Ecco perché i romani si sentono traditi
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Ecco perché i romani si sentono traditi
Il Nuovo Corriere IlNuovoCorriere di numero 54 anno II - 1 euro Ecco perché i romani si sentono traditi Roma e del Lazio SABATO 3 SETTEMBRE 2016 IN PRIMO PIANO/ di Giovanni Tagliapietra I nutile nasconderselo, i romani si sentono traditi. Tutti quelli che con l’entusiasmo o per lucida disperazione solo qualche mese fa hanno fatto saltare il banco liberandosi in un colpo solo della vecchia politica. Via Forza Italia, via quegli ingrati maneggioni del Pd, via la sinistra integralista ma pronta a fare affari, via il supertecnico Bertolaso, l’eterna promessa Marchini, via quella destra che non è mai arrivata a maturazione e che portava a candidato sindaco una bravissima politica al nono mese di gravidanza. Un salto nel vuoto, una sfida, la discontinuità. Puntiamo su quei matti e divertenti grillini, ne parlano tutti bene, sono puliti, non rubano, sono l’alternativa (l’unica che c’è). Ma sapranno governare? Proviamo, peggio di Marino non potranno fare. E adesso i romani, Roma, tutti siamo in difficoltà. Con poche probabilità di uscirne bene. Usati come terreno di sperimentazione di un progetto politico. Possiamo pensare di tornare a votare tra qualche mese? Certo che no, dobbiamo aspettare che i grillini maturino sulla nostra pelle. Dilettanti allo sbaraglio li hanno definiti e hanno fatto bene. Il sollievo per essersi liberato di Giachetti, Fassina, Peciola lascia spazio all’angoscia di vedere una città che non funziona e non riparte. In preda a baruffe da condominio che vede come protagonisti dei personaggi mediocri, attaccati al piccolo potere conquistato. Hanno avuto mesi i grillini per preparare la vittoria, per preparare la squadra, i collaboratori, per mettere in piedi un team inattaccabile. Sono scaduti nella commedia, nella farsa, hanno perso credibilità. E la sensazione è che non possano estrarre dal cilindro in extremis un leader carismatico, un qualche personaggio di spessore che si assuma tutte le responsabilità. L’unica via d’uscita che la Raggi ha è quella di giocare la sua partita in autonomia tirando fuori gli artigli e graffiando. Difendendo le sue scelte fino in fondo e cominciando a governare. Che diamine, è stata eletta sindaco, lo faccia, e sbatta fuori dal tempio del Campidoglio quei mercanti del direttorio. Débâcle a cinque stelle Il primo settembre è stato un giovedì nero per la Giunta Raggi. Cedendo alle pressioni il sindaco grillino ha revocato la nomina del capo di gabinetto, il magistrato Raineri ; poi ha incassato le dimissioni dell’assessore al Bilancio Minenna e l’addio dei vertici di Atac e Ama ( Solidoro, l’uomo dei rifiuti, si era insediato meno di un mese fa). Campidoglio caos, caduta di immagine enorme, vertici del Movimento sotto choc . Una resa dei conti interna appare inevitabile. Ma ufficialmente tutti si schierano a fianco del sindaco. Niente autocritica. Si va avanti, si sceglieranno personaggi affidabili. Dalla riunione di venerdì un primo segnale di riscossa, arriva un nuovo amministratore unico dell'Atac . Si chiama Fantasia, è ingegnere nucleare ed è nato in Venezuela È stato un giovedì nero per la Giunta Raggi. In poche ore il primo settembre è successo di tutto. Cedendo alle pressioni il sindaco grillino ha revocato la nomina del capo di gabinetto, il magistrato Raineri giustificando il provvedimento con il parere negativo dell’Anac (ma non si poteva chiedere prima di decidere?), poi ha ricevuto le dimissioni dell’assessore al Bilancio Minenna ( ex dirigente Consob). In parallelo l’ufficio del sindaco ha dovuto incassare l’addio dei vertici di Atac e Ama ( Solidoro, l’uomo dei rifiuti, si era insediato meno di un mese fa). Insomma, un disastro di proporzioni enormi, che evidenzia un caos che forse storicamente in Campidoglio non si era mai registrato. Almeno Ignazio Marino è caduto sul campo per essersi messo contro il suo partito, il Pd; la Raggi difende IL PERSONAGGIO le sue scelte (ci prova almeno) ma non è ancora in aperta contrapposizione con il M5S. Raineri e Minenna erano due figure chiave (lex dirigente Consob era l’assessore più «pesante» della giunta grillina) che la Raggi aveva fortemente voluto, tanto da difendere il magistrato della Corte dei Conti anche di fronte alle polemiche sul compenso da 193mila euro che le era stato attribuito. L’incarico e lo stipendio, considerato da più parti incoerente con la promessa dei Cinque stelle di risparmiare e contestato anche dalla base pentastellata, sono diventati oggetto di un esposto firmato da Fratelli d’Italia, in base a cui la procura ha aperto un’inchiesta. Nel pomeriggio di quel giorno da cani, nel corso di un tempestoso consiglio comunale, la Raggi non ha riferito né su Ranieri né su Minenna e per protesta il Pd ha abbandonato l’Aula. segue a pagina 3 SANITÀ L’INTERVENTO È allarme rosso per l’Ucri, l’ex reparto modello va a fondo L Ma Virginia Raggi come sindaco ci piace ancora? a pagina 2 a struttura inaugurata nel 2011 per prendere in carico soggetti in stato vegetativo o con minima coscienza (a Roma il pubblico non offre alternative) è nei guai, abbandonato dai vertici dell’ospedale di Monteverde. C’è stato un decesso, le condizioni di alcuni pazienti stanno peggiorando. La denuncia del consigliere regionale di Fdi Fabrizio Santori. Terzi a pagina 3 Si muove qualcosa? Macchè la sanità laziale è congelata Il Corvo a pagina 4 sabato 3 settembre 2016 pagina 2 LA POLITICA IL PERSONAGGIO Non siamo sicuri che Virginia Raggi come sindaco ci piaccia ancora N on siamo sicuri che Virginia Raggi come sindaco ci piaccia ancora. Era inevitabile che gli entusiasmi dei primi giorni dopo la vittoria si temperassero, era inevitabile che emergessero degli aspetti del carattere, della personalità delle esponente grillina meno appetibili sul piano del gradimento generale. Ma così non va, così è troppo. O troppo poco. Con il passare delle settimane la percezione del personaggio è sicuramente mutata, e oggi l’indice di gradimento sta precipitando in caduta libera. Sotto il profilo politico, sicuramente, sotto quello umano, sotto quello comportamentale. Sembrava l’ingresso in campo di un personaggio fresco e genuino, una ventata di aria nuova, pulita. Un bel sorriso, lo sguardo pulito, i rossori, i pianti, le ingenuità e gli entusiasmi, la timidezza. E poi gesti, atteggiamenti che potevano far intravvedere una personalità di un certo tipo, capace di stupire, di lasciare il segno, di marcare la discontinuità. Ma alla luce di questo primo periodo di governo tutti quegli elementi suggeriscono letture diverse, meno romantiche. Virginia Raggi con ogni probabilità non era ancora pronta a governare Roma, serviva un tempo di incubazione, magari un passaggio in Parlamento per respirare l’aria della “politica”, quella che alla fine ha fatto crescere bene o male una classe dirigente grillina. Ma l’idea di metterla sotto tutela, di affidarla al controllo di un direttorio politico alla fine invece di tutelare l’investimento del Movimento Cinque Stelle ne ha svelato i limiti. Con un effetto boomerang che nel medio termine potrebbe avere dei risvolti importanti. L’uscita di Roma dal tunnel del governo di forze politiche “bollite”, inaffidabili, non poteva essere pro- crastinata. Bene dunque la svolta, bene l’ingresso in campo della variabile grillina. Ma è mancata la consapevolezza che affidare la guida della Capitale ad una squadra di dilettanti – perché tali sembrano essere gli uomini che guidano il Campodoglio – era un rischio troppo grosso per tutti. Serviva una grossa personalità, autorevole, carismatica, capace di ergersi sopra tutti e di decidere. Bene, male, ma in autonomia, con logica e buon senso. Non si può lanciare una ipotesi rivoluzionaria e poi perdersi in mille piccoli e grandi pasticci. Virginia Raggi ha scelto male, ha scelto i suoi compagni di viaggio degli anni scorsi e non li ha saputi nemmeno difendere, ha scelto gli amici fidati e non ha saputo difenderli, si è fatta influenzare, ha fatto passi avanti e passi indietro, è apparsa impacciata, incerta. Il direttorio grillino non ha saputo fare di meglio, anzi, ha finito per ingarbugliare la situazione. Baruffe, litigi, invidie da cortile di condominio. Eppure c’è una città, la capitale d’Italia da amministrare.Ma mai, in queste settimane, si è avuta la senzazione che Roma fosse finalmente “governata”. Al di là di alcuni passi necessari si continua a procedere in modo confuso e discontinuo, ad inciampare su mille ostacoli, i grillini del Campidoglio continuano a comportarsi in modo ingenuo, goliardico, sconcertando tutti e imbarazzando infine anche i personaggi più ragionevoli dell’opposizione. Lasciamo sullo sfondo le polemiche sulle nomine, sulle scelte, sugli stipendi (mai ci si sarebbe aspettati che i grillini scivolassero su queste bucce di banana così evitabili), parliamo di atteggiamenti apparentemente più banali, ancora più sconcertanti. La storia della cellulite spiattellata al giornalisti chissà perché ad una festa de Il Fatto è imbarazzante, che c’entra il paragone con la Boschi? Un sindaco di Roma deve avere un altro profilo, un atteggiamento dignitoso, abbiamo già pagato un prezzo alto con Marino. C’è una via d’uscita? Bisognerebbe che toccata dalla bacchetta magica di Grillo Virginia Raggi diventasse da principessa regina. Trovasse un piglio da leader, mandasse tutti a quel paese e cominciasse a governare assumendosi tutte le responsabilità. Facendo la voce grossa, parlando chiaro, difendendo le sue scelte e guadagnandosi il rispetto di tutti. Glielo permetteranno? LIBRERIE E Arion tira i remi in barca, entra in gioco la Feltrinelli uromaDue, secondo piano. La libreria Arion, una delle ultime nate di quella che forse può essere considerate l’ultima delle catene indipendenti è chiusa. Scatta un campanello d’allarme. Di recente era stata fortemente ridimensionata, cedendo gli spazi ad uno store della Roma, quindi il sospetto che qualcosa stia accadendo è legittimo. Scopriamo che riaprirà a metà settembre, ma con un nuovo marchio che la dice tutta sulla svolta: Arion come marchio indipendente non esiste più, ora c’è Feltrinelli-Arion, con un accordo del quale non si conoscono i contenuti. Pare che il patron della catena, Marcello Ciccaglioni, resterà in qualche modo al suo posto, ma la leadership sarà inevitabilmente del gruppo Feltrinelli. Meglio che morire, certo, ma i romani distratti non si erano accorti che in questi mesi alcuni gioelli della corona di Arion-Ciccaglioni erano usciti di scena. La libreria di Montecitorio (riaperta solo lo scorso anno, è pro- babilmente la fine di un mito, di un punto di riferimento), quella di Via Veneto, quella di via Cavour. Il principio della fine, evidentemente, la storia di questa catena è cominciata molto tempo fa, negli anni settanta. Da un banchetto di libri è nato un gruppo: una crescita strepitosa che si è compiuta attraverso un percorso fatto di curiosità, passione, impegno. Marcello Ciccaglioni e i suoi figli hanno resistito fin che hanno potuto, restano arroccati nel loro quartier generale di via Eritrea, certo non usciranno di scena e continueranno ad esercitare un ruolo importante nella associazione dei librai romani. Soltanto un anno fa si ragionava in termini diversi, di sviluppo, di impegno sociale, politico e culturale, di un ruolo attivo nella leadership del tessuto produttivo romano. Sembra sia saltato tutto. Tante librerie storiche hanno chiuso a Roma, Milano, e in altre città italiane. Arion sembrava l’eccezione e la catena era entrata nel cuore dei romani, presente nei due maggiori centri commerciali, nei punti chiave del centro storico, prolifici di iniziative, promozioni, tessere di sconti e fidelizzazioni. Si volta pagina. sabato 3 settembre 2016 pagina 3 SANITÀ SUCCEDE ALL’UNITÀ DI CURE RESIDENZIALI IN PRIMO PIANO COSA INTENSIVE DEL SAN CAMILLO? È allarme rosso per l’Ucri, l’ex reparto modello va a fondo La struttura inaugurata nel 2011 per prendere in carico soggetti in stato vegetativo o con minima coscienza (a Roma il pubblico non offre alternative) è nei guai, abbandonato dai vertici dell’ospedale di Monteverde. C’è stato un decesso, le condizioni di alcuni pazienti stanno peggiorando. La denuncia del consigliere regionale di Fdi Fabrizio Santori di Giulio Terzi A lzi la mano ch sa che cosa sia L’Ucri, l’Unità di Cure Residenziali Intensive “ p a r c h e g g i a t a” (non si può dire diversamente) all’interno dell’ospedale San Camillo. Doveva essere un reparto modello, realizzato per venire incontro al disperato bisogno di un servizio che prendesse in carico soggetti in stato vegetativo o con minima coscienza. A Roma non ci sono posti disponibili – pubblici – per le famiglie che si trovino con un problema di questo genere in fapia intensiva miglia, l’apertura con 20 posti dell’Ucri era stata letto con cui si accolta con solrafforzava una lievo, nel 2011, struttura “ad era venuto peralta intensità fino il presidente fondamentale Napolitano alFabrizio Sartori nella sanità di l’inaugurazione, Roma: “ con il ministro della salute Fazio e l’allora gover- Dopo un anno questo reparto natore Polverini: otto posti letto entra nuovamente nell’occhio del che sarebbero dovuti diventare ciclone .“La situazione dell’Unità trenta. La struttura ha vivacchiato di Cure Residenziali Intensive sta senza diventare adulta, senza ar- rapidamente precipitando. Ad rivare a maturazione. Nell’estate oggi si conta un decesso e aggrascorsa i parenti dei ricoverati ave- vamenti delle condizioni cliniche vano dovuto accettare un diktat di alcuni pazienti”, denuncia il dalla Regione, costretti ad accet- consigliere regionale di Fdi Fabritare il trasferimento in uno stan- zio Santori. C’è stato un decesso, zone del sesto piano del e si registrano aggravamenti delle padiglione Puddu, Alcun i mesi condizioni cliniche di alcuni padopo, a dicembre, l’ufficio stampa zienti. Insomma, una situazione della Regione annunciava la aper- da allarme rosso che coinvolge tura di un nuovo reparto di tera- pazienti e familiari in una emer- genza senza alternative sulla piazza romana. ““La situazione dell’Unità di Cure Residenziali Intensive, Ucri, che accoglie al San Camillo dieci pazienti con esiti di gravi cerebrolesioni acquisite, in stato vegetativo e di minima coscienza, negli ultimi mesi sta rapidamente precipitando a causa di decisioni gestionali e organizzative che potrebbero aver rotto degli equilibri già precari. Ad oggi si conta un decesso e aggravamenti delle condizioni cliniche di alcuni pazienti” – si legge in una nota di Santori, “Nonostante l’importante collocazione presso un Padiglione del San Camillo, dopo la chiusura dell’Ospedale Forlanini, non sono state mai sanate né risolte molte annose criticità che hanno finito con il mettere a repentaglio peculiarità fondamentali del reparto. Dopo il pensionamento dello storico Responsabile di Reparto, mai adeguatamente sostituito, l’unica figura medica con formazione ed esperienza specifiche nel settore è stata messa in condizioni di interrompere la prestazione della propria attività e nel reparto si sono immediatamente creati disservizi e confusione – spiega il consigliere regionale di opposizione - A seguire l’assistenza medica è stata di volta in volta affidata a figure, valide ed efficienti nei propri settori, ma prive di esperienze e competenze specifiche sulla tipologia dei pazienti. Il Comitato Ridivita, costituito dai familiari e dagli amministratori di sostegno dei pazienti, ha diffidato sia la Regione Lazio che i vertici del San Camillo senza ottenere adeguate risposte e purtroppo anche questo silenzio ha messo ulteriormente a rischio l’incolumità e il diritto alle cure degli ammalati. Non permetteremo che l’UCRI, istituita con ambizione di rappresentare un’eccellenza nella sanità del Lazio, venga destinata a trasformarsi in una realtà amorfa. Per questi motivi ho chiesto l’urgente convocazione della commissione Salute per fare chiarezza su alcune dinamiche di assunzione e destinazione del personale governate da logiche fumose e di dubbia interpretazione ma soprattutto per chiedere al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, destinatario della diffida dei familiari, di intervenire tempestivamente al fine di tutelare, al fianco dei familiari, i sacrosanti diritti di questi fragili pazienti senza voce” conclude Santori. Risposte? Per ora zero. segue dalla prima pagina Débâcle a cinque stelle «S tiamo lavorando per individuare delle personalità di rilievo che possano contribuire al rilancio della città: non ci fermiamo», si è limitata d annunciare. Forse qualche spiegazione sarebbe stata opportuna.Il sindaco aveva annunciato su Facebook, nella notte, il dietrofront nei confronti della Raineri. «Sulla base di due pareri contrastanti, aveva spiegato - ci siamo rivolti all’Anticorruzione di Raffaele Cantone. L'Authority ha dichiarato che la nomina di Carla Romana Raineri a capo di gabinetto va rivista in quanto “la fonte normativa a cui fa riferimento è l’articolo 90 Tuel (Testo unico enti locali, ndr) che in questo caso, però, è da ritenersi impropria”. Ne prendiamo atto. Di conseguenza, sarà predisposta l’ordinanza di revoca». Poco chiaro. L’Anac ha attribuito l’errore all’Avvocatura capitolina, che «nei pa- reri resi su richiesta» della sindaca avrebbe «sovrapposto norme che disciplinano situazioni diverse». Dunque, come ha chiarito la diretta interessata, la decisione di Raggi non è dipesa da «motivi retributivi o contrattuali». Almeno ufficialmente. Campidoglio caos, caduta di immagine enorme, vertici del Movimento sotto choc . Una resa dei conti interna appare inevitabile. Ma ufficialmente tutti si schierano a fianco del sindaco. Grillo stava per precipitarsi a Roma, è stato fermato, Di Maio dà la linea: è ovvio, abbiamo tutti contro, abbiamo toccato settori delicati come rifiuti e trasporti. Niente autocritica .Si va avanti, si sceglieranno personaggi affidabili. Dalla riunione di venerdì un primo segnale di riscossa, arriva un nuovo amministratore unico dell'Atac . Si chiama Fantasia, è ingegnere nucleare ed è nato in Venezuela. sabato 3 settembre 2016 pagina 4 RUBRICHE L’INTERVENTO Si muove qualcosa? Macchè, la sanità laziale è congelata L’ estate sicuramente non ha portato consiglio al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Lo abbiamo lasciato che non riusciva a risolvere il problema veramente annoso dell’ospedale Forlanini, sempre più abbandonato a se stesso, anzi di più, essendo diventato un deserto decadente, come abbiamo più volte sottolineato da queste pagine. Anche durante l’estate qualche quotidiano si è interessato delle denunce da noi fatte sulla non funzionalità delle strutture sanitarie, si sono aperte sui quotidiani romani inchieste giornalistiche sulla inefficienza del Sistema Sanitario Regionale del Lazio. Il terremoto che ha colpito anche parte della provincia di Rieti, ha tuttavia dimostrato chiaramente come il servizio dell’emergenza sanitaria (Ares118) abbia funzionato insieme agli interventi della protezione civile, che ha operato ed opera grazie alle capacità organizzative delle singole unità messe in piedi dai Comuni del Lazio. Ci ha fatto piacere vedere finalmente gli efficaci interventi dell’Elisoccorso dell’Ares118 che ha operato concretamente per il trasporto dei feriti nelle strut- ture ospedaliere della capitale e di altre province. Proprio da queste pagine, lo scorso anno denunciavamo l’ignoranza e il disinteresse di Zingaretti sul servizio di Elisoccorso Regionale, pur sicuramente al avanguardia fra le Regioni italiane. Dopo quella nostra denuncia l’Azienda Regionale dell’Emer- genza Sanitaria, su preciso input del Governo Regionale, aveva provveduto al potenziamento delle elisuperfici dando precedenza ad un servizio operativo h24, che si è dimostrato fondamentale in questa emergenza terremoto. Ora bisogna vedere se Zingaretti potenzierà come promesso la operatività del pronto soccorso o se si siederà sugli allori. Naturalmente il terremoto si è dimostrato una vetrina politica importante per il governatore, e anche si tradurrà anche in un alibi per non affrontare le mille altre emergenze sanitarie della regione. Come quella della annosa vicenda della Fondazione Santa Lucia, sempre più drammatica dopo le denunce del suo Direttore Generale nonché Presidente pronto a riconsegnare le chiavi dell’istituto di ricerca e cura a carattere scientifico che è e rimane un fiore al occhiello della sanità della nostra Re- gione. Ma c’è anche il risiko delle nomine ai vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere da portare ad una soluzione. Non entriamo nel merito delle sostituzioni o delle conferme ma attendiamo l’esito dello scontro in atto fra il sub commissario governativo Bissoni e il capo della cabina di regia regionale D’Amato per comprendere quali nomine realmente saranno sponsorizzate da Zingaretti. Ci auguriamo che questa stagione sia sempre più attenta a quanto chiedono realmente gli assistiti e non si passi a dimenticare che i cittadini del Lazio, cosi come tanti italiani sono costretti a rinunciare alle visite mediche e specialistiche per arginare la fuga dalle strutture pubbliche a quelle accreditate e private che operano anche esse sempre nel interesse dei cittadini assistiti. IL CORVO Una nuova casa della salute a Soriano nel Cimino “I n questi giorni drammatici – scrivono dalla Regione Lazio in una nota -ci siamo accorti ancora di più di quanto sia importante dare e garantire dei punti di riferimento certi ai cittadini. Per questo oggi abbiamo deciso di essere qui, lo facciamo proprio per ribadire che lo Stato c’è ed è presente, e questa presenza positiva deve essere avvertita sempre, nella vita di tutti i giorni, grazie a un sistema di servizi vicini alle persone”. Aperta una nuova casa della salute, si trova a Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo. È l’undicesima in tutto il Lazio e l’ottava nelle province. “Rappresenta – scrivono ancora dalla Regione – un ulteriore passo avanti per la sanità di questo territorio perché garantisce assistenza a un bacino di 40 mila persone residenti in 8 diversi comuni: Soriano Nel Cimino, Canepina, Bomarzo, Vasanello, Vignanello, Bassano in Teverina, Vitorchiano e Orte”. Le case della salute sono una valida alternativa agli ospedali per i casi meno gravi. “L’obiettivo è sempre lo stesso – concludono dalla Regione -: recuperare l’ingiustizia di un sistema sanitario che per anni ha penalizzato le zone periferiche e le province. Le case della salute rappresentano il cuore di questo processo di innovazione del sistema di cure che la Regione sta portando avanti. Entro fine anno apriranno altre sei case della salute”. Le case della salute offrono continuità assistenziale, medicina di iniziativa e studi medici di medicina generale. Garantiscono poi la presa in carico dei pazienti cronici: servizi e cure in unico luogo. I medici di medi- direttore responsabile Giovanni Tagliapietra redazione via Boezio, 6 00193 ROMA tel. 06 32 80 34 81 - fax 06 32 80 34 00 [email protected] www.corrierediroma-news.it editore IL NUOVO CORRIERE EDITORIALE SRL INCE SRL Distribuzione Emilianpress s.c.r.l. via del Maggiolino, 168 - 00155 Roma cina generale provvederanno anche alla presa in carico di pazienti con patologie croniche come il diabete e la bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva. Tra qualche settimana, fanno sapere dalla Regione Lazio, l’attività specialistica sarà ampliata con nuove attività come la diabetologia, l’oculistica e la pneumologia, e verrà installato un ecografo per l’attività diagnostica di primo livello. Pubblicità Commerciale INCE Srl - via Boezio n. 6 - 00193 Roma Tel. 0632803481 – email: [email protected] iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) al numero 25423 stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 registrazione Tribunale di Roma n° 266 del 27 novembre 2014 !" # $# %&%'(%) *'(% +),( - * & !" # $% # & " . # /01 2 (+* ( # /3 2 (+* %&%'(%) 455(( 6 /1 ' ! ! 6 7 8 9 : /:3 33