scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara

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scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
SCENARIO SANITA' NAZIONALE
Rassegna Stampa del 17 dicembre 2013
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INDICE
SCENARIO SANITA' NAZIONALE
17/12/2013 Corriere della Sera - Nazionale
L'apparecchio che filtra i suoni e ti fa sentire solo ciò che vuoi
5
17/12/2013 Corriere della Sera - Milano
Ospedale di Melzo, ristrutturazione da sette milioni di euro
7
17/12/2013 La Repubblica - Palermo
OSPEDALI E SANITÀ DI BASE, UN'IDEA PER SUPERARE IL DUALISMO
8
17/12/2013 La Repubblica - Roma
Subcommissario alla sanità stamattina la nomina di Botti
9
17/12/2013 La Repubblica - Genova
"Teleassistenza" 24 ore su 24 dalla badante al supermercato
10
17/12/2013 La Repubblica - Genova
"Senza borse di studio, solo valigie" la protesta dei medici specializzandi
11
17/12/2013 La Repubblica - Torino
Amici pelle In missione dalla Mole a Kinshasa gli "angeli" dei bambini ustionati
12
17/12/2013 La Repubblica - Nazionale
I progressi su leucemia e linfomi dall'America
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17/12/2013 La Repubblica - Nazionale
Gadget e libri in soccorso dei malati e della ricerca
15
17/12/2013 La Repubblica - Nazionale
"Una dose di romanzi a intervalli regolari" La cura è in biblioteca
16
17/12/2013 La Repubblica - Nazionale
Eradicare le malattie globali non è tabù
17
17/12/2013 La Repubblica - Nazionale
L'iniziazione a tredici anni Sos teen ager
18
17/12/2013 La Stampa - Nazionale
Per combattere l'obesità una cavia di nome Yoghi
19
17/12/2013 Il Giornale - Milano
Ticket sanitari, non pagano gli over 65 con redditi bassi
20
17/12/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
S. Orsola, allarme Cisl sul padiglione Palagi
21
17/12/2013 Avvenire - Milano
Risarciti genitori di bimba invalida
22
17/12/2013 Avvenire - Milano
Maroni: possibile sperimentare il pediatra per i minori irregolari
23
17/12/2013 QN - Il Giorno - Milano
Taglio del nastro nei reparti ristrutturati L'ospedale zittisce le voci di chiusura
24
17/12/2013 Libero - Nazionale
L'educazione alla dieta è d'obbligo per i bimbi con allergie alimentari
25
17/12/2013 Il Secolo XIX - Genova
Tumori al seno test e prevenzione dopo l'outing di Angelina Jolie
26
17/12/2013 Il Foglio
Francia, prove tecniche di eutanasia
27
17/12/2013 ItaliaOggi
La sanità resta l'ultima frontiera riformista del Pd di Matteo Renzi
28
17/12/2013 ItaliaOggi
La peste nera ritorna in Africa
29
17/12/2013 QN - La Nazione - Firenze
L'algoritmo dell'eterna giovinezza
30
17/12/2013 QN - La Nazione - Firenze
Serristori, una firma per il rilancio
31
17/12/2013 Il Fatto Quotidiano
Gli evasori fiscali si paghino la sanità
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE
26 articoli
17/12/2013
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'invenzione
L'apparecchio che filtra i suoni e ti fa sentire solo ciò che vuoi
Massimo Gaggi
di MASSIMO GAGGI A PAGINA 29
NEW YORK - Gli apparecchi acustici hanno sempre avuto un'immagine negativa. A volte anche chi ne ha
bisogno per seri problemi di sordità rinuncia o scegli dispositivi più piccoli e più costosi a scomparsa totale, o
quasi. Ma Rodney Perkins, un chirurgo dell'orecchio fattosi imprenditore che durante la sua lunghissima
carriera ha lanciato ben 14 «start up» ai confini tra medicina e tecnologia, a 77 anni mette sul mercato un
nuovo apparecchio acustico digitale. Con una nuova sfida: scommette che ad usarlo non saranno solo quelli
che hanno problemi di udito, ma anche chi ci sente bene, ma frequenta luoghi - ristoranti, impianti industriali,
manifestazioni - nei quali è difficile ascoltare il proprio interlocutore.
Un illuso, direte voi. Ma Rodney Perkins non è un personaggio qualunque. Otorino nella Silicon Valley, nella
sua carriera medica ha curato anche William Hewlett e David Packard, fondatori dell'omonimo gigante
dell'elettronica, l'ex gran capo dell'Intel (microchip), Andy Grove e perfino Edward Teller, l'inventore della
«bomba H», lo scienziato al quale si è ispirato Stanley Kubrick per il «Dottor Stranamore». Poi, pur
continuando a curare i suoi pazienti, è andato a insegnare all'Università di Stanford dove ha fondato il
California Ear Institute e a metà degli anni Settanta ha cominciato a creare le sue società, quattro delle quali
sono quotate in Borsa: imprese specializzate nei problemi dell'orecchio come ReSound, ma anche aziende
della chirurgia cosmetica e dei trattamenti laser come Collagen e Laserscope.
Ora un'altra avventura: una nuova società, Soundhawk che tra qualche mese lancerà un dispositivo acustico
basato su un apparecchio simile agli auricolari Bluetooth, munito anche di un piccolo microfono direzionale, e
su un'applicazione per «smartphone»: un software specializzato che può essere gestito attraverso il proprio
cellulare. I vecchi apparecchi acustici si limitavano ad amplificare i suoni. Con le tecnologie digitali e i
software dedicati, invece, è possibile individuare la voce che si vuole ascoltare, «ripulirla» e separarla dai
rumori di fondo che vengono attutiti. Un grande aiuto per chi ha l'udito indebolito, ma anche un apparecchio
che apre un nuovo mercato: quello di chi non vuole passare un'ora d'inferno in un locale affollato cercando di
capire dal labiale quello che sta dicendo chi gli siede di fronte.
Tecnologo ma anche uomo di mondo, Perkins sa che i dispositivi acustici vengono spesso evitati in quanto
«roba da vecchi». Per questo ha curato molto l'aspetto estetico dell'apparecchio, simile agli auricolari degli
altri cellulari, ma con un software più avanzato. E con la diffusione delle «tecnologie da indossare» - gli
occhiali di Google, i primi iWatch da polso, Fuel Band, il bracciale della Nike che misura l'attività fisica - anche
auricolari e microfoni direzionali possono diventare appendici di uso comune. Dovrebbero anche costare
abbastanza poco: un prezzo ancora non c'è, ma Perkins parla di centinaia di dollari, non di migliaia: meno,
quindi, degli apparecchi tradizionali.
Funzionerà? Frenetico e di successo, Perkins non sempre è riuscito ad arrivare in fondo con le sue imprese.
Aveva, ad esempio, un rapporto confidenziale con Steve Jobs, ma non fino al punto di riuscire a inserire il
suo software di correzione acustica nei primi iPhone della Apple. Soundhawk, comunque, ha alle spalle
anche Cisco Systems e alcuni dei maggiori «venture capitalist» californiani.
Del resto le tecnologie digitali per l'orecchio sono da tempo una realtà e molti produttori le usano con
successo crescente nei loro apparecchi. Chi se ne serve in genere è soddisfatto: è rilassante concentrarsi
sulla voce che si vuole ascoltare riducendo la cacofonia dei rumori di fondo. Con qualche inconveniente che
richiede perfezionamenti del software: «L'altro giorno all'aeroporto - ha raccontato a un giornale un anziano
viaggiatore canadese - riuscivo ad ascoltare distintamente quello che mi diceva un altro passeggero seduto a
qualche metro da me. Ma poi ho rischiato di perdere il volo perché l'apparecchio ha trattato come rumore di
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Corriere della Sera - Ed. nazionale
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fondo anche l'altoparlante che annunciava un cambio del "gate" di imbarco».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il creatore
Chi è
Rodney Perkins, 77 anni, chirurgo dell'orecchio, è stato otorino nella Silicon Valley e in carriera ha curato
anche William Hewlett e David Packard, fondatori del gigante dell'elettronica, l'ex gran capo dell'Intel
(microchip), Andy Grove ed Edward Teller, l'inventore della «bomba H»
Start up
Oltre a insegnare a Stanford, dove ha fondato il California Ear Institute, Perkins (sopra) ha creato 14 società
ai confini tra medicina e tecnologia: dai problemi dell'orecchio alla chirurgia cosmetica ai trattamenti laser
Foto: DISEGNO DI GUIDO ROSA
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Corriere della Sera - Milano
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Inaugurati i nuovi reparti
Ospedale di Melzo, ristrutturazione da sette milioni di euro
Leila Codecasa
Tre anni di lavori, sette milioni di euro di spesa, ieri il taglio del nastro. All'ospedale di Melzo sono stati
inaugurati i reparti, totalmente ristrutturati dell'ala sud. È solo la prima parte di un progetto complessivo che
prevede di arrivare al riammodernamento, entro la fine del 2015, dell'intera struttura, che comprende reparti
di chirurgia, medicina,
ginecologia, otorinolaringoiatria, ortopedia e pediatria, disposti su cinque piani, per un totale di centottanta
posti letto. «L'edificio risale agli anni Settanta - ha spiegato il direttore dell'azienda ospedaliera Paolo Moroni e necessitava ormai di adeguamenti. Per questo motivo la Regione ha finanziato interventi necessari, ma con
un filo conduttore: sicurezza e confort per il paziente». Nelle stanze sono stati rinnovati gli impianti elettrici,
dei gas medicali, di climatizzazione e di illuminazione. Nuovi anche gli arredi e adeguate le stanze, dotate ora
di bagno in camera. «A breve avvieremo anche i lavori per la realizzazione di nuovi poliambulatori e sale
operatorie, insieme alla ristrutturazione della parte nord», ha anticipato Moroni. Spesa finale prevista, entro il
2015, di quindici milioni di euro.«Un risultato importante - ha commentato il sindaco di Melzo, Vittorio Perego
- dato che la nostra area sarà uno snodo decisivo nella viabilità, con l'arrivo di Brebemi e Tem, è importante
che il nostro ospedale resti un presidio efficiente e un punto di riferimento per oltre centocinquantamila
abitanti».
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Foto: Ala Sud Al taglio del nastro il sindaco Vittorio Perego (qui sopra a sinistra) e il direttore dell'ospedale
Paolo Moroni (a destra)
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La Repubblica - Palermo
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OSPEDALI E SANITÀ DI BASE, UN'IDEA PER SUPERARE IL DUALISMO
FILIPPO GRIPPI
Da quarant'anni ogni riforma della sanità pubblica non riesce a superare i limiti del dualismo ospedaledistretto sanitario di base, a gestione separata e di cui si invoca un'integrazione di sistema. I due sistemi
assistenziali fanno parte dello stesso Servizio sanitario nazionale, con ruoli distinti, ma in sinergia devono
prendere in carico la domanda sanitaria, regolati e gestiti dalla stessa responsabilità, un direttore unico per
ospedale e distretto. Nei Paesi del Nord Europa si è affermato il modello gestionale delle authority di bacino
per i grandi servizi. A Berlino con lo stesso biglietto si accede alla metropolitana, all'autobus, al battello e alle
ferrovie: questo dà un'idea all'utente di efficienza e di presa in carico, abbatte tempi morti ed elimina
duplicazioni di procedure.
Negli anni Settanta il professor Giulio Maccacaro avanzò per i servizi sanitari la proposta di una gestione
unica: la "Casa della salute", porta di accesso alle prestazioni sanitarie di primo e secondo livello. Superare
una struttura verticale per discipline specialistiche. Il cittadino non capisce le targhe autoreferenziali, vuole un
riferimento unico e competente, uno sportello dove rappresenti il suo bisogno più o meno complesso, cui
dopo la valutazione sia data una risposta immediata o differita in percorsi assistenziali appropriati di primo e
secondo livello. Troppi sportelli e unità operative sono la conseguenza di una ideologia - sul bisogno e sulla
malattia si fonda parte del controllo sociale - che spiega come la Sanità pubblica sia stata terreno di lotta
politica per l'occupazione lottizzatrice. La vicenda delle selezioni, si fa per dire, dei manager delle aziende
sanitarie è molto istruttiva sull'argomento. Si guardi la stessa Asp di Palermo: da un lato, con la legge
regionale di riforma 5 del 2009, per un territorio vasto come quello metropolitano di Palermo istituisce il
distretto unico 42, allo scopo di ridurre i costi, migliorare l'accessibilità ai servizie uniformare le prestazioni,
aumentando in realtà le azioni replicanti e le duplicazioni degli interventi. Dall'altro lato, con un atto aziendale,
si scorporano dal distretto le attività dell'ambito materno-infantile, quelle riabilitative, la specialistica
accreditata, come già era per la salute mentale e per l'igiene pubblica, con un'ulteriore parcellizzazione dei
servizi.
Invece di aggregare, integrare e unificare i processi gestionali, l'antidoto più efficace anche contro il
malaffare, si moltiplicano le strutture, le unità operative complesse e gli sportelli.
Una ristrutturazione di poteri, centri di spesa e di controllo della domanda sanitaria, fondata sui dipartimenti
strutturali monodisciplinari, come i vecchi settori della legge regionale 30 del 1993, che si pensavano
definitivamente superati.
L'aumento dei segmenti di organizzazione da attribuire in gestione facilita la pratica della spartizione e
aumenta le barriere di accesso alle prestazioni. Nella stessa riforma, per un distretto che arretra, ce n'è un
altro che "avanza", si fa per dire. Si pensi al "distretto ospedaliero", unico nel panorama nazionale, un
ossimoro. Il distretto offre le prestazioni a un territorio con un perimetro e una popolazione determinata, al
contrario dell'ospedale che è uno stabilimento e offre le prestazioni a una popolazione aperta. Una licenza
semantica che non ha migliorato le modalità operative né le performance gestionali e assistenziali per le
popolazioni interessate.
Mentre ha consentito la creazione di diverse unità operative complesse "a scavalco" e la riesumazione dei
coordinatori amministrativi e sanitari della cui mancanza non si sentiva il bisogno. Si deve trovare il coraggio
di riformare e superare il dualismo ospedale-distretto sanitario di base e provare a identificare il distretto
come il contenitore orizzontale unico di tutte le strutture, servizi e ospedali presenti in un territorio. Dove si è
sperimentato ha consentito di realizzare efficienze gestionali sul personale, sugli approvvigionamenti,
sull'utilizzo unico e ottimale dei servizi diagnostici, delle attrezzature, dei locali e soprattutto il superamento
degli ostacoli e delle barriere esistenti tra i servizi territoriali e ospedalieri. Come quell'unico biglietto utile per
usare la metropolitana, l'autobus, il battello e la ferrovia di Berlino.
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La Repubblica - Roma
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La nomina
Subcommissario alla sanità stamattina la nomina di Botti
CARLO PICOZZA
SARÀ Renato Botti il subcommissario di governo alla Sanità del Lazio. Verrà nominato questa mattina con un
decreto del Consiglio dei ministri, su proposta del titolare del dicastero dell'Economia, Fabrizio Saccomanni,
«in accordo» con quello della Salute, Beatrice Lorenzin.
DOPO ripetuti annunci, qualche smentita e quattro rinvii, la seduta di questa mattina sarà quella buona.
Il Consiglio dei ministri, con una delibera, poserà la spada dell'investitura sulla spalla di Botti, già direttore
generale della Sanità lombarda, prima, e della fondazione San Raffaele del prete manager don Luigi Verzè,
poi. Con la sua nomina si torna alle origini: via il tandem, largo alla monoposto, un unico subcommissario di
governo per la sanità del Lazio.
L'anticipazione della nomina di Botti su queste pagine aveva suscitato polemiche e critiche per la sua
contiguità professionale con Pierangelo Daccò, il faccendiere condannato dalla corte d'appello di Milano a
nove anni con l'accusa di associazione per delinquere e bancarotta. «È un bravo manager», aveva dichiarato
un mese fa la ministra Lorenzin invitata dall'ex direttore della Asl RmC, Antonio Paone, a tagliare il nastro del
nuovo Servizio di Psichiatria del Sant'Eugenio. «Avrà trovato nella sua traiettoria professionale problemi e
insidie», aveva argomentato, «ma ne è sempre uscito indenne».
Foto: Renato Botti
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La Repubblica - Genova
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"Teleassistenza" 24 ore su 24 dalla badante al supermercato
GIULIA DESTEFANIS
ANDARE al supermercato o in farmacia, rispondere giorno e notte alle emergenze domestiche. In Liguria, la
regione più vecchia d'Italia, sanità pubblica e privata si prendono cura degli anziani, ma spesso i bisogni delle
famiglie sono molti di più. E per dare risposte alle necessità di ogni giorno nasce un nuovo servizio: quello,
presentato ieri con Legacoop, di "Pronto serenità", che mette in rete le prestazioni delle più diverse
cooperative sociali, per un'assistenza a 360 gradi in sostegno a quella della Mutua Ligure.
«Pagando la quota annuale di 60 euro si può usufruire dei nostri servizi e della Mutua Ligure - spiega Fabio
Diana, direttore della Fondazione Easy Care, promotrice di Pronto serenità- Abbiamo 20 sportelli in tutta la
regione e il numero verde 800657585: contattati, cerchiamo i servizi più adeguati alle domande della famiglia,
così da razionalizzare anche i costi». Un nuovo modo per trovare badanti, servizi di trasporto sanitario e
operatori sociali, e c'è anche la "teleassistenza", il call center 24 ore su 24 per ogni emergenza, sanitaria e
domestica, ma anche per la voglia di chiacchiere dell'anziano. «Gli utenti possono così sfruttare meglio le
competenze delle nostre cooperative sociali», dice il vicepresidente di Legacoop Liguria Sandro Frega.
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L'iniziativa Il nuovo servizio di Legacoop: sportello permanente per molti servizi
17/12/2013
La Repubblica - Genova
Pag. 6
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"Senza borse di studio, solo valigie" la protesta dei medici specializzandi
Ridotto del 18,5% il numero di borse previste per Genova: "Il posto fisso sta diventando un miraggio anche
per chi vuol fare questa professione"
VALENTINA EVELLI
"SENZA borse facciamo le valigie". Si sono ritrovati davanti al palazzo della Regione, neo laureati e studenti
di Medicina, tutti in camice bianco con lo stetoscopio al collo, per protestare contro i tagli ai finanziamenti
delle borse di specializzazione.«In ballo non c'è solo il nostro futuro ma quello della sanità pubblica- spiega
Sonia Lucignoli, neolaureata- Con il turnover previsto per i prossimi anni, servirà il 20% di medici in più, ma
senza specializzazione siamo bloccati, non abbiamo nessuno sbocco. Saremo costretti ad andare all'estero
per riuscire a lavorare, ormai anche i medici hanno perso il sogno di un posto fisso». E i numeri parlano
chiaro: a livello nazionale, da 5 mila posti, già calati nel 2012, nel 2014 si potrebbe scendere a 2.500. Con
taglia pioggia, anche su Genova, che lo scorso annoè stata tra gli atenei più penalizzati, con un taglio del
18.5% dei posti, scesi da 135 a 110. Tante le specializzazioni genovesi che sono state già ridimensionate, da
anestesia e rianimazione a chirurgia generale, da geriatria a radiodiagnostica. «E' tutto in mano alla
commissione Bilancio della Camera che nei prossimi giorni dovrà decidere se aumentare i finanziamenti per
le borse di specializzazione, altrimenti ci troveremo con 6.500 aspiranti medici in lizza per 2.500 posti»,
sottolinea Cristiano Alicino, presidente di Federspecializzandi. L'altra faccia della medaglia riguarda i nuovi
iscritti alla facoltà di Medicina. Per il 2013i posti disponibili nell'ateneo genovese sono rimasti stabili: «Ma con
il pasticcio del bonus maturità probabilmente saranno accettati i ricorsi di chi non è riuscito a entrare conclude Cristino Alicino - Insomma mentre da una parte tagliano le borse, dall'altra ci troveremo con due
mila nuovi studenti in più di quelli previsti. Un sistema che non può stare in piedi» .
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Foto: La protesta dei medici specializzandi
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Il caso Posti tagliati, mentre aumentano le matricole alla facoltà di Medicina
17/12/2013
La Repubblica - Torino
Pag. 13
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Amici pelle In missione dalla Mole a Kinshasa gli "angeli" dei bambini
ustionati
"Abbiamo aiutato quei ragazzini a migliorare la vita di tutti i giorni restituendo loro l'uso di mani braccia e
gambe" Un'iniziativa del Cute Project per curare le cicatrici dei piccoli pazienti e insegnare nuove tecniche ai
colleghi del paese africano
SARAH SCAPARONE
Le giornate scorrono veloci in Africa. Soprattutto se le trascorri all'interno dell'Ospedale Universitario di
Kinshasa, nella capitale della Repubblica Democratica del Congo in cui pochi eletti vivono del commercio di
oro, diamanti, ramee cobalto, lasciando la città e i suoi abitanti letteralmente allo sfascio. È il caso
dell'Ospedale Universitario costruito dagli europei negli Anni Sessanta e oggi in completo degrado. Manca
l'acqua, le condizioni igieniche e di sterilizzazione delle sale operatorie sono inesistenti, la corrente elettrica
salta, mentre gli odori e la sporcizia fanno ormai parte del luogo. Ma qui, dove non senti mai il suono di
un'ambulanza e dove i pazienti devono pagare qualsiasi cosa (dalle garze agli interventi), la vita scorre ad un
ritmo così regolare che la sua normalità fa quasi paura. E tutto ha un costo, anche la libertà. Come quella di
poter uscire dopo un ricovero banale.
È successo a Patrick IlumgaReya, nove anni, "detenuto" da inizio novembre in una sala dell'ospedale poiché
il padre non era in grado di pagare i 160 dollari della fattura ospedaliera (uno stipendio medio mensile a
Kinshasa si aggira sui 30 dollari). Sorvegliatoa vista giorno e notte, ha aspettato per settimane in solitudine,
senza acqua né cibo se non quelli portati dal padre quando, ogni sera, arrivava in ospedale per trascorrere la
notte con lui. Ed è stato proprio Patrick uno dei primi bambini conosciuti dal team di Cute Project,
l'organizzazione no profit di volontariato in chirurgia plastica ricostruttiva, composto da medici e infermieri
dell'Ospedale Cto di Torino, che ha lavorato per due settimane nell'Ospedale Universitario di Kinshasa. Sono
stati loro a pagare la fattura consentendo al bambino di tornare finalmente a casa.
Ma questo non è stato l'unico "miracolo" che i medici e gli infermieri del capoluogo torinese hanno compiuto
nella loro permanenza in Congo conclusa lo scorso 14 dicembre. L'équipe di professionisti ha infatti curato 57
bambini affetti da ustioni gravi (età media 10 anni) realizzando innesti cutanei, lembi e interventi misti. In
Africa le ustioni (che derivano prevalentemente dall'esposizione a fuochi bassi, a olio e ad acqua bollente)
spesso degenerano in cicatrici particolarmente gravi che arrivano a impedire l'utilizzo completo degli arti.
Questo accade perché mancano adeguate cure immediate (le lesioni vengono fatte guarire all'aria aperta per
la senza medicazioni), ma anche per una predisposizione genetica della popolazione nera che porta allo
sviluppo di cicatrici patologiche retraenti e cheloidee.
«La maggior parte degli interventi - spiega Daniele Bollero, chirurgo plastico del Cto - sono stati dedicati al
ripristino della funzionalità degli arti post ustione: da mani e dita chiuse, a braccia impossibili da distendere, a
gambe che, sviluppando cicatrici patologiche, hanno portato all'adesione di segmenti corporei. Tutti sono
serviti ad aiutare i bambini a migliorare la vita di tutti i giorni, e vedere la gioia nei loro occhi al termine delle
cure è il più grande grazie che avremmo potuto ricevere». Oltre alle operazioni e alle visite dei pazienti, il
team di Cute Project ha trasferito ai medici e agli infermieri locali alcune conoscenze sulle tecniche di
intervento con quattro corsi di formazione sulle ustioni, le cicatrici, i bendaggi e la pressione negativa. Gli
apprezzamenti sono stati tali che il team di Cute Project è stato invitato a tornare per realizzare sul posto, con
i colleghi congolesi, un centro ustionati in grado di prevenire e curare al meglio le problematiche legate a
questa patologia e per formare adeguatamente il personale locale. «Nei prossimi mesi - dice Gilberto
Magliacani, presidente della Fondazione piemontese studi e ricerche sulle ustioni - ci accorderemo con i
medici congolesi per una seconda missione. Certo è che la visita in ospedale del ministro della Sanità
pubblica Felix Kabange e l'appoggio dell'ambasciatore italianoa Kinshasa, Pio Mariani, fanno ben sperare in
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Un'équipe di medici e infermieri del Cto specialisti di chirurgia plastica ricostruttiva ha operato per due
settimane in Congo
17/12/2013
La Repubblica - Torino
Pag. 13
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
solide collaborazioni future in grado di far diventare l'Ospedale Universitario di Kinshasa un punto di
riferimento in Congo». La missione #cute4congo è stata possibile grazie all'aiuto di tante persone che hanno
seguito il team di Cute Project. Tra loro anche i Toro Club piemontesi che hanno supportato i volontari con
iniziative benefiche e l'azienda risicola Gli Aironi che per le feste natalizie ha ideato una scatola regalo il cui
ricavo, in parte, sarà devoluto a Cute Project.
Il 27 dicembre invece l'appuntamento è al Teatro Gioiello: alle 21 andrà in scena la commedia "Pistaaa...!", il
cui incasso sarà in parte devoluto a Cute Project che presenzierà alla serata con tutto il team. Per
informazioni www. cute-project.
org INTERNET Su torino.
repubblica. it le immagini scattate durante la "missione" di Cute Project
Foto: I PARENTI I genitori in attesa mentre i chirurghi torinesi eseguono sui loro bambini innesti cutanei,
lembi e interventi misti
Foto: IL GRUPPO L'équipe del Cute Project all'ospedale universitario di Kinshasa, dove ha curato 57 bambini
affetti da ustioni gravi e cicatrici invalidanti
Foto: LA MALATINA Una delle piccole pazienti dell'ospedale di Kinshasa viene visitata da un medico
dell'équipe torinese dopo che è stata sottoposta a unintervento
17/12/2013
La Repubblica - Ed. nazionale
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I progressi su leucemia e linfomi dall'America
GIUSEPPE DEL BELLO
I progressi su leucemia e linfomi dall'America Leucemie e linfomi, la ricerca come un cantiere.
In costante progress, miete successi soprattutto sul fronte terapeutico. E dall'American society of Hematology (Ash), che ha riunito oltre 30mila specialisti
a New Orleans, arrivano percentuali, dati e risultati sull'impiego di molecole innovative. Si parte dalla
leucemia linfatica cronica, il tumore del sangue più comune (25-30% di tutti i casi di leucemia) che ogni anno
uccide nel mondo 75mila persone (per lo più over 65 e contemporaneamente affetti da pluripatologie)
coinvolgendone 2800 in Italia. In questo caso, il protagonista si chiama obinutuzumab (GA101), anticorpo
monoclonale che, somministrato in associazione al chemioterapico clorambucile, avrebbe ottenuto risultati
incoraggianti. Risultati che necessitano di un follow-up più lungo, per valutarne gli eventuali effetti sulla
riduzione di mortalità. A rivelarlo è lo studio CLL11 (Chronic lymphocytic leukemia) di fase III: partito 4 anni fa
e condotto su circa 800 pazienti non trattati in precedenza e distribuito in quattro bracci, ha confrontato
l'attuale mix farmacologico con il precedente che, al posto del GA101, prevedeva un altro anticorpo
monoclonale, il rituximab.
Per i pazienti del gruppo curato con obinutuzumab è stata registrata una riduzione delle recidive rispetto al
gruppo a cui è stato somministrato rituximab (Pfs mediana di 26.7 mesi rispetto a 15.2).
«Questo monoclonale, il più potente della sua classe», spiega Marco Montillo, responsabile del programma
di trattamento dei Disordini linfoproliferativi al Niguarda di Milano (coordinatore dello studio per l'Italia), «è
paragonabile a una pallottola intelligente (il capostipite, rituximab, risale a 10 anni fa) che riesce a colpire un
bersaglio specifico posto sulla superficie della cellula neoplastica, gli anticorpi CD20». Proiettile intelligente,
ma non ancora perfetto, perché GA101, precisa Montillo, «esplica il suo potere distruttivo su tutto il sistema
linfocitario e non solo su quello malato. Ma anche quest'obiettivo sarà presto raggiunto e il nuovo farmaco
mira proprio a cancellare la chemioterapia».
Insidiosa, la leucemia linfatica cronica è spesso frutto di una diagnosi occasionale che rivela un aumento dei
linfociti B nel sangue, nel midollo, nella milza e nei linfonodi.I sintomi più comuni si esprimono con febbricola
persistente, anemia, sudore notturno, pesantezza addominale, stanchezza cronica, sanguinamento gengivale
e perdita di peso. Si tratta di una patologia che nel 65-75% dei pazienti, non necessita di alcuna terapia in un
periodo che varia da alcune settimane a diversi mesi. Nel 25% dei casi, invece, il trattamento deve essere
attuato al più presto.
Resta fondamentale che la comunità scientifica condivida l'approccio terapeutico, come accade per le linee
guida europee sulla leucemia mieloide cronica.
«Per la terza volta, nel 2013, sono state usate», ricorda Fabrizio Pane, ordinario alla Federico II di Napoli e
presidente della Società italiana di Ematologia, «quelle coordinate da Michele Baccarani (ordinario di
Ematologia a Bologna) che valutano la dinamica della risposta al farmaco, più che il risultato. Oggi,
nonostante ci siano tanti pazienti che non ottengono gli esiti sperati, possiamo contare su una strategia di
potenziamento immunitario che ci permette di utilizzare le cellule stesse del paziente: dopo averle modificate
in laboratorio, vengono rimesse in circolo, pronte ad attaccare e distruggere quelle neoplastiche».
Intanto, molti specialisti convergono sulla tesi che trattamenti più semplici diano risultati migliori, soprattutto
negli anziani, esposti a maggiore tossicità e, quindi, propensi ad abbandonare lo schema terapeutico. Mario
Boccadoro, ordinario di Ematologia a Torino, ricorda che «per il mieloma multiplo (tumore del sistema
immunitario) lo studio multicentrico First ha dimostrato maggiore efficacia della combinazione tra Melphalan,
prednisone e talidomide negli over 70, rispetto a trattamenti più complessi».PER SAPERNE DI PIÙ
www.amiloidosi.it www.siematologia.it
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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R SALUTE La medicina
17/12/2013
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 27
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Gadget e libri in soccorso dei malati e della ricerca
MAURIZIO CROSETTI
PANZERI, PINI Gadget e libri in soccorso dei malati e della ricerca L'anoressia raccontata come un romanzo,
una trama con personaggi, un senso, molti problemi e incastri non sempre visibili, una possibile soluzione. Ci
ha provato un medico, Lorenzo Bracco, 63 anni, psicoterapeuta e nutrizionista torinese. Ha scritto Anoressia.
I veri colpevoli e ha vinto il premio Cesare Pavese 2013 per la sezione dedicata alla saggistica scientifica. Il
suo libro racconta che l'anoressia ha molteplici concause (mediche e psicologiche, relazionali e fisiologiche),
specialmente quella che colpisce le adolescenti. Ma una trentennale esperienza sul tema ha suggerito a
Bracco una spiegazione ulteriore: «Sono convinto che all'origine dell'anoressia vi sia un trauma fetale, non
necessariamente emerso durante la gravidanza. Ad esempio, un distacco della placenta o un parto distocico:
quando accade, si richiede al sistema neurovegetativo del nascituro una risposta di estrema intensità. È
molto probabile che il sistema neurovegetativo così stimolato ne risulti, alla fine, traumatizzato. Insieme a
questa concausa, da riscontrarsi tra il concepimento e la nascita, ho verificato un altro aspetto importante:
quasi nella totalità dei casi, la madre e la figlia anoressica non hanno lo stesso gruppo sanguigno».
Un aspetto-chiave del libro è l'approccio che occorre adottare quando l'anoressia si manifesta, o sta per
manifestarsi. «Per prima cosa, bisogna liberarsi dai sensi di colpa, perché la colpevolizzazione aumenta
ancora di più il comportamento disfunzionale. Non solo è inutile, ma è anche assurdo che una madre continui
a ripetere "mangia!" alla figlia. E non è neppure il caso di dare la colpa all'altra persona, come a volte accade
in barca durante una tempesta. Riconoscere la differenza, nel carattere e nei comportamenti, è il primo passo
per conquistare una propria identità. I genitori devono capire che la figlia anoressica non è una personalità
oppositiva che si diverte a essere diversa».
Quale, dunque, un approccio giusto? «Occorre accettare e non solo accertare la presenza di una malattia
assai complessa, e la necessità di una cura. Il primo passoè la terapia del trauma, perché si tornia mettere i
piedi per terra. La cosa peggiore è rimuovere il problema, facendo finta che non esista, ma anche forzare le
cose non serve». La novità è rappresentata da una possibile prevenzione della sindrome anoressica. «In
caso di sofferenza fetale e di diversità nei gruppi sanguigni tra madre e figlia, anche se ovviamente
l'anoressia non è automatica, è molto probabile che questa possa insorgere. Poi, certo, non si deve aspettare
che la ragazza pesi trentacinque chili per intervenire». Tutto questo in un libro che non è un trattato medico
classico, pur avendo un rigoroso taglio scientifico: «Sarà che l'ho dettato a mia moglie, che fa la guida
turistica, dunque sa come si parla alle persone per farsi capire.
Volevo che il mio libro fosse di lettura semplice, proprio perché l'anoressia non lo è affatto».ANORESSIA I
VERI COLPEVOLI Lorenzo Bracco 222 pagine 14,60 euro BookSprint
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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R SALUTE La solidarietà
17/12/2013
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 30
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Una dose di romanzi a intervalli regolari" La cura è in biblioteca
CHIARA PANZERI
Per essere una medicina, il metodo di somministrazione risulta piuttosto insolito. Non è nemmeno scritto sul
solito bugiardino, bisogna andare a cercarlo tra le righe dell'introduzione: «La prescrizione è semplice: un
romanzo (o due) da leggersi a intervalli regolari».
È questa la ricetta per tutti i mali di Ella Berthoud e Susan Elderkin, autrici di The novel cure, un prontuario di
rimedi letterari. L'edizione italiana s'intitola Curarsi con i libri.
C'è un titolo per tutti, per chi soffre di agorafobia, chi di balbuzie e chi ha solo un'influenza passeggera. Per il
mal di dentiè ottimo Anna Karenina,ea detta delle autrici chi ne soffre sarà solidale con Vronskij, il grande
amore della protagonista. Il dolore è tale da non riuscire nemmeno a parlare, e solo il pensiero dell'amata
(suicida) riescea distoglierlo da quello dei propri molari. Recita il prontuario: «Se questa immagine del corpo
martoriato di Anna non ha funzionato, pensate a qualche altro pugno nello stomaco della letteratura. Poi
rifletteteci sopra». A chi soffre di pressione alta si consiglia vivamente Il rosso e il nero, uno di quei romanzi
«che non corrono verso la conclusione, ma abbondano di noneventi e cantano le lodi della vita tranquilla». In
caso di appendicite è perfetto Madeline, un libro per bambini sui vantaggi della degenza ospedaliera (in
termini di attenzioni e di regali, si capisce). Il gattopardo invece è la cura ideale per chi ha perso l'appetito, e
avrebbe molto da imparare da Don Fabrizio Corbera. Il Principe di Salina da anni si sente morire, ma non al
punto da rinunciare ai bordelli e al suo dolce preferito. Secondo il prontuario, «non si può fare a meno di
godere del modo in cui il vecchio patriarca sa apprezzare il mondo dei sensi», e l'appetito torna così.
Anche se non privo di una certa ironia, The novel cure è il prodotto di anni di attività alla School of Life, un
progetto nato a Londra che prevede vere e proprie sedute di biblioterapia. «Chi si rivolge a noi - commentano
le autrici - capisce lo spirito con cui offriamo il nostro servizio. Detto questo, ci è capitato spesso di incontrare
persone che stavano attraversando fasi difficili della propria vita, come un lutto o una depressione. Nessuno
si aspetta da noi la soluzione al problema: quello che possiamo fare è consigliare un libro che dia conforto». Il
loro archivio di rimedi hanno iniziato a costruirselo già ai tempi dell'università a Cambridge, quando si
prescrivevano titoli a vicenda. La passione è diventata un lavoro nel 2008, con le prime sedute alla School of
Life.
«Una serie di studi - spiegano - ha dimostrato che la biblioterapia ha effetti positivi sui bambini e gli
adolescenti, o in situazioni particolari come la detenzione carceraria. Uno degli ultimi saggi, pubblicato su
Science, mostra come la lettura di Cechov e altri autori "classici" aumenti la nostra capacità di empatia».
A portare avanti questa sperimentazione è stato proprio un italiano, Emanuele Castaldo. Il suoè uno dei
pochissimi nomi legati a questo ambito nel nostro Paese, insieme a Barbara Rossi, psicologa, che guida
progetti di biblioterapia nel carcere di massima sicurezza di Opera (Milano), o Rosa Mininno, psicologa a sua
volta, che ha condotto laboratori con pazienti schizofrenici in Campania. Quando si parla di biblioterapia, per
Mininno va operata una distinzione importante: «C'è un'accezione del termine che esula dall'ambito clinico e
rimanda alla nostra crescita personale. C'è poi un'accezione specifica che prevede percorsi terapeutici mirati,
costruiti sul disagio del singolo». Ed è su questi che si sta concentrando la sperimentazione. CURARSI CON
I LIBRI Ella Berthoud e Susan Elderkin 638 pagine 18 euro Sellerio PER SAPERNE DI PIÙ
www.biblioterapia.it www.theschooloflife.com/shop/therapy/bibliotherapy
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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R SALUTE Letture & malattie Un prontuario per ogni disturbo: i rimedi di due ricercatrici inglesi ora tradotti in
italiano. Il rosso e il nero agli ipertesi, Anna Karenina per il mal di denti. Laboratori in Italia, studi e risultati
positivi
17/12/2013
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 31
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Eradicare le malattie globali non è tabù
MAURIZIO PAGANELLI
BASILEA Così vicini, così lontani dall'eliminare e poi eradicare le pandemie globali? La strategia che cancellò
il vaiolo può essere valida? "Cosa serve per eradicare una malattia" è stato il tema del summit di esperti a
Basilea organizzato dalla Fondazione Novartis Sviluppo Sostenibile (Nfsd). Interrogativi, dopo successi ma
anche delusioni, che attraversano esperti, organizzazioni internazionali, Paesi, ong. La cartina globale della
malaria nel 1950 raffrontata al 2000 lascia stupiti e speranzosi, ma 660 mila persone l'anno ancora ne
muoiono. Richard Kamwi, ministro della salute della Namibia, racconta piani e progressi, ma i vicini angolani
sono fermi e la zanzara non ha frontiere. Donald Henderson, mitico capo del programma sul vaiolo, segnala
strumenti (vaccini, diagnosi precoce, terapie valide, sistemi sanitari)e problemi specifici (resistenze alle cure,
trasmissione animale, sorveglianza...).
Joe Jimenez, Ceo Novartis, narra degli sforzi "dell'ultimo miglio" per la lebbra (ancora 280 mila casi l'anno
nel mondo) ridotta del 95% grazie alle terapie multifarmaco; sulla malaria, spiega Thierry Diagana, capo del
Novartis Institute for Tropical Diseases di Singapore, ecco nuovi target farmacologici (studio apparso su
Nature ).
Si discute non solo a Basilea: di mondo libero dall'Aids ne parlano Lancet e Cell nei summit e, sempre sul
Lancet, 25 esperti di salute ed economia scrivono che «per la prima volta nella storia, abbiamo le capacità
tecniche e finanziarie per eliminare le maggiori disparità nella salute tra nazioni ricche e povere». Progressi
sulla Tbc, mentre nell'Hiv/Aids il direttore Unaids, Michel Sidibè dà una data: sconfitto nel 2030. Il British
Medical Journal sulla mortalità infantile si interroga su "che fare?", tra successi (sotto i 5 anni dimezzata la
mortalità dal 1990) e problemi (urbanizzazione, corruzione, instabilità politica) e indica il bisogno di
finanziamenti. Il modello basato sui risultati (Rbf) sembra la strada nuovaa livello internazionale (Onu, Oms),
insiemea partnership trasparentie innovative in ricerca (come Dndi, promosso da Medici senza Frontiere).
Crisi e guerre non aiutano: i focolai di poliomielite in Siria e Israele, alle porte del Mediterraneo, sono un
monito.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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R SALUTE NEL MONDO
17/12/2013
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 34
(diffusione:556325, tiratura:710716)
L'iniziazione a tredici anni Sos teen ager
TINA SIMONIELLO
È nauseante, amara. Disgustosa. Eppure la prima sigaretta attira. Non a caso lo fa in quella fase della vita
nella quale si è troppo giovani per percepire il rischio delle malattie correlate al fumo responsabili di oltre 70
mila decessi l'anno in Italia- ma si ha l'età giusta per sopportare il disgusto, per affermare la propria
indipendenza, per sentirsi come gli altri, specie quando gli altri sembrano più spigliati, più trasgressivi, più
qualunque cosa di te.
Iniziazione. «I giovani fumatori in Italia, quelli tra i 15 e 24 anni, sono circa il 21%. In base all'indagine DoxaIss del 2013, l'età media dell'iniziazione al fumo è 17,7 anni per i maschi, e più alta di circa un anno per le
femmine. Il 71% dei fumatori inizia tra i 15 e i 20 anni, e il 14% prima dei 15», è Roberta Pacifici, direttore del
Ossfad, l'Osservatorio fumo alcol e droga dell'Istituto superiore di sanità, a dare la misura del fenomeno fumo
e adolescenza. E tra i quindicenni fumatori il 23% dei maschi e il 20 delle femmine hanno fumato la prima
sigaretta prima dei 13 anni. Il tabagismo è dunque questione pediatrica? «Certamente un fenomeno che va
affrontato in età evolutiva - conferma Pacifici - con campagne di prevenzione nelle scuole, già nelle
elementari, cosa che si fa. Ma siccome il grosso dell'iniziazione si ha a 17-18 anni, età sensibilissima
all'influenza dei media, occorre agire sulla pubblicità indiretta: film, video che mostrano personaggi positivi in
atti di fumo. In alcune tv a determinati orari c'è un atto di fumo associato a un'immagine positiva (successo,
ricchezza, popolarità, ecc...) ogni 3 minuti.
Il senso delle leggi per il fumo.
Di leggi ne abbiamo, per disincentivare fumo giovanile. Il sindaco uscente di New York Bloomberg ha
appena portato da 18 a 21 anni l'età minima per acquistare sigarette. Noi siamo a 18 anni e poi da un paio di
mesi c'è il decreto Lorenzin che vieta il fumo nei cortili delle scuole. Ma le leggi servono? Il proibizionismo
paga? «Bisogna dargli tempo, alle norme, per vedere i risultati. Che però ci sono sempre: ci sono stati con la
legge Sirchia del 2003 e ci saranno con la Lorenzin. Prima o poi la legge educa, disincentiva.
Ridurre le occasioni in cui è permesso fumare è comunque uno stimolo a riflettere, a non iniziare». Ecco,
appunto: perché si inizia a fumare? I dati Ossfad dicono che in oltre il 70% dei casi perché lo fanno gli amici,
perché si fa alle feste, ecc... «La cosa interessante è che anche chi ha iniziato a fumare 50 anni fa, dice la
stessa cosa. Anche i nonni dei giovani fumatori hanno iniziato spinti dalle stesse ragioni», conclude Pacifici.
«Il bisogno di sentirsi accettati dal gruppo è una motivazione forte - conferma Elena Munarini, psicologa del
Centro antifumo dell'Istituto tumori di Milano - una sigaretta condivisa è un simbolo e un rito di appartenenza.
Ma c'è anche l'affermazione di indipendenza: ci si affranca dalla famiglia assumendo atteggiamenti adulti. Si
fuma anche da soli e in questi casi è più facile arrivare a una dipendenza». Non basta qualche tiro, così per
provare, fisiologico a 14-15 anni, perché la nicotina (il principio attivo del tabacco che agisce sul sistema
limbico della gratificazione) faccia il suo gioco e si instauri una dipendenza. Spiega la psicologa «è la
continuità che fa scattare la dipendenza: possiamo considerare fumatore chi consuma dalle 5-6 sigarette al
giorno in su».
PER SAPERNE DI PIÙ www.tabaccologia.it www.iss.it/fumo
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
R SALUTE Fumo Tabagismo come questione pediatrica. Secondo gli esperti già alle elementari occorre fare
opera di dissuasione. Il picco a 17-18
17/12/2013
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 29
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Per combattere l'obesità una cavia di nome Yoghi
LA DIETA Prima di entrare in letargo fanno incetta di miele e salmoni e ingrassano di cento chili IMMUNI
Quando sono molto grassi e sale la pressione arteriosa la salute non ne risente Gli orsi assumono 58 mila
calorie al giorno senza scatenare diabete e colesterolo "cattivo": ora si studia il loro segreto
FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK
Grizzly da laboratorio. È questa l'ultima frontiera della ricerca sull'obesità umana, assicura il dottor Kevin
Corbit, scienziato e ricercatore del colosso farmaceutico Amgen. Corbit e la sua squadra di esperti sono
convinti che dal comportamento dell'orso bruno, animale che può raggiungere il peso di 500 chili e assumere
sino a 58 mila calorie in un giorno, si può comprendere molto sulle abitudini alimentari e cogliere alcuni
aspetti dell'obesità che non sono stati ancora del tutto esplorati. «Quando penso all'obesità mi viene in mente
l'orso Yoghi», dice il ricercatore che ospita nei laboratori alla Washington State University di Pullman, nello
Stato di Washington, una dozzina di bellissimi esemplari di grizzly. Si tratta di uno dei pochi centri al mondo
che oltre ai più diffusi topi da laboratorio conta tra le sue «cavie» anche orsi bruni. Un'opportunità importante,
secondo il dottor Corbit, che dal quartier generale di Amgen ad Oakland, in California, si reca almeno una
volta a settimana a Pullman. Secondo il ricercatore, gli orsi, animali molto forti, in grado di sconfiggere lupi e
altri «giganti» della natura selvaggia, sono anche custodi di preziosi segreti sull'attività nutrizionale e quindi
sul fenomeno dell'obesità. Nelle settimane immediatamente precedenti al letargo fanno incetta di miele,
salmoni e more tanto da guadagnare in termini di peso circa un centinaio di chili, causando un'impennata del
colesterolo «cattivo» e della pressione arteriosa. Diversamente dagli uomini però, la loro salute non ne
risente, dal momento che le arterie non si ostruiscono, non sono soggetti a rischio di attacco cardiaco e sono
immuni o quasi dal diabete. Così gli studiosi tentano di comprendere il funzionamento del loro organismo,
effettuando biopsie dei depositi di grasso e tenendone sotto attenta osservazione il cuore. Gli orsi del centro
creato 27 anni fa sono nati all'interno della stessa struttura o sono stati salvati da alcune aree del Parco
nazionale di Yellowstone, dove per evitare pericoli agli esseri umani sarebbero stati soppressi. Ovviamente il
centro deve adottare alcune precauzioni per garantire la sicurezza di chi vi lavora: le recinzioni degli orsi sono
elettriche e quando vengono sottoposti a esami, i grizzly vengono messi in gabbie di acciaio e anestetizzati,
per consentire ai medici di eseguire con facilità tutte le rilevazioni del caso. Il miele, che agli orsi viene
somministrato con una specie di biberon, serve per distrarli mentre vengono sottoposti ad alcuni test, come
l'elettrocardiogramma, per i quali non si può ricorrere ad anestesia. «È un percorso di studio complesso e
ancora lungo, ma sicuramente importantissimo per la ricerca», spiega Alexander Kamb, il coordinatore del
dipartimento di ricerca di Amgen che ha dato il via due anni fa al programma. Gli approcci tradizionalmente
seguiti nello studio dell'obesità hanno dato risultati limitati, e i farmaci in commercio riescono a ridurre ancora
solo piccole percentuali di grassi dal corpo umano. Gli orsi invece hanno la capacità di diventare obesi in
maniera sana e perdere una grande quantità di peso senza alcun problema, grazie a un controllo dell'ormone
dell'insulina. Il segreto è quindi nella mappa del genoma di questi animali, secondo Kamb, il quale spiega: «Il
nostro obiettivo è riuscire a capire come gli orsi sono in grado di compiere una tale magia».
Altri campioni
Gli squali nutrice Dal 1990 un laboratorio a Sarasota, in Florida (Usa), studia il sistema immunitario degli
squali nutrice per capire che cosa li rende immuni al cancro e ad altre malattie
I lama L'azienda farmaceutica Ablynx gestisce quattro allevamenti di lama (foto) e alpaca, in cui studia gli
anticorpi di queste specie per nuovi anti-infiammatori e anti-tumorali
I pinguini Da anni si studia la capacità dei pinguini di rimanere a digiuno per mesi interi, specialmente
durante la cova delle uova, delicata operazione riservata ai maschi
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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il caso
17/12/2013
Il Giornale - Milano
Pag. 1
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Ticket sanitari, non pagano gli over 65 con redditi bassi
Maria Sorbi
È ancora presto per parlare di abolizione del ticket ma di sicuro si fa un passo in più verso la realizzazione del
sogno maroniano: eliminare il contributo sanitario entro il 2018. Per ora cresce la platea dei lombardi esenti
che passano dai circa 5 milioni attuali a poco meno di 6 milioni a partire dal 2014. La giunta lombarda ha
approvato una delibera che, con 40 milioni, esenterà dal pagamento dei ticket sui farmaci anche gli over 65
con reddito inferiore ai 18mila euro, che vanno ad aggiungersi a quelli con malattie croniche già esentati, per
una platea di 800mila persone. In più, 12 milioni sono stati stanziati per mantenere l'esenzione per i
disoccupati cassintegrati e per i minori di 14 anni. Infine 2 milioni sono a disposizione per mantenere anche
nel 2014 l'esenzione per gli interventi chirurgici in day surgery . «Questo - sostiene il presidente lombardo
Roberto Maroni - è l'inizio di un percorso che entro la fine della legislatura dovrà portare all'abolizione dei
ticket o alla loro significativa riduzione». «Arriviamo a circa sei milioni di esenzioni» aggiunge l'assessore
lombardo Mario Mantovani. La novità arriva dopo l'esenzione del bollo auto per chi rottama una vettura Euro
3 e dopo l'esenzione dall'Irap per le imprese start up innovative. «Togliere agli over 65 anche solo la spesa di
2 o 4 euro ogni volta che vanno in farmacia per comprare le medicine è una soluzione straordinaria»
aggiunge Maroni. (...) segue a pagina 8 segue da pagina 1 (...) A «benedire» la linea della Regione è la Cisl,
che da tempo chiede l'applicazione dei costi standard in sanità. «Questa è la strada da seguire - sostiene il
segretario generale Cisl Gigi Petteni - Abbiamo salutato con favore l'accordo nella Conferenza delle Regioni,
convinti che avrebbe portato più risorse che avrebbero alleviato il fardello a cui sono costrette tante famiglie
in questo tempo di crisi». Il sindacato approva la scelta di utilizzare le nuove risorse non «a pioggia» ma in
interventi mirati, come questo. Critici invece i consiglieri del Pd, che parlano di «una misura di facciata, che
non tocca i ticket su visite ed esami e non affronta il tema dell'equità che riguarda tutti i cittadini dai 14 ai 65
anni, dove il ricco e il povero continueranno a pagare la stessa cifra». Il coordinatore lombardo del Pd
Alessandro Alfieri ammette «un piccolo passo avanti» ma precisa che «il sistema dei ticket lombardi rimane
sostanzialmente intatto». L'opposizione rilancia suggerendo l'esenzione da tutti i ticket per i redditi fino a
30mila euro.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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LA NOVITÀ
17/12/2013
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 14
(diffusione:165207, tiratura:206221)
QUAL È il destino del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc Malpighi) ospitato nel padiglione Palagi?
Se lo chiede la Cisl, dopo l'imminente chiusura - decisa dal Sant'Orsola - dei reparti di cardiologia e urologia
(a gennaio), nefrologia e oculistica (a febbraio), anch'essi fino a oggi al Palagi. Il timore, spiega Nadia
Ortensi, delegata Cisl nell'Ausl, «è che dopo avere già smantellato un centinaio di posti letto, si voglia
chiudere anche l'Spdc». Una prospettiva che, secondo la sindacalista Daniela Gallamini, della Cisl,
«manderebbe in crisi un settore già sfiancato da tagli del personale e dei posti letto a fronte di un aumento
delle malattie e dei ricoveri». La Ortensi fa un esempio pratico: «Se chiudono i 15 posti letto dell'Spdc
Malpighi, l'Ottonello rischia di scoppiare». A questo punto, il sindacato chiede spiegazioni all'Ausl, «prima che
vengano attuate decisioni che potrebbero rendere ingestibile la situazione». Si vuole capire «qual è il disegno
complessivo sulla psichiatria, quali i tempi, quali le garanzie per personale e pazienti». Si auspica, insomma
«quel confronto che finora, più volte chiesto, non c'è stato». l. o. Image: 20131217/foto/1049.jpg
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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S. Orsola, allarme Cisl sul padiglione Palagi
17/12/2013
Avvenire - Milano
Pag. 3
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Risarciti genitori di bimba invalida
Saranno risarciti con due milioni di euro i genitori di una bimba nata invalida al 95 per cento il 30 gennaio
2010 agli allora Ospedali Riuniti di Bergamo. Il risarcimento prevede il ritiro della querela da parte dei genitori
nei confronti del medico e dell'ostetrica coinvolti. All'epoca si era parlato di un presunto litigio in sala parto tra
due operatori sulla necessità o meno di ricorrere al taglio cesareo con cui si era concluso il travaglio. Per la
famiglia le cause di quanto accaduto erano da attribuire agli errori compiuti dai medici prima e durante il
parto. L'ospedale ha sempre negato qualsiasi litigio in sala parto: le responsabilità sarebbero invece state da
attribuire ai genitori, che non avrebbero autorizzato tempestivamente il ricorso al taglio cesareo, facendo
perdere tempo prezioso al personale. Ieri davanti al giudice i genitori hanno accettato il maxi risarcimento. Le
cartelle cliniche della bambina e della mamma, albanese di 31 anni, erano state acquisite dalla polizia
giudiziaria dopo la denuncia. L'iter giudiziario è proseguito per tre anni.
Foto: Gli Ospedali Riuniti
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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Bergamo.
17/12/2013
Avvenire - Milano
Pag. 3
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Maroni: possibile sperimentare il pediatra per i minori irregolari
(D.Re)
Della possibilità di avviare una sperimentazione sul pediatra di libera scelta per i minori irregolari
«discuteremo nelle nuove regole del servizio sociosanitario 2014, che approveremo venerdì». Il governatore
della Lombardia Roberto Maroni sembra essere possibilista, dopo le chiusure dei mesi scorsi, sulla
opportunità di introdurre una sperimentazione triennale per l'iscrizione dei minori irregolari al Servizio
sanitario regionale. Solo venerdì, tuttavia, si vedrà se questa ipotesi si concretizzerà nel provvedimento che
orienterà le scelte del settore per il 2014. Il tema era finito sotto i riflettori questa estate, dopo la bocciatura in
consiglio regionale di una mozione presentata dal Patto Civico (primo firmatario Umberto Ambrosoli) e
sottoscritta da altri esponenti della formazione politica dell'avvocato milanese e da alcuni consiglieri del Pd.
Nel documento si chiedeva il riconoscimento «dell'assistenza sanitaria di base anche per i minori non
regolari» con «l'attribuzione del pediatra di libera scelta e l'erogazione di determinate prestazioni sanitarie per
i figli di immigrati extracomunitari senza permesso di soggiorno». Una richiesta che faceva riferimento
all'accordo Stato-Regioni sulle cure ai bambini figli di stranieri senza permesso di soggiorno.
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MARCIA INDIETRO
17/12/2013
QN - Il Giorno - Milano
Pag. 15
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Melzo, già appaltate anche le opere successive che partiranno dopo le feste
MONICA AUTUNNO
di MONICA AUTUNNO - MELZO - OSPEDALE Santa Maria delle Stelle, vernissage di Natale per i sei reparti
ristrutturati. «Non si ferma il potenziamento di questo importantissimo presidio». Una nuova ala finita ospita,
già a regime, i reparti di Chirurgia, Medicina, Ginecologia, Otorinolaringoiatria, Ortopedia e Pediatria. Ma non
è finita. Manca la seconda ala, i lavori già appaltati partiranno subito dopo le feste e si concluderanno a fine
2015. Sul Santa Maria delle Stelle un investimento complessivo di quindici milioni, metà già erogati, metà a
finanziare il secondo lotto di opere. Poi altri cinque, finanziati su carta, per foraggiare il nuovo monoblocco
esterno che, in un futuro non lontano, ospiterà poliambulatori e nuove sale operatorie. Parecchi quattrini e
una lunga programmazione di interventi. «A DISSIPARE qualsiasi preoccupazione sul futuro di questo
ospedale - così il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Melegnano Paolo Moroni, protagonista del
taglio del nastro insieme al sindaco Vittorio Perego - che a regime riconquisterà i suoi 180 posti letto. Questi
sono stati anni di lavori e di molti disagi. Il secondo lotto di opere proseguirà a blocchi, in modo da arrecare il
minore disagio possibile all'utenza. Ma il risultato vale i sacrifici, l'ospedale è completamente rinnovato, il
comfort per i pazienti immensamente maggiore». LA RISTRUTTURAZIONE dell'ala di cinque piani ha
interessato ogni aspetto strutturale e impiantistico: sono stati rifatti impianti elettrici e gas medicali, di
climatizzazione e di illuminazione; per i pazienti camere nuove dotate di bagno e impianto clima, in
maggioranza con due letti. Il vernissage al quarto piano, quello della Chirurgia, scelta perché è l'unica che
ancora non ospita pazienti. Prima la benedizione, poi il brindisi. L'intervento di Moroni e quello del sindaco
Perego: «Lavori che riconfermano la centralità del nostro ospedale, ora e in futuro. Va da sé che ci
aspettiamo un rispetto degli impegni anche per 'il poi' e che siamo pronti a difendere questo presidio». Parole
non a caso. La lista nera del ministero della Salute cita anche Melzo fra gli ospedali sotto i 120 posti letto a
rischio chiusura. Attualmente, a Melzo i posti letto a regime sono 109. «A questo si deve la menzione - così
Moroni - che tanta preoccupazione ha suscitato. In realtà una settantina di posti letto sono stati mangiati in
questi due anni dai lavori in corso, e sono via via in corso di ripristino. Nessun rischio per questo ospedale,
l'ho già detto e lo ribadisco». UN RIEPILOGO dunque dei finanziamenti, quasi tutti erogati dalla Regione negli
anni: 7 milioni e mezzo spesi sinora, altrettanti in via di erogazione per il lotto bis di lavori, e presto altri 5 da
destinare al nuovo padiglione esterno. L'atout dell'ospedale melzese è la vicinanza a Tem e Brebemi, che,
entro un anno, lo renderà facilmente accessibile da varie aree della regione. [email protected]
Image: 20131217/foto/2989.jpg
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Taglio del nastro nei reparti ristrutturati L'ospedale zittisce le voci di
chiusura
17/12/2013
Libero - Ed. nazionale
Pag. 23
(diffusione:125215, tiratura:224026)
L'educazione alla dieta è d'obbligo per i bimbi con allergie alimentari
LUCA BERNARDO*
Allergologia, immunologia, nutrizione, psicologia, tecnologia alimentare... tanti grandi mondi e sfaccettature
della ricerca scientifica che si riuniscono attorno ai bambini con allergie alimentari. Con il sintagma
"ipersensibilità ad alimenti" vengono comprese tutte le reazioni avverse che compaiono con l'esposizione ad
un preciso alimento, ad una dose abitualmente tollerata da soggetti non predisposti. Si parla di allergia
alimentare quando è dimostrabile un meccanismo immunologico, mentre tutte le reazioni non riconducibili a
questo meccanismo, fino ad oggi indicate con l'espressione "intolleranze alimentari", rientrano nel gruppo
delle reazioni da ipersensibilità non allergica. Gli allergeni alimentari, dichiara la dottoressa Lisa Mariotti,
nutrizionista e tecnologa alimentare, possono provocare reazioni per ingestione, contatto diretto con
l'alimento o inalazione dei vapori di cottura. La terapia di prima scelta di tutte le sindromi allergiche alimentari
consiste nell'elimina zione dell'alimento causale dalla dieta ed i pazienti devono essere ben istruiti
nell'interpreta zione e lettura delle etichette al fine di imparare a evitare gli allergeni specifici. Tuttavia, anche
nei bambini con allergia alimentare evitare gli alimenti responsabili può essere difficoltoso, e possono
verificarsi delle assunzioni accidentali. In generale si può affermare che la gestione dell'allergia alimentare è
basata su 3 caposaldi fondamentali: evitamento, educazione, farmacoterapia. Il trattamento più facilmente
disponibile è l'evitamento dell'alimento o degli alimenti identificati come allergizzanti per il paziente in esame.
Comunque una dieta di questo tipo sembra più facile da prescrivere che da mettere in pratica, continua la
dottoressa Mariotti, visto che i bambini possono essere estremamente sensibili a minime quantità e lo
scatenamento della sintomatologia può essere dato dall'alimento allergizzante presente in tracce in altri
alimenti. Oltre all'inge stione, anche il contatto cutaneo e l'inalazione possono essere fattori scatenanti di
reazioni gravi. Tuttavia, mentre una dieta di eliminazione può essere realizzata facilmente quando l'alimento
incriminato è consumato solo saltuariamente e possiede un valore nutrizionale limitato o è facilmente
sostituibile, invece è difficile in presenza di molteplici fattori scatenanti allergizzanti, che sono ubiquitari, ma
anche in caso di diete che richiedano l'eliminazione di proteine ad alto valore nutrizionale. La principale
preoccupazione dei pediatri e degli specialisti in nutrizione pediatrica resta l'accrescimento. Il deficit
nutrizionale, sottolinea la dottoressa, può riguardare un complessivo scarso apporto di calorie, una non
corretta ripartizione delle calorie tra i principali nutrienti o solo una inadeguata assunzione di micronutrienti.
Oltre ai rischi di malnutrizione, una dieta di eliminazione, soprattutto quando i cibi da evitare sono numerosi,
può determinare un disagio psicologico per il paziente e la sua famiglia, con alterazione delle dinamiche
relazionali familiari, isolamento sociale e sviluppo di iperprotezione nei confronti del bambino. Da quanto
detto ne deriva l'importanza di un approccio multidisciplinare al bambino con allergia alimentare e la
necessità di attuare un attento programma di follow up che preveda una valutazione periodica non solo di tipo
clinico-allergologico ma anche nutrizionale. In tutti i bambini con allergie alimentari è necessario che venga
fatta una valutazione nutrizionale complessiva con un intervento appropriato in modo da andare incontro al
loro fabbisogno nutrizionale e ottimizzare la loro crescita. Un'educa zione alla dieta dovrebbe essere
realizzata, conclude la dottoressa Lisa Mariotti, non solo per evitare allergeni specifici, ma anche per dare
assistenza su come sostituire appropriatamente i nutrienti forniti dagli alimenti eliminati. Per questo è
necessario ricorrere ai Dri (Dietary Reference Intake), ovvero a valori di riferimento degli apporti di energia e
dei singoli nutrienti, calcolati in modo da prevenire deficit nutrizionali e ridurre i rischi di patologie croniche. *
Direttore Dipartimento Materno-Infantile Fatebenefratelli e Oftalmico
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Pillole di salute
17/12/2013
Il Secolo XIX - Genova
Pag. 20
(diffusione:103223, tiratura:127026)
Tumori al seno test e prevenzione dopo l'outing di Angelina Jolie
Esperti a confronto sulle terapie possibili più personalizzate e di maggior efficacia
FEDERICO MERETA
SI PRENDE un campione di tessuto malato asportato dal chirurgo o prelevato durante una biopsia. Poi si fa
un test, che permette di ipotizzare se il tumore è destinato a ripresentarsi entro dieci anni dalla diagnosi, e
soprattutto se la chemioterapia è davvero necessaria. Così si risparmiano stress ed effetti collaterali alle
donne e anche soldi per la sanità. Per arrivare a questa rivoluzione basta valutare 21 geni specifici, di cui 16
direttamente correlati al tumore, per arrivare in alcuni casi (questa tecnica non può essere impiegata in lesioni
precoci con particolari caratteristiche biologiche) al massimo della personalizzazione della cura. Il test che
svela come curarsi e i rischi futuri è solo uno dei protagonisti scientifici dell'incontro in programma domani
sera alle ore 18 presso il teatro della Gioventù dal titolo "Da Angelina Jolie alla Signora Parodi: il vero e il
falso dei test genetici, verso una terapia personalizzata e sempre più efficace". L'iniziativa, aperta al pubblico
e realizzata grazie al supporto di Genomic Health, punta l'attenzione sul ruolo dei test genetici
nell'individuazione delle donne a rischio di tumore al seno e non solo: la predisposizione genetica gioca un
ruolo importante anche per altre forme come quello dell'ovaio, della prostata e del colon-retto. Saranno
presenti tre grandi esperti: Paolo Pronzato, direttore della "Divisione di oncologia medica" dell'Ist di Genova,
Massimo Calabrese, direttore della "Senologia diagnostica" dello stesso Istituto ed Elena Repetti, del
laboratorio di biologia molecolare e genetica del Cdi di Milano. Negli ultimi tempi il tema è balzato alla ribalta
dopo la vicenda di Angelina Jolie, la splendida attrice che ha deciso di sottoporsi all'asportazione del seno
perché nel suo patrimonio genetico era presente una particolare mutazione genetica (alterazione del gene
BRCA1) che aumentava di moltissimo il rischio di andare incontro a questa forma di cancro già in giovane
età, specie se è presente anche un'alterazione a carico di un altro gene, il (BRCA2). In futuro situazioni come
quella dell'attrice sono destinate ad aumentare, vista la diffusione dei test genetici e la significativa presenza
delle mutazioni BRCA nella popolazione femminile che riguarda una donna su 500-800. Come affrontare
questa "spada di Damocle"? «Nel nostro Paese si sceglie nella quasi totalità dei casi la via della sorveglianza
- spiega Calabrese - Le donne cui si consiglia il test genetico sono quelle che presentano almeno tre casi di
tumore alla mammella o all'ovaio tra madre e sorelle».
Foto: Angelina Jolie
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L'INCONTRO AL TEATRO DELLE GIOVENTÙ
17/12/2013
Il Foglio
Pag. 3
(diffusione:25000)
Francia, prove tecniche di eutanasia
La società è favorevole, si dice, mentre si riparla del "caso Lambert"
Il presidente francese Hollande può, una volta tanto, dirsi soddisfatto. La conferenza di cittadini (diciotto
persone considerate rappresentative dell'intera popolazione) incaricata di fornire un parere
sull'aggiornamento della legge Leonetti sul fine vita, si è dichiarata favorevole, ieri, all'introduzione del suicidio
assistito per persone in grado di intendere e di volere e dell'eutanasia (da autorizzarsi dopo un confronto tra i
parenti dei pazienti e una commissione medica) per malati terminali non in grado di esprimere la propria
volontà. Il parere ribalta le conclusioni del rapporto Sicard (ex presidente del Comitato di bioetica francese),
che invece sostiene la necessità di promuovere le cure palliative e rigetta ogni ipotesi di eutanasia e di
modifica della legge. La notizia arriva mentre si torna a parlare di un "caso Englaro" francese. Al
trentasettenne Vincent Lambert, ricoverato da quasi cinque anni all'ospedale di Reims, dopo un incidente che
lo ha ridotto in stato di minima coscienza, per 31 giorni era stata sospesa l'alimentazione artificiale su
decisione dei medici, d'accordo con la moglie. I genitori di Lambert avevano però ottenuto dal tribunale
l'ordine di nutrirlo di nuovo: Vincent dorme, si sveglia, piange, sorride, segue con gli occhi le persone.
Nessuno può essere autorizzato a ucciderlo, dicono i genitori. Questo avveniva a maggio. L'ospedale ha ora
riavviato la "procedura di fine vita", e un gruppo di esperti e di medici è stato di nuovo riunito per valutare la
situazione. Uno di loro, il neurologo e bioeticista Xavier Ducrocq, ha dichiarato che a Lambert non può essere
applicato il protocollo di distacco dell'alimentazione, perché "non è in fin di vita. Il suo stato non richiede cure
palliative, ma una struttura specializzata nell'accoglienza di pazienti con gravi handicap". Il medico ha
aggiunto che dietro una pretesa "collegialità" (la stessa che aveva escluso i genitori di Lambert e aveva
ammesso la moglie) si nasconde una "mascherata" per giustificare una decisione presa da lungo tempo, da
eseguirsi con "un atto d'omissione - l'interruzione dell'alimentazione - quando una buona parte della famiglia
vi si oppone e nessun nuovo evento medico è intervenuto".
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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EDITORIALI
17/12/2013
ItaliaOggi
Pag. 2
(diffusione:88538, tiratura:156000)
La sanità resta l'ultima frontiera riformista del Pd di Matteo Renzi
Dall'alto dei suoi 108 miliardi annui di spesa, la sanità rimane la vera frontiera riformista. Sono passati quasi
venti anni dal dibattito televisivo della prima elezione di Romano Prodi, quando la coalizione di centrosinistra
contrapponeva il marchio del pubblico alle proposte di parziale privatizzazione della sanità avanzate dal
candidato Silvio Berlusconi. Un sistema misto di produzione dei servizi sanitari che aveva già iniziato a
prendere forma, con buoni risultati, in Lombardia. Ma dal 1996 ad oggi nella sanità italiana poco o nulla è
stato riformato. La sanità, del resto, è un classico diritto che si presta ottimamente alla demagogia politica:
facile da costruire con un colpo di legge ma molto più difficile da realizzare per efficienza operativa ed
equilibrio finanziario. Ovviamente la peggiore recessione dal 1929 non poteva non produrre effetti riformisti
anche nella sanità pubblica. La Spagna, ad esempio, dal prossimo 1° gennaio introdurrà il cosiddetto copago
ospedaliero, la previsione di pagamento da parte del cittadino del 10% del costo dei farmaci corrisposti dagli
ospedali fino a un massimo di 4,2 euro. Una misura che si aggiunge al copago farmaceutico, in vigore dal
luglio 2012, che prevede l'obbligo del pagamento del 40% del costo dei farmaci per i redditi inferiori ai 18 mila
euro annui, del 50% per quelli fino a 100 mila e del 60% per chi supera quest'ultima soglia. Ben 425 sono poi
i farmaci esclusi da ogni contribuzione pubblica che i cittadini devono pagarsi integralmente. Tutti in Spagna
sono tenuti a pagare, anche i pensionati. Si tratta di una doppia modalità di favorire l'efficienza nella spesa
sanitaria: da un lato riduce l'elasticità al consumo molto elevata quando i servizi vengono erogati gratis;
dall'altro favorisce meccanismi di maggior controllo da parte dei cittadini/contribuenti della qualità dei servizi
sanitari ricevuti. E in Italia? Fallite le promesse di riforma berlusconiane c'è soltanto da capire cosa il Pd a
guida Renzi intenda fare. Come pensare, ad esempio, che una start up innovativa possa mai riuscire a
vendere una sua brillante tecnologia se chi compra sanità è un burocrate, molto spesso neppure trasparente
o sensibile al rispetto della legge come moltissimi casi certificano? Se a tutto ciò si aggiunge il fatto che la
pressione fiscale italiana segnala la non sostenibilità di una spesa sanitaria a pioggia (l'Irap, imposta di scopo
per la sanità, copre circa 35 mld dei 108 spesi), i tempi sarebbero più che maturi per una spending review. E
qui i margini di manovra riformisti per Renzi sono ampi e vergini, perché nessun suo predecessore ha mai
avuto il coraggio di fare nulla di strutturale.© Riproduzione riservata
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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Il punto
17/12/2013
ItaliaOggi
Pag. 16
(diffusione:88538, tiratura:156000)
La peste nera ritorna in Africa
Sono 39 i morti per l'epidemia di peste nera che ha colpito il Madagascar. I casi accertati da novembre sono
86. Sull'isola la malattia è trasportata dai topi, che vengono cacciati dal loro habitat naturale a causa della
deforestazione. I roditori, le cui pulci infettano l'uomo, si spostano verso i villaggi, dove si accumula la
spazzatura. Il 90% dei casi riguarderebbe la forma polmonare della malattia, quella più pericolosa e l'unica
che viene trasmessa da uomo a uomo tramite la saliva. Il ministero della sanità ha tuttavia tranquillizzato la
popolazione, spiegando che sono state prese tutte le misure necessarie.La peste può essere curata, a
condizione che gli antibiotici vengano somministrati in tempo. Come ricordano i medici, la malattia uccide
rapidamente e la mortalità può raggiungere una percentuale compresa fra il 40 e il 70% per la forma
bubbonica. Nella forma polmonare, invece, quella che ha interessato il Madagascar, si arriva fino al 100% se
non si interviene già ai primi sintomi. La peste bubbonica si manifesta con una forte febbre e un rigonfiamento
dei gangli linfatici, mentre quella polmonare, che risulta dalla migrazione del bacillo nei polmoni, è in grado di
portare al decesso in soli tre giorni. Questa malattia trova terreno fertile nei paesi poveri o dove sono in corso
conflitti. Sui 21.725 casi recensiti negli anni 2000 nel mondo, 10.500 riguardavano il Congo e 7.200 il
Madagascar. Focolai sono stati rintracciati anche in Cina, Perù e Asia centrale. Perfino negli Stati Uniti sono
stati scoperti 57 anni in dieci anni.© Riproduzione riservata
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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Epidemia in Madagascar: già 39 morti
17/12/2013
QN - La Nazione - Firenze
Pag. 8
(diffusione:136993, tiratura:176177)
L'algoritmo dell'eterna giovinezza
Sos obesità: ma con una corretta alimentazione, addio al chirurgo estetico
SCOPERTO l'algoritmo della giovinezza: il risultato 0314055300 si ottiene in otto passaggi. Il problema l'ha
risolto e scomposto in segmenti il gerontologo Niccolò Marchionni, professore ordinario di geriatria
all'Università di Firenze e direttore della Cardiologia e medicina geriatrica di Careggi. La prima cifra è 0,
riferito a zero sigarette, niente fumo per chi vuol vivere a lungo e in salute, senza dimenticare di fare attività
fisica: camminare per 3 chilometri al giorno, a passo veloce, sarebbe l'ideale; 140 è il limite massimo della
pressione arteriosa; 5 sono le porzioni di frutta e verdura da gustare ogni giorno e 5 anche i millesimali di
colesterolo per litro di sangue (con una concentrazione al massimo di 190 milligrammi) - chi supera il limite
deve controllare l'assunzione di grassi di origine animale, mangiare più frutta e più verdura, oltre a fare attività
fisica; 3 sono, al massimo, i millesimali consentiti di colesterolo Ldl, il cosiddetto colesterolo cattivo; 0
l'obesità, l'indice di massa corporea non deve mai superare 29.9 e 0 diabete. La formula magica aiuta a
scansare i tre grandi killer: malattie cardiovascolari, tumori, patologie cerebrovascolari. NONOSTANTE le
insidie, l'aspettativa di vita dei fiorentini (e dei toscani) è di 80 anni (79,9 per la precisione) per gli uomini e
85,1 per le donne. Siamo una delle regioni più longeve d'Italia, insieme a Sardegna e Liguria. Con notizie
sempre più incoraggianti. «Nonostante il continuo incremento dell'aspettativa di vita - spiega Niccolò
Marchionni -. L'incidenza di disabilità è inferiore rispetto a vent'anni fa: si vive di più e in buona salute, con
un'insorgenza ritardata di malattie e disabilità. Una questione importante soprattutto per la futura sostenibilità
dei costi sanitari». C'è un problema enorme che incombe sul futuro: l'obesità. «Negli Stati Uniti, come qui da
noi, l'aspettativa di vita è in costante crescita - dice il geriatra -. Temiamo, però, che nei prossimi anni ci
possa essere una diminuzione se non si arresta la diffusione dell'obesità». Il ministero della Salute deve far
partire una campagna per la riduzione degli eccessi alimentari: è in sovrappeso il 50% della popolazione,
l'obesità oscilla tra il 25% e il 30%. «La Toscana ha percentuali nettamente più basse, ma è in preoccupante
incremento per gli stili di vita». Non è mai troppo tardi per cominciare a fare attività fisica regolare e a seguire
una dieta mediterranea: due azioni che hanno effetto protettivo sulle demenze e il decadimento cognitivo.
Un'importante novità arriva dallo studio dei macachi. Messi a confronto due gruppi di animali di 28 anni dopo
che uno aveva vissuto in un regime dietetico a restrizione calorica del 30% e l'altro con una dieta libera. «Il
gruppo a dieta è vissuto più a lungo con una netta diminuzione di diabete e tumori. Non solo. Se si osserva,
anche l'aspetto del macaco a dieta è notevolmente migliore. Ciò significa che se tenessimo una corretta
alimentazione potremmo stare alla larga dal chirurgo plastico». Ilaria Ulivelli
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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IL GERONTOLOGO NICCOLÒ MARCHIONNI: «SI VIVE PIÙ A LUNGO E PIÙ IN SALUTE»
17/12/2013
QN - La Nazione - Firenze
Pag. 35
(diffusione:136993, tiratura:176177)
figline Ecco il protocollo: pronto soccorso 24 ore e nuovi servizi
PAOLO FABIANI
di PAOLO FABIANI VENERDÌ pomeriggio in Regione i quattro sindaci del Valdarno fiorentino (Nocentini,
Giovannoni, Benucci, Lorenzini), il direttore generale dell'Asl 10 Morello e l'assessore alla salute Marroni,
firmeranno il protocollo per i patti territoriali e per l'ospedale Serristori, passaggio fondamentale per evitare
che il presidio figlinese possa incorrere nei dettami della futura legge nazionale sulla sanità che prevede il
taglio dei piccoli ospedali. Per quanto riguarda i servizi sul territorio Reggello avrà la sua Casa della Salute e
Rignano il Centro per la cardiologia, mentre nel nuovo Comune di Incisa-Figline il distretto sanitario sarà
decentrato in via Da Verrazzano e nella ex Villa Campori. In merito all'ospedale, nel protocollo vengono
dettagliati tutti i servizi che vi saranno svolti, cominciando dall'apertura H24 del Pronto Soccorso con
personale specifico, addestrato a interventi d'urgenza (già attivo uno corso per gli infermieri), sabato e
domenica, in caso di grave emergenza si potrà intervenire anche chirurgicamente. E' stata confermata la
"sub-intensiva", «collegata sia alla medicina che alla chirurgia - ha precisato l'assessore alla sanità di Figline,
Carlo Artini - con la dotazione di sette anestesisti, inoltre al Serristori resterà l'unità operativa di ortopedia con
tre chirurghi, quindi continueranno gli interventi ai femori, ai quali si sono aggiunti quelli alle mani». QUESTA
è solo una sintesi del documento che descrive la riorganizzazione del Serristori, e non solo visto che si parla
anche di ciò che verrà attuato nei vari ambulatori dove per la prima volta è prevista anche l'oculistica con
intervento chirurgico, così come ritornerà la ginecologia, oltre a confermare quanto c'è attualmente in corso.
Per la manutenzione straordinaria sono stati stanziati, fra Asl e Regione, 2.650.000 euro.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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Serristori, una firma per il rilancio
17/12/2013
Il Fatto Quotidiano
Pag. 18
(tiratura:100000)
Gli evasori fiscali si paghino la sanità
PROVO CAZIONE Perché non si pensa di escludere dall'assistenza pubblica chi esporta capitali accumulati
evadendo?
Maurizio Chierici
• LA LETTERA di un medico racconta l'angoscia dei pazienti in attesa di visite urgenti che arrivano mesi e
mesi dopo. A volte troppo tardi. Responsabilità che si perdono in labirinti senza uscita: piccoli politici che
allungano le mani, burocrazie asmatiche, casse vuote. E attorno l'Italia che invecchia, ragazzi senza lavoro,
ospedali da chiudere. L'articolo 32 della Costituzione garantisce sempre meno l'uguaglianza dei cittadini nel
servizio sanitario. E le amicizie delle cliniche private che prosperano con le convenzioni pubbliche, svuotano
le casse di chi dovrebbe proteggere la salute di tutti. Ma il paese è tanti paesi. Il paese degli evasori fiscali va
a gonfie vele: 202 miliardi di tasse non pagate nell'anno che sta per finire. Non solo in fuga verso nascondigli
lontani o Svizzera prèt-à-porter, unsalto da Milano. È ricominciata la febbre del mattone, non qui, fuori.
Paradisi di Antigua o Canton Ticino dove tira il mercato della casa e il fisco non lo sa. Ma il rifugio ideale è
Londra. I nostri soldi neri corrono lì. Stiamo umiliando gli oligarchi russi. Non importa se negli ultimi dieci mesi
i prezzi sono cresciuti del 9,8 cento. La City non basta e a Kensington e a Chelsea offerte quasi esaurite: un
milione di sterline (1,2 milioni di euro) per tre stanze, niente di speciale. Di speciale c'è la tranquillità dei
benefit fiscali per stranieri, seduzione dell'erario inglese e poi la Borsa che è una Borsa disinvolta. Senza
contare le banche che sanno cosa fare quando Roma mette il naso negli angoli più o meno segreti, curiosità
"poliziesca'^ un'Equitalia dal prurito "insopportabile". Anche i piccoli imbroglioni non ne possono più malgrado
i soccorsi web e la gentilezza dei giornali pro evasori. Consigliano come portare fuori i soldi, spese modeste,
mille euro con tanto di garanzia e timbro della società ombra che sfugge ai 4 0 0 mila controlli dei curiosi di
Stato. Conti correnti ormai senza segreti per i 1900 tecnici della Sogei, informatica Equitalia. E l'ammontare
dei recuperi fa bella figura nei giornali, ma l'aver smascherato (nascondendone i nomi, delicatezza privacy)
chi non ha pagato 180 miliardi nel 2012 non vuol dire incassare il maltolto. Sono tornati appena 12 miliardi.
Cavilli dell'esercito di avvocati che allungano, rimandano e quando proprio alle corde travestono i colpevoli in
perseguitati ai quali si deve giustizia. Per frenare l'arroganza degli infedeli si potrebbe escluderli dall'a ss i s te
n za sanitaria pagata (anche per loro) da chi non arriva a fine mese. Appena sorpresi coi soldi nel sacco
subito cancellati dalla protezione dell'articolo 32. Ospedali, medici, farmaci da liquidare cash. Sospensione
dai diritti del malato per un tempo da misurare sulla gravità del crimine. Quasi un ergastolo sanitario quando il
trafugamento supera il milione. Devono comprare ogni cerotto per un tempo rapportato non solo alla
consistenza del furto anche ai motivi abietti che invogliano la truffa. • LE STATISTICHE e u ropee celebrano il
benessere dei nostri evasori. Ogni italiano disporrebbe di un patrimonio di 163 mila euro (media tra chi tanto
e chi niente) tre volte più consistente dei patrimoni individuali tedeschi. Guidiamo le classifiche della
frivolezza: macchinoni Suv, champagne, alta moda, insomma identikit di cicale che non hanno bisogno
dell'articolo 32. Quando stanno male prendono l'aereo per volare dove dormono i soldi. Negli aggiornamenti
che si annunciano alla Costituzione, sospendere l'assistenza sanitaria ai furbi è la civiltà dovuta allo strazio
dei malati costretti nelle anticamere di un dolore che non finisce mai. [email protected]
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 17/12/2013
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NOI E LORO