giugno 2010 - Fondazione La Società dei Concerti

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giugno 2010 - Fondazione La Società dei Concerti
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ungolo notiziario della
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FONDAZIONE
LA
[email protected]
tel. 0267493160
giugno 2010
Con gli ultimi due concerti in Sala Verdi del 16 e 23 giugno con l’Orchestra di Stoccarda e il concerto per Amore
del 18 giugno (vedi box sotto) si chiude la stagione concertistica 2009/2010.
Auguriamo a tutti i nostri Amici Abbonati un’estate serena , un po’ di relax, e anche tanta buona Musica.
Ci rivedremo ad ottobre con i primi concerti del 6 (Orchestra della Svizzera italiana e Rudolf Buchbinder) e
del 13 (Orchestra Sinfonica di Lucerna, John Nelson e
Alexander Gavrilyuk) ; nel frattempo, con un po’ di fantasia vi immaginiamo nei luoghi di vacanza.
Durante una camminata in montagna, ammirando le
cime e assaporando un’aria fine e salutare in compagnia
del vostro I-pod che distribuisce di volta in volta la Sinfonia Pastorale di Beethoven o un meditativo corale di
.
OCIETÀ D E I
ONCERTI
Bach.......
Oppure sotto l’ombrellone dirigendo gli appassionati di
acquagym non sulle note di musica pop ma con il ritmo
della Cavalcata delle Walkirie…
Ingannando il tempo durante il viaggio in treno o in
aereo con un notturno di Chopin….
Affrontando il caldo della città, per chi non può partire
per mete vacanziere, con i Concerti di Vivaldi le Quattro
stagioni ….
Per non perdere le buone abitudini musicali….
Arrivederci alla prossima stagione di concerti!
Enrica Ciccarelli
Direttore Artistico
Alice Baccalini , pianoforte
Perché ci piace:
Venerdì 18 giugno 2010, ore 21 - Sala Verdi
Programma
F.Chopin
Ballata n.1 in sol min. op. 23
F.Chopin
Ballata n.4 in fa min. op.52
R.Schumann Sonata n.2 in sol min. op.22
F.Chopin
Andante spianato e
Grande Polacca brillante op. 22
S.Prokofiev Sonata n.2 in re min. op.14
una giovane ragazza italiana non ancora diciottenne,
determinata e piena di talento
Enfant prodige:
ha iniziato ad esibirsi in pubblico a quattro anni, a 10
il suo primo concerto con orchestra
Studi:
dopo il diploma a quindici anni presso il Conservatorio
di Milano, studia all’Accademia di Imola ; attualmente è nella classe di Lev Natochenny presso la Hochschule für Musik di Francoforte.
Premi:
tra i numerosi riconoscimenti anche il premio “Giuseppe Verdi – La musica per la vita”, quale giovane
talento musicale dell’anno 2007, consegnatole dal Sindaco di Milano Letizia Moratti.
Non rinuncia a:
le partite della sua squadra del cuore, l’Inter.
Particolarità:
Alice Baccalini
gioca come terzino nella squadra femminile dell’Atletico Milano.
1
Il Questionario
Beatrice Rana, pianista
17 anni, giovanissima pianista pugliese, sarà protagonista durante la prossima stagione (4
maggio 2011) per la serie rubino nel Concerto per pianoforte e orchesta n.1 di Tchaikowsky.
Orchestra SWD Philharmonie , direttore Vassilis Christopoulos
Come è nata la tua passione per la musica?
Più che la passione, ad avermi avvicinato moltissimo
alla musica fu la confidenzialità che nutrivo già da piccola nei confronti del pianoforte. Infatti, essendo entrambi i miei genitori musicisti, suonare uno strumento
rappresentava per me un’attività assolutamente normale all’interno della vita quotidiana, così come lo era
parlare o mangiare. Se però l’approccio al mondo musicale è stato estremamente naturale, al contrario la vera
e propria passione è nata in seguito e si è sviluppata lentamente.
Come riesci a conciliare la tua vita di pianista con la
scuola? Che classe frequenti?
Frequento il IV Liceo Scientifico nella mia città natale
e non nego che richieda grande impegno seguire entrambi i percorsi parallelamente. Tuttavia non nego neanche che, pur essendo il Liceo Scientifico un liceo molto
impegnativo, la maggior parte del mio tempo è dedicata
esclusivamente al pianoforte o comunque alla musica,
dato che frequento anche il Corso Medio di Composizione.
che lo consideravo un “punto d’arrivo” nel mio percorso
pianistico. Ora che però sono arrivata ad eseguirlo, ho
dovuto rivedere questo mio pensiero: esso è solo una
tappa di un tragitto molto più lungo di quanto potessi
immaginare.
Il tuo libro preferito?
Più che di libro, parlerei di autore preferito. Ho letto
quasi tutto di Ken Follett, e uno degli ultimi libri l’ho
trovato bellissimo: “I pilastri della terra”.
Il tuo film preferito?
“Nuovo Cinema Paradiso”. Mi rendo conto che è una
scelta un po’ datata, ma, nonostante tutte le prime visioni cui ho avuto modo di assistere, è uno dei pochi film
capace di emozionarmi e nel quale riesco anche a ritrovare l’ambiente quotidiano in cui vivo.
Quale é l'incontro che ti ha maggiormente stimolato?
La prima persona che mi viene in mente è senza ombra
di dubbio il mio Maestro Benedetto Lupo. Frequento la
sua classe da oltre sette anni, e in questo grande arco di
tempo ho avuto modo di affrontare qualsiasi tipo di repertorio, dal clavicembalistico al contemporaneo; e nonostante ciò, ogni qualvolta vado a fare lezione, essa è
sempre di enorme stimolo e scandaglia in profondità la
mia ricerca artistica personale. Tuttavia, numerosi sono
stati gli incontri stimolanti che si sono avvicendati nella
mia vita musicale: penso ai consigli dei direttori con cui
ho suonato, o a concerti cui ho assistito, o al confronto
con amici musicisti.
Parlaci del Concerto di Tchaikowsky, perché lo hai scelto
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e che emozioni ti dà.
La prima volta che ho ascoltato il Concerto di Tchaikowsky risale a quando avevo circa dodici anni, essendomi
imbattuta su internet nella registrazione di Martha Argerich. Posso ricordare ancora quanto fu elettrizzante
quell’ascolto! Quando poi qualche anno più tardi mi
sono trovata a dover scegliere un grande concerto romantico da mettere in repertorio, non ho avuto esitazioni nello scegliere Tchaikowsky: mai un brano mi
aveva catturato emotivamente a tal punto, oltre al fatto
Beatrice Rana
La città preferita?
Quella che vorrei ancora visitare. Mi piacciono moltissimo le città di grosso impatto metropolitano: quelle
città che ti “aggrediscono” e stordiscono sin dal momento in cui si scende dall’aereo per offerta culturale,
commerciale.. Sarà perché vivo in un paesino poco competitivo?
Quanti concerti tieni in un anno?
Non tanti, in quanto credo che questi siano anni preziosi
per mettere su repertorio: massimo trenta in un anno.
Devo confessare che però mi piacerebbe suonare di più
con l’orchestra.
Come riesci a relazionarti con i tuoi coetanei? Avete gli
stessi interessi?
Il rapporto con i miei amici è assolutamente normale:
usciamo insieme, ci divertiamo, parliamo di molte cose..
Tuttavia la maggior parte dei miei amici non ha nulla a
I Libri
de il Pungolo
a cura di A.Cima
Alfred Cortot
Alcuni aspetti di Chopin
Pagg. 166 – 12 euro
Edizioni Curci, Milano
Nel bicentenario della
nascita, le Edizioni
Curci invitano a riscoprire l’arte del compositore polacco con lo
storico saggio, appena
ristampato,
“Alcuni
aspetti di Chopin” del
leggendario pianista Alfred Cortot che delinea, in queste pagine, un ritratto a
tutto tondo del musicista.
I capitoli dedicati ai “Concerti”, alla pedagogia, ai legami con la Francia e al carattere di Chopin concorrono
a fare di questo libro una pietra miliare della letteratura
pianistica. La prima edizione italiana era stata pubblicata nel 1950, eppure nulla ha perso in incisività e valore
documentaristico.
Traspare dal volume lo Chopin assoluto, eterno, l’uomo
dalle debolezze disperate e dagli slanci sovrumani. Sono
pure poste in evidenza le deprimenti solitudini spirituali.
Non manca poi un cenno alle sue amicizie e ai veri amori:
Costanza e Maria così come non è trascurato il dramma
della malattia.
“Negli slanci della sua ispirazione – ha scritto Cortot –
egli voleva ritrovare il clima di un’adolescenza stupita e
aperta alle promesse di un avvenire che la sua esistenza
malinconica non realizzò”. Inutile sottolineare che Chopin non era un uomo come gli altri. La sua sensibilità,
per quei tempi, era ben al di sopra della normalità. Un
che fare con l’ambiente musicale, motivo per cui l’argomento “musica classica” viene spesso eluso, o al limite
associato esclusivamente alla scelta dei vestiti per i concerti o alle città visitate. Per sopperire invece a questa
mancanza, il web è stato provvidenziale: grazie ai forum
e ai social network la mia rete di conoscenze si è estesa
molto e trovo esaltante il giorno dopo un concerto trovare tante richieste di amicizia o, al contrario, dare finalmente un volto e una “voce sonora” a persone con cui
ho avuto uno scambio di opinioni solo virtuale.
Qual é il tuo sogno più grande?
Realizzare tutti i miei sogni.
genio che rifiorisce e si rinnova, ancora oggi, nella sua
musica destinata a durare a lungo nel tempo.
Francesco Giammarco
Il pedale di Chopin
Pagg. 126 – 19 euro
Zecchini Editore, Varese
Francesco Giammarco, per
i tipi della Zecchini Editore, ha pubblicato un saggio interessante: “Il pedale
di Chopin”. Un argomento
spesso sottovalutato, che
merita invece la massima
attenzione. Il volume non intende spiegare il “modo giusto” di mettere il pedale nelle esecuzioni di Chopin, né
tanto meno dimostrare che da Paderewsky a Lang Lang
l’uso non è sempre corretto, ma vuole invece fare chiarezza sulla materia. Opinione personale dell’autore è
quella che il pedale andrebbe usato, sic et simpliciter,
come Chopin stesso l’aveva scritto. Obiettivo fondamentale è comprendere la “mentalità” con cui il compositore
polacco faceva uso del pedale di risonanza, tuttavia l’uso
del pedale è legato a un’epoca, a un gusto ben preciso e,
non ultimo, a un determinato stile pianistico. Giammarco intende fare riflettere il lettore sulla possibilità
che i segni indicati da Chopin siano l’unico modo, reale
e incontrovertibile, per indicare l’espressione del suo
tempo e del suo stile.
Delle varie fasi dell’esecuzione pianistica, l’uso del pedale
è quello che più di ogni altra viene lasciata all’istinto e
alla sensibilità musicale dell’interprete, con risultati
spesso approssimativi. I pedali, così come scritti in Chopin, rivelano invece la concezione estetica dell’autore più
di qualsiasi altro segno contenuto nella partitura e costituiscono una preziosa e insindacabile chiave di lettura
filologica.
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Intervista a
Fazil Say, pianista
Fazil Say è un beniamino della Società dei Concerti.
Suonò per la prima volta in Italia nel 1996 chiamato dal
fiuto di Antonio Mormone che gli affidò ben due concerti
in una settimana. Fu il solista nel Primo concerto di
Chopin e nel Secondo concerto di Saint Saens per pianoforte con l’Orchestra National de Montpellier diretta da
Enrique Diemecke. Da allora, conteso da molte società
concertistiche in tutto il mondo, Fazil suona regolarmente – anche due volte per stagione – a Milano. Il pubblico ha imparato ad amarlo sia come pianista sia come
compositore e anche divulgatore di Musica.
Nato ad Ankara nel 1970, ha iniziato a studiare pianoforte e composizione nel locale Conservatorio. A diciassette anni una borsa di studio gli ha permesso di
perfezionarsi con David Levine all’Istituto Robert Schumann di Düsseldorf. Dal 1992 al 1995 ha proseguito gli
studi al Conservatorio di Berlino. Accanto alla sua attività di pianista, Fazil Say affianca quella di compositore.
Ha scritto, a sedici anni, “Black Hymns”; nel 1991 ha
eseguito per la prima volta il “Concerto per pianoforte,
violino e orchestra” con i Berliner Philarmoniker; nel
1996 ha suonato a Boston, in prima mondiale, il suo
“Concerto per pianoforte n. 2” (“Silk Road”); ha inoltre
composto l’oratorio “Nazim”, su testi del celebre poeta
turco Nazim Hikmet, eseguito per la prima volta ad Ankara nel 2001. Recentemente ha completato una Sinfonia intitolata “Istambul” che ha debuttato con grande
successo in Germania Ha al suo attivo varie incisioni discografiche; da poco l’etichetta “Art Haus Musik” ha
pubblicato il dvd “Fazil Say - Alla turca”, un film di
Gösta Courkamp.
Fazil Say, che è sempre stato attratto dai suoni sin da
quando aveva tre o quattro anni, è una delle personalità
musicali più originali e interessanti del nostro millennio.
E’ una persona molto riflessiva, apparentemente malinconica, molto disponibile al dialogo. Un uomo sensibile,
dotato di immensa musicalità.
No, assolutamente. Ormai da trenta o quarant’anni questo
concorso è l’unico modo per promuovere un artista giovane,
un talento in divenire. Devo dire che a me i concorsi non
piacciono molto, però ho dovuto anch’io, come molti altri
artisti, cominciare così. E’ purtroppo l’unico modo per proseguire, andare avanti, presentarsi al pubblico e agli enti
organizzatori. Insomma, un trampolino di lancio. Adesso,
a volte, mi chiamano in alcuni concorsi per fare parte della
giuria.
La grande passione per il jazz e l’improvvisazione lo
hanno portato a fondare il “Worldjazz Quartet”. Come
è nato in lei l’amore per la musica afro-americana?
“Il jazz e l’improvvisazione sono insiti in me sin da quando
ero bambino. Per me è un argomento molto serio, fanno
parte della mia vita. Come si sa, da circa 25-30 anni, il
jazz non è più unicamente musica afro-americana. Del mio
“Worldjazz Quartet” fanno parte solamente musicisti turchi
che suonano strumenti musicali turchi. Abbiamo sviluppato e tradotto questa musica in stile jazzistico”.
“Non è soltanto un pianista geniale: sarà sicuramente
uno dei grandi artisti del XXI secolo”. Così aveva scritto
“Le Figaro” di Parigi. Cosa ha provato leggendo queste
parole?
Questo articolo è apparso dodici anni fa. Sono stato ovviamente molto contento, ma sul mio conto sono state espresse
innumerevoli affermazioni e giudizi. Nella vita di ogni
musicista ci sono critiche molto diverse, possono essere bellissime o molto negative oppure controverse. E questo fa proprio parte della vita di un artista.
Prima di vincere, nel 1994, il Premio “Young Concert
Artists International Auditions” di New York era conosciuto nel mondo?
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Fazil Say
Preferisce la musica classica o il jazz?
Provengo dagli studi classici, quindi non posso non amare
e adorare la musica classica, ma come compositore di questo
secolo, vivendo in questo mondo, anche la musica jazz fa
parte della mia vita, del mio modo di essere. Per me il jazz
è una grandissima musica che comunica tante emozioni
come quella classica.
All’attività di pianista affianca quella di compositore.
Come vive queste due differenti realtà?
Per me non sono due realtà diverse, ma una sola realtà. Ho
sempre lavorato come compositore dall’età di cinque anni,
quindi le due attività sono parallele, sono cresciute insieme.
In un certo senso, come Glenn Gould, può essere considerato un pianista anticonformista. Come giudica le sue
interpretazioni da questo punto di vista?
Per me il punto fondamentale delle mie esecuzioni è di
esprimere la mia voce interiore, quella che porto veramente
dentro di me. Le mie decisioni e i miei sentimenti li esprimo
attraverso la musica. Qualsiasi artista che esprime i propri
sentimenti e le proprie disposizioni interiori attraverso
l’arte dei suoni viene considerato un artista anticonformista.
Ha inciso cd con composizioni di Haydn, Mozart e Beethoven. Cosa rappresenta, per lei, la musica di questi autori?
Da quando ho cinque anni sono molto legato a questi grandi
compositori poiché ho dedicato la mia vita alle opere di questi musicisti. Le Sonate per pianoforte di Haydn, per esempio, sono meravigliose e sembrano aprire nuovi orizzonti;
peccato sia un autore ancora oggi in questo ambito sottovalutato. Oltre a questi autori classici eseguo molto Bach e
Scarlatti. Suono poco Chopin, ma non è escluso che possa
in futuro dedicarmi anche a questo autore e approfondirlo.
Il mio repertorio spazia sino alla musica contemporanea.
Quali pianisti apprezza in particolare?
Beh, innanzi tutto, Arturo Benedetti Michelangeli. Poi
Vladimir Horowitz e Glenn Gould. L’elenco tuttavia potrebbe continuare. Mi piacciono moltissimi artisti della mia
generazione: oltre che essere colleghi sono amici”.
Quali sono le maggiori difficoltà che s’incontrano nello
studio?
“Trovo sia molto difficile riuscire a “far cantare” lo strumento. “Cantare” è un’emozione che proviene dall’interiorità e questa ritengo sia la cosa più difficile da mettere in
evidenza. Per me anche una composizione lenta di Bach
può essere ugualmente difficile come un pezzo estremamente
dinamico di Rachmaninov. Incontro le stesse difficoltà”.
Come affronta lo studio di un nuovo pezzo?
“Prima di cominciare a suonarlo fisicamente, lo immagino
nella mia testa, visualizzo tutto il pezzo dentro di me, poi lo
suono. Non ascolto mai lo stesso pezzo suonato da un altro
artista. La mia immaginazione del suono e le mie idee, le
mie emozioni, le devo sviluppare da solo, non devo basarmi
sull’interpretazione di un altro pianista. Voglio accrescere
interiormente la mia interpretazione”.
Fraseggio, legato, staccato. Quale elemento, secondo lei,
è più importante?
“Sono elementi che non si possono separare. Formano un
tutt’uno, uno fa parte dell’altro e si compenetrano vicendevolmente”.
Ha qualche rimpianto?
“Ogni essere umano credo che abbia qualche rimpianto nella
vita; siamo felici e infelici nello stesso momento”.
Qualche sogno per il futuro?
“Il mio sogno è quello di dare vita a un festival nel sud della
Turchia dedicato alla filosofia e all’arte musicale. Il mio obiettivo è creare un ponte musicale fra la Turchia e l’Europa”.
Alberto Cima
Il Dvd
de il Pungolo
Brahms: Violin Concerto
Dvorak: Symphony No. 9
“From the New World”
Berliner Philarmoniker
Gil Shaham, violino
Claudio Abbado, dir.
Medici Arts
Con la serie “Concerts d’Europe”, la Berliner Philarmoniker celebra annualmente
l’anniversario della sua fondazione, che risale al 1° maggio 1882.
Ogni anno, in questa data, la Filarmonica di Berlino si esibisce
in luoghi diversi. Nel 2002, approdato in un dvd live per opera
della “Medici Arts”, ha suonato al Teatro Massimo di Palermo.
L’orchestra è stata diretta, in questa circostanza, dal mitico
Claudio Abbado che si è avvalso della collaborazione violinistica
di un solista d’eccezione: Gil Shaham.
La lettura del “Concerto in re maggiore, op. 77 per violino
e orchestra” di Brahms si rivela di grande interesse. Gil
Shaham ha lavorato molto sulla rotondità e morbidezza
del suono oltre che sulla fluidità del fraseggio. Impeccabile
la tecnica, soprattutto evidente nel terzo movimento nei
passaggi in ottava, negli arpeggi e nei bicordi. Una cantabilità piena e comunicativa emerge nel secondo movimento (“Adagio”). Superlativa l’esecuzione dei Berliner e
di Abbado per scorrevolezza e inimitabilità del suono.
Splendida l’esecuzione della “Sinfonia n. 9 in mi minore,
op. 95” (“Dal Nuovo Mondo”) di Dvorak dalla quale traspare la ricchezza di idee, episodi e temi caratteristici
“popolari” della composizione, sottolineati da Claudio
Abbado che ha interpretato questa pagina con la passione e la penetrazione che gli sono proprie. Ha dimostrato la sua versatilità e capacità di entrare in sintonia
con i diversi momenti musicali. I Berliner Philarmoniker
gli hanno risposto con intelligenza e slancio.
Completano il dvd l’”Ouverture, op. 84” dall’”Egmont” di
Beethoven e l’”Ouverture” da “I Vespri siciliani” di Verdi.
Bonus track: il documentario “A portrait of Palermo”.
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Intervista a
Carlo Guaitoli, pianista
Carlo Guaitoli, lei è tra i più brillanti giovani pianisti
Italiani. Come é nata la sua vocazione di musicista?
Quando ha iniziato gli studi pianistici?
Ero molto piccolo e in casa i miei fratelli più grandi suonavano e ascoltavano ogni genere di musica continuamente;
mi hanno contagiato e all’età di 5 anni ho imparato ad accompagnare canzoni con la chitarra ; subito dopo mi sono
dedicato al pianoforte via via in modo sempre più serio. In
ogni caso l’ approccio naturale a 360 gradi verso la musica
che ho avuto da ragazzino mi ha poi segnato in maniera indelebile ; la decisione di dedicare la mia attività in prevalenza alla musica classica è arrivata dopo aver comunque
approfondito altri linguaggi, in particolare quello jazzistico,
e comunque ha sempre lasciato spazio ad esperienze anche
molto diverse tra loro.
Lei é stato premiato in diversi concorsi internazionali:
al Casagrande di Terni, a Tokyo, al Busoni a Pretoria;
pensa che il concorso sia il percorso obbligato per un giovane pianista? Vi sono altre alternative per farsi conoscere?
Diciamo che il concorso è il percorso più accessibile da parte
di tutti e, aggiungo, purtroppo, perchè ciò significa che non
ci sono molte alternative. Sono poche le agenzie importanti
che investono nei giovani che si devono ancora far conoscere, preferiscono lavorare su artisti già affermati. Anche
per me hanno avuto un’importanza fondamentale le affermazioni nei concorsi internazionali, sia in Ialia che in
paesi come il Giappone e il Sud Africa, dove la mia attività
concertistica è stata in seguito molto intensa. Il concorso è
un’ottima palestra quindi sicuramente utile per l’aspirante
concertista, ma è l’idea della competizione in musica che è
profondamente sbagliata, senza poi contare i rischi di manipolazione che questo genere di gara può generare nella personalità musicale di un giovane. Forse una delle poche
alternative per un giovane oggi è puntare sull’originalità
del repertorio e diventare anche un bravo manager di se
stesso.
Da Carpi, sua città di origine, alle più grandi sale da
concerto in tutto il mondo. Le piace la dimensione del
viaggio che un artista come lei deve necessariamente affrontare?
E’ anche questa una delle ragioni per cui ho voluto fare il
musicista e per cui sono felice della scelta che ho fatto. E’
una dimensione che mi appaga totalmente anche grazie alla
mia grande curiosità e al desiderio di conoscenza che ho
nei confronti di paesi e culture lontane.
Quale paese l'ha colpita maggiormente? E quale paese
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vorrebbe visitare e per il momento ancora non ci è riuscito?
Carlo Guaitoli
Ho avuto la fortuna di viaggiare in paesi anche molto lontani e diversi dal nostro. Dal punto di vista professionale
sicuramente il Giappone, dove ho suonato parecchio, offre
situazioni molto appaganti, e mi pare che la Cina, paese
nel quale sono stato recentemente, stia andando nella stessa
direzione. Sono in ogni caso molto attratto dai paesi orientali e mediorientali; ricordo con grande piacere il Libano,
Israele, l’India, tutti paesi dove sono stato in veste di « musicista-viaggiatore ». I paesi che vorrei ancora visitare sono
troppi per elencarli tutti, ma sicuramente ho grosse lacune
per quanto riguarda l’Europa dell’Est e spero di colmarle
presto.
Qual é il repertorio che preferisce suonare in pubblico?
Ama suonare con Orchestra?
Adoro suonare con l’orchestra, e devo dire ancora di più da
quando ho fatto le prime esperienze come direttore. Il suono
corposo dell’orchestra è sempre stata una delle cose che mi
hanno più emozionato fin da piccolo, la possibilità di inserire il mio pianoforte in questo contesto è sempre molto affascinante. Il repertorio che sento istintivamente più vicino
è quello del Novecento, anche se amo spaziare molto all’interno del repertorio pianistico, in particolare in quello romantico e tardoromantico. Ho poi una devozione totale a
Bach, ma una sorta di estremo rispetto nei suoi confronti
mi ha un po’ frenato dal frequentarlo in pubblico
Lei insegna presso il Conservatorio di Terni. E' difficile
oggi insegnare la musica classica ai giovani?
E’ molto difficile trasmettere la passione per la musica classica ai giovani e solo con grande passione si può pensare
di superare le difficoltà dell’apprendimento. Oggi rispetto
ad anni fa i giovani sono bombardati da ogni genere di attività e distrazione, per cui è anche più difficile trovare una
concentrazione giusta. Trasmettere questa passione è una
delle grandi sfide di oggi.
Tra le sue esperienze vi é , ormai da anni, la collaborazione con Franco Battiato. Come é nata? Ci parli di lui,
della sua musica e dell'apporto di un musicista prettamente « classico » in questo ambito.
Questa collaborazione è nata alla fine del 1993, in un periodo in cui Franco Battiato era particolarmente concentrato nella composizione di opere « classiche » ; aveva da
poco realizzato l’Opera Gilgamesh e si preparava alla prima
esecuzione della Messa Arcaica. Proprio a questo ultimo
lavoro per soli e orchestra sono stato chiamato a collaborare.
Credo poi che Franco stesse cercando un pianista che potesse
suonare in stile classico, ma che si trovasse a suo agio anche
in contesti diversi; quindi dopo questa prima esperienza mi
chiese di collaborare anche alle successive, credo che il mio
eclettismo lo abbia interessato perchè lui stesso si pone proprio in questo modo nei confronti della musica. E’ un artista unico, la sua originalità è il punto focale direi proprio
del sue essere artista, mai prevedibile e sempre curioso,
aperto. E’ un grande divoratore di musica classica e ora
anche di cinema e ogni cosa che tocca diventa in qualche
modo speciale. In questo lungo periodo ho imparato tanto
sia dalla sua visione della musica che da quella più in generale della vita.
Negli ultimi anni devo dire che il rapporto è poi diventato
ancora più interessante, perchè ho avuto la possibilità di
affiancarlo nei momenti più creativi, cioè quando la sua
musica nasce e comincia a vivere ed anche per le esperienze
come direttore d’orchestra con orchestre di altissimo livello
come la Royal Philharmonic Orchestra.
Se suo figlio volesse fare il musicista e seguire le orme
sue e di sua moglie cosa direbbe?
Sicuramente non glielo impedirei, nonostante le enormi difficoltà di oggi, è comunque una professione che regala gioie
e soddisfazioni incredibili. Magari cercherei di consigliare
un altro strumento, due pianisti in famiglia sono più che
sufficienti.
Ci parli del programma Gershwin con l'Orchestra Filarmonica di Stoccarda.
Gershwin è sempre stato in qualche modo un riferimento
importante per me perchè funge da ponte tra il linguaggio
jazzistico afroamericano e quello classico occidentale, cioè
la musica che amo in modo particolare. Credo che, se la celebre Rapsodia in Blu è da tutti conosciuta e riconosciuta
come un capolavoro di grande inventiva e un fantastico
punto di incontro dei due mondi musicali, le Variazioni su
« I got Rhythm », scritte dieci anni dopo la Rapsodia per
festeggiarne la ricorrenza, rappresentino una piacevole sorpresa per la maturità raggiunta dall’autore dal punto di
vista della scrittura sia pianistica che orchestrale più complessa, per la capacità di usare i colori dell’orchestra in
modo nuovo e per il sincretismo stilistico che connota ogni
variazione.
E’ un brano raramente eseguito e dal punto di vista esecutivo si tratta di una notevole fatica per soli dieci minuti di
musica ...ma di grande sodisfazione.
Concerto conclusivo della
Stagione 2009/2010
Mercoledì 23 giugno 2010 – ore 21
Stuttgarter Philharmoniker
Direttore Gabriel Feltz
Pianista Carlo Guaitoli
Programma
G.Gershwin
Variazioni “I got rhythm”
G.Gershwin
Rhapsody in blue
W.A.Mozart
Sinfonia n.41 in do magg. K551 “Jupiter”
Il Pungolo
Editore:
Fondazione La Società dei Concerti
Direttore Responsabile:
Gabriele Zosi
Redazione a cura di:
Enrica Ciccarelli
C.so di Porta Vittoria, 18 - 20122 Milano
Tel. 0267493160 e.mail:[email protected]
hanno collaborato a questo numero:
Alberto Cima, Alessandra Chiodi Daelli,
Anna Roncoroni
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Gli Indispensabili e
I Consigli.... di
Alberto
Cima
Critico Musicale
Gli Indispensabili...
Jascha Heifetz plays French Music
Jascha Heifetz, violino
Emanuel Bay, pianoforte
Idis, 6591
Studio Recording 1936 & 1950
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“Jascha Heifetz plays French
Music”: è questo lo storico cd pubblicato dall’etichetta
“Idis”, distribuita da “Jupiter”, che presenta alcuni capolavori del repertorio francese per violino e pianoforte
che hanno avuto, proprio in Heifetz, un interprete straordinario. Questo disco costituisce un’autentica sorpresa
per i molteplici ammiratori di Jascha Heifetz (19011987), il violinista per antonomasia, l’unico, inimitabile
solista di tutti i tempi. Grazie a questa pregevolissima
iniziativa è ora possibile ascoltare, in un accurato remastering digitale, queste sue incisioni rare e preziose,
ormai da tempo fuori catalogo.
La “Sonata in la maggiore op. 13 per violino e pianoforte”
è il primo lavoro del catalogo di musica da camera di Gabriel Fauré (1845-1924), eppure è già una composizione sintomatica del suo linguaggio, impregnato di un
romanticismo raffinato, colmo di “nuances espressive”. La
Sonata è suddivisa in quattro movimenti: il primo (“Allegro
molto”) possiede un tratto elegante e, nel contempo, fiammeggiante; il secondo (“Andante”) ha un tono sommesso e
malinconico; il terzo (“Allegro vivo”) ha l’andamento di uno
“Scherzo” con una sezione centrale cantabile, mentre il
quarto (“Allegro quasi Presto”) è intessuto di nobile lirismo.
In Heifetz si apprezza, in questa interpretazione, il bel
vibrato, l’arcata sicura, l’intonazione perfetta e la cantabilità persuasiva. La registrazione, in studio, è stata
effettuata nel 1936.
Claude Debussy (1862-1918) è indubbiamente un caposcuola della musica contemporanea. Ne è un chiaro
esempio, benché poco nota, la sua “Sonata in sol minore
per violino e pianoforte”. La componente impressionistica del musicista, come traspare da queste note impregnate di “colore”, è un dato di fatto. Si può notare un
particolare tematismo, scisso in una miriade di incisi.
Tutto sembra diventare struttura, dal timbro al segmento melodico, dal ritmo alla scelta delle sonorità del
pianoforte, che ha un proprio ruolo ben determinato,
non solo di accompagnamento. Il suono particolare che
scaturisce ha, in sé, l’elemento strutturale di base.
Jascha Heifetz, in questa incisone in studio del 1950, ha
un suono purissimo. E’ una pagina splendidamente ce-
sellata, con esiti stilistici inauditi, in un’aurea musicalità.
La “Sonata n. 1 in re minore op. 75 per violino e pianoforte” di Saint-Saëns (1835-1921), composta nel 1885,
non gode di molta popolarità, eppure è un’opera di ragguardevole entità, sia per la coerenza strutturale che per
la piacevolezza d’ascolto. Abbastanza evidente il riferimento alla cultura tedesca dello “sturm und drang”
(primo romanticismo), la cui drammaticità è tuttavia intrisa di un virtuosismo prorompente, a volte incisivo, a
volte leggero e spiritoso. E’ strutturata nei quattro movimenti classici.
Il suono di Jascha Heifetz è caldo e sensualissimo. Presta
delicatezza di fraseggio e serena cantabilità. Inconfondibili la sua arcata, l’agilità tecnica, la nitidezza dell’intonazione e il calore timbrico. Heifetz possiede un suono
rotondo e vellutato di fascino seducente e fraseggia con
una flessibilità perfettamente aderente allo spirito di
queste composizioni. La Sonata di Saint-Saëns, come
quella di Debussy, è stata registrata in studio nel 1950.
Splendido l’accompagnamento pianistico di Emanuel
Bay perfettamente integrato con la visione di Heifetz.
Suona con brillantezza, eleganza, intelligenza e finezza
interpretativa di prima qualità. Si distingue per precisione tecnica, bellezza del suono e musicalità.
I Consigli...
Prokofiev: Complete works for violin & piano
Pavel Berman, violino
Vardan Mamikonian, pianoforte
Dynamic, CDS 654
L’etichetta discografica “Dynamic” ha pubblicato in cd l’integrale delle composizioni
per violino e pianoforte di Sergey Prokofiev. Splendidi
interpreti il violinista moscovita Pavel Berman e il pianista armeno Vardan Mamikonian.
Prokofiev ha scritto solo due Sonate per questo organico.
La più nota è la seconda in re minore, op. 94a che, a differenza della prima in fa minore, op. 80 dal carattere
cupo e tenebroso, presenta un andamento più festoso.
Originariamente l’op. 94 era stata scritta per flauto e
pianoforte, ma in seguito la versione violinistica eguagliò
e superò in popolarità quella flautistica. Nella trasposizione per violino e pianoforte fu eseguita per la prima
volta il 17 giugno 1944, al Conservatorio di Mosca, con
due interpreti d’eccezione: il violinista David Oistrakh,
dedicatario dell’opera, e il pianista Lev Oborin. Completano il catalogo delle composizioni prokofieviane per violino e pianoforte le gradevoli “Cinque Melodie op. 35b”,
una trascrizione di un’opera concepita inizialmente per
voce e pianoforte.
Prokofiev è un autore che affascina incondizionatamente
Pavel Barman e lo si nota nelle sue interpretazioni. Sembra quasi che vi siano vari punti in comune fra i caratteri
del compositore e del violinista. In questa registrazione
si può notare l’evoluzione estetica di Prokofiev. La prima
Sonata è estremamente tragica, molto personale, e risente del periodo della guerra, essendo stata composta
proprio in questo periodo. L’”Andante” è di una purezza
incredibile, quasi un dipinto dell’epoca. Di natura contrapposta, per lo più di carattere solare, la seconda Sonata, che reca in sé una profonda luce interiore. Nelle
“Cinque Melodie”, pagine che possono essere considerate
di passaggio, traspare il gusto fiabesco della tradizione
russa del compositore.
Esemplari le interpretazioni di Pavel Berman che offre
una lettura assai fedele delle varie indicazioni contenute
negli spartiti. Adeguate le scelte dei tempi. I diversi climi
espressivi delle composizioni sono messi in giusto risalto.
Impeccabile la tecnica, suadente il “cantabile”. Di questo repertorio offre una visione personale, assai interiorizzata, che fanno di Prokofiev-Berman un tutt’uno.
Ineccepibile l’accompagnamento pianistico di Vardan
Mamikonian che non si limita a suonare pedissequamente, ma offre una prestazione degna di rilievo, in completa sintonia con la visione del violinista, sia per qualità
tecniche che espressive.
Filomena Moretti
Jeux Interdits & other famous
guitar encores
TransArt, TR 168
L’affascinante trentasettenne chitarrista sassarese Filomena Moretti
è oggi uno dei più grandi talenti
musicali nel panorama europeo concertistico e fra gli artisti più comunicativi in assoluto. Ne è convincente testimonianza il suo ultimo cd live, “Jeux Interdits &
other famous guitar encores”, prodotto dall’etichetta
francese “TransArt”. Sono qui contenute composizioni
di Francisco Tarrega (“Recuerdos de la Alhambra”,
“Fantasia sobre los motivos de La Traviata”, Caprice
arabe”), Agustin Barrios Mangoré (“Valse op. 8 n. 4”,
“Una limosna por el amor de Dios”, “La Catedral”),
J.S.Bach/Gounod (“Ave Maria”, trascr. Moretti), Giulio
Regondi (“Rêverie-Notturno op. 19”), Franz Schubert
(“Ave Maria”, trascr. Moretti), Enrique Granados (“Andaluza”, trascr. Moretti), Isaac Albeniz (“Mallorca op.
202”, “Torre Bermeja”, “Granada”), Vittorio Monti
(“Czárdas”, trascr. Moretti) e Fernando Sor (“Jeux Interdits”, che dà il titolo all’album).
Questo gioiello integra e completa i quattro dischi di Filomena già pubblicati dalla stessa etichetta: “Récital”
(TR 107), Bach (vol. I e II – TR 133 e 147), Villa-Lobos
(TR 138), tutti imperdibili per apprezzare l’arte di questa interprete raffinata e sensibile, che ha portato le esecuzioni chitarristiche a livelli trascendentali. Tutto in lei
è pace, serenità, amore, sensualità, voglia di comunicare.
Il virtuosismo e la tecnica delle esecuzioni di Filomena
lasciano pure ampio spazio alla semplicità e linearità melodica, che parla al cuore e all’anima. Le sue interpretazioni sono pressoché perfette e inimitabili, essendo tutte
personali e interiormente vissute, quasi subliminali.
La sua interiorità sembra nascere dal silenzio e trova
nella chitarra una voce, unica e possente, in grado di comunicare profonde emozioni. La giovane Filomena, entrata nella fase più eclatante della sua maturità artistica,
è un’esponente assai rappresentativa della nuova generazione di chitarristi che intendono imporre una nuova,
approfondita immagine del proprio strumento. E’ un’interprete unica. La musicalità di Filomena emerge anche
nelle sue trascrizioni, che si attengono allo stile del compositore e non ne travisano il contenuto. Se ascoltiamo
Filomena non la abbandoneremo mai.
Floraleda Sacchi
Harp Dances
Decca 476 3856
Dopo il successo ottenuto nel 2008 con
“Minimalia Harp”, l’arpista Floraleda
Sacchi, sempre per l’etichetta “Decca”,
propone ora qualcosa di diverso, ma altrettanto significativo:
“Harp Dances”, un cd romantico e sensuale dedicato a brani
con ritmi di danza di Granados, Albéniz, Lecuona, Rodrigo e
Salzedo, un’antologia di autori dell’Ottocento-Novecento.
La “Suite of Dances” di Carlos Salzedo (1885-1961) riassume
idealmente la storia della danza. Ognuno dei sette brani sperimenta una tecnica arpistica differente prediligendo soprattutto un approccio virtuosistico e percussivo. La “Suite” è
dedicata a Lucile Lawrence, moglie del compositore. “Song
the Night” (altra composizione di Salzedo presente nel cd),
scritta nel 1927, è l’ultimo brano della raccolta “15 Preludes”
e prevede tecniche speciali, quali le percussioni sulla tavola armonica e le corde pizzicate con le unghie.
Enrique Granados (1867-1916) è presente con due pagine
popolari tratte da “Danzas Españolas op. 37” (“Oriental”,
n. 2 e “Andaluza”, n. 5) e i “Valses poeticos”, che risalgono
presumibilmente agli anni 1886/87. Sono composizioni sostanzialmente giovanili, considerate tuttavia come la
prima opera importante del compositore catalano.
Del cubano Ernesto Lecuona (1895-1963) Floraleda esegue
“Zambra Gitana”, una danza sensuale ispirata all’Andalusia.
Il cd contiene inoltre due brani (n. 5 “Asturias”, n. 7 “Cuba”)
tratti dalla “Suite Española op. 47” e “Tango Español op.
164 n. 2” di Isaac Albeniz (1860-1909). Gli originali per pianoforte ben si prestano all’esecuzione sull’arpa.
Completa il disco “Danza de la Amapola” (1972) di Joaquin Rodrigo (1901-1999) in cui vi è un intricato e virtuosistico gioco di pedali oltre che di mani, che si
sospinge fino al registro più grave dello strumento.
Floraleda Sacchi offre un’interpretazione assai degna di lode.
La letteratura solistica per questo strumento è piuttosto limitata
e non sempre rilevante, ma Floraleda dà un tocco magico a tutte
le sue esecuzioni, rendendole vive e degne della massima attenzione, dando così lustro e valore all’arpa. Un disco che, per vari
aspetti spesso reconditi, non può essere ignorato. Un cd delizioso
e godibilissimo, sia per la frizzante levità delle proposte sia per
l’eccellenza delle esecuzioni, calde e pregnanti, puntuali e raffinate. La lettura di queste musiche è palpitante, attenta e vibrante. Le sue interpretazioni sono valide tecnicamente, ma
anche ricche di pathos ed espressione. Le note di copertina, precise e dettagliate, sono firmate dalla stessa Floraleda.
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I Viaggi
de il Pungolo
Proponiamo con questo numero un soggiorno breve a Lucerna in occasione del Festival che si tiene ogni estate nella cittadina svizzera. Protagonisti dei concerti il maestro Claudio Abbado e la pianista francese
Hélène Grimaud, che sarà anche presente a Milano nella prossima stagione con un recital solistico per la serie smeraldo.
Lucerna.
Il Maestro Abbado a Lucerna con la sua orchestra di star nella Sinfonia n. 9 di Mahler.
Il giorno successivo un concerto con Hélène Grimaud.
21 - 23 agosto 2010
KKL
sabato 21 agosto 2010 (18.30)
Sinfonia n. 9 di G. Mahler
Lucerne Festival Orchestra
Direttore: Claudio Abbado
KKL
domenica 22 agosto 2010 (11.00)
Sinfonia n. 15 di D. Šostakovich/V. Derevianko
Sonata per flauto e pianoforte di F. Poulenc
Sonata per violino e pianoforte n. 1 op. 105 di R. Schumann
Sonata per viola e pianoforte n. 2 di J. Brahms
Solisti della Lucerne Festival Orchestra
Pianoforte: Hélène Grimaud
Su richiesta
KKL
domenica 22 agosto 2010 (ore 18.30)
Elia, oratorio op. 70 di F. Mendelssohn
Mahler Chamber Orchestra
Direttore: Daniel Harding
Interpreti: J. Kleiter, B. Fink, M. Schade, Thomas Quasthoff
KKL
lunedì 23 agosto 2010 (19.30)
Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 op. 73
“Imperatore” di L. van Beethoven Rakastava op. 14 di J. Sibelius
Sinfonia “Manfred” op. 58 in si min. di P. Tchajkovskij
Sydney Symphony Orchestra
Direttore: Vladimir Ashkenazy - Pianoforte: Hélène Grimaud
10
La quota comprende:
Sistemazione alberghiera per due notti in camera doppia con prima colazione inclusa
Biglietto di prima categoria per il concerto di C. Abbado del 21 agosto
Biglietto di prima categoria per il concerto di H. Grimaud del 22 agosto
Assistenza telefonica 24 ore su 24
Quota individuale di partecipazione:
Con l’Hotel Schweizerhof***** (camera superior vista lago): € 792
Con l’Hotel Schiller***S (camera superior): € 622
Con l’Hotel Zum Rebstock*** (camera classic): € 591
Supplemento singola: € 294
Supplemento singola: € 160
Supplemento singola: € 142
Informazioni: Andrea Cortelazzi
IL SIPARIO MUSICALE
Itinerari di musica e arte srl
via Molino delle Armi 11
20123 Milano
Tel: +39 02 5834941
Fax: +39 02 58349430
[email protected]
www.ilsipariomusicale.com
La Lucerne Orchestre Festival
La Lucerne Festival Orchestra ha debuttato giovedì 14 agosto del 2003 presso la Konzertsaal di Lucerna, uno dei
più bei gioielli dell’architettura contemporanea, opera del francese Jean Nouvel: una sala imponente, più alta che
larga, dai colori bianco e ciliegio e con un imponente organo centrale. A Lucerna Claudio Abbado, che non è nuovo
a esperienze del genere avendo già fondato numerose altre realtà musicali, prima fra tutte la Filarmonica della Scala,
ha richiamato intorno a sé novanta amici, i migliori elementi delle migliori orchestre europee, dai Berliner ai Wiener
ai giovanissimi della Gustav Mahler Jugendorchester, e coraggiosamente vi ha aggiunto anche alcuni noti solisti.
Ecco che seduti ai leggii si riconoscono Kolja Blacher, Wolfram Christ, Diemut Poppen, Natalia
Gutman, Jens-Peter Maintz, Clemens Hagen, Alois Posch, Jacques Zoon, Reinhold Friedrich, Bruno Schneider,
membri del Sabine Meyer Wind Ensemble, del Quartetto Alban Berg e del Quartetto Hagen.
Questi straordinari musicisti costituiscono questa orchestra di "eccellenza" che si ritrova in occasione dell’annuale
Festival di Lucerna, una rassegna estiva che nella storia delle sue 73 passate edizioni vanta fra gli ospiti i migliori
musicisti e le migliori orchestre del XX secolo.
La rischiosa operazione di fusione fra orchestrali e solisti si è realizzata con ottimi risultati, con Abbado eccellente
direttore-concertatore, raffinatissimo cesellatore di dinamiche e armonie, capace di ottenere dalle compatte sezioni
una bellissima qualità di suono, profondo e intenso, cristallino, omogeneo e fortemente espressivo, un miracolo per
equilibrio tra forte personalità e sottile virtuosismo.
Gli hotel
L’Hotel Schweizerhof è un lussuoso hotel cinque stelle situato nel centro storico di Lucerna, in splendida posizione
panoramica di fronte al Lago dei Quattro Cantoni. Casa ricca di tradizione a conduzione famigliare dal 1861, combina
squisitamente il fascino storico classico con elementi infrastrutturali moderni.
L’Hotel Zum Rebstock è un grazioso hotel tre stelle ubicato nel centro ci Lucerna a pochi passi dal centro storico
pedonale. Situato in un edificio storico in legno e muratura risalente al 14° secolo, l’Hotel Rebstock è circondato da
numerose opere d’arte contemporanea, dove gli abitanti di Lucerna gustano piacevolmente drink e snack. L’hotel è
inoltre uno dei 16 alberghi Unique&Historical della Svizzera, accanto alla famosa chiesa Hof.
L’Hotel Schiller è un hotel tre stelle superior ubicato nel pieno centro di Lucerna ed a pochi passi dal KKL, ove si
svolge il celebre Festival Estivo. Costruito in un edificio della fine del diciannovesimo secolo, congiunge perfettamente
il fascino di una casa antica con i comfort moderni. Le camere superior, tutte rinnovate, offrono servizi esclusivi
come la doccia tropicale e TV a schermo piatto. L’hotel è dotato di aria condizionata.
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L’Angolo
di Alessandra
di Alessandra Chiodi Daelli
…nata a Roma, studia pianoforte e si laurea in lettere antiche con specializzazione in storia dell'arte alla LUMSA della sua città. Si trasferisce a Milano
dove si occupa da sempre di arte, antiquariato e musica.
Assidua frequentatrice delle più importanti sale da concerto di tutta Europa è
amica personale di alcuni grandi artisti.
(foto Giovanni Gastel)
Questa volta parliamo di donne!
L’occasione è ghiottissima: due concerti , uno in sala Puccini e
l’altro in sala Verdi con due interpreti femminili di grande fascino. Il primo è una chicca e una novità , il concerto del soprano
americano Madelyn Renée. Amo la lirica, e quindi vivo nel posto
più indicato (Italia), nella città più blasonata (Milano) per questa mia passione; purtroppo proprio in questo paese è difficile
carattere di Madelyn, diviso tra capacità e inclinazione. La
prima parte Mozart, Schubert e Brahms: la summa del repertorio liederistico; la seconda Lehàr, Satie, Offenbach, il fascino ,
l’umorismo, la musica che sconfina nel teatro. Ed è qui che Madelyn trova il suo elemento più coinvolgente fasciata in un abitopeplo di Alberta Ferretti rosso framboise, ha interpretato a perfezione il personaggio della “grande cantante lirica”. Prima
dell’avvento del cinema e dello star-system le dive erano le cantanti liriche, da Giuditta Pasta a Maria Callas. Ora purtroppo
siamo in un mondo di veline. Non posso che essere felice quando
vedo della belle donne “vestite” che hanno anche il dono dell’arte. Il concerto è stato un successo, il pubblico è rimasto affascinato dalla grande presenza di Madelyn e dal bel contrasto del
rosso del vestito e la capigliatura corvina della bella soprano.
Bella serata e per definirla userei i versi di uno dei lieder che sono
stati cantati…così passano le ore più belle della vita fuggono
via danzando…
Madelyn Renée
Olga Kern
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ascoltare un concerto di un solista che propone autori e brani in
una dimensione familiare e colloquiale proprio come quella del
soprano Madelyn Renée in Sala Puccini. Il secondo concerto è
il concerto della pianista russa Olga Kern con un programma
di vero virtuosismo che oserei definire “ginnico”. Una nuova
“guerra fredda” tra le due protagoniste combattuta sul terreno
dell’eleganza, che ha portato una ventata di fascino e colore nelle
sale del Conservatorio. Medelyn Renée oltre che essere un bravissimo soprano con una carriera internazionale sulle spalle è
anche una mia carissima amica….quindi cercherò di essere assolutamente equa. Il programma del concerto rispecchiava il
Passiamo ora alla Sala Verdi con Olga Kern. Già beniamina del
pubblico della Società dei Concerti è una giovane e affermata
artista che mantiene tradizioni e consuetudini che vanno scomparendo nel dress code del concertismo: il cambio di abito nei
due tempi del concerto. Gliene sono grata e questo la nobilita
sotto ogni aspetto. La sua è una eleganza classica con un tocco
aggressivo e moderno. Infatti il creatore dei suoi abiti esibiti nel
concerto è americano di origini portoricane: Harry Robles.
Una scelta che la avvicina alla first lady Michelle Obama che
per il suo guardaroba sceglie creatori americani di origini multietniche. Una scelta rappresentativa di una nazione così etnicamente composita. Il primo vestito era sobrio nelle linee con
una stoffa a grandi fantasie floreali nei toni del verde e del viola.
Bellissimo e ben portato su un fisico che potrebbe sopportare di
tutto!! Il secondo nei toni aranciati con la gonna di una stoffa
preziosa intarsiata da piume di struzzo. Avrà scelto i vestiti in
base al programma!?! Infatti il secondo risentiva di influenze
orientali sia per la preziosità della stoffa che per il modello più
elaborato.
Il rispetto e l’amore che abbiamo per la Musica si riflette anche
nel modo in cui ci presentiamo; ed è stato meraviglioso gustare
lo spettacolo di una bella donna elegante che suona in maniera
fantastica!!
Se di “guerra fredda” tra queste due interpreti ho parlato, non
posso che concludere dicendo che l’unica e sola vincitrice è stata
l’eleganza!
Olga Kern
La Posta
de il Pungolo
Pubblichiamo alcune lettere di abbonati pervenuteci in
merito al sondaggio lanciato lo scorso numero del notiziario circa l’orario di inizio dei concerti.
Ho letto sul pungolo di aprile la lettera spedita dall'abbonata signora Santarelli. Mi associo alla gentile signora
per comunicare il mio, e anche quello di mio marito, dissenso al comportamento delle persone che si permettono
di lasciare la sala prima che l'orchestra o l'artista abbiano lasciato il palcoscenico.
È pura maleducazione e mancanza di gratitudine verso
l'impegno dell'artista, che ci ha deliziati, nutriti, magari
anche rappacificati col mondo, attraverso la sua esecuzione.
Sapete che in Austria agli abbonati veniva spedito un codice di comportamento con sottili consigli per indicare
una certa discrezione nel tossire, starnutire o soffiarsi il
naso?
Per quanto riguarda il sondaggio, desidero far sapere che
l'orario anticipato del concerto per noi non sarebbe un
problema.
Cordiali saluti,
Valeria De Nardi
Ho letto sul Pungolo la lettera della signora Santarelli,
che propone di anticipare l'orario d'inizio dei concerti
alle 20 o alle 20.30.
Non sono assolutamente d'accordo.
L'orario delle 20 tuttora praticato dalla Scala è anacronistico e snob: andava bene nell'Ottocento, quando il
pubblico della Scala ... non lavorava, essendo costituito
solo dall'aristocrazia o dall'alta borghesia, che poteva
permettersi di "cenare" dopo lo spettacolo.
Oggi, per fortuna, i tempi sono cambiati e tutti coloro
che frequentano i concerti devono avere il tempo di cenare prima dell'inizio del concerto, perché tutti lavorano, che siano operai, impiegati o ricchi finanzieri.
Sono quindi del parere di mantenere l'orario attuale
delle 21, ormai divenuto un classico per quasi tutte le
organizzazioni concertistiche.
Complimenti per la vostra attività e grazie per l'attenzione.
ing. Carlo Valli
Sono vostra abbonata dall'ottobre 1983, anno di avvio
della Vostra splendida iniziativa a Milano. In risposta
alla gentile abbonata Marina Santarelli, la quale forse
non tiene conto che parte degli abbonati, proviene anche
da comuni fuori Milano, come me, per esempio. L'orario
delle 21 è perfetto, tant'è che quando avete fatto serate
presso la Scala, piacevolissime, non nascondo la difficoltà per arrivare alle 20. Teniamo presente che quando
ci sono fiere a Rho, il traffico aumenta, come ieri sera 20
minuti per percorrere il tratto via Molino delle ArmiVia Visconti di Modrone! Grazie per la serata di ieri sera
con l'Orchestra di Lucerna e il Maestro Berezowsky, semplicemente divini.
Cordiali saluti a tutta la redazione del Pungolo.
Carla Zanardi Panzieri
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A Tavola
con il Pungolo
le ricette musicali di Anna Roncoroni
…appassionata di cucina dall'età di tre anni, con sperimentazioni casalinghe per la gioia di
parenti e amici, crea per i lettori del Pungolo alcune ricette musicali, frutto delle sue esperienze in alcuni importanti ristoranti lombardi e della sua passione per il biologico.
Cucina con preferenza torte e primi piatti, seguendo la stagionalità dei prodotti e acquistando nei mercati locali . Buon appetito!
CROSTATA “ELGAR”
CON CURD AL LIMONE
(questa ricetta prevede una cremina al limone tipicamente anglosassone, ecco perché ho chiamato la mia torta con
il nome di un grande compositore inglese…da riscoprire)
Pasta sucrée
250 g farina 0
100 g burro ammorbidito
100 g zucchero di canna
80 g pinoli tostati
100 g scorze di limone
2 uova a temperatura ambiente
un pizzico di sale
Curd al limone
4 limoni non trattati
4 uova a temperatura ambiente
175 g zucchero
100 g burro ammorbidito
Per la pasta sucrée mescolate in un recipiente farina zucchero sale pinoli e scorze di limone,mettete al centro il burro
e lavorate velocemente con la punta delle dita fino ad ottenere una consistenza grumosa. Aggiungete quindi le uova
e lavorate fino ad avere un composto omogeneo.Formate una palla che,avvolta nella pellicola,dovra’ riposare in frigorifero prima dell’uso.
Nel frattempo preparate il curd al limone.
Ricavate dai limoni la scorza e il succo che andranno in una pirofila con lo zucchero e il burro. Mescolate bene, sbattete le uova in un altro recipiente e versatelo sul composto al limone. Fate cuocere a bagno-maria per circa 20 minuti
mescolando senza portare a ebollizione in modo da ottenere la consistenza di una crema.
Lasciate raffreddare.
Accendete il forno a 180 °
Stendete l‘impasto in uno stampo con carta forno e successivamente bucherellate il fondo prima della cottura.Cuocere
in bianco per circa 40 minuti finche’il guscio e’ dorato.
Fate raffreddare la base poi distribuire il curd ed eventualmente decorate con pinoli tostati e scorze di limone.
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Incontri Musicali
in Sala Puccini
I concerti del lunedì in Sala Puccini riservati ai giovani
concertisti del futuro hanno riscosso quest’anno un successo davvero entusiasmante. Ringraziamo il Pubblico
che diventa partecipe insieme ai giovani artisti di un appuntamento settimanale di grande soddisfazione: ospitare giovani concertisti che affrontano le grandi opere
classiche e il palcoscenico del Conservatorio con entusiasmo, freschezza, timore e rispetto.
Anche per la stagione prossima il calendario degli Incontri Musicali in Sala Puccini è molto vario e interessante.
Riserverà sicuramente gradite sorprese, oltre a un minifestival Chopin durante il mese di Novembre.
Lo scorso 24 maggio, abbiamo ospitato un concerto di
tre giovanissimi pianisti cinesi Chen Guang, 15 anni, Li
Ying 12 anni e Wu Yumin 16 anni , che si sono alternati
sul palco con un programma intenso, catturando il pubblico con grande bravura. Era la prima esperienza in Occidente, invitati in Italia per partecipare al Concorso
Internazionale per pianoforte e Orchestra di Cantù (dove
hanno riportato premi importanti) e per debuttare a Milano.
Abbiamo raccolto alcune loro riflessioni sull’esperienza
Italiana.
“Siamo arrivati in Italia il 1° maggio, invitati da Enrica
Ciccarelli, che è la nostra insegnante delle MasterClass
tenutesi a Novembre 2009 nella nostra scuola , il Conservatorio centrale di Pechino. Per noi è stata una
grande emozione poter venire in Italia, un grande paese
ricco di cultura e tradizioni, città nuove, abitudini diverse, belle sale da concerto, ascoltare grandi artisti e
conoscerli personalmente....
Wu Yumin, Li Ying, Chen Guang
Abbiamo studiato tanto per il concorso e per i concerti
ma abbiamo avuto anche l’opportunità di visitare Milano, i suoi musei, il teatro alla Scala, siamo stati a Venezia, San Marco, il museo Guggenheim!
In particolare siamo stati molto felici ed emozionati di
suonare a Como nella Sala Bianca del Teatro Sociale,
dove suonò anche Liszt e soprattutto a Milano nella Sala
Puccini del Conservatorio. La Sala era esaurita e il pubblico così intenso e competente. Ci siamo impegnati al
massimo, amiamo le sfide, e il pubblico ci ha premiati
con tanti, tantissimi applausi. Grazie di cuore! E grazie
al vostro paese meraviglioso; speriamo di tornare preso
per poter dividere con voi la gioia della Musica.”
La prossima stagione degli Incontri Musicali prevede 31 appuntamenti il lunedi' sera in Sala
Puccini a partire dal 18 Ottobre.
Ecco una carrellata di foto di alcuni dei protagonisti degli Incontri Musicali 2009/2010.
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Un saluto da Sergej Krylov
Cari Amici della Società dei Concerti,
mi trovo in questi giorni a San Pietroburgo e sono felice di inviarvi un saluto da questa meravigliosa città, dove ho la fortuna di tornare regolarmente ogni anno per rinnovare la bellissima collaborazione con l’Orchestra Filarmonica di San
Pietroburgo. In questi giorni stiamo preparando assieme al direttore Nikolai Alexeev un programma che include due concerti per violino e orchestra, quello di Mendelssohn in mi minore e quello di Wieniawsky in re minore. Suonare con una
compagine di questo livello è sempre un grande privilegio nonché fonte di profonda ispirazione e qualche volta non mancano
le sorprese. Ieri sera, all’emozione di una sala esaurita in ogni ordine di posti, si è aggiunta quella di riconoscere tra il
pubblico il Maestro Yuri Temirkanov. Vi assicuro che pur avendo suonato con lui diverse volte, saperlo tra il pubblico
incute sempre soggezione e allo stesso tempo emana straordinaria energia. E’stato un onore ricevere i suoi complimenti al
termine del concerto e rivivere insieme i giorni passati a Parigi lo scorso novembre, quando al Théâtre des Champs-Élysées
abbiamo eseguito tre diversi programmi in serate consecutive.
Nei prossimi giorni sarò a Vilnius per suonare e dirigere un nuovo programma con la Lithuanian Chamber Orchestra, di
cui sono direttore musicale dal 2008, e in questa occasione avrò al mio fianco come solista Alexander Kniazev.
Attendo con piacere di rincontrarvi tutti in Sala Verdi il prossimo 10 novembre per la Serie Smeraldo e
nel frattempo vi mando un caloroso saluto!
S. Pietroburgo, 29 maggio 2010
Sergej Krylov
Mercoledì 10 novembre 2010 - ore 21
Violinista SERGEJ KRYLOV
Pianista ITAMAR GOLAN
Programma
L. van Beethoven
Sonata n.9 in la magg. op.47
“A Kreutzer”
K. Szymanowski
Mity op.30
F. Schubert
Fantasia in do magg. op.159 - D.934
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