Voce e tastiera: in "SoulA" mi metto a nudo con l
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Voce e tastiera: in "SoulA" mi metto a nudo con l
43 GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 8 novembre 2015 > «Voce e tastiera: in "SoulA" mi metto a nudo con l’elettronica» «SouIA» è un viaggio tra il soul, il pop italiano e le tendenze elettroniche americane. Mi esibirò da sola, semplicemente con la mia voce e una tastiera multipad e loop, cercando di creare un percorso sonoro individuale dalle sonorità particolari. Non è semplice cantare con il solo sostegno della tastiera… Sono reduce da un brillante tour estivo con un quartetto di musicisti, ma ora sento la necessità - pur prendendomi qualche rischio - di salire sul palco e tirare fuori un modo di cantare che sicuramente regala maggiori soddisfazioni personali. Spero anche al pubblico. Canterò buona parte dei brani contenuti nell’album «Galleggiare» e alcune cover che ho arrangiato a modo mio. Sei un’artista dalle molte facce, da dove viene questa vena poliedrica? Mia madre è pittrice e i miei nonni hanno sempre Cantante. Serena Brancale nel servizio fotografico per «Galleggiare» cantato, quindi a casa mia si respirava sempre un’aria blicitaria e fumettista, ma an- elettrizzante che mi ha indiche per la sua passione smi- rizzato prima verso studi, poi Live surata per la musica: frequen- verso professioni vicini al ta il Conservatorio per perfe- mondo creativo dell’arte. Andrea Croxatto zionare jazz e tecnica di imQuali ricordi conservi delprovvisazione e coltiva la pas- la tua partecipazione all’ultisione per la recitazione e la mo Festival di Sanremo? danza, oltre a suonare violiCustodisco i ricordi del / Dopo l’album «Galleggiano e pianoforte. mio primo Sanremo nel profonre» e la partecipazione all’ulti- Ha partecipato al- «Il nuovo do del cuore. Il mo Sanremo come «nuova la pellicola di Ales- progetto nasce Festivalmi ha daproposta», Serena Brancale sandro Piva nel dalla mia to l’opportunità presenta «SoulA», il suo nuo- film «Mio cogna- passione per la di esibirmi su un vo progetto elettronico, que- to» con Sergio Rupalco prestigiosta sera, alle 21.30, sul palco bini e Luigi Loca- contaminazione: so, con un pezzo degli «Amici della Musica» di scio, per poi inter- soul, pop italiano Offlaga, in via Luzzaga 20 (in- pretare, nel ruolo e elettronica Usa» come«Galleggiare», tra l’altro gresso riservato ai tesserati da protagonista, il non così commerciale, che riL.A.C.C.S.: tessera 10 euro film «Da che parte stai». Serena, come nasce l’origi- specchia il mio personale con prima consumazione innale live di stasera? modo di concepire la musiclusa). È nato dalla passione per la ca. È stata un’esperienza indiL’artista pugliese è un’interprete a 360°, non solo per contaminazione musicale e menticabile. E spero di poteril suo talento di grafica pub- la mescolanza di etnie, la rivivere. // Serena Brancale questa sera solista in concerto agli «Amici della Musica» di Offlaga Sabina Guzzanti in scena «Dal futuro con orrore» Teatro In «Come ne venimmo fuori», in arrivo a Brescia, uno sguardo sul nostro oggi malato ROMA. Il presente, chiamato senza mezzi termini «secolo di m...» e il futuro «senza rabbia, pacifico e con il passato alle spalle»: Sabina Guzzanti torna con il nuovo spettacolo «Come ne venimmo fuori», al via ve- MHFw9iDaEPbCEQntlr79E8U+zQbDXiOBLZEbaU+AHTg= nerdì prossimo a Bergamo, per fare tappa martedì 17 al Pala Banco di Brescia (biglietti: in prevendita 27 € numerato, 17 € non numerato, maggiorazione di 2 € al botteghino). Siamo sempre dalle parti della «satira politica» - anticipa l’attrice all’Ansa - ma con un inaspettato distacco. «Molti pensano che io sia una incazzosa, non lo sono affatto, nella vita sono molto pacifica, ma nelle questioni pubbliche invece penso che sia doveroso reagire agli abusi», precisa. Nello spettacolo, come sempre scritto da Un menestrello cabarettista si aggira dalle parti del rock La recensione Ironico e coinvolgente, Bugo ha conquistato il pubblico della Latteria dove ha aperto il tour È sulle note di «Arrivano i nostri» che si apre in Latteria Molloy la data 0 del tour del «fantautore» registrato all’anagrafe come Cristian Bugatti. Un concerto, quello di Bugo, spostato verso l’asse delle 23 e che segue a ruota la sessione di apertura di Paletti e soci che lo accompagneranno poi nel live. Di fronte ad una folla di astanti eterogenea e oltremodo interattiva nei confronti del palco, Bugo dimostra sin dalle prime battute di non aver perso lo smalto di sempre. Esile mattatore della serata, il musicista novarese non si risparmia nel misurare il palco con falcate generose, ricoperto da un accrocco posticcio di camicia hawaiana e tuta in triacetato. / «Quasi Vasco». Ma Bugo è an- che questo, un kitsch multiforme catapultato a noi direttamente dagli Anni ’80 in grado di passare dall’irriverenza spiccia di «Love Boat» all’intimismo caldo e suadente di «Sei la donna». Con quel modo di cantare che lo rende inevitabilmente un alter ego di un Vasco Rossi de «Colpa di Alfredo», Bugo non delude chi fra i presenti Il live. Bugo l’altra sera sul palco della Latteria Molloy attendeva i pezzi caldi del re- giamenti elettronici che paiopertorio come «Io mi rompo i no materializzare i Kraftwerk coglioni» o «Il Sintetizzatore». sul palco, Bugo ammalia il suo È sempre lui, il menestrello un pubblico come se fosse la più po’ alienato e un po’ ironico, semplice delle imprese. Imcapace di ricamare merso nel ben noto storie a partire dal L’apertura mix elettro pop nulla e intessere tra- era affidata rock, il live volge al gedie nella panto- a Paletti, che termine;una parenmima («Ggeell»). tesi acustica e, inficon la sua band Ed è difficile non ne, il gran sbuffare immaginarlo nelle ha poi dei synth che come vesti di un Adriano accompagnato mantici insufflano Celentano quando il concerto nelle orecchie dei dinoccolato attrapresenti le note de versa il palco allisciando una «Nel giro giusto». barba immaginaria e atteggianGeneroso, cabarettista fino do le mani come il molleggiato alla fine, il Bugatti che svela ai ci ha abituati. presenti le sue lontane origini Insomma, vuoi perché biso- valtrumpline saluta e se ne va, gna riconoscere una certa bra- lasciando che un sorriso beffarvura per sapere rimare «vuoi» a do sispanda sulle bocche ditut«spermatozoi» («Spermato- ti. // zoi»), vuoi per i deliranti arranGIULIA BERTUZZI Lo stile e il tocco davvero «magico» del Mago Forest lei, va in scena l’oggi - con la riforma del lavoro, della scuola, i social network - ma osservato dal futuro. L’«era» Renzi. «È un discorso di celebrazione: si festeggia la fine del nostro presente triste e si guarda a come è stato possibile passare dalla democrazia al peggiore totalitarismo, quello violento e senza ideologie che si infila subdolamente nelle relazioni e ci modifica», spiega. Superata l’era di Berlusconi? «Abbiamo Renzi e noi che siamo nel futuro non sappiamo dove collocarlo, abbiamo vari dubbi, di qua o di là. Qualcuno, nel corso dello spettacolo, obietta che un tempo si votava, e che poi le elezioni neppure si sono tenute più...». // SPETTACOLI Il mago. Michele Foresta sul palco col suo nuovo «Motel Forest» Show Michele Foresta rinnova il suo successo col nuovo spettacolo «Motel Forest» Una fitta alla milza: è quella che colpisce Mr Forest ad ogni sua battuta. Più lui soffre (per finta), più gli spettatori si divertono. Fitta dopo fitta e risata dopo risata, lo spettacolo «Mo/ tel Forest» si rivela un successo. Lo show ha debuttato in prima nazionale venerdì e sabato scorsi al teatro Centro Lucia di Botticino stracolmo di pubblico plaudente. In apertura il cabarettista Sergio Sgrilli, in vece del direttore Federico Stefanelli (in convalescenza per i postumi di un incidente), ha presentato il via di Freucs (Far Ridere È Una Cosa Seria). Bresciani dunque primi «clienti» del «motel» tutto da ri- dere del comico siciliano Michele Foresta, che si fa «trapanare» (la magia riesce e tutto va bene) da una spettatrice in una roulette russa in stile bricolage efinge sempre di sbagliare i giochi di illusionismo, che poi invariabilmente azzecca. Accompagna il tutto con battute a raffica, risata gongolante e facendo la corte in modo bonario e sempre piacevole alle donne in sala. Pendono sul fondale quadri e un’insegna da motel americano. Alla tastiera il lentissimo e buffo (non però in veste di pianista jazz) Lele Micò, «uomo della sicurezza» Hermy Barbieri. Forest, in elegante giacca e panciotto in tinta con la tappezzeria, ci mostra pure il provino della gioventù, un improbabile balletto magico ritmato dal campanello di chiamata del motel. È questo saper mischiare le arti, il brio leggero e la capacità di coinvolgere il pubblico il segreto del comico perrendersi sempre più amabile. Qui e là qualche frecciatina in stile «Gialappa's Band», come una (vera) nipote di Mubarak tra i clienti del motel. E tocchi di malinconia: il «viaggio a caso» tra le stanze immaginarie del motel, simbolo dei sentimenti, è (con una citazione che richiama addirittura John Lennon) «un po’ come la vita, che è quel che ci accade mentre siamo indaffarati a fare dell’altro». Ma in realtà, qualsiasi sia il numero del portachiavi a fenicotteroestratti, scaletta e battute stanno nella testa del mago, che tesse sapiente un piccolo capolavoro di intrattenimento. //