411 - Dehoniani

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411 - Dehoniani
LETTERA DEL SUPERIORE PROVINCIALE
Mese di giugno 2010
Milano, 1 giugno 2010
in spirito di amore e riparazione!
Lamore di Cristo fu riparatore, a motivo della condizione in cui si trovano gli uomini, diagnosticata dalla Bibbia come
drammatica condizione di peccato e di inimicizia. A questa umanità, curva sotto il peso dei suoi molteplici mali, Gesù rivelò l amore di Dio Padre che attende con gioia di poterli guarire, liberare e perdonare; perdono che non chiede in antecedenza il dovuto risarcimento, ma offre gratuitamente la reintegrazione in un mondo di rapporto fatti nuovi dall amore. A
Gesù approdano i sofferenti di ogni specie di male, anzi è lui stesso che spontaneamente li va a cercare, perché egli non
esiste se non per salvare ciò che era perduto. Ma Gesù non si limitò a riparare il peccato dal di fuori, ma penetrò
all interno dell umanità peccatrice, identificandosi misteriosamente con essa, in un impeto di solidarietà ad oltranza, quale soltanto l innocenza assoluta avrebbe potuto concepire, e l amore più grande realizzare. Il suo amore fu consapevolmente riparatore, cioè dato a Dio a nome di una umanità che non lo poteva dare, per metterla in grado di poter lei stessa, a sua volta e in lui, compiere il suo ritorno alla comunione col Padre e con i fratelli.
È in questo contesto che cresce la vocazione riparatrice dei cristiani. Essa suppone una realistica consapevolezza del
mistero del male, visto non soltanto nei suoi effetti di danno oggettivo, ma anche in quelli intersoggettivi di relazione tra
gli uomini e Dio, dove il peccato rivela la sua massima potenza disgregatrice. Riparare è, sull esempio incoraggiante di
Cristo, farsi carico dei propri fratelli, rappresentandoli in qualche misura, vera e consapevole, anche davanti a quel Dio
che li ama ma non ne è riamato. Dimostrazione, questa, non certo di innocenza, ma di quanto si possa amare il proprio
fratello nella comune condizione di peccato.
Molte difficoltà nel concepire la riparazione forse provengono dal fatto che la si immagina distinta dall amore. Si parte
con il piede sbagliato se ci si domanda che cosa essa aggiunga all amore di specificamente suo, come se l amore fosse
soltanto la premessa di partenza che verrà poi oltrepassata e superata. Come per Cristo, così anche per noi la riparazione sta tutta nell amore; si risolve in esso senza lasciare residui né chiedere ulteriori supplementi ... perché solo
l amore riesce a immedesimarsi nella persona amata, a ritessere i rapporti interpersonali, a vincere la reciproca estraneità, a rifare l uomo. Lamore vero è sempre riparatore nelle condizioni attuali dell umanità, anche quando non si fregiasse
di questo nome, anche quando non se ne fosse consapevoli. La riparazione non è dunque una specialità esotica della
tavola dehoniana. Il binomio amore e riparazione a noi familiare non va dunque compreso come se formulasse le due
virtù cardinali della nostra spiritualità concepite come addendi che si assommano. Meglio sarebbe esprimerlo con amore riparatore , dove l aggettivo rimanda essenzialmente al suo sostantivo
(F. Duci, A proposito di riparazione, in Dehoniana 1988, pp. 197-198)
Carissimi confratelli,
volutamente ho ripreso l espressione in spirito di amore e di riparazione , cara alla nostra tradizione
dehoniana e così ben commentata dalle parole di p. Duci. Mi auguro che qualcuno senta la spinta a rileggere
l intero articolo da cui ho tratto la citazione; ne ricaverà solo bene.
Anche il Padre Generale nella lettera per la Festa del s. Cuore di questo 2010, richiama il meccanismo
della riparazione/rigenerazione presente nella solidarietà di Cristo con l umanità e ci invita a collaborare per
tenerlo operante dentro la Chiesa e la società, cominciando dalle nostre comunità (2.2 Un cuore aperto agli altri). Una specificità quella dell amore riparatore cui siamo chiamati.
Padre Dehon ha voluto che i suoi religiosi unissero in maniera esplicita la loro vita religiosa e apostolica all oblazione riparatrice di Cristo al Padre per gli uomini (Cst 6). Forse vale la pena chiederci, singolarmente e comunitariamente, se è presente o esplicito (almeno) il desiderio di unirci all oblazione riparatrice di
Cristo al Padre. Perché è qui che Egli (il Padre) ci chiama a vivere la nostra vocazione riparatrice come lo stimolo del nostro apostolato (Cst 23).
La solennità del Sacro Cuore e la chiusura dell Anno Sacerdotale
I due appuntamenti ecclesiali sono per noi. Due realtà che si abbracciano e si compenetrano. Se li richiamo è per sottolineare anzitutto la fonte da cui siamo nati (il Cuore di Gesù) e subito la tonalità con cui va
vissuta la vocazione di Sacerdoti del s. Cuore di Gesù.
La santità dipende dalla sua fonte, il Cuore di Gesù, dalla capacità di starvi collegati. Se siamo carenti di
santità, non è forse perché siamo carenti nello stare collegati alla fonte?
Occorre che ci aiutiamo a vivere un cammino permanente di conversione: dall individualismo alla fraternità, dall attivismo all abbandono, dall egoismo all oblatività, dal formalismo esteriore all adorazione come atteggiamento del cuore. Il patrimonio spirituale consegnato da p. Dehon alla Chiesa, del quale siamo responsa-
bilmente eredi, è il particolare dono di grazia rivolto a noi che ci mette in cammino e ci indica la strada perché
Cristo sia al centro della nostra vita. Lui è la vite, noi i tralci (Gv 15,5); solo così ci è possibile «portare molto
frutto». Se Cristo è al centro della vita delle persone e delle comunità, cambia l agenda, cambia l orario, cambiano i rapporti. Le nostre comunità si danno il tempo per condividere la Parola nella lectio divina, celebrano
insieme l eucaristia, invitano i fedeli all adorazione per la quale si radunano quotidianamente, condividono i beni e le risorse e prendono insieme cibo con letizia e semplicità di cuore (cf. At 2,46 Conclusioni XXII cap.
gen.).
Abbiamo bisogno di ritrovare l intimità con Gesù, di riaprire il cuore all ascolto e all accoglienza
dell amore di Dio, di vivere la Parola che predichiamo, di riaccostarci con frequenza alla confessione sacramentale, al confronto spirituale
Un intercessione speciale?
Davanti alle reali difficoltà che toccano alcuni confratelli, sto chiedendomi quale invito fare alla provincia in questa festa del s. Cuore. Se le crisi personali ci interpellano, può esserci l urgenza di un intercessione
speciale? Penso proprio di sì, se ci stanno a cuore i fratelli che Dio ci ha dato.
C è bisogno di una preghiera perseverante per chi tra noi sta vivendo smarrimento e delusione, incertezza sull autenticità della propria vocazione presbiterale e religiosa, impoverimento interiore, fragilità, immaturità
affettiva e relazionale, incoerenza. A volte c è di mezzo un amore umano che si impone come possibile novità ,
altre volte la ricerca di autorealizzazione che non sembra trovare compimento in comunità o nel ministero, altre
volte ancora una vita ricca di attività e povera di riferimento al Signore.
Davanti a tali limiti e fragilità, è relativamente facile cercare, e magari trovare, qualche causa (nell iter
formativo, nella carenza di confronto spirituale, nell accentuata voglia di autorealizzazione ). Ma quando le
crisi vengono dopo anni di vita in comunità? C è da chiedersi: dove ero io? dove eravamo noi che in quella comunità abbiamo vissuto? cos è mancato anche per mia / nostra trascuratezza? E poi, perché la testimonianza
della mia / nostra vita fraterna non ha dato il dovuto sostegno?
Vorrei che l invito si concretizzasse in uno specifico momento di adorazione eucaristica riparatrice
(p. Dehon, Testamento spirituale), per lasciarci coinvolgere in forma personale e comunitaria dall amore riparatore di Cristo al Padre per gli uomini. Ogni comunità individui un orario specifico (cosa non difficile, basta volerlo), proponendolo anche alla gente: magari a prosecuzione della celebrazione eucaristica o, anche, prima di
essa; può essere nella notte tra il giovedì e il venerdì, dove la nostra tradizione dehoniana poneva l ora santa.
E sarà importante se, nella concelebrazione della Festa del s. Cuore, faremo insieme la rinnovazione dei
voti (cf. libro di preghiera A gioia e gloria del Padre, pp. 399-400).
Cari confratelli, grazie!
La reciproca intercessione al Cuore di Gesù ci aiuti a rimanere nel suo amore per portare molto frutto
(cf Gv 15).
Con affetto e stima
p. Tullio Benini, scj
superiore provinciale IS
INFORMAZIONI
dal consiglio provinciale e dalle comunità
Il consiglio provinciale di maggio si è tenuto a Bolognano il 19-20 maggio. All OdG: > il lavoro
delle commissioni provinciali; > questioni economiche tra cui la situazione della Dehoniana Libri e la
chiusura della libreria di Roma; > una Onlus legata al SAM; > relazione sulla Missione dell Angola; >
preparazione dell Assemblea provinciale del 27 settembre
La funzione delle commissioni provinciali. Le tre commissioni (Spir-Apo, CIS, Pastorale) stanno facendo un prezioso lavoro. Su mandato del Direttivo provinciale stanno incontrando le comunità e affrontano di volta in volta tematiche specifiche. È una modalità questa di tenere più vivo il discernimento nel tempo del dopo-capitolo, a partire dalle comunità locali. Nella sua prossima seduta, il Consiglio
avrà un ulteriore incontro con i presidenti delle commissioni su due punti: - andamento delle singole
commissioni; - le maggiori urgenze e problematiche della nostra provincia.
Commissione di studio per la costituzione di una Onlus SAM. Il problema della Onlus si sta imponendo a partire anche dalla situazione in cui vengono a trovarsi le nostre segreterie dei benefattori. Accogliendo una indicazione del CAE, il consiglio ha costituito una commissione di studio (Matti, Comotti, Piazzalunga, Bano, Brena) con l incarico di studiare la fattibilità di una Onlus legata alla nostra
provincia, che va pensata in raccordo con le segreterie, in particolare quella di Genova, e con gli altri
organismi provinciali cominciando dal SAM.
Preparazione dell Assemblea provinciale del 27 settembre. Dopo quella di febbraio scorso sulla pastorale vocazionale, faremo un altra assemblea il 27 settembre (una sola giornata) su due questioni: la
nuova struttura per la comunità di PD e il tema delle segreterie (fonti di sostentamento / finalità / Onlus SAM). L economo provinciale e il CAE stanno preparando l informazione previa da far pervenire
alle comunità sui due argomenti.
La prossima seduta del Consiglio sarà a Milano nei giorni 16-17 giugno. All Odg, oltre le normali
questioni mensili, l incontro con i presidenti delle commissioni provinciali e l iter di preparazione
all Assemblea di settembre.
SETTIMANA DEHONIANA
Albino, 30 agosto - 04 settembre 2010
* Lunedì 30 agosto: relatore don Franco Brovelli, responsabile della formazione permanente
del clero ambrosiano. A lui è chiesta una rilettura dell anno sacerdotale; fisionomia ed emergenze del clero di oggi; la pratica del ministero negli ultimi venti-trenta anni.
* Martedì 31 agosto e Mercoledì 01 settembre: relatore p. Rossano Zas Friz de Col, gesuita e
docente di teologia spirituale alla Gregoriana. Tema del martedì: La dimensione teologica ed
ecclesiologica del sacerdozio. Identità del ministero dal Concilio ad oggi. Tema del mercoledì:
Identità del presbitero e del religioso. Aspetti storici, teologici e pastorali.
* Giovedì 02 settembre: mattinata dedicata alla riflessione personale (deserto), e nel pomeriggio i lavori di gruppo per condividere quanto si è meditato personalmente sui temi dei tre giorni
precedenti.
* Venerdì 03 settembre: la commissione pastorale anima la mattinata aiutando a riflettere sul
nostro impegno nelle parrocchie. Il pomeriggio è dedicato alla liturgia penitenziale.
* Sabato 04 settembre: la conclusione è affidata, come di consueto, al p. provinciale.
La settimana, oltre ai confratelli, è aperta anche alla famiglia dehoniana.
.
Giornata della fraternità provinciale
FESTA DEGLI ANNIVERSARI
Atto di oblazione:
Offriamo la nostra vita, perché si compia il disegno del Padre:
fare di Cristo il Cuore di mondo.
Volgiamo lo sguardo a te, Gesù crocifisso dal costato aperto, che ti sei consegnato a noi in quell ultimo gesto di
donarci il cuore. Caricato del peccato del mondo, rifiutato dalla terra e abbandonato dal cielo, sei stato trafitto a
morte. Ora, che vivi nella gloria del Padre, la tua piaga rimane aperta a dire l amore senza fine di Dio, a effondere la tua pentecoste di grazia.
La nostra famiglia dehoniana ha la gioia di ispirarsi al mistero della tua trasfissione: qui è nata e ha trovato grazia, ed è consacrata per un sacerdozio santo. Con la Chiesa, ti glorifica e ti benedice e proclama al mondo il tuo vangelo di misericordia.
Concedile il tuo perdono, sostieni la sua fede riconoscente, accogli la sua offerta quotidiana e rinnovala nel tuo amore, perché possa lavorare all avvento del tuo regno nei cuori e nella società. Amen.
INFORMAZIONI
Un fraterno benvenuto a tutti e a ciascuno, iniziando dal Padre generale, p. José Ornelas Carvalho, e
p. Claudio Dalla Zuanna, Vicario generale e consigliere di riferimento per la nostra provincia. La loro
presenza dà una valenza più ampia al nostro incontro; ci sentiamo in comunione più evidente con
l intera Congregazione, specialmente con i nostri missionari.
La giornata di fraternità, quest anno, è qui a Castiglione dei Pepoli sia per l invito esplicito di questa
comunità sia per unirci alla riconoscenza dell Istituto Statale di Istruzione Caduti della Direttissima
Scuola secondaria di Castiglione che ha voluto intitolare l Aula Magna ai Padri Dehoniani. La cerimonia si è svolta lo scorso 24 aprile, alla presenza del Dirigente dell Istituto, del Sindaco di Castiglione, della Presidente dell Amministrazione Provinciale di Bologna e di diversi nostri confratelli.
Anche noi esprimiamo un ricordo riconoscente per quanto i nostri confratelli hanno fatto in campo
dell istruzione con grande dedizione e in forma pionieristica, e incoraggiamo quanto sta ora avvenendo
con la cura dell unità pastorale del Castiglionese.
La mia informazione è avvio, quasi un introduzione alle informazioni che saranno date su alcune comunità, opere, missioni. Così nella comunicazione aumenta la stima e la conoscenza reciproca.
1 * Il tempo del dopo-capitolo Continuiamo a definire così il tempo che stiamo vivendo come IS sia
a livello di Direttivo che di comunità locali. Possiamo dire che i documenti capitolari PAP e PE sono il
continuo riferimento, che indicano anzitutto una modalità di cammino che poggia su 2 esigenze: - qualificare sempre più la vita delle comunità per alcuni elementi specifici che danno forma alla nostra vita fraterna (PAP 10); - una progettualità condivisa e peculiare per la nostra presenza nella Chiesa locale e sul territorio (PAP 14-15) attraverso un PAC rinnovato.
Le decisioni capitolari sono tante Abbiamo chiuso le GD e deciso l utilizzo dello stabile (sede unificata dei uffici CED / scuola gestita dalla Fondazione Malavasi). A Trento, dopo l avvio della comunità
SAG a Casa s. Cuore nel settembre 2009, col prossimo giugno assumeremo la parrocchia di Villazzano, mentre lasceremo le due parrocchie del Sacro Cuore e di Madonna Bianca. Stiamo cercando di attuare il dettato capitolare circa le case di accoglienza Albisola e Saviore (PE 25.28). Circa la struttura e
comunità Scuola Missionaria di PD ci sarà un informazione specifica. Per la pastorale vocazionale,
dopo l assemblea dello scorso febbraio, ci stiamo dando alcune linee comuni di impegno (proposte in
questi giorni). Non è facile coniugare ridimensionamento e qualificazione, ma ci stiamo provando, anche per quanto riguarda il CED e il Liceo Leone Dehon di Monza.
2* Formazione permanente - Su questo punto qualificante cerchiamo di muoverci tenendo presenti le
indicazioni del DP 82-87 + PAP 26.PE 16-18 (livello personale, comunitario, provinciale). A partire
dall Assemblea delle comunità (9-10 marzo 2009), la commissione Spiritualità e Apostolato continua il
lavoro di approfondimento e di individuazione di piste percorribile (vedi CUI maggio 2010).
A livello provinciale sono fissati tre appuntamenti:
La Settimana Dehoniana ad Albino dal 29 agosto al 4 settembre, sul tema del sacerdozio.
Gli Esercizi spirituali a Capiago dal 21 al 27 novembre, sulla Lettera agli Ebrei, animati da mons.
Mario Rollando (ex rettore del seminario di Chiavari e attuale parroco del duomo).
La formazione permanente per i superiori guidata dal camilliano p. Brusco: ha avuto inizio
nell ottobre scorso e proseguirà con due tappe all anno (pomeriggio / mattina). Il prossimo incontro è in data 11-12 ottobre, ad Albino.
3 * Commissioni / segretariati / assemblee delle comunità
e discernimento In questo dopocapitolo, oltre che importante, ci risulta insostituibile il discernimento a tutti i livelli. Da qui l esigenza
di dare maggior continuità e maggior forza ad alcuni strumenti: segretariati, commissioni, assemblee.
Il CAE si raduna mensilmente per un discernimento continuato sulle questioni economiche; il SAG
con la cadenza mensile degli incontri e il collegamento con le comunità locali, allo scopo di aiutarci a
prenderci seriamente cura dei giovani. Le tre commissioni hanno inoltre un mandato esplicito del Direttivo provinciale per lo studio delle tematiche, l incontro con le comunità, la definizione di iniziative
opportune. Per l Assemblea delle comunità: dopo quella di febbraio scorso, ne faremo una seconda il
27 settembre su due questioni: la nuova struttura per la comunità di PD e il tema delle segreterie (fonti
di sostentamento/finalità / Onlus); per tempo sarà preparata l informazione previa per il dialogo nelle
comunità sui due argomenti.
4 * Visita canonica Iniziata in dicembre, si concluderà a metà maggio, tempo dilatato perché da
metà febbraio fino alla domenica in albis sono stato impegnato in Angola e il raduno scj europeo sulla
formazione iniziale. Mi resterà poi di far visita ai nostri tre confratelli che lavorano in Germania. Dovunque ho sperimentato serenità e apertura al confronto sia a livello comunitario che personale; ho
potuto parlare con ogni confratello. A visita conclusa, come è avvenuto due anni fa, penso di riuscire
a preparare una valutazione sintetica che ci aiuti a far tesoro di quanto ci siamo detti ed evidenziato
nei dialoghi e discernimenti vari. Posso già anticipare che nel 2011 la visita canonica sarà fatta dal
Padre generale.
5 * In conclusione
Ricordo volentieri e con affetto i confratelli che festeggiano gli anniversari di professione e di ordinazione: a ciascuno di essi, al termine di questo incontro, daremo un piccolo segno di riconoscenza per
quanto sono e tutto ciò che hanno operato e operano.
Saluto e ricordo volentieri i nostri ammalati e anziani: ci sono di esempio per la perseveranza
nell oblazione riparatrice e nella disponibilità alla volontà di Dio; ad essi chiedo una specifica preghiera per il rinnovamento nella nostra spiritualità e per le nuove vocazioni.
Non posso non ricordare con particolare affetto gli ultimi due confratelli che ci hanno lasciato per entrare nella vita eterna: i pp. Cavazza e Pedron. Desideriamo raccogliere il loro esempio di zelo, di dedizione al Vangelo, di disponibilità. In particolare, la morte e il funerale di p. Cavazza sono stati vissuti da tantissime persone come un avvenimento di fede , una di quelle testimonianze forti e precise che
ci invitano ancor più a una vita santa. Il pensiero finale è per le vocazioni.
Abbiamo appena celebrato la Giornata mondiale di preghiera e ci stiamo impegnando come provincia
a trovare una rinnovata sintonia di pastorale giovanile vocazionale. Accanto ai nostri sforzi, dovremmo
metterci più preghiera: pregare di più, in forma esplicita, anche come comunità. Il Papa nel messaggio
per il 25 aprile ha scritto: La preghiera è la prima testimonianza che suscita vocazioni . Mi auguro
che non faremo solo pregare la nostra gente, ma ci metteremo in prima fila davanti al popolo di Dio in
questa supplica. La B.V. Maria di Boccadirio, madre delle vocazioni, ci sostenga con la sua materna
intercessione. E p. Dehon, nostro amato fondatore, ci stia accanto. Sempre in spirito di comunione e
stima.
p. Tullio Benini, scj,
Superiore provinciale IS
COMUNICAZIONE RELATIVA
allo scandalo dei preti pedofili
Castiglione dei Pepoli, 1 maggio 2010
Mi limito a una serie di brevi tesi dando per note le informazioni come do per letta l importante lettera
di Benedetto XVI sul caso pedofili ai vescovi irlandesi (Regno-doc. 7,2010,193).
1. È caduto il muro del silenzio. La valanga informativa, le linee guida elaborate da numerosi episcopati, quelle indicate dalla Santa Sede nel 2001 e ora spiegata a tutti, le ricerche di singole Congregazioni e ordini religiosi hanno archiviato definitivamente quella via prudenziale del silenzio percorsa
nel passato. I casi di pedofilia, o più comunemente per i preti, di efebofilia, avranno sempre meno barriere e discrezione. Il cambiamento si è prodotto nell arco di un ventennio. I primi casi pubblici e discussi sono registrati da Il Regno alla fine degli anni 80 in Canada, poi c è stata la grande tempesta
negli USA, poi l Austria, il Belgio, la Francia, l Australia, l Inghilterra, l Irlanda, la Svizzera, la Germania. Si è girato pagina grazie alle nuove acquisizioni scientifiche sul problema, al discernimento di
molti vescovi e alla decisione della Congregazione della dottrina della fede. Mi sembra emblematica
della convergenza raggiunta la dichiarazione recente dei vescovi svizzeri. In un comunicato del 31
marzo si dichiarano: «mortificati e sgomenti per i casi avveratisi di abusi sessuali». Riconoscono di
«aver sottovalutato l ampiezza del fenomeno» e «per questi errori chiediamo perdono». «Incoraggiamo
coloro che hanno subito abusi ad annunciarsi presso i centri di consultazione per le vittime e i corrispondenti centri diocesani e a sporgere eventuale denuncia. Ci importa che venga fatta piena luce sul
passato». Chiedono ai colpevoli di «assumere le loro colpe dinanzi a Dio e agli uomini, presentandosi
al loro responsabile». Confermano le direttive emanate nel 2002 e perseguono una migliore collaborazione fra diocesi e ordini religiosi. Per quanto riguarda l Italia abbiamo recensito nell Annale circa 10-12
casi all anno dal 2005 in poi, apparsi sui giornali. Nell ultimo consiglio permanente un vescovo partecipante mi ha raccontato della discussione lì avvenuta e della condivisa costatazione che in ogni diocesi uno o
più casi esistono. Noto che le diocesi sono 226. Credo che fra religiosi e religiose il discorso non sia diverso.
2. La priorità non è al clero, ma alle vittime. In parallelo al cambiamento di prospettiva è
emersa la necessità di dare anzitutto ascolto alle vittime. Lascio la parola direttamente al papa. «Avete
sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che
avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. In molti avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quanti avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di
fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo
stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza. È nella comunione della Chiesa che incontriamo la
persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Come voi, egli porta ancora le
ferite del suo ingiusto patire». Rispetto agli anni 60- 70 le scienze psicologiche e le esperienze fatte
hanno permesso di approfondire la gravità della violenza sessuale sui bambini e sugli adolescenti, il
silenzio difficilmente penetrabile dei colpevoli, la crescente prudenza sulla possibilità per i colpevoli di
un cambiamento definitivo e di una piena guarigione. Dagli anni 90 in poi sono state rese pubbliche le
linee guida di alcuni episcopati in merito, elaborate nell ambito dei rispettivi quadri giuridici nazionali.
E vanno recensiti anche i buoni frutti già raccolti. Negli USA e in Inghilterra, ma anche i Francia, le
denunce sono nettamente in calo.
3. Perversione, potere e cura. Per arrivare a comportamenti pedofili o efebofili è necessaria
una deriva verso la perversione e un contesto di potere.
Il prete e il religioso esercitano un potere sacro effettivo, in particolare nell educazione. La perversione
è possibile a tutti. Basta non essere vigilanti, tagliare le comunicazioni profonde con gli altri, avvolgersi in un cammino spirituale autoreferenziale. La sessualità non è così innocentemente romantica come
la comunicazione pubblica la descrive da molti decenni.
Essa può condurre ciascuno ad altezze impensabili, ma presenta anche pericoli di degradazioni senza
fine. Sorprende semmai che l unico peccato sociale riconosciuto sia quello della pedofilia, mentre le
altre depravazioni trovino schiere di difensori e di praticanti (dal turismo sessuale al consumo dei siti
porno in Internet, dall esibizionismo alla volgarità dei comportamenti pubblici, anche fra i vertici istituzionali). Si deve resistere al facile giustizialismo che si esercita solo sulla pedofilia e sapere che anche per i casi più gravi una qualche forma di cura è possibile. Il riscatto e il perdono sono possibili.
Come mostrano esperienze solidificate negli USA e in diversi paesi europei.
4. Deformatio Ecclesiae Reformatio Ecclesiae. Poche cose come la pedofilia dei preti riesce
a deformare l immagine della Chiesa. Ma anche questi drammatici eventi possono giovare a capire una
delle grandi note del Vaticano II, la riscoperta della Chiesa santa e peccatrice, la casta meretrix. È bella
la Chiesa voluta da Gesù come sposa santa e immacolata, sacramento necessario nella storia per annunciare la salvezza e per rendere viva, col dono dello Spirito, la potenza di liberazione del Signore.
Ma sa anche essere peccatrice fino al punto da potere oscurare il Vangelo, da trasformare i propri figli in
vittime. Per questo non deve avere paura di chiedere perdono quando questo succede. Ma con una duplice
attenzione: evitare di trasferire alla Chiesa la responsabilità personale dei credenti, come anche evitare di
riconoscere solo i limiti dei credenti senza voler vedere i peccati della Chiesa. Senza questa profondità spirituale l accumulo normativo potrebbe risolversi alla lunga in un nuovo centralismo vaticano, nella rimozione del tema fondamentale della misericordia e nell abbandonare a se stesse le vittime innocenti fra quanti sono o saranno denunciati per abusi sessuali. Il caso di mons. Bernadin insegna.
5. Il complotto non c è. Non si sa come nominare l onda mediale che ha investito la Chiesa
cattolica. Si parla di accerchiamento, di complotto, di campagna di aggressione, di distorcimento della
verità. Un accanimento non privo di malevolenza. Vi sono gruppi, poteri e correnti culturali che si accaniscono nella delegittimazione della Chiesa cattolica. Ma l idea di complotto è una scorciatoia troppo facile. I processi mediali hanno le loro logiche e i loro criteri. Impararli e praticarli vale più del facile anatema. Anche se i danni rimangono. In merito il card. Martini ricorda che quanto sta succedendo
«fa risaltare l inermità della Chiesa, il suo essere sempre affidata al Signore».
Per quanto riguarda noi, la nostra provincia religiosa, abbiamo già un testo di riferimento, una lettera
dell allora provinciale nel 2001 che ammoniva i confratelli ad una particolare vigilanza in merito. Si
diceva: «un eventuale comportamento di questo tipo non troverà alcuna copertura o giustificazione o
difesa da parte dei responsabili religiosi» e si invitavano tutti a piccole ma preziose norme di comportamento pratico.
P. Lorenzo Prezzi
domenica 23 maggio 2010
Pentecoste Missionaria 2010
La comunità di Bolognano è lieta di accogliere tutti i partecipanti e chiede anche un po di comprensione per possibili disagi... : così si leggeva su un foglio esposto all entrata con un cordiale benvenuto
a tanti laici e volontari venuti alla Pentecoste Missionaria 2010. Significativo si sia svolta a Bolognano, anche perché ricorre quest anno il 50° della comunità.
L idea, nata a ridosso dell Epimissio 2010 e lanciata in quell occasione, si è felicemente realizzata il
23 maggio a Bolognano con la Pentecoste missionaria che per la prima volta sbarca sulle sponde del
Lago di Garda.
Attorno ai padri missionari, che dopo 40-50 anni di missione ora sono missionari in un altra
dimensione, si sono stretti 200 laici, familiari e benefattori dei missionari, rappresentanti di varie onlus
(APIBIMI di Rovereto, CEFA di Milano, LADO A LADO di Concorezzo, SMOM di Milano, AVOMI
di Cambiago, RISORSE di Capriate, AMICI PER L AFRICA di Tre Baseleghe, VOLONTARI PER
LE MISSIONI di Lentate
) e volontari che collaborano con le nostre missioni dell Africa e
dell America Latina.
I padri, pur con i loro inevitabili acciacchi, erano veramente felici di vedere attorno a sé persone che
venivano da Lombardia (da Milano è arrivato un pullman), Emilia e Triveneto per sentire i racconti dei
missionari presenti e il tanto lavoro che svolgono i volontari laici, senza i quali molte strutture e attrezzature
in uso nelle missioni non sarebbero state possibili da creare e mantenere efficienti.
Dalla giornata una vera ventata di Spirito e di vita generosa nasce un grande senso di
riconoscenza: ai missionari anziani perché dalle retrovie sostengono con la preghiera e la loro vita
donata chi si trova ora in prima linea; alla comunità di Bolognano che, dopo il collaudo della carica
dei 101 del 1° maggio 2009, ha fatto la scommessa di organizzare la festa per un numero doppio di
partecipanti; al personale del SAM e della casa di Arco che si sono dati da fare nella preparazione e
nella serena conduzione della festa. Insomma un appuntamento ben riuscito, a detta di tutti.
Il momento centrale è stata l Eucaristia concelebrata nella strapiena e accogliente grande chiesa, presieduta dal p. Provinciale e conclusa con una benedizione speciale di invio-accompagnamentosaluto a Luana e Marco in partenza per due anni a Kisangani, a Franco Cazzola e Nico Giuliano che
vanno a Mambasa, e a Benigno Riva che ritorna al Gurue (Mozambico); dopo la messa, un momento
di riflessione a tema la missione dei laici , a cura del superiore della comunità p. Giampietro; le informazioni di p. Onorio su cosa si muove nel mondo dei volontari che vanno costantemente nelle nostre missioni a dare una mano con grande generosità unite ad alcuni interrogativi per riflettervi e per
verificare e migliorare tante iniziative in atto. Dopo la tornata del mattino un pranzo volante
così
era stato definito svoltosi per lo più all aperto ma anche nel salone polivalente e nel grande refettorio
del piano terra ripreparati dopo che i padri anziani erano già andati a riposare.
Il pomeriggio è stata una carrellata di testimonianze missionarie. P. Tullio Benini, con un interessante Power Point, ha informato sugli sviluppi e le prospettive della missione interprovinciale
dell Angola dopo la sua recente visita in questa nuova missione. A seguire, un aggiornamento sulle varie missioni: sono intervenuti p. Lamieri e p. Travaglia (Congo), p. Roat (Uruguay) e p. Rossi (Argentina), p. Panteghini (Camerun), p. Giorgi (Mozambico), p. Pilati (India). Tra le varie testimonianze dei
laici volontari (Annamaria come presidente della Compagnia Missionaria, Aurora Magri, Camillo Lonati, Gianni Carollo, Terzo Pattaro ), segnaliamo quella del dr. Piantoni che ci ha aggiornato sul
progetto Ospedale Marrere di Nampula (Mozambico) e raccontato la commovente, generosa ed originale solidarietà dei lavoratori della Breda ( salvadanaio per l Africa ).
Poi quella di Lidia, la nipote del grande missionario p. Longo, che ha insistito sull impegno e il desiderio di dare continuità e sviluppo all opera di suo zio puntando sulla formazione; infine Luigi Boffi, dei
Volontari per le missioni (onlus di Lentate che fornisce macchinari per falegnameria revisionati come novissimi) che, tra l altro, ha esortato i missionari a formare in loco tecnici che facciano la manutenzione indispensabile a conservare i macchinari efficienti.
P. Lamieri e p. Panteghini hanno toccato anche punti critici della missione, come quello della
formazione dei giovani religiosi africani che oggi portano con sé forti condizionamenti culturali circa
l economia e i rapporti con le rispettive famiglie di origine. P. Antonio si è dichiarato più noto per i
pozzi, pane e biscotti che per l impegno formativo delle nuove generazioni locali che gli stanno maggiormente a cuore, anche perché il futuro dehoniano in Camerun e Africa è nelle loro mani.
Sia p. Brunet al mattino che poi p. Onorio hanno insistito sull identità di un laicato che si fa
missionario a partire dalla comune sorgente del battesimo e come sua espressione connaturale, senza
dimenticare che il loro aiuto ai missionari deve sempre tenere uniti promozione della gente e testimonianza del Vangelo con i fatti, loro modo tipico di operare.
Per i dehoniani c è stata (maggio 2006) la Conferenza generale di Varsavia sulle missioni, che
ha rilanciato l impegno missionario sia dei laici che dell intera congregazione. Sfide nuove ci attendono, ma possiamo bene affrontarle, lavorando insieme, ciascuno con il proprio specifico apporto.
Nei momenti liberi dalla riunione plenaria c è stato tempo per incontrare i missionari rientrati
in Italia; incontri fatti di ricordi, di piccoli e originali episodi che riaffioravano gioiosamente alla memoria. Incontri di famiglia cordiali e simpatici, anche per chi non era mai stato a Bolognano o nella
missione del padre con cui conversava. Eppure sembrava si fossero conosciuti da sempre!
Insomma una giornata di vera Pentecoste , con aria nuova che apre orizzonti e uno splendido
contesto di cui godere insieme, in attesa di ripartire da questo incontro con maggiori informazioni e
conoscenze, ma soprattutto con il desiderio di ritrovarsi a riflettere, scambiarsi esperienze e continuare
più agevolmente a collaborare insieme per l unica missione.
Bolognano, dunque, è stata la 2ª tappa di quest anno dopo l Epimissio a Milano, ma ci si prepara già alla 3ª, fissata per il prossimo 16 ottobre, in sede da precisare; sarà un altro incontro simile ma a
mò di convegno per riprendere alcuni temi qui necessariamente appena accennati; in quella data saranno presenti anche i superiori provinciali delle varie missioni, dovendo venire a Roma per l incontro dei
superiori maggiori presso la nostra casa Generalizia.
Ci siamo conosciuti un po meglio e le antiche colonne delle missioni ringraziano i 200 che
hanno popolato questa ben riuscita Pentecoste missionaria 2010. (GB)
XI PELLEGRINAGGIO ALLE SORGENTI ,
con rinnovo della promessa di oblazione
(a cura di Rosanna Bocci Fiorelli, Oblata Dehoniana)
Carissimi fratelli e sorelle in Gesù ed in Padre Dehon, siamo all undicesima edizione del Pellegrinaggio Alle Sorgenti della Famiglia Dehoniana. È bellissimo e, direi, commovente, constatare come, di
anno in anno, il numero delle presenze a Loreto aumenti. Così, sabato 01-05-2010 e domenica 02-052010 sono giunte, presso i Padri Scalabriniani, circa 130 persone: alcune con macchine private (da Milano, Bologna, Padova, Foligno, San Benedetto del Tronto, Pagliare, Napoli), la massa da S. Antonio
Abate e da Andria, con due autobus, stanchissima, perché alla distanza si è aggiunta una lunga sosta
per la rottura di uno dei due mezzi. La S. Messa di apertura, perciò, viene concelebrata, intorno alle ore
20, con un ora circa di ritardo, dai tre padri dehoniani presenti: p. Fausto Colecchia, organizzatore del
tutto, p. Dino Cusmai, accompagnatore del gruppo di Andria, e p. Giuseppe Moretti, relatore
dell incontro sulla Preghiera .
P. Fausto, all Omelia, commenta l espressione Parola del Signore , Parola che si è fatta carne nella
Santa Casa (= I° Santuario Mariano al mondo), la Casa dell Eccomi della Madonna e di Gesù, i due
Eccomi che traducono anche il comandamento di amarci gli uni gli altri e che ci coinvolgono in pieno come dehoniani. Fa anche presente che quest anno la Famiglia Dehoniana festeggia una ricorrenza
particolare: il I° gruppo di Oblati Dehoniani compie 10 anni di Promessa di Oblazione, emessa il 2503-2000, nella Santa Casa, nelle mani del Provinciale del tempo, P. Trifone Labellarte.
Alla Preghiera dei fedeli, due Oblate, Rosanna e Antonietta, ringraziano il Signore, a nome di tutto il
gruppo, per i dieci anni di Oblazione donati loro, per aver condiviso momenti di gioia e di dolore, e
chiedono di essere tutti tenuti da Lui stretti nel suo Costato trafitto
Terminata la S. Messa, ci riversiamo rapidamente (sono le ore 21 circa) nella sala accanto, ove esplode
un appetito forte e gioioso : nei volti è palese la gratitudine a Dio per il dono di ritrovarsi ancora insieme come Famiglia Dehoniana. Il dopo-cena, come solito, è libero; ciascuno sceglie come viverlo e
con chi; molti salgono al Santuario ed intanto approfittano per partecipare agli altri la propria vitaoblazione di quest anno. L appuntamento comunitario è per il giorno dopo, ore 7,45, in Chiesa, per la
recita delle Lodi. Prima del termine, Rosanna ricorda che era il 25 Marzo del 2000, quando un piccolo gruppo
di undici persone, provenienti da varie parti del Centro-Sud d Italia, dopo un lungo cammino di formazione
guidato dal Maestro p. F. Colecchia, veniva nella S. Casa per impegnarsi ad amare col Cuore di Cristo, secondo la spiritualità oblativa dei Sacerdoti del S. Cuore di Gesù. Vengono letti i loro nomi per raccomandarli
singolarmente al Signore: G. Biferno E. D Amato A. e M. Di Paolo R. Fiorelli C. Gallelli B. Lione
M. R. e C. Maestoso A. M. Menichini C. Picella. Solo alcuni di essi oggi hanno la gioia di essere presenti.
Data l occasione vogliamo rapidamente ripercorrere la nostra origine:
Perché veniamo a Loreto? Perché P. Dehon ha avuto l illuminazione dal Signore di fondare il nostro
Istituto, seguendo la spiritualità del Cuore di Gesù, proprio a Loreto, durante una Santa Messa da lui
celebrata nella Santa Casa il 14 Febbraio 1877. È P. Dehon stesso a fornirci questa notizia quando, nel
1894, tornando di nuovo a Loreto, scrisse a p. Falleur, suo segretario e confratello, una lettera in cui egli diceva: Ho celebrato la Santa Messa, poco fa, nella Santa Casa. È là che è nata la Congregazione nel 1877.
Possa ella qui ritrovare oggi una vita nuova!
Ecco cosa veniamo a fare noi a Loreto: a trovare nuovo vigore, coraggio, forza; ecco perché per noi venire a Loreto significa tornare Alle Sorgenti .
Perché la Promessa è stata emessa (per ora da tre gruppi) sempre il 25 Marzo? Perché P. Dehon ha posto l Ecce
Ancilla di Maria e l Ecce venio di Gesù alla base della sua e nostra spiritualità che, perciò, è particolarmente legata
all Annunciazione, avvenuta nella Santa Casa e la cui ricorrenza cade il 25 Marzo.
Dopo il 25-03-2000 (precisamente il 09-07-2000) ha avuto inizio questo pellegrinaggio annuale. Noi
veniamo volentieri qui a rispolverarci nella mente, e soprattutto nel cuore, quanto nel Direttorio P. Dehon ci dice: Le prime parole di Gesù sono state: - Ecce venio! - (Eb 10,7); ma che cosa ha fatto dal
primo momento della sua incarnazione, fino alla morte? Ha compiuto la volontà del Padre suo celeste Anche voi abbandonate il vostro corpo, tutti voi stessi nelle mani di Dio ... Queste regole furono date a S. Giovanni sotto la croce Egli promise di seguirle rinnovava spesso il suo voto, la
sua promessa .
Anche noi (laici e religiosi) dehoniani, vogliamo seguire l esempio di S. Giovanni, perciò, veniamo
chiamati all altare: per primo il gruppo degli Oblati, poi il Gruppo delle sorelle consacrate della Provincia
Settentrionale, ed, infine, i Padri; ciascun gruppo recita una preghiera specifica, poi, tutti insieme recitiamo
l Inno Non tingat aras , preghiera per il rinnovo di voti o promesse. È un momento particolare, indimenticabile, eterno! È il massimo! Non potremo mai dimenticare questo XI Pellegrinaggio!
Commossi e col cuore pieno di gioia e di riconoscenza a Dio, ci concediamo una frugale colazione e,
poi, alle ore 9 circa, torniamo in Chiesa, davanti a Gesù, a meditare sulla Preghiera , guidati da p.
Giuseppe Moretti. Prima di iniziare, però, egli ci legge un messaggio di p. Luigi Cicolini, il nostro
Provinciale che, non essendo potuto intervenire all incontro come gli anni precedenti, si rende così
presente: Caro Padre Fausto e Famiglia Dehoniana, ricordo come momenti importanti per me gli incontri a Loreto So che celebrate il 10° anniversario delle prime promesse: è un momento di grazia...
In questi anni ho scoperto che la Famiglia Dehoniana è un dono per noi e che abbiamo la missione
di sostenerla e promuoverla Vi sono davvero vicino e vivrò spiritualmente i vari vostri e "nostri"
momenti Vi assicuro la mia preghiera e vi do la mia benedizione .
A questo punto p. Giuseppe si addentra nel tema: Pregare è una festa , donandoci una relazione
molto ricca; per carenza di spazio mi limito ad elencare qualche idea-base:
-- È necessario pregare, perché, come afferma Kierkegaard, nel suo Diario: Giustamente gli antichi
dicevano che pregare è respirare . -- Il terreno adatto perché il miracolo della preghiera metta radici
e si sviluppi, è il silenzio. Gesù dice: «Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera » (Mt 6,6ss).
-- Noi siamo malati di rumore Pregare è anzitutto tacere. Il contadino al curato di Ars risponde:
Non dico nulla: io lo guardo e lui mi guarda . -- Se il primo a prendere la parola nel dialogo Diouomo è stato Dio, il primo atteggiamento dell uomo è, di conseguenza, l ascolto (Gen 12,1-4). -- «Il
Signore tuo Dio in mezzo a te / / danzerà di gioia per te » (Sof 3,17). Dio desidera danzare con
coloro che ama. Uno spartito ideale per questa danza sono i Salmi... Gesù è stato il più grande interprete di questa danza. -- L'uomo della Bibbia trasforma in preghiera tutte le realtà che popolano la sua vita... vita e preghiera si coniugano insieme. -- C. Carretto dice: La preghiera è il sunto del nostro rapporto con Dio noi siamo ciò che preghiamo . (da Lettere dal deserto). -- P. Giuseppe termina leggendo la poesia Il Signore della danza di Sidney Carter. Grazie, p. Giuseppe! Ci hai dato materiale
per riflettere a lungo
Pieni di tanti insegnamenti riversati nel nostro cuore, ci dirigiamo, chi in macchina, chi a piedi, verso il
Santuario, ove celebriamo un altro momento importante, con tutti i gruppi presenti a Loreto in questa
Domenica: una S. Messa comunitaria, mentre la Madonna, Gesù e P. Dehon, insieme a tutti i celebranti, ci danno una benedizione carica di speranza, di forza, di incoraggiamento a cospargere il nostro
cammino quotidiano di infiniti Fiat alla volontà di Dio. Riprendiamo la via dell albergo per il pranzo, con il quale si conclude l XI° Pellegrinaggio, anche se per gran parte dei partecipanti c è ancora
una sosta a Tolentino, nella Chiesa di S. Nicola. Il nostro pellegrinaggio, come ogni anno, è un concentrato di tanti momenti significativi, vissuti con intensità a Loreto, ma rivissuti con più tempo e più
calma durante l anno, quando, pur se a distanza, ci ritroviamo tutti insieme nel grande Cuore di Gesù,
ove è presente anche Padre Dehon come nostro modello.
NOTIZIE DA TRENTO
Domenica 23 maggio, presso la Casa del Sacro Cuore, la Parrocchia di s. Stefano martire di Villazzano TN, ha salutato don Guido Limonta, che terminava con il 31 p.v. il suo mandato pastorale di parroco. La celebrazione eucaristica è avvenuta all aperto, nello spiazzo antistante Casa sacro Cuore. I vari gruppi parrocchiali, alla processione offertoriale, hanno in specifico reso grazie al Signore per
l anno pastorale 2009/10 e particolarmente per la presenza di don Guido in questi anni alla guida della
parrocchia. Al termine della celebrazione c è stata l attestazione di stima e riconoscenza da parte del
presidente della Circoscrizione di Villazzano.
È seguito il pranzo comunitario e un intero pomeriggio rallegrato da canzoni popolari e giochi per ragazzi.
Con domenica 6 giugno la parrocchia Santo Stefano martire di Villazzano viene affidata alla nostra
Provincia. E i pp. Giorgio Favero, come parroco, e Pietro Antonio Viola, come collaboratore pastorale,
iniziano il servizio pastorale.
Domenica 30 maggio presso la Parrocchia Sacro Cuore in Viale Verona c è stato il ringraziamento e
il saluto alla Comunità dehoniana che col mese di giugno lascia il servizio pastorale. Alla celebrazione
eucaristica erano presenti alcuni confratelli (i pp. Uez, Zanella, Flaim, Biada, Fochesato, Marinolli,
Bano) che nel corso degli anni hanno svolto servizio in questa comunità parrocchiale. Una targa marmorea è stata posta nella chiesa a ricordo della presenza dei dehoniani.
Sotto il tendone, è poi seguito il pranzo comunitario, durante il quale c è stato un particolare ricordo
per il parroco p. Gianni Boscato e una pergamena per gli altri padri.
Anche nella Parrocchia Madonna Bianca di Trento, domenica 30 maggio, in occasione della festa di san
Gaetano, c è stato il ringraziamento e il saluto della gente a p. Mario Peron, che conclude la sua presenza,
dopo lunghi anni di servizio pastorale, caratterizzati anche dalla costruzione del nuovo oratorio.
Si conclude un secondo periodo della nostra presenza a Trento, come è indicato nel Programma Esecutivo del X capitolo provinciale (n 28). Il primo periodo è stato caratterizzato dall attività di Casa sacro Cuore come seminario minore, il secondo dall avvio delle due parrocchie del Sacro Cuore di Madonna Bianca e dal servizio pastorale in esse. Il pensiero riconoscente va a tanti confratelli che hanno
operato in questa zona, spendendovi generosamente energie e passione apostolica, e a tanti nostri missionari che qui hanno iniziato la loro formazione.
COMUNITÀ TERRITORIALE DELL'ANGOLA
Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù
Dehoniani
Lettera ai Missionari Dehoniani in Angola
a conclusione della visita dei Superiori Provinciali
Cari Missionari in Angola,
I miei fraterni saluti in Cristo Gesù Risorto. Spero che tutti stiate bene, che abbiate celebrato con gioia
la Risurrezione del Signore Gesù e che le comunità stiano realizzando con generosità la missione loro
affidata, con la benedizione del Cuore di Gesù.
È già trascorso un mese da quando si è realizzata la nostra visita alla Missione Dehoniana in Angola.
Soltanto ora mi è possibile preparare per voi il documento finale relativo alle conclusioni della nostra
visita. Il documento che condivido con voi qui di seguito è già stato approvato dai Superiori provinciali dell Italia Settentrionale e del Mozambico (la prima redazione di questo testo fu presentata nella riunione dei superiori provinciali che facemmo a Viana nel pomeriggio del 15 marzo) e, più tardi inviata
al Superiore Generale, P. José Ornelas.
Questo documento comprende:
le impressioni generali della nostra visita;
la condivisione nelle comunità con le quali ci siamo riuniti;
condivisione durante i giorni nei quali si è svolta l'Assemblea della Comunità territoriale
dell Angola
alcuni orientamenti che risultano dai punti precedenti.
Vorremmo che questo documento, forse un po' lungo, aiutasse a rileggere la situazione presente della
missione dehoniana in Angola e a lanciare ponti verso il futuro, partendo dal dinamismo, dall'entusiasmo, dalla generosità e dalla gioia che tutti voi, missionari state mettendo in questo bel progetto della
Congregazione.
Da parte nostra garantiamo la nostra totale comunione con il vostro lavoro, il nostro appoggio e la nostra apertura per tracciare insieme il miglior cammino per la presenza dehoniana in Angola.
Introduzione
Dal 26 febbraio al 16 marzo 2010 i Superiori Provinciali del Mozambico (P. Carlos Lobo), dell'Italia
Settentrionale (P. Tullio Benini) e del Portogallo (P. Zeferino Policarpo) hanno visitato la Comunità
Territoriale dell'Angola.
Dal 27 febbraio al 2 marzo siamo stati a Luena per delineare, nei contatti con il Vescovo D. Tirso
Blanco, il progetto finale per la nuova comunità in quella città.
Dal 2 al 7 marzo siamo stati accolti nella comunità di Luau. Ci siamo riuniti con la comunità, abbiamo
visitato la missione, abbiamo celebrato col popolo, ci siamo resi conto del lavoro svolto dai nostri confratelli a livello di ricupero delle strutture (in questo momento la prima preoccupazione è di concludere
la ricostruzione della casa della missione), dell'evangelizzazione e dell'azione sociale (scuola, biblioteca, corso di informatica).
La sera del giorno 10 ci siamo riuniti con la comunità di Viana per ascoltare la relazione sul lavoro che
fanno nell'insegnamento, nella parrocchia, nella formazione e nella diocesi, e così essere informati sulle aspettative e le sfide per il futuro.
Dal 9 all'11 marzo si è tenuto il ritiro spirituale sul tema "L'identità sacerdotale alla luce del carisma
dehoniano". Ciascuno dei superiori provinciali ha dettato un giorno di ritiro.
Dall'11 al 15 marzo si è svolta l'Assemblea Territoriale con la presenza di tutti i confratelli e dei nuovi
missionari: P. Francesco Corposanto, arrivato in Angola il 26 novembre e i Padri Jean Paul e Max Atanga che sono arrivati la sera dell'11 marzo. Nel pomeriggio di sabato e nella domenica (giorni 13 e
14 marzo) non c'è stata Assemblea.
Il giorno della Nascita del Padre Dehon - 14 marzo - abbiamo celebrato nella Parrocchia di Nostra Signora del Rosario, ricordando il 5° anniversario della presa di possesso della Parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù (Luau), si sono benedetti e inaugurati i nuovi ambienti per la formazione della
Casa Padre Dehon. Alla festa hanno partecipato membri di varie congregazioni religiose con sede a
Viana. Si è benedetta anche la nuova auto per la comunità, di Luena.
L'Assemblea è terminata con l'Eucaristia, alle ore 12.00 del 15 marzo. Nel pomeriggio i superiori provinciali si sono riuniti per fare una valutazione della visita in Angola ed esaminare la relazione preparata dal Superiore Delegato del Superiore Generale, p. Zeferino Policarpo.
Il giorno 16 mattino, i superiori provinciali hanno lasciato l'Angola.
Durante questi giorni il Superiore Delegato del Superiore Generale, ha parlato individualmente con
ciascuno dei confratelli.
Questa visita in Angola ci ha dato la possibilità di conoscere più a fondo il lavoro dei nostri confratelli,
comprendere meglio le difficoltà e vivere con loro in fraternità, preghiera e lavoro. Lasciamo una parola di grande riconoscenza, stima e ammirazione per la missione che i nostri missionari svolgono nel
settore dell'evangelizzazione, della formazione, della ricostruzione e costruzione delle strutture necessaria per il lavoro missionario.
A. Valutazione globale
1. Con serenità, mutuo rispetto, semplicità e spirito costruttivo, abbiamo dibattuto e approfondito
gli argomenti relativi alla vita della missione dehoniana in Angola. L'ascolto dei vari relatori ci
ha aiutato a capire meglio la realtà di ognuna delle comunità e della missione in Angola, nel
suo insieme.
2. In futuro possiamo curare di più il metodo e il processo di elaborazione di questi relatori, affinché ciò che si presenta in Assemblea corrisponda con maggior fedeltà al pensare della comunità
e sia preparato con la collaborazione di tutte le persone coinvolte.
3. Rendiamo grazie a Dio per quello che, con il Suo aiuto, siamo stati capaci di fare a livello della
pastorale vocazionale e della formazione e a livello di costruzione e ricupero delle strutture che
ci aiutano a compiere meglio la nostra missione.
B. Vita comunitaria apostolica
4. Dopo la presentazione dei relatori e del susseguente dialogo, sottolineiamo i seguenti aspetti
positivi della vita comunitaria apostolica:
L'ambiente normalmente sano e fraterno che si vive nelle nostre comunità;
Il miglioramento delle relazioni e capacità di accoglienza e ospitalità fra la comunità
di Luau e di Viana;
La maggior presa di coscienza dell'internazionalità del Progetto Angola che ha portato
a fare alcuni progressi nell'accettazione dei confratelli di realtà e culture diverse. Si
nota che c'è buona volontà di fare di più in questo senso;
L'impegno e l'entusiasmo che tutti pongono nei lavori che sono chiamati a compiere.
5. Si sono anche rilevate alcune deficienze e difficoltà nella vita comunitaria apostolica:
Mancanza di programmazione più curata della vita di ogni comunità e della missione
nel suo insieme;
Qualche trascuratezza e disinteresse nel disporsi a partecipare a ciò che si è programmato;
Deficiente comunicazione tra le persone, anche in seno alla propria comunità;
Qualche trascuratezza nella partecipazione alla vita di preghiera della comunità, in
particolare all'adorazione eucaristica;
Mancanza di riunioni pastorali e di un maggior coinvolgimento dei vicari nelle decisioni relazionate con la vita delle parrocchie.
C. La nuova comunità di Luena
6. La nostra disponibilità per aprire la missione a Luena si basa su due aspetti: l aspetto pastorale
e l aspetto della formazione dei candidati, avendo perciò un piccolo seminario.
7. Nell'Assemblea siamo stati informati sulle ultime proposte del vescovo di Luena, D. Tirso
Blanco.
Intende consegnarci la parrocchia di Capango che fra poco sarà creata in una zona
limitrofa della città, nelle vicinanze del cimitero;
Desidera la nostra collaborazione nella pastorale diocesana: appoggio ai movimenti,
formazione, accompagnamento delle commissioni, insegnamento nel seminario inter-diocesano di filosofia;
Mette a disposizione una casa per installare la comunità nei primi tempi;
Ci concede il diritto di superficie del terreno della diocesi dove saranno costruite le
strutture parrocchiali e il seminario inter-diocesano. In una delle parcelle dell'immenso terreno potremo costruire le strutture che ci sembreranno più opportune. La diocesi non potrà accollarsi le spese di costruzione. Il diritto di superficie cessa se, per
qualsiasi motivo, lasciassimo la diocesi.
D. Tirso appoggia ed è d'accordo con la casa di formazione per i candidati dehoniani.
8. Di fronte a queste proposte l'Assemblea Territoriale chiede che con il vescovo si chiarisca meglio la questione del diritto di superficie. Si è dato anche il suggerimento di chiedere al vescovo
la cessione del terreno senza nessuna contropartita, tenendo conto di tutto il lavoro e l'investimento che abbiamo fatto nel ricupero delle strutture diocesane a Luau. Altra proposta è che il
terreno sia venduto alla Congregazione per un prezzo simbolico.
9. L'Assemblea è d'accordo che, appena possibile, si assuma la missione di Luena. II mese di giugno sembra il più indicato. Pensiamo anche che la pastorale parrocchiale e la pastorale delle
vocazioni devono far parte del progetto iniziale della nuova comunità e che la casa che sarà costruita sia semplice e con la capacità di accogliere un gruppo non molto grande di seminaristi.
Sono già stati indicati i nomi dei membri per la nuova comunità di Luena. P. Jorge Alves (Superiore), P. Maggiorino Madella, P. Luiz Claudio Casarim.
D. Amministrazione dei beni
10. Abbiamo pure fatto una riflessione sugli argomenti economici della missione. Costatiamo che
non è stato possibile fare un bilancio complessivo della missione dovuto ai ritardi della comunità di Luau nel presentare i suoi conti. In futuro questo può essere un aspetto da migliorare,
come pure la puntualità nel presentare i conti personali alla fine del mese.
11. Ci è anche sembrato necessario che nelle prossime Assemblee sia presentato una relazione più
particolareggiata delle uscite e delle entrate più rilevanti, perché si possa comprendere meglio
la ragione di essere di certi numeri.
12. Per una migliore regolamentazione, controllo e amministrazione dei beni disponibili in ogni
comunità, è necessario elaborare, a iniziare dal 2010, il preventivo annuale e anche triennale.
13. Ogni comunità deve organizzare un inventario dei beni che appartengono alla comunità, in modo da evitare confusioni e malintesi riguardo alla proprietà dei beni. Lo stesso deve essere fatto
in relazione agli oggetti e paramenti liturgici e ai beni della missione.
14. Per ciò che riguarda la distribuzione dei contributi delle Province tra le comunità dell'Angola,
l'Assemblea concorda che si può continuare col sistema attuale: tenere conto della situazione
concreta di ogni comunità, distribuendo con giustizia e non in forma equitativa. Secondo ciò
che si è condiviso nell'Assemblea e fino a che non sarà definito se ci sarà o no collaborazione
economica delle nuove Province impegnate nella missione in Angola, per il 2010 la distribuzione dei contributi può rimanere stabilita in questo modo:
Per la comunità di Viana: 20.000
Per la comunità di Luau: 40.000
Per la comunità di Luena: 40.000
Per la cassa comune: 10.000
15. Il tema dell'auto sostentamento ha portato ad approfondire la coscienza che tutti devono coltivare la preoccupazione di dipendere il meno possibile dall'esterno. Esistono già alcune forme
semplici di autofinanziamento: scuola di informatica, contributi di ministero, ricarica di batterie, produzione agricola, generi degli offertori delle messe, insegnamento... È necessario essere
più attenti a queste ed altre forme di auto sostentamento e valorizzarle come tali contabilizzandole con le entrate nei conti di ogni comunità.
16. Si è costituita una commissione per studiare altre forme di auto finanziamento, tenendo conto
di alcuni suggerimenti presentati nell'Assemblea. Questa commissione è costituita dai Padri
Domingos, Joaquim e Francesco. La commissione farà lo studio e dopo presenterà il risultato
delle diligenze effettuate.
17. Si è dedicato un po' di tempo a riflettere sulla cassa comune e il suo modo di funzionamento. È
un argomento che ha bisogno di maggiore riflessione per poter giungere a un modo comune di
agire circa l'amministrazione dei beni.
18. Anche senza la cassa comune (tal come la intendiamo), è già possibile orientarsi verso la creazione di un fondo comune. Questo fondo si potrebbe costituire con la partecipazione delle comunità, con gli interessi del fondo Patti per la formazione, con le offerte che i missionari ricevono durante le ferie, eccetto quelle che hanno finalità specifiche, con una parte dei contributi
delle Province impegnate nella Missione in Angola, con il denaro del progetto di auto finanziamento che venga ad essere instaurato a livello dell'entità.
19. Ringraziamo Dio per i beni che Egli ci sta donando, provenienti dal nostro lavoro, dalla generosità delle persone, dalla curia generale e dalle Province impegnate nel Progetto Angola. Continueremo ad aver bisogno di questi beni per lo sviluppo del progetto missionario. Ci è richiesto
un continuo atteggiamento di vigilanza affinché si sappia utilizzare questi beni con spirito di
povertà e di semplicità.
E. Pastorale vocazionale e formazione
20. La pastorale vocazionale e la formazione dei candidati ha sempre accompagnato la nostra venuta in Angola e ha fatto parte del progetto iniziale. In questo momento abbiamo cinque seminaristi e un postulante (Bartolomeo) che, fra poco, inizierà il noviziato in Camerun. Sono i primi frutti della messe e ringraziamo il Signore per questi doni che ci concede.
21. Con la benedizione e l'inaugurazione dei nuovi locali ci sono migliori condizioni per impegnarsi in questa area così importante per il futuro della nostra presenza in Angola.
22. La formazione di un altro formatore - il P. Jean Paul - significa anche la valorizzazione di questo impegno nella preparazione di persone capaci per accompagnare e formare le vocazioni che
23. Si è sottolineata l'idea, già presente nei documenti e negli orientamenti della Chiesa, che la comunità nell'insieme dei suoi membri deve essere formatrice. A sua volta, ognuno deve sentirsi
formatore. In seno alla comunità, l'équipe formatrice (superiore, formatore e direttore spirituale) ha responsabilità più dirette e, nell'équipe formatrice, il formatore disimpegna il compito
dell'accompagnamento specifico dei candidati. Affinché i risultati siano soddisfacenti, è essenziale che il lavoro sia fatto in équipe e che, allo stesso tempo, siano rispettate le attribuzioni di
ciascuno.
24. A Viana non c'è équipe di formazione nominata. Sarà necessario farla. Frattanto la comunità,
sentendone la necessità, ha costituito l'équipe di formazione: superiore: P. Maggiorino Madella;
formatore: P. Amandio; direttore spirituale: P. Vincenzo Rizzardi.
25. Le tappe della formazione sono state ben definite:
A Luena funzionerà il corso propedeutico (3 anni).
A Viana la Filosofia, prevalentemente. I candidati faranno il postulandato negli ultimi
due anni di Filosofia.
A Luau è pure possibile accogliere un piccolo gruppo di 6 giovani. Per questo è necessario che il vescovo della diocesi sia d'accordo che si utilizzino i locali della diocesi a
questo fine. È pure necessario che un membro della comunità sia direttamente responsabile dell'accompagnamento di questi adolescenti.
26. Riguardo alle altre tappe (noviziato e teologia), l'ideale è che si facciano in contesto culturale
dell'Angola. Ma non sarà possibile, nei prossimi tempi, pensare alla costruzione di nuove strutture per queste tappe, e neppure ci saranno persone per costituire nuove comunità di formazione. Perciò è necessario che siamo aperti all'internazionalità, facendo la formazione dei candidati insieme ad altre entità dehoniane in ambito africano.
27. In un prossimo futuro sarà necessario pensare a una Ratio Formationis per l'entità dell'Angola.
F. Nome ufficiale delle comunità
28. La casa di Viana si chiama Casa Padre Dehon.
29. La casa di Luau non ha nome, contrariamente a quello che si è detto nell'Assemblea. Non si
trova negli archivi alcun documento che attribuisca un nome a questa comunità. Ci sono, tuttavia, varie ipotesi e suggerimenti associati a un nome con riferimento al Cuore di Gesù. Che
nome assumere, allora, per la comunità di Luau? Dato che la parrocchia si chiama Parrocchia
di Santa Teresina del Bambino Gesù, la comunità potrà rimanere con questo nome: Comunità
Dehoniana di Santa Teresa del Bambino Gesù.
30. E che nome dare alla nuova comunità di Luena? Un nome suggerito per la nuova parrocchia
che D. Tirso ci consegnerà è: Parrocchia del Cuore di Gesù. Se sarà così la comunità potrà
chiamarsi Comunità Dehoniana del Cuore di Gesù.
G. Volontariato
31. Il volontariato è un'iniziativa molto valida e che si deve potenziare. Globalmente si è fatta una
valutazione positiva del progetto di volontariato attuato a Luau, nell'estate 2009. Tenendo conto
dell'esperienza, l'Assemblea ha stabilito i seguenti criteri e orientamenti per le future esperienze
di volontariato:
Informazione e coordinamento tra il superiore provinciale del Portogallo e il superiore
territoriale dell'Angola;
Che ci sia una preparazione conveniente dei volontari;
Che i volontari siano cristiani e vengano per dare una vera testimonianza di fede;
Che da parte delle comunità dehoniane dell'Angola ci sia disponibilità per praticare l'ospitalità in relazione ai volontari, salvaguardando, nella misura del possibile, gli ambienti e la privacy della comunità;
Che i progetti di volontariato tengano conto delle reali necessità alle quali si destinano,
siano ben coordinati ed eseguiti con discrezione e semplicità;
Che il numero dei volontari sia ridotto, di modo che non pesi troppo nel funzionamento
delle comunità dehoniane;
Che i volontari non siano un peso economico per le comunità.
H. Ferie dei missionari
32. Si constata che la struttura delle ferie come è stata organizzata non sempre è funzionale: due
anni di lavoro che poi corrispondono a due mesi di ferie. Sono state rilevate le seguenti lacune:
Un'assenza prolungata dal lavoro pastorale che dà origine a che molte cose (insegnamento, pastorale parrocchiale, formazione... ) non funzionino in modo adeguato durante
il lungo periodo di ferie;
II ritmo del lavoro è molto stressante e ciò fa sì che a partire da un certo momento la
persona non corrisponda a ciò che gli è chiesto, perciò diventa difficile passare due anni
di seguito senza ferie;
Nonostante i mezzi di comunicazione avvicinino le persone, è molto difficile esercitare
il proprio lavoro missionario senza il contatto più vicino e frequente con la famiglia.
33. Si propone che chi lavora in certi settori che richiedono una presenza più continua (formazione,
parrocchia... ), possa avere le ferie una volta all'anno. Tuttavia è necessario salvaguardare sempre lo spirito di povertà.
34. Non bisogna essere troppo rigorosi riguardo alla durata del tempo di ferie, soprattutto quando è
necessario rimanere nel paese per risolvere problemi di salute.
I. Pavimentazione degli accessi interni alla Casa Padre Dehon
35. È stato presentato il progetto e il preventivo della pavimentazione degli accessi interni intorno
alla Casa Padre Dehon. Il costo dell'opera è di 317.306,00 . L'opera può essere eseguita in fasi
distinte, dando la precedenza alla pavimentazione della parte più urgente.
36. Si è suggerito che si chieda un altro preventivo ad un'altra impresa per avere un termine di paragone. Concretamente si è fatto il nome dell'impresa AFA.
J.
Macchina e attrezzamento della casa di Luau
37. Si è fatta presente la necessità dell'acquisto di una macchina per Luau, visto che la macchina
più nuova che la comunità possiede ha dato vari problemi nella cassa delle marce.
38. Prossimamente sarà necessario attrezzare la casa della comunità di Luau, dato che i lavori di ricostruzione stanno per terminare. I mobili e gli altri utensili della casa dove attualmente vivono
i missionari potranno servire nella fase iniziale come soluzione provvisoria...
39. Si chiede che prima si presenti un preventivo della macchina che si pretende comprare e che ci
sia l'approvazione formale della comunità. Riguardo ai mobili e ad altri materiali, è pure necessario presentare concretamente ciò di cui si ha bisogno, perché con tempo si possano acquistare
in modo più economico.
L.
Struttura e Governo della Missione Dehoniana in Angola
40. L'Assemblea ammette che l'attuale struttura di governo - comunità territoriale con un superiore
delegato del Superiore Generale - ha funzionato ed è stata l'ideale per questi primi anni di inizio
della missione in Angola.
41. L'entrata di nuove Province nel progetto - Camerun e Brasile Centrale - l'aumento del numero
dei missionari in questi prossimi mesi e la costituzione di una nuova comunità a Luena chiedono che si evolva verso una nuova realtà. Tutta l'Assemblea è d'accordo che in breve la Comunità Territoriale dell'Angola debba evolvere a Distretto.
42. Si è discusso nell'Assemblea se, diventando Distretto, sarebbe meglio un distretto dipendente
dal Governo Generale o un distretto dipendente da una Provincia. I missionari sono quasi unanimi nel considerare che l'Angola deve essere un Distretto dipendente dalla Provincia Portoghese e che, conforme quanto prescrive il Direttorio Generale, si deve celebrare un accordo tra
tutte le Province coinvolte nel Progetto Angola. Un'altra alternativa è la costituzione di un Distretto dipendente dal Governo Generale con delegazione alla Provincia Portoghese.
43. La data indicata perché l'Angola diventi distretto è dicembre 2010 oppure i primi giorni di gennaio 2011. In questo senso, durante i prossimi mesi si dovrà fare un cammino di preparazione,
realizzando a novembre l'Assemblea per il Distretto. Sono state indicate le seguenti date per
quella Assemblea: 7-14 novembre oppure 20-27 novembre 2010.
44. Sono state formate 2 commissioni per preparare i documenti necessari per l'elevazione a Distretto:
Commissione per la redazione del Direttorio del Distretto, formata dai seguenti elementi: P. Maggiorino Madella (Presidente), P. Amandio Rocha, P. Vincenzo Rizzardi e
P. Max Atanga.
Commissione per lo studio del sostentamento economico del futuro Distretto: P. Domingos
Pestana (presidente), P. Joaquim Freitas, P. Francesco Corposanto e P. Jean Paul.
45. La prossima visita dei superiori provinciali è stata fissata per novembre 2010, quando ci sarà
l'Assemblea del Distretto.
Alcune priorità per la
Comunità Territoriale dell'Angola
Dalla riflessione fatta nell'Assemblea, possiamo indicare le seguenti priorità delle quali tenere conto,
fin d'ora, nelle comunità di Viana e Luau:
1°) Curare un po' di più la vita fraterna nella quale l'internazionalità deve essere un dato acquisito.
2°) Valorizzare il "giorno della comunità" (che, per esempio, può essere al lunedì) con tempo per convivio, preghiera, Lectio Divina, Consiglio di Famiglia, passeggio, ecc.
3°) Fare la programmazione di attività nelle diverse vertenti: della comunità, dell'entità e della pastorale parrocchiale.
4°) Promuovere l'Assemblea Annuale della Comunità Territoriale nella quale includere tre giorni completi dedicati al ritiro spirituale.
5°) Dare maggiore attenzione alla comunicazione formale e informale, valorizzando la condivisione di
vita.
6°) Insistere molto di più nel lavoro di équipe, nella cooperazione e nell'intercambio, soprattutto in
questi settori: nella pastorale vocazionale, nella formazione e accompagnamento dei candidati e nell'apostolato parrocchiale.
Conclusione
La Missione Dehoniana in Angola si trova in un punto di svolta. I segni di questo cambiamento sono
ben evidenti:
Opere concluse o in conclusione. La maggior parte di questi 6 anni di presenza dehoniana in
Angola sono stati vissuti pensando al ricupero e alla costruzione delle strutture.
L'arrivo di 6 nuovi missionari e possibilmente di 2 religiosi in stage.
Le prime vocazioni che fioriscono.
L'apertura della nuova comunità a Luena.
Il passaggio a Distretto che deve succedere a breve tempo.
Questo è un momento cruciale della storia della nostra presenza in Angola. Il futuro del Progetto Angola, dipenderà molto dal modo di assumere questo momento che stiamo vivendo.
Il successo e la crescita di questa realtà missionaria di carattere internazionale dipende dal modo come
ognuno di noi, individualmente, e noi tutti, come comunità missionaria, ci collochiamo dinanzi a queste realtà. Pensiamo che le sei priorità che sono state elencate devono essere assunte da tutti come
cammino da seguire perché questa nuova tappa della presenza dehoniana in Angola costituisca un fondamento fermo per il futuro del Progetto Angola.
"Per tempi nuovi opere nuove" - Leone Dehon I tempi che si avvicinano sono di novità. Che nel Cuore di Gesù Cristo sappiamo cercare opere nuove
e i nuovi modi per far crescere il Suo Regno di Amore nel cuore di questo popolo angolano che vogliamo servire con più qualità e con il quale vogliamo testimoniare e condividere la ricchezza del carisma che Leone Dehon ci ha lasciato.
Che il Cuore di Gesù e la Vergine Maria - Mamà Muxima, la Madre del Cuore - siano il sostegno presente e futuro della Missione Dehoniana in Angola.
P. Zeferino Policarpo, scj
Superiore Delegato del Superiore Generale
per la Comunità Territoriale dell'Angola
SECONDA LETTERA AI CONFRATELLI
della missione dehoniana in Angola
(nella prima parte della lettera viene ripreso quanto sopra)
Con questa lettera fraterna e amica, vorrei proporvi di fare una riflessione personale e comunitaria sui
diversi aspetti che sopra abbiamo riferito. Voglio soprattutto sottolineare i seguenti:
1) Internazionalità
La Missione Dehoniana in Angola è nata come un progetto internazionale della Congregazione. Con
l'arrivo di missionari di nuova provenienza è necessario tenere conto dell'accettazione mutua di diverse
culture, l'apertura verso 1' altro, la stima e la comprensione per la differenza, la scommessa in ciò che
unisce e lo sforzo nel costruire comunità internazionali sempre più fraterne, dove tutti si sentano bene,
utili e felici.
2) Vita fraterna
É un elemento essenziale della nostra vita consacrata. Non è possibile vivere la nostra vita religiosa
senza essere inseriti in una comunità. E lo stare in una comunità non è solo per "fare numero", non è
solo disimpegnare funzioni e servizi, non è solo per andare là a dormire, ma è soprattutto per vivere
come fratelli, in modo che si dica: "Oh! Come è bello e gradevole che i fratelli vivano in armonia!" (Sl
133,1). È necessario scommettere nella vita comunitaria ed essere presenti nei momenti fraterni e se
possibile creare altri momenti di incontro dei membri della comunità.
La vita fraterna è un'esigenza e una sfida, è un progetto costruito ogni giorno nella condivisione, nel
perdono, nel dare e nel ricevere, nel dialogo, nell'amicizia e nella preghiera. Ricordo quello che tutti
sappiamo: l'unione fraterna è la prima forma di apostolato.
3) Pastorale
I nuovi confratelli che in questi ultimi tempi stanno arrivando alla Missione dehoniana in Angola sono
un plusvalore per la pastorale. Arrivano per essere utili alla missione. Vengono per alleggerire il lavoro
di quelli che sono presenti da più tempo. Giungono perché la pastorale trovi nuovi dinamismi. È vero
che quando arrivano alla missione esiste già una struttura che funziona. Le parrocchie ed altri servizi
che ci sono stati affidati - dalle diocesi e nelle nostre comunità - stanno già funzionando. Non si vanno
creando cose nuove solo perché stanno arrivando nuove persone. Chi è responsabile delle attività parrocchiali e comunitarie deve saper distribuire i servizi e contare con l'aiuto dei nuovi confratelli che entrano nella missione. È probabile che non facciano tutto uguale a ciò che si faceva prima; è probabile
che, per inesperienza, commettano alcune mancanze; è probabile che abbiano altre maniere ed altre
prospettive nel fare le cose. È normale che ciò avvenga... D'altra parte, chi arriva alla missione deve
disporsi a fare un cammino di apprendimento (che non avviene da un giorno all'altro), di rispetto delle
competenze, di inculturazione e comprensione dei meccanismi di funzionamento della missione. É
normale che ci sia anche questo processo...
In fondo, ciò che si spera è che, con l'arrivo di nuovi missionari e con l'allargarsi dell'internazionalità
della Missione Dehoniana in Angola, ci sia molto più lavoro in équipe, che ci sia programmazione comune, che ci sia dialogo e maggior coinvolgimento di tutti nei servizi che siete chiamati a prestare tanto nelle nostre comunità come nelle parrocchie. Che ciascuno, più che re e signore di quello che fa, sia
soprattutto animatore di un dinamico lavoro in équipe, di cooperazione e di corresponsabilità.
Che i superiori delle comunità siano i principali animatori di una vita comunitaria apostolica che è orientata da questi principi essenziali della nostra azione,e che tutti i confratelli, senza eccezione, siano
disposti a seguire questo cammino che è l'unico che può garantire il successo di questo bel progetto
che è la Missione Dehoniana in Angola.
INCARICHI COMUNITARI E PASTORALI
Pare che ci siano stati dei dubbi riguardo agli incarichi delle persone, dopo la costituzione della nuova
comunità di Luena. Su questo mi piace chiarire ciò che segue:
1. Gli incarichi comunitari (che dipendono dalla nomina del Superiore Provinciale Delegato del Superiore Generale per la Missione Dehoniana in Angola) rimangono in vigore fino all'11 agosto 2010, come consta dalla lettera di nomina.
2. Gli incarichi pastorali nelle parrocchie (che dipendono dal rispettivo vescovo diocesano) si mantengono fino a che ci sia una nuova indicazione dell'autorità diocesana.
3. Con la creazione della nuova comunità di Luena, il Padre Maggiorino Madella continua ad essere il
Superiore Territoriale dell'Angola. Il Padre Jorge Alves sarà il Superiore della nuova comunità. A
Luau, il Padre Joaquim da Silva Freitas continua la missione di Superiore di quella comunità.
4. Si procederà a una consulta alle rispettive comunità per avere suggerimenti per i
seguenti servizi comunitari:
Superiore di Viana (fino a che non ci sarà nomina, il 1 ° Consigliere assume quella
funzione dopo l'uscita del Padre Maggiorino Madella per Luena);
Economo di Luau;
Economo di Luena.
Come è già stato comunicato al Superiore Territoriale e agli interessati, il Padre Max Atanga e il Padre
Odilo Hopers collaborano con il Padre Manuel Domingos Pestana nella Parrocchia di Nostra Signora
del Rosario. Il Padre Jean Paul Labou collabora
con il Padre Amandio nella Formazione e presta anche un appoggio nella Parrocchia di Nostra Signora
del Rosario, fino a che non partirà per Roma. Il Padre Francesco Corposanto collabora con il Padre Joaquim nella Parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù. Il Padre Luiz Claudio Casarim collaborerà
nella futura Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, a Luena. Mentre si trova a Viana per fare il corso destinato ai nuovi missionari, può collaborare nella Parrocchia di Nostra Signora del Rosario. Il Padre
Amaro Jorge andrà alla comunità di Luau.
NOMI UFFICIALI DELLE COMUNITÀ
Poiché sembrava esserci qualche incertezza riguardo al nome della comunità di Luena e dato che D.
Tirso Blanco mi ha già confermato che la Parrocchia da creare a Luena avrà il nome di Parrocchia del
Cuore di Gesù, è sembrato opportuno fissare in forma definitiva il nome delle comunità:
- Luau: Comunità di Santa Teresa del Bambino Gesù. -Luena: Comunità del Cuore di Gesù.
ENTRATA NELLA NUOVA COMUNITÀ DI LUENA
Ho già combinato con D. Tirso Blanco ciò di cui tra di noi avevamo parlato: l'entrata ufficiale a Luena
sarà 1' 11 giugno 2010, Solennità del Cuore di Gesù. Aspetto la lettera di D. Tirso a dire che autorizza
questa comunità, perché poi il Superiore Generale possa erigere canonicamente la nuova comunità di
Luena.
DECISIONI DELL'ASSEMBLEA TERRITORIALE
1. Commissioni
La nostra ultima Assemblea territoriale ha deciso di formare due commissioni di lavoro: una per la redazione del Direttorio del Distretto formata dai seguenti confratelli: Padre Maggiorino Madella (presidente), Padre Amandio Rocha, Padre Vincenzo Rizzardi e Padre Max Atanga, e un'altra per il sostentamento economico del futuro Distretto, formata dai seguenti confratelli: Padre Domingos Pestana
(presidente), Padre Joaquim Freitas, Padre Francesco Corposanto e Padre Jean Paul. Invito ciascuna
delle commissioni a fare i rispettivi passi nel lavoro che le riguarda.
2. Piani economici
"Per una migliore regolamentazione, controllo e amministrazione dei beni disponibili in ogni comunità, è necessario che si elabori, a iniziare dal 2010, il preventivo annuale e anche triennale. " Chiedo agli
Economi locali che, in dialogo con il rispettivo Superiore e con la comunità, facciano i piani economici
dei quali abbiamo parlato nell'Assemblea. Senza di essi diventa molto difficile per le Province e il Governo Generale prevedere e mettere a disposizione somme per le opere e le spese di ogni comunità.
3. Inventario dei beni
"Ogni comunità deve elaborare un inventario dei beni che appartengono alla comunità, di modo che
siano evitate confusioni e malintesi riguardo alla proprietà dei beni. Lo stesso deve essere fatto in relazione agli arredi liturgici e ai beni della missione. Questo pure è stato un orientamento uscito dall'Assemblea Territoriale che è necessario attuare al più presto possibile. Chiedo ai Superiori che provvedano per portare avanti questa decisione.
Termino qui. Spero di aver spiegato i vari aspetti che avevano bisogno di essere chiariti. Spero anche
che questa lettera vi sia di aiuto - era questo l'obbiettivo perché la missione dehoniana in Angola, sempre più internazionale, riprenda nuovo ardore, nuovo entusiasmo, nuovo dinamismo a misura in cui si
arricchisce con l'arrivo di nuovi missionari. "Questo è un momento cruciale della storia della nostra
presenza in Angola. Il futuro del Progetto Angola dipenderà molto dal modo come si assume questo
momento che stiamo vivendo. Il successo e la crescita di questa realtà missionaria di stile internazionale dipende dal modo con cui ognuno di noi individualmente, e tutti noi, come comunità missionaria, ci
collochiamo di fronte a queste realtà". Tutti vogliamo unire le mani per costruire, nel SINT UNUM,
questo progetto che il Signore ci ha affidato. Un abbraccio amico e fraterno
Nel Cuore di Gesù.
P. Zeferino Policarpo, scj
(Traduzione dal portoghese di P. Luigi Sabini)
IN RICORDO DI P. VITO LISO
(da Incontro, n.254 maggio 2010)
P. Vito Orazio Liso nasce a Carbonara (BA) il 22.11.1933. Entra nella scuola apostolica di Pagliare il
14.10.1946. Emette la prima professione religiosa ad Albisola il 28.09.1950. Prefetto ad Albino
(1955-56) e a S. Antonio Abate (1956-57), è ordinato sacerdote a Bologna il 26.06.1960.
Tra i diversi incarichi segnaliamo: direttore degli orfani ad Andria (1966-69), superiore della scuola
apostolica di Andria (1969-1972), superiore di Foligno (1972-75) e Superiore Provinciale (1975-78).
Dal 1978, per quasi tutto il resto della sua vita, p. Vito opererà a Cosenza in prevalenza come parroco
(Andreotta). Dal 2005 era stato trasferito al Collegio Missionario (Andria II).
Ha conseguito la licenza in teologia pastorale a Messina (1980), e la laurea in sociologia presso l'Università di Salerno (1985).
OMELIA FUNEBRE
Il 26 giugno p. Vito Liso avrebbe festeggiato i 50 anni di Sacerdozio assieme a p. Valentino Lanfranchi. La Comunità del Collegio Missionario (Andria II) e i confratelli avevano già invitato benefattori e
amici a condividere la gioia e il ringraziamento per il suo servizio sacerdotale. Il Signore ha voluto
chiamarlo a sé un mese prima, il 18 maggio, stesso giorno della nascita di Giovanni Paolo II.
Ha sofferto molto, in particolare negli ultimi anni. Nel tempo le sofferenze fisiche e non solo sono diventate per lui più pesanti, fino al ricovero un mese prima della morte.
I confratelli, i parenti, gli amici, i fedeli, diversi sacerdoti di Andria, dove esercitava il suo ministero da
quattro anni, un gruppo di Cosenza, dove aveva speso 28 anni del suo sacerdozio in molteplici attività,
hanno voluto partecipare alla liturgia funebre e ringraziare Dio. È come fosse stato il giorno del suo
giubileo sacerdotale (a cui aggiungere i 51 anni di vita religiosa).
Sacerdote a tempo pieno: è il ricordo più vivo che p. Vito lascia, impegnato lungo gli anni a S. Antonio Abate, Foligno, Andria, Napoli, sia nella formazione dei giovani che nell'annuncio del Vangelo. Si
è lanciato con entusiasmo in molteplici attività sacerdotali, dando molto tempo all'ascolto, all'accompagnamento, alle celebrazioni, disponibile al di là delle forze.
Ha dedicato molto tempo alle persone in difficoltà, con problemi anche seri, cercando quasi il "miracolo" della guarigione interiore, non risparmiandosi mai.
La "missione" affidatagli da Dio è stata la molla di ogni suo impegno, con tante iniziative, che si potevano anche non condividere, ma era il suo modo di esprimere la sua grande passione sacerdotale. Come dice Paolo non si è risparmiato né giorno né notte, e ha proclamato la parola, anche tra "molte lacrime". Negli anni 70 chiese formalmente al provinciale di allora, p. Alfredo Serafini, di essere inviato in missione "subito o appena possibile".
Fratello per gli altri: un altro aspetto indimenticabile di p. Vito era voler aiutare tutti. Sembrava che
andasse a cercare i casi più difficili o impossibili; o meglio, erano i casi difficili che cercavano lui. Davanti al suo ufficio, davanti al suo confessionale, nei luoghi in cui esercitava il ministero si faceva la
fila. Ugualmente grande era la dedizione per i confratelli che avevano bisogno, disponibile fino a dimenticare se stesso e donandosi oltre il limite, nell'attesa di poter realizzare l'aiuto "miracoloso". Era
attento anche alle piccole necessità, disponibile ad accompagnare, a "prendersi cura". Sebbene non
sempre il suo carattere fosse facile, la sua attenzione e disponibilità agli altri era grande ed evidente.
Sacerdote del S. Cuore: ha sentito la chiamata del S. Cuore e l'amore per quel Cuore trafitto. Ha vissuto
momenti di tensione con la provincia, ma anche in quei momenti ha sentito chiaro il suo essere dehoniano.
Anche quando sembrava che vivesse un po' ai margini, il suo senso di appartenenza era forte e manifesto. Ha fatto sì che tanti laici potessero attingere alla spiritualità dei Sacerdoti del S. Cuore. Ha voluto
morire infine da dehoniano, rinnovando così la sua offerta nelle mani del Superiore locale.
La famiglia, che amava molto, come emerge da alcuni suoi scritti personali e da piccolissimi episodi,
si lamentava di essere tenuta fuori dalla sua vita. Non era vero, ma l'amore per la Congregazione era
più forte. Nella Congregazione ha svolto molte mansioni: prefetto degli studi, educatore, superiore,
consigliere, provinciale... È stato tra i primi (primo parroco) ad aprire la presenza dehoniana all'Università di Cosenza.
Offerta sofferta: la sua offerta in 59 anni di consacrazione, rinnovata ogni giorno, l'ha portato a condividere la croce del Signore. La sua salute ha avuto per anni problemi seri, sempre nascosti, ha vissuto
incomprensioni, non è stato condiviso in diverse iniziative, ma ha continuato sempre a ripetere il suo
"eccomi".
Amico: è un altro aspetto tipico di p. Vito. Molte persone conserveranno di lui un ricordo indelebile
della sua amicizia; sapeva entrare nella vita di chi cercava il suo aiuto sacerdotale, lasciando sempre un
segno profondo. Le molte lacrime versate da diversi fedeli, presenti al suo funerale, ne sono segno.
Ora riposa nel Cuore di Dio, dove i contrasti si compongono e dove la fatica trova finalmente ricompensa nella pace piena. Gli è stata affidata la Parola, si è affidato alla Parola; quella Parola ora gli ha
rivolto l'invito ad entrare nella gioia di Dio.
Un altro confratello raggiunge la comunità del cielo, facendo diminuire i confratelli che compongono la
comunità della terra. Affidiamo a lui l'intercessione presso Dio per nuovi operai nella messe del Signore.
Con il grazie (eucaristia) che rivolgiamo a Dio per la vita e la missione di Gesù, uniamo anche il grazie
per la vita e la missione di p. Vito.
p. Luigi Cicolini scj
Superiore provinciale IM
UNA TESTIMONIANZA DI CORDOGLIO
Carissimo p. Luigi,
Ringraziamo il Signore della vita e della presenza del p. Vito nella nostra Provincia e nella nostra
Congregazione. Una presenza non sempre semplice da capire, da accogliere e... da condividere; ma
una presenza piena di umanità, di solidarietà e di genuina e vera fraternità.
Due i ricordi che porterò sempre nel mio cuore:
Prima di tutto la sua presenza come superiore durante gli anni settanta. Insieme a padre Trifone, fu un'ottima guida spirituale. Quello che più apprezzavo in p. Vito era la capacità di ascoltarti fino in fondo
e di metterti a tuo agio. Era sempre un piacere andare a direzione spirituale da lui. Grazie all'aiuto ricevuto, l'adolescenza non fu tumultuosa. Per me gli anni di Foligno (1972-1975), la conclusione degli
studi magistrali, furono tra i più belli grazie alla serenità trasmessaci dai nostri formatori, tra i quali
appunto il p. Vito.
In secondo luogo ricordo che ebbi un grosso problema di sciatalgia durante l'anno di "Prefetto" ad Andria e p. Vito era allora Superiore Provinciale. Mi vengono in mente le sue attenzioni e tutto il tempo
che mise a mia disposizione per alleggerire le mie sofferenze. Chi ha vissuto i dolori provocati dalla
sciatica mi può capire... Vedere un Provinciale che lascia tutte le sue cose, i suoi programmi per
mettersi a totale disposizione della persona, della persona che soffre ed ha bisogno di un sostegno, un
incoraggiamento: fu un grande esempio per me all'inizio della mia vita religiosa.
Grazie per il tuo affetto, p. Vito. Grazie per la tua stima, il tuo incoraggiamento perché cosciente delle
difficoltà che vivo in missione e nella formazione. Mi dicevi sempre e con un bel sorriso: "Coraggio,
Rocco! Vedi, il Signore ti ha fatto con le spalle larghe e forti per prepararti bene alla tua missione!".
Ti sarò sempre riconoscente per l'esempio di vita che mi hai dato e ti ricorderò nella mia povera preghiera nell'attesa di incontrarci per sempre al cospetto del Signore. Caro p. Provinciale anche a te dico:
coraggio, p. Luigi! II Signore ci aiuti a superare con spirito di fede questo momento di grande sofferenza e doni a tutta la Provincia IM forze nuove per colmare il vuoto lasciato dal p. Vito. Sarò in comunione di preghiera con tutti voi con la mia comunità del Noviziato. Un fraterno abbraccio a tutti voi.
P. Rocco Nigro scj