Vacanze al risparmio, rischio di `stagione corta`, fatturati in picchiata
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Vacanze al risparmio, rischio di `stagione corta`, fatturati in picchiata
Rassegna Stampa di Settore n. 16/2013 Selezione di articoli pubblicati dal 30 luglio al 7 agosto 2013 A cura dell'ufficio di presidenza Assoviaggi – Confesercenti 07/08/13 - Assoviaggi: fatturato agenzie a -30%, settore a rischio Roma- Crollano i fatturati delle agenzie di viaggi italiane, che a fine luglio registrano un calo attorno al 30%. I flussi turistici dei vacanzieri italiani registrano una flessione dal 7 al 12%, mentre per quanto riguarda il ricettivo si delinea una -15%. Il settore è a rischio, denuncia Assoviaggi, che elenca i fattori che stanno determinando la stagione: il perdurare della crisi, la minore disponibilità di spesa degli italiani, una situazione climatica che solo da poco si è stabilizzata ed ovviamente le incertezze del futuro. Una parte di turisti stranieri, in particolare inglesi e tedeschi, che invece dell'Italia hanno deciso di puntare verso la Turchia e Grecia. Resistono invece i flussi dei turisti russi sul nostro territorio. Per quanto riguarda i viaggi degli italiani, l'aspetto più preoccupante è rappresentato dal budget di spesa che si è ridotto mediamente del 25%. Se negli anni scorsi la media si attestava intorno agli 800 euro per pacchetto di viaggio, ora si è scesi a 600 euro. Di conseguenza, osserva l'associazione, c'è stato «Un impegno certosino, da parte degli operatori per soddisfare il cliente, adattando la minor disponibilità economica alla offerta turistica e al livello dei servizi e delle strutture». «Se l'andamento non migliorerà - dichiara il presidente Assoviaggi Confesercenti, Amalio Guerra - c'è il rischio reale che non poche agenzie di viaggio chiudano l'attività con ulteriore aumento dei livelli di disoccupazione del personale addetto». Questa situazione, spiega Assoviaggi, mette in evidenza un altro pericoloso accumularsi di fattori negativi: cala la domanda, cala anche la disponibilità di voli charter oltre una certa data (come Spagna e Grecia) e inoltre molte strutture ricettive in Italia saranno costrette a chiudere già dopo la prima settimana di settembre (come la Sardegna). Il risultato finale è quello di una 'stagione corta' e di «Un'ulteriore contrazione delle vendite, innescando il pericolo di una spirale depressiva del mercato e vanificando una delle peculiarità del nostro Paese, vale a dire la possibilita' di sfruttare una stagionalità lunga». Le mete più richieste dagli italiani sono: Grecia, Croazia, Turchia, i cui costi sono assai competitivi rispetto a quelli che si riscontrano nell'area dei Mediterraneo, anche perché in questi paesi per le famiglie con figli ci sono agevolazioni. E proprio il nodo della competitività, secondo Assoviaggi, «Dovrà esser affrontato con rapidità dal nostro Paese con una strategia nazionale efficace e di ampio respiro per reggere alla concorrenza mondiale, valorizzando molto di più il patrimonio artistico e naturale, la cordialità, l'accoglienza, la gentilezza e la capacita' di fare sistema che esiste nel nostro Paese». «Gli imprenditori stanno facendo il possibile per assicurare la tenuta del turismo italiano, ma mancano infrastrutture adeguate, manca una tutela reale dei nostri siti archeologici, delle nostre ricchezze culturali e ambientali - sottolinea Guerra -. Manca una promozione all'altezza di quanto stanno facendo i Paesi concorrenti. Serve una svolta reale che faccia del turismo italiano uno dei perni della ripresa». (07/08/2013 - in collaborazione con Adnkronos) 05/08/13 - Quadro negativo per l'estate: rischio stagione corta con la fuga degli stranieri Assoturismo: per adv crolli di fatturato fino al 30% (travelno stop) Vacanze al risparmio, rischio di 'stagione corta', fatturati in picchiata per alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari e agenzie di viaggi. Lascia ben poco spazio all'ottimismo il bilancio tracciato da Assoturismo-Confesercenti al giro di boa della stagione estiva 2013. I vacanzieri italiani stringono la cinghia facendo registrare cali tra il 7 e il 12%. Scendono fino a - 15% le presenze negli alberghi che, insieme a ristoranti e lidi balneari, registrano un calo di introiti tra -8% e -10%. A piangere sono le agenzie di viaggi a fronte di crolli di fatturato fino a -30%. Resistono - è vero - le presenze dei turisti stranieri soprattutto russi, a differenza però di inglesi e tedeschi che hanno deciso di preferire al Belpaese le località più a buon mercato, di Grecia e Turchia. Insomma, un quadro sconsolante, secondo Assoturismo che individua diverse motivazione alla base dell'andamento negativo della stagione: "il perdurare della crisi, la minore disponibilità di spesa, una situazione climatica solo da poco stabilizzatasi, le incertezze sul futuro". Secondo Assoviaggi, il budget di spesa delle famiglie per la voce vacanze si è ridotto mediamente del 25%: "dagli 800 euro di media per pacchetto di viaggio degli anni scorsi, oggi si è scesi a 600 euro". Paventando un rischio chiusura per molte imprese del settore, Confesercenti delinea il profilo di una 'stagione corta' e di un'ulteriore contrazione delle vendite. 05/08/2013 - Assoviaggi: budget di spesa in agenzia ridotto del 25 per cento (TTG) "Gli imprenditori stanno facendo il possibile per assicurare la tenuta del turismo italiano, ma mancano infrastrutture adeguate, manca una tutela reale dei siti archeologici, delle ricchezze culturali e ambientali. Manca una promozione all’altezza di quanto stanno facendo i Paesi concorrenti. Serve una svolta reale che faccia del turismo italiano uno dei perni della ripresa". Amalio Guerra, presidente Assoviaggi Confesercenti, commenta così i dati delle vendite in agenzia per l'estate elaborati dall'associazione.Poca spesa e vacanze concentrate entro agosto sono le tendenze principali rilevate in agenzia da Assoviaggi. "Il budget di spesa si è ridotto mediamente del 25 per cento – si legge in una nota -. Se negli anni scorsi la media si attestava intorno agli 800 euro per pacchetto di viaggio, ora si è scesi a 600 euro. La conseguenza è stata quella di un impegno certosino da parte degli operatori per soddisfare il cliente". L'altra variabile è la contrazione della stagionalità, sia per l'incoming che per l'outgoing. "Cala anche la disponibilità di voli charter oltre una certa data (ad esempio per Spagna e Grecia) – dice la nota - ed inoltre molte strutture ricettive in Italia saranno costrette a chiudere già dopo la prima settimana di settembre. Il risultato finale è quello di una stagione corta e di un’ulteriore contrazione delle vendite". Il risultato è che Assoviaggi prevede un calo dei fatturati delle agenzie di viaggi attorno al 30 per cento. VACANZE: ASSOVIAGGI, FATTURATO AGENZIE A -30%, SETTORE A RISCHIO = Roma, 5 ago. (Adnkronos) - Crollano i fatturati delle agenzie di viaggi italiane, che a fine luglio registrano un calo attorno al 30%. I flussi turistici dei vacanzieri italiani registrano una flessione dal 7 al 12%, mentre per quanto riguarda il ricettivo si delinea una -15%. Il settore è a rischio, denuncia Assoviaggi, che elenca i fattori che stanno determinando la stagione: il perdurare della crisi, la minore disponibilità di spesa degli italiani, una situazione climatica che solo da poco si è stabilizzata ed ovviamente le incertezze del futuro. Una parte di turisti stranieri, in particolare inglesi e tedeschi, che invece dell'Italia hanno deciso di puntare verso la Turchia e Grecia. Resistono invece i flussi dei turisti russi sul nostro territorio. Per quanto riguarda i viaggi degli italiani, l'aspetto più preoccupante è rappresentato dal budget di spesa che si è ridotto mediamente del 25%. Se negli anni scorsi la media si attestava intorno agli 800 euro per pacchetto di viaggio, ora si è scesi a 600 euro. Di conseguenza, osserva l'associazione, c'è stato ''un impegno certosino, da parte degli operatori per soddisfare il cliente, adattando la minor disponibilità economica alla offerta turistica ed al livello dei servizi e delle strutture''. ''Se l'andamento non migliorerà - dichiara il presidente Assoviaggi Confesercenti, Amalio Guerra - c'è il rischio reale che non poche agenzie di viaggio chiudano l'attività con ulteriore aumento dei livelli di disoccupazione del personale addetto''. (segue) VACANZE: ASSOVIAGGI, FATTURATO AGENZIE A -30%, SETTORE A RISCHIO (2) = 05-AGO-13 Adnkronos) - Questa situazione, spiega Assoviaggi, mette in evidenza un altro pericoloso accumularsi di fattori negativi: cala la domanda, cala anche la disponibilità di voli charter oltre una certa data (come Spagna e Grecia) ed inoltre molte strutture ricettive in Italia saranno costrette a chiudere già dopo la prima settimana di settembre (come la Sardegna). Il risultato finale è quello di una 'stagione corta' e di ''un'ulteriore contrazione delle vendite, innescando il pericolo di una spirale depressiva del mercato e vanificando una delle peculiarità del nostro Paese, vale a dire la possibilità di sfruttare una stagionalità lunga''. Le mete più richieste dagli italiani sono: Grecia, Croazia, Turchia, i cui costi sono assai competitivi rispetto a quelli che si riscontrano nell'area dei Mediterraneo, anche perché in questi paesi per le famiglie con figli ci sono agevolazioni. E proprio il nodo della competitività, secondo Assoviaggi, ''dovrà esser affrontato con rapidità dal nostro Paese con una strategia nazionale efficace e di ampio respiro per reggere alla concorrenza mondiale, valorizzando molto di più il patrimonio artistico e naturale, la cordialità, l'accoglienza, la gentilezza e la capacità di fare sistema che esiste nel nostro Paese''. ''Gli imprenditori stanno facendo il possibile per assicurare la tenuta del turismo italiano, ma mancano infrastrutture adeguate, manca una tutela reale dei nostri siti archeologici, delle nostre ricchezze culturali e ambientali'', sottolinea Guerra. ''Manca una promozione all'altezza di quanto stanno facendo i Paesi concorrenti. Serve una svolta reale che faccia del turismo italiano uno dei perni della ripresa''. 01/08/13 - Le chiacchiere stanno a zero…di Liliana Comandè. (travelling interline) Come accade da sempre, le cose stanno precipitando…e gli ADV stanno a guardare! Qualche agente che segue da anni i miei editoriali, mi ha domandato come mai non mi sia ancora espressa sul nuovo Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Massimo Bray, visto che aveva letto commenti positivi su altre riviste del settore sulla sua prima conferenza pubblica. Travelling Interline ha riportato le frasi più importanti di quanto dichiarato dal Ministro, ma io…sono ormai come San Tommaso e non mi faccio più incantare dalle parole, sempre giuste, sempre intelligenti e piene di promesse dei vari Ministri che abbiamo avuto fino ad oggi o dei vari Direttori delegati al turismo che si sono succeduti dopo il referendum abrogativo. Anche Michela Brambilla aveva fatto il suo bel discorso di rito, lo stesso l’altro “Ghost” Piero Gnudi. Tutti ad “osannare” i nuovi Ministri e a sperare che qualcosa cambiasse. Mi dispiace, ma non mi fido più delle parole di nessuno fino a quando non vedo qualcosa di concreto. E non parlo solo di ciò che verrà fatto per attirare turisti in Italia, ma anche per chi i turisti li manda all’estero. Sì, perché nessuno pensa mai a questo settore che, anche se manda soldi all’estero, molti li trattiene in Italia. Ci paga le sue brave tasse, paga gli stipendi ai dipendenti, contribuisce all’occupazione dei giovani e meno giovani, paga la luce, il materiale che serve in un ufficio, l’Imu se l’ufficio è di sua proprietà, l’Ama ecc…Anche chi fa outgoing riveste un ruolo importante per l’economia nazionale, ma molti non se ne sono ancora accorti. Associazioni e Ministri compresi!!! Quindi, cari amici, mi pronuncerò sul nuovo Ministro quando avrò constatato che il suo discorso non era solo un discorso, ma ha saputo concretizzare quanto uscito dalla sua bocca. Per dire la verità, anche i suoi progetti sono alquanto vaghi e riguardano soprattutto la sfera culturale – che può avere mille sfaccettature. Basta chiacchiere, se ne fanno troppe, sia da parte delle istituzioni, sia da parte delle Associazioni di categoria, sia da parte degli agenti di viaggio. Troppi bla, bla, bla e niente: fatto, fatto, fatto! Si parla troppo e non si agisce mai … Anch’io sono stanca delle mie “chiacchiere”. Da oltre 20 anni scrivo cose che sembrano essere state scoperte da molti agenti di viaggio, anche di una certa età, soltanto oggi. Ho parlato dell’abusivismo, della non unità del settore, del pericolo del last minute, del quasi azzeramento dei charter, del fare cartello fra ADV, del pericolo di Internet, dei Cral, dei network, delle fee, della scarsa considerazione di molti T.O. nei confronti dei dettaglianti, delle associazioni dei consumatori, del pericolo Licia Colò, dei portali – sorti come funghi – ecc.. Sin da quando sono iniziati i problemi, li ho portati all’evidenza di tutti senza troppi giri di parole e senza nascondere la testa nella sabbia, come fanno gli struzzi e come faceva – ancora fa – la maggior parte della gente del settore. Venivo apprezzata per ciò che dicevo, perché era la realtà del momento e molti concordavano con quanto scrivevo e riflettevano sulla non unità del settore. Ma da quel momento sono passati tanti altri momenti (anni!!!) di pura stasi, di fermo totale. Tutti a tirare a campare in attesa di un “Messia” che risolvesse tutti i problemi. Non ho mai visto nessuno prendere di petto i problemi, mettersi attorno ad un tavolino, discuterli e trovare assieme delle soluzioni. Tutti gli attori del turismo hanno proseguito per la propria strada facendo finta che tutto ciò che stava accadendo, in fondo, non li avrebbe portati a restare “in mutande”. Ma oggi ci sono tutti, salvo rare eccezioni, e questo perché non c’è mai stata alcuna lungimiranza, ma soltanto tanta miopia da parte di chi avrebbe dovuto tutelare il proprio lavoro. “Sputi” addosso da ogni parte…e abusivismo mai voluto debellare Di provvedimenti, per non dire che oggi “il re è nudo” , se ne sarebbero potuti prendere molti, ma non c’è stata nessuna protezione per la categoria, oppure, se si è tentato di farlo, il risultato è stato sempre un grande insuccesso. Gli agenti di viaggio hanno sempre ricevuto “mattonate in testa” a destra e a manca stando sempre zitti. Quello che è accaduto lo sanno ormai anche i sassi. Ad iniziare da Trenitalia, che tolse le commissioni alle ADV, alle compagnie aeree che iniziarono a fare altrettanto e a vendere anche a prezzi inferiori i biglietti sui propri siti. Dagli alberghi che incominciarono a “rubare” i clienti alle ADV –( ricordate quando si mandavano in montagna o al mare i clienti e poi – quando era Natale o Pasqua – questi ultimi ricevevano un biglietto di auguri con scritto anche che se avessero prenotato direttamente con loro avrebbero ottenuto uno sconto?), alla liberalizzazione delle licenze, che ha fatto diventare “carta straccia” licenze pagate anche un bel po’ di milioni. Dall’abusivismo, sempre esistito, ma mai voluto debellare perché, in alcuni casi, a qualche operatore faceva comodo avere un intermediario, non agente, che si accontentasse di una commissione minore e portasse clienti e soldi nella sua cassa. E poi le parrocchie, i negozi di articoli sportivi, fino al “salumiere” che organizzavano(e che ancora organizzano) viaggi senza pagare un Euro di tasse soffiando il lavoro agli agenti e ai T.O. La cosa bella è che, oltre tutto, a tutti questi personaggi sembra che non sia mai andato niente storto, non abbiano mai ricevuto lettere di avvocati o convocazioni in tribunale, cosa che il cliente di un’agenzia di viaggi qualche volta fa anche quando il viaggio è andato bene!!! Cosa fanno i Social Network? In questi ultimi anni i vari Social Network sono stati una sorta di “stanza rossa del Grande fratello” nel quale gli agenti di viaggio si sono ritrovati in vari gruppi – con denominazioni più o meno fantasiose – a lamentarsi sui problemi che incontrano nelle loro giornate lavorative, a chiedere consigli su questo o l’altro operatore su una certa destinazione, a commentare qualche articolo dei giornali di settore e non, a fare tanti proponimenti di scendere “sul piede di guerra” per poi restare, come sempre, nella propria agenzia lamentandosi del lavoro fatto a vuoto per i clienti, delle persone che prenotano in Internet e poi, quando c’è un problema, si rivolgono a loro, oppure sulle varie stupidaggini che vengono dette dai clienti quando entrano nelle loro agenzie (ma sapessero quanto poi sono simili ai propri clienti quando, a loro volta, prendono il posto di questi ultimi per prenotare le proprie vacanze!). Durante il corso dell’anno ne era sorto uno che aveva tutti i requisiti per poter diventare quasi un “portavoce” delle varie categorie del settore. Prima delle elezioni sembrava che dovesse diventare quasi un gruppo politico. Tantissimi gli iscritti, tantissimi i commenti positivi degli ADV ma, finite le elezioni, anche questa grande aggregazione è rimasta solo un’aggregazione. Molto grande, ma niente di più. Come mai? Anche qui solo chiacchiere? Peccato, perché in un momento così realmente tragico per la categoria, un gruppo così numeroso di addetti ai lavori avrebbe potuto fare qualcosa. Malinconica estate…tristissimo autunno? In tanti anni di lavoro nel turismo, non mi era mai capitato di vedere un’estate così misera di prenotazioni. Non di lavoro, si badi bene, perché di preventivi le agenzie ne hanno preparati tanti – e chi lavora nel campo sa quanto tempo ci voglia per dare un buon preventivo ai clienti e quanto tempo dedicato a stare dietro agli operatori per avere il miglior rapporto qualità-prezzo. Gli unici che non se ne rendono conto sono proprio i clienti i quali, dopo aver sollecitato le quotazioni, (anche dopo una sola ora che l’hanno richiesta), spariscono nel nulla senza dire neppure un grazie. Ma si sa, la parola grazie è andata a finire nel dimenticatoio, così come il rispetto per il lavoro altrui. E, soprattutto nel turismo sembra che tutto sia dovuto. Come rimpiango i tempi in cui si lavorava per guadagnare la commissione che riconosceva il tour operator e le compagnie aeree! E come rimpiango i tempi in cui era il contatto umano e la professionalità ciò che rendeva “fedele” il cliente! Ne è passata di acqua sotto i ponti e Internet, come già avevo predetto quando iniziò ad apparire nelle nostre vite, avrebbe modificato ogni cosa. Internet, “benedetto e maledetto” nello stesso momento ma, soprattutto, operatori turistici, nei quali includo anche chi si occupa di navi da crociera, alberghi… e tanti altri che avrebbero dovuto capire che senza guadagno “si muore”. Eppure sono stati capaci – e lo sono tuttora – di svendere in maniera vergognosa i propri prodotti ai portali concedendo loro sconti assurdi e impensabili per gli ADV. Prezzi talmente assurdi, con i quali non si potrà mai competere e che, quando si leggono, la prima tentazione che si ha è quella di “chiudere la serranda” e cambiare mestiere. Forse lo dovremo fare tutti, ma è una magra consolazione sapere a chi addossare la colpa. Associazioni di categoria, non sarebbe il caso di lavorare tutti insieme per salvare quello che ancora si può salvare? Ps. E non esaltiamoci se in due telegiornali hanno parlato delle agenzie di viaggio. Ne hanno parlato ogni anno per chiedere quali fossero le mete più gettonate dagli italiani. Non mi sembra che sia cambiato qualcosa. Si continua, come sempre, a parlare degli acquisti di viaggio in Internet e di quanto siano aumentati gli italiani che comprano on line.. Ma se qualcuno si consola per così poco, cosa dire? Continuiamo a camminare in discesa, prima o poi un baratro lo troveremo tutti quanti!!! 30 July 2013 La metà degli italiani ormai usa il web (Linkiesta) Agenzie viaggi, la crisi nera delle vacanze da catalogo Lidia Baratta Assoviaggi rivendica «professionalità e qualità delle agenzie» ma su Internet si risparmia molto La domanda sorge spontanea: ora che possiamo prenotare il volo e l’albergo online, noleggiare l’auto dallo smartphone e prenotare l’escursione nel deserto dalla scrivania del nostro ufficio, come se la passano le agenzie di viaggio? La risposta è solo una: male. Molto male. Uscire da casa, andare in un’agenzia e sfogliare il classico catalogo per prenotare le vacanze per tanti ormai appartiene alla preistoria. Come andare in carrozza anziché con l’auto, per intenderci. Così le classiche vetrine con le ultime offerte per il Kenya o l’Argentina via via scompaiono dalle nostre città. Serranda abbassata, dopo serranda abbassata. Secondo l’ultimo sondaggio di Confesercenti-Swg, quasi la metà degli italiani (46%) quest’estate ha prenotato le vacanze da solo, tramite Internet o il telefono, senza passare da un’agenzia di viaggio. Un aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2004, quando i viaggiatori fai da te erano fermi al 37 per cento e quelli che si affidavano alle agenzie al 24. Quest’anno, invece, solo l’11 per cento si rivolgerà a un’agenzia o a un tour operator. Ancora più preoccupanti i dati dell’Osservatorio nazionale sul turismo relativi all’estate scorsa: tra chi ha fatto le vacanze in Italia, solo l’8 per cento è entrato in un’agenzia. Il dato sale invece al 29% tra chi ha trascorso l’estate all’estero. Con una riduzione del volume d’affari, tra il 2011 e il 2012, di oltre il 25 per cento. Meno tre miliardi di euro. Perdite, dicono dalle associazioni di categoria, dovute anche al sommerso. «L’anno più drammatico per la flessione dei fatturati è stato il 2012, dal 2010 fino a quell’estate si è registrato il picco di meno 50 per cento del giro d’affari», spiega Amalio Guerra, presidente di Assoviaggi, Associazione italiana agenzie di viaggio. «Quest’anno si registra una riduzione delle imprese totale che va dal 5 al 10 per cento. Senza contare il mondo dell’abusivismo: si tratta di parrocchie, onlus o associazioni che organizzano viaggi, senza però essere imprese turistiche soggette alle norme del settore». A livello nazionale non esiste un elenco totale delle agenzie di viaggio, da quando la gestione del settore turistico è stata affidata alle Regioni con la riforma del Titolo V della Costituzione. Ogni Regione ha la sua legge, ma tutte devono uniformarsi al Codice del Turismo, aggiornato nel 2012. «Tutte le Regioni dovrebbero fare riferimento al Codice del Turismo, ma così non è», dice Guerra. La crisi del settore, spiega il presidente di Assoviaggi, oggi dipende da tre fattori: «La situazione economica del Paese, l’instabilità istituzionale che crea incertezza nella gestione del settore turistico e in chi deve prenotare una vacanza, e la mancanza di risorse economiche degli italiani. Il budget è calato: 500-600 euro, al massimo mille euro. La gente non è stimolata alla spesa: con l’Iva, l’Imu e le altre tasse pendenti si pensa a risparmiare soldi». «Su Internet si trova il singolo servizio, come la prenotazione del biglietto aereo o ferroviario», dice Guerra. «L’interlocutore è frammentato, si acquisiscono informazioni qua e là. Se qualcosa va male, si perde tutto. Si trovano sia soggetti professionali, sia le trappole. L’ultima, l’overbooking delle vacanze offerte da Groupon. L’agenzia di viaggio, invece, offre anni di esperienza e professionalità, oltre che informazioni sul clima, gli aspetti sanitari, le informazioni su visto e passaporto e le situazioni a rischio. E soprattutto offre garanzie che lo schermo a cristalli liquidi del computer non può offrire, dai diritti dei viaggiatori all’assicurazione per i bagagli. Per noi il pacchetto è venduto quando il cliente ritorna e ci dice com’è andata». Ma chi va ancora in agenzia? «Bisogna sfatare il mito che si rivolgono a noi solo quelli di una certa età che non hanno dimestichezza con il computer», risponde Guerra, «ci sono anche molti giovani. Le agenzie si adeguano alle dinamiche del mercato, offrendo anche voli low cost e sistemazioni adeguate al budget di un giovane. E poi non tutti i giovani lavorano e hanno una carta di credito per prenotare online. Pensiamo soprattutto a quelli che hanno appena finito la scuola e vogliono fare un viaggio. Inoltre, non tutti si fidano a effettuare transazioni online oltre una certa cifra. Soprattutto gli italiani». I dati dell’Osservatorio nazionale sul turismo dicono che la fascia che più si rivolge alle agenzie è quella tra i 41 e i 50 anni, seguita dai trentenni. I clienti affezionati sono soprattutto le coppie con figli (38,9%). E i costi? «A conti fatti, l’agenzia è più conveniente», risponde Guerra. «Se prenoti da solo un low cost, l’aeroporto magari è lontano e devi pagare parecchio per il trasporto in città. Senza contare i costi aggiuntivi per i bagagli, che stanno aumentando a vista d’occhio. E se dovesse succedere qualcosa? Quando ci fu l’eruzione del vulcano islandese, chi aveva prenotato con le agenzie ottenne il rimborso, gli altri no. La commissione, poi, varia in base al tipo di servizio offerto. Anche nelle prenotazioni online ci sono le fee, ma sono mascherate. Certo, per un biglietto low cost la commissione non sarà più di dieci euro».