LA FORMAZIONE COMUNITARIA

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LA FORMAZIONE COMUNITARIA
ANNESSO 5
LA FORMAZIONE COMUNITARIA
Dalla LETTERA APOSTOLICA NOVO MILLENNIO INEUNTE
DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PAOLO II
AL TERMINE DEL GRANDE GIUBILEODELL'ANNO DUEMILA
Una spiritualità di comunione
43. Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione:
ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia,
se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio
e rispondere anche alle attese profonde del mondo.
Che cosa significa questo in concreto?
Anche qui il discorso potrebbe farsi immediatamente operativo,
ma sarebbe sbagliato assecondare simile impulso.
Prima di programmare iniziative concrete occorre
promuovere una spiritualità della comunione,
facendola emergere come principio educativo
in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano,
dove si educano i ministri dell'altare,
i consacrati,
gli operatori pastorali,
dove si costruiscono le famiglie e le comunità.
Spiritualità della comunione significa innanzitutto
sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi,
e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto.
Spiritualità della comunione significa inoltre
capacità di sentire il fratello di fede nell'unità profonda del Corpo mistico,
dunque, come “ uno che mi appartiene “,
per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze,
per intuire i suoi desideri
e prendersi cura dei suoi bisogni,
per offrirgli una vera e profonda amicizia.
Spiritualità della comunione è pure
capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c'è nell'altro,
per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio:
un “ dono per me “,
oltre che per il fratello che lo ha direttamente ricevuto.
Spiritualità della comunione è infine
saper “ fare spazio “ al fratello,
portando “ i pesi gli uni degli altri “ (Gal 6,2)
e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano
e generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie.
Non ci facciamo illusioni:
senza questo cammino spirituale,
a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione.
Diventerebbero apparati senz'anima,
maschere di comunione
più che sue vie di espressione e di crescita.
RFG 3.6. Formazione a uno stile di vita comunitaria (Cst 59-75)
Fin dagli inizi, la vita cristiana si è caratterizzata per l'appartenenza alla comunità ecclesiale e
per il servizio del Regno di Dio, in vista della "ricapitolazione" di tutta l'umanità in Cristo1.
3.6.1. - In quanto Sacerdoti del S. Cuore2, la vita comunitaria è un elemento essenziale3 e
fondamentale della nostra vita religiosa e sappiamo bene quanto al p. Dehon stesse a cuore il
"Sint Unum"4.
Costruire la comunità è per noi un vero cammino di conversione5:
"La carità deve essere una speranza attiva di quello che gli altri possono diventare con l'aiuto
del nostro sostengo fraterno"6(72).
3.6.2. - È per questo che l'esperienza7 comunitaria è necessaria fin dagli inizi della
formazione.
Essa si realizzerà in comunità, con la partecipazione attiva di tutti8(73).
Una vita in comunità apostolica implica:
-
che il "Sint unum" non sia un semplice desiderio, ma sia vissuto realmente9 come una
forza che agisce nei singoli e nel gruppo10(74);
che progressivamente si realizzi una vera conversione a uno stile di vita comunitaria, con
tutto quello che comporta di accettazione della diversità11,
1
Cst 61 "La nostra vita comunitaria è al servizio di una missione apostolica…"
Cst 59 "Nella Chiesa siamo chiamati a seguire Cristo e a essere nel mondo testimoni e i servitori della comunione
degli uomini in una comunità fraterna…"
2
La comunità ecclesiale nasce da una ferita aperta: "Dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simboli dei
sacramenti della Chiesa" (pref. S. Cuore).
3
Cst 63 “La nostra vita comunitaria non è solo un mezzo: benché da perfezionare, essa è la realizzazione più
concreta della nostra vita cristiana…”.
4
Cst 8 "Come membra di Cristo, fedeli al suo pressante invito del Sint unum, essi fraternamente portano i pesi gli
uni degli altri in una medesima vita comune".
Cst 63 "Ci lasciamo penetrare dall'amore di Cristo, e ascoltiamo la sua preghiera 'Sint unum'…"
Cst 95 "Il Sint unum (Gv 17,11), sottolineato dal Padre Fondatore, esige dal candidato, attraverso una educazione
all'amore vero, una liberazione progressiva dall'egoismo, che è rifiuto dell'amore di Dio e della fraternità".
L'altro modello "biblico" di p. Dehon per la vita comunitaria è "Nazareth".
I modelli biblici delle Costituzioni sono: Il "Sint unum" (Cst 8, 63 e 95), la "comunità dei discepoli riuniti attorno al
Signore, e… (le) primitive comunità cristiane" (Cst 59).
5
Qui sta indicato un primo cammino/metodo per costruire la comunità: la conversione.
Cst 95 "… Questo primato dell'amore chiama a una conversione permanente, e deve portare il candidato alla
disponibilità per il servizio di Dio e dei fratelli, soprattutto dei più poveri e dei più deboli nello spirito dell'Ecce
venio".
6
Cst 64. È questo un secondo cammino/metodo per costruire la comunità: la carità (come "speranza attiva di
quello che gli altri possono diventare" e come "sostengo fraterno").
7
Ecco il terzo cammino/metodo: L'esperienza concreta "con la partecipazione attiva di tutti".
8
cf Cst 60 e 61. Cst 60 "La nostra professione dei consigli evangelici, vissuta in comunità, è l'espressione primaria
della nostra vita apostolica: essa testimonia la presenza di Cristo e annuncia il Regno di Dio che viene (Cf. PC15)".
Cst 61 "La nostra vita comunitaria è al servizio di una missione apostolica, secondo la nostra vocazione specifica.
Essa si rafforza nel compimento di questo servizio. La comunità si lascia interrogare agli uomini in mezzo ai quali
vive. Essa si propone di condividere e sostenere i loro sforzi di riconciliazione e di fraternità".
9
Ecco la famosa tensione fra ideale e realtà (e fra i singoli e il gruppo)! Come affrontarla e viverla?
10
cf. Cst 95: "Il Sint unum (Gv 17,11), sottolineato dal Padre Fondatore, esige dal candidato, attraverso una
educazione all'amore vero, una liberazione progressiva dall'egoismo, che è rifiuto dell'amore di Dio e della
fraternità. Questo primato dell'amore chiama u una conversione permanente, e deve portare il candidato alla
disponibilità per il servizio di Dio e dei fratelli, soprattutto dei più poveri nello spirito dell'Ecce venio".
11
cf. Cst 55.
Cst 55 "Essa (professione) ci riunisce in una vita comunitaria dove, con la disponibilità di tutti, attraverso il dialogo
aperto e rispettoso di ciascuno, secondo l'azione animatrice dei nostri Superiori, cerchiamo la volontà di Dio. Ai
-
-
di condivisione dei pesi12, di pratica del perdono reciproco13, di sostengo vicendevole
nella fedeltà autentica agli impegni della professione dei voti, di senso di
corresponsabilità14 e di disponibilità ad accettare i diversi incarichi o uffici comunitari;
che sia acquistato un vero senso di corresponsabilità nel servizio Pastorale, espressione
della comunità prima ancora che dei singoli che vi sono direttamente incaricati, come
garanzia della continuità di questo servizio, in un effettivo rispetto del ritmo di crescita del
Popolo di Dio;
che siano riconosciuti esplicitamente il ruolo e la mediazione dell'autorità per il bene
comune della comunità e della Chiesa;
la capacità reale di vivere personalmente una vera vita comunitaria.
I criteri saranno precisati nella R.F.P.
3.6.3. - Nella pratica, sono necessari incontri regolari per la condivisione della fede e della
vita,
e pure per la periodica revisione comunitaria su ciò che è stato esposto.
… 4.2.3. Una formazione comunitaria
La formazione di un religioso avviene in comunità e con l'aiuto della comunità. Un'esperienza
comunitaria autentica è necessaria dall'inizio alla fine. Oltre quanto viene detto nel n. 3.6., si
tengano presenti i punti seguenti:
a) È importante che le comunità di formazione, senza la pretesa di perfezione, siano "buone"
comunità e diventino luoghi di vera esperienza comunitaria di Dio, nella comunicazione e
nel dialogo, dove i più anziani si sforzano di accompagnare i più giovani dando un
contributo sereno alla vita di fraternità.
b) In queste comunità di formazione deve regnare una profonda comunione di vita, di
preghiera e di ideale, uno sforzo continuo di fraternità e di unità nello spirito del "Sint
unum".
c) Fra gli altri mezzi, questa formazione comunitaria richiede
- un perseverante sforzo di dialogo fra tutti i membri della comunità;
- la partecipazione effettiva all'elaborazione del progetto di vita comunitaria e un vero senso
di corresponsabilità nell'attuarlo, specialmente nell'assumere anche gli uffici e i servizi che
comporta;
- un interesse vero per tutto ciò che riguarda la vita e il progetto apostolico della comunità e
della provincia e la disponibilità a tutte le esigenze di una vera vita comune.
La revisione di vita, personale e comunitaria, secondo le indicazioni delle Cst 60-7515, aiuterà
a ravvivare in tutti una vera disponibilità, per una crescita reale nell'unità e per l'autenticità di
testimonianza che dobbiamo dare attraverso di essa.
nostri Superiori testimoniamo rispetto e lealtà; in una effettiva corresponsabilità, collaboriamo con loro al servizio
del bene comune".
12
cf. Cst 8.
Cst 8 "Come membra di Cristo, fedeli al suo pressante invito del Sint unum, essi fraternamente portano i pesi gli uni
degli altri in una medesima vita comune".
13
cf. Cst 65.
Cst 65 "Nella comunione, anche al di là dei conflitti, e nel perdono vicendevole, vorremmo testimoniare che la
fraternità di cui gli uomini hanno sete è possibile in Gesù Cristo e noi vorremmo esserne i servitori".
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Come si può acquistare un "senso di corresponsabilità" se non tramite una vera "corresponsabilità"?
d) La capacità di vivere, di programmare e di lavorare insieme sarà considerata un criterio
necessario per l'ammissione alla professione perpetua.
2.3 Gli attori o agenti della formazione
e) Ogni comunità religiosa, ma particolarmente le comunità di formazione, sono l'ambiente
primario per la maturazione e perseveranza nella sequela di Cristo.
Tenendo conto del fatto che la vita religiosa è influenzato costantemente dalla comunità
di vita, il quadro di una vita comunitaria autentica e condivisa e uno degli elementi
principali della formazione.
La comunità formativa svolge un ruolo fondamentale nell'aiutare il candidato, sotto la
guida dei formatori e in dialogo permanente con gli altri membri, a rispondere attivamente
ed efficacemente, giorno per giorno, alla vocazione ricevuta.
f) È molto importante il ruolo del responsabile diretto della formazione.
g) La comunità formativa locale è direttamente coinvolta nel condurre la formazione. Il
superiore ne è il coordinatore, responsabile dell'attuazione fedele del progetto formativo
della provincia16.
4.3.1 Il postulato
e) Durante il postulato dev'essere offerta la possibilità di una prima esperienza di vita
comunitaria, di un primo contatto con la vita religiosa e con la vita della congregazione.
4.3.2. Il noviziato
b) La formazione in noviziato… deve introdurre il novizio alla vita comunitaria, come
elemento essenziale della nostra vita religiosa. L'intera formazione durante il noviziato
dovrà quindi attuarsi in un clima fraterno, così che il novizio la possa apprezzare e vivere
in essa.
d) La comunità del noviziato esercita un notevole influsso sulla formazione di un novizio.
Deve perciò collaborare con il maestro a cui, però, spetta la responsabilità della
formazione e la decisione ultima in quest'ambito…
e) comprovata capacità di vivere in comunità, nella disponibilità, solidarietà e
corresponsabilità17.
4.3.3 Dalla prima professione alla professione perpetua
d) La definitiva consacrazione a Dio richiede una sufficiente maturità umana e spirituale
dell'individuo, compreso l'aspetto comunitario e apostolico.
P. Olav Hamelijnck scj
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Chiamati a vivere in comunità (Cst 59-79)
a. Al servizio della missione comune (Cst 60-62)
b. Assidui alla comunione fraterna (At 2,42) (Cst 63-69)
c. In comunità di vita (Cst 70-75).
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cf. Cst 91 e DG 91.3Cst 91 "La comunità accoglierà con gioia ogni candidato che chiede di essere iniziato alla
vita e alla missione della nostra Congregazione, Tutti i membri della comunità, in una collaborazione leale e nel
rispetto del ruolo di ciascuno, si sforzeranno di creare una comunione di vita in un clima di preghiera, di lavoro e di
servizio apostolico. Ogni religioso deve sentirsi interessato per il compito della formazione. In questo ambiente
favorevole, il candidato troverà un aiuto per la crescita umana e spirituale della sua vocazione".
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… è uno dei criteri per l'ammissione alla prima Professione.