DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA

Transcript

DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA
ATTI
D E L L A SOCIETÀ LIGURE
DI S T O R I A PATRIA
N U O V A SE R IE
IV
(LXXVIII) FASC. I
GENOVA NELLA
MCMLXIV
S E D E D E L L A SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA
PALAZZO TURSI
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
ATTI DELLA SOCIETÀ’ LIGURE DI STORIA PATRIA
FONDATA NEL I8S8
Nuova se rie - IV (LX X V III)
¥
_____________
c- 1 ' gennaio-giugno 1964
COMITATO DIRETTIVO
FRANCO BORLANDI - LU IG I BULFERETTI . GIORGIO COSTAMAGNA
L U IG I M ARCHINI - G IU SEPPE ORESTE - GEO PISTARINO
DIRETTORE RESPONSABILE
DINO PUNCUH
Segretario della Società
Direzione ed Amministrazione : VIA GARIBALDI, 9 . GENOVA
Abbonamento annuo: Lire 4.000 ( e s te r o Lire 4.500)
Un fascicolo separato Lire 2.500
Conto Corrente Postale n. 4-7362 intestato a lla Società
SOMMARIO
G io rg io C e n c e t t i , Il notaio medievale italiano .
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p.
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F r a n c o B o r l a n d i , La Mostra s to ric a ........................................................................p.
xxv
G io r c i o C ostam aG N A -D ino P u n c i ì h , Mostra storica del notariato medie­
vale ligure
....................................................................................................... p.
1
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ERRATA CORRIGE
P. 24, riga 8: B on d on o
P- 26,
13: in i(ntegrum )
p. 26,
22: su b (n ixa)
p. 28,
9: q u am
P. 28,
12: proprietariis
P. 28,
13: q u e
p. 28,
14: s ic
p. 28,
14: q u o lib et
P, 28,
27: q u a li
5:
P- 32,
P. 32,
11: p rop terea
p. 32,
42: B o m a to
p. 34,
10: B aldezon us
P- 34,
11-12: cancellare
P. 34,
16: .v in i.
p. 38,
18: au ctoritate
p. 44,
6: .x x v iin .
p. 48,
9: n o n habite
p. 58,
11: ex trah atis
p. 68,
12: .M .ccc.xiii.
P- 74,
11-12: defunctorum
P- 74,
12-13: defunctorum
p. 80,
24: r a t a s
p. 84,
11: e x tim i
p. 90,
14: p u b lic u s
p. 98,
14: p r e se n ti
23: d u o s
P- 98,
p. 98,
27: sa r v o
p. 102,
15: p r e d ic tis
P. 112,
22: C onstan tin u s
p. 116,
13: S a ô n e
p. 126,
31: e t
p. 136,
18: e
p. 136,
23: m ilia
p. 140,
20: p a r te
p. 140,
26: p rec ep tu m
leggasi Bondonno
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in i(ntegru)m
»
sub|nixa
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que
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propriis
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Ido de Areu, Girardus de
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•XXVIII.
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perceptum
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p. 238, »
p- 238, »
p- 244, »
p- 244, »
p. 246, »
p- 246, »
p- 246, »
p- 252, »
p- 252, »
p 258, »
p- 268, »
p 276. »
p 278, »
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p. 280, »
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27:
ottobre 28
rendis
specialiter.
presentationi
bulis
fide
racionalium
novembre
109
aliis que
sacrum
Ottone
laniero
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antinomonio
F.
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quem
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Stephano
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65
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26
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invadendo
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6: 124
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32: ipsu
32: defectum
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dendis
specialiter et rogatis.
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dicembre
107
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53
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vel nuncium
25
con dicto
invandendo
Civo
percessuro
vendita
famulorum
Parisius
141, II
et per consequens
sucarorum
ipsum
deffectum
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ATTI
D E L L A SOCI ETÀ L I G U R E
DI S T O R I A P A T R I A
NUOVA S E R IE
IV
(LXXVIII) FASC. I
GENOVA — MCMLXIV
NELLA
SEDE
D K L L A SO CIETÀ L IG U R E
DI S T O R I A
P A T R IA
PALAZZO TURSI
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In occasione del XIII Congresso N azionale d el N o ta r ia to ,
svoltosi a Genova dal 28 maggio al 2 giugno, la S o c ie tà L igure
di Storia Patria è stata chiam ata ad organizzare n el q u ad ro
del Congresso una Mostra Storica del N o ta r ia to M ed iev a le
Ligure.
La Mostra, inaugurata dal M inistro d ell’in te r n o , On. P rof.
Paolo Em ilio Taviani, alla presenza del D iretto re G en erale
pei gli Archivi di Stato Prefetto Mario Gaja, è sta ta a p erta
da un discorso del nostro Presidente e conclu sa da u n a lez io n e
accadem ica del Prof. Giorgio Cencetti, ordinario di P aleografia
e D iplom atica nell'Università di Roma.
Per gentile concessione del Consiglio N a zio n a le d el N o ta ­
riato, la Società Ligure di Storia Patria è lieta di p o te r offrire
ai propri soci, nel presente volum e, il testo del c a ta lo g o d ella
M ostra, preceduto da quello della conferenza del P rof. C en cetti
e del discorso inaugurale del Prof. Borlandi.
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GIORGIO
CENCETTI
IL NOTAIO MEDIEVALE I T A L I A N O
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i
Testo della conferenza tenuta il 30 maggio 1964 a G en ova in occa­
sione del XIII Congresso Nazionale del Notariato.
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Signore, Signori,
parlare di notai e d’istrum enti notarili d avan ti a p e r so n e
che del notariato fanno nobile professione, qui a G enova, d o v e
sono raccolti e conservati i più illustri d ocu m en ti d ella su a
storia e dove amici, che di quei docum enti c o n o sc o n o o g n i
riposto segreto, hanno allestito una m ostra r ic c h issim a , p re­
sentata da Giorgio Falco e illustrata da F rancesco B orlan d i, è
cosa m olto imbarazzante. E io avrei certo e v ita to q u e sto
imbarazzo, sottraendom i aH’onorifìca offerta fa tta m i, se la
richiesta non fosse stata cosi cortese, se non fo s s i sta to a tti­
rato, ancora una volta, da questo tema e d alla su a r ic c h is­
sim a problem atica e se una antica consuetudine con le v e c ch ie
pergam ene non mi offrisse, in certo qual m o d o , u n a ta cita
assoluzione.
E prego mi sia permesso da Lor Signori, a n zitu tto , rip ro ­
porre ancora una volta un annoso problem a fo n d a m en ta le ,
intorno al quale ha lavorato tutta una benem erita g en erazion e
di ricercatori. Chi è il notaio? Donde viene? A lla prim a d o­
m anda è facile e ovvio rispondere; e mi risp a rm ierò , con
Loro perm esso, di ripetere quanto nessuno ign ora, c io è ch e
il notaio è la persona alla quale si richiede certo p rofon d a e
sicura conoscenza dei rapporti giuridici con sid erati dal d iritto
positivo, m a alla quale, soprattutto, è affidata l ’a ltissim a e
delicatissim a funzione di attestare la verità in m o d o au ten ­
tico, sicché tutti, persone private e organi di cia sc u n o dei tre
poteri sui quali è incentrato e organato lo S ta to m od ern o,
p ossiedano una base sicura per le determ inazioni riservate alla
propria competenza. Alla seconda m olte e d iv erse r isp o ste
sono state date e, tuttavia, forse nessuna an cora sod d isfa;
tutti gli studiosi, sia gli antichi che hanno p o sto e stu d ia to
il problem a, sia alcuni moderni, che ne hanno a c c etta to , sp e sso
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— IX
un po' facilm ente e acriticam ente le conclusioni, h a n n o forse
considerato troppo ovvia e non si sono sofferm ati a d analiz­
zare l’idea che notariato e istrum ento notarile sono la p iù effi­
cace e brillante soluzione di un problem a che h a affan n ato
tu tte le civiltà, appena sono giunte a una certa m a tu r ità di
sviluppo, appena, cioè, si sono rese conto preciso che la vita
sociale è un tessuto fittissimo di rapporti giuridici, g ra n p a rte
dei quali posti in essere dalla volontà dei singoli c o m p o n e n ti
il corpo della società, la quale sente perciò la n e c e ssità p ro ­
fonda di assicurare e certificare le dichiarazioni dei p riv a ti
affidate alla scrittura, in modo che possano o tte n ere il d o vuto
riconoscim ento nell'àm bito dei diversi o rdinam enti g iuridici.
A ciò non era giunto il m ondo classico, del quale, n o n o sta n te
la m oderna idolatria per la tecnica, continuiam o a d essere
eredi e figli spirituali.
I
Greci dell'età ellenistica avevano già svolto raffinatis­
sime form e di documentazione, giungenti fino al d o c u m e n to
dispositivo e al documento astratto; i Romani, q u a n d o 1 ab­
bandono della procedura form ulare consenti la diffusione della
docum entazione scritta li seguirono, sia pure più c a u ta m e n te ,
nella m edesim a strada, e la parte delle istituzioni g rech e da
loro accolta, come tu tti sanno, fu com pletata da u n is titu to
nuovo, quello degli scrittori professionali di d o c u m e n ti, m u ­
n iti di una speciale abilitazione, sottoposti alla so rv eg lian za
delle pubbliche autorità, riuniti in collegi: i tab ellio n i, che a
Ravenna ricevevano il nome di forenses perché a p p u n to p resso
il Foro cittadino tenevano i loro studi o stationes.
La redazione dei loro docum enti era regolata d a n o rm e
m inuziose e complicate: una legge inserita nel IV lib ro del
codice di Giustiniano non solo prescriveva che la se m p lice ste ­
sura di una m inuta fosse insufficiente a p rodurre effe tti g iu ri­
dici, m a imponeva altresi un rito speciale per la red a zio n e
degli originali. Da quella m inuta il tabellione trae v a u n o s tr u ­
m ento, che stendeva in buona copia nel suo c o n te n u to , m a
non com pletava con le sottoscrizioni. Per farlo doveva a tte n ­
dere che a lui si ripresentassero le parti, acco m p ag n ate dai
testim oni: allora egli dava la carta all autore del d o c u m e n to
— donatore se si trattava di donazione, venditore se e ra u n a
vendita e cosi via — questi lo consegnava al d e stin a ta rio ; poi
i testim oni lo toccavano per conferm arlo: si procedeva q u in d i
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all apposizione delle sottoscrizioni o dei segni di croce delle
parti e dei testimoni; infine sottoscriveva il tabellione, appo­
nendo la speciale formula della completio. Solo allora il docu­
mento era valido, e solo allora era posto in essere il d iritto
docum entato: complicata procedura per cui l’esistenza del di­
ritto era condizionata all’esistenza del documento. Ma se tu tto
ciò giovava alla tecnica della documentazione, non ne accre­
sceva punto il valore giuridico: in caso di contestazione era
sempre ai testimoni che doveva ricorrersi, anche se, in ultim o,
a costoro era chiesto nulla più che il riconoscim ento dei
propri sigilli e delle proprie sottoscrizioni. Il tabellione, con
ciò, non era che uno, il primo, il più qualificato, il più auto­
revole di essi. Soli autentici, soli pubblici erano i docum enti
redatti d ufficio dalle pubbliche autorità, solo ad essi il giudice
prestava fede piena e incondizionata, essendo certo della loro
provenienza: e non poteva esimersene perché tan to lui quanto
coloro che li avevano vergati erano membri di un unico
organismo.
La sola strada da percorrere per risolvere il problem a
rimaneva, dunque, la trasformazione in docum enti d ’ufficio
di quelle che, da chiunque redatte, dal punto di vista del
diritto rimanevano pur sempre nulla più che sc rittu re p ri­
vate. La porta era aperta ed era costituita d a ll’obbligo, san­
cito nel secolo IV dapprima per motivi fiscali, poi p er assicu­
rare la pubblicità di alcuni negozi giuridici più delicati, di
registrare i testamenti e le donazioni (fatta eccezione per
quelli di cui beneficiavano le chiese) nei protocolli delle deli­
berazioni delle sedute delle magistrature cittadine e statali.
Singolare esempio di quello che i filosofi chiam ano eteroge­
nesi dei fini: un istituto nato in origine solo per procurare
denari al fisco e trasformato poi in mezzo per assicurare la
pubblicità dei negozi giuridici diveniva (quanto m eno nella
coscienza giuridica comune se non forse proprio nel diritto
positivo) strum ento di autenticazione dei docum enti privati.
Si andò, anzi, ancora più in là: anziché portare ai tabularii
e agli exceptores incaricati della tenuta dei protocolli docu­
menti già redatti in iscritto a cura degli interessati o dei
tabellioni, le parti trovarono più semplice e più economico
far inserire direttamente nei verbali le proprie dichiarazioni
di volontà. Lo spunto offerto dall’esistenza dei forenses e
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dei tabellioni era andato perduto: ci si avviava verso il m o­
nopolio statale della documentazione di ogni genere.
Ma la storia ha il suo corso ineluttabile, e in esso le
azioni um ane, per grandi e im portanti che siano, sono desti­
nate fatalm ente ad essere superate e travolte. Cose grandi,
grandissim e, certo, le leggi del vecchio G iustiniano nel se­
colo VI, m a non tali da ferm are quel corso e non tali da
non essere sorpassate o quanto meno trasform ate in quei se­
coli dell’alto medio evo che sogliono ancora, scolasticam ente, chiam arsi l’età barbarica, l'epoca oscura, i secoli di
ferro, m a che più si studiano e più si svelano, invece, 1 im ­
m enso crogiolo nel quale ribollono fondendosi, com binan­
dosi, depositandosi, precipitando, gli svariatissim i ed etero­
genei elem enti che, non tanto distruggendo, q u a n to inte­
grando e modificando, con l’apporto di nuovi tra lc i e nuovi
viticci, al sole vivificatore del Cristianesimo, 1 an tico ceppo
dell’eredità classica, andavano preparando il te rre n o sul
quale, a seicento anni di distanza dalla caduta dell Im pero,
sbocciò il fiore rigogliosissimo della civiltà europea, ancora
ben vivo e vivace anche se qualche petalo, in nove secoli, è
orm ai caduto.
Ma come si inserisce in questo colossale processo sto­
rico l ’inesperto scrittore di documenti dell Alto M edio Evo,
come avviene la sua trasform azione nel colto, raffinato no- |
taio dell'età comunale? Gli studiosi di diplom atica hanno
supposto influenze dei notai giudiziari e dei n otai com itali
voluti dalle leggi dei Franchi e c'è ancora chi segue questi
insegnam enti: m a perché, allora, quei precedenti h an n o ope­
rato in Italia, terra d'occupazione di Carlomagno e non in
Francia, terra d'origine dei suoi capitolari? È possibile le
cose siano andate diversamente, che l’evoluzione, che ebbe
fra noi i suoi primi risultati, proprio fra noi abbia avuto il
suo svolgimento, e che proprio lo stato di barbarie nel quak
era discesa la tecnica della documentazione recasse in sé i
germi degli svolgimenti successivi.
Quando, lasciandosi dietro una scia di sangue, irru p p e ro
in Italia i Longobardi e sm antellarono quel che re sta v a delle
vecchie istituzioni imperiali, la strada della statalizzazione
del docum ento privato si chiuse definitivamente. Dove so­
pravvissero, i tabularii e gli exceptores, perduto il loro carat-
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tere pubblico, furono assimilati ai notarii privati e ridotti
a semplici scribi forniti di una certa esperienza delle for­
mule documentarie, privi di ogni autorità. Rim ase forse, ma
non sicuramente e non dappertutto, la vecchia charta neoiom ana, fraintesa nella sua essenza e costitutiva di d iritti
non tanto perché scritta e consegnata con l ’osservanza di
determ inate forme, quanto perché oggetto sim bolico di un
determ inato rito nel quale essa personificava la cosa e forse
non im portava se fosse scritta o in bianco, se fosse incom ­
pleta secondo le norme di Giustiniano o com pleta secondo
che tornava comodo al notaio, ormai m alsicuro conoscitore
di un diritto troppo perfezionato per i grossolani tem pi nei
quali operava.
Anche 1 alto Medioevo — almeno quello italiano, che non
aveva ceduto alle consuetudini degli invasori e aveva m an­
tenuto 1 uso della documentazione scritta — in via di p rin ­
cipio conservava il concetto giustinianeo che solo la carta
compiuta e perfetta con la completio del notaio fosse costi­
tutiva di diritti. Ma quello che nel diritto rom ano era stato
rito procedurale, inteso appunto a questo scopo, si era tra ­
sform ato in semplice e rozzo simbolismo, m an m ano più
estraneo alle mutate condizioni della società, che da tem po
aveva abbandonata la grossolana pubblicità delle thingationes nelle assemblee degli exercitales e che, in d o tta dal p ro ­
gressivo raffinarsi dello spirito religioso a una sem pre m ag­
giore considerazione dei fondamenti etici delle norm e giuri­
diche, sempre più si staccava da un form alism o che non
trovava corrispondenza nel mondo della morale. Dopo tutto,
1 essenza medesima dei negozi giuridici la cui docum enta­
zione era lo scopo degli istrumenti, poggiava in prim o luogo
sull’esistenza della buona fede reciproca, dell'incontro di due
volontà che si rispettavano a vicenda, anche se tale incontro
doveva rivestire solennità determinate; e la prova di quel­
l’incontro riposava sulla fìdes dei testimoni, fra cui, prim o,
principale e capitale, quello qualificato che non solo scri­
veva la carta, ma dirigeva il rito della traditio secondo le
norme stabilite dal vecchio imperatore rom ano, m agari ag­
giungendo la menzione del launegildo longobardo nelle do­
nazioni o quella della levatio chartae del diritto salico (« et
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X III
bergam inam cum atram entario de terra levavi ») o quella
della tradizione per vuasonem et vuantonem oppure p er fistu­
cam nodatam nelle alienazioni di immobili.
T utto ciò forniva la base o il punto di partenza p er uno
svolgimento storico, le cui fasi e i cui tempi di passaggio ap­
paiono chiari dalle così dette notizie dorsali delle pergam ene
del secolo XI. Esse, in origine, sono i semplici ap p u n ti che il
notaio prendeva per preparare la carta che sarà oggetto dellu
traditio, nella cui redazione definitiva deve ancora ricono­
scersi il m om ento fondamentale della documentazione, insie­
me con quello della costituzione del rapporto giuridico. Non
hanno perciò alcun valore legale, tanto vero che a Genova
e altrove sono spesso redatte in scrittura tachigrafica, non
intelligibile che a pochi iniziati. Ma, a partire dalla seconda
m età del secolo, si trovano talora notizie dorsali (o dicta o
schede o rogationes, secondo i nomi ad esse attrib u iti nei vari
luoghi) a sé stanti, intenzionalmente non svolte in m u n d u m ,
cioè non seguite dalla redazione della relativa carta, che p u ie
era necessaria in caso di contestazione del rapporto giuridico
docum entato. Ciò vuol dire, evidentemente, che gli in teressati
erano sicuri della possibilità che il notaio, senza ulterio re in te r­
vento loro e dei testimoni avrebbe poi potuto com pletare la
docum entazione nel modo desiderato, e, in caso che egli, nel
frattem po, fosse morto, poteva provvedervi un altro suo col­
lega. Si contentavano cosi di ricevere, per il m om ento, la sem ­
plice notizia della quale, per garanzia propria e di tu tti, il
notaio teneva copia. A questo punto, il rito della traditio, se
pure ancora si celebra, è divenuto una form alità secondaria,
che può essere senza gravi inconvenienti tralasciata. Infine, la
notizia dorsale sparisce del tutto, e nel dritto della pergam ena
non appaiono più nemmeno fittizi segni di croce al posto delle
sottoscrizioni dei testimoni, sostituiti dal semplice elenco dei
loro nomi. Solo atto preparatorio valido e contenente già in
sé, in potenza, l’istrumento perfetto è 1’imbreviatura regi­
stra ta nel protocollo o cartulare del notaio. Allora il processo
è compiuto; allora si scioglie definitivamente il connubio fra
atto giuridico e sua documentazione che, nato ai tem pi di
Giustiniano, aveva dato vita alla figura della charta disposi­
tiva; allora il diritto nasce al momento delle dichiarazioni di
volontà delle parti e la sua prova è opera esclusiva del notaio,
x iv —
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le cui attestazioni hanno acquistato valore pari a quelle degli
oigani dello Stato. Quella che una volta, per lui, era semplice
a ilitazione all esercizio professionale di scriba autorizzato,
è divenuta ora investitura del diritto di esercitare uno dei
potei i riservati alla sfera delle attribuzioni sovrane: quello di
auienticazione e di certificazione.
Il notaio assume cosi la sua figura definitiva, quella che,
in sostanza, conserva ancora nei tempi moderni, senza troppe
né tioppo sostanziali varianti, la più appariscente delle quali
concerne il carattere degli atti che egli conserva presso di sé,
oggi oiiginali unici dai quali si traggono copie autentiche per
le p aili e per gli interessati, fino all’età delle riform e napo­
leoniche, invece, protocolli di matrici, ciascuna capace di dar
vita, in determinate circostanze e anche in tem pi successivi,
a una pluralità di originali. Tutto questo è conclusione di un
processo secolare, svoltosi spontaneamente nella coscienza
giuridica degli uomini e giunto a maturazione a cavallo dei
secoli XI e XII.
Il capitolo dell editto di Rotari sul notaio qui cartola falsa
scripserit, le disposizioni di Carlomagno sui notai dei placiti
e sui notai comitali, i capitoli di Ludovico il Pio sui messi impeiiali e sui notai vescovili possono forse — e ci sia lecito
dubitarne un poco — avere avuto qualche influenza su quel
processo, ma certo lontana e generica. Nessuna im portanza,
in realtà, essi avrebbero avuto se non si fossero form ate con­
vinzioni generali e diffuse in materia, due secoli e più dopo i
capitolari caiolingi, e in Italia, dove poi quei capitolari erano
un po d accatto: quattro secoli e più dopo le leggi del re
longobardo.
Fatto è che, come ripeteva volentieri un m aestro della
storia del diritto italiano, Pietro Torelli, il cui nom e amico
mi è caro ricordare qui, a diciassette anni dalla sua scom­
parsa, il costume non è figlio della legge, m a la legge figlia
di lui, e solo dopo che esso si è formato interviene a rego­
larlo, indirizzarlo, correggerlo: il che equivale a dire che il
diritto positivo — qualsiasi diritto positivo — è poi una for­
mazione storica, risultato di uno svolgimento: può e deve
essere studiato dogmaticamente, certo, ma per essere inteso
appieno nel suo valore sociale occorre considerarlo appunto
nella sua dimensione storica: il mos italicus iura docendi è
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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certo più utile agli scopi pratici, ma il mos gallicus è incon­
testabilm ente più valido dal punto di vista scientifico.
Nasce dunque il notariato, abbiamo detto, a cavallo fra
il secolo XI e il XII, contemporaneamente ad altri due grandi
istitu ti della storia della civiltà europea: il libero Comune
italiano e le Università. Non per semplice coincidenza, certo:
tu tti e tre sono conseguenze di un rinnovamento degli animi
e degli spiriti venuto a maturazione nel corso di quel secolo XI
che sem ore più si va svelando come una delle svolte più im­
p o rtan ti nella storia d ’Europa. E il carattere italiano dell in­
segnam ento universitario bolognese, concretamente rivolto
all'applicazione del neonato pensiero scolastico alla vita m on­
dana, m entre nella consorella università parigina quel pen­
siero affrontava la speculazione filosofica e teologica, corri­
sponde esattam ente al carattere degli altri due istitu ti, nota­
riato e Comuni, ambedue espressioni di un um anesim o indi­
vidualista non ignaro della vita sociale ma non disposto ad
entrare in un gregge: di un mondo nel quale il fiorire dell eco­
nom ia di scambio e il risorgere delle città, rapidam ente e
sicuram ente impostesi alla campagna, determ inano lo sfa­
sciam ento delle vecchie autonomie feudali) che altrove, in­
vece si consolidano e, nel campo della diplom atica e. del do­
cum ento privato, risolvono il problema dell au tenticità in
form e analoghe a quelle dell’officialato francese e dei loca crcdibilia ungheresi o si fermano addirittura ai libri traditionum
germanici.
Come espressione di un medesimo mondo spirituale, il
notariato s’immedesima rapidamente con 1 Università e col
Comune, alla prim a chiedendo anzitutto la propria giustifi­
cazione giuridica, al secondo il campo per lo svolgim ento
della sua azione pratica. Rispondono l’uno e l’altra, l'uno
accettando senz’altro il notaio nella sua vita m edesim a e inse­
rendolo in essa in modo inestricabile, l’altra andando a cer­
care, come per tutta la vita del mondo che la circondava, le
norm e regolatrici della di lui attività in quel diritto im periale
rom ano che per i Glossatori era tuttavia diritto positivo vi­
gente. Le trovò, ma naturalm ente, come in tutto il grandioso
sforzo che compieva per adattare leggi vecchie di cinque e
sei secoli a un mondo toto caelo diverso, a costo di svisarle
com pletam ente. Il Digesto, il Codice, le Novelle parlavano di
xvi —
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notarii come stenografi e segretari; di tabularii come ragio­
nieri e archivisti degli uffici imperiali, provinciali e munici­
pali, di exceptores come addetti alla redazione e registra­
zione dei verbali d ufficio; di tabelliones come scrittori auto­
rizzati di documenti per conto di terzi. D’ogni erba fu fatto
un fascio, e tutto fu attribuito al notaio medievale, spesso
con arditissim i funambolismi dialettici. Per esempio, tabu­
larii ed exceptores erano definiti nel Digesto servi publici
peiché effettivamente erano schiavi addetti ad uffici, come già
nel secolo I di Cristo quello, di nome Privato, che teneva
1 econom ato e la contabilità del municipio di Pompei e si de­
finiva colonorum coloniae Veneriae Corneliae servus. Come
conciliare ciò con 1alta dignità che il notaio aveva acquistato
nella vita sociale? Niente paura: servus publicus è il notaio
in quanto è a servizio del pubblico ed è suo dovere non rifiu­
tare la propria opera a chiunque la richieda. Non si trova
forse nelle fonti che il tabularius, equiparato dalla scuola al
tabellio, cioè al notaio, era un conservatore di docum enti? E
allora un notaio letteratissimo, di quelli che sottoscrivevano
in versi^ fiim a le sue carte col distico:
cui nostri dederant archivis praefore cives
corrigit et scripsit, fisco mandante, Iohannes,
volendo dire semplicemente che era notaio di nom ina impe­
riale e sottolineando forse il carattere pubblico della potestà di
autenticazione delegatagli con quella nomina, m a inducendo
poi, settecentocinquant anni più tardi, la giovanile inespe­
rienza di qualcuno che chi vi parla potrebbe anche conoscere
più intim am ente di chiunque altro, alla trionfale sballatissim a
scoperta che a Bologna, nel 1180, esisteva già un archivio
comunale con un archivista addetto alla sua direzione.
Ma non solo passivi rimangono i rapporti del notariato
con l'Università. Il notaio è un tecnico del diritto, deve cono­
scere le norm e, deve calarle nelle formule non solo dei con­
tratti, m a degli atti giudiziari, politici, am m inistrativi, della
cui documentazione è richiesto: funzione la cui delicatezza
estrem a fu già riconosciuta da Irnerio, il grande fondatore
della scuola giuridica bolognese, il quale, secondo quanto ci
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— XVII
n a rra centocinquanta anni dopo Odofredo, scrisse, fra le
altre opere, un formularium tabellionum, ove era inserita una
form ula per il contratto di enfiteusi, che cominciava con le
parole petitionibus emphiteotecariis annuendo — e, fra pa­
rentesi, m entre per tutto il secolo XI e i primissimi anni del
XII le enfiteusi bolognesi cominciano con le parole Petimus
a vobis, a partire dal 1106 (cioè proprio negli anni dell’inse­
gnam ento d ’Irnerio) negli istrumenti rogati da Bonando, un
notaio che per più versi ci appare legato alla scuola di diritto
(al pari del coevo collega Angelo, che si fregia del titolo di
causidico e am a esibirlo in una sottoscrizione m etrica, metà
dattilica e m età ritmica:
A n g elu s his m etris cau sid icu s ista p e r e g i
notarii signo subscribens more benigno)
negli istrum enti di Bonando, dicevo, le enfiteusi cam biano le
parole iniziali appunto in Petitionibus emphiteotecariis an­
nuendo. L’esempio è seguito; in tutto il secolo XII le form ule
degli istrum enti si specificano, si modificano, si precisano,
si am pliano non solo a Bologna ma in tutta 1 Italia, soprat­
tu tto settentrionale; il linguaggio si fa tecnico e preciso, si
finisce per redigere manuali e formulari per l’istruzione degli
allievi. Finché, al principio del secolo XIII, l’insegnam ento
dell'ars notariae riceve una cattedra apposita nello Studium
bolognese. La tiene Ranieri da Perugia, che noi conosciamo
bene anche come attivo professionista e che scrisse due libri
di testo per i suoi allievi: uno, il liber formularum, nel terzo de­
cennio del secolo, l’altro, ì’Ars notariae, intorno al 1240, quando
orm ai a lui si stava affiancando, nel medesimo insegnam ento.
Salatiele e stava per affiancarsi Rolandino Passaggeri. E l’inse­
gnam ento è ora diventato una cosa estremamente seria: quasi
per ogni tipo di contratto aH’esemplificazione delle form ule si
fa precedere una notula doctrinalis che delinea, succintam ente
m a chiaram ente, gli essentialia, i naturalia e i possibili accidentalia del negozio giuridico; le singole formule sono accom­
pagnate da un apparato, una glossa continua che spiega i mo­
tivi di ciascuna clausola e l’opportunità, volta per volta, di
inserirla o di tralasciarla.
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XVIII —
In questa elaborazione appaiono diversità di indirizzi:
come ha visto Gianfranco Orlandelli, Salatiele di M artino di
Papa, stretto agli insegnamenti del maestro suo Odofredo, se
non a quelli dell’altro maestro suo Ranieri, rifiuta di piegare
gli schemi della teoria alle esigenze della pratica, subordinando
nei limiti del possibile, questa a quella e schernisce coloro i
quali dum corticem IV instrumentorum cordetenus didicerunt
sicut adiscunt femine Pater noster, hanelant ad exhaminationem, avendo imparato a memoria gli schemi dei q u a ttro istru ­
menti fondamentali della pratica, compravendita, locazione,
donazione, testamento, chiedono l'abilitazione al notariato. Sa­
latiele poco conta o trascura affatto i compiti nuovi richiesti
dai nuovi tempi al notaio nel campo del diritto pubblico, dal
penale all amministrativo; il suo grande rivale R olandino, in­
vece, nella fortunatissima Summa, scritta forse contem pora­
neamente alla seconda redazione dell’Ars di Salatiele o alm eno
poco dopo, quelle necessità non ignora, e infatti, dei q u attro
libii di quell opera, 1ultimo è dedicato agli atti giudiziari, tra ­
scurati dai suoi predecessori, non solo, ma precorrendo l’inse­
gnamento di Alberto da Gandino, autore di tra tta ti sulle fun­
zioni del podestà nelle città italiane, nella sua vecchiezza pub­
blica un De officio tabellionatus in villis vel castris, dedicato
esclusivamente ai documenti giudiziari e am m inistrativi. Il suo
esempio fa scuola, e un notevole formulario, ancora inedito,
di un Riccardo Bussolari, conservato in un codice della biblio­
teca dell Archiginnasio di Bologna, amplia e approfondisce que­
sto indirizzo. Certo, Rolandino ebbe la fortuna di veder conti­
nuato 1 insegnamento dell ars notariae nello Studio bolognese
ad opera successiva di due suoi allievi, diretti o in diretti, Pietro
da Anzola e Pietro Boattieri, i quali si adoperarono a com­
pletare 1 apparato di glosse al formulario, lasciato incom piuto
da lui come incompiuti erano stati lasciati i p ro p ri da Ra­
nieri e da Salatiele, sicché la Summa costituì un com pleto
trattato teorico-pratico di arte notarile e fece cadere nel di­
m enticatoio le pur niente affatto trascurabili opere di quei
due suoi predecessori. Ma non è questa, o per lo m eno non
è questa sola la ragione della fortuna della Rolandina, come
ben presto venne chiamata per antonomasia: essa è soprat­
tutto da riconoscersi nelle sue qualità intrinseche di m oder­
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— XIX
n ità e di praticità, illuminate da profonda conoscenza della
d o ttrin a, che ne spiegano la diffusione in tutti i paesi d Europa.
Qui il discorso potrebbe continuare a lungo e riconoscere
alla scuola una importanza livellatrice insospettata da chi si
rende conto delle ragioni profonde della diversità dei tipi
co n trattu ali nelle diverse regioni italiane, fino a dare un posto
notevolissim o al notariato nella complessa vicenda della uni­
ficazione del diritto italiano: ma diverrebbe forse troppo tec­
nico e troppo più arido del molto, del troppo che è stato
finora. Dobbiamo ora, invece, vedere il notaio sotto un altra
luce e m etterlo decisamente in contrasto con il cattedratico.
Certo, come tutti sanno, come tutti dicono e come noi
stessi abbiam o ripetuto poc'anzi, grandissimo m erito dei giu­
risti m edievali è stato quello di elaborare, sulla base delle
leggi rom ane, norme di vita per i loro contem poranei: m a
tu ttav ia essi, nonostante la loro attiva partecipazione alla
vita pubblica, sono legati, nell’insegnamento dalla cattedra, a
testi la cui validità non possono discutere, sotto pena di
m ettere in discussione il fondamento medesimo della loro
d ottrina. Possono bene adattarsi, quando fanno gli avvocati,
a sostenere le ragioni del cliente il quale fonda le sue pretese
su costruzioni barbariche passate, attraverso la strad a della
consuetudine, nel diritto statutario; ma quando insegnano,
devono proporsi in primo luogo il problema della validità
teorica di questo diritto e tormentare, più o meno fru ttu o sa­
m ente, i concetti di permissio e di iurisdictio. Assai più libero
il notaio, che accetta, senza discuterlo, senza proporselo
come problem a, molti secoli prim a che sia form ulato, il prin­
cipio della pluralità degli ordinamenti giuridici; che della
vita pubblica e dell’ordinam ento costituzionale dei com uni è
com ponente necessario perchè podestà o capitano del popolo
può essere chiunque, purché abile, capace, nobile e soprat­
tu tto gradito alla fazione dominante; giudice, tu tto som m ato,
può essere anche chiunque abbia buona conoscenza del di­
ritto: m a notaio no, notaio è solo chi ha avuto l’investitura
della fides publica e questa può esser concessa solo da chi ne
abbia il potere, negato in via di principio alla città come tale
o da essa esercitato solo in via di pretesa, come faceva Roma
il cui popolo si proclamava titolare del diritto di eleggere
xx —
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11rii paratore e quindi fonte di tutti i suoi poteri, o in via di
usurpazione, come facevano le città lombarde al tem po della
lotta contro Federico Barbarossa. Più ancora: la città stessa
è padrona di riconoscere autentici gli atti am m inistrativi dei
suoi medesimi organi, appunto perché sono suoi: m a se
intende che le stesse deliberazioni dei suoi consigli e dei suoi
m agistrati siano attestate in maniera valida erga om nes non
può farle verbalizzare che da un notaio. La sola cosa che le è
possibile è regolare non già il potere di autenticazione dei
suoi notai, ma il suo esercizio; ammettervi solo coloro che,
avendo ottenuto l’investitura, siano poi giudicati idonei da
una commissione speciale e accettino l'iscrizione a u n ’appo­
sita corporazione: nulla più. Quindi è che i n o tai finiscono
per entrare, praticamente, in tutta la vita com unale come
cancellieri, funzionari, incaricati delle mansioni più varie; si
riuniscono in corporazioni cosi potenti da essere talo ra a r­
bitre della politica di una città e piegarla in un senso p iu t­
tosto che in un altro: sono, insomma, tuffati com pletam ente
nella vita del proprio tempo e perciò stesso più sensibili dei
loro medesimi maestri di diritto e di giurisprudenza ai p ro ­
blemi politici ed economici, alle correnti culturali nuove che
si vanno formando e prendendo corpo. Il dottore di leggi o
di medicina, assorto nella meditazione dei testi di G iusti­
niano, degli aforismi di Ippocrate, della filosofia n a tu rale di
Aristotele, parla in latino — sia pur quasi m accheronico come
Odofredo
pensa in latino, veste toga e vede le cose d a ll’alto
della sua dignità accademica; il notaio, che vive la vita di
tutti i giorni, non considera la cultura come un privilegio
aristocratico e se ne fa divulgatore come B runetto Latini;
comprende Virgilio e Ovidio, ma non disdegna il volgare, ne
intende le possibilità poetiche ed artistiche e anche fuori
dell am biente culturale siciliano, ove la poesia volgare era una
occupazione snobistica, coltivata da re e da im peratori, se ne
fa autore, rozzo ed icastico come Gerardo Patecchio o fine e
delicato come Lapo Gianni o sentenzioso e d o ttrin ale come
Francesco da Barberino: se ne fa divulgatore come gli oscuri
registratori degli istrumenti notarili bolognesi che colm ano
i vuoti dei loro libracci con le rime di Dante o con la ballata
popolaresca dell’usignolo fuggito dalla gabbia o col contrasto
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— XXI
fra le cognate. Non è certo caso, io credo, se il fam oso codice
vaticano contenente i più antichi componenti della lirica ita­
liana, dai siciliani a Guittone, è vergato in scrittura non li­
b raria, m a notarile, e se i più bei codici trecenteschi della
Com m edia di Dante sono quelli detti del Cento perché una
gentile tradizione, raccolta dal Borghini, vuole che con la
trascrizione di cento codici del Poema, in elegantissim a scrit­
tu ra notarile, il notaio Francesco di ser Nardo abbia ricca­
m ente dotate non so quante figliole.
E non casuale, ma proprio connessa con la sua profes­
sione è questa partecipazione cordiale del notaio del Medio­
evo alla vita sociale, che cosi spesso lo avvia, come al culto
della lettera tu ra moderna del suo tempo, cosi alle attività più
svariate: da quell’essere in mezzo alle cose del m ondo trag­
gono certam ente impulso i moltissimi notai autori di cro­
nache, da Pietro Cantinelli a Riccardo da San Germano, da
Rolandino da Padova a Pietro Azario, senza contare i geno­
vesi cui quel compito era attribuito come dovere d ’ufficio.
Da quella stessa fonte trae origine l'appassionata partecipa­
zione alle vicende politiche di coloro che talvolta, dopo essere
stati a rb itri dei destini della loro città, come Rolandino Passaggeri, to rn an o poi alla professione, o 1 abbandonano defini­
tivam ente p er affrontare una vita movimentata come quella
di Biagio Assereto o addirittura avventurosa come quella di
Giovanni Caracciolo o grandiosa, con tutte le sue luci e le
sue om bre, come quella di Cola di Rienzo.
Signore, Signori,
altro si attendeva da me, altro meritava questo teatro,
altro i N otai italiani riuniti a congresso, altro il Consiglio
Nazionale, altro gli organizzatori della magnifica m ostra che
abbiam o inaugurato e visitato ieri, altro Genova, che delle
sue illustri tradizioni notarili, del suo incom parabile p a tri­
m onio docum entario va giustamente superba. Quella che vo­
leva essere una semplice proposizione di problemi storici è
divenuta noiosa e pesante erudizione; quella che intendeva
essere una dimostrazione dei contributi d’ogni genere dati
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
XXII —
dai notai italiani del Medio Evo, e proprio in grazia dell'eser­
cizio dell arte loro, alla civiltà, all'arte, alla cultura, si è ri­
dotta a povera elencazione senza vita. Valga a scusarm i l ’in­
tenzione, che era di mostrare la faticosa genesi di quello che
è oggi 1 istrum ento notarile, di far vedere come la figura del
notaio, che dallo scopo medesimo per cui è istitu ita, l’atte­
stazione della verità, riceve le sue indistruttibili paten ti nobi­
liari, sia associata fin dalla sua prima formazione alla gloriosa
rinascita della scienza, all'alba faticosa della libertà.
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FRANCO
BORLANDI
LA MOSTRA STORICA
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Testo del discorso inaugurale tenuto il 29 maggio 1964 per l’aperdella Mostra Storica del Notariato Medievale Ligure.
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Eccellenze, Signore, Signori,
La Mostra Storica del Notariato medievale ligure che il
Consiglio Nazionale del Notariato, con lungim irante sensibi­
lità culturale, ha voluto, fosse realizzata nel q u a d ro 'd i questo
XIII Congresso, non è una Mostra come tutte le altre. Le m an­
cano, anzitutto, le caratteristiche essenziali sem pre presen ti in
m anifestazioni che si propongono di suscitare, di provocare
o di riscuotere 1 attenzione e l’ammirazione del grosso p u b ­
blico. Essa è costituita da tesori che brillano di luce pro p ria,
non adatta ad abbagliare se non chi ha occhi per vedere,
m ente e sensibilità per intendere. Essa non è nem m eno una
di quelle Mostre che non hanno altra giustificazione se non
quella di ostentare antiche carte di nobiltà e più o m eno
arcaici blasoni; nè altro scopo all’infuori di quello di riven­
dicare più o meno contestabili glorie locali.
Se la Mostra ha sede in Genova e se il suo am bito si li­
m ita a quello della regione ligure, è per il fatto che a Genova
e, relativamente, anche se in misura minore, nella vicina
Savona, il notariato medievale ha lasciato le tracce più co­
spicue e più venerande in una serie di protocolli o « c a rtu ­
lari » che risalgono alla metà del XII secolo e che p er a n ti­
chità, per compattezza, per' intensità e per ' co ntinuità, non
trovano riscontro in nessun’altra contrada del m ondo.
A Genova, sono circa diecimila gli atti conservatici dai
cartulari notarili del XII secolo e ad essi sono da aggiungere
certo non meno di altri duemila redatti per lo stesso secolo
dai notai di Savona. La serie dei cartulari che in L iguria si
inizia col XII secolo, ed in particolare a Genova con l'anno
1154, altrove non ha inizio che molto più tard i: quasi set­
ta n ta n n i dopo a Siena, nel 1226 a Bologna, nel 1229 a Pavia,
nel 1246 a Lucca, nel 1250 a Firenze, nel 1271 a Venezia, nel
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— .XXVII
1287 a Palerm o. Anche a Marsiglia i pochi e più antichi car­
tu lari notarili tu tt’ora superstiti non datano che dal XIII se­
colo decisam ente inoltrato. Quanto a Milano, essa non ci ha
conservato cartulari anteriori agli inizi del secolo XV.
In questi casi riferiti al XIII secolo, si tra tta poi, quasi
sem pre, di fram m enti o di registri isolati spesso con gravi
soluzioni di continuità temporale, mentre a Genova la serie
dei cartu lari posteriori al XII secolo si presenta com patta e
quasi assolutam ente continua, oltreché talm ente ricca da of­
frire già per la prima m età del Duecento la possibilità assai
frequente di poter contare, per ogni anno, fino a 5 o 6 car­
tu lari red atti contemporaneam ente da altrettanti notai, che
assom m ano anche a 10 od a 15 nella seconda m età dello
stesso secolo.
Per dirla in term ini più semplici e meno astrusi, si po­
trebbe osservare, senza eccessivo rischio di una recisa sm en­
tita, che, a p a rte il caso assolutamente unico, rappresentato
dai cartu lari liguri del XII secolo, il numero dei cartu lari ge­
novesi relativi al secolo seguente e pervenuti fino a noi supera
di gran lunga la somma di tu tti i cartulari relativi allo stesso
secolo di cui dispongono, considerati nel loro insieme, tu tti
quanti gli altri archivi italiani.
La continuità, l’antichità e la ricchezza non sono però le
seJe caratteristiche delle ineguagliate testim onianze n otarili
di cui Genova e la Liguria sono, a giusto titolo, orgogliose e
gelose custodi. Mentre fino al tardo Medio Evo la docum enta­
zione di cui dispone lo storico è di carattere prevalentem ente
pubblico od ecclesiastico, questi cartulari notarili, p u r con­
tenendo una notevole massa di documenti di questa n atura,
a volte anche di particolare rilievo, sono costituiti prevalente­
m ente da atti di carattere privato, altrove condannati ad irri­
m ediabile dispersione, proprio perchè non stipulati davanti al
notaio che ne ha conservato le tracce. Nel secolo e mezzo che
corre grosso modo dall’età di Federico Barbarossa a quella di
Marco Polo, che è anche la stessa in cui i Genovesi Ugolino e
Vadino Vivaldi abbattevano le colonne d ’Èrcole (« coi rem i
facendo ala al folle volo »), i cartulari notarili di Genova, di
Savona, di Portovenere, rispecchiando — giorno per giorno —
le attività di questi centri mercantili e m arittim i, hanno così
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
XXVIII —
trasm esso agli storici preziose testimonianze che non hanno
altrove riscontro.
Non provoca pertanto sorpresa il fatto che da o ltre due
secoli sia andato progressivamente crescendo il’ricorso a que­
sti docum enti da parte di studiosi di tutto il m ondo, im pe­
gnati a cogliere le fasi più delicate della trasform azione e del1 adattam ento degli antichi istituti del diritto com m erciale e
del diritto marittimo, l’origine di quelli nuovi sorti dalla p ra ­
tica specialmente fra il secolo XI e XII, le c aratteristich e del
commercio e della navigazione, le fasi ed i tem pi di una so­
cietà in piena evoluzione, la tecnica degli affari, le origini del
capitalism o, della banca, del contratto di assicurazione, in un
mondo dagli orizzonti ben più vasti di quelli racchiusi tra le
opposte ed attive sponde del Mediterraneo, divenute anguste
per chi operava in un campo geografico che incluse precoce­
m ente il Mare del Nord non ignorando nemmeno ra p p o rti con
l’india e la Cina.
La conservazione di cartulari o di atti red a tti o ltre che a
Genova in numerosi scali in cui si articolavano le attiv ità e le
iniziative, d i questa Liguria operosa, da JBonifacio a T rapani,
da Napoli a Bugia, da Tiro a Beirut, da Pera a Caffa, d a ll’Ar­
menia a Cipro, da Rodi al Mar Nero, ha aggiunto interesse a
queste fonti documentarie facendone un riferim ento obbligato
ed imprescindibile. L’austriaco Hans von Voltelini, i tedeschi
Schaube, Sieveking, Kehr, Caro e Schulte, i francesi Sayous,
Teroigne, Heers, Bautier, i belgi Laureut, Doehaerd, Kerremans e Verlinden, il rumeno Bratianu, il danese E rik Bach,
vi hanno attinto a piene mani, a volte affiancando, a volte se­
guendo, a volte precedendo l’opera di studiosi italiani fra cui
mi lim ito a ricordare, accanto ai nomi di De Sim oni, Belgrano,
Ferretto, Vito Vitale e Raffaele Di Tucci, tanto noti e cari alla
storiografia genovese, quelli di illustri Maestri di altre Uni­
versità, come Guido Astuti e Filippo Carli, e di questa stessa
Università di Genova, come Enrico Bensa, A lessandro Lattes,
Mario Chiaudano, Gian Piero Bognetti, M attia M oresco, Raf­
faele Ciasca, Giorgio Falco e Geo Pistarino. Ma questo già
lungo elenco di nomi, a cui dovrebbero tuttavia aggiungersi
almeno quelli di Giorgio Costamagna e di Dino Puncuh — e
non soltanto nella loro qualità di ordinatori della M ostra —
non direbbe ancor nulla se non si ricordasse che l ’is titu to
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— XXIX
Storico Belga ha dedicato a questi cartulari ben q u a ttro pon­
derosi volumi e che soprattutto ben tre Università am ericane,
del W isconsin, di Cincinnati, di Yale, da alcuni decenni si sono
dedicate alla pubblicazione ed allo studio approfondito di
queste fonti genovesi attraverso una équipe di eruditi, sotto
l’iniziativa e l ’impulso di tre reputati Maestri: il Bvrne, il
Reynolds e il Lopez.
Davanti ad una così cospicua messe in cui m ietere e ad
una così larga varietà di interessi, il compito degli o rdinatori
della M ostra non poteva essere nè lieve nè semplice. Essi lo
hanno tu ttav ia assolto in m aniera, a mio giudizio, felice, anche
se a prezzo di rinunce, nell'imbarazzo di scelte fra pezzi sin­
golari e pezzi significativi o attraenti. La form ula a d o ttata è
sta ta sostanzialm ente questa: articolare la M ostra in tre di­
verse sezioni, dando alla prim a un carattere rigidam ente si­
stem atico; alle altre due un carattere necessariam ente anto­
logico.
La prim a sezione, che è la più tecnica, presenta anche i
docum enti di maggior vetustà, fra cui sei pergam ene dell’XI
secolo, proponendosi di illustrare attraverso i docum enti ge­
novesi l’evoluzione della redazione del documento notarile,
dalla charta a ll’instrumentum. La seconda è dedicata al notaio
nella vita politica, economica e sociale del suo tem po: il no­
taio negli uffici pubblici, nell’amministrazione della giustizia,
nelle sue funzioni rispetto alla Chiesa; ed il notaio « tout
court », nella sua carriera, nella sua attività, nel rigore dei
costum i che gli era imposto dalla dignità dell ufficio, nelle dif­
ficoltà che incontrava nell’esercizio delle sue funzioni; il no­
taio im provvisato ed il notaio umanista, quello fedele alla
sua professione e quello che le voltava le spalle, m agari per
diventare uom o d ’armi o ammiraglio, attratto dal m iraggio
di una u lteriore ascesa sociale o politica. Ma anche il notaio
come testim one del suo tempo, della vita anche m inuta che
pulsava nei porti, nelle città, dietro le stesse m ura delle case.
A Genova più che altrove, almeno nei secoli XII e XIII, assu­
m evano infatti forma di documento notarile anche quegli im ­
pegni od accordi che da altre parti, per la loro natura, non si
sarebbero stre tti che in form a verbale o tu tt’al più a mezzo di
scrittu ra privata.
xxx —
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
E quindi in questa parte della seconda sezione della Mo­
sti a che il visitatore si troverà di fronte ai docum enti più
vari ed a volte anche più inattesi, specialmente quando so­
sterà, se vorrà farlo, davanti a due gruppi di vetrine: quelle
dedicate a « il costume, la superstizione, la m edicina » e quelle
ielative a « la cultura e la scuola ». Forse, a p rim a vista, il
m ateriale esposto gli potrà dare l'idea di una scelta un p o ’
occasionale, di accostamenti di carte più curiose che legate
fra loio da un visibile nesso; ma, a ben guardare, non uno
di questi documenti sfugge alla logica coerente e rigorosa
di una società che si cautelava contro i pericoli della vita rappiesentati dal gioco, dalle donne, dalle m alattie e d all’ignolanza, ricorrendo al notaio, allo scongiuro, al m edico, al m ae­
sti o, così come affrontava i rischi sul mare rip arten d o li fra
compartecipi, munendosi di salvacondotti, ricorrendo a p ar­
ticolari istituti ed adottando precocemente il vero e p roprio
contratto di assicurazione.
E proprio a vari contratti di assicurazione m arittim a pre­
ludono nelle vetrine seguenti alcuni documenti n otarili rela­
tivi a contabilità commerciali, alla nave ed alla banca privata.
Il prim o, che si riferisce ad operazioni effettuate fra il 1156
ed il 1158, è anche il più antico documento contabile che sia
noto fin ora in Italia per l’età medievale; m entre gli altri si
riferiscono, per la nave, alla costruzione, all’arm am ento, alla
vendita, all arruolamento di equipaggi e a c o n tra tti di tra ­
sporto con relative tariffe; per la banca, alle varie operazioni
praticate nel corso del XII secolo in Genova, ed a relazioni di
banchieri genovesi con le fiere di Champagne, con Asti, con
1 ordine dei Templari, per conto del re di F rancia Luigi IX,
« il Santo ». Infine, dopo qualche esempio di a tti rogati da
notai genovesi nelle più diverse contrade del M editerraneo e
del Mar Nero, ecco ancora di scena Luigi IX ed il suo am m i­
raglio, il genovese Ugo Lercari, occupati in operazioni prep a­
ratorie dell imminente Crociata. Ma, con questo docum ento,
siamo già nella terza ed ultima sezione della M ostra, riservata
ad alcuni insigni cimeli del Medio Evo genovese, a noi perve­
nuti sem pre ad opera dei notai.
Qui gli ordinatori della Mostra correvano ancora di più
il rischio di lasciarsi prendere la mano, ma essi sperano di
aver dato prova di buon gusto e di stile facendo di questa
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— XXXI
sezione la più esigua di tu tta la Mostra, di cui non Genova, m a
il N o tariato doveva essere il protagonista. In com plesso, al­
m eno nove dei soli undici documenti che compongono questa
sezione, non m ancheranno di imporsi anche al v isitatore più
affrettato e distratto: fra essi, l’originale arabo in pergam ena
del tra tta to stipulato da Genova con il Re di M ajorca nel 1188,
od il docum ento del 1251 relativo al trono di Federico II di
Svevia, ornato d ’oro, di perle e pietre preziose, concesso in
pegno a due Spinola e ad un Di Negro a garanzia di un pre­
stito ingente; oppure le carte relative a Vadino Vivaldi, o ad
Antonio M alfante, o a lla tto del 25 Agosto 1479 in cui figura
un testim one di assoluta eccezione: « Cristojorus Columbus,
civis Ianue ».
Fin qui, la Mostra, che presenta 146 docum enti, non in
facsimile, m a in originale, grazie all'avveduta com prensione
del M inistro dell’interno, della Direzione Generale degli Ar­
chivi di Stato e del Direttore dell'Archivio di Stato di Genova,
Prof. Costam agna, intelligente custode di questi invidiati te­
sori, e grazie al benevolo consenso, per i docum enti di loro
com petenza, del Comune di Genova, del Capitolo della Cat­
tedrale di San Lorenzo, del Comune di Sarzana e degli Archivi
di Stato di Torino e Savona. Ognuno dei docum enti presen­
tati alla M ostra m eriterebbe da solo una illustrazione ben più
vasta di quella consentita ad un catalogo o ad un m odesto
discorso di presentazione. Non so tuttavia resistere all'idea di
ferm arm i qualche istante su uno di essi, quel rendiconto m er­
cantile che figura nella M ostra sotto il n° 99 e che costituì un
autentico rom picapo paleografico fino a quando le geniali in­
tuizioni di Guido Astuti e di Giorgio Falco non vennero a scio­
glierne i nodi.
Nel 1156 Ingo de Volta, stipulando un’accomandatio con
Ansaldus Baialardus, aveva affidato a quest’ultimo la som m a
di poco più di lire 205 di Genova. L’anno successivo, i lucri
ottenuti (lire 74) vennero ripartiti fra l’accom andante e l’ac­
com andatario nella consueta proporzione di tre q u arti al p ri­
m o e di un quarto al secondo. Fra i due si stipulò allora una
nuova accomandatio in cui Ingo tornò ad impiegare il capi­
tale della precedente aum entato di buona parte degli utili
conseguiti, costituendo così una somma complessiva di lire 254.
A sua volta Ansaldus investì l’utile impiegandolo nella im­
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
XXXII —
presa come un capitale suo proprio, di cui avrebbe goduto la
totalità degli eventuali profitti, m entre del profitto deìl’accomandatio affidatagli da Ingo gli sarebbe spettata soltanto la
solita quarta parte. Al termine dell’operazione, Ansaldus tirò
le somme dell'attivo e del passivo. Restava un utile n etto che,
nei confronti del capitale complessivamente im piegato rap ­
presentava pressapoco il 91 per cento.
Ansaldus, che aveva stipulato la prim a accom andita con
Ingo de Volta senza rischiare un centesimo, al term ine di que­
sta seconda, si trovava possessore di più di lire 91, m entre il
capitale di lire 205, con il quale Ingo aveva stipulato la prim a
accom andita, si era più che raddoppiato, raggiungendo la
som m a di lire 426. Si stabiliva allora fra i due un nuovo ra p ­
porto, reimpiegando il capitale iniziale e capitalizzando buona
parte degli utili conseguiti. Le aum entate disponibilità finan­
ziarie di Ansaldus gli davano però una posizione più solida
che gli consentiva di trattare con Ingo quasi da pari a pari,
stipulando con Ingo non più una semplice accomandatici, m a
una societas, in cui l’eccedenza del capitale di Ingo venne ri­
cevuta in accomandatio.
Queste tre operazioni commerciali rivelano elem enti del
più grande interesse. Anzitutto, utili netti particolarm ente ele­
vati. Se la prim a operazione, che non sappiam o se conclusa
con un viaggio terrestre o m arittim o, recò al capitale l'utile
già ragguardevole del 36 per cento, la seconda, rife rita ad un
viaggio m arittim o, fruttò nientemeno che il 91 per cento; più
della terza che, con un viaggio di m are in Egitto ed in Siria,
recò l'utile, pur particolarm ente notevole, del 60 p er cento.
Nel breve giro di tre viaggi commerciali, che si possono deli­
m itare a tre anni, la somma impiegata inizialm ente da Ingo
de Volta si era nientemeno che triplicata, senza te n e r conto
di 25 lire trattenute in tutto da Ingo al term ine dei due prim i
viaggi, m entre Ansaldus, attraverso una serie di successive ca­
pitalizzazioni delle sue quote di utili, con tre viaggi di com ­
mercio, si era costruito dal nulla un patrim onio di o ltre 142
lire genovesi, oltre alle 27 lire tratten u te sui profitti del se­
condo viaggio.
Volendo farci u n ’idea del reale am m ontare di queste
somme, potrem m o osservare che, pochi anni dopo, con la
som m a annuale di 11 lire e 10 soldi, cioè di 11 lire e mezzo,
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale —
- 2012
XXXIII
un com m erciante che aveva bottega in Genova m anteneva sè
ed un commesso. E qualora ciò non bastasse, si p otrebbe poi
considerare che, secondo calcoli del Chiaudano, nel 1191 il
reddito professionale complessivo di un notaio genovese am ­
m ontava annualm ente a lire 34 e soldi 15. Ansaldus, in tre
anni, aveva realizzato invece un utile complessivo di ben 169
lire e mezzo, il che significa, in parole povere, che un m er­
cante agli esordi della sua carriera, aveva guadagnato in m e­
dia, in tre anni, il 62 per cento più di quello che guadagnava
un notaro. Nè la questione è tu tta di quantità. Il procedere
senza soste di questo m ercante, la sua ascesa continua, il suo
evidente sforzo progressivo per superare ogni posizione pre­
sente — da semplice accomandatario nel primo viaggio, ad
accom andatario e m ercante-capitalista nel secondo, ad acco­
m andatario e socio nel terzo, — mettono innegabilm ente di
fronte ad una personalità che reca nuova luce sul rap id o ri­
cambio sociale in un grande centro m arittim o ed in un epoca,
il XII secolo, che — fino a qualche decennio fa — era ancora
definita, sulle orme di W erner Sombart, come « tu tta dom i­
nata dall'idea del nutrim ento » ed assolutam ente sprovvista
di qualunque slancio verso il conseguimento e 1 accum ula­
zione della ricchezza.
Gente che sale, sforzo perenne per il conseguim ento di
altre mete, per l’individuazione degli strum enti più idonei a
raggiungerle, p er il controllo e l’affinamento dei mezzi tecnici,
giuridici ed economici, onde consentire all’uomo di arriv are
più oltre. Questo è il coro di voci umane che si sprigiona dal
m ateriale presentato alla Mostra. Pergamene e carte che non
rim angono m ute, ma che hanno un loro linguaggio persino in
se stesse, indipendentem ente dai segni e dalle scrittu re che
recano.
Il
visitatore attento non m ancherà per esempio di accor­
gersi che a Genova, già nel XII secolo, l’uso della c arta con­
tende precocemente il passo a quello della pergam ena. C arta
forse p rodotta dagli arabi di Samarcanda prim a che le car­
tiere di Voltri e del Ponente si affacciassero operose alla
storia. Carta che a volte reca ancora scritture arabe come
quelle conservate dal nostro più antico cartulare. Ve n ’è una
che significa: « sia trattata come Dio comanda verso le sue
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
x x x iv —
creature »; ed u n ’altra: « i cristiani vadano o vengano »; ed
u n ’altra ancora dove si chiede: « come si potrebbe far novità
in questi nostri tempi a vostro danno? »: quasi un m essaggio
che, da rem ote contrade, veniva trasm esso all’Occidente in un
rinnovato clima di distensione.
Eccellenze, Signore e Signori,
L'incoraggiante presenza dell’On. Paolo Em ilio Taviani,
M inistro dell’interno, che, in anni lontani, affinò la sua pre­
parazione paleografica proprio sui cartulari di questi notai
genovesi, mi induce ad accennare ad u n ’iniziativa di im m i­
nente realizzazione: la creazione in Genova di un C entro Na­
zionale per la Storia del N otariato a cui il M inistro Taviani,
sia personalm ente, sia a mezzo della Direzione Generale degli
Archivi di Stato, sta prodigando le più lusinghiere attenzioni.
Nessuna occasione meglio di questa si sarebbe p re sta ta
per m anifestare la più viva gratitudine al M inistro Taviani
ed ai suoi più diretti collaboratori in questo settore: il Pre­
fetto Gaja, D irettore Generale, il V iceprefetto Scam belluri,
l’ispettore Generale Lombardo.
Infine, visto che incautam ente mi si è d a ta la parola, mi
perm etto di abusarne ancora per qualche istan te e, p e r di
più, con qualche riferim ento di carattere assolutam ente p er­
sonale. Per una serie di coincidenze del tu tto im prevedibili
(m a che pure spesso si verificano nell’incerta v ita d ell’uom o),
io mi trovo in questo m om ento a veder convergere nella m ia
persona tre diverse funzioni: quella di professore n ell’Università di Genova, di presidente della Società Ligure di Storia
P atria e di presidente eletto di uno dei tre clubs R otariani di
questa città. Tre Enti che, a diverso titolo, si sono resi bene­
m eriti della conoscenza e dello studio dei teso ri notarili di
Genova di cui ho appena discorso: l’U niversità con costante
e mai placato interesse, fin dai tem pi oram ai lontani di Fer­
dinando Gabotto, di Enrico Bensa e di Alessandro L attes; la
Società Ligure di Storia Patria che da oltre se ss a n ta n n i pub­
blica studi, regesti e cartulari, in un prim o tem po come vo­
lumi dei propri Atti, più tardi, cioè dal 1938, in una collana
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— xxxv
di volum i dedicati ai Notai liguri del X II secolo e realizzata
con la collaborazione scientifica delle Università di Wisconsin
e di Cincinnati; il Rotary Club genovese, che, sospendendo le
sue a ttiv ità negli anni difficili, destinò i suoi fondi residui al
finanziam ento della collana testé ricordata.
E ’ quindi in triplice veste ed in qualità di erede nonché
di depositario di questi tre nobili impegni, che io mi appresto
a form ulare una preghiera e un invito. La preghiera, al Pre­
sidente, perchè voglia aprire le porte della Mostra; 1 invito a
tu tti i presenti, perchè, in caso di consenso, ne facciano me­
rito al Consiglio Nazionale del Notariato; in caso di delu­
sione, ne facciano colpa a noi.
x x x v i Società
—
Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
G IO R G IO COSTAMAGNA - D IN O PU N CU H
M OSTRA STORIC A DEL N O T A R I A T O
MEDIEVALE L IG U R E
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
COMITATO SCIENTIFICO DELLA MOSTRA
Prof. Franco Borlandi
o rd in a rio di storia econom ica nell’Università di Genova
Prof. Luigi Prosdocim i
o rd in a rio di storia del d iritto italiano n ell’U niversità di G enova
Prof. Geo Pistarino
straord in ario di paleografia e diplom atica n ell'U niversità di Genova
Prof. Giorgio Costamagna
d ire tto re d ell’Archivio di S tato di Genova
Prof. Giuseppe Piersantelli
d ire tto re delle B ib liotech e civiche di Genova
Dott. Dino Puncuh
se g reta rio della S ocietà Ligure di Storia Patria
Dott. Luigi Santini
rap p resen tan te del C onsiglio notarile di Genova
Dott. Arch. Vincenzo Oddi
co n su len te tecnico
Dott. Aristotele Morello
rap p resen tan te del C om itato esecutivo del Congresso
La m ostra ed il presente catalogo sono stati curati rispettivam ente
da Giorgio Costamagna per la sezione « La redazione del docum ento no­
tarile » da Dino Puncuh per le altre sezioni.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
II
Signum tabellionis qui riprodotto è quello usato dal notaio-am m i­
raglio Biagio Assereto.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
Nessuna città era meglio indicata di Genova a dare vita e
ad accogliere una Mostra del notariato medievale. Il suo titolo
massimo, ed unico in Italia e nel mondo, è infatti l'imponente
raccolta di cartulari notarili che, dopo tante avventurose vi­
cende, — in specie il bombardamento francese del 1684, — si
conservano nel suo Archivio di Stato e che prendono l’avvio dalla
metà del secolo X I I col cartulare di Giovanni Scriba, il più
antico finora conosciuto.
La difficoltà di allestire la Mostra non stava dunque nel tro­
vare il materiale, che è, anzi, anche troppo abbondante. Alla
mole immensa di ciò che han lasciato scritto i notai genovesi si
aggiungono i savonesi, che, anche se meno numerosi, risalgono
ad u n ’antichità quasi altrettanto remota, e che recentemente
sono stati fatti oggetto di attente cure da parte degli studiosi. Le
principali difficoltà, in poche parole, stavano nella scelta del
materiale, che solo in minima parte poteva essere sfruttato, e
l ’articolazione di esso che doveva mirare a una certa organicità.
Ma guai a addentrarsi nei particolari, guai a voler tirare le
fila dei molti problemi che riguardano la storia del notariato
medievale: scuole e formulari, tirocinio e pratica notarile, orga­
nizzazione corporativa, redazione dello strum ento, dalla notizia
dorsale o marginale, al manuale, all'imbreviatura, alla « charta »,
valore e conservazione del documento e così via.
Di fronte a tutti questi e a molti altri problemi, nella ristret­
tezza del tempo che era loro concesso, gli ordinatori della Mostra
si sono riserbata una certa libertà, tanto più apprezzabile in
quanto essi non intendevano rivolgersi esclusivamente a tecnici
e a specialisti, ma ad un più largo pubblico, sensibile alle m ol­
teplici suggestioni che possono nascere dal contatto e dall’ispe­
zione diretta dei documenti medievali.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
Il
maggior numero di quelli, editi o inediti, che fanno parte
della Mostra e sono compresi nel presente catalogo, deriva dagli
archivi di Genova e di Savona. Alcuni argomenti d ’interesse ge­
nerale, come la redazione dello strumento, o d ’interesse speciale,
come la procedura giudiziaria dei notai savonesi, sono stati
trattati con particolare impegno; altri sono stati accennati per
spu nti significativi, come l’apprendistato, il Collegio notarile, i
notai ecclesiastici.
Ma ben presto la vita vissuta ha preso il sopravvento sulla
dottrina. Come sa per esperienza chi ha qualche pratica di cose
medievali, non v ’è lettura più suggestiva dei cartari e dei cartu­
lari notarili, che rispecchiano in tutti i suoi aspetti e con la mag­
giore immediatezza la società del tempo, i suoi usi, i suoi co­
stu m iT le sue singolarità. E qui gli ordinatori della Mostra hanno
avuto campo di spaziare nei settori più vasti e più curiosi del­
l’attività notarile.
Qui, nel Tre e nel Quattrocento compaiono i grandi nomi
della cancelleria genovese: Giorgio Stella, Iacopo Bracelli, Bia­
gio Assereto; compare nel 1479 un testimonio non ancora d ecce­
zione che si chiama Cristoforo Colombo. Sfilano davanti ai notai
i mercanti, i banchieri, gli uomini di mare per i più svariati e
complicati negozi; grazie alle loro cure possiamo entrare a no­
stro agio nelle ricche botteghe dello speziale Enrico della Torre
e del cartaio Bartolomeo Lupoto, che ci consentono di dare uno
sguardo alla cultura scientifica e letteraria del tempo. Ricorre
al notaio — e i casi sono assai frequenti — chi si obbliga verso
la moglie o verso la madre a non sperperare il denaro nelle
donne, nel giuoco e nella crapula; vi ricorrono Giovannetta Oliveti e Marco Bentramo veneto nell’atto di stipulare una conven­
zione, in base alla quale la donna s’impegna a vivere con Marco
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
6 —
« pro serviciale et amaxia usque ad annos sex », dopo il qual
termine se per volontà dell'uno o dell’altro verrà sciolta l'unione,
Giovannetta dovrà ricevere come sua mercede dieci libre di genovini. Infine per atto notarile un medico o guaritore, Ruggero « de
Brucha » di Bergamo s’impegna a sanare o se non altro a miglio­
rare della sua infermità Bosso lanaiolo. Evidentem ente il povero
Bosso aveva avuto un colpo apoplettico ed era rim asto leso in
una mano, in un piede e nella parola. Ora Ruggero gli p ro m ette
con l’aiuto di Dio nel termine di un mese e mezzo di rim etterlo
in sesto tanto da consentirgli di portarsi il cibo alla bocca, ta­
gliare il pane, camminare e parlare meglio di quanto non faccia
alla stipulazione del contratto; per intanto gli prescrive una dieta
rigorosa: niente frutta, niente carne bovina nè carne secca, niente
pasta asciutta nè cavoli. Ruggero si addossa la spesa delle cure
necessarie; scaduto il termine, a guarigione o a m iglioram ento
conseguito, deve riscuotere sette libre di genovini. In caso con­
trario nulla gli è dovuto.
Nessuna meraviglia se in mezzo a tante umane miserie anche
i notai si concedono di quando in quando qualche svago. Tra
gli svaghi — spiace il dirlo, ma non si può chiudere gli occhi
dinanzi alla verità — vera il frequentare le taverne suburbane
e il darsi alla crapula e all’ubriachezza. La cosa parrebbe incre­
dibile se non fosse autorevolmente attestata dagli S ta tu ti del
Collegio dei notai del 1462, dove si comminano le pene « contra
notarios crapule et ebrietati datos aut inhoneste viventes », e
cioè: prima pene pecuniarie, poi il carcere, infine la sospensione
a tempo o a vita dall’ufficio.
Forse più innocente lo svago di quel notaio che annotava
nel suo cartulario le formule magiche per le varie occorrenze
della vita, soprattutto della vita femminile. E chi avrà curiosità
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
potrà, ad esempio, sapere come si fa a stagnare il sangue, o ad
affrettare il parto di una donna. Anzi, poiché costa così poco
fare u n ’opera buona, traduciamo senz’altro la ricetta per sta­
gnare il sangue: « Scrivi con questo sangue in fronte al paziente
questi tre nom i in questo modo:
+
a g la
+
a g la la
+
a g la la ta ».
Chi non ci crede non ha che da provare.
Dopo un amplissimo giro per molte fra le sedi del M editer­
raneo e del Mar Nero dove rogarono i notai genovesi, la Mostra
intende chiudere in bellezza, in maniera cioè da appagare la vista
e da soddisfare l ’interesse storico dei visitatori. L ’ultima parte
è così dedicata a uno spettacolo raro, la riproduzione, in veste
assai vistosa, dei più insigni cimelii del medio-evo genovese: il
Breve della Compagna del 1157, il trattato di pace fra il re di
Maiorca e il comune di Genova del 1188, la sottomissione del
comune dì Savona del 1202, un atto della lotta contro Federico II,
uno strum ento di Ugo Lercari, ammiraglio di Luigi I X il S anto ,
relativo alla crociata, il trattato del Ninfeo del 1261 che segna la
riscossa genovese contro Venezia nell’impero bizantino, uno degli
ultimi contratti stipulati da Vadino Vivaldi in preparazione di
quel viaggio che doveva essere senza ritorno.
G io r g io
F alco
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LA REDAZIONE
DEL DOCUMENTO NOTARILE GENOVESE
DALLA C H A R T A A L L ’I N S T R U M E N T U M
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ABBREVIAZIONI
A.S.G.
A.S.
A.F.
S.N.
N.G.
B.S.G.
A.S.S.
A.S.T.
-
USATE
Archivio di Stato di Genova
Archivio Segreto
Antica Finanza
Sezione notai
Notai giudiziari
Banco di San Giorgio
Archivio di Stato di Savona
Archivio di Stato di Torino
L’uso del corsivo in alcuni documenti si riferisce a particolari aspetti
sui quali s ’intende richiamare l’attenzione. Le note bibliografiche si rife­
riscono a studi non citati nel testo.
Nella trascrizione delle pergamene in cattivo stato di conservazione
si è segnata con una barretta la fine di ogni riga.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
La scienza, in questi ultimi anni, si è im pegnata nella ricerca
della soluzione di numerosi problemi che la storia del n o tariato
e la diplom atica notarile ancora prospettano. T ra di essi sono
indubbiam ente di prim aria im portanza quelli relativi alla reda­
zione del documento medievale, chè dalla risposta a tali quesiti
dipende lo scioglimento di numerose altre incognite di carattere
storico e giuridico.
L’interrogativo forse più appassionante che si presenta
quando ci si sofferma a studiare come venisse red atto , nei
secoli compresi tra l’ottavo ed il decimosecondo, il docum ento
notarile italiano riguarda la natura ed il valore giuridico delle
così dette « notizie dorsali », di quelle annotazioni cioè, che,
prim a di procedere alla stesura formale e solenne di un atto, il
notaio prendeva del suo contenuto stendendole a tergo o a m a r­
gine della pergamena. Sull’argomento esiste una notevole lette­
ratu ra e sono state espresse le più contrastanti opinioni, m a
non meno interessante è lo studio del processo di successione
delle varie fasi attraverso cui doveva passare la redazione del
docum ento quando, superato quel sistema, il notaio dovette
pensare a conservare anche presso di sè traccia d ell’avvenuto
suo intervento. Si presentano così i temi toccanti la form azione
del cartolare contenente le prime redazioni degli atti, il rilascio
degli originali in pergamena e delle copie, il rifacim ento dei docu­
m enti perduti etc. Problemi tu tti su cui i form ulari m edievali
rim astici sono tu tt’altro che espliciti m entre gli sta tu ti, o ltre a
d ettare norm e diverse da città a città, tacciono sui p artico lari.
Genova, che ha la fortuna di poter vantare i più venerandi
e ricchi archivi notarili, di conservare i più antichi c arto la ri di
im breviature del mondo, di possedere una delle più significative
raccolte di scritture tachigrafiche, si trova nelle m igliori condi­
zioni per offrire agli studiosi ed ai ricercatori una scelta di docu­
m enti atti ad illustrare l’evoluzione verificatasi nella redazione
dei docum enti dei suoi notai medievali.
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—
11
I
1010 maggio 27
Alberto, figlio del fu Leone di Cesino, acquista da Giovanni ed
Alberga e da Giovanni e Sigelberga dei beni siti nella località detta
« Plonhe ».
A .S.G ., A .S., M o n a s te r o di San Siro, 1525/1.
E d izio n e in L. T. B el g r a d o , Cartario Genovese, in A tti della S o c ie tà L igu re di
S to r ia P atria , II, p arte I, Genova, 1870, doc. L; cfr. anche G. C o s t a m a g n a , La
s c o m p a r s a della tachigrafia notarile neU’avven to dell’im breviatu ra, in A t t i della
S o c ie tà L igu re d i S to r ia Patria, N .S., III (LXXVII), p. 37.
N O T E TACHIG RAFICHE SUL DORSO DELLA PERGAMENA
1)
2)
3)
berga fì-li-a con(dam) Mar-ti-ni de Sa-n-ti....
iugalibus at te Al-ber-to fi( li)-us con(dam) Le-o-ni
de Ci-si-no.......................................................................................................................
4)
de u-na par-te fo-sa-tus Ru-ber-li us-que in co-sta
de Ga...............................................................................................................................
5)
pi us-que in Iu-ven-ti-na..................................................
6)
rico In-gel-ber-to U-de-pr-an-do.....................................
Si è accennato, nella breve avvertenza che precede queste pagine,
com e il primo quesito che si presenta a chi si soffermi a studiare la storia
del notariato e la diplomatica del documento notarile sia quello relativo
alla natura ed al valore delle così dette « notitiae » dorsali. Esse spesso
appaiono in una scrittura tach igrafia caratteristica dell’alto m edioevo
che gli specialisti definiscono come tachigrafìa sillabica.
Questo primo documento costituisce una delle rare notizie dorsali
che si conoscono ed è uno tra i più antichi tra quelli conservati a Genova.
12 —
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
II
TESTO SUL DIRITTO
(S.T.) In nom ine domini Dei et Salvatoris nostri Jhesu Christi. Einricus gratia De(i rex an)no regni eius, Deo propicio, in Italia septim o,
quinto kalendas iunii in(dicione oc)tava. Constad nos Johanne filius quon­
dam item Jo(h)a(n)ni et Alberga iugalibus filia quondam M a r . . . .
de
m onte et item Iohanne filius quondam item Johanni et Sigelberga iugali­
bus filia quondam M ___| Monte qui protesi sumus nos iugales ambo
ex nacione nostra legem vivere roma(___| ----- ) iugalibus nostris nobis
consenciente et subter confirmante accepisemus n(os) | Johanne et Alberga
iugaiugalibus et Johanne et Sigelberga iugalibus comuniter ! in presencia
testium accepi ad te Alberto filio quondam Leoni de Cisino argentum
pro den(arios) bonos | solidos duo finitum precium pro euntis casis^
sedim inos et omnibus rebus illis iuris notris iugalibus........ | abere visi
sum us in locas et fundos Plonhe et sunt rebus ipsis pro m ensura iusta
in t o ........ | (se)dim inibus et vineis et castanetis cum areis suarum
seu . . . . iuga una e t ........ , una parte fosato Ruberli usque in costa de
Gagio, de alia parte costa Maur . . . . . . . . usque in Iuventina et si amplius
de nostro iuri in rebus infra ipsas coherencias in ........j .......... ut supra
m ensura l(egitur) per hanc convenc(ionem) et pro accepto precio in tuo
et supra Al(be r t i ) . . . . rebus infrascriptis iuris nostris iugalibus in eodem
loco et fundo Plonhe supradi(ctis)u . . , . . sionibus et ingresoras earum
seu cum superioribus et inferioribus earum rerum que........ | m ensura et
coerencias l(egitur) in in(tegrum), ab ac die tibi ut supra Alberto pro
precio a r ........ ........ vendimus, tradimus et mancipamus nuli alii vendi­
tis, donatis, alienatis, obnu siatis___ j traditis nisi tibi et socios ex inde
a presenti die tu et eredibus tuis iure proprietà. . . | tamen quicquit
volueritis sine omni nostra qui supra iugalibus et eredum nostrorum
c o n tr a ........ [ .......... spondimus atque promitimus nos qui supra Johanne
et Alberga iugalibus et Johan(ne) j et Sigelberga iugalibus una cum no­
stris eredibus tibi ut supra Alberto tuisque ered i___| aut cui vos dede­
ritis vel abere statueritis suprascriptis ut supra sediminos et . . . | . . .
qual(iter) supra l(egitur) in in(tegrum) ad omni omine defensare quod
si defendere non potueri|mus aut si vobis ex inde aliquit per covis inge­
nium infragnere quexierimus | tunc in dubium infrascriptis casis, sedi­
m inis ed om nibus rebus vobis restituamus sicut p r o ........ | pore fuerint
m elioratis aut valuerint sub extimacione in consimili lojco et nec nobis
iugalibus licead ullo tempore noie quod voluimus et quod a nojbis semel
factum vel conscriptum est sub iusiurandum inviolabiliter conservare
prom ittim us cum stipulacione subnixa et nihil nobis iugalijbus ex ipsum
precium aliquit redeberit disimus. Actum in loco Ubega fel(iciter).
Signum -f + + manibus infrascriptorum Johanni et Alberga iuga­
libus et Johanne et Sigeljberga iugalibus qui anc cart(ulam) vindici(onis)
fieri rogaverunt et suprascripto argenjto receperunt eorumque relecta est;
Signum + + + manibus Almerici fil(ii) quondam Restani et Ingelberto j seu Ildeprando legem viventes romana testes;
Signum + + + manibus Iohanni fil(ii) quondam Rihardi et Iohanne
fil(ii) quondam Restani testes;
(S.T.) Ego Giselbertus notarius Sacri Palaci|i scriptor huius car-(tu­
ie) vindici(onis) post tra|dita complevi et dedi.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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1065 agosto 23
Adalberto, prevosto della Chiesa di Tortona, e Guido, figli del defunto
m archese Oberto, con Beatrice, vedova di Oberto, altro fratello, donano
al m onastero di S. Siro due proprietà site nel luogo detto « Tramontana ».
A .S.G ., A .S., M o n a s te r o d i S. S iro , 1525/1.
E d iz io n e in
C h a r ta r u m , I, T orin o, 1853, col. 613; A. F e r r e t t o , D o c u m e n ti
g e n o v e s i d i N o v i e V alle S criv ia , in B .S .S .S ., LI, P in erolo, 1901, doc. XVII; per
la tra sc riz io n e d elle n o te tach igrafich e cfr. an ch e G. C o s t a m a g n a , La più recente
n o tiz ia d o r s a l e in n o t e ta c h ig r a fic h e: 1065, in B o lle ttin o L ig u stico , II, 1950, e
G. C o s t a m a g n a , La s c o m p a r s a cit., p ag. 47.
N O T E TA C H IG R A FIC H E SU L DORSO DELLA PERGAM ENA
1 ) ............ to ca-len-das se-tem-ber in-di-ci-o-ne.....
2) mo-ne-ste-ri-o San-ti Si-ri nos A-del-ber-tus pre-po-xi-tus et Ui-do mar-hi-o
ier-ma-nis fi-li-i con(dam )
3) O-ber-ti mar-hi-o sa-li-ci Be-a-tri-ce
4) car-(ta) est o-fer-sio-nis por-ci-o-ne de ma-sa-ri-ci-as cum o(m)-ni-bus
at ip-sas
5) ma-sa-ri-ci-as et sunt re(c)-ti et la-bo-ra-ti ip-(si) Ber-nar-dus et Be-nedi(c)-tus
6) sun-t su-per to-tum iu-ge-ras du-as et si am-pl-i-us
7) pe-na o-ri o-ti-mi un-ci-as xx pon-de-ras xxxx
8) tes-(tes) sa-li-ci Ma-in-fr-e-di et Ro-mo-li se-u Ua-sa-lo-ni
9) tes-(tes) Gi-rar-di et Ber-nar-di se-u Mar-ti-ni se-u Cri-(stiani).
Qui, invece, viene trascritta la notizia dorsale in note tachigrafiche
più vicina a noi che si conservi a Genova. (La più recente finora ritrovata
risale al 1075: cfr. G. C o s t a m a g n a , Una notizia dorsale in note tachigra­
fiche sillabiche dell'anno 1075, in S tu d i in onore di Riccardo Filangieri,
N apoli 1959, I, p. 115 e sgg.). Una prima redazione del genere non pare
potesse avere peso giuridico perchè redatta in una scrittura incompren­
sib ile ai non iniziati.
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IV
TESTO SUL DIRITTO
(S.T.) Anni ab incarnac(ione) Domini nostri Ihesu Christi m illexim o
sexagesim ó quinto, quarto calendas setem ber, indic(ione) quinta, monesterii Sancti Siri foris et prope civitate Jenua. Nos Adelbertus prepoxitus
Sancte Tertonensis Ecclesia et Uido marhio iermanis fìlii bone | m em orie
Oberti item que m arhio seu Beatrice filia Olrici et relieta quondam item
Oberti ierm ano | prefatorum Adelberti prepoxitus et Uidoni, qui professi
sum us om nes ex nacione nostra lege vivere saliha, aufertoris et aufertris,
donatoris et donatris ipsius m onesterio, presens presentibus disim us quis­
quis in sanctis ac venera;bilibus locis ex suis aliquit contullerit rebus iusta
auctoris voce in oc seculo centuplum acipiacipi|as insuper et quod
m elius est vitam posidebit eterna; ideoque nos quem supra ierm anis seu
Beatrice donam us
et auferim us a presenti die prò anima suprascripto
quondam Oberti ierm ano et iugale nostro et prò sim il(iter) anim a nostra
m ercede j id est nostram porcionem de masaricias duas cum om nibus
rebus ad ipsas m asaricias pertinentibus iuris nostris quas abere | visi
sum us in loco et fundo Tramontana et est ipsam porcionem de ian dictas
m asaricias cum om nibus ) rebus ad ipsas masaricias pertinentibus per
m ensura iusta iugeras dua et si am plius de predicta porcio|ne de suprascriptas m asaricias iuris nostris in eodem loco ut supra l(egitur) inven­
tum fuerit, qua ut supra m ensura l(egitur) per ac car(tulam) aufersionis
suprascripto m onesterio potestatem proprietario iuri et sunt ipsas m asa­
ricias rectas j et laboratas per Benedictus et Bernardus m asarii liberi
om ini in in(tegrum ). Que autem suprascripta nostra por|cione de predictas
m asaricias dua cum om nibus rebus ad ipsas masaricias pertinentibus
iuris nostris supradictas
una cum accessionibus et ingressoras earum
seu superioribus et inferioribus earum, qualiter supra l(egitur) in i n t e ­
grum), ; ab ac die in eodem m onesterio Sancti Siri donamus et auferimus
per presentem car(tulam ) aufersionis ibidem | abendum confirmamus
Insuper per cultellum , fistucum notatum , uuantonem et uuasonem terre
seu ram um a rsboris et pars ipsius m onesterio legitimam facim us tra­
d itio n e m ) et vestitura et nos exinde foris expullimus, | uuarpivimus et
asentem fecim us et a pars ipsius m onesterio proprietate abendum relin­
quim us et facias | exinde par(s) ipsius monesterio dederit proprietario
nom ine quitquit vojluerit sine omni nostra et eredum ac proeredumque
nostrorum contradic(ione) vel rep eticion e............... Actum in castro Seciai
feliciter.
+ Ego Albertus scripsi.
Signum
m anus suprascripta Beatrice qui ac car(tula) aufersionis
fieri rogavi ut supra.
Signum
m anibus Mainfredi et Romoli seu Uuasaloni legem viven­
tes saliha testes.
Signum + m anibus Girardi et Bernardi seu Martini atque Cristiani
testes.
(S.T.) Ego qui supra Otdo notarius et iudex Sacri Palacii scriptor
uius car(tule) aufersionis postradita compievi et dedi.
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V
1007 dicembre 4
Martino e Bruningo, del fu Leone, nonché Giovanni con il fratello
om onim o, del fu Luniverto, ricevono in enfiteusi dall’abate del m onastero
di S. Siro, per l’annuo canone di due polli, due terreni, in Garsaneto, che
prom ettono di dissodare nel term ine di dieci anni col piantarvi alberi di
castagno dom estico.
A.S.G., A .S., M o n a s te r o di S a n to S te fa n o , n. gen. 1508/1.
NOTIZIA DORSALE
Breve sponsione que fecit Martinus qui et Bruningus quondam Leo­
nis, Johannes et item Johannes ierm anis filiji quondam Luniverti ad Eribertus abas et sucesoribus suis de pecies duas de tejra in Garsaneto ad
pastenare vel inserire de castaneas dum esticas ad | decem ani, pena sol(dorum ) quinquaginta; mensura una pecia perticas quinquaginta et quinque
alia peci j a sexaginta; pensione pulos duos ad decem ani expleti j .... indicione sesta ....
.... Cunradi et Alberti, qui scriptores non sunt Bruningus
et Johannes, Ubertus.
Intorno agli stessi anni, accanto alle notizie dorsali in note tachigrafiche, si trovano anche notizie in scrittura comune. Di queste quella
che qui si trascrive è uno dei più antichi esempi m entre....
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VI
TESTO SUL DIRITTO
(S.T.) In nom (ine) Domini Dei et Salvatoris nostri Jhesu Christi. Einricus gra(tia) Dei rex anno regni eius
Deo propicio ic in Italia quarto,
quarto die m ensis decenber, indic(tione) sesta. Promit jtimus et spondim us nos Martinus qui et Bruningu(s) fili(i) quondam Leoni et Johannes
ei item Johannes iermanis filii quondam Luniverti, una cum nostris ere­
dibus ad vos dom nus Eribertus abas m onesterii Sancti Stefani | eiusque
subcesores vel pars ipsius m onesterii ut a decem ani expleti pastenare
debeam us de castaneas dum esticas nos qui supra Mar tinus et Johannes et
item Johannes pecias duas de tera quibus sunt poxitis in loco et fundo
Garsaneto quod sunt
per mensura iusta in circuitum perticas centum
quindecim a perticas de pedes duodecim ia pedes domni Luprandi rex et
per unum quem que anno pulos duos dare debeamus J nos qui supra
Martinus et Johannes et item Johannes consignati eidem Eribertus abas
in predicto m oneisterio eiusque subcesores vel pars ipsius m onesterii per
nos nostrisque eredes, quod si nos
qui supra Martinus et Johannes
et item Johannes predictas pecias de terra ad ian dicti decem ani esple- |
ti pastenatam et inseritam non abuerimus aut minime fecerit quod supe­
rius l(egitur) tunc ; spondimus nos qui supra Martinus et Johannes et
item Johannes conponere tibi qui supra Eribertus abas i eiusque sub­
cesores vel pars ipsius monesterii pena arientum denarios bonos ; papiense solidos quinquaginta. Actum in monesterio Sancti Stefani feliciter.
Signa + + + manibus infrascriptorum Martinus et Johannes et item
Johannes ierm anis qui anc cartulam promisionis fieri rogaverunt 1 et
eorum quod relecta est.
Signa + + + manibus Uberto et Bruningus et Johannes testes.
(S.) Cunradus rogatus subscripsi.
(S.T.) Ego Iohannes .... (tr)adita complevi et dedi.
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Tav. VI
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VII
1120 febbraio
Rubaldo del fu Tommaso dona al monastero di S. Siro tutti i beni
che egli possiede « in comitatu Janue ».
A.S.G ., A .S., M o n a s te r o di San Siro, n. gen. 1525/1.
N o tizia in G. C o s t a m a g n a , La sc o m p a rsa cit., p. 24, n. 38.
NOTIZIA DORSALE
Testes Dodo, Merlo de Bondono
Gulielmus de Via arobador j
Obertus Grasso, Lambertus de Camilla, Ribaldus. Car(tula) ofersionis
a presenti die quam feci ego Rubaldus filius j quondam Tomas ad eccle­
siam Sancti Siri
per Aldebertum eius missum de omnibus j rebus illis
que mihi pertinent in
comitatum Janue in Campofele|goso et in Zimignano et in Noal
et in Sancto Cipriano et per alia loca j. M illesimo
centesim o vigesim o, mense februarii.
....quest’altra notizia è una delle più recenti che, finora, sia stato possi­
bile rintracciare a Genova (la più recente risale al 1139 ed è conservata
nella Biblioteca Berio, ma risulta rogata a Tortona).
Poiché l'uso delle notizie dorsali in note tachigrafiche scompare,
a Genova, intorno al sesto o settimo decennio del secolo XI, m entre si
hanno ancora esem pi di notizie in scrittura comune, è da presumersi
che la redazione sul dorso della pergamena cominciasse ad assumere
un certo valore probatorio e, pertanto, divenisse impossibile scriverla
in una grafia incomprensibile alla gran maggioranza delle persone.
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TESTO SUL DIRITTO
(S.T.) Anni Domini millesimo centesimo vigesimo, mense fejbruarii.
M onesterio Sancti Siri constructo jin burgo Janue, ego Rubaldus filius |
quondam Tom as, offertor et donator ipsius j ecclesie p(resens) p(resentibus)
dixi quisquis in sanctis ac vene | rabilibus locis ex suis aliquid
contulerit
rebus iusta octoris vocem in hoc seculo cenjtuplum accipiet
insuper, quod m elius est, vitam posidebit eternam et ideo ego- qui supra
Rubaldus
dono et offero in eodem monesterio Sancti Siri | a presenti
die hoc est om nes res illas propri(etari)as et | libellarias quas habere visus
sum et mihi pertinent infra committatum Janue in Campofelego | so et
in Zimignano et in Noal et in Sancto Ciprijano et per alia loca ubicum ­
que mihi pertinent
plenum et vacuum in i(ntegrum), una cum cartis
earum ut a presenti die in eodem monesterio j Sancti Siri aut cui dede­
rit sint potestate
faciendi quodcunque voluerit; quod si ego qui supra
Ru baldus vel mei heredes ex inde agere aut causare quesierimus vel ab
om ni hom ine defendere non potuerimus tunc in dujplum easdem res ut
supra l(egitur) vobis re|stituamus sicut pro tempore fuerint m elilorate aut
valuerint sub estim a cione in consimilibus locis et nec | mihi liceat ullo
tempore nolle quod volui set quod a me semel factum vel conscripjtum
est sub iusiurandum inviolabil(iter)
conservare promitto cum stipula­
c e n e (sub)nixa. Actum in atrio ipsius ecclesie fel(iciter)....
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IX
1088 marzo
Gezo ed Alguda, coniugi, con Gandolfo ed Anna, loro figli, donano
al m onastero di S. Siro i beni di loro proprietà siti in Paravanico e l'ot­
tava parte della chiesa consacrata a S. Martino.
A .S.G ., A .S., M o n a s te r o di San Siro, n. gen. 1525/1.
E d izio n e in L. T. B e l g r a n o , Cartario G en ovese cit., doc. CLVII; cfr. an ch e G. C o st a La s c o m p a r s a cit., p. 31.
m agna,
Testes Paganus, Ido, Otto, Pummo, Andrea. Car(tula) ofersionis quam
fecerunt Gezo et Alguda iugalibus et Gandulfo et Anna germani filii
nostri et infrascripta Anna conius Dodoni ad monesterio Sancti Siri
nom inative de casis et omnibus rebus proprietariis et libellariis in Palavanego et octava pars de ecclesia que est consecrata in onore Sancti
Martini sic nobis pertinet per quolibet ingenium omnia et ex omnibus
plenum et vacuum sicut superius l(egitur) in in(tegrum). Milleximo octuagexim o octavo, m ense Marcii, indic(ione) undecima.
Dodus notarius scripsi.
Tanto più che proprio in quel torno di tempo appaiono altri docu­
menti apparentem ente informi, come quello qui riprodotto, che ad un
più attento esam e rivelano di essere vere e proprie « notitiae » scritte,
però, non sul dorso della pergamena ma su di un ritaglio della stessa
m ateria scrittoria. Poiché esse vengono conservate senza la relativa per­
gam ena nell’archivio del destinatario, si può ragionevolmente supporre
che avessero un qualche valore giuridico.
A tali conclusioni eminenti studiosi sono giunti anche per altri
im portanti centri di vita notarile quali Bologna (cfr. G . C e n c e t t i , La
« rogatio » nelle carte bolognesi, Bologna 1960).
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29
X
1099 maggio
Rainaldo ed Oberto, padre e figlio, con Matrona, moglie di Oberto,
donano al m onastero di Santo Stefano un manso, con casa e torchio, sito
nel luogo detto « Mortedo ».
A.S.G., A .S., M o n a s te r o d i S a n to S tefa n o , n. gen. 1508/1.
N otizia in G. C o s t a m a g n a , La s c o m p a r s a cit. p. 30, n. 49.
Testes Amicus, Brusco, Bonusmato, Demilo, Gandulfus, Johannes,
Grexencius, M artinus, Merlo.
Carta aufersionis que fecerunt Rainaldus et Aubertus, pater et fìlio,
et Madrona conius suprascripto Aubertus a monesterio Sancti Stefani
nom inative de m anso uno in Mortedo cum mansione et torculo et omnes
quod in illo pertinet iusta via et terra suprascripto monesterio a pre­
senti die. M illeximo nonageximo nono, mense madii, indicione .VI.
Questa « notitia », a conferma di quanto si è affermato, risulta che
è servita ad un altro notaio per estrarre la « charta », come appare evi
dente confrontandola con....
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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1099 maggio
R egesto: c fr. n. p reced en te.
E d izion e in L. T. B el g r a n o , C a r ta rio G e n o v e s e cit., doc. CLXVII.
Anni ab incarnacione dom ini nostri Jhesu Christi m illexim o nonagexim o nono, m ense madii, indicione sesta. M onasterio Sancti Stefani
proto m artiris quod est constructum foris prope Civitatem Janue; nos Rainaldus filius quondam Bonifilii et Obertus, pater et filius eius, et Madrona
conius suprascripti Oberti, et ipso viro et socero nostro nobis consenciente et subter confirm ante, qui professi sum us nos ex nacione nostra
legem vivere romanam, ofertores et donatores ipsius m onasterii, propterea dixim us quisquis in sanctis ac venerabilibus locis ex suis aliquid con­
tulerit rebus iusta octoris vocem in hoc seculum centuplum accipiet et
insuper quod m elius est vitam poxidebit eternam, et ideo nos qui su­
pra pater et filius et Madroina in eodem m onasterio donam us et oferimus et per presentem car(tulam ) ofersionis ibidem abe(ndum ) confirma­
mus, hoc est m ansum unum et rebus iuris nostri proprietarium cum
m ansione et tord o et vineis et ficibus, aulivis super abente, quod habere
vixi sum us in loco et fundo Mortedo; cum om nibus suis pertinenciis,
coheret ei de una parte via publica, de alia parte terra Sancti Ste­
fani, de tercia parte terra Alberti de Uuaraco, de quarta parte terra
de Malauxelo et filiorum de Oberto de Dodo, sibique alie sunt ab
om ni coherentes, infra iam dictas coherencias om nia et ex om nibus
plenum et vacuum una cum acesionibus et ingresoris vel exitu suo
in in(tegrum ) ab ac die in eodem m onasterio donam us et oferim us
et per presentem cartulam ofersionis in eodem abendum confirmamus,
faciendum exinde a presenti die abas ipsius m onasterii quicquid voluerint
sim ul cum m onachis qui ibi sunt vel deinceps in antea ordinati ese debent,
sine om ni nostra vel heredum nostrorum contradic(ione) quidem et spondim us atque prom ittim us nos qui supra, pater et filius et Madrona una
cum nostris heredibus, ad partem ipsius m onasterii suprascriptum man­
sum qual(iter) superius l(egitur) in in(tegrum ) ab om ni om ine defensare,
quod si de(fender)e non potuerim us aut si vobis exinde aliquid per quovis
ingenium subtraere quexierim us, tunc in duplum eamdem ofersionem ut
supra l(egitur) inibi restituam us sicut pro tempore fuerit m elioratum aut
valuerint sub estim ac(ione) in consim ili loco et nec nobis liceat ullo tem ­
pore nolle quod voluerim us set quod a nobis sem el factum vel conscriptum
est sub iusiurandum inviolabiliter conservare prom ittim us cum stipulac(ione) subnixa. Actum in Civitate Janua fel(iciter).
Signum + + + manuum infrascriptorum pater et filius et Madrona
qui hanc car(tulam ) ofersionis fieri rogaverunt ut supra.
Signum + + + +
manuum Amicus, Brusco, Bom ato, Demil, Gandulfus, Johannes, Grexencius, Martinus, Merius rogati testes.
....Ia « charta » con cui è stata conservata. Infatti pur essendo andata
perduta in questa la « com pletio », cioè la formula comprendente la sottoscrizione e la convalidazione del notaio, è evidente com e il docum ento sia
di altra mano di quella che scrisse il n. 10.
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T av. XI
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XII
IL CARTOLARE DI G IO VA N N I SCRIBA
1157 ottobre. Martino ed Enrico m anom ettono Arimanno,
figlio d ell’ancella Antonia.
A.S.G., S .N ., C a r to la r e 1, c. 38 r.
E d izio n e in M . C h ia u d a n o , M . M o r e s c o , Il c a r to la r e d i G iovan n i S criba, R om a 1935,
doc. CCXCVII.
(S i tra scriv e il p rim o d o cu m e n to ).
Libertas Armanni.
Testes Baldezonus Usus Maris, Lambertus Grillus, Oion de Insola,
Bonus V assallus de Maraxi, Rainaldus de Arcu, Girardus de Vulparia, Ido
de Arcu, Girardus de Vulparia, Ido de Vulparia, Baxilius Moscarol. Nos
Martinus et Enricus com ites facim us liberum te Armannum filium Antonie
ancille nostre servum nostrum filium Boni Iohannis de Vulparia, pre­
cium inde accepim us lb.v., penam Ib.x. optim i auri Enrico de Vulparia
prom isim us. In pontili capituli, . m c l v i i . , . v i i i i . kalendas novem bris, indicione quinta.
Occorre notare, tuttavia, che quando le « notitiae » acquistano un
valore probatorio e sono consegnate alle parti si pone il problema della
necessità, da parte del notaio, di tenerne, da un lato, presso di sè almeno
una copia, dall’altro, di com e conservarle, se cioè legarle in m azzetto o
cucirle a m o’ di registro. Non si conservano a Genova docum enti che
perm ettano di chiarire com e dal notaio venissero raccolte le prime reda­
zioni alla fine del secolo XI e se fossero conservate in originale o in
copia. Sta di fatto che alla m età del secolo seguente troviam o il cartolare
di G iovanni Scriba, il più antico che si conosca. È difficile, però, dire se
in esso siano raccolte le prime redazioni o non piuttosto una successiva
trascrizione delle stesse.
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XIII
NOTULA DEL NOTAIO GIOVANNI SCRIBA
Regesto: cfr. n. precedente.
A.S.G., S .N ., C artola re 1, c. 181.
Edizione in
M.
C h ia u d a n o ,
M.
M o re sco ,
II cartolare cit., Appendice XI.
Baldezon, Lambertus Grillus, Oion de Insula, Bonusvassallus de Maraxi,
Rainaldus de Arcu, Girardus de Vulpara, Ido de Vulparia, Baxilius. Nos
Martinus et Enricus comites facimus liberum Arimanum filium Antonie
ancille nostre et filium Boni Iohannis de Vulparia; precium Ib.v., penam
Enrico de Vulparia.
In taluni casi è evidente che trattasi già di una seconda redazione,
in quanto si trova traccia di un appunto, quale è questo rispetto al docu­
m ento precedente; tuttavia, non è opportuno generalizzare perchè potrebbe
darsi il caso che, o a causa della particolare complessità del docum ento
o per non aver avuto il notaio a disposizione il cartolare, si sia reso neces­
sario un diverso modo di procedere.
Per taluni notai, che rogano in anni di poco posteriori a Giovanni
Scriba, ci sono rimaste numerose notule cui è stato possibile trovare
corrispondenza nel cartolare.
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T av. X III
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XIV
1164 maggio 26
Buonvassallo di Medolico vende ad Ansaldo, abate di Santo Stefano,
l’ottava parte di un mulino.
A.S.G., A.S., M onastero di S. Stefano, n. gen. 1509/11.
N otizia in M . M o r esc o , G.P. B o g n e t t i , Per l’edizione dei notai ligu ri d e l secolo
XI I , Genova 1938, p. 56, n. 1.
Ego Bonusvassallus de Medolico cepi a te Arnaldo abbate Sancti
Stephani pro ipso monasterio libras septem et mediam denariorum januinorum, finito precio pro octava pro indiviso molendini de ripa quod
est ad Struppam, faciendum inde proprietario nomine a te et successo­
ribus tuis in ipso monasterio aut cui dederitis quicquid volueritis sine
mea contradicione meorumque heredum et omnium pro nobis, stipu­
lanti etiam tibi sub pena dupli promitto hanc vendicionem me decetero
nullatenus impediturum set defensurum legitime ab omni hom ine sicut
valuerit aut meliorata fuerit, pro evicione dupli bona que habeo et habi­
turus sum pignori vobis subicio ut nisi sic observavero ex inde vestra
auctoritate et sine decreto intrare possitis in bonis meis que m alueritis
pro sorte et pena et quantum hoc fuerit vobis faciatis estim ari et estimatum nomine venditionis possidatis; possessionem ipius vendicionis de­
disse vobis profiteor. Memoratus abbas professus est Martinum de Mari
superiorem summam solvisse pro filio suo quem obtulit eidem mona­
sterio. Actum in ecclesia Sancti Laurentii; millesimo centesim o sexage­
simo quarto, vicesima sexta madii, indictione undecima. Martino de Mari,
Nicola Roça, Lanfranco Frenguello et Bonifacio Roça ad hoc testibus con­
vocatis.
(S.T.) Ego Iohannes notarius rogatus scripsi.
Di Giovanni Scriba ci è rimasta anche la presente pergamena che
egli estrasse dal suo cartolare e che ci permette due constatazioni:
a) la redazione in pergamena, pur continuando ad essere indicata
con il nome di « charta », è ben lontana da quella in uso ancora non
molti anni prima, anche senza entrare nei dettagli si avverte subito la
mancanza delle sottoscrizioni dei testi e di altre formule a lungo discusse
dagli studiosi;
b ) se si confronta, poi, la pergamena....
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T av. XIV
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XV
1164 maggio 26
R egesto:
cfr. n. precedente.
A.S.G., S .N ., C arto la re 1, c. 153 r.
E d izion e in M . C h ia u d a n o , M . M oresco , cit., doc. MCCV.
Monasterii Sancti Stephani.
Testes Martinus de Mari, Nicola Roça, Lanfrancus Frenguellus et
Bonifacius Roça. Ego Bonusvassallus de Medolico cepi a te Arnaldo abbate
Sancti Stephani libras septem et mediam denariorum januinorum finito pre­
cio pro octava molendini de ripa, quod est ad Struppam pro indiviso, ut
inde proprietario nomine et cetera, non impedire set ab omni homine de­
fendere sicut valuerit aut melioratum fuerit, sub pena dupli, tibi cum stipu­
la to n e prom issa et cetera, pro evictione dupli, bona que habeo et habitu­
rus sum tibi pignori subicio, ut, nisi sic, intrare et cetera et sine decreto
et facere estim ari et nomine vendicionis possidere. Possessionem dedi.
Actum in ecclesia Sancti Laurentii a parte Sancte Marie; . m c l x i i i i . , . x x v i .
madii, indictione .xi.
Ipse abbas professus est Martinum de Mari ipsam summam solvisse
pro filio suo quem ipsi monasterio dicavit.
....con la precedente redazione nel cartolare, è facile constatare come quest’ultima, quale qui ci appare, sia alquanto più schematica, mentre, più
tardi, verrà a corrispondere, si può dire parola per parola, alla « charta ».
Del resto questa redazione, nella sua struttura, è ancora molto
vicina alle « notitiae » di cui si è presentato uno dei più recenti esemplari
risalente all’anno 1120 (cfr. n. 7).
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XVI
CARTOLARE DEL NOTAIO URSO
A.S.G., S.N ., C arto la re 16/11, c. 52 r.
Ego Sacus de Sagona....
Janue in domo qua habitat dictus Symon die .vi. decem bris, in
nocte ante campanam. Testes Johannes de Sancto....
Actum Janue, in pontili Palatii de Medio, die .xvm. decembris, parum
post vesperas. Testes dicti....
....Explicit cartularius Ursonis notarii . m . c c . x x v i i .
Tuttavia per tutto il secolo XII e parte del XIII si nota come il sistem a
di trascrizione delle imbreviature nel cartolare non fosse uniforme. Ciò
appare evidente quando si pongono a confronto diversi cartolari. In questo,
pur trattandosi con certezza di cartolare, come risulta dall’ultima riga della
riproduzione, non appare ancora in ogni atto l’indicazione dell’anno accanto
a quella del giorno, del mese e dell’ora, come invece segnava, om ettendo
tuttavia l’ora, lo Scriba.
E ’ indubbio che ci si trova di fronte ad un periodo di profondo
travaglio in cui si vanno fissando le norme relative alla redazione del
docum ento, quali, poi, saranno osservate per secoli.
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— 43
XVII
CARTOLARE
DEL
NOTAIO
BUONVASSALLO
« DE
MAIOR1 »
A.S.G., S.N., Cartolare 20/1, c. 23 r.
Millesimo ducentesimo trigesimo septimo, indictione nona.
Cartularius tertius,
domus dictorum venditorum, die .xxvini. decembris, circa terciam.
Così avviene anche nel cartolare del notaio Buonvassallo « de Ma­
iori » in cui l’indicazione dell'anno è data soltanto nella prima carta.
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XVIII
1259 agosto 13
Faciolo de Mari dichiara di aver ricevuto da Nicola Anioino, a nom e
di Guidone Leccavello, la somma di lire 22, soldi 8 e denari 11, pro­
veniente da certe merci che il detto Guidone aveva lasciato in deposito
presso il ricordato Nicola in Bugia.
A.S.G., S.N ., N otu la in m anuale inserto in cartolare 12/1, c. 120 v.
+ Ego Faciolus de Mari confiteor tibi Nicolao Anioino a te habuisse
nomine Guidonni Lecavelli libras .xxm ., soldos .vili., denarios .xi., que pro­
cesserunt ex rebus quas tibi dimisit dictus Guidonnus in deposito sive
custodia apud Buzeam.
Testes Obertus Pistinus et Uuilielmus de Fiburgo.
x in augusti.
Dopo la metà del secolo XIII, invece, si può constatare come il sistem a
di trascrizione degli atti nel cartolare diventi uniforme e come, di norma,
la redazione degli stessi sia triplice, come, cioè, esistano per ogni atto
una prima redazione molto schematica, raccolta nel manuale e detta
« notula », una seconda stesura, completa, conservata nel cartolare e chia­
m ata « im breviatura », ed, infine, la « charta » in pergamena, non sem pre
effettuata, consegnata alla parte o alle parti.
Le tre operazioni, che avevano come risultato la notula, l’imbreviatura
e la « charta », venivano rispettivamente indicate con le parole: « in notam
recipere », « imbreviare » ed « in publicam formam redigere ». Quando, pe­
raltro, non vogliono indicare in modo tecnicamente preciso una determ i­
nata redazione i notai usano generalmente il termine più comprensivo di
« in stru m e n tu m ».
Ecco la « notula » di un atto nel « manuale » mentre....
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1259 agosto 13
R egesto:
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n. p reced en te.
A.S.G., S .N ., C a r to la re 34, c. 162 r., u ltim o atto.
In nom ine Domini amen. Ego Faciolus de Mari confiteor tibi N ico­
lao Anioino me a te habuisse et recepisse, nomine Guidonni Leccavelli,
libras viginti tres, solidos octo et denarios undecim januinorum, que pro­
cesserunt ex rebus quas penes te dim isit in custodia apud Buzeam dictus
Guidonnus. Renuncians exceptioni non numerate et non habite pecunie
predicte et om ni iuri unde tibi convenio et prom itto quod dictus Guidon­
nus vel alius pro eo .................... contra te vel bona tua faciet postula­
tionem vel requisicionem in iudicio vel extra, de iure vel de facto, de
predictis vel ipsorum occasione s e t ................................................................quod
dictus Guidonnus hanc solutionem a te mihi pro ipso factam habebit
ratam et firmam et contra non veniet sub pena dupli dicte quantitatis
a me tibi prom issa et a te stipulata et sub obligatione bonorum meorum
habitorum et habendorum. Actum Ianue in banco quod est iuxta
apothecam quam tenere consuevit Alegrus de subtus Sanctum Petrum
de Porta. Anno Dominice nativitatis . m . c c . l v i i i i . , indictione prima, die .xm .
Augusti, post tertiam. Testes Obertus Pistinus et Uuilielmus de Fiburgo
censarius.
(A margine destro: Nicolai Anioini).
....questa imbreviatura, completa in ogni sua parte, costituisce la seconda
redazione, nel cartolare, dello stesso documento.
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XX
1304 agosto 9
Concessione in enfiteusi da parte del m onastero di S. Stefano di un
terreno fabbricabile, per l’annuo canone di Lire 25 di genovini.
A.S.G., A.S., Monastero di S. Stefano, n. gen. 1511 /IV .
(S.T .) Ego Januinus Vatacius notarius predictum instrum entum ut
supra extraxi et exemp(li)ficavi et in hanc publicam formam reddegi de m a ­
nuali instrum entorum compositorum manu quondam Johannis Enrici de
Porta notarii ad postulationem dicti Stephani de mandato tam en et aucto­
ritate domini Consulis Civitatis ut de mandato predicto apparet publica apodixia scripta in dictis actis . m . c c c . v i i i i .
Da questa « com pletio » appare evidente come in talune circostanze
e con determ inate cautele fosse possibile estrarre la « charta » in perga­
m ena anche dalla « notula » conservata nel « manuale ». Occorreva, però,
che il docum ento fosse perfettam ente databile e risultasse con certezza
l’intervento dei testimoni.
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XXI
1307 aprile 13
Il Console « civium et foritanorum » ordina al notaio Corrado « de
Castello de Rappalo » di estrarre « in publicam formam » un atto già altra
volta estratto e di consegnarlo a Leone da Finale.
A.S.G., S.N., « Apodixia» inserta in cartolare 134 tra c. 80 v. e c. 81 r.
.M.ccc.vii. die .xiii. aprilis.
De mandato domini Consulis civium et foritanorum vos Conrade
de Castello de Rappalo notarie detis et extrahatis in publicam formam
Leoni de Finario albergatori instrumentum per vos com positum de soldis
.xxxv. denariis .li. januinorum contra Francischum de Berninzono de Naulo
alias per vos extractum ipsi Leoni spectantem cum dictus Leo instru­
mentum ipsum amississe.
FORITANORUM - Venturinus de Manarolia.
Talora, com e in questo caso, è il giudice a richiedere, con una sua
« apodixia », che il notaio consegni una « charta » c h e ,....
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XXII
....luglio 24
Franceschino « Bernenzonus » da Noli confessa di aver ricevuto da
Leone da Finale una certa quantità di merce per la quale prom ette di
pagare, entro 15 giorni, la somma di 35 soldi e 2 denari di genovini.
A.S.G., S.N., Notula in manuale inserto in cartolare 134, c. 81 r.
Ego Francischinus Bernenzonus de Naulo confiteor tibi Leoni de
Finali albergatori in Janua me a te habuisse tot de tuis rebus. Renuncians etc. Unde pro quibus tibi solidos .x x x v . denarios . i i . januinorum usque
dies .xv. proximos.
Privilegio fori etc. Et convencioni.
Testes Jacobus Bona de Albingana et Nicolaus Pontezellus.
Die . x x i i i i . julii ante terciam.
.... com e prova questo documento, è stata estratta dal « m anuale ». Ne è
ulteriore conferm a l’annotazione apposta sul margine sinistro del foglio,
all’altezza della notula, che dice testualmente: «factum in charta; item
factum de m andato consulis civium et foritanorum ».
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XXIII
1308 gennaio 20
Oberto de Mazasco e Simona, sua moglie, vendono a Guglielmo
Bocacio, notaio, una tintoria situata presso l’arco del M onastero di
S. Stefano, per il prezzo di 1.100 lire di genovini.
A.S.G., A.S., Monastero di Santo Stefano, n. gen. 1511/IV.
(S.T.) Ego Leonardus Bocacius Sacri Imperii notarius predictum in­
strum entum ut supra extrasi de cartulariis instrum entorum com positorum
manu quondam Johannis de Avundo notarii in hanc publicam form am
nichil ad(d)ito vel dim inuto nisi forsitan sylaba, ponto, titulo que m utat
sentenciam vel variat intellectum et hoc de mandato dom ini consulis
placitorum, ut continetur in una apodixia scripta manu Thome de
Casanova notarii, . m . c c c . x x x i i . die .xxxi. julii.
Di norma, però, la « charta » in pergamena veniva estratta dalla
redazione del cartolare, vale a dire dalla imbreviatura, com e risulta dalla
« com pletio » che si trascrive e ....
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Tav. XXIII
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XXIV
1335 luglio 1
Ordine del Giudice ed A ssessore al notaio Francesco « de Canecia »
di estrarre « in publicam form am » dai cartolari di Bartolom eo « de
Pareto » alcuni istrum enti, relativi a vendite stipulate da Antonio Gri­
maldi, e di consegnarli a Bernabò Selvatico, com pratore dei diritti negli
stessi specificati.
A.S.G., S.N., « Apodixia » inserta in cartolare 111, tra c. 20 v. e c. 21 r.
.M .ccc.x x x v . die prima julii.
De m andato dom ini Judicis et A ssessoris vos Francisce de Canecia
de Rappalo notarie extrahatis in publicam form am reddigatis de cartulariis seu prothocolis Bartholom ei de Pareto notarii tria instrum enta
vendicionis facte Anthonio de Grimaldis, sive Anthonio de Petra Rubea,
prò ipso com p osita per ipsum Bartholom eum .M.ccc.xxvn. et ipsa instru­
m enta detis et traddatis Bernabovi Salvatico em ptori a dicto Anthonio
iurium contentorum in dictis instrum entis.
Judex et a ssesso r (Signum Communis) Guillielmus de Monte Rubeo
notarius.
.... da questa « apodixia » riportante l'ordine del giudice ad un notaio di
estrarre alcune « chartae » dai cartolari di un collega.
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XXV - XXVI
FRONTESPIZIO DEL CARTOLARE DEL NOTAIO « JACHINUS NEPITELLA »
A.S.G., S.N., Cartolare 60/1, c. 1 r.
Edizione in G. C o s t a m a g n a , La triplice redazione dell’« instrum entum » genovese,
Genova, 1961, p. 24, n. 58.
(S.T.) Ego Jachinus N epitella de Bisanne notarius rogatus scripsi.
Et notetur quod illa instrum enta que extracta fuerint de cartulario
in p ergam en o .................. habebunt hanc literam F una vel plures ...........
et illa instrum enta que canzellata erunt in cartulario habebunt et canzellata erunt in hunc modum de istis duobus lineis X
FRONTESPIZIO DEL CARTOLARE DEL NOTAIO « SIMON VATACCIUS »
A.S.G., S.N., Cartolare 40/1, c. 1 r.
Edizione in G. C o s t a m a g n a , La triplice redazio>ie cit.,
p.
22, n. 57.
Cartularius instrum entorum com positorum manu Sim onis Vataccii
de Predono notarii, . a i . c c . l x x x i . , diebus m ensibus et o r is .... prout inferius
continetur.
Omnia instrum enta huius cartularii scripta sunt per abecedarium ,
inquire abecedarium et invenies om nia instrum enta que volueris in quO'
libet .............. om nia vero instrum enta huius cartularii in quibus est tirata
linea una sunt extracta scilicet hoc m odo , om nia alia vero instrum enta
huius cartulari que sunt canzelata pluribus lineis hac form a / / / sunt cassa­
ta, alia vero in quibus non est aliqua linea non sunt extracta nec cassata
nec canzellata.
Si noti che, com e docum ento isolato, l’unico ad avere pieno e com ­
pleto valore giuridico, in quanto m unito della sottoscrizione e della con­
validazione del notaio, è, in questo periodo, ancora la « charta », prova ne
sia che per certi negozi quando essa veniva a perdere il suo valore doveva
essere distrutta o « incisa » com e dicevano i medievali.
Ciò non toglie che una imbreviatura potesse venire cassata quando
ancora non era stata estratta la relativa pergamena.
Per essere certo di non rilasciare una « charta » in base ad una
im breviatura cassata per volontà delle parti o annullata in seguito ad
errore ovvero per non rilasciare una seconda volta una « charta » già
estratta, cosa m olto pericolosa in caso di negozi comportanti il paga­
m ento di som m e di denaro, il notaio contrassegnava la redazione del
cartolare con opportuni richiami di cui dava avviso, normalmente, all’ini­
zio del cartolare. Era questa la « lineatura » che, peraltro, variava da
notaio a notaio com e si può desum ere dal confronto del frontespizio del
cartolare di Gioachino Nepitella con quello del cartolare del notaio Simone
Vatacio.
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XXVII
1277 gennaio 15
Filippo de Volta nomina suo procuratore Ottolino di Spigno.
A.S.G., S.N., Cartolare 112, inserto tra c. 177 v. e c. 178 r.
Notizia in G.
C o s ta m a g n a ,
La triplice redazione cit., p. 31, n. 90.
Ego P h ilip u s....
Exem plum a quodam publico instrum ento scripto m illesim o et die
suprascripto manu Leonardi Nigrini notarii, per me Georgium de Camulio
notarium, nichil addito vel diminuito, presenti m illesim o, die . x x v i i . madii.
Georgius.
La redazione del cartolare e, in mancanza di questa, come si è
con particolari cautele, quella del manuale, permettevano, oltre alla
zione della « charta », anche di rilasciare, da parte di altro notaio,
sem plici « exem pla », com e si dichiara nella convalidazione del
m ento qui trascritto e com e risulta....
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— 63
XXVIII
1334 d icem b re 17
Ordine del Console di Giustizia « deversus Burgum » al notaio Bar­
tolom eo Pareto di consegnare in copia sem plice un is tr u m e n tu m da lui
stesso im breviato a certo Carlo Gentile.
A.S.G., S .N ., C a r to la r e 115, in ser to tra c. 55 v. e c. 56 r.
E d izio n e in G. C o s t a m a g n a , La trip lic e r e d a zio n e cit., p. 31, n. 90.
.M .ccc.xxxiiii. die . x v i i . decem bris.
De m andato dom ini Consulis Burgi vos Bartholom ee de Pareto
notarie exem pletis et in exem plum detis Karolo Gentili quoddam instru­
mentum dacionis in solutum per vos com positum . m . c c c . v i i i . de m ense
marcii in quo instrum ento continetur sicut Petra uxor quondam domini
Leonardi de Turcha m ilitis dedit in sclutum pro doctibus suis certas pos­
sessiones ipsi quondam dom ino Leonardo prout in dicto instrum ento con­
tinetur.
BURGI - Thomas de Casanova notarius.
....anche da questa « apodixia » con cui il Console di Giustizia « deversus
Burgum » ordinava al notaio Bartolom eo Pareto di rilasciare un « exem ­
plum ».
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XXIX
1343 ag osto 21
Autenticazione di una copia da parte del notaio Antonio Bono, scrit­
tore e sottoscrittore della stessa, e di due colleghi intervenienti e sottoscriventi.
A.S.G., S.N., Cartolare HO, c. 225 v. e c. 226 r.
(S.T.) Ego Anthonius Bonus Sacri Imperii notarius supradictum
exem plum cum autenticho predicto vidi, Iegi et in hanc publicam lorm am
redegi a dicto autenticho nichil addito vel dim inuto quod m utet sensum
vel variet intelectum nisi forte silaba, punto vel litera sententia tamen
in aliquo non m utata ac ipsum exemplum cum autenticho predicto dili­
genter et fideliter auscultavi unaa cum infrascriptis Paullino de Magdalena
et Oddoardo de Clappaira de Monelia notariis se subscripbentibus in presentia dom ini Bartholom ei Gambelli de Placentia Janue consulis de iusticia deversus civitatem qui causa cognita sedendo prò tribunali in
hiis scriptis laudavit, statuit et pronunciavit huic exem plo adhiberi debere
eandem vim , fidem et robur quem adm odum adhibetur autenticho pre­
dicto et hoc ad postulacionem dom ine Francholine. Actum Janue subtus
palacium Serravallis in curia Consulatus Civitatis; anno Dom inice nati­
vitatis .m .ccc.xxxxiii ., indicione .x., die .xxi. augusti, post terciam . Presentibus te s tib u s ....
(S.T.) Ego Paulus de Magdalena imperiali auctoritate notarius et
Communis Janue cancellarius hoc exemplum a suprascripto auctentico
instrum ento in pergam eno scripto unaa cum suprascripto Anthonio Bono
notario et infrascripto Odoardo notario vidi, legi et fideliter ascultavi et
quia utrum que concordare inveni de mandato dicti domini consulis me
subscripsi m eoque consueto signo signavi.
(S.T.) Ego Oddoardus de Clapaira de Monelia notarius hoc exemplum
a suprascripto autentico instrum ento in pergameno scripto unaa cum
suprascriptis Anthonio et Paulo notariis vidi, legi et fideliter ascultavi et
quia utrum que concordare inveni de mandato dicti domini consulis me
subscripsi m eoque consueto signo signavi.
L’istrum ento oltre che in copia semplice poteva essere rilasciato
in copia autentica ma allora occorreva la sottoscrizione di almeno altri
due notai e l’intervento del giudice.
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Tav. XXIX
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XXX
1314 dicem b re 2
Simona, vedova di Bernardo, e Benedetta, sua figlia, vendono a Barto­
lom eo Falcone una casa posta in Bisagno ed un terreno dietro la stessa
per la som m a di settantasei lire di genovini.
A.S.G., A.S., Monastero di Santo Stefano, n. gen. 1511 /IV.
(S.T.) Ego Ugolinus Bastonus de Quinto notarius rogatus scripsi et
presens instrum entum alias per m e extractum iterum extrasi et in publicam
form am redegi ad postulacionem Stephani de Lavania executoris sindici
Abbatis m onasterii Sancti Stephani et de mandato dom ini Consulis Civi­
tatis de quo m andato constat per eius apodixiam scriptam per manum
Oberti Pellicie notarii et scribe Consulatus Civitatis . m . c c c . x i i i . die . I I . de­
cem bris.
Con opportune cautele e dopo che il richiedente aveva giurato di
aver persa la « charta » e che, nel caso di ritrovamento, ne avrebbe usato
una sola, il giudice poteva autorizzare il rifacim ento della « charta »
stessa, com e è specificato nella convalidazione di questo docum ento e ....
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T av. XXX
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69
:
XXXI
1317 novem bre 5
Il Console di Giustizia « deversus Civitatem » ordina al notaio Gu­
glielm o « de Cendato » di Rapallo il rifacim ento « in publicam formam »
di una « charta » dallo stesso notaio imbreviata e di consegnare il rifaci­
m ento a Villano Saivago, il quale ha giurato di aver osservato quanto
disposto dal dettato del capitolo degli Statuti relativo alla perdita degli
istrum enti.
A.S.G., S.N., Cartolare 101, inserto tra c. 138 v. e c. 139 r.
Edizione in G.
C o s ta m a g n a ,
La triplice redazione cit., p. 29, n. 83.
.M.ccc.xvii. die .v. novem bris.
De m andato domini Consulis Civitatis vos Guillielm e de Cendato
de Rappalo notarie extrahatis in form a publica instrum entum per vos
com positum per quod apparet quod Manuel Salvaygus filius Meliani Salvaygi (dedit) Villano Salvaygo lb. centum septuaginta quinque januinorum
et dictum instrum entum tradatis in forma publica dicto Villano Salvaygo
non obstante quod alias fuerit extractum cum ipse iuraverit et omnia
fecerit que facere debuit ex form a capituli loquentis de am issione instru­
mentorum .
CIVITAS - Venturinus de Manarolia.
.... dall’« apodixia » con cui il giudice ordina il rifacimento di una « charta »
al notaio Guglielm o « de Cendato ».
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XXXII
1335 luglio 13
Il
Vicario del Podestà ordina al notaio Francesco « de Canecia » di
estrarre « in publicam formam » un istrum ento dal cartolare di Bartolo­
meo Pareto e di com pletare le form ule qualora queste risultino inestese.
A.S.G., S .N ., C a r to la r e 116, in se r to tra c. 20 v. e c. 21 r.
E d izion e in G. C o s t a m a g n a , La trip lic e re d a z io n e cit., p. 27, n. 76.
die . x i i i . julii.
De m andato dom ini Vicarii dom ini Potestatis Janue vos Francisce
de Canecia notarie extrahatis et in publicam formam reddigatis de cartu­
lario Bertholom ei de Pareto notarii anno de . m . c c c . x x v i i . , die .m i. aprilis,
instrum entum quod pertinet Aldebrando de Costa de b a ln e o .... et si
dictum instrum entum non est extensum ipsum extendatis in form a con­
sueta et extractum in publicam formam tradatis dicto Aldebrando.
.M.CCC.XXXV.
POPULUS - Andreas Rubeus notarius.
È interessante, inoltre, notare com e nei casi illustrati il notaio potesse
essere chiam ato a com pletare certe formule deH’istrum ento quando si
presentasse tale opportunità. La notula e, più tardi, anche l’imbreviatura
potevano presentare le clausole più comuni non com plete o inestese e
rappresentate da sem plici « etc. ». L'« apodixia » prova come il notaio che
estraeva una « charta » « in publicam formam » dall’imbreviatura di un
collega potesse essere autorizzato a completare le dette formule che pren­
devano il nom e di « ceterate ».
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XXXIII
1313 febbraio 10
Il
Console di Giustizia « deversus Civitatem » autorizza il notaio
Januino Vatacio, custode dell'archivio dei cartolari dei notai defunti o
assenti, ad estrarre dagli stessi istrum enti « in publicam form am ».
A S.G., S.N., Cartolare 201, inserto tra c. 90 v. e c. 91 r.
Edizione in G. Costamagna, La triplice redazione cit., p. 28, n. 78.
.M.CCC.xiii. die .x. februarii.
De m andato dom ini Consulis Civitatis vos Januine Vatacie notarie
cui preest per Commune Janue custodia cartulariorum notariorum de­
functorum Civitatis Janue de quatuor com pagnis deversus Castrum extra­
hatis et in publicam formam reddigatis de cartulariis notariorum defunctoium et absentium universa instrum enta extrahenda et ipsa detis in pu­
blicam form am illis quorum sunt.
CIVITAS - Sim on Vatacius.
Per finire occorre ancora notare come si trovi traccia di un « manda­
tum generale » che non si riferisce soltanto all’estrazione « in publicam
form am » degli istrum enti di un solo notaio ma a quella degli atti di
più notai. Un sim ile mandato, nei primi anni del secolo XIV, troviamo
conferito ai custodi dell’archivio dei cartolari dei notai defunti, com e
prova 1’« apodixia » che si riproduce.
74 —
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— 75
N O TA
B IB L IO G R A F IC A
A. Gaudenzi, Le notizie dorsali delle antiche carte bolognesi e la fo r ­
inala « posi tra d ita m co m p ievi et dedi » in rapporto alla redazione degli
atti e alla ti adizione degli im m obili, in A tti C ongresso In te rn a zio n a le di
scienze storiche, Roma, 1904.
A. Gaudenzi, Sulla duplice redazione del d o c u m e n to italiano nel M e­
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F.
K ern, D orsu a lko n zep t u n d Im b re v ia tu r, zu r G eschichte der Notaria tsu rku n d e in Italien, Stoccarda, 1906.
B. P itzorno, La « carta m a te r » e la « carta filia », in N u o v o A rchivio
Veneto, N.S., IX, 1908.
P.S. Leicht, D ictu m et im b revia tu ra , O sservazioni, in B u lle ttin o senese
di storia patria, XVII, 1910.
F. S chüpfer, A p ro p o sito della « carta m a te r » e della « carta filia »
stu d ia te in una recente pubblicazione, in R iv. h a i. scienze giuridiche,
XLVIII, 1910.
H. B resslau, H a n d b u ch d er U rkundenlehre fiir D eu tsch la n d u n d
Italien, II, 1, Lipsia, 1915.
P. Sch iAPPARELLi, N o te dorsali, « Dieta », in Archivio S to ric o Italiano,
S. V ili, XXI, 1934.
M. Moresco-G.P. B qgnetti, Per l'edizione dei N o ta i liguri del secolo
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in P ubblicazioni d ell’U niversità di Pavia, S tu d i nelle scienze giuridiche
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G. F alco-G. P istarino, Il cartulario di Giovanni di Giona di Portovenere, sec. X I I I , in Biblioteca della Società Storica Subalpina, CLXX,
Torino, 1955.
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76 —
IL N O T A IO
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VITA P O L IT IC A
ECONOMICO-SOCIALE DEL SUO TEM PO
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
78 —
IL NOTAIO NEGLI UFFICI PUBBLICI
L esistenza della cancelleria nei maggiori comuni italiani è
un problem a aspram ente dibattuto dagli storici e dai diplom atisti.
Tuttavia, all interesse che la questione suscitò nei prim i anni del
secolo, non è corrisposto un analogo impegno da p arte degli studi
m oderni. Se si eccettuano alcune opere, veramente fondam entali,
sulla cancelleria fiorentina o su singole m agistrature vene­
ziane e milanesi, — per non citarne che alcune, — ben poco si
è potuto accertare con piena sicurezza sulla « vexata quaestio »,
anchc, t soprattutto, per la mancanza di studi particolari in grado
di aprire la strada ad una maggiore sintesi.
Anche negli studi più docum entati il comune di Genova è
rim asto spesso ai margini: nonostante la poderosa opera del Sieveking sulle finanze e, conseguentemente, sui diversi uffici finan­
ziari del Comune, nonostante la grande mole di docum enti che
il tem po ci ha conservato, manca ancora uno studio che possa
avvicinarsi a quello del Marzi sulla cancelleria fiorentina. Eppure
Genova conserva la memoria dei primi scribi, eletti, nel 1122, per
sopperire alle necessità del Comune; Savona conserva il docu­
m ento di nom ina di uno scriba comunale del 1182; Noli ci offre,
attraverso i suoi statuti, la più antica documentazione sull’ordi­
nam ento com unale ligure. E ’ lecito pensare che nel secolo XII,
nel sessantennio che divide la testim onianza di Caffaro dalla
nom ina di Giovanni di Donato, al quale periodo corrispose la
prim a form ulazione statutaria dei comuni liguri attraverso i Brevi
(dei consoli o della Compagna), siano venute ponendosi le basi
di quella vasta organizzazione politico-am m inistrativa che vedrà
im pegnato il notaio (divenuto anche ufficiale comunale) nei più
diversi uffici del Comune; avremo così i notai redattori dei regi­
stri com unali accanto agli archivisti, i notai del Consiglio e quelli
addetti agli uffici finanziari, giudiziari, portuali, i notai um a­
nisti per la stesura delle lettere ufficiali e quelli del Banco di San
Giorgio. Dai primi scribi, che accentravano nelle loro mani più
uffici (come di vasti poteri godevano i consoli o il podestà) si
arriva, nel Trecento e, meglio, nel Quattrocento alla costituzione
della vera ossatura am m inistrativa articolata in decine di uffici
e m ag istratu re diverse, di molti dei quali riportiam o alcuni
docum enti.
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XXXIV
1144 agosto
I
consoli del Comune e dei placiti stabiliscono le norm e per la desi­
gnazione e per la nomina dei pubblici testim oni chiam ati a sottoscrivere
gli atti notarili.
A.S.G., L ib e r iu riu m , cod. D, c. 15 r.
E d izione in
L iber iu riu m R eip u b lic a e G en uensis, I, T o rin o , 1854, d oc.
XCII; Codice d ip lo m a tic o della R e p u b b lic a d i G enova, a cu ra di C. I m p e r i a l e ni
S a n t A n g e l o , in Fonti p e r la sto r ia d'Italia d e l l’i s t i t u t o s t o r i c o ita lia n o p e r il
M edio E vo, Rom a, 1936- 1942, I, doc. 134; G. C o s t a m a g n a , La s c o m p a r s a della
tachigrafia cit., p. 26.
Ut queque urbes proborum libertate in eis degentium m oribus atque
diviciis augmententur, decet igitur consules tam reipublice videlicet quam
causarum civium curam gerentium locis quibus presunt, que com m odi
sint prudentumque virorum consilio sum m o opere perpendere, suisque
quoque edictis rationabiliter publicis actibus significatis populo in pretorium convocato patenter exhibere; idcirco Ianuensium con su les rei pu­
b i ^ .... unanim iter id perquirere cupientes, quosdam peritos viros, venu­
state atque legalitate fulgentes, publicos testes eligere, qui contractus et
testamenta atque decreta manu notarii scripta, que legaliter fieri posse
conspicei ent, eorum subscriptionibus firmarent, contra que controversia
et lite remota, perenniter firma persisterent. Quocirca prefati consules om ­
nes contractus vel decreta duorum subscriptionibus firmata, precipue
testam enta quinque de cetero ratas decreverint repperiri, tam quam sui
ficientibus testibus cernentur p rob ari....Anno m illesim o cen tesim o .x l iiii .,
m ense augusti.
II
docum ento prova che a Genova, nella seconda m età del secolo
XII (e il sistem a è ancora in vigore fino alla metà del XIII), esistevan o i
« pubblici testim oni », il cui elenco veniva continuam ente aggiornato (cfr.
Libet iurium cit., coll. 235, 328, 443) che dovevano controfirm are, dopo, si
badi bene, la sottoscrizione notarile, i docum enti dei consoli e, a richiesta
delle parti, anche quelli privati (cfr. Codice diplom atico cit., I, doc. 135).
L’atto riveste perciò particolare interesse ai fini dello studio della « pu­
blica fides » del notaio e, soprattutto, dei sistem i di convalidazione dei
docum enti pubblici.
L esem pio riferito è tratto dai Libri iurium , cioè dalla collezione uffi­
ciale degli atti interessanti il Comune, la cui prima redazione risale, per
Genova (per altre città è più tarda) alla metà del secolo XII, ai tem pi del
notaio Guglielmo di Columba che sarebbe stato uno dei primi scribi del
Comune. Si osservi soprattutto la sottoscrizione del notaio Guglielm o di
San Giorgio in cui si fa esplicito richiamo all’antico « registro com unis »
ed alla copia che di esso fece il notaio Nicoloso di San Lorenzo.
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XXXV
1182
Il
console di Savona, Bongiovanni Foldrato, anche a nom e dei suoi
colleghi, investe Giovanni di Donato della scribania del com une di Savona.
A .S.S., Cartu la rio di A rnaldo C u m a n o c G iovan n i di D onato, p. 342.
Laus Iohannis de Donato de scribania Saone. Bonusiohannes Foldratus, per se et socios suos consules, Arnaldum Labellum, Amedeum de
Monte et Gandulfum Amedei, com m uni conscilio et voluntate hom inum
de conscilio, Arnaldi Iolte, Caracape, Nicole Caracape, Wilielmi Grassi,
Rubaldi Casete, Ansaldi Bucaordei, Gandulfì de Rustico, Rainmundi Amedei,
Ambrosii iudicis, Arloti, Ionathe, Truchi, Ardizonis, Balduini Bavosi, Pere­
grini Rubei, Baldi Rubei et quorundam aliorum nobilium civium Saone,
et Ansaldi de Tebaldo, Clarii, Balduini Astengi et Bonevide de Rustico,
in publico parlam ento investivit Iohannem de Donato, notarium Ianuensem et civem, de scribania com m unis Saone et laudavit quod ipse decetero quiete illam teneat et possideat. Et ipse, tactis sacrosanctis evangeliis
corporaliter, iuravit illam scribaniam bona fide ad suum possum servire
et salvare et custodire om nes res eius et non fraudem com m ittere et
iuravit perpetuum civem esse Saone et conpagnam in perpetuum , salvo
tamen dum scribaniam tenuerit et habuerit, quod si non habuerit non
tenetur esse civis nec habitator nisi voluerit. Et predicti consules lauda­
verunt quod possit facere et supplere instrum enta om nia per m agistrum
Arnaldum in registris com m unis Saone imbreviata et quod eam vim et
auctoritatem obtineant ac si ipse m agister illa Arnaldus supplesset, et
possessionem illi tradidit Bonusiohannes tam de scribania quam registris
per elavem scrinii quo scripta et registra com m unis Saone in duana tene­
bantur. Anno dom inice nativitatis m illesim o centesim o octuagesim o se­
cundo.
Si tratta del più antico docum ento ligure, sinora rintracciato, sulla
nom ina di uno scriba del Comune. Il documento savonese precisa anche
le funzioni archivistiche dello stesso scriba il quale, ed è fatto notevole,
è lo stesso redattore d ell’atto che lo riguarda. Giovanni di Donato succede
o, forse, si affianca ad Arnaldo Cumano, il primo notaio savonese, scriba
dei consoli del Comune, di cui sia conservato il cartulario, il secondo per
antichità, dopo quello genovese di Giovanni scriba.
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....Quoniam omnia tenere memoriae potius est divinitatis quam hum anitatis, non possentque consules et potestates ac consiliarii omnia per eos ordinanda m enti habere,
ideo statuim us et ordinamus quod potestas ....vel consules una cum consiliariis tenean­
tur et debeant in festo Sanctae Luciae eligere et deputare unum scribam com m u n is....
(Gli S ta tu ti di Noli, a cura di C. Russo e L. V i v a l d o , in A tti della Società savonese di
storia patria, XXVII, 1949, p. 68 ).
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XXXVI
1204 gennaio 31
Elenco dei docum enti consegnati dal notaio Arnaldo al notaio Man­
fredo.
A.S.S., Cartulario del notaio Martino, c. 88 v.
In nom ine Domini amen .M.CC.IHI., indictione .vii., die ultim o ianuarii.
Hü sunt cartularii quos recepit m agister Mainfredus a m agistro Arnaldo
scriba: in prim is cartularios .m i. m agnos et magnam quantitatem cartulariorum longorum qui sunt om nes de testibus.
Item cartularium .i. quondam m agistri Ottonis.
Item cartularium .1. extim i.
Item cartularios .v in i, de collectis et aliis quibusdam rebus.
Anche questo docum ento che, affiancandosi a quello precedente, è
indice dell'esistenza di un archivio del comune di Savona, sta a dim ostrare
1 esistenza di scribi-archivisti, im piegati al servizio del Comune. Il notaio
Manfredo, infatti, rivestiva sicuram ente la carica di scriba del com une di
Savona, assiem e a Martino che ha redatto il verbale di consegna ripro­
dotto. E ’ assai probabile che cada in questo periodo la cessazione dall'in­
carico di Arnaldo Cumano che, da solo e insiem e a Giovanni di Donato,
aveva retto la cancelleria savonese nell’ultim o ventennio del secolo XII.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
T av . XXXVI
....habebo sospeale unum cum tribus clavaturis divisis in quo faciam teneri et poni
omnia instrumenta, privilegia et conventiones comunis S a o n e ....
(F. B runo, Gli « S ta tu ta antiquissim a Saone », in A tti della Società savonese di storia
patria, I, tomo I, 1918, p. 104).
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XXXV li
1209 giugno 2
Ponzio ed Enrico, marchesi di Punzone, ricevono dal com une di
Savona la somma di 600 lire di genovini a saldo del prezzo convenuto per
la vendita della loro parte di Albissola.
A.S.S., R e g istr i a caten a, I, c. 26 v.
Edizione in N. Russo, Su le origini e la c o s titu z io n e della « P o t e s t a t i a Varaginis, C ellaru m e t A r b iso le », Savona, 1908, p . 224. - Regesto in V. P o g g i , Cronotassi dei prin cip a li m a g is tr a ti che ressero e d a m m i n i s t r a r o n o il c o m u n e di
S a vo n a dalle origini alla p e r d ita della su a a u to n o m ia , in M is c e lla n e a d i sto r ia
italiana, III serie, X (XLI), 1906, p . 338.
Carta de precio soluto Poncio et Henrico m archionibus Ponzoni sue partis
Albuzole.
Carta com m unis Saone. Testes Guisolfus Amici N olaschi, Rubaldus
Scaiosus, Vivaldus Bavosus, Willelmus Loterii. Nos Poncius et H enricus,
marchiones Ponzoni, in presencia infra scriptorum testium et recepisse
confitemur a te W illelmo Tortorino consulis Saone de dr. ipsius com m u­
nis lb.DC. ianuinorum quas iuraveras tu dictus W illelmus (iuraveras) et
nobis prom iseras solvere ad certum terminum et de precio nostre partis
Albuzole, quam tibi, nom ine com m unis Saone una cum Petro marchionc.
Ponzoni licet tune nos de ipso precio vocarem us quietos et solu tos unde
prom ittim us tibi sub pena librarum sexcentarum ianuine m onete tibi
nomine dicti com m unis stipulanti in boni nostris om nibus habitis et ha­
bendis ea inde com m uni Saone pignore obligando per nos nostrosqut
heredes non facere inde aliquam com m uni Saone vel alii pro ea persone
aliquam requisicionem seu m olestiam vel brigam et insuper tibi prom itti­
mus sub eadem pena predicta vel nom ine dicti com m une recipienti, sti­
pulanti in bonis nostris onm ibus et cet. inde facere uxoribus nostris ipsi
vendicione inde suo iuri renunciare et ipsam vendiccionem om ni in tem ­
pore ratam et firmam habere et cartam inde ipsi com m uni vel eius certo
m isso a dictis nostris uxoribus fieri facere in vestra vestrorum que socio­
rum Saonensium consulum voluntate in laude u n tilu s sapientis. Actum
apud Varaginum, in dom o Dondedei, die .i i . iunii.
Si tratta di un altro esem pio di registri comunali, dei « Registri a
catena » del comune di Savona. Meno curati dei « libri iurium » genovesi,
con m olti errori dovuti alla penna dei loro redattori, contengono in gran
parte privilegi, trattati, disposizioni relative al governo del Comune.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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T av. XXXVII
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XXXVIII
1216 aprile 14
Frammento statutario savonese.
A.S.S., Cartulario del notaio Saono, c. 25 v.
In nomine Domini. Hoc est statutum factum per R aym undum Ru­
stici, Guillelmum Turturinum, Astengum de Balduino, Am edeum Form i­
cam et Bonumiohannem, filium Boniiohannis Masconi, consulum Saone,
in anno Domini .M.cc.xvi., die . x i i i i . aprilis.
In primis statuerunt ut si consules om nes, vel aliquis eorum posuerit
penam aliquam a sol.xx. infra et de soLxx., si eam posuerit ad bancham, sive ad discum capituli, teneantur om nes consules eam capere; et
pro malefeciis, si posuerint ipsi, vel aliquis eorum, aliquam penam a sol.
.XX. et infra, teneantur consules eam penam capere ubicum que eam p osu e­
rint vel posuerit.
Item statuerunt ut nullus det parabolam conscilii, sive parlam enti, nisi
ille cuius fuerit dies, vel ille qui loco eius fuerit, nec in conscilio, nec extra,
nec in parlamento, nec extra.
Item statuerunt ut si quis eorum aliquod saxim entum fecerit, vel
a iquam penam posuerit, quod alii non disaxiscant, seu penam absolvant,
sine presentia et conscilio illius qui saxim entum fecerit vel penam posuerit.
maggior riprova che nei primi tempi del comune ligure non si osser\a \a n o sempre rigide delimitazioni nella tenuta dei documenti o, m eglio, dei
registri comunali, espressam ente indicati com e tali, riproduciam o q uesto
rammento statutario savonese relativo al consolato, contenuto, assiem e
a atti giudiziari, nel « registro com m unali » del presunto notaio Saono;
i ocumento è in realtà rogato da Uberto di Mercato, scriba del Comune.
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....qui scriba notare debeat omnia et singula gesta et deliberationes
consilii, nec non acta curiae et causarum ....
(G// sta tu ti di Noli cit., p. 68 ).
....et teneantur dicti scribe facere om nes scripturas, om nia acta et
instrumenta pertinentia modo aliquo comuni S a o n e ....
(Statuta antiquissim a Saone cit., p. 99).
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XXXIX
1333 otto b re 22
Da una carta del « Registrum vetus » del com une di Sarzana
Registrum vetus, c. 35 r.
Edizione in G. P is t a r in o , Il « Registrum vetus » del comune di S a rza n a , Sar­
zana, (in corso di stampa), doc. 68.
A r c h iv io
Com unale
di
S a rzana,
Actum in Sarçana, in palacio com m unis Sarçane ubi dictus dom inus
potestas Sarçane moratur et consilia fiunt, presentibus Iohanne Ranerii,
cancellario communis Sarçane pro ipso comm uni et Spinetto B ovechii,
nuncio suprascripti comm unis, testibus ad hec vocatis et rogatis, anno
nativitatis Domini m illesim o .ccc.xxxm ., indictione prima, die vigesim a
secunda o tto b ris....
(S.T.) Ego Lupus condam Monis Millicerii, imperiali auctoritate no­
tarius et iudex ordinarius et scriba publicus Sarzane pro com m uni Pisis,
predicta omnia scripsi et firmavi ut in actis suprascripte curie Sarçane
im eni et ad maiorem cautelam meum singnum et nomen apposui.
Il
« Registrum vetus » del com une di Sarzana, più tardo di quelli
illustrati precedentemente, è un altro esem pio, di grande im portanza per
a storia della Lunigiana, di quei registri comunali di cui si è parlato.
Ma più che il registro in sè, è degno di attenzione, in questo caso, il
« signum tabellionis » usato dal notaio Lupo. Nella Liguria m edievale, in­
fatti, il « signum » venne praticam ente sostituito dall’« ego », più o m eno
adornato da fregi e disegni; in alcuni casi, tuttavia, si ha l’im pressione che
« ego » s inserisca nel « signum », per scostarsene più tardi, soprattutto
nel Quattrocento, quando nell’antico segno personale del notaio vennero
inserite le iniziali, e talvolta il nome, del notaio stesso.
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T av . XXXIX
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XL
1314 dicembre 12
Dietro mandato del console di giustizia « deversus burgum », gli
estimatori del comune di Genova procedono alla stim a dei beni di M usso
Saliceto in favore di Guglielmo di Montaldo.
A.S.G., S.N ., C artolare del n otaio
inserta tra cc. 49 e 50.
B e n e d e tto
V iva ld o ,
3, p a rte
I. p e r g a m e n a
.M.ccc.xim., die .xn. decembris.
Nos Manfredus Falzonus, Rollandus pelliparius et Ioh an n in u s de
Monelia, publici extim atores comm unis Ianue, extim am us in burgo Sancti
Thome, in bonis et de bonis Mussi Saliceti, et hoc iuxta m andatum nobis
in scriptis datum a domino consule burgi, cuius tenor talis est: . M . c c c . x i m . ,
die .xxi. novembris. De mandato domini consulis burgi....
Et damus dicto Guillelmo in solutum pro libris septuaginta quinque
ianuinorum ad rationem de duobus tria quorum sors est Ib.L. et pro sol.
triginta ianuinorum expensarum de quibus in supradicto m andato co n ti­
netur et pro lb .n ., sol.m i. expensarum nostrarum , scribe et execu toris
nostri quatuor quintas partes pro indiviso tocius cuiusdam hedificii dom us
positi in fossato Sancti Thome super solo sive terra m onasterii Sancti
Thome. Cui toti coheret ab una parte fossatus Sancti Thome, ab alia parte
carrubius, a tercia parte terra vacua, a quarta parte hedificium dom us
Enrici de Prementorio calafati.
Mensure cuius tocius hedificii sunt ut infra: ante canelle .II-, pedes
.m i., polices .xi.; retro canelle .11., pedes .v., polices .x iin .; et per m edium
canelle .ii ., pes .i., polices .vni. Sunt tabula .i., pedes vivos .vi., pedes
mortuos .m i., polices vivos .xiin ., polices m ortuos .VI.
Et ut supra possessionem et dominium dam us dicto G uillelm o de
dictis quatuor quintis partibus pro indiviso hedificii supradicti in solutum
pro quantitatibus supradictis contra dictum Mussum, ipso prius c ita to et
domui et per continenta ipsius per bucham executoris nostrum , salvis
semper mutuis et collectis com m unis Ianue que et quas dictus G uilleiinus
promisit mihi Ianoto Deodati notario, stipulanti nom ine dicti com m unis,
de cetero solvere et prestare ipsi communi pro dictis partibus, renuncians
omni privilegio et conventioni.
Extractum est ut supra de actis publicis officii extim atorum com m u ­
nis Ianue per me Ianotum Deodati notarium, scribam dicti officii.
EXTIMATORES - Ianotus Deodati notarius.
....cum ipsis extim atoribus constituam unum utilem et ydoneum
scribam qui sit notarius factus per com une Ianue de numero nota­
riorum et scriptorum in matricula pro cartulariis extim atorum tenen­
dis ... (S ta tu ti della colonia genovese di Pera, a cura di V. Prom is, in
M iscellanea di Storia Italiana, XI, 1871, p. 601).
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1339
Cartulario delle antiche compere.
A.S.G., A.F., C om pera magna pacis, 208, c. 206 r.
Cum pagis madii.
Rippa pro utroque in emptore.
Heredes Simonis de Carrega capsiarii:
libras octo, sol. octo
s o l.liil. de.n.
lb.vili., so l.v n i.
.M.ccc.xxxix., die.xx. madii.
Descripte sunt dicte libre octo, sol. octo desuper dictos heredes, et
scripte sunt super Baffum Deodati, procuratorem Ianoti Deodati, procura­
toris Iacobi de Pignono in compagna Suxilie, carta .ccciii., et hoc de
mandato et voluntate Valentini de Carrega, heredis dicti condam Sim onys
ut apparet per mandatum domini consulis burgi, scripto manu Francisci
Maraboti de Clavaro notarii hoc anno, die .xin. madii, cuius mandati
tenor talis est:
.M.ccc.xxxvim., die.xm. madii. De mandato domini consulis burgi
vos consules, officiales et scribe compere magne pacis describatis et de­
scribi faciatis de cartulario dicte vestre compere desuper heredes quon­
dam Simonis de Carega casari cum omnibus iuribus, introvtibus et pro­
ventibus libras octo et sol.vin. et ipsas et ipsos cum omnibus dictis iuri­
bus scribatis et scribi faciatis super Valentinum de Carega, heredem dicti
quondam Simonis, vel super qua[m]cumque personam v o lu e r it....
BURGI - Franciscus Marabotus de Clavaro notarius.
Summa lb.xxvn., sol.xu.
Si tratta di un esempio dei cartulari dell antico debite pubblico,
anteriore all’istituzione del Banco di San Giorgio. La « com pera pacis »
venne istituita nel 1332 per unificare i debiti che i partiti politici genovesi
avevano contratto durante la guerra contro i Catalani. Il debito pubblico
veniva iscritto ogni anno negli appositi registri, divisi per « Com pagna »
ed ordinati secondo l’ordine alfabetico dei creditori. 11 notaio addetto
all'ufficio iscriveva nella colonna centrale di ogni carta il nom e del credi­
tore e la relativa quota, in quella di destra segnava gl interessi pagati, in
quella di sinistra annotazioni contabili o registrazioni inerenti a interessi
d ell’anno precedente non ancora incassati dai beneficiari.
I titoli di credito potevano essere trasferiti, per eredità o per ven­
dita. In tal caso, su mandato di un console di giustizia, il notaio provve­
deva a depennare la « colonna » e a riscriverla nel registro della « com pa­
gna » alla quale apparteneva il nuovo beneficiario. Nel caso riprodotto, al
nuovo creditore spettavano anche gl’interessi di maggio, ma gravava su di
lui la tassa («rip p a » ) di trasferimento.
In fondo alla colonna centrale veniva fatta la somma dei capitali
iscritti, a destra quella degli interessi pagati.
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XLI1 - XLIV
1342 agosto 2
Revisione dei conti della gabella sul sale della Spezia per opera dei
visitatori delle compere.
A.S.G., A.F., D ive rso ru m
n e g o tio r u m
capitu li,
1096, cc. 34 r - 35 r.
.M .ccc.xxxxii., die .n . au gusti.
R acio F ran cisci P arentucii de V exign a, ca b ellerii ca b elle sa lis S p e d ie anni
proxim e p reteriti de .M .ccc.xxxxi. redita p er B en ed ictu m P ro d o m o de S p ed ia ,
n om in e d icti F ran cisci, officio vixita to ru m .
In d om in e D om ini am en . N o s G alvanus E m b ro n u s et Ia n u y n u s d e S a la d o ,
vixitatores com m u n is Ianue anni p resen tis de .M .ccc.x x x x ii., v iss a et d ilig e n ter
exam in ata racion e F ran cisci P arentucii de V exign a, ca b ellerii ca b elle s a lis S p e d ie
anni p roxim e p reteriti de ..vi.ccc.xxxxi., prout m eliu s vid ere et ex a m in a re p o tu i­
m us per scrip tu ras in tro y tu s et ex itu s ra cio n is d icte ca b elle et d icti F ra n cisci,
n ob is et n ostro o fficio p resen ta ta s et o ste n s a s p er B e n ed ictu m P ro d o m o de
Spedia, n om in e d icti F ran cisci, in v en im u s p er in tro y tu m d icte ra c io n is h a b u isse
et recep isse d ictu m F ran ciscu m et p er ex itu m ip siu s ra cio n is d e d isse et s o lv isse
ut infra.
Prim o habuit et recep it ut infra:
In t r o it i s
E xitus
V id elicet ab officia lib u s co m m u n is Ian ue, c o n s titu tis su p e r d and o
et recip ien d o salem , m in a s tre cen ta s sa lis q ue v a len t ad ra cion em
sold oru m vigin ti triu m , den arii u n iu s pro q u a lib et m in a d icti sa lis,
lib ras trecen tas q u ad ragin ta sex., so l.
so l. .v.
q u in q u e ian u in oru m
lb .cccx x x x v i.
De q u ib u s d ed it et so lv it u t infra:
P rim o in co n su lib u s sa lis anni de
.M .ccc.xxxxi., ut p a tu it n o stro o fficio v i­
xita to ru m p er scrip tu ra s Petri de Reza
n otarii et scrib e d ictoru m co n su lu m , li­
bras cen tu m q u in q u e ian u in o ru m .
lb. .c.
-V.
Item in c o n su lib u s sa lis anni p re­
se n tis de .M .ccc.xxxxii. so lv it B en ed icto
de S p ed ia, d ie .xxv. iu llii, ut p a tu it d icto
officio v ix ita to ru m p er a p od ixiam And rioli de F in ario n o ta rii et scrib e d icto ­
rum co n su lu m , lib ras n o n a g in ta septem
ian u in oru m .
lb. .i.x x x x v n .
Item in m en su r a to r ib u s de Ianua
qui m en su ra v eru n t e t h o n era v eru n t m i­
n as .ccc. sa lis, q u as h a b u it ut supra ad
racion em so ld o ru m sex d ecim pro q u o li­
b et ce n te n a r io d icti sa lis, lib ras duas,
so l. V III.
so l. o c to ia n u in o ru m .
lb.
.i i .
Item in n au lo d icti sa lis de Ianua
u sq u e S p ed ia m , ad racio n em denario­
rum d ecem e t o c to ian u in o ru m pro qua­
lib et m in a d icti sa lis, lib ra s vigin ti duas,
so l.
-X.
so l. d ecem ia n u in o ru m .
lb.
.x x n .
Item pro ex h on era n d o in Spedia
d ictu m salem et p ortan d o in cab ella, li­
.v.
so l.
bram u n am , so l. q u in q u e ian uinorum .
lb.
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Exitus
Item in sachis decem quos emit pro dicta
s o l . .X V III.
lb.
cabella, sol. decem et octo ianuinorum.
Item pro pensione domus sive cabelle pro
lb. .ili.
anno uno, libras tres ianuinorum.
Item pro mensuratore qui mensuravit salem
in dicta cabella venditum, libras quatuor ianuino­
lb. .ilii.
rum.
Item pro salario dicti cabellerii pro anno uno,
secundum formam regularum capituli, libras trigin­
lb. .xxxv.
ta quinque ianuinorum.
Item consignavit in dicta cabella Benedicto
Prodomo de Spedia, cabellerio dicte cabelle in anno
presenti, ut confessus fuit dictus Benedictus officio
vixitatorum salis, minas quinquaginta que valent ad
racionem sol. viginti trium, dr. unius ianuinorum
pro qualibet mina dicti salis, libras quinquaginta
lb. .LVii. sol. .XIIII. de. .11.
septem, sol. quatuordecim, dr. duos ianuinorum.
Summa introitus racionis predicte est libras trecentas quadraginta sex,
sol. quinque ianuinorum.
Lb.ccc.xxxxvi., sol.v.
Summa exitus racionis est libras trecentas viginti octo, sol. quindecim,
dr. duos.
Lb.ccc.xxvm., sol.xv., dr.n.
Et sic est introytus predicte racionis plus quam exitus, in summa libras
decem et septem, sol. novem, dr. decem ianuinorum, lb.xvn., sol.vini., de.x.,
sarvo erore calculi tam in introytu quam exitu et e contrario.
Idcircho nos vixitatores predicti, vissa et diligenter examinata racione
predicta prout meilius videre et examinare potuimus per scripturas racionis
predicte, nobis et nostro officio presentatas et ostensas per Benedictum Piodomo
de Spedia, nomine dicti Francisci Parentucii de Vexigna, cabellerii dicte cabelle,
Christi nomine invocato, Deum semper habendo pre oculis et inmerite, omni
modo et forma quibus melius possumus, ex baylia nobis et nostro officio attri­
buta, dictum Franciscum cabellerium predictum condempnamus et condempnatum esse dicimus et declaramus in libris decem et septem, soldis novem, denariis
decem ianuinorum quas invenimus per racionem predictam restare
....statuimus et ordinamus..... quod singulis sex mensibus eligantur qua­
tuor boni viri honeste conversationis et vite, quorum duo sint nobiles et
duo populares, et appellentur visitatores comunis Ianue et habeant duos
notarios de collegio notariorum Ianue.... Ipsi visitatores habeant potesta­
tem et bayliam compelli....et quoslibet alios offitiarios qui in aliquo offitio
constituti fuerint in civitate Ianue vel districtu vel in aliquo loco ad ratio­
nem reddere.... (Regulae comperarum Capituli in H.P.M., XVIII, Torino,
1901, coll. 37 e 39).
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pen es ipsum ; quas libras . x v i i ., s o I. v h i i ., de.x. ian u in oru m d a re e t so lv e r e
ten eatur in m ed iate co n su lib u s com p eraru m sa lis Ian u e n o m in e d ic te c o m p e r e .
Ab om n ib u s vero et sin gu lis horum q ue ad m a n u s d icti ca b eller ii te m p o r e e iu s
ad m in istracion is p ervenerunt o cca sio n e d icte ca b elle u ltra lib ras . x v i i ., so l.v im .»
de.x., per ip su m dandas et so lven d a s co n su lib u s com p eraru m s a lis ut su p ra ,
ipsum F ranciscum cab elleriu m p red ictu m a b so lv im u s et a b so lu tu m e s s e d ic im u s,
declaram us atqu e pron onciam u s d u m m o d o non ap pareat ip su m F ra n ciscu m
cab elleriu m p red ictu m p lus h ab u isse et recep isse n ec m in u s d e d is s e e t s o lv is s e
prout supra in p resen ti racione sua co n tin etu r.
B en ed ictu s P rodom o de S pedia so lv it pro F ran cisco P a ren tu cii c a b e lle r io
p red icto illas libras . x v i i ., s o l.v iin ., de.x. ian uinorum de q u ib u s p er s e n te n ­
tiam p red ictam con d em p n atu s erat pro reliq u a tu ra cio n is su e, v id e lic e t c o n s u ­
libus com perarum sa lis de .m .ccc. x x x x i i . siv e pro ip sis co n su lib u s in o ffic io n a v a ta ­
rum , ut p atu it officio vixitatoru m p red icto p er ap odixiam p u b lica m sc r ip ta m m a ­
nu Andree de F inario, notarii et scrib e d ictoru m co n su lu m sa lis, . m .ccc . x x x x i i ., d ie
.XXVI. o ctu b ris, quam apodixiam d ictu s B en ed ictu s p resen ta v it o ffic io v ix ita to ­
rum p red icto .m .ccc.x x x x i i i ., d ie .x v m . ianuarii, e t quam ap o d ix ia m e g o Io h a n n e s
de P eraldis de Gavio, n otariu s e t scrib a d icti officii vix ita to ru m , m a n d a to ip siu s
officii, in p resen ti cartulario in feriu s registravi p red ictis m o d o e t d ie e t c u iu s
ap odixie ten or talis est:
. m . ccc . x x x x i i ., d i e . x x v i .
o ctu b r is.
N overin t universi quod B en ed ictu s P rodom o, ca b elleriu s sa lis S p e d ie , so lv it
con su lib u s sa lis de .x x x x n ., pro d icta ca b ella anni de .m .ccc. x x x x i . in F ra n ci­
sco D en tu to et A nthonio de P odio B anchorum libras decem e t se p te m , so l.
novem et dr. decem ianuinorum et sunt pro F rancisco P arentucii d e V ex ig n a .
L b .xvn ., s o l.v iin ., de.x.
(S .) Andreas de Finario n otarius.
Ego Ioh ann es de Peraldis de Gavio, qui dictam apodixiam reg istra v i ut
supra, ad m aiorem cau tellam m e su b scrip ssi.
(S .) Ioh ann es de Peraldis notarius.
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XLV
1351
Arruolamento di marinai per la guerra contro Venezia da pai te dell’Ufficio della guerra.
A.S.G., A.F., Galearum marinariorutn rationes, 628, c. 97 v.
Antonius Raynaldus, filius condam Raymundi de Rainaldo de M ona­
cho, qui habitat in domo Ansaldi de Sancto Petro Arene, m agister et cet.,
iuravit et promisit michi Dominico Valanucio notario, tam quam plubice
persone officio publico stipulanti, nom ine et vice m agnifici et illustr ìs
domini, domini Iohannis de Valente, Dey gratia Ducis Ianuensium , et Offìcii
Guere Venetorum et tocius com m unis Ianue, sequi viagium et obidire m an­
datis domini admirati et sui patroni et homnia alia facere que superiu s sunt
iscripta et que facere tenetur et debet secundum la form a capitulorum
civitatis Ianue loquencium de marinariis et galleotis fugitivis et alliorum
capitulorum civitatis Ianue de predictis loquencium et ordinam entorum
Officii Gazarie et debet habere in m ensibus tribus libras novem .
Et pro eo de predictis om nibus et singulis attendendis, cum plendis
et observandis versus me dictum notarium, stipulantem et recipientem
nominibus quibus supra, solenniter intercessit et fideiusit A nsaldus de
Sancto Petro de Arena m agister et cet. supradictus qui habitat in burgo
Sancti Thome, in domo sua propria.
Renuncians iuri de prin cip ali....
Habuit die .v ii . iunii in Ianua, ad banchum, manu C ristofoni Pila­
vicini, lb.vm i.
Segue una lista di nomi di marinai arruolati con la form ula abbre­
viata: « Iohannes calegarius, qui habitat in burgo, iuravit et prom isit ut
supra et debet habere in tribus mensibus libras novem. Et pro eo Tomainus Lizardus.... renuncians ut supra et cet. ». I riferimenti del docum ento
rinviano ai « Capitula comunis Ianue » (cfr. S ta tu ti della colonia genovese
di Pera cit., cap. CLXIX) e al « Liber Gazarie » che conteneva le n o r m e
relative alla navigazione e al diritto marittimo. L’« Officium Gazarie »,
creato tra il 1313 e il 1314 « super factis navigandi et Maris M aioris », ebbe
come compito iniziale quello di provvedere alla sicurezza delle com unica­
zioni con le colonie orientali e, soprattutto, con la « Gazaria » o Crimea.
Nel campo m arittim o il nuovo ufficio si affiancava, praticam ente so sti­
tuendolo, a quello « Mercantie » che aveva come suo com pito principale
« intendere et tractare ea omnia et singula que ad utilitatem et com m odum
mercantie pertinere videbuntur ». Per gli ordinamenti m arittim i cfr.
Leges G enuenses, in H.P.M., XVIII, Torino, 1901; V. V itale, Le fo n ti del
diritto m a rittim o ligure, Genova, 1951.
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— 103
XLVI
1402 aprile 11
Nicolò di Rapallo, padrone della nave Santa Maria e San Giuliano,
s ’impegna nei confronti del notaio dell’Ufficio di Provvigione del m are a
non lasciare il porto prima dell’ispezione dello stesso Ufficio.
A.S.G., A.F., Diversorum officii maris, 758, c. 12 r.
+ Die .xi. aprilis.
Nicolaus de Rappalo civis Ianue, dom inus et patronus cuiusdam sue
navis vocate Sancta Maria et Sanctus Iulianus portate m inarum .n i., presentialiter in portu Ianue existentis, parate de proximo die prim o navigare
ad partes Sicilie, constitutus in presentia mei Iohannis de Cucurno, notarii
et scribe Officii Provissionis maris, prom isit michi iam dicto notario, sti­
pulanti et recipienti nomine et vice dicti officii, stare, parere et o b ed iie
mandatis dicti officii et non recedere cum dicta navi de dicto portu donec
per dictum officium seu m andato ipsius officii fuerit cerchata et inquisita
et quod in dicta navi habebit paratum omnia furnim enta necessaria et
opportuna secundum formam ordinamentorum dicti officii et dem um
facere et observare omnia que tenetur dicto officio et cet.
Sub pena florenorum ducentorum auri boni et iusti ponderis, in
quam penam inteligatur incecidisse tociens quociens fuerit ut supra contrafactum et non observatum.
Sub ypotheca et obligacione omnium bonorum suorum habitorum et
habendorum ....
Et pro eo de predictis om nibus versus me, iamdictum notarium reci­
pientem ut supra, intercessit et fideiussit et se inde proprium, principa­
lem pagatorem et observatorem constituit et esse voluit Nicolaus de Rap
palo quondam Benevenuti.
Sub et cet.
Renuncians et cet.
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— 105
XLV1I
1412
Esem pio di un c'artul^io d ella *« m assarìa » del Com une di Genova.
A.S.G., A.F., Massarìa communis lamie, 33, c. 75 r.
+ . m .cccc.x ii ., die .xvin i.
aprilis.
De mandato illustris
domini m archionis Montisferrati, Ianue capitanei
et cet. et consilii Antianorum, vos Thoma de Fornariis et socie, massarii
generales com unis Ianue,
solvatis Petro Imperiali
olim com m issario et cet.,
pro certis expensis per
eum et duos eius fam u­
los factis eundo Provin­
ciam, libras decem et sol­
dos decem ianuinorum
sive
lb.x. sol.x.
fanue 116
Benedictus
de Andoria notarius et
cancellarius.
Dexerinus de Pasti­
no notarius.
Recepimus . m .cccc.x ii .,
die .xvii. iulii in N ico­
lao de Aurigo in .ccn.
Item ea die in Petro
Imperiali in .cciii.
Item ea die in Cipria­
no Spinola in .lxxv.
Item ea die in Stephano de Vadavanto in
.CC.LXI.
Item .M.cccc.xni., die
.XV. februarii in Petro
de Furnariis et Sceva
de Auria in .ccxxn il.
Item ea die in Iohanne
Grillo et socio in .cl.
lb. .liii. sol. .x. de. .1111.
lb. .x.
sol. .x.
lb. .m.
lb. .xxv.
lb. .XXXVI.CCLVI.
lb.
.XXXI.DCCXXXXII.
sol. .XI. de. .v im .
Item die .x. martii in
o f f i c io magistrorum
rationalium et de eo
in Antonio Bianco in
.VI.
lb. .CLXVIII.
Item die .x iiii . augusti
in dicto officio et de
eo in Oderico de Biaslb. .DXXXVIIT.
sia in .ccxiin.
Item . m .cccc.xvtii., die
.x x iiii. septem bris in
officio dominorum pa­
truum com m unis de eo
in Raffaele de Podio in
•CCLII.
lb. .LXXXI. s o l . .1.
La « Massaria comm unis » esercitava il servizio di cassa dello Stato,
cartulari dei massari registravano Dertanto le esazioni ed i pagam enti
a ottando i principi della partita doppia. I massari non potevano effettuare
a cun pagamento senza un mandato (« ap od ixia») del cancelliere, so tto ­
scritto dal notaio dei « magistri rationales » e m unito di tre, talvolta quattro
(se si trattava di SDese straordinarie) sigilli: quello del Doge, degli An­
ziani, dei « Magistri rationales » e degli « Otto di m oneta ». I « M agistri
rationales» controllavano l’attività dei massari, sia firmando i m andati
di pagamento, sia in sede di consuntivo. Per gli « Otto di m oneta » cfr.
tav. XLIX.
Per la tenuta dei registri di m assaria si osservi, in questo caso, che
si e conservato, nella pagina relativa, il m andato di pagam ento in favore
di Pietro Imperiale (a sinistra della tavola); si trattava evidentem ente di
spese straordinarie la cui esazione è registrata, secondo l’annotazione delle
uscite, alla c. 221 dello stesso registro.
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XL VI II
Esempio di lettera spedita dalla cancelleria dal com une di Genova.
A.S.G., A.S., Litterarum communis, 1781, c. 433 r.
Gubernatori Montispesulani.
Magnifice amice carissim e. Ut ex litteris et processibus huc allatis
per Iohannem Burnellum intelleximus, tres querele contra nos ad vestram
magnificentiam delate sunt; una est Bernardi de Andrea, alia M arabotini
Bartholomei, tercia Iohannis Nicolai. Hi enim om nes queri videntur quod
capta a classe nostra galea Iohannis Vitalis Narbonensis, reten tis certis
mercibus ac bonis que ibi habebant, gravibus iniuriis affecti sint. D istin­
guemus casus eorum ut, c-biectionibus eorum confutatis, innocencia nostra
clarius intelligatur. Set ante omnia cupim us ut prudentia vestra illa con si­
deret que in omni re precipue spectanda sunt, animum scilicet agentis et
exitum rei. Intercepit prefectus classis nostre galeam illam N arbonensem
non ut subditos serenissim i domini regis lederet, quos p otiu s fovere,
iuvare et amice tractare habebat in m andatis, set verius ut Venetorum
et Florentinorum bona, cum quibus iustum tunc bellum gerebam us, excu­
teret et interciperet. Capta itaque galea et quidem predivite ac preciosis
mercibus plena, in qua regiorum subditorum m ulte opes erant coacer\ate, ea fuit prefecti nostri m odestia atque innocentia, ea m andatorum
nostrorum vis, ut ex tantis illorum opibus nichil prorsus attigerit. Non
veremur ut quisquam prodeat vere regius subditus, qui se re aut verbo
violatum possit dicere. Immo pro repertis in illa m ercibus hostium , vo­
cato ad se Iohanne Vitali, ita plene illi pro naulis satisfecit ut ipsarum
mercium demum non m elius fuerint ei satisfacturi. Que res declarant
quo ille animo galeam ipsam capi voluerit. Querere libet hoc loco quisnam
est in cuius potestatem tante opes devenissent qui vel m aiorem innocen­
tiam vel fideliorem reverentiam ad regiam m aiestatem de se prestare po­
tuisset, potissim um cum ille nimium veritus bona regiorum subditorum
attingere, multa hostium bona que sub nom ine Francigenarum latebant
intacta dimiserit quod nobis postea ad irrisionem exprobatum est. Verum
quod attinet ad querimoniam Bernardi de Andrea, quamquam ille enitatur
asse\erare se esse incolam Montispesulani et ob id regium s u b d itu m ....
Una delle più importanti funzioni dei cancellieri della Repubblica
era quella di scrivere le lettere. Riproduciamo qui una lettera del cancel­
liere Iacopo Bracelli, notaio e um anista, che intestava tutti i fascicoli del
suo registro « litterarum » (com posti di 24 carte) con la data e il num ero
progressivo del fascicolo (cfr. p. 114).
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XLIX
1471 gennaio 1°
Frontespizio del cartulario degli « Otto di Moneta ».
A.S.G., A.S., Officium monete, 714, c. 1 r.
die prima ianuarii.
Cartularium diversorum in quo annotari et scribi debebunt delibera­
tiones et alia diversa acta fienda per spectabile Officium M onete anni
presentis et scribenda per me Lodisium de Berney notarium et eius seribarn infrascriptum. Cuius quidem officii hec sunt nom ina:
-
.M .cccc.L X X L ,
Iacobus de Guizo prior
Acelinus Lercarius
Marcus Gentilis
Iacobus de Auria condam
Dominici Bartholomei
Raphael de Francis B.
Baptista de Costa
Bartholom eus de Canicia notarius et
domini
Ianotus Calvus.
Lodisius de Berney notarius.
La magistratura degli « Otto di Moneta » fu istituita nel 1363 da
Gabriele Adorno per la direzione dell'amm inistrazione delle finanze. Gli
« Otto di Moneta » venivano nom inati dal Doge, dagli Anziani e dai
quattro « sindicatores ». Nessuna spesa straordinaria che oltrep assasse
le 375 lire all’anno poteva essere fatta senza la loro esplicita autorizza­
zione, che si esplicava m ediante l’apposizione del loro sigillo al m an­
dato di pagamento. Ad essi incombeva anche il reperim ento di fondi
straordinari necessari per l'allestim ento di flotte e spedizioni. Spesso
erano in grado di opporsi validam ente alla stessa autorità del Doge.
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1473 gennaio 19
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Protettori delle compere di San Giorgio procedono a ll’elezione
dei consoli e degli scribi addetti ai vari uffici del Banco stesso.
A.S.G., B.S.G., O rd in a tio n u m M.M. P r o te c to r u m c o m p e r a r u m (1472-1475), c. 33 v.
+ .M.cccc.lxxili., die martis .xvim . ianuarii.
Magnifici domini Protectores comperarum Sancti Georgii com m unis
Ianue anni presentis, in pieno numero congregati, intelligen tes n ecessa­
rium esse electionem facere scribarum, subscribarum , consulum et alio­
rum qui se exercere debent in negociis comperarum que pertinent et
pertinebunt ad annum presentem , cuius regim en habent iidem dom ini
Protectores, prehabito inter sese examine et m atura discu ssion e, nom i­
natis et iudicio calculorum expositis om nibus illis qui in frascripta offi­
cia seu exercicia requirebant, tandem elegerunt infrascriptos et quem ­
libet eorum ad exercicium inferius declaratum cum salariis et obven tio­
nibus consuetis et usque ad beneplacitum ipsorm dom inorum Protecto­
rum, attento quod in electione cuiuslibet eorum convenit legitim us cal­
culorum alborum numerus et maior quam in nom inatione reliquorum
qui pariter iudicio calculorum expositi fuerunt, videlicet;
ad consulatum: Petrum de Mari et Gasparem de Casana;
ad scribaniam consulatus: Antonium Loardum notarium ;
ad scribanias cartulariorum pagarum: Constantinus de Albertis et
Simonem loardum notarios;
ad scribanias columnarum: Antonium Erenam, Paulum R agium et
Gotifredum de Albario notarios;
in cuius tamen Gotifredi electione interfuit egregius Paulus Marrulus, subrogatus loco domini Leonardi Sauli prioris, inde am oti propter
affinitatem qua coniunctus est ipsi Gotifredo;
ad subscribanias columnarum: Dom inicum de Recho, Petrum de
Villa et Iohannem Baptistam de Romeo;
ad scribaniam officii salis: Nicolaum de Garbarino notarium .
Nel 1405, sotto il governo di Jean Le Maingre detto il Boucicault,
governatore francese di Genova, una com m issione di esperti provvide a
dare un assetto definitivo al debito pubblico, riunendo tutte le « com ­
pere » (o debiti di Stato) sotto un’unica am ministrazione: la Casa, Officio
o Banco di San Giorgio. Tale organism o, che apparve al M achiavelli uno
Stato nello Stato, rappresentò una form idabile potenza finanziaria, alla
quale la Repubblica finì per cedere, oltre l’appalto di tutte le gabelle più
importanti (com presi dazi e dogane), anche garanzie di carattere terri­
toriale (per es. la Corsica). L’allargam ento delle funzioni del Banco deter­
minò una com plessa organizzazione am m inistrativa di cui il docum ento
riprodotto è specchio fedele.
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G.
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storia ligure in onore di Giorgio Falco, Milano, 1962.
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114 —
IL NOTAIO NELL'AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA
Un discorso a parte m erita l ’am m inistrazione della giustizia,
sia perchè essa consente un discorso unitario, sia perchè la p re­
senza del notaio d ’ufficio ad ogni fase del processo ci consente
di chiarire i problem i connessi al passaggio dalle form e orali a
quelle scritte. Si è ritenuto spesso, più o meno a ragione, che la
procedura scritta del giudizio sia u n ’innovazione canonica che
prese le mosse da un canone del concilio Lateranense del 1215. In
realtà la norm a, più che innovare, servì a codificare, a legittim are
un uso che doveva essere già introdotto nella procedura del tem po.
Alla norm a seguì la dottrina, seguirono i diversi form ulari con i
quali le scuole giuridiche medievali, e quella di Bologna in testa,
semplificarono la pratica dei notai proponendo form ulazioni di
cui si ebbero echi negli statuti di num erose città italiane.
A seguito di studi in corso, di cui qui si anticipano alcuni
risultati, i cartulari notarili savonesi di M artino da Vercelli (12031206) e del presunto Saono (1216-1217) — di cui è annunciata la
pubblicazione
sono probabilm ente i più antichi registri di
atti giudiziari pervenuti fino a noi nella loro integrità. Sulla base
di essi è possibile ricostruire 1 intero svolgimento del processo
civile dei prim i anni del Duecento, è possibile dim ostrare come,
a differenza di altre città italiane e di quanto sostenuto da
molti studiosi, Savona e la Liguria utilizzassero neH’am m inistrazione della giustizia in assoluta prevalenza i notai d'ufficio, lim i­
tando grandem ente la presenza dei notai di parte.
Per alcuni momenti del processo romano-canonico siamo
ricorsi ai documenti, seppur più tardi, dell’« Officium Robarie »,
di una speciale m agistratura genovese costituita principalm ente
per il risarcim ento dei danni provocati da p irati genovesi, le
cui funzioni, tuttavia, non sono state ancora chiarite esaurien­
temente.
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1216 ottobre 11
Esem pio di denuncia.
A.S.S., Cartulario del notaio Saono, foglietto inserto tra c. 33 v. e 34 r.; c. 5 v.
Osservazioni: Si trascrive il testo della tav. LII.
Die m artis .XI. octubris.
(X Rubaldus Paglacia agit contra Tercium et petit ab eo equam unam
blancam. Hoc ideo quia dictus Robaldus et Tercius inter se perm u tatio­
nem fecerunt, in qua perm utatione dictus Robaldus et Tercius in ter se
convenerunt quod dictus Paglacia ei dare debebat asinam unam et sol.
.XX. et dictus Tercius ei dare debebat dictam equam pro dicto canbio et
sic ei Robaldo manu ferivit dictum canbium et ideo agit et p etit ut supra,
vel solvat dictus Tercius ipsi Robaldo sol.xx. iure capituli Saone et omni
iure.
La causa si apriva, su querela di parte, con la denuncia presentata
oralm ente o per iscritto. Viene qui riprodotto un foglietto sciolto (tav.
LI) contenente una denuncia, scritta dal notaio Filippo di Scarm undia.
Il notaio di turno della curia, Oberto di Mercato, ha provveduto a trascri­
vere la denuncia nell'apposito cartulario (tav. LII), aggiungendovi la data
di presentazione.
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1203 dicembre 19
1204 gennaio 19
Mandati e termini di comparizione, dilazioni del podestà di Savona.
A.S.S., Cartulario del notaio Martino, cc. 109 v., 110 r.
Eodem die.
Datus est terminus Iacobo Baiole usque dies .vili, post annum novum
proximum probandi et monstrandi totum id iuris quod monstrare voluerit
in causa quam ipse habet cum Iacobo Iule de faxo .1. beccunarum quem
sibi ipse Iacobus Iule petit et quem ponit in sol.c.
Die .vu. ianuarii.
Data est dilatio Raimundo Emengarde, qui est in Sicilia, ,vi. menssium
ut veniat responsurus Bonavie Rustici et Rubaldo Buccaordei et Raimundo
Rustici qui sibi petunt lb .L X . ianuinorum.
Die .xii. ianuarii.
Datus est terminus peremptorius domino Henrico, marchioni de
Ponzo, ut veniat usque dies .vim . proximos venturos Saonam audire sen
tentiam que dari debet inter ipsum dominum Henricum et dominam Ursam
matrem Trucci; et inde mandavit ipsi domino Henrico litteras per manum
m agistri Martini scriptas.
Die .xvim . ianuarii.
Data est dilatio Ogerio Rabinanti super causam quam habet cum
Wilielmo fabro de Niza producendi testes qui sunt intus usque diem sabati
proximi; et illos qui sunt Pereto et Albe a proxima die iovis usque ad
.v ili, dies; et illos, scilicet Ceve, qui sunt Septe, usque .VI. menses, et
illos, scilicet W ilielmo Bocherio et Marino Ianuensi, qui sunt ultramare,
usque .v im . m enses.
Eodem die.
Datus est term inus Ansaldo Borrello ut debeat dare magistro Arnaldo
lb.x. ianuinorum quas sibi confitetur et debet.
Sia all’inizio della causa, sia durante il dibattimento, venivano ema­
nati m andati di comparizione delle parti o dei testimoni, ed eventual­
m ente concesse dilazioni per coloro che si trovassero momentaneamente
assenti dalla sede del giudizio. Tali atti venivano presentati agli interessati
o ai loro fam iliari, oralmente o per iscritto, a cura del cintraco o messo
comunale.
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LIV
1395 m arzo 26
M andato di com parizione em anato dall’« Officium Robarie ».
A.S.G., N.G., Notaio Pietro di Sarzano, I.
+ Die .xxvi. m artii, .m .ccc.lxxxxv.
Preconate vos preconate robarias.
De m andato dom inorum Baldasalis Marihoni et Dagnani de Zenestreto, officialium robarie civitatis Ianue, est quod omnes et singuli homi­
nes sive habitatores Portus Veneri compareant coram ipsis dominis offi­
cialibus ad defendendum se a quadam sentencia lata cuntra ipsos homines
dicti loci anno prosim e preterito, die .xx. decembris, in favorem Iohanis
de Rapallo quondam lanini, per quam fuerunt condempnati ipsi Iohani
in libris ducentis, occaxione robarie facte in ipso lochc- Portus Veneri de
certis bonis et rebus ipsius Iohanis per dominos Raphaellem de Reza et
Raphaellem Tortoram , visitatores castrorum, in ea parte comissarios et
delegatos m agniffici dom inis, domini ducis et sui consilii infra dies sex
prosim e venturos, quo termino etlaso et dictis non comparentibus vel oponentibus contra ipsam sentenciam , ipsi domini officiales haberent ipsos
hom ines dicti loci pro rebelibus et robatoribus dicti Iohanis de tanta
quantitate de quanta in dicta sentencia fit mencio et contra bona ipsorum
procederent in capiendo ea et ad faciendum de eis solucionem et satisfacionem ipsi Iohani usque in dictam quantitatem librarum ducentarum
contentam in dicta sentencia.
Et predicta facta sunt ad instanciam et requisicionem dicti Iohanis
de Rapallo, p eten tis sibi satisfacionem fieri de dictis libris ducentis.
Officium Robarie
Com unis Ianue
(S.) Petrus de Sarzano notarius.
Ea die.
N icolaus Curonus, cintrachus et preco publicus re[tu]llit se hodie,
de m andato dictorum dominorum officialium, viva, publice et alta voce
cridasse et proclam asse in Banchis, in omnibus et per omnia prout in
dicta proclam acione continetur. Aliter et cet. Et hoc ad instanciam dicti
Iohannis.
Pur risultando chiaramente dai documenti precedenti e da altri
sincroni che i m andati e le dilazioni venivano presentati dal cintraco,
non abbiam o, per i primi anni del '200, che le relative attestazioni scritte
negli appositi cartulari « terminorum ». Riproduciamo pertanto, a titolo
di esem pio, un m andato dell’« Officium Robarie ».
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LV - LVI
1203 novembre 18
E sem pio di deposizioni delle parti.
A.S.S., Cartulario del notaio Martino, c. 37 r.
In Dei nom ine nostri Iesu Christi amen. Incipiunt positiones et con­
fession es tem pore domini Guilielmi Guertii, Saonensium potestatis, facte
.M .cc.iii., indictione .vi., die .xvm . novembris.
P ositiones Petri de Cario contra Conradum Durantis. Et tempore
dom ini N icolosi Aurie facte fuerunt huius cause positiones. Ponit Petrus
de Cario quod lignum de quo nunc agitur est novem loci et novem mari­
narli ipsum lignum serviebant. Respondet Conradus: credit quod novem
loci erat et quod novem homines eam serviebant. Item ponit quod in
tem pore illo in quo lignum predictum venit Buzeam, mondinum salis
valebat Buzee bz.xxv. et plus. Respondet Conradus: credit de.xx. et
non de plure. Item ponit quod mondinum Buzee est mine X. ad minam
Saone. R espondet Conradus: credit.
1216 febbraio 10
E sem pio di contestazione della lite e di deposizioni delle parti.
A.S.S., Cartulario del notaio Saono, c. 42 r.
Die .x. februarii.
Lis est con testata inter Bertam de Volta et Ottonem Francisium
de havere quod ponit in lb.xx.
P ositiones O ttonis Francisci contra Bertam de Volta. Ea die. Ponit
O tto quod quidam hom o de Novaria habebat in domo Berte de Volta
soom as . v i i . de lavezis et soom as .il. azarii. Respondet: non credit. Item
ponit quod diete laveze et azarium fuerunt Tercii. Respondet quod lebetes
fuerunt Tercii set azarium non. Item ponit quod quando consules fece
runt saxire predictas lavezias pro hominibus Novarie, quod dieta Berta
fuit con fessa quod habebat in domo sua soomas .m i. de laveziis homims
Novarie. R espondet: non credit. Item ponit quod in secunda vice, quan o
consules m andaverunt eorum nuntium pro saxiendo havere hominum
N ovarie, in dom o Berte de Volta, quod ipsa Berta confessa fuit quod in
dom o sua erant soom e .vim . inter lavezios et azarium ....
Presentata la denuncia, seguiva la contestazione della lite, mediante
la quale il convenuto, respingendo le affermazioni dell’attore, trasformava
in vertenza quella che era, fino a quel momento, una semplice petizione
(e « petitio » si chiamava anche, nella terminologia del tempo, la denun­
cia). Alla contestazione, che era spesso contemporanea ad esse, segui­
vano le « p ositiones » delle parti. Articolate in brevi proposizioni, cui si
doveva rispondere affermativamente o negativamente, servivano a indivi­
duare m eglio i punti controversi sui quali si sarebbero prodotti i testimoni.
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....fiunt probationes in lite que etiam dicuntur positiones ad probandum id de quo
principaliter quaeritur....
(R olandino, Sum m a totius artis notariae, Venezia, 1583, t. III, c. 67 r.).
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LVII
1203-1204
Verbale di deposizioni testimoniali.
A.S.S., Cartulario del notaio Martino, cc. 124 /•. e 146 v.
In nomine Domini amen. Incipiunt testes et tituli tem pore domini
Wilielmi Guertii, Saonensium potestatis, dati .M.CC.III., indictione .vi., die
.XXVIII. octubris.
Testes Boniiohannis Vitii.
Item
Item
Item
Wilielmus Vitius, iuratus dicere veruni de supradictis titulis, tam
pro una parte quam pro alia, interrogatus de primo titulo respondit sicut
in titulo continetur. Interrogatus quomodo scit, respondit: «Q uia presens
lui et meis occulis vidi et audivi ». Interrogatus qui fuerunt Nadalengii
qui fecerunt asaltum et qui fuerunt eorum amici et eorum adiutores
qui erant secum, respondit: «De Nadalangis fuerunt Conradus Rustici
et Arnaldus Grenna et Nadalis Clarii et Balduinus, filius quondam Boni­
iohannis Astengi, et Curllaspedi, scilicet Anselmus et Bonusiohannes et
Trucus et quamplures alii de quibus nomen ignoro; eorum amici et adiuvatores fuerunt isti: Brunus Amedee et Ansaldus Lcmbardus et multi alii
quorum nomen ignoro ». Interrogatus quod cambium facere volebant super
hom ines de Gaita et de quanto, respondit: « De lb.ccx. ianuinorum sicut
continebatur tunc [in ] laude inde facta». Interrogatus quomodo scit quod
esset voluntas domini Rogerii quod hoc cambium tunc fieret, respondit:
« Quia mihimet precepit ut ego et Vicii et mei amici cambiremus et cape­
remus tantum de rebus illorum de Gaita, quod haberemus solutionem
nostre laudis et etiam misit Girardum, serventem potestatis, cum duobus
aliis sotiis cum Baldo V itio ....
Individuati i punti controversi, le parti presentavano al giudice, per
iscritto, i nomi dei testimoni e i cosidetti titoli sui quali avrebbero dovuto
testim oniare. È assai probabile, anche se gli studiosi non sono concordi
sull argomento, che i verbali venissero stesi dal notaio d’ufficio sotto det­
tatura degli interessati. Lo stesso documento che presentiamo prova che
il notaio si preoccupava di scrivere subito ciò che gli veniva riferito a voce,
lasciando ad un secondo tempo il completamento delle parti in bianco
riservate ai titoli e ai nomi dei testimoni, presentati per iscritto.
....dicta ipsorum testium debent scribi in actis curie per scribam
com m u n is....(S ta tu ti di Noli cit., p. 81).
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LVIII
1200
Verbale di deposizioni testimoniali.
A.S.G., S.N., Cartolare 6, c. 187 r.
E d izione in R . L . R e y n o l d s , A Business Affair in Genoa in lite Y e a r 1200; B anking,
B o o k k e ep in g , a b ro k e r and a L awsuit, in S tu d i di storia e d i r i t t o in on ore
d i E n rico B esta, M ilano, 1938, II, pp. 176-177; Giovanni di G ilib e r to (12001211) a cura di M.W. H a l l - C o l e - H .G . K r u e g e r - R . G . R e i n e r t - R . L . R e y n o l d s ,
G enova, 1939, doc. 95.
Testes Wilielmi Barbavarie contra Oliverium concarium. Ex eo quod
Wilielmus de Parisiis comperavit tot gariofolos a Rollando Mallono qui
constaverunt lb.xvm . minus dr.x.; qui gariofoli fuerunt com perati prò
societate de volta; in precio quarum lb.xvm. fuerunt racionate ille lb.x.
quas Oliverius predictus solvit Wilielmo bancherio.
Oliverius qui stat cum Wilielmo de Parisiis iuravit et dixit: « Scio
et certus sum quod Wilielmus de Parisiis comperavit cum Lanberto de
Roei a Rolando Mallono tot gariofalos unde venit in parte W ilielmo de
Parisiis lb.xvm . minus dr.xvm. pro societate volte quam habebant
insim ul Wilielmus de Parixiis et Wilielmus Barbavaira et Oliverius, et
de quo debito Rolandus Mallonus noluit se tenere super Wilielmum de
Parisiis neque super Wilielmum Barbavairam, set credo quod Wilielmus
Baibavaira duxit Rolandum ad banchum W[ilielm]i bancheri et quod fecis­
set ei alterare predictas lb.xvm. minus dr.xvm. Et bene scio quod
WLilielmus] Barbavaira venit ad voltam et dixit mihi Wilielmus — Scribe
quod debemus dare lb.xvm. minus de.xvm. Wilielmo bancherio prò
Rolando Mallono.
Et credo quod Oliverius pagavit in predictis lb.xvm .
rnrnus dr.xvm . vel pagare fecit lb.x. Et venit W[ilielm]us Barbavaira et
dixit mihi
Scribe quod debemus dare Oliverio lb.x. quas pagavit Oliverius
Wilielmo bancherio prò predicto debito. — Et bene scio et certus sum quod
fuit solutus de predictis lb.x. Oliverius quas dedit Wilielmo bancherio prò
volta. Et ideo scio [quod eram ibi] quando Helias de Mogis dedit et lb.xn.
pro isto d eb ito....] alo quod debebat recipere et quando fecerunt [racionem in volta fuerunt recordate predicte lb.x.]
Le principali discordanze degli studiosi riguardano, come si è detto,
a presenza del notaio d’ufficio. Gli statuti di numerosi comuni italiani
consentivano infatti, spesso in accordo con la dottrina giuridica medieva e, che alcuni atti processuali, specialmente le deposizioni testimoniali,
venissero redatti da notai di parte. L’esempio riprodotto riflette sicura­
mente uno di questi casi, provenendo esso da un cartulario di atti pre­
valentemente privati.
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....Quilibet vero notarius qui fuerit civis Saone possit exercere pu­
blice officium notarie et testes recipere in Saona et p o s s e ....
(Statuta antiquissim a Saone cit., p. 103).
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LIX
1396 giugno 19
Il
podestà di Busalla trasm ette a 11’« Officium Robarie » un verbale
di deposizioni testim oniali.
A.S.G., N.G., Notaio Pietro di Sanano, II, f. 195.
Egregii domini. Vestram recepi datam Ianue die .xr. iunii presentis
continentem receptionem certorum testium in quadam questione ver­
tenti in curia vestra inter Opecinum de Pinu de Guiso et Andream Spinullam habitatores Pinu, agentes, et homines Savignoni et cet. Unde vobis
respondeo quod unum testem quem dictus Andreas producere voluit
super contentis in dictis vestris litteris et porrectis titulis recepi et exa­
minavi, dictum cuius signatum et sigilatum presentibus introclusum vobis
m itto, paratus pro vobis ad quecumque alia. Data Buzalle .M.CCC.LXXXXVI.,
die .xvim . iunii.
Bartholomeus Tortella notarius, potestas Buzalle.
.M .ccc.L xxxxvi., die .in . iulii.
Deposita in iure et in presentia dictorum dominorum officialium per
dictum Andream.
Quando erano necessarie testimonianze al di fuori della sede del
processo, queste erano raccolte a cura delle autorità locali e trasmesse
ai giudici che le avevano richieste. Non avendo rintracciato documenti
del Duecento, riproduciamo due atti dell’« Officium Robarie »; lettera di
accompagnamento e verbale di deposizioni testimoniali raccolte, per conto
dell’« Officium », dal podestà di Busalla.
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1396 g iu g n o
17
Verbale di deposizioni testim oniali.
A.S.G., N.G., Notaio Pietro di Sarzano, II, f. 194.
Testes et attestationes testium productorum in curia domini pote­
statis Buzalle in observatione certarum litterarum dominorum orticialium Officii Robarie com m unis Ianue datarum ibidem hoc anno, die .xi.
iunii presentis in quadam causa et questione vertenti in curia dictorum
dom inorum officialium Officii Robarie inter Opecinum de Pinu de Guiso
et Andream Spinullam , habitatores Pinu, agentes, et hom ines Savignom
et cet., occasione boum, receptorum et examinatorum per me notarium
infrascriptum et scribam curie Buzalle super porrectis titulis ad instan­
d a m et requisicionem dicti Andree agentis, in observatione dictarum litte­
rarum.
.M.ccc.Lxxxxvi., die .xvii. iunii.
Perronus de Ternano, homo subditus dominorum Spinullorum de
Luchullo existentium in Buzalla, testis productus per dictum Andream, amonitus per m e notarium et qui iuravit ad sancta Dei evangelia, tactis corpo­
raliter scripturis, dicere veritatem tam pro una parte quam pro altera de
hiis super quibus interrogabitur, remotis odio, amore, prece, precio et cet.,
interrogatus et examinatus per me notarium infrascriptum super porretis
titulis:
.
Et primo super primo titulo qui incipit: primo videlicet quod dicti de
Savignono et cet., ipso titulo sibi lecto et ad eius intelligentiam de verbo ad
verbum vulgarizato suo iuramento testificando, dixit se tantum scire de
contentis in dicto titulo videlicet quod ipse testis prope et citra festum
Pasce se reperit in Savignono et ibi vidit quendam cui dicitur de Scoalupus qui duxerat ibi unum par boum, quos boves asserebat duxisse de Bisanne et quos dicebat esse cuiusdam Andree Spinulle commorantis in Pinu;
tamen dicte depredationi non interfuerunt aliqui de Savignono quod ipse
testis audiverit et licet dictus Scoalupus se tunc receptaverit in Savignono,
non tamen eum assidue morari vidit ibidem.
Super secundo titulo qui incipit: item quod dicti depredatores, ipso
titulo sim iliter sibi lecto, suo iuramento testificando, dixit se nichil aliud
scire nisi ut supra in precedenti titulo testificatus fuit.
Super tertio titulo qui incipit: item quod dicti domini de Flisco et cet.,
sim iliter interrogatus et examinatus, suo iuramento respondit quod dicti
boves steterunt in dicto loco Savignoni per tres dies vel circha; tamen
nescit nec etiam credit quod dicti domini de Flisco dicte depredationi dede­
rint auxilium, consilium seu favorem nisi in quantum dicti boves receptati
fuerunt.
Super quarto titulo qui incipit: item quod dicti boves et cet., similiter
interrogatus et examinatus, suo iuramento respondit quod dum ipse testis
et dicti boves essent in Savignono, dicti boves venditi fuerunt cuidam vocato
Valente de Reihossi pro florenis novem auri et, ut sibi apparet, dicti
boves tunc pauco plus valebant dicto precio quia boves tristes eran t....
Interrogatus super aliis interrogatoriis generalibus recte respondit.
Ultimo interrogatus et cet.
Extractum est ut supra de actis publicis curie dicti domini pote­
statis Buzalle, videlicet de foliatio petitionum et diversorum negociorum mei notarii infrascripti.
Bartholomeus Tortella notarius, potestas Buzalle et scriba dicte
curie.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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LXI
1205 febbraio - marzo
Esempi di sentenze.
A.S.S., Cartulario del notaio Martino, cc. 190 r. e v.
In nomine Domini amen. Incipiunt laudes et sententie tem pore domini
Petri de Ranfredo, iudicis et vicarii domini Wilielmi Guertii Saonensium
potestatis, .m .cc.v., indictione.vm., mense februarii.
Die .xv. februarii.
A petitione quam fatiebat Vivaldus Bavosus adversus Gisullum Amici
Nolaschi qua sibi petebat sol.xx. nomine mutui, dominus Petrus de Ran­
fredo, Saonensium potestatis viccarius, absolvit, visis utriusque partis
rationibus et diligenter inspectis, Gisulfum predictum.
Die .xvi. martii.
In ecclesia Sancti Petri, presentibus testibus Gandullo Astabella,
Girardo de Monte Silice et Baldo Rubeo. A petitione quam tatiebat Salvus
Gavengus contra Vivaldum Urse de quadam sua portione unius osbergi
quod ceciderat in mari, et quam portionem posuerat ipse Salvus in sol.
•XX., absolvit dominus Petrus de Ranfredo, iudex et viccarius domini Wi­
lielmi Guertii, Saonensium potestatis, dictum Vivaldum, visis diligenter
utriusque partis rationibus, presente Bonavia Rustici, procuratore dicti
Salvi.
L’atto conclusivo della causa, la sentenza, era scritto nello speciale
cartulario « sententiarum ». La sua redazione si svolgeva, in genere, in due
tempi: stesura (in segreto) del dispositivo e successiva pubblicazione in
udienza pubblica.
Il notaio annotava schematicamente il primo del suo manuale, senza
data nè testimoni: solo dopo la pubblicazione, egli trascriveva la sentenza
definitiva nel cartulario con l’indicazione dei nomi dei testim oni e della
data. In taluni casi, tuttavia, le stesse indicazioni (o « publicationes »),
senza le quali un atto non era considerato valido, venivano aggiunte nel
manuale che, perdendo l’originario carattere di minuta, veniva ad acqui­
stare lo stesso valore ufficiale del cartulario.
Alla riproduzione di una carta del registro di sentenze di Martino
(tav. LXI), seguono gli esempi delle due redazioni (in manuale e in car­
tulario di una sentenza; il dispositivo della stessa (tav. LXII) è di mano
del notaio Filippo di Scarmundia; le aggiunte e la trascrizione nel cartula­
rio (tav. LXIII) sono di Uberto di Mercato che assistette, probabilmente,
alla pubblicazione della sentenza.
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132 —
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....Debet iudex sententiam diffinitivam prius formatam in scriptis inserere et sic pu­
blice, officio presente, per se ipsum ex scripio recitare.... (R ogerii, S u m m a codicis, in
Bibliotheca iuridica Medii Aevi, I, p. 83).
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LXI1 - LXI 11
1216 giugno 20
Esempio di una sentenza redatta nel manuale e nel cartulario.
A.S.S., C artulario del notaio Saono, manuale inserto nel cartu lario, c. 122 r;
c. 141 r.
De causa Anseimi, svndici ecclesie de Castello, nomine ecclesie, contra
Iohannem de Rancho, Guillelmum de Valle et Guillelmum Ricium de Lavagnola.
Est peticio die .xviii. augusti.
Iuret Anselmus, et iuravit, quod scit, vel firmiter credit quod vinea,
unde agitur, est predicte ecclesie et quod Gandulfus Niger tenuit et labo­
ravit suprascriptam vineam pro ecclesia et, si iuraverit, condempnentur ad
restitutionem predicte medietatis dicte vinee dicti Iohannes de Ranco et
Guillelmus de Valle et Wlillelmlus Ricius.
Lata in capitulo Sagone, die lune .xx. iunii. Testes Obertus Caracapa,
Philipus scriba. Salvus de Abone.
Sententia Anselmi, syndici dicte ecclesie, nomine ipsius ecclesie.
Die lune .xx. iunii.
(X Causa vertebatur ante dominum Rufinum Buccamnigram, iudicem consulum Sagone, inter Anselmum, syndicum ecclesie Sancte Marie de
Castello, nomine ipsius ecclesie, ex una parte, et Iohannem de Ranco et
Wilielmum de Valle et Wilielmum Ricium de Lavagnola, ex alia, cuius
tenor talis erat: petebat enim ipse Anselmus, nomine dicte ecclesie, ab
ipsis Iohanne de Ranco et Wilielmo de Valle et Wilielmo Ricio quatinus
sibi, nomine dicte ecclesie, dimitterent medietatem vinee quam tenebat
quondam Gandulfus Niger de Ranco, cui vinee coheret vinea ecclesie pre­
dicte, Anna, uxor quondam Willelmi Guercii, et costa. Hoc ideo petebat
quia dicebat dictam vineam predicte ecclesie pro medietate, iure dominii,
pertinere, et hoc ponebat pro pignore banni in sol.XL., et super his instru­
mentum livelli inducebat et ipsi Guillelmus Ricius et Guillelmus de Valle,
pro se et pro fratre suo Iohanne de Rancho, confitebantur cannonicis dicte
ecclesie medietatem de eo quod in libello continetur. Unde ipse iudex, visis
et auditis rationibus utriusque partis, per sententiam condempnavit dictos
Iohannem et Guillelmum de Valle et Wilielmum Ricium ut ipsi Anseimo,
nomine dicte ecclesie, restituant medietatem dicte vinee, delato sacramento
ipsi Anseimo, et ab eo prestito, quod scit vel firmiter credit quod vinea
ipsa, pro qua lis est, est predicte ecclesie et quod Gandulfus Niger eam
tenuit et laboravit pro ipsa ecclesia.
Lata in capitulo Sagone. Interfuerunt testes Obertus Caracapa, Phi­
lipus scriba, Salvus de Abone.
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LXIV
1397 gennaio 20
M a n d a to d i e s e c u z io n e di u n a se n te n z a d e ll’« O fficiu m
R o b a r ie »
A.S.G., N.G., N o ta io Pietro di S a n a n o , II, f. 235.
Universsis et singulis dominis vicariis Riperie Orientis nec non pote­
statibus, rectoribus sive locumtenentibus potestatum quorum cum que lo­
corum ad quos présentes pervenerint salutem et vestrorum regiminum
exitum cum honore. Notifficamus vobis quod pronunciavimus, sententiavimus et condempnavimus infrascriptos homines locorum infrascriptorum
et com unitatem infrascriptam, sive Cristofforum de Caneto, eorum curato­
rem, vigore cuiusdam sententie lacte per nos et testate manu notarii in rascripti .M.ccc.Lxxxxvi., die .v. septembris, ad dandum et solvendum Officio
Robarie sive officio rerum et bonorum ablatorum et depredatorum per
predictos et inferius descriptos Nicolao Spinule, Innoffio Pichamillium et
Iohanni de Oliva florenos quatuor millia auri sive libras quinque millia
ianuinorum et in omnibus et per omnia prout in dicta sententia conti­
netur. Eapropter, in iuris subsidium, vos rogamus et ortamur quatenus ex
debito officii vestri dictis Nicolao, Innoffio e Iohanni sive eorum procura­
tori seu procuratoribus solucionem fieri faciatis et dari in solutum de
bonis predictorum condempnatorum et inferius descriptorum de bonis
mobillibus si extant ad racionem denari pro denario et si non extant
v e l ............. in bonis inmobilibus ad racionem de duobus tria, tantum
quod bene valleant libr. quatuor milia octingenti quadraginta ianuinorum,
restantes ad habendum ex quantitate predicta contenta in dicta sen­
tentia. Nomina quorum ut supra condempnatorum in dicta sententia et
in ipsa contentorum et (et) descriptorum sunt hec: primo videlicet An­
tonius de Sanguineto, Guillelmus callafactus de Saona, Petrus Brancha
de Recho, Bartholomeus Mussus de Saona....
Dactum Ianue .m .ccc.lxxxxvii., die .xx. ianuarii.
Officiales Officii Robarie
Communis Ianue
Petrus de Sarzano notarius.
Non avendo rintracciato mandati di esecuzione di sentenza per il
secolo XII, riproduciamo un documento analogo dell’« Officium Robarie ».
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LXIV
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NOTA
BIBLIOGRAFICA
Per la procedura giudiziaria in generale si veda:
P. Torelli, S t u d i e ricerche di diplom atica com unale, in P u b b lic a ­
zion i della R. A cca d e m ia V irgilian a di Mantova, Mantova, 1915.
V. Pongiglione, I l libro del podestà di Savo n a d e ll'an n o 1250, in Atti
della S o cie tà S a v o n e s e di Storia Patria, XXVIII, 1956.
sull’« Officium Robarie»:
Mas Latrie, L ’« O fficium R o b a r ie » ou 'Office de la p irate rie à G ênes
a u M o y e n Age, in Bibliothèque de l’E co le des Chartes, 1892.
R. Di Tucci, D o cu m e n ti inediti sulla spedizione e sulla m a h o m a dei
G e n o v e s i a Ceuta, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, LXI, 1933.
R. Lopez, I G enovesi in Affrica Occidentale nel m edio evo, in S t u d i
s u l l ’e c o n o m ia genovese nel M edio Evo, Torino, 1936.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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IL NOTAIO E LA CH IESA
Per le sue sempre crescenti necessità di documentazione, per
la determinazione e per la rivendicazione dei suoi originari diritti,
la Chiesa genovese non tardò a ricorrere all’assidua opera del
notariato locale. Insignito spesso della carica di cancelliere della
Curia, il notaio fu il redattore dei documenti che direttam ente
o indirettamente riguardavano la Curia stessa o il Capitolo di
San Lorenzo o i monasteri, le chiese e gli altri organismi ecclesia­
stici: in tale veste trascrisse i documenti e privilegi del passato
nei registri ufficiali (che, talvolta, dovevano uscire dalla penna
di ecclesiastici) o, ed è il caso più interessante per l’autenticità
dei documenti in questione, fu autore dei « polittici » o « livel­
lari », registri in pergamena, che, muniti della sottoscrizione n ota­
rile, facevano fede come gli originali.
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LXV
1141 gennaio
I
consoli del comune di Genova concedono ad Ansaldo, prete di San
Nicolò di Capodimonte, un’area in Sarzano per la costruzione di una
chiesa soggetta all’arcivescovo e al Capitolo di San Lorenzo.
A r c h i v i o C a p it o l a r e
(3 0 8 ), c c .
X III
e
di
S an L orenzo
di
G enova,
Codice PA (3 0 7 ), c . 25 r.\ Codice PB
XIX v.
E d izione in H.P.M., Chartarum, II, Torino, 1853, doc. CXC; H.P.M., L iber iurium
cit., doc. LXVIII; Codice diplomatico cit., I, doc. 109; D. P in cu h , L iber privile­
g io ru m ecclesiae Ianuensis, in Fonti e studi di storia ecclesiastica, I, Genova,
1 962, doc. 57. - R egesto in A. O l iv ie r i , Carte e cronache m an oscritte p er la storia
g en o ve se e s iste n ti nella biblioteca della R. Università Ligure, Genova, 1855, p. 212.
O sservazioni. - L'indicazione dell’anno e quella dell’indizione, riferite dal testo,
n on corrispondono; nel 1141 correva la IV indizione, non la II; è p o ssib ile che
sia errata l’indizione.
+ In canonica Sancti Laurentii, consules Guiscardus, Willelmus Malus
Aucellus et Obertus Turris, ad honorem Dei dederunt Ansaldo, presbytero
ecclesie Sancti Nicholai Capitis Montis, ex parte communis Ianue, tabulas
de terra quattuordecim in Sarzano, prò hedifìcanda ibi ecclesia, ut sit con­
ditor et rector in vita sua et ita hedificetur ut laxentur pedes tres ex parte
Alberici Vicecomitis et desuper, ex parte muri civitatis, laxentur pedes
octo et de ....
Actum est hoc in anno dominice incarnacionis millesimo . c . x l i ., men­
sis ianuarii, indicione secunda.
+ Ego Bonusinfans, notarius et Ianuensis curie cancellarius, hanc
laudem, per preceptum suprascriptorum consulum scripsi.
+ Ego Marinus subscripsi.
Ego Guilielmus Malocellus subscripsi.
Ego Oglerius suscrisi.
Ego Guilielmus de Mauro subscripsi.
Ego Guilielmus de Volta subscripsi.
(S.T.) Ego Marinus de Guidone notarius....
Nella prima metà del XII secolo l’istituzione dei Cancellieri appare
contemporaneamente non solo nel Comune, ma anche nella Chiesa geno­
vese. Il notaio « Bonusinfans » è probabilmente il più antico cancelliere
della Curia arcivescovile di cui ci sia pervenuto il nome. Il documento
riprodotto è tratto da un registro composto nel primo ventennio del se­
colo XIII, quando, cioè, più viva si andava manifestando la necessità per
la Chiesa genovese, e per la Cattedrale in particolare, di poter documentare
irrefutabilm ente privilegi e diritti: cfr. D. PuNClH, Liber privilegiorum
cit., pp. XIV e sgg.
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140 —
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— 141
LXVI
1143 novem bre
Dal Registro della curia arcivescovile di Genova.
A.S.G., M e m b r. XC1I, c. 1 r.
E dizione in L.T. B elgrano , Il R e g istr o della curia a rc iv e s c o v ile di G en ova, in
A tti della S o cie tà Ligure d i S to ria Patria, II, p arte II, 1862.
Oglerio Vento, Guilielmo Lusio, Ugone iudice incipit prologus.
Cum bonos provectus benigna vota sequuntur, om nes igitur negocia
liberalesque causas alicuius magne parveque rei exercentes decet ea dili­
genter inquirere ac honeste collocare, quatinus ne testium defectione aut
publicorum instrumentorum am issione que gesta luerint tradantur obli­
vioni. Quo circa ego Alexander, iussu dompni Syri, Ianuensis archiepi­
scopi et consulum auctoritate, hyconomus publica instrum enta necnon
contractus, tam quos gessim us quam quos in archiepiscopatus cartulario
antiquitus actos invenimus, presenti volumine seriatim significari decre­
vimus ne m alignitate quorundam fraudolenter subreptis, res archiepisco­
patus in aliquo detrimentum paterentur. Preterea condiciones, fidelitates,
locaciones, usus, debita civitatis, castrorum, ecclesiarum , intus et foris,
nec non et villarum cunctaque Ianuensis curie congrua inibi descripsim us,
quatinus m illa dubietas potestatibus de cetero prem inentibus occurrat
neque quelibet illarum morte vel alicuius scripti am issione que curie
ferri debeant neghgenter amittere valeat. Explicit prologus.
° m e, f Chiesa Cattedrale, anche la Curia arcivescovile ebbe la
necessita di far compilare un registro nel quale fossero riportati i più
tichi document! della diocesi. Così, per ordine del l’arcivescovo Siro, nel
, essandro, economo della Curia, provvedeva a far scrivere un nuovo
g s ro, sia sulla base dei documenti del suo tempo, sia, ed è fatto notev e perche attesta dell’esistenza di un antico registro, sulla base di vecscntture che non ci sono pervenute. La redazione giuntaci, tuttavia,
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6 3 com P' azione di Alessandro, perchè in essa sono compresi anche
menti relativi all’arcivescovato di Ugo della Volta. La redazione del
rpAvn° ^7e glS tro’ CU1 seSu>- nel secolo XIII, un secondo volume (cfr. L.T. B elr•
' . i(:cou
r e g i s t r o d e l l a c u r i a a r c i v e s c o v i l e , in A t t i d e lla S o c i e t à
s e c o lo y t V T 0 PatrÌU’ X V I11’ 1887)’ v a P ° s t a P e r ta n to v e r so la fin e del
s e c o lo A ll, d o p o , c o m u n q u e il 1180: L.T. B e lg r a n o , I l l u s t r a z i o n e d e l regi-
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— 143
LXVII
1272 ottobre 28
11 prete Manuele Ricci presenta all’arcivescovo di Genova Gualtiero
una lettera del papa Gregorio X con la quale il pontefice delega l’arcive­
scovo ad esam inare la questione relativa ai natali dello stesso prete, in
m erito alla possibilità di concedergli un beneficio ecclesiastico con annessa
cura d’anime.
A.S.G., S.N., Cartolare 110, c. 12 r.
In nomine Domini amen. Presbyter Manuel Ricci de Magdalena Ia­
nuensis ex parte domini pape presentavit domino Gtualterio] archiepi­
scopo Ianuensi litteras apostolicas infrascriptas non viciatas, non cancelatas nec in aliqua sui parte abolitas, set sanas et integras cum vera bulla
plum bea papali, fìllo canabi pendenti ad modum Romane Curie inter­
serto, quarum litterarum tenor talis est: « Gregorius episcopus, servus
servorum Dei, venerabili fratri archiepiscopo Ianuensi salutem et apostolicam benedictionem. Accedens ad presenciam nostram dilectus fi­
lius Manuel Ricci de Magdalena.... Ad te igitur remittentes eun­
dem , fraternitati tue per apostolica scripta mandamus quatenus, consi­
deratis diligenter circumstanciis universis que circa idoneitatem persone
fuerint attendende, si non est paterne incontinentie imitator set bone con­
versationis et vite super quibus tuam intendimus conscienciam onerare
aliasque sibi merita suffragantur ad dispensationis graciam obtinendam
secum super prem issis auctoritate nostra dispenses prout secundum Deum
anim e sue saluti videris expedire ita tamen quod idem presbyter in bene­
ficio quod eundem post dispensationem huiusmodi obtinere contigerit,
prout ipsius onus requiret, residenciam faciat personalem, alioquin huius­
modi gratia quo ad beneficium ipsum nullius penitus sit momenti. Datum
apud Urbemveterem .v. kalendas novembris, pontificatus nostri anno pri­
m o ». De quarum presentatione nuper dictus dominus archiepiscopus publi­
cum fieri instrumentum. Actum Ianue, in pontili palacii archiepiscopatus
Ianuensis, anno Domini nativitatis . m .cc. l x x ii ., indictione .xv., die .x v i i i .
novembris, post nonam, presentibus testibus presbytero Guaivano, preposito Sancti Georgii Ianuensis, presbytero Guillelmo...
Il cartulario del notaio Stefano « Corradi » di Lavagna contiene esclu­
sivam ente atti rogati nell’interesse della Curia arcivescovile e del Capi­
tolo di San Lorenzo. Insieme al suo registro è rilegato quello di un altro
notaio della Curia, Simone « Francisci de Compagnono » (cfr. tav. LXVIII),
alla cui penna si devono preziosi documenti relativi al periodo dello Sci­
sm a d’Occidente. E ’ noto che i cartulari notarili genovesi contengono le
copie di numerosi documenti papali, molti dei quali ancora sconosciuti.
E ’ questo un altro aspetto dell’importanza storica dei notai genovesi.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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145
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publicum instrum entum sigili consueti dicte archiepiscopalis curie ap­
pensione munitum.
Actum et datum Ianue, in prima sala nova archiepiscopalis palaci!
Ianuensis de Sancto Laurentio anno dominice nativitatis .M.CCCC.XH., in­
dictione .m i. secundum cursum Ianue, die vero sabati, .x iii . m ensis fe­
bruarii, ante tertias, pontificatus sanctissim i in Christo patris et domini,
domini Iohannis pape .xxui., anno secundo, presentibus testibus venera­
bilibus viris dom inis fratre Antonio de Mezano, priore ecclesie Sancti
Victoris de suburbiis Ianue et presbytero Francisco de Nigro, ministro
ecclesie Sancti Marci Ianuensis ad hec vocatis specialiter.
(S.T.) Ego Simon Francisci de Compagnono, imperiali auctoritate
notarius et curie archiepiscopalis Ianuensis scriba, predictarum origina­
lium litterarum presentationi, transcriptioni sive registrationi et extractioni, auctoritatis interpositioni et de cetero omnibusque aliis et sinbulis suprascriptis interfui, dictasque originales litteras in presentia dicti
domini viccarii et suprascriptorum testium rogatorum instrumentum presens legi et fideliter ascultavi et quia presens exemplum cum eisdem
litteris concordare inveni me inde subscripsi, appositis signo instrumen­
torum et nom ine m eis consuetis in fide et testim onium omnium premissorum.
NOTA BIBLIOGRAFICA
G. Cappelletti , Genova e le sue chiese suffraganee, in Le chiese di
Italia, XIII, Venezia, 1859.
C. D e s im o n i, R egesti delle lettere pontificie r i g u a r d a n t i la Liguria,
in A tti della Società Ligure di Storia Patria, XIX, 1887.
A. F e r r e tt o , I Genovesi in O riente nel carteggio di I n n o c e n z o IV,
Giornale storico e letterario della Liguria, I, 1900.
A. F erretto, Carteggio inedito del Pontefice Gregorio IX coi Genovesi,
(1227-1235), in Giornale storico e letterario della Liguria, IX, 1908.
M. L upo G e n t ile , Il Regesto del Codice Peiavicino, in A tti de
Società Ligure di Storia Patria, XLIV, 1912.
D. C a m bia so , Sinodi genovesi antichi, in A tti della Società Ligure di
Storia Patria, LXVII, fase. I, 1939.
G. C ostamagna , D ocum enti pontifici inserti nelle inibreviature dei
N otai Genovesi, in B ollettino Ligustico V, 1953.
D. P u n c u h , L Archivio Capitolare di S. Lorenzo ed il suo nuovo or
nam ento, in B ollettino Ligustico, V ili, 1956.
G. P is i a rin o , G li s c r i t t o r i d e l c o d i c e L u n e n s e , in B o l l e t t i n o L i g u s t i c ° ’
IX, 1957.
F.
G uerello , Lettere di Innocenzo IV dai cartolari notarili Genovesi,
in M iscellanea H istoriae Pontificiae, Roma, 1961.
D. P u n c u h , 1 più antichi s ta tu ti del Capitolo di S. L o r e n z o di G en o va ,
in A tti della Società Ligure di Storia Patria, n.s., Il, (LXXVI), fase. IL 1962‘
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148 —
IL NOTAIO
Abbiamo documentato le più svariate attività dei notai nella
vita pubblica, ma non abbiamo speso una parola sul notaio
ambasciatore o annalista, maestro di scuola o giudice, um anista
o ammiraglio. I documenti esposti, accanto ad alcune delle perso­
nalità più spiccate, illustrano alcuni momenti del collegio dei
notai, falsi notarili, statuti, nomine ed aspetti curiosi della profes­
sione.
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149
LXIX - LXX
1258 novembre 22
Il
notaio Tealdo « de Sigestro » rilascia procura a Filippo barcaiolo
per la riscossione del com penso dovutogli dai due nobili di Genova per
il servizio da lui prestato nella torre della porta « de Plaçia » di Portovenere.
A.S.G., S .N ., C a r to la re 66, c. 12 r.
E d izione in G. P i s t a r i n o , Le ca rte p o r to v e n e r e s i di Tealdo « de S igestro » (125859), G enova, 1958, doc. XLII.
Ego Tealdus notarius de Sigestro facio, constituo et ordino te Filipum barcharolum, presentem, certum nuncium et procuratorem meum
et loco mei ad petendum, exigendum et recipiendum a duobus nobilibus
Ianue solidos quos ab eis recipere debeo et habere pro custodia tu rn s
de porta de Plaçia P o rtu sv e n e ris....
1423 ottobre 2
Da un cartulario dei « m agistri rationales ».
A.S.G., A.F., A podixie m a g is tr o r u m rationalium , 110, fo g lie tto inserto tra c. 58
e c. 59.
+ Die secunda octobris.
Domine Dexerine de Pastino et Luca de Bardis annotetis in quadam
p a r tita
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brono et sosio, consignatoribus municionum et cet., quod sunt pro ex
pensis per vos fiendis in predictis et pro carbono emendo occasione
classis, de quibus reddent racionem non obstante quod in ipsa apodixia
non contineatur.
(S.) Blasius de Axereto cancellarius.
Due notai, Tealdo «de Sigestro» e Biagio Assereto: un armigero
un ammiraglio. Il primo, il quale roga il documento che lo riguar a,
oltre a l notaio fa il guardiano della torre di Portovenere; il secon o»
sarà 1 ammiraglio della flotta genovese che vincerà la battaglia di P o n z a , i
feudatario di Serravalle, l’uomo di fiducia di Filippo Maria V i s c o n t i Balbi, Uom ini d a r m e e di cultura nel Q uattrocento genovese: Biagio A5-i
reto, in A tti della Società Ligure di Storia Patria, N.S., II (LXXVI). fase,
pp. 97-206.
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LXXI - LXXII
1416 febbraio 28
Da un cartulario dei « Magistri rationales ».
A.S.G., A.F., Apodixie magistrorum rationalium, 109, foglietto inserto tra c. 86
e c. 87.
.M.cccc.xvi., die .xxvm . februarii.
In libro introitus et exitus revisorum rationum Ianue de .M.CCCC.XVI.,
in cartis .xvim ., Iohannes de Semino factus est debitor pro officio magi­
strorum racionalium civitatis predicte de libr. octo, sol. quatuor e dr. sex,
sive de lb.vm ., s o lin i., de.vi.
Georgius Stella notarius.
Uno dei più illustri notai e cancellieri della Repubblica di G e n o v a
fu 1 annalista Giorgio Stella. Addetto ai più svariati uffici del C o m u n e ,
introdotto in quel circolo di alta cultura c h e fu il c e n a c o l o l e t t e r a r i o
dell arcivescovo di Genova Pileo de Marini, — uomo di v a s t i s s i m a cultura
c assica ed umanistica, Giorgio Stella è considerato uno dei maggi01"* anna i
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enova. I suoi « Annali » (di cui riproduciamo alla tav. LXXII la prima
carta dal codice dell’Archivio di Stato di Genova) apparvero degni al Mura­
tori di figurare nella grande raccolta degli Scriptores Rerum Italicarum furono continuati, dal 1405, a cura del fratello Giovanni (sul quale si veda
a tav. XXIII) anch'egli notaio e cancelliere: G. B albi, Giorgio Stella e S 1
nna cs Genuenses », in M iscellanea storica ligure II, Fonti e studi de
[ Is tltu to di storia m edievale e m oderna dell’Università di Genova, V,
Milano, 1961, pp. 123-215.
152 —
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— 153
LXXIII
1411 novem bre 2
Da un cartulario dei « Magistri rationales ».
A.S.G., A.F., A podixie m a g is tr o r u m rationalium , 109, c. 43 v.
+ .M.cccc.xi.,
d ie .ii. [ d e c e m b r i s ] .
De mandato et cet. Vos Toma de Fornariis et socie massarii genera­
les comunis Ianue detis et solvatis Georgio Stelle notario, scribe m assa­
liorum generalium anni presentis, et sunt quas habere et recipere debet
pr o eius salai io ad racionem de lb.c. in anno, videlicet pro anno uno
incepto hoc anno, die primo marcii et finiendo .m . c c c c . x i i . , die primo
marcii, libras centum ianuinorum. Et pro expensis cartularii dictorum
massariorum libras quinque ianuinorum: in summa libras centum quinque
ianuinorum sive Ib.cv. Facta et cet
Die .XX. novembris. Iohannis Stelle.
+ Ea die.
De mandato et cet. Vos Toma de Fornariis et socie massarii gene
ra e s comunis Ianue date lordano Iustiniano, m assario officii provisionis,
pro ipsis dandis Bastardo de Turri, castellano Lasagne, libras centum quin­
quaginta sive lb.CL.
Et sunt ex summa florenorum .xv. deliberatorum per officium mo
e oc anno posse expendi super occurentibus per dictum offitium
provisionis.
Prima decembris. Iohannis Stelle.
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P rim d cata dei documenti riferiti rappresenta quella di arrivo, o
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reë ls razione, dell « apodixia » all’ufficio dei « Magistri rationales »,
seconca si rilerisce alla data dell’« apodixia » stessa.
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d s^eonc*a data il mandato di pagamento sarebbe stato emesso
a a cancelleria del Comune; alla prima, l’ufficio dei « magistri » avrebbe
provvedute, previo controllo di legittimità, alla r e g istr a z io n e del man­
dato stesso nel cartulario dell’ufficio.
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Beltram o di Torriglia colloca suo figlio Nicolino presso Lantelmo
scriba in qualità di discepolo.
A.S.G., S .N ., C a r to la re 3, I, c. 136 r.
E d izione in S. Caramella, La cu ltu ra ligure n ell’a lto m e d io e v o , in II C om un e di
Genova, 1923, 7, p. 26 (d e ll’estr a tto ).
Ego Bertram us de Turigia guardator prom itto et convenio tibi Lan­
telm o scribe me facturum et curaturum ita quod Nicolinus filius meus
stabit tecum causa scribere adiscendi usque ad annos tres, et de toto eo
quod habuerit vel aquisierit dare tibi teneatur duas partes et sibi reti­
nere terciam usque ad dictum terminum et quod custodiet et salvabit
tibi res tuas om nes, quas habes in domo tua et extra et quas apud ipsum
deposueris vel deponi feceris, nec in(n) eis aliquam fraudem com ittet per
se vel per alium ultra denarios duodecim per annum et si sciverit quod
aliquis in eis fraudem aliquam comittat, quod tibi denunciabit vel faciet
scire quam cicius poterit et quod a te vel a tuo servicio non recedet, et
si forte recederet absque tua voluntate, quod ipsum ad te et ad tuum
servicium faciendum redire faciam [et] venire bona fide et sine fraude infra
dies quatuor post quam mihi fuerit denunciatum vel heredi meó. Predicta
om nia et singula prom itto atendere et observare sub pena sol. sesaginta
et tocius interesse quod posset te videri sustinuisse et pro pena et cet.
Et ego dictus [Lantelm us] prom itto tibi dicto Bertramo docere dictum
Nicolinum filium tuum scribere usque ad dictum terminum dando ei ter
ciam partem de toto eo quod lucratus fuerit vel aquisierit et non facere
ei aliquam iniuriam inportablem nec superabilem nisi causa coritgendi
eum ] et predicta omnia et singula promitto tibi [stipulanti] observare
sub pena sol. sesaginta et pro [pena] et cet. Actum Ianue, in apoteca
quam tenet dictus Lanternus. Testes interfuerunt Nicola de Sancto Laurencio, Guillelmus pettenerius de Castello et Iohannes de Castello, die .XX.
setem bris, post nonam.
Pur non essendone perfettamente sicuri, riteniamo che si tratti di
un vero e proprio contratto di apprendistato notarile. L’accenno a quanto
potrà guadagnare l’allievo sembra indicare che non si trattava proprio
di imparare a scrivere, bensì a scrivere documenti notarili, per la
cui redazione l’allievo poteva forse aiutare il maestro. Naturalmente, se
le cose stessero così, sorgerebbero interessanti problemi circa la portata
d ell’aiuto che l’apprendista dava al maestro.
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Da un verbale di deposizioni testim oniali relative ad una causa circa
la legittimità dell’elezione del vescovo di Aiaccio.
A.S.G., S .N ., C artolare 25, c. 1 v.
E dizione in V. V ita le, D o cu m en ti su l castello di B onifacio, in A tti della S o cie tà
Ligure di S to ria Patria, LXV, 1936, p. 4.
In presencia testium infra scriptorum quorum nomina subter legun­
tur, precepit mihi Tealdo notario magister Aprilis, canonicus Turritanus et
clericus domini Orlandi de Camparra, domini pape capellani et Sedis
Apostolice legati, qui vicem et personam gerebat predicti domini delegati
super testibus recipendis super electione facta Aldebrandi electi episcopatus
Aiacensis ut ego deberem dicta testium et atestaciones reddigere in pu­
blicam formam et publicum instrumentum, ut dicta et atestaciones predictorum testium autenticarem ut dicta eorum et atestaciones in perpe­
tuum essent valiture. Dicta quorum inferius denotantur. Testes recepti
super electione facta Aldebrandi electi in episcopatum A iacensem ....
Item si plebani et capellani observaverunt scrutinium et formam se
eundum quod continetur in decretalibus et secundum formam iuris, respon­
dit: non, quia nesciunt quid sit scrutinium et quid sit forma electionis quia
huiusmodi talia ignorant, set predictum Aldebrandum unanimiter et cano­
nie e elegerunt secundum quod alii episcopi consueverunt eligi in Corsica.
Interrogatus si elegerunt ipsum Aldebrandum secundum quod consueve
runt eligere alios episcopos, respondit: sic et istum elegerunt in concordia
et canonice per meliorem et discretiorem et sapienciorem quam sit in epi­
scopatus. Interrogatus si post electionem factam placuit id quod factum
uit et erat de dicta electione dominis et militibus et magnatibus dicti epi
scopatus, respondit: sic. Interrogatus si dictus Aldebrandus est de legitimo
matrimonio, respondit: sic. Interrogatus si est bone fame et honeste con
versationis, respondit: sic. Interrogatus si ipse Aldebrandus bene dispo­
suit omui sue, respondit: sic. I n t e r r o g a t u s s i d e d i c t a e l e c t i o n e j a c t u m
tu a p u b lic u m in s tr u m e n tu m p e r m a n u m p u b lic i ta b e lio n is, r e s p o n d it:
n o n q m a n o n s u n t ib i n o ta r ii, t a m e n e l e c t i o f u i t s c r i p t a p e r m a n u m cu iu sam
rneoni
r u m e n t a et
n erro g a tu s
tu s s u u m e t
q u i v o c a t u r I a c o b u s . I n t e r r o g a t u s q u i s u n t illi q u i f a c i u n t in
c a i t a s in illis p a r t i b u s , r e s p o n d i t : o m n e s q u i s c i u n t s c r i b e r e ,
si p e r illas c a r t a s e t i n s t r u m e n t a h o m i n e s p o s s i n t c o n s e q u i
r a c i o n e m o p t i n e r e , r e s p o n d i t : s i c .....
Da questo curioso documento emerge la situazione notarile della
orsica ducentesca: non dovevano esistere troppi notai se si poteva ricor­
rere m oro mancanza, a chiunque sapesse scrivere. Di n e c e s s i t à i docu­
men i i ta e origine facevano testo come se fossero stati redatti da veri
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1295 giugno 7
Testamento di Costanzo del fu Cosmo da Massa.
Edizione in G. P ist a r in o , Una fonte medievale falsa e il suo pre su n to autore Saladino de c astro Sarzane e Alfonso Ceccarelli, Fonti e stu di dell'Istitu to di
storia m edievale e moderna dell'Università di Genova, II, Genova, 1958, doc.
LXVIII. - R egesto in G . S forza, 1 più antichi protocolli dell’archivio notarile
dell'Aulla, in Giornale Storico e Letterario della Liguria, IX, 1908, p. 340; U. M az ­
z i n i , Regesto del protocollo d ’un notaro lunense del Dugento, in Giornale storico
della Lunigiana, V II, 1915, n. 68.
In Dei nomine, amen. Anno eiusdem millesimo .ccxcv., indictione octa­
va et die . v i i . iunii secundum. Constancius olim Cosmi de Massa, sanus sen­
su, intellectu, mente et memorie, licet corpore sampolutus, et volens sibi
animeque atque corpori et eius falcultatibus providere priusquam moriatur, (et) per presens testamentum nuncupativum sine scriptis ordinavit et
fecit ut infra. Primum animam suam omnipotenti Deo comendavit et
voluit et ordinavit eius corpus sepelliri coram altare Sancte Maptillie
posito in ecclesia burgi Masse, ubi eius antecessores fuerunt sepulti, cui
ecclesie r[e lliquit libras decem, et voluit et ordinavit ad eius exequias
funebrales adesse sacerdotes decem et ibi dari in ellemosinis pauperibus
dispensari duo sextaria panis ac duos cados vini et pondus unum casei
pro anima sua. Item reliquit et lassavit pro anima sua Andreono ohm
Melchionis libras quinque ac sextarium unum frumenti, ultra id quod
habere debet pro mercede sui laboris et servitutis quam (quam) fecit
et fa c it....
Si tratta di uno dei casi più interessanti nella storia dei falsi docu­
mentari, sia perchè il testo in questione è stato accettato come fonte storica
fino a pochi anni fa, sia perchè si tratta di un caso unico: la falsificazione
di un intero registro notarile. Lo studio del Pistarino ha consentito di chia­
rire il problema della redazione del cartulario e di scoprirne l’autore che
fu uno dei più abili falsari del Cinquecento: Alfonso Ceccarelli, che ha
saputo imitare abbastanza bene i caratteri grafici ducenteschi (non tanto
da reggere alla critica moderna), si è dimostrato più o meno esperto delle
consuetudini notarili della Lunigiana, ha perfino cercato di invecchiare la
carta, ma si è dimenticato che la carta che usava era contrassegnata da
una filigrana tipicamente cinquecentesca.
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1382 ottobre-dicembre
Sulla immissione dei figli di notai nell’esercizio di funzioni notarili
rese vacanti.
A.S.G., S.N., N ota io Antonio di Credenza, c. 66 r.
Edizione in G. B albi, Sul collegio notarile genovese del 1382, in Miscellanea di
storia ligure in on ore di Giorgio Falco, Fonti e studi dell Istitu to di
m e :e
vale e m o d e rn a d e l l’Università di Genova, VI, Milano, 1962, pp. 281-29».
In nomine Domini amen. Prisce consuetudinis racio, que ex impe­
riali indulto communi Ianue et venerando collegio notariorum civitatis
eiusdem concessa traxit originem, persuadet ut, extinctis et defficientibus
alias ellectorum avacancium gradibus, de successuris eisdem m conservacionem prerogative eidem collegio p er.... olim rectores, proptectores
et consultores ipsius adepte diuctius sit provisum. Et sic per institucio
nem successionis huiusmodi honor ille, dicto collegio provida presentium
rectorum et consultorum dilligentia subveniente, salvetur: prudens etiam
veterum rectorum et gubernatorum dicti collegii antiquitas diffinivit quo
viventium notariorum nati loca potissima in omni institucione advacan
tium, prout gradatim sors concederet, obtinerent. Hec igitur actendentes,
perspicaces viri utique et industres, domini Nicolaus de Lazaro et etrus
Venerosus, rectores, ac etiam ....Anthonius de Multedo de Monelia, quatuor
clavigeri matricule dicti collegii et ipsorum antiquorum rectorum et pro
ptectorum dicti collegii vestigia inmictantes, nomina filiorum legiptimorum
notariorum viventium hodie, primo iusserunt in uniformibus cedulis sive
brevibus denotari et in quodam recludi sacheto, ab aliis nominibus filiorum
notariorum migratorum de seculo segregata. Deinde alios natos vivos nota
riorum defonctorum et mixtum cum ipsis, alios filios dictorum notariorum
viventium naturales, in consimillibus cedulis sive brevibus alibi seppositis
anotatos, debere prefatis succedere decreverunt. Et omne prorsus privatum
commodum, nisi in quantum sors prebeat respuentes, cum omnis plurimo
rum utilitas fideli debeat actione compleri, namque totum viciosum geritur
ubi conscientie puritas non habetur, ipsas cedulas huiusmodi nominum u
turorum advacancium predictorum fideliter extrahi de saculis in loco in ra
scripto et publicari nomina quam plurimis ibidem adstantibus man ave
runt, prout sors omni dolio et fraude reiectis, ipsorum successive cui i e
ministravit et sic seriatim in nova matricula conscribantur....
Questo documento rientra in quelle disposizioni relative all ammis
sione al collegio dei notai: durante una seduta del collegio, che si può
collocare tra il 24 ottobre e il 19 dicembre 1382, furono estratti a sorte
nomi di 481 figli di notai, che avrebbero potuto accedere a funzioni no
tarili vacanti. E’ una disposizione di notevole interesse per la storia e
notariato ligure, anche se inefficace, da sola, a chiarire i molti problemi
relativi all’ammissione al collegio stesso ed all’esercizio della professione.
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— 163
LXXVIII
1462
Dagli Statuti del collegio dei notai del 1462.
A.S.G., Membr. LXV, cc. 6 r. e v.
De procedendo contra notarios crapule et ebrietati datos aut inhoneste
viventes.
Cum propter crapulam et ebrietatem posset notarius ad sui dedecus
ac ad illicita de facili promoveri, cum sit etiam reprobabile valde ut nota­
rius cui tanta fides adhybetur ubique inhoneste vivat et sit vitiis disso­
lutus, ad habendam noticiam de ipsis talibus dicti collegii rectores pro­
curent. Nullus enim de dicto collegio audeat nec présumât intrare taber­
nam aliquam que sit intra muros, suburbiorum sive burgorum Ianue, nec
etiam in circuitu stare alicuius taberne vel loci illiciti intra muros predictos,
qui quidem locus si sit illicitus stare debeat declarationi dictorum rectorum
et consilii. Et si quis contrafecerit, penam incurrat soldorum viginti ianui­
norum pro prima vice et solidorum quadraginta pro secunda, applicando­
rum premisso collegio. Sed pro tercia vice incurrat penam in carcere
standi, in illo videlicet de quo eisdem rectoribus et consilio videbitur ab
octo diebus usque in quindecim ipsorum arbitrio cum cibo et potu taxan­
dis et ordinandis per ipsos rectores et consilium, ad quem carcerem ille
qui contrafecerit ire teneatur et ibi stare, habito precepto a dictis rectori­
bus vel altero eorum seu ab eorum nuntio cum cibo et potu et per illos
dies ut preceptum fuerit. Aliter condemnatus sit in libris decem ianuino­
rum applicandis dicto collegio et ultra moretur in carcere ut superius
dictum est. Possint etiam dicti rectores et consilium contra dictos disso­
lutos seu inhoneste viventes procedere ad suspensionem fiendam eis ad
aliquod tempus ab officio notarie seu ad ipsos ab eodem officio perpe­
tuo removendum; qui si fuerint sic ad suspensionem aut remotionem
damnati, dicti rectores mittant preconium per loca publica Ianue ubi de
consuetudine fiunt preconia, quia predictis fuit occasione premissa prohvbitum per tempus vel perpetuo ne dictum exerceant officium notarie et
quod acta publica, si qua tunc de cetero confecerint, nullius sint valloris.
Non è rimasta traccia degli statuti del collegio dei notai genovesi,
anteriori al secolo XV. A differenza di analoghi statuti di altre città ita­
liane, questo non contiene che scarse norme di carattere teorico, ma molte
di carattere disciplinare ed organizzativo. Il brano riportato commina
severissime sanzioni applicabili a notai che avessero minato il prestigio
e la dignità della professione, abbandonandosi alle crapule ed all ubria­
chezza.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
164 -
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LXXVIII
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165
LXXIX
1468 feb b raio 18
Verbale di m ancata consegna di una citazione davanti ad Antonio
Bonombra, vescovo di Accia, al prete Abramo di Belgodere per una causa
vertente tra lo stesso ed il m onastero di San Venerio del Tino.
A.S.T., A b b a z ia S a n V enerio di Tiro, mazzo VII.
E d izion e in G. P i s t a r i n o , Le ca rte del m o n a ste ro di San V enerio del Tino iela
tiv e alla C orsica ( 1080-1500), in B ib lio te ca della R. D epu tazion e subalpina ai
s to r ia pa tria , 1944, d o c. CXLVIII.
+ .m .cccc.Cl],xviii., die .xvm . februarii, in Belgudere de B a la g n a .
Eo Petro de Antonecto de Calvi, notario et tabellione publico, subexicu
tore apostolico, essendom i stato apresentato uno comandamento retro
scripto per parte de lo [re]verendo in Christo patre misser Antonio Bo
numbra, episcopo Acciensis, iudice, delegato apostolico, scripto per mano
de Vinciguerra Cocexio notario, in questo anno, die .ni. februarii, ad istan
tia de m isser frate Antonio de Ussio, sindico de lo monisterio de Sancto
Veneri, rechirendo quello si contene in te le retro scripte lettere, et eo
Petro iam dicto corno fìglolo de obidientia receppi diete littere cum debita
reverentia, offerendom i fare quello si contene in quelle. Sono andato per
sonalem ente in Belgudere, unde fa residentia misser prete Abra’, rector
Sancto Gavino de Belgudere, cum due copie simile a le retro scripte lettere,
autenticate per m ano de tre scrivani, dubitando misser frate Antonio
de mandarlle a resico a ciò chi non fussino streppate. Et pertanto e
Petro essendo in Belgudere, voglando comandare a prete Abra’ corno 51
con [t]en e in le retro scripte lettere, se misse a fugire minazandorrn
farmi despiacere, si eo li facia lo dicto comandamento; dapoi retorna
presto cum arm e dicendomi: «Vati cum Deo, altramenti tu ci a v a r a i
mala iornata »; et c u m elio venneno quatro o cinque hom ini in sua coìn
pagnia, cu m arm e m inaciandom i et stringendom i da ogni banda.
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possando eo ressistere contra da elli, m i venni a partire; et tucti vio en ^
m e n te m e stre p p o n o le diete due copie de le retro scripte lettere. ^
lam entandom i dissi: «Prete Abra’, eo vinia a cte per comandarti corr]
se contene in queste retro scripte lettere, e crediti di fare lo tuo meg °
a straparmi le diete lettere, e tu fai m [al]e li facti toi». Et queste cos^
eo Petro subexicutore ò facto et exequito in omnibus ut supra, non P°s
s[a ]n d o fare altram ente: unde forza est [la rìaxione non v'à locho.
tucte queste coxe ò dem and[a]to et requesto li infrascripti per teS
m o n i....
Eo Petro de Antonecto de Calvi, notario publico et subexecutore
apostolico prefacto, in fede et testimone io] de le predicte coxe mi son0
socto scripto.
Incerti del m estiere e .... rischi professionali
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Tav. LXXIX
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
LXXX
1484 giugno 4
Guglielmo di Marciaso, conte palatino, in base alla facoltà concessa
alla sua famiglia dall’imperatore Carlo IV di Boemia, nomina notaio Pietro
Maria figlio di Baldassarre « de Olivola ».
A.S.G., A.S., Paesi diversi, 351 bis.
Notizia in G. P is t a r in o , Una fonte medievale falsa cit., p. 43, n. 6.
In nomine Domini amen. Anno a nativitate eiusdem m i l l e s i m o quadringeximo octuageximo quarto, indictione secunda, et die quarta lumi.
Ut contratus et alii actus legiptimi cum omnibus debitis s o l e m p n i t a t i b u s
celebrentur et eorum memoria in scriptis publicis et autenticis in perpe­
tuum serventur, noctariatus, tabelionatus et iudicatus ordinarii offitia
sunt inventa. Que cum ab imperatoria celsitudine conferenda sint et ipsa
celsitudo ubique locorum per totum terrarum orbem minime valeat per­
sonaliter interesse, providentia imperiali, sacri Lateranensis palatii comi­
tibus aliis que proceribus et viris illustribus quos ad hec elegit aucto­
ritatem et potestatem plenariam largita est ut ipsi possint et valeant per
totum Romanum imperium facere et creare [notarios publicos] seu tabeliones et iudices [ordinarios]... Cum itaque Carolus, Dei gratia Roma­
norum imperator quartus, semper augustus atque Boemie rex, nobilem
virum dominum Baptistam condam domini Aluixii de Marciaxio Lunensis
diocesis, de plenitudine... comitem fecerit, elegerit, constituerit, creaverit
e t i m p e r ia li e d i t a s t a t u e r i t q u o d ip s e n o b ilis v ir d o m in u s B a p t i s t a e t e iu s
per
lin e a m
in t e r a lia
m a s c u lin a m
q u e in
d ic to
le g ip tim e d e s c e n d e n te s e x tu n c
t a b e l i o n e s e t i u d i c e s o r d in a r io s p e r s a c r u m
in
litte r a tu r a
in
a n te a
p o s s in t
e d it o e t p r i v i l e g i o c o n t i n e t u r , c r e a r e n o t a r i o s
s u f f ic ie n te r e x p erti c u m
seu
im p e r iu m , q u i y d o n e i s in t e t
p le n a r ia p o t e s t a t e
ad
n o c ta r ia tu s
s e u t a b e l i o n a t u s e t i u d i c a t u s o r d i n a r i i o f f i c iu m p e r t i n e n t e s e o s q u e e t q u e n lib e t e o ru m
i n s t r u e n d i d e p r e d ic tis o f fic iis p e r p e n n a m
e t c a la m a riu m
ut
moris e s t .... Hinc est quod nobilis et circumspectus vir dominus Gulielm u s ....comes palatinus, ex dicto privilegio et induito dicto domino Bapti­
ste, eius avo paterno... indutus precibus, industria et legalitate discreti
et periti iuvenis Petri Marie, filii nobilis viri, ser Baldasalis de Olivola
coram eodem nobili viro, domino Gulielmo antedicto, flexis genibus humi­
liter suplicantis quatenus ipsum Petrum Mariam facere et creare publi­
cum notarium et iudicem ordinarium... idem prefactus nobilis vir, domi­
nus Gulielmus, comes palatinus, asseruit diligenti inquisicione et exami­
natione de honestate, vita, prudentia, sufficientia et ydoneitate supradicti
Petri Marie, et reperto ipsum Petrum Mariam sufficientem esse et ydoneum ad prefactum officium honorabiliter obtinendum et laudabiliter
exercendum, ipsum Petrum Mariam presentem... fecit et creavit nota­
rium publicum seu tabelionem et iudicem ordinarium...
Nella Lunigiana medievale, alle normali investiture dell’impero o
della Sede Apostolica si aggiungono, nella seconda metà del XIV secolo,
nomine di autorità locali, come quella riferita che si rifà ad un privilegio
d ell’imperatore Carlo IV di Boemia.
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— 169
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NOTA BIBLIOGRAFICA
Notizie spettanti ai genovesi illustri: Giovanni Stella, in Giornale
Ligustico, s. II, I, 1837.
V. Poggi, Contributo alla storia genovese del sec. XV, in Giornale
Ligustico, XVIII, 1891.
G.
P i s t a r i n o , Gli usi cronologici a Portovenere nel quadro dell’espan­
sione genovese, in Bollettino Ligustico, V, 1953.
V. V itale, La relazione di Biagio Assereto sulla battaglia di Ponza, in
Bollettino Ligustico, V, 1953.
Si vedano anche le note bibliografiche precedenti.
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170 —
IL COSTUME, LA SUPERSTIZIONE, LA MEDICINA
«Alors que dans les autres villes italiennes, la plupart des
petits accords de la vie journalière se faisaient oralement, à Gênes
nous ne voyons pas seulement défiler devant le banc du notaire
le propriétaire qui vend une maison ou une terre, le tu te u r scru ­
puleux qui désire faire établir un inventaire public de la suc­
cession qu’il devra gérer, mais aussi le riche m archand qui
vient y faire concrétiser ses vastes entreprises d ’outrem er, et ré­
diger les titres probatoires qui lui permettront de récupérer ses
créances sur les différents marchés de l’Europe; bien plus, ce
même marchand aura recours au notaire pour enregistrer les
contrats de moindre envergure qui se concluent quotidiannement dans sa boutique, comme pour coucher p ar écrit les con­
ventions qu'il passe dans la privé, avec son épouse, ses amis, ses
enfants, ses esclaves » (R. D o e h a e r d , Les relations com m erciales
entre Gênes, la Belgique et l'Outremont d'après les Archives nota­
riales génoises au X II et XI II siècle, Bruxelles-Roma, 1941,1, p. 5).
« I cartulari notarili ci immettono nel pieno della vita privata
e del suo tipico aspetto economico, commerciale e m arinaro;
sono frammenti di vita che si compongono come in un mosaico
a formare il quadro dell’attività prodigiosa e dell’incontenibile
espansione in cui è il segreto della vita medievale genovese. È
tutto un mondo vario e interessante, pieno di curiosità e di fa­
scino, un mondo senza troppi veli e pudori che m ette in carta
ogni impegno di qualunque genere » (V . V i t a l e , V ita e co m m er­
cio nei notai genovesi dei secoli X II e XIII, in A tti della Società
Ligure di Storia Patria, LXXII, 1949, fase. I, pp. 9 e 18).
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— 171
LXXXI - LXXXIII
1191 marzo 10
1 coniugi Martino « batifolium » e Mabilia contraggono una « accomendacio » di 16 lire di genovini con Idone « de Palio ». Martino s’im­
pegna, per il periodo in cui avrà detta somma, a non bere, a non mangiare
e a non giacere con alcuna donna fuori casa e, infine, a non partecipare
ad alcun gioco.
A.S.G., S.N., Cartolare 6, c. 14 r.
Edizione in Guglielmo Cassinese, a cura di M.W.
R e y n o l d s , Genova, 1938, doc. 277.
H all - C ole - H .C . K rueger
- R.L.
Et iurat Martinus quod usque dum Imbuerit de rebus eius in potestate
sua, quod non bibet nec manducabit nec cum aliqua femina iacebit extra
dom um suam in qua habitat vel in qua habitabit, et quod non iocabit ad
ludum in quo perdat de suo nec de alieno, et quod non donabit....
1195 ottobre 2
Ottone Longo s ’impegna per dieci anni nei confronti della madre
a non perdere al gioco più di tre soldi al giorno, ad obbedire ai suoi
ordini, a consegnarle in custodia tutti i suoi beni, ed a subire, in caso
d ’infrazioni, l’onerosa pena di 200 lire di genovini.
A.S.G., S.N., Cartolare 6, c. 61 r.
Edizione in Guglielmo Cassinese cit., doc. 1167. - Notizia in
V . V itale
cit., p. 55.
Iurat Ingo Longus non ludere ad ludum ad quem perdat usque ad
annos .x. ultra sol.ni. per diem preter quod lucraretur in die illa qua
ludet. Et iurat stare et obedire preceptis domine Sibilie sue matris et
eius ordinamenta adimplere bona fide, et de feudo Sicilie et de aliis
suis rebus quas habebit ponere in eius potestate bona fide. Et si contrafecerit in aliquo istorum, penam lb.cc. ei stipulanti spondet....
1275 aprile 13
Tinacio del fu Guarnerio, considerando l'utilità che potrà venirgliene,
e per non correre il rischio di rovinarsi completamente, s’impegna nei
confronti di Godino Bove lanaiolo a non giocare per due anni ai dadi
nè ad alcun altro gioco, nemmeno per interposta persona.
A.S.G., S.N., Cartolare 68, cc. 75 r. e v.
In nomine Domine amen. Ego Tinacius quondam Guarnerii Paganelli
de Florentia, considerando utilitatem meam ne me et bona mea disipem et
devastem , promitto et convenio tibi Godino Bovi laniero per pactum et
stipulationem adhibitum seu adhibitam in presenti instrumento, quod
h in c ad annos duos proximos non ludam nec ludi faciam per aliquam
personam pro me ad aliquem ludum taxillorum nec ad aliquem alium
lu d u m ubi amittam meos denarios vel amitti faciam...
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172 —
T avv. LXXXI-LXXXIII
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LXXXIV - LXXXV
1179 agosto 4
In procinto d'imbarcarsi per trarre profitto da una somma di pro­
prietà della moglie, Baldizzone « de Galiana » promette a quest’ultima
di non sperperare con le donne o nel gioco più di dieci soldi in un
anno.
A.S.G., Ms. 102, c. 11 r.
N o tiz ia
in V . V itale c i t ., p. 55.
Ego Balditio de Galiana confiteor me recepisse a vobis Ingone de
Flexo et Alberico lb. denariorum ianuinorum .L. de patrimonio Anne
uxoris mee quas porto per mare ubi melius mihi videbitur ad utilitatem
huius predicte quantitatis et per annum non iucabo nec in m ulielriìbus
expendam ultra sol.x. de predictis nec diminuam mea culpa et in reditu
quem Ianuam fecero ero sub eadem condicione et ordinamento vestro
sub quo modo sive debito quod vobis videbitur et totum ut predictum
iuro complere tactis evangeliis.
1232 settembre 25-27
Giovanni di Mantova s’impegna per un anno nei confronti di Sibilia
di Varese a non partecipare ad alcun gioco per il quale possa perdere
più di due denari minuti. Potrà farlo soltanto nei giorni di domenica.
A.S.G., S.N., Cartolare 15, c. 22 v.
Edizione parziale in R. L opez, Studi sull'economia genovese nel Medio Evo,
Torino, 1936, p. 116, n. 2.
Ego Iohannes de Mantoa lanerius promito et convenio tibi Sybilie
de Varexio quod non ludam in aliquo ludo nec ludi faciam usque ad
annum unum proxim um in quo debeam perdere ultra duos denarios mi­
n u to s sine licencia tua non remanserit, excepto in quolibet die dominico
in quo possum licenter ludere usque in duos denarios minutos et non
plus, set si forte lucrarer possum ludere de illis quos lucratus fuero in
quo ludo quamdiu vellem illa die, et non mutuabo alicui ultra denarios
duodecim absque bono et securo pignore........
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LXXXVI
1287 dicembre 8
Giovannetta « Oliveti » promette a Marco Bentramo veneto di stare
con lui per sei anni come serva e amante, di curarne la persona e le cose,
di seguirlo ovunque vorrà condurla. Marco, a sua volta, s’impegna a tener a
con sè, a curarla, a passarle vitto e vestito, a darle, infine, se alla fine ei
sei anni il contratto non sarà rinnovato, la somma di dieci lire 1
genovini.
A.S.G., S .N ., C a r to la re 68, c. 103 r.
E dizione in V . V i t a l e , D ocum enti sul castello di Bonifacio nel secolo
A tti della S o c ie tà L igure di Storia Patria, LXV, 1936, p. 290. - N otizia in V. V ita le ,
Vita e c o m m e r c io cit., p. 61.
In nomine Domini amen. Ego Iohanneta Oliveti prom itto et c o n v e n i o
tibi Marcito B entram o Veneto me stare debere tecum prò tua sevvicia t
et amaxia usque ad annos sex proxime venturos et venire tecum in o m m
loco et terra quo yveris et me tecum ducere volueris pro facere tibi omnia
tua servicia persone tue et domus tue, te et res tuas salvare et custodire
bona fide et sine fraude, a te nec a servicio tuo non discedam usque a
dictum terminum sine tua licencia et mandato, te mihi dante pro mercedi
mea victum et vestitum convenientes et in fine dictorum annorum sex
si me dimittere volueris, dare michi pro remuneracione et mercede mea
libras decem ianuinorum. Versa vice ego dictus Marchus promitto et con
venio tibi dicte Iohannete tenere te pro mea serviciale et amaxia usqu<dictum terminum et ducere te mecum in quacumque parte seu terra ivero
ct dare tibi victum et vestitum convenientes et tenere et custodire te
sanam et infirmam usque ad dictum terminum et in fine dictorum anno­
rum sex, si abinde antea noles mecum remanere, dare tibi pro mercede
tua libras decem ianuinorum ad tuam voluntatem....
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LXXXVI1
1279 marzo 31
Cerasia siciliana promette a Giacomo Porco di stare con lui, senza
tradirlo con altri uomini, concedendogli licenza, in caso di inadempi­
mento, di tagliarle il naso, una mano o un piede e, comunque, piena balia
sulla sua persona. Giacomo, a sua volta, s'impegna a non rinfacciarle al­
cunché del suo passato. Il contratto sarà annullato nel caso la donna
intenda farsi monaca.
A.S.G., S.N., Cartolare 53, cc. 117 r. e v.
E dizione in L.T. B e l g r a n o , Della vita privata dei Genovesi, V e d i z . , Genova, 1875,
p. 418, n. 1; C . D e s i m o n i , Actes passés en 1211, 1274 et 1279 à L'Aïas (Petite Ar­
m énie) et a B e yro u th par devant des notaires génois, in Archives de l Orient
Latin, I, 1881, p. 90 (dell'estratto). - Notizia in V . V i t a l e , Vita e commercio
cit., pp. 60-61.
In Christi nomine amen. Ego Cerasia Ciciliana promitto et convenio
tibi Iacobo Porcho me stare et habitare tecum et in domo tua et pro te
in perpetuum bona femina et tamquam bona femina stare debeo sine eo
quod cum aliqua persona habeam de cetero ad faciendum malo modo
sive iaceam cum aliquo homine vel me cognosci faciam carnaliter ab aliquo
et permanere tacita et contempta in omnibus et per omnia in vestimentis
et calciamentis et victualibus que mihi exinde tribuere volueris et facere
tibi servicia tua que mihi dixeris et preceperis in domo et extra et ubique
bene et legaliter et a te et serviciis tuis non recedere et si forte in aliquo
de predictis contrafacerem, vollo et ex nunc tibi licendam plenariam do
et concedo quod possis mihi nassum incidere sive manum vel pedem
ad voluntatem tuam et omnimodam de persona mea vindictam accipere
prout tibi m elius placuerit et quod possis in pede sive pedibus meis fer­
rum ponere et predicta facere possis licenter tua auctoritate sine eo quod
dampnum aliquod habere possis ab iuditio Ianuensium vel Pissanorum seu
domini regis Armenie vel ab aliquo alio iudicio, acto expressim quod si vel­
lem me dedicare et dedicarem in religione aliqua quod presens instrumen­
tu m sit nullius valoris et firmitatis. Insuper ego predictus Iacobus pro­
m itto tibi dicte Ceresie mecum te tenere et dare tibi victum et vestitum
convenientes et tibi non reddere aliquod malum meritum de aliquo quod
hinc retro fecisti et dare et solvere tibi semper ad voluntatem tuam daremos quatuorcentos novos de Armenia...
La donna, « dal non troppo chiaro passato », già doveva pensare alla
monacazione se dopo pochi giorni già si veniva ad una liquidazione dei
conti ed il contratto era annullato consensualmente: C. Desimoni cit.,
p. 94; V. Vitale, Vita e commercio, cit., p. 61.
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LXXXVIII
1224 ?
Formula di scongiuro contro le morsicature velenose.
A.S.G., S.N., Cartolare 14, c. 140 v.
Edizione in A. F e r r e t t o , Liber magistri Salmonis sacri palatii notarii,
della Società Ligure di Storia Patria, XXXVI, 1906, p. 413.
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Atti
In nom ine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen. Ego te incanto
ad honorem Dei et Virginis domine sancte Marie de serpe et de scorçon,
de tarantola, de cesaro, de sarton, de laxerton, de stras, de buç, de scor­
fano, de lupo, de cane rabioso, de fasene et de maia et de omni mala
umbra. In nom ine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Ad honorem salvatoris
et groriosi Dei patris qui de virgine fuit natus, ad mortuos donavit requiem
eternam et ad vivos pacem, sancta corpora que in Roma iacent, sancta
duodecim altaria, sancti duodecim compatres fontai, sancte misse que
canuntur in Pascha et in Natali, sanctus Petrus, sanctus Paulus, sanctus
Marcus, sanctus Matheus, sanctus Luca et sanctus Iohannes per istos
quatuor evangelistas et per corpus Iesu Christi liga lo serpente cum lo
ve[n e]n o ardente, liga lo scorçon cum lo veneno maiori, liga la tarantoram
quante de et quante naxernede et omnia mala fiscula qui venenum et tosicum in buca portant quod in nullo tempore li possint tarmare Petro. In
nom ine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen. Sicut virgo beatissima
sancta Maria non habuit malum nec doliam de suo filio in ventre portare,
ita per nullum tem pus de mundo possit habere malum Petrus de serpe,
de scorgano, de tarantora, de lupo, de cane rabioso, da fasene, de maia
et de om ni m ala umbra. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen.
E t debet accipi filum filatum primo die veneris marcii a femina virgine
et debent facere tres nodo in filo et postea comburi et non tibebis postea
venenum predictorum incantando.
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LXXXIX
Diverse form ule di scongiuro.
A.S.G., S.N., Cartolare 57, c. 128 r.
Edizione parziale in G. Rossi, Storia di Ventimiglia, Torino, 1827, p. 84; A.
r e t t o , Liber magistri Salmonis cit., p. XXII.
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Mulier tem pestas nox bubo rusticus estas
tondet agit rorat pronunciat angit honorat
agros equor humum ululatus hostia dumum
false napho rore clamoribus obice flore.
Et erit tam quam lignum quod plantatum est siccus deversus aquas
quod fructum suum dabit in tempore suo et folium eius non defluet et
om nia quecum que faciet semper prosperabuntur.
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Ad sanguinem stagnandum.
Scribe de dicto sanguine
in fronte ipsius hec tria no­
m ina tali modo:
+ agla
+ aglala
+ aglalata.
Si vis ut mulier statim pariat, scribe has
litteras cum his verbis circumscriptis ut
supra et liga in coxam mulieris dextram
et statim Deo dante pariet.
Ad malum de matricibus.
Accipe fucum plantaginus maioris et mixa cum bono vino quod sit tantum ut
fucus et da bibere mulieri si habet ipsas
supra ventrem, si autem habet inferius
accipe lanam novam et volve eam in dicto
fuco et ponat mulier hoc in sua natura
infra.
Aliter accipe pignas de pino novas et po­
ne in ignem sic quod sint bene calide et
quod fument et fac mulierem profumare
subtus eius naturam et liberabitur.
Ad fluxum sanguinis mulieris.
Accipe pollastram que non fecerit unquam
ova et de suis alis fac exire sanguinem
et de illo sanguine scribe cum ligno olive
benedicte in quolibet pulso manuum et in
quolibet pulso capitis: consummatum est.
Alcuni elem enti di queste formule sono espressi con segni critto­
grafici a procedim ento traspositivo: cfr. G. C o s t a m a g n a , Scritture segrete
e cifrari della Cancelleria della Serenissima Repubblica, in Bollettino
L igustico, 1957, p. 22.
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1244 agosto 2
Rogerio de B ru ch a di Bergamo s ’impegna a guarire Bosso lanaiolo.
A .S.G ., S .N ., C a r to la r e 18, c. 308 r.
E d izion e in R. L o p ez cit., p . 117, n. 1. - N otizia in V. V ita le , Vita e c o m m e r c io
cit., p. 52.
+ In nom ine Domini amen. Ego Rogerius de Brucha de Bergamo
prom ito et convenio tibi Bosso lanerio sanare et meliorare te de infir­
m itate quam habes in persona tua, silicet in manu et pede et in bucha
bona fide om ni adiutorio Dei hinc usque ad mensem unum et dimidium
proxim e venturum tali modo quod de manu poteris te inbochare et
incidere pannem et calciare et melius ire et parlare quam modo non
facis et egom et facere debeo omnes expensas que et quas in hoc necessaria
erunt et tu debes mihi dare et solvere ea occasione lb. septem ianui­
norum et non debes comedere de aliquo frutame neque de carne bovina
nec de sicca neque de pasta lissa nec de caulis et si predicta tibi non
observabo nichil m ihi dare debes. Et ego Bossus predictus promito tibi
dicto Rogerio dare et solvere tibi infra diem tercium postquam predicta
m ihi observabis et sannatus ero et melioratus lb. septem ianuinorum.
Alioquin penam dupli tibi stipulanti spondeo et inde omnia bona mea
habita et habenda tibi pignori obligo. Insuper nos Alchisius de Bergamo
et Iohannes de Papia lanerii promittimus tibi dicto Rogerio quod si dictus
B ossus non observabit ut supra tibi promisit, quod nos tibi observabimus
sub dieta pena et obligatione bonorum nostrorum. Actum eodem loco.
Testes Daniellus Bullus et Opiço Bonus Viccinus lanerius. Die eadem, circa
vesperas.
Numerosi contratti relativi ai medici sono in A. F e r r e t t o , Codice
diplom atico delle relazioni fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai
te m p i di Dante, in A tti della Società Ligure di Storia Patria, XXXI, I,
pp. 88, 91, 96; II, p. 342.
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185
XCI
1227 o tto re 2
Inventario dei beni di Enrico della Torre speziale.
A.S.G., S .N ., C a r to la r e 7, c. 268 v.
E d izion e p arziale in A. F e r r e tto , L iber cit., p. XXIV. - N otizia in R. Lopez cit.,
p. 214, n. 2; V . V i t a l e , Vita e c o m m e r c io cit., p. 91.
+ Ego Balduinus de Turri, heres testamentarius patris mei Enrici
de Turri conversati sive in conversione ingressi, volens immitare constituciones sanctissim i principis Iustiniani de inventariis conficiendis prius­
quam aliquid de bonis dicte hereditatis attingam, venerabili signo crucis
propria manu preposito, vocatis creditoribus, et legatariis.... repertorium
facere proposui et in c ep i.... in apctheca inveni hec infrascripta posita in
quantitatibus infrascriptis: in primis barriles .m i. blace positas in lb.v.
ianuinorum; item specierum molutarum lb.xi. in lb.i. et sol.v.; item
alumen çucarinum in soLxn.; item rubos .m 1/ 2 . auripigmenti in lb.i.
sol.xiu.; item datilos de Alessandria in lb.v.; item centenarium .1 1/2.
gum miarabici in lb.ii. ; item centenaria .m i. piperis in lb.xxxvm.;
item tefanias .m i. rami et bariles . i i . , in lb.m 1/ 2 ; item centenarium .1.
et terciam çucari in lb.v., sol.vm .; item centenarium .1. et lb.LXX. can­
nelle in lb.xn., sol.vi.; item ampullas in lb.vi., sol.xvi.; item mortarios rami et garbellas in lb.v., sol.x.; item buxolas et amolas in lb.n.;
item antidotarium unum in sol.x.; item in spico comunali et pulvere
Ib.XLV. in lb.v., sol.x; item porcelletas grossas et minutas in lb.n.;
item pulvis sanguinis draconis lb.xn. in lb.n.; item libram .i 1/ 2 . casturni in sol.xv.; item lb.n. resargarii in sol.xn.; item belancias par­
vas et magnas in lb.i., sol.x.; item arangios cum meile in lb.n.; item
herbas et sem ina in lb.i.; item lb.xxxvm. cartamonii in lb.vni.; item
lb.n. et uncias.vni. de galanga in sol.xnii.; item lb.xvni. piperis longi
in lb .nn., sol.x.; item rubos .n. mastici in lb.vi.; item centenaria .II.
et lb.Lvin. turis in lb.xxx.; item centenarium .1. et lb.xxv. çucari rosati;
item centenarium .i 1/2. gingibrate gingiberis de Ianua in Ib.xv.; item
rubos .n i. gingibrate arangiorum Ianue in lb.i., sol.x.; item cantaria
. i i . cimini in lb.m .; item l b .L i n . spici in lb.xxi., sol.x.; item centenaria
. v i i . pulveris çucari in lb.xv., sol.x; item Obertus speciarius debet dare
lb.vi. ianuinorum; item in lactuariis et sirupis et aliis confectionibus et
rauba minuta lb.xxxi.; item cantarium .i. ferri, boiolos .ii., virgas .n. et
cacias corii in lb.n. Summa valimenti dictarum rerum et peccunie lb.
.ccLiii., sol.x. Item vessicas vacuas in lb.vi.; item aluminis de monte
Argentarie cantaria .c c l . in lb.x.; item quartos .in. muscati in lb.nn.....
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— 187
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1259 aprile 30
Inventario dei beni del fu Dondidio speziale.
A.S.G., S.N., Cartolare 68, cc. 20 v., 21 r.
Edizioni in A. F erretto , Liber cit., p. XXVI; R.
V . V itale , Vita e commercio cit., p. 91.
L opez
cit., p. 251. - Notizia in
.... unam in qua est lb.vn. diancosi. Item ampola una in qua est lib. duo­
decim et dim idia gingibrate. Item cassariam unam vacuam. Item cassariam
unam in qua est gingebrata et ponderat ipsa cassaria et gingebrata lb. sexaginta septem . Item cassariam unam in qua est gingebrata de Bardena
et ponderat ipsa cassaria cum gingebrate .l x i i . lb. Item ampolam unam
in qua est benedicta settupla, et ponderat ampolla cum ipsa benedicta
Ib.xvn. Item am polam unam in qua est çucari violati, et ponderat am­
pola cum ipso çucaro lib. viginti quinque. Item buxolam unam in qua est
lb. decem castornate. Item ampolam unam in qua est pitris qui ponderat
cum ipsa am pola lib. viginti quinque. Item ampolam unam in qua est
diapenadion, et ponderat cum ipsa ampoleta lb. tresdecim. Item ampolam
unam in qua est çucarum rosatum, et est cum ipsa ampola lib. triginta una.
Item cassariam unam vacuam. Item ampolam unam vacuam. Item am­
polam unam cum pauro axunçie gaiine. Item ampolam unam vacuam.
Item ampolam .i. vacuam. Item ampolam unam in qua est lib. tres sirupi
corsi m ellis. Item ampolam unam in qua est unguentum a scabia, et
ponderat ipsum unguentum cum ipsa ampola lib. decem. Item ampolam
unam in qua est viole piste cum pauro çucari, et ponderat cum ampola
lib. novem. Item ampolam .i. in qua est osimel, et ponderat ipsa ampola
cum ipso osim el lib.xn ii. Item ampolam unam in qua est sepe vulturis
lb. una. Item pignatam unam in qua est unguentum fusco, et ponderat
cum ipsa pignata lb. undecim. Item ampolam unam vacuam. Item ampo­
lam unam in qua est paurum rosate novelle. Item ampolam unam vacuam.
Item ampolam unam in qua est elactuarium contra ventositatem, lib. una.
Item ampolam unam vacuam. Item ampolam unam trodorici anacardini
qui ponderat cum ipsa ampola lib. sex. Item ampulletam unam in qua
est paurum ipochistidion. Item ampolam unam in qua est lb.im . emagogi. Item ampullam unam diagingibrios cum mele, et ponderat cum ampula lb. duodecim et dimidiam. Item diaboraxinis lib. due. Item ampulam unam in qua est lb.v 1/2. çucari canti. Item ampuletam unam in qua
est grasia quam non cognosco. Item dulium unum in quo est paurum olei
aneti. Item am rplolam unam vacuam. Item ampulas duas vacuas. Item
aliam ampulam vacuam. Item ampulam unam in qua est paurum axunçie.
Item ampulam .i. vacuam. Item ampulam unam in qua est paurum salvie
salvatice. Item ampulam unam in qua est aurea alexandrina, et ponderat
cum ampula 1b. viginti duas. Item ampolam unam vacuam. Item ampu­
lam unam in qua est nescio quid sit. Item ampoletam .i. in qua est polinis
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une. sex. Item ampuletam unam in qua est elactuarium ad restorandam
umiditatem. Item ampolam unam in qua est elactuarium quod non cogno­
scitur. Item pignatas quinque vacuas. Item ampulam . 1. in qua est pillore
de ierapriga acute lb. una, une. decem. Item ampulam unam in qua sunt
unc.vi. diambre. Item ampulam unam in qua est lb. 1. sirupi ansirosi. Item
ampulam unam in qua est lib.iin., unc.vi. tiriache. Item ampulam . 1. in qua
est lb.m i. diagingibrios. Item ampulam unam in qua est sirupi de raciribus
Ib.vn. Item ampulam unam vacuam. Item ampulam .1. in qua est elactuarium
suci rosarum qui ponderat cum ampula lb. septem. Item ampulam . 1. in qua
est sirupus qui ponderat cum ampula lb.xv. Item ampulam unam vacuam.
Item ampulam unam in qua est requia, et ponderat cum ipsa ampula lb.
octo et une. sex. Item ampulam unam vacuam. Item ampulam unam in
qua est lb.n 1/2. diamargariton. Item ampulam unam vacuam. Item am­
pulam unam in qua est rubea trocischata lb. undecim. Item ampulam .1.
in qua est salnitri unc.vi. Item buxolam unam in qua est piscis saitis
lb.n. Item ampulam unam in qua est melis cutugnis cum mele. Item am­
pulam unam in qua [est] diacalamento cum çucaro lb. septem et dimidiam.
Item ampuletam unam vacuam. Item ampuletam unam in qua est elactua­
rium qui non cognoscitur. Item ampuletam unam in qua est paurum
unguenti pro tinta capitis sananda. Item ampulas novem vacuas et cassa­
riam unam vacuam. Item ampulam unam in qua est elactuarium pro ver­
mis. Item ampulam unam in qua est trementina. Item cassariam unam
in qua est trementina. Item ampulam unam in qua est lib.i 1/2. seminis
papavalorum alborum. Item ampulam unam in qua est paurum canfare
minore. Item storacii calamitis lib. una. Item ampulam unam in qua est
ciminata et ponderat cum ampula lib. viginti. Item marçapanum unum
in quo est çucari canti lib. septem. Tabulerium unum magnum prò mon­
dando pipere, tabulerium unum nucis, paria duo incisoriarum, sachum
unum in quo est pulveris canelle et est (et est) cum ipso sacho in pondere
lib. viginti due, sachum unum in quo est coliandrorum pistorum lib. unde­
cim, sachum unum çoduarie minute et ponderat ipsa çedoaria cum sacho
lib. sexdecim, cere lib. duodecim, sachum cum fratura braçilis I b . L X V i u . ,
mortarium unum parvum marmoris. Item aliud mortale magnum mar­
moris copertum de quadam tabula, rubios très de lapide ad ponderandum;
rubium 1/2 cuvri, tuthiam cum fulcileto uno qui est Ib.vi., turbiti lib. 1/2
granna lb.i 1/2, sachum unum de levestico et ponderat Ib.x. cum sacho,
sachum unum seminis apii, et ponderat cum sacho lib. decem et octo et
dimidiam, antinomonio lib.xv., sachetum unum erute, sachum unum avenate, et ponderat cum sacho lib. sexsaginta septem, calami aromatici et lib.
octo et mortalia duo cuvri, pistillos quatuor ferri, mortale et pistillum cuvri
parvum, garbellum unum pro speciebus, clapam unam marmoream, garbellos duos pro pipere, cacias duas rami, candelerias duas, videlicet unam
parvam et aliam magnam. Item paria tria belanciarum rami. Item siphum
unum argenti ponderantem uncias octo minus quarta. Item alium siphum
argenti qui ponderat uncias decem minus quarta. Item pomellos ambre
très. Item pomellos .un. ambre. Item çonam unam argenteam que est
pignus, borçietam unam argenteam ad portandum in pectore, in qua est
lapis una virmilia et quatuor virides et quatuor margarite. Item cochearia
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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— 191
novem argenti. Item anule çenate sex de quibus quatuor erant sue et alie
erant pignora. Item cultram unam cendati vermilii et ialni. Item
cultras tres bagaldelli. Item tunicam xamitis. Item foraturam clamidis cen­
dati verm ilii. Item cistarellam unam. Item butericum unum rami in quo
est aqua rosa, et ponderat cum ipsa aqua lib. decem et novem et dimidiam.
Item resem as sex papirus. Item folii lib. triginta sex. Item gingiberis lib. no­
naginta quinque. Item cent, unum et lib. sexsaginta duas et dimidiam çinçiberis. Item cent, unum et lib. quinquaginta duas piperis longium. Item sachum unum in quo est virderamo, et ponderat ipse virderamum cum ipso
sachulo cent.i. Item sachulum unum in quo est viole ree, et ponderant ipse
saculus cum ipse viole lib. sexsaginta septem. Item cent, unum et lib. quin­
quaginta quinque cardamomi salvatici. Item cent, unum et lib. triginta sex
çedoarie. Item cent, unum et lib. duodecim garange. Item cent, unum et
lib.LVi. 1/2 cardam onii domestici. Item cent, unum scaiole. Item libras
decem et octo castorci. Item lib. decem spodii. Idem cent.n. 1/2 canelle.
I te m ....
NOTA
BIBLIOGRAFICA
L. T. B elgrano, Delle feste e dei giuochi dei Genovesi, in Archivio
S torico Italiano, s. II, XIII, 1871.
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A. F erretto, Medici, Medichesse, maestri di scuola a Rapallo nel
secolo X V , in Giornale Storico e letterario della Liguria, II, 1901.
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D.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
192 —
LA SCUOLA E LA CULTURA
Anche su questo aspetto della vita privata, le fonti notarili
sono particolarmente prodighe di notizie e di dati interessanti.
Passano così attraverso le nostre carte notai m aestri, discepoli
che devono imparare a « latinare » secondo l’uso dei m ercanti,
inventari di libri e di biblioteche che consentono di farci un
quadro della vita culturale e spirituale della città.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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193
XCIV
1221 tebbraio 16
Giovanni di Cogorno colloca suo liglio Enrichetto presso Bartolomeo
notaro in qualità di apprendista, di amanuense e di assistente didattico.
A.S.G., S.N., Cartolare 56, c. 148 r.
Edizione in A. M a s s a , Documenti e notizie per la storia dell'istruzione in Genova,
in Giornale storico e letterario della Liguria, l, 1900, p. 173, n. 1; S. C a r a m e l l a , La
cultura ligure nell’alto medioevo, in II Comune di Genova, 1923, 7, p. 24 (del­
l’estratto). - Notizia in V . V i t a l e , Vita e commercio c i t . , p. 4 9 .
Ego Iohannes de Cucurno loco tibi magistro Bartholomeo notario
filium meum Enrigetum usque ad annos quinque proxime venturos ad
standum tecum et tibi serviendum et ad disciptl linam tuam audiendum
et scolares tuos prout melius sciverit edocendum et ad scripturas quas
eidem facere preceperis scribere, promittens tibi me facturum et cura­
turum quod usque ad dictum terminum tecum stabit et quod res [tuas
que peines te fuerint bona fide custodiet et salvabit et quod a te non fu­
gerit nec te dim ittet [et si fugiet] eum usque ad dies tres post fugam ad
tuam disciplinam et ad tua reverti faciam servicia facienda [et quod
scrip]turas que volueris tibi scribet et libros quos sibi docueris et Dona­
tum atque Psalterium in tuo [ordina]mento et voluntate tuis scolaribus
edocebit. Insuper promitto dare tibi pro maestratura et doc[trina] dicti
filii mei lb.i., sol.xi. usque ad annos tres, videlicet annuatim sol.x. et
de.m i. infra octavas Domini. Alioquin penam librarum quinque tibi sti­
pulanti promitto et proinde omnia bona mea et specialiter filium meum
tibi pignori obligo ita quod eum ubi ipsum inveneris capere possis et
pena c o n ....ex alta contractus sit firmus et pactum in suo robore perseve­
ret. Et ego magister Bartholomeus [mea] vice promitto tibi tenere dictum
filium tuum mecum usque ad dictum terminum et ipsum proinde edoce­
re [nec] per alium faciam edoceri gramaticam et scribere et legere bona
fide et sine fraude et non iniungere sibi servicia que facere non possit.
Alioquin penam librarum quinque tibi stipulanti promitto et proinde
om nia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Duo instrumenta
inde partes fieri rogaverunt. Actum Ianue, in ecclesia Sancti Laurentii.
Testes Ugo Mallonus et Willelmus Crispinus et Ansaldus Bastonus pelliparius. M illesimo ducentesimo vigessimo primo, indictione .vili., die .xvi.
februarii, ante terciam.
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1221 gennaio 21
Tommaso fornaio loca a Bartolomeo notaio una casa per tenervi
una scuola.
A.S.G., S.N ., Cartolare 56, cc. 146 v., 147 r.
Edizione in S. C a r a m e lla cit., p. 24 (dell'estratto).
Ego Thomas fornarius, filius quondam Ugonis fornarii, loco tibi
magistro Bartholomeo notario voltam illam seu domum in qua scolas
regis, et quam alia vice tibi locavi, usque ad annos tres proxime venturos
et ad scolas regendum et faciendum in ea quicquid volueris si in ea stare
volueris per te vel per alium, promittens tibi dictam domum seu scolas
usque ad dictum terminum non auferre aliquo modo seu subtrahere nullamque superinpositam siv e .................. ipsam usque ad dictum terminum
tibi et cui eam dimiseris vel habere statueris ab omni persona...................
a fratribus, cognatis et nepotibus meis legittime defendere et actoriçare
promitto et me facturum ................ mei et qui partem haberet in dicta
domo hanc locationem firmam habebunt et contra non venient et de toto
hoc quod mihi dedisti vel dederis pro penssione dicte domus te ab eis
penitus servabo indempnem. Et ego magister Bartholomeus promitto tibi
Thome predicto tenere et dare annuatim quamdiu in ipsa stetero vel
tibi vel uxori vestre vel tuo certo nuncio per me vel meum missum infra
octavas Epyfanie sol.xxxvi. ianuine monete parve. Alioquin penam libra­
rum .x. inter nos vicissim stipulatam promittimus; pro pena et predictis
omnibus observandis universa bona nostra habita et habenda ad invi­
cem inter nos pignori obligamus rato semper manente pacto. Insuper
ego predictus Thomas confiteor accepisse et habuisse [a te] magistro
Bartholomeo totam pensionem anni proxime preteriti et me quietum
voco de omni eo quod mihi debes vel mihi pervenit de penssione predicte domus usque in hodiernum diem et do tibi potestatem faciendi
fieri fenestram in ipsa domo ut melius luceat et faciendi purgari et preparari trexendam [si] necesse fuerit de penssione domus. Actum Ianue,
in ecclesia Sancti Laurentii. Testes Ugo Mallonus, Wilielmus Rubeus
guardator et Ginatha guardator, . m .cc .x x i ., indictione .vili., inter nonam
et vesperas, die .xxi. ianuarii.
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XCVI
1239 maggio 21
In v en ta r io d e ll’eredità sp etta n te ai figli del fu G ia co m o d i L an gasco.
A.S.G., S.N., Cartolare 11, c. 194 r.
Edizione in R. L opez cit., p. 236. - Notizia in R. Dr Tucci, Prezzi di alcune copie
dei testi del « Corpus iuris civilis » in Genova alla metà del secolo XIII, in
Atti del 2° Congresso Nazionale di Studi Romani, Roma, 1931, p. 4 (dell estratto).
+ E go V a ssa llu s de Langasco, volens accedere ad a d m in is tr a tio n e m
filiorum q u o n d a m Iacobi filii m ei, ante quam aliquid a d m in is tr e m , ut
p en as a d ia c e n te s tutoribus et curatoribus non fa cie n tib u s in v en ta r iu m
valeam e v ita r e, venerabili signo cru cis manu propria im p r e s s o p riu s, in
p resen tia d o m in i Rainaldi M onaldi, Ianuensis con su lis de iu s t itia , a u cto ri­
tatem in te r p o n e n tis, inventarium seu repertorium facere p r o p o s u i e t fa cio
de reb u s q u as in bonis dictorum m inorum inveni. In p rim is in v e n i editi­
ciu m u nu m d o m u s, positum in C astelleto supra terram B a ld u in i A d v o ca ti.
Item lib ros eiu sd em quondam Iacobi legum, videlicet Instituciones et Au-
tenticum cum tribus libris Codicis, Digestum Novum, Digestum Vetus,
Inforciatum, Decretum, Brocarda, Casus Wilielmi de Cavriano cum Sum ­
mis Placentini, Summam Agonis et Codicem. Item tu n ica m su p r a co tu m
e t m a n tellu m scarlleti cu penna erm enea, m antellum c la m e llo ti, tu n ica m
su p ra co tu m et m antellum brunete clare cum penna de sc u r o lis , tu n ica m
su p r a co tu m et m antellum viridis cum penna agnellorum , m a n te llu m blavetu m a q u a tile m , et piolas duas, sapam , axonum, specum , c a c e ta m , runcegiu m . In ven i iteru m quod in frascrip ti debebant ip si Ia c o b o q u a n tita te s
in fr a scr ip ta s: W [ilielm ]u s Guercius iudex lb. decem de q u ib u s e s t carta.
L a fran cu s C igala lb. octo de quibus est carta. Iohannes fo r n a r iu s lb. q u in ­
q u e de q u ib u s e st carta. Iacobus Pellis lb. quinque q u e su n t d e lb.
d e c e m co n tin e n tib u s in quodam instrum ento. Ravicia de R ip a r ia lb. d uas
e t d im id ia m . W ilielm us de Angelerio lb. duas. Iohannes d e B o lç a n e to lb.
d u a s. R o la n d u s d e Belia de Sancto Petro de Harena sol. d ece m . C a stella n a
d e C o lu n tia ta so l.n i. 1/2. Iunius de Langasco lb. quatuor d e q u ib u s est
c a r ta . Item lb. quinque quas debet recipere annuatim in c o m m u n i pro
fe u d o q u o d h ab eb at a Marchione de Massa. Item sellam e t fr e n u m . Item
in v e n i q u o d T h om as Constancii debebat sibi barrile unum o le i. Ite m quod
O b e r tu s d e B rexan o debebat sol. quatuor dicto quondam filio m eo .
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XCVII
1307 gennaio 11
Giorgio e Pietro Vento collocano i loro figli presso il m aestro Mar­
tino di Spagna che s ’impegna ad educarli e ad istruirli nel latino.
A.S.G., S.N., Cartolare 138, c. 16 r.
In nom ine Iesu Christi amen. Georgius Ventus et Petrus Ventus, ex
una parte, et m agister Martinus de Ispania magister scolarum, ex altera,
inter se ad invicem ad infrascripta pacta pervenerunt solem pnibus stipulacionibus vaiata et promiserunt et convenerunt ut infra, videlicet quia
d ictu s m agister M artinus prom isit et convenit predictis Georgio et Petro
docere et instruere bona fide sine fraude R afetum et M anuelem , filios
d icti Georgii, et M anfredinum , filium dicti Petri, in gram atica et in scrl'
bendo et latinando donec ita et ta n tu m quod dicti pueri scient co m p eten ­
ter latinari et scribere secundum quod pertinet ad mercatores. Et predicti,
Georgius pro duobus partibus, et Petrus pro tercia parte, promiserunt
dictos filios suos mittere ad dictas scolas et dicto magistro Martino dare
et solvere pro instructione predicta sive documento dictorum puerorum
sive dicta occasione libras quindecim ianuinorum, videlicet et sane intel­
lecto quin dicti pueri fuerint docti et instructi prout superius declaratum
est. Que omnia et singula supradicta dicte partes inter se ad invicem et
altera pars alteri promiserunt et convenerunt attendere, complere et
observare ed in nullo contravenire, de iure vel facto, sub pena librarum
.XXV. ianuinorum solempniter inter dictas partes et per eas stipulata et
prom issa, in quam incidat non observans observanti, ratis manentibus
supradictis et restituere omnia dampna et expensas; et proinde omnia
eorum bona habita et habenda inter se ad invicem et altera pars alteri
pignori obligaverunt et obligavit. Actum Ianue, iuxta angulum domus
Georgii Venti. Testes Luchetus Galettus et Nicola Asinus taliator. Anno
dom inice nativitatis . m . c c c . v i i ., indictione .m i., die .xi. ianuarii, inter ter­
tiam et nonam.
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1487 maggio 16
Inventario dei beni del novarese Bartolomeo Lupoto cartaio.
A.S.G., N.G., N otaio Gerolamo Loggia.
E d izione in P. Accame , Alcuni appunti d ’arte ligure, in Miscellanea d i s t u d i s to ­
rici in onore di Antonio Manno, Torino, 1912, I, pp. 106-140; G. P ista r in o , B a r to lo ­
m e o Lupoto e l ’a rte libraria a Genova nel Quattrocento, Fonti e stu d i d e l l ’i s t i t u t o
d i storia m edievale e moderna dell’Università di Genova, III, G enova, 1961,
pp. 193-217.
+ .M.CCCC.LXXXVii., die .xvi. maii. Inventarium rerum et bonorum
repertorum in apotecha condam magistri Bartholomei de Novaria cartarius, posita in carubeo Fili, factum de mandato egregii domini vicarii sale
superioris ad instantiam.
Et primo in mediano dicta apoteche, videlicet in quodam banchareto,
Bibiam unam, de litera grosa, nundum completa, de stampa.
Item volumen unum de Vita Patrum, de stampa.
Item Avangeristarium unum, in vulgare.
Item librum unum intitulatum Nicolò de Lira, Super Actibus Apo­
stolorum.
Item volumina duo intitulati Claudiani.
Item volumen unum intitulatum Petrarcha, in vulgare.
Item volumina duo intituflati] Euclidas.
Item volumina duo intitulati Pistole Efrem.
Item volumen unum intitulatum Comento de Lucha.
Item volumina tria intitulati Daneyxi.
Item velumina tria intitulati Gordiani, Super eticha Aristotiles.
Item volumina duo intitulati Vegitano, Super eticha anime.
Item volumina duo intitulati Questiones Antonii Andree super metafexica.
Item volumina duo intitulati Fasiculus temporum
Item volumen unum intitulatum Gordinanum, Super eticha.
Item Bibiam unam ligatam, in vulgare.
Item volumen unum ligatum intitulatum Quarta parte fratris An­
tonini.
Item volumen unum ligatum intitulatum Secunda parte sancti Thome.
Item volumen unum ligatum intitulatum Prima pars secunde partis
Summe sancti Thome.
Item volumen unum ligatum intitulatum Quarta pars sancti Thome.
Item librum unum ligatum intitulatum Lo Meschino.
Item librum unum intitulatum Alii, ligatum.
Item librum unum ligatum intitulatum Teofasis, De plantis.
Item librum unum ligatum intitulatum Dante, cum comento.
Item librum unum ligatum intitulatum Francesco de la Piasa.
Item Breviarium unum parvum ligatum.
Item volumen unum intitulatum Valerio Maximo.
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Mille ducenteno decies curenteque seno
anno natalis Domini fit gratia talis:
verberibus laudes Christo gens nuda canebat
atque suas fraudes et crimina viscere flebant
atque cantuatim, signo crucis anteriore,
pergere terratim Christi patiuntur honore.
(A.S.G., S.N., Cartolare 57, c. seconda n. num e­
rata, v.).
NOTA BIBLIOGRAFICA
L. Isnardi - E. Celesia, Storia dell’Università di Genova, Genova,
1864-67.
C. B raccio, Giacomo Bracelli e l’umanesimo dei Liguri del suo tem po,
in Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXIII, 1890.
F. N ovati, Umanisti genovesi del secolo XIV, in Giornale Ligustico,
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F. Gabotto, N u o v o contributo alla storia dell'umanesimo Ligure, in
A tti della Società Ligure di Storia Patria, XXIV, 1891.
G. Falco, Una scuola privata di grammatica in Portovenere verso la
metà del '200, in Bollettino storico bibliografico subalpino, XIV, 1909.
A. Ferretto, Un inventario di libri e di arredi della chiesa di Santo
Stefano fatto nel 1327, in Rivista Storica Benedettina, III, 1909.
G. Gorrini, L'istruzione elementare in Genova e Liguria durante il
Medio Evo, in Giornale storico e letterario della Liguria, n.s., V ili, 1931,
IX, 1932.
L. Reynolds, Two documents on Education in Thirteenth Century
Genoa, in Speculum, XII, 1937.
G. G. Musso, La cultura genovese fra il Quattro e il Cinquecento, in
Miscellanea di Storia Ligure, I, Genova, 1958.
G.
Pistarino, Libri e cultura nella Cattedrale di Genova tra Medioevo
e Rinascimento, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, n.s. II,
(LXXVI), fase. I, 1961.
G.
G. Musso, Politica e cultura a Genova alla metà del Quattrocento,
in Miscellanea di storia ligure in onore di Giorgio Falco, Milano, 1962.
F.
Borlandi, La formazione culturale del mercante genovese nel
Medioevo, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, n.s., Ili, (LXXVII),
1963.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
IL NOTAIO E LA VITA ECONOMICA
I documenti che seguono vogliono illustrare solo alcuni
aspetti peculiari della vita economica genovese quali appaiono dai
cartulari notarili. Abbiamo tralasciato di proposito le form e tip i­
che dei contratti di « accomendacio », di « societas » o di m utuo,
che appaiono con estrema frequenza, per segnalare alcuni a tti
di interesse particolare quali contratti navali, operazioni b a n ­
carie ed assicurative « nel periodo in cui la ricchezza cittadina si
consolida sugli aspetti primitivi di formazione e si avvia allo
sviluppo e alla potenza dei due secoli seguenti, perfezionando gli
istituti intorno ad uno dei più notevoli strum enti di essa, e
creandone un altro, la banca privata, veicolo di denaro, come la
nave è veicolo di merci » (R. Di Tucci, Studi su ll’economia geno­
vese del secolo decimosecondo. La nave e i contratti m arittim i.
La banca privata, Torino, 1933, p. 6 ).
L’unica eccezione è costituita dal documento relativo ai ren ­
diconti mercantili del cartulario di Giovanni Scriba, perchè la
sua data, l’eccezionaiità dell'atto e della sua form a di p resen ta­
zione sono tali da giustificare l'eccezione.
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XCIX
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Atti e rendiconti mercantili relativi ad una « accomendacio » stipu­
lata tra Ansaldo Baialardo e Ingone della Volta.
A.S.G., S.N., Cartolare 1, c. 164 v.
Edizione in G. A s t u t i , Rendiconti mercantili inediti del cartolare di Giovanni
Scriba, Torino, 1933, p. 8; M. C h iau d an o , Il cartolare di Giovanni Scriba cit., II,
p. 250; G. F a lc o , Un indovinello paleografico, in Bollettino storico-bibliografico
subalpino, XXXVII, 1935, p . 129.
Osservazioni: si tratta in gran parte di calcoli e di somme con alcuni numeri
riferiti a caratteri crittografici risolti da G . F alco cit., p p . 125-127.
Si tratta delle più antiche carte contabili medievali che siano finora
conosciute; esse contengono il rendiconto di tre operazioni commerciali
compiute, nel giro di circa tre anni da Ansaldo Baialardo, un mercante
alle sue prime armi, inizialmente per conto di Ingone della Volta, una
delle figure più rappresentative del capitalismo genovese del tempo, e
successivam ente, « in societate » con lo stesso Ingone. Nella prima opera­
zione quest ultim o aveva affidato ad Ansaldo una certa somma « in accom endacione»: l’eventuale guadagno doveva essere ripartito nella con­
sueta proporzione di tre quarti aU’accomendante e di un quarto all’accomendatario. Nel corso dei tre anni noi osserviamo, attraverso successivi
reimpieghi di capitale e di utili delle operazioni effettuate, al triplicarsi
del capitale investito da Ingone, che passa da 205 lire di genovini a 617,
ed all afiermarsi di Ansaldo che, partito dal nulla, cumula profitti per
169 lire di genovini.
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XCIX
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1187 marzo 26
Primo Papa, Forte Pisis e Rolando Bove convengono di armare una
galera, in proporzione di tre quarti per i primi due e di un quarto per
Rolando, in modo che essa possa partire non oltre l’ottava della Pasqua.
A.S.G., Ms. 102, c. 54 v.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 52.
Nos Primus Papa et Forte Pisis et Rolandus Bos compromittimus
ad invicem armare galeam Virmiliam, nos Primus et Forte quarterios .in.
et ego Rolandus quarterium .1. et ut est expositum promittimus armare
usque ad octavam Pasce proxime ita ut tunc sit armata prò movere
nisi iusto Dei impedimento vel licentia maioris partis nostrum steterit.
Si vero aliquis armator appareret qui vellet armare in galea et partem
emeret in galea, debet pro parte illa habere et trahere et si armaret in
galea sine compara quisque nostrum debet habere pro sua parte galee
quam armat. Alioquin ille qui contra fecerit parti observanti quarterium
.1. galee nomine pene stipulate spondet...
1187 aprile 8
Primo Papa, Rolando Bove e Forte Pisis, proprietari di una galera,
concedono agli armatori Guglielmo « de Infantibus » e Onesto, figlio di
Filippo Chierico, di arruolare tre gruppi di uomini sulla loro galera,
impegnandosi a fornirla attrezzata di tutto punto e a dividere gli utili
della spedizione a metà, dedotto un quinto per i due armatori meno un
ottavo per i proprietari.
A.S.G., Ms. 102, c. 61 r.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 54.
Nos Primus Papa et Rolandus Bos et Fortis Pisis concedimus vobis
Guillelmo de Infantibus et Onesto, fìlio Filipi Clerici, armare tres compagnas in nostra galea, quas compagnas debetis furnire de solidis et de
vianda et totum illud quod aliquo modo lucrabimur dividemus ita tamen
quod debemus prius extrahere super totum quintum et quem quintum
debemus vobis reddere secundum partem contingentem de quinto vestris
tribus compagnis et de illo quinto quem vobis reddemus occasione quinti
debemus habere octenum; et debemus dare vobis galeam furnitam et
guarnitam sine aliquo obstaculo alicuius rei et debetis extrahere pro
comitaria pro vestris compagnis ut alii pro suis compagnis quoque
armatis et sic promittimus vobis attendere et complere sub pena dupli
vobis stipulantibus. Item promittimus vobis quod non habebimus ali­
quem armatorem sine vestra licentia et quod faciemus ita quod nauclerii
et marinarii et omnes qui ibunt in galea tenebuntur sacramento vobis
et hoc cum volueritis in vestro ordinamento ut nobis tenentur vel tene­
buntur et in galea aliquid non fraudare sed totum ad partem ponere
et unicuique vestrum partem contingentem dare et rebus et personis
custodire sub pena librarum .L. denariorum Ianue...
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1187 giugno 12
Pietro di Pannesi s’impegna a consegnare a Dondidio di Camogli
entro la m età di agosto un certo numero di bordonali.
A.S.G., Ms. 102, c. 77 r.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 23.
Ego Petrus de Panixi promitto tibi Donodeo Camugi dare tibi ve!
tuo certo m isso bordonales .u n . usque ad kalendas augusti proximi et
alios .il. usque ad medium augustum, omnes in longitudine goas .vii 1/2.,
et duos in am plitudine palmos .il. et quarta et grossitudine palmos .ii.
m inus quarta, alios .li. in amplitudine palmos minus digitum .1. in grossicie digiti et grossos palmum .i 1/2. tractos in ripa maris, iuxta clavicam
Susilie, ad m eas expensas pro precio librarum .v. denariorum Ianue de
quibus sol.XL. denariorum Ianue a te confiteor accepisse, de quibus me
quietum et solutum voco; et remanentes debes mihi cum predictis bordonalibus tibi debitis et si contrafecero penam dupli tibi stipulanti spondeo
unde om nia m ea bona tibi pignori obligo. Insuper iuro, tactis evangeliis
ut superius legitur sine fraude et malo ingenio complere et observare et
nullom odo contravenire nisi quantum iusto Dei impedimento vel licentia
tua steterit et cet. Et ego Donumdei promitto tibi illos bordanales ut
supra accipere et solvere sub pena dupli tibi in meis bonis stipulata.
T estes Gandulfus de Beliarda, Balduinus Rubeus, Rainaldus Blancus cannator, in buteca Maloxellorum, .xu. die iunii.
1200 settembre 4
Enrico Sozzafigura acquista da Saono Busello un quarto di una
nave per cinquanta lire di denari genovesi.
A.S.G., S.N., Cartolare 56, c. 215 v.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 40.
Ego Saonus Busellus de Saono confiteor me accepisse a te Onrico
Sozafigura lb. quinquaginta denariorum Ianue pro quibus finito precio
vendo, trado et cedo tibi quarterium mee navis quam habeo in Saona,
que navis habet ancoras .vi. et agumina .vi. et paresias .il. et velas .11. et
velonos .il. et bene guarnita de alia sartia que pertinet navi de qua sartia
tota vendo quarterium. Quem quarterium navis et sartie tibi tuisque here­
dibus aut cui dederis vel habere statueris ab omni homine sub pena dupli
prout valet aut valuerit legitime deffendere et auctorizare promitto unde
om nia bona m ea tibi pignori obligo. Possessionem et dominium inde tibi
confiteor tradidisse et de precio me quietum et solutum voco abrenuncians exceptioni non soluti precii. Testes Wilielmus Guercius, Ogerius et
Agusinus, Primus Papa. Ante domum Aurie in qua Pusellus stabat. Eadem
die.
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1222 settembre 12
Simone di Camilla s ’impegna a trasportare a Messina un totale di
quarantacinque persone dietro il compenso di sette soldi per passeggero.
A.S.G., S.N., Cartolare 18, I, c. 65 v.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 74.
Ego Symon de Camila promitto et convenio vobis Oberto Colum­
bario de M ontenario cum .xi. sociis et unam compagnesa nomine Matelde Amore Dei, Iacobo ferrario de Maçario cum . x i i i i . sociis, Obertino
de M arcenasco cum .x. sociis, Guioto Ferragu de Scarmagno cum .V. socns,
dando pro quolibet sol.vn. denariorum Ianue quos a vobis accepisse
confiteor abrenuncians exceptioni et cet. Et debetis habere placiam desubtus coriorium et desuper et desubtus ponte si oporteret et portare
victualiam ad unum mensem, et si aliquis vestrum abesset possit indi­
care res suas ubi vellet, et si aliquod dampnum vobis evenire, quod absit,
non teneam ini restituere nisi ex communi voluntate esset, et ducere vos
Mesanam Deo propicio vel ubi navis portum fecerit et omnia que vobis
superaverint possitis extraere. Testes Albertus scriba, Balbus de Gavi,
Ogerius de Sancto Stephano. Actum ante domum Symonis de Camila,
m illesim o predicto et indictione, die . x i i . setembris, inter primam et
terciam.
1186 dicembre 9
Bernardo banchiere riceve in deposito da Maria Sarda una somma di
11 lire all’interesse dichiarato del 10 %.
A.S.G., S.N., Cartolare 2, c. 121 r.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 93; Oberto scriba de Mercato (1186), a cura di
M. C h i a u d a n o , Genova, 1940, doc. 316.
Testes Pantaneus Pedicula, Nicola Capra, Willelmus Lupus de Soselia
et Rainaldus Bonaventura. Ego Bernardus bancherius accepi a te Maria
Sarda lb. denariorum Ianue .xi. quas teneo in banco meo, quas promitto
tibi vel tuo certo miso redere usque ad dies .vili, postquam michi vel
m eo certo m iso a te vel tuo certo miso fuerint quesite et de tanto quan­
tum eas tenebo dabo tibi ad racionem de lb.x. pro centenario in anno.
Alioquin penam dupli tibi stipulanti promitto et inde omnia mea tibi
pignori obligo et cet. Actum Ianue, ante fundicum Pedicularum, nono die
intrantis decembris.
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1190 febbraio 18
Enrico banchiere riceve da Guglielmo fornaio e Rainaldo Bonaven­
tura la som m a di 220 lire, da Ottobono di Chiavica altre 50 lire, da utiliz­
zare per im prese comm erciali terrestri e per operazioni bancarie. I profitti
saranno ripartiti nella misura di due terzi ai prestatori, di un terzo al
banchiere.
A.S.G., S.N., Cartolare 2, c. 48 v.
Edizione in R . D r Tucci cit., p . 87; Oberto scriba de Mercato (1190), a
M . C h ia u d a n o e R . M o r o z z o della R occa , Genova, 1938, d o c . 154.
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Testes Bernardus Rufus, Willelmus Lucensis Credo et Bartholomeus
bancherius. Ego Enricus bancherius accepi a vobis Wilielmo fornai io et
Rainaldo Bonaventura in societate lb. denariorum Ianue .ccxx., silicet ab
utroque lb.cx. et a te Otonebono de Clavica lb .L . Cum ista societate
debeo laborare in terra et in banco usque ad .i. annum. Proficuum
et capitale quod Deus in ista societate dederit, cum toto lucro quod Deus
mihi inde vel occasione rerum quas in banco habuero, in vestra vel vestri
certi m isi potestate mittere prom itto et extracto capitali tercium lucri
habere debeo. Omni sero debeo predictam societatem in vestra potestate
m ittere. Insuper iuro super Dei evangelia predictam societatem et si
quid super societatem mihi comiseritis salvare, custodire et non infraudare et in vestra vel vestri certi misi potestate mittere et asignare
et totum ut predictum est com p lere....
1190 febbraio 27
L’astigiano Ottolino di San Martino si riconosce debitore nei con
fronti del banchiere Enrico per la somma di 41 lire di denari di Genova.
A.S.G., S.N., Cartolare 2, c. 52 r.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 104; Oberto scriba (1190) cit., doc. 188.
Osservazioni: si tratta di un contratto di cambio che probabilmente maschera
un contratto di mutuo.
Testes Bernardus Rufus, Lanfrancus Ventus et Vivaldus çocholarius
et TJrsus çocolarius. Ego Otelinus de Sancto Martino Astensis accepi a
te Enrico bancherio tantum cambium unde promitto tibi vel tuo certo
m iso solvere usque dies . x v i i . intrantis maii proximi lb. denariorum Ianue
. x l . Alioquin penam dupli tibi promitto et cet. Et ego Ubertus Vaca Asten­
sis, si Otolinus non tibi bene compleverit ut supra, constituo me tibi pro­
prium debitorem et pagatorem predicti debiti sub pena dupli et cet. Actum
ut superius, eo die.
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C V I-C V II
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1197 agosto 28
Rolando « de Çimignano » dichiara di dovere alla prossima fiera
di Lagny la somma di 17 lire di provisini a Bertramo Bertaldo banchiere
in relazione di ciò che dichiara di aver ricevuto da quest’ultimo.
A.S.G., S.N., Cartolare 56, c. 186 v.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 116.
Ego Rolandus de Çimignano confiteor me accepisse a te Bertrame
Bertaldo bancherio tantum de tuis rebus unde tibi vel tuo certo misso in
fera Laniaci proxima lb.xvn. provesincrum solvere promitto. Et si peiorati essent dabo tibi pro s o I.x l v j . marcum argenti. Alioquin penam dupli
tibi stipulanti spondeo, quod si non fecero et inde in antea occasione huius
debiti mutuum vel expensas aliquas feceris vel in dampum incurreris
totum in verbo tuo vel tui certi missi et sine sacramento tibi stipulanti
restituere spondeo. Unde omnia mea bona tibi pignori obligo abrenuncians om ni iu r i.... Testes Aldricus Tertone, Baldacia Maloxellus, Willelm us de Orto, .xxvm . die augusti, eodem loco.
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1200 marzo 1°
Pietro di Sant’Agnese dichiara di ricevere dal banchiere Manfredo
« de Sorta » la som m a di 24 1/2 lire di genovini che promette di i imborsare
entro il m ese. Superato questo termine, pagherà un interesse mensile i
5 denari per lira, cioè del 25 °o all’anno.
A.S.G., S.N., Cartolare 56, c. 188 v.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 101.
Ego Petrus de Sancta Agnexia confiteor me accepisse a te Mani redo
de Sorta bancherio tot unde tibi vel tuo certo miso usque ad mensem
unum lb.xxv 1/2. ianuinorum solvere promitto. Et si plus tenerem, pro
m itto solvere tibi pro unaquaque predictarum librarum ad racionem
m ensis de beneficio donec tenebo dr.v. usque fueris solutus, quas ultra
voluntatem tuam mihi tenere non liceat. Alioquin penam dupli et cet
bona p ig n o ri.... Testes Rostagnus de Setetorio, Petrus Marçellus, W illemus de Sextetorio. Inter vesperas et sero, in , banco predicti Manfre i,
eodem die.
1200 marzo 1
Ugolino Cavarunco si riconosce debitore nei confronti di Guglielmo
Ferrario banchiere per la somma di 61 lire di genovini a seguito dell ac­
quisto di una partita di materia tintoria.
A.S.G., S.N., Cartolare 56, c. 188 v.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 10/.
Ego Hugolinus Cavaruncus confiteor me accepisse et comperasse
a te Wilielmo Ferrario bancherio tantum granam que est societatis tue
et lacobi socii tui renuncians exceptioni non accepte rei, unde tibi vel
tuo certo miso usque ad kalendas augusti proximi lb. sexaginta unam
denariorum ianuinorum solvere promitto. Alicquin penam dupli tibi
stipulanti spondeo, unde omnia mea bona tibi pignori obligo.... Testes
Willelmus Cursus de Covo, Raterius censarius, Petrus tinctor. In ecclesia
Sancti Georgii, eodem die et hora.
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1251 aprile 8
Il fiate Giacomo Bosco, insiem e al banchiere Giacomo Pinelli, di­
chiarando di aver ricevuto la somma di 95 lire di genovini, l'accreditano
presso il prete Guglielmo di Alba, qualificato come « mercator » e « canevarius », perchè questo la versi al latore del documento « ad hoc », rila­
sciato dal notaio Bartolom eo Fornari.
A.S.G., S.N., Cartolare 27, c. 139 r.
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B erretto, Documenti intorno alle relazioni fra Alba e Genova
riYYYTv Aln> BlbIioteca della Società Storica Subalpina, XXIII, 1906, doc.
a a a I \ , A. L attes , Nuovi documenti per la storia del commercio e del diritto
genovese Firenze, 1910, p. 38; A. E. S ayous, L’origine de la lettre de change,
Parigi, 1933, p. 46; R. Di Tucci cit., p. 121.
Reverendo in Christo fratri, domino fratri Wilielmo de Alba, mercatoi i et canevario dom us Dei Astensis, frater Iacobus Boscus et Iacobus
Pinellus, bancherius Ianuensis, salutem et omne bonum. Vobis presenti
instrum ento cupim us esse notum et vos rogamus quatenus latori huius
instrum enti presentis, pro nobis et nostro nomine certo nuncio nostro spe­
ciali, dari et tradi faciatis lb.LXXXXv. ianuinorum quia eas reccepimus in
Ianua ab eodem , renunciantes exceptioni non numerate peccunie et prom itim us tibi Bartholom eo Fornario notario, nomine dicti fratris Willelmi,
fìrmam et ratam habere et tenere solucionem predictam et contra in ali­
quo non venire et ut predictis fides adhibeatur publicum rogavi fieri in­
strum entum . Actum Ianue, in bancho dicti Iacobi, die .vili, aprilis, ante
terciam . Testes N icolosus Herodis de Mari et Iddetus Stanconus et Wilielm inus ferrarius de Castro.
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CXI
1253 novembre 19
Guglielmo e Ido Lercari danno mandato al nipote Guglielmino di
pagaie a G ioidano Rondane, od a Nicoloso Bisia o ad Ambrogio Vallicella,
2.200 lire tornesi sui crediti che essi vantano presso i Templari per conto
di Luigi IX, re di Francia.
A.S.G., S.N., Cartolare 29, c. 253 r.
Edizione in R. Di Tucci cit., p. 122.
Viio pi o\ ido et discredo Willelmino Lercario nepoti dilectissimo, Wil­
lelmus et Ido Lercarii fratres salutem et omne bonum. Prudencie vestre
tenore huius presentis instrumenti cupimus esse notum et vobis manda­
mus quatenus lordano Rondane vel Nicoloso Bixie seu Ambroxio Vali­
cene vel alteri eorum pro nobis dare debeatis lb. dua milia ducentas
turonensium ex illis quas prò nobis recipere debetis a thesaurario do­
mus templi Parisiensis, pro illustrissim o rege Francorum, secundum teno­
rem litterarum quas vobis tradidimus et quas dare tenemur Iohanni Ascherio nomine cambii; et si forte aliquis predictorum presens non esset,
eas dare debeatis alicui de societate dicti Iohannis Ascherii. Si autem
aliquis de societate predicti Iohannis Ascherii ibi presens non esset,
eas pro nobis dare debeatis alicui de societate Oberti Gothoherii et ab illo
cui dictam solucionem feceritis instrumentum nostro nomine recipiatis
de predicta solucione, quia tenemur dictam solucionem facere predicto
Iohanni Ascherio usque ad dies .vin., intrante mense ianuario proximo
per publicum instrumentum; unde dictam solucionem faciatis vel depo­
natis ita ne inde possem us in dampnum incurrere et promitimus firmum
habere quicquid inde feceritis sub vpotheca et obligatione bonorum no­
strorum et ut predictis fides plena adhibeatur de predictis, rogamus publi­
cum fieri [instrum entum ]. Actum Ianue, ante domum canonicorum Sancti
Laurencii qua habitat Willelmus de Valle speciarius, . m .cc.l i i i ., indictione
.X I., die .x v iin . novembris, post nonam. Testes Symon Lomellinus et
Thomas Lomellinus.
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CXII
1191 settembre 27
Nicola Leccanozze si assume ogni danno nella persona e nelle cose
che Guglielmo di Beders potesse subire nel regno di Sicilia.
A.S.G., S.N ., C arto la re 6, c. 50 v.
E d izione in A. Lati e s , L assicurazione e la voce « secura re » in d o c u m e n ti genoe .
*n Rivista del d iritto com m ercia le e del d ir itto generale delle
obbligazioni, XXV, 1927, p. 3 (d e ll’estratto); G. P. B ognetti, N o te p e r la storia
doc P<U44POrt° 6 dCl sa lv a c o n d o tto ■ Pavia. 1933, p. 353; Guglielmo Cassinese cit.,
Testes Bellobrunus de Castello, Gandulfus Figai, Bernardus nepos
Rubei bancherii. In pontili de Castello, die .in i. exeuntis septembris. Nicola
Lecanoce recipit super se Willelmum de Beders et res eius et res sibi com­
missas et quas habebit in potestate et eum securat et omnes res eius
et sibi com m issas a domino rege Trancherio Sicilie et ab omni homine
sui districtus, et si receperit aliquod dampnum in persona vel in rebus a
cornino rege vel a curia vel ab aliquo sui districtus, totum dampnum Nicola
pei se suumque heredem ei restituere promittit sub pena dupli in suis
onis. Et si ei foret ablatum pro dricto terre ultra consuetum ultra quam
so itum est recipere ab Ianuensi in pace olim, totum superfluum ei promit­
tit restituere sub pena dupli. Et si Willelmus vellet facere moram in
terra domini regis et Nicola vellet se removere, promittit habere et dare
cartam securitatis a domino rege ut sit securus in persona et in rebus sub
pena dupli de dampno ad quod perveniret in suis bonis. Et ita iurat attenc ere et restituere dampnum totum, si perveniret ad duos menses proxi­
mos, msi quantum remanserit licentia eius. Et iurat non facere vim nec
tortiare eum in persona nec in rebus in fraudem per se nec per alium
prò se.
Questo docum ento fu variamente spiegato dagli studiosi: per il Lattes,
intento a ricercare le origini storiche del contratto di assicurazione, si
nat t a di un docum ento di diritto commerciale connesso con un mutuo a
cambio marittimo; per il Bognetti si tratta essenzialmente di un salvacondotto, riconducibile, pertanto, al diritto pubblico. La forma del « securare » in tal caso non avrebbe altro significato che quello di salvaguar­
dare, nel regno di Sicilia, una partita di merci.
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CXIII
1347 ottobre 23
Giorgio Leccavelo assicura a Bartolomeo « Beses » per sei m esi 107
lire di genovini per un viaggio da Genova a Maiorca.
A.S.G., S.N., Notaio Tommaso di Casanova, 13, c. 333 v.
Edizione in E. B en sa , Il contratto di assicurazione del Medio Evo, Genova, 1884,
p. 192.
In nomine Domini amen. Ego Georgius Lecavellum, civis Ianuensis,
confìteor tibi Bartholomeo Beses, filio Bartholomei, me habuisse et rece­
pisse a te mutuo, gratis et amore, libras centum septem ianuinorum, re­
nuncians exceptioni dicte peccunie ex dicta causa non habite, non re­
cepte, non numerate et omni iuri.
Quas libras centum septem ianuinorum, vel totidem eiusdem monete
pro ipsis prom ito et convenio tibi solempni stipulatione redere et resti­
tuere tibi aut tuo certo nuncio per me vel meum nuncium usque ad men­
ses sex proxime venturos, salvo et reservato, et hoc sane intellecto, quod
si cocha tua de duabus copertis et uno timono, vocata Sancta Clara, que
nunc est in portu Ianue parata, Deo dante, ire et navigare presentialiter
ad Maioricas, iverit et navigaverit recto viagio de portu Ianue navigando
usque Maiorichas et ibi aplicuerit sana et salva, quod tunc et eo casu sit
presens instrumentum cassum et nullius valloris ut si factum non fuisset,
suscipiens in me omnem risicum et periculum dicte quantitatis peccunie
quousque dicta cocha aplicuerit Maioricis, navigante recto viagio ut supra.
Et etiam si dicta cocha fuerit sana et salva in aliqua parte, usque ad
dictos sex menses, sit similiter presens instrumentum cassum et nullius
valoris ac si factum non fuisset; et similiter si dicta cocha mutaverit viagium sit dictum instrumentum cassum et nullius valloris ac si factum non
fuisset.
Et in dictum modum et sub dictis conditionibus promitto tibi dictam
solucionem facere. Alioquin penam dupli dicte quantitatis peccunie tibi
stipulanti dare et solvere promito cum restitucione dampnorum et expen­
sarum que propterea fierent vel substinerentur, litis vel extra, ratis ma­
nentibus supradictis et sub ypotheca et obligacione bonorum meorum,
habitorum et habendorum.
Actum Ianue, in Banchis, in angulo domus Carli et Boniffacii Ususmaris fratrum, anno dominice nativitatis . m .ccc . x x x x v ii ., indictione .xv. se­
cundum cursum Ianue, die .xxni. octubris, circha vesperas. Testes Nico­
laus de Catio draperius et Iohannes de Recho, filius Bonanati, cives Ianuenses.
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CXIV
1425 agosto 27
Assicurazione di una nave di Pietro Ferrari e del suo carico pei un
viaggio da Porto Torres a Genova.
A.S.G., S.N., Notaio Antonio Fazio, I, f. 322.
Edizione in E. B e n s a cit., p. 223.
In nomine Domini amen. Infranominati, et quicumque ipsorum pro
infrascripta peccunie quantitate, sponte confessi fuerunt et in ventate
publice recognoverunt michi notario infrascripto tanquam publice per­
sone officio publico stipulanti et recipienti nomine et vice Antonii de
Martis speciarii in Ianua, licet absentis, et per me dictum notarium ipsi
Antonio licet absenti sese emisse, habuisse et recepisse tot de ipsius An­
tonii rebus et mercibus causa infrascripta, renunciantes....
Unde et pro quibus et quarum rerum et mercium precio et valore,
dicti infra nominati et quilibet ipsorum, pro infrascripta peccunie quantitate, promisserunt michi iamdicto notario, nomine et vice quibus supra
stipulanti et recipienti, dare et solvere dicto Antonio, seu persone legiptime
pro eo, hinc usque ad mensses quatuor proxime venturos infrascriptas
peccunie quantitates, videlicet:
Bartolomeus Lechavelum florenos viginti quinque ianuinorum;
Parmerius a Peli florenos viginti quinque ianuinorum.
Sub pena dupli e t ....
Ratis e t ....
Et proinde e t ....
Salvo et specialiter reservato, si quod navigium patronizatum
per Petrum Ferrarium de Boniffacio vel alium prò eo, qui, Deo propicio, na­
vigare debet ut supra, venerit, steterit et navigaverit ac aplicuerit in portum
Ianue et ibidem in dicto portu steterit ad salvamentum per horas viginti
quatuor postquam in ipso portu aplicuerit et ancoram in mari progesserit
necnon si naulia ipsius navigii, silicet res et merces super ipso navigio existentes et future, sana et salva conducta et exonerata fuerint in tera in
Ianua, quod tunc et his casibus presens instrumentum sit cassum, irritum
et nullius valoris et prò rata. Et inceptum sit et esse inteligatur huiusmodi
rixicum, postquam dictus navigius recesserit et seu veliffìcaverit de Portu
Turris de Sardinia.... sane tamen intelecto et predictis non obstantibus
quod si et quandocumque suprascripta naulia deficerent super ipso navigio,
quod tunc et eo casu totum huiusmodi rixicum sit, stet, remaneat ac esse
nichilominus inteligatur super corpore dicti navigii tantum ....
Actum Ianue, in Banchis....
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1427 aprile 29
Corrado Cigala, Antonioto Italiano e Battista Lomellini assicurano
a Dagnano di Oliva per 125 fiorini una partita di vino da trasportare a
Roma dall’Italia meridionale.
A.S.G., S.N ., N o ta io Branco di Bagnarci, II, c. I li t'.
Nomine Dagnani de Oliva. In nomine Do­
mini amen.
Conradus Cigalla fior, viginti quinque ian.
Antoniotus Italianus flor, quinquaginta ian.
Batista Lomelinus condam domini Batiste fior,
quinquaginta ian.
Actum ut supra.
Per il crescente aumento dei contratti di
assicurazione, il notaio era costretto a limitare
al minimo il documento, limitandosi a scrivere
in alto a sinistra il nome del beneficiario, al
centro i nomi degli assicuratori, di fianco a
destra l’oggetto dell’assicurazione e le eventuali
clausole.
Super vinis onustis
et seu onerandis in
castro Amari, Regii,
Neapoli et seu in
Neapoli et seu in
quovis dictorum lo­
corum per Anthonium Calvum sive alium prò eo et sive
per Iohannem
de
Prosio.
Super navigium patronizatum per Anto­
nium Rogum de Portumauricio sive alium
pro eo. Incipiendo risicum onustis dictis
vinis et onerando pro
rata et deinde dieta
vina conducta fue­
rint ad salvamentum
in Roma et ibi intera
ad salvamentum fue­
rint exonusta et cet.
Habeat vel non ha­
beat et cet.
Et credatur et cet.
Qui Dagnanus fuit
proptestatus
quod
hanc securitatem fie­
ri facit de commisione dicti Iohannis
de Prosio retenta ta­
men in se ipsum Dagnanum exactione et
cet.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
232 —
NOTAI GENOVESI NEL MEDITERRANEO E NEL MAR NERO
Il trattato del Ninfeo del 1261 (cfr. pp. 272-273) apriva ai Genovesi
la strada del Levante greco e del Mar Nero: su quella strada si posero
ben presto i notai chiamati a reggere le « scribanie » delle colonie. I d o­
cumenti che seguono non sono che pochi esempi del vasto raggio di azione
del notariato ligure.
... Item non possit nec debeat de cetero in
curia Ianuensium in Constantinopoli vel
Peyra vel in curia Ianuensium in Caffa nec
in curia Ianuensium in Cipro esse scriba
vel officium scribanie facere vel exigere vel
partem aliquam habere aliquo modo aliquis
qui non sit notarius de collegio notariorum
comunis Ianue...
(Statuti della colonia genovese di Pera cit.,
p. 777).
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
CXVI
1270 dicembre 8
Trapani
Franceschino di Camilla, capitano genovese, richiamandosi ad una
convenzione tra il comune di Genova e il re di Sicilia, si appella alla
curia dello stesso re per la protezione di merci e navi genovesi naufragate
nel porto di Trapani.
A.S.G., S.N., Cartolare 16, c. Ili r.
In presencia testium infrascriptorum et mei notarii infrascripti, sti
pulantis nomine cuius vel quorum interest vel intererit, dominus Francischinus de Camilla, capitaneus per commune Ianue in partibus ubi erit
presentis passagium, denonciavit, nomine et vice communis et requisivi!
viris nobilibus et discretis, dominis Iofredo de Beomonte cancellario et
Iofredo de Sarçinis, senescalco serenissimi regis Scicilie, omnes naves,
lignamen et res omnes et merces et peccunias que naufragium acceperunt
in portu Trapene, dicendo et allegando eisdem et cuilibet eorum sicut dati
ei ant ad audiendam et diffiniendam dictam questionem a dicto domino
i ege et quod ex parte communis denunciabat eis sedentibus pro tribunali
ad curiam et cuilibet eorum quod ex parte domini regis et dicti commu­
nis attenderent et observarent summam convencionis facte inter domi­
num regem et commune Ianue, facte et exemplate ab exemplo scripto per
manum Simonis de Castro . m .cc . l x v i i i i ., die . x i i . augusti, indictione .XI.,
in qua convencione apparet, et legi fecit coram predictis, sicut do­
minus rex promisit servare, custodire omnes Ianuenses et homines
Ianue et districtus in personis et rebus, sanos et salvos in toto regno et
terra ipsius et comitatu Provincie, tam sanos quam naufragos per se et
officiales eius, et de predictis precepit dictus capitaneus mihi notario fieri
publicum vel publica instrumenta, unum et plures ad quos pertinent, tam
communi quam perdentibus. Testes dominus Ugo comes Brene, Pupallus
Advocatus, Philippus Mallonus, Enricus de Mari, Franciscus Rapallinus,
Bucucius Bucutius, Baldiçonus Streiaporcus. Actum Trapene, in domo qua
habitat dictus dominus rex ubi predicti curiam regunt, . m .cc . lx x ., die . v i i i .
decembris, circa terciam, indictione .x i i i .
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CXVII
1265 giugno 19
Tiro
Lanfranco di Carmadino rilascia procura a Pagano di San Lorenzo,
Giacomo di Lavagna, Ambrogio di San Matteo e Guirardo Sperono per
la riscossione di quanto dovutogli dagli eredi di Cardinale di Soziglia.
A.S.G., S.N., Cartolare 65, c. 75 r.
In nomine Domini amen. Ego Lanfrancus de Carmadino facio, con­
stituo et ordino meos procuratores et certos nuntios Paganum de Sancto
Laurencio, Iacobum de Lavania, Ambrosium de Sancto Matheo, absentes,
et Guirardum Speronum presentem et recipientem et quemlibet eorum in
solidum ita quod occupantis non sit melior condictio et quod unus ince­
perit alter finire possit, ad petendum, recipiendum, postulandum, exigen­
dum et requirendum ab heredibus Cardinalis de Suxilia seu fidei commis­
sari is ipsius quondam Cardinalis vel altero eorum quicquid et omne id
et totum quod michi dare tenebatur et debebat dictus quondam Cardi­
nalis et quicquid et omne id et totum quod pro me ab aliqua persona
aliquo tempore receperit aliqua occasione sive causa que dici vel excogi­
tari possit....
Actum in Tyro, in domo communis Ianue, anno dominice nativitatis
.M.cc.Lxv., indictione .v i i ., die .xvim. iunii, circa vesperas. Testes Petrus
de Carmadino et Albertus speciarius de Suxilia et Ianuinus de Campis de
Suxilia.
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CXVI II
1279 agosto 2
Beyrouth
Ciacomo di Sigratico rilascia quietanza a Giovanni di Rapallo, fidecommissario dei beni del fu Vivaldo di Quinto, per la somma di 15 bisanti
saracinati dovutigli dal defunto.
A.S.G., S.N., Cartolare 65, c. 75 r.
E d iz io n e in C. D e s im o n i, Actes c it., p . 97 ( d e ll’e s t r a t t o ) .
In Christi nomine amen. Ego Iacobus de Sigratico confiteor tibi Io­
hanni de Rapallo de Rissecho, fideicomissario bonorum quondam Vivaldi
de Quinto, habitatoris in Baruto, ut continetur in testamento ipsius scripto
manu mei Petri de Bargono notarii infrascripti hoc anno, die .xxini. fe­
bruarii, me habuisse et recepisse a te solvente de bonis et rebus, que fue­
runt dicti quondam Vivaldi et que ad manus tuas pervenerant et qui tibi
restabant ex dictis bonis, facta omni ratione diligenter ad invicem, bissantios quindecim sarracinales ad iustum pondus Syrie, quos ipse Vivaldus
mihi dare tenebatur, ut continetur in testamento ipsius predicto, renun­
cians exceptioni non numerate et non habite peccunie et omni iuri...
Actum in Biruto, in logia Ianuensium. Testes magister Iordanus thesorerius in Biruto, Rahu de Beltrame et Berogninus Placerius. Anno domi­
nice nativitatis .M.CC.LXXVWI., indictione .vii., die secunda augusti, circa
terciam.
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239
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CXIX - cxx
1279 ottobre 30
Laodicea
Rolando m edico rilascia generale procura a Nicola « de Pampuris »
per la riscossione di quanto dovutogli da Guglielmo di Addone e da chiun­
que altro abbia avuto con lui rapporti di affari.
A.S.G., S.N., Cartolare 53, c.
E d iz io n e
in
122
r.
C . D e s i m o n i , A c t e s c i t . , p . 99 ( d e l l ’e s t r a t t o ) .
In Christi nomine amen. Ego magister Rollandus medicus facio,
constituo et ordino meum certum nuncium et procuratorem et loco meo
Nicolaum de Pampuris ad petendum, exigendum et recipiendum pro me
et meo nomine quicquid et quantum habere et recipere debeo seu petere
possum a Guillelmo de Addone sive de Cypro et a quacumque alia persona
quacumque occasione vel iure, cum scriptis et sine scriptis, et ad transi­
gendum, paciscendum et opponendum cum eis qui mihi debent et ad in­
strumentum quietantie eisdem faciendum ....
Actum in Leodichea, in plathea. Testes Philiponus de Naulo, Philipus
de Rollando et Petrus de Vintimilio Curius. Anno dominice nativitatis
. m .cc. lxxviiii ., indictione .vili., die penultima octubris, circa vesperas.
1279 marzo 14
Laiazzo
Il notaio Pietro di Bargone, redattore dello stesso atto che lo ri­
guarda, dichiara di aver ricevuto « in accomendatione » dal notaio Vivenzio di San Donato la somma di 1325 daremi nuovi di Armenia.
A.S.G., S.N., Cartolare 53, c.
E d iz io n e
in
90
r.
C . D e s i m o n i , A c t e s c i t . , p . 79 ( d e l l 'e s t r a t t o ) .
In Christi nomine amen. Ego Petrus de Bargono notarius confiteor tibi
\ ivencio de Sancto Donato notario me a te habuisse et recepisse in acco­
mendatione daremos mille trescentos viginti quinque novos de Armenia
implicatos in mea communi implicita, renuncians exceptioni non numera
te et non habite peccunie, doli mali in factum, condicioni sine causa et
omni iuri. Quos, Deo propicio, causa negotiandi, Damiatam et deinde Sy­
riam et Ayacium portare debeo, cum quibus lucrari debeo communiter
et expendere sicut ex aliis rebus quas mecum porto, habens potestatem
mittendi tibi ex ipsis quam partem voluero ante me cum testibus et
instrumento. In redditu quem Ayacium fecero et Syriam fecero, capitale
et proficuum dicte accomendationis in potestate tua vel tui certi missi
ponere et consignare promitto, quarta lucri in me retenta parte....
Actum in Ayacio, in domo qua habito. Testes Iohannes de Rapallo
de Risecho et Bocha Nocellinus Pissanus. Anno dominice nativitatis
. m .cc.lxxviiii., indictione .vii., die .xiin. marcii, circa terciam.
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CXXI - CXXII
1274 agosto 21
Soldaia
Lanfranchino di Savignone, in nome proprio e del fratello Rogerino,
rilascia quietanza a Bonifacio Dondidio per tutto quanto doveva loro.
A.S.G., S.N., Cartolare 121, c. 57 r.
Edizione in G . B r a t i a n u , Recherches sur le commerce génois dans la Mer None
au XI I I siècle, Parigi, 1929, p. 307. - Regesto in A. F erretto, Codice diploma ico
cit., I, p. 388.
In nom ine Domini amen. Ego Lanfranchinus de Savignono, filius et
em a[n]cipatus Guillelmi de Savignono ut dico de dicta e m a n c i p a t i o n e ,
tam meo proprio nomine quam nomine Rogerini fratris mei, confiteor
tibi Bonifacio Dondedeo me et dicto nomine a te habuisse et recepisse
integram rationem , solutionem et satisfationem de omni et toto eo quoc
mecum vel cum dicto fratre meo habuisti facere hinc retro quacumque
d e causa sive racione que dici v e l excogitari posset, r e n u n c i a n d o ..... pro
m ittens tibi dicto Bonifacio, tam meo proprio nomine quam nomine icti
fratris mei quod de predictis nulla im perpetuum fiet vel accio move i
tur, in iudicio vel extra, contra te vel heredes tuos per me vel dictum
fratrem seu heredes nostros vel habentem causam a nobis, liberando et
absolvendo, tam meo proprio nomine quam nomine dicti fratris mei, te
et bona tua de predictis per acceptilationem et aquilianam stipulationem
solem pniter in verbis deductam. Alioquin.... Actum Soldaia, in domo
qua habitat Enricus de Platea Longa, anno dominice nativitatis
• M . c c . l x x i i i i ., indictione prima, die . x x i . augusti, inter nonam et vesperas.
Testes Lançea de Messana et Petrus de Campo, filius Acursi de Campo.
1290 maggio 2
Caffa
lanino di Ancona vende a Pietro di Spigno una schiava circassa.
A.S.G., S.N., Cartolare 121, c. 25 r.
Edizione in G. Bratianu, Actes de notaires génois de Pera et de Caffa de a
fin du troizième siècle (1281-1290), Bucarest, 1927, doc. CCCVII.
In nomine Domini amen. Ego Ianinus de Anchona, titulo v e n d ic i o n is ,
vendo, cedo et trado tibi Petro de Spigno omnia iura, raciones e t a c c i o n e s
que et quas habeo et michi competunt seu competere possunt seu unquam
competierunt in quadam sciava mea nominata Corpa de prc-ienie Iarcaxia,
quam dimisi tibi in tua custodia cum recommendacione ita ut ipsis ìuri
bus, racionibus et accionibus uti possis, agere, petere, deffendere, exigere,
oponere, transigere et pacisci et omnia demum facere que
facere
p o tu i.... Actum in Caffa, in logia Ianuensium, anno dominice nativitatis
m illesim o .cc.lxxxx., indictione .ii ., die .ii . madii, inter terciam et nonam,
presentibus testibus Bernabove de Porta notario et Petro Torcimano pro
Ianuensibus.
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CXXIII - CXXIV
1274 luglio 19
Siwas
Lanfranchino Sapana dichiara di aver ricevuto da Giacomino Spinola
tanti aspri di Siwas per i quali s ’impegna a pagare a Genova 26 lire,
13 soldi e 4 denari di genovini entro un mese dalla richiesta.
A.S.G., S .N ., C a r to la re 121, c. 55 r.
E d izione in G. B r a tia n l, Recherches cit., p. 302. - Regesto in A.
d ip lo m a tic o cit., I, 377.
F e rre tto ,
Codice
In nomine Domini amen. Ego Lanfranchinus Sapana confiteor Iacobino Spinule, quondam Iohannini Nicolosi Spinule, me a te habuisse et
recepisse tot de tuis asperis Savasti, renunciando exceptioni non habito­
rum et non receptorum daremorum, doli in factum et condicioni sine causa
et omni alii iurii, unde et pro quibus, nomine iusti et veri cambii, tibi
vel tuo certo nuncio, per me vel per nuncium meum, dare et solvere pro­
m itto in Ianua libras viginti sex, soldos tresdecim et denarios quatuor
ianuinorum infra mensem unum postquam a me, per te vel nuncium tuum
requisite fu e rin t.... Et ego dictus Iacobinus confiteor et protestor quod
dictum canbium est de mea communi racione et Guillelmi Spinule socn
mei. Actum Savasto, in fondico Palvi Calatazai Sarraceni, anno dominice
nativitatis . m . c c . l x x i i i i ., indictione prima, die .xvim. iulii, inter primam
et terciam. Testes Fredericus de Magdalena et Gabriel de Pagana.
1274 luglio 26
Vatiza
Bovarello Lercari s ’impegna a pagare a Gabriele di Pagana la somma
di 4.805 aspri bericati (o di Caffa) otto giorni dopo il suo arrivo a Soldaia,
in cambio di 3.100 aspri di Soldaia.
A.S.G., S .N ., C a r to la re 121, c. 55 v.
E d izion e in G. B r a t i a n u , Recherches cit., p. 306.
In nomine Domini amen. Ego Bovarellus Lercarius confiteor tibi
Gabrielo de Pagana me a te habuisse et recepisse mutuo gratis et amore
assperos soldaninos tria milia centum .... unde et pro quibus, nomine iusti
et veri cambii tibi vel tuo certo nuntio per me vel meum nuntium dare et
solvere promitto assperos bericatos quatuor milia octingentos quinque
infra dies octo postquam in Soldaia applicu[er]o ad risicum et fortunam
m onete quam in Soldaia tu dictus Gabriel portabis. Alioquin penam dupli
cum omnibus dampnis et expensis.... Actum Vatize, iusta domum qua
habitat Guilielmus Mastracius de Sancto Petro de Arena, anno dominice
nativitatis . m . c c . l x x i i i i ., indicione prima, die .xxv. iulii, inter vesperas et
completorium. Testes Guilielmus ferrarius de Sancto Thoma et Bonaventurinus de Domo.
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244 —
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1346 settembre 12
Chio
Convenzione tra Simone Vignoso, ammiraglio della flotta genovese,
e la nobiltà greca di Chio.
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C i v ic a B e r io ,
Codex Chiensis, m . r. C f. a r m . 15, c . 1 r.
Edizione in C. P a g a n o , Delle im prese e del dominio dei Genovesi n e l l a Grecia,
Genova, 1852, pp. 262-266; P . A r g e n t i, The occupation of Chios by thè Genoese
and th eir a d m in is tr a tio n of thè island ( 1346-1566), Cambridge, 1958, II, PP•
Dactio Grecorum civitatis et insule Chii et conventio inter eos et
dominum Simonem Vignosum, armiratum galearum .xxvini., .M.ccc.xxxxvi.,
die martis, duodecima septembris.
In nomine Domini amen. Cum s t r e n u u s vir d o m i n u s Simon V i g n o s u s ,
civis laudabilis et popularis civitatis Ianue, pro comuni Ianue et excellenti
domino Ianuensium duce honorabilis armiratus felicis exercitus g a l l e a r u m
viginti novem Ianuensium et gentium ipsarum una con patronis et arma
toribus ipsarum quorum nomina inferius describuntur et cum gentibus
ipsarum gallearum usque die sexta decima mensis iunii proximi ad g u b e r
nandum sibi insulam et castrum Syi et incolas ipsius insule et castri tanquam odiosos et inimicantes Ianuensium hostiliter descendisset in insulam
predictam et circa castrum predictum condicto exercitu suo in obsidione
stetisset, tam per mare quam per terram dictum castrum cotidie debel
landò et invadendo et totam alliam insulam predictam, videlicet o m n e s
partes et contractas Mastici et Cardamile, Volisso, lo Pitio cum omnibus
suis pertinentiis sibi subgigasset iam diu et de tota insula utilitatibus et mtroytibus dicte insule predicte nunc habeat plenum dominium et posses­
sionem, et iam diu habuerit nisi de sollo castro Chii et ex dicta posessione
et guerra homines dicti castri redussi in dicto castro dicti loci dicte guerre
velint et desiderent finem imponere et tot in comoda per concordiam evi­
tare, Deo volente, ad honorem et exaltacionem comunis et populi Ianue
et domini ducis Ianue ac ipsius domini armirati et sociorum et patrono
rum predictorum et eorum nomine ex una parte et Protogurachari Tetragoniti, Costa Civi, Micali Coresi, Megasachelari Sevasto Coresi et Georgio
Agelasto, sindici et procuratores domini Callo lane Civo, capitanei castri
Syi et universitatis hominum dicti loci, habentes ad infrascripta ple­
num e t ....
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- 247
CXXV1
1283 novembre 16
A bordo di una nave veleggiante al largo di Creta
Oberto Boccanegra, podestà genovese in Siria, e molti mercanti geno­
vesi protestano contro la decisione del capitano della nave, sulla quale
sono imbarcati, di far vela verso l’impero bizantino anziché verso le coste
dell’Armenia secondo gli accordi presi.
A.S.G., S.N., Notai ignoti, mazzo XI.
Edizione in
G . B r a t ia n u ,
Rechercher
c i t . , p . 316.
In presencia mei notarii et testium infrascriptorum, dominus Obertus
Bucanigra, potestas pro communi Ianue in partibus ultram arinis..... omnes
predicti qui sunt in navi Lanfranchi de Savignono, denunciant ipsi Lan­
franco de Savignono, patrono ipsius navis, qu od .... omnes predictos
cum dicta navi ultramare ad partes Cypri et Ermenie, ut ipse Lanfrancus debet et promisit ipsis et sicut ipsa navis alevata fuit in
Ianua et cridata per civitatem Ianue voce preconis, et quod ipsos non
portet in Romaniam, quia nolunt ire aliquo modo in Romaniam et quod
si ipsos portabit in Romaniam, ipsos portabit contra eorum voluntatem,
quia non habent aliquam voluntatem eundi in Romaniam set ad partes
ultramarinas ut deb en t.... et de predictis predicti omnes rogaverunt me
notarium infrascriptum conficere de predictis p u b l i c u m instrumentum.
Actum in dicta navi, super caput Spate de Cleti, anno dominice nativitatis
■M.c c . l x x x i i i ., indictione .xi., die .xvi. novembris, in sero. Testes A l a m a n u s
M ensfocus et Manuel Merellus.
1284 gennaio 19
Pera
Oberto di Ono dichiara di aver ricevuto « in accomendatione » da
Filippo Diotisalvi la somma di 300 lire d’argento.
A.S.G., S.N., Notai ignoti, mazzo XI.
4- Ego Obertus de Ono confiteor tibi Filipo Detesalve me a te ha­
buisse et recepisse in accomendatione libras trecentas argenti in pondere
ad libram Ianue et cuniatas ad cunium Ianue et quod argentum est ut
dicis de racione quam extraxisti de Ianua in galea Conradi Picamilii et
sociorum et de quo argento sunt lib.LXX. in pondere Manuelis de Ono
et Iacobi Ususmaris lib.LV....... Actum in Peyra, ante Constantinopolim, in
domo Samuelis Streiaporci, anno dominice nativitatis . m .cc . l x x x i i i i ., in­
dictione .xi., die martis . x v i i i i . ianuarii, inter terciam et nonam. Testes
Manuel de Milexo et Willelmus Naalvius de Alexandria.
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CXXVII
1361 gennaio 28
Chilia
Giovanni Giambone, abitante di Pera, si riconosce debitore nei con­
fronti di « Fons Orendis » di Trebisonda della somma di 7 sommi d ar­
gento, restante da pagare per l’acquisto di una nave («ciguta»).
A.S.G., S.N., Notaio Antonio di Podenzolo, II, c. 3b.
In nomine Domini amen. Iohannes Iambonus, burgensis e t habitator
Peyre, quondam Jacharie, confessus fuit Fontis Orendis d e T r a p e ssu n d a
quondam Rendis, presenti et solempniter stipulanti, se eidem Fontis O ren ­
dis dare et solvere debere summos septem bonos argenti et iusti ponde­
ris ad pondus Chili, restantes eidem Fons Orendis ad habendum ex precio
cuiusdam medietatis unius cigute vocate Sanctus Theodorus vendicte per
ipsum Fons Orendis eidem Iohanni precio summorum decem argenti
prout de vendicione predicta apparet publico instrumento scripto et com­
posito manu mei Anthonii de Podenzolo notarii, scripto nunc paulo ante,
non obstante eidem Fons Orendis in aliquo quod de ipsis summis dictis
bene quietum et solutum vocaverit et abrenunciaverit prout in ipso intrumento continetur, cum in veritate dictos summos septem argenti a
me habere debeat ex causa predicta, renuncians.... Quos summos septem
argenti eidem Fons Orendis vel suo certo nuncio per ipsum Iohannem vel
suum certum nuncium, eidem solempniter stipulanti, dare et solvere promixit hinc ad mensem unum proxime venturum et hoc sub pena dupli et
de quo sive in quo contraheret vel ut supra non observaretur....
Actum Chili, in domo habitationis mei iam dicti notarii infrascripti,
anno dominice nativitatis . m . c c c . l x i ., indicione .x i i i . secundum cursum
Ianue, die .xxvm . ianuarii, circa terciam, presentibus testibus Segurano
Perrola sartore, habitatore Chili, interpretante predictis, et Gaspale Marocolo condam Gotiffredi, cive Ianue, ad hec vocatis et rogatis.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— 251
CXXVIII
1374 giugno 10
Rodi
Nicolò Sinistrario rilascia quietanza a Teramo di Savignone per la
somma di 20 ducati d’oro, prezzo di una schiava venduta dallo stesso ad
Antonio di Savignone.
A.S.G., S.N., Notaio Bartolomeo Gatto, c. 19 r.
In nomine Domini amen. Nicolaus Senestrarius, civis Ianue, con­
fessus fuit et in veritate publice recognovit Theramo de Savignono, habi­
tatori in Rodo, se ab eo habuisse et recepisse ducatos viginti auri boni et
iusti ponderis ex precio processuro de quadam sciava per eum venditam
Anthonio de Savignono vigore cuiusdam publici instrumenti venditionis
scripti manu notarii infrascripti hoc anno et die et de ipsis florenis viginti
auri boni et iusti ponderis se vocavit bene quietum et solutum ....
Renuncians e t ....
liberans e t ....
faciens e t ....
promictens e t ....
alioquin e t ....
su b ....
r a tis....
Actum in Roddo, iuxta macelum Roddi, anno dominice nativitatis
millesimo tercentessimo septuagessimo quarto, indictione .xi. secundum
cursum Ianue, die decimo iunii, parum post avemariam que pulsantur de
sero. Testes Bartholomeus Campana et Benedictus de Turri quondam
****** cjves ianue ad hec vocati et rogati.
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CXXIX
1374 luglio 11
Napoli
Pietro Carasio di Oneglia si riconosce debitore nei confronti di Gio­
vanni di Cavarunco di Nervi per la somma di due ducati d’oro.
A.S.G., S.N., Notaio Bartolomeo Gatto, c. 19 v.
In nomine Domini amen. Petrus Garasius de Unelia quondam Raffaelis, habitator Ianue, in contrata Sancti Thome, confessus fuit et in
veritate publice recognovit Iohanni de Cavarunco de Nervio quondam Symonis se ab eo habuisse et recepisse mutuo gratis et amore ducatos duos
auri boni et iusti ponderis.
Renuncians e t ....
Quos florenos duos auri boni et iusti ponderis dictus Petrus promixit et solempniter convenit eidem Iohanni vel eius certo nuntio vel procu­
ratori dare et solvere ad ipsius Iohannis vel procuratoris liberam volun­
tatem.
Alioquin e t ....
sub e t ....
ratis....
a cto ....
Actum Neapoli, in gallea dominorum Barnabe et Martini de Catania,
patroni et atoris per Petrum Catanie, existente in portu Neapolis ad
scalam, anno dominice nativitatis millesimo trecentessimo septuagessimo
quarto, indictione .xi. secundum cursum Ianue, die .xi. iullii, circha ve­
speras. Testes Thomas de Franega de Nervio quondam Pasqualini, Pelegrinus Oragia de Saulo magistro axie et Antonius Cervo de Vulturo calafactus ad hec vocati et rogati.
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1380 novembre 2
Zara
Pietro « de lo Pino de Saulo » rilascia quietanza a Pietro Sabina,
curatore dei beni del fu Quirico « Schaparri », per la somma di 8 ducati
d’oro dovutigli dal defunto.
A.S.G., S.N ., N otaio Antonio Felloni, III, c. 155 r.
In nomine Domini amen. Petrus de lo Pinu de Saulo confessus fuit
et in veritate publice recognovit Petro Sabine, tanquam curatori et cura­
torio nomine bonorum et hereditatis iacentis quondam Quirici Schaparri,
presenti et stipulanti se a dicto Petro Sabina, dicto curatorio nomine,
habuisse et recepisse in peccunia numerata florenos seu duchatos octo
auri, pro quibus dictus quondam Quiricus eidem Petro de lo Pinu tene­
batur et in quibus dictus Petrus Sabina, dicto curatorio nomine, vigore
testium productorum per dictum Petrum de lo Pinu et sententie late per
egregium dominum Gasparum Spinulam, capitaneum generalem galearum
Ianuensium et scripte manu Quirici de Thadeis, notarii eiusdem cancel­
larii, hoc anno, die .xxvn. octobris, extitit dicto curatorio nomine ad dan­
dum et solvendum ipsi Petro de lo Pinu condemnatus, de quibus dictus
Petrus de lo Pinu se bene contentum et solutum vocavit et vocat, renun­
cians ....
Actum in civitate Jadre, provincie Dalmatie, in vicho iuxta platheam
ecclesie Sancte Anastasie, anno dominice nativitatis millesimo trecentesi­
m o octuagesimo, indictione tercia secundum cursum Ianue, die secundo
novembris, hora paulo post tercias, testibus ad predicta presentibus Iacobo Adani de Portuveneris et Anthonio Frexeta de Portuveneris vocatis
ad hec et rogatis.
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CXXXI
1380 dicembre 6
Cefalonia
Stefano, figlio di Filippo di Zara, s’impegna per un anno al servizio
di Giovanni Restano di Voltri.
A.S.G., S.N ., N otaio Antonio Felloni, III, cc. 115 v. e 139 r.
In nomine Domini amen. Stephanus, filius quondam Philipi de Jadra,
provintie Dalmatie, prò eo et me notario interpretante de locutione sclavona in latinum et erga Franciscum de Ragusio, provintie Dalmatie, promixit et solemniter convenit Iohanni Restano de Vulture, filio emancipato
ut dixit Nicolai, presenti stipulanti se cum dicto Iohanne tanquam ipsius
famulum stare et perseverare hinc usque ad annum unum proxime ven­
turum ad sulcandum et collendum terras, vineas et possessiones dicti
Iohannis et ad quecumque alia debita obsequia artificialia que dictus Io­
hannes voluerit in domo eius et extra, die nottuque, bona fide, sine fraude
prout ipse Stephanus melius sciverit et potuerit, res et bona dicti Iohannis
que ad ipsius pervenerint manus iuxta posse salvare, custodire, furtum
in eis minime comitere neque comitere volenti asentire, adulterium in
eiusdem domo non perpetrare, uxorem intra dictum tempus contra suam
voluntatem non accipere necnon ad terminum anni unius predicti a sua
servitute et suggetione non aufuget neque separabit. Verssa vice predictus Iohannes Restanus, hec omnia aceptans et volens, promixit et so­
lemniter convenit dicto Stephano presenti eundem sive ipsum hinc ad
annum unum proxime venturum in ipsius Iohannis domo secum manutenere et tenere sanum et egrotum eidemque prebere vitum cibi et potus,
et vestitum calciamentorum et vestimentorum, dumtaxat secundum con­
gruam consuetudinem famularum et non iniuriam et suprapositum facere
sed potius postquam in dicto tempore bene et fideliter serviverit rela­
xare ....
Actum in insula Zufalonie, in litore maris cuiusdam portus dicte
insule deversus occidentem, anno dominice nactivitatis m illesim o tre­
centesimo octuagesimo, indictione tercia secundum cursum Ianue, die
sexto decembris, hora avemarie, presentibus testibus Francisco de Ra­
gusio, Anthonio de Calcinaria, Iohanne de Bonsegnore condam Leonis,
Dominico Castilia Bianco, habitatoribus insule Syi, consciliariis prescriptis
et lane Francopolo Dagmala de Syo ad hec vocatis et rogatis.
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1383 agosto 1
Famagosta
Da un verbale di un consiglio di guerra tenuto nel palazzo reale di
Famagosta.
A.S.G., S.N., N otaio Giovanni Bardi, c. 148 r.
Edizione in S. M a n g ia n t e , Un consiglio di guerra dei Genovesi a Cipro nel 1383,
in Atti della Società Ligure di Storia Patria, N.S., III (LXXVII), 1963, pp. 253-262.
Die prima augusti, in palacio regali Famagoste.
Super posta dacta et porrecta per serenissimum principem et do­
minum, dominum Iacobum de Lusignano, Dei gratia Ierusalem et Cipri
regem, dominos capitaneos maris et civitatis Famagoste et consilium infrascripti tenoris, videlicet quod in casu quo per prefactos procedi debeat
in guerrezando et guerram faciendo inimicis et emulis presentis insule
Cipri, infrascripti citati et requisiti sua porrigant consilia et avisationes
et dicant et consulant quicquid eis melius utilius et salubrius videatur
ad dictam guerram faciendam primo.
Percival Cibo consulit et dicit quod procedendo et guerram facere
debendo, de galeis fierent due partes volvendo insulam, dannifìcando et
guerrezando ac destruendo.
Anthonius Centurionus consulit et dicit in casu premisso presens
civitas Famagoste bene muniatur et cum omnibus galeis vadatur Baffam
ad expugnationem castri Baffe et ibi facere caput; deinde destruatur in­
sula, exceptis amicis domini regis et locorum ipsorum et dicit quod non
egrediatur ad partitum extra civitatem Famagoste.
Anthonius de lo Levanto dicit ut Antonius Centurionus.
Lanfrancus de Auria consulit et dicit in casu premisso quod tota
gens armigera domini regis et Ianuensis armetur ventis in Famagosta
nostris quatuor galeis et cum prefacta gente cum domino rege venientibus inimicis iuxta civitatem Famagoste, et viso posse accipere partitum
insultentur inimici. Item dicit quod mitantur due galee ad Caramanum
et ab ipso habeatur tota gens que sit sufficiens ad destructionem insule.
Item dicit quod cum restantibus galeis et uno grosso navigio accedatur
ad expugnationem Baffe et ibi fiat receptaculum ut fit in Famagosta, qui­
bus expletis cum galeis vadatur ad destructionem insule.
Paulus Spinulla consulit et dicit de transmisione in Turchiam ut
Lanfrancus de Auria et de Baffa similiter ut dictus Lanfrancus et non
ultra.
Gandulfus de Fossato consulit et dicit quod habeantur equi et cum
exercitu domini regis et communis Ianue et galearum accedatur ad Episcopiam, sed ante hec omnia transmitatur una galea in Turchia, qua me­
diante operetur haberi equos ducentos et in Episcopiam firmetur campus.
Andreas Maruffus dicit quod nullo modo accipiatur partitum per ter­
ram cum inimicis sed mitantur due galee in Turchiam....
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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CXXXIII
1470 gennaio 2
« Castrum Marsachalexii » (Barberia)
Giorgio Ordano di Cervo cede a Domenico e Giovanni Calvo la terza
parte di una nave («lembo»).
A.S.G., S.N., N otai ignoti, mazzo XI.
In nomine Domini amen. Georgius Ordanus de lo Cervo condam
Ansermi, sciens se esse participem pro uno tercio in uno lembo patronizato per Dominicum Steyra, in quo lembo etiam ipse Dominicus et
Iohannes Calvus, etiam de lo Cervo, sunt pro duabus terciis partibus,
volens dictus Georgius exire de dieta sua tercia parte, predicti participes
ad callegam mixerunt dictum lembum, traditum plus ceteris offerenti in
eo dictis Dominico et Iohanni pro libris centum quadraginta sex ianui­
norum ut sponte omnes predicti mihi notario nunc confessi sunt. Ideo
ipse Georgius cessit omnia iura que habebat in dicto lembo pro dicta
tercia parte cum omnibus iuribus et emolumentis spectantibus dicte
parti dictis Dominico et Iohanni presentibus et acceptantibus pro sese
et heredibus suis, quantum pro tercia parte dictarum librarum centum
quadraginta sex ianuinorum que essent libre .xxxxvin., sol.xm ., de.im .
quas dictus Georgius confitetur se habuisse et recepisse a predictis et
de ipsis se quietum et solutum vocavit et vocat...
Ita ut dictis iuribus....
constituens....
prom ittens....
Que om nia....
sub pena dup li....
cum restitutione...
r a tis....
et sub ypotheca....
Actum in castro Marsachalexii, in domo Panis, solita habitacione
mei notarii infrascripti, anno dominice nativitatis . m .c ccc . l x x ., indictione
secunda secundum cursum Ianue, die martis, secunda ianuarii, hora .xxn.
diei, presentibus testibus Guillelmo Bertolucio et Nicolao Lamberto de
Cervario ad hec vocatis et rogatis.
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— 263
NOTA
BIBLIOGRAFICA
Nell’impossibilità, per esigenze tecniche, di dare una bibliografia com­
pleta, riferiamo solo alcune delle opere più strettamente attinenti al tema,
A. Vigna, Codice diplomatico delle colonie tauro-liguri, in A tti della
Società Ligure di Storia Patria, VI e VII (parte I e II), 1869-81.
L. T. B elgrano, Documenti della colonia di Pera, in Atti della Società
Ligure di Storia Patria, XIII, fase. II, 1877.
C. Desimoni, Quatre titres de Gênes à Acre et a Tyr (1249-1264) in
Archives de l’Orient latin, II, 1882.
C. Desimoni, Una colonia genovese nella Georgia superiore, in Gior­
nale Ligustico, XII, 1886.
G. Bertolotto, Nuova serie di documenti sulle relazioni di Genova
coll’im pero bizantino, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXVIII,
fase. I, 1896.
C. Manfroni, Le relazioni tra Genova, l’impero bizantino e i Turchi,
in Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXVIII, fase. III, 1896.
N. Jorga, Storia coloniale ligure: i Genovesi nel Mar Nero, Genova,
1925.
V. Vitale, Le relazioni commerciali di Genova col regno norm annosvevo, in Giornale storico e letterario della Liguria, 1927.
E. S kryzinska, Iscrizioni genovesi in Crimea, in Atti della Società
Ligure di Storia Patria, LVI, 1928.
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1935.
R. Lefèvre, Le basi giuridiche dell’organizzazione genovese in Cipro,
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R. Lopez, Storia delle colonie genovesi del Mediteraneo, Bologna, 1938.
G. H ill, H istory of Cyprus, Cambridge, 1940-48.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
264 —
CIMELII INSIGNI DEL MEDIOEVO GENOVESE
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
CXXXIV
1157 feb b ra io
B r ev e d e lla C om pagna.
Copia m em br. del sec. XII in
B ib l io t e c a C i v i c a
« B erio
» di Genova.
Edizione in A . O l i v i e r i , Serie dei consoli del comune di Genova, in A tti della
S ocietà Ligure di Storia Patria, I, 1860, pp. 176-194; G.B., Il breve della C om ­
pagna del 1157, in Giornale Ligustico, 1896, pp. 65-73; Leges Genuenses, in H.P.M.
X V I I I , Torino, 1901, coll. 7-14; Codice diplomatico della Repubblica di Genova,
a c u r a di C . I m p e r a l e d i S a n t ' A n ge lo , in Fonti della storia d ’Italia d ell’i s t i t u t o
storico italiano per il Medio Evo, Roma, 1936-42, I, doc. 285.
CXXXV
1188 a g o sto
T ra tta to di p a ce ven ten nale con cu i il re di M ajorca e d il c o m u n e
d i G enova s ’im p e g n a n o alla reciproca p rotezion e dei loro su d d iti. Ai G en o ­
v e s i è c o n c e ssa lib er tà e sicurezza di co m m ercio in M a jo r ca e n e lla
S p a g n a , sen za p a g a m e n to di alcun d iritto , e p ro m essa l ’a s s e g n a z io n e di
u n fo n d a co , u n fo rn o , un bagno per un giorno alla se ttim a n a , e d i una
c h ie s a p er l’e s e r c iz io del culto.
Originale arabo in pergamena, con parafrasi latina interlineare, in A.S.G., A.S.,
T ra tta ti e negoziazioni politiche, busta 18 D.
Edizione latina in A . O l i v i e r i cit., pp. 382-384; edizione araba in M. A m a r i , N uovi
ricordi arabici per la storia di Genova (1234-1517). Testi arabici e facsim ili, in
A tti della Società Ligure di Storia Patria, V, 1873, pp. 600-606; edizione latina
in Codice diplom atico cit., pp. 341-344. - Regesto in P. L i s c i a n d r e l l i , T ra tta ti e
negoziazioni politiche della Repubblica di Genova (958-1797), in Atti della Società
L igu re di Storia Patria, N . S . , I (LXXV), 1960, p. 30.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
266 —
CXXXVI
1202 aprile
Sottom issione del comune di Savona al comune di Genova fatta
dal marchese Ugo del Carretto, podestà di Savona.
Originale membranaceo in A.S.G., A.S., Trattati e negoziazioni politiche, busta 3/6.
Edizione in H.P.M., Liber iurium Reipublicae Genuensis, I, Torino, 1854, doc.
CCCCXLVI; Codice diplom atico cit., Ili, pp. 210-214. - Regesto in P. L i s c i a n d r e l l i
cit., p. 41.
Osservazioni: il documento reca, oltre alla sottoscrizione notarile, anche le tracce
di due sigilli pendenti; esso è anche un esempio di « charta partita », di quei
documenti cioè che, redatti in duplice copia su un’unica pergamena, recavano
lettere di alfabeto o segni particolari nei punti in cui le due redazioni venivano
divise in modo da permetterne, attraverso i segni che restavano su ciascuna di
esse, il riconoscimento.
CXXXVI I
1239 luglio 26
Il Podestà di Genova promette al Nunzio pontificio di armare, in­
sieme al comune di Venezia, cinquanta galee per l’occupazione del regno
di Sicilia alle condizioni ivi indicate, di non fare pace separata con 1 Im­
peratore, di sottoporsi alla scomunica ed alla pena di 6.000 marchi di
argento in caso d’inosservanza. Il Nunzio promette ai Genovesi e ai
Veneziani una parte del bottino in proporzione delle spese da loro so­
stenute; promette ancora ai Genovesi in feudo la città di Siracusa, ai
Veneziani altra città della Sicilia, ai Genovesi tribunali e consoli propri
nel Regno, piena libertà ed immunità in Sicilia ed in ogni località che
sarà occupata col loro aiuto, la conciliazione coll’Imperatore se il Papa
farà la pace. Il trattato è subordinato all’adesione del comune di Venezia.
Originale membranaceo in A.S.G., A.S., T rattati e negoziazioni politiche, busta 4/49.
Edizione in Liber iurium cit., I, doc. DCCXLIX. - Regesto in P. L i s c i a n d r e l l i cit.,
p. 63.
Osservazioni: il documento originale (nella busta ne è contenuta anche una
copia autentica del 17 giugno 1245) è redatto dal notaio Ursone da Sestri, 1autore
del Carme per la vittoria genovese di Levanto (1242) edito in H.P.M., Chartarum ,
II e ripubblicato da G . B . G r a z i a n i nel 1877.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— 267
CXXXVI II
1248 marzo 10
Ugo Lercari, ammiraglio del re di Francia Luigi IX, ordina al notaio
Bartolomeo Fornari di redigere in « publicam formam » una lettera del
re di Francia relativa all’armamento della flotta per la Crociata.
A.S.G., S .N ., Cartolare 26, II, c. 30 r.
Edizione in L.T. B elgrano , Documenti genovesi editi ed inediti rigu ardan ti le due
crociate di San L udovico IX re di Francia, Genova, 1869, doc. VII; A.E. S a y o u s ,
Les m a n d a ts de S aint Louis sur son trésor et le mouvem ent in ternational des
capitaux pen dan t la septièm e Croisade ( 1248-1254), in Revue historique, CLXVII,
1931, p. 39 (d e ll’estratto).
In presencia testium infrascriptorum, dominus Hugo Lercarius,
admiratus illustris regis Francorum, precepit mihi Bartholomeo Fornario notario litteras inferius annotatas, eidem Hugoni et Iacobo de Le­
vanto missas, cum sigillo cereo pendente cum ipsis litteris, ab una parte
cuius sigilli est quedam vmago regis sedentis in catted[r]a et tenentis bacu­
lum cum flore in manu sinistra et in dextera manu florem cuius suprascriptio est « Ludovicus Dei gratia Francorum rex », et ab alia parte
dicti sigilli est quedam flos, in publicam formam reddigi ad rei memo­
riam retinendam, quarum tenor talis est: «Ludovicus, Dei gratia Fran­
corum rex, dilectis suis Hugoni Lercario et Iacobo de Levanto civibus
lanuensibus salutem et dilectionem. Mandavimus vobis quatinus usque
ad quingentas libratas vel sexcentas ad turonenses quarellorum ad unum
pedem de minori precio ad opus nostrum ematis quos facietis deferri in
navibus quas conduximus apud Ianuam quando venient ad portum nostrum
Aquarum Mortuarum et predictam peccuniam quam pro eis persolvetis per
vestras litteras patentes quas nobis super hoc mittetis Parisiis apud
templum vel apud Aquas Mortuas. Quando ibi veniemus ubi magis vobis
placuerit persolvi faciemus. Actum Parisius, anno Domini . m . c c . x l v i i .,
mense octubris ». Actum Ianue, ante domum qua habitat Axermus speciarius, . iYi . c c . x l v i i i ., indictione quinta, die .x. marcii, post nonam. Testes
Octo Belmustus et Iacobus Alpanis et Guidetus Picapetra et Axermus
speciarius et Symon Lomellinus et Nicolosus Calvus bancherius.
Per l'armamento delle flotte delle due crociate di Luigi IX di Francia,
cfr. anche tav. CXI.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
268 —
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
— 269
CXXXIX
1251 giugno 12
Giacomo marchese del Carretto si dichiara debitore nei confronti
di Guido, figlio di Giovanni Spinola, Pastono di Negro e Guido del fu
Giacomo Spinola per 2000 lire di genovini dando in pegno il trono di
Federico II.
A.S.G., S.N ., Cartolare 27, c. 175 r.
Edizione in L.T. B elgrano , L'interesse del denaro e le cambiali a ppo i Genovesi
dal secolo X I I al X V , in Archivio Storico Italiano, S. I li, III, parte I, 1866,
p. 118, n. 1.
Nos dominus Iacobus, marchio de Carreto, confitemur habuisse et
recepisse a vobis Guidone Iohannis Spinulle, Pastono de Nigro et Guidone
quondam Iacobi Spinulle lb. dua milia ianuinorum renunciantes ex certa
scientia exceptioni non numerate peccunie, doli in factum, conditioni
sine causa competentibus et competituris, pro quibus et pro cambio qua­
rum promittimus et convenimus vobis dare lb. mille sexcentas.... et pro
predictis observandis omnia bona nostra habita et habenda vobis pignori
obligamus et specialiter jaldastorium, auro, margaritis, lapidibus pre­
tiosis ornatum quod pro pignore si solutio non fuerit facta ad termi­
num supradictum, auctoritate vestra, nulla facta requisicione nec denunciatione et sine magistratus decreto possitis vendere et de precio habito
vel habendo promittimus credere simpliciter verbo vestro et nullam
questionem opponere maius fore precium quam nudo verbo vestro dicere
volueritis et de precio redigendo ex predicto pignore integram solucionem
in vobis retineatis de toto debito nostro, et si opponeremus vobis dicen­
tes quod maiori precio esset venditum, promittimus vobis dare nomine
pene duplum dicti debiti sub pena dupli et sub obligatione bonorum no­
strorum et quod nos et nostra possitis ubique convenire, renunciantes
fori privilegio. Actum Ianue, in curia Spinullorum, . m . cc . l i ., indictione
.vin., die .xii. iunii, post vesperas. Testes Nicolinus Spinulla et Bertholotus iudex et Lanfrancus Dugus Spinulla et Willelmus Spinulla.
Sulle vicende del trono di Federico II, passato alla sede genovese
della società fiorentina Mangiavacca e riscattato, nel 1253, da un rap­
presentante di Corrado IV, cfr. L.T. Belgrano cit., p. 118.
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
270 -
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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Chiesa Romana e tutti quei sovrani con i
trattato stesso.
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G e n o v a , l'im p e r o B iz a n tin o ’e
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272 -
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
Genova aveva subito sino allora, per evitare il peggio, una posizione
di secondo piano nell’impero Latino di Costantinopoli, fondato e protetto
da V enezia... Intavolate segretissime trattative con Michele Paleologo,
signore di Trebisonda, che a Nicea si atteggiava a continuatore ed erede
del superstite Impero di Bisanzio, il 13 marzo 1261 gli ambasciatori geno­
vesi strinsero a Ninfeo un’alleanza difensiva ed offensiva contro Venezia e
l’impero Latino, allo scopo di ristabilire l’impero Greco verso compensi
di possessi in Asia Minore e della sostituzione nel quartiere veneziano a
Costantinopoli. Quattro mesi dopo la convenzione, che per la prima volta
portava tra i firmatari i nomi dei consoli delle corporazioni dei mestieri,
oltre quelli dei nobili consiglieri del Comune, venne ratificata a Genova;
furono allora mandate al nuovo alleato dieci galere e sei navi minori,
comandate da Marino Boccanegra, fratello del Capitano del Popolo.
Quantunque l’armata genovese giungesse nel Bosforo quando già
Costantinopoli, per un colpo di mano, era caduta in potere del Paleologo,
questi mantenne i patti e lasciò che i Genovesi distruggessero a suon di
musica la dimora del residente veneziano e ne portassero le pietre a
Genova, dove servirono a ornamento del Palazzo di S. Giorgio: riman­
gono ancora le teste dei leoni alle finestre del primo piano.
Era il principio del dominio sul Mar Nero, simboleggiato dal diritto
di stendere una catena tra le due rive del Bosforo e nella costruzione
o rafforzamento dei due castelli — almeno uno dei quali certo preesi­
stente — sulle opposte sponde. E ne derivarono le innumerevoli colonie
stese fino al Caspio e specialmente sulle coste della Crimea, che diedero
al commercio del Mar Nero e del Mar Caspio una prevalenza che le con­
seguenze delle interne discordie impedirono che si trasformasse in asso­
luto monopolio genovese.
< V . V it a l e ,
Breviario della Storia di Genova, Genova,
1955, I , p . 7 9 ).
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012- 273
CXLI
1291 aprile 3
Vadino Vivaldi dichiara di dovere ad Antonio « de Nigrono » la
somma di lire 500 di genovini per i quali s’impegna a pagare a Majorca
la somma di 527 doppie.
A.S.G., S.N., Cartolare 64, c. 199 r.
in
p a r z i a l e in L .T . B e lg r a n o , Nota sulla spedizione dei f r a te lli V ivald i nel
A tti della Società Ligure di Storia Patria, X V , 1884, p . 3 2 4 , n . 1.
In nomine Domini amen. Ego Vadinus de Vivaldo confiteor tibi
Antonio de Nigrono me prò me et Ugolino fratre meo habuisse et rece­
pisse a te libras quingentas ianuinorum, renuncians exceptioni non nu­
merate peccunie et omni iuri; unde et pro quibus et ex causa cambii
quarum, tibi vel tuo certo nuncio dare et solvere promitto per me vel
meum missum in Maiorica dubios quingentos viginti septem auri boni
rasidi et iusti ponderis ad voluntatem tuam et quandocumque volueris
tu vel nuncius tuus. Alioquin penam dupli dicte quantitatis cum dampnis et expensis que et quas propterea feceris vel substinueris tibi sti­
pulanti promitto, ratis manentibus supradictis; pro qua pena et ad sic
observandum omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo.
Actum Ianue, ante stationem Malocellorum. Testes Iacobus Vermis censarius et Bartholinus de Staiano. Anno dominice nativitatis . m . c c . nona­
gesimo primo, die .ni. aprilis, circa nonam, indictione tercia.
Sono gli ultimi preparativi della grande impresa: dopo poco tempo,
le navi dei due ardimentosi fratelli Vivaldi partivano da Genova « ad
partes Indie mercimonia utilia inde deferentes » per non fare più ritorno.
Sia che i Vivaldi intendessero attraversare l’Atlantico, sia che pensassero di
circumnavigare l'Africa, essi possono giustamente essere considerati i
precursori dei Diaz, dei Vasco de Gama, dei Colombo. I cartulari nota­
rili del tempo riflettono pienamente il fervore di iniziative che animava
in quei giorni la preparazione della spedizione che meritò anche il ricordo
degli Annali di Jacopo Doria: non ultimo segno di quante speranze e pro­
messe si celassero dietro la spedizione.
274 -
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
Tav.
CXLI
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-
275
CXLII
1306 o tto b re 25-29
Manuele e Leonardo Pessagno noleggiano a lanino Malocello e soci
due galee armate ed equipaggiate di tutto punto per caricare lana inglese
in Inghilterra.
A.S.G., S.N., Cartolare 124, c. 99 r.
Edizione in L.T. B elgrano, Documenti e genealogia dei Pessagno, a m m ira g li del
Portogallo, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, XV, 1884, p. 250.
In nomine Domini amen. Nos Manuel et Leonardus Pezagni, fratres
et patroni duarum galearum nostrarum, locamus et naulizamus tibi la­
nino Marocello, stipulanti et recipienti nomine tuo et nomine domini
Locerii de Aiguerigo et fratris Leonis Morigie, civium et mercatorum
Mediolani, et nomine filiorum ipsius domini fratris Leonis, duas galeas
bonas et sufficientes nostras ad eundum de Ianua ad partes Anglie causa
ibi levandi et honerandi in dictis galeis pro te vel predictis vel aliquo
eorum vel noncio seu procuratore tuo vel ipsorum vel alterius eorum,
tantam lanam de Anglia que sit cantaria duo milia septingenta ad cantarium Ianue, pro defferendo Ianuam pro naulo et nomine nauli et con­
dicionibus infrascriptis, promittentes tibi, dictis nominibus stipulanti,
dictas galeas expenssis nostris, dictorum fratrum, habere paratas, stagnas
et furnitas, armatas et guarnitas et bonas et sufficientes et cum sarcia,
conredo, vellis, antenis, arboribus, armis, victualibus et omni apparatu
ipsius bene et sufficienter et cum hominibus marinariis centum quadra­
ginta pro qualibet galea et infra kalendas madii proxime venturi cum
dictis galeis taliter armatis et furnitis ut supra separare de portu Ianue
pro eundo....
Emanuele Pessagno, che qui compare, fu nominato nel 1317 grande
ammiraglio della flotta portoghese dal re Dionigi, con diritto di trasmet­
tere grado e titolo agli eredi e con l'obbligo di avere sempre con sè venti
marinai genovesi.
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276 —
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— 277
C X L III
1444
Supplica di Percivalle Marihoni al doge di Genova, in favore del
navigatore Antonio Malfante, perchè gli venga concessa un’equa tassa­
zione all’atto del suo ritorno in patria.
A.S.G., A.S., Officium Monete, 716/6.
Edizione in R. Di Tucci, Il genovese Antonio Malfante, Bologna, 1935, p. 41.
Vobis illustri et excelso principi, domino Raphaeli Adurno Ianuen­
sium Duci et cet. ac Magnifico Consilio dominorum Antianorum humiliter
et devote exponitur parte devotissimi servitoris eiusdem dominationis,
Percivalis Marihoni, exponentis quod Antonius Malfante, filius condam
Thome, sunt anni viginti tres ab eius pueritia citra est absens ab hac
civitate Ianue. Hinc inde per diversas mundi partes discurrens, non ha­
bens in ista civitate parentes, domicilium nec penitus facultatem aliquam
et consequens nec cognitus nec nominatus est pro Ianuense in aliqua
avaria nec onere aliquo communis Ianue. Et merito, quia dictus quondam
Thomas pater eius tempore status illustrissimi domini ducis Mediolani in
maxima egestate mortuus est, relictis filiabus duabus: quarum una monica
facta est, altera vero maritata de exigua docte matris que mater mortua
est. Dictus vero Antonius pro sui probitate et virtute a pluribus et diligitur
et amatur inter quos ipse Percival unus est, qui dictum Antonium hoc anno
reperit in partibus occidentalibus ubi dictus Percival fuit, dictumque Anto­
nium ortatus est et rogavit ut vellet repatriare et in partibus alienigenis non
velit habitare: quibus rogaminibus et exortationibus dicti Percivalis noluit
acquiescere nec consentire. Ipse vero Percival, habens molestum quod
dictus Antonius ab ista patria debeat se alienare, operam dedit ut ab ali­
quibus personis benivolis ipsius Antonii sibi scribatur confortando eum
ut ad hanc patriam velit accedere, que persone sperant ipsum Antonium
assensurum, nisi vereretur in oneribus publicis contra debitum nimium
gravari. Igitur prelibatis dominationibus vestris humiliter supplicat dictus
Percival quatenus dignentur et velint, intuitu patrie et Dei, ipsi Antonio
providere de honesta et debita conventione, saltim pro annis quindecim
incipiendis quando dictus Antonius veniet ad presentem civitatem causa
in ea moram trahendi...
Su Antonio Malfante e sul suo viaggio attraverso il Sahara del 1447
si veda anche G. Piersantelli, La penetrazione commerciale genovese nel
Sahara a mezzo il secolo XV, Genova, 1937.
278 —
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Tav. C X L III
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CXLIV
1479 agosto 25
Verbale di deposizioni testimoniali in cui compare come testim one
Cristoforo Colombo su richiesta di Lodovico Centurione.
A.S.G., S.N ., N o taio Gerolamo Ventimiglia, II, f. 266, ora in Raccolta colom biana.
Edizione in U . A sse r e t o , La data di nascita di Colombo accertata da un d o c u m e n to
nuovo, in Giornale sto rico e letterario della Liguria, V, 1904, pp. 13-16; C ristoforo
C olom bo - D o cu m en ti e prove della sua appartenenza a Genova, G enova, 1931,
p. 136.
Testes pro domino Ludovico Centuriono.
In nomine Domini amen. Noverint universi et singuli presens publi­
cum instrumentum testimoniale inspecturi quod constitutus in presentia
mei notaii et testium infrascriptorum ad hec specialiter vocatorum et
rogatorum, Cristoforus Columbus, civis Ianue, requisitus hic in testem
et pro teste recipi et examinari debere ad eternam rei memoriam, ad
instantiam et requisicionem nobilis Lodovici Centurioni probare et fidem
facere volentis de infrascriptis.
Et primo probare intendit et fidem facere quod rey veritas fuit et
est quod cum alias de anno proxime preterito eo tempore de quo testes
dixerint, Paulus de Nigro, de commissione ipsius Lodisii et dicti Cazani
vel alterius eorum deberet mittere ad insulam Amaderie, causa emendi
certam quantitatem sucararum, et ipse Lodixius misisset dicta occaxione
ducatos mille ducentos nonaginta sive groxados mille ducentos nonaginta
sive valorem ipsorum dicto Paulo qui debebat emere rubas duo milia
quadringentas in plus sucarorum, Cristofforus Columbus, de ordine dicti
Pauli missus fuit ad insulam Amaderie et ibi incapparavit seu emit sum­
mam sucarorum supradictam, expectans a dicto Paulo promissionem
pecuniarum pro solvendo dictum precium, sed dictus Cristofforus non
habuit quam ducatos centum tres cum dimidio et ipsis computatis usque
in valorem tricentorum decem milium regalium monette Ulisbone in di­
versis partitis et diversis temporibus sicut per racionem dactam per
ipsu Cristofforum constat, itaque, propter defectum promissionis pecu­
nie non misse per dictum Paulum, dictus Cristofforus non potuit habere
totam summam sucarorum emptorum et incaparratorum nec potuit one­
rare super navigio patronisato per Ferdinadum Palensium Portugalense dictam quantitatem sucarorum, deffectu pecuniarum et ita fuit et est
rey veritas.
Con questo documento è possibile stabilire con una certa approssi­
mazione la data di nascita del grande navigatore, che l'Assereto afferma
essere nato tra il 26 agosto ed il 31 ottobre del 1451.
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
INDICE
G io r g io C e n c e t t i,
F ram co B o r la n d i,
Il notaio medievale italiano
La Mostra Storica
pag.
v ii
»
xxv
MOSTRA STORICA DEL NOTARIATO MEDIEVALE LIGURE
Prefazione di
G io r g io F a lc o
P a §-
5
La redazione del documento
notarile genovese: dalla charta all’ instrum entum
»
Il notaio nella vita politica economico-sociale del suo tempo
»
77
Il notaio negli uffici pubblici
»
79
Il notaio neH’amministrazione della giustizia
»
115
Il notaio e la Chiesa
»
139
Il notaio
»
149
Il costume, la superstizione, la medicina
»
171
La scuola e la cultura
»
193
Il notaio e la vita economica
»
205
Notài genovesi nei Mediterraneo e nel Mar Nero
»
233
»
265
G io r g io
D in o
C o st a m a g n a ,
Puncuh,
D in o P u n c u h ,
Cimeli insigni del Medioevo genovese
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
A u to r iz z a z io n e
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T ipografia F errari-O ccella
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N. 610
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19
L u g lio
1963
C. - A lessandria
Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
ATTI
DELLA SOCIETÀ LIG U R E
DI STORIA PATRIA
NUOVA SE RIE
IV
(LXXVIII) FASC. I
SUPPLEMENTO
GENOVA - MCMLXI V
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PALAZZO TURSI
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