Programma e note di sala - Teatro Comunale di ferrara
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Programma e note di sala - Teatro Comunale di ferrara
sabato 31 marzo 2012 ore 17.30 Ridotto del Teatro Omaggio a Sorolla Luigi Di Ilio pianoforte Claude Debussy Prèludes, deuxième livre (1913): (… Brouillard) - Modéré (… Feuilles mortes) - Lent ed mélancolique (… La Puerta del Vino) - Mouvement de Habanera (… Les Fèes sont d’exquises danseuses) - Rapide et léger (… Bruyères) - Calme (… Gèneral E. Lavine” - eccentric) - Dans le style et le mouvement d’un cake-walk (… La terrasse des audiences du clair de lune) - Lent (… Ondine) - Scherzando (… Hommage à S. Pickwick Esq. P.P.M.P.C.) - Grave (… Canope) - Très calme et doucement triste (… Les tierces alternées) - Moderémént animé (… Feux d’Artifice) - Modérément animé --- Isaac Albeniz Rumores de la caleta (Malagueña) Cordòba Serenata En la Alhambra salla Suite Iberia: Evocacion El Puerto El Polo IL CONCERTO È DEDICATO ALLA MOSTRA SOROLLA. GIARDINI DI LUCE ORGANIZZATA DA FERRARA ARTE A PALAZZO DEI DIAMANTI DAL 17 MARZO AL 17 GIUGNO 2012 Claude Debussy riservò al pianoforte alcune tra le sue pagine più ispirate, approfondendo la tecnica dello strumento con soluzioni innovative ed originali. Il Deuxième livre dei Prèludes, datato 1913, si inserisce nella fase più matura della produzione dell'autore, ancora legata alla temperie impressionista ma già proiettata al suo superamento. Il segno, seppur esteriore, di tale aspirazione si trova nella collocazione del titolo: in ciascuno dei dodici Prèludes essi si trova a conclusione del brano, tra parentesi e preceduto da puntini; risulta così allusivo e sfumato rispetto all'eventuale riferimento extra-musicale. Eppure il significante rispecchia l'immagine non solo simbolicamente, ma spesso ricorrendo a palesi riscontri onomatopeici. La raccolta di istantanee, totalmente svincolata da ogni logica narrativa, si apre con le caliginose atmosfere di Brouillard, pagina armonicamente ambigua ed enigmatica nel ritmo e nella melodia. In Feuilles mortes la raffinata indagine timbrica si concentra sulle diverse tipologie di attacco, ora accostate, ora sovrapposte, mentre in La Puerta del Vino sono chiare le finalità evocative della Spagna moresca, con la melodia ritmicamente inquieta e fiorita nello stile del cante jondo andaluso. Di incerta origine la citazione Les Fèes sont d'exquises danseuses apposta al quarto preludio, profondamente simbolico nei procedimenti imitativi. La linearità melodica di Bruyères funge da ponte tra il quarto ed il sesto brano, «General E. Lavine»-eccentric: le sonorità eccezionalmente vivaci offrono una brillante caricatura del personaggio-macchietta, sull'andamento marziale e sincopato di cake-walk. La terrasse des audiences du clair de lune è stilisticamente assai vario, con un graduale aumento di tensione che si dissolve una volta raggiunto l'acme. Audace e profonda la ricerca armonica in Ondine, a sostegno del canto – ora beffardo, ora ammaliante – della ninfa; la stessa puntualità descrittiva si coglie in Hommage à S. Pickwick: del dedicatario è enfatizzata sia la dignità del ruolo (con la solenne citazione dell'inno nazionale inglese), sia l'amabile cortesia. Canope è un ritratto impressionista dell'antica civiltà Egizia, mentre Les tierces alternées esplora procedimenti strettamente tecnico-esecutivi, con una tendenza all'astrattismo che sembra anticipare gli Études (1915). Di forte impatto la conclusione con Feux d'artifice, dalle sonorità incisive e prepotenti, nate da un'esplorazione del potenziale timbrico della tastiera spinta alle soglie del rumore. Le raffinate sonorità, la pittura in musica e la ricerca armonica dell'Impressionismo esercitarono una forte influenza su Isaac Albéniz, indiscusso fondatore della scuola nazionale spagnola, che seppe inserire un'originale ispirazione folkloristica nell'orizzonte delle nuove conquiste europee. Rumores de la caleta e En la Alhambra sono tratte da Recuerdos de viaje op. 71, raccolta di preziose miniature composta tra il 1886 e il 1887 e destinata all'intrattenimento salottiero: la scrittura lieve ed al contempo appassionata richiama suoni, ritmi e colori di Spagna, con una raffinatezza timbrica altamente simbolica memore della lezione di Debussy. Cordòba è tratta da Cantos de España (1896 circa): la deliziosa raffigurazione della città iberica ricorre a citazioni della tradizione andalusa, arricchita da un fine virtuosismo di eredità lisztiana. Dall'op. 105, 6 hojas de album proviene Serenata (1890), ove l'alternanza tra energici staccati e legati cantabili è sostenuta da un'armonia policroma e cangiante. Il ciclo Iberia, composto tra il 1905 e il 1908 e considerato il capolavoro di Albéniz, nasce come un ideale viaggio in dodici tappe attraverso la Spagna. In apertura Evocacion, ricordo accorato e nostalgico della terra natia sviluppato su ritmi di fandanguillo e jota navarrese; l'utilizzo della scala a toni interi apporta un esotizzante sapore impressionista. El Puerto (libro I) è dedicata al porticciolo di Santa Maria presso Cadice: si ispira allo stile di zapateado, danza popolare accompagnata da canto e chitarra. La scrittura di El Polo (libro III), danza popolare andalusa, è frammentata da linee melodiche interrotte e da accentuazioni sincopate. Lo stesso Albéniz ne suggeriva l'esecuzione «tojours dans l'esprit du sanglot». (Annalisa Lo Piccolo) Abruzzese, Luigi Di Ilio inizia a soli 4 anni lo studio della musica. Studia con Lucia Passaglia, già allieva di Benedetti-Michelangeli, presso il Conservatorio "Luisa d'Annunzio" di Pescara, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode. Prosegue gli studi presso l'Accademia Musicale Chigiana a Siena, con Guido Agosti per il pianoforte e con Riccardo Brengola per la musica da Camera, ottenendo il prestigioso Diploma d'Onore e suonando sempre ai concerti finali. Nel 1981 vince la selezione per la celebrazione del 50° di fondazione dell'Accademia, ripristinando (dopo 25 anni) la tradizione del concerto per pianoforte e orchestra. Nel 1980 debutta con Donato Renzetti (premio "G.Cantelli") al Teatro Filarmonico di Verona, eseguendo il Concerto in re minore di F. Mendelssohn. Vince importanti premi nazionali tra cui: "Premio Martucci", "Premio Rendano", "Premio Cata Monti", "Premio Lorenzi" (duo pianistico per due pianoforti), "Rassegna dai Conservatori" indetta dal Teatro alla Scala di Milano (due pianoforti) con Ermindo Polidori. Goffredo Petrassi gli conferisce un premio speciale in occasione di un concorso sulla musica del Novecento. Nel 1991 effettua una tournée nel Sud America partecipando al Festival Internazionale della Musica da Camera di Colonia Tovar (Venezuela) ed al Festival delle Arti di Maracaibo (Venezuela) eseguendo di Claude Debussy il 1° Libro dei "Préludes", di Robert Schumann il "Carnaval op. 9" e di W. A. Mozart il Concerto in la maggiore K. 488 per pianoforte e orchestra. In seguito è invitato dall' Università della musica di Barquisimeto dove tiene un corso di interpretazione pianistica. Nel 1995, per il 150° anniversario della morte di Simone Mayr, viene scelto come solista per la prima esecuzione italiana del "Concerto in do maggiore per pianoforte e orchestra" al Teatro Donizetti di Bergamo. Insieme al violinista Fabio Biondi incide per l'etichetta OPUS 111 due CD contenenti l'opera di Gian Francesco Malipiero, l'integrale delle Sonate di Schumann e le Tre Romanze di Clara Wieck per violino e pianoforte. Luigi Di Ilio ha un repertorio che spazia da Bach ai contemporanei, con una predilezione per la musica francese ed in particolare per quella di Claude Debussy, di cui ha in repertorio tutta l'opera pianistica che esegue in 5 "recitals", e per quella spagnola (I. Albeniz e E. Granados, in particolare). Si occupa di problematiche specifiche strumentali ed in particolare delle diteggiature, del pedale e della funzionalità del gesto in relazione al timbro ed al colore. Ha tenuto seminari estivi monografici (C. Debussy) e su tematiche specifiche ("Itinerari pianistici") presso l'Accademia Musicale Pescarese e l'Accademia Musicale Umbra. L'incontro nel 1991 con Ennio Pastorino e An Li Pang, testimoni della grande lezione di Benedetti-Michelangeli, arricchisce ed allarga il suo orizzonte musicale e culturale, dando nuovo slancio e spessore alla sua ricerca e nuove prospettive alle sue interpretazioni. Ha ricoperto la cattedra di pianoforte principale presso il Conservatorio "G. Rossini" di Pesaro, "A. Boito" di Parma (24 anni) ed ora presso il Conservatorio "G. Frescobaldi" di Ferrara.