FEDERCONSUMATORI

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FEDERAZIONE NAZIONALE CONSUMATORI E UTENTI
30.11.2009
APPUNTI PER AZIONI E INIZIATIVE SUL PROBLEMA DEL NUOVO
NUCLEARE
La legge 99/09 che contiene la delega al Governo per disciplinare la costruzione delle
centrali nucleari è indubbiamente in contrasto con quanto richiamato dalla legge 108 del
2001 per tener conto del parere dei cittadini sulle grandi scelte che possono incidere sulla
loro salute e sull’ambiente. Infatti la legge è stata approvata senza acquisire il parere dei
cittadini e nella delega al Governo viene dato l’input di acquisire il consenso negando
quindi il diritto all’accesso all’informazioni ed alla partecipazione al processo decisionale
previsto nella convezione o trattato di Aarhus del 1998 approvato ed introdotto in Italia
dalla legge 108/01.
1. La legge 99/2009 delega il Governo ad emanare, entro il 15 febbraio 2010, indirizzi
per l’informazione alla popolazione sull’energia nucleare.
• Si vogliono stabilire regole per l’informazione alla pubblica opinione
finalizzate a promuovere il consenso;
• Comunicazioni diffuse, ma non puntuali, alle popolazioni coinvolte per creare
le condizioni idonee per la costruzione e l’esercizio delle centrali;
• La campagna di informazione alla popolazione sull’energia nucleare, in
particolare affermando la sua sicurezza e la sua economicità.
2. In Francia la ricerca del consenso sulla realizzazione delle infrastrutture avviene
con il coinvolgimento del pubblico nel processo decisionale a cura della
Commission Nationale du Debat Public – CNDP, costituita con legge nel 1995
come Autorità Amministrativa Indipendente.
• Il dibattito pubblico per la costruzione dell’impianto nucleare ( reattore EPR di
AREVA ) di Flamanville 3 ( ossia nuovo generatore in una centrale esistente
) si è sviluppato in 22 riunioni pubbliche protrattesi per 4 mesi ( dall’ottobre
2005 al febbraio 2006 );
• Il dibattito è proceduralizzato e le modalità di partecipazione includono la
presentazione di memorie;
• È stato valutato che il dibattito di Flamanville 3 è costato 2,5 milioni di euro
allo Stato e 400 mila euro alla azienda elettrica EdF;
• Quello per Flamanville 3 è stato il primo dibattito pubblico gestito dalla CNDP
sul progetto di realizzazione di una centrale nucleare;
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3. In base alla teoria degli studiosi delle metodiche relazionali, la gestione del
consenso nel moderno processo decisionale politico si basa su moderni strumenti
di comunicazione, ciascuno dei quali riveste l’obiettivo di raggiungere un ben
delimitato “segmento” dell’universo dei cittadini.
Pertanto, il terreno su cui si svolgerà la comunicazione delle associazioni e dei
comitati che non condividono le motivazioni per i ritorno al nucleare prevede:
• I cittadini coinvolti nell’educazione e formazione sono i destinatari di una
comunicazione che esalta il diritto dei discenti ad avere un futuro vivibile in
un mondo sviluppato, mentre dai docenti il consenso è acquisibile
enfatizzando la loro appartenenza alla classe dirigente intellettuale, che
potrà esprimere la propria potenzialità solo in una società orientata alla
innovazione e allo sviluppo sostenibile;
• Si terrà conto che le strutture di partiti e movimenti che sono l’espressione
delle forze governative avranno la funzione di “fornitori” di risorse umane,
materiali e di informazione finalizzata;
• Grande importanza assume il contrasto del ruolo svolto dai soggetti
produttivi e associativi in attività classiche del lobbying di interessi collettivi;
• Bisogna evitare che il circuito mediatico sia orientato a porre al centro del
suo lavoro l’aspetto di volta in volta utile per “ parlare d’altro”, sviando
l’attenzione ed oscurando i temi posti dai soggetti che hanno a cuore la
salute dei cittadini;
• La nostra comunicazione risulterà tanto più efficace quanto maggiore è la
semplificazione di approccio al tema che si offre ai cittadini per farli sentire
partecipi.
4. L’apparato governativo, quindi, per convogliare il consenso per la costruzione di
nuove centrali nucleari in Italia, a parere degli esperti di comunicazione, è
prevedibile che:
a) Menta, tentando di convincere la popolazione che il disastro di Chernobyl
rappresenta la memoria della paura di coloro che hanno più di 38-40 anni e
non un punto di riferimento da non ignorare per la sicurezza dei cittadini;
b) Paradossalmente si inserisca in modo strumentale nella comunicativa
ambientalista, che affascina i giovani, con lo slogan “il nucleare non emette
anidride carbonica nell’atmosfera ed è utile allo sviluppo dell’eolico e del
fotovoltaico producendo elettricità di notte e quando manca il vento”;
c) Un classico della comunicazione pro-nucleare di ogni paese è la
volgarizzazione della difesa del territorio evidenziando il presumibile
interesse di agricoltori e palazzinari che vogliono cementificare il Paese;
d) Tenterà di differire l’irrisolto problema delle scorie radioattive, sostenendo
che è opportuno affrontarlo durante gli anni disponibili tra l’inizio della
costruzione e l’entrata in produzione della centrale (cioè c’è tempo per
parlarne);
e) Sostenga, in maniera illogica, l’avanzamento della cultura scientifica pronucleare quale leva del processo sociale.
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