posso, cerco di arrivare a casa per preparare la cena e se ho impegni con la Camera di Commercio mi faccio aiutare da Roberto. Una cosa è certa: il fine settimana è sacro ed è dedicato soltanto a famiglia e sport». Ecco, lo sport, una passione importante nella sua vita? «Sono una sportiva nell’anima e il fatto di aver coltivato da giovane lo squash, l’equitazione e altre discipline, anche a livello agonistico, mi ha aiutato ad avere più energia e resistenza nell’affrontare la vita di mamma, l’allattamento e persino il lavoro. Oggi non faccio gare ma adoro sciare, anche in fuoripista con lo sci alpino, correre e praticare lo sci nautico in estate. Il tempo per farlo si trova, se si vuole». Madre, imprenditrice e sportiva: insomma, tanti modi di essere donna. Ma come si fa? «Bisogna sfatare il mito che un modo di essere esclude l’altro; si può essere imprenditrice e riuscire a gestire la vita familiare, mettendo insieme il tempo libero con l’attività sportiva: non credo che bisogna chiudersi in un solo interesse o in una sola passione, ma bisogna sperimentare e coltivare sempre quello che ci piace perché ci rende vivi». Ci racconta il suo percorso? «Laureata in Giurisprudenza, con un Master in Controllo di Gestione organizzato da Istud/Sda Bocconi, ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia dal 1996. Un impegno importante per me, a 360 gradi. Ma, con la convinzione che si può fare tutto se ci si organizza, facendosi muovere dalla passione, ho deciso di andare avanti e di coltivare la passione per lo sport e soprattutto la famiglia. Ad esempio, dopo 15 giorni che era nato Carlo, sono dovuta andare in ufficio e quindi me lo sono portato dietro: ho allattato sia lui che Giulia fino a 18 mesi. Naturalmente posso contare sull’aiuto di una tata e di un marito meraviglioso con cui divido gli impegni». Dall’attività agonistica all’impegno: ci parli del progetto per la creazione di micro asili aziendali. «Da quando sono stata eletta alla presidenza del Comitato per l’imprenditoria femminile ho lavorato a questo progetto. L’obiettivo di questa iniziativa, che parte dalla mia esperienza personale, è quello di creare le condizioni favorevoli affinché una madre abbia vicino il proprio bambino e possa continuare a dedicarsi alla propria attività nel modo più sereno possibile, riducendo al minimo le perdite di tempo quotidiane per gli spostamenti. Queste strutture devono essere attrezzate con una piccola sala giochi, un bagnetto e un angolo cottura con uno scaldavivande, un luogo fruibile per bambini da 0 a 4 anni». Ci racconti una sua giornata tipo. «La mattina mentre io mi occupo di colazioni Quindi, secondo lei, conciliare è possibile… «Sì, ma sono dell’idea che bisogna mettere le donne nelle condizioni di rendere al massimo, concedendo loro tutti gli strumenti necessari affinché la vita lavorativa sia più piacevole. In questo modo anche l’impegno ne trae giovamento e nella mia azienda credo che queste condizioni ci siano». Mina Pirovano riesce a reggere la famiglia come la sua azienda, con energia e impegno Quali sono i rischi per una donna che perde motivazioni nel lavoro? «Sono frequenti i casi in cui le madri si licenziano o passano al part time soprattutto nel momento della maternità. È questo il principio di base che ci ha fatto pensare all’iniziativa degli asili nido aziendali». Da esperta nel settore, come reputa la condizione attuale dell’imprenditoria femminile? «Questo è un grande momento per l’imprenditoria femminile, i dati dicono che le donne sono in ascesa e danno vita anche a molte società per azioni, il che significa che il coraggio di certo non manca. Mi ha sorpreso anche il boom nel settore delle costruzioni, ambito nel quale in precedenza di certo non brillavamo per numero di presenze». Nulla è precluso alla carriera di una donna, insomma? «In questi anni le potenzialità delle donne sono sempre state sottovalutate, per fortuna ora stanno emergendo e ci stiamo riscattando dallo strapotere maschile; dobbiamo continuare su questa strada. Adesso gli uomini ci temono». N.42 M C 45 IL CLUB DEI PROTAGONISTI collaboro come libera professionista». Elena Viscardi Il coraggio D di volare Chi l’ha vista in azione sa quanto può essere grintosa e determinata, ma chi l’ha sentita parlare sa anche quanto possa essere dolce e spirituale. Una donna in carriera anno 2009 di Sara Re foto Marco Brioschi i lei non si può certo dire che sia una donna indecisa o titubante. Non è una che si fa impressionare dai nomi altisonanti delle persone per cui spesso si trova a dover lavorare o che lascia trascorrere anche solo un momento della propria vita senza viverlo intensamente. Elena Viscardi, 43 anni, ha deciso tempo fa di sottrarsi alle rassicuranti, ma soffocanti, certezze dell’azienda di famiglia, Viscardi Arreda, per intraprendere una strada tutta sua, che percorre ad ogni passo con straordinaria energia. Diciassette anni al lavoro con mamma e papà… e poi? «Nove anni fa, da un giorno all’altro ho deciso che non faceva più per me. Ero orgogliosa di lavorare in un’azienda che era stata fondata dai miei genitori e che è stata la prima a proporre il design e l’arredamento su misura, ma sentivo ormai il bisogno di trovare un’occupazione che mi consentisse di esprimermi, di misurarmi con me stessa senza dovermi sempre confrontare con loro». Scelta impegnativa, ha rischiato tutto... «Si, in effetti, dopo sei mesi e qualche lavoro più o meno precario sono approdata all’Ufficio Eventi della Fiera di Milano: tra tanti laureati hanno scelto me, che ho conseguito un diploma di Ragioneria, perché avevo già esperienza nel settore. Sono stata lì due anni, poi ho cominciato a sentirmi di nuovo stretta, perché non mi piace l’idea di “timbrare il cartellino”: io amo dedicarmi senza limiti al mio lavoro, potermi gestire in maniera autonoma e così ho accettato l’offerta di Da Vittorio, prestigioso marchio di ristorazione bergamasco con cui tutt’oggi 46 M C N.42 Qual è il suo ruolo? «Sono responsabile delle PR, mi occupo della parte commerciale ma soprattutto organizzo in toto eventi e matrimoni». Come Jennifer Lopez nel film “The Wedding Planner”? «Per nulla, o meglio, anche: la maggior parte delle persone pensa che lavorare nel mondo degli eventi sia piacevole ed entusiasmante. Certo lo è, ma questo è un lavoro fatto anche di grandi sacrifici, rinunce personali, grande attenzione al lavoro degli altri, capacità di coordinamento e gestione… E poi i dettagli non mentono: da un tovagliolo, un segnaposto, un fiore si può subito intuire la cura con cui è stato preparato un evento e, ad alti livelli, non ci si può permettere di sbagliare». “ IL CLUB DEI PROTAGONISTI I dettagli non mentono: da un fiore si può subito intuire la cura con cui è stato preparato un evento e, ad alti livelli, non si può sbagliare Ci vuole talento per gestire tutto o basta l’esperienza? «Tante cose le insegna la pratica sul campo, ma credo che un po’ di talento sia necessario per dare il proprio valore aggiunto. Io sin da piccola ho mostrato un grande spirito organizzativo, pianificavo feste, preparavo sorprese… Mi è sempre piaciuto mettermi nella testa del committente o del festeggiato, sforzarmi di capire cosa gli piacerebbe vedere; e poi io non mi accontento di fare il mio, sento sempre la necessità di andare oltre per dare il mio contributo personale e raggiungere il migliore risultato possibile, anche se questo significa mettersi in gioco più di quanto sarebbe dovuto!». Le sue giornate sono frenetiche, sempre in giro per sopralluoghi, appuntamenti, incontri, eventi: trova il tempo per gli affetti? «Purtroppo non moltissimo, sacrifico molto al lavoro. Tuttavia sono sposata con Javier, un meraviglioso trentenne di origine domenicana che mi capisce e mi lascia libera di vivere la mia frenesia quotidiana, ma nello stesso tempo sa essere al mio fianco ogni qualvolta ho bisogno di lui». Dal lavoro all’amore, dunque una vita, un successo… «Forse, anche se per me successo significa riuscire a fare quello che si desidera davvero, è un metro di misura del tutto personale e per quanto mi riguarda posso certamente affermare di essere appagata. Ma io so bene che la fonte del mio successo è un’altra». Elena ritratta nel giardino del Relais Gourmand Da Vittorio Qual è? «Dio. È lui la mia forza e la mia certezza. La fede in Lui mi aiuta ad affrontare le difficoltà». N.42 M C 47 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Giovanna Forlanelli Il mondo L delle donne ...sulla carta a forza e la complicità di un gruppo di donne guida la Johan & Levi, casa editrice nata a Monza: realtà piccola ma innovativa, fondata da Giovanna Forlanelli, una laurea in Medicina e una passione per l’architettura, i libri e il design. Il suo amore per l’arte oggi è diventato un lavoro, che assorbe quasi tutte le energie e porta con sé un obiettivo ambizioso: divulgare un patrimonio culturale fino ad ora sconosciuto. Ha fondato una casa editrice dedicata all’arte insieme ad una squadra di sole donne, «perché – dice – da un punto di vista estetico, c’è più omogeneità» di Greta La Rocca foto Marco Brioschi Quando è nata la Johan & Levi? «Nel gennaio del 2005. Da moltissimi anni frequentavo il mondo dell’arte, conoscevo già diversi architetti e mi ero sempre interessata a questa forma di espressione. Sentivo, però, la mancanza di una casa editrice che si occupasse solo di arte e che desse spazio anche alla realtà anglosassone, perché da qui ha preso vita l’arte contemporanea. Per questo motivo ho scelto di non pubblicare cataloghi, a differenza di case editrici più famose; ho sposato una scelta differente, ho cercato di promuovere una maggiore divulgazione del mondo artistico, anche attraverso i saggi e la promozione dei giovani». Quali sono le principali collane pubblicate dalla casa editrice? «Abbiamo iniziato con le biografie degli artisti d’arte contemporanea. In Italia non esistevano, abbiamo tradotto testi anglosassoni. Le biografie straniere, a differenza delle italiane, sono scorrevoli, leggibili, divertenti, hanno un riscontro di carattere sociale, raccontano storie di vita: eppure nascono da un attento lavoro di analisi e ricerca. Abbiamo pubblicato, ad esempio, “Robert Rauschenberg. Un ritratto”: un nome poco conosciuto, eppure un grande artista. L’arte italiana, invece, viene promossa con la 48 M C N.42 collana “Laboratori”, per la quale abbiamo scelto curatori giovani, come Ivan Guaroni. O ancora abbiamo presentato “Libri Illustrati”, la collana di promozione “Le monografie”: in questo caso la Johan & Levi si pone come mecenate nei confronti di artisti che non hanno avuto ancora l’occasione per emergere, eppure hanno doti e capacità». «Il territorio è fertile, i cittadini mostrano sempre molto interesse per il panorama artistico e culturale. La cultura è una risorsa, è linfa vitale per i ragazzi, ma anche per gli anziani, è un modo per essere sempre aggiornati e non invecchiare. Manca però un filo conduttore, il dialogo, la comunicazione, la promozione: dobbiamo lavorare in questa direzione». Qual è la vostra ultima sfida? «Stiamo lavorando ai “Laboratori per Paesi emergenti”, come la Corea o la Russia: sono realtà difficili e complesse, per le quali non esistono critici specializzati. Usciremo con “Arte e Economia”: analizziamo i diversi mercati da un punto di vista economico. Desideriamo sviluppare la parte saggistica, facendo lavorare artisti più giovani e meno famosi. Crediamo che sia molto importante divulgare l’arte contemporanea». Come riesce a conciliare la vita privata con il lavoro? «Mia figlia è una ragazzina, ha quindici anni, la coinvolgo molto nei miei progetti di carattere culturale. È importante che i giovani si interessino all’arte e alle iniziative di questo tipo. I miei hobby e le mie passioni sono legate a questa realtà, quindi sono fortunata: ho trasformato un passatempo in un lavoro. In casa editrice, inoltre, possono contare su un team di fiducia. Amo viaggiare e anche le mie trasferte diventano molto importanti per il lavoro che ho scelto perchè mi consentono di avere una visione decisamente internazionale». Lo staff della Johan & Levi è tutto al femminile: quali sono i pregi e i difetti di questa complicità? «Il team è molto snello. Possiamo contare su una fitta rete di collaboratori, ma la squadra è composta da un direttore, una grafica, un editor, una segretaria. Tutte donne. Da un punto di vista estetico - scelta delle copertine, dei caratteri, delle fotografie, ad esempio - c’è molto più feeling e siamo più omogenee nei gusti. Forse, dal momento che ognuna di noi ha una famiglia o un fidanzato, c’è il rischio che non sempre la disponibilità sia totale: tuttavia, a mio avviso, non è importante quante ore si lavori, ma come lo si faccia». La Forlanelli nei locali della sua creatura: la Johan & Levi editrice La casa editrice ha sede a Monza: come risponde la città risponde agli stimoli di carattere culturale? «Monza è molto affascinante, così come la Brianza. L’interesse per l’arte esiste, ma purtroppo è vissuto in modo molto isolato e individuale. Ci sono, infatti, molti collezionisti privati. Il territorio brianzolo è una locomotiva di novità che devono essere coltivate e costruite: manca una rete». Lei è anche membro del Comitato di promozione della cultura del Comune di Monza: quale pensa siano limiti e potenzialità della città e della nuova provincia? N.42 M C 49 IL CLUB DEI PROTAGONISTI Franca Casati Stella d’oro F dello sport monzese La presidente del Panathlon Club racconta il suo impegno all’interno di organizzazioni e associazioni sportive di Andrea Trentini foto Marco Brioschi ranca Casati, monzese doc, presidente del Panathlon Club di Monza e Brianza, da decenni si dedica allo sport nelle sue più svariate forme. Nella sua carriera ha ricoperto ruoli dirigenziali all’interno di federazioni sportive nazionali e, da diversi anni, si dedica anima e corpo all’associazione Panathlon per l’organizzazione di eventi di divulgazione sportiva, portando a Monza i grandi campioni dello sport, anche di discipline poco conosciute, in modo che possano trasmettere al pubblico almeno una piccola parte delle proprie esperienze. L’impegno di Franca Casati è stato riconosciuto anche dalle massime cariche sportive nazionali come il Comitato Olimpico Nazionale che ha recentemente premiato la presidente del Panathlon con la stella d’oro al merito sportivo, la massima onorificenza prevista dal comitato (che a Monza solo due grandi sportivi hanno avuto l’onore di ricevere: Felice Camesasca e Fiorenzo Magni). Franca Casati si destreggia abilmente tra gli impegni in associazione a quelli della attività commerciale con il negozio “Eliotecnica Casati” di piazza Carducci, dove è possibile trovarla tutti i giorni dietro al banco. In effetti il connubio lavoro e sport deve senz’altro avere anche una funzione “ringiovanente” per la presidente che il 21 febbraio scorso ha compiuto 81 anni. Dopo tanti anni e riconoscimenti, possiamo dire che lei è un simbolo dello sport monzese… «In effetti in questi anni ho dato molto allo sport e lo sport mi ha dato molto. Sono più di trent’anni che me ne occupo, a diversi livelli: insomma, qualcosa ho fatto. In questi anni ho sempre cercato di stare vicino allo sport vero, di estrapolarne sempre la parte più genuina. Questo mio impegno mi ha regalato tantissime soddisfazioni ed emozioni». 50 M C N.42 Non da ultimo l’onorificenza che il Coni la ha riconosciuto recentemente a Palazzo Marino a Milano. La Stella d’oro al merito sportivo (dopo quella di bronzo e quella d’argento) è qualcosa che ogni amante dello sport sogna per la sua carriera: è stato così anche per lei? «Certo! Quando l’ho ricevuto ero emozionatissima, non me lo aspettavo, magari tra qualche anno, ma ora proprio no! Inoltre essere di fianco a tutti quei grandi campioni dello sport italiano mi ha resa davvero orgogliosa: quando Bruno Pizzul, presentatore della serata ha pronunciato il mio nome, mi tremavano le gambe». “ IL CLUB DEI PROTAGONISTI In questi anni ho sempre cercato di stare vicino allo sport vero, di estrapolarne la parte più genuina Franca Casati si destreggia tra impegni in associazione e in negozio Ci racconta la sua carriera da dirigente? «Sono più di trent’anni che mi dedico anima e corpo allo sport. Quando una passione è così forte finisce che poi diventa la vita stessa. Ho cominciato tanti anni fa alla Federazione Italiana Sport Invernali come giudice di gara, poi sono diventata dirigente, presidente provinciale e infine consigliere regionale della Federazione. Sono anche stata membro della commissione Sport del Comune di Monza. Poi mi sono dedicata interamente al Panathlon di Monza e Brianza e questo è il sesto anno di presidenza». Con il Panathlon organizzate serate dove i campioni dello sport vengono a raccontarsi. Perché ritiene importante questa attività? «Gli sportivi, anche quelli di discipline meno conosciute, vengono a raccontare le proprie esperienze e noi siamo sempre felici di ascoltare le loro storie. E anche in questo caso non mancano le sorprese in positivo. Ad esempio in uno degli ultimi abbiamo ospitato i campioni della box thailandese che hanno fatto una dimostrazione pratica: prima di vederli ero un po’ scettica sulla riuscita della serata, che è stata invece un grande successo. Questo è il modo per vivere da vicino lo sport, in modo vero, reale e senza pregiudizi». Lavoro e sport, due anime che convivono e che portano a grandi risultati: si riassume così la sua vita? «Direi di sì. Le due cose convivono bene, poi sono le emozioni che derivano dalla passione che danno la forza per continuare. Chi l’avrebbe detto che sarei stata premiata in una cerimonia presentata da Bruno Pizzul e accanto ad atleti del calibro di Antonio Rossi e Ivan Cassina!». N.42 M C 51 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Carmen Principe Il lato gentile È della divisa Responsabile della Digos al Commissariato di Monza, non ha alcuna difficoltà a muoversi in un mondo di uomini di Laura Marinaro foto Marco Brioschi affascinante, determinata e tosta. Fa la poliziotta per un segno del destino e adora nel suo lavoro scandagliare l’animo umano. Nata a Milano x anni fa, (dice di avvalersi della facoltà di non rispondere quando le chiediamo l’età), ha studiato lingue estere e poi si è laureata in Scienze Psicologiche. A Monza da alcuni anni, dopo aver lavorato a Milano e Como, è Ispettore Capo e, dal 2005, è responsabile dell’ufficio della Digos. Come è arrivata in Polizia? «La mia formazione non mi avrebbe mai condotto in Polizia, ma per la prima ed unica volta nella mia vita ho partecipato ad un concorso pubblico e ho vinto: era proprio destino. E questo lavoro mi ha appassionato da subito, lo amo ancora come il primo giorno malgrado le difficoltà e le frustrazioni che, a volte, inevitabilmente in ambito lavorativo si accumulano». Come è cambiato negli anni il lavoro del poliziotto? «Grazie alle nuove tecnologie e alla scienza, l’attività investigativa ha fatto passi da gigante ma, per quanto concerne le relazioni sociali e con le istituzioni, esse sono sempre un work in progress ed è da quelle che dipende molto di quello che facciamo». Quale è il valore aggiunto di una donna nel lavoro di poliziotto? «Benchè le mie caratteristiche personali non mi consentano certo di sentirmi in una posizione di inferiorità, riconosco le differenze di genere, ma credo che a fare la differenza sia soltanto l’intelligenza: che sia donna o uomo, per me l’importante è il lavoro di squadra. 52 M C N.42 Ritengo che, al di là della gerachia, la leadership sia da conquistare; sono responsabile del lavoro di quattro uomini con cui lavoro in perfetta sintonia. In relazione alle pari opportunità, in Polizia non ci sono grossi problemi. Abbiamo commissioni apposite (io faccio parte di una di esse), oltre al fatto che i nostri colleghi hanno capito che la sensibilità dell’organizzazione è cambiata. È anche vero che a Monza su circa 80 persone solo 14 sono donne». Immagino si sia trovata in situazioni di pericolo. Hai mai avuto paura? «Se per paura si intende l’istinto di attacco e fuga, sì, l’ho provato diverse volte. Ma siccome credo che il vero coraggioso sia colui che ha paura ma sa superarla, allora diciamo che mi ritengo abbastanza coraggiosa. Una volta durante un’operazione contro un traffico internazionale di armi mi sono ritrovata davanti ad un armadio, un ex poliziotto jugoslavo; beh, in un attimo aveva la mia pistola puntata in faccia. In quel caso l’istinto ha funzionato adeguatamente!». Quali i ricordi più intensi? «Gli occhi dei bambini che erano stati abusati e che dovevamo sottoporre ad audizione protetta. Per anni mi sono occupata di reati sui minori ed è stato particolarmente stressante dal punto di vista emozionale. L’incidenza dello stress nel nostro lavoro è molto più alta che in altri, primo perché vi è una transazione emotiva quotidiana con l’illegalità e, più in generale, perché non abbiamo un adeguato supporto sociale. A ciò aggiungiamo che è necessario controllare sempre le nostre emozioni (a me capitava in continuazione dovendo lavorare con vittime di violenze sessuali, Ndr) per non far venir meno la funzione di sostegno nelle situazioni critiche, infine nel lavoro non si parla e ci si tiene tutto dentro». Adesso in costa consiste il suo lavoro? «Adesso mi occupo di osservazione del territorio, di politica, di prevenzione, nell’ottica della garanzia dei diritti costituzionali di libertà e manifestazione. È bellissimo tutto ciò. Il pensiero di lavorare per assicurare questi valori ti fa sentire importante». Il lavoro occupa gran parte della sua giornata ma sicuramente ha spazio per altro. Innamorata? Coltiva altre passioni? «Sì sono innamorata. Non sono mai stata sposata e non ho figli ma approfitterò di tutte le possibilità che la vita vorrà offrirmi. Mi piace stare a casa, quando posso, ho anche un giardinetto dove coltivo le rose. Ho preso lezioni di tango e adoro leggere e dipingere, delle cose orribili a dire il vero, olio su tela. Il mio maestro dice che ho uno stile sgangherato, ma è pur sempre uno stile no?». Carmen Principe nel suo ufficio del Commissariato di Monza Cosa ci dice di Monza? «La Brianza è la terra dove ho sempre vissuto e quindi è la mia terra. Monza è una bella città che guadagnerà moltissimo a livello culturale con la nuova provincia e soprattutto con i nuovi progetti, ad esempio l’ampliamento del Polo universitario che la proietterà in una dimensione più europea. È un bel gioiellino al quale bisogna dare lustro. Intanto ci prepariamo a seguire la campagna elettorale...il lavoro ci aspetta!». N.42 M C 53 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Daniela Greco Il senso della H giustizia nel Dna Avvocato specializzato nella famiglia, ha fondato un’associazione per le famiglie in difficoltà di Laura Marinaro foto Marco Brioschi a 42 anni, è bella e ha fatto della sua professione una vera e propria missione. Da quando, da ragazzina, viveva in Sicilia e credeva nella Giustizia, quella con la G maiuscola, Daniela Greco, monzese d’adozione da vent’anni, è un avvocato che difende davvero le cause disperate, soprattutto quelle nelle quali sono coinvolte loro malgrado famiglie in difficoltà. E così, dopo anni di professione, ha deciso di fondare un’associazione che si chiama “Crescere Insieme” con la quale aiuterà chi ne avrà bisogno. Ma non da sola. Daniela, come è nata la passione per l’avvocatura e in particolare per il diritto di famiglia? «Se sono qui lo devo ad una mia zia che adesso non c’è più e che mi aveva educato al valore della Giustizia. Le ho creduto, ho coltivato quel valore leggendo, studiando e grazie a lei sono arrivata da Siracusa nel 1986 a Milano. Ho studiato all’Università Cattolica del Sacro Cuore e mi sono laureata nel 1992 con una tesi in diritto penale dal titolo “Il concorso del minore nel reato”. In realtà ho sempre coltivato più il diritto civile, ma il problema del diritto applicato ai minori è sempre stato al centro dei miei interessi». Come sono stati gli esordi nella professione? «Difficili, soprattutto perché ero sola a Milano e non avevo conoscenze altolocate; tuttavia mi sono data da fare, prima in uno studio milanese, poi a Brugherio dove lavoravo come corrispondente per uno studio di Rimini». E così è arrivata in Brianza... «Beh, mi ha portato qui anche l’amore, perché ho conosciuto mio marito, monzese doc e figlio di una delle storiche famiglie di cappellai...lui non fa l’avvocato fortunatamente, ma mi sostiene molto in questo mestiere difficile e impegnativo». 54 M C N.42 Come è nato il suo impegno nel sociale? «Grazie alla conoscenza con il dottor Cambini (ex consigliere comunale, Ndr) molto impegnato in quest’ambito, con il quale avevo un’ amicizia e collaborazione anche politica, mi sono avvicinata a casi complessi di famiglie in difficoltà...e, da allora, non ho più smesso». Ricorda il suo primo caso? «Si trattava di un ragazzo monzese che era stato rifiutato dall’Istituto Olivetti perché i genitori erano anziani e lui era stato affidato ai servizi sociali: riuscii con mille battaglie a farlo accettare in un’altra scuola a Vimercate». Quali sono le caratteristiche di questo tipo di assistenza legale? «Prima di tutto si tratta di un lavoro continuo e costante nel quale non c’è mai una causa vinta o persa, perché i protagonisti sono tanti: posso, ad esempio, riuscire a tenere unita una famiglia, impedendo di far adottare a degli estranei dei bambini piccoli, perché i genitori hanno bisogno di sostegno; se poi il tutore è un comune, i servizi sociali, tutto diventa difficile e insormontabile... una piccola vittoria poi non sempre significa vittoria totale e finale. Ma io non demordo perché nessuno ha diritto di tenere i bambini lontani dalle proprie famiglie. E poi i tribunali dei Minori sono oberati di fascicoli, gli assistenti sociali spesso poco preparati e la burocrazia troppo lunga e lenta». Come è nata l’idea dell’associazione? «Proprio da tutto questo lavoro: non ce la facevo più a seguire tutti da sola e le stesse persone che ho aiutato sono stati i primi soci fondatori insieme al mio staff legale tutto al femminile. Ci occupiamo di assistenza legale, ma anche psicologica, di informazione sul gratuito patrocinio o sulle leggi, ad esempio che regolano gli aiuti alle famiglie dei comuni. Insomma un sostego gratuito a tutto tondo». Perché il nome “Crescere Insieme”? «Cresciamo insieme, perché non solo i bambini devono crescere, ma noi adulti cresciamo con loro, nella consapevolezza che le Leggi, quelle vere, possono aiutarci». Quali sono i vostri progetti immediati? «Stiamo pensando di organizzare un evento sportivo benefico per il prossimo giugno. Grazie alla mia amicizia con Angelo Bonfrisco, ex arbitro nazionale, con il quale stiamo lottando contro la Figc per vedere riconosciuta legalmente la sua professione, coinvolgeremo personaggi famosi e i fondi che raccoglieremo li useremo per aiutare le nostre famiglie in difficoltà». Lei è anche mamma di due bambine di 9 e 2 anni. Come fa a conciliare il lavoro e quest’attività di volontariato? «Prima di tutto cercando di valorizzare il tempo in cui sono a casa con loro; non mi sento in colpa perché quando non lavoro stacco del tutto. Fortunatamente ho il sostegno del marito e dei suoceri». Hobbies e interessi? «Non c’è molto spazio per altro oltre il lavoro, ma, soprattutto d’estate, mi piace molto leggere». Danilela Greco, nel suo studio legale, si batte per la vera Giustizia Monzese d’adozione e residente da qualche anno a Villasanta, cosa ne pensa di questa città? «Monza è una città che amo molto, la mia seconda casa; apparentemente poco vitale perché non ci sono locali, ma in realtà è molto attiva e la gente preferisce essere impegnata nel volontariato piuttosto che andare a divertirsi. Comunque, per questo motivo si va a Milano che è vicinissima». Cosa cambierebbe? «Beh, sicuramente il Tribunale di Monza che ha degli ambienti fatiscenti, ma anche la sede dei Servizi Sociali dove non c’è una stanza adatta a tenere gli incontri protetti. Sembra una cosa irrilevante, in realtà è fondamentale anche partire da questo per riformare un sistema fortemente burocraticizzato e troppo spesso fatto di macchine, non di persone vere e col cuore». N.42 M C 55 IL CLUB DEI PROTAGONISTI IL CLUB DEI PROTAGONISTI Rinaldo, il fratello Lei e Samantha avete parecchi anni di differenza… «Infatti le facevo sia da fratello che un po’ da papà; mi occupavo attivamente della sua vita e delle sue scelte e lei era dolcissima. Inoltre, anche fisicamente, sembrava una bambola, con i boccoli lunghi e biondi. Mi ricordo che quando la portavo in giro in macchina con me, tutte le mie amiche del liceo la adoravano». Com’è oggi la Samantha adulta? «Ha tante qualità: è iperattiva, non si scoraggia mai; è molto brava nel suo lavoro e non perde mai la testa nelle situazioni di stress. E poi è una persona di un’onestà assoluta, per lei è impensabile comportarsi scorrettamente, in ogni tipo di situazione o rapporto». Cosa la fa arrabbiare e cosa le manca quando siete lontani? «Arrabbiare... nulla. Abbiamo creato un rapporto di tale complicità, anche sul lavoro, che siamo uno per l’altro una presenza costante, Samantha A Ceccardi Una donna per amico Monza è conosciuta per la sua professionalità e la grinta con cui gestisce l’attività imprenditoriale da lei fondata: Vision Plus. Ma chi è davvero Samantha Ceccardi, una volta smessi i panni della giovane imprenditrice? Avremmo potuto chiederlo direttamente a lei, ma per curiosare di più ci siamo rivolti alle persone che le sono vicine; fratelli e amici, quelli della gioventù e quelli di oggi. Ne è uscita l’immagine di una donna decisa e grintosa, ma dall’animo dolce e sensibile. Barbara Ceccardi, la sorella maggiore «Per me è sempre stata come una figlia, anche perché abbiamo Abbiamo chiesto a chi conosce meglio l’organizzatrice di eventi più famosa in città di raccontare questa donna speciale di Chiara Bramati foto Marco Brioschi 13 anni di differenza; era un po’ il mio bambolotto. La portavo sempre con me, anche al mare. Era molto vivace ed espansiva, soprattutto quando giocava con i cuginetti, bisognava tenerli sempre a bada!». Lei lavora insiema a Samantha. Come si convive? «È molto determinata, se si prefigge un obiettivo, lo raggiunge; non si fa mettere i piedi in testa; cerca di instaurare con tutti un buon rapporto, ma si fa rispettare». E la sua scrivania? Precisa ed ordinata o regna il caos? «Un giusto equilibrio tra le due; la sua è la scrivania di una persona che lavora, ci sono momenti intensi in cui magari ci sono fogli sparsi e un po’ più di confusione, ma nei periodi tranquilli tutto torna in ordine». Già operativa al mattino presto… oppure ha bisogno di un caffè per cominciare? «Lei è operativa già da quando è in macchina, e in ufficio arriva allegra e sveglia, non ha bisogno del caffè». Chi delle due chiede consigli all’altra? «Entrambe. Ci confrontiamo sempre sulle decisioni importanti, perchè ci compensiamo molto. Ognuna ha la sua autonomia anche se siamo lontani. Oggi, ad esempio io sono in Russia, ma l’ho già sentita due volte. Siamo lo stesso sempre vicini». Ci sono comportamenti che le ricordano ancora la sua sorellina? In questa pagina Samantha Ceccardi in alcuni momenti del concerto di José Carreras alla Villa Reale. In alto a sinistra, una giovanissima Samantha durante una vacanza in Thailandia «Ancor oggi si commuove soprattutto quando si parla di animali. Il suo è un amore irrefrenabile ed essendo io un cacciatore a volte ci scontriamo. Di recente mi ha sgridato perché, dopo aver trovato un topo in una cassapanca, non l’ho fatto uscire dal portone!». Ermanna Parravicini, l’amica del cuore Voi vi siete conosciute allo Sporting tanti anni fa, poi vi siente un po’ perse di vista: ora siete tornate grandi amiche. In tanti conoscono Samantha nella sua veste professionale, una donna in carriera che ama il suo lavoro, ma com’è nel privato? «Quando lavora sembra fredda, distaccata, nella sua vita privata è l’opposto; è una donna molto dolce, che sa dare tanto affetto, disponibile all’ascolto, qualità rara. È attenta ai particolari e alle esigenze delle persone che le stanno vicine». Cosa compra quando fa shopping? «Le piacciono le cose belle, raffinate ed eleganti e non segue le mode». Ha le mani bucate o è parsimoniosa? «È attenta, anche se ogni tanto qualche sfizio se lo toglie». Qual è l’ultimo regalo che lei ha fatto a Samantha? «Una mantella di cachemire, mentre l’ultimo che lei ha fatto a me è un rospetto portafortuna in argento. Sul biglietto ha scritto: “Con l’augurio che si possa trasformare in principe azzurro!”». Minigonna o tailleur? «Tailleur, di sicuro. E con le scarpe senza tacco». Bon ton o trasgressiva? «Bon ton, elegante e rigorosa, come lo è con se stessa». lavorativa e il settore in cui è più specializzata». 56 M C N.42 N.42 M C 57 IL CLUB DEI PROTAGONISTI Michele Pizzi, amico dall’adolescenza Da quanti anni la conosce? «Da più di venticinque. Eravamo dei ragazzini perché entrambe le nostre famiglie frequentavano lo Sporting Club di Monza». Com’è avere per amica una donna come Samantha? «È un’ottima amica ed una donna veramente simpatica con cui è possibile soprattutto fare grandi risate». Con tutti gli amici ci si irrita per qualcosa: lei per cosa si arrabbia con Samantha? «Parla sempre, in continuazione e a volte, per riuscire a parlare, devo alzare la voce. Questa è una cosa che mi fa proprio innervosire». Una cosa che invece la rende unica? «La fiducia che ha sempre riposto in me da quando ho cominciato a fare l’avvocato. Avrebbe potuto rivolgersi a persone con più esperienza, ma mi ha sempre chiesto consigli». Da adulti il rapporto cambia, si evolve; com’è oggi la vostra amicizia? «Oggi la nostra amicizia si può definire intima ma non frequente. Siamo cresciuti e la vita chiaramente ci ha portato su strade diverse, ma la confidenza è rimasta quella di sempre». Marco Marinoni, amico universitario «Ci siamo incontrati in biblioteca a Monza durante l’Università. Si passavano intere giornate là e alla fine ci si conosceva un po’ tutti». Come era in compagnia? «Spigliata, piacevole e sapeva divertirsi molto. Insieme ad altri amici abbiamo fatto anche un viaggio in Thailandia, organizzato da lei, che a quei tempi lavorava nelle agenzie di viaggi. Poi tanti weekend, in montagna o al mare in barca a vela» Una di quelle sempre in ritardo? «No, sempre abbastanza puntuale. Non era certo una di quelle amiche che all’ultimo momento non si presentano, senza avvisare». Ha molti amici maschi? «Non lo so, ma la mia sensazione è che abbia più amici maschi che donne». Oggi com’è la vostra amicizia? «Ora ognuno ha la sua vita, una famiglia e non abbiamo più tante occasioni di vederci. Ma se ci si incontra, magari in centro, si fanno lunghe chiacchierate. Ultimamente ci siamo ritrovati su Facebook, ci scriviamo promettendoci sempre di vederci… ma non ci siamo ancora riusciti!». 58 M C N.42 Sopra, da sinistra, Claudia Grasso, Martina Sassoli, l’assessore regionale Massimo Zanello con Samantha. Sotto, in Thailandia MONZA young Air BAR DONNE & MAMME Pappe, giochi, biberon... pc e telefonino LADY DIOR Oggetto del desiderio Un locale per ogni ora Sarà per il design all’americana, nuovo e accattivante, fatto di spazi ampi e chiari; sarà per l’offerta che copre tutte gli orari della giornata, dalle colazioni al pranzo, dall’aperitivo al dopocena; fatto sta che, a tre anni dall’apertura, l’Air Bar di via San Gottardo è uno dei locali più gettonati di Monza. Gestito da Danilo Costa e Matteo Colucci, affiancati da uno staff di giovani professionisti, è aperto tutti i giorni e propone un’ ampia gamma di scelte, sia all’interno del locale, con disponibilità a feste private come compleanni o lauree, sia portando all’esterno i propri buffet, attraverso un servizio di catering personalizzato secondo le esigenze del cliente. Da tenere presente, il giovedì sera, la serata dedicata agli aperitivi regionali, durante i quali è possibile degustare vini e prelibatezze provenienti da ogni angolo d’Italia. Elisa, pattinatrice tra Monza e New York I.P. Via San Gottardo, 66 – Monza – T.039/2308549 PROMESSE ELENA La televisione è donna MONZA YOUNG MONZA YOUNG Elena La tv è tutta al femminile • segni particolari LENTIGGINI • Responsabile editoriale del nuovo canale Lei di Sky, Elena racconta la passione per il piccolo schermo “imparata” sui banchi dell’università • di Benedetta Trabattoni - foto Marco Brioschi F inalmente è arrivata una dimensione televisiva interamente pensata per l’universo femminile: si tratta di Lei, il canale 125 di Sky prodotto da Digicast (RCS MediaGroup), adatto a tutti i tipi di donna. “Lei” è la rivincita per tutte coloro che, stanche di fissare una partita di calcio, possono sedersi sul divano e assaporare la bellezze dell’essere l’altra metà del cielo. Elena Brugola, trentenne di Vedano al Lambro, è il braccio destro della direttrice del canale. Solare e intraprendente, nel poco tempo libero che le rimane, ama leggere e correre, soprattutto nel Parco di Monza. «Mi si apre veramente il cuore - ha ammesso - quando corro nel verde», ma la sua più grande passione è il diving. Vive a Milano, ma i suoi abiti sono rimasti a Vedano... «Dove ci sono i vestiti... c’è casa!», ha esclamato sorridendo. Com’è iniziata questa nuova avventura? «Lavoravo con la direzione della casa di produzione televisiva italiana Magnolia, occupandomi dello scouting di format e marketing internazionale, quando a una mia collega è stata affidata la direzione del canale Lei di Sky: lei mi ha fortemente voluta nel suo team e così, da novembre, vivo in questa nuova realtà con il ruolo di responsabile 62 M C N.42 • editoriale della produzione, delle iniziative speciali e delle sinergie del gruppo. Il canale è stato messo in piedi praticamente in quattro mesi, partendo da zero. Un’esperienza davvero esaltante». Hai avuto esperienze precedenti nel campo della comunicazione? «Mi sono laureata nel 2003 in Scienze della comunicazione allo Iulm e ho lavorato per un anno e mezzo per una concessionaria di pubblicità, una scelta fatta molto con la testa e poco con il cuore. Il mio grande sogno è sempre stata la televisione anche perché, avendo alle spalle una famiglia impegnata in questo settore, sono praticamente cresciuta a pane e tv. Così ho fatto una prima esperienza nel gruppo Einstein, società leader nella produzione e nella distribuzione di contenuti, lavorando per “Love Bugs”, poi mi sono trasferita due anni a Roma per la ricerca e sviluppo di format televisivi. Successivamente sono passata in Magnolia». In genere non è facile per un giovane trovare un’occupazione nel settore della comunicazione; hai trovato anche tu difficoltà all’inizio? «Sinceramente no, anche perché ai tempi nessuno si occupava di media. Con il tempo > data di nascita 19 NOVEMBRE 1978 passioni LEGGERE, DIVING e CORSA pittore DAMIEN HIRST • • stilIsta VALENTINO passioni LEGGERE, DIVING e CORSA • • qualifica LAUREATA IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE oggetto del desiderio SCARPE, IN PARTICOLARE QUELLE DI CHRISTIAN LOBOUTIN Elena Brugola nel suo appartamento di Vedano N.42 M C 63 MONZA YOUNG MONZA YOUNG Oggetto del desiderio mi sono creata un profilo così particolare che in Italia risulta molto interessante: alle case di produzione serve una figura che conosca i format e dall’altra parte in televisione è fondamentale avere qualcuno che sappia muoversi tra i meccanismi pubblicitari». Come nasce la volontà di creare un canale interamente femminile? «Dall’esigenza di occupare uno spazio televisivo a nostro parere vuoto, per ritagliare all’interno del panorama circostante una dimensione che fosse totalmente “donna”, anche se ovviamente gli uomini sono i benvenuti». Qual è il target a cui si rivolge Lei? «A donne over 40, trendy, cosmopolite, che hanno ormai passato la fase dei complessi interiori, a tutte coloro che hanno capito che la vita perfetta non può esistere e la affrontano accettandola così com’è, con una grandissima voglia di divertirsi». Essere una donna in carriera oggi è…? «Faticoso. Molto. Per la società l’uomo nasce con la scienza infusa, noi donne dobbiamo sempre dimostrare di saper fare. Io ho molte amiche e nel mio staff preferisco avere le donne: amo come lavorano, come si gestiscono, come pensano». Che progetti hai per il futuro? «Spero di continuare su questa strada, il massimo per me sarebbe diventare direttrice di un bel canale televisivo per sperimentare nuovi linguaggi, metodi innovativi di comunicazione; lo vedrei come un figlio da plasmare a mia immagine e somiglianza». Che genere di televisione ami? «Vado pazza per le serie televisive e per “X-Factor”, un format a cui ho creduto quando ero in Magnolia, perché è un programma eticamente pulito e offre uno spazio ai giovani e alla musica. Detesto tutti quei contenitori vuoti, intellettualmente poveri tipo “Buona Domenica” e il “Grande Fratello”, perché fondamentalmente non sono niente: non sono intrattenimento, non sono ricchi di contenuti e, a mio avviso, non sono nemmeno divertenti». 64 M C N.42 Alcuni dei volti noti di Sky, tra cui Ilaria D’Amico e, a fianco, Maria Latella. In alto lo studio di “Protagoniste”, talk show quotidiano in onda sul canale Lei in cui sono le donne a intervistare ospiti uomini Porta il nome della principessa che l’ha ispirata Lady Dior, pezzo forte della nuova collezione primaverile di Christian Dior: molto più che una semplice trousse. L’idea di omaggiare Lady D, in visita a Parigi nel 1995 per una mostra, fu di Madame Chirac, che commissionò alla Maison francese la realizzazione di un pezzo unico; si decise di optare per la rivisitazione di una celebre borsa, creando un modello in pelle nera che simboleggiava lo stile della donna parigina. La Lady Dior 2009, verniciata e trapuntata con lavorazione Cannage e aggraziata con lettere Dior in metallo color argento, contiene un make up in due colori utilizzabile per guancia, labbra e occhi; a questa si aggiunge la versione 5 colori, nelle tonalità “Parisian Lights” e “Elegante”, nuovo duo di ombretti nude look, una nuova matita occhi e due per le labbra, due blush, quattro Dior Addict Ultra Gloss e due High Shine. Infine due nuovi smalti, nelle tonalità del beige e del rosa. Al suo interno anche una tasca con zip e una porta cellulare. Il costo? 1.450 euro, 285 per la pochette. Del resto la bellezza, si sa, non ha prezzo. N.42 M C 65 MONZA YOUNG MONZA YOUNG Elisa Angeli Un angelo in volo per New York È stata scelta dai coreografi dell’Ice Theatre di New York, che per caso l’hanno vista pattinare ed oggi è prima ballerina per una delle compagnie più importanti e più famose al mondo di Greta La Rocca È nata il giorno di Natale, Angeli è il suo cognome e oggi Elisa sembra davvero un angelo che ha coronato i suoi sogni. Un viso dolce, capelli chiari e lineamenti che nascondono la sua età: quest’anno spegnerà le 30 candeline. Eppure, quando si infila i pattini e scende in pista, sfodera una grinta e una determinazione inaspettate. La giovane monzese, che ha scoperto il pattinaggio quasi per gioco, oggi è prima pattinatrice dell’Ice Theatre di New York. Quando è iniziata la tua avventura americana? «Nel settembre 2005 sono partita per la Grande Mela per seguire un corso di danza che, oltre ad essere una mia passione, è anche una disciplina molto importante per noi pattinatori. In America esistono tante scuole valide e da lì partono idee interessanti. Come faccio sempre quando sono lontana dalla mia città, ho portato i pattini con me. Un pomeriggio, tre giorni prima del mio 66 M C N.42 rientro in Italia, mentre pattinavo, sono stata avvicinata da due coreografi dell’Ice Theatre di New York. Stavano provando nuove coreografie che da lì a breve avrebbero insegnato all’intero cast. Mi hanno chiesto chi fossi, da dove venissi e hanno voluto che lasciassi il mio numero di telefono. Sono partita. Ero molto felice e orgogliosa, ma non pensavo che mi avrebbero cercata». E invece? «Mi hanno chiamata, un giorno dopo il mio rientro. E, senza nessuna esitazione, sono ripartita per partecipare alla tournée autunnale. Ormai da più di tre anni vado a New York per esibirmi con la compagnia del teatro due volte all’anno. Nei mesi autunnali e in primavera. Fino a poco tempo fa ero una pattinatrice del cast, oggi invece sono prima ballerina». Qual è la tua specialità? «Coppia danza. Ho iniziato a sei anni, mi accompagnava mio papà agli allenamenti al Piranesi a Milano, il palazzo del ghiaccio oggi chiuso. Dopo una pausa di quasi due anni, ho ripreso all’Agorà di Milano, ho pattinato insieme a Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, allenata da Roberto Pelizzola. Moreno Lafiosca è stato il mio partner, ma ho deciso di smettere di gareggiare, quando avevo 21 anni. Insieme avevamo raggiunto risultati importanti, eravamo secondi a livello italiano, ma come coppia più in là non saremmo potuti andare. Ho lasciato la carriera agonistica, ma abbiamo continuato a pattinare insieme e a esibirci. Negli ultimi anni, coreografati da professionisti del teatro La Scala di Milano, abbiamo preparato un musical insieme a Barbara Fusar Poli e abbiamo partecipato al Galà “Stelle di ghiaccio” a Sesto San Giovanni». In Italia ti esibisci poco? «Purtroppo sì. L’Italia organizza solo due eventi in inverno e due in primavera e in quei mesi sono a New York per esibirmi con la compagnia del teatro. Quest’anno, per la seconda volta, siamo stati anche in Francia a Lione. Abbiamo partecipato a un tour insieme ad alcuni atleti della nazionale francese». Atleta della Nazionale italiana e pattinatrice a New York: come cambia il pattinaggio? «In Italia prevale l’aspetto atletico, contano molto le difficoltà. La squadra italiana è cresciuta tanto a livello tecnico, eppure manca la preparazione artistica. Non emoziona, come avviene invece in America. Qui gli spettacoli sono improntati sulla scenografia, gli show sono molto teatrali e i pattinatori interpretano un vero e proprio balletto sui pattini. In futuro vorrei collaborare con coreografi di danza americani per sviluppare nuove idee; mi piacerebbe che l’aspetto artistico ed emozionale aiuti ad acquisire più peso anche in Italia». Elisa impegnata in un’esibizione con la sua compagnia E la famiglia? «Sento la mancanza dei miei genitori e delle sorelle alle quali sono molto legata. A loro devo moltissimo, mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata, lasciandomi libera di scegliere, di sbagliare e di capire, senza essere troppo invadenti. Loro sono felici e soddisfatti del mio successo, nonostante sia spesso lontana. Rimpiango l’intimità della mia città. New York è bellissima, stravagante, divertente, eppure a confronto persino Milano mi sembra piccola». N.42 M C 67 MONZA YOUNG MONZA YOUNG Mamme e donne Eroine del quotidiano Cinque mamme e sette bimbi, scatenati, gioiosi, instancabili e... urlanti! Giovani donne carine, impegnate nel lavoro, nel sociale e nella politica, che conservano le loro amicizie e riescono a vivere la maternità come una gioia e non come una limite. Le abbiamo radunate in un pomeriggio di fuoco (per chi non è abituato a fronteggiare l’energia dei piccoli!) per farci raccontare come conciliano tutti i loro modi di essere donna di Greta La Rocca - foto Marco Brioschi LA POLITICA E L’AIUTO DI UNA FAMIGLIA ALLARGATA Mamma per la prima volta a 30 anni e, ora che la figlia più grande ne ha quasi 5, c’è la piccola Catherina, 1 anno. Le principesse di casa sono da coccolare, da viziare, da sgridare. E da accudire. Cinzia Bertazzo, che lavora in un’agenzia pubblicitaria a Milano, vive con le sue bambine, nate da padri diversi. Eppure, per poter far funzionare perfettamente la macchina organizzativa, conta sul sostegno di una moderna famiglia allargata: i papà, i nonni, il fidanzato di mamma e l’amica babysitter. Grazie a loro Cinzia si gode le sue piccole donne, senza rinunciare a hobby e passioni. Coltiva l’interesse per la politica: un corso una sera a settimana, un master a Firenze un weekend ogni venti giorni e, tra qualche mese, anche la campagna elettorale. «Mi dispiace lasciare le mie bambine, ho dei sensi di colpa, ma cerco di superarli. Ho bisogno di avere i miei spazi, altrimenti sarei una mamma insoddisfatta». > Monza Club ringrazia il Club degli alveari di Vedano al Lambro che ci ha ospitato per la realizzazione del servizio fotografico 68 M C N.42 N.42 M C 69 MONZA YOUNG MONZA YOUNG UNA MAMMA RIGIDA E ORGANIZZATA Ha poco più di un anno Giorgia, eppure Fiorenza Rovelli, mamma giovanissima (26 anni) ha un’agenda ricca di appuntamenti. Il lavoro al mattino in un negozio di vestiti per bambini, la palestra due volte a settimana, le serate con le amiche, la cenetta intima con il marito, le commissioni per le vie del centro: «Giorgia è una bambina solare, simpatica, ama uscire, guardare le vetrine, infatti il pomeriggio viene sempre con me». Oltre all’indispensabile collaborazione delle nonne, dalle quali nel weekend a volte la nipotina trascorre volentieri la notte, Fiore ha l’aiuto prezioso del papà: «Quando esco, mio marito passa la serata in casa con Giorgia e, spesso, per non restare solo, invita gli amici a cena». Organizzazione e rigidità sono i segreti di Fiore: «Desidero che Giorgia cresca con orari e abitudini precise. Se, ad esempio, va a letto tutti i giorni alla stessa ora, io e mio marito possiamo goderci la serata, senza rinunciare alla nostra intimità». CENE A CASA PER NON RINUNCIARE ALLA COMPAGNIA Un ristorante in città da gestire insieme al marito e Alessandro, un bambino di quasi due anni, che vuole l’amore e le attenzioni della mamma. Caterina Sironi, 31 anni, lavorando di sera, trascorre le giornate con il piccolo uomo di casa. Nessuna babysitter sulla quale contare, ma solo due nonne indispensabili che coccolano volentieri Alessandro quando la mamma ha bisogno dei suoi spazi e non può portarlo con sé. Mamma e papà lavorano insieme, ma qualche volta sentono il bisogno della loro intimità. Per non lasciare solo Alessandro nelle poche serate libere, Caterina preferisce organizzare gite di un giorno con il marito, nonostante nel weekend lavori, non rinuncia a trascorrere il tempo con gli amici: «Amo organizzare cene in casa nei giorni infrasettimanali, complice il mio desiderio di tranquillità e relax – racconta – In questo modo Alessandro può andare a letto presto, senza rinunciare alle coccole di mamma e papà». 70 M C N.42 PAUSA PRANZO CON LE AMICHE DI SEMPRE Giulia ha un anno e tra qualche mese avrà una sorellina con cui giocare. Alessandra Pancirolli, 35 anni, che purtroppo non può sempre contare sulla collaborazione dei genitori che abitano lontano, ha l’aiuto indispensabile di una tata: «In mancanza dei nonni, e soprattutto in previsione del nuovo arrivo, è molto importante». Mamma Alessandra ama coccolare la piccola di casa e trascorrere le serate e i weekend insieme a Giulia e al marito. Eppure non rinuncia ai pettegolezzi e alle chiacchiere con le amiche: «Preferisco prendermi i miei spazi durante la giornate, soprattutto durante la pausa. Spesso organizzo pranzi con le mie amiche. È un modo per vedersi e non perdere i contatti». Alessandra, che prima era più nervosa e impulsiva, con l’arrivo di Giulia si è riscoperta paziente e permissiva: «È una bambina solare, felice, brava. Credo sia inutile un’eccessiva rigidità. Con lei ho scelto di non impuntarmi, di non essere fiscale, di essere più serena e tranquilla». LA FAMIGLIA AL PRIMO POSTO, SENZA RINUNCIARE ALLA PASSIONE PER LA MODA Prima studentessa, poi neolaureata con uno studio di architettura e ora mamma felice e soddisfatta. Carlotta Celletti, 34 anni, che oggi lavora come public relation a Milano per il ristorante di famiglia, desidera godersi la sua famiglia. Mentre Gregorio, quasi 6 anni, va all’asilo, la piccola Ginevra, quasi 3, trascorre le giornate con la mamma. Nel weekend Carlotta, che ama passare il tempo con il marito e i figli, organizza giornate al mare, passeggiate al lago o gite fuori porta; dal Castello Sforzesco al Museo della Scienza e della Tecnica, dal Parco di Monza al Parco Naturale: è un’idea per stare tutti insieme e non rinunciare ai propri interessi. Da mamma attenta e premurosa, quando i nonni o il papà diventano babysitter insostituibili, Carlotta torna a essere donna e ritrova la sua femminilità: sceglie le serate con le amiche piuttosto che le pizzate di classe. «Mal di pancia e pannolini? Preferisco parlare di scarpe e borse». N.42 M C 71 MR Marabese&Radici L’atmosfera di casa creata su misura Letti, Coordinati, Complementi d’arredo, Oggettistica,Tende, Progettazione interni La casa non è casa se non appare vissuta, amata, creata pezzo per pezzo da chi ci abita, proprio come se fosse un abito su misura. E curata in ogni dettaglio, ogni tessuto, ogni piega, ogni sfumatura di colore. Per farlo, per rendere personale e ambientato ogni pezzo d’arredamento, ci vuole oltre che grande professionalità e conoscenza di prodotti e materiali, anche una grande sensibilità per i gusti del cliente e la non comune capacità di creare una sintonia tra gli oggetti. Delicate attenzioni che Michela e Simona mettono a disposizione della clientela nel negozio MR Marabese&Radici: non certo un semplice negozio di arredamento, bensì un atelier vero e proprio, dal momento che MR accompagna il cliente nella disposizione degli spazi, nella stesura del progetto, ma anche nella scelta dei materiali e nella selezione dei complementi d’arredo. Una lampada, uno specchio, una tenda… tra gli oggetti uno non vale l’altro e ciascuno può fare la differenza nell’esprimere il “carattere” di una casa e di chi vi abita. Non sempre per ottenere lo scopo è necessario esercitare l’eccentricità; spesso a fare la differenza sono manufatti e creazioni dal sapore classico, in stile Retrò: lampade, oggettistica d’arredo, cornici, letti imbottiti, tavolini di legno, madie… Un’idea per tutte: per trasformare una angolo vuoto in un ambiente perfetto per una serata tra amiche, MR propone un tavolino da gioco in legno con lavorazione laccata e anticata, al cui interno si celano scacchi di legno pronti per essere mossi sulla scacchiera… Che vinca il migliore! Cortile interno - Via Zucchi, 10/12 - 20052 MONZA Tel. 039 2209221 - [email protected] - www.mrcollezioni.com/.it I.P. Curiamo l’immagine della tua casa BRIANZA CLUB BRIANZA CLUB Mino Reitano Ragazzo di Brianza La morte del celebre cantante, che da 40 anni viveva ad Agrate, ha scosso l’Italia e la sua terra d’adozione di Laura Marinaro foto di Gaetano Galbiati A d Agrate Brianza era arrivato alla fine degli Anni Sessanta, quando la Brianza era una terra di contadini e di cascine e somigliava tanto alla sua Fiumara. Suo padre, Rocco, lavorava la terra, ma da direttore della banda di Reggio Calabria qual era, conosceva bene anche la musica; entrambe le cose le ha portate a mille chilometri di distanza da casa e così Mino Reitano, morto a 64 anni, lo scorso 28 gennaio nella sua villa di Agrate, per tutti è sempre stato un “Ragazzo di Calabria”, come recitava una sua celeberrima canzone, ma anche un ragazzo di Brianza. Di questo ne sono certi i suoi concittadini, che a migliaia gli si sono stretti intorno nel giorno del funerale, ma anche tantissimi amici monzesi e lombardi. Ad officiare il rito funebre nella chiesa di Sant’Eusebio, traboccante di personaggi famosi, amici e tanti fan, insieme a don Mauro Radici, è stato don Antonio 74 M C N.42 Mazzi. «Mino era un amico speciale - ha detto sull’altare trattenendo le lacrime il fondatore di Exodus - era generoso anche con i miei ragazzi e non dimenticherò mai quando è venuto a trovarci e ha suonato con il violino l’Ave Maria cantando in un modo sublime...». In paese tutti se lo ricordano come un bravo ragazzo dalla faccia onesta, che “non se la tirava”. «In giro non si vedeva tanto perché faceva una vita ritirata - ha raccontato un agratese ma il fratello Franco ha insegnato musica a tutti i bambini della città e l’altro, Gegè, gestiva un ristorante, per cui è una famiglia che tutti conosciamo e adoriamo, e che ha fatto tanto bene a tutti noi». Infatti Mino, quando era ancora agli esordi della sua carriera, con i primi soldi sonanti costruì un vero e proprio villaggio fatto di villette, ancora oggi chiamato Villaggio Reitano, nel quale chiamò a raccolta la sua numerosa e colorata famiglia. In quel villaggio volle poi realizzare un campo > N.42 M C 75 BRIANZA CLUB BRIANZA CLUB 3 1 di calcio per coltivare, con gli amici, la sua seconda passione oltre alla musica: il pallone. In quel campo passarono tanti amici anche importanti. «Conobbi Mino nel 1971, quando pattugliavo la zona di Agrate - ha raccontato Gaetano Galbiati, ex maresciallo dell’Arma di Monza, e organizzatore di eventi benefici legati al pallone - Per me è stato un grande amico, come tutta la sua splendida famiglia: ci univa il calcio, ma anche la passione per 2 la musica: in passato prendevo la licenza nei mesi estivi per seguirlo nelle sue tournée in Calabria». Insieme a Galbiati e al giudice monzese Piero Calabrò, Mino Reitano organizzava partite benefiche con la Nazionale Cantanti e per l’associazione “Un Calcio al Bisogno”. Si giocava proprio a Monza. «Mino era una persona meravigliosa, anche se a calcio non era un granché - ha ricordato commosso Alessandro, detto Spillo, Altobelli, ex campione del Mondo del 1982 - Una volta nello Stadio Brianteo, durante una partita di beneficenza, visto che sapevo che ci teneva a segnare, gli ho servito una palla imprendibile davanti alla porta e lui ha fatto gol! La mia emozione più grande è stata quella di vedere la sua enorme felicità». La grandezza di questo piccolo grande uomo che nell’ultimo saluto in molti hanno voluto omaggiare (da Adriano Celentano con la moglie Claudia Mori, a Memo Remigi, Roby Facchinetti e i Pooh, Gianni Morandi, Little Tony, Nicola di Bari, Mike Bongiorno e tantissimi altri vip) era proprio nella modestia, nell’infinita bontà e nella mancanza di invidia. Doti che sono state ricordate da Adriano Poletti, sindaco del paese in cui risiedeva e suo grande amico, ma anche dal presidente della Provincia di Milano Filippo Penati («I calabresi come lui hanno fatto grande anche la terra che li ha ospitati», ha detto), dai sindaci di Fiumara e di Reggio Calabria, ma soprattutto da migliaia di amici arrivati sia dalla sua terra di Calabria, che dalla Germania, dove lui aveva vissuto. In quel giorno triste persino la sua amata moglie, Patrizia e le figlie Grazia e Giuseppina hanno avuto una parola per tutti e una stretta di mano. Su tutti campeggia ancora quel cartello scritto da un ammiratore milanese: «Avevi un cuore che ti amava tanto»... IL RAGAZZO SEMPLICE CHE CONOSCEVA LA MUSICA E SUONÒ CON I BEATLES Beniamino Reitano, noto come Mino, nasce a Fiumara (Cz), il 7 dicembre 1944 . Autore delle musiche di quasi tutte le canzoni da lui incise, ha scritto anche brani per altri. Nel 1961 incide il suo primo 45 giri con cui diviene noto. Alla fine dello stesso anno si trasferisce in Germania, dove il suo gruppo è scritturato per una serie di esibizioni, tra cui un club in cui suonano insieme ai Beatles (all’epoca The Quarrymen) ai loro esordi. La sua carriera è sempre stata piena di successi, fino al 1990 quando partecipa a Sanremo con Italia. 76 M C N.42 4 1- Mino Reitano nel suo campo di calcio con i carabinieri di Monza nel 1986 2- Da sinistra Paolo Villaggio con la moglie Maura, Mino Reitano e Gino Paoli 3- Mino Reitano in una foto del 1985 4- Al centro il cantante con a sinistra il Meresciallo Gaetano Galbiati nel 1994 N.42 M C 77 BRIANZA CLUB BRIANZA CLUB Emanuela Sironi La politica al femminile, È missione quasi impossibile una delle due donne che ricoprono l’incarico di Presidente del Consiglio Comunale in Brianza e l’unica di centrodestra. Emanuela Sironi, lissonese, 44 anni, la politica ce l’ha nel sangue, come anche l’arte di comunicare. Dopo una legislatura come assessore ai Servizi Sociali del Comune, ha accettato l’incarico di Presidente del Consiglio Comunale della città al fianco del sindaco leghista Ambrogio Fossati. È presidente del Consiglio comunale di Lissone ed è l’unica donna del centrodestra a ricoprire questo incarico in Brianza di Laura Marinaro foto Marco Brioschi 78 M C N.42 Ci racconti di lei, dei suoi studi, di come è arrivata alla politica. «Ho studiato al Liceo linguistico di Como e poi mi sono messa a lavorare, perché avevamo perso il papà e mia mamma da sola non ce la faceva con tre figli… Mi sono sposata e ho avuto due bambini e nel 2005 mi sono iscritta alla Facoltà di Scienze dell’Organizzazione della Bicocca, che ha sede qui a Monza, e conto di laurearmi a breve! Alla politica mi sono avvicinata a 19 anni, quando sono entrata nella segreteria dei giovani della Dc, dove sono rimasta fino ai 30 anni, anche con incarichi importanti come l’organizzazione dei convegni nazionali. Quando è nata Forza Italia sono subito entrata a farne > N.42 M C 79 BRIANZA CLUB parte: mi affascinava Berlusconi, l’imprenditore che si da alla politica non certo per fare soldi, il politico nuovo. Da democristiana ho subito sentito i valori di Forza Italia vicini ai nostri, la difesa dei valori cristiani, pur nella laicità». Un mondo di coccole per tutti Una lunga esperienza nel campo del benessere maturata dietro le quinte di famosi programmi televisivi e con la gestione di centri estetici di prestigio, sia a Milano che a Monza, oltre a una vera e propria passione per tutto ciò che è bellezza e cura del corpo e della mente; questi sono gli ingredienti principali che hanno permesso a Gisella Alessi di realizzare il sogno di un centro tutto suo. Oggi The Natural SPA, che si appresta a compiere il quinto anniversario della nascita, è frequentato da molte clienti, alcune delle quali seguono il lavoro di Gisella da più di dieci anni. I trattamenti proposti sono molti e tutti eseguiti con tecniche e metodologie all’avanguardia. Con grande attenzione sia all’aspetto esteriore che al benessere interiore, il centro offre terapie di altissimo livello per il viso, fotoringiovanimento, termage, analisi impendenziometriche, ma anche percorsi di dimagrimento localizzato, tonificazione e modellamento, percorsi di benessere e relax. Per momenti di piacere, per una pausa pranzo in relax, per prepararsi per una serata importante… per le mille occasioni, in pieno centro a Monza, un luogo magico in cui rigenerarsi. Ha detto che si è sposata giovane e ha avuto due figli che oggi hanno 20 e 17 anni...come ha fatto a conciliare la famiglia, il lavoro e la politica? «È stato difficile ma inevitabile: mio marito l’ho conosciuto nella segreteria del partito. La passione per la politica sono riuscita a coltivarla grazie all’aiuto della famiglia, ma cercando di essere una madre comunque presente». Cosa significa la politica nella sua vita oggi? «Devo confessare un segreto: in realtà la mia aspirazione era quella di fare la giornalista, ma quando ho capito che mondo era, ho mollato... troppo difficile arrivare. La Politica invece mi ha riservato delle sorprese stupende: prima di tutto le conoscenze e le opportunità e poi l’impegno nella mia città». The Natural SPA Emanuela Sironi, 44 anni, lissonese doc alla guida del Consiglio comunale della sua città Come sono state l’esperienza di assessore ai Servizi Sociali e quella di oggi? «Beh la prima stupenda e molto faticosa, ma mi è venuta facile, dato che vengo da una famiglia da sempre impegnata nel sociale: sono cresciuta con due fratelli in affido. L’esperienza di Presidente del Consiglio Comunale è diversa: gli uomini mi fanno molto ostruzionismo e ho dovuto moderare la mia impulsività in questo ruolo, ma comunque mi piace». Ha delle passioni oltre la politica? «Da piccola sono stata una ginnasta artistica, ma oggi più che andare ad ammirare le gare non posso fare. Sono appassionata di libri e musica, soprattutto italiana: adoro Zucchero e Battiato , che è anche mio amico. Inoltre adoro cucinare quando ho tempo e viaggiare, ma mai da sola. Adesso inizio a frequentare un corso di Pizzica che mi ha regalato il mio amore per San Valentino: voglio entrare nell’anima salentina e in quella terra meravigliosa». 80 M C N.42 Via Carlo Porta, 21 - Centro Monza - Tel. 039 3900528 I.P. Cosa pensa della Provincia di Monza? «Vent’anni fa ero una delle giovani che raccoglievano le firme sotto il palazzo dell’Upim per la Provincia: non dico altro!». BRIANZA CLUB BRIANZA CLUB corso della mia tesi di laurea in occasione di una manifestazione fieristica ad Udine. Lì presentavamo dispositivi per la Medicina Rigenerativa sviluppati presso il nostro Dipartimento e raccolti in un progetto comune su (brillante) idea della professoressa Mantero». Ha avuto la fortuna di vivere un’esperienza straordinaria, scientificamente ed umanamente. «Per evitare debilitanti terapie anti rigetto nei pazienti, il nostro lavoro ha aperto nuove prospettive per la medicina. In futuro, l’ingegneria dei tessuti biologici potrebbe consentire lo sviluppo in vitro di interi organi, risolvendo l’attuale carenza cronica di donatori». Adelaide Asnaghi N Il futuro è nella ricerca È una giovane scienziata già famosa e stimata. Porta la sua firma, infatti, il bioreattore che ha permesso di realizzare il primo trapianto senza farmaci antirigetto di Greta La Rocca on ha ancora trent’anni, eppure il suo nome è già apparso sulla celebre rivista scientifica “Lancet”. Perché il primo trapianto di trachea, senza farmaci antirigetto, realizzato nell’ottobre dello scorso anno all’ospedale Clinic di Barcellona da Paolo Macchiarini, passa anche per la Brianza. Maria Adelaide Asnaghi, che vive e risiede a Meda, è dottoranda in Bioingegneria presso il Politecnico di Milano. Qui, affiancata dalla professoressa Sara Mantero, ha progettato il bioreattore senza il quale quell’intervento sarebbe stato possibile. Adelaide, mi parli della sua importante scoperta: com’è avvenuta? «È stato il risultato della virtuosa collaborazione tra i diversi gruppi di ricerca coinvolti nel lavoro, ed ancor prima delle straordinarie capacità ed onestà intellettuale del professor Macchiarini, il quale si è adoperato per individuare e riunire le eccellenze europee nei diversi settori». Il professore l’ha voluta con sé a Barcellona perché lo affiancasse durante l’intervento. Come è riuscita ad entrare in un’equipe così prestigiosa? «È stato il professor Macchiarini a contattarci, dopo aver notato il bioreattore sviluppato nel 82 M C N.42 È giovane, eppure la sua vita professionale le ha già regalato grandi soddisfazioni. Come si sente? «Per mille ragioni, felice. Fortunata: collaboro con professionisti scientificamente ed umanamente eccellenti, ai quali devo un ringraziamento speciale. Certamente sono soddisfatta per l’esito positivo del trapianto di Claudia Castillo, 31 anni, cittadina colombiana sulla quale abbiamo per la prima volta testato il bioreattore, ma ancora non appagata: il mio percorso è solo all’inizio, ho ancora moltissimo da imparare e spero di poter contribuire al raggiungimento di nuovi traguardi». Oltre ad essere giovane, lei è anche una donna. E, purtroppo, l’opinione comune crede che questo settore sia adatto solo agli uomini. Cosa ne pensa? «È una falsa credenza. La mia esperienza è ricchissima di figure femminili eccellenti. Fino ad oggi, non ho subito alcuna discriminazione legata alla mia sessualità. Credo, però, che una donna abbia maggiori difficoltà nella gestione quotidiana dell’attività. Questo percorso non è semplice: ad ora non ho orari e non pianifico nulla più in là di 2 giorni. In futuro si tratterà senz’altro di compiere alcune scelte». Pensa che i pregi e i difetti del suo lavoro cambino da uomo a donna? In che modo? «Credo si tratti di una questione molto personale e che dipenda dalla predisposizione, dalla passione e dalle scelte di ciascuno. Certo, l’impegno in attività sperimentali impone ritmi di vita intensi ed imprevedibili, che io scelgo quotidianamente con piacere, ma che possono vincolare il desiderio di una donna di creare una famiglia. Sul piano economico, si rivela generalmente una carriera poco vantaggiosa. Il raggiungimento di ogni piccolo risultato è, però, una soddisfazione vera». Che cosa pensa dell’innovazione e della ricerca? «Credo nel ruolo chiave della ricerca per il progredire della nostra società e nella necessità di sostenerla in ogni attività che miri al miglioramento della vita. La ricerca, nel settore in cui opero, raggiunge quotidianamente traguardi importanti, ma si potrebbe ancor più avanzare con un maggior coinvolgimento di istituzioni e privati (come già avviene nel resto d’Europa)». Quali obiettivi ha per il futuro? «Ho pochi piani ben definiti, ma desidero crescere ogni giorno e contribuire a restituire soluzioni concrete al servizio dei pazienti». Sopra, da sinistra, il Prof. Anthony Hollander (University of Bristol), il Prof. Martin Birchall (University of Bristol), Maria Teresa Conconi, PhD (Università degli Studi di Padova), La dottoressa Maria Adelaide Asnaghi, il Prof. Paolo Macchiarini (Hospital Clinic de Barcelona), la dottoressa Sara Mantero, PhD (Politecnico di Milano), Prof. Pier Paolo Parnigotto (Università degli Studi di Padova) N.42 M C 83 BRIANZA CLUB Regione Lombardia aiuta occupati e disoccupati a orientarsi nel mondo del lavoro Silvia Redaelli Una maniglia per aprire « nuovi orizzonti G RATUITAMENTE con: • Corsi di specializzazione per occupati (es. corsi di lingue, informatica, comunicazione, ecc) Imprenditrice dall’animo gentile, a capo, insieme ai due fratelli, della Pamar di Renate fondata dal padre negli Anni 50 • Percorsi d’inserimento lavorativo per disoccupati (orientamento, formazione e certificazione) Silvia Redaelli, 51 anni, lavora nell’azienda di Renate fondata dal padre POSTI LIMITATI Quando ha iniziato a vivere la realtà dell’azienda di famiglia? «Ho studiato ragioneria e subito dopo sono subentrata a mia madre in azienda, al fianco di mio papà Angelo; avevo 20 anni e sono partita davvero dalla gavetta toccando tutti i settori: dalla vendita, all’amministrazione, alla contabilità. Strada facendo, queste esperienze mi hanno permesso di avere una visione più completa dell’azienda che è sempre stata condotta a livello familiare con i miei due fratelli. Ora, dopo la scomparsa di papà, siamo noi a capo dell’azienda». L’attivazione dei corsi sopra descritti è subordinata all’approvazione del catalogo di formazione da parte della Regione Lombardia NZA E I FI E RT EM C A GE ST MO BR UNI EN ISO 9001:2000 D Aut. Min. M.P.I. DM 26/05/1980 Decreto Min. Istruz. Univ. e Ricerca 27/10/2003 Presa d’Atto Min. Istruz. Univ. e Ricerca 15/01/2004 N Accreditamento del 13.11.2008 come Ente Erogatore Servizi al Lavoro con il n.0111 IS H T E MA Accreditamneto del 4.12.2003 come Ente di Formazione D.D.G.n.21833 IT M Regione Lombardia A Regione Lombardia di Benedetta Trabattoni foto Marco Brioschi Il cervello delle donne è sempre impegnato a 360 gradi», esordisce Silvia Redaelli, titolare insieme ai fratelli dell’azienda di famiglia, la Pamar, che si occupa di produzione e commercio di maniglie per mobili. E c’è da crederle. Impegnata in prima persona nella vita imprenditoriale, ricopre il ruolo di vice-presidente “varie e della piccola industria” nell’Aimb (Associazione degli Industriali di Monza e della Brianza). Instancabile e ottimista, Silvia è una donna che ha saputo rimboccarsi le maniche senza perdersi mai d’animo. Nemmeno ora con la crisi che bussa alle porte. «Proseguiamo nella promozione di nuove idee - afferma - puntando su articoli interessanti anche di design, adeguandoci alle esigenze del momento». Y M ENT S Che rapporto si è creato sul lavoro con i suoi fratelli? «Io mi occupo della parte amministrativa e finanziaria, anche se in realtà siamo presenti tutti, quando è il momento di prendere decisioni importanti. Tra noi non c’è alcun rapporto di competizione, non sarebbe intelligente. Nelle discussioni arriviamo sempre a una conclusione, alla soluzione migliore per il bene della ditta. Condividiamo gioie e dolori e questo ritengo sia > CERTIFICATO N° 98088 N.42 M C 85 BRIANZA CLUB LE PECORE NERE... Spring La Brianza è uno degli ultimi poli industriali ad aver risentito della crisi, ma anche qui i problemi non mancano. Come vive in prima linea questo momento? «Siamo in un brutto periodo, sicuramente trovo più difficoltà oggi, di quanta ne abbia trovata quando sono entrata a far parte dell’azienda. Mio padre partì con questa bellissima avventura da uno scantinato; erano gli Anni 50, si viveva il boom economico e, onore al merito, è arrivato a vedere la sua azienda crescere e avere una settantina di dipendenti. Oggi produciamo il 45 per cento per l’Estero e il resto per l’ Italia, ma i mercati di tutto il mondo sono fermi ed è questo il problema per noi». “ muoverci, essere coinvolti e più presenti nel lavoro, sapendo cogliere tutte le occasioni che si presentano. La vita è così bella, ricominciamo con entusiasmo». Cosa spera per il suo domani? «Di diventare sempre più giovane, mantenendomi al passo con i tempi; i giovani oggi hanno un linguaggio diverso, ma gli stessi problemi di sempre, bisogna capirli. Non avendo figli, vedo il mio futuro nelle mie nipotine». 86 M C N.42 M ai come quest’anno la primavera sarà una vera esplosione di colori: lo assicura Antonella S a l m o i r a g h i , t i t o l a re d e l n e g o z i o L e P e c o re N e re d i Lesmo. Tr a l e t a n t e o ff e r t e d e l l a b o u t i q u e d i c a l z a t u re , è p o s s i b i l e t ro v a re s f u m a t u re i n e d i t e d i ro s s o , l i l l a , ro s a , v i o l a , c re m a , Ha ammesso di rimanere anche di notte in azienda, se avesse avuto dei figli come avrebbe vissuto la realtà aziendale? «Avrei fatto comunque la stessa vita, sicuramente la famiglia non avrebbe compromesso il mio impegno qui, anche se forse i miei orari sarebbero stati diversi. Ho davanti agli occhi l’esempio di mia mamma: una donna che nonostante il suo lavoro in azienda, non ha mai negato la sua presenza in famiglia. È importante la qualità, non la quantità del tempo passato con i propri figli». Il cervello delle donne è impegnato a 360 gradi in tutto, dalla carriera alla vita privata. Ma per fare tutto bisogna rinunciare a qualcosa Come fronteggiare questo periodo di difficoltà? «Voglio con tutte le mie forze essere positiva. Dobbiamo resistere, fare scelte giuste, non azzardate; in azienda continuiamo a portare avanti la nostra missione presentando progetti e materie nuove, ecologiche e meno inquinanti. È necessario pensare e proporre alternative: non è il momento di stare alla finestra a guardare, si rischia di perdere il treno. È nostro interesse Alcune delle maniglie d’autore esposte nello showroom della Pamar Colori sgargianti e forme inedite per una primavera da vivere in allegria Quando riesce a ritagliarsi del tempo solo per lei, cosa le piace concedersi? «Amo fare di tutto: leggere, stare in compagnia, guardare un bel panorama, fare passeggiate, perdermi a osservare la natura. Dormo pochissimo, ogni mattina mi alzo e contemplo l’alba, abito vicino ai laghi e adoro la vista su Resegone e Grigna e dei paesi riflessi nell’acqua ». t a c c h i e z e p p e v e r t i g i n o s e m a u l t r a c o m o d e , d i m a rc h i c o m e L e S i l l a e P a c i o t t i . P e r l e a m a n t i d e g l i s t i v a l i , l a p ro p o s t a s o n o i texani in pitone ricamati a mano, veramente unici, come solo G i a n n i B a r b a t o s a c re a re ; g l i i n d i a n i n i m o r b i d i s s i m i d i p i n t i a m a n o , c o n f r a n g e o t r a f o r i d i E l Va q u e ro e u n a c o l l e z i o n e estiva e sportiva de La Martina. L e P e c o re N e re n o n o ff re s o l o c a l z a t u re d a d o n n a ; a n c h e i piedini dei bambini sono coccolati con scarpe sportive firmate Paciotti 4US e D&G confortevoli e alla moda, con ballerine per cerimonia e per tutti i giorni di Le Ballerine junior e Il Gufo e t a n t e a l t re i d e e p r a t i c h e e s f i z i o s e f i r m a t e To m m y H i l f i g e r e molti altri ancora. Via XXV Aprile,11 - 20050 Lesmo - Tel.039 6069794 I.P. fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi impresa. Se c’è una base solida di intelligenza e rispetto reciproco, come la nostra, allora vale la pena andare avanti. Anche in momenti difficili come questo». 2009 Collection PASSIONI PASSIONI A quattro mani Il francese multimediale D Marie Michèle Santini e Marika Kullmann presentano “Français toujours”, innovativo corso di lingua francese per le scuole di Andrea Trentini foto Marco Brioschi all’amicizia di due donne e soprattutto di due insegnanti è nato un testo per le scuole, che verrà distribuito in tutta Italia a breve e che poi sarà possibile scaricare anche via internet. Si tratta di “Français toujours”, corso di lingua francese multimediale, nato da un’idea di Marie Michèlle Santini, insegnante madrelingua francese, che vive in Italia da più di vent’anni, e insegna al Liceo Bianconi di Monza e di Marika Kullman, icona del pattinaggio, non solo monzese, ma nazionale. “Français toujours” ha avuto una lunga gestazione e, in questi giorni, vede finalmente la luce per i tipi dalla casa editrice Trevisini di Milano. Professoressa Santini, come nasce l’idea di scrivere un libro di testo di lingua francese? «È un progetto che coltivo da molto tempo: leggendo i libri di testo mi è spesso capitato di trovarli incompleti, da qui è nata l’idea di lavorare ad un testo personale, che sia chiaro agli studenti e che sia tagliato proprio sulla lingua italiana, con particolare attenzione alle frasi di uso comune. Ho lavorato otto > 88 M C N.42 N.42 M C 89 PASSIONI anni in una casa editrice milanese, che poi mi ha chiesto di realizzare un corso di lingua francese». Qual è l’obiettivo di questo libro di testo? Come si differenzia rispetto agli altri in commercio? «Mi sono posta come obiettivo quello di proporre un registro unico per una lingua francese attuale. È necessario che uno studente abbia ben chiaro come punto di riferimento la lingua standard, affinché si possa trovare a suo agio in qualsiasi situazione». Quali altri elementi innovativi ha il testo? «È corredato da tutto il materiale multimediale di supporto e l’abbiamo aggiornato fino al mese di ottobre 2008. Un elemento di ulteriore novità è che parte del testo può essere scaricata da internet, in modo tale da rispondere alle esigenze del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che vuole incoraggiare gli e-book». Marika Kullmann, la sua collaborazione è stata indispensabile per la redazione di questo corso di francese? Gabetti Franchising Agency Monza «Sì, abbiamo lavorato molto bene insieme, ci siamo suddivisi i compiti durante la stesura del libro, è stata un’esperienza appassionante che ci ha coinvolto al cento per cento. Non conto i sabato e le domeniche che abbiamo passato a rivedere le bozze! È stato un grande impegno, ma alla fine una grande soddisfazione». Recentemente è stata eletta all’interno del consiglio nazionale della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio. Scuola, federazione e interessi vari... come si fa a fare tutto? «L’impegno da consigliere della Federazione mi sta impegnando molto ultimamente: negli ultimi giorni ad esempio sono stata a Roma e a Bologna; per ora riesco a coniugare l’impegno scolastico con l’impegno sportivo senza problemi». Il vostro legame personale è stato fondamentale per la stesura del libro? Per il futuro avete altri progetti insieme? «Abbiamo lavorato molto bene insieme, ci conosciamo da anni ed è stato bello condividere questa esperienza. Per il futuro non escludo che possiamo scrivere un altro libro insieme». I nostri O ggi la casa è considerata, a ragione, il bene più sicuro e quindi un investimento da cui trarre la massima redditività nel risultati, al Vostro servizio momento della vendita o della locazione. Ecco perché, per ottimizzare il valore dell’immobile e per gestire al meglio tutte le formalità burocratiche, Roberto Brioschi, Responsabile Territoriale di Gabetti Monza, consiglia di affidarsi ad uno staff di professionalità, distinte ma integrate, in grado di offrire servizi consulenziali esclusivi e ad alto valore aggiunto. Roberto Brioschi ed il proprio team sono in grado di dare risposta a queste ed altre esigenze, proponendo un ampio ventaglio di strategie mirate all’ottimizzazione della vendita/locazione Marika Kullman (a sinistra), oltre ad insegnare francese, è presidente dello Skating Club Monza. Michèlle Santini, parigina di nascita, svolge anche l’attività di interprete ed è socia fondatrice e presidente del Lions Club Monza Regina Teodolinda immobiliare, tra le quali: Lo studio di fattibilità commerciale, che consiste nella individuazione del target di riferimento dell’immobile, nella progettazione dell’azione di marketing e della conseguente strategia di vendita. Il reporting: nel corso della collaborazione, il Cliente beneficia di un’attività periodica di “reportistica”* delle azioni commerciali poste in essere e dei concreti riscontri prodotti dal mercato. La consulenza tecnico-legale: il team Gabetti A due passi dal Centro Monza si avvale della consulenza dell’ Ufficio Contratti*, un pool di esperti in materia contrattuale, Per info su questi immobili chiamare il numero 039/365383 fiscale, amministrativa, Nella foto, Roberto Brioschi, Responsabile Territoriale Gabetti Monza urbanistico-edilizia. Il servizio consulenziale si struttura in tre diverse fasi: la “due diligence legal” della provenienza, l’individuazione di eventuali problematiche legali (che impediscano o limitino la commerciabilità dell’immobile) e delle relative soluzioni, l’assistenza sino al rogito notarile di compravendita. I servizi rivolti all’acquirente, i quali, avendo l’obiettivo di agevolare la transazione, sono in grado A due passi dal Parco di imprimere accelerazione consentendo un’ulteriore alla un vendita, coerente coordinamento tra tempistiche di pagamento, consegna e * servizi esclusivi Gabetti 90 M C N.42 I.P. trasferimento di proprietà. PASSIONI PASSIONI Federica Varotto «L’arte è il mio rifugio» Federica Varotto si lascia trasportare dalle sue emozioni più profonde per creare opere di impatto visivo notevole di Benedetta Trabattoni U na formazione alla scuola d’arte poi studi a Varese e Milano dove Federica Varotto, padovana di nascita, ma monzese d’adozione, inizia a creare. Versatile ed elegante attraverso le sue opere l’artista si muove sinuosa alla ricerca della bellezza e della qualità. Un silenzio di anni passati dedicandosi alla famiglia per poi tornare più forte di prima, più creativa di ieri. La materia che plasma per lei è vita, la sente scorrere tra le mani docile nel lasciarsi modellare e modificare a suo piacimento. Esprime così la sua interiorità con una forza che le deriva dallo stomaco per arrivare nelle mani, passando per la testa. Federica con gesti più veloci del pensiero, detta le regole per un approccio immediato e profondamente leggero. Estroversa, sincera, aperta e molto determinata «quando inizio una cosa, la devo finire ad ogni costo», l’artista ha un mondo interiore molto particolare e ama raccontarlo «alla velocità di cinquemila parole al secondo». 92 M C N.42 Quando è nato questo amore per l’arte? «Da piccola perchè grazie a mia mamma, che curava una fondazione d’arte a Varese, ho avuto la possibilità di crescere in un ambiente artistico decisamente interessante. Dopo un periodo di lontananza, da sei anni mi sono riavvicinata al mio primo amore: nel fare arte mi sento tranquilla, trovo sia una sorta di rifugio e poi amo offrire una parte di me agli altri attraverso le mie opere. Viviamo in una realtà troppo veloce, c’è una corsa frenetica all’arrivare, gli artisti invece non vogliono far altro che lasciare un messaggio». Cosa vuole trasmettere a chi osserva? «Cerco di raccontare una storia, un mio stato d’animo che ovviamente è in continua evoluzione; sono consapevole dei problemi che ci affliggono, ma ho sempre una visione positiva del tutto e questa è la mia più grande forza. Anche in opere apparentemente catastrofiche, come > A sinistra una foto di Federica, sotto e nella pagina seguente alcune delle sue opere N.42 M C 93 PASSIONI PASSIONI Disgelo, non c’è mai una sensazione di angoscia né di solitudine: la vita mi ha portato diverse esperienze, alcune belle altre meno e nei miei lavori manifesto la maturazione che ne è derivata. Attraverso di loro voglio riuscire ad esprimere e raccontare quello che sento nel profondo». L’impatto visivo dei suoi lavori è notevole, che materiali vengono usati per la realizzazione? «Date le dimensioni significative, tutte le mie opere nascono a terra; parto da una base in legno per poi stendere uno stucco particolare sul quale intervengo di getto e dopo la sua solidificazione aggiungo o tolgo altra materia in base al mio sentire. In un secondo momento mi preoccupo della colorazione che ottengo con l’applicazione di più strati di pigmenti metallici creando un effetto di profondità o di rotondità. Nella mia testa vedo il quadro già finito da subito». Quali colori prediligi? «Amo tutte quelle tinte che si declinano sui colori dei metalli perché riescono a produrre splendidi bagliori: penso all’oro, il bronzo, il rame». Quando e come arriva l’ispirazione per un’opera? «Non vado in automatico, mi esprimo al meglio quando riesco a ritagliarmi del tempo tutto mio; fare arte per me è un bisogno, un’esigenza molto forte che richiede totale libertà mentale. Quando inizio un’opera mi dedico completamente a lei, non a più di una contemporaneamente». Essere una donna in carriera è…? «Nel mio settore non è stato particolarmente difficile, c’è un rapporto di parità con gli altri “colleghi”, non è come una realtà aziendale dove serve sgomitare per emergere. Diciamo che il mondo dell’arte è un po’una dimensione fuori dal comune». Che progetti ha per il futuro? «Spero di allestire presto una mostra a Monza. Inoltre mi piacerebbe molto, ispirandomi alle sculture di Giò Pomodoro, fare delle vere e proprie fusioni di bronzo di alcune mie opere, quello che offro adesso è solo un effetto. E poi ho un grande desiderio: vorrei che ci fossero maggiori possibilità di inserimento nel mondo del lavoro per i nostri figli». 94 M C N.42 Spettacolo D Una passione per ascoltarsi e capirsi Anni di studio, sacrificio e volontà, non per diventare una ballerina, ma per insegnare agli altri a diventarlo di Chiara Bramati foto Marco Brioschi a venticinque anni insegna l’arte della danza, e il suo futuro è pieno di progetti e sogni. Daniela Sangalli, grintosa cinquantatreenne, che ha fatto del ballo la sua vita, ne ha realizzato uno con il successo della “serata zero” di Guvot (acronimo di gusto, udito, vista, olfatto e tatto, ndr), andata in scena al Teatro Binario 7. Un percorso coreografico attraverso i sensi, che ha avvolto e coinvolto una platea ammutolita dalla forza e dallo stupore che ogni singolo movimento, suono e colore emanava. Uno spettacolo ideato dalla coreografa Sabrina Camera, che lei ha subito amato e voluto produrre. «Perché – ha raccontato – senza amare ed amarsi, con la danza non si può esprimere nulla». La danza le appartiene da sempre? «L’amore per la danza è nato in me da quando ho cominciato l’Isef; sono stata la classica bambina che ha subito il proprio fisico non perfetto e non avevo i canoni fisici richiesti dalle scuole di danza. A quei tempi sono stata parecchio forzata dalla mia famiglia verso lo sport, non amavo molto ciò che era movimento: ma alla fine li ringrazio perché è stato un percorso che mi ha fatto guadagnare > N.42 M C 95 PASSIONI amore per me stessa». E allora come è nata in lei questa passione? «Anche se non ho potuto praticare la danza, durante l’adolescenza è venuto fuori tutto il mio amore per lo sport. Inoltre ho sempre avuto un grande interesse per l’arte e con l’Isef, questo si è incanalato verso le discipline artistiche. L’amore per la danza è nato con i corsi propedeutici per i bambini e con il desiderio di fare parte di quel mondo, ma non in prima persona; non ho mai sognato di diventare una ballerina, ma di aiutare e supportare psicologicamente gli altri. Mi piace creare idee, coreografie, spettacoli, costumi, progetti, in modo che attraverso la danza possa esserci un percorso culturale». Come ha fatto a trasformare una passione in un lavoro? «Cominciai a lavorare in alcune palestre di Monza, poi nel 1984, a Sesto San Giovanni, ne fondai una mia, la Palestra Azzurra. Era una sfida, ci ho provato ed è andata bene perché abbiamo già venticinque anni». Momenti di difficoltà e sconforto ce ne sono stati? «Siamo passati da momenti molto facili in cui, qualsiasi cosa si proponesse, aveva successo a un momento critico, sei anni fa, in cui ho fermato tutto per riflettere. Le scuole di danza erano cresciute di numero; la danza non ha bisogno solo di tecnica, ma di qualcuno che sappia stimolare, supportare i ballerini, che sappia essere loro vicino durante le crisi che porta l’adolescenza. Non volevo più offrire solamente corsi, ma che la mia fosse una scuola vera dove proporre un percorso realmente accademico e cambiare l’impostazione è stata dura». Quelli di soddisfazione? «Adesso, che l’accademia comincia ad essere conosciuta, anche se sono ancora alla ricerca di una sede più adatta per gli allievi. Quando presentiamo i nostri ragazzi alle audizioni importanti e vengono accettati, proviamo grande orgoglio e soddisfazione insieme ad un po’ di dispiacere nel lasciarli andare». Cosa racconta un corpo attraverso il movimento e la danza? «I canoni della danza sono talmente esasperati che i ballerini, spesso, non riescono ad avere un buon rapporto con il loro corpo, magari sono tecnicamente perfetti, ma non si amano e non comunicano La danza può trasmettere tantissimo, ma per farlo il ballerino si deve amare, deve fare un lungo percorso interiore, affiancato da grandi insegnanti. Trasmettere emozioni con il corpo è difficilissimo, bisogna guardarsi dentro e a quel punto si è in grado di trasmettere qualsiasi cosa, anche quello che è richiesto di trasmettere dal copione, infilandosi nei ruoli più diversi». Come è nata la produzione di Guvot? «Dalla fiducia che ho nella coreografa: Sabrina Camera, la responsabile del lavoro di contemporanea dell’accademia e da Corpi Mobili, una compagnia di danza innovativa, contenitore di rumori, sentimenti, emozioni di alto livello». Alcune figure di Guvot, in programma il 21 aprile al Teatro Rondinella di Sesto San Giovanni e il 22 aprile al Nuovo Derby di Milano È compreso nella linea Palazzo Ben Essere PUSH UP innovativa formula seno “effetto volume” Risultati ineguagliabili. Già dalle prime applicazioni, la pelle del décolleté appare più luminosa, tonica e levigata, dopo 6 settimane di trattamento è visibile l'azione di riempimento con aumento medio della circonferenza seno. 96 M C N.42 Centro Benessere di Mara Via Lecco, 5 Castello Brianza (LC) Tel. 039/57368 Welltan Via Montello, 226 Seregno (MI) Tel 0362/1795017 Bioestetica Center Via Castelbarco, 23/A Imbersago (LC) Tel. 039/9921057 Centro Benessere di Cristina Via Cascina Nuova, 2/F Cassago Brianza (LC) Tel. 039/9212142 Shai estetica e benessere Via Milano, 33 Barlassina (MI) Tel. 0362/569953 Sun Flower Via Garibaldi, 54 Barzanò (LC) Tel. 039/9217580 Yanna Nails & Beauty C.So Vittorio Emanuele, 23 Besana Brianza (MI) Tel. 0362/996540 Palestra New Physical Via General Cantore, 14 Inverigo (CO) Tel 031/3599080 Light Beauty Center Via Borgazzi, 17 Monza Tel. 039/386184 Due Emme Beauty Club Via Garibaldi, 40 Villasanta (MI) Tel. 039/303840 PASSIONI PASSIONI Special Olympics A Monza ha la sua Campionessa del Mondo Soddisfazione e gioia per la gara dove chi arriva ultimo… vince lo stesso di Francesco Pozzi 98 M C N.42 lessandra Riboldi è Campionessa del Mondo di sci alpino. Dal 7 al 13 febbraio si sono svolti in Idaho, negli Stati Uniti, i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics, manifestazione sportiva rivolta al mondo dei disabili, che hanno visto l’atleta monzese eccellere nel Super G e aggiudicarsi la tanto ambita medaglia d’oro. Un evento coinvolgente e un’esperienza indimenticabile, che ha scosso gli animi di migliaia di spettatori arrivati anche dall’Italia per assistere ad un meraviglioso spettacolo. La delegazione italiana, formata da 41 persone di cui 29 atleti (12 sci nordico, 8 racchette, 6 sci alpino e 2 snowboard), e il resto accompagnatori e volontari, è arrivata il 6 febbraio a Boise, capitale dell’Idaho, dove è stata accolta con grande calore dalla gente del luogo che li ha ospitati nelle proprie abitazioni. Si chiama infatti Host Town, il programma educativo nato per creare un forte legame tra i ragazzi e la cultura, talvolta molto diversa, che li ospita. «Ogni Paese, ogni popolo ha qualcosa di grande da dare – spiega Lucia Zulberti, istruttrice e accompagnatrice di Special Olympics – Cerchiamo sempre di trarre il massimo beneficio da ogni esperienza, perché confrontarsi con altre culture non può che arricchire i nostri atleti». Le competizioni, inoltre, si sono svolte in città diverse per dare la possibilità a un maggior numero di comunità dell’Idaho di partecipare a questa iniziativa. Iniziate le gare, per gli Azzurri sono arrivate le prime vittorie e le tante medaglie: in totale sono stati vinti 8 ori, 20 argenti e 10 bronzi. Insomma proprio un bel medagliere! L’11 febbraio, poi, si è svolta la gara di Super G che ha visto Alessandra Riboldi aggiudicarsi il gradino più alto del podio nel giorno del suo ventesimo compleanno. Una vittoria importante per Alessandra, che, con impegno e grande volontà, ha coronato il suo percorso formativo nel mondo dello sport. Le congratulazioni sono giunte da ogni delegazione e i suoi compagni di squadra hanno condiviso con lei la grande gioia della vittoria. «Quando sono tornata a Monza tutti mi chiedevano di Alessandra – continua la Zulberti – erano tutti felici e non vedevano l’ora di riabbracciarla e festeggiarla. In particolare i suoi genitori hanno potuto notare i progressi fatti da Alessandra e soprattutto la grande autonomia e la maturità acquistate da lei in quest’avventura». A differenza di una comune federazione sportiva, infatti, in Special Olympics l’atleta è al centro dell’attenzione: l’area tecnica, organizzativa, quella familiare e la componente psicomedicopedagocica sono solo alcuni degli aspetti per cui l’organizzazione opera per garantire un percorso formativo ed educativo completo, sia per il ragazzo, che per i genitori. Per organizzare un evento targato Special Olympics, inoltre, è necessario un impegno maggiore rispetto a quello richiesto per qualsiasi altra manifestazione sportiva. Volontari, accompagnatori, istruttori e genitori, lavorano insieme per la buona riuscita della manifestazione e «attraverso numerosi corsi di formazione e processi educativi prepariamo sempre più gente che ci aiuti ad affrontare le stupende avventure sportive, come quest’ultima – conclude la Zulberti – Perché Special Olympics è un modo diverso di praticare lo sport… forse il più vero che esista!». Alessandra Riboldi insieme alla squadra di sci alpino e da sola dopo la vittoria N.42 M C 99 PASSIONI Raccolti a mano in piccole cassette e distesi ad appassire, gli Arzimi, dopo una lunga fermentazione e riposo in bottiglia, si trasformano in nettare di vite PIATTO DELLE MERAVIGLIE: - Torta di pere e cioccolato, - Torta paesana (cioccolato, pane biscotti uvette, pinoli), - Torta della nonna con crema pasticcera e pinoli - Salame di cioccolato - Frutti di bosco 100 M C N.42 LifeStyle Car Aprire una concessionaria nel cuore della Brianza è segno evidente della volontà strategica di avvicinare il marchio all’utente attento ed esigente, che desidera un’auto che rispecchi il proprio stile di vita, le sue esigenze e i gusti. Da questa convinzione nasce la nostra scelta di aprire un concessionario multimarca, che ci consente di proporre ai nostri Clienti tutta la completezza dell’offerta automobilistica disponibile oggi sul mercato. Grande varietà, nessuna dispersione: da Life Style Car troverai la consulenza di esperti specializzati nel settore che ti guideranno nella scelta della tua auto. Con sede nella zona centrale di Biassono, Life Style Car vanta uno spazio espositivo giovane e di recente apertura. Il servizio offerto è forte dell’esperienza pluriennale maturata dai titolari, Marco Piazza e Danilo Costa, nel settore automobilistico e commerciale, e del grande impegno che da sempre dedicano all’accoglienza e alla soddisfazione del Cliente. Competenza, cortesia e completezza dell’offerta sono i punti di forza di Life Style Car, dove è possibile ricevere informazioni e preventivi gratuiti riguardo all’intera gamma delle migliori case costruttrici automobilistiche mondiali. via Cesana e Villa 96 - Biassono - Tel. 039 5970926 www.lifestylecar.it I.P. Mulino a Vino U Piccoli grappoli, per un gran passito n tripudio di dolci sapori da accompagnare ad un calice speciale; questa è la proposta, per il mese di marzo, del Gruppo Meregalli e del wine bar Mulino a Vino. L’Arzimo I.G.T. vede i suoi natali nell’azienda La Cappuccina, fondata nel 1890, dalla famiglia Tessari, sulle colline ad est della provincia di Verona. Avvolto da un alone di fascino e mistero, il nome dell’azienda deriva dalla piccola cappella privata, risalente al XV secolo, ove si pensa officiassero i frati Cappuccini. Guidata dalla terza generazione della famiglia Tessari, l’azienda ha il suo punto forte nell’utilizzo esclusivo del metodo dell’agricoltura biologica, portata avanti in modo pionieristico sin dal 1985; ed è proprio grazie a questa continua ricerca che i vini prodotti vengono fortemente valorizzati. Come L’Arzimo I.G.T. che con il suo profumo di dolci toni di miele, fiori gialli, fichi, frutta candita, vaniglia, albicocca sciroppata, il colore giallo dorato con lievi bagliori di ambra e il sapore caldo e vellutato, riporta alla mente e al palato tutte le sfumature naturali della terra da cui proviene. Nella terra che appartenne a Romeo e Giulietta, i grappoli (arzimi) vengono pigiati in maniera soffice, come vuole la tradizione, proprio nel giorno degli innamorati, il 14 febbraio. Il risultato è un nettare di vite un vino prezioso, meditativo da assaporare lentamente alternandolo a deliziosi assaggini di torta e freschi frutti di bosco del “piatto delle meraviglie”. FASHION Tania Spinelli Il talento, su misura Ambiente familiare, gusto personale e determinazione: fortuna, ma anche tanto impegno alla base del successo di una giovane designer di Francesca Barzaghi Q uesta è la storia, vera, di una splendida donna che sta vivendo oggi, ancor oggi, il suo personale sogno e sta costruendo il suo successo nella sfavillante New York. Un esempio simbolico, massimamente rappresentativo di come l’America, ancora oggi, e forse ancor di più oggi che l’America di Obama è una realtà, rappresenti il punto di partenza e di arrivo del sogno delle nuove generazioni. Come se, in cinquant’anni, nulla sia cambiato. Come se, sulle orme dei nostri antenati, per lo sviluppo e il consolidamento del proprio talento, sia indispensabile la benedizione e il riconoscimento degli USA. Figlia di una coppia di sarti siciliani, Tania Spinelli è stata abituata sin dalla primissima infanzia a vivere in un ambiente in cui la ricerca dei materiali più pregiati e la dedizione al perfezionismo erano i fondamenti del lavoro. La familiarità con il gusto del bello e del raffinato, oltre che della massima personalizzazione delle creazioni, è dunque il bagaglio acquisito con grande naturalezza che l’ha accompagnata per tutta la vita e che le ha consentito di approdare nel mondo della moda distinguendosi nettamente da quanti, come lei, ci provavano. Il desiderio di approfondimento della tecnica e del disegno la portò al conseguimento della laurea presso la Philadelphia University in Scienze del Tessile e Design, segmento moda, e poi alla piena realizzazione della sua naturale ambizione. A differenza dei campus newyorkesi, presso la sua università imparò ben presto a focalizzarsi sull’importanza, oltre che del disegno e dell’innovatività del prodotto, fattori di primaria e oggettiva importanza: dalla scelta dei materiali, al ciclo di produzione fino alla distribuzione e commercializzazione. Grazie a quell’esperienza, infatti, Tania acquisì un know how a tuttotondo, 102 M C N.42 FASHION non limitandosi quindi ad essere esclusivamente il genio creativo, quanto piuttosto una manager professionista in grado di gestire interamente la nascita e lo sviluppo delle proprie collezioni. Per sua stessa ammissione, questi furono, a differenza della tradizione universitaria americana che vede il College più come l’ultimo momento di goliardia giovanile piuttosto che come investimento culturale, «i quattro anni di intenso studio e di significativo lavoro che hanno poi reso più semplice il confronto con la realtà “esterna”, in cui si impara ben presto che è ammesso nell’arena della competizione solo chi ha le spalle grosse e una creatività ben formata». Dal periodo della formazione universitaria, Tania ha attraversato una serie di momenti fortunati di grande importanza che l’hanno portata, oggi, all’affermazione di un proprio brand di successo. Primo tra tutti, l’incontro con l’uomo che le ha cambiato la vita, diventando poi suo compagno di lavoro oltre che suo marito. «Sin da piccola, ho sempre saputo in cuor mio che da grande sarei stata una designer. È stato però l’incontro con Marcello (Spinelli, figlio di Altemio Spinelli, Ndr) avvenuto durante gli anni del college, che mi ha illuminato, spingendomi ad sviluppare un forte interesse per le scarpe. Suo nonno infatti aveva fondato un’azienda di calzature in Italia, e da quel momento tutte le successive generazioni sono state coinvolte nella fabbrica di famiglia. Il padre di Marcello imparò ben presto tutto ciò che c’era da sapere del mondo della lavorazione delle scarpe». Nei primi anni Venti si trasferisce a San Paolo, esportando il proprio business che in brevissimo ottenne un enorme successo. Dopo l’introduzione del mocassino, enorme innovazione nelle abitudini del Sudamerica dell’epoca, infatti, il marchio Spinelli divenne un punto di riferimento in tutto il Brasile. È proprio in Brasile che Tania si trasferisce con suo marito dopo la laurea e inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, perfezionando le proprie conoscenze teoriche grazie all’esperienza empirica maturata sul campo, scoprendo un naturale talento per la creazione di nuovi modelli. Nel 1998 Tania torna negli Stati Uniti con un disegno ben preciso: creare una propria collezione che porti il suo nome. Prima però era indispensabile completare la propria esperienza lavorativa inserendosi in un’azienda già affermata e riconosciuta internazionalmente. «Avere il coraggio di dare vita a una mia attività è stato il passo più difficile, perché significava lasciare un ottimo lavoro sicuro per lanciarmi in un mare di incertezze. Sono stata Design Director per Tommy Hilfiger RTW Collezione Donna per 6 anni, ho amato molto quel lavoro, ma ho sempre creduto nelle mie potenzialità e sapevo che ben presto avrei trovato la giusta occasione per mettermi in proprio. Il momento è arrivato quando, casualmente, ho conosciuto un’azienda italiana che trattava ottime pelli e lavorava calzature, con cui avrei potuto dare avvio alla mia attività.Proprio grazie a quella fortuita circostanza, nel 2005 il brand Tania Spinelli ha visto la luce». In queste pagine, un ritratto fotografico di Tania, e alcune delle sue creazioni Perchè produrre in Italia? Semplice richiamo alle origini o effettivo valore aggiunto? «Quando ho deciso di lanciare una collezione che porti il mio nome, sapevo di volere creare un prodotto di qualità, frutto dell’esperienza e della miglior tradizione artigianale. Un buon disegno infatti non è sufficiente se manca la capacità di realizzarlo in maniera impeccabile. A seguito di queste considerazioni la > N.42 M C 103 FASHION FASHION Gentleman style/1 L’ombrello scelta è stata quindi obbligata e ho deciso: Italia! Quello che mi serviva era infatti il duro lavoro di intere generazioni che avessero appreso, nel tempo, a realizzare esemplari perfetti, con dedizione e sacrificio e io l’ho trovato proprio nella Riviera del Brenta, in Veneto, dove tuttora produco le mie calzature». Quindi nessun legame affettivo con l’Italia? «Entrambi i miei genitori sono nati e cresciuti in Sicilia e successivamente trasferitisi nel New Jersey quando avevano vent’anni. Mio fratello e io siamo la prima generazione nata negli Stati Uniti della mia famiglia, ma siamo stati abituati a parlare l’italiano (anzi il siciliano!) e a mantenere vive le tradizioni del nostro paese di origine. Il mio è sangue siciliano, e mi ritengo di diritto al 100% italiana! Inoltre credo di essere stata particolarmente fortunata, perché la mia è stata un’educazione basata sui valori della famiglia e cultura italiana e al contempo aperta al nuovo e alla diversità in pieno stile americano. Ho avuto modo di conoscere e vivere il meglio di entrambi i mondi». Apertura mentale, accettazione della diversità, tendenza a seguire i propri sogni. New York risponde esattamente, almeno nell’immaginario collettivo italiano, alla città in cui tutto è possibile: anche per te è stato lo stesso, dal momento che proprio in questa città hai voluto misurarti avviando la tua azienda? «Amo New York per la sua diversità etnica e culturale, ma più di tutto, per la sua energia. La città ha un forte impulso, le persone sono sempre in movimento e le cose sono in costante evoluzione: in una parola, è dinamismo allo stato puro! È emozionante e energica, e questo mi motiva. Come designer, mi piace il fatto che la moda, in questa città, sia ovunque! A New York non si ha paura di apparire, di mostrarsi, di sperimentare, e quando si tratta di moda questo è ciò che amo e che cerco. Mi piace osservare cosa indossa la gente, perché per me è stimolante e mi dà immediatamente la sensazione di cosa sia reale, cosa possa piacere e cosa no». Quale è il segreto che sta alla base del successo, in particolare quale è stato il tuo, che ti ha permesso di giungere fino a qui? «Costruire un business di successo non è mai facile per un giovane designer, in primo luogo perché si compete in una giungla piena di re 104 M C N.42 Storia, tra luce e ombre, di un oggetto cult con alterni usi e fortune di Francesca Barzaghi E leoni, che sono ovviamente i mega marchi, in particolare quando si tratta di accessori. Attraverso il duro lavoro, la dedizione, la messa a fuoco su un prodotto eccezionale, che è artigianale e customizzato, oltre che un vero amore e passione per quello si crea, si è in grado di crescere ogni stagione, non solo in termini di ‘business “, ma anche come designer. Inoltre, imparare a conoscere tutti i vari passaggi e le sfaccettature della produzione è davvero importante, perché ti da la consapevolezza di quello che stai facendo e di quello che potresti migliorare. Infine credo che la mia fortuna sia stata una sana dose di coraggio: ero pienamente cosciente del fatto che non potevo sapere e conoscere tutto, ma anche pronta a imparare giorno per giorno. In fondo, se si aspetta fino a quando si pensa di sapere tutto, allora non si potrà mai iniziare!». Alcuni modelli di sandali della designer Tania Spinelli ’ un oggetto caduto in disgrazia con il passare del tempo, il cui uso è ormai confinato esclusivamente alle tristi giornate di pioggia e non più come accessorio di distinzione del Gentleman. L’ombrello, infatti, se una volta rispondeva anche a un’esigenza di stile, oltre che a una necessità di natura pratica, oggi si trova spesso relegato nel bagagliaio delle nostre auto o in qualche recondito anfratto delle nostre case. Questo pratico accessorio, però, non è nuovo agli alti e bassi nel campo della moda, perchè, se è vero che i primi modelli apparirono all’epoca di greci e romani, da sole e da pioggia, l’ombrello cadde in disuso fino al XVIII secolo. Infatti solo nel 1756 sir Jonas Hanway ne rilanciò la moda, anche come vezzo da passeggio, introducendolo come must nei circoli più prestigiosi di Londra. La reazione del pubblico, però, del tutto contraria alle aspettative, fu di netto rifiuto, poiché si riteneva che l’utilizzo dell’ombrello fosse in contrasto con le abitudini dell’epoca, in cui il riparo dalle frequenti piogge era garantito dal trasporto in carrozza. Possedere un ombrello, pertanto, equivaleva ad una dichiarazione ufficiale di non possesso di una carrozza, e quindi di basso lignaggio e ridotta disponibilità economica. La fortuna di questo oggetto fu il clima tipico britannico, caratterizzato da frequenti precipitazioni, che di fatto obbligò ben presto anche il bel mondo ad adattarsi all’uso dell’ombrello, nonostante la reticenza iniziale. Così la nascita di una nuova tradizione, ossia il passeggio con ombrello, tipicamente londinese, fu poco esportato all’estero, in particolare in Italia. E oggi sono pressoché spariti i gentlemen che non rinunciano al proprio oggetto di culto. Ombrelli per tutti i gusti N.42 M C 105 FASHION FASHION Gentleman style/2 I gemelli reinventandolo secondo le forme e i materiali più moderni. I gemelli però rappresentano anche un tranello di stile. L’accessorio giusto, perchè di squisita fattura o di materiale eccellente, ma che non si intona al contesto infatti può far cadere nel ridicolo anche la migliore delle mises maschili. Per evitare il ridicolo basta seguire poche essenziali regole, prima fra tutte la scelta della camicia: la prima è quella di indossare il suo gemello su un polsino doppio, o sulla camicia da frac, perchè la rigidità del tessuto permette un effetto di maggior eleganza e dona importanza al gioiello stesso. Da evitare assolutamente il polsino combinato, un compromesso mal riuscito che promette di conciliare, in un binomio caotico, la comodità del bottone con il gemello. Anche la scelta cromatica può essere causa di un passo falso. La tradizione vuole che l’oro sia il metallo prezioso per eccellenza, anche se il binomio argento e blu è decisamente più indicato per gemelli smaltati o con stemma familiare, oltre che perfetto in abbinata a camicie azzurre. La scelta del gemello, inoltre, è felice se esso rispecchia il tono dell’abbigliamento nel suo complesso. Dal classico ovale in oro o argento, passando per i modelli smaltati e arricchiti con pietre preziose fino ad arrivare ai più curiosi dalle forme di cavallo, cagnolino e ogni altro esemplare contemplato nell’universo Tra gli accessori dei gentlemen, sono il simbolo di elegante distinzione, ma anche oggetto di invidia da parte delle donne di Francesca Barzaghi L ’eleganza passa dai dettagli e da oltre un secolo e mezzo i gemelli sono sinonimo di gusto e distinzione. Nacquero con una funzione pratica, ovvero quella di sostituire i bottoni con cui non si riuscivano a chiudere i polsini irrigiditi dagli eccessi di amido, usanza diffusa tra i lord. Tuttavia, da gioiello funzionale divennero presto un elemento identificativo della persona, trasformandosi nel tempo in un vezzo utile per esprimere appieno la propria personalità. Proprio ricercatezza, raffinatezza e personalità, infatti, sono le caratteristiche essenziali che meglio descrivono i gemelli, oggetti di culto del vero gentleman e che, nonostante siano tanto piccoli da essere facilmente indossato in un lembo di tessuto, possono assumere molteplici significati. La loro forza espressiva risiede nelle dimensioni dell’oggetto in sé, quanto piuttosto nella scelta cromatica e di 106 M C N.42 forma; del resto il gemello ha la stessa valenza di una piccola spezia in grado di rendere unico e magnifico un manicaretto culinario. Un particolare minuscolo, ma senza il quale il gusto nel suo insieme non sarebbe tanto squisito e particolare e tenderebbe invece ad appiattirsi sulla mescolanza degli ingredienti basilari. La scelta del gemello è come l’ultima pennellata che dona significato alla tela del divisionista, senza la quale il soggetto non troverebbe quel senso di completezza armoniosa. Non per nulla vengono scelti da chi ama il dettaglio e, anche nella scomodità, desidera mostrarsi al pubblico per quello che realmente è: un uomo in grado di concedersi un gioiello, non necessariamente di grande valore, senza scadere nell’eccentricità di collane o anelli e che ha mantenuto un legame con il classicismo estetico del Novecento Alcuni modelli di preziosi gemelli Montblanc animale, i gemelli possono adattarsi ad ogni capo e contesto, non solo per completare un abito elegante, ma anche come elemento di arricchimento e ricercatezza di una mise sportiva, magari abbinati a un casual chic di jeans e mocassini. Il bon ton sconsiglia di indossare gemelli in assenza di cravatta, anche se questa regola risuona un po’ retrò considerando l’ampia scelta di modelli che possono benissimo interpretare uno stile elegante che non scada nell’eccesso formale. La vasta gamma di modelli e forme offerta sul mercato è quindi in grado di compiacere tutti i palati e soddisfare le tutte le esigenze, sia di stile che economiche. Non c’è motivo, dunque, di rinunciare all’essenzialità di un oggetto tanto “micro” quanto personale e identificativo del proprio carattere. N.42 M C 107 FASHION FASHION Donne Chi le conosce meglio dell’hair stylist? È un amico, un confidente, un paziente ascoltatore; conosce vizi e debolezze, sa dare una svolta ad una pessima giornata. I suoi alleati? Forbici, phon, spazzole e tanta pazienza di Chiara Bramati - foto Marco Brioschi Cominciamo con una domanda che mi riguarda: perché per una donna come me ha scelto proprio questo genere di piega? «Perché è molto di moda e tanto richiesta 108 M C N.42 Veniamo ai consigli per le mie amiche: siamo alle porte della primavera, quindi cominciamo dalle novità, quali sono i tagli e i colori di tendenza? «I colori più trendy saranno sicuramente i biondi caldi, con sfumature color terra e legno, che possono essere realizzati anche con una nostra tecnica particolare che si chiama shatoush: una schiaritura, più dolce all’attaccatura e più forte sulle punte, effetto mare e sole di Miami. Per i tagli, sono molto di moda le mezze misure, morbide e armoniose; per i capelli, come per la moda in genere, si sta puntando molto sul ritorno ad una sensuale femminilità». Ci racconti invece di lei… dove ha imparato a districarsi così bene tra i capelli delle donne? «Io sono di Bergamo, ma ho fatto la scuola di Dessange a Torino e per quel marchio ho lavorato per sei anni a Parigi. Poi sono passato ai saloni di Aldo Coppola, prima a Como e, da settembre dello scorso anno, qui a Monza». C ’è chi va dallo stesso da sempre, chi lo cambia spesso per provare nuove esperienze e tagli stravaganti; chi, invece, è disposto ad aspettare mesi per un appuntamento per avere un taglio speciale e chi – ahimè, lo ammetto – è disposto a farsi un bel viaggetto da Monza a Torino; ma vuoi mettere la certezza del risultato di un’acconciatura perfetta? Vera e propria figura di riferimento per le donne, il parrucchiere di fiducia ci accoglie con gli immancabili giornali, un caffè e tante chiacchiere: perché le donne dal parrucchiere si sfogano, raccontano, fanno i capricci alla ricerca del look perfetto. Retroscena e pettegolezzi che Andrea Belotti, titolare del salone Coppola by Monza, racconta a Monza Club: per una volta il mago della messa in piega, da paziente ascoltatore, si trasforma in oratore! A perfetto agio, cominciamo la chiaccherata, mentre le mani esperte di Andrea realizzano sui miei capelli la piega del momento: un torsion morbido. dalle donne di Monza, ed è molto versatile, a seconda dell’occasione e dell’abbigliamento e può essere sia elegante che grintosa. È quella che facciamo spesso a Vanessa Incontrada per le serate di Zelig… lei ha i capelli proprio come Vanessa…». Com’è la clientela di Monza? «Mi piace molto, è proprio adatta al il mio salone: raffinata, un po’ sciccosa e di buon gusto. E poi le monzesi si fidano di me e dei miei consigli e questo è un aspetto che dà grande soddisfazione». Nel salone si viene accolti da un profumo di yasmine sulle scale, e poi rosa e foglie di fico rilassanti nella zona lavatesta, per arrivare alla zona taglio e piega dove domina una stimolante essenza di lemon gloss. Il tutto per prepararsi alle coccole di una pettinatura d’autore Dalla piazza San Paolo alle passerelle di Milano: quali personaggi famosi pettina oggi? «Tra le mie clienti ci sono le mogli e le fidanzate dei giocatori dell’Inter, Katia Ricciarelli, Elenoire Casalegno. Ho anche lavorato molto con Giorgio Armani, nel backstage delle sue sfilate: sono momenti in cui domina il caos e in cui tutti sono sotto pressione, ma ci si riesce anche a divertire». Lei che conosce bene i gusti di noi donne… ritiene che siamo capricciose? «Sì, in effetti un po’ lo siete! Ma questo è anche il bello del vostro essere ed è per me una continua fonte di stimoli, idee e voglia di perfezionarmi». > N.42 M C 109 FASHION Ci racconti qualche capriccio che le è rimasto particolarmente impresso. «Sono molti gli aneddoti che potrei raccontare di tanti anni di lavoro, alcuni che non si possono dire, altri invece più simpatici, come quella volta che una signora, dalla fretta, in un giorno d’estate, è uscita dal salone con ancora addosso il camice. In un’altra occasione, una cliente che prima si era fatta fare la pedicure, era poi passata al taglio e aveva messo il camice, senza rimettere la gonna e quando l’ha tolto, nello stupore generale, è rimasta solo con i collant!». Non mi dica che gli uomini sono meno vanesi di noi: con tutte le creme di cui fanno uso! «Sono molti gli uomini che frequentano il mio salone e devo dire che in effetti non sono più sbrigativi come un tempo. Sono molto pignoli ed esigenti, sia sul taglio che sul colore; ci sono molti uomini brizzolati, ad esempio a cui piace rimanere grigi, ma vogliono tonalità diverse, più scure: insomma, il grigio può avere le sue sfumature!». 110 M C N.42 Andrea Belotti con la sua cavia: la nostra Chiara Bramati si è prestata al gioco CONSULENTE D’IMPRESA CONSULENTE DEL LAVORO Contratti in forma scritta, garanzia per l’investitore Il lavoro è tutto in un libro Sono valide le prestazioni di servizi di investimento degli intermediari finanziari in mancanza di preventivo contratto scritto? Da febbraio si è chiuso il regime transitorio ed è obbligatorio avvalersi del Libro Unico del Lavoro a cura di Eliano Goltara a cura dello Studio Leoni I l primo comma dell’art. 23 del Testo Unico della Finanza del 1998 (T.U.F.), che segue una serie di interventi legislativi in tal senso, prescrive esplicitamente che i contratti relativi alla prestazione dei servizi di investimento e accessori debbano essere redatti per iscritto a pena di nullità. In base a tale articolo, oltre che per i recenti interventi legislativi dettati in materia di protezione dell’investitore, dunque, ben potrebbe sostenersi che l’intermediario finanziario (ad esempio l’istituto di credito), prima di prestare qualsiasi servizio di investimento nei confronti di clienti debba, per legge, perfezionare per iscritto un contratto con il cliente (normalmente un “contratto quadro”). La ratio della norma, come in tutti i casi in cui la Legge prevede la conclusione di contratti in forma scritta, appare evidente: mettere in condizione le parti (qui il cliente) di ponderare la regolamentazione del rapporto; in altri termini, la forma scritta assolve qui il compito cosiddetto di “protezione” dell’investitore, informandolo preventivamente del contenuto del rapporto che seguirà nei confronti dell’intermediario. In tal senso, anche la nostra giurisprudenza di merito ritiene ormai quasi pacificamente che l’obbligatorietà di legge della scrittura, a pena di nullità si badi bene, del contratto di prestazione di servizi finanziari vada riferita al contratto quadro (altrimenti chiamato “master agreement”) che, nella pratica, è l’accordo dal quale nasce il conferimento dell’incarico e che, quindi, disciplina in via generale le modalità di espletamento del mandato che si andrà a svolgere nel tempo. Da ciò deriva che la mancata stipulazione scritta del contratto quadro tra l’intermediario finanziario (naturalmente a ciò autorizzato dalle competenti Autorità 112 M C N.42 di vigilanza e di controllo) ed il cliente determini la nullità “a cascata” di tutti gli ordini di acquisto (o di vendita) conferiti nel corso del rapporto. Vero è, per completa informazione del gentile lettore, che una parte della nostra giurisprudenza ha talvolta ritenuto che, pur in mancanza della scrittura tra le parti rappresentative del contratto quadro, allorquando gli ordini siano poi stati via via autorizzati per iscritto dal cliente, con l’indicazione degli elementi essenziali della transazione finanziaria, tale mancanza del master agreement non comporterebbe, automaticamente, la nullità degli ordini successivi. L’impostazione, però, non è condivisa dalla maggioranza delle nostre Corti. La previsione della norma scritta che riguarda i contratti diretti alla prestazione di servizi di investimento ha una finalità specifica, che è quella di fornire la garanzia della completa informazione al risparmiatore. A tal proposito la stessa Commissione delle Società e della Borsa (la Consob) in un proprio Regolamento (il numero 11522 del 1998) ha espressamente prescritto il contenuto del contratto quadro relativo a servizi di investimento. Il nostro ordinamento, dunque, stabilisce a tutela del risparmiatore la predisposizione da parte dell’internediario finanziario di un contratto che renda esplicite all’investitore le modalità ed i limiti dell’incarico (il mandato), conferito a chi presta al pubblico i servizi e le attività di investimento: solo se scritte tali regole valgono per le successive operazioni e solo laddove, naturalmente, sia stata soddisfatta la necessaria esigenza d’informazione relativa ai diversi tipi di investimento, può darsi corso alle singole operazioni di tale mandato. I l Libro Unico del Lavoro (LUL), istituito con gli articoli 39 e 40 del decreto-legge n. 112/2008 (convertito con legge 6 agosto 2008, n. 133), ha la funzione di documentare ad ogni singolo lavoratore lo stato effettivo del proprio rapporto di lavoro e agli organi di vigilanza lo stato occupazionale dell’impresa. Esso costituisce un valido aiuto per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso, oltre che uno strumento utile per lo snellimento degli oneri burocratici ed economici gravanti sulle imprese. Questo strumento sostituisce il libro paga, il registro presenze, il libro matricola, il registro dei lavoranti a domicilio e il libretto personale di controllo, il registro di impresa agricola e il registro dell’orario di lavoro per i lavoratori mobili nelle imprese di autotrasporto. I datori di lavoro obbligati all’istituzione del libro sono tutti i privati di qualsiasi settore, compresi i datori di lavoro agricoli, quelli dello spettacolo, dell’autotrasporto e marittimi (per il personale non imbarcato, ndr). Tra i lavoratori da iscrivere nel LUL rientrano anche quelli detti somministrati e distaccati. I lavoratori somministrati devono essere iscritti nel Libro Unico del somministrante, che è il datore di lavoro. L’utilizzatore del lavoratore somministrato deve registrare nel Libro Unico del lavoro esclusivamente i seguenti dati: nome, cognome, codice fiscale, qualifica, livello di inquadramento contrattuale e agenzia di somministrazione. Analoghe considerazioni vanno riferite all’azienda distaccataria relativamente ai lavoratori distaccati presso essa. Tra i dati retributivi da registrare nel LUL si ricorda che sono anche compresi qualsiasi somma in danaro o erogazione in natura corrisposta o gestita dal datore di lavoro, nonché le somme a titolo di rimborso spese. Rimangono invece escluse dall’obbligo di registrazione le somme (che si evincono in base a documenti di spesa intestati all’azienda stessa) rimborsate al dipendente e che costituiscono anticipazioni in nome e per conto del datore di lavoro. In materia di tenuta del LUL, si ricorda che l’affidamento al consulente del lavoro dell’elaborazione del Libro Unico non comporta automaticamente l’affidamento della tenuta. Pertanto i due momenti posso rimanere distinti e separati. Mentre per quanto attiene alla conservazione del Libro Unico, lo stesso, dopo l’elaborazione e la stampa da parte dello Studio del Lavoro, dovrà essere conservato in azienda per la durata di cinque anni dall’ultima registrazione. Eliano Goltara Svolge la professione di avvocato presso i propri studi di Monza e di Milano e si occupa prevalentemente di diritto dell’impresa. Ricopre l’incarico di consigliere in diversi consigli di amministrazione ed è autore di numerose pubblicazioni. È titolare di Studio Goltara Avvocati. Eugenio Leoni Consulente del lavoro, esperto in materie sindacali e rapporti con gli enti pubblici, case editrici, società sportive e dello spettacolo. È titolare dello Studio Leoni, attività con 30 dipendenti e 10000 paghe mensili elaborate. Studio Legale Goltara - Vicolo Duomo, 1 - 20052 - Monza - Tel. 039 3900081 Studio Leoni - Via Statuto, 4 - 20121 - Milano Tel. 02 36573500 - Fax. 02 62910074 - [email protected] - www.studioleoni.it N.42 M C 113 CONSULENTE LEGALE DENTISTA Il processo civile diventa telematico Implantologia: denti fissi in una seduta Informatizzando alcuni passaggi, la Giustizia potrà essere più veloce, con benefici per i cittadini e per tutti coloro che ci lavorano È possibile ridurre i costi garantendo ugualmente un risultato finale praticamente perfetto a cura di Giorgio Galbiati P ochi giorni fa è arrivata la notizia che presso il Tribunale di Monza è in fase di attivazione il processo civile telematico (noto anche con l’acronimo PCT), in cui tutti gli operatori di settore ripongono le proprie aspettative. L’ informatizzazione del processo infatti mira, unitamente alla sua riforma organica di imminente discussione nelle aule parlamentari e ispirata ad una profonda semplificazione dei riti, ad uno snellimento delle procedure e quindi ad una abbreviazione dei tempi di Giustizia. In dettaglio, con il processo civile telematico si intende giungere ai seguenti risultati: 1) gestione in forma digitale delle informazioni connesse a tutte le fasi di un procedimento civile; 2) gestione telematica delle comunicazioni e degli scambi informativi tra i diversi attori di un procedimento civile; 3) semplificazione delle attività relative ai procedimenti civili; 4) diffusione delle informazioni; 5) riduzione delle attività a basso valore aggiunto; 6) accrescimento della trasparenza e della certezza della dimensione temporale degli atti e del procedimento. In altri termini, acquisita la consapevolezza di uno dei mali della lentezza, ci si è prefissi lo scopo di arginare gli aspetti prettamente burocratici del processo civile informatizzando alcuni passaggi: meno carte da creare, da spostare e da gestire. Nello stesso tempo, l’introduzione del processo civile telematico non cambierà in alcun modo le regole di celebrazione dei procedimenti, racchiuse in codici ed in leggi, ma inevitabilmente comporterà un beneficio anche sui tempi di celebrazione del processo, posto che il personale degli uffici, spesso impegnato solo per spostare voluminosi fascicoli tra le stanze dei palazzi di giustizia, potrà dedicarsi ad attività più proficue a tutto favore dei cittadini, in attesa di conoscere l’esito del proprio procedimento. È stato sul punto efficacemente affermato che il dominio del “cartaceo” condiziona la qualità del lavoro svolto all’interno dei tribunali, che si traduce in una continua manipolazione e movimentazione di carte, deprimendo sostanzialmente la qualità dell’apporto del personale interno, che ben altri contributi di professionalità, intelligenza e competenza potrebbe offrire. Il processo civile telematico non darà dunque vita ad un nuovo tipo di processo civile. Anzi il sistema Giustizia in Italia è già gravemente penalizzato e paralizzato dall’eccessivo proliferare dei riti: nel solo ambito civile e a seconda della materia trattata, se ne contano quasi trenta e spesso i processi si trascinano per anni e per vari gradi solo per individuare quale sia il rito da applicare al caso concreto ovvero l’esatta portata applicativa di una qualche regola procedurale. Ed è di tutta evidenza che di tali battaglie procedurali ai cittadini importa ben poco. Si pensi a tale proposito che la durata media di un processo civile in Italia, dal suo avvio sino al passaggio in giudicato della sentenza, è stimata in 116 mesi a fronte dei soli 34 dell’Austria. Con l’acronimo PCT si intende più semplicemente indicare l’introduzione armonizzata di strumenti informatici nell’impianto tradizionale del processo civile, finalizzata alla creazione di una efficiente cooperazione telematica tra gli attori pubblici (personale di cancelleria, giudici, ufficiali giudiziari, Avvocatura della Stato e delle amministrazioni pubbliche) e privati (avvocati, CTU, CTP e notai) coinvolti nel processo, i quali quindi, per una maggiore efficienza del sistema Giustizia, saranno in grado di creare, depositare, comunicare e consultare i documenti del processo in formato elettronico ed attraverso strumenti telematici. In particolare gli avvocati, senza dover accedere fisicamente agli uffici giudiziari, avranno la possibilità consultare l’intero fascicolo processuale, prendendo conoscenza delle attività processuali della controparte e dei provvedimenti del giudice. E potranno fare tutto ciò non solo dal proprio studio, ma anche da qualsiasi luogo collegato alla rete internet. Avv. Giorgio Galbiati È iscritto all’Albo degli Avvocati di Monza dal 2001. Avvocato civilista, si occupa di diritto commerciale, societario e fallimentare. È membro del direttivo della Camera Civile di Monza, associazione di avvocati dedita allo studio e all’approfondimento del diritto civile. Collabora con L’Ordine Avvocati di Monza per lo sviluppo del processo civile telematico. Dal 2000 è socio dello studio Galbiati Pozzoli Radaelli. a cura di Filiberto Vago N egli ultimi anni la necessità di trattamenti dentali veloci e risolutivi nel tempo, è sempre maggiore. La richiesta di poter essere sottoposti a terapie che comportino il minor numero possibile di sedute dal dentista e che permettano al contempo di avere una dentatura fissa, in un solo appuntamento, in alternativa alla fastidiosa dentiera tradizionale, è ormai un’esigenza a cui si deve e si può dare una soluzione. Nel nostro studio è possibile oggi risolvere questo problema mediante la tecnica denominata “ all-on-four”. Tale tecnica, che viene proposta principalmente a pazienti con poca struttura ossea disponibile, consiste nel posizionare in una sola seduta quattro impianti endossei al posto dei denti. Su questi viene avvitata un’arcata protesica completa fissa. I due impianti posteriori vengono inseriti nell’osso con un’inclinazione di 35 gradi circa, garantendo così un maggior supporto all’arcata fissata su di essi. In questo modo è possibile trattare anche quei casi in cui il volume osseo residuo della mascella o della mandibola è esiguo. Inoltre, nei pazienti che sono già privi di denti e portatori di dentiera completa, la tecnica “all-on-four” è eseguibile mediante una pianificazione tridimensionale studiata al computer con l’utilizzo di radiografia TAC. Ciò permette di ottenere una mascherina guida con la quale è possibile inserire i quattro impianti evitando di dover incidere la gengiva. Ciò riduce enormemente i fastidi post operatori al paziente che, fin da subito, può riprendere qualsiasi normale attività. In entrambi i casi, ovvero sia che i quattro impianti siano stati posizionati con o senza chirurgia gengivale, durante la stessa giornata viene avvitata ai suddetti impianti l’arcata protesica fissa provvisoria. A distanza di tre mesi circa, si eseguono le impronte tradizionali che servono al tecnico per preparare l’arcata dentale definitiva che andrà a sostituire quella provvisoria. Pertanto la rapidità di esecuzione, il numero esiguo di impianti e la riduzione del numero di appuntamenti in Studio permettono di abbassare in modo significativo i costi rispetto ad una terapia implantologica convenzionale, senza peraltro modificare in alcun modo il risultato finale. Dottor Filiberto Vago Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1979 e Specializzato in Odontostomatologia presso la stessa Università nel 1983. Nei primi anni di attività si è occupato prevalentemente di Chirurgia parodontale, seguendo corsi in Italia e all’estero; si è poi dedicato all’Implantologia e ha tenuto vari corsi come relatore. Ha sempre svolto la libera professione in studi dentistici come collaboratore e poi come associato. Dal 1991 è titolare dello “ Studio Dentistico Dott. Filiberto Vago” in Monza dove si occupa prevalentemente di protesi. Studio Dentistico Dr. Filiberto Vago - Via Anita Garibaldi, 1 20052 - Monza Tel. 039/386654 - Fax 039/386725 - [email protected] - www.vago.it 114 M C N.42 N.42 M C 115 CONSULENTE FINANZIARIO L CONSULENTE ASSICURATIVO ETF e fondi, quali scegliere? L’assicurazione facoltativa contro gli infortuni Tra “tradizione” e novità, i pro ed i contro di due categorie di investimenti La vita è sempre caratterizzata da una certa dose di rischio, che lascia aperto il varco alla possibilità di un danno a cura di Aldo Varenna a cura di Vittorio Massardi ’ETF è un Fondo Comune a cosiddetta “gestione passiva”, perché non c’è un professionista che gestisce giornalmente il patrimonio. Con l’ETF si acquista un indice che può rappresentare un mercato azionario, per esempio italiano (S&P Mib), europeo (Eurostoxx) o in titoli di stato con differenti scadenze (Euro MTS), obbligazioni societarie (corporate Bond) o ancora strumenti di liquidità (ETF Euro cash) in perfetta concorrenza con i nostri Bot. È quotato sul mercato e come un titolo la negoziazione è giornaliera. Negli ultimi anni sono nati anche ETF sui lontani mercati emergenti (Vietnam, Brasile) ma anche sulle commodities quali petrolio, zinco, platino e anche l’oro giallo! FONDO COMUNE Sono nati oltre 40 anni fa, il loro capostipite Fonditalia, creato alla fine Anni 60 e sono il maggiore esempio di finanza evoluta dell’epoca. Allora si investiva solo in libretti di risparmio e in Posta, non esistevano neanche i Titoli di Stato, e poter investire in azioni o bond Usa era incredibilmente innovativo e affascinante. Negli anni lo strumento Fondo Comune ha avuto alterne fortune, prima osannato come negli Anni 80 e 90 per poi essere, ultimamente, eccessivamente demonizzato. Rappresenta la gestione attiva e i suoi critici più acerrimi sostengono - talvolta a ragione - che molti team di gestione non sono all’altezza del ruolo. Anche i fondi hanno una varietà di tipologie, settoriali e geografiche quasi infinite! COSTI ETF L’ETF, non avendo costi né di distribuzione né di gestione (essendo passivo), ha costi minori che variano da un minimo dello 0,15 % (monetari) sino ad arrivare a quasi 1% per gli ETF azionari emergenti o settoriali. Vi è poi da aggiungere il costo di acquisto/vendita che se per i monetari è di circa lo 0,30% per gli azionari arriva anche ad un’ulteriore 1%. COSTI FONDI COMUNI È ormai in disuso la commissione front fee (di sottoscrizione) e molte società hanno abbassato le commissioni annue (MFee). Il costo è anche in questo caso più alto per i fondi azionari (media del 2%) e nettamente inferiore per i monetari (0,30%). Il costo maggiore rispetto all’ETF deve, a mio parere, prevedere una gestione di qualità del team di gestione che ne migliora la performance unita ad un’eccellente e costante attività di consulenza finanziaria. PRO E CONTRO In determinati momenti di “stress di mercato” (e sono ormai frequenti) l’ETF può avere un’eccessiva divaricazione tra il prezzo denaro e il prezzo lettera, a scapito della liquidabilità dell’investimento. Questo a causa di scambi giornalieri che su alcuni ETF possono essere ridotti. Il fondo, avendo una massa gestita più elevata, non ha questo inconveniente. PUNTARE AL RIBASSO Con l’ETF short si può addirittura scommettere al ribasso, se si ritiene che un mercato in futuro scenderà e nel 2008 è stata l’unica tipologia di ETF ad aver guadagnato! Ma ricordate che è sempre sana abitudine non improvvisare, i mercati sono complessi e se si trascura l’equazione rischiorendimento si può incorrere in cocenti delusioni, sia investendo in fondi, che nei glamour ETF. Aldo Varenna Inizia l’attività nel 1985 come Private Banker e addetto ai Rapporti Istituzionali in Banca Fideuram. Dal 1998 è membro del Comitato Esecutivo e del Consiglio Nazionale ANASF (Associazione di Categoria). Dal 2003 è responsabile Area Rapporti con l’estero ANASF. Inoltre è membro del Comitato Esecutivo CIFA (Convention of Indipendent Financial Advisor), associazione no profit con sede a Ginevra. Da maggio 2007 ricopre la carica di Segretario Generale delegato del FECIF, associazione con sede a Bruxelles. Da aprile 2005 è professionista Certificato €FA (€uropean Financial Advisor). Svolge l’attività professionale su tutto il territorio nazionale, con paticolare focalizzazione su Milano e l’hinterland. Aldo Varenna - Private banker - tel. 039/2358011 116 M C N.42 L ’uomo, fin dalle origini, è stato esposto a mille pericoli che minacciavano e minacciano la sua incolumità. Con il trascorrere del tempo e con il mutamento delle condizioni ambientali, i pericoli sono cambiati, ma non si sono attenuati: oggi le malattie professionali, gli infortuni sul lavoro, quelli sulla strada e quelli legati ai prodotti delle più recenti scoperte scientifiche, sono gli aspetti patologici di una realtà che va affrontata con i mezzi più idonei. L’esperienza, infatti, insegna che anche i più perfezionati sistemi di prevenzione non sono sufficienti ad eliminare del tutto i rischi di danno. Da qui la necessità di integrare le forme di prevenzione con appropriati interventi di tipo risarcitorio, che la Legge contempla in alcuni casi, lasciando altrimenti alla libera iniziativa privata di provvedere. In questo ambito si inserisce l’assicurazione facoltativa contro gli infortuni, la quale è deputata alla tutela del cittadino leso nei suoi interessi economici, laddove i meccanismi di legge non giungono ad operare. Attualmente nel nostro Paese, come quasi in tutti gli Stati Europei, coesistono due branche di assicurazione contro gli infortuni: l’assicurazione facoltativa e l’assicurazione obbligatoria. L’intera materia è attualmente regolata dal D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni, che raccoglie in un testo unico tutte le disposizioni relative, demandando all’Istituto Nazionale Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.) il compito di attuare la legge. Per quanto riguarda l’assicurazione facoltativa, assicurarsi contro gli infortuni con una polizza assicurativa, significa proteggersi dalle conseguenze economiche che può avere un infortunio sulla vita dell’assicurato. L’infortunio in senso tecnico-assicurativo è l’evento dovuto a causa fortuita, violenta ed esterna, che produce lesioni fisiche obiettivamente constatabili, le quali abbiano per conseguenza il decesso, un’invalidità permanente oppure un’inabilità temporanea. L’assicurazione infortuni è pertanto assicurazione di persone e non di cose; tuttavia essa può avere ad oggetto valori economici, allorché si assuma quale parametro di riferimento la perdita o la riduzione dell’integrità fisica in funzione del danno pecuniario che la mancata utilizzazione delle energie, venute meno a causa dell’infortunio, provoca, in quanto va ad incidere direttamente sulla sfera di produttività del reddito. Quindi l’oggetto del contratto è, appunto, l’attitudine dell’assicurato alla produzione di beni o, in altre parole, la sua capacità lavorativa, che della produzione di beni è condizione necessaria. La polizza infortuni si rivolge a tutte le persone ed opera per gli infortuni che l’assicurato subisca nello svolgimento delle attività professionali principali e secondarie dichiarate e nello svolgimento di ogni altra attività che non abbia carattere professionale. La limitazione della garanzia ai soli rischi professionali o extra professionali è possibile solamente quando esiste una netta separazione tra le due tipologie di rischio (in pratica quasi solamente per i lavoratori dipendenti). È invece molto importante che le garanzie di polizza coincidano con le necessità dell’assicurato: mentre per un lavoratore autonomo o per un libero professionista può essere importante assicurare i casi di invalidità permanente e di inabilità temporanea (a cui possono essere aggiunte quali garanzie accessorie la diaria in caso di ricovero in ospedale o clinica oppure il rimborso delle spese medico ospedaliere in conseguenza di infortunio), a favore del lavoratore dipendente è sufficiente prevedere il caso di invalidità permanente. L’assicurazione vale per i danni che avvengono in tutti i Paesi del mondo. Il costo di una polizza infortuni è variabile e dipende dalla situazione personale di ciascun individuo e dai capitali assicurati; ovviamente il premio è tanto maggiore quanto più elevati sono i capitali. Vittorio Massardi Ha iniziato l’attività assicurativa nel 1968 come agente di città della Toro Assicurazioni. Nel 1980 passa al brokeraggio assicurativo entrando come partner in una società del Gruppo GPA . Dal 1995 è partner ed amministratore delegato della GPG, gruppo Puricelli & Ghezzi. Gruppo Puricelli & Ghezzi - Via Camperio, 9 - 20123 - Milano Tel. 02 30322700 - Fax. 02 30322722 - www.gpg-broker.it N.42 M C 117 TEMPO LIBERO Il 2-Emporio del Gusto: Via del Gelsi - 20046 Biassono T. 039/2494791 email [email protected] LifeStyle Car: Via Cesana e Villa 96 - Biassono T. 039/5970926 www.lifestylecar.it WHAT’S ON Azienda Ospedaliera S.Gerardo: Via Pergolesi, 33 - Monza - Tel. 039/ 2331 www.hsgerardo.org Aimb: Via Petrarca, 10 20052 Monza T.039/36381 - www.aimb.it Comune di Monza: Piazza Trento e Trieste Monza - T. 039/ 2372309 www.comune.monza.mi.it ENPA Sezione Provinciale Monza e Brianza: Via Lecco, 164 - Monza T. 039/388304 www.enpamonza.it Museo d’ arte contemporanea di Lissone: Viale Padania, 4 - Lissone T. 039/2145174 www.comune.lissone.mi.it Papà Separati Lombardia Onlus: Via Salvo d’Acquisto 12 - 20037 Paderno Dugnano - www. papaseparatilombardia.org Assessorato alle Politiche Giovanili e Pari Opportunità: Piazza Trento e Trieste - 20052 Monza - T. 039/2372544 www.monzagiovani.it Regione Lombardia, assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia: Via Pola, 12/14 - Milano T. 02/67652292 Associazione Brianza per il Cuore ONLUS: Villa Serena - Via Pergolesi, 33 - Monza T. 039/ 2333487 www.brianzaperilcuore.org PROTAGONISTI Attualità: Via Cimabue, 1 Monza - T. 039/839136 Axioma: V. De Vizzi, 35/39 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) T. 02/618061 www.axioma.it Circolo Arti Figurative Monza: c/o Enrico Negri V.le Elvezia, 14 - Monza T. 039/384387 - www.circoloartifigurativemonza.it Class Limousine: Via Prada, 40 - 20057 Vedano al Lambro T. 039/492239 M C N.42 www.poliziastato.it Fototecnica Casati: Piazza Carducci Giosuè, 3 - Monza - T. 039/323996 www.casatifototecnica.it Johan & Levi Editore: via Valosa di Sopra 9 20052 Monza T. 039/7390330 www.johanandlevi.com Ristorante “Da Vittorio’’: Via Cantalupa, 17 24060 Brusaporto (BG) T. 035/681024 www.davittorio.com Azienda agricola La Rocchetta s.r.l. Castel Merlo: Via Verdi, 4 - 24060 Villongo (BG) T. 035/936318 www.larocchetta.it Briancar: Via Milano, 33 Desio - T. 0362/3981.Via Como, 68 - Mariano Comense - T. 031/3551808 www.briancar.it Camera di Commercio di Monza e Brianza: Piazza Cambiaghi, 9 Monza - T. 039/28071 www.mb.camcom.it Commissariato di P. S.: V. Romagna, 40 - Monza T. 039/2410 veari”: Via Randaccio, 11 (ang. Via Lecco) Monza, Via Resegone, 3 Vedano al Lambro T. 039/2328692 349/3198303 M.R. Snc Di Radici Michela E Marabese Simona: Via Zucchi Bartolomeo, 10/12 Monza - T. 039/2209221 www.mrcollezioni.com BRIANZA CLUB Beauty life s.r.l: Via Montello, 226 - 20038 Seregno - T. 0362/240424 British Team S.r.l. Corsi Di Lingue: Via Vittorio Emanuele II, 1 Monza T. 039/364966 www.britishteam.it Palazzo Arese Jacini: Piazza Arese, 12 Cesano Maderno T. 333/8594496 - www. worldmuseum2000.com Antico Ristorante Fossati: Via Filiberto, 1 - ang. Via Taverna, 1 - Triuggio T. 0362/997799 Associazione Los Niños De Quito ONLUS: Via Volta 56 - Monza 118 C. 333/1721169 www.classlimo.it Comune di Lissone: Via Gramsci, 21 - Lissone T. 039/73971 www.comune.lissone.mb.it Le Pecore Nere: Via XXV Aprile, 11 - Lesmo T. 039/6069794 S.I.M.P.E.G. (s.R.L.) Stampi Stampaggio Termoplastici: Via Sesia, 10 - 20020 Cesate (MI) - T. 02/9940283 www.simpeg.it Studio Legale Greco: Via Manzoni, 36 - Monza T. 039/2328015 - www. studioavvocatogreco.com Stainless Products: Viale delle industrie, 9 20040 Cambiago T. 02/959499640 www.stainlessproducts.it Tribunale di Monza: Piazza Garibaldi, 1 Monza - T. 039/23721 www.tribunaledimonza.net Vision Plus srl: Piazza San Pietro Martire, 6 Monza - T. 039/2326183 www.visionplus.it MONZA YOUNG Asili nido “Club degli Al- PASSIONI Air Bar: Via San Gottardo, 66 Monza - T. 039/2308549 Enoteca Il Mulino a Vino: Via De Amicis,21 Monza - T. 039/384180 www.enotecailmulino.it Federica Varotto: www.federicavarotto.com Gabetti Franchising Agency Monza: Sede legale e operativa: Via XX Settembre, 2 Monza - T. 039/365383 [email protected]. Sede operativa: Via Romagna, angolo Via V. Giulia, 1 - Monza T. 039/2726184 [email protected] www.gabetti.it Palestra Azzurra: Piazza della Resistenza, 53 Sesto San Giovanni T. 02/2405657 www.palestrazzurra.com The Natural Spa Di Alessi G.: Via Carlo Porta, 21 - Monza T. 039/3900528 U.S.Brianza Silvia Tremolada: Via Enrico da Monza, 6 - Monza T. 039/9204219 www.usbrianza.org CONSULENTI Aldo Varenna: Banca Fideuram Piazza Garibaldi, 8 Monza - T. 039/2358001 Galbiati Pozzoli Radaelli avvocati associati: Via Marengo, 22 - Carate Brianza - Via Tiziano 9/a, 20145 Milano (MI) T. 0362/804105 [email protected] Gruppo Puricelli & Ghezzi Srl: Via Camperio, 9 - Milano T. 02/ 30322700 www.gpg-broker.it a cura di Chiara Bramati VILLASANTA LA FORZA DI UN LAMPO Ovvero la breve historia di Andrea di Giusto, allievo e garzone di Ser Tommaso Cassai, detto Masaccio. Tel. 039/6084811 www.cooptangram.it SEREGNO GIORGIO GRIFFA Esposizione di opere dell’artista torinese tra i più interessanti di quella tendenza che, sviluppatasi verso la fine degli anni Sessanta, fu detta “Pittura analitica” o “Pittura Pittura”. Tel. 0362/231648 www.artesilva.com Studio Dentistico dr. Filiberto Vago: Via Anita Garibaldi, 1- Monza T. 039/386654 - www.vago.it Studio Legale Goltara: Vicolo Duomo, 1- Monza T. 039/3900081 Studio Leoni: Via Statuto, 4 - Milano T. 02/36573500 www.studioleoni.it Venus S.p.A.: Viale Sicilia, 98 - Monza T. 039/2830.1 www.venus-spa.it ERRATA CORRIGE Nel servizio sulla visita a Monza del ministro Giorgia Meloni, pubblicato sul numero 41 di Monza Club (pagg. 28-29) la prima e la terza fotografia sono state erroneamente attribuite a un evento diverso da quello in cui sono state effettivamente scattate: le foto riguardano invece un incontro organizzato durante la stessa giornata da Argonauti, associazione di formazione politica e culturale (www.associazioneargonauti. com). Ci scusiamo per l’errore con gli interessati e i lettori. marzo TEMPO LIBERO Aldo Coppola by Monza: Piazza S. Paolo,2 Monza - T. 039/2308698 [email protected] TEMPO LIBERO MONZA IL VANGELO SECONDO GIOTTO Una mostra itinerante in grado di fare percepire il fascino del sito originale, la Cappella degli Scrovegni, attraverso una fedele riproduzione fotografica, effettuata dopo i restauri del 2002, in scala 1:4. Tel. 334/7622332 dalle 14 alle 16 www.vangelosecondogiotto.it MONZA RACCONTI DI DONNA Iniziativa promossa dall’Assessorato alle Pari Opportunità e Assessorato alla Cultura di Monza, in collaborazione con Il Teatrino dell’Allodola che mette in scena i testi classici rivisitati in versione di monologhi per voce femminile. Tel. 039/2372544 [email protected] Assessorato alle Pari Opportunità Assessorato alla Cultura teatrino IlIl teatrino dellʼallodola dellʼallodola racconti di D o n n a Con la collaborazione di Con la collaborazione di CONCOREZZO IL TROVATORE Parte della cosiddetta trilogia popolare, assieme a Rigoletto e La traviata, è un’opera di Giuseppe Verdi rappresentata in prima assoluta il 19 gennaio 1853. Tel. 039/6040948 www.cineteatrosanluigi.it VIMERCATE NORMANNO SOSCIA/SERGIO BAN In mostra opere del pittore Normanno Soscia, dipinte in acrilico su tela e su tavola, e sculture lignee, su cui agisce con interventi pittorici, materici, chimici, di Sergio Ban. Tel. 039/660768 www.magenta52.it MONZA LIBERTÀ ECONOMICA ED EMOTIVITÀ Il filosofo Matteo Motterlini è il protagonista dell’ultimo degli incontri della rassegna Abitatori del tempo, che ha visto coinvolti alcuni tra i più grandi intellettuali contemporanei. Tel. 039/2302192 www.provincia.milano.it MONZA MENOPAUSE THE MUSICAL Uno spettacolo da non perdere con nomi brillanti del teatro italiano come Marisa Laurito, Fioretta Mari, Fiordaliso e Manuela Metri. Tel. 039/386500 www.teatromanzonimonza.it LISSONE ROGER WARDIN INTO THE WOODS Tele che raccolgono la tradizione romantica della Germania del XVIII secolo, con uno sguardo fotografico alla David Lynch. Tel. 039/5960355 www.galleriasix.it N.42 M C 119 TEMPO LIBERO OROSCOPO ARIETE - 21 Marzo - 20 Aprile È il momento dell’amore, anche perché Venere inizia un lungo soggiorno nel vostro segno che durerà molti giorni. Per i single, può nascere qualunque cosa, se lo vorranno. Nel lavoro potranno esserci novità, un salto di qualità, una decisione destinata a portare davvero fortuna. Aumentate il livello di attenzione, perché all’improvviso qualcosa di eclatante potrebbe succedere e non bisogna farselo sfuggire. Un mese promettente per tutti anche perché Sole, Mercurio e Marte favoriscono il benessere psicofisico. TORO - 21 Aprile - 20 Maggio In ambito di coppia continuerà a regnare una perfetta armonia se entrambi i partner non si faranno impantanare nelle sabbie mobili della gelosia. Nel lavoro ci saranno momentanei arretramenti: le quadrature di Marte e Mercurio non stendono tappeti rossi alle iniziative. Ma si tratta solo di questo mese perché, con l’avvicinarsi della bella stagione, riconquisterete fiducia nelle vostre qualità e prenderete iniziative che vi porteranno alla conquista di risultati sorprendenti. Sarete soggetti a fastidiosi raffreddori. GEMELLI - 21 Maggio - 21 Giugno Sfruttando la positività del momento, proponetevi, presentate le vostre idee, mettete in atto quello che sentite. Grande è il miglioramento sociale, perfetto il lavoro d’equipe: il risultato che offrite verrà apprezzato e il successo può essere dietro l’angolo. In amore, con la protezione di Giove e Venere nel segno, progetti comuni, affetti, sentimenti, seduzioni ed emozioni, saranno in primo piano. È il mese dell’amore, mettete da parte il cervello. Chi vive una salda situazione di coppia, rafforzerà l’armonia. CANCRO - 22 Giugno - 22 Luglio Superlavoro in vista per molti: incontri, appuntamenti, telefonate, cose da scrivere o da fare sono all’ordine del giorno ma anche il segnale che il successo sta per premiare il vostro impegno. Fate ordine nelle questioni burocratiche e nella vostra agenda e gestite con più diplomazia i rapporti con gli altri. In amore, evitate di fare i prepotenti con chi vi sta accanto, esigendo un’attenzione totale. Siate più pazienti e comprensivi con chi ha bisogno di voi: un giorno la situazione potrebbe ribaltarsi e potreste pagarne le conseguenze… LEONE - 23 Luglio - 23 Agosto Venere diventa questo mese il vostro pianeta di riferimento. Il desiderio di amore si mescola ad una strana inquietudine. Ma se Venere vi rende affascinanti e magnetici, dovrete fare i conti anche con gli altri pianeti, Giove in testa, che non sono proprio dalla vostra parte e sono pronti ad ostacolarvi. Nel lavoro, impegnatevi di più: non perdete la calma e non fatevi trascinare dagli impulsi. La salute è ottima, ma non esagerate con gli eccessi. Per mantenervi in forma, fate un po’ di moto e seguite una dieta a base di frutta e cereali. VERGINE - 24 Agosto - 22 Settembre Potrete contare sul trigono di Plutone, forte e potente come non mai. Significa più carica, maggiore sicurezza sia nel vivere il desiderio sia nell’esprimere l’amore. Sarete più estroversi, meno riservati, meno rigidi. Ottimo mese per portare avanti con successo progetti e programmi. La congiunzione con Saturno è una rassicurazione per una navigazione professionale con velocità regolare. Approfittate del momento favorevole per risolvere qualche problema lasciato in sospeso. Qualcuno, tra poco, si farà vivo e vi renderà estremamente felici. 120 M C N.42 di Antoninus BILANCIA - 23 Settembre - 22 Ottobre È un momento d’oro che vi proietterà con successo nel campo di nuovi affari e conquiste professionali. Le vostre idee saranno apprezzate dalle persone con le quali lavorate e che cominciano a vedere in voi un punto di riferimento piuttosto importante per raggiungere gli obiettivi fissati. Le entrate lieviteranno e potrete soddisfare i vostri desideri lasciati in sospeso. In amore, tutto vi sarà dato in cambio di una piccola dimostrazione di umiltà: non tiratevi indietro, anzi, rendetevi più disponibili regalando al partner il meglio di voi stessi. SCORPIONE - 23 Ottobre - 22 Novembre Marzo sarà per voi un mese di impegni e prove da affrontare: un percorso un po’ faticoso ma decisivo per il futuro della vostra vita sentimentale e lavorativa. Alla fine riuscirete a raggiungere tutti gli obiettivi a cui tenete davvero: basterà solo un pizzico di pazienza e lungimiranza. L’amore, all’insegna delle grandi emozioni grazie al transito positivo di Venere, vi aiuterà a prendere decisioni importanti, destinate a cambiare la vostra vita. Il partner attende soltanto un segnale per regolarizzare il vostro rapporto di coppia: non deludetelo. SAGITTARIO - 23 Novembre - 21 Dicembre Saturno contrario esce dal vostro segno e lascia il campo libero alla felicità e all’appagamento dei desideri. Ansie e occupazioni cedono il passo a grandi soddisfazioni in campo professionale, ripagandovi dei sacrifici e delle frustrazioni che avete dovuto subire negli ultimi mesi. Uscite allo scoperto e fate valere le vostre ragioni, specialmente nei confronti di chi non merita la vostra stima. Ora che il coltello è nelle vostre mani usatelo con forza e determinazione senza, comunque, cercare la vendetta: il perdono è sempre stato l’arma dei forti. CAPRICORNO - 22 Dicembre - 20 Gennaio Quante novità, quante sorprese! Dopo un inizio anno all’insegna della tranquillità, già a marzo la presenza positiva di Venere libera il cuore alle gioie dell’amore. Per chi è alla ricerca di quello vero un solo consiglio: uscite di casa, divertitevi, fate nuove amicizie! L’amore nasce quando meno ve lo aspettate. Per tutti una piccola pausa di riflessione: Saturno è nervoso e tutte le cose non chiarite potranno spuntare dal nulla, procurando agitazione. Ma niente paura: Mercurio e il Sole favoriranno il dialogo con chi vi ha sottovalutato. ACQUARIO - 21 Gennaio - 19 Febbraio Conferme e meritati successi. Dopo qualche scontro in ufficio a febbraio, da marzo col meraviglioso passaggio di Venere nel Sagittario fino a giugno, inizia la vostra scalata. Chi ha da poco cambiato lavoro inizia subito ad ingranare e a chi ancora non l’ha trovato si aprono nuove, interessanti prospettive. Tra poco, raccoglierete i cocci di una grande storia finita male. Dopo mesi di smarrimento, l’ottima quadratura di Venere vi rimetterà in piedi e farà nascere legami duraturi. Insomma, è il momento di riprendere in mano le redini della vostra vita… PESCI - 20 Febbraio - 20 Marzo Non ci sono scappatoie: per raggiungere i grandi obiettivi nella vita professionale bisognerà investire tempo e fatica. Fin da gennaio c’è stata un po’ di incertezza, ma ora è arrivato il momento di guardarsi intorno con attenzione e tenere sempre gli occhi bene aperti per non lasciarsi sfuggire le ottime occasioni che Giove, Marte e Venere, mai così benevoli con voi, vi offrono con generosità. Questo bellissimo marzo, oltre a non deludervi, vi permetterà di dare una svolta alla vostra vita professionale e consoliderà quella sentimentale.