Stimolamente - alzheimer venezia

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Stimolamente - alzheimer venezia
“Stimolamente”
“...mediante la stimolazione neurosensoriale si possono mantenere connessioni nervose
scarsamente utilizzate e favorire lo sviluppo in una sorta di vicarianza funzionale”
Rita Levi Montalcini
Introduzione
Così come si svolgono esercizi per mantenere in forma il proprio corpo, allo stesso modo è
importante mantenere in forma il proprio cervello attraverso esercizi che potenzino o
comunque contribuiscano al mantenimento delle abilità cognitive. E se nell'attività fisica è
consigliabile variare gli esercizi per allenare diverse parti del corpo, utilizzando diversi
strumenti, essendo
inutile svolgere sempre lo stesso esercizio sempre con il medesimo
attrezzo, è evidente che anche nell'attività di stimolazione cognitiva si dovrà mettere a
punto un “programma di esercizio cerebrale” con un particolare allenamento mentale per
ogni distinta funzione cognitiva. E così come per il benessere fisico ci si rivolge a personal
trainers specializzati, recandosi in palestre al cui interno vi sono attrezzature sofisticate e
diversificate, è indicato che per il benessere cognitivo ci si rivolga ad operatori competenti i
quali intervengano nella messa a punto di “programmi di allenamento cognitivi completi” con
diversi esercizi mirati e specifici a seconda del livello di funzionalità cerebrale iniziale e che
risulteranno benefici per tutto il cervello nella sua globalità (Goldberg, 2004). Già Cicerone,
nell'Antica Grecia, affermava che “memoria minuitur (...) nisi eam exerceas” (la memoria
diminuisce se non la si esercita). Tale affermazione si può estendere a tutte le altre
funzioni corticali superiori dell'uomo, quali il linguaggio, l'attenzione, l'orientamento, il
ragionamento logico, nell'ambito del concetto “use it or loose it”, nel senso di esercitare
una funzione che altrimenti verrà persa. Un tempo si credeva che in caso di declino cognitivo
non si potesse intervenire, con conseguenti sentimenti di arrendevolezza di fronte alla
ineluttabilità del processo di degenerazione neuronale. Oggi è ormai ampiamente
dimostrato che esiste una certa plasticità del cervello non solamente nelle prime fasi di vita
come si credeva in passato, ma anche negli adulti (Cappa, 2006). Tale plasticità
strutturale sembra essere condizione necessaria alla riorganizzazione delle aree corticali
ancora indenni attraverso meccanismi compensatori e con una conseguente riorganizzazione
del sistema nervoso centrale attraverso strategie alternative (Cabib e Pizzamiglio, 2007).
É possibile rallentare la neurodegenerazione corticale, lenta ma progressiva, caratteristica
delle demenze.
Progetto “Stimolamente”, di Giuseppina La Barbera, supervisione di Daniele Malerba
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Destinatari
I destinatari del progetto sono utenti dell' “Associazione Alzheimer Venezia”, affetti da
demenza di Alzheimer, omogenei per grado di compromissione cognitiva, i quali, nella
valutazione neuropsicologica preliminare effettuata attraverso il M.M.S.E. (test di screening
cognitivo), abbiano ottenuto un punteggio
superiore a 15 (demenza di livello lieve). Si
prevede che verranno seguiti quattro soggetti, per ognuno dei quali verrà effettuato un
intervento riabilitativo personalizzato.
Si intende inoltre coinvolgere e incoraggiare la partecipazione dei caregivers informali, cioè
dei familiari che si prendono cura di chi è affetto da tale morbo.
Obiettivi
Scopo primario del progetto è la stimolazione cognitiva di specifiche funzioni cognitive,
contribuendo al mantenimento ed al potenziamento delle abilità residue dei soggetti che
verranno presi in carico.
Gli intervento riabilitativi sono mirati ad incoraggiare la socializzazione, favorire il
mantenimento dell'autonomia il più possibile, alleviare il carico gestionale del caregiver
(Cotelli, Zanetti, 2006).
Attività
L'intervento di training cognitivo consiste in una serie di esercizi programmati che si
effettueranno settimanalmente nella sede dell' “Associazione Alzheimer Venezia” di Mestre,
in via Brenta Vecchia 41 (tel. 041 5369297), mirati alla stimolazione di funzioni cognitive
quali l'orientamento, l'attenzione, la memoria, il linguaggio ed il ragionamento logico.
Tale ROT (Reality Orientation Therapy) di tipo formale è complementare alla ROT
informale (o ROT 24 ore) la quale prevede che si diano indicazioni a coloro che assistono il
malato cosicchè gli forniscano informazioni di riorientamento a intervalli di tempo crescenti
(spaced-retrieval techniques) e utilizzino facilitazioni temporo-spaziali nell'ambiente
domestico (attraverso il calendario e l'orologio, ad esempio, oppure attraverso un
adattamento ambientale). In tal modo il processo di stimolazione può essere messo in
atto ogni giorno in maniera continuativa per tutta la settimana e non rimane limitato al
solo intervento formale dell'operatore. I familiari e le assistenti domiciliari possono
diventare così un supporto valido nella realizzazione degli obiettivi dell'intervento. Inoltre si
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insegneranno strategie riguardo l'utilizzo di ausili mnemonici da utilizzare a casa.
Efficacia
Sebbene vi siano limiti derivanti dalla mancanza di
protocolli omogenei e di risultati
quantificabili attraverso strumenti standardizzati, l'effetto della stimolazione cognitiva è
risultato positivo sia sulla componente comportamentale che su quella cognitiva (Spector,
2000, citato in Cotelli, Zanetti 2006). Inoltre si è dimostrato (Metitieri, et al. 2001,
citato in Cotelli, Zanetti, 2006) che la ROT ha efficacia nel ritardare l'istituzionalizzazione
nei soggetti con demenza lieve o moderata. Diversi studi (Spector et al., 2003; Orrell et al.,
2005; Onder et al., 2005, citati in Cotelli, Zanetti, 2006) dimostrano che La strategia
riabilitativa della ROT è risultata essere efficace nel potenziare l'effetto dei farmaci
anticolinesterasici.
Durata
Si prevedono otto incontri a cadenza settimanale, della durata di un'ora ognuno, distribuiti
nell'arco di due mesi (indicativamente novembre e dicembre 2008).
Si prevede un incontro con I familiari prima dell'inizio dei lavori e dopo la loro conclusione.
Supervisione del progetto:
a cura del Responsabile del servizio di psicologia della “Associazione Alzheimer Venezia”
dott. Daniele Malerba (psicologo e psicoterapeuta).
Sviluppo e realizzazione del progetto:
a cura della dott.ssa in scienze e tecniche psicologiche Giuseppina La Barbera.
Bibliografia
Bergamaschi S., Iannizzi P., Mondini S., Mapelli D. (2008) Demenza. 100 esercizi di
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stimolazione cognitiva. Milano, Raffaello Cortina Editore.
Cabib S., Pizzamiglio L. (2007). La plasticità cerebrale e il recupero dei deficit
neuropsicologici. In Vallar G. e Papagno C. (a cura di). Manuale di neuropsicologia. Clinica ed
elementi di riabilitazione (pp 53- 61). Bologna, ed. Il Mulino.
Cappa S.F. (2006). Le basi neurologiche del recupero dopo lesione cerebrale. In Mazzucchi A.
(a cura di), La riabilitazione neuropsicologica, premesse teoriche e applicazioni cliniche (pp. 18). Ed. Masson.
Cotelli M., Zanetti O. (2006). La riabilitazione cognitiva nella malattia di Alzheimer. In
Mazzucchi A. (a cura di), La riabilitazione neuropsicologica, premesse teoriche e applicazioni
cliniche (pp. 415- 429). Ed. Masson.
Goldberg E., (2004). L'anima del cervello. Lobi frontali, mente e civiltà (pp. 220-244).
Torino, Utet libreria,
Papagno C. (2007). Le demenze. In Vallar G. e Papagno C. (a cura di). Manuale di
neuropsicologia. Clinica ed elementi di riabilitazione (pp 369-390). Bologna, ed. Il Mulino.
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