scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
Transcript
scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
SCENARIO SANITA' NAZIONALE Rassegna Stampa del 17 dicembre 2013 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE SCENARIO SANITA' NAZIONALE 17/12/2013 Corriere della Sera - Nazionale L'apparecchio che filtra i suoni e ti fa sentire solo ciò che vuoi 5 17/12/2013 Corriere della Sera - Milano Ospedale di Melzo, ristrutturazione da sette milioni di euro 7 17/12/2013 La Repubblica - Palermo OSPEDALI E SANITÀ DI BASE, UN'IDEA PER SUPERARE IL DUALISMO 8 17/12/2013 La Repubblica - Roma Subcommissario alla sanità stamattina la nomina di Botti 9 17/12/2013 La Repubblica - Genova "Teleassistenza" 24 ore su 24 dalla badante al supermercato 10 17/12/2013 La Repubblica - Genova "Senza borse di studio, solo valigie" la protesta dei medici specializzandi 11 17/12/2013 La Repubblica - Torino Amici pelle In missione dalla Mole a Kinshasa gli "angeli" dei bambini ustionati 12 17/12/2013 La Repubblica - Nazionale I progressi su leucemia e linfomi dall'America 14 17/12/2013 La Repubblica - Nazionale Gadget e libri in soccorso dei malati e della ricerca 15 17/12/2013 La Repubblica - Nazionale "Una dose di romanzi a intervalli regolari" La cura è in biblioteca 16 17/12/2013 La Repubblica - Nazionale Eradicare le malattie globali non è tabù 17 17/12/2013 La Repubblica - Nazionale L'iniziazione a tredici anni Sos teen ager 18 17/12/2013 La Stampa - Nazionale Per combattere l'obesità una cavia di nome Yoghi 19 17/12/2013 Il Giornale - Milano Ticket sanitari, non pagano gli over 65 con redditi bassi 20 17/12/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna S. Orsola, allarme Cisl sul padiglione Palagi 21 17/12/2013 Avvenire - Milano Risarciti genitori di bimba invalida 22 17/12/2013 Avvenire - Milano Maroni: possibile sperimentare il pediatra per i minori irregolari 23 17/12/2013 QN - Il Giorno - Milano Taglio del nastro nei reparti ristrutturati L'ospedale zittisce le voci di chiusura 24 17/12/2013 Libero - Nazionale L'educazione alla dieta è d'obbligo per i bimbi con allergie alimentari 25 17/12/2013 Il Secolo XIX - Genova Tumori al seno test e prevenzione dopo l'outing di Angelina Jolie 26 17/12/2013 Il Foglio Francia, prove tecniche di eutanasia 27 17/12/2013 ItaliaOggi La sanità resta l'ultima frontiera riformista del Pd di Matteo Renzi 28 17/12/2013 ItaliaOggi La peste nera ritorna in Africa 29 17/12/2013 QN - La Nazione - Firenze L'algoritmo dell'eterna giovinezza 30 17/12/2013 QN - La Nazione - Firenze Serristori, una firma per il rilancio 31 17/12/2013 Il Fatto Quotidiano Gli evasori fiscali si paghino la sanità 32 SCENARIO SANITA' NAZIONALE 26 articoli 17/12/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'invenzione L'apparecchio che filtra i suoni e ti fa sentire solo ciò che vuoi Massimo Gaggi di MASSIMO GAGGI A PAGINA 29 NEW YORK - Gli apparecchi acustici hanno sempre avuto un'immagine negativa. A volte anche chi ne ha bisogno per seri problemi di sordità rinuncia o scegli dispositivi più piccoli e più costosi a scomparsa totale, o quasi. Ma Rodney Perkins, un chirurgo dell'orecchio fattosi imprenditore che durante la sua lunghissima carriera ha lanciato ben 14 «start up» ai confini tra medicina e tecnologia, a 77 anni mette sul mercato un nuovo apparecchio acustico digitale. Con una nuova sfida: scommette che ad usarlo non saranno solo quelli che hanno problemi di udito, ma anche chi ci sente bene, ma frequenta luoghi - ristoranti, impianti industriali, manifestazioni - nei quali è difficile ascoltare il proprio interlocutore. Un illuso, direte voi. Ma Rodney Perkins non è un personaggio qualunque. Otorino nella Silicon Valley, nella sua carriera medica ha curato anche William Hewlett e David Packard, fondatori dell'omonimo gigante dell'elettronica, l'ex gran capo dell'Intel (microchip), Andy Grove e perfino Edward Teller, l'inventore della «bomba H», lo scienziato al quale si è ispirato Stanley Kubrick per il «Dottor Stranamore». Poi, pur continuando a curare i suoi pazienti, è andato a insegnare all'Università di Stanford dove ha fondato il California Ear Institute e a metà degli anni Settanta ha cominciato a creare le sue società, quattro delle quali sono quotate in Borsa: imprese specializzate nei problemi dell'orecchio come ReSound, ma anche aziende della chirurgia cosmetica e dei trattamenti laser come Collagen e Laserscope. Ora un'altra avventura: una nuova società, Soundhawk che tra qualche mese lancerà un dispositivo acustico basato su un apparecchio simile agli auricolari Bluetooth, munito anche di un piccolo microfono direzionale, e su un'applicazione per «smartphone»: un software specializzato che può essere gestito attraverso il proprio cellulare. I vecchi apparecchi acustici si limitavano ad amplificare i suoni. Con le tecnologie digitali e i software dedicati, invece, è possibile individuare la voce che si vuole ascoltare, «ripulirla» e separarla dai rumori di fondo che vengono attutiti. Un grande aiuto per chi ha l'udito indebolito, ma anche un apparecchio che apre un nuovo mercato: quello di chi non vuole passare un'ora d'inferno in un locale affollato cercando di capire dal labiale quello che sta dicendo chi gli siede di fronte. Tecnologo ma anche uomo di mondo, Perkins sa che i dispositivi acustici vengono spesso evitati in quanto «roba da vecchi». Per questo ha curato molto l'aspetto estetico dell'apparecchio, simile agli auricolari degli altri cellulari, ma con un software più avanzato. E con la diffusione delle «tecnologie da indossare» - gli occhiali di Google, i primi iWatch da polso, Fuel Band, il bracciale della Nike che misura l'attività fisica - anche auricolari e microfoni direzionali possono diventare appendici di uso comune. Dovrebbero anche costare abbastanza poco: un prezzo ancora non c'è, ma Perkins parla di centinaia di dollari, non di migliaia: meno, quindi, degli apparecchi tradizionali. Funzionerà? Frenetico e di successo, Perkins non sempre è riuscito ad arrivare in fondo con le sue imprese. Aveva, ad esempio, un rapporto confidenziale con Steve Jobs, ma non fino al punto di riuscire a inserire il suo software di correzione acustica nei primi iPhone della Apple. Soundhawk, comunque, ha alle spalle anche Cisco Systems e alcuni dei maggiori «venture capitalist» californiani. Del resto le tecnologie digitali per l'orecchio sono da tempo una realtà e molti produttori le usano con successo crescente nei loro apparecchi. Chi se ne serve in genere è soddisfatto: è rilassante concentrarsi sulla voce che si vuole ascoltare riducendo la cacofonia dei rumori di fondo. Con qualche inconveniente che richiede perfezionamenti del software: «L'altro giorno all'aeroporto - ha raccontato a un giornale un anziano viaggiatore canadese - riuscivo ad ascoltare distintamente quello che mi diceva un altro passeggero seduto a qualche metro da me. Ma poi ho rischiato di perdere il volo perché l'apparecchio ha trattato come rumore di SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 5 17/12/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato fondo anche l'altoparlante che annunciava un cambio del "gate" di imbarco». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il creatore Chi è Rodney Perkins, 77 anni, chirurgo dell'orecchio, è stato otorino nella Silicon Valley e in carriera ha curato anche William Hewlett e David Packard, fondatori del gigante dell'elettronica, l'ex gran capo dell'Intel (microchip), Andy Grove ed Edward Teller, l'inventore della «bomba H» Start up Oltre a insegnare a Stanford, dove ha fondato il California Ear Institute, Perkins (sopra) ha creato 14 società ai confini tra medicina e tecnologia: dai problemi dell'orecchio alla chirurgia cosmetica ai trattamenti laser Foto: DISEGNO DI GUIDO ROSA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 6 17/12/2013 Corriere della Sera - Milano Pag. 7 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inaugurati i nuovi reparti Ospedale di Melzo, ristrutturazione da sette milioni di euro Leila Codecasa Tre anni di lavori, sette milioni di euro di spesa, ieri il taglio del nastro. All'ospedale di Melzo sono stati inaugurati i reparti, totalmente ristrutturati dell'ala sud. È solo la prima parte di un progetto complessivo che prevede di arrivare al riammodernamento, entro la fine del 2015, dell'intera struttura, che comprende reparti di chirurgia, medicina, ginecologia, otorinolaringoiatria, ortopedia e pediatria, disposti su cinque piani, per un totale di centottanta posti letto. «L'edificio risale agli anni Settanta - ha spiegato il direttore dell'azienda ospedaliera Paolo Moroni e necessitava ormai di adeguamenti. Per questo motivo la Regione ha finanziato interventi necessari, ma con un filo conduttore: sicurezza e confort per il paziente». Nelle stanze sono stati rinnovati gli impianti elettrici, dei gas medicali, di climatizzazione e di illuminazione. Nuovi anche gli arredi e adeguate le stanze, dotate ora di bagno in camera. «A breve avvieremo anche i lavori per la realizzazione di nuovi poliambulatori e sale operatorie, insieme alla ristrutturazione della parte nord», ha anticipato Moroni. Spesa finale prevista, entro il 2015, di quindici milioni di euro.«Un risultato importante - ha commentato il sindaco di Melzo, Vittorio Perego - dato che la nostra area sarà uno snodo decisivo nella viabilità, con l'arrivo di Brebemi e Tem, è importante che il nostro ospedale resti un presidio efficiente e un punto di riferimento per oltre centocinquantamila abitanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Ala Sud Al taglio del nastro il sindaco Vittorio Perego (qui sopra a sinistra) e il direttore dell'ospedale Paolo Moroni (a destra) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 7 17/12/2013 La Repubblica - Palermo Pag. 15 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OSPEDALI E SANITÀ DI BASE, UN'IDEA PER SUPERARE IL DUALISMO FILIPPO GRIPPI Da quarant'anni ogni riforma della sanità pubblica non riesce a superare i limiti del dualismo ospedaledistretto sanitario di base, a gestione separata e di cui si invoca un'integrazione di sistema. I due sistemi assistenziali fanno parte dello stesso Servizio sanitario nazionale, con ruoli distinti, ma in sinergia devono prendere in carico la domanda sanitaria, regolati e gestiti dalla stessa responsabilità, un direttore unico per ospedale e distretto. Nei Paesi del Nord Europa si è affermato il modello gestionale delle authority di bacino per i grandi servizi. A Berlino con lo stesso biglietto si accede alla metropolitana, all'autobus, al battello e alle ferrovie: questo dà un'idea all'utente di efficienza e di presa in carico, abbatte tempi morti ed elimina duplicazioni di procedure. Negli anni Settanta il professor Giulio Maccacaro avanzò per i servizi sanitari la proposta di una gestione unica: la "Casa della salute", porta di accesso alle prestazioni sanitarie di primo e secondo livello. Superare una struttura verticale per discipline specialistiche. Il cittadino non capisce le targhe autoreferenziali, vuole un riferimento unico e competente, uno sportello dove rappresenti il suo bisogno più o meno complesso, cui dopo la valutazione sia data una risposta immediata o differita in percorsi assistenziali appropriati di primo e secondo livello. Troppi sportelli e unità operative sono la conseguenza di una ideologia - sul bisogno e sulla malattia si fonda parte del controllo sociale - che spiega come la Sanità pubblica sia stata terreno di lotta politica per l'occupazione lottizzatrice. La vicenda delle selezioni, si fa per dire, dei manager delle aziende sanitarie è molto istruttiva sull'argomento. Si guardi la stessa Asp di Palermo: da un lato, con la legge regionale di riforma 5 del 2009, per un territorio vasto come quello metropolitano di Palermo istituisce il distretto unico 42, allo scopo di ridurre i costi, migliorare l'accessibilità ai servizie uniformare le prestazioni, aumentando in realtà le azioni replicanti e le duplicazioni degli interventi. Dall'altro lato, con un atto aziendale, si scorporano dal distretto le attività dell'ambito materno-infantile, quelle riabilitative, la specialistica accreditata, come già era per la salute mentale e per l'igiene pubblica, con un'ulteriore parcellizzazione dei servizi. Invece di aggregare, integrare e unificare i processi gestionali, l'antidoto più efficace anche contro il malaffare, si moltiplicano le strutture, le unità operative complesse e gli sportelli. Una ristrutturazione di poteri, centri di spesa e di controllo della domanda sanitaria, fondata sui dipartimenti strutturali monodisciplinari, come i vecchi settori della legge regionale 30 del 1993, che si pensavano definitivamente superati. L'aumento dei segmenti di organizzazione da attribuire in gestione facilita la pratica della spartizione e aumenta le barriere di accesso alle prestazioni. Nella stessa riforma, per un distretto che arretra, ce n'è un altro che "avanza", si fa per dire. Si pensi al "distretto ospedaliero", unico nel panorama nazionale, un ossimoro. Il distretto offre le prestazioni a un territorio con un perimetro e una popolazione determinata, al contrario dell'ospedale che è uno stabilimento e offre le prestazioni a una popolazione aperta. Una licenza semantica che non ha migliorato le modalità operative né le performance gestionali e assistenziali per le popolazioni interessate. Mentre ha consentito la creazione di diverse unità operative complesse "a scavalco" e la riesumazione dei coordinatori amministrativi e sanitari della cui mancanza non si sentiva il bisogno. Si deve trovare il coraggio di riformare e superare il dualismo ospedale-distretto sanitario di base e provare a identificare il distretto come il contenitore orizzontale unico di tutte le strutture, servizi e ospedali presenti in un territorio. Dove si è sperimentato ha consentito di realizzare efficienze gestionali sul personale, sugli approvvigionamenti, sull'utilizzo unico e ottimale dei servizi diagnostici, delle attrezzature, dei locali e soprattutto il superamento degli ostacoli e delle barriere esistenti tra i servizi territoriali e ospedalieri. Come quell'unico biglietto utile per usare la metropolitana, l'autobus, il battello e la ferrovia di Berlino. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 8 17/12/2013 La Repubblica - Roma Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La nomina Subcommissario alla sanità stamattina la nomina di Botti CARLO PICOZZA SARÀ Renato Botti il subcommissario di governo alla Sanità del Lazio. Verrà nominato questa mattina con un decreto del Consiglio dei ministri, su proposta del titolare del dicastero dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, «in accordo» con quello della Salute, Beatrice Lorenzin. DOPO ripetuti annunci, qualche smentita e quattro rinvii, la seduta di questa mattina sarà quella buona. Il Consiglio dei ministri, con una delibera, poserà la spada dell'investitura sulla spalla di Botti, già direttore generale della Sanità lombarda, prima, e della fondazione San Raffaele del prete manager don Luigi Verzè, poi. Con la sua nomina si torna alle origini: via il tandem, largo alla monoposto, un unico subcommissario di governo per la sanità del Lazio. L'anticipazione della nomina di Botti su queste pagine aveva suscitato polemiche e critiche per la sua contiguità professionale con Pierangelo Daccò, il faccendiere condannato dalla corte d'appello di Milano a nove anni con l'accusa di associazione per delinquere e bancarotta. «È un bravo manager», aveva dichiarato un mese fa la ministra Lorenzin invitata dall'ex direttore della Asl RmC, Antonio Paone, a tagliare il nastro del nuovo Servizio di Psichiatria del Sant'Eugenio. «Avrà trovato nella sua traiettoria professionale problemi e insidie», aveva argomentato, «ma ne è sempre uscito indenne». Foto: Renato Botti SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 9 17/12/2013 La Repubblica - Genova Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Teleassistenza" 24 ore su 24 dalla badante al supermercato GIULIA DESTEFANIS ANDARE al supermercato o in farmacia, rispondere giorno e notte alle emergenze domestiche. In Liguria, la regione più vecchia d'Italia, sanità pubblica e privata si prendono cura degli anziani, ma spesso i bisogni delle famiglie sono molti di più. E per dare risposte alle necessità di ogni giorno nasce un nuovo servizio: quello, presentato ieri con Legacoop, di "Pronto serenità", che mette in rete le prestazioni delle più diverse cooperative sociali, per un'assistenza a 360 gradi in sostegno a quella della Mutua Ligure. «Pagando la quota annuale di 60 euro si può usufruire dei nostri servizi e della Mutua Ligure - spiega Fabio Diana, direttore della Fondazione Easy Care, promotrice di Pronto serenità- Abbiamo 20 sportelli in tutta la regione e il numero verde 800657585: contattati, cerchiamo i servizi più adeguati alle domande della famiglia, così da razionalizzare anche i costi». Un nuovo modo per trovare badanti, servizi di trasporto sanitario e operatori sociali, e c'è anche la "teleassistenza", il call center 24 ore su 24 per ogni emergenza, sanitaria e domestica, ma anche per la voglia di chiacchiere dell'anziano. «Gli utenti possono così sfruttare meglio le competenze delle nostre cooperative sociali», dice il vicepresidente di Legacoop Liguria Sandro Frega. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'iniziativa Il nuovo servizio di Legacoop: sportello permanente per molti servizi 17/12/2013 La Repubblica - Genova Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Senza borse di studio, solo valigie" la protesta dei medici specializzandi Ridotto del 18,5% il numero di borse previste per Genova: "Il posto fisso sta diventando un miraggio anche per chi vuol fare questa professione" VALENTINA EVELLI "SENZA borse facciamo le valigie". Si sono ritrovati davanti al palazzo della Regione, neo laureati e studenti di Medicina, tutti in camice bianco con lo stetoscopio al collo, per protestare contro i tagli ai finanziamenti delle borse di specializzazione.«In ballo non c'è solo il nostro futuro ma quello della sanità pubblica- spiega Sonia Lucignoli, neolaureata- Con il turnover previsto per i prossimi anni, servirà il 20% di medici in più, ma senza specializzazione siamo bloccati, non abbiamo nessuno sbocco. Saremo costretti ad andare all'estero per riuscire a lavorare, ormai anche i medici hanno perso il sogno di un posto fisso». E i numeri parlano chiaro: a livello nazionale, da 5 mila posti, già calati nel 2012, nel 2014 si potrebbe scendere a 2.500. Con taglia pioggia, anche su Genova, che lo scorso annoè stata tra gli atenei più penalizzati, con un taglio del 18.5% dei posti, scesi da 135 a 110. Tante le specializzazioni genovesi che sono state già ridimensionate, da anestesia e rianimazione a chirurgia generale, da geriatria a radiodiagnostica. «E' tutto in mano alla commissione Bilancio della Camera che nei prossimi giorni dovrà decidere se aumentare i finanziamenti per le borse di specializzazione, altrimenti ci troveremo con 6.500 aspiranti medici in lizza per 2.500 posti», sottolinea Cristiano Alicino, presidente di Federspecializzandi. L'altra faccia della medaglia riguarda i nuovi iscritti alla facoltà di Medicina. Per il 2013i posti disponibili nell'ateneo genovese sono rimasti stabili: «Ma con il pasticcio del bonus maturità probabilmente saranno accettati i ricorsi di chi non è riuscito a entrare conclude Cristino Alicino - Insomma mentre da una parte tagliano le borse, dall'altra ci troveremo con due mila nuovi studenti in più di quelli previsti. Un sistema che non può stare in piedi» . © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: La protesta dei medici specializzandi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso Posti tagliati, mentre aumentano le matricole alla facoltà di Medicina 17/12/2013 La Repubblica - Torino Pag. 13 (diffusione:556325, tiratura:710716) Amici pelle In missione dalla Mole a Kinshasa gli "angeli" dei bambini ustionati "Abbiamo aiutato quei ragazzini a migliorare la vita di tutti i giorni restituendo loro l'uso di mani braccia e gambe" Un'iniziativa del Cute Project per curare le cicatrici dei piccoli pazienti e insegnare nuove tecniche ai colleghi del paese africano SARAH SCAPARONE Le giornate scorrono veloci in Africa. Soprattutto se le trascorri all'interno dell'Ospedale Universitario di Kinshasa, nella capitale della Repubblica Democratica del Congo in cui pochi eletti vivono del commercio di oro, diamanti, ramee cobalto, lasciando la città e i suoi abitanti letteralmente allo sfascio. È il caso dell'Ospedale Universitario costruito dagli europei negli Anni Sessanta e oggi in completo degrado. Manca l'acqua, le condizioni igieniche e di sterilizzazione delle sale operatorie sono inesistenti, la corrente elettrica salta, mentre gli odori e la sporcizia fanno ormai parte del luogo. Ma qui, dove non senti mai il suono di un'ambulanza e dove i pazienti devono pagare qualsiasi cosa (dalle garze agli interventi), la vita scorre ad un ritmo così regolare che la sua normalità fa quasi paura. E tutto ha un costo, anche la libertà. Come quella di poter uscire dopo un ricovero banale. È successo a Patrick IlumgaReya, nove anni, "detenuto" da inizio novembre in una sala dell'ospedale poiché il padre non era in grado di pagare i 160 dollari della fattura ospedaliera (uno stipendio medio mensile a Kinshasa si aggira sui 30 dollari). Sorvegliatoa vista giorno e notte, ha aspettato per settimane in solitudine, senza acqua né cibo se non quelli portati dal padre quando, ogni sera, arrivava in ospedale per trascorrere la notte con lui. Ed è stato proprio Patrick uno dei primi bambini conosciuti dal team di Cute Project, l'organizzazione no profit di volontariato in chirurgia plastica ricostruttiva, composto da medici e infermieri dell'Ospedale Cto di Torino, che ha lavorato per due settimane nell'Ospedale Universitario di Kinshasa. Sono stati loro a pagare la fattura consentendo al bambino di tornare finalmente a casa. Ma questo non è stato l'unico "miracolo" che i medici e gli infermieri del capoluogo torinese hanno compiuto nella loro permanenza in Congo conclusa lo scorso 14 dicembre. L'équipe di professionisti ha infatti curato 57 bambini affetti da ustioni gravi (età media 10 anni) realizzando innesti cutanei, lembi e interventi misti. In Africa le ustioni (che derivano prevalentemente dall'esposizione a fuochi bassi, a olio e ad acqua bollente) spesso degenerano in cicatrici particolarmente gravi che arrivano a impedire l'utilizzo completo degli arti. Questo accade perché mancano adeguate cure immediate (le lesioni vengono fatte guarire all'aria aperta per la senza medicazioni), ma anche per una predisposizione genetica della popolazione nera che porta allo sviluppo di cicatrici patologiche retraenti e cheloidee. «La maggior parte degli interventi - spiega Daniele Bollero, chirurgo plastico del Cto - sono stati dedicati al ripristino della funzionalità degli arti post ustione: da mani e dita chiuse, a braccia impossibili da distendere, a gambe che, sviluppando cicatrici patologiche, hanno portato all'adesione di segmenti corporei. Tutti sono serviti ad aiutare i bambini a migliorare la vita di tutti i giorni, e vedere la gioia nei loro occhi al termine delle cure è il più grande grazie che avremmo potuto ricevere». Oltre alle operazioni e alle visite dei pazienti, il team di Cute Project ha trasferito ai medici e agli infermieri locali alcune conoscenze sulle tecniche di intervento con quattro corsi di formazione sulle ustioni, le cicatrici, i bendaggi e la pressione negativa. Gli apprezzamenti sono stati tali che il team di Cute Project è stato invitato a tornare per realizzare sul posto, con i colleghi congolesi, un centro ustionati in grado di prevenire e curare al meglio le problematiche legate a questa patologia e per formare adeguatamente il personale locale. «Nei prossimi mesi - dice Gilberto Magliacani, presidente della Fondazione piemontese studi e ricerche sulle ustioni - ci accorderemo con i medici congolesi per una seconda missione. Certo è che la visita in ospedale del ministro della Sanità pubblica Felix Kabange e l'appoggio dell'ambasciatore italianoa Kinshasa, Pio Mariani, fanno ben sperare in SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Un'équipe di medici e infermieri del Cto specialisti di chirurgia plastica ricostruttiva ha operato per due settimane in Congo 17/12/2013 La Repubblica - Torino Pag. 13 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato solide collaborazioni future in grado di far diventare l'Ospedale Universitario di Kinshasa un punto di riferimento in Congo». La missione #cute4congo è stata possibile grazie all'aiuto di tante persone che hanno seguito il team di Cute Project. Tra loro anche i Toro Club piemontesi che hanno supportato i volontari con iniziative benefiche e l'azienda risicola Gli Aironi che per le feste natalizie ha ideato una scatola regalo il cui ricavo, in parte, sarà devoluto a Cute Project. Il 27 dicembre invece l'appuntamento è al Teatro Gioiello: alle 21 andrà in scena la commedia "Pistaaa...!", il cui incasso sarà in parte devoluto a Cute Project che presenzierà alla serata con tutto il team. Per informazioni www. cute-project. org INTERNET Su torino. repubblica. it le immagini scattate durante la "missione" di Cute Project Foto: I PARENTI I genitori in attesa mentre i chirurghi torinesi eseguono sui loro bambini innesti cutanei, lembi e interventi misti Foto: IL GRUPPO L'équipe del Cute Project all'ospedale universitario di Kinshasa, dove ha curato 57 bambini affetti da ustioni gravi e cicatrici invalidanti Foto: LA MALATINA Una delle piccole pazienti dell'ospedale di Kinshasa viene visitata da un medico dell'équipe torinese dopo che è stata sottoposta a unintervento 17/12/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:556325, tiratura:710716) I progressi su leucemia e linfomi dall'America GIUSEPPE DEL BELLO I progressi su leucemia e linfomi dall'America Leucemie e linfomi, la ricerca come un cantiere. In costante progress, miete successi soprattutto sul fronte terapeutico. E dall'American society of Hematology (Ash), che ha riunito oltre 30mila specialisti a New Orleans, arrivano percentuali, dati e risultati sull'impiego di molecole innovative. Si parte dalla leucemia linfatica cronica, il tumore del sangue più comune (25-30% di tutti i casi di leucemia) che ogni anno uccide nel mondo 75mila persone (per lo più over 65 e contemporaneamente affetti da pluripatologie) coinvolgendone 2800 in Italia. In questo caso, il protagonista si chiama obinutuzumab (GA101), anticorpo monoclonale che, somministrato in associazione al chemioterapico clorambucile, avrebbe ottenuto risultati incoraggianti. Risultati che necessitano di un follow-up più lungo, per valutarne gli eventuali effetti sulla riduzione di mortalità. A rivelarlo è lo studio CLL11 (Chronic lymphocytic leukemia) di fase III: partito 4 anni fa e condotto su circa 800 pazienti non trattati in precedenza e distribuito in quattro bracci, ha confrontato l'attuale mix farmacologico con il precedente che, al posto del GA101, prevedeva un altro anticorpo monoclonale, il rituximab. Per i pazienti del gruppo curato con obinutuzumab è stata registrata una riduzione delle recidive rispetto al gruppo a cui è stato somministrato rituximab (Pfs mediana di 26.7 mesi rispetto a 15.2). «Questo monoclonale, il più potente della sua classe», spiega Marco Montillo, responsabile del programma di trattamento dei Disordini linfoproliferativi al Niguarda di Milano (coordinatore dello studio per l'Italia), «è paragonabile a una pallottola intelligente (il capostipite, rituximab, risale a 10 anni fa) che riesce a colpire un bersaglio specifico posto sulla superficie della cellula neoplastica, gli anticorpi CD20». Proiettile intelligente, ma non ancora perfetto, perché GA101, precisa Montillo, «esplica il suo potere distruttivo su tutto il sistema linfocitario e non solo su quello malato. Ma anche quest'obiettivo sarà presto raggiunto e il nuovo farmaco mira proprio a cancellare la chemioterapia». Insidiosa, la leucemia linfatica cronica è spesso frutto di una diagnosi occasionale che rivela un aumento dei linfociti B nel sangue, nel midollo, nella milza e nei linfonodi.I sintomi più comuni si esprimono con febbricola persistente, anemia, sudore notturno, pesantezza addominale, stanchezza cronica, sanguinamento gengivale e perdita di peso. Si tratta di una patologia che nel 65-75% dei pazienti, non necessita di alcuna terapia in un periodo che varia da alcune settimane a diversi mesi. Nel 25% dei casi, invece, il trattamento deve essere attuato al più presto. Resta fondamentale che la comunità scientifica condivida l'approccio terapeutico, come accade per le linee guida europee sulla leucemia mieloide cronica. «Per la terza volta, nel 2013, sono state usate», ricorda Fabrizio Pane, ordinario alla Federico II di Napoli e presidente della Società italiana di Ematologia, «quelle coordinate da Michele Baccarani (ordinario di Ematologia a Bologna) che valutano la dinamica della risposta al farmaco, più che il risultato. Oggi, nonostante ci siano tanti pazienti che non ottengono gli esiti sperati, possiamo contare su una strategia di potenziamento immunitario che ci permette di utilizzare le cellule stesse del paziente: dopo averle modificate in laboratorio, vengono rimesse in circolo, pronte ad attaccare e distruggere quelle neoplastiche». Intanto, molti specialisti convergono sulla tesi che trattamenti più semplici diano risultati migliori, soprattutto negli anziani, esposti a maggiore tossicità e, quindi, propensi ad abbandonare lo schema terapeutico. Mario Boccadoro, ordinario di Ematologia a Torino, ricorda che «per il mieloma multiplo (tumore del sistema immunitario) lo studio multicentrico First ha dimostrato maggiore efficacia della combinazione tra Melphalan, prednisone e talidomide negli over 70, rispetto a trattamenti più complessi».PER SAPERNE DI PIÙ www.amiloidosi.it www.siematologia.it SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE La medicina 17/12/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:556325, tiratura:710716) Gadget e libri in soccorso dei malati e della ricerca MAURIZIO CROSETTI PANZERI, PINI Gadget e libri in soccorso dei malati e della ricerca L'anoressia raccontata come un romanzo, una trama con personaggi, un senso, molti problemi e incastri non sempre visibili, una possibile soluzione. Ci ha provato un medico, Lorenzo Bracco, 63 anni, psicoterapeuta e nutrizionista torinese. Ha scritto Anoressia. I veri colpevoli e ha vinto il premio Cesare Pavese 2013 per la sezione dedicata alla saggistica scientifica. Il suo libro racconta che l'anoressia ha molteplici concause (mediche e psicologiche, relazionali e fisiologiche), specialmente quella che colpisce le adolescenti. Ma una trentennale esperienza sul tema ha suggerito a Bracco una spiegazione ulteriore: «Sono convinto che all'origine dell'anoressia vi sia un trauma fetale, non necessariamente emerso durante la gravidanza. Ad esempio, un distacco della placenta o un parto distocico: quando accade, si richiede al sistema neurovegetativo del nascituro una risposta di estrema intensità. È molto probabile che il sistema neurovegetativo così stimolato ne risulti, alla fine, traumatizzato. Insieme a questa concausa, da riscontrarsi tra il concepimento e la nascita, ho verificato un altro aspetto importante: quasi nella totalità dei casi, la madre e la figlia anoressica non hanno lo stesso gruppo sanguigno». Un aspetto-chiave del libro è l'approccio che occorre adottare quando l'anoressia si manifesta, o sta per manifestarsi. «Per prima cosa, bisogna liberarsi dai sensi di colpa, perché la colpevolizzazione aumenta ancora di più il comportamento disfunzionale. Non solo è inutile, ma è anche assurdo che una madre continui a ripetere "mangia!" alla figlia. E non è neppure il caso di dare la colpa all'altra persona, come a volte accade in barca durante una tempesta. Riconoscere la differenza, nel carattere e nei comportamenti, è il primo passo per conquistare una propria identità. I genitori devono capire che la figlia anoressica non è una personalità oppositiva che si diverte a essere diversa». Quale, dunque, un approccio giusto? «Occorre accettare e non solo accertare la presenza di una malattia assai complessa, e la necessità di una cura. Il primo passoè la terapia del trauma, perché si tornia mettere i piedi per terra. La cosa peggiore è rimuovere il problema, facendo finta che non esista, ma anche forzare le cose non serve». La novità è rappresentata da una possibile prevenzione della sindrome anoressica. «In caso di sofferenza fetale e di diversità nei gruppi sanguigni tra madre e figlia, anche se ovviamente l'anoressia non è automatica, è molto probabile che questa possa insorgere. Poi, certo, non si deve aspettare che la ragazza pesi trentacinque chili per intervenire». Tutto questo in un libro che non è un trattato medico classico, pur avendo un rigoroso taglio scientifico: «Sarà che l'ho dettato a mia moglie, che fa la guida turistica, dunque sa come si parla alle persone per farsi capire. Volevo che il mio libro fosse di lettura semplice, proprio perché l'anoressia non lo è affatto».ANORESSIA I VERI COLPEVOLI Lorenzo Bracco 222 pagine 14,60 euro BookSprint SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE La solidarietà 17/12/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 30 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Una dose di romanzi a intervalli regolari" La cura è in biblioteca CHIARA PANZERI Per essere una medicina, il metodo di somministrazione risulta piuttosto insolito. Non è nemmeno scritto sul solito bugiardino, bisogna andare a cercarlo tra le righe dell'introduzione: «La prescrizione è semplice: un romanzo (o due) da leggersi a intervalli regolari». È questa la ricetta per tutti i mali di Ella Berthoud e Susan Elderkin, autrici di The novel cure, un prontuario di rimedi letterari. L'edizione italiana s'intitola Curarsi con i libri. C'è un titolo per tutti, per chi soffre di agorafobia, chi di balbuzie e chi ha solo un'influenza passeggera. Per il mal di dentiè ottimo Anna Karenina,ea detta delle autrici chi ne soffre sarà solidale con Vronskij, il grande amore della protagonista. Il dolore è tale da non riuscire nemmeno a parlare, e solo il pensiero dell'amata (suicida) riescea distoglierlo da quello dei propri molari. Recita il prontuario: «Se questa immagine del corpo martoriato di Anna non ha funzionato, pensate a qualche altro pugno nello stomaco della letteratura. Poi rifletteteci sopra». A chi soffre di pressione alta si consiglia vivamente Il rosso e il nero, uno di quei romanzi «che non corrono verso la conclusione, ma abbondano di noneventi e cantano le lodi della vita tranquilla». In caso di appendicite è perfetto Madeline, un libro per bambini sui vantaggi della degenza ospedaliera (in termini di attenzioni e di regali, si capisce). Il gattopardo invece è la cura ideale per chi ha perso l'appetito, e avrebbe molto da imparare da Don Fabrizio Corbera. Il Principe di Salina da anni si sente morire, ma non al punto da rinunciare ai bordelli e al suo dolce preferito. Secondo il prontuario, «non si può fare a meno di godere del modo in cui il vecchio patriarca sa apprezzare il mondo dei sensi», e l'appetito torna così. Anche se non privo di una certa ironia, The novel cure è il prodotto di anni di attività alla School of Life, un progetto nato a Londra che prevede vere e proprie sedute di biblioterapia. «Chi si rivolge a noi - commentano le autrici - capisce lo spirito con cui offriamo il nostro servizio. Detto questo, ci è capitato spesso di incontrare persone che stavano attraversando fasi difficili della propria vita, come un lutto o una depressione. Nessuno si aspetta da noi la soluzione al problema: quello che possiamo fare è consigliare un libro che dia conforto». Il loro archivio di rimedi hanno iniziato a costruirselo già ai tempi dell'università a Cambridge, quando si prescrivevano titoli a vicenda. La passione è diventata un lavoro nel 2008, con le prime sedute alla School of Life. «Una serie di studi - spiegano - ha dimostrato che la biblioterapia ha effetti positivi sui bambini e gli adolescenti, o in situazioni particolari come la detenzione carceraria. Uno degli ultimi saggi, pubblicato su Science, mostra come la lettura di Cechov e altri autori "classici" aumenti la nostra capacità di empatia». A portare avanti questa sperimentazione è stato proprio un italiano, Emanuele Castaldo. Il suoè uno dei pochissimi nomi legati a questo ambito nel nostro Paese, insieme a Barbara Rossi, psicologa, che guida progetti di biblioterapia nel carcere di massima sicurezza di Opera (Milano), o Rosa Mininno, psicologa a sua volta, che ha condotto laboratori con pazienti schizofrenici in Campania. Quando si parla di biblioterapia, per Mininno va operata una distinzione importante: «C'è un'accezione del termine che esula dall'ambito clinico e rimanda alla nostra crescita personale. C'è poi un'accezione specifica che prevede percorsi terapeutici mirati, costruiti sul disagio del singolo». Ed è su questi che si sta concentrando la sperimentazione. CURARSI CON I LIBRI Ella Berthoud e Susan Elderkin 638 pagine 18 euro Sellerio PER SAPERNE DI PIÙ www.biblioterapia.it www.theschooloflife.com/shop/therapy/bibliotherapy SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Letture & malattie Un prontuario per ogni disturbo: i rimedi di due ricercatrici inglesi ora tradotti in italiano. Il rosso e il nero agli ipertesi, Anna Karenina per il mal di denti. Laboratori in Italia, studi e risultati positivi 17/12/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 31 (diffusione:556325, tiratura:710716) Eradicare le malattie globali non è tabù MAURIZIO PAGANELLI BASILEA Così vicini, così lontani dall'eliminare e poi eradicare le pandemie globali? La strategia che cancellò il vaiolo può essere valida? "Cosa serve per eradicare una malattia" è stato il tema del summit di esperti a Basilea organizzato dalla Fondazione Novartis Sviluppo Sostenibile (Nfsd). Interrogativi, dopo successi ma anche delusioni, che attraversano esperti, organizzazioni internazionali, Paesi, ong. La cartina globale della malaria nel 1950 raffrontata al 2000 lascia stupiti e speranzosi, ma 660 mila persone l'anno ancora ne muoiono. Richard Kamwi, ministro della salute della Namibia, racconta piani e progressi, ma i vicini angolani sono fermi e la zanzara non ha frontiere. Donald Henderson, mitico capo del programma sul vaiolo, segnala strumenti (vaccini, diagnosi precoce, terapie valide, sistemi sanitari)e problemi specifici (resistenze alle cure, trasmissione animale, sorveglianza...). Joe Jimenez, Ceo Novartis, narra degli sforzi "dell'ultimo miglio" per la lebbra (ancora 280 mila casi l'anno nel mondo) ridotta del 95% grazie alle terapie multifarmaco; sulla malaria, spiega Thierry Diagana, capo del Novartis Institute for Tropical Diseases di Singapore, ecco nuovi target farmacologici (studio apparso su Nature ). Si discute non solo a Basilea: di mondo libero dall'Aids ne parlano Lancet e Cell nei summit e, sempre sul Lancet, 25 esperti di salute ed economia scrivono che «per la prima volta nella storia, abbiamo le capacità tecniche e finanziarie per eliminare le maggiori disparità nella salute tra nazioni ricche e povere». Progressi sulla Tbc, mentre nell'Hiv/Aids il direttore Unaids, Michel Sidibè dà una data: sconfitto nel 2030. Il British Medical Journal sulla mortalità infantile si interroga su "che fare?", tra successi (sotto i 5 anni dimezzata la mortalità dal 1990) e problemi (urbanizzazione, corruzione, instabilità politica) e indica il bisogno di finanziamenti. Il modello basato sui risultati (Rbf) sembra la strada nuovaa livello internazionale (Onu, Oms), insiemea partnership trasparentie innovative in ricerca (come Dndi, promosso da Medici senza Frontiere). Crisi e guerre non aiutano: i focolai di poliomielite in Siria e Israele, alle porte del Mediterraneo, sono un monito. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE NEL MONDO 17/12/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 34 (diffusione:556325, tiratura:710716) L'iniziazione a tredici anni Sos teen ager TINA SIMONIELLO È nauseante, amara. Disgustosa. Eppure la prima sigaretta attira. Non a caso lo fa in quella fase della vita nella quale si è troppo giovani per percepire il rischio delle malattie correlate al fumo responsabili di oltre 70 mila decessi l'anno in Italia- ma si ha l'età giusta per sopportare il disgusto, per affermare la propria indipendenza, per sentirsi come gli altri, specie quando gli altri sembrano più spigliati, più trasgressivi, più qualunque cosa di te. Iniziazione. «I giovani fumatori in Italia, quelli tra i 15 e 24 anni, sono circa il 21%. In base all'indagine DoxaIss del 2013, l'età media dell'iniziazione al fumo è 17,7 anni per i maschi, e più alta di circa un anno per le femmine. Il 71% dei fumatori inizia tra i 15 e i 20 anni, e il 14% prima dei 15», è Roberta Pacifici, direttore del Ossfad, l'Osservatorio fumo alcol e droga dell'Istituto superiore di sanità, a dare la misura del fenomeno fumo e adolescenza. E tra i quindicenni fumatori il 23% dei maschi e il 20 delle femmine hanno fumato la prima sigaretta prima dei 13 anni. Il tabagismo è dunque questione pediatrica? «Certamente un fenomeno che va affrontato in età evolutiva - conferma Pacifici - con campagne di prevenzione nelle scuole, già nelle elementari, cosa che si fa. Ma siccome il grosso dell'iniziazione si ha a 17-18 anni, età sensibilissima all'influenza dei media, occorre agire sulla pubblicità indiretta: film, video che mostrano personaggi positivi in atti di fumo. In alcune tv a determinati orari c'è un atto di fumo associato a un'immagine positiva (successo, ricchezza, popolarità, ecc...) ogni 3 minuti. Il senso delle leggi per il fumo. Di leggi ne abbiamo, per disincentivare fumo giovanile. Il sindaco uscente di New York Bloomberg ha appena portato da 18 a 21 anni l'età minima per acquistare sigarette. Noi siamo a 18 anni e poi da un paio di mesi c'è il decreto Lorenzin che vieta il fumo nei cortili delle scuole. Ma le leggi servono? Il proibizionismo paga? «Bisogna dargli tempo, alle norme, per vedere i risultati. Che però ci sono sempre: ci sono stati con la legge Sirchia del 2003 e ci saranno con la Lorenzin. Prima o poi la legge educa, disincentiva. Ridurre le occasioni in cui è permesso fumare è comunque uno stimolo a riflettere, a non iniziare». Ecco, appunto: perché si inizia a fumare? I dati Ossfad dicono che in oltre il 70% dei casi perché lo fanno gli amici, perché si fa alle feste, ecc... «La cosa interessante è che anche chi ha iniziato a fumare 50 anni fa, dice la stessa cosa. Anche i nonni dei giovani fumatori hanno iniziato spinti dalle stesse ragioni», conclude Pacifici. «Il bisogno di sentirsi accettati dal gruppo è una motivazione forte - conferma Elena Munarini, psicologa del Centro antifumo dell'Istituto tumori di Milano - una sigaretta condivisa è un simbolo e un rito di appartenenza. Ma c'è anche l'affermazione di indipendenza: ci si affranca dalla famiglia assumendo atteggiamenti adulti. Si fuma anche da soli e in questi casi è più facile arrivare a una dipendenza». Non basta qualche tiro, così per provare, fisiologico a 14-15 anni, perché la nicotina (il principio attivo del tabacco che agisce sul sistema limbico della gratificazione) faccia il suo gioco e si instauri una dipendenza. Spiega la psicologa «è la continuità che fa scattare la dipendenza: possiamo considerare fumatore chi consuma dalle 5-6 sigarette al giorno in su». PER SAPERNE DI PIÙ www.tabaccologia.it www.iss.it/fumo SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Fumo Tabagismo come questione pediatrica. Secondo gli esperti già alle elementari occorre fare opera di dissuasione. Il picco a 17-18 17/12/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 29 (diffusione:309253, tiratura:418328) Per combattere l'obesità una cavia di nome Yoghi LA DIETA Prima di entrare in letargo fanno incetta di miele e salmoni e ingrassano di cento chili IMMUNI Quando sono molto grassi e sale la pressione arteriosa la salute non ne risente Gli orsi assumono 58 mila calorie al giorno senza scatenare diabete e colesterolo "cattivo": ora si studia il loro segreto FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK Grizzly da laboratorio. È questa l'ultima frontiera della ricerca sull'obesità umana, assicura il dottor Kevin Corbit, scienziato e ricercatore del colosso farmaceutico Amgen. Corbit e la sua squadra di esperti sono convinti che dal comportamento dell'orso bruno, animale che può raggiungere il peso di 500 chili e assumere sino a 58 mila calorie in un giorno, si può comprendere molto sulle abitudini alimentari e cogliere alcuni aspetti dell'obesità che non sono stati ancora del tutto esplorati. «Quando penso all'obesità mi viene in mente l'orso Yoghi», dice il ricercatore che ospita nei laboratori alla Washington State University di Pullman, nello Stato di Washington, una dozzina di bellissimi esemplari di grizzly. Si tratta di uno dei pochi centri al mondo che oltre ai più diffusi topi da laboratorio conta tra le sue «cavie» anche orsi bruni. Un'opportunità importante, secondo il dottor Corbit, che dal quartier generale di Amgen ad Oakland, in California, si reca almeno una volta a settimana a Pullman. Secondo il ricercatore, gli orsi, animali molto forti, in grado di sconfiggere lupi e altri «giganti» della natura selvaggia, sono anche custodi di preziosi segreti sull'attività nutrizionale e quindi sul fenomeno dell'obesità. Nelle settimane immediatamente precedenti al letargo fanno incetta di miele, salmoni e more tanto da guadagnare in termini di peso circa un centinaio di chili, causando un'impennata del colesterolo «cattivo» e della pressione arteriosa. Diversamente dagli uomini però, la loro salute non ne risente, dal momento che le arterie non si ostruiscono, non sono soggetti a rischio di attacco cardiaco e sono immuni o quasi dal diabete. Così gli studiosi tentano di comprendere il funzionamento del loro organismo, effettuando biopsie dei depositi di grasso e tenendone sotto attenta osservazione il cuore. Gli orsi del centro creato 27 anni fa sono nati all'interno della stessa struttura o sono stati salvati da alcune aree del Parco nazionale di Yellowstone, dove per evitare pericoli agli esseri umani sarebbero stati soppressi. Ovviamente il centro deve adottare alcune precauzioni per garantire la sicurezza di chi vi lavora: le recinzioni degli orsi sono elettriche e quando vengono sottoposti a esami, i grizzly vengono messi in gabbie di acciaio e anestetizzati, per consentire ai medici di eseguire con facilità tutte le rilevazioni del caso. Il miele, che agli orsi viene somministrato con una specie di biberon, serve per distrarli mentre vengono sottoposti ad alcuni test, come l'elettrocardiogramma, per i quali non si può ricorrere ad anestesia. «È un percorso di studio complesso e ancora lungo, ma sicuramente importantissimo per la ricerca», spiega Alexander Kamb, il coordinatore del dipartimento di ricerca di Amgen che ha dato il via due anni fa al programma. Gli approcci tradizionalmente seguiti nello studio dell'obesità hanno dato risultati limitati, e i farmaci in commercio riescono a ridurre ancora solo piccole percentuali di grassi dal corpo umano. Gli orsi invece hanno la capacità di diventare obesi in maniera sana e perdere una grande quantità di peso senza alcun problema, grazie a un controllo dell'ormone dell'insulina. Il segreto è quindi nella mappa del genoma di questi animali, secondo Kamb, il quale spiega: «Il nostro obiettivo è riuscire a capire come gli orsi sono in grado di compiere una tale magia». Altri campioni Gli squali nutrice Dal 1990 un laboratorio a Sarasota, in Florida (Usa), studia il sistema immunitario degli squali nutrice per capire che cosa li rende immuni al cancro e ad altre malattie I lama L'azienda farmaceutica Ablynx gestisce quattro allevamenti di lama (foto) e alpaca, in cui studia gli anticorpi di queste specie per nuovi anti-infiammatori e anti-tumorali I pinguini Da anni si studia la capacità dei pinguini di rimanere a digiuno per mesi interi, specialmente durante la cova delle uova, delicata operazione riservata ai maschi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il caso 17/12/2013 Il Giornale - Milano Pag. 1 (diffusione:192677, tiratura:292798) Ticket sanitari, non pagano gli over 65 con redditi bassi Maria Sorbi È ancora presto per parlare di abolizione del ticket ma di sicuro si fa un passo in più verso la realizzazione del sogno maroniano: eliminare il contributo sanitario entro il 2018. Per ora cresce la platea dei lombardi esenti che passano dai circa 5 milioni attuali a poco meno di 6 milioni a partire dal 2014. La giunta lombarda ha approvato una delibera che, con 40 milioni, esenterà dal pagamento dei ticket sui farmaci anche gli over 65 con reddito inferiore ai 18mila euro, che vanno ad aggiungersi a quelli con malattie croniche già esentati, per una platea di 800mila persone. In più, 12 milioni sono stati stanziati per mantenere l'esenzione per i disoccupati cassintegrati e per i minori di 14 anni. Infine 2 milioni sono a disposizione per mantenere anche nel 2014 l'esenzione per gli interventi chirurgici in day surgery . «Questo - sostiene il presidente lombardo Roberto Maroni - è l'inizio di un percorso che entro la fine della legislatura dovrà portare all'abolizione dei ticket o alla loro significativa riduzione». «Arriviamo a circa sei milioni di esenzioni» aggiunge l'assessore lombardo Mario Mantovani. La novità arriva dopo l'esenzione del bollo auto per chi rottama una vettura Euro 3 e dopo l'esenzione dall'Irap per le imprese start up innovative. «Togliere agli over 65 anche solo la spesa di 2 o 4 euro ogni volta che vanno in farmacia per comprare le medicine è una soluzione straordinaria» aggiunge Maroni. (...) segue a pagina 8 segue da pagina 1 (...) A «benedire» la linea della Regione è la Cisl, che da tempo chiede l'applicazione dei costi standard in sanità. «Questa è la strada da seguire - sostiene il segretario generale Cisl Gigi Petteni - Abbiamo salutato con favore l'accordo nella Conferenza delle Regioni, convinti che avrebbe portato più risorse che avrebbero alleviato il fardello a cui sono costrette tante famiglie in questo tempo di crisi». Il sindacato approva la scelta di utilizzare le nuove risorse non «a pioggia» ma in interventi mirati, come questo. Critici invece i consiglieri del Pd, che parlano di «una misura di facciata, che non tocca i ticket su visite ed esami e non affronta il tema dell'equità che riguarda tutti i cittadini dai 14 ai 65 anni, dove il ricco e il povero continueranno a pagare la stessa cifra». Il coordinatore lombardo del Pd Alessandro Alfieri ammette «un piccolo passo avanti» ma precisa che «il sistema dei ticket lombardi rimane sostanzialmente intatto». L'opposizione rilancia suggerendo l'esenzione da tutti i ticket per i redditi fino a 30mila euro. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA NOVITÀ 17/12/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 14 (diffusione:165207, tiratura:206221) QUAL È il destino del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc Malpighi) ospitato nel padiglione Palagi? Se lo chiede la Cisl, dopo l'imminente chiusura - decisa dal Sant'Orsola - dei reparti di cardiologia e urologia (a gennaio), nefrologia e oculistica (a febbraio), anch'essi fino a oggi al Palagi. Il timore, spiega Nadia Ortensi, delegata Cisl nell'Ausl, «è che dopo avere già smantellato un centinaio di posti letto, si voglia chiudere anche l'Spdc». Una prospettiva che, secondo la sindacalista Daniela Gallamini, della Cisl, «manderebbe in crisi un settore già sfiancato da tagli del personale e dei posti letto a fronte di un aumento delle malattie e dei ricoveri». La Ortensi fa un esempio pratico: «Se chiudono i 15 posti letto dell'Spdc Malpighi, l'Ottonello rischia di scoppiare». A questo punto, il sindacato chiede spiegazioni all'Ausl, «prima che vengano attuate decisioni che potrebbero rendere ingestibile la situazione». Si vuole capire «qual è il disegno complessivo sulla psichiatria, quali i tempi, quali le garanzie per personale e pazienti». Si auspica, insomma «quel confronto che finora, più volte chiesto, non c'è stato». l. o. Image: 20131217/foto/1049.jpg SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato S. Orsola, allarme Cisl sul padiglione Palagi 17/12/2013 Avvenire - Milano Pag. 3 (diffusione:105812, tiratura:151233) Risarciti genitori di bimba invalida Saranno risarciti con due milioni di euro i genitori di una bimba nata invalida al 95 per cento il 30 gennaio 2010 agli allora Ospedali Riuniti di Bergamo. Il risarcimento prevede il ritiro della querela da parte dei genitori nei confronti del medico e dell'ostetrica coinvolti. All'epoca si era parlato di un presunto litigio in sala parto tra due operatori sulla necessità o meno di ricorrere al taglio cesareo con cui si era concluso il travaglio. Per la famiglia le cause di quanto accaduto erano da attribuire agli errori compiuti dai medici prima e durante il parto. L'ospedale ha sempre negato qualsiasi litigio in sala parto: le responsabilità sarebbero invece state da attribuire ai genitori, che non avrebbero autorizzato tempestivamente il ricorso al taglio cesareo, facendo perdere tempo prezioso al personale. Ieri davanti al giudice i genitori hanno accettato il maxi risarcimento. Le cartelle cliniche della bambina e della mamma, albanese di 31 anni, erano state acquisite dalla polizia giudiziaria dopo la denuncia. L'iter giudiziario è proseguito per tre anni. Foto: Gli Ospedali Riuniti SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bergamo. 17/12/2013 Avvenire - Milano Pag. 3 (diffusione:105812, tiratura:151233) Maroni: possibile sperimentare il pediatra per i minori irregolari (D.Re) Della possibilità di avviare una sperimentazione sul pediatra di libera scelta per i minori irregolari «discuteremo nelle nuove regole del servizio sociosanitario 2014, che approveremo venerdì». Il governatore della Lombardia Roberto Maroni sembra essere possibilista, dopo le chiusure dei mesi scorsi, sulla opportunità di introdurre una sperimentazione triennale per l'iscrizione dei minori irregolari al Servizio sanitario regionale. Solo venerdì, tuttavia, si vedrà se questa ipotesi si concretizzerà nel provvedimento che orienterà le scelte del settore per il 2014. Il tema era finito sotto i riflettori questa estate, dopo la bocciatura in consiglio regionale di una mozione presentata dal Patto Civico (primo firmatario Umberto Ambrosoli) e sottoscritta da altri esponenti della formazione politica dell'avvocato milanese e da alcuni consiglieri del Pd. Nel documento si chiedeva il riconoscimento «dell'assistenza sanitaria di base anche per i minori non regolari» con «l'attribuzione del pediatra di libera scelta e l'erogazione di determinate prestazioni sanitarie per i figli di immigrati extracomunitari senza permesso di soggiorno». Una richiesta che faceva riferimento all'accordo Stato-Regioni sulle cure ai bambini figli di stranieri senza permesso di soggiorno. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MARCIA INDIETRO 17/12/2013 QN - Il Giorno - Milano Pag. 15 (diffusione:69063, tiratura:107480) Melzo, già appaltate anche le opere successive che partiranno dopo le feste MONICA AUTUNNO di MONICA AUTUNNO - MELZO - OSPEDALE Santa Maria delle Stelle, vernissage di Natale per i sei reparti ristrutturati. «Non si ferma il potenziamento di questo importantissimo presidio». Una nuova ala finita ospita, già a regime, i reparti di Chirurgia, Medicina, Ginecologia, Otorinolaringoiatria, Ortopedia e Pediatria. Ma non è finita. Manca la seconda ala, i lavori già appaltati partiranno subito dopo le feste e si concluderanno a fine 2015. Sul Santa Maria delle Stelle un investimento complessivo di quindici milioni, metà già erogati, metà a finanziare il secondo lotto di opere. Poi altri cinque, finanziati su carta, per foraggiare il nuovo monoblocco esterno che, in un futuro non lontano, ospiterà poliambulatori e nuove sale operatorie. Parecchi quattrini e una lunga programmazione di interventi. «A DISSIPARE qualsiasi preoccupazione sul futuro di questo ospedale - così il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Melegnano Paolo Moroni, protagonista del taglio del nastro insieme al sindaco Vittorio Perego - che a regime riconquisterà i suoi 180 posti letto. Questi sono stati anni di lavori e di molti disagi. Il secondo lotto di opere proseguirà a blocchi, in modo da arrecare il minore disagio possibile all'utenza. Ma il risultato vale i sacrifici, l'ospedale è completamente rinnovato, il comfort per i pazienti immensamente maggiore». LA RISTRUTTURAZIONE dell'ala di cinque piani ha interessato ogni aspetto strutturale e impiantistico: sono stati rifatti impianti elettrici e gas medicali, di climatizzazione e di illuminazione; per i pazienti camere nuove dotate di bagno e impianto clima, in maggioranza con due letti. Il vernissage al quarto piano, quello della Chirurgia, scelta perché è l'unica che ancora non ospita pazienti. Prima la benedizione, poi il brindisi. L'intervento di Moroni e quello del sindaco Perego: «Lavori che riconfermano la centralità del nostro ospedale, ora e in futuro. Va da sé che ci aspettiamo un rispetto degli impegni anche per 'il poi' e che siamo pronti a difendere questo presidio». Parole non a caso. La lista nera del ministero della Salute cita anche Melzo fra gli ospedali sotto i 120 posti letto a rischio chiusura. Attualmente, a Melzo i posti letto a regime sono 109. «A questo si deve la menzione - così Moroni - che tanta preoccupazione ha suscitato. In realtà una settantina di posti letto sono stati mangiati in questi due anni dai lavori in corso, e sono via via in corso di ripristino. Nessun rischio per questo ospedale, l'ho già detto e lo ribadisco». UN RIEPILOGO dunque dei finanziamenti, quasi tutti erogati dalla Regione negli anni: 7 milioni e mezzo spesi sinora, altrettanti in via di erogazione per il lotto bis di lavori, e presto altri 5 da destinare al nuovo padiglione esterno. L'atout dell'ospedale melzese è la vicinanza a Tem e Brebemi, che, entro un anno, lo renderà facilmente accessibile da varie aree della regione. [email protected] Image: 20131217/foto/2989.jpg SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Taglio del nastro nei reparti ristrutturati L'ospedale zittisce le voci di chiusura 17/12/2013 Libero - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:125215, tiratura:224026) L'educazione alla dieta è d'obbligo per i bimbi con allergie alimentari LUCA BERNARDO* Allergologia, immunologia, nutrizione, psicologia, tecnologia alimentare... tanti grandi mondi e sfaccettature della ricerca scientifica che si riuniscono attorno ai bambini con allergie alimentari. Con il sintagma "ipersensibilità ad alimenti" vengono comprese tutte le reazioni avverse che compaiono con l'esposizione ad un preciso alimento, ad una dose abitualmente tollerata da soggetti non predisposti. Si parla di allergia alimentare quando è dimostrabile un meccanismo immunologico, mentre tutte le reazioni non riconducibili a questo meccanismo, fino ad oggi indicate con l'espressione "intolleranze alimentari", rientrano nel gruppo delle reazioni da ipersensibilità non allergica. Gli allergeni alimentari, dichiara la dottoressa Lisa Mariotti, nutrizionista e tecnologa alimentare, possono provocare reazioni per ingestione, contatto diretto con l'alimento o inalazione dei vapori di cottura. La terapia di prima scelta di tutte le sindromi allergiche alimentari consiste nell'elimina zione dell'alimento causale dalla dieta ed i pazienti devono essere ben istruiti nell'interpreta zione e lettura delle etichette al fine di imparare a evitare gli allergeni specifici. Tuttavia, anche nei bambini con allergia alimentare evitare gli alimenti responsabili può essere difficoltoso, e possono verificarsi delle assunzioni accidentali. In generale si può affermare che la gestione dell'allergia alimentare è basata su 3 caposaldi fondamentali: evitamento, educazione, farmacoterapia. Il trattamento più facilmente disponibile è l'evitamento dell'alimento o degli alimenti identificati come allergizzanti per il paziente in esame. Comunque una dieta di questo tipo sembra più facile da prescrivere che da mettere in pratica, continua la dottoressa Mariotti, visto che i bambini possono essere estremamente sensibili a minime quantità e lo scatenamento della sintomatologia può essere dato dall'alimento allergizzante presente in tracce in altri alimenti. Oltre all'inge stione, anche il contatto cutaneo e l'inalazione possono essere fattori scatenanti di reazioni gravi. Tuttavia, mentre una dieta di eliminazione può essere realizzata facilmente quando l'alimento incriminato è consumato solo saltuariamente e possiede un valore nutrizionale limitato o è facilmente sostituibile, invece è difficile in presenza di molteplici fattori scatenanti allergizzanti, che sono ubiquitari, ma anche in caso di diete che richiedano l'eliminazione di proteine ad alto valore nutrizionale. La principale preoccupazione dei pediatri e degli specialisti in nutrizione pediatrica resta l'accrescimento. Il deficit nutrizionale, sottolinea la dottoressa, può riguardare un complessivo scarso apporto di calorie, una non corretta ripartizione delle calorie tra i principali nutrienti o solo una inadeguata assunzione di micronutrienti. Oltre ai rischi di malnutrizione, una dieta di eliminazione, soprattutto quando i cibi da evitare sono numerosi, può determinare un disagio psicologico per il paziente e la sua famiglia, con alterazione delle dinamiche relazionali familiari, isolamento sociale e sviluppo di iperprotezione nei confronti del bambino. Da quanto detto ne deriva l'importanza di un approccio multidisciplinare al bambino con allergia alimentare e la necessità di attuare un attento programma di follow up che preveda una valutazione periodica non solo di tipo clinico-allergologico ma anche nutrizionale. In tutti i bambini con allergie alimentari è necessario che venga fatta una valutazione nutrizionale complessiva con un intervento appropriato in modo da andare incontro al loro fabbisogno nutrizionale e ottimizzare la loro crescita. Un'educa zione alla dieta dovrebbe essere realizzata, conclude la dottoressa Lisa Mariotti, non solo per evitare allergeni specifici, ma anche per dare assistenza su come sostituire appropriatamente i nutrienti forniti dagli alimenti eliminati. Per questo è necessario ricorrere ai Dri (Dietary Reference Intake), ovvero a valori di riferimento degli apporti di energia e dei singoli nutrienti, calcolati in modo da prevenire deficit nutrizionali e ridurre i rischi di patologie croniche. * Direttore Dipartimento Materno-Infantile Fatebenefratelli e Oftalmico SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pillole di salute 17/12/2013 Il Secolo XIX - Genova Pag. 20 (diffusione:103223, tiratura:127026) Tumori al seno test e prevenzione dopo l'outing di Angelina Jolie Esperti a confronto sulle terapie possibili più personalizzate e di maggior efficacia FEDERICO MERETA SI PRENDE un campione di tessuto malato asportato dal chirurgo o prelevato durante una biopsia. Poi si fa un test, che permette di ipotizzare se il tumore è destinato a ripresentarsi entro dieci anni dalla diagnosi, e soprattutto se la chemioterapia è davvero necessaria. Così si risparmiano stress ed effetti collaterali alle donne e anche soldi per la sanità. Per arrivare a questa rivoluzione basta valutare 21 geni specifici, di cui 16 direttamente correlati al tumore, per arrivare in alcuni casi (questa tecnica non può essere impiegata in lesioni precoci con particolari caratteristiche biologiche) al massimo della personalizzazione della cura. Il test che svela come curarsi e i rischi futuri è solo uno dei protagonisti scientifici dell'incontro in programma domani sera alle ore 18 presso il teatro della Gioventù dal titolo "Da Angelina Jolie alla Signora Parodi: il vero e il falso dei test genetici, verso una terapia personalizzata e sempre più efficace". L'iniziativa, aperta al pubblico e realizzata grazie al supporto di Genomic Health, punta l'attenzione sul ruolo dei test genetici nell'individuazione delle donne a rischio di tumore al seno e non solo: la predisposizione genetica gioca un ruolo importante anche per altre forme come quello dell'ovaio, della prostata e del colon-retto. Saranno presenti tre grandi esperti: Paolo Pronzato, direttore della "Divisione di oncologia medica" dell'Ist di Genova, Massimo Calabrese, direttore della "Senologia diagnostica" dello stesso Istituto ed Elena Repetti, del laboratorio di biologia molecolare e genetica del Cdi di Milano. Negli ultimi tempi il tema è balzato alla ribalta dopo la vicenda di Angelina Jolie, la splendida attrice che ha deciso di sottoporsi all'asportazione del seno perché nel suo patrimonio genetico era presente una particolare mutazione genetica (alterazione del gene BRCA1) che aumentava di moltissimo il rischio di andare incontro a questa forma di cancro già in giovane età, specie se è presente anche un'alterazione a carico di un altro gene, il (BRCA2). In futuro situazioni come quella dell'attrice sono destinate ad aumentare, vista la diffusione dei test genetici e la significativa presenza delle mutazioni BRCA nella popolazione femminile che riguarda una donna su 500-800. Come affrontare questa "spada di Damocle"? «Nel nostro Paese si sceglie nella quasi totalità dei casi la via della sorveglianza - spiega Calabrese - Le donne cui si consiglia il test genetico sono quelle che presentano almeno tre casi di tumore alla mammella o all'ovaio tra madre e sorelle». Foto: Angelina Jolie SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INCONTRO AL TEATRO DELLE GIOVENTÙ 17/12/2013 Il Foglio Pag. 3 (diffusione:25000) Francia, prove tecniche di eutanasia La società è favorevole, si dice, mentre si riparla del "caso Lambert" Il presidente francese Hollande può, una volta tanto, dirsi soddisfatto. La conferenza di cittadini (diciotto persone considerate rappresentative dell'intera popolazione) incaricata di fornire un parere sull'aggiornamento della legge Leonetti sul fine vita, si è dichiarata favorevole, ieri, all'introduzione del suicidio assistito per persone in grado di intendere e di volere e dell'eutanasia (da autorizzarsi dopo un confronto tra i parenti dei pazienti e una commissione medica) per malati terminali non in grado di esprimere la propria volontà. Il parere ribalta le conclusioni del rapporto Sicard (ex presidente del Comitato di bioetica francese), che invece sostiene la necessità di promuovere le cure palliative e rigetta ogni ipotesi di eutanasia e di modifica della legge. La notizia arriva mentre si torna a parlare di un "caso Englaro" francese. Al trentasettenne Vincent Lambert, ricoverato da quasi cinque anni all'ospedale di Reims, dopo un incidente che lo ha ridotto in stato di minima coscienza, per 31 giorni era stata sospesa l'alimentazione artificiale su decisione dei medici, d'accordo con la moglie. I genitori di Lambert avevano però ottenuto dal tribunale l'ordine di nutrirlo di nuovo: Vincent dorme, si sveglia, piange, sorride, segue con gli occhi le persone. Nessuno può essere autorizzato a ucciderlo, dicono i genitori. Questo avveniva a maggio. L'ospedale ha ora riavviato la "procedura di fine vita", e un gruppo di esperti e di medici è stato di nuovo riunito per valutare la situazione. Uno di loro, il neurologo e bioeticista Xavier Ducrocq, ha dichiarato che a Lambert non può essere applicato il protocollo di distacco dell'alimentazione, perché "non è in fin di vita. Il suo stato non richiede cure palliative, ma una struttura specializzata nell'accoglienza di pazienti con gravi handicap". Il medico ha aggiunto che dietro una pretesa "collegialità" (la stessa che aveva escluso i genitori di Lambert e aveva ammesso la moglie) si nasconde una "mascherata" per giustificare una decisione presa da lungo tempo, da eseguirsi con "un atto d'omissione - l'interruzione dell'alimentazione - quando una buona parte della famiglia vi si oppone e nessun nuovo evento medico è intervenuto". SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato EDITORIALI 17/12/2013 ItaliaOggi Pag. 2 (diffusione:88538, tiratura:156000) La sanità resta l'ultima frontiera riformista del Pd di Matteo Renzi Dall'alto dei suoi 108 miliardi annui di spesa, la sanità rimane la vera frontiera riformista. Sono passati quasi venti anni dal dibattito televisivo della prima elezione di Romano Prodi, quando la coalizione di centrosinistra contrapponeva il marchio del pubblico alle proposte di parziale privatizzazione della sanità avanzate dal candidato Silvio Berlusconi. Un sistema misto di produzione dei servizi sanitari che aveva già iniziato a prendere forma, con buoni risultati, in Lombardia. Ma dal 1996 ad oggi nella sanità italiana poco o nulla è stato riformato. La sanità, del resto, è un classico diritto che si presta ottimamente alla demagogia politica: facile da costruire con un colpo di legge ma molto più difficile da realizzare per efficienza operativa ed equilibrio finanziario. Ovviamente la peggiore recessione dal 1929 non poteva non produrre effetti riformisti anche nella sanità pubblica. La Spagna, ad esempio, dal prossimo 1° gennaio introdurrà il cosiddetto copago ospedaliero, la previsione di pagamento da parte del cittadino del 10% del costo dei farmaci corrisposti dagli ospedali fino a un massimo di 4,2 euro. Una misura che si aggiunge al copago farmaceutico, in vigore dal luglio 2012, che prevede l'obbligo del pagamento del 40% del costo dei farmaci per i redditi inferiori ai 18 mila euro annui, del 50% per quelli fino a 100 mila e del 60% per chi supera quest'ultima soglia. Ben 425 sono poi i farmaci esclusi da ogni contribuzione pubblica che i cittadini devono pagarsi integralmente. Tutti in Spagna sono tenuti a pagare, anche i pensionati. Si tratta di una doppia modalità di favorire l'efficienza nella spesa sanitaria: da un lato riduce l'elasticità al consumo molto elevata quando i servizi vengono erogati gratis; dall'altro favorisce meccanismi di maggior controllo da parte dei cittadini/contribuenti della qualità dei servizi sanitari ricevuti. E in Italia? Fallite le promesse di riforma berlusconiane c'è soltanto da capire cosa il Pd a guida Renzi intenda fare. Come pensare, ad esempio, che una start up innovativa possa mai riuscire a vendere una sua brillante tecnologia se chi compra sanità è un burocrate, molto spesso neppure trasparente o sensibile al rispetto della legge come moltissimi casi certificano? Se a tutto ciò si aggiunge il fatto che la pressione fiscale italiana segnala la non sostenibilità di una spesa sanitaria a pioggia (l'Irap, imposta di scopo per la sanità, copre circa 35 mld dei 108 spesi), i tempi sarebbero più che maturi per una spending review. E qui i margini di manovra riformisti per Renzi sono ampi e vergini, perché nessun suo predecessore ha mai avuto il coraggio di fare nulla di strutturale.© Riproduzione riservata SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il punto 17/12/2013 ItaliaOggi Pag. 16 (diffusione:88538, tiratura:156000) La peste nera ritorna in Africa Sono 39 i morti per l'epidemia di peste nera che ha colpito il Madagascar. I casi accertati da novembre sono 86. Sull'isola la malattia è trasportata dai topi, che vengono cacciati dal loro habitat naturale a causa della deforestazione. I roditori, le cui pulci infettano l'uomo, si spostano verso i villaggi, dove si accumula la spazzatura. Il 90% dei casi riguarderebbe la forma polmonare della malattia, quella più pericolosa e l'unica che viene trasmessa da uomo a uomo tramite la saliva. Il ministero della sanità ha tuttavia tranquillizzato la popolazione, spiegando che sono state prese tutte le misure necessarie.La peste può essere curata, a condizione che gli antibiotici vengano somministrati in tempo. Come ricordano i medici, la malattia uccide rapidamente e la mortalità può raggiungere una percentuale compresa fra il 40 e il 70% per la forma bubbonica. Nella forma polmonare, invece, quella che ha interessato il Madagascar, si arriva fino al 100% se non si interviene già ai primi sintomi. La peste bubbonica si manifesta con una forte febbre e un rigonfiamento dei gangli linfatici, mentre quella polmonare, che risulta dalla migrazione del bacillo nei polmoni, è in grado di portare al decesso in soli tre giorni. Questa malattia trova terreno fertile nei paesi poveri o dove sono in corso conflitti. Sui 21.725 casi recensiti negli anni 2000 nel mondo, 10.500 riguardavano il Congo e 7.200 il Madagascar. Focolai sono stati rintracciati anche in Cina, Perù e Asia centrale. Perfino negli Stati Uniti sono stati scoperti 57 anni in dieci anni.© Riproduzione riservata SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Epidemia in Madagascar: già 39 morti 17/12/2013 QN - La Nazione - Firenze Pag. 8 (diffusione:136993, tiratura:176177) L'algoritmo dell'eterna giovinezza Sos obesità: ma con una corretta alimentazione, addio al chirurgo estetico SCOPERTO l'algoritmo della giovinezza: il risultato 0314055300 si ottiene in otto passaggi. Il problema l'ha risolto e scomposto in segmenti il gerontologo Niccolò Marchionni, professore ordinario di geriatria all'Università di Firenze e direttore della Cardiologia e medicina geriatrica di Careggi. La prima cifra è 0, riferito a zero sigarette, niente fumo per chi vuol vivere a lungo e in salute, senza dimenticare di fare attività fisica: camminare per 3 chilometri al giorno, a passo veloce, sarebbe l'ideale; 140 è il limite massimo della pressione arteriosa; 5 sono le porzioni di frutta e verdura da gustare ogni giorno e 5 anche i millesimali di colesterolo per litro di sangue (con una concentrazione al massimo di 190 milligrammi) - chi supera il limite deve controllare l'assunzione di grassi di origine animale, mangiare più frutta e più verdura, oltre a fare attività fisica; 3 sono, al massimo, i millesimali consentiti di colesterolo Ldl, il cosiddetto colesterolo cattivo; 0 l'obesità, l'indice di massa corporea non deve mai superare 29.9 e 0 diabete. La formula magica aiuta a scansare i tre grandi killer: malattie cardiovascolari, tumori, patologie cerebrovascolari. NONOSTANTE le insidie, l'aspettativa di vita dei fiorentini (e dei toscani) è di 80 anni (79,9 per la precisione) per gli uomini e 85,1 per le donne. Siamo una delle regioni più longeve d'Italia, insieme a Sardegna e Liguria. Con notizie sempre più incoraggianti. «Nonostante il continuo incremento dell'aspettativa di vita - spiega Niccolò Marchionni -. L'incidenza di disabilità è inferiore rispetto a vent'anni fa: si vive di più e in buona salute, con un'insorgenza ritardata di malattie e disabilità. Una questione importante soprattutto per la futura sostenibilità dei costi sanitari». C'è un problema enorme che incombe sul futuro: l'obesità. «Negli Stati Uniti, come qui da noi, l'aspettativa di vita è in costante crescita - dice il geriatra -. Temiamo, però, che nei prossimi anni ci possa essere una diminuzione se non si arresta la diffusione dell'obesità». Il ministero della Salute deve far partire una campagna per la riduzione degli eccessi alimentari: è in sovrappeso il 50% della popolazione, l'obesità oscilla tra il 25% e il 30%. «La Toscana ha percentuali nettamente più basse, ma è in preoccupante incremento per gli stili di vita». Non è mai troppo tardi per cominciare a fare attività fisica regolare e a seguire una dieta mediterranea: due azioni che hanno effetto protettivo sulle demenze e il decadimento cognitivo. Un'importante novità arriva dallo studio dei macachi. Messi a confronto due gruppi di animali di 28 anni dopo che uno aveva vissuto in un regime dietetico a restrizione calorica del 30% e l'altro con una dieta libera. «Il gruppo a dieta è vissuto più a lungo con una netta diminuzione di diabete e tumori. Non solo. Se si osserva, anche l'aspetto del macaco a dieta è notevolmente migliore. Ciò significa che se tenessimo una corretta alimentazione potremmo stare alla larga dal chirurgo plastico». Ilaria Ulivelli SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL GERONTOLOGO NICCOLÒ MARCHIONNI: «SI VIVE PIÙ A LUNGO E PIÙ IN SALUTE» 17/12/2013 QN - La Nazione - Firenze Pag. 35 (diffusione:136993, tiratura:176177) figline Ecco il protocollo: pronto soccorso 24 ore e nuovi servizi PAOLO FABIANI di PAOLO FABIANI VENERDÌ pomeriggio in Regione i quattro sindaci del Valdarno fiorentino (Nocentini, Giovannoni, Benucci, Lorenzini), il direttore generale dell'Asl 10 Morello e l'assessore alla salute Marroni, firmeranno il protocollo per i patti territoriali e per l'ospedale Serristori, passaggio fondamentale per evitare che il presidio figlinese possa incorrere nei dettami della futura legge nazionale sulla sanità che prevede il taglio dei piccoli ospedali. Per quanto riguarda i servizi sul territorio Reggello avrà la sua Casa della Salute e Rignano il Centro per la cardiologia, mentre nel nuovo Comune di Incisa-Figline il distretto sanitario sarà decentrato in via Da Verrazzano e nella ex Villa Campori. In merito all'ospedale, nel protocollo vengono dettagliati tutti i servizi che vi saranno svolti, cominciando dall'apertura H24 del Pronto Soccorso con personale specifico, addestrato a interventi d'urgenza (già attivo uno corso per gli infermieri), sabato e domenica, in caso di grave emergenza si potrà intervenire anche chirurgicamente. E' stata confermata la "sub-intensiva", «collegata sia alla medicina che alla chirurgia - ha precisato l'assessore alla sanità di Figline, Carlo Artini - con la dotazione di sette anestesisti, inoltre al Serristori resterà l'unità operativa di ortopedia con tre chirurghi, quindi continueranno gli interventi ai femori, ai quali si sono aggiunti quelli alle mani». QUESTA è solo una sintesi del documento che descrive la riorganizzazione del Serristori, e non solo visto che si parla anche di ciò che verrà attuato nei vari ambulatori dove per la prima volta è prevista anche l'oculistica con intervento chirurgico, così come ritornerà la ginecologia, oltre a confermare quanto c'è attualmente in corso. Per la manutenzione straordinaria sono stati stanziati, fra Asl e Regione, 2.650.000 euro. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Serristori, una firma per il rilancio 17/12/2013 Il Fatto Quotidiano Pag. 18 (tiratura:100000) Gli evasori fiscali si paghino la sanità PROVO CAZIONE Perché non si pensa di escludere dall'assistenza pubblica chi esporta capitali accumulati evadendo? Maurizio Chierici • LA LETTERA di un medico racconta l'angoscia dei pazienti in attesa di visite urgenti che arrivano mesi e mesi dopo. A volte troppo tardi. Responsabilità che si perdono in labirinti senza uscita: piccoli politici che allungano le mani, burocrazie asmatiche, casse vuote. E attorno l'Italia che invecchia, ragazzi senza lavoro, ospedali da chiudere. L'articolo 32 della Costituzione garantisce sempre meno l'uguaglianza dei cittadini nel servizio sanitario. E le amicizie delle cliniche private che prosperano con le convenzioni pubbliche, svuotano le casse di chi dovrebbe proteggere la salute di tutti. Ma il paese è tanti paesi. Il paese degli evasori fiscali va a gonfie vele: 202 miliardi di tasse non pagate nell'anno che sta per finire. Non solo in fuga verso nascondigli lontani o Svizzera prèt-à-porter, unsalto da Milano. È ricominciata la febbre del mattone, non qui, fuori. Paradisi di Antigua o Canton Ticino dove tira il mercato della casa e il fisco non lo sa. Ma il rifugio ideale è Londra. I nostri soldi neri corrono lì. Stiamo umiliando gli oligarchi russi. Non importa se negli ultimi dieci mesi i prezzi sono cresciuti del 9,8 cento. La City non basta e a Kensington e a Chelsea offerte quasi esaurite: un milione di sterline (1,2 milioni di euro) per tre stanze, niente di speciale. Di speciale c'è la tranquillità dei benefit fiscali per stranieri, seduzione dell'erario inglese e poi la Borsa che è una Borsa disinvolta. Senza contare le banche che sanno cosa fare quando Roma mette il naso negli angoli più o meno segreti, curiosità "poliziesca'^ un'Equitalia dal prurito "insopportabile". Anche i piccoli imbroglioni non ne possono più malgrado i soccorsi web e la gentilezza dei giornali pro evasori. Consigliano come portare fuori i soldi, spese modeste, mille euro con tanto di garanzia e timbro della società ombra che sfugge ai 4 0 0 mila controlli dei curiosi di Stato. Conti correnti ormai senza segreti per i 1900 tecnici della Sogei, informatica Equitalia. E l'ammontare dei recuperi fa bella figura nei giornali, ma l'aver smascherato (nascondendone i nomi, delicatezza privacy) chi non ha pagato 180 miliardi nel 2012 non vuol dire incassare il maltolto. Sono tornati appena 12 miliardi. Cavilli dell'esercito di avvocati che allungano, rimandano e quando proprio alle corde travestono i colpevoli in perseguitati ai quali si deve giustizia. Per frenare l'arroganza degli infedeli si potrebbe escluderli dall'a ss i s te n za sanitaria pagata (anche per loro) da chi non arriva a fine mese. Appena sorpresi coi soldi nel sacco subito cancellati dalla protezione dell'articolo 32. Ospedali, medici, farmaci da liquidare cash. Sospensione dai diritti del malato per un tempo da misurare sulla gravità del crimine. Quasi un ergastolo sanitario quando il trafugamento supera il milione. Devono comprare ogni cerotto per un tempo rapportato non solo alla consistenza del furto anche ai motivi abietti che invogliano la truffa. • LE STATISTICHE e u ropee celebrano il benessere dei nostri evasori. Ogni italiano disporrebbe di un patrimonio di 163 mila euro (media tra chi tanto e chi niente) tre volte più consistente dei patrimoni individuali tedeschi. Guidiamo le classifiche della frivolezza: macchinoni Suv, champagne, alta moda, insomma identikit di cicale che non hanno bisogno dell'articolo 32. Quando stanno male prendono l'aereo per volare dove dormono i soldi. Negli aggiornamenti che si annunciano alla Costituzione, sospendere l'assistenza sanitaria ai furbi è la civiltà dovuta allo strazio dei malati costretti nelle anticamere di un dolore che non finisce mai. [email protected] SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NOI E LORO