Lolitapassa dallo scaffale alla tv
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Lolitapassa dallo scaffale alla tv
8 Lunedì 30 Gennaio 2017 Corriere del Mezzogiorno BA In libreria Il volume Le Murge, un testo raccoglie storie e ricette «La cucina delle Murge, storie e ricette» è un libro uscito nel settembre del 2016 per i tipi di Tarka e che fa ancora parlare di sé per il suo modo di raccontare le prelibatezze di quella zona della Puglia e il gran numero di ricette contenuto (sono 271, tutte facilmente preparabili). A firmare il lavoro è Maria Ferrante Pignatelli. Del libro Mark Guarnaschelli Gotti scrive così: «È un mangiare stranamente moderno: trionfo di verdure, legumi, paste, non molto pesce, poca carne, condimenti essenziali (...); e al tempo stesso pieno di suggestioni romane, bizantine, medioevali, arabe». E ancora: «Guardate la ricetta dei “cognotti” nella quale ostriche o cozze vengono infarinate e fritte, poi messe in una “cottura” di miele e aceto insieme a mandorle tostate e tritate, castagne tritate, arance candite spezzettate, e dopo bollitura conservate in barattolo. Una ghiottoneria in 271 ricette». Lolita passa dallo scaffale alla tv Il commissario Lobosco nato dalla penna di Genisi protagonista di fiction L’autrice: l’idea nacque dalla visione di Montalbano, ora cammina da sola Il libro L’ultimo lavoro di Gabriella Genisi si chiama «Spaghetti all’assassina». Il libro ha avuto, come i precedenti, un successo anche di critica. Da qui l’interesse di un paio di produttori televisivi di portare Lolita sul piccolo schermo U na vera donna del Sud. A suo agio tra pistole e fornelli. Un segugio in gonnella e Loboutin, sexy senza cercare di esserlo e con un grande fiuto. Tutto questo è Lolita Lobosco, il commissario edonista nato dalla fantasia della scrittrice barese Gabriella Genisi, con Spaghetti all’assassina giunta alla quinta indagine edita da Sonzogno. Dopo un’autentica invasione di detective letterari/televisivi al maschile presto potremmo vedere finalmente la barese con nonna napoletana Lolita in tv. Genisi, conferma i rumors? «Due importanti produttori televisivi sono interessati ad acquisire i diritti dei miei romanzi, vedremo». Presto Lolita Lobosco andrà ad arricchire il parterre di investigatori prestati allo schermo, ce n’è qualcuno che le piace? «Gli ultimi visti, tratti dai libri di Alessia Gazzola, Manzini e De Giovanni (“L’allieva”, “Rocco Schiavone” e “I bastar- di di Pizzofalcone”) mi hanno convinto. Devo ammettere che non guardo molta tv. Leggo molto, quindi spesso conosco già le storie raccontate». Infatti nei tuoi romanzi sono frequenti i crossover con altri investigatori. «Ora lo fanno tutti, ma rivendico una primogenitura. Dalle mie pagine sono passati Montalbano, Belascoarán (da Taibo), Pepe Carvalho (da Montalbàn) tra gli altri e con la Allevi di Alessia Gazzola c’è stato persino un crossover incrociato». Come nasce Lolita? «La scintilla è scattata guardando Zingaretti diventare Salvo Montalbano. In quel momento ho deciso che la passione, un certo approccio più empatico e meno tecnico ai casi, il legame con il territorio sarebbero diventati tratti della mia protagonista. Come la donna nasce da una costola dell’uomo, Lolita nasce da Montalbano per poi diventare un personaggio compiuto. Inoltre esistevano pochissimi commissari donna (a parte la Delicado della spagnola Gimenez-Bartlett), ho voluto porre fine a questa lacuna». Un commissario sexy che però ricerca la perfezione sul lavoro e in amore, trovi che una certa intransigenza sia una peculiarità di una quarantenne contemporanea? «Forse sì, è difficile farsi rispettare ed essere credibili in alcuni ruoli per una donna. Se sei bella, la fatica raddoppia. In qualche modo, la bellezza è ancora un limite in alcuni ambienti molto maschili, come quello della polizia. Anche perché in questi anni la politica ha trasmesso il messaggio che per far carriera fosse sufficiente l’avvenenza. In realtà però Lolita non si sente affatto sexy, anzi, è una donna formosa con una quinta di seno, che si vede cicciona». Noir, cucina, commedia, moda condensati in una storia, non solo gialli? «Il giallo classico non esiste più, i generi sono liquidi. Hai dimenticato il costume e l’amore. Io racconto la nostra provincia con i suoi chiaroscuri, senza intenti oleografici. Oggi gli scrittori sono i veri ambasciatori del proprio territorio, essendo seguiti da lettori di tutto il mondo». E la Puglia non difetta certo di scrittori e in particolare di giallisti. «In effetti si sta distinguendo per la presenza massiccia di giallisti, forse per la sua natura di terra esposta a migrazioni, a traffici in perenne osmosi con altre culture. Dopo l’approdo della Vlora è venuta fuori una voglia di raccontarsi attraverso storie e tradizioni, quasi una sottolineatura di ciò che siamo». Nicola Signorile © RIPRODUZIONE RISERVATA Baudelaire tra i punkabbestia Ecco «Charles», la graphic novel Coconino pubblica il lavoro del disegnatore Tota U n grande poeta francese tra le piazze di una capitale del Sud in un surreale viaggio nelle inquietudini e nelle fratture dell’immaginario giovanile, sempre con meno punti di riferimento e aspirazioni motivazionali. Baudelaire in mezzo ai punkabbestia di Bari. Ecco la trama composita di «Charles», la graphic novel del disegnatore barese Alessandro Tota, pubblicata per Coconino Press- Fandango con la supervisione di Igort (pp. 96, euro 10). Tota è un talento visionario, vive a Parigi, e nella capitale collabora con prestigiosi editori di fumetto transalpino (tra gli altri Dargaud, Cornelius, Futuropolis) e insegna fumetto alla scuola d’arte Auguste Renoir, nonché realizza albi di fumetti per bambini editi da l’Ecole des Loisirs. In Italia ha tenuto lezioni all’Accademia della Belle Arti di Bologna e alla Scuola Holden; ha collaborato con il Corriere della Sera e altri quotidiani nazionali e ha firmato le storie «Palacinche» (Fandango Libri), «Yeti», «Fratelli» e «Il ladro di libri» (Coconino Press, insieme a Pierre Van Hove). Con «Charles» Tota catapulta il poeta francese dello Spleen nei giardini bazzicati da giovani ribelli, dalle piazze universitarie a quelle a ridosso del lungomare o nella zona Umbertina: compaiono così ragazzi con le creste multicolore, pieni di dubbi e desiderosi di ricevere orientamenti dall’artista, descritti in dialoghi Due strisce tratte da «Charles» del disegnatore barese Tota I luoghi Tota catapulta il poeta francese nei giardini bazzicati da giovani ribelli fino al lungomare intrisi di umanità e quotidianità. Ogni storia incarna una originale formula per interpretare il malessere di una generazione e scoprire nell’irregolarità di un gigante dell’Ottocento una via per dare un senso alla propria esistenza o una soluzione ad un conflitto familiare. La creatività di Tota emerge nei dialoghi e nei racconti inserendo anche piccoli frammenti della biografia del poeta dei «Fiori del Male», descrivendo il rapporto che aveva sua madre. Baudelaire diventa testimone di alterità in una città meridiana, ritrovandosi non sempre compreso o in linea con le pulsioni del sottobosco di umanità che frequenta, nel quale ci sono anche piccoli delinquenti comuni o personaggi marginali. Charles, di fatto, vaga così per una Bari senza tempo diventando una vera malinconica star di un irrituale sottobosco di marginali. Michele De Feudis © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 12247731