shelby 4 watt la lampadina che non può morire
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shelby 4 watt la lampadina che non può morire
la curiosità Shelby 4 watt la lampadina che non può morire Fu accesa per la prima volta nel gennaio 1901. Nata come luce per la notte in caso di emergenza, da 107 anni accompagna i pompieri di Livermore. Il messaggio di speranza di un bulbo da Guinnes che ha contato un milione di ore. Il segreto del tempo corre lungo un filo di carbonio spesso mezzo centrimetro di Alessandra Cortile C hissà se in quel piccolo bulbo abita davvero il genio della lampada. Sta di fatto che la lampadina dei pompieri di Livermone, città del Sud California, non si spegne da oltre un secolo. Da quando per la prima volta nel gennaio 1901 la corrente elettrica corse su per i fili di carbonio e il vetro bombato iniziò a proiettare luce. Un record entrato nel 2007 nel Guinnes dei Primati, ma anche un simbolo di qualcosa che può vincere la scommessa del tempo e non spegnersi. Da 107 anni la ‘Century light bulb’, appena 4 watt di intensità, sta appesa con un filo di 60 centimetri al soffitto della caserma dei vigili del fuoco, al numero 4555 di East Street, a Livermore. Accesa senza interruzioni, ha contato con infinita tenacia un milione di ore a basso wattaggio. Anche la sua storia è un’al- 64 tra piccola luce. Agli inizi del Ventesimo secolo fu donata da un benefattore civico, il titolare della Livermore Power & Light Co., alla vicina stazione dei pompieri come aiuto per trovare le lampade a petrolio in caso di emergenza. Da allora, fornisce una luce fioca ma persistente. Anche per questo in America è diventata un simbolo di speranza e di quando in quando giornali, radio, web e news si affacciano alla sua luce per rinverdire un mito che non ha eguali al mondo. Per chi si trova da quelle parti, il consiglio è fare un salto alla fire station di Livermore, ma nell’era di internet tutti possono da casa propria fare comodamente una visita alla lampadina più longeva del pianeta attraverso il sito che le è dedicato (http://www. centennialbulb.org), e parlarle come fanno gli abitanti d’oltreoceano grazie alla webcam che ogni dieci secondi ne mostra il battito luminoso. Di lei si prendono cura con cadenza periodica anche canali televisivi, il curioso popolo della rete, e ancora riviste e firme del giornalismo che spaziano dalle colonne del ‘Los Angeles Times’ a quella della nostra ‘la Repubblica’ con un recente articolo di Vittorio Zucconi (6 maggio 2008). Perché ha un fascino particolare quella lampada appesa al tempo. Senza scomodare la ‘durata’ di cui parla il filosofo H. Bergson, il rudimentale bulbo sta e non molla. Piccola, forte luce che odia il buio e non vuole saperne di spezzare il suo messaggio. Anzi: si fa beffa degli studi e della casistica, delle leggi dell’usura e degli ‘sbalzi di tensione’ che il tempo sempre porta con sé. Ha bruciato per un milione di ore, non coperta da alcun lampadario. Una reliquia di ostinazione che i pompieri della caserma non hanno mai spolverato. Ama e vuole la vita, quel piccolo vetro con l’anima di carbonio, nonostante l’ossigeno non attraversi il filamento e il gas all'interno. Quello che in origine sembrava un comunissimo bulbo ad incandescenza, fu realizzato dalla Shelby Electric & Co. nell'Ohio, azienda che putroppo chiuse i battenti nel 1914, per quanto fosse efficace (fin troppo!) il suo lavoro, tanto che la Shelby venne poi acquistata dalla General Electric, colosso dell'elettronica ameriobiettivo sicurezza guardavano a lei come fedele e sicura promessa di buona sorte nella lotta contro il fuoco. Non smise di parlare a quei ragazzi che si fiondavano sui camion pieni d’acqua pronti a partire al suono di una sirena d’allarme che incalzava all’azione. Lo fece alla sua maniera, in modo pacato e saggio, proprio come sanno fare i nostri vecchi, anche quando i suoi custodi nel 1979 la portarono dal quartier generale dei vigili del fuoco alla Stazione numero 6. Vollero collocarla più in alto, al sicuro, come quella luce da mettere sopra il moggio di cui parlano le Scritture, perché rischiari la casa e riscaldi i cuori. I pompieri decisero che andava preservata, come fecero i templari con il Graal. A eseguire l’intervento fu allora chiamato un elettricista, che con precisione chirurgica incise il vecchio filo. cana. La lampadina che ha ridotto al silenzio i menagrami vincendo tutte le scommesse con se stessa, prese forma come migliaia di altre lampadine, secondo le rudimentali conoscenze e strumentazioni tecniche dell'epoca: un bulbo di vetro soffiato e un filamento di carbonio spesso quasi mezzo centrimetro. Secondo il pool di esperti che ha analizzato il prodigio di quel fascio di luce, il segreto della sua longevità dipende dal basso voltaggio, dalla perfetta montatura e soprattutto dal fatto che essendo rimasta sempre accesa, la lampadina non è stata sottoposta allo shock dell'accensione e dello spegnimento. Ma forse la teoria dell’off-on non dice tutto. C’è dell’altro nell’anima della Shelby da 4 watt. Un segreto che sanno raccontare solo i pompieri di Livermore, un miobiettivo sicurezza stero che masticano orgogliosi, a metà tra fede e scaramanzia. Sono loro a rimarcare che, donato per fare del bene, quel bulbo di appena 3 candele era destinato - con radiazioni semplici ma eterne - a illuminare l’azione di chi accompagna la vita degli altri e si mette al loro servizio. Alle migliaia di visitatori che ogni anno ritualmente sfilano con un sorriso davanti a lei, la Shelby racconta anche dei pompieri che sono morti sul campo, così come sa riscaldare con il suo vetro tiepido baciato da migliaia di giorni, i percorsi di generazioni di ragazzi mandati alla guerra o a conquistare il proprio posto nel mondo. Non venne giù neanche quando ci si divertiva a tirarle contro palle di lattice: anche allora la sulfurea lampada continuò a dare luce, a farsi accarezzare dai pompieri che Non essendosi mai spenta, la lampadina è diventata un simbolo di speranza e di tenacia L’uomo che non poteva sbagliare tagliò e poi ricongiunse, interrompendo per la prima volta il flusso di elettroni. Per 22 minuti la lampadina si spense, come una persona sottoposta a trapianto cardiaco. Ma non per sempre. Il filo, infatti, fu presto riallacciato e il filamento riprese a colorarsi di luce. La lampadina yankee ce l’aveva fatta ancora e sorrideva, fioca e sorniona, nella sua nuova casa. I curatori del Guinness sentenziarono che durante quello standby di pochi minuti che tenne l’America col fiato sospeso, la continuità non era stata interrotta, come avviene con un paziente che non passa a miglior vita durante un bypass. Le pinze dell’elettricista non potevano tranciare l’elettrica storia che cuce in un unico destino la Shelby ai pompieri, questi ultimi del resto non nuovi a simili stranezze. Si ha ad esempio traccia di un’altra lampada luciferina, che sta lavorando dal 1926 in una caserma dei pompieri di Mangum, in Oklahoma, anche se questo ulteriore e tignoso esemplare viene trattato come una normale luce, accendendola e spegnendola all'occasione. Tornando all’immortale lampadina di Livermore, nel 2001, anno del suo centenario, fu organizzata per lei una grande festa cui non vollero mancare in vari modi tutte le più alte cariche del Paese, Casa Bianca compresa. Oggi di anni ne ha 107. Come sempre, pompieri e gente comune pensano con simpatia alla loro Shelby. Sperano che quella luce su cui puoi fare affidamento ovunque sei, possa accompagnare altre generazioni di uomini e donne a cercare una speranza che bruci senza consumarsi. Sanno che “è meglio accendere una piccola lampada che maledire l’oscurità”, come diceva Lao Tse. Sì, penso a quel pompiere che ha premuto l'interruttore per accenderla, la prima e unica volta. Quel gesto, così semplice e quotidiano, sarebbe poi durato un secolo. Lì nella contea di Almeda, nella California che guarda al domani, la leggenda della magica Shelby ha detto alla storia che una piccola lampada da notte può farsi luce per sempre. 65